Commenti a: BAMBINE, TRA LETTERATURA E VITA http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/ Un open-blog. un luogo d\'incontro virtuale tra scrittori, lettori, librai, critici, giornalisti e operatori culturali Sat, 11 Sep 2021 08:46:19 +0000 http://wordpress.org/?v=2.9.2 hourly 1 Di: Il business delle case popolari | rubriche http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/comment-page-6/#comment-25554 Il business delle case popolari | rubriche Sun, 09 Mar 2008 01:40:10 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/#comment-25554 [...] Due post da vedere:Un articolo sull’ondata di xenofobia.Bambine e letteratura. [...] [...] Due post da vedere:Un articolo sull’ondata di xenofobia.Bambine e letteratura. [...]

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Di: Appunti Blog IT » BAMBINE, TRA LETTERATURA E VITA http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/comment-page-6/#comment-16270 Appunti Blog IT » BAMBINE, TRA LETTERATURA E VITA Sun, 30 Dec 2007 02:47:23 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/#comment-16270 [...] tagimopawega@pochta.ru mosawopakegaxesa: [...] [...] tagimopawega@pochta.ru mosawopakegaxesa: [...]

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Di: Fontan Blog » BAMBINE, TRA LETTERATURA E VITA - Il blog degli studenti. http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/comment-page-6/#comment-16083 Fontan Blog » BAMBINE, TRA LETTERATURA E VITA - Il blog degli studenti. Fri, 28 Dec 2007 05:39:18 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/#comment-16083 [...] tagimopawega@pochta.ru mosawopakegaxesa: [...] [...] tagimopawega@pochta.ru mosawopakegaxesa: [...]

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/comment-page-6/#comment-15433 Massimo Maugeri Wed, 19 Dec 2007 22:32:46 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/#comment-15433 Bravissima Miriam. Ottimo lavoro e ottima chiusura. Però non è detto che il post non possa beneficiare di riaperture inattese. ;) Bravissima Miriam.
Ottimo lavoro e ottima chiusura.
Però non è detto che il post non possa beneficiare di riaperture inattese.
;)

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Di: Carlo S. http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/comment-page-6/#comment-15407 Carlo S. Wed, 19 Dec 2007 19:14:08 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/#comment-15407 Grazie mille miriam, è stato un bel post e lo hai chiuso degnamente. Buon Natale anche a te. Carlo Grazie mille miriam, è stato un bel post e lo hai chiuso degnamente.
Buon Natale anche a te.
Carlo

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Di: miriam ravasio http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/comment-page-6/#comment-15393 miriam ravasio Wed, 19 Dec 2007 17:07:54 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/#comment-15393 Da Cristallo di rocca “Mentre così andavano guardando sotto le sporgenze, come se un istinto suggerisse loro di cercare un ricovero, giunsero a un fossato, un fossato largo e profondo, che usciva direttamente dal ghiaccio. Pareva il letto di un fiume, ora però prosciugato e tutto ricoperto di neve fresca. Di dove sbucava dal ghiaccio, usciva direttamente di sotto l’arco di una galleria su cui il ghiaccio aveva teso una bella volta. I bambini andarono avanti nel fossato ed entrarono sotto la volta e sempre più dentro. Era tutto asciutto, e sotto i piedi avevano ghiaccio liscio. Ma nella grotta tutto era azzurro, azzurro come nulla al mondo, un azzurro tanto più profondo e più bello del firmamento, simile a vetro di color celeste, attraverso cui penetri una chiara luce. C’erano archi spessi e archi sottili, ghiaccioli, aghi, ciondoli pendevano dalla volta, la galleria si sarebbe addentrata ancora di più, non sapevano quanto, ma non andarono avanti. Si stava tanto bene nella grotta, era caldo, non cadeva neve, ma era così terribilmente azzurro che i bambini ebbero paura e uscirono di nuovo all’aperto. Camminarono per un poco dentro al fossato, poi si arrampicarono su per il suo ciglione.” Da Cristallo di rocca
“Mentre così andavano guardando sotto le sporgenze, come se un istinto suggerisse loro di cercare un ricovero, giunsero a un fossato, un fossato largo e profondo, che usciva direttamente dal ghiaccio. Pareva il letto di un fiume, ora però prosciugato e tutto ricoperto di neve fresca. Di dove sbucava dal ghiaccio, usciva direttamente di sotto l’arco di una galleria su cui il ghiaccio aveva teso una bella volta. I bambini andarono avanti nel fossato ed entrarono sotto la volta e sempre più dentro. Era tutto asciutto, e sotto i piedi avevano ghiaccio liscio. Ma nella grotta tutto era azzurro, azzurro come nulla al mondo, un azzurro tanto più profondo e più bello del firmamento, simile a vetro di color celeste, attraverso cui penetri una chiara luce. C’erano archi spessi e archi sottili, ghiaccioli, aghi, ciondoli pendevano dalla volta, la galleria si sarebbe addentrata ancora di più, non sapevano quanto, ma non andarono avanti. Si stava tanto bene nella grotta, era caldo, non cadeva neve, ma era così terribilmente azzurro che i bambini ebbero paura e uscirono di nuovo all’aperto.
Camminarono per un poco dentro al fossato, poi si arrampicarono su per il suo ciglione.”

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Di: miriam ravasio http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/comment-page-6/#comment-15392 miriam ravasio Wed, 19 Dec 2007 17:07:29 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/#comment-15392 Fra poco è Natale e vorrei “chiudere” questo post intenso e partecipato con un intervento adatto ai giorni di festa. Un piccolo brano tratto da Cristallo di rocca di Adalbert Stifter e seguito da un altrettanto breve, estratto dalla nota di Gabriella Bemporad. Prima di lasciarvi, colgo l’occasione per ringraziare le autrici e i lettori del blog per la loro partecipazione sensibile e attenta, per le domande, le risposte e gli approfondimenti. Grazie e Buon Natale a tutti! Posto prima la presentazione Il racconto fu pubblicato per la prima volta nel 1853 su un quotidiano di Vienna come racconto di Natale e intitolato La santa sera; tempo dopo fu raccolto con altri scritti in Pietre colorate come Cristallo di Rocca. “Pietre colorate, nonostante la sua destinazione originaria, non diventò propriamente un libro per bambini. Ma i racconti trattano tutti di bambini e di bambini salvati; salvati dalla peste, dalla guerra, dal fuoco, dall’acqua, dal ghiaccio. Ma chi sono questi bambini? (…) E’ ben probabile che la tematica dei bambini di Pietre colorate, salvati tutti da minacce distruttive storiche o naturali, abbia in quel tempo acquistato per lui significato e attualità, e gli sia sembrato di riconoscervi allusa la necessità di salvare la nuova generazione dalle ‘tempeste’ dell’epoca e che questo sia stato uno stimolo a comporre la raccolta e il legame storico che unisce tra loro i racconti, le cui prime redazioni sono per la maggior parte anteriori alla rivoluzione. Ma a noi pare che l’insistenza di tale tematica, che l’invasione improvvisa di bambini nella narrativa di Stifter riveli più ancora una irruzione di nuovi contenuti interni, e che i bambini siano le figure di questa novità; che siano questi nuovi valori da affermare, da salvare più che dalle violenze dell’epoca, dai pericoli dell’umana, della propria natura, dalla furia delle passioni.” Gabriella Bemporad Fra poco è Natale e vorrei “chiudere” questo post intenso e partecipato con un intervento adatto ai giorni di festa. Un piccolo brano tratto da Cristallo di rocca di Adalbert Stifter e seguito da un altrettanto breve, estratto dalla nota di Gabriella Bemporad. Prima di lasciarvi, colgo l’occasione per ringraziare le autrici e i lettori del blog per la loro partecipazione sensibile e attenta, per le domande, le risposte e gli approfondimenti. Grazie e Buon Natale a tutti!

Posto prima la presentazione

Il racconto fu pubblicato per la prima volta nel 1853 su un quotidiano di Vienna come racconto di Natale e intitolato La santa sera; tempo dopo fu raccolto con altri scritti in Pietre colorate come Cristallo di Rocca.
“Pietre colorate, nonostante la sua destinazione originaria, non diventò propriamente un libro per bambini. Ma i racconti trattano tutti di bambini e di bambini salvati; salvati dalla peste, dalla guerra, dal fuoco, dall’acqua, dal ghiaccio. Ma chi sono questi bambini? (…) E’ ben probabile che la tematica dei bambini di Pietre colorate, salvati tutti da minacce distruttive storiche o naturali, abbia in quel tempo acquistato per lui significato e attualità, e gli sia sembrato di riconoscervi allusa la necessità di salvare la nuova generazione dalle ‘tempeste’ dell’epoca e che questo sia stato uno stimolo a comporre la raccolta e il legame storico che unisce tra loro i racconti, le cui prime redazioni sono per la maggior parte anteriori alla rivoluzione. Ma a noi pare che l’insistenza di tale tematica, che l’invasione improvvisa di bambini nella narrativa di Stifter riveli più ancora una irruzione di nuovi contenuti interni, e che i bambini siano le figure di questa novità; che siano questi nuovi valori da affermare, da salvare più che dalle violenze dell’epoca, dai pericoli dell’umana, della propria natura, dalla furia delle passioni.” Gabriella Bemporad

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Di: miriam ravasio http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/comment-page-6/#comment-14799 miriam ravasio Fri, 14 Dec 2007 18:00:12 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/#comment-14799 Su, Amabili resti di Alice Sebold, stanno girando un film! Amabili resti (un pezzetto di gomito) di Susie Salmon che dopo essere stata violata e uccisa dal suo vicino di casa, viene fatta a pezzi, di lei non resterà più nulla. Salvo il suo spirito, che da uno strano Paradiso veglierà sul dolore della famiglia e degli amici, sulla vita che lentamente riprende e sorveglierà le mosse dell’assassino. Susie, che in prima persona racconta la storia, saprà pian piano condurre i suoi cari sulle tracce dell’orco e sugli altri amabili resti. Quando lessi il libro restai folgorata per la scrittura, il soggetto e una traduzione straordinaria e sapiente che presenta la protagonista come un vero personaggio mitologico: una moderna Persefone. Quell'anno a Natale, ad amici e parenti regalai, ad ognuno, una copia del libro. Voi lo avete letto? Ora il regista Peter Jackson, sta girando il film con un cast strepitoso di attori, fra cui anche Susan Sarandon. Spero che il film si mantenga all’altezza del libro, perché la cosa più bella di Amabili resti è la positività. Da quel cielo, Susie descrive il senso della vita, dell’amore e dei rapporti. Da leggere, da leggere, da leggere, soprattutto se si è “figli” o genitori. Ciao, Miriam Su, Amabili resti di Alice Sebold, stanno girando un film!
Amabili resti (un pezzetto di gomito) di Susie Salmon che dopo essere stata violata e uccisa dal suo vicino di casa, viene fatta a pezzi, di lei non resterà più nulla. Salvo il suo spirito, che da uno strano Paradiso veglierà sul dolore della famiglia e degli amici, sulla vita che lentamente riprende e sorveglierà le mosse dell’assassino. Susie, che in prima persona racconta la storia, saprà pian piano condurre i suoi cari sulle tracce dell’orco e sugli altri amabili resti. Quando lessi il libro restai folgorata per la scrittura, il soggetto e una traduzione straordinaria e sapiente che presenta la protagonista come un vero personaggio mitologico: una moderna Persefone. Quell’anno a Natale, ad amici e parenti regalai, ad ognuno, una copia del libro. Voi lo avete letto?
Ora il regista Peter Jackson, sta girando il film con un cast strepitoso di attori, fra cui anche Susan Sarandon.
Spero che il film si mantenga all’altezza del libro, perché la cosa più bella di Amabili resti è la positività. Da quel cielo, Susie descrive il senso della vita, dell’amore e dei rapporti. Da leggere, da leggere, da leggere, soprattutto se si è “figli” o genitori.
Ciao, Miriam

