Commenti a: LA VITA INCAGLIATA di Attilio Del Giudice http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/ Un open-blog. un luogo d\'incontro virtuale tra scrittori, lettori, librai, critici, giornalisti e operatori culturali Sat, 11 Sep 2021 08:46:19 +0000 http://wordpress.org/?v=2.9.2 hourly 1 Di: Enrico Gregori http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/comment-page-4/#comment-20929 Enrico Gregori Fri, 01 Feb 2008 22:22:20 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/#comment-20929 @sergio: tra capolavoro e boiata ci passa l'oceano. per me Agostino è in quell'oceano con tendenza verso un libro decisamente interessante, che credo vada letto. potrei anche dire che forse è il migliore di Moravia che, indubbiamente, non è l'ultimo arrivato. Lo riconosco come un autore significativo e seminale ma, per me, leggerlo è sempre stato come leccare una lastra di ghiaccio. @sergio:
tra capolavoro e boiata ci passa l’oceano. per me Agostino è in quell’oceano con tendenza verso un libro decisamente interessante, che credo vada letto. potrei anche dire che forse è il migliore di Moravia che, indubbiamente, non è l’ultimo arrivato. Lo riconosco come un autore significativo e seminale ma, per me, leggerlo è sempre stato come leccare una lastra di ghiaccio.

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Di: Sergio Sozi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/comment-page-4/#comment-20922 Sergio Sozi Fri, 01 Feb 2008 21:33:10 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/#comment-20922 Enrico, neanche a me ''Agostino'' di Moravia sembra un capolavoro (sulla poca amicizia con Moravia siamo in sintonia, vero?)... eppure... forse sara' un libro che qualcun altro ed io proporremo per una traduzione! Meglio lui che altri, dopotutto. Cosa ne pensi? Mi trovi ambiguo? In fin dei conti bisogna anche mangiare... e Moravia non e' l'ultimo arrivato. Enrico,
neanche a me ”Agostino” di Moravia sembra un capolavoro (sulla poca amicizia con Moravia siamo in sintonia, vero?)… eppure… forse sara’ un libro che qualcun altro ed io proporremo per una traduzione! Meglio lui che altri, dopotutto. Cosa ne pensi? Mi trovi ambiguo? In fin dei conti bisogna anche mangiare… e Moravia non e’ l’ultimo arrivato.

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/comment-page-4/#comment-20794 Massimo Maugeri Fri, 01 Feb 2008 00:43:37 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/#comment-20794 @ Attilio Del Giudice Ti ringrazio molto per il tuo intervento (ottimo). È stato un vero piacere averti ospitato (ringrazio ancora Sergio per la recensione e la co-conduzione del post). In bocca al lupo per la tua prossima uscita. Salutami tanto Alberto Gaffi e Andrea Carraro, eh? - @ M.g Sono lusingato che tu sia lusingata ;) @ Attilio Del Giudice
Ti ringrazio molto per il tuo intervento (ottimo). È stato un vero piacere averti ospitato (ringrazio ancora Sergio per la recensione e la co-conduzione del post).
In bocca al lupo per la tua prossima uscita. Salutami tanto Alberto Gaffi e Andrea Carraro, eh?
-
@ M.g
Sono lusingato che tu sia lusingata
;)

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Di: Sergio Sozi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/comment-page-4/#comment-20764 Sergio Sozi Thu, 31 Jan 2008 23:32:18 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/#comment-20764 Eventounico (personale), arrivato tutto e gia' risposto. Comunque riprova anche all'indirizzo a mio nome. Di solito funziona perfettamente. Grazie. Sergio Eventounico (personale),
arrivato tutto e gia’ risposto. Comunque riprova anche all’indirizzo a mio nome. Di solito funziona perfettamente. Grazie.
Sergio

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Di: Sergio Sozi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/comment-page-4/#comment-20763 Sergio Sozi Thu, 31 Jan 2008 23:30:36 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/#comment-20763 Cara Adriana, la scommessa e' questa - al di la' del tuo alunno, che mi sembra cosa da poco rispetto alla sostanza dell'educazione. La scommessa e' trovare un modo nazionale di rapportarsi coi figli. Io vivo all'estero e avrei da dirti che questo generalmente esiste, con le debite sfaccettature, certo, che comunque non inficiano mai il corpo tradizionale del sistema valoriale nazionale. L'Italia invece e' un po' sballatina, mi pare... Cara Adriana,
la scommessa e’ questa – al di la’ del tuo alunno, che mi sembra cosa da poco rispetto alla sostanza dell’educazione. La scommessa e’ trovare un modo nazionale di rapportarsi coi figli. Io vivo all’estero e avrei da dirti che questo generalmente esiste, con le debite sfaccettature, certo, che comunque non inficiano mai il corpo tradizionale del sistema valoriale nazionale. L’Italia invece e’ un po’ sballatina, mi pare…

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Di: adriana http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/comment-page-4/#comment-20733 adriana Thu, 31 Jan 2008 21:21:32 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/#comment-20733 @sergio a me non sembra sia possibile, in un Paese, trovare una via comune in fatto di pedagogia e di rapporto con i figli. Nel nostro paese, e in molti paesi come il nostro la realtà sociale è così sfaccettata che ognuno fa a misura della propria sensibilità, educazione, capacità e, soprattutto, possibilità. Si tratta di una faccenda estremamente complessa. Mi risulta che molti genitori non si preoccupano affatto di trasmettere valori o di individuare comportamenti e linguaggi da tenere con i figli, bambini o ragazzi che siano. Nè se ne preoccupa la società. Ma ragioniamo: chi è la società? Io lavoro nell'ambiente della scuola, un luogo sicuramente fondamentale per la formazione dei giovani. Ma spesso accade che "quel che si sa" risulta prevalente, quando realmente si può "misurare", rispetto a "quel che si è" . Chi si preoccupa di cosa accade dentro e fuori dalle aule scolastiche? E chi si preoccupa di controllare se l'insegnante, oltre a somministrare una disciplina qualsiasi, è in grado di comunicare qualcosa che possa essere utile per la formazione civile e, direi, umana del giovane? Ho un alunno dello Sri Lanka, ha due cognomi lunghissimi e illeggibili pieni di y e j e w. Il suo nome è Samith. Bene, tutti i miei colleghi insegnanti lo chiamano per nome (ma chiamano tutti gli altri per cognome) e persino nel registro scrivono Samith è assente o Samith ha giustificato. Ho chiesto loro perchè, mi hanno risposto tutti che non hanno tempo per trascrivere un nome così difficile... @sergio
a me non sembra sia possibile, in un Paese, trovare una via comune in fatto di pedagogia e di rapporto con i figli. Nel nostro paese, e in molti paesi come il nostro la realtà sociale è così sfaccettata che ognuno fa a misura della propria sensibilità, educazione, capacità e, soprattutto, possibilità. Si tratta di una faccenda estremamente complessa. Mi risulta che molti genitori non si preoccupano affatto di trasmettere valori o di individuare comportamenti e linguaggi da tenere con i figli, bambini o ragazzi che siano. Nè se ne preoccupa la società. Ma ragioniamo: chi è la società? Io lavoro nell’ambiente della scuola, un luogo sicuramente fondamentale per la formazione dei giovani. Ma spesso accade che “quel che si sa” risulta prevalente, quando realmente si può “misurare”, rispetto a “quel che si è” . Chi si preoccupa di cosa accade dentro e fuori dalle aule scolastiche? E chi si preoccupa di controllare se l’insegnante, oltre a somministrare una disciplina qualsiasi, è in grado di comunicare qualcosa che possa essere utile per la formazione civile e, direi, umana del giovane? Ho un alunno dello Sri Lanka, ha due cognomi lunghissimi e illeggibili pieni di y e j e w. Il suo nome è Samith. Bene, tutti i miei colleghi insegnanti lo chiamano per nome (ma chiamano tutti gli altri per cognome) e persino nel registro scrivono Samith è assente o Samith ha giustificato. Ho chiesto loro perchè, mi hanno risposto tutti che non hanno tempo per trascrivere un nome così difficile…

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Di: eventounico http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/comment-page-4/#comment-20729 eventounico Thu, 31 Jan 2008 21:07:37 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/#comment-20729 O.T. Sergio hai problemi con la posta. Ho usato quella vecchia. O.T.
Sergio hai problemi con la posta. Ho usato quella vecchia.

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Di: Sergio Sozi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/comment-page-4/#comment-20722 Sergio Sozi Thu, 31 Jan 2008 19:55:00 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/#comment-20722 Grazie, M.G., pero' credo sia di vitale importanza che un Paese trovi una via comune anche in fatto di pedagogia o rapporto con i figli. Senza pontificare, certo. Pero' sarebbe bello che in Italia ci si unificasse rispetto a certi valori e a certi comportamenti e linguaggi da tenere con i bambini. Perche' i figli di chi ci vive accanto sono anche i nostri figli. Sergio Grazie, M.G.,
pero’ credo sia di vitale importanza che un Paese trovi una via comune anche in fatto di pedagogia o rapporto con i figli. Senza pontificare, certo. Pero’ sarebbe bello che in Italia ci si unificasse rispetto a certi valori e a certi comportamenti e linguaggi da tenere con i bambini. Perche’ i figli di chi ci vive accanto sono anche i nostri figli.
Sergio

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Di: Sergio Sozi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/comment-page-4/#comment-20721 Sergio Sozi Thu, 31 Jan 2008 19:50:40 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/#comment-20721 Riscrivo il testo con piu' correttezza sintattica. Ciao, Attilio. Grazie. L’importante e’ mantenere ben distaccata la realta’ dalla Letteratura. Che si ”gaddeggi” o si ”pasolineggi” (o si sia semplicemente se stessi, meglio) sempre sia chiaro per il lettore e l’autore quel processo di elaborazione artistica contraddistinguente la quotidianita’ dalla sua interpretazione scrittorio-narrativa. Parola di antirealista; insomma di chi, come me, ha dei tabu’ (lo ammetto e ne sono felice, per quanto mi riguarda personalmente): il primo dei quali riguarda le esasperazioni d’ordine sociale. Infatti, preferisco di solito apprendere la dura, violenta, realta’ italiana da fonti come i giornali e l’informazione, o dalla realta’ quotidiana stessa, che non ci risparmia niente di stupido e ottuso. La Letteratura preferisco invece vederla (e farla) come via di fuga dalla realta’ o tutt’al piu’ come fattore di meta-realismo: una specie di realismo trasognato, propositivo ed artistico, diverso perche’ filtrato e pregno di valori e sentimenti, di amore per l’uomo e per la Natura. Ecco perche’ ho pensato ad Attilio Del Giudice. Sergio Riscrivo il testo con piu’ correttezza sintattica.
Ciao, Attilio. Grazie.
L’importante e’ mantenere ben distaccata la realta’ dalla Letteratura. Che si ”gaddeggi” o si ”pasolineggi” (o si sia semplicemente se stessi, meglio) sempre sia chiaro per il lettore e l’autore quel processo di elaborazione artistica contraddistinguente la quotidianita’ dalla sua interpretazione scrittorio-narrativa. Parola di antirealista; insomma di chi, come me, ha dei tabu’ (lo ammetto e ne sono felice, per quanto mi riguarda personalmente): il primo dei quali riguarda le esasperazioni d’ordine sociale. Infatti, preferisco di solito apprendere la dura, violenta, realta’ italiana da fonti come i giornali e l’informazione, o dalla realta’ quotidiana stessa, che non ci risparmia niente di stupido e ottuso. La Letteratura preferisco invece vederla (e farla) come via di fuga dalla realta’ o tutt’al piu’ come fattore di meta-realismo: una specie di realismo trasognato, propositivo ed artistico, diverso perche’ filtrato e pregno di valori e sentimenti, di amore per l’uomo e per la Natura. Ecco perche’ ho pensato ad Attilio Del Giudice.
Sergio

