Commenti a: IGNORANTI A PIENO TITOLO? http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/ Un open-blog. un luogo d\'incontro virtuale tra scrittori, lettori, librai, critici, giornalisti e operatori culturali Sat, 11 Sep 2021 08:46:19 +0000 http://wordpress.org/?v=2.9.2 hourly 1 Di: Sergio Sozi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/comment-page-3/#comment-31841 Sergio Sozi Sun, 01 Jun 2008 00:27:32 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/#comment-31841 Se non sia il caso che faressimo meglio ad andare in quel posto, da tutti credo poco noto e pochessimamente amato, che la gente chiama ''emeroteca'', io sareste finito. E tu anche sarebbe finita. Se non sia il caso che faressimo meglio ad andare in quel posto, da tutti credo poco noto e pochessimamente amato, che la gente chiama ”emeroteca”, io sareste finito. E tu anche sarebbe finita.

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Di: Sergio Sozi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/comment-page-3/#comment-31840 Sergio Sozi Sun, 01 Jun 2008 00:24:18 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/#comment-31840 ... ammesso che fosse un congiuntivo, cara... o un imperativo? Perdonami gli scherzi Bacioni Sozi … ammesso che fosse un congiuntivo, cara… o un imperativo?
Perdonami gli scherzi
Bacioni
Sozi

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Di: Sergio Sozi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/comment-page-3/#comment-31839 Sergio Sozi Sun, 01 Jun 2008 00:23:16 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/#comment-31839 Poi hai visto il mio congiuntivo presente ''basti''? Che te ne pare? Poi hai visto il mio congiuntivo presente ”basti”? Che te ne pare?

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Di: Sergio Sozi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/comment-page-3/#comment-31838 Sergio Sozi Sun, 01 Jun 2008 00:22:09 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/#comment-31838 Basti prendere un successo editoriale qualsiasi, cara. O leggere i giornali. Leggili, su. Costano poco, anche se rendono molto agli editori. Basti prendere un successo editoriale qualsiasi, cara. O leggere i giornali. Leggili, su. Costano poco, anche se rendono molto agli editori.

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Di: cristina http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/comment-page-3/#comment-31834 cristina Sat, 31 May 2008 22:51:06 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/#comment-31834 per una ricerca che sto facendo sull'evoluzione della lingua, avrei bisogno di trovare alcuni esempi di articoli giornalistici in cui si omette il congiuntivo o lo si usa in modo improprio. Mi potete aiutare? Grazie infinite! per una ricerca che sto facendo sull’evoluzione della lingua, avrei bisogno di trovare alcuni esempi di articoli giornalistici in cui si omette il congiuntivo o lo si usa in modo improprio. Mi potete aiutare?
Grazie infinite!

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Di: Kataweb.it - Blog - terzapagina » Blog Archive » GENERAZIONE AUTOGRILL http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/comment-page-3/#comment-23258 Kataweb.it - Blog - terzapagina » Blog Archive » GENERAZIONE AUTOGRILL Sun, 17 Feb 2008 17:22:08 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/#comment-23258 [...] Ignoranti a pieno titolo. nessun [...] [...] Ignoranti a pieno titolo. nessun [...]

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Di: M. http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/comment-page-3/#comment-23115 M. Sat, 16 Feb 2008 00:40:20 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/#comment-23115 La scrittura rapida è figlia dei tempi. Ma è una figlia poco graziosa, credo. E capisco le abbreviazioni negli sms per ovvie questioni di tempo (ma quanto corriamo, quanto?), ma non capisco tanti altri esempi di maltrattamento dell'italiano. In particolare mi sfugge il senso di apostrofi che "vanno" laddove non dovrebbero, di concordanze che concordano pochissimo, di consecutio ridotta all'osso quando non sbagliata, del "diamoci del tu -non per amicizia, ma perché con il Lei avrei qualche problema- suvvia...". Non capisco il motivo per il quale ci si ostini a usare la virgola per indicare una pausa laddove nessuna pausa dovrebbe esistere, specie tra soggetto e predicato verbale senza che inciso vi sia a giustificare non una, bensì due virgole. E mi domando che cosa spinga a corroborare "bensì" con "ma"... "ma bensì" è atroce... E dei verbi intransitivi usati come se fossero transitivi? Vogliamo parlarne? M. La scrittura rapida è figlia dei tempi. Ma è una figlia poco graziosa, credo. E capisco le abbreviazioni negli sms per ovvie questioni di tempo (ma quanto corriamo, quanto?), ma non capisco tanti altri esempi di maltrattamento dell’italiano.
In particolare mi sfugge il senso di apostrofi che “vanno” laddove non dovrebbero, di concordanze che concordano pochissimo, di consecutio ridotta all’osso quando non sbagliata, del “diamoci del tu -non per amicizia, ma perché con il Lei avrei qualche problema- suvvia…”.
Non capisco il motivo per il quale ci si ostini a usare la virgola per indicare una pausa laddove nessuna pausa dovrebbe esistere, specie tra soggetto e predicato verbale senza che inciso vi sia a giustificare non una, bensì due virgole. E mi domando che cosa spinga a corroborare “bensì” con “ma”… “ma bensì” è atroce… E dei verbi intransitivi usati come se fossero transitivi? Vogliamo parlarne?
M.

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Di: Rossella http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/comment-page-3/#comment-22729 Rossella Wed, 13 Feb 2008 09:48:09 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/#comment-22729 Zauberei hai usato la parola costringere? Ma chi cazzo sei tu (tu generico) per imporre un idea che non rappresenta la volontà divina? Chi ragiona così è destinato a perdere comunque. A questo punto anche inconsciamente c'è il rifiuto contro una forma di vessazione psicologica che non fa altro che rappresentare quel'imposizione di arlecchino contro colombina (braccio di ferro). Primo: non è detto che Colombina sia più debole di arlecchino, soprattutto se ha capito che le è stato donato il libero arbitrio dal Creatore ovviamente nell' ambito delle leggi. Secondo Mimmo Pommodoro (detto peperone) non rappresenta la giustizia! Questo "autonomia decisionale" è un male di cui la Sicilia soffre terribilmente e si identifica come una specie di territorio western dove tutti si sostituiscono allo Stato e alle sue leggi con imposizioni e violenze psicologiche assurde, manicomiali. La mafia ragiona così, lo Stato esiste le leggi pure... ma chi se ne frega "cummannari è megghiu di futtiri" ed è scontato che in questo modo bisogna creare delle fogne sotterranee per agire indisturbati con tanto di pianificazione intenzionale del pensiero. I topi..... Zauberei hai usato la parola costringere?
Ma chi cazzo sei tu (tu generico) per imporre un idea che non rappresenta la volontà divina? Chi ragiona così è destinato a perdere comunque.
A questo punto anche inconsciamente c’è il rifiuto contro una forma di vessazione psicologica che non fa altro che rappresentare quel’imposizione di arlecchino contro colombina (braccio di ferro).
Primo: non è detto che Colombina sia più debole di arlecchino, soprattutto se ha capito che le è stato donato il libero arbitrio dal Creatore ovviamente nell’ ambito delle leggi.
Secondo Mimmo Pommodoro (detto peperone) non rappresenta la giustizia! Questo “autonomia decisionale” è un male di cui la Sicilia soffre terribilmente e si identifica come una specie di territorio western dove tutti si sostituiscono allo Stato e alle sue leggi con imposizioni e violenze psicologiche assurde, manicomiali.
La mafia ragiona così, lo Stato esiste le leggi pure… ma chi se ne frega “cummannari è megghiu di futtiri” ed è scontato che in questo modo bisogna creare delle fogne sotterranee per agire indisturbati con tanto di pianificazione intenzionale del pensiero. I topi…..

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Di: zauberei http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/comment-page-3/#comment-22563 zauberei Tue, 12 Feb 2008 11:06:42 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/#comment-22563 Rossella hai ragionissima su cosa combina il pensiero quando non trova la luce, e cosa combina l'inconscio costretto, e che poi non si fa costringere mai. E credo anche io alla magia della natura, solo che mi ritrovo ad avere paura un po' per lei e un po' per chi subisce la sua vendetta, che di solito non va precisamente a chi la attacca, ma spesso a un suo vicino. Se Mimmo Pommodoro infesta la campagna di pesticidi, il suo bambino di due mesi sarà più predisposto ad avere un tumore. Se Mimmo Pommodoro ha molti terreni ma se ne sta in città, saranno i suoi operai a subire la vendetta della natura. anche se certe volte, quando penso alla foresta amazzonica che sparisce di giorno in giorno, ho paura persino per la natura stessa. Che non è che muoriamo noi e lei rimane. E' un braccio di ferro che ammazza tutti. Off topic? sti cazzi:) Rossella hai ragionissima su cosa combina il pensiero quando non trova la luce, e cosa combina l’inconscio costretto, e che poi non si fa costringere mai. E credo anche io alla magia della natura, solo che mi ritrovo ad avere paura un po’ per lei e un po’ per chi subisce la sua vendetta, che di solito non va precisamente a chi la attacca, ma spesso a un suo vicino.
Se Mimmo Pommodoro infesta la campagna di pesticidi, il suo bambino di due mesi sarà più predisposto ad avere un tumore. Se Mimmo Pommodoro ha molti terreni ma se ne sta in città, saranno i suoi operai a subire la vendetta della natura.
anche se certe volte, quando penso alla foresta amazzonica che sparisce di giorno in giorno, ho paura persino per la natura stessa. Che non è che muoriamo noi e lei rimane. E’ un braccio di ferro che ammazza tutti.
Off topic?
sti cazzi:)

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Di: Rossella http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/comment-page-3/#comment-22512 Rossella Mon, 11 Feb 2008 23:05:31 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/#comment-22512 Zauberei anch'io penso che la cultura sia il modo più appropriato per riportare alla luce l'ordine del pensiero che altrimenti rimane nel caos. Ti sarà senz'altro capitato di vedere occhi inferociti che non riescono a parlare del male subito e invocano giustizia attraverso lo sguardo. Non sono sicura, non mi occupo di psichiatria, ma ho quasi la sensazione che se il pensiero non riesce ad esprimersi nella luce (rabbia compresa) finisce per trovare canali sotterranei, tunnels bui dove gli elementi si confondono ma devono necessariamente sbucare da qualche parte, ed il pericolo rimane la manifestazione ultima di tutto ciò. L'inconscio è una brutta bestia che non sai mai con quale forza reagisce. Però ho anche notato che esiste una specie di magia naturale, del tipo se si salva la vita a un passerotto prima poi la specie dei passerotti ringrazierà. Se si usa brutalità con la natura, essa stessa verrà il momento che sarà altrettanto brutale, una specie di messa in regola che non dimentica niente e nessuno e che ha dei codici propri. E' strano ma è così e secondo me non sono off topic. Ciao Zauberei anch’io penso che la cultura sia il modo più appropriato per riportare alla luce l’ordine del pensiero che altrimenti rimane nel caos.
Ti sarà senz’altro capitato di vedere occhi inferociti che non riescono a parlare del male subito e invocano giustizia attraverso lo sguardo. Non sono sicura, non mi occupo di psichiatria, ma ho quasi la sensazione che se il pensiero non riesce ad esprimersi nella luce (rabbia compresa) finisce per trovare canali sotterranei, tunnels bui dove gli elementi si confondono ma devono necessariamente sbucare da qualche parte, ed il pericolo rimane la manifestazione ultima di tutto ciò. L’inconscio è una brutta bestia che non sai mai con quale forza reagisce.
Però ho anche notato che esiste una specie di magia naturale, del tipo se si salva la vita a un passerotto prima poi la specie dei passerotti ringrazierà. Se si usa brutalità con la natura, essa stessa verrà il momento che sarà altrettanto brutale, una specie di messa in regola che non dimentica niente e nessuno e che ha dei codici propri.
E’ strano ma è così e secondo me non sono off topic.
Ciao

