Commenti a: LETTERATURA E MALATTIA, LETTERATURA E MORTE: PHILIP ROTH, GIAMPIERO RIGOSI http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/ Un open-blog. un luogo d\'incontro virtuale tra scrittori, lettori, librai, critici, giornalisti e operatori culturali Sat, 11 Sep 2021 08:46:19 +0000 http://wordpress.org/?v=2.9.2 hourly 1 Di: Kataweb.it - Blog - LETTERATITUDINE di Massimo Maugeri » Blog Archive » L’ANIMA E IL SUO DESTINO http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/comment-page-3/#comment-38139 Kataweb.it - Blog - LETTERATITUDINE di Massimo Maugeri » Blog Archive » L’ANIMA E IL SUO DESTINO Thu, 04 Sep 2008 14:54:11 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/#comment-38139 [...] pensavo continuamente ai due ultimi racconti di Philip Roth, “Everyman” e “Patrimonio“. Qualcuno ha scritto: il papa non deve preoccuparsi di Odifreddi e compagni, sono atei [...] [...] pensavo continuamente ai due ultimi racconti di Philip Roth, “Everyman” e “Patrimonio“. Qualcuno ha scritto: il papa non deve preoccuparsi di Odifreddi e compagni, sono atei [...]

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Di: Elena http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/comment-page-3/#comment-30771 Elena Mon, 12 May 2008 17:02:26 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/#comment-30771 "Patrimonio" di Ph. Roth è un libro autobiografico bellissimo (come tutti i suoi libri). Comunque non è l'unico di Roth su vita e morte. Anche "Everyman" analizza l'ultimo periodo della vita del protagonista (non ricordo il suo nome), ammalato. Il romanzo inizia con il funerale del protagonistra, per poi andare a ritroso e raccontare tutta la sua vita. Per me il tema vita morte costituisce l'essenza di ogni individuo, anche se, a leggere i commenti di qualcuno, la morte è un argomento un pò troppo pesante. Io non credo a questo e, anzi, ritengo che ogni uomo si interroghi prima o poi sul significato dell'una e dell'altra. Un altro bel libro sulla morte, ma molto ironico e divertente, è' "Le intermittenze della morte" di Josè Saramago. E' un romanzo surreale, in cui lo scrittore immagina un paese in cui, per un certo lungo periodo, la morte (rappresentata figurativamente come una donna)scompare dall'esistenza e in quel paese nessuno più muore. Ciò naturalmente creerà degli scompensi sociali ed esistenziali nella comunità. Gli abitanti sono costretti a portare i vecchi moribondi appena al di là del confine, per farli morire. La sua finale ricomparsa sarà ben accolta da tutti. *** Vorrei inoltre aprire un'altra parentesi (in realtà non so se è il luogo adatto questo, soprattutto per ricevere delle risposte: è la prima volta che mi inserisco in un blog.) Per caso ho scoperto qualche giono fa che "La coscienza di Zeno" di Svevo contiene la medesima narrazione di un episodio (sberla del padre, che disprezza il figlio, protagonista del romanzo, come ultimo gesto prima di morire, in segno di definitivo ultimo disprezzo) narrato anche da Roth in "Zuckermann scatenato". Ora mi domando: ma Roth può essere accusato di plagio letterario o essendo passati così tanti anni dalla morte di Svevo, tutti gli episodi da lui trattati sono un c.d. "bene dell'umanità", cui tutti possono attingere? “Patrimonio” di Ph. Roth è un libro autobiografico bellissimo (come tutti i suoi libri). Comunque non è l’unico di Roth su vita e morte. Anche “Everyman” analizza l’ultimo periodo della vita del protagonista (non ricordo il suo nome), ammalato. Il romanzo inizia con il funerale del protagonistra, per poi andare a ritroso e raccontare tutta la sua vita. Per me il tema vita morte costituisce l’essenza di ogni individuo, anche se, a leggere i commenti di qualcuno, la morte è un argomento un pò troppo pesante. Io non credo a questo e, anzi, ritengo che ogni uomo si interroghi prima o poi sul significato dell’una e dell’altra.
Un altro bel libro sulla morte, ma molto ironico e divertente, è’ “Le intermittenze della morte” di Josè Saramago. E’ un romanzo surreale, in cui lo scrittore immagina un paese in cui, per un certo lungo periodo, la morte (rappresentata figurativamente come una donna)scompare dall’esistenza e in quel paese nessuno più muore. Ciò naturalmente creerà degli scompensi sociali ed esistenziali nella comunità. Gli abitanti sono costretti a portare i vecchi moribondi appena al di là del confine, per farli morire. La sua finale ricomparsa sarà ben accolta da tutti.
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Vorrei inoltre aprire un’altra parentesi (in realtà non so se è il luogo adatto questo, soprattutto per ricevere delle risposte: è la prima volta che mi inserisco in un blog.) Per caso ho scoperto qualche giono fa che “La coscienza di Zeno” di Svevo contiene la medesima narrazione di un episodio (sberla del padre, che disprezza il figlio, protagonista del romanzo, come ultimo gesto prima di morire, in segno di definitivo ultimo disprezzo) narrato anche da Roth in “Zuckermann scatenato”.
Ora mi domando: ma Roth può essere accusato di plagio letterario o essendo passati così tanti anni dalla morte di Svevo, tutti gli episodi da lui trattati sono un c.d. “bene dell’umanità”, cui tutti possono attingere?

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Di: Kataweb.it - Blog - LETTERATITUDINE di Massimo Maugeri » Blog Archive » REMARE SENZA REMI. UN LIBRO SULLA VITA E SULLA MORTE http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/comment-page-3/#comment-26762 Kataweb.it - Blog - LETTERATITUDINE di Massimo Maugeri » Blog Archive » REMARE SENZA REMI. UN LIBRO SULLA VITA E SULLA MORTE Sun, 16 Mar 2008 23:32:37 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/#comment-26762 [...] Un libro sulla vita e sulla morte. Per certi versi torniamo all’argomento già trattato nel post letteratura e malattia, letteratura e morte. Ora, voi potrete dire (e con ragione): ma che vuoi da noi? Perché ci devi tediare con argomenti [...] [...] Un libro sulla vita e sulla morte. Per certi versi torniamo all’argomento già trattato nel post letteratura e malattia, letteratura e morte. Ora, voi potrete dire (e con ragione): ma che vuoi da noi? Perché ci devi tediare con argomenti [...]

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Di: Maria Lucia Riccioli http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/comment-page-3/#comment-19539 Maria Lucia Riccioli Mon, 21 Jan 2008 22:46:43 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/#comment-19539 Non lo so, chiederò ai miei cugini di Buenos Aires... Comunque, dovremmo imparare la lezione degli antichi, per cui imparare a morire era il mondo migliore per imparare a vivere. Lo dico per prima cosa per me, perché nonostante la fede, nonostante le letture e la riflessione temo come tutti credo la malattia, il buio, l'oblio. Ci sono dei giorni in cui tutto mi sconforta. E giorni grazie a Dio in cui passeggio per il cimitero e penso che la gente che è lì non è più lì ma ha avuto la grazia di partecipare al Mistero della vita, prima temuto e poi risolto in un abbraccio d'amore universale. Scusate gli sproloqui mezzanottiferi... Non lo so, chiederò ai miei cugini di Buenos Aires…
Comunque, dovremmo imparare la lezione degli antichi, per cui imparare a morire era il mondo migliore per imparare a vivere.
Lo dico per prima cosa per me, perché nonostante la fede, nonostante le letture e la riflessione temo come tutti credo la malattia, il buio, l’oblio. Ci sono dei giorni in cui tutto mi sconforta. E giorni grazie a Dio in cui passeggio per il cimitero e penso che la gente che è lì non è più lì ma ha avuto la grazia di partecipare al Mistero della vita, prima temuto e poi risolto in un abbraccio d’amore universale.
Scusate gli sproloqui mezzanottiferi…

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Di: miriam ravasio http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/comment-page-3/#comment-19533 miriam ravasio Mon, 21 Jan 2008 21:14:49 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/#comment-19533 @maria lucia riccioli Sì, lo sapevo e ti chiedo se anche in Argentina si festeggia la festa delle Calaveros, come si fa in Messico. La grande giostra degli schelettri: ironia, dolciumi e satira politica. @maria lucia riccioli
Sì, lo sapevo e ti chiedo se anche in Argentina si festeggia la festa delle Calaveros, come si fa in Messico. La grande giostra degli schelettri: ironia, dolciumi e satira politica.

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Di: Maria Lucia Riccioli http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/comment-page-3/#comment-19532 Maria Lucia Riccioli Mon, 21 Jan 2008 20:56:35 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/#comment-19532 Il post "mortuario" è morto così? Ha ragione Barbara... Però se ci fate caso la gente si interroga tanto sulla morte, vedi il successo di serie tipo Presenze o Medium... o tutte le serie ospedaliere con codazzi obitoriali... Lo sapevate che in Argentina c'è San La MUerte? Il post “mortuario” è morto così?
Ha ragione Barbara…
Però se ci fate caso la gente si interroga tanto sulla morte, vedi il successo di serie tipo Presenze o Medium…
o tutte le serie ospedaliere con codazzi obitoriali…
Lo sapevate che in Argentina c’è San La MUerte?

