Dicembre 21, 2024

181 thoughts on “LA RAGAZZA DI VIA MAQUEDA. Incontro con Dacia Maraini

  1. Torniamo a incontrarla in occasione dell’uscita de “La ragazza di via Maqueda” (Rizzoli).
    Come ho già anticipato sul post si tratta di una raccolta che raccoglie racconti già pubblicati su riviste e giornali, più inediti.
    Il denominatore comune è dato da questa sorta di “geografia dell’anima dell’autrice” che emerge dall’insieme: l’adolescenza, i grandi incontri, i “luoghi per eccellenza” di Dacia Maraini: la Sicilia, Roma, l’Abruzzo.
    Il tutto, mischiando racconti della memoria con la pura fiction…

  2. Io, come vi ho già detto, (almeno per il momento) vorrei concentrarmi sul bel racconto di apertura che dà anche il titolo al volume (La ragazza di via Maqueda, appunto)… un racconto lungo ambientato a Palermo, una storia di denuncia che stigmatizza una sorta di doppio abuso, trattando due temi forti, duri: quello dello smaltimento illegale di sostanze radioattive e quello della prostituzione minorile.

  3. Per il momento ribadisco quanto già accennato…
    Il protagonista del racconto (un ingegnere palermitano) è un uomo onesto e un buon padre di famiglia. A un certo punto, però, si rivela come un inetto, un debole. Per certi è una vittima del sistema.
    Una di quelle vittime, però, che non avendo la forza e il coraggio di ribellarsi finiscono, loro malgrado, per diventare parti del sistema stesso.

  4. L’uomo si trova costretto ad apporre la propria firma su un foglio che – di fatto – (come avrà poi modo di scoprire) consente alla ditta per cui lavora di procedere allo smaltimento illegale (e occulto) di materiale radioattivo. L’ingegnere, all’inizio, tenta una timida protesta… che non sortisce alcun effetto.
    Poi si trova a vivere un conflitto che potrebbe sintetizzarsi nella seguente domanda: decidere di denunciare l’illecito (rischiando di perdere il posto di lavoro), oppure non reagire (ché in fondo lui stesso non è altro che una vittima)?

  5. 2) – Si diceva che il protagonista del primo racconto, in fondo, è un buon padre di famiglia a cui viene a mancare la forza e il coraggio di reagire a certe situazioni (anche se poi sfoga la propria frustrazione in maniera ulteriormente vergognosa e disdicevole)…
    Oggi, il rischio di ritrovarsi (proprio malgrado) nello scomodo ruolo di “eroi” per perseguire il proprio “ordinario” senso di responsabilità… è più alto o più basso rispetto al passato?

  6. Vi invito (se avete piacere) a dire la vostra (anche in risposta alle suddette domande) e a porne di ulteriori a Dacia Maraini che parteciperà al dibattito a partire da domani pomeriggio/sera.

  7. Credo che sia il compito primario e fondamentale della letteratura, quello di denuncia e di stimolo delle coscienze. Il problema vero è che tale atteggiamento “etico” lo si trova ormai solo nella letteratura. Il “cittadino medio” ormai non ha più gli strumenti sociali, culturali e di coscienza personale, per poter assurgere, non dico al delicato e difficile ruolo di eroe, ma soltanto di “denunciatore” di ciò che non funziona nella società. I tempi che stiamo vivendo vanno proprio in questa direzione: quella della omologazione delle masse verso la passiva accettazione di ogni sopruso e abuso che proviene dalle classi dominanti.
    Tempo fa ho avuto l’ardire di segnalare un disservizio all’URP del Servizio sanitario della mia città. Non sono stato trattato molto bene, lo devo ammettere. E mi ero limitato soltanto a segnalare un mio diritto.
    Dovremmo imparare da altre culture, tipo quelle nordiche. A questo dovrebbe servire l’Unione Europea. A migliorarci l’un l’altro, prendendo ciò che di buono c’è in ogni singola organizzazione.

  8. Io da un buon libro cerco solo un po’ di compagnia. Se poi riesce a darmi anche altro,ancora meglio.
    Ammiro moltissimo Dacia Maraini per il suo impegno di scrittrice. Parlo di impegno sociale che trasuda da parecchie delle sue belle storie. Per questo desidero ringraziarla tantissimo.

  9. Buonasera a tutti. Cercherò di rispondere alle domande poste da Massimo. Credo che oggi la letteratura abbia minore forza di denuncia
    perché è notevolmente alto il livello di corruzione. Da questo credo dipenda una maggiore possibilità di vivere situazioni che richiederebbero
    il coraggio della denuncia. Tuttavia, essendo diminuito il senso di attarteneza ad una nazione, ad un partito, al di là delle meschine beghe a cui assistiamo frequentemente, credo che siano, siamo? pochi capaci di vincere la paura e agire nella direzione della legalità e della eticità.

  10. Lascio un saluto per Dacia Maraini che spero di ringraziare personalmente per aver creduto nel mio romanzo, ancora non pubblicato e che la scrittrice mi invito a discutere alla trasmissione di RAI2
    “Io scrivo, tu scrivi”. Fu un’ esperienza molto bella. Qualche anno dopo trovai l’ editore che pubblicò il mio romanzo ( naturalmente non a pagamento).

  11. Come mai prima, alla letteratura spetta oggi il compito primario d’illuminare le coscienze. Un buon bagaglio culturale che insegni ad esprimersi è l’anticorpo più importante che ogni madre dovrebbe dare in eredità ai propri figli. Senza la possibilità di esprimersi adeguatamente il mondo cesserebbe di esserci nel giro di poche ore. Certamente, è un compito molto arduo che parte sia dalle istituzioni che s’interessano della scuola e sia dalla Chiesa o dalle religioni di ogni paese.Non a caso, proprio in questo blog, fin dall’inizio, trattando di una tematica sulle nostre letture preferite, ricordo di aver indicato il Libro dei Salmi. La saggezza dei popoli si tramanda attraverso ciò che le genti hanno scritto per salvaguardare non solo la propria vita ma anche quella delle future generazioni. Quindi, le coscienze pure e aperte e un’etica morale nella vita passa essenzialmente attraverso le nostre letture e quindi certamente dalla Letteratura che è il tramite scritto delle azioni umane nel loro percorso di vita filtrate da emozioni e conoscenza nonchè memoria.

  12. Il nome – Dacia Maraini – per me è magico. Aggiungo un saluto da sorella a sorella non certo nel sapere, non mi permetterei, ma sorella per luce degli occhi e per un libro che non scriverò mai che si intitola “da Dacia a Maria con empatia”. Preciso per chi non mi capisse e la cosa è facilitata dallo stesso modo in cui scrivo, sempre d’impeto e di fretta…per luce degli occhi – intendo uno strano guizzo che fa brillare lo sguardo che appartiene a quelle persone che sono solite pensare a più cose contemporaneamente.Fateci caso, se le cose a cui si pensa sono anche troppe e si sovrappongono, potrebbe sembrare quasi che lo sguardo si spenga come per un corto circuito indotto. Saluti signora Dacia, a quando il suo ritorno su Rai 2 come ai vecchi tempi?

  13. Se la letteratura debba avere anche un ruolo sociale e civile è una vecchia diatriba. Tra il sì e il no, la mia opinione si colloca a metà strada. Lo scrittore scrive ciò che sente e se ciò che scrive è anche un riflettore acceso sulla società e i suoi mali, può anche essere importante. Dacia Maraini non è nuova a questo, ma soprattutto non è nuova a una scrittura semplice e potente al tempo stesso. E’ la scrittura di chi, sapendo ciò che deve comunicare, non ha bisogno di effetti speciali e parole ridondanti. Sono tra quei fortunati che ha pubblicato un racconto in un’antologia dove c’è anche Dacia Maraini. Un onore indimenticabile.

  14. Io non credo necessariamente in una letteratura di intenti. A mio parere non ci sono compiti primari che “debba” assolvere. La letteratura è semplicemente narrare: raccontare storie, descrivere ambientazioni e personaggi. Questo naturalmente non vuol neanche dire che “non” debba stimolare le coscienze, o denunciare quello che non funziona nella società. Voglio solo dire che spesso non è dalle grandi intenzioni che vengano fuori necessariamente le grandi opere. La letteratura serve a stimolare la mente (indipendentemente da dove ci voglia portare l’autore, anzi, in qualsiasi direzioni porti). Serve a farci più ricchi, a darci maggiori conoscenze (di noi e degli altri) attraverso le storie e le vite (vere o fasulle) dei personaggi.
    Se funziona è un buon libro. Se stimolerà “anche” la coscienza tanto di guadagnato.
    Con Dacia Maraini in qualche modo funziona sempre, perché lei è un fuoriclasse e sa farci pensare, qualsiasi cosa ci narri.

