Commenti a: IL RISCHIO DI RACCONTARE di Antonella Cilento http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/ Un open-blog. un luogo d\'incontro virtuale tra scrittori, lettori, librai, critici, giornalisti e operatori culturali Sat, 11 Sep 2021 08:46:19 +0000 http://wordpress.org/?v=2.9.2 hourly 1 Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/comment-page-2/#comment-48974 Massimo Maugeri Tue, 23 Dec 2008 13:04:22 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/#comment-48974 Carissima Antonella, ti ribadisco qui ciò che ti ho detto ieri per telefono. Bravissima! Ottima penna, splendida voce! :-)) Carissima Antonella,
ti ribadisco qui ciò che ti ho detto ieri per telefono.
Bravissima!
Ottima penna, splendida voce! :-) )

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Di: Sergio Sozi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/comment-page-2/#comment-48900 Sergio Sozi Mon, 22 Dec 2008 15:46:40 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/#comment-48900 Ascolato ''Scisciano Paradise'': molto bello! Attendo le altre puntate (giovedi' pausa ha detto l'annunciatore di RADIO TRE). Ascolato ”Scisciano Paradise”: molto bello! Attendo le altre puntate (giovedi’ pausa ha detto l’annunciatore di RADIO TRE).

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Di: Maria Lucia Riccioli http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/comment-page-2/#comment-48885 Maria Lucia Riccioli Mon, 22 Dec 2008 14:11:34 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/#comment-48885 Ciao Antonella!!! Un bacio a te e Paolo... Bravissima come sempre: cercherò di seguirti... Ad maiora! Ciao Antonella!!!
Un bacio a te e Paolo…
Bravissima come sempre: cercherò di seguirti… Ad maiora!

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Di: Sergio Sozi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/comment-page-2/#comment-48883 Sergio Sozi Mon, 22 Dec 2008 14:05:36 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/#comment-48883 Ah, Antonella, congratulazioni: mi piazzo su Internet alle ore 16,00, mi collego a RADIO TRE e ti ascolto! Brava! La trama e' avvincente (pero' io preferisco la Nuova Compagnia di Canto Popolare) e non ne perdero' una sillaba. Auguroni! Sergio P.S. Dopo potro' commentarti qui? Ah, Antonella, congratulazioni: mi piazzo su Internet alle ore 16,00, mi collego a RADIO TRE e ti ascolto! Brava! La trama e’ avvincente (pero’ io preferisco la Nuova Compagnia di Canto Popolare) e non ne perdero’ una sillaba.
Auguroni!
Sergio
P.S.
Dopo potro’ commentarti qui?

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Di: Antonella Cilento http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/comment-page-2/#comment-48879 Antonella Cilento Mon, 22 Dec 2008 12:46:22 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/#comment-48879 Cari/e, nell'auguravi Buon Natale, vi segnalo che da lunedì 22, martedì 23, mercoledì 24 e venerdì 26 dalle 16 alle 16.30 andrà in onda su RAI RADIO 3 nell'ambito di Storyville (Fahreneith) un mio racconto letto (ahimè...) da me medesima... Se mentre fate i pacchetti o preparate la cena di Natale trovate le frequenze di Radio 3, "Scisciano Paradise" vi terrà, spero, compagnia. ---- Scisciano Paradise è la storia di Geghegé, erede di una stirpe di straccivendoli di Resina, innamorato, come suo padre, della musica americana è destinato a una vita di geniali occupazioni d’occasione fra Napoli, Scisciano ed Ercolano. Geghegé è un opportunista e un teatrante, uno che se la cava sempre, ma, proprio quando sembra aver trovato una vera professione, quella di costumista teatrale, il destino gli gioca uno scherzo misterioso: il demone del gioco si impadronisce di lui e lo precipita fra le braccia di Ivano, promotore finanziario e truffatore. --- Auguri!!! Antonella Cilento www.lalineascritta.it Cari/e,
nell’auguravi Buon Natale, vi segnalo che da lunedì 22, martedì 23, mercoledì 24 e venerdì 26 dalle 16 alle 16.30 andrà in onda su RAI RADIO 3 nell’ambito di Storyville (Fahreneith) un mio racconto letto (ahimè…) da me medesima… Se mentre fate i pacchetti o preparate la cena di Natale trovate le frequenze di Radio 3, “Scisciano Paradise” vi terrà, spero, compagnia.
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Scisciano Paradise è la storia di Geghegé, erede di una stirpe di straccivendoli di Resina, innamorato, come suo padre, della musica americana è destinato a una vita di geniali occupazioni d’occasione fra Napoli, Scisciano ed Ercolano. Geghegé è un opportunista e un teatrante, uno che se la cava sempre, ma, proprio quando sembra aver trovato una vera professione, quella di costumista teatrale, il destino gli gioca uno scherzo misterioso: il demone del gioco si impadronisce di lui e lo precipita fra le braccia di Ivano, promotore finanziario e truffatore.

Auguri!!!

Antonella Cilento
http://www.lalineascritta.it

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/comment-page-2/#comment-42058 Massimo Maugeri Sun, 26 Oct 2008 22:58:50 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/#comment-42058 Vedo che da queste parti il dibattito ha fatto sosta in area partenopea. Bravi!!! Vi ringrazio tutti per la partecipazione:) Vedo che da queste parti il dibattito ha fatto sosta in area partenopea.
Bravi!!!
Vi ringrazio tutti per la partecipazione:)

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Di: Simonetta Santamaria http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/comment-page-2/#comment-41958 Simonetta Santamaria Sat, 25 Oct 2008 16:35:13 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/#comment-41958 @ Massimo: ebbene sì, Simonoir è un nomignolo che mi ha appiccicato il mio amico Claudio Calveri e che da quel dì non mi molla più. Nell'intestazione del sito, sui biglietti da visita, sul myspace, per tutti sono Simonetta "Simonoir" Santamaria. O "mammacabra" come mi definisce mio figlio :) @ Pippo: ciao SuperPippo, bentrovato! Una piccola precisazione: io non ho mai frequentato il laboratorio Campanile (te la immagini una macabra come me...) ma mi piace l'ironia, per questo sono entrata nella cricca dei Sacripanti. L'ironia è più complessa rispetto alla comicità, come lo splatter nell'horror è più facilmente riproducibile rispetto alla Paura. Resta il fatto che non distinguerei la grandezza di un'opera per genere perché non credo nelle sottoclassi. Fosse per me non lo specificherei neppure sulle copertine dei libri, la classificazione genera dei pregiudizi spesso infondati; io mi lascio guidare dalla quarta di copertina. @ Antonella: innanzitutto ciao! Gabriele Aprea è un bravissimo umorista e sono convinta che sarebbe capace di scrivere anche un perfetto romanzo drammatico, se solo ce l'avesse nelle corde. Partendo dal tuo laboratorio ha semplicemente trovato la sua strada, e forse questo potrebbe essere uno degli aspetti più importanti di un laboratorio di scrittura. Svelarti. @ Massimo: ebbene sì, Simonoir è un nomignolo che mi ha appiccicato il mio amico Claudio Calveri e che da quel dì non mi molla più. Nell’intestazione del sito, sui biglietti da visita, sul myspace, per tutti sono Simonetta “Simonoir” Santamaria. O “mammacabra” come mi definisce mio figlio :)

@ Pippo: ciao SuperPippo, bentrovato! Una piccola precisazione: io non ho mai frequentato il laboratorio Campanile (te la immagini una macabra come me…) ma mi piace l’ironia, per questo sono entrata nella cricca dei Sacripanti. L’ironia è più complessa rispetto alla comicità, come lo splatter nell’horror è più facilmente riproducibile rispetto alla Paura. Resta il fatto che non distinguerei la grandezza di un’opera per genere perché non credo nelle sottoclassi. Fosse per me non lo specificherei neppure sulle copertine dei libri, la classificazione genera dei pregiudizi spesso infondati; io mi lascio guidare dalla quarta di copertina.

@ Antonella: innanzitutto ciao! Gabriele Aprea è un bravissimo umorista e sono convinta che sarebbe capace di scrivere anche un perfetto romanzo drammatico, se solo ce l’avesse nelle corde. Partendo dal tuo laboratorio ha semplicemente trovato la sua strada, e forse questo potrebbe essere uno degli aspetti più importanti di un laboratorio di scrittura. Svelarti.