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Di: miriam ravasio http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/comment-page-3/#comment-22511 miriam ravasio Mon, 11 Feb 2008 23:03:38 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/#comment-22511 @Gianmario Certo, condivido il tuo ragionamento, a volte è veramente sconfortante. Ma se devo riassumere per sintesi estreme, cerco di guardare ai giovani per i loro aspetti positivi. Forse, su Guglielmo il Conquistatore erano molto più informati alle medie, poi tutto si dimentica o viene sommerso da mille altre nozioni. Cosa dire di certi errori commessi dagli insegnanti? Del modo con cui si insegna matematica? Nel mio Diario di lavoro, ho dedicato all'argomento più di un capitolo! Pagine e pagine colorate in arancione per imprimere nelle menti dei piccoli il concetto di decina; o delle capocchie degli spilli, che i piccoli come schiavi cinesi, dovevano completare per assimilare la tabellina del nove per un totale di 504 capocchie!!!!! :-) @Gianmario
Certo, condivido il tuo ragionamento, a volte è veramente sconfortante. Ma se devo riassumere per sintesi estreme, cerco di guardare ai giovani per i loro aspetti positivi. Forse, su Guglielmo il Conquistatore erano molto più informati alle medie, poi tutto si dimentica o viene sommerso da mille altre nozioni. Cosa dire di certi errori commessi dagli insegnanti? Del modo con cui si insegna matematica? Nel mio Diario di lavoro, ho dedicato all’argomento più di un capitolo! Pagine e pagine colorate in arancione per imprimere nelle menti dei piccoli il concetto di decina; o delle capocchie degli spilli, che i piccoli come schiavi cinesi, dovevano completare per assimilare la tabellina del nove per un totale di 504 capocchie!!!!!

:-)

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Di: Gianmario http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/comment-page-3/#comment-22499 Gianmario Mon, 11 Feb 2008 20:44:41 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/#comment-22499 Miriam, può darsi che i giovani oggi sappiano molte più cose dei loro predecessori (anche se ho i miei dubbi) ma siamo sicuri che siano cose importanti e utili a farsi una cultura? Proprio oggi mia moglie ha iniziato un corso di inglese a Psicologia: presenti oltre 80 universitari, alla frase 'conoscete le vicende di Guglielmo il Conquistatore' è sceso il gelo e non volava una mosca; allora ha chiesto 'di dov'era Guglielmo il Conquistatore?' due, prontamente, hanno risposto ad alta voce 'inglese!'. Quando ha replicato 'ma se era inglese cosa andava a conquistare a casa sua' è tornato il silenzio. Personalmente ritenevo di essere ignorante rispetto alla generazione dei miei genitori, ed era vero (mia madre, insegnante, parlava correntemente latino e greco e mio padre, di origine contadina, sapeva tutto della natura e di come affrontarla) ma oggi rischio di sentirmi un marziano quando parlo con certi giovani. Sono d'accordo con Fairy: l'istruzione non deve farti conoscere oggetti che mutano ma darti gli strumenti per avvicinarli nel modo giusto e collocarli al loro posto: una forma mentis logica che ha permesso agli Egiziani di costruire le piramidi, cinquemila anni fa, senza l'uso di computer . Miriam, può darsi che i giovani oggi sappiano molte più cose dei loro predecessori (anche se ho i miei dubbi) ma siamo sicuri che siano cose importanti e utili a farsi una cultura? Proprio oggi mia moglie ha iniziato un corso di inglese a Psicologia: presenti oltre 80 universitari, alla frase ‘conoscete le vicende di Guglielmo il Conquistatore’ è sceso il gelo e non volava una mosca; allora ha chiesto ‘di dov’era Guglielmo il Conquistatore?’ due, prontamente, hanno risposto ad alta voce ‘inglese!’. Quando ha replicato ‘ma se era inglese cosa andava a conquistare a casa sua’ è tornato il silenzio. Personalmente ritenevo di essere ignorante rispetto alla generazione dei miei genitori, ed era vero (mia madre, insegnante, parlava correntemente latino e greco e mio padre, di origine contadina, sapeva tutto della natura e di come affrontarla) ma oggi rischio di sentirmi un marziano quando parlo con certi giovani. Sono d’accordo con Fairy: l’istruzione non deve farti conoscere oggetti che mutano ma darti gli strumenti per avvicinarli nel modo giusto e collocarli al loro posto: una forma mentis logica che ha permesso agli Egiziani di costruire le piramidi, cinquemila anni fa, senza l’uso di computer .

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Di: miriam ravasio http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/comment-page-3/#comment-22492 miriam ravasio Mon, 11 Feb 2008 19:45:05 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/#comment-22492 @Carlo C'è anche un altro problema nelle scuole: l'insicurezza delle insegnanti, soprattutto alle scuole elementari. Lavoro con parecchie di loro, e da diverso tempo; sono insicure e hanno paura di sbagliare, per questo si barricano dietro a programmazioni rigide. Il loro mestiere non è facile e stare con i bambini è sempre imprevedibile, se a questo aggiungiamo programmi poco chiari, le circolari (tantissime!) i loro problemi personali di graduatoria e trasferimenti, le riunioni di circolo, di plesso e con i genitori, la competizione fra i team, per il loro impegno educativo resta veramente poco. La scuola è stata caricata di "compiti e doveri" oltre ogni ragionevole limite, così tutto si riduce alla scansione ufficiale delle cose da fare e fatte. Ci si accontenta degli obiettivi minimi: valutare e verificare il più possibile con il crocettare ossessivo del Vero o Falso. Vero o falso? @Carlo
C’è anche un altro problema nelle scuole: l’insicurezza delle insegnanti, soprattutto alle scuole elementari.
Lavoro con parecchie di loro, e da diverso tempo; sono insicure e hanno paura di sbagliare, per questo si barricano dietro a programmazioni rigide. Il loro mestiere non è facile e stare con i bambini è sempre imprevedibile, se a questo aggiungiamo programmi poco chiari, le circolari (tantissime!) i loro problemi personali di graduatoria e trasferimenti, le riunioni di circolo, di plesso e con i genitori, la competizione fra i team, per il loro impegno educativo resta veramente poco. La scuola è stata caricata di “compiti e doveri” oltre ogni ragionevole limite, così tutto si riduce alla scansione ufficiale delle cose da fare e fatte. Ci si accontenta degli obiettivi minimi: valutare e verificare il più possibile con il crocettare ossessivo del Vero o Falso. Vero o falso?

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Di: zauberei http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/comment-page-3/#comment-22480 zauberei Mon, 11 Feb 2008 18:09:45 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/#comment-22480 Rossella, non è che non creda in altre giustizie, è che le altre sono off topic. didò non zo che ditte, salvo salta i miei commenti, se te fanno male alla salute. Concordo moltissimo con il commento di Luca Gallina per la questione di identità e uso del linguaggio. Ma c'è pure da dire Luca, che non ci sicrede, ma gli Italiani che parlano le lingue sono pochissimi, ed è una delle ragioni per cui fruiscono meno degli altri del mercato del lavoro europeo. Siamo in un paese dalla formazione culturale un po' farraginosa, come la metti la metti. Rossella, non è che non creda in altre giustizie, è che le altre sono off topic.
didò non zo che ditte, salvo salta i miei commenti, se te fanno male alla salute.
Concordo moltissimo con il commento di Luca Gallina per la questione di identità e uso del linguaggio. Ma c’è pure da dire Luca, che non ci sicrede, ma gli Italiani che parlano le lingue sono pochissimi, ed è una delle ragioni per cui fruiscono meno degli altri del mercato del lavoro europeo. Siamo in un paese dalla formazione culturale un po’ farraginosa, come la metti la metti.

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Di: luca http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/comment-page-3/#comment-22479 luca Mon, 11 Feb 2008 18:04:55 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/#comment-22479 Caro Massimo Maugeri e cari tutti amici di scrittura: e se avessimo paura di perdere la nostra vera identità nazionale - attraverso il cambiamento in corso della nostra bella lingua italiana – come quando si vive all’estero per molti anni; si è obbligati a parlare, scrivere correttamente la lingua del Paese che ci ospita e non ci si può accontentare di essere alfabeti: in quell’occasione ci vengono in aiuto libri,televisione,giornali,dialogo quotidiano di lavoro e di studio nella lingua del Paese che ci ospita; allora proviamo a pensare alla grande: partiamo dalla nostra lingua madre italiana, a seconda della nostra esperienza di vita, via andando in francese,inglese,tedesco. Pensandoci bene: come mai i nostri amici stranieri riescono ad imparare più velocemente, la nostra bella musicale variopinta lingua italiana, che si scrive come si pronuncia: tralasciando, invece, loro la grammatica e la sintassi, se non approfondirla quando serve solo per motivi professionali? Certo, io mi sono chiesto come mai la lingua inglese è da anni che si diffonde su tutto il pianeta a discapito di quelle lingue nazionali, che rimarranno tali,e che diventeranno minori o del passato prossimo: forse come la cultura greca, latina e la loro lingua risulteranno atte solo a studiosi di filologia? Gli anglosassoni invece risultano avere in uso una lingua, quella inglese, più veloce,sintattica, stridula e inimmaginifica, che risulta pentagrammata nel genere musicale rispetto alla nostra, è un mio parere;tutto questo come è possibile? Volevo affermare in buona sostanza che Noi partiamo,verosimilmente, con la nostra identità culturale in senso antropologico e che poi tutto si trasforma in arricchimento o impoverimento del nostro modo di esprimerci con la parola e la scrittura riferiti anche ai media di comunicazione che useremo e ai nostri interlocutori di riferimento, per mezzo della lingua nazionale o straniera che ci servirà all’uopo, secondo me e secondo Voi? P.S. Massimo non credo che parte del 12% di laureati italiani (1:5=2,4%) possano risultare incomprensibili riguardo il corretto uso della lingua italiana, ma semmai per mancanza di idee risultano poco credibili! Luca Gallina Caro Massimo Maugeri e cari tutti amici di scrittura: e se avessimo paura di perdere la nostra vera identità nazionale – attraverso il cambiamento in corso della nostra bella lingua italiana – come quando si vive all’estero per molti anni; si è obbligati a parlare, scrivere correttamente la lingua del Paese che ci ospita e non ci si può accontentare di essere alfabeti: in quell’occasione ci vengono in aiuto libri,televisione,giornali,dialogo quotidiano di lavoro e di studio nella lingua del Paese che ci ospita; allora proviamo a pensare alla grande: partiamo dalla nostra lingua madre italiana, a seconda della nostra esperienza di vita, via andando in francese,inglese,tedesco.
Pensandoci bene: come mai i nostri amici stranieri riescono ad imparare più velocemente, la nostra bella musicale variopinta lingua italiana, che si scrive come si pronuncia: tralasciando, invece, loro la grammatica e la sintassi, se non approfondirla quando serve solo per motivi professionali?
Certo, io mi sono chiesto come mai la lingua inglese è da anni che si diffonde su tutto il pianeta a discapito di quelle lingue nazionali, che rimarranno tali,e che diventeranno minori o del passato prossimo: forse come la cultura greca, latina e la loro lingua risulteranno atte solo a studiosi di filologia?
Gli anglosassoni invece risultano avere in uso una lingua, quella inglese, più veloce,sintattica, stridula e inimmaginifica, che risulta pentagrammata nel genere musicale rispetto alla nostra, è un mio parere;tutto questo come è possibile?
Volevo affermare in buona sostanza che Noi partiamo,verosimilmente, con la nostra identità culturale in senso antropologico e che poi tutto si trasforma in arricchimento o impoverimento del nostro modo di esprimerci con la parola e la scrittura riferiti anche ai media di comunicazione che useremo e ai nostri interlocutori di riferimento, per mezzo della lingua nazionale o straniera che ci servirà all’uopo, secondo me e secondo Voi?
P.S. Massimo non credo che parte del 12% di laureati italiani (1:5=2,4%) possano risultare incomprensibili riguardo il corretto uso della lingua italiana, ma semmai per mancanza di idee risultano poco credibili!
Luca Gallina