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Di: Silvia Leonardi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/comment-page-6/#comment-14780 Silvia Leonardi Fri, 14 Dec 2007 15:02:48 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/#comment-14780 Gea, mi trovi assolutamente d'accordo con te. Sotto lo stesso cielo ogni giorno si consumano violenze e atrocità che si fa fatica a immaginare. Episodi che il mondo "censura" come fossimo le tre scimmiette: chi non vede, chi non sente e chi non parla. Qualcosa viene a galla e allora fa notizia. Bene, io vorrei che tutto piano piano uscisse allo scoperto. E' comunque vergognoso che episodi come quello di "elena" passino senza ripercussioni sui colpevoli. Semplicemente piegando la testa alla violenza. Gea, mi trovi assolutamente d’accordo con te. Sotto lo stesso cielo ogni giorno si consumano violenze e atrocità che si fa fatica a immaginare.
Episodi che il mondo “censura” come fossimo le tre scimmiette: chi non vede, chi non sente e chi non parla. Qualcosa viene a galla e allora fa notizia. Bene, io vorrei che tutto piano piano uscisse allo scoperto. E’ comunque vergognoso che episodi come quello di “elena” passino senza ripercussioni sui colpevoli. Semplicemente piegando la testa alla violenza.

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Di: gea http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/comment-page-6/#comment-14777 gea Fri, 14 Dec 2007 14:46:18 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/#comment-14777 sulla. sorry. :-) sulla.
sorry.
:-)

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Di: gea http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/comment-page-6/#comment-14775 gea Fri, 14 Dec 2007 14:45:33 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/#comment-14775 la notizia l'ho letta stamattina. non prendetemi per cinica, ma non mi sconvolge più di tanto. come ha detto giustamente Massimo, la legge sula violenza sessuale in Italia c'è da soli 10 anni, il delitto d'onore è stato tolto da non moltissimo, la persecuzione personale, lo stalking, tutt'ora non è punibile in sé in maniera efficace. ovunque e da sempre poi le donne vengono violentate, picchiate e uccise nell'indifferenza generale con la connivenza di istituzioni patriarcali malate. questa fa impressione, sì. tutta la mia solidarietà a 'elena' ma non mi piace un mondo in cui la notizia è tale solo quando la vittima è una donna occidentale, bianca e dotata di mezzi economici e culturali. scusate ma sono molto arrabbiata. la notizia l’ho letta stamattina.
non prendetemi per cinica, ma non mi sconvolge più di tanto.
come ha detto giustamente Massimo, la legge sula violenza sessuale in Italia c’è da soli 10 anni, il delitto d’onore è stato tolto da non moltissimo, la persecuzione personale, lo stalking, tutt’ora non è punibile in sé in maniera efficace. ovunque e da sempre poi le donne vengono violentate, picchiate e uccise nell’indifferenza generale con la connivenza di istituzioni patriarcali malate.
questa fa impressione, sì. tutta la mia solidarietà a ‘elena’ ma non mi piace un mondo in cui la notizia è tale solo quando la vittima è una donna occidentale, bianca e dotata di mezzi economici e culturali.
scusate ma sono molto arrabbiata.

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/comment-page-6/#comment-14772 Massimo Maugeri Fri, 14 Dec 2007 14:24:08 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/#comment-14772 Sopra avevo scritto: "Vero è che la donna è stata per tantissimo tempo schiacciata, maltrattata, è abusata dalla società maschilista. Lennon cantava: “Woman si the nigger of the world”, cioè “La donna è il negro del mondo”. Per fortuna le cose oggi sembrano andare un po’ meglio; ma solo fino a un certo punto." - Poi però mi capita di apprendere da Repubblica.it notizie come quella che vi riporto sotto e mi viene da pensare che, in fondo, quella canzone di Lennon la si dovrebbe cantare ancora. Mi verrebbe voglia di chiedere perdono a tutte le donne del mondo. Ma certe cose sono imperdonabili. - Da Repubblica.it di oggi: <b> "Io, violentata nel paradiso dei turisti". Il dramma di un'italiana alle Maldive. Nel Paese lo stupro non è reato: "Mi hanno detto che non c'è una legge"</b> di CATERINA PASOLINI - ROMA - Ultima notte di quiete nel paradiso dei turisti tra spiagge bianche, acque limpide e barriere coralline. Poi all'improvviso la violenza. "Sento ancora le sue mani addosso, il cuscino premuto sulla bocca fino a togliermi il fiato per non farmi gridare, mentre quell'uomo mi schiaccia, mi imprigiona col suo peso e mi stupra". Per una giovane architetta bolognese in vacanza in barca alle Maldive con un gruppo di dieci subacquei il sogno pagato 1300 euro con un biglietto last minute si è trasformato in un inferno. Violentata da un marinaio dell'equipaggio, trattata come una che "ha avuto un brutto sogno", guardata con "indifferenza dalla polizia di Malé tanto lì la violenza contro le donne non è neppure considerato un reato". Elena, nome, città e mestiere di fantasia per proteggere chi ha già subito troppo, parla con tono pacato ma la rabbia è profonda come la ferita di chi ha subito una doppia violenza. E si sente trattato come una cosa, come un oggetto neppure degno di essere protetto dalla legge, che punisce i ladri ma non gli stupratori. "La violenza mi poteva capitare ovunque, a Milano come a Roma, ma almeno da noi è reato". Un delitto contro la persona dal '96, prima era solo contro la pubblica morale. Parla, racconta, rivive cercando di mettere una barriera di distacco, senza enfasi, con la lucidità di chi vuole giustizia. Con la concretezza di chi è abituato a girare il mondo, di chi ha viaggiato dall'Africa all'oriente, conosce mondi e tradizioni diverse e non metterebbe mai in imbarazzo chi ha culture opposte. "Tanto che sapendo di essere in un paese musulmano non stavo in costume anche perché facendo quattro immersioni al giorno si viveva praticamente con la muta", dice. Quasi ci fosse bisogno di sottolineare che lei non ha messo in tentazione nessuno, che non cercava avventure. Come se dovesse giustificarsi per aver subito violenza. "Siamo partiti a fine novembre, ci siamo ritrovati a Malé con la comitiva italiana, tutti appassionati di fondali, e il giorno dopo siamo partiti per la crociera". Ogni giorno un atollo diverso, una barriera nuova accompagnati dal doney, la piccola imbarcazione per le gite con le bombole, oltre alla barca dove dormivano turisti e nove persone di equipaggio. Una settimana da sogno. Poi la violenza. "Quella notte l'equipaggio maldiviano deve aver bevuto, non ci sono abituati. Verso le quattro di notte mi sveglio, c'è qualcuno nella mia stanza, mi si getta addosso mi preme il cuscino sulla faccia mi violenta senza che riesca a gridare. Quando ce la faccio a divincolarmi scappa nel buio e io finalmente chiamo aiuto". Accorrono gli altri turisti, ma l'atteggiamento del capitano è ambiguo. "Mi dice: è stato solo un brutto sogno, però si scusa a nome dell'equipaggio e mi chiede di non chiamare la polizia". Ma Elena ha già parlato col console italiano che le ha consigliato di fare la denuncia e con un carabiniere che era in barca si fa portare dalla police a Malè. "Raccolgono la mia versione, mi dicono che tanto lì non c'è una legge per la violenza alle donne, ma io non mi fermo. Voglio giustizia, voglio che tutti sappiano come sono le leggi in certi paesi, cosa può accadere se un tour operator organizza le cose in modo superficiale". (14 dicembre 2007) Sopra avevo scritto:
“Vero è che la donna è stata per tantissimo tempo schiacciata, maltrattata, è abusata dalla società maschilista.
Lennon cantava: “Woman si the nigger of the world”, cioè “La donna è il negro del mondo”.
Per fortuna le cose oggi sembrano andare un po’ meglio; ma solo fino a un certo punto.”
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Poi però mi capita di apprendere da Repubblica.it notizie come quella che vi riporto sotto e mi viene da pensare che, in fondo, quella canzone di Lennon la si dovrebbe cantare ancora.
Mi verrebbe voglia di chiedere perdono a tutte le donne del mondo. Ma certe cose sono imperdonabili.
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Da Repubblica.it di oggi:

“Io, violentata nel paradiso dei turisti”.
Il dramma di un’italiana alle Maldive.
Nel Paese lo stupro non è reato: “Mi hanno detto che non c’è una legge”

di CATERINA PASOLINI

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ROMA – Ultima notte di quiete nel paradiso dei turisti tra spiagge bianche, acque limpide e barriere coralline. Poi all’improvviso la violenza. “Sento ancora le sue mani addosso, il cuscino premuto sulla bocca fino a togliermi il fiato per non farmi gridare, mentre quell’uomo mi schiaccia, mi imprigiona col suo peso e mi stupra”.

Per una giovane architetta bolognese in vacanza in barca alle Maldive con un gruppo di dieci subacquei il sogno pagato 1300 euro con un biglietto last minute si è trasformato in un inferno. Violentata da un marinaio dell’equipaggio, trattata come una che “ha avuto un brutto sogno”, guardata con “indifferenza dalla polizia di Malé tanto lì la violenza contro le donne non è neppure considerato un reato”.

Elena, nome, città e mestiere di fantasia per proteggere chi ha già subito troppo, parla con tono pacato ma la rabbia è profonda come la ferita di chi ha subito una doppia violenza. E si sente trattato come una cosa, come un oggetto neppure degno di essere protetto dalla legge, che punisce i ladri ma non gli stupratori. “La violenza mi poteva capitare ovunque, a Milano come a Roma, ma almeno da noi è reato”. Un delitto contro la persona dal ‘96, prima era solo contro la pubblica morale.