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Di: antonella cilento http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/comment-page-2/#comment-41881 antonella cilento Sat, 25 Oct 2008 06:29:36 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/#comment-41881 Caro Pippo, tu non lo sai perché sei "nuovo" ma nel laboratorio che conduco abbiamo avuto per anni Gabriele Aprea che ci faceva scompisciare dalle risate e oggi c'è Antonella Platì che promette assai bene. La comicità è rara, assai meno quelli che credono di saper far ridere e vogliono anche dare lezioni:-)... E comunque, purtroppo, Sofocle è ancor oggi assai più rappresentato di Aristofane. Ma mi sembra che tu sposti la questione su un piano dicotomico fra serietà e risata che proprio non ci riguarda: i più grandi romanzi della storia letteraria sono sia comici che drammatici, il difficile è lì. Quanto al saper vivere di chi vuole a tutti i costi far ridere Freud e Jung avrebbero qualcosa da dire. I libri seriali cui mi riferivo poi non sono certo i grandissimi narratori che cito e cui tutti ci riferiamo (per altro adoro fumetti e narrativa di genere, ne sono un'accanita consumatrice), ma robette ben più banali che passano anche per letterarie... Veniamo invece a cose più serie: grazie infinite a Filippo per aver raccontato dei suoi libri e a Francesco per le cose incoraggianti che da combattenti letterari condividiamo. Un abbraccio Antonella Caro Pippo, tu non lo sai perché sei “nuovo” ma nel laboratorio che conduco abbiamo avuto per anni Gabriele Aprea che ci faceva scompisciare dalle risate e oggi c’è Antonella Platì che promette assai bene. La comicità è rara, assai meno quelli che credono di saper far ridere e vogliono anche dare lezioni:-)… E comunque, purtroppo, Sofocle è ancor oggi assai più rappresentato di Aristofane. Ma mi sembra che tu sposti la questione su un piano dicotomico fra serietà e risata che proprio non ci riguarda: i più grandi romanzi della storia letteraria sono sia comici che drammatici, il difficile è lì. Quanto al saper vivere di chi vuole a tutti i costi far ridere Freud e Jung avrebbero qualcosa da dire.
I libri seriali cui mi riferivo poi non sono certo i grandissimi narratori che cito e cui tutti ci riferiamo (per altro adoro fumetti e narrativa di genere, ne sono un’accanita consumatrice), ma robette ben più banali che passano anche per letterarie…
Veniamo invece a cose più serie: grazie infinite a Filippo per aver raccontato dei suoi libri e a Francesco per le cose incoraggianti che da combattenti letterari condividiamo.
Un abbraccio
Antonella

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Di: Giuseppe "Pippo" Della Monica http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/comment-page-2/#comment-41856 Giuseppe "Pippo" Della Monica Fri, 24 Oct 2008 22:25:21 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/#comment-41856 @Antonella Scherzare è proprio il modo più serio di non evitare la vita. Significa averne compreso i meccanismi, averli smontati, assorbiti e poi sul più bello dire: "No, grazie, mi fregherete comunque, ma io almeno lo so, e magari mi ritengo un po' superiore, senza offesa". Scrivere cose comiche è difficilissimo, ma molto gratificante: chi viene rappresentato di più, oggi? Sofocle, o Aristofane? Seneca, o Plauto? A parte qualche deficiente che prefirisce angosciarsi per passare il tempo, che vedete più volentieri, La dodicesima notte o il Macbeth (il Titus Andronicus essendo per i casi disperati)? Quanto alla prassi, Simonetta Santamaria e Maurizio De Giovanni, che scrivono cose bellissime ma decisamente angoscianti, provengono dal laboratorio umoristico di Pino Imperatore. Se nei tuoi laboratori un giorno dovesse maturare uno scrittore comico, Antonella, be', sarebbe ristabilita la giustizia letteraria. Anche sui libri seriali ci andrei cauto: le tonnellate di libri seriali hanno poi permesso che maturassero i Cervantes, gli Sterne, i Dickens, I Balzac (se la penso così forse sarà perché ho fatto due esami ed una tesi in sociologia della letteratura...). E Shakespeare scriveva le soap operas del suo tempo, Dumas i fumetti. Certo questo è un discorso valido dove si ono formati presto i grandi stati nazionali. Da noi la letteratura era un otium tremendamente serioso delle classi aistocratiche. Il professor De Mauro fornisce un dato sconcertante e terribile: all'indomani dell'Unità del nostro paese (1860, per capirci) solo l'1% della popolazione parlava italiano (cioè, toscano, come si dice in Confessioni di un Italiano). Concludo il discorso con una citazione di Hemingway (di seconda mano): "Metà degli Italiani scrive, l'altra metà non legge"... @Antonella
Scherzare è proprio il modo più serio di non evitare la vita. Significa averne compreso i meccanismi, averli smontati, assorbiti e poi sul più bello dire: “No, grazie, mi fregherete comunque, ma io almeno lo so, e magari mi ritengo un po’ superiore, senza offesa”.
Scrivere cose comiche è difficilissimo, ma molto gratificante: chi viene rappresentato di più, oggi? Sofocle, o Aristofane? Seneca, o Plauto? A parte qualche deficiente che prefirisce angosciarsi per passare il tempo, che vedete più volentieri, La dodicesima notte o il Macbeth (il Titus Andronicus essendo per i casi disperati)?

Quanto alla prassi, Simonetta Santamaria e Maurizio De Giovanni, che scrivono cose bellissime ma decisamente angoscianti, provengono dal laboratorio umoristico di Pino Imperatore. Se nei tuoi laboratori un giorno dovesse maturare uno scrittore comico, Antonella, be’, sarebbe ristabilita la giustizia letteraria.

Anche sui libri seriali ci andrei cauto: le tonnellate di libri seriali hanno poi permesso che maturassero i Cervantes, gli Sterne, i Dickens, I Balzac (se la penso così forse sarà perché ho fatto due esami ed una tesi in sociologia della letteratura…). E Shakespeare scriveva le soap operas del suo tempo, Dumas i fumetti.
Certo questo è un discorso valido dove si ono formati presto i grandi stati nazionali. Da noi la letteratura era un otium tremendamente serioso delle classi aistocratiche. Il professor De Mauro fornisce un dato sconcertante e terribile: all’indomani dell’Unità del nostro paese (1860, per capirci) solo l’1% della popolazione parlava italiano (cioè, toscano, come si dice in Confessioni di un Italiano).

Concludo il discorso con una citazione di Hemingway (di seconda mano): “Metà degli Italiani scrive, l’altra metà non legge”…

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/comment-page-2/#comment-41811 Massimo Maugeri Fri, 24 Oct 2008 17:46:40 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/#comment-41811 Grazie, Lorenzo. Un saluto a te. Vediamo che ne pensano gli altri. --- Gianni, i tuoi diritti andranno "diritti" nel tuo portafoglio. Presenta il conto a Mr kataweb:) Grazie, Lorenzo. Un saluto a te.
Vediamo che ne pensano gli altri.

Gianni, i tuoi diritti andranno “diritti” nel tuo portafoglio. Presenta il conto a Mr kataweb:)

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/comment-page-2/#comment-41810 Massimo Maugeri Fri, 24 Oct 2008 17:40:06 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/#comment-41810 @ Francesco Costa Grazie mille per essere intervenuto, caro Francesco. Che i tuoi libri possano aumentare di numero! La qualità va benissimo così:) @ Francesco Costa
Grazie mille per essere intervenuto, caro Francesco. Che i tuoi libri possano aumentare di numero! La qualità va benissimo così:)

