Commenti a: MICHELANGELO LA GRANDE OMBRA. Incontro con Filippo Tuena http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/ Un open-blog. un luogo d\'incontro virtuale tra scrittori, lettori, librai, critici, giornalisti e operatori culturali Sat, 11 Sep 2021 08:46:19 +0000 http://wordpress.org/?v=2.9.2 hourly 1 Di: Renzo Montagnoli http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/comment-page-4/#comment-47859 Renzo Montagnoli Sat, 13 Dec 2008 09:42:02 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/#comment-47859 E io ringrazio Massimo, Filippo e tutti gli intervenuti per questa bella e interessante discussione. E io ringrazio Massimo, Filippo e tutti gli intervenuti per questa bella e interessante discussione.

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/comment-page-4/#comment-47830 Massimo Maugeri Fri, 12 Dec 2008 22:27:02 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/#comment-47830 Ci credo sulla parola... scritta del tuo romanzo, caro Filippo. Ancora grazie. Letteratitudine è casa tua. Ci credo sulla parola… scritta del tuo romanzo, caro Filippo.
Ancora grazie.
Letteratitudine è casa tua.

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Di: filippo tuena http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/comment-page-4/#comment-47828 filippo tuena Fri, 12 Dec 2008 22:14:29 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/#comment-47828 caro massimo, ancora un grazie a te, a Renzo e a tutti quelli che sono intervenuti. Michelangelo una volta che entra nel cuore non abbandona. Credimi quando dico che non basta una vita. caro massimo, ancora un grazie a te, a Renzo e a tutti quelli che sono intervenuti. Michelangelo una volta che entra nel cuore non abbandona. Credimi quando dico che non basta una vita.

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/comment-page-4/#comment-47824 Massimo Maugeri Fri, 12 Dec 2008 21:18:21 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/#comment-47824 Ehi, dimenticavo... Attendiamo ancora l'intervento del nostro Carlo S.!!! Carlitos?:) Ehi, dimenticavo…
Attendiamo ancora l’intervento del nostro Carlo S.!!!
Carlitos?:)

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/comment-page-4/#comment-47823 Massimo Maugeri Fri, 12 Dec 2008 21:17:21 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/#comment-47823 Grazie a tutti voi. Soprattutto a Renzo e a Filippo. Grazie a tutti voi. Soprattutto a Renzo e a Filippo.

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/comment-page-4/#comment-47822 Massimo Maugeri Fri, 12 Dec 2008 21:16:57 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/#comment-47822 Grazie a te, Lorenzo. Grazie a te, Lorenzo.

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Di: Renzo Montagnoli http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/comment-page-4/#comment-47808 Renzo Montagnoli Fri, 12 Dec 2008 20:38:31 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/#comment-47808 @ Lorenzo: sono più che d'accordo, tanto che la mia poduzione letteraria mira a evidenziare ciò che hai scritto. Del resto, il sistema migliore per vivere consapevolmente è di dare il massimo di se stessi, non dimenticando da dove siamo venuti. Il dramma attuale è che le presenti generazioni sono per lo più sradicate dal passato, tese solo a giungere al successo in qualsiasi modo, senza più valori, e così non vivono il presente, ma lo distruggono, con gli occhi rivolti sempre a un futuro che non sanno e non possono costruire. La perdita della coscienza storica ci rende tutti orfani e ci spinge a una solitudine senza speranza. @ Lorenzo: sono più che d’accordo, tanto che la mia poduzione letteraria mira a evidenziare ciò che hai scritto. Del resto, il sistema migliore per vivere consapevolmente è di dare il massimo di se stessi, non dimenticando da dove siamo venuti. Il dramma attuale è che le presenti generazioni sono per lo più sradicate dal passato, tese solo a giungere al successo in qualsiasi modo, senza più valori, e così non vivono il presente, ma lo distruggono, con gli occhi rivolti sempre a un futuro che non sanno e non possono costruire. La perdita della coscienza storica ci rende tutti orfani e ci spinge a una solitudine senza speranza.

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Di: lorenzerrimo http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/comment-page-4/#comment-47807 lorenzerrimo Fri, 12 Dec 2008 20:25:38 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/#comment-47807 @ Renzo Montagnoli Sì, anch'io credo nella compensazione. Anch'io persi la mia mamma, all'età di dieci anni, e sentii sempre una sorte di protezione nel corso della mia vita. Chiuso in me stesso nel corso dell'infanzia, mi aprii solo dopo nell'età adulta. L'uomo moderno si sta ribaltando con le sue cognizioni scientifiche nell'immensità del Creato, quando non riesce ancora a risolvere i problemi nel suo pianeta. È come se volesse imitare il grande artista, rifugiarsi in un sogno assoluto senza tener conto che vive in una realtà precaria e mediocre. Alla fine sentirà il vuoto affettivo che l’ha spinto a cercare altrove e non si sentirà in nessun luogo a casa, dove un qualcuno della sua specie sarà rimasto ad aspettarlo. Qui si traccia il dilemma della vita: essere o non essere, che viene inteso troppo spesso per il proprio tornaconto. Essere, come lo intendo io, significa conoscere la propria natura e vivere per realizzarla, e comprende un cercare il nuovo senza perdere il contatto con le proprie origini, di modo che sappia sempre chi sia e da dove viene e voglia e possa ritrovare anche altrove la via del ritorno. Ti ringrazio molto della bella conversazione che ritengo utile nella mia ricerca continua di risposte migliori alle mie tante domande. Esse rimangono a volte senza una risposta soddisfacente a causa dei propri difetti che, come affermi anche tu e per fortuna aggiungo io, vengono compensati dai pregi, così che non si perde il controllo su di sé. Saluti. Lorenzo @ Massimo grazie anche a te per il magnifico tema presentato. Lorenzo @ Renzo Montagnoli
Sì, anch’io credo nella compensazione. Anch’io persi la mia mamma, all’età di dieci anni, e sentii sempre una sorte di protezione nel corso della mia vita.
Chiuso in me stesso nel corso dell’infanzia, mi aprii solo dopo nell’età adulta.
L’uomo moderno si sta ribaltando con le sue cognizioni scientifiche nell’immensità del Creato, quando non riesce ancora a risolvere i problemi nel suo pianeta.
È come se volesse imitare il grande artista, rifugiarsi in un sogno assoluto senza tener conto che vive in una realtà precaria e mediocre.
Alla fine sentirà il vuoto affettivo che l’ha spinto a cercare altrove e non si sentirà in nessun luogo a casa, dove un qualcuno della sua specie sarà rimasto ad aspettarlo.
Qui si traccia il dilemma della vita: essere o non essere, che viene inteso troppo spesso per il proprio tornaconto.
Essere, come lo intendo io, significa conoscere la propria natura e vivere per realizzarla, e comprende un cercare il nuovo senza perdere il contatto con le proprie origini, di modo che sappia sempre chi sia e da dove viene e voglia e possa ritrovare anche altrove la via del ritorno.
Ti ringrazio molto della bella conversazione che ritengo utile nella mia ricerca continua di risposte migliori alle mie tante domande. Esse rimangono a volte senza una risposta soddisfacente a causa dei propri difetti che, come affermi anche tu e per fortuna aggiungo io, vengono compensati dai pregi, così che non si perde il controllo su di sé.
Saluti.
Lorenzo
@ Massimo
grazie anche a te per il magnifico tema presentato.
Lorenzo