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Di: Paolo S http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/comment-page-3/#comment-22400 Paolo S Mon, 11 Feb 2008 10:10:00 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/#comment-22400 Fairy, io non sono pregiudizialmente contro (per esempio) il latino nelle scuole medie. Ma mi accodo alla domanda di Miriam: perché ai ragazzi che imparano tante cose con tale facilità, di scrivere e parlar bene non sembrano proprio capaci? Qui sorge un problema enorme, quello della didattica per obiettivi e degli obiettivi della didattica. Insegnare il latino: per far fare ginnastitca al cervello, per insegnare "il latino", per insegnare la lingua dei padri (de Roma o della Chiesa), per far parlare i discenti con altre persone, per permettere loro di andare in cerca di tesori nascosti altrimenti inaccessibili, per distinguersi (come avviene ancora nelle scuole anglosassoni)? Insegnerò diversi "latini", a seconda della visione o del sogno che guida il programma ministeriale, l'insegnante o ciascun alunno in classe? Quindi: insegnarlo, quanto, quando e a fianco di cosa o a scapito di cosa - visto che le ore sono limitate? Sappiamo forse se chi impara il latino sarà più bravo ad apprendere un linguaggio di programmazione per computer? E' forse viceversa? Quale delle due schiude più opportunità per chi impara, e quale invece ne chiude di più? Non sarà il tuo caso, ma c'è gente che sa da dove deriva "pentagono", ma non lo sa disegnare con squadra e compasso. Grave? C'è gente che conosce l'etimo di pentagono ma non sanno usare le proporizioni per fare semplici stime. E' grave uguale o no? E perché? Qui, sotto sotto, stiamo toccando un grossissimo problema quello del (l'ex) primato della cosiddetta cultura umanistica e della lingua e della letteratura come loro base. E, attenzione: non è che "l'avversario" debba essere necessariamente la cultura scientifica o la "non-cultura" imprenditoriale. Una cultura umanistica basata sulla filosofia sarebbe molto diversa, e così pure una basata sulle arti... Fairy, io non sono pregiudizialmente contro (per esempio) il latino nelle scuole medie. Ma mi accodo alla domanda di Miriam: perché ai ragazzi che imparano tante cose con tale facilità, di scrivere e parlar bene non sembrano proprio capaci?
Qui sorge un problema enorme, quello della didattica per obiettivi e degli obiettivi della didattica.
Insegnare il latino: per far fare ginnastitca al cervello, per insegnare “il latino”, per insegnare la lingua dei padri (de Roma o della Chiesa), per far parlare i discenti con altre persone, per permettere loro di andare in cerca di tesori nascosti altrimenti inaccessibili, per distinguersi (come avviene ancora nelle scuole anglosassoni)? Insegnerò diversi “latini”, a seconda della visione o del sogno che guida il programma ministeriale, l’insegnante o ciascun alunno in classe? Quindi: insegnarlo, quanto, quando e a fianco di cosa o a scapito di cosa – visto che le ore sono limitate? Sappiamo forse se chi impara il latino sarà più bravo ad apprendere un linguaggio di programmazione per computer? E’ forse viceversa? Quale delle due schiude più opportunità per chi impara, e quale invece ne chiude di più?
Non sarà il tuo caso, ma c’è gente che sa da dove deriva “pentagono”, ma non lo sa disegnare con squadra e compasso. Grave? C’è gente che conosce l’etimo di pentagono ma non sanno usare le proporizioni per fare semplici stime. E’ grave uguale o no? E perché?
Qui, sotto sotto, stiamo toccando un grossissimo problema quello del (l’ex) primato della cosiddetta cultura umanistica e della lingua e della letteratura come loro base. E, attenzione: non è che “l’avversario” debba essere necessariamente la cultura scientifica o la “non-cultura” imprenditoriale. Una cultura umanistica basata sulla filosofia sarebbe molto diversa, e così pure una basata sulle arti…

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Di: fairy http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/comment-page-3/#comment-22393 fairy Mon, 11 Feb 2008 09:23:09 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/#comment-22393 Passerò da reazionaria e impopolare, ma se rimettessero il latino già alle scuole medie, non dico che gli italiani diventerebbero scrittori ma forse se la caverebbero meglio in grammatica. Detto questo, durante gli anni dell'università mi sono sentita chiedere cose tra le più bizzarre. Dato che molti mi reputavano una saccente sapientona perchè leggevo libri (n.b. non manuali o libri consigliati per gli esami, ma libri librini e libretti di tutti i tipi dalla favole di Andersen a Delitto e Castigo, e in una facoltà non letteraria ciò dava abbastanza nell'occhio), alcuni mi ponevano questioni abbastanza imbarazzanti, del tipo: 1. perchè l'est si dice oriente e l'ovest occidente? 2. perchè il Pentagono si chiama così? 3. che cosa sono i verbi transitivi e intransitivi? Ora qui non si tratta di sapere o non sapere scrivere, qui mi sembra che le lacune degli italiani siano infinite. Adesso conosco laureati in lettere che purtroppo, ahimè, insegnano in medie e superiori, e non riescono a leggere un libro dell'800 perchè reputato troppo difficile e barboso. E che continuano a confondere un predicato verbale con il sermone della domenica. Ho i brividi...... P.S. Io non ho una laurea in lettere e tutte le cose sopra le ho imparate alle elementari, alle medie e al vecchio e tanto bistrattato liceo classico Passerò da reazionaria e impopolare, ma se rimettessero il latino già alle scuole medie, non dico che gli italiani diventerebbero scrittori ma forse se la caverebbero meglio in grammatica.
Detto questo, durante gli anni dell’università mi sono sentita chiedere cose tra le più bizzarre. Dato che molti mi reputavano una saccente sapientona perchè leggevo libri (n.b. non manuali o libri consigliati per gli esami, ma libri librini e libretti di tutti i tipi dalla favole di Andersen a Delitto e Castigo, e in una facoltà non letteraria ciò dava abbastanza nell’occhio), alcuni mi ponevano questioni abbastanza imbarazzanti, del tipo:
1. perchè l’est si dice oriente e l’ovest occidente?
2. perchè il Pentagono si chiama così?
3. che cosa sono i verbi transitivi e intransitivi?
Ora qui non si tratta di sapere o non sapere scrivere, qui mi sembra che le lacune degli italiani siano infinite.
Adesso conosco laureati in lettere che purtroppo, ahimè, insegnano in medie e superiori, e non riescono a leggere un libro dell’800 perchè reputato troppo difficile e barboso. E che continuano a confondere un predicato verbale con il sermone della domenica.
Ho i brividi……

P.S. Io non ho una laurea in lettere e tutte le cose sopra le ho imparate alle elementari, alle medie e al vecchio e tanto bistrattato liceo classico

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/comment-page-3/#comment-22336 Massimo Maugeri Sun, 10 Feb 2008 23:18:17 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/#comment-22336 Grazie per i nuovi commenti. Continuate pure. Tornerò quanto prima per alcune precisazioni sui punti 4.1 e 5 delle mie domandine. Buonanotte Grazie per i nuovi commenti.
Continuate pure.
Tornerò quanto prima per alcune precisazioni sui punti 4.1 e 5 delle mie domandine.
Buonanotte

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Di: francesco di domenico http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/comment-page-3/#comment-22331 francesco di domenico Sun, 10 Feb 2008 23:07:58 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/#comment-22331 Ma che diavolo state dicendo? I laureati non sanno parlare e tan'poco scrivere perchè la laurea è un semplice gran premio a punti, col libretto che sembra la classifica del campionato del mondo. Gli autodidati (come mi ha rimarcato Gregori) non contano ed è giusto che sia così: qui si parla di "laureati" e "linguaggio", e Massimo ha rilanciato con altre provocazioni. La velocità sta uccidendo tutto, compreso il linguaggio, ma non significa sintesi. Più volte è stato detto che la sintesi è un fatto, la velocità un'altra cosa. Togliatti sovente esordiva con la frase "Scusate se non avrò la capacità di essere semplice". La lingua, se parlata semplicemente, con cognizione, si preserva (i francesi, maledetti galletti, ne sono un esempio); la lingua modificata ad uso della velocità e della presunzione diventa il dialetto di essa, e lo sta diventando (Zauberei - chissà perchè battezzano le donne così - il romanesco non è toscano e se non ci si chiama Alberto Sordi è meglio evitarlo, così come e meglio evitare di mescolare Eduardo con Libero Bovio che è il leggittimo padrone di Reginella "...stiv'é 'nziem'é a tre o quatt'é sciantose..."). Ciò detto, vado a letto! Ma che diavolo state dicendo?
I laureati non sanno parlare e tan’poco scrivere perchè la laurea è un semplice gran premio a punti, col libretto che sembra la classifica del campionato del mondo.
Gli autodidati (come mi ha rimarcato Gregori) non contano ed è giusto che sia così: qui si parla di “laureati” e “linguaggio”, e Massimo ha rilanciato con altre provocazioni.
La velocità sta uccidendo tutto, compreso il linguaggio, ma non significa sintesi. Più volte è stato detto che la sintesi è un fatto, la velocità un’altra cosa.
Togliatti sovente esordiva con la frase “Scusate se non avrò la capacità di essere semplice”. La lingua, se parlata semplicemente, con cognizione, si preserva (i francesi, maledetti galletti, ne sono un esempio); la lingua modificata ad uso della velocità e della presunzione diventa il dialetto di essa, e lo sta diventando (Zauberei – chissà perchè battezzano le donne così – il romanesco non è toscano e se non ci si chiama Alberto Sordi è meglio evitarlo, così come e meglio evitare di mescolare Eduardo con Libero Bovio che è il leggittimo padrone di Reginella “…stiv’é ‘nziem’é a tre o quatt’é sciantose…”).
Ciò detto, vado a letto!

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Di: Rossella http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/comment-page-3/#comment-22326 Rossella Sun, 10 Feb 2008 21:49:01 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/#comment-22326 @ Zauberei Sono contenta per te che pensi che la giustizia possa trovare una strada giusta solo attraverso la cultura. La terra comunque insegna molto e la natura restituisce nella misura in cui è stata trattata ed anche suo fratello il mare conosce questa legge. C'è poco da fare i furbi con i credenti. @ Zauberei
Sono contenta per te che pensi che la giustizia possa trovare una strada giusta solo attraverso la cultura.
La terra comunque insegna molto e la natura restituisce nella misura in cui è stata trattata ed anche suo fratello il mare conosce questa legge. C’è poco da fare i furbi con i credenti.