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Di: Anonimo http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/comment-page-2/#comment-41807 Anonimo Fri, 24 Oct 2008 17:33:00 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/#comment-41807 Carissimi amici, che Antonella abbia scritto un libro importante, impetuoso, fluviale (che aspetto con particolare curiosità), non è cosa di cui dubitare perchè la sua personalità e il suo talento sono tali da non consentire dubbi. Sarà affascinante, una volta uscito il suo libro, discutere con lei su quali fossero i problemi di gestazione dell'opera, e saperne di più con dati alla mano. Sul come mi pongo rispetto alla mia opera (mi pare sia questo il quesito che vien posto a chi scrive), per quanto mi riguarda la cosa si svolge in questi termini: finchè il libro non è terminato, gli regalo ore di sonno e sospiri, e gioie e sofferenze, e le curiosità che mi nascono sul mondo mentre lo sto mettendo al mondo. Non penso letteralmente ad altro. E' sempre con me. Quando lo ritengo sufficientemente ricco, quando la sua trama s'ispessisce di tutto ciò che vi ho messo, quando s'è impregnata dei miei umori, allora è ultimato. Lo consegno e non ci penso più. Me ne libero. Se devo viaggiare da una città all'altra per parlarne al pubblico, mi sembra di riferirmi al libro scritto da un altro, perchè in realtà sono quasi sempre immerso in un nuovo libro e sto pensando a quello. I libri passati appartengono agli altri e il problema non mi riguarda più. Personalmente mi rallegra sapere (come so) che ognuno dei miei sei romanzi ha i suoi aficionados che lo amano, anche il meno venduto che è "Non vedrò mai Calcutta" (e ha addirittura, con mia somma sorpresa, un Fan Club a Monaco di Baviera). Se ognuno dei miei libri può essere quello preferito da almeno un lettore, se nessuno dei sei è ritenuto sbagliato, allora non ho lavorato invano e non devo porre in discussione il mio metodo. Passando invece a parlare del mercato editoriale, potreste pensare che Antonella è pessimista quando dice che, alla pubblicazione di un libro, noi scrittori siamo attesi al varco da chi ci vuole male. Io sono più pessimista di lei perchè dico che abitualmente nessuno prova interesse per i libri che scriviamo (sono assenti critici degni di tal nome e non tutti gli editori seguono quel che pubblicano), ma sono tutti pronti a linciarci nel caso superassimo un certo tetto di vendite. Se affondi nell'insuccesso non esisti, se hai successo ti fanno a pezzi. L'invidia colpisce ancora... Abbraccio Antonella, Massimo, Maria Lucia, Miriam (mai dimenticherò che hai detto della mia Laura che nel finale di "Presto ti sveglierai" la immagini mentre solca il mare sulla barca della Speranza) e tutti gli altri amici di Letteratitudine, vostro Francesco Costa Carissimi amici,
che Antonella abbia scritto un libro importante, impetuoso, fluviale (che aspetto con particolare curiosità), non è cosa di cui dubitare perchè la sua personalità e il suo talento sono tali da non consentire dubbi. Sarà affascinante, una volta uscito il suo libro, discutere con lei su quali fossero i problemi di gestazione dell’opera, e saperne di più con dati alla mano. Sul come mi pongo rispetto alla mia opera (mi pare sia questo il quesito che vien posto a chi scrive), per quanto mi riguarda la cosa si svolge in questi termini: finchè il libro non è terminato, gli regalo ore di sonno e sospiri, e gioie e sofferenze, e le curiosità che mi nascono sul mondo mentre lo sto mettendo al mondo. Non penso letteralmente ad altro. E’ sempre con me. Quando lo ritengo sufficientemente ricco, quando la sua trama s’ispessisce di tutto ciò che vi ho messo, quando s’è impregnata dei miei umori, allora è ultimato. Lo consegno e non ci penso più. Me ne libero. Se devo viaggiare da una città all’altra per parlarne al pubblico, mi sembra di riferirmi al libro scritto da un altro, perchè in realtà sono quasi sempre immerso in un nuovo libro e sto pensando a quello. I libri passati appartengono agli altri e il problema non mi riguarda più. Personalmente mi rallegra sapere (come so) che ognuno dei miei sei romanzi ha i suoi aficionados che lo amano, anche il meno venduto che è “Non vedrò mai Calcutta” (e ha addirittura, con mia somma sorpresa, un Fan Club a Monaco di Baviera). Se ognuno dei miei libri può essere quello preferito da almeno un lettore, se nessuno dei sei è ritenuto sbagliato, allora non ho lavorato invano e non devo porre in discussione il mio metodo. Passando invece a parlare del mercato editoriale, potreste pensare che Antonella è pessimista quando dice che, alla pubblicazione di un libro, noi scrittori siamo attesi al varco da chi ci vuole male. Io sono più pessimista di lei perchè dico che abitualmente nessuno prova interesse per i libri che scriviamo (sono assenti critici degni di tal nome e non tutti gli editori seguono quel che pubblicano), ma sono tutti pronti a linciarci nel caso superassimo un certo tetto di vendite. Se affondi nell’insuccesso non esisti, se hai successo ti fanno a pezzi. L’invidia colpisce ancora… Abbraccio Antonella, Massimo, Maria Lucia, Miriam (mai dimenticherò che hai detto della mia Laura che nel finale di “Presto ti sveglierai” la immagini mentre solca il mare sulla barca della Speranza) e tutti gli altri amici di Letteratitudine, vostro Francesco Costa

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Di: Gianni Parlato http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/comment-page-2/#comment-41797 Gianni Parlato Fri, 24 Oct 2008 17:20:23 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/#comment-41797 @Massimo... quel "di diritto" mi sa di...ambiguo. Diritti...nell' occhio? @Massimo…
quel “di diritto” mi sa di…ambiguo.
Diritti…nell’ occhio?

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Di: lorenzerrimo http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/comment-page-2/#comment-41795 lorenzerrimo Fri, 24 Oct 2008 17:19:26 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/#comment-41795 @Massimo ed Antonella Cilento Io affermerei, che esse possono raggiungere una breve e momentanea simbiosi. L’arte richiede una profonda conoscenza dei fatti della vita, una sensibilità forte ed invadente per riportarli, una fantasia fertile e spontanea pur nell’osservanza della realtà per non finire nell’ossessione, ma sempre accesa e infuocante da riuscire a superarla senza essere posseduta. Ossessione potrebbe diventare una malattia, se già non la fosse, mentre arte è fertilità al limite umano possibile senza degenerare ed annullarsi, perché non imitabile, non adattabile alle esigenze del tempo. Così la vedo io attualmente, ma poi…. Saluti, Lorenzo @Massimo ed Antonella Cilento
Io affermerei, che esse possono raggiungere una breve e momentanea simbiosi.
L’arte richiede una profonda conoscenza dei fatti della vita, una sensibilità forte ed invadente per riportarli, una fantasia fertile e spontanea pur nell’osservanza della realtà per non finire nell’ossessione, ma sempre accesa e infuocante da riuscire a superarla senza essere posseduta.
Ossessione potrebbe diventare una malattia, se già non la fosse, mentre arte è fertilità al limite umano possibile senza degenerare ed annullarsi, perché non imitabile, non adattabile alle esigenze del tempo.
Così la vedo io attualmente, ma poi….
Saluti,
Lorenzo

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/comment-page-2/#comment-41778 Massimo Maugeri Fri, 24 Oct 2008 17:00:43 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/#comment-41778 @ Antonella Dici che "ossessione e arte sono la stessa cosa". E poi aggiungi "ahimé". :) Sono in parte d'accordo... nel senso che anche secondo me l'arte attinge spesso dalle ossessioni. Gli altri amici cosa ne pensano? @ Antonella
Dici che “ossessione e arte sono la stessa cosa”. E poi aggiungi “ahimé”. :)
Sono in parte d’accordo… nel senso che anche secondo me l’arte attinge spesso dalle ossessioni.
Gli altri amici cosa ne pensano?

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/comment-page-2/#comment-41776 Massimo Maugeri Fri, 24 Oct 2008 16:58:28 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/#comment-41776 @ Gianni Che i diritti del lancio del tema passione-ossessione vadano (di diritto) a te:) @ Gianni
Che i diritti del lancio del tema passione-ossessione vadano (di diritto) a te:)

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/comment-page-2/#comment-41775 Massimo Maugeri Fri, 24 Oct 2008 16:57:48 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/#comment-41775 Grazie per i nuovicommenti. E un saluto a Pippo Della Monica. Grazie per i nuovicommenti. E un saluto a Pippo Della Monica.

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Di: Gianni Parlato http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/comment-page-2/#comment-41774 Gianni Parlato Fri, 24 Oct 2008 16:39:57 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/#comment-41774 @Massimo Maugeri... Guarda, che quello della passione-ossessione, è un tema lanciato da me!... (ti perdono solo perchè lo chiedi a Miriam). @Massimo Maugeri…
Guarda, che quello della passione-ossessione, è un tema lanciato da me!…
(ti perdono solo perchè lo chiedi a Miriam).

