Commenti a: ALI DI SABBIA di Valerio Aiolli http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/ Un open-blog. un luogo d\'incontro virtuale tra scrittori, lettori, librai, critici, giornalisti e operatori culturali Sat, 11 Sep 2021 08:46:19 +0000 http://wordpress.org/?v=2.9.2 hourly 1 Di: Leandro Piantini http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/comment-page-2/#comment-21848 Leandro Piantini Thu, 07 Feb 2008 22:45:35 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/#comment-21848 Valerio Aiolli è un romanziere portato a sperimentare sempre strade nuove, a passare da un registro narrativo all’altro mutando, a volte vistosamente, l’oggetto della propria ricerca narrativa. Questo ultimo romanzo ha al centro la passione per il volo che da un padre ufficiale nella guerra di Libia combattuta dall’Italia nel 1911 si trasmette al figlio, e racconta –come si dice nella quarta di copertina- “le passioni, i miraggi, i sogni di gloria e le miserie di una generazione di italiani”. ALI DI SABBIA è un romanzo storico. Intercalata agli episodi storici si racconta anche una succinta storia dell’aviazione, che parte da lontano ad opera di uomini audaci, animati dal sogno di costruire una macchina capace di volare, dai primi bislacchi esperimenti fino al primo vero aereo costruito nel 1904 dai fratelli Wright. Ma insieme alle ali troviamo la sabbia, quella del deserto sul quale sorse la colonia italiana della Libia, fino ad arrivare al giugno del 1940 quando Italo Balbo, asso dell’aviazione italiana negli anni Trenta e gerarca fascista di primissimo piano, trovò la morte proprio nel cielo della Libia di cui Mussolini lo aveva nominato governatore ALI DI SABBIA è un romanzo affascinante e originale, costruito giustapponendo episodi storici e storie d’amore, come quella tra Lucia e il giovane ufficiale a cui essa è fidanzata e di cui, all’inizio del romanzo, nel 1915, le giunge la notizia della morte. Protagonista del romanzo si potrebbe forse considerare proprio il deserto, la sabbia dove cadde Balbo e con lui il suo giovane aiutante, Settimio, che era stato allevato da Lucia e che era figlio dell’uomo da lei amato ma che era nato da una fugace relazione da lui avuta con una donna nel 1915, durante un drammatico combattimento tra i soldati italiani ed i guerriglieri arabi. Il romanzo di Aiolli ha una struttura complessa. Ho l’impressione che l’autore abbia mescolato episodi realmente accaduti, forse attestati da documenti di cui ha potuto prendere visione, con altri frutto di fantasia. Mettere insieme le due cose ha richiesto certamente allo scrittore qualche sforzo, lo ha impegnato in una performance, in una prova di abilità costruttiva che presentava il rischio di dar vita ad una trama troppo complicata. Ma il risultato finale mi pare che sia pienamente soddisfacente. Il romanzo racconta eventi di un tempo lontano, e lontano e suggestivo è lo spirito della narrazione, che ci parla di eroismo, di amor di patria, di valore militare, di spirito avventuroso. Il tutto giocato su vari piani narrativi: racconto, diario ed epistolario. Il libro di Aiolli racconta una guerra, quella italo-turca del 1911 a cui seguì una guerriglia degli indomiti arabi contro l’occupante italiano, che fu la prima prova impegnativa dell’imperialismo italiano, di quello che il sarcasmo di Lenin chiamò “l’imperialismo degli straccioni”. Guerra e guerriglia che conobbero episodi di una ferocia inaudita, ad opera di ambedue le parti in conflitto,e nelle quali l’esercito italiano si fregiò di un triste primato, quello di essere stato il primo esercito al mondo ad impiegare l’aviazione per bombardare il nemico. Chi racconta a pezzi e bocconi la storia dell’aviazione è il giovane ufficiale impegnato nel 1915 contro i resistenti libici, nel fortino sperduto nel deserto assediato dai ribelli. E che forse è il capitolo più bello ed emozionante del romanzo. Il figlio del tenente è proprio quel Settimio che cadrà insieme a Balbo, colpito dal “fuoco amico” della contraerea italiana in un episodio misterioso la cui dinamica non fu mai chiarita. ALI DI SABBIA ha un’ispirazione che direi romantica, per gli episodi ardimentosi che narra, per il senso spavaldo di sfida alla morte che animava i due soldati, il padre e il bambino che nascerà da lui, destinati ambedue a morire giovani come chi è amato dagli Dei. Leandro Piantini Valerio Aiolli è un romanziere portato a sperimentare sempre strade nuove, a passare da un registro narrativo all’altro mutando, a volte vistosamente, l’oggetto della propria ricerca narrativa.

Questo ultimo romanzo ha al centro la passione per il volo che da un padre ufficiale nella guerra di Libia combattuta dall’Italia nel 1911 si trasmette al figlio, e racconta –come si dice nella quarta di copertina- “le passioni, i miraggi, i sogni di gloria e le miserie di una generazione di italiani”.

ALI DI SABBIA è un romanzo storico. Intercalata agli episodi storici si racconta anche una succinta storia dell’aviazione, che parte da lontano ad opera di uomini audaci, animati dal sogno di costruire una macchina capace di volare, dai primi bislacchi esperimenti fino al primo vero aereo costruito nel 1904 dai fratelli Wright.

Ma insieme alle ali troviamo la sabbia, quella del deserto sul quale sorse la colonia italiana della Libia, fino ad arrivare al giugno del 1940 quando Italo Balbo, asso dell’aviazione italiana negli anni Trenta e gerarca fascista di primissimo piano, trovò la morte proprio nel cielo della Libia di cui Mussolini lo aveva nominato governatore

ALI DI SABBIA è un romanzo affascinante e originale, costruito giustapponendo episodi storici e storie d’amore, come quella tra Lucia e il giovane ufficiale a cui essa è fidanzata e di cui, all’inizio del romanzo, nel 1915, le giunge la notizia della morte.

Protagonista del romanzo si potrebbe forse considerare proprio il deserto, la sabbia dove cadde Balbo e con lui il suo giovane aiutante, Settimio, che era stato allevato da Lucia e che era figlio dell’uomo da lei amato ma che era nato da una fugace relazione da lui avuta con una donna nel 1915, durante un drammatico combattimento tra i soldati italiani ed i guerriglieri arabi.

Il romanzo di Aiolli ha una struttura complessa. Ho l’impressione che l’autore abbia mescolato episodi realmente accaduti, forse attestati da documenti di cui ha potuto prendere visione, con altri frutto di fantasia. Mettere insieme le due cose ha richiesto certamente allo scrittore qualche sforzo, lo ha impegnato in una performance, in una prova di abilità costruttiva che presentava il rischio di dar vita ad una trama troppo complicata. Ma il risultato finale mi pare che sia pienamente soddisfacente.

Il romanzo racconta eventi di un tempo lontano, e lontano e suggestivo è lo spirito della narrazione, che ci parla di eroismo, di amor di patria, di valore militare, di spirito avventuroso. Il tutto giocato su vari piani narrativi: racconto, diario ed epistolario.

Il libro di Aiolli racconta una guerra, quella italo-turca del 1911 a cui seguì una guerriglia degli indomiti arabi contro l’occupante italiano, che fu la prima prova impegnativa dell’imperialismo italiano, di quello che il sarcasmo di Lenin chiamò “l’imperialismo degli straccioni”. Guerra e guerriglia che conobbero episodi di una ferocia inaudita, ad opera di ambedue le parti in conflitto,e nelle quali l’esercito italiano si fregiò di un triste primato, quello di essere stato il primo esercito al mondo ad impiegare l’aviazione per bombardare il nemico.

Chi racconta a pezzi e bocconi la storia dell’aviazione è il giovane ufficiale impegnato nel 1915 contro i resistenti libici, nel fortino sperduto nel deserto assediato dai ribelli. E che forse è il capitolo più bello ed emozionante del romanzo.

Il figlio del tenente è proprio quel Settimio che cadrà insieme a Balbo, colpito dal “fuoco amico” della contraerea italiana in un episodio misterioso la cui dinamica non fu mai chiarita.

ALI DI SABBIA ha un’ispirazione che direi romantica, per gli episodi ardimentosi che narra, per il senso spavaldo di sfida alla morte che animava i due soldati, il padre e il bambino che nascerà da lui, destinati ambedue a morire giovani come chi è amato dagli Dei.

Leandro Piantini

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/comment-page-2/#comment-16006 Massimo Maugeri Thu, 27 Dec 2007 09:54:41 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/#comment-16006 Ancora grazie a te, Valerio. Auguri di buon anno. Che il 2008 possa essere propizio a noi e all'umanità tutta! Ancora grazie a te, Valerio.
Auguri di buon anno. Che il 2008 possa essere propizio a noi e all’umanità tutta!