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Di: Renzo Montagnoli http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/comment-page-4/#comment-47799 Renzo Montagnoli Fri, 12 Dec 2008 16:37:33 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/#comment-47799 @Lorenzo: penso che in Michelangelo il problema della solitudine risalga ai suoi primi anni di vita, prima messo a balia, poi la prematura scomparsa della madre, fatti traumatici per un bimbo dall'estrema sensibilità, che probabilmente lo portarono gradualmente a chiudersi in se stesso. Ai giorni nostri, adeguatamente curato, forse sarebbe riuscito a uscire dal suo guscio, ma, magari, come indicato anche da te, perdendo quella forza creativa che lo ha reso un sommo artista. Nella vita ci sono sempre delle compensazioni, se si eccelle in un proprio aspetto, si difetta in un altro. @Lorenzo: penso che in Michelangelo il problema della solitudine risalga ai suoi primi anni di vita, prima messo a balia, poi la prematura scomparsa della madre, fatti traumatici per un bimbo dall’estrema sensibilità, che probabilmente lo portarono gradualmente a chiudersi in se stesso. Ai giorni nostri, adeguatamente curato, forse sarebbe riuscito a uscire dal suo guscio, ma, magari, come indicato anche da te, perdendo quella forza creativa che lo ha reso un sommo artista.
Nella vita ci sono sempre delle compensazioni, se si eccelle in un proprio aspetto, si difetta in un altro.

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Di: lorenzerrimo http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/comment-page-4/#comment-47797 lorenzerrimo Fri, 12 Dec 2008 15:54:17 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/#comment-47797 @ Renzo Montagnoli Quando noto come la natura sia selvaggia, mi auguro che l’uomo con la sua intelligenza possa moderarla. In questo processo dimostrerebbe di potersi avvalere del diritto di soggiogarla; ma anche l’uomo è ancora selvaggio e così perdura l’eterno conflitto tra i due elementi. Se Dio ha creato l’uomo a sua immagine ed è un Dio buono, gli permetterà anche di riuscire nell’ardua impresa. La natura è madre, ma anche matrigna; basta pensare alle catastrofi causate da lei stessa e all’ingegno dell’uomo nel riuscire a superarle. Per il resto, concordo con te sul fatto che l’uomo dovrebbe servirsi della natura e non essere il suo antagonista. Antagonista sì, ma solo nel rimediare alle sue catastrofi, e modellatore, nell’adattarla alle sue esigenze che dovrebbero essere sempre rispettose. Mi è piaciuta la tua definizione del vuoto dominante in Michelangelo; lo intendo anch’io come il vuoto che sorge quando si arriva ad una meta elevata ma troppo individualistica, cioè senza averla connessa in un sistema di ideali dove l’individuo capisca di non poter raggiungere felicità ed armonia senza la partecipazione del suo prossimo. Ma felicità ed armonia non sono parte del grande artista, come se avesse intuito che con loro non avrebbe creato tali opere eccezionali. Fu, allora, un essere determinato dal suo destino, e, come tale, sempre fuori dalla società degli altri ed ancor più modesti. Considerando le molteplici possibilità di cura, oggi di moda, mi chiedo, anche, se Michelangelo avrebbe vissuto la sua vita con un animo più tranquillo e sereno, pur senza creare qualcosa di eccezionale, quando fosse stato curato dalla moderna scienza della psicologia e neurologia. Un fatto che abbisogna di un’analisi profonda sul senso della vita, sul ruolo del destino che ne deriva e infine sul rapporto determinante tra l’uomo e le energie dominanti nell’Universo. Un grazie vivo per le risposte esaurienti ed interessanti. Saluti. Lorenzo @ Renzo Montagnoli
Quando noto come la natura sia selvaggia, mi auguro che l’uomo con la sua intelligenza possa moderarla. In questo processo dimostrerebbe di potersi avvalere del diritto di soggiogarla; ma anche l’uomo è ancora selvaggio e così perdura l’eterno conflitto tra i due elementi.
Se Dio ha creato l’uomo a sua immagine ed è un Dio buono, gli permetterà anche di riuscire nell’ardua impresa.
La natura è madre, ma anche matrigna; basta pensare alle catastrofi causate da lei stessa e all’ingegno dell’uomo nel riuscire a superarle.
Per il resto, concordo con te sul fatto che l’uomo dovrebbe servirsi della natura e non essere il suo antagonista. Antagonista sì, ma solo nel rimediare alle sue catastrofi, e modellatore, nell’adattarla alle sue esigenze che dovrebbero essere sempre rispettose.
Mi è piaciuta la tua definizione del vuoto dominante in Michelangelo; lo intendo anch’io come il vuoto che sorge quando si arriva ad una meta elevata ma troppo individualistica, cioè senza averla connessa in un sistema di ideali dove l’individuo capisca di non poter raggiungere felicità ed armonia senza la partecipazione del suo prossimo.
Ma felicità ed armonia non sono parte del grande artista, come se avesse intuito che con loro non avrebbe creato tali opere eccezionali.
Fu, allora, un essere determinato dal suo destino, e, come tale, sempre fuori dalla società degli altri ed ancor più modesti.
Considerando le molteplici possibilità di cura, oggi di moda, mi chiedo, anche, se Michelangelo avrebbe vissuto la sua vita con un animo più tranquillo e sereno, pur senza creare qualcosa di eccezionale, quando fosse stato curato dalla moderna scienza della psicologia e neurologia.
Un fatto che abbisogna di un’analisi profonda sul senso della vita, sul ruolo del destino che ne deriva e infine sul rapporto determinante tra l’uomo e le energie dominanti nell’Universo.
Un grazie vivo per le risposte esaurienti ed interessanti.
Saluti.
Lorenzo

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Di: CINZIA PIERANGELINI http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/comment-page-4/#comment-47778 CINZIA PIERANGELINI Fri, 12 Dec 2008 10:46:39 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/#comment-47778 My God, non riuscirò mai a leggere tutti questi messaggi! e allora velocissimamente vi lascio e vado a continuare Il volo dell'occasione! (al contrario di Renzo io parto dagli inizi ). Michelangelo me lo regalerò per Natale. My God, non riuscirò mai a leggere tutti questi messaggi! e allora velocissimamente vi lascio e vado a continuare Il volo dell’occasione! (al contrario di Renzo io parto dagli inizi ). Michelangelo me lo regalerò per Natale.