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Di: francesco giubilei http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/comment-page-3/#comment-22296 francesco giubilei Sun, 10 Feb 2008 19:32:53 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/#comment-22296 Secondo me il problema sta tutto nella scuola primaria e secondaria. Mi spiego: è scontato che all'università non insegnino a scrivere, dovrebbero essere i maestri prima e i professori poi ad educare alla scrittura i futuri laureati e ciò non accade, ahimè. Alla fine tutto si riconduce alla scuola che non funziona e che è lo specchio del paese. Secondo me il problema sta tutto nella scuola primaria e secondaria.
Mi spiego: è scontato che all’università non insegnino a scrivere, dovrebbero essere i maestri prima e i professori poi ad educare alla scrittura i futuri laureati e ciò non accade, ahimè.
Alla fine tutto si riconduce alla scuola che non funziona e che è lo specchio del paese.

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Di: zauberei http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/comment-page-3/#comment-22288 zauberei Sun, 10 Feb 2008 18:36:16 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/#comment-22288 Si Miriam sei super chiara:) E lo so che tu nun ci hai l'estetismo compulsivo:=) E' che io in questo contesto sentivo la necessità di accentare altre cose. E poi, boh, non lo so se questa generazione questi tempi sono peggio di altri. Che ora non siamo capaci come dici tu di confrontarci, come prima. No io questa cosa non la credo. In sostanza non siamo d'accordo:) E' nòva:) ma mica è grave no? cioè queste so finezze, sarebbero ben altre le cose gravi. Si Miriam sei super chiara:)
E lo so che tu nun ci hai l’estetismo compulsivo:=)
E’ che io in questo contesto sentivo la necessità di accentare altre cose. E poi, boh, non lo so se questa generazione questi tempi sono peggio di altri. Che ora non siamo capaci come dici tu di confrontarci, come prima. No io questa cosa non la credo. In sostanza non siamo d’accordo:)
E’ nòva:)
ma mica è grave no?
cioè queste so finezze, sarebbero ben altre le cose gravi.

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Di: miriam ravasio http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/comment-page-3/#comment-22283 miriam ravasio Sun, 10 Feb 2008 17:55:32 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/#comment-22283 Zau, tu mi fraintendi sempre! capisco quello che vuoi dire, io provengo da una famiglia operaia e contadina e non sono affatto incline al fascino Angelus-Millet; quello che intendevo sottolineare è questo: ai ragazzi non manca la tecnica della scrittura, apprendono per quantità molte ma mooolte più cose che in passato, perché con tutta questa strumentazione poi è così difficlile scrivere poche semplice righe, tecniche o d'amore? Io ribadisco che la società intera soffre di comunicazione verbale: non sappiamo confrontarci, se non ognuno davanti al proprio pc, o cellulare o ecc. ecc. Non sappiamo farlo perché le nostre società sono un insieme di solitudini. Moltitudini di individualità; e questo si ripercuote in ogni istanza. Sono stata chiara? Zau, tu mi fraintendi sempre!
capisco quello che vuoi dire, io provengo da una famiglia operaia e contadina e non sono affatto incline al fascino Angelus-Millet; quello che intendevo sottolineare è questo: ai ragazzi non manca la tecnica della scrittura, apprendono per quantità molte ma mooolte più cose che in passato, perché con tutta questa strumentazione poi è così difficlile scrivere poche semplice righe, tecniche o d’amore?
Io ribadisco che la società intera soffre di comunicazione verbale: non sappiamo confrontarci, se non ognuno davanti al proprio pc, o cellulare o ecc. ecc. Non sappiamo farlo perché le nostre società sono un insieme di solitudini. Moltitudini di individualità; e questo si ripercuote in ogni istanza.
Sono stata chiara?

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Di: zauberei http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/comment-page-3/#comment-22273 zauberei Sun, 10 Feb 2008 16:24:56 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/#comment-22273 Ma forse la vecchina in questione, era una persona d'oro. Diamole questa chance, il che non implica che tutti quelli della sua generazione lo siano. e manco che per fortuna sia sta cosa così rara. Io conosco però un sacco di donne come lei, e in contesti non urbani, le quali per il fatto che hanno la quinta elementare, e certo per un sacco di altri motivi, sono assolutamente meravigliose nel dire cose belle, ma quanta gente approfitta di loro, quanta gente le raggira. Anche quando erano giovani -e ahimè anche le loro figlie. Donne che lavorano a giornata nei frutteti e che non sanno minimamente di quali diritti sono private. O più esattamente lo sanno eccome, ma sono rassegnate davanti alla loro impossibilità di difendersi perchè non hanno i mezzi culturali per farlo. N'è mica verga eh, è la campagna laziale sabato scroso. La lingua dei sentimenti è qualcosa che si esercita comunque, e che a chi ha talento fa dire cose meravigliose. Però c'è una lingua politica, di cui tutti abbiamo bisogno. Una lingua di parole precise, anche noiose, e insomma. Tornando a bomba, un laureato italiano come la mia amica Titti la Bella che si trova a lavorare all'abi. e all'improvviso dopo una famigerata laurea in scienze della comunicazione si trova a scrivere. Ora la mia amica Titti la Bella è domestica parecchio coi sentimenti, ma colle relazioni d'ufficio affatto. E la mia amica ha detto, zauberei un macello, io non ho scritto mai all'università. - rossella, speramo che me dona:) Ma forse la vecchina in questione, era una persona d’oro. Diamole questa chance, il che non implica che tutti quelli della sua generazione lo siano. e manco che per fortuna sia sta cosa così rara. Io conosco però un sacco di donne come lei, e in contesti non urbani, le quali per il fatto che hanno la quinta elementare, e certo per un sacco di altri motivi, sono assolutamente meravigliose nel dire cose belle, ma quanta gente approfitta di loro, quanta gente le raggira. Anche quando erano giovani -e ahimè anche le loro figlie. Donne che lavorano a giornata nei frutteti e che non sanno minimamente di quali diritti sono private. O più esattamente lo sanno eccome, ma sono rassegnate davanti alla loro impossibilità di difendersi perchè non hanno i mezzi culturali per farlo. N’è mica verga eh, è la campagna laziale sabato scroso. La lingua dei sentimenti è qualcosa che si esercita comunque, e che a chi ha talento fa dire cose meravigliose.
Però c’è una lingua politica, di cui tutti abbiamo bisogno. Una lingua di parole precise, anche noiose, e insomma. Tornando a bomba, un laureato italiano come la mia amica Titti la Bella che si trova a lavorare all’abi. e all’improvviso dopo una famigerata laurea in scienze della comunicazione si trova a scrivere. Ora la mia amica Titti la Bella è domestica parecchio coi sentimenti, ma colle relazioni d’ufficio affatto. E la mia amica ha detto, zauberei un macello, io non ho scritto mai all’università.
– rossella, speramo che me dona:)

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Di: Rossella http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/comment-page-3/#comment-22267 Rossella Sun, 10 Feb 2008 15:47:05 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/#comment-22267 @ Zaub ti sì fatta nà veste scullata... Edoardo @ Zaub
ti sì fatta nà veste scullata…
Edoardo

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Di: Rossella http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/comment-page-3/#comment-22265 Rossella Sun, 10 Feb 2008 15:39:53 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/#comment-22265 EHI MIRIAMMMMMM Miriam sono d’accordo con te. Il linguaggio a volte infetta. Proprio di recente ho letto una frase di Borges che illustra come la costante volgarità del pensiero quasi sempre si traduce in pittoresche manifestazioni. Si comprenderà quindi molto bene che le parole diventano il veicolo di quel c’è dentro a chi le usa. Ma distinguiamo. Non è un pò come indossare una minigonna per una donna o un accessorio sgargiante per un uomo? Se le persone sono eleganti internamente anche questi indumenti non saranno volgari, ma se la coscia invita e la cravatta infanga allora sarà molto meglio per loro non osare. E' pericoloso. Bisogna anche riflettere su un piano più generale di ascoltatori o lettori e rendersi conto che il gergo comunicativo (gesti compresi) ha un suo valore appropriato, compreso quello educativo, con tanto di oggettiva spiegazione sul vocabolario. Una parolaccia è una parolaccia. D’altra parte in molti sostengono che per farsi capire bisogna adottare lo stesso linguaggio dell’interlocutore ma a questa affermazione contrappongo la mia dicendo che l’istrionismo è quel che è, ovvero simulazione e che occorre vedere quali erano le reali intenzioni di chi lo ha messo in atto. Buona domenica. EHI MIRIAMMMMMM
Miriam sono d’accordo con te. Il linguaggio a volte infetta.
Proprio di recente ho letto una frase di Borges che illustra come la costante volgarità del pensiero quasi sempre si traduce in pittoresche manifestazioni. Si comprenderà quindi molto bene che le parole diventano il veicolo di quel c’è dentro a chi le usa.
Ma distinguiamo. Non è un pò come indossare una minigonna per una donna o un accessorio sgargiante per un uomo? Se le persone sono eleganti internamente anche questi indumenti non saranno volgari, ma se la coscia invita e la cravatta infanga allora sarà molto meglio per loro non osare. E’ pericoloso.
Bisogna anche riflettere su un piano più generale di ascoltatori o lettori e rendersi conto che il gergo comunicativo (gesti compresi) ha un suo valore appropriato, compreso quello educativo, con tanto di oggettiva spiegazione sul vocabolario. Una parolaccia è una parolaccia.
D’altra parte in molti sostengono che per farsi capire bisogna adottare lo stesso linguaggio dell’interlocutore ma a questa affermazione contrappongo la mia dicendo che l’istrionismo è quel che è, ovvero simulazione e che occorre vedere quali erano le reali intenzioni di chi lo ha messo in atto.
Buona domenica.

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Di: miriam ravasio http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/comment-page-3/#comment-22243 miriam ravasio Sun, 10 Feb 2008 13:18:24 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/#comment-22243 Eppure come spieghiamo il fatto che persone molto anziane e poco istruite sono in grado di scrivere una lettera, un biglietto di circostanza, cavandosela molto meglio delle persone più giovani e colte? Da noi, lo scorso anno fu pubblicata sui giornali locali, una lettera scritta da una vecchina di 98 anni, al parroco che si trasferiva in un'altra città. Nella grafia, ovviamente incerta, si riconosceva non solo il tempo, diciamo, Liberty, della sua infanzia, ma un apprendimento che negli anni era rimasto intatto. Conoscevo quella signora, aveva frequentato solo la seconda elementare, contadina prima e poi filandera; leggeva poco e forse nella sua casa non c’era mai stato un libro. Il testo, scritto per impulso affettivo, era commovente per l’intensità dei pensieri e dei sentimenti, che lei con forza, aveva voluto esprimere, indelebilmente, mettendo nero su bianco. Come se solo la lettera, la scrittura, avrebbe potuto dare un senso alle sue emozioni più profonde. Ed era una donna semplice, ma non unica, quasi “analfabeta” che aveva frequentato solo due anni di scuola. E’ solo una questione di tecnica? Di metodo? Oppure, come penso, di dialettica “morale” ? Quella confidenza con i sentimenti che noi contemporanei stiamo, o abbiamo già perso? Eppure come spieghiamo il fatto che persone molto anziane e poco istruite sono in grado di scrivere una lettera, un biglietto di circostanza, cavandosela molto meglio delle persone più giovani e colte?
Da noi, lo scorso anno fu pubblicata sui giornali locali, una lettera scritta da una vecchina di 98 anni, al parroco che si trasferiva in un’altra città. Nella grafia, ovviamente incerta, si riconosceva non solo il tempo, diciamo, Liberty, della sua infanzia, ma un apprendimento che negli anni era rimasto intatto. Conoscevo quella signora, aveva frequentato solo la seconda elementare, contadina prima e poi filandera; leggeva poco e forse nella sua casa non c’era mai stato un libro. Il testo, scritto per impulso affettivo, era commovente per l’intensità dei pensieri e dei sentimenti, che lei con forza, aveva voluto esprimere, indelebilmente, mettendo nero su bianco. Come se solo la lettera, la scrittura, avrebbe potuto dare un senso alle sue emozioni più profonde. Ed era una donna semplice, ma non unica, quasi “analfabeta” che aveva frequentato solo due anni di scuola.
E’ solo una questione di tecnica? Di metodo? Oppure, come penso, di dialettica “morale” ? Quella confidenza con i sentimenti che noi contemporanei stiamo, o abbiamo già perso?