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Di: Gianni Parlato http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/comment-page-2/#comment-41772 Gianni Parlato Fri, 24 Oct 2008 16:33:02 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/#comment-41772 @ Miriam... Non sono un 'consumato scrittore' ; ma soltanto consumato dal termine "scrittore"(che non riesco a capire cosa significhi...). Conosco la passione, però. Quella che ti prende totalmente. All'inizio è guidata dal piacere, in tutti i sensi, che sale dalla pancia e spinge positività e bellezza nel petto. Poi fa il suo decorso(anche il piacere si stanca). Sale nella testa e lì si ferma, rintuzza, "sbatte". E' diventata ossessione : perchè il desiderio si è scontrato con 'stagni' pensieri(acquisiti, più che altro...). Per quanta riguarda i libri, ho provato anche questo. Pensavo che non fosse lungo(anzi speravo, perchè prima d'iniziare a scriverlo già sentivo che sarebbe stato 'infinito'). Ecco; prima d'iniziarla, una cosa, già ne senti l'energia e la spinta dentro di te. Poi ci danniamo ad accorciare i tempi, a scannarlo, odiarlo, violentarlo, finchè non reagiamo esausti..." ma sì...ma va a f...! "-. Poi ci distraiamo, ci allontaniamo, facciamo finta di essercene dimenticati. E un giorno la passione torna uguale, rinata, vivida, verso quella stessa creatura. (" Uh Maronn'!...Stai n'ata vota ccà!?..."). lo guardi, lo leggi, magari ti meravigli di te..." ho scritto quersta cosa, io?!...".Oppure..." Già pensavo questo, io?!..."-. E' strano...Come tutte le cose che si fanno guidate dalla passione(che è sempre "inconsapevole"). Un po' come i figli. Ti assomiglia, lo hai educato, cresciuto bene... ("E brav' a me; guarda cosa sono stato in grado di trasmettergli!..."). Sei fiero, contento di te stesso. E resti meravigliato quando -da tuo figlio, seppur così piccino, così ingenuo, scopri d'imparare qualcosa. Un caro saluto @ Miriam…
Non sono un ‘consumato scrittore’ ; ma soltanto consumato dal termine “scrittore”(che non riesco a capire cosa significhi…).
Conosco la passione, però. Quella che ti prende totalmente.
All’inizio è guidata dal piacere, in tutti i sensi, che sale dalla pancia e spinge positività e bellezza nel petto.
Poi fa il suo decorso(anche il piacere si stanca). Sale nella testa e lì si ferma, rintuzza, “sbatte”. E’ diventata ossessione : perchè il desiderio si è scontrato con ’stagni’ pensieri(acquisiti, più che altro…).
Per quanta riguarda i libri, ho provato anche questo.
Pensavo che non fosse lungo(anzi speravo, perchè prima d’iniziare a scriverlo già sentivo che sarebbe stato ‘infinito’).
Ecco; prima d’iniziarla, una cosa, già ne senti l’energia e la spinta dentro di te. Poi ci danniamo ad accorciare i tempi, a scannarlo, odiarlo, violentarlo, finchè non reagiamo esausti…” ma sì…ma va a f…! “-.
Poi ci distraiamo, ci allontaniamo, facciamo finta di essercene dimenticati. E un giorno la passione torna uguale, rinata, vivida, verso quella stessa creatura.
(” Uh Maronn’!…Stai n’ata vota ccà!?…”).
lo guardi, lo leggi, magari ti meravigli di te…” ho scritto quersta cosa, io?!…”.Oppure…” Già pensavo questo, io?!…”-.
E’ strano…Come tutte le cose che si fanno guidate dalla passione(che è sempre “inconsapevole”).
Un po’ come i figli.
Ti assomiglia, lo hai educato, cresciuto bene… (“E brav’ a me; guarda cosa sono stato in grado di trasmettergli!…”).
Sei fiero, contento di te stesso.
E resti meravigliato quando -da tuo figlio, seppur così piccino, così ingenuo, scopri d’imparare qualcosa.
Un caro saluto

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Di: filippo tuena http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/comment-page-2/#comment-41723 filippo tuena Fri, 24 Oct 2008 09:53:37 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/#comment-41723 Rispondo un po' in ritardo. Il libro più immediato è stato Il volo dell'occasione. Scritto in meno di due mesi. Anche Le variazioni Reinach è stato un colpo di fulmine. Un'illuminazione mentre visitavo il Musée Camondo. Un paio di mesi dopo incominciavo a scrivere il libro che è uscito quasi tre anni dopo. Quelli più lontani, forse i libri su Michelangelo anche perché occorreva molto tempo per raccogliere il materiale. La prima volta che mi sono interessato a lui dev'essere stato nel 1985, e la prima versione della Grande ombra è uscito nel 2001. Occhio e croce 16 anni. Se pensi che proprio adesso sta uscendo una nuova versione, siamo a 23 anni... Davvero ero un altro uomo quando mi sono imbattuto in lui. Anche Ultimo parallelo ha un percorso lontano anche se meno continuativo. Il primo incontro con Scott e il Polo sud è stato ai tempi del ginnasio - parlo del 1969. anche se poi è praticamente scomparso dai miei interessi per molti anni. E' rispuntato, figurati, nel 2006. Non so perché abbia resistito così tanto prima di pretendere che me ne occupassi. Ma è stato così. Come dicevo per me è fondamentale trovare lo stile adatto alla storia. Il modo di raccontarla perché appaia convincente, efficace, credibile. Tante volte è solo una questione di saper aspettare. Rispondo un po’ in ritardo.
Il libro più immediato è stato Il volo dell’occasione. Scritto in meno di due mesi. Anche Le variazioni Reinach è stato un colpo di fulmine. Un’illuminazione mentre visitavo il Musée Camondo. Un paio di mesi dopo incominciavo a scrivere il libro che è uscito quasi tre anni dopo.
Quelli più lontani, forse i libri su Michelangelo anche perché occorreva molto tempo per raccogliere il materiale. La prima volta che mi sono interessato a lui dev’essere stato nel 1985, e la prima versione della Grande ombra è uscito nel 2001. Occhio e croce 16 anni. Se pensi che proprio adesso sta uscendo una nuova versione, siamo a 23 anni… Davvero ero un altro uomo quando mi sono imbattuto in lui.
Anche Ultimo parallelo ha un percorso lontano anche se meno continuativo.
Il primo incontro con Scott e il Polo sud è stato ai tempi del ginnasio – parlo del 1969. anche se poi è praticamente scomparso dai miei interessi per molti anni. E’ rispuntato, figurati, nel 2006. Non so perché abbia resistito così tanto prima di pretendere che me ne occupassi. Ma è stato così.
Come dicevo per me è fondamentale trovare lo stile adatto alla storia. Il modo di raccontarla perché appaia convincente, efficace, credibile. Tante volte è solo una questione di saper aspettare.

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Di: antonella cilento http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/comment-page-2/#comment-41719 antonella cilento Fri, 24 Oct 2008 07:54:58 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/#comment-41719 Mi unisco a Massimo nel chiedere a Filppo Tuena (che saluto affettuosamente!) di raccontarci delle sue gestazioni letterarie! Filippo ha scritto, come tutti sapete, libri straordinari. Grazie anche a Pippo (caro Pippo, certo, sarebbe meglio mettersi a giocare a Burraco ma proprio non si può smettere di essere ciò che si è. La vita, a volte, è una cosa scherzosa tuttavia impone che non la si eviti all'infinito..), a Simonetta e a tutti gli altri interventi. Per Massimo che solleva IL problema, con l'articolo maiuscolo: ossessione e arte sono la stessa cosa, ahimè... Molti baci Antonella Mi unisco a Massimo nel chiedere a Filppo Tuena (che saluto affettuosamente!) di raccontarci delle sue gestazioni letterarie!
Filippo ha scritto, come tutti sapete, libri straordinari.
Grazie anche a Pippo (caro Pippo, certo, sarebbe meglio mettersi a giocare a Burraco ma proprio non si può smettere di essere ciò che si è. La vita, a volte, è una cosa scherzosa tuttavia impone che non la si eviti all’infinito..), a Simonetta e a tutti gli altri interventi.
Per Massimo che solleva IL problema, con l’articolo maiuscolo: ossessione e arte sono la stessa cosa, ahimè…
Molti baci
Antonella