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Di: Barbara Gozzi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/comment-page-3/#comment-19002 Barbara Gozzi Thu, 17 Jan 2008 20:55:58 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/#comment-19002 Precisazione: 'chiaramente non in senso assoluto' si riferiva alla frase di Gordiano 'Ho avuto l'impressione che il pubblico non voglia leggere storie di sofferenza'. In pratica tentavo di scrivere che secondo me si, c'è spesso questa tendenza ma non si può generalizzare. Di certo c'è l'idea che meno si 'scava' e meglio si sta (tanto, ho sentito dire spesso, ce n'è già abbastanza tutti i giorni di sofferenza e poi ci sono i tiggì, i reportage, i dossier, i supplementi dei quotidiani, le news on line, gli aggiornamenti in tempo reale, le interviste, i collegamenti... è un pò come ingozzarsi di gelatina alla frutta che da l'impressione di essere più che sazi anche se poi, a conti fatti, dei veri e propri principi 'nutritivi' non se n'è vista neanche l'ombra) Precisazione: ‘chiaramente non in senso assoluto’ si riferiva alla frase di Gordiano ‘Ho avuto l’impressione che il pubblico non voglia leggere storie di sofferenza’. In pratica tentavo di scrivere che secondo me si, c’è spesso questa tendenza ma non si può generalizzare. Di certo c’è l’idea che meno si ’scava’ e meglio si sta (tanto, ho sentito dire spesso, ce n’è già abbastanza tutti i giorni di sofferenza e poi ci sono i tiggì, i reportage, i dossier, i supplementi dei quotidiani, le news on line, gli aggiornamenti in tempo reale, le interviste, i collegamenti… è un pò come ingozzarsi di gelatina alla frutta che da l’impressione di essere più che sazi anche se poi, a conti fatti, dei veri e propri principi ‘nutritivi’ non se n’è vista neanche l’ombra)

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Di: Barbara Gozzi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/comment-page-3/#comment-18995 Barbara Gozzi Thu, 17 Jan 2008 19:13:11 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/#comment-18995 Caro Gordiano, penso che tu abbia ragione (chiaramente non in senso assoluto). E'molto più comodo, rilassante, divertente e semplice leggere storielle di intrattenimento (che comunque hanno una loro ragione di esistere, secondo me, perchè non si può sempre bombardare la mente). Io comunque ho finito da poco il dramma teatrale 'Love-lies-bleeding' di Don DeLillo che tratta proprio dell'eutanasia, quindi ho già 'ingrassato' il mio ordine su ibs con la tua segnalazione... Caro Gordiano,
penso che tu abbia ragione (chiaramente non in senso assoluto). E’molto più comodo, rilassante, divertente e semplice leggere storielle di intrattenimento (che comunque hanno una loro ragione di esistere, secondo me, perchè non si può sempre bombardare la mente). Io comunque ho finito da poco il dramma teatrale ‘Love-lies-bleeding’ di Don DeLillo che tratta proprio dell’eutanasia, quindi ho già ‘ingrassato’ il mio ordine su ibs con la tua segnalazione…

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Di: Gordiano Lupi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/comment-page-3/#comment-18770 Gordiano Lupi Wed, 16 Jan 2008 15:59:43 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/#comment-18770 Cito un libro che ho pubblicato come editore, scritto da un debuttante, giovane e bravo. Si tratta di Qualcuino uccida mio padre (edizioni Il Foglio - www.ilfoglioletterario.it). Romanzo verità di scottante attualità sul problema dell'eutanasia vissuto sulla pelle dell'autore. Ho avuto l'impressione che il pubblico non voglia leggere storie di sofferenza... Gordiano Lupi Cito un libro che ho pubblicato come editore, scritto da un debuttante, giovane e bravo. Si tratta di Qualcuino uccida mio padre (edizioni Il Foglio – http://www.ilfoglioletterario.it). Romanzo verità di scottante attualità sul problema dell’eutanasia vissuto sulla pelle dell’autore. Ho avuto l’impressione che il pubblico non voglia leggere storie di sofferenza…

Gordiano Lupi

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Di: miriam ravasio http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/comment-page-3/#comment-18758 miriam ravasio Wed, 16 Jan 2008 14:19:58 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/#comment-18758 @ za Ti rispondo brevemente, anche se su Frida ho studiato e letto quasi tutto quello che è stato scritto. E' normale, per un ammalato, privato della normalità, investire nella malattia stessa; riparcisi un po', è veramente umano. Frida della sua malattia aveva fatto il trionfo del coraggio e della provocazione, ma si rivolgeva ad un pubblico che stava in basso, che godeva le sue performance per nutrire la propria noia. Il suo amore non è mai stato corrisposto, nessun intrattenitore comprimario, con lei nella vita, solo spettatori. Per chiudere con il Talmud, nessuno le aveva insegnato a "guardare le montagne (o dio) dall'alto" Ciao @ za
Ti rispondo brevemente, anche se su Frida ho studiato e letto quasi tutto quello che è stato scritto.
E’ normale, per un ammalato, privato della normalità, investire nella malattia stessa; riparcisi un po’, è veramente umano. Frida della sua malattia aveva fatto il trionfo del coraggio e della provocazione, ma si rivolgeva ad un pubblico che stava in basso, che godeva le sue performance per nutrire la propria noia. Il suo amore non è mai stato corrisposto, nessun intrattenitore comprimario, con lei nella vita, solo spettatori. Per chiudere con il Talmud, nessuno le aveva insegnato a “guardare le montagne (o dio) dall’alto”
Ciao

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Di: Maria Lucia Riccioli http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/comment-page-3/#comment-18681 Maria Lucia Riccioli Wed, 16 Jan 2008 09:04:38 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/#comment-18681 Vero è che oggi la morte è un argomento abusato. Sangue e squartamenti a litri nei libri, nel cinema, al telegiornale. Un bambino vede più morti ammazzati di un monatto o di un becchino novantenne ai tempi della peste... Come diceva Marguerite Yourcenar in "Colpo di grazia" - meraviglioso libriccino... ne sappiamo della morte quanto una zitella dell'amore, anche i più avvertiti e i più maturi tra noi. Se scriverne vuol dire tentare di squarciare il velo, dare un nome e una voce al dolore senza compiacimenti insistiti, allora ben venga. Altrimenti meglio di mille secoli il silenzio. Mi riservo di riparlarne. Non è una minaccia!!! ;-) Vero è che oggi la morte è un argomento abusato. Sangue e squartamenti a litri nei libri, nel cinema, al telegiornale. Un bambino vede più morti ammazzati di un monatto o di un becchino novantenne ai tempi della peste…
Come diceva Marguerite Yourcenar in “Colpo di grazia” – meraviglioso libriccino… ne sappiamo della morte quanto una zitella dell’amore, anche i più avvertiti e i più maturi tra noi.
Se scriverne vuol dire tentare di squarciare il velo, dare un nome e una voce al dolore senza compiacimenti insistiti, allora ben venga. Altrimenti meglio di mille secoli il silenzio.
Mi riservo di riparlarne.
Non è una minaccia!!!
;-)

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/comment-page-3/#comment-18670 Massimo Maugeri Wed, 16 Jan 2008 07:19:21 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/#comment-18670 @ Sergio Caro Sergio, come ho già detto rispetto la tua opinione. Secondo me, però, è ancora giusto e opportuno parlare di morte, soprattutto di questi tempi (dato che tendiamo a rigettarne l'idea più di ieri). Tra i big di oggi, oltre Roth, ne ha parlato il Nobel Saramago (Le intermittenze della morte). @ Sergio
Caro Sergio, come ho già detto rispetto la tua opinione. Secondo me, però, è ancora giusto e opportuno parlare di morte, soprattutto di questi tempi (dato che tendiamo a rigettarne l’idea più di ieri).
Tra i big di oggi, oltre Roth, ne ha parlato il Nobel Saramago (Le intermittenze della morte).