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Di: Valerio http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/comment-page-2/#comment-16005 Valerio Thu, 27 Dec 2007 09:33:59 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/#comment-16005 Grazie a tutti voi per gli stimoli e per l'attenzione, in particolare certo a Massimo e Gianfranco per la loro stima e il loro affetto che ricambio di cuore. Che il 2008 ci sia propizio Grazie a tutti voi per gli stimoli e per l’attenzione, in particolare certo a Massimo e Gianfranco per la loro stima e il loro affetto che ricambio di cuore.
Che il 2008 ci sia propizio

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Di: Sergio Sozi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/comment-page-2/#comment-15747 Sergio Sozi Sat, 22 Dec 2007 19:57:22 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/#comment-15747 Gianfranco, il tuo ''debole'' per me e' perfettamente ricambiato. Un ''debole'' molto ''forte'', direi! Auguri Carissimi! Vale Tuo Sergio Gianfranco, il tuo ”debole” per me e’ perfettamente ricambiato. Un ”debole” molto ”forte”, direi!
Auguri Carissimi!
Vale
Tuo
Sergio

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Di: Gianfranco http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/comment-page-2/#comment-15703 Gianfranco Sat, 22 Dec 2007 02:25:55 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/#comment-15703 (errata corrige, riga 2 "intervuti" per "intervenuti") (errata corrige, riga 2
“intervuti” per “intervenuti”)

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Di: Gianfranco http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/comment-page-2/#comment-15702 Gianfranco Sat, 22 Dec 2007 02:25:15 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/#comment-15702 Grazie a te per la sensibilità e per l'ospitalità, caro Massimo, e all'artista per la sua disponibilità e la sua gentilezza. Grazie a quanti sono intervuti. In primis Sergio nostro. (ho un debole per il Sozi, dichiarato. Bella intelligenza, limpida e indipendente. Viva, e letteraria. Grande.) * Aiolli è narratore di razza. Dovremmo - devo - recuperare la sua opera omnia. Prima possibile. * Valete, gf Grazie a te per la sensibilità e per l’ospitalità, caro Massimo, e all’artista per la sua disponibilità e la sua gentilezza. Grazie a quanti sono intervuti. In primis Sergio nostro. (ho un debole per il Sozi, dichiarato. Bella intelligenza, limpida e indipendente. Viva, e letteraria. Grande.)
*
Aiolli è narratore di razza. Dovremmo – devo – recuperare la sua opera omnia. Prima possibile.
*
Valete,

gf

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/comment-page-2/#comment-15687 Massimo Maugeri Fri, 21 Dec 2007 21:42:22 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/#comment-15687 E naturalmente un ringraziamento a tutti coloro che hanno scritto qui e al caro <b>Gianfranco Franchi</b> che ha recensito il libro e mi ha dato una grossa mano nell'animare e condurre il dibattito. E naturalmente un ringraziamento a tutti coloro che hanno scritto qui e al caro Gianfranco Franchi che ha recensito il libro e mi ha dato una grossa mano nell’animare e condurre il dibattito.

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/comment-page-2/#comment-15685 Massimo Maugeri Fri, 21 Dec 2007 21:41:01 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/#comment-15685 @ Valerio. Caro Valerio, grazie per essere stato qui. Ti ringrazio per la disponibilità. Magari ci sarà qualcuno che vorrà farti ulteriori domande. Io intanto ne approfitto per augurarti buon Natale e per complimentarmi con Alet per essersi "accaparrata" questo tuo libro. Auguri anche ad Alet! @ Valerio.
Caro Valerio, grazie per essere stato qui. Ti ringrazio per la disponibilità. Magari ci sarà qualcuno che vorrà farti ulteriori domande.
Io intanto ne approfitto per augurarti buon Natale e per complimentarmi con Alet per essersi “accaparrata” questo tuo libro.
Auguri anche ad Alet!

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Di: Valerio http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/comment-page-2/#comment-15636 Valerio Fri, 21 Dec 2007 13:28:57 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/#comment-15636 Rispondo ancora a Silvia riguardo alle mie affinità con i personaggi. La premessa è che in tutti i personaggi, davvero, c'è parte di me: anche e soprattutto in quelli più lontani, almeno apparentemente, da me. Balbo, per esempio. Proprio perché mi è lontano, nel momento in cui scrivevo i brani che lo riguardavano ho cercato di mettermi nelle sue scarpe ogni mattina appena mi alzavo dal letto (immagine rubata a Yehoshua) e chissà se la forma dei piedi non mi si sia un po' modificata (spero di no!)... Ciò detto, direi il tenente. Per come sta con i piedi (ancora!) per terra e la testa fra le nuvole, credo. Per come gli viene naturale astrarsi dal contesto che lo circonda, pur rimanendone partecipe. Direi il tenente, sì. Rispondo ancora a Silvia riguardo alle mie affinità con i personaggi. La premessa è che in tutti i personaggi, davvero, c’è parte di me: anche e soprattutto in quelli più lontani, almeno apparentemente, da me. Balbo, per esempio. Proprio perché mi è lontano, nel momento in cui scrivevo i brani che lo riguardavano ho cercato di mettermi nelle sue scarpe ogni mattina appena mi alzavo dal letto (immagine rubata a Yehoshua) e chissà se la forma dei piedi non mi si sia un po’ modificata (spero di no!)… Ciò detto, direi il tenente. Per come sta con i piedi (ancora!) per terra e la testa fra le nuvole, credo. Per come gli viene naturale astrarsi dal contesto che lo circonda, pur rimanendone partecipe. Direi il tenente, sì.

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Di: Rossella http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/comment-page-2/#comment-15591 Rossella Fri, 21 Dec 2007 08:14:45 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/#comment-15591 Non posso partecipare al dibattito su Ali di Sabbia in quanto non ho letto il libro nè conosco il suo autore. Grandi romanzi che intrecciano trame di guerra con altre vicende ce ne sono talmente tanti! Ultimamente sono state riempite tante pagine anche sui talebani e le tristi vicende che civilmente troviamo tutti inspiegabili e che ricordiamo a malincuore. Oriana Fallaci, per esempio, si è dedicata molto a quest'argomento: lo ha fatto da acuta intellettuale femminista, stranamente rispettata anche dalle correnti di pensiero dell'estrema destra che, probabilmente, ammirava in lei "la combattente". Alleanze maschili che peraltro vanno bene solo per qualche ora e solo nei salotti. Ma lei questo lo sapeva molto bene. Cordialmente Rossella Non posso partecipare al dibattito su Ali di Sabbia in quanto non ho letto il libro nè conosco il suo autore.
Grandi romanzi che intrecciano trame di guerra con altre vicende ce ne sono talmente tanti!
Ultimamente sono state riempite tante pagine anche sui talebani e le tristi vicende che civilmente troviamo tutti inspiegabili e che ricordiamo a malincuore.
Oriana Fallaci, per esempio, si è dedicata molto a quest’argomento: lo ha fatto da acuta intellettuale femminista, stranamente rispettata anche dalle correnti di pensiero dell’estrema destra che, probabilmente, ammirava in lei “la combattente”. Alleanze maschili che peraltro vanno bene solo per qualche ora e solo nei salotti. Ma lei questo lo sapeva molto bene.
Cordialmente
Rossella

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Di: Sergio Sozi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/comment-page-2/#comment-15565 Sergio Sozi Thu, 20 Dec 2007 23:45:53 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/#comment-15565 Ed evitiamo la guerra. E di rompere i Santissimi ai nostri connazionali in primis. Che se stiamo sempre a litigare, ci diamo la zappa sui piedi e ci carichiamo di un odio assurdo, cieco e mortifero. Scusatemi per la prolissita' Sergio P.S. Auguri, Letteratitudiniani! Ed evitiamo la guerra. E di rompere i Santissimi ai nostri connazionali in primis. Che se stiamo sempre a litigare, ci diamo la zappa sui piedi e ci carichiamo di un odio assurdo, cieco e mortifero.
Scusatemi per la prolissita’
Sergio
P.S.
Auguri, Letteratitudiniani!

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Di: Sergio Sozi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/comment-page-2/#comment-15563 Sergio Sozi Thu, 20 Dec 2007 23:42:57 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/#comment-15563 Oltretutto, ne' noi abbiamo chiesto scusa agli Sloveni per l'occupazione di tre anni, ne' loro a noi per i terribili giorni di Trieste. Iniziamo tutti a chiedere scusa, va', che per chiedere scusa non c'e' sempre tempo - come per pagare e per morire. Oltretutto, ne’ noi abbiamo chiesto scusa agli Sloveni per l’occupazione di tre anni, ne’ loro a noi per i terribili giorni di Trieste.
Iniziamo tutti a chiedere scusa, va’, che per chiedere scusa non c’e’ sempre tempo – come per pagare e per morire.

