Maurizio Di Bona mi invia questo contributo sulla figura di Giordano Bruno. Ve lo propongo anche in occasione dell’anniversario che si celebrerà nei prossimi giorni. (Massimo Maugeri)
Fra poco meno di due settimane ricorre, ancora una volta, l’anniversario della morte di Giordano Bruno, filosofo conosciuto nell’Europa del 500 semplicemente come il “Nolano”, (perché nato a Nola, vicino Napoli) arso vivo per mano cattolica il 17 febbraio del 1600.
Ogni anno se ne parla sempre meno ed i media, timorosi forse di irritare qualcosa o qualcuno (mah!), ritengono inopportuno, o tutto sommato inutile, dedicare spazio al ricordo di chi ancor prima di Galileo, intuiva e rivoluzionava visione e posizione di uomo e Terra, non più al centro di alcunché, in un universo infinito, in cui tutto è relativo ed in cui il nostro è solo uno dei mondi possibili.
Non abbiamo ritratti certi di Bruno e non abbiamo tutte le sue opere; chi ha tentato di cancellarlo dalla storia, dopo avergli chiuso la bocca, alla lettera, perché con una mordacchia, ne ha disperso le ceneri ai quattro venti ed ha poi fatto in modo che di lui non ci fosse traccia o segno che ne riportasse alla luce la memoria nei secoli a venire.
Dobbiamo essere grati all’irlandese John Toland che nel ‘700 ne riscoprì la grandezza e il genio, aprendo la via a tutti gli studi successivi. I francesi gli tributano i giusti onori, i tedeschi ce lo invidiano, addirittura attribuendosene una parte del dna, ma in Italia Bruno deve restare nell’ombra.
In esilio totale e perenne, oggi come quattro secoli fa. Chissà perché…
Un frate domenicano dall’ingegno fuori dal comune, che a lume di ragione, scardina dogma per dogma il sistema ecclesiale dell’epoca, corrotto e intriso di superstizione e miracolistica, indica ai regnanti una pace religiosa per porre fine alle guerre che insanguinano l’Europa, che fa da ponte tra saggezza orientale e pensiero filosofico occidentale e che chiede al Papa di riportare la Chiesa sui soli binari apostolici dell’amore, non capisco a chi possa far paura!?
E’ per questo che ho intitolato il mio libro proprio così: Chi ha paura di Giordano Bruno, ma mai avrei immaginato che poi quell’interrogativo privo di punto di domanda si rivelasse così “dannatamente” profetico!
Nella prefazione all’opera, l’illuminato Giuliano Montaldo, regista dell’unico Giordano Bruno cinematografico che abbiamo, ricorda i suoi inimmaginabili tre anni di pene prima della lavorazione di quel film. A me ce ne sono voluti cinque per accantonare l’ambizioso progetto iniziale, un vero e proprio romanzo grafico sul Nolano (the Nolan is back), non realizzato per sfiancamento, raccogliere tutto il materiale prodotto fino ad allora e “costruire” un secondo libro, che raccontasse
“in presa diretta” come fosse difficile concretizzare quell’intenzione.
Il libro, una volta completato, non ha risparmiato ulteriori “incidenti di percorso”. Dalle risposte criptiche di certi editori mugugnanti sui ceci, al dietrofront di chi fino al giorno prima si dichiarava entusiasta del progetto, fino ai ripensamenti di molte librerie, che vuoi per una politica assurda e vile che taglia fuori i piccoli editori, vuoi per chissà quali immotivate ragioni, hanno poi preferito non avere il libro sui loro scaffali. Sarà forse perché è scritto male e disegnato peggio… e che di Giordano Bruno proprio non se ne può di ritrovarselo davanti tutti i “santi e benedetti” giorni?!
Sarà certamente così. Ecco perché anche nell’Enciclopedia della filosofia a fumetti di Osborne, pubblicata due anni fa, il Nolano sembra essere l’unico escluso!