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Di: Giuseppe "Pippo" Della Monica http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/comment-page-2/#comment-41703 Giuseppe "Pippo" Della Monica Fri, 24 Oct 2008 00:12:04 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/#comment-41703 Anch'io, come Simonoir, sono webbosamente discontinuo, e me ne scuso. Trovo interessantissimo il thread, per quel che riguarda la parte relativa all'industria letteraria. Di Antonella ho letto praticamente l'opera omnia, ed ho rilevato la tensione professionale che ci mette: ha una sua voce ben distinta, ma nessun libro somiglia all'altro. Certo, se per raggiungere questo risultato uno deve macerarsi tanto, forse forse converrebbe darsi al burraco. Scherzi a parte, credo che siamo tutti un po' giansenisti: librini in serie, o vent'anni per un'opera che hanno letto gli happy few. Forse dovremmo tutti prenderci meno sul serio, autosfotterci. Sì, lo so, sono un po' superficiale, anche se vi confesso che mi accingo a fare la terza riscrittura di un poliziesco cui sto lavorando dal 1992 (la prima parziale stesura è stata, anzi fu, fatta con una Olivetti lettera 35...). Baci a abbracci a tutte/i Anch’io, come Simonoir, sono webbosamente discontinuo, e me ne scuso.
Trovo interessantissimo il thread, per quel che riguarda la parte relativa all’industria letteraria.
Di Antonella ho letto praticamente l’opera omnia, ed ho rilevato la tensione professionale che ci mette: ha una sua voce ben distinta, ma nessun libro somiglia all’altro.
Certo, se per raggiungere questo risultato uno deve macerarsi tanto, forse forse converrebbe darsi al burraco.
Scherzi a parte, credo che siamo tutti un po’ giansenisti: librini in serie, o vent’anni per un’opera che hanno letto gli happy few.
Forse dovremmo tutti prenderci meno sul serio, autosfotterci. Sì, lo so, sono un po’ superficiale, anche se vi confesso che mi accingo a fare la terza riscrittura di un poliziesco cui sto lavorando dal 1992 (la prima parziale stesura è stata, anzi fu, fatta con una Olivetti lettera 35…).
Baci a abbracci a tutte/i

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/comment-page-2/#comment-41696 Massimo Maugeri Thu, 23 Oct 2008 22:19:21 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/#comment-41696 @ Filippo Tuena Bentornato da queste parti, caro Filippo!!! - Hai scritto: "A me capita d’intestardirmi su una storia per anni, semplicemente a livello di interesse - non di scrittura. Nel senso che mi cullo quell’idea e non butto giù una riga. Poi accade che qualcosa..." Qual è stato il tuo libro con la gestazione più lunga? Ti va di raccontarci? @ Filippo Tuena
Bentornato da queste parti, caro Filippo!!!
-
Hai scritto: “A me capita d’intestardirmi su una storia per anni, semplicemente a livello di interesse – non di scrittura. Nel senso che mi cullo quell’idea e non butto giù una riga. Poi accade che qualcosa…”
Qual è stato il tuo libro con la gestazione più lunga? Ti va di raccontarci?

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/comment-page-2/#comment-41695 Massimo Maugeri Thu, 23 Oct 2008 22:15:36 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/#comment-41695 Un saluto speciale a Simonetta Santamaria. Mi dicono che a Napoli ti chiamano Simonoir. E' vero? Un saluto speciale a Simonetta Santamaria.
Mi dicono che a Napoli ti chiamano Simonoir. E’ vero?

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/comment-page-2/#comment-41694 Massimo Maugeri Thu, 23 Oct 2008 22:13:32 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/#comment-41694 @ Miriam quello dell'ossessione è un tema affascinante... anche dal punto di vista della pittura. Mi verrebbe da fare una domanda: che relazione c'è (se c'è) tra arte e ossessione? [vi porto fuori tema, lo so... Rimproveratemi! :-)] @ Miriam
quello dell’ossessione è un tema affascinante… anche dal punto di vista della pittura. Mi verrebbe da fare una domanda: che relazione c’è (se c’è) tra arte e ossessione?
[vi porto fuori tema, lo so... Rimproveratemi! :-) ]

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/comment-page-2/#comment-41692 Massimo Maugeri Thu, 23 Oct 2008 22:10:58 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/#comment-41692 Ringrazio tutti per i nuovi commenti Ringrazio tutti per i nuovi commenti

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/comment-page-2/#comment-41691 Massimo Maugeri Thu, 23 Oct 2008 22:10:36 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/#comment-41691 Ma com'è possibile che faccio sempre più tardi? :-)) Ma com’è possibile che faccio sempre più tardi? :-) )

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Di: miriam ravasio http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/comment-page-2/#comment-41688 miriam ravasio Thu, 23 Oct 2008 20:54:07 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/#comment-41688 @ Gianni Parlato: ho letto ora il tuo commento e visto lo sfoggio d' esperienza, ti chiederei, ma quanti libri hai scritto? Sembri proprio un autore consumato! (faccina) Concordo con te quando richiami l'attenzione sul confine fra ossessione e creazione; penso sia un concetto estensibile ad ogni azione, che implica, il coinvolgimento dei sentimenti. Distinguere sempre fra un pensiero che diventa distruttivo e la possibilità di creare. L'ossessione, che molte volte è mascherata con la tecnica, ci fa ripiegare su noi stessi e nel caso della scrittura, riduce l'idea fondante generata dalla fantasia, a un pretesto di stile. Bisognerebbe ricorrere ad un altro punto di vista e non necessariamente a quello di un estraneo; rileggere o riprendere il lavoro dopo aver fatto altro, quando la fantasia è stata rigenerata. E così rinasce la passione, come dici tu. Miriam @ Gianni Parlato:
ho letto ora il tuo commento e visto lo sfoggio d’ esperienza, ti chiederei, ma quanti libri hai scritto? Sembri proprio un autore consumato! (faccina)
Concordo con te quando richiami l’attenzione sul confine fra ossessione e creazione; penso sia un concetto estensibile ad ogni azione, che implica, il coinvolgimento dei sentimenti. Distinguere sempre fra un pensiero che diventa distruttivo e la possibilità di creare. L’ossessione, che molte volte è mascherata con la tecnica, ci fa ripiegare su noi stessi e nel caso della scrittura, riduce l’idea fondante generata dalla fantasia, a un pretesto di stile. Bisognerebbe ricorrere ad un altro punto di vista e non necessariamente a quello di un estraneo; rileggere o riprendere il lavoro dopo aver fatto altro, quando la fantasia è stata rigenerata. E così rinasce la passione, come dici tu.
Miriam

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Di: Gianluigi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/comment-page-2/#comment-41684 Gianluigi Thu, 23 Oct 2008 18:50:25 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/#comment-41684 I MARCIAPIEDI DELL’OLIMPO Di Bukowski ce n’è uno solo. Di Raymond Carver ce n’è uno solo. Di Dostoevskij ce n’è uno solo. Loro ti guardano dal monte Olimpo e tu, sei sopra un marciapiede, sollevato di pochi centimetri rispetto al piano della strada. E’ inutile continuare a guardare la vetta, sarebbe meglio discendere quel gradino e ammettere la propria disfatta. Di Bukowski ce n’è uno solo. Di Raymond Carver ce n’è uno solo. Di Dostoevskij ce n’è uno solo. Scrivi e riscrivi. Leggi e rileggi. Cerchi di far assumere un aspetto decente ai tuoi componimenti. Tu lo sai che fanno schifo. Tu lo sai che sono geniali. Tu lo sai che dovresti lasciar perdere. Tu lo sai che devi continuare. Di Bukowski ce n’è uno solo. Di Raymond Carver ce n’è uno solo. Di Dostoevskij ce n’è uno solo. Forse lo fai per la celebrità, o forse no. Forse lo fai per comunicare, cercando di parlare una lingua che ti metta in contatto con i tuoi simili. Però dovresti sapere che è rischioso mischiarsi agli Dei. Di Bukowski ce n’è uno solo. Di Raymond Carver ce n’è uno solo. Di Dostoevskij ce n’è uno solo. Hank Chinaski ha avuto un manager. Carver ha avuto Gordon Lish. Fijodor Dostoevskij non lo so, suppongo che anche lui abbia avuto qualcuno. E tu? Nessun mentore all’orizzonte. Solo una collezione di ricevute postali e un paio di rifiuti da parte di editor, ai quali va il plauso di aver tentato di interpretare la tua lingua. Di Bukowski ce n’è uno solo. Di Raymond Carver ce n’è uno solo. Di Dostoevskij ce n’è uno solo. Allora ti chiedi perché lo fai e questa è l’unica volta in cui hai la risposta. Di Bukowski ce n’è uno solo. Di Raymond Carver ce n’è uno solo. Di Dostoevskij ce n’è uno solo. Lo fai, per avere una possibilità. Lo fai, per parlare la lingua di Charles, Ray e Fijodor. Lo fai, per domandare a loro, nel tono più serio che tu possa assumere, se nell’Olimpo ci sono i marciapiedi. I MARCIAPIEDI DELL’OLIMPO

Di Bukowski ce n’è uno solo.
Di Raymond Carver ce n’è uno solo.
Di Dostoevskij ce n’è uno solo.