  15. Credo che quando la letteratura narra l’uomo, le sue fragilità, il suo interrogarsi sul mistero del mondo intraprendendo un percorso di verità, sia sempre denuncia, provocazione, anelito di libertà, qualunque cosa racconti.
    E’ un viaggio.
    E nel viaggio formula domande, pone ipotesi, cerca.
    Ha natura “sociale” comunque, se è fedele a se stessa, se tenta di penetrare la profonda e intima scoperta di un senso.
    Per questo credo che mai come oggi sia necessario proporre un percorso letterario. Proprio perchè la narrazione, con il suo creare una relazione di significato, stimola ad allungare lo sguardo, a volare oltre, oltre, dove l’apparenza è sbrecciata dalla parola, e il palpitare della vita si denuda.
    Il tema del conflitto ineriore affrontato da Dacia Maraini, per esempio, è l’antichissimo dramma dell’uomo innanzi alla scelta. In definitiva innanzi a se stesso.
    Credo che nessun tema come questo sia “sociale” e di denuncia:quando l’uomo cerca la verità dentro di se’. Quando il viaggio comincia in noi.
    Bravissima Dacia Maraini e bravissimo Massi per questo post.
    Una buona notte a tutti!

  16. Leggerò sicuramente anche questo, ho letto tutti i libri della signora Maraini, ne condivido fede (speranza) politica e pensiero. Anche nel suo narrare intimistico mi trova attenta lettrice.
    Come gli altri che mi hanno preceduta ho parole di elogio per la sua opera impegnata sempre civilmente e psicologicamente.
    Simona, in particolare, ha espresso con chiarezza anche il mio parere: il dramma esistenziale dell’essere umano che cerca la verità, la propria e quella dell’intera specie. Che si pone domande sul perché dei piccoli avvenimenti e dei grandi accadimenti della storia. Che sa osservare l’uomo nella sua complessità, che lo vede dibattersi nelle spire della sua immanenza, assillato dalla necessità di comprendere la vita, spesso incapace di leggerne le trame e, quindi, indotto a rifugiarsi nella trascendenza.
    Quello che mi ha sempre colpita della Sua scrittura, è l’universalità del pensiero, anche quando tratta di vicende personali o tipicamente italiane.
    Ringrazio Dacia Maraini per la continuità della sua opera, e Massimo per averne dato risalto.

  17. 1) – La letteratura, oggi, ha ancora la forza e la capacità di denunciare, di stimolare le coscienze?
    Penso di sì. Il problema è se le coscienze, oggi, hanno l’umiltà per poter essere stimolate dalla letteratura.

  18. 2) -Oggi, il rischio di ritrovarsi (proprio malgrado) nello scomodo ruolo di “eroi” per perseguire il proprio “ordinario” senso di responsabilità… è più alto o più basso rispetto al passato?
    In un contesto in cui diventa “ordinario” il malcostume,“ordinario” senso di responsabilità è più alto.

  19. Faccio molti complimenti a Dacia Maraini. Di lei ho letto quasi tutto: romanzi, racconti, saggi.
    Non ho ancora letto La ragazza di via Maqueda per cui non mi sento di fare una domanda specifica. Però mi piacerebbe chiedere a Dacia questo. A differenza di un romanzo, quale deve essere la caratteristica migliore di un racconto per funzionare bene?
    Grazie.

  20. “La Sicilia è quindi prima di tutto il luogo della memoria. La giardiniera ha rifiutato di seminare fiori a tempo per dedicarsi alla coltura della piante, anche le più umili, che abbiano davanti a sé tutto il tempo per crescere e riprodursi. Ha fatto un lavoro da certosina perché le radici non assorbano il veleno di una atmosfera culturale che privilegia le ragioni del sonsumo rispetto a quelle della conservazione e del risparmio.”

    http://www.wuz.it/articolo/3930/recensione-libro.html

  21. Vorrei chiedere a Dacia Maraini che sentimenti le suscita il pensare ai suoi tre luoghi: la Sicilia, Roma, l’Abbruzzo. Sono sentimenti uguali o di diversa natura?

  22. Carissimo Dottor Maugeri, egregio signor Gino Torrisi,
    il compianto giudice Falcone soleva affermare :”Povera quella patria che ha bisogno di eroi!”.
    Parole che suonano davvero tremende, considerando che furono pronunciate pochi mesi prima della sua morte.
    Mi consenta di associarmi a questa riflessione e dire che quando tutta l’eredità di un popolo e tutto il peso della scelta deve gravare sulle spalle di pochi, è segno che la coscienza sociale delega ad altri i compiti ordinari e le scelte morali.
    Povero paese, dottor Maugeri, quello che per qualificarsi o per essere rappresentato può contare su pochi martiri!
    I miei più vivi complimenti alla signora Maraini che seguo dai tempi de “La lunga vita di Marianna Ucrìa” e di cui ho amato moltissimo anche il saggio su Madame Bovary (“Cercando Emma”). Davvero una narratrice da cui mi sento accompagnato nel tempo e nella mia crescita.
    Caro Dottor Maugeri, la saluto con la consueta stima e la ringrazio per le sempre importantssime occasioni di scambio,
    il suo (sempre in felice pensionamento)
    Professor Emilio

  23. Pur ammettendo che la letteratura, oggi, abbia ancora la forza e la capacità di denunciare, di stimolare le coscienze, rimane il fatto che il numero delle persone che leggono è molto esiguo. Come fare a intervenire sulle coscienze di chi non legge, ovvero la maggior parte? Semplice: attraverso la televisione.

  24. Un Paese che ha bisogno di “eroi” per perseguire l’ordinario senso di responsabilità è proprio messo male. Tuttavia, è più alto o più basso rispetto al passato? Non saprei. In genere pensiamo al passato guardandolo con un nostalgico velo. Siamo sicuri che oggi vada meglio di ieri?

  25. La mia domanda per la grande Dacia è questa: tra i libri che lei ha scritto, qual è il suo preferito? E per quale motivo?

  26. Ciao a tutti. Ciao Massimo
    Rispondendo alla prima domanda, penso che ogni intellettuale dovrebbe esprimere anche attraverso la scrittura, quello che pensa su questioni politico sociali e sentire questo quasi come un dovere;
    se poi questo abbia la forza o la capacità di stimolare, risvegliare coscienze, non so. Considerando le poche persone che leggono, in questo nostro paese, temo di no ma questo non deve essere la giustificazione per tacere e non esprimere la propria indignazione, la propria opinione, soprattutto quando questo porta con se la denuncia di malessere sociale.
    Alla seconda domanda,”oggi, il rischio di ritrovarsi (proprio malgrado) nello scomodo ruolo di “eroi” per perseguire il proprio “ordinario” senso di responsabilità… è più alto o più basso rispetto al passato?”
    Possiamo pensare, visto la maggior capacità di coinvolgere l’opinione pubblica, che sia un po’ meno rischioso, ma è davvero difficile rispondere ad una domanda del genere soprattutto per rispetto a chi si espone in prima persona, rischiando spesso la vita; Io personalmente ho molta stima per queste persone ma non riesco a condannare, dalla posizione di semplice spettatore come la mia, chi non lo fa… é facile giudicare gli altri quando non tocca noi muoverci. O “l’ ordinario” senso di responsabilità diventa comune alla maggior parte dei cittadini o davvero si rischia di avere degli” eroi” che serviranno solamente per qualche targa o a dare il nome ad una una via (che poi arriva un idiota di amministratore comunale che te la cambia pure)
    Proprio per questo credo sia fondamentale far sentire la propria vicinanza e solidarietà a chi si espone in prima persona perché non è mai una cosa che riguarda solo chi lo fa ma coinvolge noi tutti.

    stefano

  27. Anche io credo che al tempo d’oggi la letteratura abbia minore forza di risvegliare gli animi seplicemente perchè…..è la società che non ha più un valore chiamato morale.
    Soprattutto nel mondo del lavoro tutti sappiamo che sono i “furbi” ad arricchirsi, a scalare le vette più alte e ottenere successi impensabili ai più.
    Dignità, onestà, coraggio, abnegazione, senso del sacrificio sono valori al giorno d’oggi scomparsi.
    Quando con qualcuno discuto di concetti tipo “l’onore della parola data” mi guardano come se fossi un marziano e mi rispondono che “sono cose di una volta”………
    Mi piacerebbe sapere cosa ne pensa Dacia?
    Grazie e un abbraccio
    Andrea

  28. Cara Dacia, in questa raccolta di racconti vivono anche i suoi ricordi, il suo passato. A quale, tra i ricordi che emergono da queste pagine, si sente più legata?
    Grazie per tutte le belle cose che ha scritto in questi anni.