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Di: Carlo S. http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/comment-page-4/#comment-47753 Carlo S. Thu, 11 Dec 2008 22:55:25 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/#comment-47753 Grazie Massimo, lascialo ancora un giorno o anche due. Arrivo ora dopo una serie di impegni in Puglia che mi hanno tenuto lontano da casa e impedito di leggere (e siamo già a oltre 180 commenti!!) e partecipare. Ma dopo aver letto Ultimo Parallelo considero Tuena uno degli scrittori italiani più interessanti tra quelli in attività. Almeno questo ci tengo a dirlo. Grazie Massimo, lascialo ancora un giorno o anche due. Arrivo ora dopo una serie di impegni in Puglia che mi hanno tenuto lontano da casa e impedito di leggere (e siamo già a oltre 180 commenti!!) e partecipare. Ma dopo aver letto Ultimo Parallelo considero Tuena uno degli scrittori italiani più interessanti tra quelli in attività. Almeno questo ci tengo a dirlo.

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/comment-page-4/#comment-47745 Massimo Maugeri Thu, 11 Dec 2008 22:19:34 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/#comment-47745 Ragazzi, questo dibattito è davvero stupendo. Pensavo di inserire un nuovo post, ma lascerò questo in primo piano ancora per un giorno. Merita... Così come meritano Michelangelo e Filippo Tuena. Ragazzi, questo dibattito è davvero stupendo. Pensavo di inserire un nuovo post, ma lascerò questo in primo piano ancora per un giorno.
Merita…
Così come meritano Michelangelo e Filippo Tuena.

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Di: Renzo Montagnoli http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/comment-page-4/#comment-47734 Renzo Montagnoli Thu, 11 Dec 2008 19:38:00 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/#comment-47734 @Filippo: se posso, domani sarò di nuovo qui. @Filippo: se posso, domani sarò di nuovo qui.

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Di: Renzo Montagnoli http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/comment-page-4/#comment-47733 Renzo Montagnoli Thu, 11 Dec 2008 19:36:47 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/#comment-47733 @Lorenzo: l'ipotesi non è certamente priva di fondamento. Quanto alla domanda la risposta è mestremamente difficile, perchè, almeno in epoca recente, assistiamo a un continuo conflitto fra l'uomo e la natura, con tutte le conseguenze del caso, perchè la prima si rivela nettamente più forte. Per me il problema, però, è un altro: l'uomo deve servirsi della natura, non essere il suo antagonista, deve comprendere i suoi meccanisni per avvalersi delle possibilità enormi che offre senza soggiogarla, perchè l'uomo è parte della natura. Che poi in Michelangelo sia avvertita una missione ne dubito. Lui è un prediletto, e tale si avverte, e poichè nessuno è in grado di essere meglio di lui, deve onorare il suo rango misurandosi continuamente con se stesso. Ha al tempo medesimo un'altissima considerazione di sè, ma anche un vuoto interiore, che lo spinge continuamente a fare, come se quello fosse l'unico modo per sanare ciò che gli manca. A questo punto, di cosa manca Michelangelo? Per me manca della capacità di sentirsi parte dell'umanità, aggiungendo isolamento a isolamento, tipico di un infelice e l'infelicità è una delle molle primordiali nell'artista, è quella che lo porta a sognare con le sue opere, che una volta ultimate lo fanno ritornare a uno stato di profonda insoddisfazione, a cui pone rimedio realizzandone altre. @Lorenzo: l’ipotesi non è certamente priva di fondamento. Quanto alla domanda la risposta è mestremamente difficile, perchè, almeno in epoca recente, assistiamo a un continuo conflitto fra l’uomo e la natura, con tutte le conseguenze del caso, perchè la prima si rivela nettamente più forte. Per me il problema, però, è un altro: l’uomo deve servirsi della natura, non essere il suo antagonista, deve comprendere i suoi meccanisni per avvalersi delle possibilità enormi che offre senza soggiogarla, perchè l’uomo è parte della natura.
Che poi in Michelangelo sia avvertita una missione ne dubito. Lui è un prediletto, e tale si avverte, e poichè nessuno è in grado di essere meglio di lui, deve onorare il suo rango misurandosi continuamente con se stesso. Ha al tempo medesimo un’altissima considerazione di sè, ma anche un vuoto interiore, che lo spinge continuamente a fare, come se quello fosse l’unico modo per sanare ciò che gli manca. A questo punto, di cosa manca Michelangelo?
Per me manca della capacità di sentirsi parte dell’umanità, aggiungendo isolamento a isolamento, tipico di un infelice e l’infelicità è una delle molle primordiali nell’artista, è quella che lo porta a sognare con le sue opere, che una volta ultimate lo fanno ritornare a uno stato di profonda insoddisfazione, a cui pone rimedio realizzandone altre.

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Di: filippo tuena http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/comment-page-4/#comment-47731 filippo tuena Thu, 11 Dec 2008 19:18:12 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/#comment-47731 cari amici non posso partecipare questa sera al blog. Ringrazio Massimo, REnzo e tutti quelli che sono intervenuti. Domattina risponderò se c'è qualche richiesta. Intanto mi permetto di segnalarvi un altro mio libro su Michelangelo - La passione dell'error mio. Il carteggio 1532-1564 (Fazi 2002) dove commento un centinaio di lettere del nostro. Se volete andate a curiosare su trovate qualcosa su http://digilander.libero.it/filippotuena/index.htm a domani cari amici non posso partecipare questa sera al blog. Ringrazio Massimo, REnzo e tutti quelli che sono intervenuti. Domattina risponderò se c’è qualche richiesta. Intanto mi permetto di segnalarvi un altro mio libro su Michelangelo – La passione dell’error mio. Il carteggio 1532-1564 (Fazi 2002) dove commento un centinaio di lettere del nostro. Se volete andate a curiosare su trovate qualcosa su