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Di: Sergio Sozi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/comment-page-3/#comment-18644 Sergio Sozi Wed, 16 Jan 2008 01:25:41 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/#comment-18644 Scusate, ripeterei qui il mio primo ed ultimo modesto intervento in questa discussione, per evitare che venga a confondersi con il mio dialoghetto con Massimo. Eccolo. Fatene quel che volete. Io ho detto l'unica cosa che volevo dire e dunque tacero'. ''Adesso che ne ho l’ispirazione, vorrei esprimermi sul tema della benedettissima Morte che sta tanto a cuore a frotte di autori e comuni uomini d’oggidi’. Lo faccio pero’ come ”unicum”, che’ non vorrei dialogare, stavolta, ma soltanto affermare (mica l’uomo e’ un ”dialogante per forza” no? a volte sa dire e basta: rivolto al vento o a colui o a cos’altro gli stia vicino in quel momento. Senza desiderare risposte). Ecco. Chiarito questo, procederei. La Morte e’ l’argomento preferito, nell’Italia attuale, di queste principali categorie di uomini (e relative minime sottocategorie, per ora di secondaria importanza): i superficiali, gli improlifici, gli scrittori, i sacerdoti, i filosofi, i poeti, i paurosi e gli egocentrici. Solo costoro ne parlano pubblicamente, insomma, in un modo o nell’altro. Alcuni abitualmente. Ora non so a quale di queste io appartenga, forse a nessuna, perche’, sentendo la sacralita’ e inscalfabilita’ della ‘’sostanza” dell’argomento stesso me ne allontano con un misto di rispetto e terrore. Forse dunque sto nella categoria dei ”bambini”, i quali capiscono istintivamente la stupida inutilita’ del parlarne, ma hanno in se’ tutta l’inconscia intelligenza della vitalita’ primitiva. La vitalita’ primitiva dovrebbe essere il nostro costante motivo di riflessione e meditazione, direi, dunque, perche’ solo dai bambini si impara qualcosa di vero. Il resto e’ falsita’, violenza, estraneita’ e raffinata cattiveria ”adulta”; e non sara’ certo permettendosi di ”prendere per la giacca” la Morte che essa risparmiera’ la nostra insulsa voglia di eterna gioventu’, di superficiale godimento della carne e di insensibilita’ alle altrui sofferenze. Pensiamo piuttosto a far star meglio chi ci vive accanto. Alla vita, dunque, nostra e di chi vive in Italia. Il resto non dipende da noi: meglio una preghiera che cento riflessioni. Naturalmente non alludevo a nessun commento di questo ”post”, era un’affermazione fatta cosi’, a prescindere dal vostro dibattito, che rispetto. Un’affermazione di principio, la mia, scarna e ”inoffensiva”. Tutto qua. Cordialmente Sergio Sozi'' S.S. Scusate, ripeterei qui il mio primo ed ultimo modesto intervento in questa discussione, per evitare che venga a confondersi con il mio dialoghetto con Massimo. Eccolo. Fatene quel che volete. Io ho detto l’unica cosa che volevo dire e dunque tacero’.
”Adesso che ne ho l’ispirazione, vorrei esprimermi sul tema della benedettissima Morte che sta tanto a cuore a frotte di autori e comuni uomini d’oggidi’. Lo faccio pero’ come ”unicum”, che’ non vorrei dialogare, stavolta, ma soltanto affermare (mica l’uomo e’ un ”dialogante per forza” no? a volte sa dire e basta: rivolto al vento o a colui o a cos’altro gli stia vicino in quel momento. Senza desiderare risposte).
Ecco. Chiarito questo, procederei.
La Morte e’ l’argomento preferito, nell’Italia attuale, di queste principali categorie di uomini (e relative minime sottocategorie, per ora di secondaria importanza): i superficiali, gli improlifici, gli scrittori, i sacerdoti, i filosofi, i poeti, i paurosi e gli egocentrici. Solo costoro ne parlano pubblicamente, insomma, in un modo o nell’altro. Alcuni abitualmente.
Ora non so a quale di queste io appartenga, forse a nessuna, perche’, sentendo la sacralita’ e inscalfabilita’ della ‘’sostanza” dell’argomento stesso me ne allontano con un misto di rispetto e terrore. Forse dunque sto nella categoria dei ”bambini”, i quali capiscono istintivamente la stupida inutilita’ del parlarne, ma hanno in se’ tutta l’inconscia intelligenza della vitalita’ primitiva. La vitalita’ primitiva dovrebbe essere il nostro costante motivo di riflessione e meditazione, direi, dunque, perche’ solo dai bambini si impara qualcosa di vero. Il resto e’ falsita’, violenza, estraneita’ e raffinata cattiveria ”adulta”; e non sara’ certo permettendosi di ”prendere per la giacca” la Morte che essa risparmiera’ la nostra insulsa voglia di eterna gioventu’, di superficiale godimento della carne e di insensibilita’ alle altrui sofferenze.
Pensiamo piuttosto a far star meglio chi ci vive accanto. Alla vita, dunque, nostra e di chi vive in Italia. Il resto non dipende da noi: meglio una preghiera che cento riflessioni.
Naturalmente non alludevo a nessun commento di questo ”post”, era un’affermazione fatta cosi’, a prescindere dal vostro dibattito, che rispetto. Un’affermazione di principio, la mia, scarna e ”inoffensiva”. Tutto qua.
Cordialmente
Sergio Sozi”
S.S.

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Di: Sergio Sozi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/comment-page-3/#comment-18642 Sergio Sozi Wed, 16 Jan 2008 01:19:21 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/#comment-18642 Gli uomini di sapienza e retto sentire sono sempre stati pochi, lo so, ma solo costoro erano - nei tempi antichi, i tempi che contano qualcosa - abilitati a parlare, perche' erano dei ''bambini sapienti''. Oggi e' il contrario: solo gli stolti parlano di morte (e qualche inascoltato). Io non mi permetto di farlo. E basta. Se volete, fatelo voi: siamo in un Paese libero, vero? - tranne che per il Papa. Gli uomini di sapienza e retto sentire sono sempre stati pochi, lo so, ma solo costoro erano – nei tempi antichi, i tempi che contano qualcosa – abilitati a parlare, perche’ erano dei ”bambini sapienti”. Oggi e’ il contrario: solo gli stolti parlano di morte (e qualche inascoltato). Io non mi permetto di farlo. E basta. Se volete, fatelo voi: siamo in un Paese libero, vero? – tranne che per il Papa.

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Di: Sergio Sozi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/comment-page-3/#comment-18641 Sergio Sozi Wed, 16 Jan 2008 01:12:41 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/#comment-18641 (Prima era diverso: parlava di argomenti come questo chi ''sentiva e sapeva''. Come dici tu gia' nel titolo del ''post'' del Papa. Oggi, invece... Ma io parlavo senza giudicare, ripeto ancora. Se qualcuno si sente giudicato sono affar suoi, io non l'ho fatto). (Prima era diverso: parlava di argomenti come questo chi ‘’sentiva e sapeva”. Come dici tu gia’ nel titolo del ”post” del Papa. Oggi, invece… Ma io parlavo senza giudicare, ripeto ancora. Se qualcuno si sente giudicato sono affar suoi, io non l’ho fatto).

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Di: Sergio Sozi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/comment-page-3/#comment-18640 Sergio Sozi Wed, 16 Jan 2008 01:09:11 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/#comment-18640 Parlavo solo di quelli di oggi, come ho specificato. Oggi secondo me e' cosi'. Oggi. Parlavo solo di quelli di oggi, come ho specificato. Oggi secondo me e’ cosi’. Oggi.

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/comment-page-3/#comment-18632 Massimo Maugeri Wed, 16 Jan 2008 00:19:59 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/#comment-18632 @ Sergio Di morte l'uomo ne ha parlato da sempre, a prescindere dalla nazionalità. E sempre ne parlerà Ne hanno parlato i classici greci e gli autori odierni, Dante e Leopardi, Foscolo e Goethe. L'elenco sarebbe lungo, ma mi fermo qui... rispettando comunque la tua opinione. Ciao @ Sergio
Di morte l’uomo ne ha parlato da sempre, a prescindere dalla nazionalità. E sempre ne parlerà
Ne hanno parlato i classici greci e gli autori odierni, Dante e Leopardi, Foscolo e Goethe. L’elenco sarebbe lungo, ma mi fermo qui… rispettando comunque la tua opinione.
Ciao