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Di: m.g. http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/comment-page-4/#comment-20719 m.g. Thu, 31 Jan 2008 19:48:37 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/#comment-20719 a massimo sono lusingata dagli apprezzamenti,e quasi tentata dal raccontare altri episodi della mia lontana ormai,vita scolastica,anche piu' divertenti se volete.forse potrebbe sdrammatizzare le tematiche di questo blog,sulle quali non mi sono espressa,non per disinteresse,ma in quanto credo che la genesi ontologica,come dice Sergio del male o dei comportamenti violenti,sia un tema tropo complesso per afrontarlo in questa sede.ogni intervento contiene innegabilmente delle verita',ma non e' esaustivo e nessuna analisi e' definitiva.mi sento di esprimere tutta la mia solidarieta' alle piccole vittime dei vari episodi di bullismo che sono stati raccontati.ma io nn ho una ricetta per risolvere il problema.per cui evito di pontificare. Fa bene allora enrico che la butta sul ridere,con la sua tagliente ironia,che stigmatizza ,paradossalmente e laconicamente,certi malcostumi adolescenziali.Grazie alla sua acuta quanto insana intelligenza ha semlicemente capito che in certi casi l'ironia e il sarcasmo,sebbene venati di amaro rammarico, sono l'unico commento possibile. a massimo
sono lusingata dagli apprezzamenti,e quasi tentata dal raccontare altri episodi della mia lontana ormai,vita scolastica,anche piu’ divertenti se volete.forse potrebbe sdrammatizzare le tematiche di questo blog,sulle quali non mi sono espressa,non per disinteresse,ma in quanto credo che la genesi ontologica,come dice Sergio del male o dei comportamenti violenti,sia un tema tropo complesso per afrontarlo in questa sede.ogni intervento contiene innegabilmente delle verita’,ma non e’ esaustivo e nessuna analisi e’ definitiva.mi sento di esprimere tutta la mia solidarieta’ alle piccole vittime dei vari episodi di bullismo che sono stati raccontati.ma io nn ho una ricetta per risolvere il problema.per cui evito di pontificare.
Fa bene allora enrico che la butta sul ridere,con la sua tagliente ironia,che stigmatizza ,paradossalmente e laconicamente,certi malcostumi adolescenziali.Grazie alla sua acuta quanto insana intelligenza ha semlicemente capito che in certi casi l’ironia e il sarcasmo,sebbene venati di amaro rammarico, sono l’unico commento possibile.

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Di: Sergio Sozi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/comment-page-4/#comment-20718 Sergio Sozi Thu, 31 Jan 2008 19:48:23 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/#comment-20718 Scusate per qualche sbagliuccio en passant. Scusate per qualche sbagliuccio en passant.

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Di: Sergio Sozi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/comment-page-4/#comment-20717 Sergio Sozi Thu, 31 Jan 2008 19:46:14 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/#comment-20717 Ciao, Attilio. Grazie. L'importante e' mantenere ben distaccata la realta' dalla Letteratura. Che si ''gaddeggi'' o si ''pasolineggi'' (o si e' semplicemente se stessi, meglio) sia sempre chiaro per il lettore e l'autore quel processo di elaborazione artistico contraddistinguente la quotidianita' dalla sua interpretazione scrittorio-narrativa. Parola di antirealista; insomma di chi, come me, ha dei tabu' (lo ammetto e ne sono felice, per quanto mi riguarda personalmente): il primo dei quali riguarda le esasperazioni d'ordine sociale. Infatti, preferisco di solito apprendere la dura, violenta, realta' italiana da fonti come i giornali e l'informazione, o dalla realta' quotidiana stessa, che non ci risparmia niente di stupido e ottuso. La Letteratura preferisco invece vederla (e farla) come via di fuga dalla realta' o tutt'al piu' come fattore di meta-realismo: una specie di realismo trasognato, propositivo ed artistico, diverso perche' filtrato e pregno di valori e sentimenti, di amore per l'uomo e per la Natura. Ecco perche' ho pensato ad Attilio Del Giudice. Sergio Ciao, Attilio. Grazie.
L’importante e’ mantenere ben distaccata la realta’ dalla Letteratura. Che si ”gaddeggi” o si ”pasolineggi” (o si e’ semplicemente se stessi, meglio) sia sempre chiaro per il lettore e l’autore quel processo di elaborazione artistico contraddistinguente la quotidianita’ dalla sua interpretazione scrittorio-narrativa. Parola di antirealista; insomma di chi, come me, ha dei tabu’ (lo ammetto e ne sono felice, per quanto mi riguarda personalmente): il primo dei quali riguarda le esasperazioni d’ordine sociale. Infatti, preferisco di solito apprendere la dura, violenta, realta’ italiana da fonti come i giornali e l’informazione, o dalla realta’ quotidiana stessa, che non ci risparmia niente di stupido e ottuso. La Letteratura preferisco invece vederla (e farla) come via di fuga dalla realta’ o tutt’al piu’ come fattore di meta-realismo: una specie di realismo trasognato, propositivo ed artistico, diverso perche’ filtrato e pregno di valori e sentimenti, di amore per l’uomo e per la Natura. Ecco perche’ ho pensato ad Attilio Del Giudice.
Sergio

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Di: Enrico Gregori http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/comment-page-4/#comment-20713 Enrico Gregori Thu, 31 Jan 2008 18:28:02 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/#comment-20713 @ Attilio: intervento chiarifcatore quanto essenziale. Per quel che vale concordo pienamente sull'osservazione in merito a "Agostino" di Moravia e, proprio per questo, io non lo ritengo affatto un capolavoro fondamentale. @ Attilio:
intervento chiarifcatore quanto essenziale. Per quel che vale concordo pienamente sull’osservazione in merito a “Agostino” di Moravia e, proprio per questo, io non lo ritengo affatto un capolavoro fondamentale.

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Di: Attilio Del Giudice http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/comment-page-4/#comment-20709 Attilio Del Giudice Thu, 31 Jan 2008 17:21:33 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/#comment-20709 Buongiorno, scusate il ritardo. Nell’ intervento in questo dibattito, che tocca anche il mio piccolo romanzo, devo fare una premessa: io credo che mai uno scrittore può o debba essere l’avvocato delle sue storielle. Se gli va bene, gli tocca il ruolo dell’imputato. Dico “se gli va bene”, perché non sono pochi in Italia i talenti che per una serie di variabili estranee alla qualità della scrittura, non arrivano alla pubblicazione e non vengono mai letti e giudicati. In qualità di imputato ne esco felicemente. Mi pare di essere stato assolto con formula piena. Ne ricavo una indelebile gratificazione. Per un editore, per un libraio, per un distributore, nell’esercizio tecnico delle specifiche funzioni, tutti i lettori sono uguali di fronte alle sacre….leggi del mercato. Per un autore non è così. Le analisi favorevoli sulla Vita Incagliata, emerse da questo dibattito, mi fanno piacere particolarmente, perché so bene che i frequentatori di Letteratitudine, rappresentano un’elite intellettuale e, a suffragare questa dimensione, taluni hanno dipanato emozioni, esperienze personali e grazia formale. Non mi resta, quindi, che ringraziare tutti. Sono, poi, molto grato a Sergio Sozi per l’importante recensione. Sergio è mio amico, ma è, soprattutto, un illustre critico e scrittore. Naturalmente, ringrazio Massimo Maugeri, del cui talento a nessuno verrebbe in mente di dubitare, mi ha generosamente ospitato. Colgo l’occasione per salutare Cristina Bove, che incontro in questo dibattito, la incontro dopo alcuni anni e ricordo di aver apprezzato la sua problematica profondità di pensiero e l’intensità poetica. Il mio intervento potrebbe concludersi qui, se non avessi l’obbligo di rispondere ad alcune precise domande, che si potrebbero riassumere in questi interrogativi: su quali basi e presupposti ho scelto di parlare di quell’ambiente, di quel degrado e di un ragazzino di dieci anni? La risposta è che non lo so. Nei miei romanzi precedenti i personaggi sono adulti. Forse qui, nella Vita Incagliata si erano sedimentate alcune esperienze sul campo, una curiosità e sensibilità sociale e, forse, anche i miei precedenti lavorativi: per molti anni ho esercitato la professione di psicologo nelle pubbliche istituzioni preposte alla consulenza psicopedagogica. Ma vorrei dire un’altra cosa più generale: il luogo comune che vede i vecchi psicologicamente simili ai bambini, secondo me, non è campato in aria. I bambini hanno i sentimenti (non parlo solo dei buoni sentimenti), per così dire, scoperti. I bambini vivono sentimenti veri e naturali, non ne conoscono la deriva, ignorano il sentimentalismo, non sono sufficientemente sperimentati dalla vita per crearsi maschere, schermi, scudi protettivi. I vecchi, invece, non ne hanno più bisogno. Nel breve tempo che hanno da vivere, le catene dei ruoli sociali si allentano, le prigioni si aprono, possono andare all’aperto, liberi e senza maschere e vivere anche loro, come i bambini, i sentimenti in maniera naturale. Lo scarto psicologico, insomma, si annulla o di molto si riduce. Infine, quelli che scrivono letterariamente (vi risparmio citazioni leopardiane o pascoliane) hanno a che fare per necessità interiore e, per certi versi, deontologicamente, con l’evocazione delle matrici psicologiche originarie della propria vita, questo anche se le tematiche e i contenuti narrativi non riguardano l’infanzia. Sul tema principale del dibattito, proposto da Maugeri, sono, evidentemente, la persona meno adatta a rispondere, questo perché io ci ho provato, ho provato a raccontare, in qualche modo, di un bambino succube di un ambiente familiare e sociale violento. Forse mi sento di dire, umilmente, che un viaggio narrativo che abbia per protagonista un ragazzino, presenta una miriade di difficoltà non solo nello scandaglio psicologico, ma anche, e soprattutto, nei processi di “inveramento” linguistico. A questo punto vorrei dire una cosa quasi blasfema: in Agostino di Moravia (un capolavoro fondamentale), i ragazzi di vita, che entrano nella vicenda, non mi convincono, mi lasciano un po’ perplesso proprio per l’uso della lingua, e la stessa cosa direi per Io Non Ho Paura di Ammanniti, uno scrittore che, tuttavia, amo molto. Ne discutevo, pochi giorni fa, con Andrea Carraro, che cura una collana di Gaffi Editore, col quale uscirà ad aprile un mio libro (spudorata pubblicità!!!). Carraro mi confortava in questa mia opinione un po’ audace. Chissà se può essere accolta anche da voi. Buongiorno, scusate il ritardo.
Nell’ intervento in questo dibattito, che tocca anche il mio piccolo romanzo, devo fare una premessa: io credo che mai uno scrittore può o debba essere l’avvocato delle sue storielle. Se gli va bene, gli tocca il ruolo dell’imputato. Dico “se gli va bene”, perché non sono pochi in Italia i talenti che per una serie di variabili estranee alla qualità della scrittura, non arrivano alla pubblicazione e non vengono mai letti e giudicati.
In qualità di imputato ne esco felicemente. Mi pare di essere stato assolto con formula piena. Ne ricavo una indelebile gratificazione. Per un editore, per un libraio, per un distributore, nell’esercizio tecnico delle specifiche funzioni, tutti i lettori sono uguali di fronte alle sacre….leggi del mercato. Per un autore non è così. Le analisi favorevoli sulla Vita Incagliata, emerse da questo dibattito, mi fanno piacere particolarmente, perché so bene che i frequentatori di Letteratitudine, rappresentano un’elite intellettuale e, a suffragare questa dimensione, taluni hanno dipanato emozioni, esperienze personali e grazia formale. Non mi resta, quindi, che ringraziare tutti. Sono, poi, molto grato a Sergio Sozi per l’importante recensione. Sergio è mio amico, ma è, soprattutto, un illustre critico e scrittore. Naturalmente, ringrazio Massimo Maugeri, del cui talento a nessuno verrebbe in mente di dubitare, mi ha generosamente ospitato. Colgo l’occasione per salutare Cristina Bove, che incontro in questo dibattito, la incontro dopo alcuni anni e ricordo di aver apprezzato la sua problematica profondità di pensiero e l’intensità poetica.
Il mio intervento potrebbe concludersi qui, se non avessi l’obbligo di rispondere ad alcune precise domande, che si potrebbero riassumere in questi interrogativi: su quali basi e presupposti ho scelto di parlare di quell’ambiente, di quel degrado e di un ragazzino di dieci anni? La risposta è che non lo so. Nei miei romanzi precedenti i personaggi sono adulti. Forse qui, nella Vita Incagliata si erano sedimentate alcune esperienze sul campo, una curiosità e sensibilità sociale e, forse, anche i miei precedenti lavorativi: per molti anni ho esercitato la professione di psicologo nelle pubbliche istituzioni preposte alla consulenza psicopedagogica. Ma vorrei dire un’altra cosa più generale: il luogo comune che vede i vecchi psicologicamente simili ai bambini, secondo me, non è campato in aria. I bambini hanno i sentimenti (non parlo solo dei buoni sentimenti), per così dire, scoperti. I bambini vivono sentimenti veri e naturali, non ne conoscono la deriva, ignorano il sentimentalismo, non sono sufficientemente sperimentati dalla vita per crearsi maschere, schermi, scudi protettivi. I vecchi, invece, non ne hanno più bisogno. Nel breve tempo che hanno da vivere, le catene dei ruoli sociali si allentano, le prigioni si aprono, possono andare all’aperto, liberi e senza maschere e vivere anche loro, come i bambini, i sentimenti in maniera naturale. Lo scarto psicologico, insomma, si annulla o di molto si riduce. Infine, quelli che scrivono letterariamente (vi risparmio citazioni leopardiane o pascoliane) hanno a che fare per necessità interiore e, per certi versi, deontologicamente, con l’evocazione delle matrici psicologiche originarie della propria vita, questo anche se le tematiche e i contenuti narrativi non riguardano l’infanzia.
Sul tema principale del dibattito, proposto da Maugeri, sono, evidentemente, la persona meno adatta a rispondere, questo perché io ci ho provato, ho provato a raccontare, in qualche modo, di un bambino succube di un ambiente familiare e sociale violento. Forse mi sento di dire, umilmente, che un viaggio narrativo che abbia per protagonista un ragazzino, presenta una miriade di difficoltà non solo nello scandaglio psicologico, ma anche, e soprattutto, nei processi di “inveramento” linguistico. A questo punto vorrei dire una cosa quasi blasfema: in Agostino di Moravia (un capolavoro fondamentale), i ragazzi di vita, che entrano nella vicenda, non mi convincono, mi lasciano un po’ perplesso proprio per l’uso della lingua, e la stessa cosa direi per Io Non Ho Paura di Ammanniti, uno scrittore che, tuttavia, amo molto.
Ne discutevo, pochi giorni fa, con Andrea Carraro, che cura una collana di Gaffi Editore, col quale uscirà ad aprile un mio libro (spudorata pubblicità!!!). Carraro mi confortava in questa mia opinione un po’ audace. Chissà se può essere accolta anche da voi.

