Di questi tempi c’è un virus che circola e che, a quanto pare, colpisce principalmente i premi Nobel per la letteratura. Dopo il “caso Grass” ecco che si prospetta l’apertura di un “caso Hemingway”.
Alcuni scritti dimostrerebbero, infatti, la natura di sadico assassino dell’autore de Il vecchio e il mare.
Il primo scritto incriminato è un lettera, datata 27 agosto 1949, che Hemingway spedisce al suo editore, Charles Scribner: «Una volta ho ucciso un crauto-SS particolarmente sfrontato. Al mio avvertimento, che l’avrei abbattuto se non rinunciava ai suoi propositi di fuga, il tipo aveva risposto: "Tu non mi ucciderai. Perché hai paura di farlo e appartieni a una razza di bastardi degenerati. Inoltre sarebbe in violazione della Convenzione di Ginevra". Ti sbagli, fratello, gli dissi. E sparai tre volte, mirando allo stomaco. Quando quello cadde piegando le ginocchia, gli sparai alla testa. Il cervello schizzò fuori dalla bocca o dal naso, credo».
Ma l’accusa punta il dito soprattutto su un articolo che lo scrittore americano pubblicò su Esquire nell’aprile 1936: «Certamente nessuna caccia è paragonabile alla caccia all’uomo e chi abbia cacciato uomini armati abbastanza a lungo e con piacere, dopo non si è mai interessato di null’altro». (Per approfondimenti cliccate qui).
Piacere per la caccia, dunque, (e caccia all’uomo, per giunta). C’è da scommettere che non dev’essere stato facile per il (buon?) Ernest dire Addio alle armi.
Che fosse un tipaccio era noto a tutti, ecco perché sarebbe bene sempre scindere l’opera d’arte dal suo autore al di fuori della dimensione creativa. Se dovessimo giudicare le opere d’arte in base al carattere degli artisti ci sarebbero pinacoteche, musei e biblioteche semivuote. Per non parlare di conservatori e scuole di musica in genere.
Ciao Gcanc, la tua considerazione mi sembra molto condivisibile. Ho l’impressione,però, che non tutti la pensino così.
Non mi sorprende.
Era risaputo che Hemingway non fosse stato il massimo della stabilità mentale. D’altronde le circostanze della sua fine forniscono chiari indizi in tal senso.
Personalmente, poi, non ritengo che le sue opere siano state così eccelse al punto da fargli meritare il Nobel. Ma com’è che si dice? “C’è di peggio”
“Personalmente, poi, non ritengo che le sue opere siano state così eccelse al punto da fargli meritare il Nobel”.
Ma Spartacus, dico, vogliamo scherzare? “Il vecchio e il mare”, nella sua grandiosa semplicità, così intriso di valori metaforici, eppure così diretto, già da solo vale il premio Nobel. Ma lo hai letto?
proprio un paio di giorni fa ho iniziato a leggere per la prima volta il vecchio e il mare. non sono molto d’accordo con te, elektra. almeno finora. la scrittura mi sembra eccessivamente secca e la storia poco accattivante. mi aspettavo un po’ di più. ma, ripeto, sono solo all’inizio.
Gentile Anna, “Il vecchio e il mare” non è quel gran capolavoro come sembrerebbe dall’aura mitica che gli è stata ricamata sopra. E lasci perdere Elektra (o elettrica?) giacché ho l’impressione che quello che scrive lo scriva solo per il gusto di andarmi contro.
Beh, cosa c’è di strano? Le inclinazioni del genio hanno di questi inconvenienti… Poi Hemingway, tra l’altro, è stato uno fra i più grandi ed è riuscito a scrivere almeno quattro capolavori.
Un saluto a Vladimir: bentornato da queste parti.
Anna, finisci di leggere “Il vecchio e il mare”. Ne riparliamo a conclusione della tua lettura. Vuoi?
Per Spartacus, solo glaciale silenzio.
Gentile Elektra, il suo glaciale silenzio nei miei confronti mi fa un po’ sorridere. Ma, al di là di tutto mi è molto simpatica. A presto.