  29. Credo proprio di si, la letteratura ha sempre avuto la capacità di denunciare le brutture socialie, oggi, che più di prima,assistiamo a questo scempio che è la corruzione in ogni ambito sociale, ben venga la “parola” della grande Maraini,una delle poche autrici che ha ,ancora, il coraggio di denunciarle.
    Penso che deve essere , comunque,la scuola,ovviamente, supportata dalle famiglie ,ad educare le giovani generazione ad accostarsi alla buona lettura. Ecco ,questo libro ,della brava Dacia Maraini, che acquisterò subito, lo proporrò ai miei allievi e spero tanto possa essere per loro momento di riflessione e stimolo alle loro coscienze.
    Grazie Massimo e complimenti alla bravissima Dacia Maraini.
    Maria Tomasello

  30. Provo a rispondere brevemente alle due domande poste da Massimo:
    1 – Oggi esiste ottima letteratura, dovunque, sia in Italia che all’estero, ma va cercata forse con più cura che in passato, perchè si è accresciuta la capacità di diffusione del libro. Bisogna dunque saper discernere la buona qualità dalla pessima, in questo enorme calderone editoriale non di rado condizionato dalle pubblicità ingannevoli che hanno come unico scopo la vendita della merce-libro.
    Il “potere di denuncia e di stimolazione delle coscienze” rimane per me connesso al semplice fatto di fare buona o cattiva letteratura.
    2 – Quando l’esempio dei capi politici, di coloro cioè che danno un forte impulso alla costruzione d’una determinata realtà sociale, è rivolto al mero egoismo, alla difesa dei propri interessi a discapito degli interessi collettivi, quando le regole sono cambiate a proprio esclusivo vantaggio, con l’ausilio inoltre di forme di ipnosi collettiva, allora ogni pur mimimo atto “reale” diventa un’azione straordinaria. H. G. Wells, nello splendido racconto “Il paese dei ciechi”, fa ripetere al protagonista un vecchio detto: “Tra i ciechi l’orbo d’un occhio è re.”
    ***
    Vorrei rivolgere la seguente domanda a Dacia Maraini, sperando di non scivolare nel sociologismo:
    i suoi personaggi maschili riflettono la cosiddetta “crisi del maschio” (il “padre assente” per quanto riguarda la fine della famiglia patriarcale) caratterizzata, anche, dal senso di colpa e dalla deresponsabilizzazione?
    Grazie mille a Dacia Maraini e a Massimo Maugeri. Un caro saluto,
    Gaetano

  31. E’ fondamentale che la letteratura , così come il cinema e il teatro, abbiano , oggi come ieri, anche un ruolo di denuncia . La scrittura , in tutte le sue accezioni, deve sollecitare e invogliare nelle persone comportamenti giusti, legali , etici . Non basta la scuola ad educare , perchè troppo spesso è defraudata degli strumenti necessari al suo compito . Io leggo per ricevere un’emozione , un senso di benessere , se a questo si accompagna un incremento della mia coscienza sociale , non posso che esserne contenta . Per quanto riguarda la domanda sugli eroi , credo che oggi gli eroi siano di due tipi , quelli ” antichi ” , costretti come prima a combattere e a opporsi a fenomeni come la mafia e altre organizzazioni malavitose anche pagando prezzi altissimi , sono quelli di cui si parla anche nella letteratura e che sono ormai parte del nostro patrimonio nazionale, e poi ci sono gli ” eroi quotidiani “. Tutti quelli che rispettano le regole , tutte le regole ! Che non cercano scorciatoie , giocano pulito anche quando avrebbero l’opportunità di non farlo, anche quando tutti intorno barano. Credo che questa seconda categoria sia in via di estinzione perchè i punti di riferimento vanno esaurendosi . E se si facesse un pò di letteratura positiva anche sulle brave persone che resistono ? Ringrazio Massimo Maugeri per aver proposto questi temi.
    Anna Aquilone

  32. Vi ringrazio tutti e vi saluto con affetto. Ho letto gli interessanti ragionamenti: davvero molto razionali e colti. Grazie.
    Provo a rispondere alle domande.

  33. Masimo chiede se la letteratura, oggi, ha ancora la forza e la capacità di denunciare, di stimolare le coscienze.
    Lo spero, che abbia ancora questa capacità. Certo la cultura dominante è dispersiva, egoistica, nel senso che tende a esaltare le fantasie proprie senza occuparsi degli altri…

  34. Sempre per Massimo, in riferimento alla sua seconda domanda.
    E’ vero il protagonista del primo racconto è un buon padre di famiglia, che ha una figlia proprio dell’età della piccola prostituta. E da principio pensa solo di aiutarla, di proteggerla. Ma la sua vita scivola nell’irresponsabilità senza quasi che se ne accorga. Pensa di salvare il suo lavoro e quindi la sua famiglia accettando un orribile compromesso. Senza rendersi conto che con quel cedimento ha perduto se stesso e la capacità di ragionare e decidere con coscienza.

  35. Cara Dacia Maraini,
    spero che torni presto qui a Lubiana, dove qualche anno or sono conobbe mia moglie Veronika Simoniti – traduttrice letteraria che ha tradotto un Suo racconto da ”Buio” per un volume sloveno da me curato – e La saluto caramente, sottoponendoLe una breve domanda d’ordine prettamente letterario:
    Secondo Lei esiste la possibilita’, oggi, di produrre della prosa lunga con un lessico e delle modalita’ narratologiche esclusivamente letterari, o la ”civilta’ dell’immagine” ha ormai imposto (almeno a chi vuol vendere bene) un tipo di scrittura cinematografico?
    Grazie
    Cordialmente
    Sergio Sozi

  36. Per Gabry Conti e Franca Maria Bagnoli , che mi chiedono di un mio possibile
    “ritorno su Rai 2 come ai vecchi tempi”.
    Non sono tempi buoni per la scrittura e per i libri. Ciò che interessa ai direttori sono i grandi baracconi popolari che portano tanta pubblicità e tanta popolarità. I libri non vanno per quella strada.

  37. Luisella Motta mi chiede sul racconto…
    Il racconto deve essere come una illuminazione generosa. Non c’è il tempo per stendere una trama complessa e difficile. Tutto si deve compiere in uno spazio breve e preciso. Ma la casa deve stare in piedi, nonostante sia costruita su un terreno che si conosce poco. Forse invece di una casa si tratta di una capanna, ma deve ospitare e proteggere una intera famiglia.

  38. Sandro mi chiede sui sentimenti che mi suscita il pensare ai miei luoghi: la Sicilia, Roma, l’Abbruzzo. (Sono sentimenti uguali o di diversa natura?)
    Sono sentimenti simili perchè vengono da una sola persona, ma sono anche diversi perchè si riferiscono non solo a luoghi diversi ma a diverse tradizioni e culture.

  39. Chiedo scusa. Purtroppo devo interrompere. Risponderò alle altre domande appena possibile. Ancora grazie a tutti.

  40. Un grazie di cuore anche a Dacia Maraini che – salvo impedimenti – tornerà a rispondere alle altre vostre domande.
    Ma prima di chiudere desideravo ringraziare Dacia per avermi messo a disposizione un suo racconto romano della memoria (un incontro romano e una passeggiata con Alberto Moravia e Sandro Penna) sottraendolo a questa raccolta.
    Il racconto in questione lo trovate in “Roma per le strade, vol. II” (progetto no profit), ne avevamo parlato anche qui

  41. Ho letto la discussione con molto interesse.
    Credo che, nonostante tutto,ci sia ancora spazio per chi crede nei principii sani…… anche se la vita sembra dirci il contrario.
    Grazie, ho trovato buone occasioni di riflessione.

  42. Gino Torrisi mi chiede quale preferisco tra i libri che ho scritto.
    Il mio libro preferito è sempre l’ultimo. Quello che mi ha tenuto compagnia e che è andato via di casa da meno tempo. Gli altri li vedo camminare lontano. Li perdo di vista. Siccome di solito ho bisogno di tre anni per scrivere un romanzo, quei personaggi, quella storia, mi tengono compagnia per tre anni e mi affeziono.
    Per questo, l’ultimo.

  43. Per Andrea Rosestolato.
    Non so quanti anni abbia Andrea. Mi piacerebbe che fosse giovane.
    E’ bello trovare qualcuno che dica: una parola data, merita di essere mantenuta. La penso anch’io così. E sinceramente penso che l’onestà, la dignità, il coraggio sono valori eterni. Che possono essere disprezzati e soppressi per qualche tempo. Ma poi vengono fuori. Sono valori universali e tutti sanno, anche chi non li pratica, che sono preziosi e vale la pena di difenderli.

  44. Maria Laura, mi chiede se c’è un ricordo a cui mi sento più legata.
    Non lo so, cara Maria Laura. I ricordi sono come pesci nell’acqua. A volte vengono fuori a frotte, a volte si nascondono. A volte ce n’è uno che si distacca dagli altri e nuota felice nelle acque tiepide cercando il sole. Altre volte si rincorrono e giocano, ed è bello guardarli.

  45. Caro Gaetano Failla,
    grazie per la domanda. Sinceramente credo che anche le donne siano in crisi. Siamo evidentemente in una epoca di passaggio in cui le certezze sono state distrutte e non si vedono nuovi valori a cui appigliarsi. Certo gli uomini, poiché possedevano, per ragioni storiche, più certezze delle donne, stanno soffrendo con maggior dolore, di questa crisi. Le donne sono abituate – per storia – all’incertezza, all’attesa, all’insicurezza, al “non potere” e quindi sono forse più preparate.
    Un carissimo saluto da Dacia Maraini

  46. Caro Sozi,
    ricordo benissimo la serata di Lubiana e Veronika sua moglie. Me la saluti affettuosamente. E ora rispondo alla sua domanda:
    Sinceramente credo che sia stato il cinema a prendere dalla letteratura anzichè il contrario. Non so se sa che il 48% dei film sono tratti da storie scritte: racconti, romanzi, memorie e altro. In letteratura l’elemento visivo è sempre stato presente. Ogni scrittura è evocazione di immagini, che l’autore suggerisce e il lettore ricostruisce.
    Oggi si può dire, certo, che il cinema ha avuto anche la sua influenza sulla letteratura, con la sua costruzione rapida, la scelta del punto di vista, l’uso anche eccessivo dei flash back ecc.
    Ma tutto questo c’era già in letteratura. E da tempi lontani. Pensi alla nutrice che scopre Ulisse dalla cicatrice di un incidente di caccia. Ecco, Omero interrompe il racconto dell’arrivo di Ulisse per raccontare quel giorno di caccia e l’assalto del cinghiale. E’ uno dei primi flash back della letteratura, e si parla di ottocento anni avanti Cristo…
    Un carissimo saluto da Dacia Maraini

  47. Cara Gabry Conti, per quale strada vanno i libri?
    Prendo spunto da questa sua domanda per dire che i libri si vendono più di quanto si pensa. Certo è cambiata la rete di distribuzione: non più solo in libreria, ma per strada, nelle bancarelle, ai supermercati e altrove. I librai protestano perchè i supermercati fanno sconti fino al 30%, questo in effetti è concorrenza sleale. Non credo comunque molto alla grande novità dei libri per via internet. Per carità, anch’io mi servo moltissimo dei libri (sopratutto classici) per via elettronica, ma solo per rivisitazioni, controlli, citazioni di studio. Ma se debbo leggere un libro in pace, mi piace portarmelo dietro, anche in treno o a letto o mentre mangio e questo non si può fare con il computer. Il libro stampato è fatto di carta, ovvero di una materia organica che fa amicizia con il nostro corpo. Non credo che il libro potrà mai essere del tutto sostituito.