Loro ti guardano dal monte Olimpo
e tu,
sei sopra un marciapiede,
sollevato di pochi centimetri
rispetto al piano della strada.
E’ inutile continuare a guardare la vetta,
sarebbe meglio discendere quel gradino
e ammettere la propria disfatta.

Di Bukowski ce n’è uno solo.
Di Raymond Carver ce n’è uno solo.
Di Dostoevskij ce n’è uno solo.

Scrivi e riscrivi.
Leggi e rileggi.
Cerchi di far assumere un aspetto decente
ai tuoi componimenti.
Tu lo sai che fanno schifo.
Tu lo sai che sono geniali.
Tu lo sai che dovresti lasciar perdere.
Tu lo sai che devi continuare.

Di Bukowski ce n’è uno solo.
Di Raymond Carver ce n’è uno solo.
Di Dostoevskij ce n’è uno solo.

Forse lo fai per la celebrità,
o forse no.
Forse lo fai per comunicare,
cercando di parlare una lingua
che ti metta in contatto con i tuoi simili.
Però dovresti sapere
che è rischioso mischiarsi agli Dei.

Di Bukowski ce n’è uno solo.
Di Raymond Carver ce n’è uno solo.
Di Dostoevskij ce n’è uno solo.

Hank Chinaski ha avuto un manager.
Carver ha avuto Gordon Lish.
Fijodor Dostoevskij non lo so,
suppongo che anche lui abbia avuto qualcuno.
E tu?
Nessun mentore all’orizzonte.
Solo una collezione di ricevute postali
e un paio di rifiuti da parte di editor,
ai quali va il plauso
di aver tentato di interpretare la tua lingua.

Di Bukowski ce n’è uno solo.
Di Raymond Carver ce n’è uno solo.
Di Dostoevskij ce n’è uno solo.

Allora ti chiedi perché lo fai
e questa
è l’unica volta in cui hai la risposta.

Di Bukowski ce n’è uno solo.
Di Raymond Carver ce n’è uno solo.
Di Dostoevskij ce n’è uno solo.

Lo fai,
per avere una possibilità.
Lo fai,
per parlare la lingua di Charles, Ray e Fijodor.
Lo fai,
per domandare a loro,
nel tono più serio che tu possa assumere,
se nell’Olimpo
ci sono i marciapiedi.

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Di: filippo tuena http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/comment-page-2/#comment-41678 filippo tuena Thu, 23 Oct 2008 16:58:26 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/#comment-41678 Salve a tutti e un saluto particolare ad Antonella. A me capita d'intestardirmi su una storia per anni, semplicemente a livello di interesse - non di scrittura. Nel senso che mi cullo quell'idea e non butto giù una riga. Poi accade che qualcosa - veramente inafferrabile - intervenga a modificare questo limbo. A volte può essere un incontro casuale o la consapevolezza d'aver raggiunto il limite del trampolino e mi tuffo. A quel punto so che vorrei scrivere il libro, ma non è detto che ci riesca perché subentra il vero testa a testa, il braccio di ferro con la scrittura. Penso che ogni libro debba avere la sua cifra stilistica, la sua tonalità, la sua inflessione e che la scrittura debba tendere più che a raccontare una storia a giustificarsi, a rendersi autonoma. Soltanto quando riesco a trovare la cifra del racconto so che sarò in grado di terminare il libro. E di solito ci riesco. Che poi questo trovi qualcuno disposto a pubblicarlo, è un'altra storia, avventurosa, a volte entusiasmante, altre volte deprimente. Ciao a tutti. Salve a tutti e un saluto particolare ad Antonella.
A me capita d’intestardirmi su una storia per anni, semplicemente a livello di interesse – non di scrittura. Nel senso che mi cullo quell’idea e non butto giù una riga. Poi accade che qualcosa – veramente inafferrabile – intervenga a modificare questo limbo. A volte può essere un incontro casuale o la consapevolezza d’aver raggiunto il limite del trampolino e mi tuffo.
A quel punto so che vorrei scrivere il libro, ma non è detto che ci riesca perché subentra il vero testa a testa, il braccio di ferro con la scrittura. Penso che ogni libro debba avere la sua cifra stilistica, la sua tonalità, la sua inflessione e che la scrittura debba tendere più che a raccontare una storia a giustificarsi, a rendersi autonoma. Soltanto quando riesco a trovare la cifra del racconto so che sarò in grado di terminare il libro. E di solito ci riesco. Che poi questo trovi qualcuno disposto a pubblicarlo, è un’altra storia, avventurosa, a volte entusiasmante, altre volte deprimente.
Ciao a tutti.

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Di: Simonetta Santamaria http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/comment-page-2/#comment-41677 Simonetta Santamaria Thu, 23 Oct 2008 16:22:06 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/#comment-41677 Salve a tutti. Intanto chiedo venia per i miei interventi sporadici su questo blog. Interessante, l'argomento. Io mi trovo in linea con Enrico: non amo convivere a lungo con i miei scritti. Ci metto molto a partorirli, questo sì (anche con i miei figli è stato lo stesso, dev'essere un fatto genetico), sono severa con ogni parola e non la mollo finché non produce ciò che voglio che produca, ma poi ho fretta di vederli camminare con le loro gambe. E, come per i figli, non credo che lo scrittore possegga la capacità di una totale autocritica; ognuno di noi cerca di fare del suo meglio, è ovvio, seguendo però le proprie idee e i propri schemi. Chi si accanisce a smontare uno scritto nel tentativo di vivisezionarlo alla ricerca dell'errore non ha, secondo me, la giusta chiave di lettura. Un libro deve dare delle sensazioni prima di tutto: se ci riesce, lo scrittore ha centrato il bersaglio. Le critiche schematiche sanno più di una fredda analisi del testo e perdono di vista quella certa globalità che io trovo importante. Quando leggo un libro cerco emozioni, ed è questo che lo rende un buon libro. Ma bisogna essere pronti a qualsiasi tipo di smontaggio, chi scrive lo sa, fa parte del gioco. Però, dulcis in fundo, resta il lettore, quello puro e semplice, il più importante giudice di ogni nostra opera. Buona serata a tutti! Salve a tutti. Intanto chiedo venia per i miei interventi sporadici su questo blog. Interessante, l’argomento. Io mi trovo in linea con Enrico: non amo convivere a lungo con i miei scritti. Ci metto molto a partorirli, questo sì (anche con i miei figli è stato lo stesso, dev’essere un fatto genetico), sono severa con ogni parola e non la mollo finché non produce ciò che voglio che produca, ma poi ho fretta di vederli camminare con le loro gambe. E, come per i figli, non credo che lo scrittore possegga la capacità di una totale autocritica; ognuno di noi cerca di fare del suo meglio, è ovvio, seguendo però le proprie idee e i propri schemi. Chi si accanisce a smontare uno scritto nel tentativo di vivisezionarlo alla ricerca dell’errore non ha, secondo me, la giusta chiave di lettura. Un libro deve dare delle sensazioni prima di tutto: se ci riesce, lo scrittore ha centrato il bersaglio. Le critiche schematiche sanno più di una fredda analisi del testo e perdono di vista quella certa globalità che io trovo importante. Quando leggo un libro cerco emozioni, ed è questo che lo rende un buon libro. Ma bisogna essere pronti a qualsiasi tipo di smontaggio, chi scrive lo sa, fa parte del gioco. Però, dulcis in fundo, resta il lettore, quello puro e semplice, il più importante giudice di ogni nostra opera.
Buona serata a tutti!

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Di: il sentenza http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/comment-page-2/#comment-41669 il sentenza Thu, 23 Oct 2008 13:29:42 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/#comment-41669 Ma quale rischio? Uno scrive per esserci e perché ha voglia di farlo. Tutto il resto viene dopo. Ma quale rischio? Uno scrive per esserci e perché ha voglia di farlo. Tutto il resto viene dopo.