http://digilander.libero.it/filippotuena/index.htm

a domani

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Di: lorenzerrimo http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/comment-page-4/#comment-47724 lorenzerrimo Thu, 11 Dec 2008 18:21:03 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/#comment-47724 @ Renzo Montagnoli-Filippo Tuena, e gli altri interessati Nella mente di Michelangelo agiva prima di tutto lo stimolo di arrivare alla perfezione. Perfezione doveva significare per lui un arrivare al divino, processo nel quale pensava di sentirsi accettato ed essere vicino al suo Dio. È di certo un processo al quale si sottomettono molti ricercatori dei propri scopi della vita; ognuno lo intraprende nel suo campo d’azione che rispecchia le sue caratteristiche naturali, così che possiamo ritenere che ogni epoca abbia i suoi rappresentanti più elevati. Mi chiedo ora, se sia l’uomo a definire l’epoca con il suo agire, o l’epoca stessa, intesa come processo storico continuo, a formare l‘uomo. Mi pongo quindi la domanda, se sia l’uomo al centro della dimensione terrestre, immaginabile grazie alla sua intelligenza ed abilità, o quest’ultima a determinare il flusso continuo degli avvenimenti storici che si avverano in essa e quindi anche nell’essere umano. Mi piace l’idea che l’uomo sia l’antagonista della natura, nella quale agisce allo scopo di mutarla e renderla sottomessa alla sua volontà, fino al punto dove entrambi abbiano raggiunto armonia ed equilibrio, punto nel quale egli avrebbe terminato i compiti affidatigli dal suo Dio superiore, o anche semplicemente dalla sua intelligenza. In questa connessione, mi pare che Michelangelo rappresenti l’essere umano, capriccioso e testardo, nell’intento di modellare la sua natura prediletta, la pietra, fino a raggiungere l’apoteosi della perfezione e potersi presentare, poi, al suo Dio compiaciuto di aver assolto ai compiti affidatigli. L’artista dona vita a una sostanza fredda e compatta ispirandole il suo spirito creativo, così come Dio fece con la creazione dell’Universo. Due forme d’energie che mutano in continuazione l’aspetto esterno della materia rendendola spirituale e viva. Il visitatore di questi esemplari d’arte superba e magica dovrebbe riconoscere nell’oggetto della sua osservazione il processo creativo messo in atto dall’artista in ogni suo elemento, come tenacia, volontà di riuscirci, sforzi di superamento delle proprie debolezze fisiche e psichiche che gli si oppongono continuamente e così via per capirne la sua importanza, il suo valore istruttivo, ed educativo da essere invogliato ad imitarlo. Solo così ha un senso il visitare un museo o un’esposizione d’arte. Grazie a questi grandiosi artisti, comprendiamo l’importanza dell’assunzione d’impegni elevati, senza i quali non lasceremmo nessuna traccia del nostro apparire e non contribuiremmo alla continuazione del processo evolutivo umano, e il tutto perderebbe la sua caratteristica di essere voluto da una forza superiore e quindi divina. Saluti. Lorenzo @ Renzo Montagnoli-Filippo Tuena, e gli altri interessati
Nella mente di Michelangelo agiva prima di tutto lo stimolo di arrivare alla perfezione.
Perfezione doveva significare per lui un arrivare al divino, processo nel quale pensava di sentirsi accettato ed essere vicino al suo Dio.
È di certo un processo al quale si sottomettono molti ricercatori dei propri scopi della vita; ognuno lo intraprende nel suo campo d’azione che rispecchia le sue caratteristiche naturali, così che possiamo ritenere che ogni epoca abbia i suoi rappresentanti più elevati.
Mi chiedo ora, se sia l’uomo a definire l’epoca con il suo agire, o l’epoca stessa, intesa come processo storico continuo, a formare l‘uomo.
Mi pongo quindi la domanda, se sia l’uomo al centro della dimensione terrestre, immaginabile grazie alla sua intelligenza ed abilità, o quest’ultima a determinare il flusso continuo degli avvenimenti storici che si avverano in essa e quindi anche nell’essere umano.
Mi piace l’idea che l’uomo sia l’antagonista della natura, nella quale agisce allo scopo di mutarla e renderla sottomessa alla sua volontà, fino al punto dove entrambi abbiano raggiunto armonia ed equilibrio, punto nel quale egli avrebbe terminato i compiti affidatigli dal suo Dio superiore, o anche semplicemente dalla sua intelligenza.
In questa connessione, mi pare che Michelangelo rappresenti l’essere umano, capriccioso e testardo, nell’intento di modellare la sua natura prediletta, la pietra, fino a raggiungere l’apoteosi della perfezione e potersi presentare, poi, al suo Dio compiaciuto di aver assolto ai compiti affidatigli.
L’artista dona vita a una sostanza fredda e compatta ispirandole il suo spirito creativo, così come Dio fece con la creazione dell’Universo.
Due forme d’energie che mutano in continuazione l’aspetto esterno della materia rendendola spirituale e viva.
Il visitatore di questi esemplari d’arte superba e magica dovrebbe riconoscere nell’oggetto della sua osservazione il processo creativo messo in atto dall’artista in ogni suo elemento, come tenacia, volontà di riuscirci, sforzi di superamento delle proprie debolezze fisiche e psichiche che gli si oppongono continuamente e così via per capirne la sua importanza, il suo valore istruttivo, ed educativo da essere invogliato ad imitarlo.
Solo così ha un senso il visitare un museo o un’esposizione d’arte.
Grazie a questi grandiosi artisti, comprendiamo l’importanza dell’assunzione d’impegni elevati, senza i quali non lasceremmo nessuna traccia del nostro apparire e non contribuiremmo alla continuazione del processo evolutivo umano, e il tutto perderebbe la sua caratteristica di essere voluto da una forza superiore e quindi divina.
Saluti.
Lorenzo