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Di: Sergio Sozi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/comment-page-3/#comment-18629 Sergio Sozi Wed, 16 Jan 2008 00:13:41 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/#comment-18629 Adesso che ne ho l'ispirazione, vorrei esprimermi sul tema della benedettissima Morte che sta tanto a cuore a frotte di autori e comuni uomini d'oggidi'. Lo faccio pero' come ''unicum'', che' non vorrei dialogare, stavolta, ma soltanto affermare (mica l'uomo e' un ''dialogante per forza'' no? a volte sa dire e basta: rivolto al vento o a colui o a cos'altro gli stia vicino in quel momento. Senza desiderare risposte). Ecco. Chiarito questo, procederei. La Morte e' l'argomento preferito, nell'Italia attuale, di queste principali categorie di uomini (e relative minime sottocategorie, per ora di secondaria importanza): i superficiali, gli improlifici, gli scrittori, i sacerdoti, i filosofi, i poeti, i paurosi e gli egocentrici. Solo costoro ne parlano pubblicamente, insomma, in un modo o nell'altro. Alcuni abitualmente. Ora non so a quale di queste io appartenga, forse a nessuna, perche', sentendo la sacralita' e inscalfabilita' della ''sostanza'' dell'argomento stesso me ne allontano con un misto di rispetto e terrore. Forse dunque sto nella categoria dei ''bambini'', i quali capiscono istintivamente la stupida inutilita' del parlarne, ma hanno in se' tutta l'inconscia intelligenza della vitalita' primitiva. La vitalita' primitiva dovrebbe essere il nostro costante motivo di riflessione e meditazione, direi, dunque, perche' solo dai bambini si impara qualcosa di vero. Il resto e' falsita', violenza, estraneita' e raffinata cattiveria ''adulta''; e non sara' certo permettendosi di ''prendere per la giacca'' la Morte che essa risparmiera' la nostra insulsa voglia di eterna gioventu', di superficiale godimento della carne e di insensibilita' alle altrui sofferenze. Pensiamo piuttosto a far star meglio chi ci vive accanto. Alla vita, dunque, nostra e di chi vive in Italia. Il resto non dipende da noi: meglio una preghiera che cento riflessioni. Naturalmente non alludevo a nessun commento di questo ''post'', era un'affermazione fatta cosi', a prescindere dal vostro dibattito, che rispetto. Un'affermazione di principio, la mia, scarna e ''inoffensiva''. Tutto qua. Cordialmente Sergio Sozi Adesso che ne ho l’ispirazione, vorrei esprimermi sul tema della benedettissima Morte che sta tanto a cuore a frotte di autori e comuni uomini d’oggidi’. Lo faccio pero’ come ”unicum”, che’ non vorrei dialogare, stavolta, ma soltanto affermare (mica l’uomo e’ un ”dialogante per forza” no? a volte sa dire e basta: rivolto al vento o a colui o a cos’altro gli stia vicino in quel momento. Senza desiderare risposte).
Ecco. Chiarito questo, procederei.
La Morte e’ l’argomento preferito, nell’Italia attuale, di queste principali categorie di uomini (e relative minime sottocategorie, per ora di secondaria importanza): i superficiali, gli improlifici, gli scrittori, i sacerdoti, i filosofi, i poeti, i paurosi e gli egocentrici. Solo costoro ne parlano pubblicamente, insomma, in un modo o nell’altro. Alcuni abitualmente.
Ora non so a quale di queste io appartenga, forse a nessuna, perche’, sentendo la sacralita’ e inscalfabilita’ della ‘’sostanza” dell’argomento stesso me ne allontano con un misto di rispetto e terrore. Forse dunque sto nella categoria dei ”bambini”, i quali capiscono istintivamente la stupida inutilita’ del parlarne, ma hanno in se’ tutta l’inconscia intelligenza della vitalita’ primitiva. La vitalita’ primitiva dovrebbe essere il nostro costante motivo di riflessione e meditazione, direi, dunque, perche’ solo dai bambini si impara qualcosa di vero. Il resto e’ falsita’, violenza, estraneita’ e raffinata cattiveria ”adulta”; e non sara’ certo permettendosi di ”prendere per la giacca” la Morte che essa risparmiera’ la nostra insulsa voglia di eterna gioventu’, di superficiale godimento della carne e di insensibilita’ alle altrui sofferenze.
Pensiamo piuttosto a far star meglio chi ci vive accanto. Alla vita, dunque, nostra e di chi vive in Italia. Il resto non dipende da noi: meglio una preghiera che cento riflessioni.
Naturalmente non alludevo a nessun commento di questo ”post”, era un’affermazione fatta cosi’, a prescindere dal vostro dibattito, che rispetto. Un’affermazione di principio, la mia, scarna e ”inoffensiva”. Tutto qua.
Cordialmente
Sergio Sozi

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Di: Enrico Gregori http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/comment-page-3/#comment-18617 Enrico Gregori Tue, 15 Jan 2008 23:16:38 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/#comment-18617 @ massimo: grazie per il consiglio, partirò da Everyman. Sarò banale ma per me il requisito fondamentale è la scorrevolezza o, meglio, quella che per me è scorrevolezza giacchè nessun libro scorre per chiunque nello stesso modo. quanto alla scorza protettiva, purtroppo o per fortuna, è pressoché impenetrabile @ massimo:
grazie per il consiglio, partirò da Everyman. Sarò banale ma per me il requisito fondamentale è la scorrevolezza o, meglio, quella che per me è scorrevolezza giacchè nessun libro scorre per chiunque nello stesso modo.
quanto alla scorza protettiva, purtroppo o per fortuna, è pressoché impenetrabile

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/comment-page-3/#comment-18616 Massimo Maugeri Tue, 15 Jan 2008 23:07:55 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/#comment-18616 @ Enrico Come si evince dalla recensione, a mio avviso "Everyman" è superiore a "Patrimonio". Da questo punto di vista ti consiglio di leggere il primo; ma come ho già fatto con altri amici a cui l'ho consigliato... ti metto in guardia. È un libro duro, che colpisce a fondo. Quindi, se non si è nello spirito giusto è meglio non affrontare la lettura (anche se so bene che per il lavoro che fai ne hai viste, e ne vedi, di tutti i colori... e immagino, dunque, che il tuo spirito sia rafforzato da una bella scorza protettiva). @ Enrico
Come si evince dalla recensione, a mio avviso “Everyman” è superiore a “Patrimonio”. Da questo punto di vista ti consiglio di leggere il primo; ma come ho già fatto con altri amici a cui l’ho consigliato… ti metto in guardia. È un libro duro, che colpisce a fondo. Quindi, se non si è nello spirito giusto è meglio non affrontare la lettura (anche se so bene che per il lavoro che fai ne hai viste, e ne vedi, di tutti i colori… e immagino, dunque, che il tuo spirito sia rafforzato da una bella scorza protettiva).

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Di: Enrico Gregori http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/comment-page-3/#comment-18615 Enrico Gregori Tue, 15 Jan 2008 23:02:59 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/#comment-18615 @ massimo: ho letto "La morte di Ivan Ilic"....grandioso! non ho letto alcunché di Roth....recupererò! @ massimo:
ho letto “La morte di Ivan Ilic”….grandioso!
non ho letto alcunché di Roth….recupererò!

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Di: Sergio Sozi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/comment-page-3/#comment-18613 Sergio Sozi Tue, 15 Jan 2008 22:55:45 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/#comment-18613 Ciao, Maria Lucia, ...Eros pero', nelle piu' antiche teogonie, risulta nato direttamente dal Caos primigenio, assieme alla Terra sua sorella. Oppure, in altre storie, esce dall'Uovo Primordiale, che, generato dalla Notte, si divide in due pacche che generano a loro volta la Terra e il Cielo. Va be': Amor omnia vincit. Et Mortem. Sergio Ciao, Maria Lucia,
…Eros pero’, nelle piu’ antiche teogonie, risulta nato direttamente dal Caos primigenio, assieme alla Terra sua sorella. Oppure, in altre storie, esce dall’Uovo Primordiale, che, generato dalla Notte, si divide in due pacche che generano a loro volta la Terra e il Cielo.
Va be’: Amor omnia vincit. Et Mortem.
Sergio

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/comment-page-3/#comment-18612 Massimo Maugeri Tue, 15 Jan 2008 22:55:31 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/#comment-18612 @ Enrico. Hai scritto: "ma qualcuno ha mai preso in considerazione l’ipotesi che possa scrivere un bel libro anche uno pieno di soldi, che scoppia di salute e tromba come un fagocero?" Giampiero ti ha già risposto. Zauberei ti ha indicato Tolstoj. Proprio Tolstoj, come è stato detto, è stato - tra l'altro - l'autore di uno dei più grandi capolavori incentrati sul tema della malattia e della morte: "La morte di Ivan Il'ic" (romanzo breve che consiglio a tutti). Aggiungo che lo stesso Philp Roth rientra a pieno titolo nella categoria da te citata, essendo ricco, piuttosto in salute (a parte qualche problemuccio) e un noto amatore. Mi risulta, inoltre, che abbia un gran senso dell'umorismo e la battuta pronta. Segno che si può essere spiritosi e avere comunque la capacità di scrivere opere d'arte del calibro di "Everyman" (su temi così forti e dolorosi). Sulla veneranda età del padre di Roth avevo scritto sul post: "Perché un padre può anche avere ottantasei anni (età invidiabile) ma - per te figlio - non smetterà mai di essere padre, di essere colui che ti teneva per mano nelle tue passeggiate di bambino, di essere il depositario di ricordi e di esperienze famigliari che si perderanno con il suo trapasso." @ Enrico.
Hai scritto: “ma qualcuno ha mai preso in considerazione l’ipotesi che possa scrivere un bel libro anche uno pieno di soldi, che scoppia di salute e tromba come un fagocero?”
Giampiero ti ha già risposto.
Zauberei ti ha indicato Tolstoj.
Proprio Tolstoj, come è stato detto, è stato – tra l’altro – l’autore di uno dei più grandi capolavori incentrati sul tema della malattia e della morte: “La morte di Ivan Il’ic” (romanzo breve che consiglio a tutti).
Aggiungo che lo stesso Philp Roth rientra a pieno titolo nella categoria da te citata, essendo ricco, piuttosto in salute (a parte qualche problemuccio) e un noto amatore. Mi risulta, inoltre, che abbia un gran senso dell’umorismo e la battuta pronta. Segno che si può essere spiritosi e avere comunque la capacità di scrivere opere d’arte del calibro di “Everyman” (su temi così forti e dolorosi).
Sulla veneranda età del padre di Roth avevo scritto sul post: “Perché un padre può anche avere ottantasei anni (età invidiabile) ma – per te figlio – non smetterà mai di essere padre, di essere colui che ti teneva per mano nelle tue passeggiate di bambino, di essere il depositario di ricordi e di esperienze famigliari che si perderanno con il suo trapasso.”