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Di: Enrico Gregori http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/comment-page-3/#comment-22228 Enrico Gregori Sun, 10 Feb 2008 10:34:03 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/#comment-22228 @ zaub: sì. tu un po' meno, magari :-) @ zaub:
sì. tu un po’ meno, magari
:-)

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Di: zauberei http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/comment-page-3/#comment-22224 zauberei Sun, 10 Feb 2008 10:09:46 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/#comment-22224 Torno al post e Massimo ciao:)) perdonami l'ot. Mah il fatto ecco, è che l'istituzione sottovaluta il potere del linguaggio ben figgiato, un tempo c'era gente che lottava per studiare da autodidatta, perchè s'era capito finalmente che l'assenza di cultura fa si che il potere ti possa fottere. Come l'amico di mio papà, portuale di Genova con quinta elementare che si studiava l'Unità col vocabolario. Oggi questa relazione tra potere della cultura e potere economico è sottovalutata, e subordinata a convinzioni che inverità a tutt'oggi non so quanto reggano - come la Tyssen ha tristemente dimostrato - l'etica del profitto economico permea tutti i campi di produzione - producendo si, ma spesso in forme meno competitive e qualitativamente interessanti di quanto in Italia ci si potrebbe permettere. Tutti rinunciano a molte cose - diritti e doveri e creatività - senza neanche accorgersene perchè quella cosa che un tempo li portava avanti, la cultura e il suo tramite la lingua che la esprime, non sono più un valore. eppure. Vorrei fare un esempio. Ho fatto ripetizioni anni fa a un ragazzo che studiava ragioneria e aveva tutti voti bassi, e lo dovevano bocciare. Ora io non è che con la ragioneria sia sta scheggia ecco, non sono proprio proprio proprio le mie materie. Eppure sto ragazzo è uscito con voti molto più alti, non solo non è stato bocciato - perchè io ho lavorato su una cosa: cioè bello de zia, impara a parlare bene in italiano. Di qualsiasi cosa tu voglia parlare sappi che se scopri che per esempio i sinonimi non esistono, ma ogni parola ha il suo specifico significato tu farai capire esattamente quello che vuoi, perchè il dominio del linguaggio è il dominio del mondo che in quel momento si sta gestendo. E si lo facevo scrivere scrivere scrivere. scrivere di gestioni di aziende, scrivere doi libri di gabbiani Jonathani Livingstoni, e scrivere delli cazzi sui. Fosse per me dovrebbero scrivere tutti un po', sempre. Torno al post e Massimo ciao:)) perdonami l’ot.
Mah il fatto ecco, è che l’istituzione sottovaluta il potere del linguaggio ben figgiato, un tempo c’era gente che lottava per studiare da autodidatta, perchè s’era capito finalmente che l’assenza di cultura fa si che il potere ti possa fottere. Come l’amico di mio papà, portuale di Genova con quinta elementare che si studiava l’Unità col vocabolario. Oggi questa relazione tra potere della cultura e potere economico è sottovalutata, e subordinata a convinzioni che inverità a tutt’oggi non so quanto reggano – come la Tyssen ha tristemente dimostrato – l’etica del profitto economico permea tutti i campi di produzione – producendo si, ma spesso in forme meno competitive e qualitativamente interessanti di quanto in Italia ci si potrebbe permettere. Tutti rinunciano a molte cose – diritti e doveri e creatività – senza neanche accorgersene perchè quella cosa che un tempo li portava avanti, la cultura e il suo tramite la lingua che la esprime, non sono più un valore.
eppure.
Vorrei fare un esempio.
Ho fatto ripetizioni anni fa a un ragazzo che studiava ragioneria e aveva tutti voti bassi, e lo dovevano bocciare. Ora io non è che con la ragioneria sia sta scheggia ecco, non sono proprio proprio proprio le mie materie.
Eppure sto ragazzo è uscito con voti molto più alti, non solo non è stato bocciato – perchè io ho lavorato su una cosa: cioè bello de zia, impara a parlare bene in italiano. Di qualsiasi cosa tu voglia parlare sappi che se scopri che per esempio i sinonimi non esistono, ma ogni parola ha il suo specifico significato tu farai capire esattamente quello che vuoi, perchè il dominio del linguaggio è il dominio del mondo che in quel momento si sta gestendo. E si lo facevo scrivere scrivere scrivere. scrivere di gestioni di aziende, scrivere doi libri di gabbiani Jonathani Livingstoni, e scrivere delli cazzi sui. Fosse per me dovrebbero scrivere tutti un po’, sempre.

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Di: miriam ravasio http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/comment-page-3/#comment-22222 miriam ravasio Sun, 10 Feb 2008 09:43:41 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/#comment-22222 ma come siete tutti svegli e pieni di pensieri... io non ho ancora fatto colazione... :-) Tutto giusto, le cose scritte da Enrico e da Gea, ma resto convinta che soffriamo (dai bimbi delle elementari in su) di una carenza comunicativa verbale: "parliamo" troppo poco. "L'inteloquire", prendere parte ad un dialogo , non c'è più, diciamo la nostra e facciamo solo chiacchiere, che ormai abbiamo imparato anche a scrivere. A dopo ma come siete tutti svegli e pieni di pensieri… io non ho ancora fatto colazione… :-)

Tutto giusto, le cose scritte da Enrico e da Gea, ma resto convinta che soffriamo (dai bimbi delle elementari in su) di una carenza comunicativa verbale: “parliamo” troppo poco. “L’inteloquire”, prendere parte ad un dialogo , non c’è più, diciamo la nostra e facciamo solo chiacchiere, che ormai abbiamo imparato anche a scrivere.
A dopo

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Di: Enrico Gregori http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/comment-page-3/#comment-22220 Enrico Gregori Sun, 10 Feb 2008 09:35:10 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/#comment-22220 A Gian Luigi Beccaria, acuto osservatore, non sarà sfuggito come, per esempio, negli articoli dei giornali "i ladri penetrano nelle case", oppure "s'introducono nelle ville". Quasi che il verbo "entrare" fosse diventato roba da poveri di spirito. In realtà sifdo qualunque derubato a raccontare a un amico "ieri un ladro è penetrato in casa mia". Il ladro è entrato, semplicemente. L'effetto-penetrazione, semmai, è dovuto al furto. Ma trattasi di "penetrazione" avvertita in altro loco. E poi ancora "il fatto s'è registrato a piazza Venezia". Perché ormai scrivere "successo, accaduto, avvenuto" è fuori moda come un jeans scampanato. In effetti scrivere "ingredientistica" sulla vetrina di una bottega di prelibatezze gastronomiche, fa venire subito in mente il bugiardino di un medicinale. @ gea: il tuo punto d (e meno male che non sei arrivata al g sennò ci facevamo 4 risate) darebbe davvero la stura a un dibattito-fiume. Conosco "intellettuali" per i quali la lettura più recente è stata il libretto di istruzioni del cellulare acquistato due anni prima. Però, in compenso, ti sanno "emailare, loggare e faxare" di tutto e di più. A Gian Luigi Beccaria, acuto osservatore, non sarà sfuggito come, per esempio, negli articoli dei giornali “i ladri penetrano nelle case”, oppure “s’introducono nelle ville”. Quasi che il verbo “entrare” fosse diventato roba da poveri di spirito. In realtà sifdo qualunque derubato a raccontare a un amico “ieri un ladro è penetrato in casa mia”. Il ladro è entrato, semplicemente. L’effetto-penetrazione, semmai, è dovuto al furto. Ma trattasi di “penetrazione” avvertita in altro loco.
E poi ancora “il fatto s’è registrato a piazza Venezia”. Perché ormai scrivere “successo, accaduto, avvenuto” è fuori moda come un jeans scampanato.
In effetti scrivere “ingredientistica” sulla vetrina di una bottega di prelibatezze gastronomiche, fa venire subito in mente il bugiardino di un medicinale.
@ gea:
il tuo punto d (e meno male che non sei arrivata al g sennò ci facevamo 4 risate) darebbe davvero la stura a un dibattito-fiume.
Conosco “intellettuali” per i quali la lettura più recente è stata il libretto di istruzioni del cellulare acquistato due anni prima.
Però, in compenso, ti sanno “emailare, loggare e faxare” di tutto e di più.

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Di: gea http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/comment-page-3/#comment-22218 gea Sun, 10 Feb 2008 09:11:59 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/#comment-22218 piccole osservazioni mattutine. a) per me meglio un congiuntivo morto che un congiuntivo sbagliato. ho reazioni scomposte in presenza di certi mostri linguistici partoriti da chi parla o scrive ''a orecchio''. b) la lingua è cosa viva, e come tale nasce, cresce, invecchia e muore, per far posto a qualcos'altro. preservarne la memoria è cosa giusta, ma ostinarsi a mantenerla immutata e parlare e scrivere come se il tempo si potesse fermare è accanimento terapeutico. c) ho un sogno.. che tutti avessero le competenze linguistiche necessarie a comprendere frasi con due subordinate, a leggere un articolo di giornale avendone alla fine capito il senso, a scrivere una lettera senza incartarsi, ad esprimere il proprio pensiero in modo efficace. ricordo a chi lo avesse scordato che questo era il sogno anche di don milani: il riscatto attraverso la conoscenza. d) un laureato, in qualunque materia, deve essere in grado di scrivere una tesi, e in seguito, una relazione, che sia comprensibile e leggibile. ma questo discende in via diretta dalla necessità che la si faccia finita con l'iperspecializzazione miope. e si ricominci a formare persone invece che tecnici. leggere per un ingegnere inteso strettamente come tale può essere una perdita di tempo. per una persona che fa l'ingegnere invece è essenziale. e bisognerebbe spiegarglielo. ma qui il discorso è lungo.. piccole osservazioni mattutine.
a) per me meglio un congiuntivo morto che un congiuntivo sbagliato. ho reazioni scomposte in presenza di certi mostri linguistici partoriti da chi parla o scrive ”a orecchio”.
b) la lingua è cosa viva, e come tale nasce, cresce, invecchia e muore, per far posto a qualcos’altro. preservarne la memoria è cosa giusta, ma ostinarsi a mantenerla immutata e parlare e scrivere come se il tempo si potesse fermare è accanimento terapeutico.
c) ho un sogno.. che tutti avessero le competenze linguistiche necessarie a comprendere frasi con due subordinate, a leggere un articolo di giornale avendone alla fine capito il senso, a scrivere una lettera senza incartarsi, ad esprimere il proprio pensiero in modo efficace. ricordo a chi lo avesse scordato che questo era il sogno anche di don milani: il riscatto attraverso la conoscenza.
d) un laureato, in qualunque materia, deve essere in grado di scrivere una tesi, e in seguito, una relazione, che sia comprensibile e leggibile.
ma questo discende in via diretta dalla necessità che la si faccia finita con l’iperspecializzazione miope. e si ricominci a formare persone invece che tecnici. leggere per un ingegnere inteso strettamente come tale può essere una perdita di tempo. per una persona che fa l’ingegnere invece è essenziale. e bisognerebbe spiegarglielo.
ma qui il discorso è lungo..