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Di: Sergio Sozi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/comment-page-2/#comment-15560 Sergio Sozi Thu, 20 Dec 2007 23:37:06 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/#comment-15560 Caro Valerio Aiolli, infatti io parlavo solo di chiedere scusa, non di ''risarcire'' stricto sensu. Un risarcimento almeno morale, sottintendevo. In ogni caso, le dominazioni novecentesche sono molto piu' vicine di quelle precedenti, oramai archiviate a causa del tempo. Intendo dire che purtroppo, mentre sarebbe impossibile chiedere agli Austriaci i danni dell'occupazione del Lombardo Veneto, dovremmo contrattare coi Libici un qualche risarcimento anche economico della nostra occupazione del loro territorio nazionale, essendo questo un crimine internazionale novecentesco italiano. Una cosa recente e direttamente dipendente dall'entita' statuale Italiana, non da uno Stato regionale precedente all'Unita', come e' il caso del Lombardo-Veneto. Ecco la differenza. Insomma, in soldoni: l'Austria non occupo' un pezzo di Italia, ma lo Stato Lombardo-Veneto; invece l'Italia occupo' la Libia. La stessa Italia di oggi che occupa la stessa Libia di oggi. Auguri Cari Sozi Caro Valerio Aiolli,
infatti io parlavo solo di chiedere scusa, non di ”risarcire” stricto sensu. Un risarcimento almeno morale, sottintendevo. In ogni caso, le dominazioni novecentesche sono molto piu’ vicine di quelle precedenti, oramai archiviate a causa del tempo. Intendo dire che purtroppo, mentre sarebbe impossibile chiedere agli Austriaci i danni dell’occupazione del Lombardo Veneto, dovremmo contrattare coi Libici un qualche risarcimento anche economico della nostra occupazione del loro territorio nazionale, essendo questo un crimine internazionale novecentesco italiano. Una cosa recente e direttamente dipendente dall’entita’ statuale Italiana, non da uno Stato regionale precedente all’Unita’, come e’ il caso del Lombardo-Veneto. Ecco la differenza.
Insomma, in soldoni: l’Austria non occupo’ un pezzo di Italia, ma lo Stato Lombardo-Veneto; invece l’Italia occupo’ la Libia. La stessa Italia di oggi che occupa la stessa Libia di oggi.
Auguri Cari
Sozi

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/comment-page-2/#comment-15545 Massimo Maugeri Thu, 20 Dec 2007 22:28:49 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/#comment-15545 Ringrazio moltissimo Valerio Aiolli per le ottime risposte fornite. Tra un po' pubblicherò un nuovo post, ma spero che il dibattito su questo libro possa ancora continuare. (Massimo Maugeri) Ringrazio moltissimo Valerio Aiolli per le ottime risposte fornite.
Tra un po’ pubblicherò un nuovo post, ma spero che il dibattito su questo libro possa ancora continuare.
(Massimo Maugeri)

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Di: Enrico Gregori http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/comment-page-2/#comment-15543 Enrico Gregori Thu, 20 Dec 2007 21:09:21 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/#comment-15543 @ didò: lo vuoi raccontare tutto il mio libro? li mortacci tua! :-) @ didò:
lo vuoi raccontare tutto il mio libro? li mortacci tua!
:-)

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Di: eventounico http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/comment-page-2/#comment-15536 eventounico Thu, 20 Dec 2007 20:21:54 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/#comment-15536 Non me ne parlare Francesco. Io sono costretto a leggere poche pagine al giorno altrimenti vado in ipertensione... Non me ne parlare Francesco. Io sono costretto a leggere poche pagine al giorno altrimenti vado in ipertensione…

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Di: francesco di domenico http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/comment-page-2/#comment-15535 francesco di domenico Thu, 20 Dec 2007 19:53:52 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/#comment-15535 @Massimo: scusa, era una comunicazione interna con Gregori. Mi sono sparato "Un the prima di morire" e sono ancora pieno d'adrenalina! @Massimo:
scusa, era una comunicazione interna con Gregori.
Mi sono sparato “Un the prima di morire” e sono ancora pieno d’adrenalina!

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Di: francesco di domenico http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/comment-page-2/#comment-15534 francesco di domenico Thu, 20 Dec 2007 19:49:11 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/#comment-15534 @Enrì, Sceicco inteso come Ras, come quel Mallory, che Dio l'abbia in gloria (sono sempre i migliori che se ne vanno, per fortuna s'è portato all'inferno pure il cane, non ho nulla contro i cani, sono loro che ce l'hanno con me quando alle cinque del mattino vado a portare in giro il mondo!). @Enrì,
Sceicco inteso come Ras, come quel Mallory, che Dio l’abbia in gloria (sono sempre i migliori che se ne vanno, per fortuna s’è portato all’inferno pure il cane, non ho nulla contro i cani, sono loro che ce l’hanno con me quando alle cinque del mattino vado a portare in giro il mondo!).

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Di: Enrico Gregori http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/comment-page-2/#comment-15531 Enrico Gregori Thu, 20 Dec 2007 19:16:36 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/#comment-15531 @ didò: fossi sceicco via del Tritone non mi vedrebbe nemmeno per lo shopping @ didò:
fossi sceicco via del Tritone non mi vedrebbe nemmeno per lo shopping

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Di: francesco di domenico http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/comment-page-2/#comment-15528 francesco di domenico Thu, 20 Dec 2007 19:04:07 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/#comment-15528 Oops...! Un altro ragnetto in trappola! Le tele che tesse Gregori attirano libellule, oltrechè mantidi! Spettegolare cara Rigo, e come se tu fossi inciampata e la pistola fosse caduta sulla scrivania di Enrico, se non è partito un colpo che l'ha freddato (per il sollievo dei suoi giovani inviati), ora l'arma è tra le sue mani: un'altra tacca sulla tastiera dello sceicco di via del Tritone! Oops…!
Un altro ragnetto in trappola!
Le tele che tesse Gregori attirano libellule, oltrechè mantidi!
Spettegolare cara Rigo, e come se tu fossi inciampata e la pistola fosse caduta sulla scrivania di Enrico, se non è partito un colpo che l’ha freddato (per il sollievo dei suoi giovani inviati), ora l’arma è tra le sue mani: un’altra tacca sulla tastiera dello sceicco di via del Tritone!

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Di: F. M. Rigo http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/comment-page-2/#comment-15525 F. M. Rigo Thu, 20 Dec 2007 18:41:58 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/#comment-15525 Io sono d'accordo con Enrico. Massimo si potrebbe avere un qualcosa su cui cazzeggiare un po'? Anche spettegolare se vi garba. Amo spettegolare ... dai facciamo scendere un po' questo livello così aulico, che ne so, potremmo parlare male della Mazzantini ))))). Io sono d’accordo con Enrico. Massimo si potrebbe avere un qualcosa su cui cazzeggiare un po’? Anche spettegolare se vi garba. Amo spettegolare … dai facciamo scendere un po’ questo livello così aulico, che ne so, potremmo parlare male della Mazzantini ))))).

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Di: francesco di domenico http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/comment-page-2/#comment-15521 francesco di domenico Thu, 20 Dec 2007 16:23:19 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/#comment-15521 Anche la copertina è molto bella...manca in sottofondo "Sotto le stelle del Jazz" di Paolo Conte, o "Potato Head Blues" di Louis Armstrong, che mi sembra quest'ultima sia del '39 ( i vecchi gerarconi se le sentivano di nascosto). Anche la copertina è molto bella…manca in sottofondo “Sotto le stelle del Jazz” di Paolo Conte, o “Potato Head Blues” di Louis Armstrong, che mi sembra quest’ultima sia del ‘39 ( i vecchi gerarconi se le sentivano di nascosto).

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Di: eventounico http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/comment-page-2/#comment-15506 eventounico Thu, 20 Dec 2007 14:15:51 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/#comment-15506 Come il nonno di Francesco, anche il mio fumava le Nazionali e mi mandava a comprarle. Al ritorno mi doveva una storia. Così cominciava a dire ogni volta di un posto diverso dell'Africa, quell'Africa dalla quale era ritornato con quattro doni: sordo, sposato per procura, decorato e con il rifiuto per la "tessera". L'ultimo dei doni gli sarebbe costato la degradazione da ufficiale a sottufficiale e l'inizio di una vita vagabonda. Pensare che quando portava mia madre a Ciampino, bambina, con i boccoli e gli occhi azzurri come una diva del cinema muto, tutti i suoi soldati la festeggiavano dicendo "è arrivata la figlia del capo". Grande uomo mio nonno. Come tutti quelli della sua generazione, partiti per la guerra ed in un modo o nell'altro anche tornati. Aveva visto la storia senza rendersene conto. L'unica consapevolezza era quella di essere diventato cittadino del mondo, essersi spogliato di quel provincialismo tutto italico. Tornando aveva ripreso ed intensificato le sue letture. Dante, tra i tanti, era il suo preferito e ne ricordava a mente l'intera opera. Io mi divertivo a provocarlo "Quando il settentrion del primo cielo, che..." e lui "né occaso mai seppe né orto né d'altra nebbia che di colpa velo, e che faceva lì ciascuno accorto di suo dover..." e così fino alla fine del Canto. Questa è stata la sua eredità. Nel breve estratto del libro, ma soprattutto nei commenti successivi di Valerio, ho ritrovato quella stessa lucidità, a stessa serena consapevolezza e forse mi è sembrato di avere ancora accanto mio nonno che mi raccontava la storia del suo volo. Come il nonno di Francesco, anche il mio fumava le Nazionali e mi mandava a comprarle.
Al ritorno mi doveva una storia. Così cominciava a dire ogni volta di un posto diverso dell’Africa, quell’Africa dalla quale era ritornato con quattro doni: sordo, sposato per procura, decorato e con il rifiuto per la “tessera”.
L’ultimo dei doni gli sarebbe costato la degradazione da ufficiale a sottufficiale e l’inizio di una vita vagabonda. Pensare che quando portava mia madre a Ciampino, bambina, con i boccoli e gli occhi azzurri come una diva del cinema muto, tutti i suoi soldati la festeggiavano dicendo “è arrivata la figlia del capo”. Grande uomo mio nonno. Come tutti quelli della sua generazione, partiti per la guerra ed in un modo o nell’altro anche tornati. Aveva visto la storia senza rendersene conto. L’unica consapevolezza era quella di essere diventato cittadino del mondo, essersi spogliato di quel provincialismo tutto italico. Tornando aveva ripreso ed intensificato le sue letture. Dante, tra i tanti, era il suo preferito e ne ricordava a mente l’intera opera. Io mi divertivo a provocarlo “Quando il settentrion del primo cielo, che…” e lui “né occaso mai seppe né orto né d’altra nebbia che di colpa velo, e che faceva lì ciascuno accorto di suo dover…” e così fino alla fine del Canto. Questa è stata la sua eredità.
Nel breve estratto del libro, ma soprattutto nei commenti successivi di Valerio, ho ritrovato quella stessa lucidità, a stessa serena consapevolezza e forse mi è sembrato di avere ancora accanto mio nonno che mi raccontava la storia del suo volo.