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Di: Maria Lucia Riccioli http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/comment-page-2/#comment-41666 Maria Lucia Riccioli Thu, 23 Oct 2008 13:15:31 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/#comment-41666 Sono d'accordo con Plessus e Gianni Parlato. Verissimo, si scrive non per dare agli altri una presunta verità che non potremmo MAI avere la presunzione di possedere, ma per cercarla. Per capirla, se mai avessimo avuto un barlume di essa. L'atteggiamento critico - nel senso più alto e meno fazioso del termine - sta nel senso di responsabilità verso se stessi e i lettori, nell'impegno verso una perfettibilità più che verso LA perfezione. Severità e indulgenza insieme verso un qualcosa che è parte di noi stessi. Sono d’accordo con Plessus e Gianni Parlato. Verissimo, si scrive non per dare agli altri una presunta verità che non potremmo MAI avere la presunzione di possedere, ma per cercarla. Per capirla, se mai avessimo avuto un barlume di essa. L’atteggiamento critico – nel senso più alto e meno fazioso del termine – sta nel senso di responsabilità verso se stessi e i lettori, nell’impegno verso una perfettibilità più che verso LA perfezione. Severità e indulgenza insieme verso un qualcosa che è parte di noi stessi.

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Di: Alfredo http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/comment-page-2/#comment-41664 Alfredo Thu, 23 Oct 2008 12:58:50 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/#comment-41664 Stavo per scrivere le stesse cose di Mariolina La Monica. Dunque quoto, e non mi ripeto Stavo per scrivere le stesse cose di Mariolina La Monica. Dunque quoto, e non mi ripeto

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Di: Mariolina La Monica http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/comment-page-2/#comment-41660 Mariolina La Monica Thu, 23 Oct 2008 11:52:57 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/#comment-41660 Rivedo parecchi dei miei interrogativi in quelli che si pone Antonella dinanzi alla scrittura e specialmente dinanzi alla sua nuova creatura (se ho capito il tipo, credo proprio che se li porrà all'infinito). Del resto, credo che questo sia abbastanza consueto per uno scrittore. Infatti, sarebbe demenziale piazzarsi su un piedistallo ed essere certi di stare agendo al meglio, quando il meglio di noi sta in un insieme di emozioni, di amori e disamori, di esperienze non sempre piacevoli e di legami spesso controversi, ma innegabili con il mondo in cui siamo cresciuti e ci muoviamo. Come dicevo, sono attraversata anch'io da molti dubbi (qualcuno mi viene addirittura proposto dai miei familiari tra le pareti domestiche). Ma sono certa di una cosa, che sicuramente mi fa apparire stupida e che, al contrario, penso che racchiuda la mia forza, come quella di Antonella e di tutti quelli che scriviamo con trasporto. Cioè, sono sicura del fatto che mai potrei mediare il mio modo di scrivere per esigenze editoriali o di mercato. Non potrei, perchè, così facendo, dovrei rinunciare all'illusione d'alimentare, attraverso la scrittura in versi e in prosa, una scaglia di cielo e di verità dell'essere, di deporre la penna o alzarmi dal computer sentendo in me un'appagante sensazione di pienezza. Quindi, tra la scelta di scrivere romanzi o poesie, che Antonella definisce di mantenimento, ritengo che sia molto più gratificante rischiare. Rivedo parecchi dei miei interrogativi in quelli che si pone Antonella dinanzi alla scrittura e specialmente dinanzi alla sua nuova creatura (se ho capito il tipo, credo proprio che se li porrà all’infinito).
Del resto, credo che questo sia abbastanza consueto per uno scrittore. Infatti, sarebbe demenziale piazzarsi su un piedistallo ed essere certi di stare agendo al meglio, quando il meglio di noi sta in un insieme di emozioni, di amori e disamori, di esperienze non sempre piacevoli e di legami spesso controversi, ma innegabili con il mondo in cui siamo cresciuti e ci muoviamo.
Come dicevo, sono attraversata anch’io da molti dubbi (qualcuno mi viene addirittura proposto dai miei familiari tra le pareti domestiche). Ma sono certa di una cosa, che sicuramente mi fa apparire stupida e che, al contrario, penso che racchiuda la mia forza, come quella di Antonella e di tutti quelli che scriviamo con trasporto. Cioè, sono sicura del fatto che mai potrei mediare il mio modo di scrivere per esigenze editoriali o di mercato.
Non potrei, perchè, così facendo, dovrei rinunciare all’illusione d’alimentare, attraverso la scrittura in versi e in prosa, una scaglia di cielo e di verità dell’essere, di deporre la penna o alzarmi dal computer sentendo in me un’appagante sensazione di pienezza.
Quindi, tra la scelta di scrivere romanzi o poesie, che Antonella definisce di mantenimento, ritengo che sia molto più gratificante rischiare.

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Di: Marina http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/comment-page-2/#comment-41657 Marina Thu, 23 Oct 2008 10:07:55 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/#comment-41657 E comunque non c'è dubbio: scrivere e pubblicare comporta un importante assunzione di rischio. Però c'è un rischio ancora più grande: non pubblicare per mero timore. E comunque non c’è dubbio: scrivere e pubblicare comporta un importante assunzione di rischio.
Però c’è un rischio ancora più grande: non pubblicare per mero timore.

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Di: Marina http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/comment-page-2/#comment-41656 Marina Thu, 23 Oct 2008 10:06:45 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/#comment-41656 Io penso che un autore non può che essere un pessimo giudice della propria opera letteraria. Secondo me deve solo preoccuparsi di realizzarla al meglio, e già ce ne vuole, rimettendosi poi al giudizio dei lettori e dei critici. A ciascuno il suo, non vi pare? Io penso che un autore non può che essere un pessimo giudice della propria opera letteraria. Secondo me deve solo preoccuparsi di realizzarla al meglio, e già ce ne vuole, rimettendosi poi al giudizio dei lettori e dei critici.
A ciascuno il suo, non vi pare?

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Di: Marina http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/comment-page-2/#comment-41655 Marina Thu, 23 Oct 2008 10:04:33 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/#comment-41655 Bellissimo l'articolo, e bellissimo il blog. Bravi Bellissimo l’articolo, e bellissimo il blog. Bravi

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Di: Sergio Sozi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/comment-page-2/#comment-41628 Sergio Sozi Wed, 22 Oct 2008 23:02:08 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/#comment-41628 Attento a darmi certi suggerimenti, Maugger, che quando inizio con le stroncature, poi ci prendo gusto... Attento a darmi certi suggerimenti, Maugger, che quando inizio con le stroncature, poi ci prendo gusto…

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/comment-page-2/#comment-41620 Massimo Maugeri Wed, 22 Oct 2008 22:12:04 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/#comment-41620 Il resto... a domani. Il resto… a domani.

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/comment-page-1/#comment-41619 Massimo Maugeri Wed, 22 Oct 2008 22:11:49 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/#comment-41619 E poi dò il mio personale benvenuto a Plessus. E poi dò il mio personale benvenuto a Plessus.

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/comment-page-1/#comment-41618 Massimo Maugeri Wed, 22 Oct 2008 22:11:08 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/#comment-41618 Ringrazio intanto Antonella per essere riuscita a intervenire. (mi aveva raccontato il brutto episodio capitato a sua nonna per telefono) Ringrazio intanto Antonella per essere riuscita a intervenire.
(mi aveva raccontato il brutto episodio capitato a sua nonna per telefono)

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/comment-page-1/#comment-41617 Massimo Maugeri Wed, 22 Oct 2008 22:09:27 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/#comment-41617 Contavo di fare diversi interventi in replica a commenti molto interessanti, ma sono ancora più stanco di ieri sera... vabbè Contavo di fare diversi interventi in replica a commenti molto interessanti, ma sono ancora più stanco di ieri sera…
vabbè

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/comment-page-1/#comment-41616 Massimo Maugeri Wed, 22 Oct 2008 22:08:17 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/#comment-41616 Bravo, Sergio! Dovresti stroncare i tuoi scritti per professione. (scherzo, ovviamente) :) Bravo, Sergio! Dovresti stroncare i tuoi scritti per professione.
(scherzo, ovviamente)
:)

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Di: Sergio Sozi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/comment-page-1/#comment-41604 Sergio Sozi Wed, 22 Oct 2008 18:52:06 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/#comment-41604 Benvenuto, Plessus, Ci dici che ''Bisognerebbe essere in grado di attraversare il libro con tutte le sfumature della propria critica.'' Ecco, io un giorno l'ho fatto: ho scritto una recensione su un mio libro dove lo rivoltavo come un calzino senza rinunciare agli aspetti negativi. Mi e' piaciuto molto, quasi piu' che scrivere il libro stesso! Benvenuto, Plessus,
Ci dici che ”Bisognerebbe essere in grado di attraversare il libro con tutte le sfumature della propria critica.”
Ecco, io un giorno l’ho fatto: ho scritto una recensione su un mio libro dove lo rivoltavo come un calzino senza rinunciare agli aspetti negativi. Mi e’ piaciuto molto, quasi piu’ che scrivere il libro stesso!