Parla, racconta, rivive cercando di mettere una barriera di distacco, senza enfasi, con la lucidità di chi vuole giustizia. Con la concretezza di chi è abituato a girare il mondo, di chi ha viaggiato dall’Africa all’oriente, conosce mondi e tradizioni diverse e non metterebbe mai in imbarazzo chi ha culture opposte. “Tanto che sapendo di essere in un paese musulmano non stavo in costume anche perché facendo quattro immersioni al giorno si viveva praticamente con la muta”, dice. Quasi ci fosse bisogno di sottolineare che lei non ha messo in tentazione nessuno, che non cercava avventure. Come se dovesse giustificarsi per aver subito violenza.

“Siamo partiti a fine novembre, ci siamo ritrovati a Malé con la comitiva italiana, tutti appassionati di fondali, e il giorno dopo siamo partiti per la crociera”. Ogni giorno un atollo diverso, una barriera nuova accompagnati dal doney, la piccola imbarcazione per le gite con le bombole, oltre alla barca dove dormivano turisti e nove persone di equipaggio.

Una settimana da sogno. Poi la violenza. “Quella notte l’equipaggio maldiviano deve aver bevuto, non ci sono abituati. Verso le quattro di notte mi sveglio, c’è qualcuno nella mia stanza, mi si getta addosso mi preme il cuscino sulla faccia mi violenta senza che riesca a gridare. Quando ce la faccio a divincolarmi scappa nel buio e io finalmente chiamo aiuto”.

Accorrono gli altri turisti, ma l’atteggiamento del capitano è ambiguo. “Mi dice: è stato solo un brutto sogno, però si scusa a nome dell’equipaggio e mi chiede di non chiamare la polizia”. Ma Elena ha già parlato col console italiano che le ha consigliato di fare la denuncia e con un carabiniere che era in barca si fa portare dalla police a Malè. “Raccolgono la mia versione, mi dicono che tanto lì non c’è una legge per la violenza alle donne, ma io non mi fermo. Voglio giustizia, voglio che tutti sappiano come sono le leggi in certi paesi, cosa può accadere se un tour operator organizza le cose in modo superficiale”.

(14 dicembre 2007)

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/comment-page-6/#comment-14768 Massimo Maugeri Fri, 14 Dec 2007 14:18:48 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/#comment-14768 Miriam, bello il commento mafaldiano. Brava! Miriam, bello il commento mafaldiano.
Brava!

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Di: gea http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/comment-page-6/#comment-14760 gea Fri, 14 Dec 2007 14:02:31 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/#comment-14760 carlo, sei sempre un tesoro. non ho faccine a sufficienza per te. :-) carlo, sei sempre un tesoro.
non ho faccine a sufficienza per te.
:-)

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Di: Carlo S. http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/comment-page-6/#comment-14759 Carlo S. Fri, 14 Dec 2007 13:55:26 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/#comment-14759 Concordo: miriam è sicuramente Mafalda, ma un po' lo è anche gea. A volte un pò Mafalda idealmente mi ci sento anch'io, ma non riesco ad averne la coerenza e la concretezza. Forse sono un po' Felipe: mi sento spesso al posto sbagliato e/o nel momento sbagliato, anche se non proprio paranoico. Poi non ho la faccia a scarpa nè (se non ricordo male) il ciuffo biondo e i denti da criceto. In realtà, specie durante la mia infanzia/adolescenza, mi sono sentito spesso charlie brown (un po' perdente, illuso, sognatore di 'ragazzinedaicapellirossi' che non riuscivo neanche ad approcciare....) anche se mi pareva di assomigliare fisicamente più a linus e avrei anche voluto ispirarmi a linus (intellettualmente il più vivace di quella banda, pur nelle sue insicurezze di cui non si vergognava minimamente). Ma quello non era Quino. Comunque hai fatto bene, Miriam, a ricordarci Mafalda in questo post: mi sembra molto appropriato al tema, ed un modello di bambina di cui oggi sarei orgoglioso essere papà. Concordo: miriam è sicuramente Mafalda, ma un po’ lo è anche gea.
A volte un pò Mafalda idealmente mi ci sento anch’io, ma non riesco ad averne la coerenza e la concretezza. Forse sono un po’ Felipe: mi sento spesso al posto sbagliato e/o nel momento sbagliato, anche se non proprio paranoico. Poi non ho la faccia a scarpa nè (se non ricordo male) il ciuffo biondo e i denti da criceto. In realtà, specie durante la mia infanzia/adolescenza, mi sono sentito spesso charlie brown (un po’ perdente, illuso, sognatore di ‘ragazzinedaicapellirossi’ che non riuscivo neanche ad approcciare….) anche se mi pareva di assomigliare fisicamente più a linus e avrei anche voluto ispirarmi a linus (intellettualmente il più vivace di quella banda, pur nelle sue insicurezze di cui non si vergognava minimamente). Ma quello non era Quino.
Comunque hai fatto bene, Miriam, a ricordarci Mafalda in questo post: mi sembra molto appropriato al tema, ed un modello di bambina di cui oggi sarei orgoglioso essere papà.

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Di: gea http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/comment-page-6/#comment-14745 gea Fri, 14 Dec 2007 11:40:15 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/#comment-14745 @ miriam tu sei mafalda, ne sono certa. sei uno splendido essere umano. buona giornata anche a te @ miriam
tu sei mafalda, ne sono certa.
sei uno splendido essere umano.
buona giornata anche a te

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Di: miriam ravasio http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/comment-page-6/#comment-14742 miriam ravasio Fri, 14 Dec 2007 11:28:21 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/#comment-14742 @ Gea. ma certo tu sei LIBERTA'! La tua sensibilità colpisce come un proiettile... La piccola Libertà desaparecida! Buona giornata. @ Gea. ma certo tu sei LIBERTA’! La tua sensibilità colpisce come un proiettile… La piccola Libertà desaparecida! Buona giornata.

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Di: miriam ravasio http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/comment-page-6/#comment-14741 miriam ravasio Fri, 14 Dec 2007 11:24:50 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/#comment-14741 Mafalda è una bambina in guerra per la Pace, per un mondo più giusto e abitato da adulti consapevoli. Come si fa a non amarla? Una poetica guerriera, che grazie all’intuizione del suo creatore, Quino, di sospendere le strisce, è diventata immortale come un classico della letteratura. Come si fa a non riconoscere in lei tutte le nostre migliori aspirazioni? In Italia il libro uscì edito da Bompiani e con una presentazione di Umberto Eco e ebbe subito, come nel resto del mondo uno straordinario successo. Questa mattina ho cercato fra gli scaffali il libro, per scegliere fra le parole dell’illustre semiologo, qualche frase da inserire sul post; ma mi sono ricordata d’averlo regalato ad una bimba, una piccola Libertà bisognosa di amici. Perché Mafalda ha tanti amici, sono i suoi compagni di scuola, ed ognuno rappresenta un certo modo di essere. Lei li ama e con loro tenta discorsi, confronti sui massimi sistemi, e non sempre ci riesce; allora cede al piacere della compagnia e gioca e sogna, anche con quel essere, simpaticamente becero, di Susanita, il suo futuro. Proiezioni, che diventano inquietanti quando il protagonista è Manolo, il figlio del droghiere –bottegaio che potrebbe essere usuraio, approfittatore, marcio “palancaio”- sempre intento agli affari della famiglia. Susanita, chi vorrebbe essere Susanita? Pettegola, disposta al compromesso, egoista, che però si fa perdonare con simpatia, quando ammette, compiacente, le sue debolezze. E allora Mafalda, teneramente l’abbraccia e per un attimo, solo un attimo, si proietta anche lei, mamma e moglie. Felipe, il paranoico, con la faccia fatta a scarpa, un fuori di testa, sempre nel posto sbagliato sia con il corpo che con la mente. Poi c’è Miguel, un futuro huppies (non so se è scritto nel modo corretto) che sogna l’occasione, il posto giusto: ma io volevo chiamarmi Batman!!! E anche essere svizzero, per mangiare cioccolato tutto il giorno. Il fratellino di Mafalda, Nando, che qualcuno –ho curiosato in rete- ha ingiustamente etichettato come l’ingenuo, rappresenta il piacere, i sensi, la vita materiale. E’ l’esatto contrario della sorella; Nando è disposto a tutto per ottenere il piacere, il godimento. Il suo piacere è moderno, consumistico, il possesso delle merci (del ciuccio, dei giornali), la prostrazione assoluta al loro effimero valore. Nando è piccolo per età, Libertà lo è per statura, per dimensione. Sono gli spiriti che accompagnano Mafalda, in questi pochi anni che, ancora, la separano al mondo dei grandi. Bravo a Quino per averla salvata dall’abbrutimento, offrendoci la sua opera nell’integrità del suo essere, del suo pensiero. Ancora bravo! A Mafalda e al suo mondo dedico una citazione dal Faust di Goethe “ Mi consacro al tumulto, al doloroso godimento, all’odio pieno d’amore, alla noia che pur conforta. Il mio cuore, guarito dalla febbre del sapere, non dovrà per l’innanzi chiudersi a nessun dolore. Voglio godere, nel mio intimo io, ciò che la sorte ha concesso a tutta l’umanità; affermare col mio spirito, le cose più alte, le cose più profonde, raccogliere entro il mio petto il bene ed il male dell’umanità, ed ampliare il mio proprio io entro quello di lei e, come lei, alla fine, andare anch’io in rovina”. Mafalda è una bambina in guerra per la Pace, per un mondo più giusto e abitato da adulti consapevoli. Come si fa a non amarla? Una poetica guerriera, che grazie all’intuizione del suo creatore, Quino, di sospendere le strisce, è diventata immortale come un classico della letteratura. Come si fa a non riconoscere in lei tutte le nostre migliori aspirazioni? In Italia il libro uscì edito da Bompiani e con una presentazione di Umberto Eco e ebbe subito, come nel resto del mondo uno straordinario successo. Questa mattina ho cercato fra gli scaffali il libro, per scegliere fra le parole dell’illustre semiologo, qualche frase da inserire sul post; ma mi sono ricordata d’averlo regalato ad una bimba, una piccola Libertà bisognosa di amici. Perché Mafalda ha tanti amici, sono i suoi compagni di scuola, ed ognuno rappresenta un certo modo di essere. Lei li ama e con loro tenta discorsi, confronti sui massimi sistemi, e non sempre ci riesce; allora cede al piacere della compagnia e gioca e sogna, anche con quel essere, simpaticamente becero, di Susanita, il suo futuro. Proiezioni, che diventano inquietanti quando il protagonista è Manolo, il figlio del droghiere –bottegaio che potrebbe essere usuraio, approfittatore, marcio “palancaio”- sempre intento agli affari della famiglia. Susanita, chi vorrebbe essere Susanita? Pettegola, disposta al compromesso, egoista, che però si fa perdonare con simpatia, quando ammette, compiacente, le sue debolezze. E allora Mafalda, teneramente l’abbraccia e per un attimo, solo un attimo, si proietta anche lei, mamma e moglie. Felipe, il paranoico, con la faccia fatta a scarpa, un fuori di testa, sempre nel posto sbagliato sia con il corpo che con la mente. Poi c’è Miguel, un futuro huppies (non so se è scritto nel modo corretto) che sogna l’occasione, il posto giusto: ma io volevo chiamarmi Batman!!! E anche essere svizzero, per mangiare cioccolato tutto il giorno. Il fratellino di Mafalda, Nando, che qualcuno –ho curiosato in rete- ha ingiustamente etichettato come l’ingenuo, rappresenta il piacere, i sensi, la vita materiale. E’ l’esatto contrario della sorella; Nando è disposto a tutto per ottenere il piacere, il godimento. Il suo piacere è moderno, consumistico, il possesso delle merci (del ciuccio, dei giornali), la prostrazione assoluta al loro effimero valore. Nando è piccolo per età, Libertà lo è per statura, per dimensione. Sono gli spiriti che accompagnano Mafalda, in questi pochi anni che, ancora, la separano al mondo dei grandi. Bravo a Quino per averla salvata dall’abbrutimento, offrendoci la sua opera nell’integrità del suo essere, del suo pensiero. Ancora bravo!
A Mafalda e al suo mondo dedico una citazione dal Faust di Goethe
“ Mi consacro al tumulto, al doloroso godimento, all’odio pieno d’amore, alla noia che pur conforta. Il mio cuore, guarito dalla febbre del sapere, non dovrà per l’innanzi chiudersi a nessun dolore.
Voglio godere, nel mio intimo io, ciò che la sorte ha concesso a tutta l’umanità; affermare col mio spirito, le cose più alte, le cose più profonde, raccogliere entro il mio petto il bene ed il male dell’umanità, ed ampliare il mio proprio io entro quello di lei e, come lei, alla fine, andare anch’io in rovina”.