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Di: Valerio http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/comment-page-2/#comment-15501 Valerio Thu, 20 Dec 2007 13:17:33 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/#comment-15501 @ Simona: grazie per il giudizio sul titolo! Come mi è venuto... non lo so! Quando il romanzo (che avevo cominciato a scrivere dalla "sabbia") ha trovato un contrappeso nella storia del volo e nell'ultimo volo di Balbo, sono spuntate le "ali"... Tutto qui! @ Simona: grazie per il giudizio sul titolo! Come mi è venuto… non lo so! Quando il romanzo (che avevo cominciato a scrivere dalla “sabbia”) ha trovato un contrappeso nella storia del volo e nell’ultimo volo di Balbo, sono spuntate le “ali”… Tutto qui!

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Di: francesco di domenico http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/comment-page-2/#comment-15500 francesco di domenico Thu, 20 Dec 2007 13:14:55 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/#comment-15500 @Valerio Aiolli: complimenti! Confesso che ho avuto un attimo di paura prima d'inerpicarmi sulle tue parole. Oggi sembra che tutti debbano parteggiare, da un lato e dall'altro della storia o/e della politica. Sei riuscito a volare sulla storia in modo lieve. Al momento della fine dell'estratto mi sono sentito come se si fossero accese le luci in sala. La storia, comunque, la considero solo un pretesto, per raccontare storie; come quei nonni davanti alle cantine che ci mandavano ragazzini a comprare "le nazionali" e poi, per regalo ci raccontavano una storia, quasi sempre di guerra e di amori andati. A volte anche dei piccoli cantanti raccontano storie, io ti allego questo "stralcio" di storia, non è mio, ma come dice Massimo (Troisi) parafrasando Skarmeta/Neruda: "La poesia non è di chi la scrive, ma di chi la usa!" "Io sono un uomo/ tutti mi chiamano Joe Il Temerario/ faccio mille acrobazie col mio aeroplano e diecimila volte ho già toccato il cielo perchè come un falco io arrivo a tremila metri e poi mi butto giù in picchiata Ma che emozione ogni volta sfidare la vita rotolando nel cielo sopra il mio aeroplano Ma ogni sera resto solo, come stasera sono solo cosa dici andiamo al cinema/ magari a fare un volo ma perchè non sorridi? presto dammi un bacio, presto dammi un bacio.” Ron - Joe Il Temerario @Valerio Aiolli: complimenti!
Confesso che ho avuto un attimo di paura prima d’inerpicarmi sulle tue parole. Oggi sembra che tutti debbano parteggiare, da un lato e dall’altro della storia o/e della politica. Sei riuscito a volare sulla storia in modo lieve. Al momento della fine dell’estratto mi sono sentito come se si fossero accese le luci in sala. La storia, comunque, la considero solo un pretesto, per raccontare storie; come quei nonni davanti alle cantine che ci mandavano ragazzini a comprare “le nazionali” e poi, per regalo ci raccontavano una storia, quasi sempre di guerra e di amori andati.
A volte anche dei piccoli cantanti raccontano storie,
io ti allego questo “stralcio” di storia, non è mio, ma come dice Massimo (Troisi) parafrasando Skarmeta/Neruda: “La poesia non è di chi la scrive, ma di chi la usa!”

“Io sono un uomo/ tutti mi chiamano Joe Il Temerario/
faccio mille acrobazie col mio aeroplano
e diecimila volte ho già toccato il cielo
perchè come un falco io
arrivo a tremila metri e poi mi butto giù in picchiata
Ma che emozione ogni volta sfidare la vita
rotolando nel cielo sopra il mio aeroplano
Ma ogni sera resto solo, come stasera sono solo
cosa dici andiamo al cinema/ magari a fare un volo
ma perchè non sorridi?
presto dammi un bacio, presto dammi un bacio.”

Ron – Joe Il Temerario

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Di: Valerio http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/comment-page-2/#comment-15499 Valerio Thu, 20 Dec 2007 13:13:24 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/#comment-15499 @ Sergio: pur essendo d'accordo che dobbiamo in qualche modo emendarci per il nostro passato coloniale, non riesco a dar torto a Giorgio Bocca (sul cui antifascismo e anticolonialismo non si può discutere) quando qualche settimana fa sul Venerdì di Repubblica ha scritto che se dovessimo pretendere che ogni Stato riparasse ai "torti" (eufemismo) che ha prodotto decenni o secoli prima (in condizioni sociopolitiche del tutto differenti) ad altri Stati, non ne usciremmo più. La Storia è fatta di nefandezze che dobbiamo sforzarci di denunciare ed evitare, ma pagare i danni di guerra e di occupazione alla Libia - diceva Bocca - è solo un atto politico: ci conviene farlo per motivi geo-energetici e lo facciamo, va bene così. Nulla più. Altrimenti perché non chiedere i danni all'Austria per l'occupazione del Lombardo-Veneto? E' dura real-politik, purtroppo, ma temo abbia ragione. @ Sergio: pur essendo d’accordo che dobbiamo in qualche modo emendarci per il nostro passato coloniale, non riesco a dar torto a Giorgio Bocca (sul cui antifascismo e anticolonialismo non si può discutere) quando qualche settimana fa sul Venerdì di Repubblica ha scritto che se dovessimo pretendere che ogni Stato riparasse ai “torti” (eufemismo) che ha prodotto decenni o secoli prima (in condizioni sociopolitiche del tutto differenti) ad altri Stati, non ne usciremmo più. La Storia è fatta di nefandezze che dobbiamo sforzarci di denunciare ed evitare, ma pagare i danni di guerra e di occupazione alla Libia – diceva Bocca – è solo un atto politico: ci conviene farlo per motivi geo-energetici e lo facciamo, va bene così. Nulla più. Altrimenti perché non chiedere i danni all’Austria per l’occupazione del Lombardo-Veneto? E’ dura real-politik, purtroppo, ma temo abbia ragione.

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Di: Valerio http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/comment-page-2/#comment-15498 Valerio Thu, 20 Dec 2007 13:03:15 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/#comment-15498 @ Massimo (3/3): le recensioni. Su Paccagnini (meglio la resa delle parti private rispetto a quelle pubbliche) sinceramente non sono d'accordo. Penso che il libro abbia diversi stili al suo interno, per cui magari si presta ad analisi del tipo "questa parte sì, quast'altra no", un po' come accade quasi sempre per i libri di racconti: rarissimo che ci piacciano proprio tutti i racconti di una raccolta. Ma a chi li ha scritti ovviamente sì, altrimenti non li avrebbe inseriti. Paccagnini poi mi aveva già un po' catalogato così (autore particolarmente dotato per gli "interni") in una recensione a un mio precedente libro ("Luce profuga") e si sa che i critici sono affezionati alle loro etichette... (Preciso com'è, mi ha sorpreso che un lapzus gli abbia fatto confondere Italo con Cesare Balbo, uomo dell'Ottocento, refuso disgraziatamente riportato anche nel titolo del pezzo.) Quanto a Pent: mah, non so che dire. Amo molto Pratolini per la capacità di entrare sottopelle ai suoi personaggi senza apparenti artifici letterari, ma non mi sento un difensore né tanto meno uno sponsor di alcunché. La piccola borghesia dei tempi di Pratolini, lo dice anche Pent, non esiste più. In "Ali di sabbia" forse l'ho resuscitata (il personaggio di Lucia) ma non per cantarne le lodi, piuttosto per metterne in evidenza le ambiguità, le rimozioni. Quindi sono onorato dal paragone, ma non lo trovo del tutto pertinente. @ Massimo (3/3): le recensioni. Su Paccagnini (meglio la resa delle parti private rispetto a quelle pubbliche) sinceramente non sono d’accordo. Penso che il libro abbia diversi stili al suo interno, per cui magari si presta ad analisi del tipo “questa parte sì, quast’altra no”, un po’ come accade quasi sempre per i libri di racconti: rarissimo che ci piacciano proprio tutti i racconti di una raccolta. Ma a chi li ha scritti ovviamente sì, altrimenti non li avrebbe inseriti. Paccagnini poi mi aveva già un po’ catalogato così (autore particolarmente dotato per gli “interni”) in una recensione a un mio precedente libro (“Luce profuga”) e si sa che i critici sono affezionati alle loro etichette… (Preciso com’è, mi ha sorpreso che un lapzus gli abbia fatto confondere Italo con Cesare Balbo, uomo dell’Ottocento, refuso disgraziatamente riportato anche nel titolo del pezzo.)
Quanto a Pent: mah, non so che dire. Amo molto Pratolini per la capacità di entrare sottopelle ai suoi personaggi senza apparenti artifici letterari, ma non mi sento un difensore né tanto meno uno sponsor di alcunché. La piccola borghesia dei tempi di Pratolini, lo dice anche Pent, non esiste più. In “Ali di sabbia” forse l’ho resuscitata (il personaggio di Lucia) ma non per cantarne le lodi, piuttosto per metterne in evidenza le ambiguità, le rimozioni. Quindi sono onorato dal paragone, ma non lo trovo del tutto pertinente.