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Di: ROSSELLA http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/comment-page-4/#comment-47723 ROSSELLA Thu, 11 Dec 2008 17:40:19 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/#comment-47723 Caro Messer Michelangelo Buonarroti, ho brevemente letto le Sue lettere, anche quelle inviate all'amico Leonardo e Benvenuto Cellini. Epistole fra amici, unione di anime su un piano spirituale e si scusano l'un l'altro e si rispettano, la stima è ben visibile, nelle relazioni fra i grandi mai uno specchio volgare, l'eleganza del distacco li accomuna, individualisti e riconoscibili per la loro unicità, compresa quella stilistica, Lei Messer Michelangelo non è mai insolente e sfacciato, anzi una sorta di pudore Le appartiene anche quando scrive a Papa Urbano a proposito della Cappella Sistina, il peccato di cui scrive allo stesso committente e la consapevolezza espressa in tale missiva farebbe indietreggiare chiunque si crede un dio. La ringrazio Messer Michelangelo Buonarroti, anche se guardava la donna con piglio rinascimentale e la ritenne inferiore all'uomo, ma il Suo rispetto nei confronti del gentil sesso è tale che lo annovera fra coloro che non hanno bisogno di gareggiare con nessuno, tantomeno con i saggi e con le aquile, ben chiaro infatti fu in Lei la differenza che intercorre "fra la vita sensibile ed il mondo intelleggibile nell'atto della coscienza con alterno e continuo processo verso le cose infere e le cose supreme". Grazie ancora Messer Rossella Caro Messer Michelangelo Buonarroti,
ho brevemente letto le Sue lettere, anche quelle inviate all’amico Leonardo e Benvenuto Cellini. Epistole fra amici, unione di anime su un piano spirituale e si scusano l’un l’altro e si rispettano, la stima è ben visibile, nelle relazioni fra i grandi mai uno specchio volgare, l’eleganza del distacco li accomuna, individualisti e riconoscibili per la loro unicità, compresa quella stilistica, Lei Messer Michelangelo non è mai insolente e sfacciato, anzi una sorta di pudore Le appartiene anche quando scrive a Papa Urbano a proposito della Cappella Sistina, il peccato di cui scrive allo stesso committente e la consapevolezza espressa in tale missiva farebbe indietreggiare chiunque si crede un dio.
La ringrazio Messer Michelangelo Buonarroti, anche se guardava la donna con piglio rinascimentale e la ritenne inferiore all’uomo, ma il Suo rispetto nei confronti del gentil sesso è tale che lo annovera fra coloro che non hanno bisogno di gareggiare con nessuno, tantomeno con i saggi e con le aquile, ben chiaro infatti fu in Lei la differenza che intercorre “fra la vita sensibile ed il mondo intelleggibile nell’atto della coscienza con alterno e continuo processo verso le cose infere e le cose supreme”.
Grazie ancora Messer
Rossella

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Di: ROSSELLA http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/comment-page-4/#comment-47721 ROSSELLA Thu, 11 Dec 2008 17:29:04 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/#comment-47721 Tale è Michelangelo. Superbo creatore di spiritualità e di bellezza:ama più che nn sia amato, produce bellezza, passa attraverso il mondo come eros freddoloso, arrichisce il mondo degli altri, ma resta povero e triste nella sua anima, la quale è volta altrove... GIOVANNI AMENDOLA "POESIE DI BUONARROTI MICHELANGELO" Tale è Michelangelo.
Superbo creatore di spiritualità e di bellezza:ama più che nn sia amato, produce bellezza, passa attraverso il mondo come eros freddoloso, arrichisce il mondo degli altri, ma resta povero e triste nella sua anima, la quale è volta altrove…
GIOVANNI AMENDOLA “POESIE DI BUONARROTI MICHELANGELO”

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Di: gianluca http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/comment-page-4/#comment-47717 gianluca Thu, 11 Dec 2008 16:13:20 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/#comment-47717 errata corrige che sempre si sottare volevo scrivere che sempre si sottrae... nel commento precedente. :) errata corrige
che sempre si sottare volevo scrivere che sempre si sottrae… nel commento precedente. :)

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Di: gianluca http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/comment-page-4/#comment-47716 gianluca Thu, 11 Dec 2008 16:11:23 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/#comment-47716 @filippo, tranquillo. anche io... storia del teatro e poi vari corsi nel settore psiconeurologico. fondamentalmente sono un 'artista' dipingo e faccio reading, radio... non sono un filosofo professionista, amo la transdisciplinarietà. l'unico difetto è che non sono sistematico, come narratore, mi perdo.... soprattutto se non ho un tema preciso. a proposito io vedo il rapporto committente-opera(tore) d'arte come caos e ordine. p.s. ma il tuo libro è meglio prenderlo su ibs o in libreria? @filippo, tranquillo. anche io… storia del teatro e poi vari corsi nel settore psiconeurologico. fondamentalmente sono un ‘artista’ dipingo e faccio reading, radio… non sono un filosofo professionista, amo la transdisciplinarietà. l’unico difetto è che non sono sistematico, come narratore, mi perdo…. soprattutto se non ho un tema preciso.
a proposito io vedo il rapporto committente-opera(tore) d’arte come caos e ordine.

p.s.
ma il tuo libro è meglio prenderlo su ibs o in libreria?

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Di: filippo tuena http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/comment-page-4/#comment-47715 filippo tuena Thu, 11 Dec 2008 15:38:22 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/#comment-47715 @gianluca, m'intimorisci...io ho studi di storia dell'arte e come narratore sono portato all'intuizione, però parliamo della stessa cosa. C'è una lettera di michelangelo, che cito nel libro a pag. 113 e poi un'altra a pag. 279 che anticipano la filosofia e l'arte del xx secolo. non te le racconto perché non voglio toglierti la sorpresa. Ma nella prima c'è tutto Heidegger e nella seconda parecchio Freud. @gianluca, m’intimorisci…io ho studi di storia dell’arte e come narratore sono portato all’intuizione, però parliamo della stessa cosa. C’è una lettera di michelangelo, che cito nel libro a pag. 113 e poi un’altra a pag. 279 che anticipano la filosofia e l’arte del xx secolo. non te le racconto perché non voglio toglierti la sorpresa. Ma nella prima c’è tutto Heidegger e nella seconda parecchio Freud.

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Di: gianluca http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/comment-page-4/#comment-47714 gianluca Thu, 11 Dec 2008 15:09:39 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/#comment-47714 heidegger... scusate. scrivo sempre heiddeger. non so perché. forse perché gg ricorda le mie iniziali di nome e cognome. sentieri interrotti ti hanno aiutato nell'approccio al non-finito? il levare è ciò che sempre si sottare. ah... ecco! ora ho capito che forse il levare è legato alla coscienza che la Verità è sempre il suo sottrarsi, il venir meno al qui. quindi la compulsione dell'Infinito si traduce del togliere perché michelagelo ritualizza l'eterna assenza della Verità con la verità dell'opera. è come se, per esorcizzare il nulla, lo presentifichi togliendo il 'pieno' e lasciando il vuoto che posso rimpire di significati oltre-mondani. ripenso all'amleto di meno di Carmelo Bene. basta con la verità, pensò forse michelangelo, Tu esisti e bam... l'ira la martellata. eh sì, si filosofa con il martello! diceva un progenitore di heidegger, nietzsche. e allora il Mosè che divide le acque, che ha le tavole del bene e del male, allora la dicotomia è in-finita, e di questo mondo, per michelangelo è il Mondo, difatti Mosé guarda a sinistra, non lo spett-attore. e la dicotomia presentificata dall'esser-ci è già oltre, trascende con la punta del piede sinistro calcagno sollevato, come in donatello, lì lì per andare oltre. o forse il mosè è tornato a sedersi fra noi dicotomici mentre fissa ancora il mancinismo degli Dei Speculari? fatto sta che la dicotomia cessa esistendo, esiste come un nuero periodico che non raggiunge mai il successivo e nemmeno è raggiunto dal precedente. il paradosso subatomico della posizione e della velocità di una particola. michelangelo va oltre e trascende l'assenza assoluta del movimento del suo opposto. l'esuberanza della bellezza che cambia il nostra sguardo sul Mondo. heidegger… scusate. scrivo sempre heiddeger. non so perché. forse perché gg ricorda le mie iniziali di nome e cognome.