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Di: miriam ravasio http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/comment-page-4/#comment-20681 miriam ravasio Thu, 31 Jan 2008 13:38:26 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/#comment-20681 @ I quadernoni si usano ancora e nelle biblioteche è facile imbattersi in gruppi di ragazzini intenti a scrivere su quei quadernoni rivestiti di plastica, perché così si è più ordinati. Prima d’ogni mio intervento (educazione all'immagine) scrivo un testo che poi leggo in classe; sulla scansione delle parole e delle frasi imposto il programma. In una prima elementare ci stiamo occupando dell'estinzione dei dinosauri, la scuola si trova in un importante sito geologico e per preparare i ragazzi ad una visita in loco, propongo attività di "sensibilizzazione curiosa". E' intatta nei bimbi la voglia di poesia e di sogno, proprio com’è intatta anche per noi adulti. Anzi è così preponderante, che noi mamme-papà e adulti in genere, scambiamo per poesia ciò, che nella maggior parte delle volte non è. Cito Carotone "un mondo difficile, futuro incerto, felicità a momenti". A volte, mi sembra di cogliere fra chi parla di bambini e adolescenti, una posizione distante, contrapposta; quasi un noi contro loro, o meglio, il nostro passato contro il loro presente, e sostanzialmente contro il nostro futuro. A proposito di bullismo, Gluck, ieri, intervenendo qui, ha sottolineato, rispondendo a Gea, una cosa importante: l’evento ha regalato a chi ha voluto capirlo, anche il messaggio della necessità, talvolta, che il potente difenda il debole. L’utopia non aiuta, anzi, confonde rendendoci paladini di un conflitto inesistente. Forse è più salutistico il confronto su un’immagine: noi, tutti, immersi nella stessa piscina e obbligati, da una forza esterna che sta ai bordi, a nuotare, aiutando chi non riesce ancora a farlo nel rispetto dell’angusto spazio delle corsie. @ I quadernoni si usano ancora e nelle biblioteche è facile imbattersi in gruppi di ragazzini intenti a scrivere su quei quadernoni rivestiti di plastica, perché così si è più ordinati. Prima d’ogni mio intervento (educazione all’immagine) scrivo un testo che poi leggo in classe; sulla scansione delle parole e delle frasi imposto il programma. In una prima elementare ci stiamo occupando dell’estinzione dei dinosauri, la scuola si trova in un importante sito geologico e per preparare i ragazzi ad una visita in loco, propongo attività di “sensibilizzazione curiosa”. E’ intatta nei bimbi la voglia di poesia e di sogno, proprio com’è intatta anche per noi adulti. Anzi è così preponderante, che noi mamme-papà e adulti in genere, scambiamo per poesia ciò, che nella maggior parte delle volte non è. Cito Carotone “un mondo difficile, futuro incerto, felicità a momenti”.
A volte, mi sembra di cogliere fra chi parla di bambini e adolescenti, una posizione distante, contrapposta; quasi un noi contro loro, o meglio, il nostro passato contro il loro presente, e sostanzialmente contro il nostro futuro.
A proposito di bullismo, Gluck, ieri, intervenendo qui, ha sottolineato, rispondendo a Gea, una cosa importante: l’evento ha regalato a chi ha voluto capirlo, anche il messaggio della necessità, talvolta, che il potente difenda il debole.
L’utopia non aiuta, anzi, confonde rendendoci paladini di un conflitto inesistente. Forse è più salutistico il confronto su un’immagine: noi, tutti, immersi nella stessa piscina e obbligati, da una forza esterna che sta ai bordi, a nuotare, aiutando chi non riesce ancora a farlo nel rispetto dell’angusto spazio delle corsie.

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Di: Carlo S. http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/comment-page-4/#comment-20673 Carlo S. Thu, 31 Jan 2008 13:11:05 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/#comment-20673 @ Rossella Questa volta sono pienamente d'accordo con te. E forse avrei potuto esserlo anche le altre, se ci fossimo spiegati un pò meglio invece di prenderci di petto. Ciao @ Didò Questo Paese è tutto un'emergenza. Da decenni (chiamala emergenza !!!) @ Rossella
Questa volta sono pienamente d’accordo con te. E forse avrei potuto esserlo anche le altre, se ci fossimo spiegati un pò meglio invece di prenderci di petto.
Ciao

@ Didò
Questo Paese è tutto un’emergenza. Da decenni (chiamala emergenza !!!)

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Di: eventounico http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/comment-page-4/#comment-20672 eventounico Thu, 31 Jan 2008 12:57:33 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/#comment-20672 @Rossella, avendolo già trascritto in questo blog, anche se in altro post, non voglio esagerare, ma qui: . http://eventounico.blog.kataweb.it/2007/04/23/rap-porto-sulla-gioventu . puoi capire quanto possa essere daccordo. @Rossella,
avendolo già trascritto in questo blog, anche se in altro post, non voglio esagerare, ma qui:
.
http://eventounico.blog.kataweb.it/2007/04/23/rap-porto-sulla-gioventu
.
puoi capire quanto possa essere daccordo.

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Di: francesco di domenico http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/comment-page-4/#comment-20669 francesco di domenico Thu, 31 Jan 2008 12:42:03 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/#comment-20669 @Gea, importante la tua risposta a Rossella, ma credo che non avessi compreso appieno il senso delle sue parole e @Rossella le ha replicate in modo dignitosamente "esemplare", sono d'accordo con lei (e non definiteci maggioranza silenziosa). @Gea,
importante la tua risposta a Rossella, ma credo che non avessi compreso appieno il senso delle sue parole e
@Rossella le ha replicate in modo dignitosamente “esemplare”, sono d’accordo con lei (e non definiteci maggioranza silenziosa).

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Di: francesco di domenico http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/comment-page-4/#comment-20667 francesco di domenico Thu, 31 Jan 2008 12:39:14 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/#comment-20667 Torno adesso dalla rutilante Bagdad del mediterraneo (per fortuna il compagno iracheno di mia figlia non comprende l'italiano - è dietro di me che cucina un profumato e saporoso riso che si chiama Chima e si mangia durante la festa sciita della Sura - altrimenti si offenderebbe: a Bagdad non fanno la pinna coi motorini). Dicevo torno dai mie pellegrinaggi in bus a Napoli dove iersera, oltre ai blocchi canonici e all'immondizia bruciata, dei ragazzini hanno minacciato col coltello un mio collega sequestrandogli il bus (i bus poi sono passati a due) poi hanno fatto l'autopsia ai copertoni (700 euro a gomma, che pagate voi del nord, Bossi un tantinello ha ragione). Ora mi chiedo e vi chiedo, da democratico, pacifista, no global, antimilitarista, antirazzista (che belli i gol del Mario nero ierisera), ma...non è che la dovremmo risolvere con un leggero coprifuoco militare? Le mummie di Roma (non parlo di te Enrico, ti voglio bene.) parlano di "emergenza democratica" per la caduta del governo, a me sembra che l'emergenza sia in altri posti, non pensate che una "Tolleranza zero" a Napoli potrebbe risolvere anche i problemi, chessò di Cantù? Sembra una provocazione amici miei, ma a Napoli siamo oltre "la frutta"! Torno adesso dalla rutilante Bagdad del mediterraneo (per fortuna il compagno iracheno di mia figlia non comprende l’italiano – è dietro di me che cucina un profumato e saporoso riso che si chiama Chima e si mangia durante la festa sciita della Sura – altrimenti si offenderebbe: a Bagdad non fanno la pinna coi motorini).
Dicevo torno dai mie pellegrinaggi in bus a Napoli dove iersera, oltre ai blocchi canonici e all’immondizia bruciata, dei ragazzini hanno minacciato col coltello un mio collega sequestrandogli il bus (i bus poi sono passati a due) poi hanno fatto l’autopsia ai copertoni (700 euro a gomma, che pagate voi del nord, Bossi un tantinello ha ragione).
Ora mi chiedo e vi chiedo, da democratico, pacifista, no global, antimilitarista, antirazzista (che belli i gol del Mario nero ierisera), ma…non è che la dovremmo risolvere con un leggero coprifuoco militare?
Le mummie di Roma (non parlo di te Enrico, ti voglio bene.) parlano di “emergenza democratica” per la caduta del governo, a me sembra che l’emergenza sia in altri posti, non pensate che una “Tolleranza zero” a Napoli potrebbe risolvere anche i problemi, chessò di Cantù?
Sembra una provocazione amici miei, ma a Napoli siamo oltre “la frutta”!