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Di: Valerio http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/comment-page-2/#comment-15497 Valerio Thu, 20 Dec 2007 12:44:05 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/#comment-15497 @ Massimo (2/3): quando mi chiedi su che cosa mi sono basato per caratterizzare i personaggi, immagino tu ti riferisca in particolare a Italo Balbo. Be' ovviamente ho letto le più importanti biografie scritte su di lui. Il problema in questi casi - e vale anche per tutto ciò che si legge nel corso delle ricerche - è che a un certo punto devi dimenticare ciò che hai letto e partire con l'invenzione, con l'immaginazione. Altrimenti finisci per scrivere un altro saggio travestito da romanzo. A me ha aiutato in questo senso la lunga gestazione del libro, o meglio forse ho avuto una lunga gestazione proprio al fine di superare quel problema. Fatto sta che l'immaginazione si è messa in moto piano piano e a un certo punto si è confusa con la memoria di ciò che avevo letto. Alla fine magari ho fatto dei riscontri per evitare gli anacronismi più evidenti, ma mentre scrivevo avevo questa necessità di essere libero dai lacci della Storia. Per me poi immaginazione e memoria sono due facce della stessa medaglia, e a volte non so bene quale faccia sto guardando. Credo che il processo di formazione e rivisitazione dei ricordi (anche dei ricordi di ciò che abbiamo letto) abbia molto a che fare con le nostre capacità immaginative. Il mio primo libro ("Io e mio fratello") è fondato su una base di ricordi della primissima infanzia su cui sono fioriti episodi di pura invenzione: a volte ho l'impressione che siano più veri i secondi dei primi, e comunque non mi è ormai facilissimo distinguerli gli uni dagli altri. Per concludere: mentre scrivevo "sentivo" Balbo e gli altri personaggi con quella intensità che serve per poter scrivere (poi sui risultati ciascuno avrà i suoi gusti...) @ Massimo (2/3): quando mi chiedi su che cosa mi sono basato per caratterizzare i personaggi, immagino tu ti riferisca in particolare a Italo Balbo. Be’ ovviamente ho letto le più importanti biografie scritte su di lui. Il problema in questi casi – e vale anche per tutto ciò che si legge nel corso delle ricerche – è che a un certo punto devi dimenticare ciò che hai letto e partire con l’invenzione, con l’immaginazione. Altrimenti finisci per scrivere un altro saggio travestito da romanzo. A me ha aiutato in questo senso la lunga gestazione del libro, o meglio forse ho avuto una lunga gestazione proprio al fine di superare quel problema. Fatto sta che l’immaginazione si è messa in moto piano piano e a un certo punto si è confusa con la memoria di ciò che avevo letto. Alla fine magari ho fatto dei riscontri per evitare gli anacronismi più evidenti, ma mentre scrivevo avevo questa necessità di essere libero dai lacci della Storia. Per me poi immaginazione e memoria sono due facce della stessa medaglia, e a volte non so bene quale faccia sto guardando. Credo che il processo di formazione e rivisitazione dei ricordi (anche dei ricordi di ciò che abbiamo letto) abbia molto a che fare con le nostre capacità immaginative. Il mio primo libro (“Io e mio fratello”) è fondato su una base di ricordi della primissima infanzia su cui sono fioriti episodi di pura invenzione: a volte ho l’impressione che siano più veri i secondi dei primi, e comunque non mi è ormai facilissimo distinguerli gli uni dagli altri. Per concludere: mentre scrivevo “sentivo” Balbo e gli altri personaggi con quella intensità che serve per poter scrivere (poi sui risultati ciascuno avrà i suoi gusti…)

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Di: Valerio http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/comment-page-2/#comment-15496 Valerio Thu, 20 Dec 2007 12:28:33 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/#comment-15496 @ Massimo (1/3): l'epistolario dei fratelli Garrone è un libro Garzanti pubblicato negli anni '70, ormai fuori catalogo, che trovai nel 1995 o giù di lì in un negozio di libri a metà prezzo. A parte la storia di Tarhuna - che è narrata quasi di straforo, come documento di cronaca a fini di documentazione militare - emerge da tutte le loro lettere lo spirito di quella generazione di italiani (i figli della buona borghesia) che aderirono coscientemente alla Grande Guerra per l'ideale della Patria. Odio anch'io le maiuscole, trovo che il concetto di Patria in un mondo sempre più globalizzato andrebbe ridiscusso, ma non posso nascondermi che quei sentimenti sono esistiti, ce li avevano i nostri nonni, e che conoscerli dall'interno (leggendoli o raccontandoli) possa essere utile a comprendere meglio il cammino che stiamo facendo giorno per giorno. Fermo restando che la stragrande maggioranza dei nostri soldati furono contadini mandati al macello, e che non c'è motivazione che tenga per giustificare obbrobri di questo tipo. @ Massimo (1/3): l’epistolario dei fratelli Garrone è un libro Garzanti pubblicato negli anni ‘70, ormai fuori catalogo, che trovai nel 1995 o giù di lì in un negozio di libri a metà prezzo. A parte la storia di Tarhuna – che è narrata quasi di straforo, come documento di cronaca a fini di documentazione militare – emerge da tutte le loro lettere lo spirito di quella generazione di italiani (i figli della buona borghesia) che aderirono coscientemente alla Grande Guerra per l’ideale della Patria. Odio anch’io le maiuscole, trovo che il concetto di Patria in un mondo sempre più globalizzato andrebbe ridiscusso, ma non posso nascondermi che quei sentimenti sono esistiti, ce li avevano i nostri nonni, e che conoscerli dall’interno (leggendoli o raccontandoli) possa essere utile a comprendere meglio il cammino che stiamo facendo giorno per giorno. Fermo restando che la stragrande maggioranza dei nostri soldati furono contadini mandati al macello, e che non c’è motivazione che tenga per giustificare obbrobri di questo tipo.

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Di: Valerio http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/comment-page-2/#comment-15494 Valerio Thu, 20 Dec 2007 12:12:36 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/#comment-15494 @ Gianfranco: per il regista avrei una rosa di nomi. Giuseppe Tornatore e Bernardo Bertolucci perché nonostante il continuo rischio di cadere nel kitsch, sono fra i pochi in grado di filmare situazioni epiche. Gianni Amelio perché riesce meglio di altri a collocare i personaggi all'interno di un paesaggio. Saverio Costanzo perché mi è molto piaciuto come nel suo primo film ("Private") rendeva il contrasto tra ambiente militare e vita civile. Matteo Garrone per come riesce a rendere quotidiane le situazioni estreme. Se hai altri suggerimenti... @ Gianfranco: per il regista avrei una rosa di nomi. Giuseppe Tornatore e Bernardo Bertolucci perché nonostante il continuo rischio di cadere nel kitsch, sono fra i pochi in grado di filmare situazioni epiche. Gianni Amelio perché riesce meglio di altri a collocare i personaggi all’interno di un paesaggio. Saverio Costanzo perché mi è molto piaciuto come nel suo primo film (“Private”) rendeva il contrasto tra ambiente militare e vita civile. Matteo Garrone per come riesce a rendere quotidiane le situazioni estreme. Se hai altri suggerimenti…

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Di: Silvia Leonardi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/comment-page-2/#comment-15493 Silvia Leonardi Thu, 20 Dec 2007 12:06:35 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/#comment-15493 Grazie per la tua risposta Valerio. Quella di volare via è una sensazione molto comune, credo che chiunque l'abbia provata in particolari momenti della propria esistenza, proprio come il tuo tenente. Ed è un sentire affascinante -anche solo a immaginarlo- quell'ipotetico volo al di fuori di noi. Grazie per la tua risposta Valerio. Quella di volare via è una sensazione molto comune, credo che chiunque l’abbia provata in particolari momenti della propria esistenza, proprio come il tuo tenente. Ed è un sentire affascinante -anche solo a immaginarlo- quell’ipotetico volo al di fuori di noi.

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Di: Valerio http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/comment-page-2/#comment-15492 Valerio Thu, 20 Dec 2007 12:01:51 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/#comment-15492 Eccomi! Provo a dare un po' di risposte singole, altrimento temo di incartarmi. @ Silvia: in effetti non ero un appassionato della storia del volo, ma mi sono imbattuto in alcune ricerche che un po' la raccontavano, ancora prima di iniziare a lavorare al libro, e mi sono appassionato: c'era una carrellata micidiale di fallimenti che punteggiava tutto l'Ottocento, persone sparse per il mondo che avevano dato fondo a tutte le proprie energie e spesso ci avevano rimesso le penne. Insomma mi intrigava il modo in cui si era arrivati a questa invenzione così a tutt'oggi per me incredibile delle macchine volanti: un "individualismo collettivo" geniale e allo stesso tempo goffo, a volte cialtrone. E poi tutto sparito, tutti dimenticati nel momento in cui i fratelli Wright ce la fecero davvero. Il mio tenente "perso" in Libia sogna, pensa con una specie di ironica tenerezza a questi uomini liberi e coraggiosi mentre è in qualche modo prigioniero delle atrocità della guerra a cui sta partecipando. Anche lui forse vorrebbe volare via, ma non può. Eccomi! Provo a dare un po’ di risposte singole, altrimento temo di incartarmi.
@ Silvia: in effetti non ero un appassionato della storia del volo, ma mi sono imbattuto in alcune ricerche che un po’ la raccontavano, ancora prima di iniziare a lavorare al libro, e mi sono appassionato: c’era una carrellata micidiale di fallimenti che punteggiava tutto l’Ottocento, persone sparse per il mondo che avevano dato fondo a tutte le proprie energie e spesso ci avevano rimesso le penne. Insomma mi intrigava il modo in cui si era arrivati a questa invenzione così a tutt’oggi per me incredibile delle macchine volanti: un “individualismo collettivo” geniale e allo stesso tempo goffo, a volte cialtrone. E poi tutto sparito, tutti dimenticati nel momento in cui i fratelli Wright ce la fecero davvero. Il mio tenente “perso” in Libia sogna, pensa con una specie di ironica tenerezza a questi uomini liberi e coraggiosi mentre è in qualche modo prigioniero delle atrocità della guerra a cui sta partecipando. Anche lui forse vorrebbe volare via, ma non può.