  48. Cara Dacia, grazie di cuore per la Sua risposta. E grazie a Massimo per avermi dato l’opportunità di entrare in contatto con Lei.

  49. Cara Dacia Maraini,
    molte grazie per la risposta. Ricambio con affetto i saluti,
    Gaetano

  50. Gentilissima Dacia Maraini la ringrazio anch’io per la risposta data alla mia domanda. Nel pomeriggio acquisterò con piacere il libro da lei preferito tra quelli che ha scritto. Cioè quest’ultimo. Cari saluti.

  51. Gentile sig.ra Maraini,
    mi fa piacere che Massimo abbia dedicato questa pagina al suo romanzo, che non ho ancora letto, ma che leggerò presto. L’ho incontrata anni fa, nelle giornate in cui lei si è recata al Liceo Linguistico “Regina Elena” di Acireale, ma in effetti l’avevo già vista nel ’90 alla Biblioteca Comunale di Acibonaccorsi, durante uno di quei meravigliosi incontri culturali organizzati dal poeta Antonio Di Mauro. Fu la fortunata stagione in cui io ebbi il piacere di ascoltare lei, Vincenzo Consolo, Giuseppe Pontiggia, Giuseppe Manfridi e altri bei nomi della nostra letteratura. Ma solo circa cinque anni fa, sempre in occasione di una sua conferenza ad Acireale, fummo presentate e subito dopo pranzo mio marito, Orazio Caruso ,ed io l’accompagnammo ad Agrigento dove l’attendevano per un’altra conferenza. Non so se lei se lei lo ricorda ancora. Fu un viaggio di due ore, in mezzo a un temporale spaventoso, in cui chiacchierammo tantissimo. Parlammo di tante cose e quando arrivammo a destinazione, lei ci invitò a cena. Noi non potemmo accettare, perché alle otto dell’indomani dovevamo essere a scuola, ma fummo felici del suo invito e delle belle dediche che ci scrisse su La lunga vita di Marianna Ucria e su Bagheria. Leggeremo prestssimo il suo nuovo libro signora Maraini e spero che lei torni in Sicilia, per poterla rincontrare. Con simpatia Maria Rita Pennisi

  52. Cara Dacia, ho appena finito di leggere questa raccolta così piena di personaggi femminili tutti diversi tra loro e che ho tanto amato. E’ bellissima, le faccio tanti complimenti.

  53. La buona letteratura è sempre un “pezzo” dell’anima di chi scrive e di essa possiede il fascino e la forza capaci di condurti per mano, scuotere la coscienza e instillarti nel cuore e nella mente sentimenti e pensieri nobili. Di conseguenza, penso che “la forza e la capacità di denunciare”, di cui si parla, scaturiscono naturalmente solo da certi autori, attraverso le storie più semplici e immediate. Il resto è tutta “aria fritta”, e questo vale sempre, per il presente e per il passato.
    Carissima Dacia, nelle sue storie ho sempre scorto la sua anima. Complimenti e grazie per quello che è riuscita a darmi.

  54. Gent.ma Sig.ra Maraini,
    è sempre vivo e nitido il ricordo di averla incontrata e finalmente conosciuta di persona, dalla mia amica Laura Ferri Forconi, al Centro Siena – Toronto . E poiché seguo le vicende degli autori che mi premono ed ammiro, mi sovvengono persino le sue semplici e sincere parole, pronunziate quando La intervistarono, dopo la proclamazione come vincitrice, (149 voti) della 53° Edizione Premio Strega (1999.)
    Lei sorridendo disse:- “Sono un pò imbarazzata, stare su un palcoscenico con tutti che ti guardano, ma è anche piacevole…”
    Fu bello condividere idealmente la sua gioia, per un Premio meritatissimo.
    Con i toccanti racconti di “Buio” (Rizzoli) Lei affrontava il delicato problema sociale delle violenze sui bambini. Un problema sulla prostituzione minorile, che riaffiora anche nel nuovo volume:-
    ” La ragazza di Via Maqueda”.
    Quali differenze di rilievo ha notato, nel rapportarsi con lo scottante argomento, da parte delle persone implicate e dalla società, nel decennio trascorso? E per Lei è cambiato qualcosa nella scrittura?
    Grazie e un cordialissimo saluto. la Sua M. Teresa Santalucia
    @Massimo caro, grazie per questo gran dono.
    Tessy

  55. intervengo con po’ di impaccio e di timidezza. ma volevo fare pervenire anche i miei saluti e la mia ammirazione per dacia maraini.
    maurizio pantuso- suo lettore di vecchia data

  56. Ho letto con grande interesse questa conversazione. Mi ero ripromesso di intervenire, ma sarei pleonastico. Dacia Maraini si è espressa con grande chiarezza, con limpida semplicità su un tema complesso, dando una bella lezione – di stile, ma non solo. Ciò che dice della funzione della letteratura, del rapporto di questa con il cinema, ciò che racconta di sé come scrittrice e come persona, è esemplare. Non saprei davvero che altro aggiungere, se non ringraziarla – e ringraziare Massimo per questo incontro.

  57. Carissima signora Maraini,
    le sue risposte sono delicatissime e la sto seguendo con molta commozione. Una volta in una intervista lei disse: «Preferisco pensare alla scrittura come ad una testimonianza delicata, un gesto di affetto nei riguardi di una memoria che se ne va e muore anzitempo. Una esperienza che ti fa cambiare angolo dello sguardo, un arricchimento di prospettive. Accompagnata forse da un infantile desiderio di seduzione. Ma fuori dei canoni, dentro le allegre invenzioni di una mente inquieta.»
    E’ grazie a queste parole che credo alla letteratura come a un atto d’amore per la memoria, per i passaggi del tempo.
    La ringrazio per questa testimonianza che custodisco nel cuore.

  58. Ne approfitto per salutare: Sonia Avelli (benvenuta a Letteratitudine!), Maria Rita Pennisi, Giusy, Mariangela Biffarella (benvenuta anche a te, cara Mariangela), M.Teresa Santalucia Scibona, Maurizio Pantuso (benvenuto!), Claudio Morandini, Simona Lo Iacono…

  59. Per email Dacia mi ha scritto che avrebbe il piacere di farci leggere i suoi due più recenti articoli pubblicati sul “Corriere della Sera”.
    Vi inserisco i link nei commenti a seguire…

  60. Entrambi gli articoli affrontano temi che – in qualche modo – affiancano (o incrociano) quelli che sono emersi da questa discussione.
    Ecco… leggeteli (se avete tempo e voglia)… ed esprimete (se vi va) la vostra opinione.

  61. sono contento che la voce di dacia maraini impreziosisca quello che, finora, è solo statistica. è vero, infatti, che secondo le ricerche di mercato la vendita di libri è in aumento. non so se ciò sia sufficiente a far parlare di ripresa, però è un segnale. auspico, dal mio personalissimo angolo di visuale, l’acquisto di libri senza tempo e senza etichette. per dire, due mesi fa ho acquistato Accabadora di Michela Murgia insieme a un’edizione illustrata del Don Chisciotte di Cervantes. La letteratura, a mio avviso, è una catena senza soluzione di continuità. Perché, infatti, cià deve valere (ad esempio) per la musica? Senza gli Everly Brothers non sarebbero esistiti i Beatles. Senza i Beatles non sarebbero esistiti i Moody Blues. Senza quest’ultimi non sarebbero esistiti i Genesis. Ognuno, poi, con la voce caratteristica. I libri e la letteratura non dovrebbero, a mio avviso, sfuggire a questa filiera.