sentieri interrotti ti hanno aiutato nell’approccio al non-finito?
il levare è ciò che sempre si sottare. ah… ecco! ora ho capito che forse il levare è legato alla coscienza che la Verità è sempre il suo sottrarsi, il venir meno al qui. quindi la compulsione dell’Infinito si traduce del togliere perché michelagelo ritualizza l’eterna assenza della Verità con la verità dell’opera. è come se, per esorcizzare il nulla, lo presentifichi togliendo il ‘pieno’ e lasciando il vuoto che posso rimpire di significati oltre-mondani.
ripenso all’amleto di meno di Carmelo Bene. basta con la verità, pensò forse michelangelo, Tu esisti e bam… l’ira la martellata. eh sì, si filosofa con il martello! diceva un progenitore di heidegger, nietzsche. e allora il Mosè che divide le acque, che ha le tavole del bene e del male, allora la dicotomia è in-finita, e di questo mondo, per michelangelo è il Mondo, difatti Mosé guarda a sinistra, non lo spett-attore. e la dicotomia presentificata dall’esser-ci è già oltre, trascende con la punta del piede sinistro calcagno sollevato, come in donatello, lì lì per andare oltre. o forse il mosè è tornato a sedersi fra noi dicotomici mentre fissa ancora il mancinismo degli Dei Speculari? fatto sta che la dicotomia cessa esistendo, esiste come un nuero periodico che non raggiunge mai il successivo e nemmeno è raggiunto dal precedente. il paradosso subatomico della posizione e della velocità di una particola. michelangelo va oltre e trascende l’assenza assoluta del movimento del suo opposto. l’esuberanza della bellezza che cambia il nostra sguardo sul Mondo.

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Di: gianluca http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/comment-page-4/#comment-47712 gianluca Thu, 11 Dec 2008 14:27:16 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/#comment-47712 @filippo: ok. ci siamo. ecco perché... c'era qualcosa nelle tue parole che mi affascina(va). l''esser-ci di heiddeger lo lego al demartiniano ethos del trascendimento e al rischio della presenza. ci pensavo stamattina: l'opera d'arte che nasce come risposta al richio di non-esserci. quello che del david colpiva era il suo 'stare-lì-per' pronto all'azione. comprendo meglio ora il cronotopo della scultura: esprime la temporalità dell'esser-ci, futuropassatopresente. citavo galimberti, a proposito dell'opposizione diabolico-simbolico, proprio per il suo aspetto 'fenomenologico', 'esistenzialistico' (preciso che questi termini non sono proprio dei sinonimi). p.s. caro filippo, non volevo scrivere tutte 'ste parole. avrei voluto risponderti senplicemente: ti vorrei abbacciare forte forte forte. perché? perché heiddeger è il mio 'mito' e non prescindo mai il discorso Arte dal linguaggio che la tradisce, vuoi con la durezza del marmo vuoi con la chimica dell'inchiostro cartaceo. il linguaggio è l'essere che lo produce. certo sembra proprio 'la casa dell'essere' il sonetto 'shakesperiano-dark' e aggancia la neurologia degli affetti al linguaggio che rinvia al Linguaggio (Dio, l'inconscio, il buco nero di non soluzione dei frattali julia di mandelbroti). non che la Cosa (das ding di lacaniana oralità elettrica) sia semplice simbolo, metafora di qualcosa d'Altro, anzi: l'opera è, sempre Lacan, 'bordatura del vuoto'... approssimarsi all'inconscio, all' indefinibile, alla fede, al mistero, al sentire bi-logico matteblanchiano. per questo la deiezione di michelangelo, il suo essere sempre oltre, e soprattuto il Mondo in cui l'esser-ci si trova gettato. :) p.p.s. mi rendo conto, ho snocciolato troppi nomi e concetti, ho scritto di getto spinto più dalla non-tecnica dell'esposizione orale che dalla precisione comunicativa di un plurilogo di voci. me ne scuso. grazie massimo per questo bellissimo post e grazie a filippo che mi sta aiutando, senza saperlo, a uscire dall'inautentico, grazie anche a renzo :))) @filippo: ok. ci siamo. ecco perché… c’era qualcosa nelle tue parole che mi affascina(va). l”esser-ci di heiddeger lo lego al demartiniano ethos del trascendimento e al rischio della presenza. ci pensavo stamattina: l’opera d’arte che nasce come risposta al richio di non-esserci. quello che del david colpiva era il suo ’stare-lì-per’ pronto all’azione. comprendo meglio ora il cronotopo della scultura: esprime la temporalità dell’esser-ci, futuropassatopresente. citavo galimberti, a proposito dell’opposizione diabolico-simbolico, proprio per il suo aspetto ‘fenomenologico’, ‘esistenzialistico’ (preciso che questi termini non sono proprio dei sinonimi).

p.s.
caro filippo, non volevo scrivere tutte ’ste parole. avrei voluto risponderti senplicemente: ti vorrei abbacciare forte forte forte. perché? perché heiddeger è il mio ‘mito’ e non prescindo mai il discorso Arte dal linguaggio che la tradisce, vuoi con la durezza del marmo vuoi con la chimica dell’inchiostro cartaceo. il linguaggio è l’essere che lo produce. certo sembra proprio ‘la casa dell’essere’ il sonetto ’shakesperiano-dark’ e aggancia la neurologia degli affetti al linguaggio che rinvia al Linguaggio (Dio, l’inconscio, il buco nero di non soluzione dei frattali julia di mandelbroti). non che la Cosa (das ding di lacaniana oralità elettrica) sia semplice simbolo, metafora di qualcosa d’Altro, anzi: l’opera è, sempre Lacan, ‘bordatura del vuoto’… approssimarsi all’inconscio, all’ indefinibile, alla fede, al mistero, al sentire bi-logico matteblanchiano.
per questo la deiezione di michelangelo, il suo essere sempre oltre, e soprattuto il Mondo in cui l’esser-ci si trova gettato.
:)

p.p.s.
mi rendo conto, ho snocciolato troppi nomi e concetti, ho scritto di getto spinto più dalla non-tecnica dell’esposizione orale che dalla precisione comunicativa di un plurilogo di voci. me ne scuso.