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/comment-page-3/#comment-22215 Massimo Maugeri Sun, 10 Feb 2008 08:50:44 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/#comment-22215 PAROLE IN CORSO 8/2/2008 - <b>L'antilingua sciupa il profumo</b> - di GIAN LUIGI BECCARIA - A due passi da casa mia vendono il miglior cioccolato che ci sia. Sembra di entrare in gioielleria, il negozio è piacevole, di gran gusto, e mentre sei lì che aspetti e ammiri, e ti pare di essere in un altro mondo, che vedi? Mentre ti stai beando, qualcosa ti trafigge, perché appiccicato al vetro del bancone trovi scritto: «per chi vuol conoscere l'ingredientistica… ecc.», vale a dire gli «ingredienti» dei cioccolatini. Si tratta di «antilingua» pura, come la chiamava Calvino. Non è che non si capisca, o che sia uno strafalcione, ma l'espressione così insapore e inodore è inadeguata a quelle delizie. Si capisce benissimo l'indicazione che si legge in Piazza di Spagna al posteggio delle carrozze, che recita (recitava?) «Stazionamento per autopubbliche a trazione ippica», ma fa ridere, anche se non c'è in quel messaggio alcuna intenzione ironica o parodica. Questo miraggio dell'ufficiale-burocratico, ai limiti del grottesco, ci rovina la bellezza di un linguaggio più semplice, più nostro. Sono appena uscito dai profumi di Gobino, giro l'angolo, e ti trovo i distributori di sacchetti per «deiezioni canine», più in là poi una «Scarpoteca», più avanti una «Frullateria». Non c'è pace. Sarà che piacciono tanto oggi queste forme elaborate, ma neutre, distanti dall'uso corrente. Vedo che quando si può, ci si butta sempre sul sinonimo più complicato. Nella vetrina di un bar ho letto «Si effettuano panini». «Effettuare» segue il modello burocratico oggi trainante: «fare», «preparare» sarebbero stati verbi troppo prosaici, meglio dunque «effettuare» o «eseguire», come se fossero voci più professionali. Suonano all'ignaro più solenni. Una parola è in questi casi ritenuta tanto più adeguata quanto più lontana dall'uso comune. In realtà sembra di imbattermi in parole di una lingua che non esiste. Ricordavo a un amico, che si è molto divertito al pensarci, che Montale non avrebbe mai scritto nei suoi Ossi di seppia, «Io, per me, amo gli assi viarii…», e neppure «Le sedi stradali / che riescono agli erbosi fossi». Io, per me, amo le strade. Forse l'«ingredientistica», questa forma astratta e impersonale, suona a chi l'ha esposta di più sicura, sanzionata ufficialità, più scientifica, più tecnologica. Questo tipo di italiano non necessario è oggi molto contagioso. Le parole che sanno di tecnico, per la loro verniciatura di specialismo, sembrano più precise, più obiettive, e incontrano perciò il favore della gente. PAROLE IN CORSO
8/2/2008
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L’antilingua sciupa il profumo
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di GIAN LUIGI BECCARIA
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A due passi da casa mia vendono il miglior cioccolato che ci sia. Sembra di entrare in gioielleria, il negozio è piacevole, di gran gusto, e mentre sei lì che aspetti e ammiri, e ti pare di essere in un altro mondo, che vedi? Mentre ti stai beando, qualcosa ti trafigge, perché appiccicato al vetro del bancone trovi scritto: «per chi vuol conoscere l’ingredientistica… ecc.», vale a dire gli «ingredienti» dei cioccolatini. Si tratta di «antilingua» pura, come la chiamava Calvino. Non è che non si capisca, o che sia uno strafalcione, ma l’espressione così insapore e inodore è inadeguata a quelle delizie.

Si capisce benissimo l’indicazione che si legge in Piazza di Spagna al posteggio delle carrozze, che recita (recitava?) «Stazionamento per autopubbliche a trazione ippica», ma fa ridere, anche se non c’è in quel messaggio alcuna intenzione ironica o parodica. Questo miraggio dell’ufficiale-burocratico, ai limiti del grottesco, ci rovina la bellezza di un linguaggio più semplice, più nostro. Sono appena uscito dai profumi di Gobino, giro l’angolo, e ti trovo i distributori di sacchetti per «deiezioni canine», più in là poi una «Scarpoteca», più avanti una «Frullateria». Non c’è pace.

Sarà che piacciono tanto oggi queste forme elaborate, ma neutre, distanti dall’uso corrente. Vedo che quando si può, ci si butta sempre sul sinonimo più complicato. Nella vetrina di un bar ho letto «Si effettuano panini». «Effettuare» segue il modello burocratico oggi trainante: «fare», «preparare» sarebbero stati verbi troppo prosaici, meglio dunque «effettuare» o «eseguire», come se fossero voci più professionali. Suonano all’ignaro più solenni. Una parola è in questi casi ritenuta tanto più adeguata quanto più lontana dall’uso comune. In realtà sembra di imbattermi in parole di una lingua che non esiste. Ricordavo a un amico, che si è molto divertito al pensarci, che Montale non avrebbe mai scritto nei suoi Ossi di seppia, «Io, per me, amo gli assi viarii…», e neppure «Le sedi stradali / che riescono agli erbosi fossi». Io, per me, amo le strade. Forse l’«ingredientistica», questa forma astratta e impersonale, suona a chi l’ha esposta di più sicura, sanzionata ufficialità, più scientifica, più tecnologica. Questo tipo di italiano non necessario è oggi molto contagioso. Le parole che sanno di tecnico, per la loro verniciatura di specialismo, sembrano più precise, più obiettive, e incontrano perciò il favore della gente.

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/comment-page-3/#comment-22214 Massimo Maugeri Sun, 10 Feb 2008 08:49:44 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/#comment-22214 Inserisco nel commento successivo l'articolo che Beccaria ha pubblicato ieri su Ttl (rubrica "Parole in corso"). È in tema con questo post. Inserisco nel commento successivo l’articolo che Beccaria ha pubblicato ieri su Ttl (rubrica “Parole in corso”). È in tema con questo post.

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/comment-page-3/#comment-22213 Massimo Maugeri Sun, 10 Feb 2008 08:46:45 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/#comment-22213 @ Michele Intanto ti ringrazio per le risposte "corpose". Tu rilanci ulteriormente ponendone altre due: "dobbiamo per forza piangere se muore il congiuntivo? E se muore tutta quanta una lingua?" - Ti rispondo così. A mio avviso l'uso del congiuntivo "resisterà" per qualche anno ancora. Quando verrà meno credo che nessuno celebrerà il funerale. Alla seconda domanda rispondo con un'altra domanda. Quanta gente ha pianto nel momento in cui è stata decretata la morte del latino e del greco antico? --- A mia volta, Michele, rilancio con un'ulteriore domanda. Partendo dal presupposto che tra qualche decennio (immaginiamo cinquant'anni, a titolo di esempio) parleremo e scriveremo tutti in inglese, la lingua italiana sarà considerata come un dialetto (così come il napoletano rispetto all'italiano) o una lingua morta (come il greco e il latino)? @ Michele
Intanto ti ringrazio per le risposte “corpose”.
Tu rilanci ulteriormente ponendone altre due: “dobbiamo per forza piangere se muore il congiuntivo? E se muore tutta quanta una lingua?”
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Ti rispondo così. A mio avviso l’uso del congiuntivo “resisterà” per qualche anno ancora. Quando verrà meno credo che nessuno celebrerà il funerale.
Alla seconda domanda rispondo con un’altra domanda.
Quanta gente ha pianto nel momento in cui è stata decretata la morte del latino e del greco antico?

A mia volta, Michele, rilancio con un’ulteriore domanda.
Partendo dal presupposto che tra qualche decennio (immaginiamo cinquant’anni, a titolo di esempio) parleremo e scriveremo tutti in inglese, la lingua italiana sarà considerata come un dialetto (così come il napoletano rispetto all’italiano) o una lingua morta (come il greco e il latino)?

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/comment-page-3/#comment-22212 Massimo Maugeri Sun, 10 Feb 2008 08:39:26 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/#comment-22212 @ Enrico Grazie mille anche a te. Hai "postato" (non è odioso il termine postato?) mentre scrivevo io. @ Enrico
Grazie mille anche a te. Hai “postato” (non è odioso il termine postato?) mentre scrivevo io.

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/comment-page-3/#comment-22211 Massimo Maugeri Sun, 10 Feb 2008 08:36:56 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/#comment-22211 Cari Eventounico, Michele, Gianmario, Simona: grazie per le vostre risposte. Per mera distrazione (così rispondo a Gianmario) ho segnato due domande con il numero 4. In realtà le domande erano 6 e non 5. Cari Eventounico, Michele, Gianmario, Simona: grazie per le vostre risposte.
Per mera distrazione (così rispondo a Gianmario) ho segnato due domande con il numero 4. In realtà le domande erano 6 e non 5.

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Di: Enrico Gregori http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/comment-page-3/#comment-22210 Enrico Gregori Sun, 10 Feb 2008 08:29:47 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/#comment-22210 @ massimo (essenzialmente) per le domande "rilanciate": slow food o fast food? io sono per lo slow food ma a me, come a tanti, sarà capitato di dover andare di fretta da qualche parte e quindi entrare nel primo "Mac" che capita per ingoiare un cheesburger. Esigenza dunque, se non è piacere. Nei blog oppure attraverso sms, la sintesi è pressochè obbligatoria e da questa può derivare anche uno stravolgimento della lingua. Passando alla letteratura, penso che il linguaggio codificato possa essere tranquillamente (un po') contaminato da quello parlato. Facendo un esempio spicciolo, se oggi in un romanzo ci trovassi scritto "mi rimbalzi", invece che "non ti prendo in minima considerazione", io non mi stupirei manco se lo avesse scritto Umbero Eco. Quanto agli strafalcioni nei capolavori, al momento non ho idee. Presumo che possa esserci qualcosa di inesatto nei libri di Emilio Salgari. Ma, personalmente, considero lo scrittore torinese un genio, una pietra miliare. E se sbagliò il nome di qualche torrente malese, chissenefrega. Lui stava a Torino davanti a una carta geografica e da lì creò mondi e personaggi immortali. Moltissimi, con Salgari, iniziarono a leggere libri. Forse come oggi accade con Harry Potter. Tanto di cappello. Sugli errori diventati parole comuni, oddio. Si puà discutere tra il sopportabile e l'inconcepibile. Se oggi nelle pagine sportive dei quotidiani si legge "tre gol" e non più "tre goals", non mi pare una bestemmia. Scrivere o dire "ti faxo un foglio" ancora non mi viene. Ma posso farne a meno. Peraltro alcuni guai ce li andiamo cercando. "Questa foto te la scannerizzo, no aspetta...te la scanno". "Grrrrrrr, scansionare. Sì dice scansionare", mi disse desolato un mio amico informatico. "Oibò", risposi io. "Che hai detto?", mi chiese lui. "Cazzo!", replicai "Ah, mo' è chiaro", concluse @ massimo (essenzialmente) per le domande “rilanciate”:
slow food o fast food? io sono per lo slow food ma a me, come a tanti, sarà capitato di dover andare di fretta da qualche parte e quindi entrare nel primo “Mac” che capita per ingoiare un cheesburger.
Esigenza dunque, se non è piacere. Nei blog oppure attraverso sms, la sintesi è pressochè obbligatoria e da questa può derivare anche uno stravolgimento della lingua.
Passando alla letteratura, penso che il linguaggio codificato possa essere tranquillamente (un po’) contaminato da quello parlato. Facendo un esempio spicciolo, se oggi in un romanzo ci trovassi scritto “mi rimbalzi”, invece che “non ti prendo in minima considerazione”, io non mi stupirei manco se lo avesse scritto Umbero Eco.
Quanto agli strafalcioni nei capolavori, al momento non ho idee. Presumo che possa esserci qualcosa di inesatto nei libri di Emilio Salgari. Ma, personalmente, considero lo scrittore torinese un genio, una pietra miliare. E se sbagliò il nome di qualche torrente malese, chissenefrega. Lui stava a Torino davanti a una carta geografica e da lì creò mondi e personaggi immortali. Moltissimi, con Salgari, iniziarono a leggere libri. Forse come oggi accade con Harry Potter. Tanto di cappello.
Sugli errori diventati parole comuni, oddio. Si puà discutere tra il sopportabile e l’inconcepibile.
Se oggi nelle pagine sportive dei quotidiani si legge “tre gol” e non più “tre goals”, non mi pare una bestemmia.
Scrivere o dire “ti faxo un foglio” ancora non mi viene. Ma posso farne a meno.
Peraltro alcuni guai ce li andiamo cercando. “Questa foto te la scannerizzo, no aspetta…te la scanno”.
“Grrrrrrr, scansionare. Sì dice scansionare”, mi disse desolato un mio amico informatico.
“Oibò”, risposi io.
“Che hai detto?”, mi chiese lui.
“Cazzo!”, replicai
“Ah, mo’ è chiaro”, concluse