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/comment-page-3/#comment-18611 Massimo Maugeri Tue, 15 Jan 2008 22:47:58 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/#comment-18611 @ Sofia Ti do ufficialmente il benvenuto qui a Letteratitudine. Ti invito a tornare. E a sentirti a casa. @ Sofia
Ti do ufficialmente il benvenuto qui a Letteratitudine. Ti invito a tornare. E a sentirti a casa.

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/comment-page-3/#comment-18610 Massimo Maugeri Tue, 15 Jan 2008 22:46:42 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/#comment-18610 Rieccomi. Della serie: "meglio tardi che mai". Consentitemi di ringraziare ancora una volta tutti voi per i commenti. E in particolare Giampiero Rigosi per la disponibilità, Barbara Gozzi per la bella recensione e la co-conduzione del post ed Eventounico per aver "moderato" bene in mia assenza (grazie Pasquale!). Rieccomi. Della serie: “meglio tardi che mai”.
Consentitemi di ringraziare ancora una volta tutti voi per i commenti. E in particolare Giampiero Rigosi per la disponibilità, Barbara Gozzi per la bella recensione e la co-conduzione del post ed Eventounico per aver “moderato” bene in mia assenza (grazie Pasquale!).

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Di: Enrico Gregori http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/comment-page-3/#comment-18609 Enrico Gregori Tue, 15 Jan 2008 22:42:53 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/#comment-18609 ...e poi, vabbé che il padre di Roth è morto di cancro, ma aveva pure 86 anni. mica l'ha strangolato la baby sitter! …e poi, vabbé che il padre di Roth è morto di cancro, ma aveva pure 86 anni. mica l’ha strangolato la baby sitter!

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Di: Enrico Gregori http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/comment-page-3/#comment-18608 Enrico Gregori Tue, 15 Jan 2008 22:40:54 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/#comment-18608 @ maria lucia: hai fatto bene a specificare "torno seria", altrimenti sarebbe stato impossibile accorgersene. grazie, da parte di tutti i facoceri :-) @ maria lucia:
hai fatto bene a specificare “torno seria”, altrimenti sarebbe stato impossibile accorgersene. grazie, da parte di tutti i facoceri
:-)

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Di: Maria Lucia Riccioli http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/comment-page-3/#comment-18605 Maria Lucia Riccioli Tue, 15 Jan 2008 22:09:32 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/#comment-18605 @ Rigosi, eventounico e Simona: anche io!!! Leggo più libri contemporaneamente - e mia mamma: Ma come fai? Non ti confondi? - come la protagonista del delizioso Papà Gambalunga... è delizioso, (ri)leggetelo, specie le girls! Scrivo tre o quattro storie contemporaneamente e casa mia è piena di fotocopie, libri, pizzini - traduco per i non siculi: pezzettini di carta, non necessariamente pieni di appunti di padrini - e schemi di romanzi. Alcuni non vedranno mai la luce. Ma uno scrittore è quasi un medium che non riesce a dare voce a tutti i fantasmi che gli cantano dentro... @ Enrico, gentleman as always... Sergio, perdonami! L'anglais mi scappa perché mi piace e sono reduce da due ore di lezione su Churchill Tony Blair e William... Enrico, torno seria. Per me la letteratura è sempre mancanza, incompletezza, come Eros figlio di Poros il bisogno e Penia la povertà... Scriviamo per costruire il frammento di specchio che ci manca per rifletterci... Beh, i facoceri ricchi e belli avranno qualcosa che gli manca!!! :-) @ Rigosi, eventounico e Simona: anche io!!! Leggo più libri contemporaneamente – e mia mamma: Ma come fai? Non ti confondi? – come la protagonista del delizioso Papà Gambalunga… è delizioso, (ri)leggetelo, specie le girls!
Scrivo tre o quattro storie contemporaneamente e casa mia è piena di fotocopie, libri, pizzini – traduco per i non siculi: pezzettini di carta, non necessariamente pieni di appunti di padrini – e schemi di romanzi.
Alcuni non vedranno mai la luce.
Ma uno scrittore è quasi un medium che non riesce a dare voce a tutti i fantasmi che gli cantano dentro…
@ Enrico, gentleman as always… Sergio, perdonami! L’anglais mi scappa perché mi piace e sono reduce da due ore di lezione su Churchill Tony Blair e William…
Enrico, torno seria. Per me la letteratura è sempre mancanza, incompletezza, come Eros figlio di Poros il bisogno e Penia la povertà…
Scriviamo per costruire il frammento di specchio che ci manca per rifletterci…
Beh, i facoceri ricchi e belli avranno qualcosa che gli manca!!! :-)

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Di: F. M. Rigo http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/comment-page-3/#comment-18604 F. M. Rigo Tue, 15 Jan 2008 20:21:43 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/#comment-18604 Rigoni qualche riga sopra dice (cito a memoria) che mentre scrivi un romanzo la vita sembra intrecciarsi alla storia che stai narrando. C'è una teoria scientifica che tratta di questo, è molto interessante. Pare che scrivendo imprimiamo nel subconscio o se preferite rimandiamo all'interno alcuni pensieri che poi influenzano le nostre azioni. Al punto di farci agire in modo che quello che abbiamo scritto si avveri. Sono venuta a conoscenzadi questa teoria molti anni fa. Da allora sto molto attenta a quello che scrivo e soprattutto a come lo faccio. :-) Rigoni qualche riga sopra dice (cito a memoria) che mentre scrivi un romanzo la vita sembra intrecciarsi alla storia che stai narrando. C’è una teoria scientifica che tratta di questo, è molto interessante. Pare che scrivendo imprimiamo nel subconscio o se preferite rimandiamo all’interno alcuni pensieri che poi influenzano le nostre azioni. Al punto di farci agire in modo che quello che abbiamo scritto si avveri.

Sono venuta a conoscenzadi questa teoria molti anni fa.
Da allora sto molto attenta a quello che scrivo e soprattutto a come lo faccio.
:-)

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Di: Barbara Gozzi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/comment-page-3/#comment-18602 Barbara Gozzi Tue, 15 Jan 2008 17:29:22 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/#comment-18602 @eventounico allora aspetta che ti mando anch'io un paio di cosette mie... i bravi editor sono rari e nascosti... ^ _ ^ Un salutone a tutti! Grazie Giampiero per i tuoi passaggi... @eventounico
allora aspetta che ti mando anch’io un paio di cosette mie… i bravi editor sono rari e nascosti…

^ _ ^
Un salutone a tutti! Grazie Giampiero per i tuoi passaggi…

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Di: Sofia http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/comment-page-3/#comment-18601 Sofia Tue, 15 Jan 2008 17:06:31 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/#comment-18601 @ Giampiero Rigosi Ehehe, e giampiero scoprì il blog... Non hai nessun sacco da trasportare nell'isola ecologica? Mi sto apprestando a scrivere racconti funghetti e libri erasmici. Chissà. @ Giampiero Rigosi
Ehehe,
e giampiero scoprì il blog…
Non hai nessun sacco da trasportare nell’isola ecologica? Mi sto apprestando a scrivere racconti funghetti e libri erasmici. Chissà.

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Di: Anonimo http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/comment-page-3/#comment-18600 Anonimo Tue, 15 Jan 2008 17:01:54 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/#comment-18600 Il prezioso aiuto di un editor che sa mediare! Trovare errori e indicare la strada migliore. Grazie, eventounico. Comunque sì: sarai costretto a scrivere bei libri, per entrambi i motivi. giampiero Il prezioso aiuto di un editor che sa mediare! Trovare errori e indicare la strada migliore. Grazie, eventounico. Comunque sì: sarai costretto a scrivere bei libri, per entrambi i motivi.
giampiero

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Di: eventounico http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/comment-page-3/#comment-18599 eventounico Tue, 15 Jan 2008 16:48:20 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/#comment-18599 @enrico e giampiero Scambiatevi una g (fagocero) con una m (cone) da bravi fratellini. In sintesi mi state dicendo che sono obbligato a scrivere bei libri altrimenti divento il soggetto del prossimo di giampiero ? A patto, ovviamente, che trovi la visuale giusta... Enrico non dire nulla ! :-) Ed io che pensavo di doverlo fare per accontentare il mio demone... @enrico e giampiero
Scambiatevi una g (fagocero) con una m (cone) da bravi fratellini.
In sintesi mi state dicendo che sono obbligato a scrivere bei libri altrimenti divento il soggetto del prossimo di giampiero ? A patto, ovviamente, che trovi la visuale giusta…
Enrico non dire nulla ! :-)

Ed io che pensavo di doverlo fare per accontentare il mio demone…

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Di: Enrico Gregori http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/comment-page-3/#comment-18598 Enrico Gregori Tue, 15 Jan 2008 16:34:05 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/#comment-18598 @ rigosi: la "g" mi è sfuggita, sorry. per il resto, se tu fossi in cotal guisa, scrivere brutti libri sarebbe un male sopportabile :-) @ didò: a me sei mancato quanto un erpes tra le natiche @ rigosi:
la “g” mi è sfuggita, sorry. per il resto, se tu fossi in cotal guisa, scrivere brutti libri sarebbe un male sopportabile :-)
@ didò:
a me sei mancato quanto un erpes tra le natiche