grazie massimo per questo bellissimo post e grazie a filippo che mi sta aiutando, senza saperlo, a uscire dall’inautentico, grazie anche a renzo :) ))

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Di: filippo tuena http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/comment-page-4/#comment-47709 filippo tuena Thu, 11 Dec 2008 13:51:25 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/#comment-47709 @gianluca. un suggerimento: per capire Michelangelo - o perlomeno per affrontarlo dal mio punto di vista - occorre farsi aiutare da Heidegger. @gianluca. un suggerimento: per capire Michelangelo – o perlomeno per affrontarlo dal mio punto di vista – occorre farsi aiutare da Heidegger.

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Di: gianluca http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/comment-page-4/#comment-47707 gianluca Thu, 11 Dec 2008 12:55:45 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/#comment-47707 ah... ok, grazie filippo per la precisazione. resta però un'ambiguità positiva, no? una sorta di uroboro concettuale che non separa mente e corpo, vita e morte. possiamo affermare che michelangelo cercasse di capire la natura nella sua transizione? amplificare i momenti che non sono né giorno né notte, né morte né vita. mi affascina l'idea di una realtà altra, tra vita e arte, l'idea di un mistero impossibile a carpire con le parole. azzarderei l'intuizione di qualcosa che resta inconscio. la dolce ossessione per l'immagine che sembra ma non è viva. ah… ok, grazie filippo per la precisazione.
resta però un’ambiguità positiva, no? una sorta di uroboro concettuale che non separa mente e corpo, vita e morte. possiamo affermare che michelangelo cercasse di capire la natura nella sua transizione? amplificare i momenti che non sono né giorno né notte, né morte né vita. mi affascina l’idea di una realtà altra, tra vita e arte, l’idea di un mistero impossibile a carpire con le parole. azzarderei l’intuizione di qualcosa che resta inconscio. la dolce ossessione per l’immagine che sembra ma non è viva.

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Di: filippo tuena http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/comment-page-4/#comment-47700 filippo tuena Thu, 11 Dec 2008 10:49:36 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/#comment-47700 @ piera I Cavalieri avevano un palazzo vicino torre argentina, adesso distrutto. sarebbe interessante sapere se quel cornicione è stato riutilizzato, magari prendendolo dai ruderi del palazzo, oppure si tratta di una casa appartenuta anch'essa alla famiglia @ renzo. poi arriva il momento che le cose vecchie diventano antiche e allora tornano ad appassionarci... @ piera I Cavalieri avevano un palazzo vicino torre argentina, adesso distrutto. sarebbe interessante sapere se quel cornicione è stato riutilizzato, magari prendendolo dai ruderi del palazzo, oppure si tratta di una casa appartenuta anch’essa alla famiglia
@ renzo. poi arriva il momento che le cose vecchie diventano antiche e allora tornano ad appassionarci…

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Di: piera mattei http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/comment-page-4/#comment-47696 piera mattei Thu, 11 Dec 2008 09:53:01 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/#comment-47696 luigi, tu mi avevi invitato a perché dessi il mio contributo al dialogo su: sessualità, arte, papato, storia e tempi presenti. I tempi presenti temo siano anche da questo punto di vista i più miserevoli perché di ogni cosa vera, grande (arte, sentimenti, maternità, persino morte, sesso) si fa solo spettacolo. Michelangelo non si "atteggiava" a omosessuale, seguiva i suoi innamoramenti senza "volere" dare scandalo, e i grandi, i potenti, i papi lo rispettavano o se lo contendevano, senza scandalizzarsi. Oggi siamo in tutto direi, quasi paradossalmente, meno liberi e più miseri, e a cominciare dall'arte nelle chiese, quando mai oggi si potrebbero affrescare bellissimi nudi, seni che sfuggono ai veli? Ho presente tuttavia che questo è il dibattito aperto su un libro di Filippo Tuena, che dal paragrafo che appare qui, ha uno stile alto. Un libro che non ho letto, non ancora. Forse durante le feste. Volevo far presente,come curiosità, che in un appartamento, a Roma, in via degli Specchi compare su un trave di marmo il nome De' Cavalieri. piera mattei luigi, tu mi avevi invitato a perché dessi il mio contributo al dialogo su: sessualità, arte, papato, storia e tempi presenti. I tempi presenti temo siano anche da questo punto di vista i più miserevoli perché di ogni cosa vera, grande (arte, sentimenti, maternità, persino morte, sesso) si fa solo spettacolo. Michelangelo non si “atteggiava” a omosessuale, seguiva i suoi innamoramenti senza “volere” dare scandalo, e i grandi, i potenti, i papi lo rispettavano o se lo contendevano, senza scandalizzarsi. Oggi siamo in tutto direi, quasi paradossalmente, meno liberi e più miseri, e a cominciare dall’arte nelle chiese, quando mai oggi si potrebbero affrescare bellissimi nudi, seni che sfuggono ai veli?
Ho presente tuttavia che questo è il dibattito aperto su un libro di Filippo Tuena, che dal paragrafo che appare qui, ha uno stile alto. Un libro che non ho letto, non ancora. Forse durante le feste. Volevo far presente,come curiosità, che in un appartamento, a Roma, in via degli Specchi compare su un trave di marmo il nome De’ Cavalieri. piera mattei

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Di: Renzo Montagnoli http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/comment-page-4/#comment-47695 Renzo Montagnoli Thu, 11 Dec 2008 09:43:45 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/#comment-47695 @ Massimo e Filippo: penso che ognuno di voi, una volta che ha scritto un romanzo o un racconto, leggendolo abbia provato un'intima soddisfazione. E' del tutto naturale questo, così come è nella logica che riprenderlo in mano dopo alcuni mesi e rileggendolo ci soddisfi meno. A parte ovvie considerazioni che derivano da esperienze nel frattempo acquisite, per l'autore quel lavoro è già un qualche cosa di compiuto da tempo e dopo se ne sono venuti altri; quell'originario racconto o romanzo è diventata una propria acquisizione, ci si è abituati e impressiona meno. Capita così con tutto, anche con l'auto nuova, che appena ritirata ci emoziona e poi, mano a mano la si usa, non ha più il carattere della novità. @ Massimo e Filippo: penso che ognuno di voi, una volta che ha scritto un romanzo o un racconto, leggendolo abbia provato un’intima soddisfazione. E’ del tutto naturale questo, così come è nella logica che riprenderlo in mano dopo alcuni mesi e rileggendolo ci soddisfi meno. A parte ovvie considerazioni che derivano da esperienze nel frattempo acquisite, per l’autore quel lavoro è già un qualche cosa di compiuto da tempo e dopo se ne sono venuti altri; quell’originario racconto o romanzo è diventata una propria acquisizione, ci si è abituati e impressiona meno. Capita così con tutto, anche con l’auto nuova, che appena ritirata ci emoziona e poi, mano a mano la si usa, non ha più il carattere della novità.