Maurizio Di Bona.
Maurizio, nulla cambierà mai in questa italietta plasmata da 1700 anni dalla chiesa cattolica, la cricca più astuta, raffinata, vorace, spietata e feroce prodotta dalla specie umana, la quale oltre ad aver imprigionato, torturato, bruciato vivi popoli interi, ha incatenato la mente degli uomini per manovrarli, dirigerli, dominarli. Non dimentichiamo, inoltre, che nel Concilio di Cartagine della fine del IV sec. d.C. (a cui partecipò anche Sant’Agostino, allora solo sacerdote) i vescovi cattolici proibirono a tutti, loro compresi, lo studio di qualunque opera filosofica e scientifica… tanta era la paura della Conoscenza. Contro questo spettacolo che è il disonore della razza umana, ogni tanto si leva qualche grido isolato… e il grido più forte venne proprio da Giordano Bruno. Nessuno mai, nella storia della chiesa, seppe sfidarla e tenerle testa con tanta luminosa tenacia (sette anni di processo… di cui non conosceremo mai il contenuto: Bellarmino dovette bruciare sia Giordano che gli atti, troppo pericoloso sarebbe stato lasciarli alla storia). E ancora oggi quasi tutti i politici, cantanti, campioni di formula uno, attori, comici e mafiosi continuano a prostrarsi quotidianamente ai piedi di questa conventicola di falsi cristiani (che riesce a muovere una massa elettorale più grande di quanto si possa immaginare). Il popolo di questa italietta è indifeso, negli ultimi anni i media hanno azzannato il gioco dei ventidue ometti in mutande che corrono dietro un pallone di cuoio rotondo e ce lo propinano 24 ore al giorno; la TV ci propina autentiche schifezze, mentre il film di Montaldo su Giordano Bruno venne trasmesso una ventina di anni fa solo in piena notte (alle 04.00): la sua storia, il suo grido ancora fa paura. Così come chi ne vuol ancora parlare. Tu sei una di quelle grida isolate, Maurizio (così come il tuo terribile libro)… ma un po’ meno sfortunato del grande filosofo nolano: a lui toccò il rogo di Campo de’ Fiori, a te “soltanto” il silenzio dell’editoria e dei media. Ma tu devi continuare a ricordare e ricreare il pensiero di Giordano Bruno con la tua penna, tenendo a mente le parole di Cioran: un libro deve frugare nelle ferite, deve provocarne di nuove, un libro deve essere pericoloso.
Adriano Petta
Mi sembra strano pensare che la figura di Giordano Bruno ancora oggi possa dare fastidio a qualcuno. Comunque in bocca al lupo per il libro, che pare interessante.
Qualche giorno fa il sole 24 ore ha dedicato un ampio servizio a Giordano Bruno. Adesso non ricordo il numero ma se lo trovo vi comunicherò senz’altro i riferimenti. Mi risulta pure che la Chiesa cattolica abbia recitato il mea culpa in relazione ai suoi anni bui… anni in cui la Chiesa fu avvelenata e strumentalizzata dalla cupidigia degli uomini a danno di altri uomini…
Purtroppo la figura di Giordano Bruno è ancora scomoda,perchè la chiesa ha paura di tutti coloro che possono pensare e rendersi conto che certi dogmi possono essere sfatati e poi non sono veri dogmi,ma sono stati creati da loro solo x plagiare il loro popolo.L’inquisizione e la censura intellettuale dei nostri giorni sono solo questo.
Ma basta con questi continui attacchi alla Chiesa cattolica! La vogliamo far finita? Ma chi l’ha detto che di Giordano Bruno non se ne parla e non se ne può parlare? Ma se esistoni decine e decine di pubblicazioni su Bruno!
Ma vogliamo essere seri?