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Di: Simona http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/comment-page-3/#comment-22156 Simona Sat, 09 Feb 2008 22:20:45 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/#comment-22156 @ Massimo, sì, in relazione alla domanda 1 , penso che i rapidi commenti lasciati su un post, un blog o anche nei cellulari siano una terra di mezzo tra scrittura e linguaggio orale. La velocità può essere anche un vantaggio. Aiuta la concisione e la concentrazione del testo. Ti impone di essere intellegibile in poche battute. Sono pienamente d'accordo con eventounico. Questo tipo di "tracce" lasciate a fior di schermo possono essere un'utile palestra e un celere mezzo di confronto. @ Massimo, sì, in relazione alla domanda 1 , penso che i rapidi commenti lasciati su un post, un blog o anche nei cellulari siano una terra di mezzo tra scrittura e linguaggio orale. La velocità può essere anche un vantaggio. Aiuta la concisione e la concentrazione del testo. Ti impone di essere intellegibile in poche battute. Sono pienamente d’accordo con eventounico. Questo tipo di “tracce” lasciate a fior di schermo possono essere un’utile palestra e un celere mezzo di confronto.

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Di: Rossella http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/comment-page-3/#comment-22150 Rossella Sat, 09 Feb 2008 21:52:37 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/#comment-22150 PICASSO. Picasso ricco e famoso quando entrava nei ristoranti e scarabocchiava i tovaglioli firmandoli riempiva di gioia i camerieri che rivendendoli tiravano su un bel po’ di soldi. Picasso con il cubismo fu culturalmente molto importante nell’arte contemporanea dello scorso secolo, con stravalutazioni da capogiro, ma non sempre la sua fama di grande pittore derivò dal talento. Molti suoi contemporanei non ebbero la stessa fortuna e la loro gloria fu capita molto tardi, come Modì per esempio, raffinato pittore dalle delicate alchimie, unico nello stile, alcolico pensatore. Oltre il cubismo molti gruppi si sono mossi esponendo una corrente di pensiero che culturalmente li fa ricordare come futuristi, espressionisti, astrattisti, ognuno con movimenti che portano avanti idee, concezioni della forma e soprattutto dediti alla ricerca espressiva, al confronto anche fra di loro. Insomma a quel tempo i pittori facevano cultura ed è meraviglioso come alcuni tedeschi abbiamo fatto satira artistica persino dello scenario politico del momento con arguti pennelli. Ma se vogliamo anche i naif, i semplici testimoni di ginnici uomini baffuti e paffuti dai costumi a rigoni li cataloghiamo nella fiaba del pensiero. Insomma far cultura significa anche lasciare una traccia, orme a cui fare riferimento, una sonda profonda nel pensiero, forse a volte basta veramente poco. Se è autentica. PICASSO.
Picasso ricco e famoso quando entrava nei ristoranti e scarabocchiava i tovaglioli firmandoli riempiva di gioia i camerieri che rivendendoli tiravano su un bel po’ di soldi.
Picasso con il cubismo fu culturalmente molto importante nell’arte contemporanea dello scorso secolo, con stravalutazioni da capogiro, ma non sempre la sua fama di grande pittore derivò dal talento. Molti suoi contemporanei non ebbero la stessa fortuna e la loro gloria fu capita molto tardi, come Modì per esempio, raffinato pittore dalle delicate alchimie, unico nello stile, alcolico pensatore.
Oltre il cubismo molti gruppi si sono mossi esponendo una corrente di pensiero che culturalmente li fa ricordare come futuristi, espressionisti, astrattisti, ognuno con movimenti che portano avanti idee, concezioni della forma e soprattutto dediti alla ricerca espressiva, al confronto anche fra di loro.
Insomma a quel tempo i pittori facevano cultura ed è meraviglioso come alcuni tedeschi abbiamo fatto satira artistica persino dello scenario politico del momento con arguti pennelli. Ma se vogliamo anche i naif, i semplici testimoni di ginnici uomini baffuti e paffuti dai costumi a rigoni li cataloghiamo nella fiaba del pensiero.
Insomma far cultura significa anche lasciare una traccia, orme a cui fare riferimento, una sonda profonda nel pensiero, forse a volte basta veramente poco. Se è autentica.

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Di: Gianmario http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/comment-page-3/#comment-22137 Gianmario Sat, 09 Feb 2008 19:21:57 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/#comment-22137 A domanda risponde: 1/2 Tutto ciò che è RAPIDO finisce per avere valenza negativa (chiedetelo ai Vs compagni/compagne). 3/4 Manzoni è famoso per gli anacoluti, ma gli errori marchiani devono essere tollerati solo se fatti da chi SA di farli (gli Schumacher letterari). 4 (bis, perché Max?) 5 A mio parere MENO, perché fortunatamente chi non sa parlare meno ancora sa scrivere. E' ormai corrente e generalizzato 'a me mi piace' e la televisione lo propina a dosi massicce (come tutte le cazzate, ma questa è la minore). Per Silvia, Simona e Maria Luisa, a loro consolazione, cito il cartello, da me visto lunedì, affisso al quinto piano del Palazzo di Giustizia di Torino: Ufficio Asseverazioni e Apostille (sic). Ciao a tutti. A domanda risponde: 1/2 Tutto ciò che è RAPIDO finisce per avere valenza negativa (chiedetelo ai Vs compagni/compagne).
3/4 Manzoni è famoso per gli anacoluti, ma gli errori marchiani devono essere tollerati solo se fatti da chi SA di farli (gli Schumacher letterari).
4 (bis, perché Max?) 5 A mio parere MENO, perché fortunatamente chi non sa parlare meno ancora sa scrivere. E’ ormai corrente e generalizzato ‘a me mi piace’ e la televisione lo propina a dosi massicce (come tutte le cazzate, ma questa è la minore).
Per Silvia, Simona e Maria Luisa, a loro consolazione, cito il cartello, da me visto lunedì, affisso al quinto piano del Palazzo di Giustizia di Torino: Ufficio Asseverazioni e Apostille (sic). Ciao a tutti.

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Di: eventounico http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/comment-page-3/#comment-22113 eventounico Sat, 09 Feb 2008 17:30:18 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/#comment-22113 Michele, per precisare, per me una validazione di massa equivale ad una regola e forse la travalica anche. Ho usato quell'espressione solo per dare evidenza del processo che si genera a partire dall'errore. Michele, per precisare, per me una validazione di massa equivale ad una regola e forse la travalica anche. Ho usato quell’espressione solo per dare evidenza del processo che si genera a partire dall’errore.

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Di: michele http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/comment-page-2/#comment-22107 michele Sat, 09 Feb 2008 16:58:15 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/#comment-22107 Belle domande, non so rispondere a tutte. 1. Assolutamente sì. Stiamo assistendo alla nascita di qualcosa che non c'era. Finora i ponti tra orale e scritto venivano lanciati a livelli alti (quel signore "parla come un libro stampato"); ora il rapporto sembra ribaltato (quello lì scrive come parla). Qualcosa del genere forse è successo, ma solo in minima parte, in alcune mutazioni dello stile epistolare dovute, anche in quel caso, all'invenzione di nuovi mezzi di corrispondenza (telegramma, cartolina postale). 2. Non necessariamente. Che si sviluppi uno stile di scrittura adeguato alle necessità di uno specifico mezzo è fisiologico e anche inevitabile (vedi appunto lo stile telegrafico). Il problema sorge quando quel linguaggio tracima dal suo ambito e dalle sue esigenze e diventa dominante anche su altri canali: per contagio, ingoranza, impoverimento o magari semplice sciatteria o abitudine. Pensate che ancora oggi, curioso relitto semantico, il Vaticano continua a mandare messaggi ufficiali del papa in stile telegrafico (senza gli articoli, con i pronomi attaccati a mo' di suffisso, "testimoniamole nostra grande vicinanza"...) anche se non c'è più alcuna necessità di farlo né per motivi tecnici né economici (ma anche all'epoca, popssibile che la Santa Sede fosse costretta a risparmiare sui monosillabi?). Il guaio isnomma non lo fa l'adolescente che scrive sms d'amore con i x e i ke: lo fa se vuole scrivere così anche un tema scolastico, una relazione di lavoro, la lettera a un giornale... 3. Sì, ma per motivi statistici. E' più larga la platea degli scriventi rispetto alle élite dell'epoca di Manzoni. Ma la scolarizzazione di massa, che pure ha raggiunto traguardi meritori, non ha portato tutti alla perfetta padronanza della lingua. Il problema è che non ci ha portato neppure molti laureati. 5. Le regole non esistono. O meglio sono la razionalizzazione a posteriori di un uso, basata sulla prevalenza statistica di determinate occorrenze. Quindi, ove la maggioranza dei parlanti e degli scriventi cominci a usare un termine o una costruzione anomala e "scorretta", qualora l'uso venga accettato e compreso dai più, e sia dunque giudicato efficace rispetto all'obiettivo, sarà la regola a cambiare. La validazione di massa non è cosa diversa dalla regola (tranne che per i puristi, che presto restano indietro e diventano pedanti). Altrimenti parleremmo ancora la lingua perduta di Adamo (o se volete il linguaggio perduto di Cro-Magnon). (Possibile nuovo argomento: dobbiamo per forza piangere se muore il congiuntivo? E se muore tutta quanta una lingua?) Michele Belle domande, non so rispondere a tutte.