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Di: Anonimo http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/comment-page-3/#comment-18597 Anonimo Tue, 15 Jan 2008 16:25:25 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/#comment-18597 Scusate, sono passato a un portatile e mi accorgo che il post poco sopra risulta inviato da un Anonimo: sono Giampiero Rigosi Scusate, sono passato a un portatile e mi accorgo che il post poco sopra risulta inviato da un Anonimo: sono Giampiero Rigosi

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Di: Anonimo http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/comment-page-3/#comment-18596 Anonimo Tue, 15 Jan 2008 16:23:48 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/#comment-18596 Un saluto a Sofia, che mi vuole convincere e rileggere con più attenzione tutta la saga du Harry Potter. @ eventounico: io credo che qualsiasi soggetto possa essere interessante. Penso che il risultato letterario dipenda da che visuale lo si osserva e da come lo si si racconta. @ Simona: è assolutamente un vantaggio. Però può capitare (soprattutto se impieghi molto a scrivere un romanzo) che cambi tanto da non riconoscerti più in quello che stavi scrivendo. In questo caso, temo che l'unica alternativa sia lasciar perdere o - riprendendo quello che dicevo poco sopra a eventounico - cambiare l'angolo di visuale, trattare il tema e il soggetto in un altro modo, che ti rispecchi per come sei diventato. @ Enrico Gregori: ma - a parte che si scrive facocero - chi ti ha detto che io non sia così? Ammesso che il mio sia un bel libro. Altrimenti potrei comunque essere uno pieno di soldi, che scoppia di salute, tromba cone un facocero, e scrive brutti libri. Un saluto a Sofia, che mi vuole convincere e rileggere con più attenzione tutta la saga du Harry Potter.
@ eventounico: io credo che qualsiasi soggetto possa essere interessante. Penso che il risultato letterario dipenda da che visuale lo si osserva e da come lo si si racconta.
@ Simona: è assolutamente un vantaggio. Però può capitare (soprattutto se impieghi molto a scrivere un romanzo) che cambi tanto da non riconoscerti più in quello che stavi scrivendo. In questo caso, temo che l’unica alternativa sia lasciar perdere o – riprendendo quello che dicevo poco sopra a eventounico – cambiare l’angolo di visuale, trattare il tema e il soggetto in un altro modo, che ti rispecchi per come sei diventato.
@ Enrico Gregori: ma – a parte che si scrive facocero – chi ti ha detto che io non sia così? Ammesso che il mio sia un bel libro. Altrimenti potrei comunque essere uno pieno di soldi, che scoppia di salute, tromba cone un facocero, e scrive brutti libri.

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Di: Silvia Leonardi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/comment-page-3/#comment-18594 Silvia Leonardi Tue, 15 Jan 2008 15:49:18 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/#comment-18594 @ Francesco Didò a me sei mancato...e se vai nella "camera accanto" vedrai che ho reclamato epressamente la tua presenza! @ Francesco Didò
a me sei mancato…e se vai nella “camera accanto” vedrai che ho reclamato epressamente la tua presenza!

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Di: francesco di domenico http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/comment-page-3/#comment-18591 francesco di domenico Tue, 15 Jan 2008 15:43:59 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/#comment-18591 Non vi sono mancato per niente? Nessuno ha sentito l'assenza del botolo Didò? Non sono riuscito a leggere nessun commento, ho appena lasciato il Signor Telecom con un vaffanculo, volevo vedere se erano bloccate le linee di quel ciclostilato di parrocchia de "Il Messaggero" come le riattivavano subito! Greg, lo sai che scherzo, il "Messa" è il mio secondo amore (indovina tu il primo). @Il dolore. Il dolore me lo ha raccontato il mio grande, infinito maestro Gesualdo Bufalino. Il dolore dell'amore nel dolore; la smania dell'amore nel dolore; il racconto raffinato innamorante della malattia. La malattia non dolore ma compartecipazione, fusione e poi smembramento e poi, infinita delicata dolcezza: "Dicerie dell'Untore" - Il capolavoro. @Silviuccia Leonardi, anche per me era Pirandello, le parole che fanno pensare e in special modo "Il fu Mattia Pascal"...l'assenza/presenza; il "...si potrebbe andare tutti al proprio funerale..." Oppure, l'elenco del telefono, la grandiosa epopea dei nomi che conteneva "L'elenco". Che diavolo ci facesse Michael Berwicks a Viale Michelangelo a Napoli? Era un agente Cia? un ufficiale Nato, o il figlio di un soldato americano rimasto a Napoli afterwar? Chi potesse essere Anna Mangiafico, vicolo Tofa, 6 - 403822? Una venditrice ambulante? Una cantante del San Carlo o semplicemente una massaia (puttana no, troppo semplice)? Non vi sono mancato per niente?
Nessuno ha sentito l’assenza del botolo Didò?
Non sono riuscito a leggere nessun commento, ho appena lasciato il Signor Telecom con un vaffanculo, volevo vedere se erano bloccate le linee di quel ciclostilato di parrocchia de “Il Messaggero” come le riattivavano subito! Greg, lo sai che scherzo, il “Messa” è il mio secondo amore (indovina tu il primo).
@Il dolore.
Il dolore me lo ha raccontato il mio grande, infinito maestro Gesualdo Bufalino. Il dolore dell’amore nel dolore; la smania dell’amore nel dolore; il racconto raffinato innamorante della malattia. La malattia non dolore ma compartecipazione, fusione e poi smembramento e poi, infinita delicata dolcezza: “Dicerie dell’Untore” – Il capolavoro.
@Silviuccia Leonardi,
anche per me era Pirandello, le parole che fanno pensare e in special modo “Il fu Mattia Pascal”…l’assenza/presenza; il “…si potrebbe andare tutti al proprio funerale…”
Oppure, l’elenco del telefono, la grandiosa epopea dei nomi che conteneva “L’elenco”. Che diavolo ci facesse Michael Berwicks a Viale Michelangelo a Napoli? Era un agente Cia? un ufficiale Nato, o il figlio di un soldato americano rimasto a Napoli afterwar?
Chi potesse essere Anna Mangiafico, vicolo Tofa, 6 – 403822? Una venditrice ambulante? Una cantante del San Carlo o semplicemente una massaia (puttana no, troppo semplice)?

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Di: Sofia http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/comment-page-3/#comment-18590 Sofia Tue, 15 Jan 2008 15:15:27 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/#comment-18590 Ciao a tutti, partecipo forse per la prima volta a una discussione su questo blog, che comunque conoscevo e ammiravo già. Complimenti. Ho aspettato "L'ora dell'incontro" per molto tempo e poi, alla fine, l'ho affrontato: affrontato, perchè è un libro bellissimo, che però fa davvero male. E' un libro che s'insinua sottile in te, va a scovare nella tua vita piccoli e grandi dolori che sai di non aver eliminato, che hai solo nascosto sotto un tappeto, tra la polvere. Quel dolore c'è ed ha una funzione. Essere parte integrante della VITA. Ammetto di non leggere spesso libri di questo tipo, libri che parlino di morte e malattie, forse per uno sbagliato, inutile tentativo di fuga. Eppure, il modo in cui ne parla questo libro è diverso: non mostra la malattia e la morte come negativi della vita, tutt'altro. Luci e ombre. Come apparirebbe il mondo senza ombre? Un saluto a tutti, penso che tornerò a trovarvi. Faccio i complimenti a Barbara per la bellissima recensione. Anch'io ho recensito il libro, sul sito BorderFiction. Se vi va di darci un'ochiata, lo tovate in archivio. Ciao a tutti,
partecipo forse per la prima volta a una discussione su questo blog, che comunque conoscevo e ammiravo già. Complimenti.
Ho aspettato “L’ora dell’incontro” per molto tempo e poi, alla fine, l’ho affrontato: affrontato, perchè è un libro bellissimo, che però fa davvero male. E’ un libro che s’insinua sottile in te, va a scovare nella tua vita piccoli e grandi dolori che sai di non aver eliminato, che hai solo nascosto sotto un tappeto, tra la polvere. Quel dolore c’è ed ha una funzione. Essere parte integrante della VITA.
Ammetto di non leggere spesso libri di questo tipo, libri che parlino di morte e malattie, forse per uno sbagliato, inutile tentativo di fuga. Eppure, il modo in cui ne parla questo libro è diverso: non mostra la malattia e la morte come negativi della vita, tutt’altro.
Luci e ombre.
Come apparirebbe il mondo senza ombre?

Un saluto a tutti, penso che tornerò a trovarvi.
Faccio i complimenti a Barbara per la bellissima recensione. Anch’io ho recensito il libro, sul sito BorderFiction. Se vi va di darci un’ochiata, lo tovate in archivio.

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Di: zauberei http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/comment-page-3/#comment-18588 zauberei Tue, 15 Jan 2008 15:01:04 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/#comment-18588 Tolstoj gregò -pe dinne uno. Tolstoj gregò -pe dinne uno.