Il punto è un altro. Quello che non è concesso non è la decina di pubblicazioni scritte e ben riposte nel reparto seminterrato in alto sullo scaffale filosofia, dove chi non ha bisogno di occhiali può scorgerne il testo scritto in cirillico sulla costoletta in verticale del libro, quanto il far conoscere, soprattutto alle nuove generazioni, chi è stato e cosa pensasse Giordano Bruno.
In altre parole l’oscuramento verte su immagine e medium. Pubblicare un libro che non viene esposto, ma rimane a giacere nascosto, perché nessuno sa che c’è non nuoce a nessuno.
Io ho tentato di restituire a Bruno un volto, un’immagine appunto, fondamentale per ricominciare a ricomporre la memoria di questo grande filosofo, la sua “visione” dell’esistenza, del mondo …e dei mondi.
Senza voler mettere in competizione i due frati ed entrare nel merito, chiedo quanti ricordano, ammesso che l’abbiano mai visto, la messa in onda del film su Giordano Bruno? Quanti invece il film, il fumetto, il cartoon, le fiction etc. di Padre Pio? Un qualsivoglia dibattito dedicato al Nolano in prima, seconda, terza serata?! Il problema si pone in termine di vera comunicazione che raggiunga sul serio il pubblico, oltre che di distribuzione e di informazione. Questo è quello che si cerca di evitare, perché avrebbe riscontro, farebbe pensare e riflettere. Pericolosissimo!
Ricordo che Bruno non è ancora stato riabilitato, come Galileo, dai cattolici, pur avendo sempre sognato una chiesa di riferimento universale (Arca di Noé); non è stato ancora considerato un uomo moderno, più moderno di noi, come scrivono ancora certi storici, vedi la Foa,che farebbero meglio a leggerlo prima di scrivere; e continua purtroppo ad essere condannato anche da illustri ‘filosofi’: “Bruno, più che un filosofo, fu essenzialmente un mago rinascimentale” (Carlo Sini). Di Bona hai ragione, Bruno fa ancora paura (agli ignoranti). G.Ricchezza.
vorrei ricordare che anche il prossimo 17 febbraio, come sempre da ormai diversi anni, ci sarà la passeggiata bruniana che ripercorre il tragitto fatto dal nolano dalle carceri a campo dei fiori. l’appuntamento è alle 21 davanti al palazzo del santo uffizio.
forse anche giordano bruno parlava di signoraggio?
🙂
Federico, tu la butti lì così, ma in effetti Bruno era uno che disprezzava profondamente chi passa la vita ad accumulare ricchezze, ingrassando, oziando e sfruttando, anzichè darsi da fare per cambiare lo status quo e diffondere libera conoscenza. 🙂
Eh!Eh! Il nostro caro The Hand…ho avuto il privilegio di leggere il suo libro (anche se dovrei dire “gustare con gli occhi”) e devo dire che oltre a disegnare come già sapete, scrive anche straordinariamente bene. Il suo linguaggio è, secondo me, contemporaneamente forbito e diretto, chiaro e comprensibile. Forse ha uno stile a tratti un pizzico ampolloso e manieristico, mi riferisco alla scelta dei vocaboli, ma è uno che scrive alla grande, lo sa e lo vuole far vedere. E viva Dio! Mi sembra anche giusto!
Ho gustato il suo volume, 51 pagine di testo ed altrettante tavole, estremamente scorrevole e piacevole, seppur amaro, in pochi minuti, ed alla fine mi è rimasta la stessa sensazione di quando vai in un ristorante di altissimo livello nel quale ogni portata non basta che a riempire le punte di una forchetta ed alla fine del pranzo devi andare da qualche altra parte a mangiare.
Questa è la sensazione che ho avuto: un brevissimo, gustosissimo pranzo, condito da disegni superbi che contribuiscono a sentire meglio i sapori degli ingredienti.
Se Maurizio non “sfonda” io non ho capito niente della vita.
The Hand, ti auguro di raggiungere presto i successi che meriti.
Un mare di complimenti da parte mia, per quello che possono valere.