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/comment-page-6/#comment-14694 Massimo Maugeri Thu, 13 Dec 2007 21:08:21 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/#comment-14694 Su Anna Finocchiaro: a parte che Finocchiaro è un cognome comunissimo a Catania, mi pare che la mia concittadina Anna sia una donna intelligente, di cultura, determinata e di polso. Qualità che non guastano in politica. Per il resto credo che tutti i politici siano per loro natura un po' confezionatori di frappé di aria fritta. E se non lo sono subito lo diventano nel tempo. Su Anna Finocchiaro:
a parte che Finocchiaro è un cognome comunissimo a Catania, mi pare che la mia concittadina Anna sia una donna intelligente, di cultura, determinata e di polso. Qualità che non guastano in politica.
Per il resto credo che tutti i politici siano per loro natura un po’ confezionatori di frappé di aria fritta. E se non lo sono subito lo diventano nel tempo.

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/comment-page-6/#comment-14693 Massimo Maugeri Thu, 13 Dec 2007 21:05:01 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/#comment-14693 Sulla questione uomini/donne lanciata da Miriam sono d'accordo anch'io con Gea e Simona. E poi secondo me è sbagliato sostenere che le donne sono meglio degli uomini e viceversa. Credo che questi discorsi un po' sessisti non portino da nessuna parte. Ci sono donne migliori di altre donne e altri uomini. E uomoni migliori di altri uomini e altre donne. In definitiva ci sono persone migliori di altre. Vero è, però, che la donna è stata per tantissimo tempo schiacciata, maltrattata, è abusata dalla società maschilista. Lennon cantava: "Woman si the nigger of the world", cioè "La donna è il negro del mondo". Per fortuna le cose oggi sembrano andare un po' meglio; ma solo fino a un certo punto. E comunque... è un altro discorso. Sulla questione uomini/donne lanciata da Miriam sono d’accordo anch’io con Gea e Simona.
E poi secondo me è sbagliato sostenere che le donne sono meglio degli uomini e viceversa. Credo che questi discorsi un po’ sessisti non portino da nessuna parte. Ci sono donne migliori di altre donne e altri uomini. E uomoni migliori di altri uomini e altre donne. In definitiva ci sono persone migliori di altre.
Vero è, però, che la donna è stata per tantissimo tempo schiacciata, maltrattata, è abusata dalla società maschilista.
Lennon cantava: “Woman si the nigger of the world”, cioè “La donna è il negro del mondo”.
Per fortuna le cose oggi sembrano andare un po’ meglio; ma solo fino a un certo punto.
E comunque… è un altro discorso.

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Di: gea http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/comment-page-6/#comment-14678 gea Thu, 13 Dec 2007 19:53:31 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/#comment-14678 libertà. che ho sempre pensato che qualche anno dopo sarebbe desaparecida con la sua famiglia. ho una capacità incredibile di identificarmi con quelli (apparentemente) perdenti. libertà.
che ho sempre pensato che qualche anno dopo sarebbe desaparecida con la sua famiglia.
ho una capacità incredibile di identificarmi con quelli (apparentemente) perdenti.

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Di: miriam ravasio http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/comment-page-6/#comment-14661 miriam ravasio Thu, 13 Dec 2007 17:51:36 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/#comment-14661 Con soddisfazione vedo che stiamo tutti concordi, ma faccio particolarmente mio, per lo stile comunicativo, il commento di Gea. Invece a proposito di Lucio Quinzio Cincinnato, riporto la citazione di un altro Quinzio: di positivo, oggi c’è questo, che tutte le vie percorse sono arrivate alla fine. Siamo di nuovo a un inizio. Visto che in un altro post, si è fatto il nome di Mafalda, domani cercherò di inserire un commento dedicato alla simpatica creatura di Quino, e agli altri personaggi suoi amici. Mafalda è molto di più di un fumetto è un piccolo microcosmo di varia umanità in fase di crescita. Nel frattempo (imitando Massimo) vi propongo un gioco: tu che amico di Mafalda sei? Susanita, Felipe, Manolo, Libertà…. A domani, questa sera vado ad un Concerto di Natale, in una piccola chiesa romanica che sta sul lungo fiume. Ciao Con soddisfazione vedo che stiamo tutti concordi, ma faccio particolarmente mio, per lo stile comunicativo, il commento di Gea.
Invece a proposito di Lucio Quinzio Cincinnato, riporto la citazione di un altro Quinzio: di positivo, oggi c’è questo, che tutte le vie percorse sono arrivate alla fine. Siamo di nuovo a un inizio.
Visto che in un altro post, si è fatto il nome di Mafalda, domani cercherò di inserire un commento dedicato alla simpatica creatura di Quino, e agli altri personaggi suoi amici.
Mafalda è molto di più di un fumetto è un piccolo microcosmo di varia umanità in fase di crescita. Nel frattempo (imitando Massimo) vi propongo un gioco: tu che amico di Mafalda sei? Susanita, Felipe, Manolo, Libertà….
A domani, questa sera vado ad un Concerto di Natale, in una piccola chiesa romanica che sta sul lungo fiume.
Ciao

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Di: eventounico http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/comment-page-6/#comment-14654 eventounico Thu, 13 Dec 2007 17:15:31 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/#comment-14654 Certo, Carlo. Facevo della facile ironia. Certo, Carlo. Facevo della facile ironia.

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Di: Carlo S. http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/comment-page-6/#comment-14651 Carlo S. Thu, 13 Dec 2007 17:08:22 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/#comment-14651 Caro Evento, Miriam riportava le parole della Finocchiaro, quindi quel tuo "lei" immagino dovrebbe riferirsi a quest'ultima. Del resto si potrebbe fare della facile ironia sul suo cognome (ma 'nomen omen' si può dire per una donna?). Io me ne astengo per non passar da maschilista (che non sono) e omofobo (che non sono). Caro Evento, Miriam riportava le parole della Finocchiaro, quindi quel tuo “lei” immagino dovrebbe riferirsi a quest’ultima. Del resto si potrebbe fare della facile ironia sul suo cognome (ma ‘nomen omen’ si può dire per una donna?). Io me ne astengo per non passar da maschilista (che non sono) e omofobo (che non sono).

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Di: eventounico http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/comment-page-6/#comment-14640 eventounico Thu, 13 Dec 2007 15:14:30 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/#comment-14640 Miriam saranno esausti quelli che frequenta lei... Miriam saranno esausti quelli che frequenta lei…

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Di: Carlo S. http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/comment-page-6/#comment-14639 Carlo S. Thu, 13 Dec 2007 15:12:44 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/#comment-14639 Sottoscrivo sia quanto affermato da Gea che da Enrico. Che ogni volta che voto se è possibile voto sempre per una donna l'ho anche già detto. Personalmente mi sono già fatto da parte: attendo oblomovianamente che chi si vuol scazzare e fare strada a suon di sgomitate (maschi o femmine che siano) si rompa le corna; io preferisco spendere il mio tempo coltivando il mio orticello personale (le piccole parvenze di felicità) come Lucio Quinzio Cincinnato qualche po' di secoli fa. Carlo Sottoscrivo sia quanto affermato da Gea che da Enrico.
Che ogni volta che voto se è possibile voto sempre per una donna l’ho anche già detto.
Personalmente mi sono già fatto da parte: attendo oblomovianamente che chi si vuol scazzare e fare strada a suon di sgomitate (maschi o femmine che siano) si rompa le corna; io preferisco spendere il mio tempo coltivando il mio orticello personale (le piccole parvenze di felicità) come Lucio Quinzio Cincinnato qualche po’ di secoli fa.
Carlo

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Di: Simona http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/comment-page-6/#comment-14637 Simona Thu, 13 Dec 2007 14:48:23 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/#comment-14637 @Miriam, in merito alle osservazioni della Finocchiaro: Credo invece che per l'uomo come per la donna di oggi possa aprirsi una nuova prospettiva ed anche una nuova sfida. Quella di tendere verso l'altro in modo elastico, aderente alle nuove istanze della famiglia e alle necesstà comuni. Così come per la donna s'impone un ripensamento dell'uomo in senso costruttivo e generoso, per l'uomo è auspicabile la strada dell'osservazione attenta e della conseguente apertura. Un andarsi incontro reciproco molto difficile da realizzare in cui sarebbe proficuo che l'uno imparasse dall'altra e viceversa. @Miriam, in merito alle osservazioni della Finocchiaro:
Credo invece che per l’uomo come per la donna di oggi possa aprirsi una nuova prospettiva ed anche una nuova sfida. Quella di tendere verso l’altro in modo elastico, aderente alle nuove istanze della famiglia e alle necesstà comuni. Così come per la donna s’impone un ripensamento dell’uomo in senso costruttivo e generoso, per l’uomo è auspicabile la strada dell’osservazione attenta e della conseguente apertura.
Un andarsi incontro reciproco molto difficile da realizzare in cui sarebbe proficuo che l’uno imparasse dall’altra e viceversa.