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Di: Rossella http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/comment-page-4/#comment-20665 Rossella Thu, 31 Jan 2008 12:09:02 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/#comment-20665 @Enrico e Gea e Carlo e Evento Unico No, non propongo mica esempi come la pubblicità del mulino bianco! Voglio semplicemente segnalare che c’è confusione nella società e i giovani sono cresciuti nella confusione di figure educative alle quali fare riferimento. Concordiamo quando parliamo di abdicazione del ruolo educativo, mamme - sorelle delle figlie e padri – amichetti, tanto vicini ai pargoli cresciuti soprattutto con l’idea di dover accettare passivamente ogni loro periodo blu, rosso, verde. In tutto questo c’è anche l’influenza generazionale di quelli che prima si sono arrabbiati contro coloro che compravano frigoriferi e lucidatrici e che cantavano le canzoni di Modugno, ma che poi (fischiettando i Beatles) con una mano cucinavano con la pentola a pressione e con l’altra passavano l’aspirapolvere, abbandonati i pantaloni a zampa e convertiti al doppiopetto della banca! La contraddizione è palese ed ha democraticamente portato il ragazzo a sentirsi libero solo quando esce di casa e vaga col motorino a tutto gas : - Che bella l’aria fra i capelli! oggi fa freddo ma chi se importa c’è il sole! – C’è stato un edonistico egoismo camuffato da un apparente apertura, votati alle cose così come i perbenisti (più formali e stucchevoli). Tant’è vero che la microcrudeltà non è affatto scomparsa e che il bullismo è raddoppiato, gli adulti ridono e fanno quello che gli pare, la comitiva è aperta al dialogo, tutto è permesso e non è poco se riescono a vantarsene con un filmato da mostrare agli altri. Conclusione. L’affettività è anche il calore che istintivamente si dona, così come stringere un bimbo al petto; non importa se l’impatto è con i peli del padre o con la setosità del seno materno, ma non dovrebbe essere l’animalità della specie ad organizzargli la vita, voler bene è un sentimento che si avvale anche della ragione. Chi non ha pensato alle conseguenze dei propri egoismi non solo non ha amato ma non ha neppure ragionato. Quindi, non rompano le scatole né i falsi perbenisti né gli sfrenati baccanici fautori di libertà, il caos e la mancanza di Senso è l’ovvio risvolto educativo di queste generazioni di cui si condanna la follia. Saluti @Enrico e Gea e Carlo e Evento Unico
No, non propongo mica esempi come la pubblicità del mulino bianco! Voglio semplicemente segnalare che c’è confusione nella società e i giovani sono cresciuti nella confusione di figure educative alle quali fare riferimento. Concordiamo quando parliamo di abdicazione del ruolo educativo, mamme – sorelle delle figlie e padri – amichetti, tanto vicini ai pargoli cresciuti soprattutto con l’idea di dover accettare passivamente ogni loro periodo blu, rosso, verde.
In tutto questo c’è anche l’influenza generazionale di quelli che prima si sono arrabbiati contro coloro che compravano frigoriferi e lucidatrici e che cantavano le canzoni di Modugno, ma che poi (fischiettando i Beatles) con una mano cucinavano con la pentola a pressione e con l’altra passavano l’aspirapolvere, abbandonati i pantaloni a zampa e convertiti al doppiopetto della banca!
La contraddizione è palese ed ha democraticamente portato il ragazzo a sentirsi libero solo quando esce di casa e vaga col motorino a tutto gas : – Che bella l’aria fra i capelli! oggi fa freddo ma chi se importa c’è il sole! –
C’è stato un edonistico egoismo camuffato da un apparente apertura, votati alle cose così come i perbenisti (più formali e stucchevoli). Tant’è vero che la microcrudeltà non è affatto scomparsa e che il bullismo è raddoppiato, gli adulti ridono e fanno quello che gli pare, la comitiva è aperta al dialogo, tutto è permesso e non è poco se riescono a vantarsene con un filmato da mostrare agli altri.
Conclusione.
L’affettività è anche il calore che istintivamente si dona, così come stringere un bimbo al petto; non importa se l’impatto è con i peli del padre o con la setosità del seno materno, ma non dovrebbe essere l’animalità della specie ad organizzargli la vita, voler bene è un sentimento che si avvale anche della ragione. Chi non ha pensato alle conseguenze dei propri egoismi non solo non ha amato ma non ha neppure ragionato.
Quindi, non rompano le scatole né i falsi perbenisti né gli sfrenati baccanici fautori di libertà, il caos e la mancanza di Senso è l’ovvio risvolto educativo di queste generazioni di cui si condanna la follia.
Saluti

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Di: Carlo S. http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/comment-page-4/#comment-20635 Carlo S. Thu, 31 Jan 2008 08:49:37 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/#comment-20635 @gea Come "La famiglia Winshaw" (ottimo romanzo di J. Coe). @gea
Come “La famiglia Winshaw” (ottimo romanzo di J. Coe).

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Di: eventounico http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/comment-page-4/#comment-20619 eventounico Thu, 31 Jan 2008 06:36:05 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/#comment-20619 Qualche schiaffo non ha mai cambiato le idee, anzi. All'ospedale "perché non te ne sei andato", risposta "perché volevo che si ponessero questa domanda". Certo in gioventù se ne commettono tante di fesserie, ma il vero problema è se non si possono raccontare a nessun genitore, qualunque sia l'abbigliamento o il taglio di capelli. Qualche schiaffo non ha mai cambiato le idee, anzi.
All’ospedale “perché non te ne sei andato”, risposta “perché volevo che si ponessero questa domanda”. Certo in gioventù se ne commettono tante di fesserie, ma il vero problema è se non si possono raccontare a nessun genitore, qualunque sia l’abbigliamento o il taglio di capelli.

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Di: gea http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/comment-page-4/#comment-20618 gea Thu, 31 Jan 2008 05:44:57 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/#comment-20618 risono le sei, ma di un altro mattino. sono ai minimi storici in quanto a sidol, e so che ne verrà fuori un caos, però devo proprio. fermo restando che sì, i comportamenti devianti dei ragazzi nascono spesso da situazioni familiari problematiche, o per lo meno da genitori fuori ruolo, avrei parecchio da ridire sulla descrizione data sopra di famiglia disfunzionale e sul rapporto cause- effetto tra come uno sceglie di vestirsi e come sta dentro. non avrò un campione statisticamente significativo, ma i peggio bulli incontrati nel tempo venivano da famiglie ''tradizionali'' e chiuse a riccio nel loro micromondo. il familismo amorale (right or wrong, my people) nasce da una sottocultura arcaica, dal clan. è il germe della mafiosità. in qualche caso i genitori erano separati, in altri no. non è un divorzio a creare il mostro, è l'abdicare dei genitori alla loro funzione educativa. e questo lo si può fare benissimo restando insieme. anzi, a volte viene meglio. due persone unite e concordi, convinte di avere ragione nel difendere oltre ogni logica i pargoli preziosi, possono fare più danni di chi si separa e si confronta dialetticamente con qualcun altro. la Famiglia maiuscola, roccaforte della Tradizione, in cui tutti si vestono in maniera non appariscente e consona al ruolo, tutto è lindo, perfetto, senza un'ombra, si deve sempre mangiare tutti insieme e guai un volo di fantasia, dove una trasgressione anche minima è un affronto alla santità dell'istituzione, può essere un verminaio di rancori, perversioni e schifezze varie molto più di una minuscola, dove magari si litiga, i calzini si spaiano, l'unica con i capelli corti è la madre, l'abbigliamento dei figli va a fasi, come picasso (il periodo nero, il periodo sciatto, il periodo verde) ma si parla, si legge, si ride e ci si sostiene a vicenda senza mai difendere l'indifendibile, e senza mai dare per scontato niente. non sono gel, capelli lunghi o piercing il problema. la mancanza di ascolto lo è. e la scarsa credibilità di chi predica di etica ma dietro la facciata per bene nasconde opportunismi, furberie, egoismo e microcrudeltà. tanto, basta che non si sappia, no? risono le sei, ma di un altro mattino.
sono ai minimi storici in quanto a sidol, e so che ne verrà fuori un caos, però devo proprio.
fermo restando che sì, i comportamenti devianti dei ragazzi nascono spesso da situazioni familiari problematiche, o per lo meno da genitori fuori ruolo, avrei parecchio da ridire sulla descrizione data sopra di famiglia disfunzionale e sul rapporto cause- effetto tra come uno sceglie di vestirsi e come sta dentro.
non avrò un campione statisticamente significativo, ma i peggio bulli incontrati nel tempo venivano da famiglie ”tradizionali” e chiuse a riccio nel loro micromondo. il familismo amorale (right or wrong, my people) nasce da una sottocultura arcaica, dal clan. è il germe della mafiosità.
in qualche caso i genitori erano separati, in altri no. non è un divorzio a creare il mostro, è l’abdicare dei genitori alla loro funzione educativa. e questo lo si può fare benissimo restando insieme. anzi, a volte viene meglio. due persone unite e concordi, convinte di avere ragione nel difendere oltre ogni logica i pargoli preziosi, possono fare più danni di chi si separa e si confronta dialetticamente con qualcun altro.
la Famiglia maiuscola, roccaforte della Tradizione, in cui tutti si vestono in maniera non appariscente e consona al ruolo, tutto è lindo, perfetto, senza un’ombra, si deve sempre mangiare tutti insieme e guai un volo di fantasia, dove una trasgressione anche minima è un affronto alla santità dell’istituzione, può essere un verminaio di rancori, perversioni e schifezze varie molto più di una minuscola, dove magari si litiga, i calzini si spaiano, l’unica con i capelli corti è la madre, l’abbigliamento dei figli va a fasi, come picasso (il periodo nero, il periodo sciatto, il periodo verde) ma si parla, si legge, si ride e ci si sostiene a vicenda senza mai difendere l’indifendibile, e senza mai dare per scontato niente.
non sono gel, capelli lunghi o piercing il problema. la mancanza di ascolto lo è. e la scarsa credibilità di chi predica di etica ma dietro la facciata per bene nasconde opportunismi, furberie, egoismo e microcrudeltà.
tanto, basta che non si sappia, no?

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Di: CYPREA http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/comment-page-4/#comment-20611 CYPREA Thu, 31 Jan 2008 02:45:18 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/#comment-20611 Riconducendomi al tema più sopra espresso del Bene e del Male, magari dico una scempiaggine, ma personalmente ritengo che quest'ultimo sia insito nella natura stessa dell'uomo in quanto concepita nella forma della dualità, che non può non essere scevra, di conseguenza, da conflitti e scelte spesso impossibili e drammatiche. Per fortuna di questo stato maligno ne sono esenti i bambini, ma direi, anche per mia esperienza di genitrice, fino circa ai due anni perchè, superata questa breve età, anch'essi già cominciano a costruire quelle strategie che con l'età adulta si traformeranno nella maggior parte dei casi in corazze assai rigide e imprigionanti. Apprezzo molto il linguaggio fresco e popolare dell'autore Del Giudice, di cui ho letto i godibilissimi brani estrapolati dal suo romanzo, soprattutto per la rara e ammirevole capacità che denota di sapersi abbandonare, libero da qualsiasi zavorra, a quel flusso interiore dove bisogni e desideri fluiscono in armonia e sinergia con le emozioni e i sentimenti, e che tutti , bambini e adulti, dovremmo cercare di imitare per mantenerci in uno stato di spontanea e confidente vitalità e felicità. Per quel che riguarda la poesia, non disdegno testi poliedrici che affrontino magari lo stesso tema servendosi di diversi generi letterari. Io stessa ho sperimentato un tentativo del genere con un testo dove si alternano saggistica, narrativa,poesia (esergo di ogni racconto) e lirica teatrale; direi che il risultato mi è sembrato armonioso, equilibrato e soddisfacente. Ma quanto sono di parte e narcisista! Porgo miei complimenti a tutti e, in particolare, all'eccellente conduttore di queste serate, Sergio Sozi. A tutti un caro saluto, Cyprea Riconducendomi al tema più sopra espresso del Bene e del Male, magari dico una scempiaggine, ma personalmente ritengo che quest’ultimo sia insito nella natura stessa dell’uomo in quanto concepita nella forma della dualità, che non può non essere scevra, di conseguenza, da conflitti e scelte spesso impossibili e drammatiche.
Per fortuna di questo stato maligno ne sono esenti i bambini, ma direi, anche per mia esperienza di genitrice, fino circa ai due anni perchè, superata questa breve età, anch’essi già cominciano a costruire quelle strategie che con l’età adulta si traformeranno nella maggior parte dei casi in corazze assai rigide e imprigionanti.