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Di: Sergio Sozi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/comment-page-2/#comment-15488 Sergio Sozi Thu, 20 Dec 2007 11:21:19 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/#comment-15488 Grazie, Dido', Tanti Auguri anche a te da un semplice, solo e convintamente Italiano. Sergio Grazie, Dido’,
Tanti Auguri anche a te da un semplice, solo e convintamente Italiano.
Sergio

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Di: Sergio Sozi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/comment-page-2/#comment-15487 Sergio Sozi Thu, 20 Dec 2007 11:20:18 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/#comment-15487 Grazie, Silvia, naturalmente la mia ''condivisione'' non significa perdita dell'appartenenza e dell'identita'. Condividere umanamente per me vuol dire restare se stessi e aggiungere altro, non perdere quel che si e'. Cosi' si cresce e non ci si estranea. Tuo Sergio Grazie, Silvia,
naturalmente la mia ”condivisione” non significa perdita dell’appartenenza e dell’identita’. Condividere umanamente per me vuol dire restare se stessi e aggiungere altro, non perdere quel che si e’. Cosi’ si cresce e non ci si estranea.
Tuo
Sergio

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Di: francesco di domenico http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/comment-page-2/#comment-15485 francesco di domenico Thu, 20 Dec 2007 09:59:08 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/#comment-15485 State ancora dormendo pelandroni, bene! Dimenticavo, mio nonno andò in Spagna nel '36 a combattere per Franco, aveva bisogno di soldi, forse era pure un po' fascista. Torno con il sangue "negli occhi" (raccontava mia nonna), si iscrisse al Partito Socialista e bevve tanto di quell'olio di ricino da non riprendere più peso. La guerra è anche questo, scontro di passioni, catartiche avventure, sentimenti aggrovigliati come reti sulla spiaggia di Procida: è schifosamente letteraria! State ancora dormendo pelandroni, bene!
Dimenticavo, mio nonno andò in Spagna nel ‘36 a combattere per Franco, aveva bisogno di soldi, forse era pure un po’ fascista. Torno con il sangue “negli occhi” (raccontava mia nonna), si iscrisse al Partito Socialista e bevve tanto di quell’olio di ricino da non riprendere più peso.
La guerra è anche questo, scontro di passioni, catartiche avventure, sentimenti aggrovigliati come reti sulla spiaggia di Procida: è schifosamente letteraria!

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Di: francesco di domenico http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/comment-page-2/#comment-15478 francesco di domenico Thu, 20 Dec 2007 09:31:59 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/#comment-15478 Carissimi, non ho letto niente e chiedo scusa, ho zompettato tra le righe, sono ansioso di leggere, quantomeno, lo stralcio di Valerio Aiolli; non bisogna lacsiare nessuna fessura scoperta nella storia e "La Libia" è un pezzo di "crepa" importante nel muro storico italiano. Sono interessato, anche perchè anch'io sto scrivendo qualcosa che riguarda una guerra recente, ma questo si svelerà nel 2008. Interessante quando Gregori è interessante, ma ha ragione lui, noi del '54... Scopro tanti frontalieri, altri triestini su un blog italo-siculo-partenopeo-e-parte-no! A loro dedico queste parole che ho inviato di buon mattino all'emigrante che tutti vorrebbero accogliere nella propria terra: Sergio sozi. Il privato per me è sempre stato pubblico: Carissimo Sergio, oggi crolla la frontiera jugoslava. Auguri, cade il ‘900, crollano le barriere che hanno diviso le genti con artificio, Guelfi e Ghibellini, Capuleti e Montecchi, rossi e neri. Per i popoli non sono mai esistite; per la politica che ha sempre messo le genti in bilancia, vendendo le culture come insalata al mercato, si. Ricordo, nei miei 13 mesi a Cervignano del Friuli, quella serena convivenza trinciata dai muri, gli amori misti e noi soldati del sud meravigliati da quello shaker di anime quando in borghese si passava clandestinamente per comprar sigarette e sentire l’odore dell’est. Continueremo ad essere Furlàn, Slavi, Siculi, Partenopei: le culture si difendono da sole, non c’è bisogno di barriere. Carissimi,
non ho letto niente e chiedo scusa, ho zompettato tra le righe, sono ansioso di leggere, quantomeno, lo stralcio di Valerio Aiolli; non bisogna lacsiare nessuna fessura scoperta nella storia e “La Libia” è un pezzo di “crepa” importante nel muro storico italiano.
Sono interessato, anche perchè anch’io sto scrivendo qualcosa che riguarda una guerra recente, ma questo si svelerà nel 2008.
Interessante quando Gregori è interessante, ma ha ragione lui, noi del ‘54…
Scopro tanti frontalieri,
altri triestini su un blog italo-siculo-partenopeo-e-parte-no! A loro dedico queste parole che ho inviato di buon mattino all’emigrante che tutti vorrebbero accogliere nella propria terra: Sergio sozi.
Il privato per me è sempre stato pubblico:

Carissimo Sergio,
oggi crolla la frontiera jugoslava.
Auguri, cade il ‘900, crollano le barriere che hanno diviso le genti con artificio, Guelfi e Ghibellini, Capuleti e Montecchi, rossi e neri. Per i popoli non sono mai esistite; per la politica che ha sempre messo le genti in bilancia, vendendo le culture come insalata al mercato, si. Ricordo, nei miei 13 mesi a Cervignano del Friuli, quella serena convivenza trinciata dai muri, gli amori misti e noi soldati del sud meravigliati da quello shaker di anime quando in borghese si passava clandestinamente per comprar sigarette e sentire l’odore dell’est. Continueremo ad essere Furlàn, Slavi, Siculi, Partenopei: le culture si difendono da sole, non c’è bisogno di barriere.

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Di: Silvia Leonardi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/comment-page-2/#comment-15476 Silvia Leonardi Thu, 20 Dec 2007 09:27:06 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/#comment-15476 Gianfranco, hai ragione, aspettiamo le risposte alle domande già fatte. Ma se posso, per quando Valerio avrà risposto a tutti, ne ho una da fargli. Vorrei sapere quale personaggio del suo libro sente più affine a se stesso e perchè. @ sergio "La guerra e’ pazzia come la violenza" e "Condividere e’ l’unica via per non morire." Mi sei piaciuto! Gianfranco, hai ragione, aspettiamo le risposte alle domande già fatte.
Ma se posso, per quando Valerio avrà risposto a tutti, ne ho una da fargli.
Vorrei sapere quale personaggio del suo libro sente più affine a se stesso e perchè.

@ sergio
“La guerra e’ pazzia come la violenza” e “Condividere e’ l’unica via per non morire.”
Mi sei piaciuto!

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Di: Simona http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/comment-page-2/#comment-15472 Simona Thu, 20 Dec 2007 08:07:21 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/#comment-15472 Caro Massimo, Cari tutti sulla letteratura di guerra vorrei segnalarvi "Suite francese" della scrittrice ebrea Irène Nemirovksy, morta tragicamente in un campo di sterminio nazista. Nei mesi che precedettero la deportazione scrisse febbrilmente il suo romanzo, accovacciata a terra in attesa dell'allarme, tra le coperte dei rifugi dove aspettava l'alba, acquattata sotto cespugliame gelido per nascondersi agli occhi dei persecutori. Ecco. Noi non siamo - grazie a Dio - figli della guerra. E i racconti dei nonni ci sembrano quasi favole lontane, mai accadute. Eppure. Leggendo queste pagine la precarietà degli ultimi istanti, le tempie che pulsano di paura, il nascondersi febbrile come animale che non voglia essere stanato, ti assalgono. E allora pensi che ci sono altre realtà - non lontano da qui - in cui tutto questo ancora accade.In cui l'attualità di quelle pagine rubate alla morte serpeggia tra mine anti uomo e fiaccole che accendono le notti. Un libro sulla guerra è ancora attualissimo. Questo che tu ci proponi, Massimo, è intensissimo, abbagliante. Lo leggerò sicuramente. @ Valerio Aiolii: il titolo è bellissimo. Fa pensare a un uccello strano che solleva polveroni aridi. Come ti è venuto? Complimenti! @letteratitudine: Auguri a tutti di un felicissimo Natale!!! Caro Massimo,
Cari tutti
sulla letteratura di guerra vorrei segnalarvi “Suite francese” della scrittrice ebrea Irène Nemirovksy, morta tragicamente in un campo di sterminio nazista.
Nei mesi che precedettero la deportazione scrisse febbrilmente il suo romanzo, accovacciata a terra in attesa dell’allarme, tra le coperte dei rifugi dove aspettava l’alba, acquattata sotto cespugliame gelido per nascondersi agli occhi dei persecutori.
Ecco. Noi non siamo – grazie a Dio – figli della guerra. E i racconti dei nonni ci sembrano quasi favole lontane, mai accadute.
Eppure.
Leggendo queste pagine la precarietà degli ultimi istanti, le tempie che pulsano di paura, il nascondersi febbrile come animale che non voglia essere stanato, ti assalgono.
E allora pensi che ci sono altre realtà – non lontano da qui – in cui tutto questo ancora accade.In cui l’attualità di quelle pagine rubate alla morte serpeggia tra mine anti uomo e fiaccole che accendono le notti.
Un libro sulla guerra è ancora attualissimo.
Questo che tu ci proponi, Massimo, è intensissimo, abbagliante.
Lo leggerò sicuramente.
@ Valerio Aiolii: il titolo è bellissimo. Fa pensare a un uccello strano che solleva polveroni aridi. Come ti è venuto? Complimenti!
@letteratitudine: Auguri a tutti di un felicissimo Natale!!!