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Di: Enrico Gregori http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/comment-page-6/#comment-14632 Enrico Gregori Thu, 13 Dec 2007 14:31:33 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/#comment-14632 @ miriam: e ci voleva quella confezionatrice di frappé di aria fritta della Finocchiaro? Sono da anni convinto che nella stragrande parte delle attività umane dovremmo vedere l'impiego di una maggioranza femminile piuttosto che maschile. A parte 4 cose (peraltro manco utilissime, tipo pisciare contro il muro) nelle quali i maschi riescono meglio, le donne sono infinitamente migliori di noi. Per me, ovviamente. @ miriam:
e ci voleva quella confezionatrice di frappé di aria fritta della Finocchiaro?
Sono da anni convinto che nella stragrande parte delle attività umane dovremmo vedere l’impiego di una maggioranza femminile piuttosto che maschile.
A parte 4 cose (peraltro manco utilissime, tipo pisciare contro il muro) nelle quali i maschi riescono meglio, le donne sono infinitamente migliori di noi. Per me, ovviamente.

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Di: gea http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/comment-page-6/#comment-14631 gea Thu, 13 Dec 2007 14:31:00 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/#comment-14631 maschio come luogo comune? prepotente aggressivo arrivista possessivo superficiale? che corrisponde alla femmina frivola lagnosa appiccicaticcia manipolatrice? allora sì. devono sparire entrambi. io sarò un'illusa, ma credo che uomini e donne siano molto di più, e che insieme si possa fare molto meglio che da soli. forse. vado a lavorare. ciao. maschio come luogo comune?
prepotente aggressivo arrivista possessivo superficiale?
che corrisponde alla femmina frivola lagnosa appiccicaticcia manipolatrice?
allora sì. devono sparire entrambi.
io sarò un’illusa, ma credo che uomini e donne siano molto di più, e che insieme si possa fare molto meglio che da soli.
forse.
vado a lavorare. ciao.

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Di: miriam ravasio http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/comment-page-6/#comment-14628 miriam ravasio Thu, 13 Dec 2007 14:17:21 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/#comment-14628 @ a tutti, e a proposito di maschi e femmine. Oggi ho letto un' intervista di Anna Finocchiaro, dove sostiene che il maschio è ormai un genere esausto "che ha già dato" e che consapevole di questo dovrebbe farsi da parte. Cosa ne pensate? ciao, Miriam @ a tutti, e a proposito di maschi e femmine. Oggi ho letto un’ intervista di Anna Finocchiaro, dove sostiene che il maschio è ormai un genere esausto “che ha già dato” e che consapevole di questo dovrebbe farsi da parte. Cosa ne pensate?
ciao, Miriam

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Di: Sergio Sozi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/comment-page-6/#comment-14493 Sergio Sozi Wed, 12 Dec 2007 19:52:41 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/#comment-14493 Luca, Carlo Speranza e Miriam: di ''Immaginifico'' io ne conosco soltanto uno. Ed e' morto nel 1938 (con commemorazione funebre, fra gli altri, di Massimo Bontempelli, che io stimo fra i migliori autori del Novecento europeo). Mica mi vorrete equiparare, eh? (Vi faccio un occhiolino di complicita' che a me le facce gialle fanno venir l'orticaria) Sergio Luca, Carlo Speranza e Miriam:
di ”Immaginifico” io ne conosco soltanto uno. Ed e’ morto nel 1938 (con commemorazione funebre, fra gli altri, di Massimo Bontempelli, che io stimo fra i migliori autori del Novecento europeo).
Mica mi vorrete equiparare, eh?
(Vi faccio un occhiolino di complicita’ che a me le facce gialle fanno venir l’orticaria)
Sergio

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Di: miriam ravasio http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/comment-page-6/#comment-14490 miriam ravasio Wed, 12 Dec 2007 19:22:49 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/#comment-14490 Caro Speranza, grazie per le tue parole. Tu fai una domanda che anch'io mi pongo spesso : le bambine sono veramente più fragili o lo diventano dopo? Mi sono data diverse risposte e contrastanti fra loro. Poi ci ripenso e dico che per le bambine è fondamentale vivere in una casa dove il padre e la madre sondo dei veri "modelli" (uso le virgolette per non essere fraintesa), due figure distinte. Perché le bambine si “ rovinano dopo”; quando anche la più positiva delle madri non basta più ; quando arriva quel momento delicato (vedi la fiaba di Ferrante) che segna il passaggio all’età femminile, quella che introduce alla vita nel suo senso più naturale.Ed è il momento in cui anche quello che conosci si copre di mistero, c’è quel bisogno intimo di fascino, che invece la società insidia con il sesso e le sue proposte oscene, bambole per il Grande Rastrello. Per i maschi il problema mi sembra diverso, generalmente sono più asini delle bambine e, sempre generalmente, più lenti nella crescita, ma proprio per questo i genitori hanno più tempo!(e anche loro!) E la società su di loro non esercita la squallida mercificazione delle tette e del culo. (Sozi scusa ma in certi casi è necessario) Le Colonnine Incerte, sono tantissimi disegni;centinaia. Sette anni fa, a Lecco ne esposi qualcuno in una personale, ma una persona straordinaria, mi disse di ritirarli perché un tema così delicato poteva facilmente prestarsi ad una facile strumentalizzazione, che avrebbe definito me come l’artista dei bambini, senza sviluppare, invece, un tema così intimo e prezioso. Mi consigliò di leggere, di studiare e mi indirizzò verso cose che non conoscevo. Non dirò il nome di quella persona ma da allora ho seguito i suoi consigli. I disegni sono lì nella loro grande cartella, potrei esporli solo in un certo contesto, magari libresco. Però, se vuoi venirli a vedere telefonami. Miriam Caro Speranza, grazie per le tue parole. Tu fai una domanda che anch’io mi pongo spesso : le bambine sono veramente più fragili o lo diventano dopo? Mi sono data diverse risposte e contrastanti fra loro. Poi ci ripenso e dico che per le bambine è fondamentale vivere in una casa dove il padre e la madre sondo dei veri “modelli” (uso le virgolette per non essere fraintesa), due figure distinte. Perché le bambine si “ rovinano dopo”; quando anche la più positiva delle madri non basta più ; quando arriva quel momento delicato (vedi la fiaba di Ferrante) che segna il passaggio all’età femminile, quella che introduce alla vita nel suo senso più naturale.Ed è il momento in cui anche quello che conosci si copre di mistero, c’è quel bisogno intimo di fascino, che invece la società insidia con il sesso e le sue proposte oscene, bambole per il Grande Rastrello. Per i maschi il problema mi sembra diverso, generalmente sono più asini delle bambine e, sempre generalmente, più lenti nella crescita, ma proprio per questo i genitori hanno più tempo!(e anche loro!) E la società su di loro non esercita la squallida mercificazione delle tette e del culo. (Sozi scusa ma in certi casi è necessario)
Le Colonnine Incerte, sono tantissimi disegni;centinaia. Sette anni fa, a Lecco ne esposi qualcuno in una personale, ma una persona straordinaria, mi disse di ritirarli perché un tema così delicato poteva facilmente prestarsi ad una facile strumentalizzazione, che avrebbe definito me come l’artista dei bambini, senza sviluppare, invece, un tema così intimo e prezioso. Mi consigliò di leggere, di studiare e mi indirizzò verso cose che non conoscevo. Non dirò il nome di quella persona ma da allora ho seguito i suoi consigli. I disegni sono lì nella loro grande cartella, potrei esporli solo in un certo contesto, magari libresco. Però, se vuoi venirli a vedere telefonami. Miriam

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Di: Carlo S. http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/comment-page-6/#comment-14455 Carlo S. Wed, 12 Dec 2007 16:41:59 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/#comment-14455 Cara Miriam, almeno non ti fare crescere la barba come Sergio! non credo ti donerebbe. Che tu sia più immaginifica di lui lo condivido appieno, e apprezzo molto questa tua speciale qualità. Le ultime considerazioni, tue e di Simona sono molto interessanti, e sottoscrivo appieno la denuncia di questa malintesa appartenenza, della mancanza di rispetto per i bambini, delle ambizioni (frustrazioni) proprie riversate sui figli. Che li portano forzatamente a traguardi immaginari, fasulli, vere patacche della nostra società. Che li difendono aprioristicamente anche di fronte ai loro palesi errori vanificando il compito di altri educatori, insegnati, ecc. , compiendo opera di somma diseducazione. Che poi si lamentano perché i loro pargoli si chiudono in se stessi e non comunicano con loro. Ma le bambine sono realmente più fragili dei maschi di fronte a questo? O lo diventano dopo, quando i modelli “maschile” e “femminile”, ormai interiorizzati tendono a vedersi realizzati? Io la risposta veramente non ce l’ho, sto solo tentando di confrontarmi con le fragilità di mio figlio maschio e mi manca un confronto esperienziale con una figlia. PS: Mi piacerebbe molto vedere la tua cartella delle ‘colonnine incerte’ (il titolo è bellissimo). Saluti Carlo (per te sempre Speranza) Cara Miriam, almeno non ti fare crescere la barba come Sergio! non credo ti donerebbe. Che tu sia più immaginifica di lui lo condivido appieno, e apprezzo molto questa tua speciale qualità.
Le ultime considerazioni, tue e di Simona sono molto interessanti, e sottoscrivo appieno la denuncia di questa malintesa appartenenza, della mancanza di rispetto per i bambini, delle ambizioni (frustrazioni) proprie riversate sui figli. Che li portano forzatamente a traguardi immaginari, fasulli, vere patacche della nostra società. Che li difendono aprioristicamente anche di fronte ai loro palesi errori vanificando il compito di altri educatori, insegnati, ecc. , compiendo opera di somma diseducazione. Che poi si lamentano perché i loro pargoli si chiudono in se stessi e non comunicano con loro.
Ma le bambine sono realmente più fragili dei maschi di fronte a questo? O lo diventano dopo, quando i modelli “maschile” e “femminile”, ormai interiorizzati tendono a vedersi realizzati? Io la risposta veramente non ce l’ho, sto solo tentando di confrontarmi con le fragilità di mio figlio maschio e mi manca un confronto esperienziale con una figlia.
PS: Mi piacerebbe molto vedere la tua cartella delle ‘colonnine incerte’ (il titolo è bellissimo).
Saluti
Carlo (per te sempre Speranza)

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/comment-page-5/#comment-14444 Massimo Maugeri Wed, 12 Dec 2007 15:28:04 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/#comment-14444 @ Miriam e Simona. Bellissimo il vostro duetto. Condivido pienamente (come del resto Luca). Grazie. Un plauso a voi. @ Miriam e Simona.
Bellissimo il vostro duetto. Condivido pienamente (come del resto Luca). Grazie.
Un plauso a voi.