  62. Penso che Dacia Maraini abbia scritto “La ragazza di via Maqueda” attingendo dal desiderio (ostinazione) di testimoniare quanto la debolezza, la codardia e l’ignominioso comportamento tipico del protagonista buon padre di famiglia – un uomo comune, ossia uno degli innumerevoli buoni padri di famiglia – assecondino le ragioni dell’ingiustizia, ossia del disordine mentale, morale e perfino economico tanto dei singoli quanto della collettività. Sbaglio?
    Ci vuole coraggio nella vita, dappertutto, particolarmente là dove il coraggio è sinonimo di supplizio, è naturale. Ma quanti uomini ne sono provvisti? Certo, non mancano operatori e operatrici dell’arte e dell’informazione coraggiosi (Dacia Maraini ne è una bandiera), però il tornaconto o il quieto vivere prosperano da quando è nato l’uomo, e adesso – come in qualsiasi altro periodo di crisi sociale – sta mettendo radici che paiono inestirpabili.
    E’ giunto forse il momento di sperare specialmente nel coraggio, nella determinazione femminili?
    Un saluto forte, A. B.

    P.s. – Grazie, Massimo, delle parole che mi hai riservato nel post precedente.

  63. Interessantissimi i post e appassionante il pensiero e la voce della signora Dacia che stimo moltissimo come autrice e come donna.Certo è difficile aggiungere qualcosa alle tante già dette,ma vorrei dire che la frase che faccio mia e con cui sento maggiore empatia è quella in cui Dacia parla di “seduzione della letteratura”.Sedurre=condurre a sè,è questo il fascino che dovrebbe avere per me la vera letteratura,se nell’avvicinarmi magneticamente a sè mi lascia interpretare anche impegno civile ha raggiunto un alto scopo,ma la letteratura è libera di raccontare,di restituirmi la realtà con gli occhi del cuore di chi parla,la vita trasfigurata che diventi universale,il suo personaggio e la sua storia che diventi un pò anche la mia storia mentre leggo.Deve poter appartenere a chiunque la legga,”democratica” e “libera”,insomma un amore senza pretese se non quella di sedurmi ancora quando avrò chiuso l’ultima pagina.
    Leggerò questi racconti con grande piacere,mi piacerebbe chiedere alla signora Maraini se pensa che in questo periodo in Italia possa rinascere un interesse per la forma breve e se intravede una nuova forma e capacità del racconto in nuovi autori.
    Grazie a Massimo perchè lo spazio condiviso qui è non solo importante ma è un vero atto di generosità e di …impegno civile.
    un forte abbraccio con stima ad una delle signore della letteratura italiana più apprezzata nel mondo per bravura e per delicata sensibilità d’espressione.
    FG.Marone

  64. Davvero una bella raccolta ‘La ragazza di via Maqueda’. Anche a me è piaciuta la caratterizzazione dei personaggi femminili.
    Vorrei chiedere a Dacia: cosa pensa del ruolo della donna oggi nella nostra società?

  65. Grazie Massimo di questa bella opportunità, Max sei bravo proprio tutti i miei complimenti.
    A quella meravigliosa e da me amatissima scrittrice che è Dacia Maraini farei una domanda parallela a quella di ViViana:
    Non credi che noi donne in questo Paese siamo ancora trattate, nei migliori dei casi, con un paternalistico atteggiamento di simpatia-sufficienza? Perchè si usa ancora l’odiosa definizione: scrittura al femminile. Perchè non siamo ancora libere di scegliere chi essere in tutta libertà? Perchè ci pagano sempre e comunque di meno. Perchè da una donna ci si aspetta sempre che scriva di figli, famiglia, amore? Tutto questo oramai soltanto in Italia. Ma perchè?

    Un abbraccio ideale a Dacia

  66. La letteratura, oggi, ha ancora la forza e la capacità di denunciare, di stimolare le coscienze?
    Tutto sommato credo di sì. E’ vero che non tutti leggono, anche se qualcuno ha fatto notare che ci sono dati incoraggianti in questo ultimo periodo. Ma anche se la letteratura e i libri riuscissero ad incidere in pochissime persone, arrivo a dire anche in una sola, ne varrebbe la pena e sarebbe già un bel risultato.

  67. Cara Dacia,
    La ringrazio di cuore per la risposta – come sempre chiara e gentile – alla mia domanda. Ne approfitto per porLe quest’altra, motivata dal fatto che ho appena finito di scrivere un ”saggio narrativo” sulla Trilogia di Italo Calvino: Lei cosa ne pensa de ”I nostri antenati”?
    Saluti Cari
    Sozi

  68. Oggi, il rischio di ritrovarsi (proprio malgrado) nello scomodo ruolo di “eroi” per perseguire il proprio “ordinario” senso di responsabilità… è più alto o più basso rispetto al passato?
    .
    Cosa si intende per passato? 20 anni fa o 70 anni fa?
    Se il riferimento fosse a 20 anni fa la mia risposta sarebbe: il rischio è più alto. Se il riferimento fosse a 70 anni fa la mia risposta sarebbe: il rischio è più basso.
    Dipende.

  69. Non ho domande per Dacia Maraini, ma la ringrazio per le bellissime risposte che ha dato agli altri forumisti. Quella sul rapporto cinema-letteratura è da appuntare ed imparare a memoria.
    Grazie anche a Massimo ed un saluto a tutti.

  70. Che belli i due articoli pubblicati da Dacia Maraini sul Corriere! Li ho letti e sono perfettamente d’accordo.

  71. Cara Dacia Maraini,
    ho letto i suoi due articoli pubblicati recentemente e qui indicati tramite indirizzo elettronico. Il primo, quello sulla Befana, dove nelle ultime righe Lei fa anche un riferimento alla misoginia d’un brano del Vecchio Testamento (Eva nell’Eden), mi ha ricordato, forse per semplice associazione di idee, un vecchio libro di Armanda Guiducci, “La mela e il serpente”.
    Quali sono attualmente secondo Lei i maggiori ostacoli che non permettono alla donna di “volare”?
    Il secondo articolo, quello relativo alla progressiva scomparsa delle piccole librerie, potrebbe diventare una sorta di requiem. Temo anch’io che le piccole librerie tradizionali siano destinate a scomparire, spazzate via dalla grande concorrenza similmente a molti mestieri artigiani.
    Una domanda conclusiva, slegata da quanto appena scritto:
    quali sono secondo Lei gli autori italiani, osservando principalmente le generazioni più giovani, che offrono oggi maggiori speranze per il futuro della nostra letteratura (e non solo)?
    Di nuovo molte grazie. Un saluto affettuoso,
    Gaetano

  72. Caro Massimo io credo che la letteratura abbia si il delicato ed importante compito di stimolare le coscienze,ma non necessariamente di denunciare.La letteratura è strumento di crescita e di confronto, rappresenta una delle massime espressioni dell’uomo: la comunicazione attraverso la parola scritta, uno scambio di emozioni.Quando leggi un libro si diventa parte integrante della storia di quel libro.Un libro lo si ama,un libro può piacere, può divertire, commuovere…Noi siamo quelli che siamo non solo per le esperienze che abbiamo fatto ,ma grazie anche ai libri che abbiamo letto, per gli scrittori che abbiamo conosciuto…leggendo.La letteratura rappresenta una parte fondamentale di noi. Ma la letteratura è finzione.

  73. Cara signora Maraini… a quando di nuovo a Siracusa? Ricordo ancora la piacevole chiacchierata con lei e Piera Degli Esposti a Santa Lucia alla Badia, in quel cortile pieno di parole e musica e silenzio partecipante.
    Mi è piaciuta molto la bella metafora dei ricordi come pesci. La letteratura è come la memoria: pesca con una rete di parole il passato, i sentimenti, i sogni, la fugacità delle esistenze, poi però lascia andare senza ucciderli tutti i pesciolini e rimane lì con la sua rete splendente e colorata come la mente di Ulisse.

  74. “La lunga vita di Marianna Ucria”, “Dolce per sé”, “Cercando Emma”… lo sguardo di Dacia si è posato sui silenzi, il canto e le grida delle donne, con una partecipazione, un’empatia assolute e delicate.
    Penso alla storia di Isolina, che mi ha incuriosita e su cui ho visto un documentario, penso a Veronica meretrice e scrittora…

  75. La letteratura ti porta altrove.O ti porta a condividere punti di vista o emozioni.Per me la letteratura è amore.I libri che ho letto fanno parte di me.Li tocco ,li annuso, li leggo . Mi fanno spesso compagnia. Ma la denuncia è un’altra cosa. La denuncia è assumersi la responsabilità di portare a conoscenza fatti o avvenimenti gravi. In questo momento non mi sembra che ci sia( o non ne sono a conoscenza) una letteratura di denuncia. Roberto Saviano in questo contesto rappresenta l’eccezione.

  76. Cari amici, scrivo al volo per salutarvi e ringraziarvi per i nuovi commenti.
    Spero che Dacia abbia la possibilità di rispondere alle vostre domande.
    Io tornerò a intervenire domani sera.
    Ancora grazie…
    Una buona serata a tutti.

  77. Vorrei invece chiedere alla signora Maraini,essendo io siciliana, che cos’è per lei la Sicilia e quali sono le parole,per lei, che accompagnano i suoi ricordi di vita siciliana.
    Ringrazio tanto Massimo Maugeri per questa straordinaria opportunità!
    Grazia

  78. @ Ho letto quasi tutto di Dacia Maraini e l’emozione accompagna le mie parole. Amo la sua scrittura e la grande sensibilità che si percepisce dalle sue parole. Andrò presto in libreria per poter dire di aver letto tutto.
    Grazie davvero.