Apprezzo molto il linguaggio fresco e popolare dell’autore Del Giudice, di cui ho letto i godibilissimi brani estrapolati dal suo romanzo, soprattutto per la rara e ammirevole capacità che denota di sapersi abbandonare, libero da qualsiasi zavorra, a quel flusso interiore dove bisogni e desideri fluiscono in armonia e sinergia con le emozioni e i sentimenti, e che tutti , bambini e adulti, dovremmo cercare di imitare per mantenerci in uno stato di spontanea e confidente vitalità e felicità.

Per quel che riguarda la poesia, non disdegno testi poliedrici che affrontino magari lo stesso tema servendosi di diversi generi letterari.
Io stessa ho sperimentato un tentativo del genere con un testo dove si alternano saggistica, narrativa,poesia (esergo di ogni racconto) e lirica teatrale; direi che il risultato mi è sembrato armonioso, equilibrato e soddisfacente. Ma quanto sono di parte e narcisista!

Porgo miei complimenti a tutti e, in particolare, all’eccellente conduttore di queste serate, Sergio Sozi.

A tutti un caro saluto,

Cyprea

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Di: Enrico Gregori http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/comment-page-4/#comment-20609 Enrico Gregori Wed, 30 Jan 2008 23:59:30 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/#comment-20609 ecco, dev'essere colpa del gel che hanno sulla testa se quei 4 stronzi di cui sopra picchiano il figlio di didò. se poi uno ha un padre che porta i jeans scampanati, cazzo, ma ce lo vuoi chiudere o no in riformatorio? Ah ma io mica faccio sconti, eh no! Ieri mattina ho visto un ragazzino che camminava più dinoccolato di Fonzie. Non ci ho pensato mica due volte. Ho premuto sull'acceleratore e l'ho investito. Poi sono passato sul cadavere a marcia indietro. E così altre tre-quattro volte finché non gli si sono stirati quei cazzo di capelli che prima erano dritti e rigidi come chiodi. Cazzo, ho rischiato di forare tutti e quattro i copertoni. Ma alla fine l'ho eliminato, quel criminale! ecco, dev’essere colpa del gel che hanno sulla testa se quei 4 stronzi di cui sopra picchiano il figlio di didò. se poi uno ha un padre che porta i jeans scampanati, cazzo, ma ce lo vuoi chiudere o no in riformatorio?
Ah ma io mica faccio sconti, eh no! Ieri mattina ho visto un ragazzino che camminava più dinoccolato di Fonzie. Non ci ho pensato mica due volte. Ho premuto sull’acceleratore e l’ho investito. Poi sono passato sul cadavere a marcia indietro. E così altre tre-quattro volte finché non gli si sono stirati quei cazzo di capelli che prima erano dritti e rigidi come chiodi. Cazzo, ho rischiato di forare tutti e quattro i copertoni. Ma alla fine l’ho eliminato, quel criminale!

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Di: Rossella http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/comment-page-4/#comment-20608 Rossella Wed, 30 Jan 2008 23:45:35 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/#comment-20608 @Sergio e Gea e Enrico che non tratta! Per catena di disordini intendo molte cose che, ovviamente (non è comunque una regola fissa) favoriscono la violenza dove mancano i mezzi economici. Comunque mi sembra che un po’ tutti si servano della tv come baby-sitter, ignorati i libri di fiabe, lo sguardo vitreo dei super manga che educano alla guerra continua, disco roteante mozzateste, robots, avanzare fino alla completa distruzione ragazzi! Quand’ero ragazza andavo a fare le ricerche in biblioteca con il mio quadernone a quadretti trascrivevo che era una bellezza. Oggi con computer trovano ciò che vogliono senza neppure sentire l’odore del libro: la ricerca avviene in 5 minuti, poi non so cosa vanno a cercare in internet, ma è abbastanza chiaro che quando escono di casa sembrano gorilloni appena usciti dalle gabbie, coi capelli zuppi di gel dritti e rigidi come i chiodi. Guardate come camminano, Fonzie in confronto è un apostolo! Non è difficile capire che sono soltanto il termometro di una società adulta abbastanza malata fatta di genitori palestrati e paninari con in testa la telematica, nonni figli dei fiori nostalgici di libertà e pantaloni a zampa, famiglie multiallargate dove la mamma convive con l’amico del figlio, il papà ha preferito la collega o chissachi, ed anche il pensionato non scherza con quei quattro flaconi di viagra in tasca (non si sa mai ritornassero i bei tempi!). Tutti insieme appassionatamente, compresi barbies e big gim, computer in mano e votati unanimemente al culto edonistico dell’oggetto e della sua alienazione, tanto con un bel lifting dall’autunno si può ritornare alla primavera, una tiratina ed anche l’ultimo nato viene sfidato a riconoscere età e stagioni, figuriamoci il resto! Con quale dei pupi vogliamo prendercela? @Sergio e Gea e Enrico che non tratta!
Per catena di disordini intendo molte cose che, ovviamente (non è comunque una regola fissa) favoriscono la violenza dove mancano i mezzi economici. Comunque mi sembra che un po’ tutti si servano della tv come baby-sitter, ignorati i libri di fiabe, lo sguardo vitreo dei super manga che educano alla guerra continua, disco roteante mozzateste, robots, avanzare fino alla completa distruzione ragazzi!
Quand’ero ragazza andavo a fare le ricerche in biblioteca con il mio quadernone a quadretti trascrivevo che era una bellezza. Oggi con computer trovano ciò che vogliono senza neppure sentire l’odore del libro: la ricerca avviene in 5 minuti, poi non so cosa vanno a cercare in internet, ma è abbastanza chiaro che quando escono di casa sembrano gorilloni appena usciti dalle gabbie, coi capelli zuppi di gel dritti e rigidi come i chiodi. Guardate come camminano, Fonzie in confronto è un apostolo!
Non è difficile capire che sono soltanto il termometro di una società adulta abbastanza malata fatta di genitori palestrati e paninari con in testa la telematica, nonni figli dei fiori nostalgici di libertà e pantaloni a zampa, famiglie multiallargate dove la mamma convive con l’amico del figlio, il papà ha preferito la collega o chissachi, ed anche il pensionato non scherza con quei quattro flaconi di viagra in tasca (non si sa mai ritornassero i bei tempi!). Tutti insieme appassionatamente, compresi barbies e big gim, computer in mano e votati unanimemente al culto edonistico dell’oggetto e della sua alienazione, tanto con un bel lifting dall’autunno si può ritornare alla primavera, una tiratina ed anche l’ultimo nato viene sfidato a riconoscere età e stagioni, figuriamoci il resto!
Con quale dei pupi vogliamo prendercela?

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Di: Enrico Gregori http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/comment-page-4/#comment-20603 Enrico Gregori Wed, 30 Jan 2008 22:42:57 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/#comment-20603 @ gea: dai il mio celluare al figlio di didò. spiego a lui :-) @ gea:
dai il mio celluare al figlio di didò. spiego a lui
:-)

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Di: gea http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/comment-page-3/#comment-20602 gea Wed, 30 Jan 2008 22:41:01 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/#comment-20602 @enrico al di là del reato, e delle considerazioni morali sulla spirale della violenza e blablabla, se tu sei solo e loro sono tanti mi pare alquanto pericoloso. :-) @enrico
al di là del reato, e delle considerazioni morali sulla spirale della violenza e blablabla, se tu sei solo e loro sono tanti mi pare alquanto pericoloso.

:-)

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Di: Enrico Gregori http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/comment-page-3/#comment-20601 Enrico Gregori Wed, 30 Jan 2008 22:31:24 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/#comment-20601 @ m.g. bè, che dire? a volte riesci a darmi qualche motivo per essere contento di conoscerti :-) @ didò: comprendo la situazione di tuo figlio. uno status che ho visto moooooooolto da vicino e non posso certo censurare il suo comportamento, anzi, lo ammiro. e ovviamente mi dispiace il disagio nel quale visse e vive. penso però, sommessamente, che sia bello portare i capelli lunghi, ascoltare il progressive ed entusiasmarsi per gli Ac/Dc e che tutto questo non confligga con il fatto, per esempio, di prendere un bloccapedali e sbatterlo in faccia a un paio di quelli lì. se avesse fatto ciò, credo che oggi tuo figlio starebbe meglio. Se, come dicevano tanti buontemponi, "uccidere un fascista non è reato", figuriamoci se può esserlo far cadere una fila di denti a un guappo demmerda. @ m.g.
bè, che dire? a volte riesci a darmi qualche motivo per essere contento di conoscerti
:-)
@ didò:
comprendo la situazione di tuo figlio. uno status che ho visto moooooooolto da vicino e non posso certo censurare il suo comportamento, anzi, lo ammiro. e ovviamente mi dispiace il disagio nel quale visse e vive.
penso però, sommessamente, che sia bello portare i capelli lunghi, ascoltare il progressive ed entusiasmarsi per gli Ac/Dc e che tutto questo non confligga con il fatto, per esempio, di prendere un bloccapedali e sbatterlo in faccia a un paio di quelli lì.
se avesse fatto ciò, credo che oggi tuo figlio starebbe meglio.
Se, come dicevano tanti buontemponi, “uccidere un fascista non è reato”, figuriamoci se può esserlo far cadere una fila di denti a un guappo demmerda.

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Di: Maria Lucia Riccioli http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/comment-page-3/#comment-20600 Maria Lucia Riccioli Wed, 30 Jan 2008 22:30:30 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/#comment-20600 Sergio: bel dibattito hai suscitato con le tue domande! Sì, anche a me piace sperimentare alla Consolo. Prosa e poesia così diventano un tutt'uno. Prima ero più attenta alle etichette di genere, però la Mazzucco ad esempio, che mescola nei suoi romanzi tanti tipi diversi di scrittura, mi affascina molto. Amo i pastiche linguistici, la La Spina con la sua lingua-dialetto forte e immaginosa... @ Gluck: la letteratura è antidoto, è vaccino, è risarcimento. Tutta la vera arte lo è. Ci raccontiamo storie per capire chi siamo. Come i bambini. Se raccontassimo loro più fiabe e favole e miti forse... non so. Il bullismo... anche i bambini possono essere cattivi. La cattiva coscienza dei genitori è uno dei fattori principali. E qui ha ragione Gregori. Ma l'ontologia del male resta sempre misteriosa. Sergio: bel dibattito hai suscitato con le tue domande! Sì, anche a me piace sperimentare alla Consolo. Prosa e poesia così diventano un tutt’uno. Prima ero più attenta alle etichette di genere, però la Mazzucco ad esempio, che mescola nei suoi romanzi tanti tipi diversi di scrittura, mi affascina molto. Amo i pastiche linguistici, la La Spina con la sua lingua-dialetto forte e immaginosa…
@ Gluck: la letteratura è antidoto, è vaccino, è risarcimento. Tutta la vera arte lo è. Ci raccontiamo storie per capire chi siamo. Come i bambini. Se raccontassimo loro più fiabe e favole e miti forse… non so.
Il bullismo… anche i bambini possono essere cattivi. La cattiva coscienza dei genitori è uno dei fattori principali. E qui ha ragione Gregori. Ma l’ontologia del male resta sempre misteriosa.