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Di: zauberei http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/comment-page-3/#comment-18587 zauberei Tue, 15 Jan 2008 15:00:38 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/#comment-18587 Uh grazie dell'invito Miriam - nel frangente saluto giampiero rigosi - di cui non ho letto il libro, ma penso che possa esser bello. Miriam mi fai una bella domanda e dovrei non risponderti perchè io Frida famigerata non la conosco che superficialmente. sinceramente le parole dell'introduzione da te citate mi hanno fatto accapponare la pelle - hai talmente ragione che mi devo esser persa il barlume estetico della cosa. Perciò se può essere terapeutica o meno non lo so - qualcosa mi dice che lo possa essere per alcuni e per altri affatto, un po' come ho scritto sopra. Ma è una congettura che non merita molta attenzione. forse potresti raccontare, e sarebbe anche in linea con questo post, perchè l'hai considerata tanto utile e salvifica. Sul potere terapeutico della lettura io ho dei sospetti, ma riguardano altre circostanze esistenziali tutto sommato. La malattia relativamente di meno. in altri campi si, meglio na bella passeggiata. Uh grazie dell’invito Miriam – nel frangente saluto giampiero rigosi – di cui non ho letto il libro, ma penso che possa esser bello.

Miriam mi fai una bella domanda e dovrei non risponderti perchè io Frida famigerata non la conosco che superficialmente. sinceramente le parole dell’introduzione da te citate mi hanno fatto accapponare la pelle – hai talmente ragione che mi devo esser persa il barlume estetico della cosa.
Perciò se può essere terapeutica o meno non lo so – qualcosa mi dice che lo possa essere per alcuni e per altri affatto, un po’ come ho scritto sopra. Ma è una congettura che non merita molta attenzione.
forse potresti raccontare, e sarebbe anche in linea con questo post, perchè l’hai considerata tanto utile e salvifica.

Sul potere terapeutico della lettura io ho dei sospetti, ma riguardano altre circostanze esistenziali tutto sommato. La malattia relativamente di meno. in altri campi si, meglio na bella passeggiata.

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Di: Enrico Gregori http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/comment-page-3/#comment-18586 Enrico Gregori Tue, 15 Jan 2008 15:00:04 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/#comment-18586 ma qualcuno ha mai preso in considerazione l'ipotesi che possa scrivere un bel libro anche uno pieno di soldi, che scoppia di salute e tromba come un fagocero? ma qualcuno ha mai preso in considerazione l’ipotesi che possa scrivere un bel libro anche uno pieno di soldi, che scoppia di salute e tromba come un fagocero?

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Di: Simona http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/comment-page-3/#comment-18583 Simona Tue, 15 Jan 2008 14:46:21 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/#comment-18583 @ eventounico e Giampiero: Anch'io ho sempre letto più libri contemporaneamente e anch'io ho sempre con me un taccuino nero, fitto fitto, dove segno tutto ciò che mi colpisce. Può essere una parola, un'inflessione dialettale, a volte anche una deposizione testimoniale durante un processo. "Rubo" dove posso, prendo come una ladra o una saccheggiatrice cose , fiati, volti che non mi appartengono. Poi diventano miei, ma ci vuole amore, perseveranza e molta buona volontà. Comunque anche a me accade, sorprendentemente, di "essere scelta" dalle storie e di cogliere da quel momento in poi nella realtà che vivo aiuti e ispirazioni per portarle a compimento. Ovviamente nel tempo i gusti e il nostro cuore cambiano, perciò comprendo lo sforzo di adeguare i personaggi quando la gestazione di una storia occupa un lungo lasso di tempo. Eppure questo dovrebbe essere anche un vantaggio, non credi Giampiero? A volte il fascino dei personaggi sta proprio nella loro capacità di mutare come noi, di evolversi e offrire al lettore una chiave del loro cambiamento. Direi che se non vi è trasformazione, non vi è neanche racconto. @ eventounico e Giampiero: Anch’io ho sempre letto più libri contemporaneamente e anch’io ho sempre con me un taccuino nero, fitto fitto, dove segno tutto ciò che mi colpisce.
Può essere una parola, un’inflessione dialettale, a volte anche una deposizione testimoniale durante un processo. “Rubo” dove posso, prendo come una ladra o una saccheggiatrice cose , fiati, volti che non mi appartengono. Poi diventano miei, ma ci vuole amore, perseveranza e molta buona volontà. Comunque anche a me accade, sorprendentemente, di “essere scelta” dalle storie e di cogliere da quel momento in poi nella realtà che vivo aiuti e ispirazioni per portarle a compimento.
Ovviamente nel tempo i gusti e il nostro cuore cambiano, perciò comprendo lo sforzo di adeguare i personaggi quando la gestazione di una storia occupa un lungo lasso di tempo.
Eppure questo dovrebbe essere anche un vantaggio, non credi Giampiero?
A volte il fascino dei personaggi sta proprio nella loro capacità di mutare come noi, di evolversi e offrire al lettore una chiave del loro cambiamento.
Direi che se non vi è trasformazione, non vi è neanche racconto.

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Di: eventounico http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/comment-page-3/#comment-18582 eventounico Tue, 15 Jan 2008 14:41:11 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/#comment-18582 @giampiero Ultima domanda e poi smetto di rompere altrimenti mi cacciano dal blog: cosa pensi di quelle persone che si gettano nella depressione, malati realmente o meno, perchè hanno bisogno di arrivare al fondo per trovare la forza di risalire fino ad un punto più alto di quello di partenza ? Trovi che siano soggetti interessanti in letteratura ? Ti anticipo cosa penso io (per pagar pegno). Li trovo interessanti come "caratterizzazione", ma non saprei, per miei limiti evidentemente, tenere in piedi una storia su uno così. Dovrei affiancarlo ad un soggetto realmente sofferente o realmente sano. Mi taccio e ti ringrazio per la tua disponibilità. @giampiero
Ultima domanda e poi smetto di rompere altrimenti mi cacciano dal blog:
cosa pensi di quelle persone che si gettano nella depressione, malati realmente o meno, perchè hanno bisogno di arrivare al fondo per trovare la forza di risalire fino ad un punto più alto di quello di partenza ?
Trovi che siano soggetti interessanti in letteratura ?
Ti anticipo cosa penso io (per pagar pegno). Li trovo interessanti come “caratterizzazione”, ma non saprei, per miei limiti evidentemente, tenere in piedi una storia su uno così. Dovrei affiancarlo ad un soggetto realmente sofferente o realmente sano.
Mi taccio e ti ringrazio per la tua disponibilità.

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Di: eventounico http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/comment-page-3/#comment-18581 eventounico Tue, 15 Jan 2008 14:35:32 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/#comment-18581 @giampiero Indico l'umore o l'atteggiamento del personaggio nel momento in cui ho sospeso la vicenda. Un tempo facevo degli schemi su carta. Dunque ogni volta era uno schema diverso. Poi ho cominciato a farli al computer. Solo, non tengo tutte le versioni. Non sono così preciso. Lascio l'ultima. Trovo molto utile questo approccio nei due casi estremi: molti ambienti- molti personaggi e stesso ambiente-stesso personaggio. In tutte le situazioni intermedie è meno utile. Pensa cosa avrei combinato con l'Ulisse di Joyce. Tornando al tuo romanzo, per non sembrare troppo OT, penso sia stato utile tenere sempre ben presente qual'era il quadro psicologico del momento. @giampiero
Indico l’umore o l’atteggiamento del personaggio nel momento in cui ho sospeso la vicenda. Un tempo facevo degli schemi su carta. Dunque ogni volta era uno schema diverso. Poi ho cominciato a farli al computer. Solo, non tengo tutte le versioni. Non sono così preciso. Lascio l’ultima.
Trovo molto utile questo approccio nei due casi estremi: molti ambienti- molti personaggi e stesso ambiente-stesso personaggio. In tutte le situazioni intermedie è meno utile. Pensa cosa avrei combinato con l’Ulisse di Joyce.
Tornando al tuo romanzo, per non sembrare troppo OT, penso sia stato utile tenere sempre ben presente qual’era il quadro psicologico del momento.

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Di: giampiero rigosi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/comment-page-3/#comment-18577 giampiero rigosi Tue, 15 Jan 2008 14:24:46 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/#comment-18577 @ eventounico il mio approccio assomiglia moltissimo al tuo, e non saprei descriverlo meglio di quanto hai fatto tu. Anch'io, fin da bambino, ho letto diversi libri contemporaneamente, tutti con i loro segnalibri dentro, e questa cosa di riuscire a stare dietro a diverse storie si è rivelata molto utile quando scrivere è diventato il mio mestiere: così passo abbastanza facilmente da una scenaggiatura a un romanzo, al soggetto per un futuro film, a un radiodramma... Poi anche a me a volte capita che si affacci una scena, un dialogo o anche solo un'idea che devo con urgenza "fissare". E allora gli appunti presi su foglietti volanti o le ore rubate al sonno (tanto di dormire quando hai un'idea che ronza in testa non c'è verso) o gli appunti vocali registrato al volo sulla poca memoria del cellulare mentre stai guidando in autostrada. E' interessante il tuo metodo per ricontestualizzare rapidamente l'umore o l'atteggiamento: ma si riferisce a come ti sentivi tu nel momento in cui hai sospeso la lavorazione del testo? @ eventounico
il mio approccio assomiglia moltissimo al tuo, e non saprei descriverlo meglio di quanto hai fatto tu. Anch’io, fin da bambino, ho letto diversi libri contemporaneamente, tutti con i loro segnalibri dentro, e questa cosa di riuscire a stare dietro a diverse storie si è rivelata molto utile quando scrivere è diventato il mio mestiere: così passo abbastanza facilmente da una scenaggiatura a un romanzo, al soggetto per un futuro film, a un radiodramma… Poi anche a me a volte capita che si affacci una scena, un dialogo o anche solo un’idea che devo con urgenza “fissare”. E allora gli appunti presi su foglietti volanti o le ore rubate al sonno (tanto di dormire quando hai un’idea che ronza in testa non c’è verso) o gli appunti vocali registrato al volo sulla poca memoria del cellulare mentre stai guidando in autostrada.
E’ interessante il tuo metodo per ricontestualizzare rapidamente l’umore o l’atteggiamento: ma si riferisce a come ti sentivi tu nel momento in cui hai sospeso la lavorazione del testo?