  79. La letteratura, oggi, ha ancora la forza e la capacità di denunciare, di stimolare le coscienze?
    Secondo me sì. Però farei una distinzione netta tra la narrativa e la saggistica.
    Molti dei libri di denuncia che vengono pubblicati oggi sono reportage giornalistici. E di questi ho l’impressione che ne vengano pubblicati tanti, oggi. Davvero tanti. Ma è indubbio che esiste la possibilità di denunciare e stimolare le coscienze anche con la pura fiction.
    Gran bel dibattito. Complimenti.

  80. Ecco a questo mi riferisco nei miei post precedenti. Bisogna ,appunto, fare una distinzione tra narrativa e giornalismo. La denuncia appartiene al giornalismo. Proprio per questo ho citato Saviano.Ma la narrativa è invenzione….i personaggi sono creati dal pensiero dello scrittore. Che poi la letteratura ha un ruolo fondamentale nella vita degli esseri umani e che possa aiutare le coscienze dei popoli,questo si. Le parole hanno una forza straordinaria e restano dentro chi le legge.

  81. Sì, ma se io racconto la storia di un uomo che, messo di fronte a una scelta, decide di assecondare l’illeggittimità, svolgo o non svolgo anche io un’azione di denuncia nei confronti di certa debolezza o di certo malcostume?

  82. A prescindere dal fatto, poi, che l’uomo in questione sia vittima anche lui di un certo sistema?

  83. Certo, Maria Laura. Ma secondo me il fine ultimo di scrive narrativa non dev’essere la denuncia, ma raccontare una storia. E, possibilmente, farlo bene.

  84. La narrativa ti fa pensare, riflettere, ti mette a conoscenza di uno stato di cose , avvenimenti…Ma la denuncia è altro. La denuncia è portare prove concrete dell’illegittimità o del crimine che è in atto. La denuncia è fare nomi , citare fatti .La narrativa è inventare personaggi e storie. Le parole ti seducono, ti fanno diventare altro. Avviene sempre un cambiamento emotivo in chi legge.

  85. Grazie per le belle considerazioni e le nuove domande che avete posto.
    Cercherò di rispondere seguendo l’ordine di arrivo delle domande, sperando di non dimenticarmi di nessuno.

  86. A Simona Lo Iacono, che ha citato una mia risposta presa da un’intervista.
    Cara Simona, la ringrazio per le sue parole affettuose. La frase che lei cita esprime infatti il mio pensiero. Leggerò il libro che lei ha pubblicato da Perrone. Un carissimo saluto da Dacia Maraini

  87. M.Teresa Santalucia Scibona scrive chiede se, rispetto al problema della prostituzione, noto delle differenze rispetto al passato.
    -Cara Maria Teresa
    In effetti la prostituzione è molto cambiata nel nostro paese, ma nel mondo intero direi. Da professione liberamente scelta e praticata da donne maggiorenni, è diventata una vera e propria schiavitù che sempre più coinvolge minorenni. Se lei pensa che un milione di italiani frequenta le prostitute, bisogna arrivare alla conclusione che questi nostri concittadini contribuiscono -ma fino a che punto consapevolmente?- alla tratta degli schiavi. Troppo facile fare finta di non sapere, non le pare?

  88. Cara Dacia Maraini,
    ho avuto il piacere di ascoltarLa poco fa, in una puntata dedicata al suo libro “La ragazza di via Maqueda”, nel bel programma di Radio Due “Ventotto minuti”. Un caro saluto,
    Gaeatno

  89. Per Maria Rita Pennisi.
    Cara Maria Rita, certo che ricordo di lei e di suo marito e della simpatica traversata di parte della Sicilia sotto un grosso temporale. Spero che il mio libro di racconti le piaccia. Mi faccia sapere poi che ne pensa.
    Un carissimo saluto da Dacia Maraini.

  90. Caro Ausilio Bertoli. Grazie per l’attenzione con cui ha letto il mio libro. Io però sono più indulgente di lei nei riguardi del “buon padre di famiglia”, protagonista del primo racconto. Non lo giudico un mostro, ma un debole. Se non fosse stato travolto da un fatto di corruzione che gli ha tolto le certezze interiori, probabilmente non si sarebbe comportato come ha fatto con la prostituta bambina. Quello che volevo dimostrare –anche se la scrittura non procede per dimostrazioni, ma semmai per illuminazioni- è che quando si cede su un principio, poi si comincia a scivolare su una china e non si riesce più a fermarsi. Non ci si può aspettare che siano tutti eroi. Non si può neanche pretenderlo. Molte responsabilità infatti vanno alla politica e alla sua incapacità di fermare il degrado che colpisce il nostro paese. Ma i politici chi li vota? potrebbe dire lei. In effetti è la società intera che sbaglia.
    Ma quando un paese si sottrae alle questioni etiche, va alla deriva.

  91. Alla Francesca Giulia, sulla narrativa in forma breve.
    Cara Francesca Giulia, i racconti sono sempre stati snobbati dagli editori che li considerano “poco vendibili”. Invece spesso i lettori li prediligono. Non credo che sia una questione di moda. Dipende tutto dal libro. I racconti brevi di Carver per esempio sono molto amati e apprezzati. Altri racconti vengono lasciati negli scaffali.

  92. Viviana cosa ne penso del ruolo della donna oggi nella nostra società.
    Cara Viviana, la sua domanda, vitalissima, avrebbe bisogno di pagine e pagine di risposta. Come faccio a sintetizzare un discorso sul “ruolo della donna oggi”? Posso dirle, brevemente, che siamo in piena regressione. Dopo le conquiste del femminismo, sul piano legale e del costume, si sta cercando, da parte di una cultura attenta ai privilegi maschili, di riportare le donne in una condizione di non libertà e non autonomia. E come lo fanno? Lanciando, con potenza di mezzi, l’immagine di una donna stupida e incapace, pronta solo a usare le sue arti seduttive. Basta guardare la pubblicità o la nostra terribile e diseducativa televisione! Quando le donne non si adeguano a questo modello mediatico, vengono denigrate in tutti i modi. Per fortuna la realtà va avanti: le donne sono sempre piu presenti in tutti i campi, lavorano seriamente e ottengono buoni risultati.
    Vedremo chi vincerà alla lunga.

  93. Cara Faustina. Lei ha detto meglio di me quali sono i problemi delle donne oggi. Le faccio un esempio che salta agli occhi: nel campo medico le donne hanno superato gli uomini, eppure sono pagate di meno e non arrivano mai ai posti dirigenziali negli ospedali. Un altro esempio: le donne che scrivono oggi sono tante, il mercato le accetta e le frequenta volentieri. Ma se andiamo a vedere le panoramiche che fanno i critici, quando stabiliscono i modelli letterari da proporre alle prossime generazioni, non si trova mai un nome di donna. Quindi: sul mercato sì, ma non nei posti di prestigio delle istituzioni letterarie. C’è ancora tanta strada da fare. Quello che mi rattrista alle volte è che sono le donne stesse che non credono e quindi impediscono la professionalità delle altre donne. Hanno talmente introiettato il senso di inferiorità che, appena hanno un posto decisionale, si mettono istintivamente dalla parte degli uomini sottovalutando il lavoro delle donne.

  94. Sergio Sozi, mi chiede un parere sulla Trilogia di Italo Calvino ”I nostri antenati”.
    Penso che sia una fiaba straordinaria. Una fiaba per adulti, con tanti simboli che fanno capolino fra la grandissima sapienza della scrittura.

  95. Gaetano Failla mi chiede quali sono secondo me i maggiori ostacoli che non permettono alla donna di “volare”.
    Gli ostacoli, caro Gaetano, sono sempre culturali. La cultura dei padri, che crede nella supremazia maschile e crede nella soggezione femminile ha radici così lontane che è difficile liberarsene, anche per le donne che l’hanno introiettata, senza neanche rendersi conto della contraddizione. C’è una donna intelligente e preparata che conduce al mattino presto una trasmissione sull’attualità su radio 1. Si circonda solo di uomini, esperti in tutte le materie. Non si sente mai una voce di donna. Come se non ci fossero in Italia donne esperte nelle varie scienze umane.

  96. Per quanto riguarda la progressiva scomparsa delle piccole librerie…
    Penso che questa corsa al grande mercato, al grande magazzino, al commercio all’ingrosso dovrà fermarsi ad un certo punto. Perchè i grandi luoghi di vendita tendono a standardizzare la merce. Ora, una merce che riguarda le idee e non solo gli oggetti, come il libro, ha ancora bisogno dell’artigiano, dello specialista, della persona colta, del luogo di discussione e di incontro. Quindi secondo me si dovrà tornare indietro. Non cancellando i grandi magazzini, ma affiancandoli con piccoli luoghi dove si possono approfondire le conoscenze e le ricerche. Nella storia spesso si è tornati indietro. Non sempre le strade che sembrano gloriosamente rivolte verso l’avvenire sono quelle giuste.

  97. Rispondo ancora a Gaetano, sugli autori italiani delle nuove generazioni…
    Sono tanti i giovani autori di oggi che vale la pena di leggere. Mi dispiace che facendo alcuni nomi, ne trascurerò altri.
    Ha mai letto la rivista Nuovi Argomenti? è una rivista trimestrale che si dedica alla scoperta di giovani autori. E’ lì che hanno cominciato autori come Saviano, come Veneziani, come Chiara Valerio, come Filippo Bologna, come Carola Susani, come Leonardo Colombati, come Lorenzo Pavolini, e tanti altri. Io sono fra i direttori della rivista e posso dirle che tutti i giovani autori che pubblichiamo li abbiamo scelti assieme agli altri. Sono bravi. Provi a leggere.