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/comment-page-3/#comment-20596 Massimo Maugeri Wed, 30 Jan 2008 22:13:41 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/#comment-20596 @ Francesco Grazie anche te per averci raccontato la tua esperienza (l'avevi già accennata... è vero). Tuo figlio è uno che ragiona con la sua testa. E questa è una cosa buona. Per quanto concerne il resto... è solo una fase, vedrai. Passerà crescendo. Tu però continua a stargli dietro. @ Francesco
Grazie anche te per averci raccontato la tua esperienza (l’avevi già accennata… è vero).
Tuo figlio è uno che ragiona con la sua testa. E questa è una cosa buona.
Per quanto concerne il resto… è solo una fase, vedrai. Passerà crescendo. Tu però continua a stargli dietro.

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/comment-page-3/#comment-20595 Massimo Maugeri Wed, 30 Jan 2008 22:10:52 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/#comment-20595 @ Carlo Grazie per la tua recensione de “Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte” e per la critica comparata con il libro di Del Giudice. @ Carlo
Grazie per la tua recensione de “Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte” e per la critica comparata con il libro di Del Giudice.

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/comment-page-3/#comment-20594 Massimo Maugeri Wed, 30 Jan 2008 22:09:43 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/#comment-20594 @ Adriana Grazie per averci raccontato il tuo aneddoto. Preciso che Ortigia è un quartiere centrale di Siracusa (ma anche un'isola attaccata alla città) @ Adriana
Grazie per averci raccontato il tuo aneddoto. Preciso che Ortigia è un quartiere centrale di Siracusa (ma anche un’isola attaccata alla città)

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Di: francesco di domenico http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/comment-page-3/#comment-20592 francesco di domenico Wed, 30 Jan 2008 21:43:20 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/#comment-20592 anonimo anonimo

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Di: Anonimo http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/comment-page-3/#comment-20591 Anonimo Wed, 30 Jan 2008 21:41:32 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/#comment-20591 Ma... io è da tempo che vi faccio "due palle" con mio figlio, l'ho detto quando non era il tema del post ed ora, quando ce ne sarebbe stata l'opportunità, lo stavo tacendo. Mio figlio prese uno schiaffo alle medie, essendo miope non vide più nulla dopo la caduta degli occhiali, quei bulli lo riempirono di schiaffi, perchè era (è) diverso, amava il rock e non la musica neo-melodica para-camorrista che si sente ad alto volume nelle mini-car; ogni tanto asserisce di essere anarchico (robe da ragazzi, fisse da teen-agers), loro al liceo non "capiscono" e lo picchiano ancora, perchè è diverso, non veste firmato, adora Ac/dc e porta i capelli lunghi a coda e non stuccati col gel; mio figlio non è contento quando, passando la polizia, i suoi colleghi studenti dicono :"sono passati gli infami", gli salta di dirlo e, ancora botte. Ora non ha tanta voglia di uscire, soffre di una leggera agorafobia e, quando gli dico di tenersi le opinioni "dentro" lui mi risponde che la democrazia e la voglia di pace non si possono nascondere, però non esce o quando lo fa devo accompagnarlo in macchina, perchè comincia ad aver paura del mondo, del mondo della sua età. Ma… io è da tempo che vi faccio “due palle” con mio figlio, l’ho detto quando non era il tema del post ed ora, quando ce ne sarebbe stata l’opportunità, lo stavo tacendo.
Mio figlio prese uno schiaffo alle medie, essendo miope non vide più nulla dopo la caduta degli occhiali, quei bulli lo riempirono di schiaffi, perchè era (è) diverso, amava il rock e non la musica neo-melodica para-camorrista che si sente ad alto volume nelle mini-car; ogni tanto asserisce di essere anarchico (robe da ragazzi, fisse da teen-agers), loro al liceo non “capiscono” e lo picchiano ancora, perchè è diverso, non veste firmato, adora Ac/dc e porta i capelli lunghi a coda e non stuccati col gel; mio figlio non è contento quando, passando la polizia, i suoi colleghi studenti dicono :”sono passati gli infami”, gli salta di dirlo e, ancora botte. Ora non ha tanta voglia di uscire, soffre di una leggera agorafobia e, quando gli dico di tenersi le opinioni “dentro” lui mi risponde che la democrazia e la voglia di pace non si possono nascondere, però non esce o quando lo fa devo accompagnarlo in macchina, perchè comincia ad aver paura del mondo, del mondo della sua età.

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Di: Carlo S. http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/comment-page-3/#comment-20590 Carlo S. Wed, 30 Jan 2008 21:35:59 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/#comment-20590 A richiesta di Sergio, provo a scrivere qualche cosa di più sul libro di Mark Haddon "Lo strano caso del cane ucciso a mezanotte". Come ho già detto non ho letto il libro di Del Giudice, se non per i brevi stralci qui riportati e la recensione di Sergio stesso. Difficile è quindi per me riscontrare gli eventuali punti di contatto, se non quelli, come già detto nel precedente mio intervento, della descrizione del mondo circostante dal punto di vista di un bambino, usandone il linguaggio ed i limiti (se limiti sono, o forse meglio ‘orizzonti’) della mentalità infantile. E ciò di fronte a situazioni di disagio e di sofferenza causate, come sempre, dai grandi, dal mondo degli adulti, con le sue regole incomprensibili o comunque non condivisibili e tali da imporre l’elaborazione di originali strategie di difesa. Nel libro di Haddon (che in gioventù ha lavorato per organizzazioni sociali, occupandosi di bambini ed adulti con una varietà di problemi mentali e fisici) il tutto è aggravato da un disagio ulteriore, di tipo mentale. Il protagonista del libro, Christopher, che come nel libro di Del Giudice è l’io narrante, non solo è un bambino, ma è anche affetto dal morbo di Asperger, una forma di autismo. La realtà che descrive, in forma di diario, è pertanto deformata anche da tale sindrome, che lo induce a seguire regole ferree autoimposte che lo condizionano pesantemente, ad esempio riguardo ai colori delle auto che passano (che possono prestabilire l’andamento di una giornata), dei cibi che assume (che non devono minimamente ‘contaminarsi’ l’uno con l’altro), dei contatti fisici di alcun tipo (assolutamente preclusi anche i semplici abbracci o le carezze dei genitori). Cristopher ha una mente assolutamente non avvezza ai rapporti umani, ma “straordinariamente allenata alla matematica. Ama gli schemi, gli elenchi e la deduzione logica. Non è mai andato più in là del negozio dietro l'angolo, ma quando scopre il cane della vicina trafitto da un forcone capisce di trovarsi di fronte a uno di quei misteri che il suo eroe, Sherlock Holmes, era così bravo a risolvere. E Inizia così a indagare” (dalle note di copertina). La trama, che ha la struttura del giallo anche se l’unico cadavere è quello del cane, lo porterà a scoprire il “cinicida” (si dice così ?) molto più vicino di quanto potesse aspettarsi, ma soprattutto a rivelargli molte verità riguardo ai suoi genitori che gli erano state nascoste, che forse non avrebbe mai compreso altrimenti, e che condizionavano i rapporti tra i 3 membri della famiglia e la sua vita stessa. Il percorso verso queste soluzioni (compresa una ardua e sofferta fuga dalla sua cittadina fino a Londra) è un quindi un percorso di crescita. Christopher alla fine riuscirà a trovare una sorta di equilibrio nei rapporti con i genitori che all’inizio del libro sembrava perduto irrimediabilmente, seppure in una situazione di rapporti familiari che rimane definitivamente “guasta”. Il tono del libro rimane tuttavia lieve, nonostante i temi anche pesanti trattati, e talvolta sconfina apertamente nell’umorismo. Anche in questo c’è probabilmente qualche attinenza con il libro di Del Giudice. Un'ultima curiosità: "Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte" è stato pubblicato in Inghilterra in due vesti, una per i ragazzi e una per gli adulti, ed è stato un vero caso editoriale che ha riscosso molto successo in tutto il mondo, presso entrambi i pubblici. A richiesta di Sergio, provo a scrivere qualche cosa di più sul libro di Mark Haddon “Lo strano caso del cane ucciso a mezanotte”.
Come ho già detto non ho letto il libro di Del Giudice, se non per i brevi stralci qui riportati e la recensione di Sergio stesso. Difficile è quindi per me riscontrare gli eventuali punti di contatto, se non quelli, come già detto nel precedente mio intervento, della descrizione del mondo circostante dal punto di vista di un bambino, usandone il linguaggio ed i limiti (se limiti sono, o forse meglio ‘orizzonti’) della mentalità infantile. E ciò di fronte a situazioni di disagio e di sofferenza causate, come sempre, dai grandi, dal mondo degli adulti, con le sue regole incomprensibili o comunque non condivisibili e tali da imporre l’elaborazione di originali strategie di difesa.
Nel libro di Haddon (che in gioventù ha lavorato per organizzazioni sociali, occupandosi di bambini ed adulti con una varietà di problemi mentali e fisici) il tutto è aggravato da un disagio ulteriore, di tipo mentale. Il protagonista del libro, Christopher, che come nel libro di Del Giudice è l’io narrante, non solo è un bambino, ma è anche affetto dal morbo di Asperger, una forma di autismo. La realtà che descrive, in forma di diario, è pertanto deformata anche da tale sindrome, che lo induce a seguire regole ferree autoimposte che lo condizionano pesantemente, ad esempio riguardo ai colori delle auto che passano (che possono prestabilire l’andamento di una giornata), dei cibi che assume (che non devono minimamente ‘contaminarsi’ l’uno con l’altro), dei contatti fisici di alcun tipo (assolutamente preclusi anche i semplici abbracci o le carezze dei genitori).
Cristopher ha una mente assolutamente non avvezza ai rapporti umani, ma “straordinariamente allenata alla matematica. Ama gli schemi, gli elenchi e la deduzione logica. Non è mai andato più in là del negozio dietro l’angolo, ma quando scopre il cane della vicina trafitto da un forcone capisce di trovarsi di fronte a uno di quei misteri che il suo eroe, Sherlock Holmes, era così bravo a risolvere. E Inizia così a indagare” (dalle note di copertina).
La trama, che ha la struttura del giallo anche se l’unico cadavere è quello del cane, lo porterà a scoprire il “cinicida” (si dice così ?) molto più vicino di quanto potesse aspettarsi, ma soprattutto a rivelargli molte verità riguardo ai suoi genitori che gli erano state nascoste, che forse non avrebbe mai compreso altrimenti, e che condizionavano i rapporti tra i 3 membri della famiglia e la sua vita stessa. Il percorso verso queste soluzioni (compresa una ardua e sofferta fuga dalla sua cittadina fino a Londra) è un quindi un percorso di crescita. Christopher alla fine riuscirà a trovare una sorta di equilibrio nei rapporti con i genitori che all’inizio del libro sembrava perduto irrimediabilmente, seppure in una situazione di rapporti familiari che rimane definitivamente “guasta”.
Il tono del libro rimane tuttavia lieve, nonostante i temi anche pesanti trattati, e talvolta sconfina apertamente nell’umorismo. Anche in questo c’è probabilmente qualche attinenza con il libro di Del Giudice.
Un’ultima curiosità: “Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte” è stato pubblicato in Inghilterra in due vesti, una per i ragazzi e una per gli adulti, ed è stato un vero caso editoriale che ha riscosso molto successo in tutto il mondo, presso entrambi i pubblici.