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Di: Gianfranco http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/comment-page-2/#comment-15460 Gianfranco Thu, 20 Dec 2007 01:48:18 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/#comment-15460 Ottimo Sergio, Ottimo Massimo, Ottimi tutti, io vorrei aspettare le risposte dell'artista alle varie domande che abbiamo posto, prima di riavviare il secondo binario del dibattito. Abbiamo la fortuna di averlo tra noi, ascoltiamolo... quando ci ricapita? Ascoltiamo... Intanto, vi ringrazio molto per il leale e fertile confronto. **** E ora, pardon, vado totalmente OT. Pardon. Canzone in mente da due ore e mezza. Mannaggia. http://it.youtube.com/watch?v=wLyLk7Q4JFs Ottimo Sergio, Ottimo Massimo, Ottimi tutti,

io vorrei aspettare le risposte dell’artista alle varie domande che abbiamo posto, prima di riavviare il secondo binario del dibattito.
Abbiamo la fortuna di averlo tra noi, ascoltiamolo…
quando ci ricapita? Ascoltiamo…
Intanto, vi ringrazio molto per il leale e fertile confronto.

****

E ora, pardon, vado totalmente OT. Pardon. Canzone in mente da due ore e mezza. Mannaggia. http://it.youtube.com/watch?v=wLyLk7Q4JFs

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Di: Sergio Sozi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/comment-page-2/#comment-15459 Sergio Sozi Thu, 20 Dec 2007 01:18:35 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/#comment-15459 Volevo dire che il dolore nostro attuale per la perdita di territori a maggioranza italiana - quelli che hai citato, Franco, concordo - io questo dolore lo considero inferiore a quello che avemmo in quei territori e in tutta la Patria dal ‘46 al ‘54. Dolore che io da uomo-italiano condivido con dalmati, istriani e carnerini italiani e che come solo-uomo condivido con sloveni occupati dagli italiani (la Provincia di Lubiana: 1941-’43) e altre vittime del nazifascismo. Il mio dolore e’ doppio, perche’ due sono i Popoli che si sono occupati a vicenda (i famigerati trenta giorni di Trieste iugoslava e i tre anni appena citati della Slovenia italo-tedesca, ma soprattutto italiana, che Lubiana era sottoposta al comando delle nostre truppe). Dobbiamo iniziare a vedere il dolore di tutte le parti in gioco. E lasciare le cose come stanno. Il tempo guarira’ le nostre ferite, se eviteremo di praticarcene a vicenda altre. Ma ora hai ragione, Franco. Parliamo del libro e della Libia. Il libro mi sembra interessante e documentato, ma non l'ho letto integralmente. Dunque parlero' piuttosto della Libia. Un Paese che stette quasi mezzo millennio (fino a meta Cinquecento) sotto ai Normanni di Sicilia e che poi venne occupato con guerra d'aggressione da noi (governo liberale di Giolitti) nel 1911. Fine occupazione per via della sconfitta con gli Inglesi nel 1943. Potevamo forse vantare qualche pretesa culturale, etnica o economica sulla Libia, noi, nel 1911? Nessuna, ovviamente. Nessuna. Fu una guerra coloniale pura e semplice, che ancora non abbiamo risarcito in alcun modo - e dovremmo averlo fatto da decenni. Pertanto, io, da Italiano, mi vergogno dell’occupazione libica (Tripolitania e Cirenaica), di quella del Dodecaneso, dell'occupazione dell’Africa Orientale Italiana. Sono orgoglioso invece della mia Nazionalita’ perche’ l’Italia e’ il Medioevo e l’antichita’ greco-romana, e anche quella precedente - quella italica. Perche' non rompiamo piu' le scatole a nessuno nel mondo, anzi esportiamo pacificamente cultura (anche libri). Infatti, l'Ottocento e il Novecento sono il ''presente'' - altro che nuovo millennio! - e il presente pero' purtroppo non esiste, per la coscienza italiana e per me personalmente. Il futuro forse esistera’ se capiremo di non esistere oggi e andremo a cogliere l'Antichita' e il Medioevo che sono in noi. Eterni. Volevo dire che il dolore nostro attuale per la perdita di territori a maggioranza italiana – quelli che hai citato, Franco, concordo – io questo dolore lo considero inferiore a quello che avemmo in quei territori e in tutta la Patria dal ‘46 al ‘54. Dolore che io da uomo-italiano condivido con dalmati, istriani e carnerini italiani e che come solo-uomo condivido con sloveni occupati dagli italiani (la Provincia di Lubiana: 1941-’43) e altre vittime del nazifascismo. Il mio dolore e’ doppio, perche’ due sono i Popoli che si sono occupati a vicenda (i famigerati trenta giorni di Trieste iugoslava e i tre anni appena citati della Slovenia italo-tedesca, ma soprattutto italiana, che Lubiana era sottoposta al comando delle nostre truppe).
Dobbiamo iniziare a vedere il dolore di tutte le parti in gioco. E lasciare le cose come stanno. Il tempo guarira’ le nostre ferite, se eviteremo di praticarcene a vicenda altre.
Ma ora hai ragione, Franco. Parliamo del libro e della Libia. Il libro mi sembra interessante e documentato, ma non l’ho letto integralmente. Dunque parlero’ piuttosto della Libia. Un Paese che stette quasi mezzo millennio (fino a meta Cinquecento) sotto ai Normanni di Sicilia e che poi venne occupato con guerra d’aggressione da noi (governo liberale di Giolitti) nel 1911. Fine occupazione per via della sconfitta con gli Inglesi nel 1943. Potevamo forse vantare qualche pretesa culturale, etnica o economica sulla Libia, noi, nel 1911? Nessuna, ovviamente. Nessuna. Fu una guerra coloniale pura e semplice, che ancora non abbiamo risarcito in alcun modo – e dovremmo averlo fatto da decenni.
Pertanto, io, da Italiano, mi vergogno dell’occupazione libica (Tripolitania e Cirenaica), di quella del Dodecaneso, dell’occupazione dell’Africa Orientale Italiana.
Sono orgoglioso invece della mia Nazionalita’ perche’ l’Italia e’ il Medioevo e l’antichita’ greco-romana, e anche quella precedente – quella italica. Perche’ non rompiamo piu’ le scatole a nessuno nel mondo, anzi esportiamo pacificamente cultura (anche libri). Infatti, l’Ottocento e il Novecento sono il ”presente” – altro che nuovo millennio! – e il presente pero’ purtroppo non esiste, per la coscienza italiana e per me personalmente. Il futuro forse esistera’ se capiremo di non esistere oggi e andremo a cogliere l’Antichita’ e il Medioevo che sono in noi. Eterni.

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Di: Sergio Sozi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/comment-page-2/#comment-15458 Sergio Sozi Thu, 20 Dec 2007 00:26:19 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/#comment-15458 Enrico, dal 1954 Trieste e' tornata a far parte della Madrepatria. Non e' la felicita' ma e' almeno il ritorno a casa. Con tutti i dispiaceri che ne conseguono. Ma a casa propria e con la propria famiglia. Cio' non toglie che una bella scusa anche noi italiani la dovremmo ufficialmente chiedere alle autorita' slovene, prima o poi, per via della nostra occupazione della Slovenia nel periodo 1941-'43. La questione dei trecentomila italiani che lasciarono Istria Dalmazia e Carnaro, invece, purtroppo e' piu' complicata da risolvere per vie diplomatiche trilaterali. Resta la tutela della nostra attuale minoranza in Croazia e Slovenia (circa trentamila anime) da migliorare e perseguire. Comunque non stanno malissimo, i nostri connazionali, con il bilinguismo che invece viene negato a Trieste alla minoranza slovena. Poi non dimentichiamoci la partecipazione attiva delle diverse Nazioni slave alla lotta antifascista. Un merito che va riconosciuto, nonostante la persecuzione degli Italiani di quelle zone. In fondo la guerra l'avevamo provocata noi e i Tedeschi, mica gli slavi, no? Qualche colpa l'avremo pure. Enrico,
dal 1954 Trieste e’ tornata a far parte della Madrepatria. Non e’ la felicita’ ma e’ almeno il ritorno a casa. Con tutti i dispiaceri che ne conseguono. Ma a casa propria e con la propria famiglia. Cio’ non toglie che una bella scusa anche noi italiani la dovremmo ufficialmente chiedere alle autorita’ slovene, prima o poi, per via della nostra occupazione della Slovenia nel periodo 1941-’43.
La questione dei trecentomila italiani che lasciarono Istria Dalmazia e Carnaro, invece, purtroppo e’ piu’ complicata da risolvere per vie diplomatiche trilaterali. Resta la tutela della nostra attuale minoranza in Croazia e Slovenia (circa trentamila anime) da migliorare e perseguire. Comunque non stanno malissimo, i nostri connazionali, con il bilinguismo che invece viene negato a Trieste alla minoranza slovena.
Poi non dimentichiamoci la partecipazione attiva delle diverse Nazioni slave alla lotta antifascista. Un merito che va riconosciuto, nonostante la persecuzione degli Italiani di quelle zone. In fondo la guerra l’avevamo provocata noi e i Tedeschi, mica gli slavi, no? Qualche colpa l’avremo pure.