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Di: luca http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/comment-page-5/#comment-14442 luca Wed, 12 Dec 2007 15:10:51 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/#comment-14442 Cara Miriam Ravasio,sono entrato random per caso,mi perdoni sono un suo ammiratore della sua cultura,sensibilità emotiva competente:Lei è la donna,la femminilità,la madre,la nonna a cui si dovrebbero rivolgere altre donne con i propri uomini,per uno scambio di reciprocità,grate per il suo senso alto della vita e,nel contempo, della caducità della stessa;inoltre, la sua generosità,fermezza,onestà intellettuale, che la sua scrittura libera e ammonisce!Se mi consente un Sergio Sozi al maschile,per sdrammatizzare; certo,Lei è più immaginifica,secondo me. Con stima e tanta empatia,grazie, Cara Miriam Ravasio! Luca Gallina P.S.Non voglio rileggere,ho seguito il mio istinto,anche gli uomini hanno una "intelligenza emotiva"(Goleman),mi auguro sia vero,soprattutto per me. Cara Miriam Ravasio,sono entrato random per caso,mi perdoni sono un suo ammiratore della sua cultura,sensibilità emotiva competente:Lei è la donna,la femminilità,la madre,la nonna a cui si dovrebbero rivolgere altre donne con i propri uomini,per uno scambio di reciprocità,grate per il suo senso alto della vita e,nel contempo, della caducità della stessa;inoltre, la sua generosità,fermezza,onestà intellettuale, che la sua scrittura libera e ammonisce!Se mi consente un Sergio Sozi al maschile,per sdrammatizzare; certo,Lei è più immaginifica,secondo me.
Con stima e tanta empatia,grazie, Cara Miriam Ravasio!
Luca Gallina
P.S.Non voglio rileggere,ho seguito il mio istinto,anche gli uomini hanno una “intelligenza emotiva”(Goleman),mi auguro sia vero,soprattutto per me.

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Di: Simona http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/comment-page-5/#comment-14432 Simona Wed, 12 Dec 2007 13:59:10 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/#comment-14432 carissima Miriam, condivido pienamente la tua opinione. E credo, come prima dicevo, che sia perchè, spesso, l'atto d'amore che genera non è gratuito. E' solo dalla piena e totale gratuità che nasce il rispetto.Anche e soprattutto il rispetto verso un figlio. Altrimenti tutto è scambio, commercio, anche l'amore. Riversare sui figli ambizioni eccessive, forse riproducenti le nostre, incompiute, non è forse il pagamento di un pedaggio, quello per il trasporto più naturale che ci porta nel mondo: la nostra nascita? E' ovvio che la natura umana, con le sue fragilità e debolezze, non riesce mai a essere pienamente gratuita. Tuttavia la tensione verso questa gratuità, verso la libertà che ne nasce, è un obiettivo al quale noi genitori dobbiamo educarci. Altrimenti non è raro che le tensioni familiari tracimino, forzino gli argini della normalità e generino creature dai contorni indistinti e doloranti:le colonnine incerte di cui tu parlavi. Grazie della tua risposta delicatissima. Simo carissima Miriam,
condivido pienamente la tua opinione. E credo, come prima dicevo, che sia perchè, spesso, l’atto d’amore che genera non è gratuito.
E’ solo dalla piena e totale gratuità che nasce il rispetto.Anche e soprattutto il rispetto verso un figlio.
Altrimenti tutto è scambio, commercio, anche l’amore. Riversare sui figli ambizioni eccessive, forse riproducenti le nostre, incompiute, non è forse il pagamento di un pedaggio, quello per il trasporto più naturale che ci porta nel mondo: la nostra nascita?
E’ ovvio che la natura umana, con le sue fragilità e debolezze, non riesce mai a essere pienamente gratuita.
Tuttavia la tensione verso questa gratuità, verso la libertà che ne nasce, è un obiettivo al quale noi genitori dobbiamo educarci.
Altrimenti non è raro che le tensioni familiari tracimino, forzino gli argini della normalità e generino creature dai contorni indistinti e doloranti:le colonnine incerte di cui tu parlavi.
Grazie della tua risposta delicatissima.
Simo

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Di: miriam ravasio http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/comment-page-5/#comment-14425 miriam ravasio Wed, 12 Dec 2007 13:20:35 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/#comment-14425 Dall’intervento di Simona “c’è nello scambio tra adulto e bambino un preconcetto malato, da curare: che i nostri figli ci appartengano”. Mio, tuo, nostro; ma soprattutto mio! Sono gli aggettivi più usati, e non da oggi, nelle chiacchiere tra famigliari e sulla famiglia. Anche nei dialetti , al nome del congiunto, ma soprattutto in casi di figli, si antepone l’aggettivo possessivo mio; ol mé Mario, la mé Lucia. E quel mé , sta proprio come un possessivo rafforzato, questa Lucia è mia, non solo, è mia di me! I figli erano il Facile Tesoro dei poveri, la testimonianza della loro esistenza: tanti figli per i campi, tanti da “offrire” alle guerre, figli per assicurarsi la vecchiaia , figli da accasare e soprattutto per andare in paradiso, nel Regno dei Cieli. Figli, per concludere il proprio passaggio sulla terra come in un ciclo naturale , in pace con dio e con gli uomini, passando il testimone ( un’altra vita di lavoro) al frutto del loro seme. Nel ciclo di una vita povera, senza beni, quel possesso era anche appartenenza, condivisione di un destino comune e immutabile, io sono tuo come le pesche sono dell’albero. Ben diversamente invece stavano le cose dove i beni erano, soprattutto materiali; e i figli e le figlie valevano potere, espansione del potere, prestigio e soldi. ”Gertrude non ha più bisogno di consigli; ciò che noi desideriamo per il suo bene, l’ha voluto lei spontaneamente. E’ risoluta , m’ha fatto intendere che è risoluta… A questo passo, alzò essa verso il padre uno sguardo tra atterrito e supplichevole, come per chiedergli che sospendesse, ma egli proseguì francamente: che è risoluta di prendere il velo”.(cap. X de’ I promessi sposi) Noi sappiamo come poi sono andate le cose. Conosciamo il destino infelice di Gertrude e quello di Marianna Ucria. Ora, che al lessico familista si è sostituito quello del mercato, quel “mé” bergamasco è diventato Mio, con tutta la durezza, che Simona meglio di noi, verifica ogni giorno nelle aule del tribunale. Ma c’è molto di più. C’è un costume quotidiano di esercizio arbitrario dell’essere madre e padre che travalica ogni comune senso del pudore, anche se le sue espressioni, proprio perché comuni e quotidiane, a volte ci sfuggono. Ne abbiamo una percezione solo quando la cronaca ci comunica dei fatti orribili, ma “l’offerta” è variegata e insidiosa come una distribuzione commerciale. Pensiamo ai bambini, ai loro vestiti, ai capelli tinti, alle frequentazioni forzate ai corsi di danza, pattinaggio, ecc. Anni fa, nel mio esercizio di mamma supplente, mi confrontai con quella realtà, che vedeva i genitori proiettati in una nuova occasione di vita; che sconforto! Ambizioni grandi come il monte Resegone, riversati su piccoli cuccioli ignari e fiduciosi. Fu allora che iniziai a disegnare, a fermare con le immagini il mondo dell’infanzia. Il primo disegno, fu uno schizzo a pennino in china nera: sulla spiaggia , sotto agli ombrelloni, disegnai bambini, soli o in gruppo, intenti nei giochi con secchielli e palette. In alto, sulla sinistra, un richiamo da fumetto (callout) “Amoreeeeeeee” e i bambini, tutti, rivolti verso quel richiamo, e tutti avevano un grande ciuccio in bocca. In quei primi disegni, il ciuccio rappresentava il disagio educativo, la censura, la violenza, i limiti ad una crescita libera e morale. Poi, disegnando ho continuato in una mia personalissima allegoria, tantissimi lavori, che in seguito ho raccolto, in omaggio alle bambine- sempre le più fragili, in una cartella che ho intitolato: Le colonnine incerte. Dall’intervento di Simona “c’è nello scambio tra adulto e bambino un preconcetto malato, da curare: che i nostri figli ci appartengano”.
Mio, tuo, nostro; ma soprattutto mio! Sono gli aggettivi più usati, e non da oggi, nelle chiacchiere tra famigliari e sulla famiglia. Anche nei dialetti , al nome del congiunto, ma soprattutto in casi di figli, si antepone l’aggettivo possessivo mio; ol mé Mario, la mé Lucia. E quel mé , sta proprio come un possessivo rafforzato, questa Lucia è mia, non solo, è mia di me! I figli erano il Facile Tesoro dei poveri, la testimonianza della loro esistenza: tanti figli per i campi, tanti da “offrire” alle guerre, figli per assicurarsi la vecchiaia , figli da accasare e soprattutto per andare in paradiso, nel Regno dei Cieli. Figli, per concludere il proprio passaggio sulla terra come in un ciclo naturale , in pace con dio e con gli uomini, passando il testimone ( un’altra vita di lavoro) al frutto del loro seme.
Nel ciclo di una vita povera, senza beni, quel possesso era anche appartenenza, condivisione di un destino comune e immutabile, io sono tuo come le pesche sono dell’albero. Ben diversamente invece stavano le cose dove i beni erano, soprattutto materiali; e i figli e le figlie valevano potere, espansione del potere, prestigio e soldi. ”Gertrude non ha più bisogno di consigli; ciò che noi desideriamo per il suo bene, l’ha voluto lei spontaneamente. E’ risoluta , m’ha fatto intendere che è risoluta… A questo passo, alzò essa verso il padre uno sguardo tra atterrito e supplichevole, come per chiedergli che sospendesse, ma egli proseguì francamente: che è risoluta di prendere il velo”.(cap. X de’ I promessi sposi)
Noi sappiamo come poi sono andate le cose. Conosciamo il destino infelice di Gertrude e quello di Marianna Ucria. Ora, che al lessico familista si è sostituito quello del mercato, quel “mé” bergamasco è diventato Mio, con tutta la durezza, che Simona meglio di noi, verifica ogni giorno nelle aule del tribunale. Ma c’è molto di più. C’è un costume quotidiano di esercizio arbitrario dell’essere madre e padre che travalica ogni comune senso del pudore, anche se le sue espressioni, proprio perché comuni e quotidiane, a volte ci sfuggono. Ne abbiamo una percezione solo quando la cronaca ci comunica dei fatti orribili, ma “l’offerta” è variegata e insidiosa come una distribuzione commerciale. Pensiamo ai bambini, ai loro vestiti, ai capelli tinti, alle frequentazioni forzate ai corsi di danza, pattinaggio, ecc.
Anni fa, nel mio esercizio di mamma supplente, mi confrontai con quella realtà, che vedeva i genitori proiettati in una nuova occasione di vita; che sconforto! Ambizioni grandi come il monte Resegone, riversati su piccoli cuccioli ignari e fiduciosi. Fu allora che iniziai a disegnare, a fermare con le immagini il mondo dell’infanzia. Il primo disegno, fu uno schizzo a pennino in china nera: sulla spiaggia , sotto agli ombrelloni, disegnai bambini, soli o in gruppo, intenti nei giochi con secchielli e palette. In alto, sulla sinistra, un richiamo da fumetto (callout) “Amoreeeeeeee” e i bambini, tutti, rivolti verso quel richiamo, e tutti avevano un grande ciuccio in bocca. In quei primi disegni, il ciuccio rappresentava il disagio educativo, la censura, la violenza, i limiti ad una crescita libera e morale. Poi, disegnando ho continuato in una mia personalissima allegoria, tantissimi lavori, che in seguito ho raccolto, in omaggio alle bambine- sempre le più fragili, in una cartella che ho intitolato: Le colonnine incerte.