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Di: adriana http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/comment-page-3/#comment-20589 adriana Wed, 30 Jan 2008 21:21:14 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/#comment-20589 m.g. mi ha fatto venire in mente com'ero a scuola elementare. La mia maestra era una donna grande, sempre ben vestita e truccata, una "signora", e la nostra scuola era in ortigia, a quell'epoca un quartiere popolare. Nella mia classe c'erano due tipologie nette di bambine: quelle "povere" che, chissà perchè, non erano brave, e le "signorine" che occupavano tutte le prime file dei banchi. Le seconde avevano quaderni con la carta bianchissima, avevano astucci pieni di colori e per merenda portavano brioches profumate. Erano quasi sempre preparate, e quando una di loro non sapeva rispondere, la maestra l'aiutava, se la metteva vicina e le carezzava la testa. Io non appartenevo a nessuno dei due gruppi, mio padre aveva una grande pasticceria vicino alla scuola, ma non ero certo una "signorina", anzi. Però ero studiosa e la maestra mi teneva con il gruppo delle brave. A volte ero invitata a qualche festicciola in case molto belle, dove c'erano mamme con fili di perle e bambinaie con i capelli raccolti. Mi sentivo sempre sola e a disagio in quelle occasioni. E in classe sentivo che qualcosa non andava anche se, tutto sommato, ero felice di sentirmi "privilegiata". Non so, non credo che la violenza verso i bambini si possa ridurre agli atti di bullsmo, spintoni e sputi in bocca. Certe violenze apparentemente morbide sono forse quelle che lasciano i segni più profondi m.g. mi ha fatto venire in mente com’ero a scuola elementare. La mia maestra era una donna grande, sempre ben vestita e truccata, una “signora”, e la nostra scuola era in ortigia, a quell’epoca un quartiere popolare. Nella mia classe c’erano due tipologie nette di bambine: quelle “povere” che, chissà perchè, non erano brave, e le “signorine” che occupavano tutte le prime file dei banchi. Le seconde avevano quaderni con la carta bianchissima, avevano astucci pieni di colori e per merenda portavano brioches profumate. Erano quasi sempre preparate, e quando una di loro non sapeva rispondere, la maestra l’aiutava, se la metteva vicina e le carezzava la testa. Io non appartenevo a nessuno dei due gruppi, mio padre aveva una grande pasticceria vicino alla scuola, ma non ero certo una “signorina”, anzi.
Però ero studiosa e la maestra mi teneva con il gruppo delle brave.
A volte ero invitata a qualche festicciola in case molto belle, dove c’erano mamme con fili di perle e bambinaie con i capelli raccolti. Mi sentivo sempre sola e a disagio in quelle occasioni. E in classe sentivo che qualcosa non andava anche se, tutto sommato, ero felice di sentirmi “privilegiata”. Non so, non credo che la violenza verso i bambini si possa ridurre agli atti di bullsmo, spintoni e sputi in bocca. Certe violenze apparentemente morbide sono forse quelle che lasciano i segni più profondi

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/comment-page-3/#comment-20588 Massimo Maugeri Wed, 30 Jan 2008 21:04:06 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/#comment-20588 Cara m.g. grazie. Molto belli i tuoi racconti/ricordi Cara m.g.
grazie. Molto belli i tuoi racconti/ricordi

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Di: m.g. http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/comment-page-3/#comment-20587 m.g. Wed, 30 Jan 2008 20:12:59 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/#comment-20587 Andando indietro con la memoria alla mia infanzia non riesco a ricordare nessun episodio di bullismo.A volte mi sembra di aver vissuto in un'altra epoca o in un altro continente,sebbene al sud ci si aspetterebbe una problematica sociale incline alla violenza.eppure ho ottimi ricordi di classi eccezionali sotto questo punto di vista.se qualcuno provava a dare fastidio a una bambina i maschi facevano quadrato intorno a lei,e nn c'era alcun bisogno di chiamare il fratello maggiore,non c'era indifferenza riguardo alle vicende altrui,belle o brutte che fossero,si faceva parte di un gruppo in cui c'era forte coesione cameratesca. anzi,mi viene in mente un episodio quasi da libro cuore,lo voglio raccontare.Un giorno un bambino scendendo dalle scale,sara' stato per la ressa del momento della fatidica campanella,venne spinto,e cadde rompendosi gli occhiali,con grave rischio di farsi male agli occhi.Noi della classe sapevamo che nessuno di noi poteva essere stato,tuttavia ci vedemmo piombare in classe un preside inferocito,che ci minaccio'che se non avessimo immediatamente svelato il colpevole l'intera classe sarebbe stata sospesa dalle lezioni per diversi giorni.Silenzio totale.un compagno alzo' la mano e disse''sono stato io''.noi tutti ci opponemmo all'autoaccusa,smentendolo e discolpandolo,autoaccusandoci ciascuno a sua volta.Il preside rimase talmente commosso da questo coraggio e spirito di sacrificio verso i compagni che gli smonto' tutta la rabbia e rinunciando a qualsiasi punizione, si complimentò per il nostro senso di civilta'. Riguardo alle classi violente cito invece un episodio accadutoi a mio padre tanti anni fa.Lui era un maestro e dovendoci traferire a napoli,aveva trovato posto unicamente nel circolo didattico di poggioreale.Il primo giorno di scuola,apri' la porta della sua nuova classe e disse''buongiorno bambini'',una sedia lo sfioro' a due centimetri dalla fronte.Non si mise in aspettativa,ma affrontò la classe per quello che era,e alla fine dell'anno diceva con orgoglio di essere riuscito,non a svolgere il programma ministeriale,che sarebbe stata pura utopia,ma che tutti i bambini rimanevano seduti nei loro banchi per tutta la durata delle lezioni,e lo ascoltavano estasiati.Conoscendolo per come lui e' accattivante e affabile,pieno di creativita' e di sani principi,capace di raccontare favole e storielle con ovvi fini morali,io penso che molti di quei bambini figli di detenuti e famiglie molto disagiate socialmente,nn saranno diventati professionisti o intellettuali,ma sicuramnte nn hanno seguito la strada dei padri. saluti dalla vostra mg sempre BASTIAN CONTRARIO.Scusate, ma a me nn dispiace.:-) Andando indietro con la memoria alla mia infanzia non riesco a ricordare nessun episodio di bullismo.A volte mi sembra di aver vissuto in un’altra epoca o in un altro continente,sebbene al sud ci si aspetterebbe una problematica sociale incline alla violenza.eppure ho ottimi ricordi di classi eccezionali sotto questo punto di vista.se qualcuno provava a dare fastidio a una bambina i maschi facevano quadrato intorno a lei,e nn c’era alcun bisogno di chiamare il fratello maggiore,non c’era indifferenza riguardo alle vicende altrui,belle o brutte che fossero,si faceva parte di un gruppo in cui c’era forte coesione cameratesca.
anzi,mi viene in mente un episodio quasi da libro cuore,lo voglio raccontare.Un giorno un bambino scendendo dalle scale,sara’ stato per la ressa del momento della fatidica campanella,venne spinto,e cadde rompendosi gli occhiali,con grave rischio di farsi male agli occhi.Noi della classe sapevamo che nessuno di noi poteva essere stato,tuttavia ci vedemmo piombare in classe un preside inferocito,che ci minaccio’che se non avessimo immediatamente svelato il colpevole l’intera classe sarebbe stata sospesa dalle lezioni per diversi giorni.Silenzio totale.un compagno alzo’ la mano e disse’’sono stato io”.noi tutti ci opponemmo all’autoaccusa,smentendolo e discolpandolo,autoaccusandoci ciascuno a sua volta.Il preside rimase talmente commosso da questo coraggio e spirito di sacrificio verso i compagni che gli smonto’ tutta la rabbia e rinunciando a qualsiasi punizione, si complimentò per il nostro senso di civilta’.
Riguardo alle classi violente cito invece un episodio accadutoi a mio padre tanti anni fa.Lui era un maestro e dovendoci traferire a napoli,aveva trovato posto unicamente nel circolo didattico di poggioreale.Il primo giorno di scuola,apri’ la porta della sua nuova classe e disse”buongiorno bambini”,una sedia lo sfioro’ a due centimetri dalla fronte.Non si mise in aspettativa,ma affrontò la classe per quello che era,e alla fine dell’anno diceva con orgoglio di essere riuscito,non a svolgere il programma ministeriale,che sarebbe stata pura utopia,ma che tutti i bambini rimanevano seduti nei loro banchi per tutta la durata delle lezioni,e lo ascoltavano estasiati.Conoscendolo per come lui e’ accattivante e affabile,pieno di creativita’ e di sani principi,capace di raccontare favole e storielle con ovvi fini morali,io penso che molti di quei bambini figli di detenuti e famiglie molto disagiate socialmente,nn saranno diventati professionisti o intellettuali,ma sicuramnte nn hanno seguito la strada dei padri.
saluti dalla vostra mg sempre BASTIAN CONTRARIO.Scusate, ma a me nn dispiace.:-)

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/comment-page-3/#comment-20584 Massimo Maugeri Wed, 30 Jan 2008 19:48:14 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/#comment-20584 Vi ringrazio ancora una volta per i vostri commenti. Ringrazio soprattutto coloro che si sonosforzatidi rispondere alle mia domanda e a quelle di Sergio Sozi. Siete degli eroi. :) Vi ringrazio ancora una volta per i vostri commenti.
Ringrazio soprattutto coloro che si sonosforzatidi rispondere alle mia domanda e a quelle di Sergio Sozi.
Siete degli eroi.
:)

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Di: miriam ravasio http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/comment-page-3/#comment-20583 miriam ravasio Wed, 30 Jan 2008 18:21:03 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/#comment-20583 @Gluk : certo che il cuore non basta! Però se è ben disposto ci si può sempre fare un po' d' affidamento. :-) @Gluk :
certo che il cuore non basta! Però se è ben disposto ci si può sempre fare un po’ d’ affidamento.
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Di: zauberei http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/comment-page-3/#comment-20581 zauberei Wed, 30 Jan 2008 17:54:36 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/#comment-20581 Uh sergio! Mica me n'ero accorta che avevi detto che ero interessante. Graaazie:))) Ah però Dio bbono, e più interessante de così mica ce riesco! quello che posso fa è solo riformulare meglio, una cosa a cui mi sono rassegnata avendo fatto una tesi sul male, e lavorando adesso colli adolescenti tristi. Te ci hai un adolescente triste, che potrebbe essere anche un adolescente trist-o. nel senso di stronzo. Per esempio uno che è approdato in terapia in quanto che ce l'ha mandato il tribunale. In quanto che insieme ad altri compagnucci ha stuprato una compagna di scuola. Tutti di anni 15. oppure perchè, ha provato ad ammazzare una compagna di scuola. Sempre anni 15. Poi un tuo collega segue i genitori. I genitori sono degli stronzi sovraumani. Ma dopo un po', quesgli stronzi sovraumani scopri che sono dei bambini soli, bambini in fuga bambini che scappano o attaccano. La vecchia storia dei figli e le colpe dei padri. questa è la parte della storia. Cioè la fenomenologia del male nella storia. Io dico quello che vedo nel mio campo. Ma se uno si occupa di storia lo vede nel suo. Nelle guerre non ci sono mai vincitori e vinti, perchè vincere è costato troppi morti. Non c'è guerra che non lasci miseria, e povertà. Non c'è vicenda politica. e così. Fenomenolgia del male. uno dice: (arendt) il male c'è perchè non si pensa abbastanza. ok. allora cominciamo a pensare. pensi e costruisci un mondo. il mondo si impone, l'imposizione si trasforma zelantemente in tirannide, e nel tempo di una sera siamo già dei pezzi di merda. (adorno e horkheimer, dialettica dell'illuminismo) è la storia della rivoluzione francese, di quella russa, e quanto non vorrei dirlo, ma è la storia di Israele. Sicchè, io ho questa sensazione filosofica: c'è una specie di male metafisico che ci affligge, a cui siamo costretti nostro malgrado, certe volte sento che è connesso alla capacità di discriminare, di giudicare. (ma questo è un altro post. l'ultima volta che l'ho scritto da Luciano Comida qualcuno ha pensato che fossi fascista, penzumpo') Come se il male è quel prezzo che paghiamo per poter vedere le forme sullo sfondo. Sicchè laviamo, continuamente quelle macchie che ci servono per vedere. Come Sisifo siamo. Ma si ci fermassimo, non avremmo più niente di buono e oh, ne moriremmo. sappiate che ci ho l'influenza, è colpa di Sergio e la febbre di sera sale. Uh sergio!
Mica me n’ero accorta che avevi detto che ero interessante. Graaazie:)))
Ah però Dio bbono, e più interessante de così mica ce riesco! quello che posso fa è solo riformulare meglio, una cosa a cui mi sono rassegnata avendo fatto una tesi sul male, e lavorando adesso colli adolescenti tristi.
Te ci hai un adolescente triste, che potrebbe essere anche un adolescente trist-o. nel senso di stronzo. Per esempio uno che è approdato in terapia in quanto che ce l’ha mandato il tribunale. In quanto che insieme ad altri compagnucci ha stuprato una compagna di scuola. Tutti di anni 15. oppure perchè, ha provato ad ammazzare una compagna di scuola. Sempre anni 15.
Poi un tuo collega segue i genitori. I genitori sono degli stronzi sovraumani. Ma dopo un po’, quesgli stronzi sovraumani scopri che sono dei bambini soli, bambini in fuga bambini che scappano o attaccano. La vecchia storia dei figli e le colpe dei padri. questa è la parte della storia. Cioè la fenomenologia del male nella storia. Io dico quello che vedo nel mio campo. Ma se uno si occupa di storia lo vede nel suo. Nelle guerre non ci sono mai vincitori e vinti, perchè vincere è costato troppi morti. Non c’è guerra che non lasci miseria, e povertà. Non c’è vicenda politica. e così. Fenomenolgia del male.
uno dice: (arendt) il male c’è perchè non si pensa abbastanza. ok. allora cominciamo a pensare. pensi e costruisci un mondo. il mondo si impone, l’imposizione si trasforma zelantemente in tirannide, e nel tempo di una sera siamo già dei pezzi di merda. (adorno e horkheimer, dialettica dell’illuminismo) è la storia della rivoluzione francese, di quella russa, e quanto non vorrei dirlo, ma è la storia di Israele.
Sicchè, io ho questa sensazione filosofica: c’è una specie di male metafisico che ci affligge, a cui siamo costretti nostro malgrado, certe volte sento che è connesso alla capacità di discriminare, di giudicare. (ma questo è un altro post. l’ultima volta che l’ho scritto da Luciano Comida qualcuno ha pensato che fossi fascista, penzumpo’) Come se il male è quel prezzo che paghiamo per poter vedere le forme sullo sfondo.
Sicchè laviamo, continuamente quelle macchie che ci servono per vedere. Come Sisifo siamo. Ma si ci fermassimo, non avremmo più niente di buono e oh, ne moriremmo.
sappiate che ci ho l’influenza, è colpa di Sergio e la febbre di sera sale.