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/comment-page-2/#comment-15454 Massimo Maugeri Wed, 19 Dec 2007 23:15:40 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/#comment-15454 @ Valerio Aiolli: Su Tuttolibri de "La Stampa" del 17 novembre, Sergio Pent ti accosta "al Pratolini di <em>Cronaca familiare</em> o <em>Un eroe del nostro tempo</em>, con quel minimalismo ante litteram che difendeva e sponsorizzava i valori della borghesia". Ti ci ritrovi in questo accostamento? Ti piace? @ Valerio Aiolli:
Su Tuttolibri de “La Stampa” del 17 novembre, Sergio Pent ti accosta “al Pratolini di Cronaca familiare o Un eroe del nostro tempo, con quel minimalismo ante litteram che difendeva e sponsorizzava i valori della borghesia”.
Ti ci ritrovi in questo accostamento?
Ti piace?

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/comment-page-2/#comment-15451 Massimo Maugeri Wed, 19 Dec 2007 23:10:34 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/#comment-15451 @ Valerio Aiolli: Sul "Corriere della Sera" del 28 ottobre Ermanno Paccagnini si esprime in termini lusinghieri su questo tuo libro; però - a un certo punto - sostiene che sei riuscito "meglio nella resa del privato" rispetto al "pubblico". Ritieni che possa avere un po' di ragione? @ Valerio Aiolli:
Sul “Corriere della Sera” del 28 ottobre Ermanno Paccagnini si esprime in termini lusinghieri su questo tuo libro; però – a un certo punto – sostiene che sei riuscito “meglio nella resa del privato” rispetto al “pubblico”.
Ritieni che possa avere un po’ di ragione?

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/comment-page-2/#comment-15450 Massimo Maugeri Wed, 19 Dec 2007 23:06:28 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/#comment-15450 @ Gianfranco, Sergio, Enrico (e gli altri): Continuate pure quell'altro "filone" di dibattito. Lo trovo interessante. @ Gianfranco, Sergio, Enrico (e gli altri):
Continuate pure quell’altro “filone” di dibattito. Lo trovo interessante.

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/comment-page-2/#comment-15449 Massimo Maugeri Wed, 19 Dec 2007 23:05:09 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/#comment-15449 @ Gianfranco Franchi e Valerio Aiolli: Mi piacerebbe che si parlasse un po' anche dei personaggi di questo libro. E dei protagonisti. Insomma, l'aspetto "umano" del libro. Non solo quello storico/sociale. I personaggi principali sono Cesare Balbo e Settimio. <b>Valerio, su cosa ti sei basato per caratterizzarli (oltre che sull'epistolario dei fratelli Garrone?).</b> @ Gianfranco Franchi e Valerio Aiolli:
Mi piacerebbe che si parlasse un po’ anche dei personaggi di questo libro. E dei protagonisti. Insomma, l’aspetto “umano” del libro. Non solo quello storico/sociale.
I personaggi principali sono Cesare Balbo e Settimio.
Valerio, su cosa ti sei basato per caratterizzarli (oltre che sull’epistolario dei fratelli Garrone?).

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Di: Sergio Sozi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/comment-page-2/#comment-15448 Sergio Sozi Wed, 19 Dec 2007 22:56:23 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/#comment-15448 Piccola osservazione sullo statalismo: ma dove e' mai esistito, in Italia? In Italia lo Stato non ha mai aiutato a risolvere i problemi dei cittadini. Ora meno che mai. Vogliamo confrontare lo Stato Sociale nostro con quello degli altri Paesi europei? Impossibile: mondi diversi. Da secoli. Sottosviluppo interno, e', il nostro. Ce lo dovremmo risolvere da soli e fra noi Italiani, mica andando a colonizzare. Piccola osservazione sullo statalismo: ma dove e’ mai esistito, in Italia? In Italia lo Stato non ha mai aiutato a risolvere i problemi dei cittadini. Ora meno che mai. Vogliamo confrontare lo Stato Sociale nostro con quello degli altri Paesi europei? Impossibile: mondi diversi. Da secoli. Sottosviluppo interno, e’, il nostro. Ce lo dovremmo risolvere da soli e fra noi Italiani, mica andando a colonizzare.

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/comment-page-2/#comment-15447 Massimo Maugeri Wed, 19 Dec 2007 22:50:29 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/#comment-15447 @ Valerio Aiolli: Enrico Gregori è il responsabile della cronaca nera del Messaggero. Ne ha viste e ne vede tante di cose non particolarmente "belle". Per cui non può rimanere serio troppo a lungo. E poi è anche un bravo autore (italiano) di thriller (americani). ;) - @ Enrico: prometto che durante le vacanze di Natale vi fornirò occasioni di sani divertimenti. ;) @ Valerio Aiolli:
Enrico Gregori è il responsabile della cronaca nera del Messaggero. Ne ha viste e ne vede tante di cose non particolarmente “belle”. Per cui non può rimanere serio troppo a lungo.
E poi è anche un bravo autore (italiano) di thriller (americani).
;)
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@ Enrico:
prometto che durante le vacanze di Natale vi fornirò occasioni di sani divertimenti.
;)

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Di: Sergio Sozi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/comment-page-1/#comment-15446 Sergio Sozi Wed, 19 Dec 2007 22:49:34 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/#comment-15446 L'analisi di Enrico e' giusta, corretta e chiara. Manca solo un particolare: le guerre e le occupazioni feriscono tutti, i guerreggianti mentre appunto guerreggiano, gli occupanti quando vengono cacciati e poi magari anche conquistati dagli occupati di prima (o viceversa, e' uguale) e naturalmente gli occupati stessi prima che divengano i vincitori dei loro occupanti. La guerra e' un gioco al massacro. Mai muoverla a chicchessia. Meglio fare la fame o trovare altri metodi per risolvere i problemi interni delle Nazioni: maggiore equita' nella distribuzione dei redditi, diminuzione delle esigenze dei cittadini, strategie economiche tese a diminuire le tensioni interne. Comunque, con una guerra, il Paese che la scateni innesta una nemesi storica della quale si liberera' con molta difficolta' e dopo secoli. A meno che non riesca a replicare l'Impero Romano... cosa alquanto surreale. La guerra e' pazzia come la violenza. La condivisione internazionale e' una medicina da usare con attenzione e un pizzico di diffidenza verso gli stranieri. Ma e' il male minore. Condividere e' l'unica via per non morire. L’analisi di Enrico e’ giusta, corretta e chiara. Manca solo un particolare: le guerre e le occupazioni feriscono tutti, i guerreggianti mentre appunto guerreggiano, gli occupanti quando vengono cacciati e poi magari anche conquistati dagli occupati di prima (o viceversa, e’ uguale) e naturalmente gli occupati stessi prima che divengano i vincitori dei loro occupanti.
La guerra e’ un gioco al massacro. Mai muoverla a chicchessia. Meglio fare la fame o trovare altri metodi per risolvere i problemi interni delle Nazioni: maggiore equita’ nella distribuzione dei redditi, diminuzione delle esigenze dei cittadini, strategie economiche tese a diminuire le tensioni interne. Comunque, con una guerra, il Paese che la scateni innesta una nemesi storica della quale si liberera’ con molta difficolta’ e dopo secoli. A meno che non riesca a replicare l’Impero Romano… cosa alquanto surreale.
La guerra e’ pazzia come la violenza. La condivisione internazionale e’ una medicina da usare con attenzione e un pizzico di diffidenza verso gli stranieri. Ma e’ il male minore. Condividere e’ l’unica via per non morire.

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/comment-page-1/#comment-15444 Massimo Maugeri Wed, 19 Dec 2007 22:45:59 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/#comment-15444 Mi pare che il dibattito si stia svolgendo in maniera interessante. Vi ringrazio molto. - @ Valerio Aiolli: se tra i commenti qui sopra trovi spunti interessanti (con i quali sei d'accordo o in disaccordo) ti invito caldamente a intervenire. Mi pare che il dibattito si stia svolgendo in maniera interessante.
Vi ringrazio molto.
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@ Valerio Aiolli:
se tra i commenti qui sopra trovi spunti interessanti (con i quali sei d’accordo o in disaccordo) ti invito caldamente a intervenire.

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Di: Enrico Gregori http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/comment-page-1/#comment-15432 Enrico Gregori Wed, 19 Dec 2007 22:17:28 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/12/19/ali-di-sabbia-di-valerio-aiolli/#comment-15432 @ gea: che cazzo ci fai tu a Trieste? lì è impossibile persino accendersi una sigaretta all'aria aperta. con quella merda di bora vola sigaretta, accendino e te medesima. hai mai provato ad accendere una sigaretta a piazza di Spagna? bè, sbrigati :-) @ gea:
che cazzo ci fai tu a Trieste? lì è impossibile persino accendersi una sigaretta all’aria aperta. con quella merda di bora vola sigaretta, accendino e te medesima. hai mai provato ad accendere una sigaretta a piazza di Spagna? bè, sbrigati
:-)

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