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Di: plessus http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/comment-page-1/#comment-41594 plessus Wed, 22 Oct 2008 14:57:08 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/#comment-41594 Anche per me è il primo intervento in questo blog. Ma sì, bisogna essere cattivi con la propria creatura letteraria. Non credo sia sufficiente, però, una picconata di ipercriticità una tantum nel costato di un sostanziale corpus protettivo. Bisognerebbe essere in grado di attraversare il libro con tutte le sfumature della propria critica. Dalla possibile stroncatura dell’impianto narrativo per provare a ripensarlo in toto, al rannicchiarsi in fondo ad una pagina in adorazione estatica di un paragrafo, o di un periodo che magicamente apre un capitolo. Poi, lavorare di umiltà considerando importanti, almeno quanto le nostre, le parole degli amici forniti di dispositivi critici il più possibile articolati. Escluderei la possibilità di dare retta ai giudizi dei soliti detrattori la propria opera. Sarebbe un esercizio troppo difficile. Ma la critica è salvifica. Complimenti per il blog, e il post. Saluti, e salute Anche per me è il primo intervento in questo blog.
Ma sì, bisogna essere cattivi con la propria creatura letteraria. Non credo sia sufficiente, però, una picconata di ipercriticità una tantum nel costato di un sostanziale corpus protettivo.
Bisognerebbe essere in grado di attraversare il libro con tutte le sfumature della propria critica. Dalla possibile stroncatura dell’impianto narrativo per provare a ripensarlo in toto, al rannicchiarsi in fondo ad una pagina in adorazione estatica di un paragrafo, o di un periodo che magicamente apre un capitolo.
Poi, lavorare di umiltà considerando importanti, almeno quanto le nostre, le parole degli amici forniti di dispositivi critici il più possibile articolati.
Escluderei la possibilità di dare retta ai giudizi dei soliti detrattori la propria opera. Sarebbe un esercizio troppo difficile.
Ma la critica è salvifica.
Complimenti per il blog, e il post.
Saluti, e salute

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Di: Gianni Parlato http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/comment-page-1/#comment-41580 Gianni Parlato Wed, 22 Oct 2008 13:01:51 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/#comment-41580 @... Quando qualcosa viene dal profondo, all' inizio si parte di slancio, con passione. Ma il confine tra passione e ossessione è sepre lì, labile, e sconfinare non è così difficile. E il tempo che ci lasciamo scorrere addosso a quel pensiero diventa deleterio, per la 'creatura'. Allora iniziano i dubbi, i 'rancori', verso 'lei' e verso se stessi. Si perde il filo, il senso..." ma che c...sto facendo!?...Ma è la cosa giusta?...E' quello che volevo dire inizialmente?...". La verità è anche un'altra. Come dissi nel suo post a Simona, quel che personalmente ho capito(almeno di me), che ciò che induce a creare, non è spinto da una nuova luce di verità di cui ci sentiamo positivamente abbagliati ; ma l'inverso : ricercare la via ad un averità che sentiamo perduta. La quale, è spinta da un'ispirazione di un'altra nuova, che sentiamo ma non conosciamo. Ecco la sottile differenza. La nuova creatura avrà colori diversi, risvolti inaspettati, toni "ingenui" a noi stessi. E quando vai a rileggerti, è proiprio questo "nuovo" che ti spaventa : " ma che c...ho scritto?!.."-. Invece bisognerebbe lasciarlo così com'è. Ma poi pensi di doverti adeguare ai gusti, al marketing, e soprattutto di non fare la parte del "co....ne". Allora stai a sentire tutto, pure quello che non 'senti'. Invece -come con un figlio- non puoi pretendere la perfezione. Se non altro perchè non è umana, e soprattutto perchè in essa non c'è niente di 'nuovo', di 'ingenuo'. Non c'è vita, insomma. Se invece si fosse capaci di prendersi con più elasticità, con un po' di distacco, un minimo di autoironia( che magari trovi anche nella tua creatura), cambierebbe l'atteggiamento e l'ossessione tornerebbe passione, accettando anche i suoi difetti( ed anche questi, sono interpretabili a secondo del momento e degli stati d'animo). E così, si capirebbe che un figlio non è la proiettiva perfezione ai propri fallimenti, così come una 'creatura' non è l'indefettibile nostro riflesso. Un po' di cattiveria, certo. Magari, rileggendosi, sarebbe sublime pensare anche di se stessi... -" fammi vedere un po' cosa ha scritto questo coglione?!..."-. Questo è il rischio che si corre. Però, col giusto distacco si sorriderebbe di più. E magari, quella nostra 'creatura', con nostro stupore, ci invita anche saggiamente a riflettere. Un caro saluto, Gianni Parlato @…
Quando qualcosa viene dal profondo, all’ inizio si parte di slancio, con passione. Ma il confine tra passione e ossessione è sepre lì, labile, e sconfinare non è così difficile.
E il tempo che ci lasciamo scorrere addosso a quel pensiero diventa deleterio, per la ‘creatura’. Allora iniziano i dubbi, i ‘rancori’, verso ‘lei’ e verso se stessi.
Si perde il filo, il senso…” ma che c…sto facendo!?…Ma è la cosa giusta?…E’ quello che volevo dire inizialmente?…”.
La verità è anche un’altra.
Come dissi nel suo post a Simona, quel che personalmente ho capito(almeno di me), che ciò che induce a creare, non è spinto da una nuova luce di verità di cui ci sentiamo positivamente abbagliati ; ma l’inverso : ricercare la via ad un averità che sentiamo perduta. La quale, è spinta da un’ispirazione di un’altra nuova, che sentiamo ma non conosciamo.
Ecco la sottile differenza.
La nuova creatura avrà colori diversi, risvolti inaspettati, toni “ingenui” a noi stessi.
E quando vai a rileggerti, è proiprio questo “nuovo” che ti spaventa : ” ma che c…ho scritto?!..”-.
Invece bisognerebbe lasciarlo così com’è. Ma poi pensi di doverti adeguare ai gusti, al marketing, e soprattutto di non fare la parte del “co….ne”. Allora stai a sentire tutto, pure quello che non ’senti’.
Invece -come con un figlio- non puoi pretendere la perfezione. Se non altro perchè non è umana, e soprattutto perchè in essa non c’è niente di ‘nuovo’, di ‘ingenuo’. Non c’è vita, insomma.
Se invece si fosse capaci di prendersi con più elasticità, con un po’ di distacco, un minimo di autoironia( che magari trovi anche nella tua creatura), cambierebbe l’atteggiamento e l’ossessione tornerebbe passione, accettando anche i suoi difetti( ed anche questi, sono interpretabili a secondo del momento e degli stati d’animo).
E così, si capirebbe che un figlio non è la proiettiva perfezione ai propri fallimenti, così come una ‘creatura’ non è l’indefettibile nostro riflesso.
Un po’ di cattiveria, certo.
Magari, rileggendosi, sarebbe sublime pensare anche di se stessi… -” fammi vedere un po’ cosa ha scritto questo coglione?!…”-.
Questo è il rischio che si corre. Però, col giusto distacco si sorriderebbe di più. E magari, quella nostra ‘creatura’, con nostro stupore, ci invita anche saggiamente a riflettere.
Un caro saluto, Gianni Parlato

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Di: Ste http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/comment-page-1/#comment-41579 Ste Wed, 22 Oct 2008 12:49:56 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/#comment-41579 Io non scrivo, però penso che se qualcuno parlasse male di un mio scritto non riuscirei a non arrabbiarmi Io non scrivo, però penso che se qualcuno parlasse male di un mio scritto non riuscirei a non arrabbiarmi

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Di: Ste http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/comment-page-1/#comment-41578 Ste Wed, 22 Oct 2008 12:49:10 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/#comment-41578 Bello e suggestivo questo pezzo di Antonella, brava. Bello e suggestivo questo pezzo di Antonella, brava.

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Di: Riccardo http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/comment-page-1/#comment-41564 Riccardo Wed, 22 Oct 2008 10:28:47 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/21/il-rischio-di-raccontare-di-antonella-cilento/#comment-41564 Grande Antonella. Tantissimi auguri. Grande Antonella. Tantissimi auguri.

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