1. Assolutamente sì. Stiamo assistendo alla nascita di qualcosa che non c’era. Finora i ponti tra orale e scritto venivano lanciati a livelli alti (quel signore “parla come un libro stampato”); ora il rapporto sembra ribaltato (quello lì scrive come parla). Qualcosa del genere forse è successo, ma solo in minima parte, in alcune mutazioni dello stile epistolare dovute, anche in quel caso, all’invenzione di nuovi mezzi di corrispondenza (telegramma, cartolina postale).

2. Non necessariamente. Che si sviluppi uno stile di scrittura adeguato alle necessità di uno specifico mezzo è fisiologico e anche inevitabile (vedi appunto lo stile telegrafico). Il problema sorge quando quel linguaggio tracima dal suo ambito e dalle sue esigenze e diventa dominante anche su altri canali: per contagio, ingoranza, impoverimento o magari semplice sciatteria o abitudine. Pensate che ancora oggi, curioso relitto semantico, il Vaticano continua a mandare messaggi ufficiali del papa in stile telegrafico (senza gli articoli, con i pronomi attaccati a mo’ di suffisso, “testimoniamole nostra grande vicinanza”…) anche se non c’è più alcuna necessità di farlo né per motivi tecnici né economici (ma anche all’epoca, popssibile che la Santa Sede fosse costretta a risparmiare sui monosillabi?). Il guaio isnomma non lo fa l’adolescente che scrive sms d’amore con i x e i ke: lo fa se vuole scrivere così anche un tema scolastico, una relazione di lavoro, la lettera a un giornale…
3. Sì, ma per motivi statistici. E’ più larga la platea degli scriventi rispetto alle élite dell’epoca di Manzoni. Ma la scolarizzazione di massa, che pure ha raggiunto traguardi meritori, non ha portato tutti alla perfetta padronanza della lingua. Il problema è che non ci ha portato neppure molti laureati.
5. Le regole non esistono. O meglio sono la razionalizzazione a posteriori di un uso, basata sulla prevalenza statistica di determinate occorrenze. Quindi, ove la maggioranza dei parlanti e degli scriventi cominci a usare un termine o una costruzione anomala e “scorretta”, qualora l’uso venga accettato e compreso dai più, e sia dunque giudicato efficace rispetto all’obiettivo, sarà la regola a cambiare. La validazione di massa non è cosa diversa dalla regola (tranne che per i puristi, che presto restano indietro e diventano pedanti). Altrimenti parleremmo ancora la lingua perduta di Adamo (o se volete il linguaggio perduto di Cro-Magnon).
(Possibile nuovo argomento: dobbiamo per forza piangere se muore il congiuntivo? E se muore tutta quanta una lingua?)

Michele

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Di: eventounico http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/comment-page-2/#comment-22090 eventounico Sat, 09 Feb 2008 14:33:28 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/#comment-22090 1. E' rapida, ma sicuramente molto più "lenta" e focalizzata di tanti testi che circolano. Ribadisco che a mio avviso post e blog possono rappresentare una preziosa palestra 2. Sul tema esistono numerosi dibattiti, anche in sede scientifica e accademica. Segnalo al riguardo quello su ibridamenti.splinder.com 3. Non credo esista una risposta univoca 4.1 Sui classici non mi esprimo 4.2 Rispetto al passato non esiste solo una lingua parlata. Sarebbe più corretto definire una lingua utilizzata (dialoghi, articoli di giornale, email, sms, blog, libri, trasmissioni in voce, trasmissioni in video). Questo maggiore rimescolamento, confronto, scambio, integrazione, evoluzione influenza in maniera determinante quella scritta. Non credo che la lingua utilizzata "detti" in senso stretto. A meno che non si voglia scrivere qualcosa che risponda ai canoni di ciò che oggi si vende maggiormente. 5. L'errore ripetuto equivale ad un uso generalizzato. Non si crea una regola, piuttosto una validazione di massa 1. E’ rapida, ma sicuramente molto più “lenta” e focalizzata di tanti testi che circolano. Ribadisco che a mio avviso post e blog possono rappresentare una preziosa palestra
2. Sul tema esistono numerosi dibattiti, anche in sede scientifica e accademica. Segnalo al riguardo quello su ibridamenti.splinder.com
3. Non credo esista una risposta univoca
4.1 Sui classici non mi esprimo
4.2 Rispetto al passato non esiste solo una lingua parlata. Sarebbe più corretto definire una lingua utilizzata (dialoghi, articoli di giornale, email, sms, blog, libri, trasmissioni in voce, trasmissioni in video). Questo maggiore rimescolamento, confronto, scambio, integrazione, evoluzione influenza in maniera determinante quella scritta. Non credo che la lingua utilizzata “detti” in senso stretto. A meno che non si voglia scrivere qualcosa che risponda ai canoni di ciò che oggi si vende maggiormente.
5. L’errore ripetuto equivale ad un uso generalizzato. Non si crea una regola, piuttosto una validazione di massa

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/comment-page-2/#comment-22085 Massimo Maugeri Sat, 09 Feb 2008 13:51:48 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/#comment-22085 @ Michele Smargiassi e a tutti Provo a rilanciare il dibattito con alcune domande/riflessioni. 1. <strong>Secondo voi la “scrittura rapida” tipica dei commenti dei blog può essere considerata come una via di mezzo tra la lingua parlata e quella scritta</strong> (considerate in senso tradizionale)? 2. <strong>La suddetta “scrittura rapida” ha una valenza negativa</strong> (rispetto all’argomento oggetto di questa discussione)? 3. <strong>L’ideale della perfezione linguistica è più difficile da raggiungere “oggi” rispetto a “ieri”?</strong> (Mi viene in mente la titanica operazione manzoniana di “risciacquatura in Arno”). 4. <strong>Siete a conoscenza di opere del passato - divenute classici – che contengono “errori marchiani” dal punto di vista linguistico?</strong> 4. <strong>Rispetto al passato, la lingua parlata di oggi “detta” i cambiamenti di quella scritta in misura superiore o inferiore?</strong> 5. <strong>Quando un errore nella lingua parlata diviene “generalizzato”, può “imporsi” nella lingua scritta al punto tale da divenire “regola” ? Potete fare qualche esempio?</strong> @ Michele Smargiassi e a tutti
Provo a rilanciare il dibattito con alcune domande/riflessioni.
1. Secondo voi la “scrittura rapida” tipica dei commenti dei blog può essere considerata come una via di mezzo tra la lingua parlata e quella scritta (considerate in senso tradizionale)?
2. La suddetta “scrittura rapida” ha una valenza negativa (rispetto all’argomento oggetto di questa discussione)?
3. L’ideale della perfezione linguistica è più difficile da raggiungere “oggi” rispetto a “ieri”? (Mi viene in mente la titanica operazione manzoniana di “risciacquatura in Arno”).
4. Siete a conoscenza di opere del passato – divenute classici – che contengono “errori marchiani” dal punto di vista linguistico?
4. Rispetto al passato, la lingua parlata di oggi “detta” i cambiamenti di quella scritta in misura superiore o inferiore?
5. Quando un errore nella lingua parlata diviene “generalizzato”, può “imporsi” nella lingua scritta al punto tale da divenire “regola” ? Potete fare qualche esempio?

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Di: F. M. Rigo http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/comment-page-2/#comment-22081 F. M. Rigo Sat, 09 Feb 2008 13:43:27 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/#comment-22081 Michele Smargiassi hai ragione, ho controllato. :-) Brrrrrr ... questa volta di paura. Michele Smargiassi hai ragione, ho controllato.
:-)
Brrrrrr … questa volta di paura.

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/comment-page-2/#comment-22080 Massimo Maugeri Sat, 09 Feb 2008 13:31:09 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/#comment-22080 @ Michele Smargiassi Ti ringrazio per essere intervenuto (mi riferisco al commento delle 12:58). Ne approfitto per complimentarmi per il tuo articolo che ho "richiamato" (e ripubblicato) sul post. Complimenti anche a Stefano Bartezzaghi. Una curiosità. Come hai fatto sapere che ti avevo citato? @ Michele Smargiassi
Ti ringrazio per essere intervenuto (mi riferisco al commento delle 12:58). Ne approfitto per complimentarmi per il tuo articolo che ho “richiamato” (e ripubblicato) sul post.
Complimenti anche a Stefano Bartezzaghi.
Una curiosità. Come hai fatto sapere che ti avevo citato?

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/comment-page-2/#comment-22079 Massimo Maugeri Sat, 09 Feb 2008 13:27:40 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/#comment-22079 Vi ringrazio tutti per i nuovi commenti Vi ringrazio tutti per i nuovi commenti

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Di: M. Teresa Santalucia Scibona http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/comment-page-2/#comment-22075 M. Teresa Santalucia Scibona Sat, 09 Feb 2008 12:03:26 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/#comment-22075 @eventounico i miei amici saranno lieti del tuo apprezzamento.Michele per un compleanno, mi scolpì una leggiadra barca a vela, in metallo brunito, fissata su un ligneo tronco d'albero. All'opera demmo il nome di " Creatura d'aria e d'acqua".Per lui, con lo stesso titolo composi un testo già editato. @Francesco, meriteresti un premio per la tua originale ed arabescata fantasia.Sei simpatico e straordinario. Grazie. Tessy @eventounico i miei amici saranno lieti del tuo apprezzamento.Michele per un compleanno, mi scolpì una leggiadra barca a vela, in metallo brunito,
fissata su un ligneo tronco d’albero. All’opera demmo il nome di ” Creatura d’aria e d’acqua”.Per lui, con lo stesso titolo composi un testo già editato.
@Francesco, meriteresti un premio per la tua originale ed arabescata fantasia.Sei simpatico e straordinario. Grazie.
Tessy

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Di: michele http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/comment-page-2/#comment-22073 michele Sat, 09 Feb 2008 11:58:16 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/07/ignoranti-a-pieno-titolo/#comment-22073 F.M. Rigo ha scritto: "Francesca, scusa la pedanteria, ma se “ritieni” nel senso che ne sei sicura devi scrivere sopravvivono, non sopravvivano. “Io penso che bla bla bla, sopravvivono nelle forme dialettali”." Non è una pedanteria, è un errore. "io penso che" "io ritengo che" reggono il congiuntivo. La consecutio temporum è un meccanismo grammaticale e non può dipendere da dati di contenuto come la maggiore o minore convinzione del parlante. "Io ritengo" è già espressione di certezza e il congiuntivo non è un condizionale "io riterrei che... se fosse vero che". Eventuali cautele devono essere precisate in altro modo. Proprio questo tipo di errori, che non sono altro che la trascrizione dell'orale nel parlato, dimostrano quanto la competenza dellotaliano *scrittoé* sia in decadenza anche fra persone colte. michele F.M. Rigo ha scritto:
“Francesca, scusa la pedanteria, ma se “ritieni” nel senso che ne sei sicura devi scrivere sopravvivono, non sopravvivano.
“Io penso che bla bla bla, sopravvivono nelle forme dialettali”.”

Non è una pedanteria, è un errore. “io penso che” “io ritengo che” reggono il congiuntivo. La consecutio temporum è un meccanismo grammaticale e non può dipendere da dati di contenuto come la maggiore o minore convinzione del parlante. “Io ritengo” è già espressione di certezza e il congiuntivo non è un condizionale “io riterrei che… se fosse vero che”. Eventuali cautele devono essere precisate in altro modo.
Proprio questo tipo di errori, che non sono altro che la trascrizione dell’orale nel parlato, dimostrano quanto la competenza dellotaliano *scrittoé* sia in decadenza anche fra persone colte.
michele

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