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Di: miriam ravasio http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/comment-page-3/#comment-18575 miriam ravasio Tue, 15 Jan 2008 14:16:45 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/#comment-18575 @ tutti Se volete farvi un'idea di come "un ammalato, suo malgrado" può reagire al suo destino, leggete il Diario di Frida Kahlo e la biografia scritta, su di lei, da Hayden Herrera. Due testi, fra i più importanti della mia libreria; quasi una cura psichiatrica. Ma, se decidete di avvicinarvi alla vita infernale di Frida, dimenticate i miti, le sciocchezze da salotto che su di lei sono state scritte. Dimenticatevi il fascino erotico di Frida, la sua bellezza, la sua eccentricità e soprattutto il suo (solo suo, perché l'altro di lei se ne fotteva altamente) amore per Diego Rivera. Da quei libri ho imparato molto e in particolare ne ho tratto la forza per affrontare la mia vita, la solitudine di chi soffre e il destino che ti aspetta sempre solo, più o meno a Samarcanda! La "bellissima" (perché estetica e non umana) introduzione di Carlos Fuentes al suo diario è la più grande "stronzata" di un uomo d'arte e di cultura può scrivere a proposito del dolore. "Frida Kalho aveva un cane di nome Dolore, più che un dolore di nome Cane. Lei descrive il suo dolore, non ne viene ammutolita, il suo dolore è articolato perché acquista una forma visibile e sensibile. Frida Kahlo è tra i più grandi narratori del dolore..." Queste "belle" parole ci appagano e ci rimandano l'immagine di una donna eccezionale, che eccezionale è stata veramente. Ma non c'è onestà nell'appropriarsi della vita di chi soffre per ricamare o circumnavigare nei pensieri nostri, dei lettori e degli editori. Frida voleva Amore e lo rivendicava come un diritto di chi lotta con un corpo stretto in condizioni rigide, e sempre pronta al volo. Io non leggo libri sul dolore, io AMO e pratico l'amore come un esercizio naturale e quotidiano per la sopravvivenza. @ za, mi farebbe piacere conoscere la tua opinione. @ tutti
Se volete farvi un’idea di come “un ammalato, suo malgrado” può reagire al suo destino, leggete il Diario di Frida Kahlo e la biografia scritta, su di lei, da Hayden Herrera. Due testi, fra i più importanti della mia libreria; quasi una cura psichiatrica. Ma, se decidete di avvicinarvi alla vita infernale di Frida, dimenticate i miti, le sciocchezze da salotto che su di lei sono state scritte. Dimenticatevi il fascino erotico di Frida, la sua bellezza, la sua eccentricità e soprattutto il suo (solo suo, perché l’altro di lei se ne fotteva altamente) amore per Diego Rivera. Da quei libri ho imparato molto e in particolare ne ho tratto la forza per affrontare la mia vita, la solitudine di chi soffre e il destino che ti aspetta sempre solo, più o meno a Samarcanda! La “bellissima” (perché estetica e non umana) introduzione di Carlos Fuentes al suo diario è la più grande “stronzata” di un uomo d’arte e di cultura può scrivere a proposito del dolore. “Frida Kalho aveva un cane di nome Dolore, più che un dolore di nome Cane. Lei descrive il suo dolore, non ne viene ammutolita, il suo dolore è articolato perché acquista una forma visibile e sensibile. Frida Kahlo è tra i più grandi narratori del dolore…” Queste “belle” parole ci appagano e ci rimandano l’immagine di una donna eccezionale, che eccezionale è stata veramente. Ma non c’è onestà nell’appropriarsi della vita di chi soffre per ricamare o circumnavigare nei pensieri nostri, dei lettori e degli editori. Frida voleva Amore e lo rivendicava come un diritto di chi lotta con un corpo stretto in condizioni rigide, e sempre pronta al volo. Io non leggo libri sul dolore, io AMO e pratico l’amore come un esercizio naturale e quotidiano per la sopravvivenza.
@ za, mi farebbe piacere conoscere la tua opinione.

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Di: eventounico http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/comment-page-3/#comment-18573 eventounico Tue, 15 Jan 2008 13:57:44 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/#comment-18573 @Giampiero Se mi permetti, volevo confrontarmi con te su un punto. Quando leggo non riesco a leggere un solo libro alla volta, sento continuamente il bisogno di sentire altre voci. Così ho libri sparsi in tutte le stanze della casa, ognuno con un suo segno. Poi li riprendo ed ogni volta in un ordine casuale. Quando scrivo, sia pure limitatamente ad un numero minore di soggetti, mi comporto nello stesso modo. Per ricontestualizzare preparo delle "mappe" del luogo, degli interpreti, a qualcuno metto accanto un attributo comportamentale o caratteriale di quel momento (es. nervoso, triste, dubbioso, ecc.) così da poter visualizzare dov'ero prima ancora di rileggere il testo. Cosa che faccio più volte. Esistono delle eccezioni, però, nelle quali la storia mi "chiama". Mi alzo, dunque, dal letto (ad es.) e vado a scrivere di getto quello che la storia stessa mi sta dettando in quel momento. La poesia si manifesta sempre in questo modo. Poi rileggo, rileggo. Ti andrebbe di raccontarci il tuo approccio ? La domanda la pongo a seguito dei tuoi commenti precedenti (10 anni, più storie, più soggetti, ecc.). Solo se ne hai voglia, però. @Giampiero
Se mi permetti, volevo confrontarmi con te su un punto.
Quando leggo non riesco a leggere un solo libro alla volta, sento continuamente il bisogno di sentire altre voci. Così ho libri sparsi in tutte le stanze della casa, ognuno con un suo segno. Poi li riprendo ed ogni volta in un ordine casuale. Quando scrivo, sia pure limitatamente ad un numero minore di soggetti, mi comporto nello stesso modo.
Per ricontestualizzare preparo delle “mappe” del luogo, degli interpreti, a qualcuno metto accanto un attributo comportamentale o caratteriale di quel momento (es. nervoso, triste, dubbioso, ecc.) così da poter visualizzare dov’ero prima ancora di rileggere il testo. Cosa che faccio più volte. Esistono delle eccezioni, però, nelle quali la storia mi “chiama”. Mi alzo, dunque, dal letto (ad es.) e vado a scrivere di getto quello che la storia stessa mi sta dettando in quel momento. La poesia si manifesta sempre in questo modo. Poi rileggo, rileggo.
Ti andrebbe di raccontarci il tuo approccio ?
La domanda la pongo a seguito dei tuoi commenti precedenti (10 anni, più storie, più soggetti, ecc.).
Solo se ne hai voglia, però.

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Di: Silvia Leonardi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/comment-page-3/#comment-18572 Silvia Leonardi Tue, 15 Jan 2008 13:40:31 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/#comment-18572 @ Giampiero mi trovo in perfetta sintonia con le tue parole, soprattutto quando scrivi che "quella storia non ti ha scelto a caso e ti viene da pensare che in quel momento della tua esistenza avevi bisogno di scrivere proprio quella storia". Anche se non può definirsi un dictat, è un pensiero reale il più delle volte. @ Enrico Vedi che brava? e non ho avuto bisogno di labrusco o strane sostanze!! sobria sono (da leggere stile "montalbano sono!")! @ Giampiero
mi trovo in perfetta sintonia con le tue parole, soprattutto quando scrivi che “quella storia non ti ha scelto a caso e ti viene da pensare che in quel momento della tua esistenza avevi bisogno di scrivere proprio quella storia”. Anche se non può definirsi un dictat, è un pensiero reale il più delle volte.

@ Enrico
Vedi che brava? e non ho avuto bisogno di labrusco o strane sostanze!!
sobria sono (da leggere stile “montalbano sono!”)!

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Di: Enrico Gregori http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/comment-page-3/#comment-18565 Enrico Gregori Tue, 15 Jan 2008 12:38:21 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/13/letteratura-e-malattia-letteratura-e-morte-philip-roth-giampiero-rigosi/#comment-18565 @ silvia: complimenti. una domanda che farebbe Marzullo in overdose da lambrusco @ silvia:
complimenti. una domanda che farebbe Marzullo in overdose da lambrusco

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