  98. Ringrazio ancora tutti. Risponderò alle nuove domande nei prossimi giorni. Buon fine settimana.

  99. Grazie di cuore Dacia,sono felicissima di leggerla,è bello e confortante conoscere la donna che è dietro le parole che scrive nei suoi libri.Ogni volta che rivedrò una copertina di un suo libro in libreria,penserò di conoscerla e di apprezzarla un pò di più.Questa importante funzione di mediazione culturale che Massimo generosamente ci offre dovrebbe essere anche ampiamente utlizzata dalle librerie,penso ai piccoli librai da lei nominati nell’articolo,al ruolo che andrebbe svolto per resistere sul mercato accanto ai grossi pesci.La libreria non può ridursi ad un mero supermercato del libro-prodotto,deve rinascere proprio come luogo di incontro,di scambio e di conoscenza.Come letteratitudine virtualmente lo è per tanti di noi.
    Un grande abbraccio e presto porterò il suo libro di racconti alla mia mamma 75enne che è una sua ammiratrice.
    tanti auguri per il suo impegno.

  100. Di nuovo mille grazie, cara Dacia Maraini, per le risposte e per la grande gentilezza. Saluti affettuosi,
    Gaetano
    P. S.
    Sì, certo, ho letto Nuovi Argomenti, doverosamente.

  101. Rimango positivamente stupefatto dalla generosità di Dacia Maraini che ho sempre ammirato tanto.
    Mi colpisce l’immagine in copertina. Questa ragazzina bella, dal viso angelico, ma un po’ triste, che ti fissa negli occhi…
    Volevo chiedere a Dacia se questa bella copertina l’ha scelta lei oppure è stata una scelta dell’editore.

  102. Grazie ancora per le sue risposte sempre così chiare, ma la mia domanda su che strada prendano i libri voleva essere solo una impertinente ironia, nel senso che so benissimo che ormai i libri si vendono dovunque con non buona pace dei librai. Io stessa, quando ebbi tra le mani il mio primo libro da me scritto e pubblicato, da novella antesignana, riuscii ad inserirlo persino in una vetrina di una gioielleria, in un cestino di copie in omaggio in una boutique che conoscevo, in parlatori di carceri e in sacrestie di chiese, nonchè dovunque nel mondo si potesse inviare un libro senza essere oltraggiati per occupazione di suolo pubblico. Ma non li ho venduti io i miei libri, sicuramente qualcun altro al posto mio…come si continua a fare anche tramite internet…all’autore non arriva neanche l’elemosina. Per questo il web per me è adoprato come una vetrina democratica per una forma di rivalsa verso chi tratta i libri e i loro autori come degli orfanelli da tenere segregati negli orfanotrofi e magari utilizzarli quando farà comodo. Questo secondo lei, aiuta a scrivere o sprona a ribellarsi attraverso la scrittura che è tutta un’altra cosa e non è certo buona letteratura? In questo caso siamo tutti dei veri antesignani…ma per i libri , cioè per comunicare e non solo per guadagnare, si fa questo ed altro.

  103. Mi correggo, solo dal sito http://www.ilmiolibro.it ho ricevuto quanto era di mia competenza per un paio di libri che ho venduto tramite proprio questo sito.Ma da tutti gli altri editori e dintorni – rien de rien – anzi spesso pagano gli autori. Ora da quando c’è il web, per fortuna, anche questa ruberia è terminata, almeno per me, come sono terminati anche i soldi.Saluti ancora e buon fine settimana carissima signora Dacia

  104. @Gentile Dacia Maraini, ho letto con grande tristezza il suo articolo sulle librerie indipendenti. E mi si è stretto il cuore quando ha citato la libreria Crisafulli di Catania. La gloriosa libreria Crisafulli. Chiusa. Irrimediabilmente chiusa. Eppure ci lavoravano persone competenti. Eppure era ubicata in via Etnea, nel centro della città. Io credo, purtroppo, che la crisi per le piccole librerie indipendenti si sia fatta irreversibile. Le grosse catene di distribuzione hanno interesse a spazzarle via. E così i grossi gruppi editoriali. E insieme a loro i piccoli editori che non vengono fatti entrare. Insomma, penso sia anche un problema politico. Accentramento di potere. Meno pluralismo, meno spazio per gli altri. E così se mi capita di entrare in una libreria del centro di Catania, non troverò più il signor Crisafulli col suo sorriso bonario, in grado di consigliarmi l’ultimo romanzo di Sergio Sozi, ma una commessa scipita e distratta che si riassesta il trucco mentre parlo.

  105. Come sempre, ne approfitto per salutare i nuovi intervenuti in questo post…
    Saluti e ringraziamenti a: Ausilio Bertoli, Francesca Giulia, Viviana, Faustina, Amelia Corsi, Grazia, Maria Lucia Riccioli, Antonio, Alberto, Salvo Zappulla.

  106. Dacia Maraini nel fine settimana sarà in giro per presentare questo nuovo libro, ma credo che – salvo impedimenti – potrà tornare a intervenire qui a partire da lunedì sera.

  107. …Donne… Un mondo particolare, misterioso, coinvolgente di cui lei, Signora Dacia Maraini, è autorevole portavoce e simbolo.
    Esprimo il mio più sentito apprezzamento alla scrittrice e alla donna.
    Gianna Campanella

  108. arrivo in ritardo, ma ci tenevo a fare i complimenti a dacia maraini per la sua attività di scrittrice ed a massimo per aver organizzato questa bella opportunità di dialogo. ciao a tutti e buona domenica.

  109. Tanti auguri a Dacia Maraini per questa raccolta.
    Sono uno di quelli che sarebbero molto contenti se gli editori dessero più spazio ai racconti.

  110. Cara signora Maraini,
    certo che leggerò al più presto il suo libro. Sono contenta che si ricordi di noi. Insieme a Maria Lucia Riccioli curo la rubrica Letteratitudine chiama scuola, diretta da Massimo Maugeri. Quando ha tempo, la invito a fare sentire la sua voce su questa rubrica, dato che lei ha sempre dimostrato grande sensibilità verso la scuola e i problemi educativi.
    Un caro saluto Maria Rita Pennisi
    La saluta anche Orazio.

  111. gentilissima Dacia Maraini, ho già letto la sua bellissima raccolta di racconti La ragazza di via Maqueda. in uno di questi parla di Pasolini (l’ho sempre apprezzato e lo continuo a rileggere), che abitava sopra di lei. e di come sentisse i passi sul pavimento anche dopo la morte.
    secondo lei nell’Italia di oggi la voce artistica di Pasolini riuscirebbe a esprimersi con lo stesso peso? c’è, a suo modo di vedere, un erede di Pasolini?
    grazie per le cose che scrive e per il suo impegno.

  112. Ciao! Ti leggo spesso, anche se intervengo poco. Ho aperto un blog, ieri. Posso avere l’onore di averti tra i miei blog preferiti?
    Sandra Mazzinghi

  113. Cara Dacia Maraini, è emozionante avere la possibilità di dialogare con lei. Desidero porle una domanda sulla narrativa straniera: chi sono gli autori (e le autrici) non italiani, tra i viventi, che preferisce?
    Più che altro è un modo per conoscere le sue preferenze di lettura.
    Con stima.
    Lara Maggi

  114. Alla c.a. della signora Dacia Maraini.
    Gentilissima Dacia, nel primo racconto si parla anche del problema delle scorie radioattiva. Esso riflette il rapporto malato tra uomo e natura. Secondo lei, cosa ci riserva il futuro da questo punto di vista?
    Nella speranza di una risposta la ringrazio e la saluto con grande stima.

  115. Vi ringrazio per i nuovi commenti e ne approfitto per dare il benvenuto a chi scrive su Letteratitudine per la prima volta.
    Grazie a: Gianna Campanella, Letizia, Raffaello, UmbertoTerrazza, Sandra (ma certo! anzi… grazie Sandra… e in bocca al lupo per il tuo neoblog)…

  116. Ringraziando di cuore Dacia Maraini per la sua alta ”considerazione simbolica” della Trilogia di Calvino – che si affianca in toto alla mia – vorrei citarla, sperando che i biechi grandi capitalisti dell’editoria leggano quanto Dacia scrive sulla scomparsa delle piccole librerie:

    ”Ora, una merce che riguarda le idee e non solo gli oggetti, come il libro, ha ancora bisogno dell’artigiano, dello specialista, della persona colta, del luogo di discussione e di incontro. Quindi secondo me si dovrà tornare indietro. Non cancellando i grandi magazzini, ma affiancandoli con piccoli luoghi dove si possono approfondire le conoscenze e le ricerche. Nella storia spesso si è tornati indietro. Non sempre le strade che sembrano gloriosamente rivolte verso l’avvenire sono quelle giuste.”

    Meditiamoci sopra…

  117. Provo a rispondere a qualche altra domanda.
    Grazia mi chiede che cos’è per me la Sicilia.
    La Sicilia è la mia adolescenza. Alcuni fra i ricordi piu cari della mia iniziazione alla vita appartengono alla Sicilia. La Sicilia sono gli odori (buoni e cattivi) che sono rimasti impressi nella mia memoria. La Sicilia è il mare (amico e nemico a volte) ma sempre bellissimo ed emozionante. La Sicilia sono gli amici che ho conservato nel tempo.