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Di: miriam ravasio http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/comment-page-5/#comment-14332 miriam ravasio Tue, 11 Dec 2007 22:05:00 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/#comment-14332 @Massimo. Ho letto l'intervento di Simona e mi sono presa un po' di tempo per intervenire:a domani @Massimo. Ho letto l’intervento di Simona e mi sono presa un po’ di tempo per intervenire:a domani

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/comment-page-5/#comment-14304 Massimo Maugeri Tue, 11 Dec 2007 17:25:51 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/#comment-14304 Grazie mille Simona, sei davvero molto cara. Trasferisco i complimenti alla nostra ottima Miriam. Spero che il dibattito possa continuare, almeno fino a sabato. Poi vedremo di trarre delle conclusioni. Che ne pensi, Miriam? Grazie mille Simona,
sei davvero molto cara. Trasferisco i complimenti alla nostra ottima Miriam.
Spero che il dibattito possa continuare, almeno fino a sabato.
Poi vedremo di trarre delle conclusioni.
Che ne pensi, Miriam?

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Di: Simona http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/comment-page-5/#comment-14264 Simona Tue, 11 Dec 2007 12:07:22 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/#comment-14264 Acc...arrivo tardi. E' che questo meraviglioso post mi è pervenuto solo ora. Non so perchè. Ma è davvero stupefacente la capacità che hai avuto, Massimo, di mettere insieme la migliore letteratura al femminile e atrettanti libri sulla crescita. Sono interessatissima, non solo come donna ma anche come mamma (in ultimo come aspirante scrittrice). Già "Dalla vita di Marianna Ucrìa" i toni di Dacia Maraini erano quelli di una donna che deve cercare delle strade inesplorate per comunicare, per andare oltre i sensi mancanti, le epoche oscure, i mali di una cultura ostinata sui suoi autodafè. I nuovi libri sono in fondo una ripresa di quel percorso, di quell' andare senza - a volte - essere capiti, o colti nella propria essenza più profonda, più aderente a sogni e desideri. E' , in verità, il grande problema della comunicazione tra genitori e figli. Quello del dialogo che rispetti la fermezza dell'autorità genitoriale (sempre necessaria a dispetto delle teorie sulle mamme o sui papà amici) e al tempo stesso sia morbido, elastico, rispettoso della nuova reatà che viene allo scoperto: un figlio che sboccia. Sarà per questa compessità ( e per la consapevolezza oggi più diffusa di essa) che noi mamme oggi - e confermo la sensazione dell'intelligentissima Lipperini - percepiamo più difficoltà di ieri, più necessità di rivolgerci all'esterno, di consultare esperti che ci dicano se ciò che facciamo è giusto o sbagliato. Al di là degli eccessi cui un tale atteggiamento può portare, vorrei però segnalare che la disponibilità di un genitore ad ascoltare una voce esterna (ma veramente, con slancio e generosità al fine di mettersi serenamente in discussione) è merce rara. E che le difficoltà nascono spesso proprio dall'incapacità di osservare anche se stessi, oltre i propri figli. E' quanto ho potuto appurare anche nel mio lavoro attraverso i defatiganti e dolorosi processi per separazione e divorzio o per affidamento di figli minori, dove le tendenze nascoste ad acentrare un figlio nelle proprie mani (come se fosse un oggetto di proprietà ) esplodono e si fanno drammatiche. Tuttavia ritengo che questo malessere diffuso non dilaghi solo in tribunale. C'è nello scambio tra adulto e bambino un preconcetto malato, da curare: che i nostri figli ci appartengano. Non è così in verità, anche se scoprirlo e viverlo non è semplice nè indolore. Ma credo che il dialogo si avvantaggi di questa scoperta e del rispetto reciproco che ne nasce. Acc…arrivo tardi. E’ che questo meraviglioso post mi è pervenuto solo ora. Non so perchè. Ma è davvero stupefacente la capacità che hai avuto, Massimo, di mettere insieme la migliore letteratura al femminile e atrettanti libri sulla crescita.
Sono interessatissima, non solo come donna ma anche come mamma (in ultimo come aspirante scrittrice).
Già “Dalla vita di Marianna Ucrìa” i toni di Dacia Maraini erano quelli di una donna che deve cercare delle strade inesplorate per comunicare, per andare oltre i sensi mancanti, le epoche oscure, i mali di una cultura ostinata sui suoi autodafè.
I nuovi libri sono in fondo una ripresa di quel percorso, di quell’ andare senza – a volte – essere capiti, o colti nella propria essenza più profonda, più aderente a sogni e desideri.
E’ , in verità, il grande problema della comunicazione tra genitori e figli. Quello del dialogo che rispetti la fermezza dell’autorità genitoriale (sempre necessaria a dispetto delle teorie sulle mamme o sui papà amici) e al tempo stesso sia morbido, elastico, rispettoso della nuova reatà che viene allo scoperto: un figlio che sboccia.
Sarà per questa compessità ( e per la consapevolezza oggi più diffusa di essa) che noi mamme oggi – e confermo la sensazione dell’intelligentissima Lipperini – percepiamo più difficoltà di ieri, più necessità di rivolgerci all’esterno, di consultare esperti che ci dicano se ciò che facciamo è giusto o sbagliato.
Al di là degli eccessi cui un tale atteggiamento può portare, vorrei però segnalare che la disponibilità di un genitore ad ascoltare una voce esterna (ma veramente, con slancio e generosità al fine di mettersi serenamente in discussione) è merce rara. E che le difficoltà nascono spesso proprio dall’incapacità di osservare anche se stessi, oltre i propri figli.
E’ quanto ho potuto appurare anche nel mio lavoro attraverso i defatiganti e dolorosi processi per separazione e divorzio o per affidamento di figli minori, dove le tendenze nascoste ad acentrare un figlio nelle proprie mani (come se fosse un oggetto di proprietà ) esplodono e si fanno drammatiche.
Tuttavia ritengo che questo malessere diffuso non dilaghi solo in tribunale. C’è nello scambio tra adulto e bambino un preconcetto malato, da curare: che i nostri figli ci appartengano.
Non è così in verità, anche se scoprirlo e viverlo non è semplice nè indolore.
Ma credo che il dialogo si avvantaggi di questa scoperta e del rispetto reciproco che ne nasce.

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/comment-page-5/#comment-14130 Massimo Maugeri Mon, 10 Dec 2007 15:01:30 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/#comment-14130 @ Miriam: grazie per il lavoro che stai continuando a fare per questo post. @ Miriam:
grazie per il lavoro che stai continuando a fare per questo post.

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/comment-page-5/#comment-14129 Massimo Maugeri Mon, 10 Dec 2007 15:00:46 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/#comment-14129 @ Loredana Lipperini: Grazie mille per l'aneddoto ;) @ Loredana Lipperini:
Grazie mille per l’aneddoto
;)

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Di: Miriam Ravasio http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/comment-page-5/#comment-14102 Miriam Ravasio Mon, 10 Dec 2007 13:31:41 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/#comment-14102 @ Loredana Lipperini: invece i tuoi bellissimi scarponcini, che anch'io porto sempre,sono stati inquadrati più volte e facevano un figurone, glamour direi! Ti sei imposta e non solo esteticamente, il tuo modo originale di presentarti e di intervenire ha imbarazzato non poco la signora SpaaK, che forse non ti conosceva ed è rimasta un po lì. Daria Bignardi è forte, competente e coraggiosa; ma soprattutto innovativa. @ Loredana Lipperini: invece i tuoi bellissimi scarponcini, che anch’io porto sempre,sono stati inquadrati più volte e facevano un figurone, glamour direi! Ti sei imposta e non solo esteticamente, il tuo modo originale di presentarti e di intervenire ha imbarazzato non poco la signora SpaaK, che forse non ti conosceva ed è rimasta un po lì.
Daria Bignardi è forte, competente e coraggiosa; ma soprattutto innovativa.

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Di: lalipperini http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/comment-page-5/#comment-14069 lalipperini Mon, 10 Dec 2007 10:21:02 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/#comment-14069 Ma non mi sembra così interessante, onestamente! E' stata una partecipazione, per come l'ho vista io, ad una discussione sul femminile a cui, mi pare di capire, Catherine Spaak non sembrava interessatissima. Comunque, Daria Bignardi mi è sembrata sinceramente coinvolta da "Ancora dalla parte delle bambine" e questo mi ha fatto piacere. Se vuoi un aneddoto, riguarda le mie scarpe: in camerino, mi sono resa conto che la regia indulgeva volentieri nell'inquadrare le scarpe delle signore, tutte regolarmente taccute. Io ho rimirato i miei doposci neri antipioggia e antifreddo e ho fatto un ghignetto fra me e me. Infatti, non li ha inquadrati. :) Per il resto, direi ordinaria amministrazione. Ma non mi sembra così interessante, onestamente! E’ stata una partecipazione, per come l’ho vista io, ad una discussione sul femminile a cui, mi pare di capire, Catherine Spaak non sembrava interessatissima. Comunque, Daria Bignardi mi è sembrata sinceramente coinvolta da “Ancora dalla parte delle bambine” e questo mi ha fatto piacere.
Se vuoi un aneddoto, riguarda le mie scarpe: in camerino, mi sono resa conto che la regia indulgeva volentieri nell’inquadrare le scarpe delle signore, tutte regolarmente taccute. Io ho rimirato i miei doposci neri antipioggia e antifreddo e ho fatto un ghignetto fra me e me. Infatti, non li ha inquadrati. :)
Per il resto, direi ordinaria amministrazione.

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/comment-page-5/#comment-13984 Massimo Maugeri Sun, 09 Dec 2007 22:30:53 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/#comment-13984 @ Loredana Lipperini: Se puoi ci racconteresti qualcosa dell'esperienza della diretta Tv a "Le invasioni barbariche"? @ Loredana Lipperini:
Se puoi ci racconteresti qualcosa dell’esperienza della diretta Tv a “Le invasioni barbariche”?