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Di: luca http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/comment-page-3/#comment-20580 luca Wed, 30 Jan 2008 15:54:25 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/#comment-20580 @Sergio I tuoi quesiti nell’ordine: 1) Gli adulti e i bambini sono sempre frutto del loro tempo e beneficiano della civiltà e benessere familiare e della società che li accolgono, quando queste risorse sono presenti: la differenza generazionale tra un adulto e un bambino può anche produrre incomunicabilità: un adulto nato nel 1940 e un bambino nato nel 1975, per esempio, molto meglio adulto del 1975 e bambino del 1995; la società cambia troppo velocemente, l’hi-tech è di consumo ed indispensabile e la cultura classica con i suoi valori è sempre meno spendibile come collante tra differenti generazioni, nella maggior parte delle relazioni interpersonali. 2– 3)Il tema della violenza riguarda sia la natura umana che quella degli elementi della natura, il luogo, in cui viviamo. Perché, recenti studi scientifici, hanno dimostrato l’influenza del clima sul nostro sistema nervoso e fisiologico attraverso la meteoropatia, che è anche paragonabile alla somatizzazione dei disagi umani vissuti, con lo studio dell’eziologia in medicina. Quello che succede in natura dallo shunami, all’eruzione dei vulcani è sintomatico dell’assestamento della crosta terrestre, senza tralasciare le precipitazioni atmosferiche; certo, non credo che siano eventi divini contro l’uomo. Mentre nella natura umana, in parte, è correlata la violenza con un sistema di energie influenzabili che provengono dall’ambiente naturale, sociale, e la parte più rilevante,però, è frutto dell’uso maldestro del nostro “LIBERO ARBITRIO”. Mentre in diritto – il nostro ordinamento giuridico -, per sdrammatizzare, sono ammissibili le attenuanti generiche ma non quelle che giustificano la “natura” dell’uomo. 4) su questo punto non ho dubbi: la scrittura di Attilio Del Giudice e già poesia e se la lasci libera all’aria aperta, per assurdo, si materializza in un istante in immagine,suono,colore. Leggendo i suoi capoversi ho sentito la voce del bambino e visto le immagini che si svolgevano dal suo racconto: potrei realizzare subito un filmatino: I BAMBINI CI AMANO, CI GUARDANO CON INNOCENZA, CREDONO IN NOI CON RICONOSCENZA, CHE PUR CONTINUIAMO AD IGNORARE SENZA PRENDERLI SUL SERIO E PROTEGGERE CON AMORE TALVOLTA: POVERI NOI ADULTI! Caro Sergio, ora mi e ti chiedo ho risposte a delle tue domande perché, a che pro, me lo spieghi? Sei forte, sei un amico, grazie! Luca Gallina @Sergio
I tuoi quesiti nell’ordine:
1) Gli adulti e i bambini sono sempre frutto del loro tempo e beneficiano della civiltà e benessere familiare e della società che li accolgono, quando queste risorse sono presenti: la differenza generazionale tra un adulto e un bambino può anche produrre incomunicabilità: un adulto nato nel 1940 e un bambino nato nel 1975, per esempio, molto meglio adulto del 1975 e bambino del 1995; la società cambia troppo velocemente, l’hi-tech è di consumo ed indispensabile e la cultura classica con i suoi valori è sempre meno spendibile come collante tra differenti generazioni, nella maggior parte delle relazioni interpersonali.
2– 3)Il tema della violenza riguarda sia la natura umana che quella degli elementi della natura, il luogo, in cui viviamo.
Perché, recenti studi scientifici, hanno dimostrato l’influenza del clima sul nostro sistema nervoso e fisiologico attraverso la meteoropatia, che è anche paragonabile alla somatizzazione dei disagi umani vissuti, con lo studio dell’eziologia in medicina.
Quello che succede in natura dallo shunami, all’eruzione dei vulcani è sintomatico dell’assestamento della crosta terrestre, senza tralasciare le precipitazioni atmosferiche; certo, non credo che siano eventi divini contro l’uomo. Mentre nella natura umana, in parte, è correlata la violenza con un sistema di energie influenzabili che provengono dall’ambiente naturale, sociale, e la parte più rilevante,però, è frutto dell’uso maldestro del nostro “LIBERO ARBITRIO”.
Mentre in diritto – il nostro ordinamento giuridico -, per sdrammatizzare, sono ammissibili le attenuanti generiche ma non quelle che giustificano la “natura” dell’uomo.
4) su questo punto non ho dubbi: la scrittura di Attilio Del Giudice e già poesia e se la
lasci libera all’aria aperta, per assurdo, si materializza in un istante in immagine,suono,colore.
Leggendo i suoi capoversi ho sentito la voce del bambino e visto le immagini che si svolgevano dal suo racconto: potrei realizzare subito un filmatino: I BAMBINI CI AMANO, CI GUARDANO CON INNOCENZA, CREDONO IN NOI CON RICONOSCENZA, CHE PUR
CONTINUIAMO AD IGNORARE SENZA PRENDERLI SUL SERIO E PROTEGGERE CON AMORE TALVOLTA:
POVERI NOI ADULTI!
Caro Sergio, ora mi e ti chiedo ho risposte a delle tue domande perché, a che pro, me lo spieghi?
Sei forte, sei un amico, grazie!
Luca Gallina

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Di: luca http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/comment-page-3/#comment-20579 luca Wed, 30 Jan 2008 15:52:44 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/#comment-20579 Caro Sergio Sozi, ho letto la tua recensione di “LA VITA INCAGLIATA di Attilio Del Giudice”, che condivido e ho apprezzato per la tua sensibilità, e letto gli stralci del libro che l’autore benevolmente ha messo in lettura; prima ancora i commenti e le risposte ai tuoi quesiti, dei nostri cari amici di scrittura. Ritengo che l’autore abbia saputo e voluto mantenere una sceneggiatura, un affresco della realtà attraverso: soprattutto la levità, una raffinata innocenza dell’autore stesso, forse il ricordo delle visioni di lui bambino, che dimostrano come si possano trattare le brutture, le ingiustizie, e le atrocità della vita che coinvolgono bambini-adulti, adulti-bambini, delinquenti e disgraziati senza riscatto, senza le fiamme dell’inferno nel narrare. La scrittura di Del Giudice è, secondo me, musicale e disincantata con il suo sguardo sempre pieno di meraviglia con una leggera ironia per sdrammatizzare quello che racconta: vuole credere e farci credere nella speranza di riscatto dei suoi personaggi. Mi sono proprio divertito riflettendoci un po’ su e voglio leggere anche gli altri affreschi ! Grazie all’autore e al mio mentore Sergio Sozi. Luca Gallina Caro Sergio Sozi, ho letto la tua recensione di “LA VITA INCAGLIATA di Attilio Del Giudice”, che condivido e ho apprezzato per la tua sensibilità, e letto gli stralci del libro che l’autore benevolmente ha messo in lettura; prima ancora i commenti e le risposte ai tuoi quesiti, dei nostri cari amici di scrittura.
Ritengo che l’autore abbia saputo e voluto mantenere una sceneggiatura, un affresco della realtà attraverso: soprattutto la levità, una raffinata innocenza dell’autore stesso, forse il ricordo delle visioni di lui bambino, che dimostrano come si possano trattare le brutture, le ingiustizie, e le atrocità della vita che coinvolgono bambini-adulti, adulti-bambini, delinquenti e disgraziati senza riscatto, senza le fiamme dell’inferno nel narrare.
La scrittura di Del Giudice è, secondo me, musicale e disincantata con il suo sguardo sempre pieno di meraviglia con una leggera ironia per sdrammatizzare quello che racconta: vuole credere e farci credere nella speranza di riscatto dei suoi personaggi.
Mi sono proprio divertito riflettendoci un po’ su e voglio leggere anche gli altri affreschi !
Grazie all’autore e al mio mentore Sergio Sozi.
Luca Gallina

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Di: Enrico Gregori http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/comment-page-3/#comment-20577 Enrico Gregori Wed, 30 Jan 2008 15:16:06 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/#comment-20577 @ gluck: girati @ gluck:
girati

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Di: gluck http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/comment-page-3/#comment-20576 gluck Wed, 30 Jan 2008 15:02:45 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/#comment-20576 E..... lupo ululà.... castello ululì, dove lo mettiamo ? :) E….. lupo ululà…. castello ululì, dove lo mettiamo ?
:)

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Di: gea http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/comment-page-3/#comment-20575 gea Wed, 30 Jan 2008 15:00:26 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/#comment-20575 ...si...può...fareeeeeeee.... …si…può…fareeeeeeee….

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Di: Enrico Gregori http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/comment-page-3/#comment-20574 Enrico Gregori Wed, 30 Jan 2008 15:00:12 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/#comment-20574 non mi ha mai entusiasmato non mi ha mai entusiasmato

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Di: eventounico http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/comment-page-3/#comment-20573 eventounico Wed, 30 Jan 2008 14:50:33 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/#comment-20573 Enrico...speravo che Frankestein Junior fosse un cult anche per te. Enrico…speravo che Frankestein Junior fosse un cult anche per te.

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Di: Enrico Gregori http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/comment-page-3/#comment-20572 Enrico Gregori Wed, 30 Jan 2008 14:48:47 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/28/la-vita-incagliata-di-attilio-del-giudice/#comment-20572 @ evento: ma questi viaggi roma-milano-roma li fai a balzelloni sulla testa? @ evento:
ma questi viaggi roma-milano-roma li fai a balzelloni sulla testa?

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