  118. Maria Lucia Riccioli domanda quando tornerò a Siracusa, ricordandoun incontro con Piera Degli Esposti.
    Non lo so, cara Lucia Riccioli. Mi piacerebbe tornarci proprio con Piera. Ma sia lei che io siamo oberate da impegni. Spero presto. Un caro saluto da Dacia Maraini

  119. Alberto chiede se la copertina del libro è una mia scelta oppure se è una scelta dell’editore.
    L’editore mi ha proposto molte copertine, fra cui questa. E io l’ho scelta subito. Era quella che volevo. Avevo chiesto una faccia che esprimesse il dolore e la sorpresa. Ed eccola.

  120. Umberto Terrazza chiede se manca la voce di Pasolini.
    Certo, Pasolini ci manca. Manca la sua voce dolce e severa. Manca il suo sguardo attento e preciso. Manca la sua indignazione. Che pena che se ne sia andato!

  121. Lara Maggi mi chiede delle mie autrici preferite.
    Non posso ora farle un elenco di nomi. Io leggo molto e di tutto. Posso dirle che ho avuto cinque madri letterarie: Grazia Deledda, Lalla Romano, Annamaria Ortese, Elsa Morante, Natalia Ginzburg.
    Fra le madri non-italiane che mi hanno dato molto ci sono Virginia Woolf, Marguerite Duras, Clarice Lispector, e se vogliamo andare piu indietro: le sorelle Bronte, Madame Lafayette…

  122. Antonio Roselli domanda sul rapporto malato tra uomo e natura. Cosa ci riserva il futuro da questo punto di vista?
    Se non vigiliamo, andiamo incontro alla catastrofe. Viviamo in un mondo egoista e miope che non sa guardare al futuro. La gente comune si sente minacciata ma non sa cosa fare. Dice: tanto io non posso fare nulla. E si rassegna in partenza. Ma non è vero. Ci si può informare. Si può protestare. Si può votare contro chi propone di aprire nuove e devastanti centrali nucleari.

  123. Riscrivo le due “domande del post” nel caso in cui qualcuno volesse cimentarsi nelle risposte…

    La letteratura, oggi, ha ancora la forza e la capacità di denunciare, di stimolare le coscienze?


    Oggi, il rischio di ritrovarsi (proprio malgrado) nello scomodo ruolo di “eroi” per perseguire il proprio “ordinario” senso di responsabilità… è più alto o più basso rispetto al passato?

  124. un grande ringraziamento a Dacia Maraini anche da parte mia. e complimenti per questo blog.

  125. Per rispondere alla prima domanda, credo sia davvero difficile in uno Stato in cui il Presidente del consiglio è anche il più grande Editore e distributore fare davvero denuncia attraverso la letteratura e la comunicazione in genere.
    Per quanto riguarda la seconda, come si sa l’ Eroe è solo l’ultimo stadio della potenza essendo privo dei poteri che avevano gli Dei e i Mostri che comunque sempre semidei erano. Quindi se essere Eroi viene inteso nell’accezione di essere Umani certo che si deve esserlo. L’Eroe non è il Supereroe, non ha super poteri. E’ uno che fatica parecchio, che viene punito, che lotta contro gli dei bugiardi. Guai a pensarlo onnipotente. L’inizio di un millennio non è la fine di un secolo, quindi addio Antieroe novecentesco e benvenuto Eroe del 2000. E ora una domanda per l’eroina di questo blog: ” Signora Maraini riesce sempre a fare quello che dice o a volte anche a lei le pare che tra il dire e il fare ci sia di mezzo il mare? Mi spiego. Riesce nella sua vita a mettere in pratica ciò che predica? O anche a lei capita di predicare bene e razzolare male. Per dirla meglio “E’ davvero così buona come sembra?”.

  126. Caro Pedro, grazie per il tuo intervento.
    Ho già ringraziato Dacia “gongedandola” dall’impegno di intervenire ancora su questo post. Dunque non credo che ti risponderà.
    Per quanto mi riguarda (e parlo per me) credo che nessuno abbia la forza di mettere sempre in pratica ciò che pensa. O almeno, io non sempre ci riesco…
    In ogni caso, sulla “questione eroi”, Dacia ha già espresso la sua opinione scrivendo: “Non ci si può aspettare che siano tutti eroi. Non si può neanche pretenderlo”.
    Aggiungo che a me Dacia Maraini non sembra “buona”… mi sembra una donna che si offre con molta generosità allo scambio di idee con gli altri (esprimendo con sincerità le proprie), mettendoci sempre la faccia e firmandosi con nome e cognome.
    Grazie ancora per il commento.

  127. Caro massimo, spero che il mio intervento fuori tempo sia stato comunque utile a qualcuno. Vorrei precisare che per me la parola “buona” è una parola estremamente positiva che non ha bisogno di essere giustificata. Per quanto riguarda il nome e cognome li avessi così belli li userei anche io :-)))) Mi scuso ancora per aver prolungato la scia, ma la questione degli eroi e degli antieroi mi interessa molto in questo momento. E avendo letto anche io il libro in questione mi sono sentita il diritto di intervenire in questo che mi pare un luogo pubblico.
    Ma visto il tono mi pare proprio il caso di togliere il disturbo.
    adios

  128. Mia cara Pedro,
    ma io ti ho ringraziata per il tuo intervento!… sia all’inizio, che alla fine del mio precedente commento. Ed è una cosa che faccio abitualmente con tutti coloro che intervengono qui, proprio perché questo non è un luogo pubblico… ma il mio blog (che però amo mettere a disposizione di tutti coloro che hanno voglia di condividere con me l’amore per i libri e la letteratura). E certo che non c’era bisogno di giustificarti per l’uso della parola “buona”… solo che a me (ribadisco) Dacia Maraini non sembra “buona”, ma… (vedi sopra). E non c’era nemmeno bisogno di giustificarti per l’uso del nick. Come trovi scritto nella “netiquette” di Letteratitudine, l’uso di nick name è consentito.
    Dunque, ancora grazie per il tuo contibuto. E torna pure quando vuoi.
    Buon fine settimana.

  129. Capisco che l’argomento volge alla fine ma non posso non intervenire a causa della mia passione per la chiarezza. Alla domanda se la letteratura può…..mi sarebbe piaciuto sapere che cosa è la letteratura oggi se a questo nome vengono spacciate cronaca, fischion, eventi ecc. e ogni altra sorta di fogli macchiati dall’idea che non posso morire senza che i posteri conoscano la mia eroica esistenza. Se non confondiamo la letteratura con tutto questo , penso che essa non abbia perso la sua funzione catartica, e non perchè dia indicazioni di etica comportamentale, o perchè serva di esempio il ” contenuto” in particolare, ma perchè quando è letteratura vera, ossia parola vera, umana, promessa, ci trasforma dal di dentro.
    Tutto questo l’ho capito dopo aver scritto il mio primo romanzo “Alla corte del nonno masticando liquirizia” e Melo Freni scrivendomi mi ha confessato che dal mio libro promana una specie di gioia, nonostante,
    a volte, la narrazione si faccia pesante. Potrei pensare che per percepire la parola dello scrittore bisogna avere l’anima dello scrittore, ossia la capacità di annusare più che di mettere in sillogismo le parole.
    Se il giudizio ai concorsi letterari venisse affidato a giudici-scrittori con potenzialità percettive forse tante opere che la storia seppellisce nei cassetti si troverebbero se non altro sulle bancarelle, o rilegati in pelle nelle migliori librerie.
    Cara Dacia io conosco di te tutto quello chè stato possibile conoscere. Ho sempre condiviso con te la passione per i tuoi stessi luoghi e per le tue stesse tematiche, ho tutti i tuoi libri nella mia libreria dove tutti i libri sono soltanto del mio scrittore preferito Isaac B. Singer. Degli altri conservo soltanto un campione.
    Ti voglio aggiungere che ho tutti i tuoi libri perchè in essi ci sono emblaticamente tutti gli scrittori del nostro novecento. Cresciuta nella letterattura sei una memoria vivente . Grazie per averci dato romanzi come “Il treno dell’ultima notte” ………
    Ancora sei giovane non lasciare che il mestiere prenda il sopravvento sull’ispirazione. Aspetto il profumo della novità, quel profumo che spesso nei grandi scrittori si sprigiona a compimento e dura storicamente per sempre.

  130. Cara Mela,
    grazie per essere intervenuta. Le discussioni di Letteratitudine rimangono sempre aperte fin quando ci sarà qualcuno che avrà voglia di rilanciarle. Grazie a te, dunque.
    No so se Dacia avrà modo di leggere questo tuo messaggio. Al momento si trova in Svizzera, a Ginevra, dove rimarrà un po’ di tempo per insegnare sul tema dei “Miti” presso l’Università di lettere.
    Ne parla anche qui, nell’ambito dell’intervista radiofonica che mi ha rilasciato per “Letteratitudine in Fm”:
    http://plettro.org/podcast/15.02/1.Maraini.mp3
    http://plettro.org/podcast/15.02/2.Maraini.mp3

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