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/comment-page-5/#comment-13982 Massimo Maugeri Sun, 09 Dec 2007 22:29:54 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/#comment-13982 Grazie per i vostri nuovi commenti. Capisco e condivido l'ultimo di Miriam. Bellissimo l'aneddoto che ci ha raccontato Gea. Grazie. Grazie per i vostri nuovi commenti.
Capisco e condivido l’ultimo di Miriam.
Bellissimo l’aneddoto che ci ha raccontato Gea. Grazie.

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Di: Miriam Ravasio http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/comment-page-5/#comment-13911 Miriam Ravasio Sun, 09 Dec 2007 13:57:19 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/#comment-13911 @Carlo. A proposito di politica: sarebbe bella una maggior presenza delle donne, ma quali? Le donne in carriera che come i "vecchi maschi" hanno uno stomaco forte? Acritiche e disposte a tutto? Forse la maggior parte delle donne è più intelligente. Perché sacrificare ore, tempo e la vita in quel mondo bizantino, che si parla addosso, che è inconcludente, fumoso e annoiante? Io ho un passato di impegno politico professionale, destinato - in quanto donna- al successo, a cui ho rifiutato senza alcun rimpianto: che noia! Mi sentivo soffocare. Ore e ore di parole e incontri inutili, di impegno mal profuso, di letture a cui non potevo concedermi, di cene, riunioni, spostamenti stressanti: scelsi l'incertezza, l'insicurezza lavorativa e lo zero da cui ricominciare la tessitura dei miei rapporti. Nonostante le difficoltà economiche e la prospettiva incerta per il mio futuro, benedico quella scelta. Abbandonai la zona grigia per una vita libera. Ciao, seguici sempre. @Carlo. A proposito di politica: sarebbe bella una maggior presenza delle donne, ma quali? Le donne in carriera che come i “vecchi maschi” hanno uno stomaco forte? Acritiche e disposte a tutto?
Forse la maggior parte delle donne è più intelligente. Perché sacrificare ore, tempo e la vita in quel mondo bizantino, che si parla addosso, che è inconcludente, fumoso e annoiante?
Io ho un passato di impegno politico professionale, destinato – in quanto donna- al successo, a cui ho rifiutato senza alcun rimpianto: che noia! Mi sentivo soffocare. Ore e ore di parole e incontri inutili, di impegno mal profuso, di letture a cui non potevo concedermi, di cene, riunioni, spostamenti stressanti: scelsi l’incertezza, l’insicurezza lavorativa e lo zero da cui ricominciare la tessitura dei miei rapporti. Nonostante le difficoltà economiche e la prospettiva incerta per il mio futuro, benedico quella scelta. Abbandonai la zona grigia per una vita libera.
Ciao, seguici sempre.

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Di: Miriam Ravasio http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/comment-page-5/#comment-13909 Miriam Ravasio Sun, 09 Dec 2007 13:43:06 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/#comment-13909 @Gea, tu non fai mai confusione, anzi, sei forte! e così umana... Da quello che scrivi, mi sembra che i figli ti assomiglino. Una volta ai funerali ci portavano i bambini degli asili, con la mantellina scura e il grembiule bianco; ed era un servizio a pagamento, cioè i parenti sottoscrivevano agli asili una quota di partecipazione. L'ho visto nei film, sui libri e nelle foto. Ma perché questa usanza? Qualcuno di voi sa qualcosa di più? Per quei bimbi, la morte, doveva veramente essere una cosa normale, parte della vita. Del resto la mortalità infantile era così elevata da ritenere, come assolutamente normale la scomparsa di un fratellino o una sorellina, che andavano in cielo a pregare per loro. Insomma diventavano angeli! La vita e la morte e un mondo che stava oltre. Anche la Picciridda di Catena Fiorello accompagna la nonna “a vestire i morti”, partecipando a questi riti familiari con un distaccato senso comico. Osservando con leggerezza, quei morti con il fazzoletto annodato sulla testa; come Vivian Lamarque fa con l’uovo di pasqua: sto dietro al vetro con una sorpresa dentro. Su questo tema, nei giorni scorsi ho letto Brother and sister di Simona Vinci, l’elaborazione di un lutto, il senso d’abbandono e la pulsione a vivere che vince e ridimensiona le difficoltà. L’essere, piccolo, perché i protagonisti sono bambini –e forse perché l’autrice è una donna- si confronta con la vita , con il futuro. Lo stesso tema, invece in Amore mio infinito di Aldo Nove è affrontato in modo magico; il bambino (già quasi adolescente) vive una dimensione quasi metafisica, trasfigurata negli oggetti della casa che vivono, segretamente, una loro animazione. Anche di fronte alla morte permane una differenza fra il femminile e il maschile? @Gea, tu non fai mai confusione, anzi, sei forte! e così umana… Da quello che scrivi, mi sembra che i figli ti assomiglino.
Una volta ai funerali ci portavano i bambini degli asili, con la mantellina scura e il grembiule bianco; ed era un servizio a pagamento, cioè i parenti sottoscrivevano agli asili una quota di partecipazione. L’ho visto nei film, sui libri e nelle foto. Ma perché questa usanza? Qualcuno di voi sa qualcosa di più? Per quei bimbi, la morte, doveva veramente essere una cosa normale, parte della vita. Del resto la mortalità infantile era così elevata da ritenere, come assolutamente normale la scomparsa di un fratellino o una sorellina, che andavano in cielo a pregare per loro. Insomma diventavano angeli! La vita e la morte e un mondo che stava oltre.
Anche la Picciridda di Catena Fiorello accompagna la nonna “a vestire i morti”, partecipando a questi riti familiari con un distaccato senso comico. Osservando con leggerezza, quei morti con il fazzoletto annodato sulla testa; come Vivian Lamarque fa con l’uovo di pasqua: sto dietro al vetro con una sorpresa dentro.
Su questo tema, nei giorni scorsi ho letto Brother and sister di Simona Vinci, l’elaborazione di un lutto, il senso d’abbandono e la pulsione a vivere che vince e ridimensiona le difficoltà. L’essere, piccolo, perché i protagonisti sono bambini –e forse perché l’autrice è una donna- si confronta con la vita , con il futuro. Lo stesso tema, invece in Amore mio infinito di Aldo Nove è affrontato in modo magico; il bambino (già quasi adolescente) vive una dimensione quasi metafisica, trasfigurata negli oggetti della casa che vivono, segretamente, una loro animazione.
Anche di fronte alla morte permane una differenza fra il femminile e il maschile?

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Di: eventounico http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/comment-page-5/#comment-13873 eventounico Sun, 09 Dec 2007 09:10:12 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/#comment-13873 Gea, condivido. Quella che viene proposta è una non-vita, ma solo un appartenenza ad una scenografia disegnata da altri. Siamo spettatori della vita, quella fatta di isole e animata da pupazzi di plastica ai quasi assomigliare. Vivere vuol dire correre dei rischi. A noi genitori l'inalienabile rischio di negare ai nostri figli una appartenenza scontata. Il costo potrebbe essere la diversità, ma ben venga. Gea, condivido. Quella che viene proposta è una non-vita, ma solo un appartenenza ad una scenografia disegnata da altri. Siamo spettatori della vita, quella fatta di isole e animata da pupazzi di plastica ai quasi assomigliare. Vivere vuol dire correre dei rischi. A noi genitori l’inalienabile rischio di negare ai nostri figli una appartenenza scontata. Il costo potrebbe essere la diversità, ma ben venga.

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Di: gea http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/comment-page-5/#comment-13867 gea Sun, 09 Dec 2007 08:31:44 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/03/bambine-tra-letteratura-e-vita/#comment-13867 eccomi, miriam. a proposito di realtà e fantasia. la sensazione che ho è che i bambini oggi vivano immersi in una realtà fittizia, che tutto è meno che fantasia. una iper (o ipo) realtà, in un certo senso. il mondo della tv, dove tutto è mescolato: notiziari e fiction, cartoni e pubblicità. dove devi essere bello e ricco, e le famiglie sono quelle del mulino bianco. il tutto raramente filtrato dalla presenza di un adulto consapevole, anche perché gli adulti stessi spesso sono vittime dello stesso meccanismo. la fantasia è creatività, un mondo ricco e meraviglioso che ci dovremmo portare dentro come medicina per l'anima. e per i bambini una rampa di lancio per la vita. Babbo natale è prezioso, come lo è la fata dei dentini. ma i bambini vengono da qualcosa di più meraviglioso del becco di una cicogna, e la giornata della memoria si può e si deve spiegare. e se spari a qualcuno questo non si rialza come nei giochini, e la morte succede. ti lascio con un aneddoto, perchè credo di aver fatto un gran casino. parecchi anni fa successe che nel giro di una settimana morissero a casa nostra una lontana parente e una gatta molto amata. a tavola mia figlia (due anni scarsi) chiese, senza preavviso, come fanno i bimbi, "cosa vuol dire 'morto'?". nell'attimo che io impiegai a riprendermi e cercare un modo per spiegarglielo, intervenne suo fratello, cinque anni e mezzo: "sai, antonia, la morte è una cosa normale. succede a tutti: succederà anche a te e a me, ma probabilmente quando saremo vecchi e stanchi. è come prima di nascere: non si è, poi si nasce e si vive e si è, poi si muore e non si è di nuovo." "ah. ok. andiamo a giocare?". ecco. eccomi, miriam.
a proposito di realtà e fantasia.
la sensazione che ho è che i bambini oggi vivano immersi in una realtà fittizia, che tutto è meno che fantasia. una iper (o ipo) realtà, in un certo senso. il mondo della tv, dove tutto è mescolato: notiziari e fiction, cartoni e pubblicità. dove devi essere bello e ricco, e le famiglie sono quelle del mulino bianco.
il tutto raramente filtrato dalla presenza di un adulto consapevole, anche perché gli adulti stessi spesso sono vittime dello stesso meccanismo.
la fantasia è creatività, un mondo ricco e meraviglioso che ci dovremmo portare dentro come medicina per l’anima. e per i bambini una rampa di lancio per la vita. Babbo natale è prezioso, come lo è la fata dei dentini. ma i bambini vengono da qualcosa di più meraviglioso del becco di una cicogna, e la giornata della memoria si può e si deve spiegare. e se spari a qualcuno questo non si rialza come nei giochini, e la morte succede.
ti lascio con un aneddoto, perchè credo di aver fatto un gran casino.
parecchi anni fa successe che nel giro di una settimana morissero a casa nostra una lontana parente e una gatta molto amata.
a tavola mia figlia (due anni scarsi) chiese, senza preavviso, come fanno i bimbi, “cosa vuol dire ‘morto’?”.
nell’attimo che io impiegai a riprendermi e cercare un modo per spiegarglielo, intervenne suo fratello, cinque anni e mezzo:
“sai, antonia, la morte è una cosa normale. succede a tutti: succederà anche a te e a me, ma probabilmente quando saremo vecchi e stanchi. è come prima di nascere: non si è, poi si nasce e si vive e si è, poi si muore e non si è di nuovo.”
“ah. ok. andiamo a giocare?”.
ecco.

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