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Di: ftuena http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/comment-page-4/#comment-47691 ftuena Thu, 11 Dec 2008 09:10:23 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/#comment-47691 @massimo - a proposito dell'insoddisfazione. Sulle prime direi di no. Altrimenti non pubblichi. Col tempo affiorano certe ingenuità, certe semplificazioni che mi portano a considerare quell'opera irrisolta. Ma è come vedere una nostra vecchia fotografia: ci fa tenerezza. @massimo – a proposito dell’insoddisfazione. Sulle prime direi di no. Altrimenti non pubblichi. Col tempo affiorano certe ingenuità, certe semplificazioni che mi portano a considerare quell’opera irrisolta. Ma è come vedere una nostra vecchia fotografia: ci fa tenerezza.

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Di: ftuena http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/comment-page-4/#comment-47690 ftuena Thu, 11 Dec 2008 08:58:20 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/#comment-47690 @ sergio, per me il significato dei secondo verso è questo: naturalmente ogni opera raggiunge la sua conclusione - ovvero, il giorno si trasforma in notte, la vita in morte. gianluca. non è vero che le considerava stupide. aveva anche pensato di pubblicarle ma poi non ne fece niente. le donava agli amici, a Vittoria Colonna, a Luigi del Riccio, a Tommaso de Cavalieri. @ sergio, per me il significato dei secondo verso è questo:
naturalmente ogni opera raggiunge la sua conclusione
- ovvero, il giorno si trasforma in notte, la vita in morte.
gianluca. non è vero che le considerava stupide. aveva anche pensato di pubblicarle ma poi non ne fece niente. le donava agli amici, a Vittoria Colonna, a Luigi del Riccio, a Tommaso de Cavalieri.

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Di: Lugi La Rosa http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/comment-page-4/#comment-47688 Lugi La Rosa Thu, 11 Dec 2008 08:36:13 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/#comment-47688 Caro Filippo concludo qui i miei interventi, porgendo un saluto a tutti gli amici che sono intervenuti e rinnovando i migliori auguri al tuo romanzo, che spero abbia grande successo. Anche io come Sozi non condivido l'ostentazione gratuita di qualsiasi atteggiamento della vita, ma distinguerei bene tra "ostentazione" e semplice "discussione". In ogni caso, al di là dei vari punti di vista, condividibili o meno, resta il fatto che Michelangelo ha davvero fatto parlare tutti noi, ci ha tenuti insieme, per giorni, creando un dialogo che supera potentemente il suo tempo. Tutto questo dovrebbe farci riflettere. L'arte è questo. La capacità di un artista lontano di farsi nostro contemporaneo, di dire parole che riconosciamo, che sentiamo nostre. Quando questo accade, l'arte diventa eternità. A volte penso che sarebbe fantastico sentire cosa diranno domani, fra mille anni, quando tutti noi non saremo che un pugno di cenere, su questa o quella opera, e sugli aspetti che caratterizzano la figura del Nostro. Probabilmente staranno ancora a litigare, a dibattere, mentre la bellezza continuerà ad ACCADERE. Forse, è un modo di essere umani questo comunicarsi emozioni, pensieri, atteggiamenti attraverso il tempo - l'unico che abbiamo di salvarci dall'oblio. Caro Filippo concludo qui i miei interventi, porgendo un saluto a tutti gli amici che sono intervenuti e rinnovando i migliori auguri al tuo romanzo, che spero abbia grande successo. Anche io come Sozi non condivido l’ostentazione gratuita di qualsiasi atteggiamento della vita, ma distinguerei bene tra “ostentazione” e semplice “discussione”. In ogni caso, al di là dei vari punti di vista, condividibili o meno, resta il fatto che Michelangelo ha davvero fatto parlare tutti noi, ci ha tenuti insieme, per giorni, creando un dialogo che supera potentemente il suo tempo. Tutto questo dovrebbe farci riflettere. L’arte è questo. La capacità di un artista lontano di farsi nostro contemporaneo, di dire parole che riconosciamo, che sentiamo nostre. Quando questo accade, l’arte diventa eternità. A volte penso che sarebbe fantastico sentire cosa diranno domani, fra mille anni, quando tutti noi non saremo che un pugno di cenere, su questa o quella opera, e sugli aspetti che caratterizzano la figura del Nostro. Probabilmente staranno ancora a litigare, a dibattere, mentre la bellezza continuerà ad ACCADERE. Forse, è un modo di essere umani questo comunicarsi emozioni, pensieri, atteggiamenti attraverso il tempo – l’unico che abbiamo di salvarci dall’oblio.

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Di: gianluca http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/comment-page-4/#comment-47675 gianluca Thu, 11 Dec 2008 01:44:28 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/#comment-47675 @sergio: abbiamo ragione entrambi. ;) perché michelagelo considerava stupide le sue poesie? 'notte. @sergio: abbiamo ragione entrambi. ;) perché michelagelo considerava stupide le sue poesie?

‘notte.

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Di: gianluca http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/comment-page-4/#comment-47674 gianluca Thu, 11 Dec 2008 01:42:03 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/#comment-47674 @filippo:#Uno perfeziona, l’altro rimette sempre tutto in discussione.# ecco forse il non finito è questo: aprirsi alle possibilità. mi viene in mente il limine, un'altra volta, e il fatto che la morte possa diventare inizio di un altro modo di vita. in sostanza il non finito mi sembra simile al disordine ordinato. forse noi occidentali abbiamo un po' perso l'amore per il simbolico. il non finito dunque è ambivalente (per usare un ragionamente di galimberti) nel senso positivo:è simbolo, sim-ballein, unire insieme la finitezza dell'esistenza e l'infinitezza della vita, il nudo erotico (come 'erotica' mi pare l'estasi di santa teresa del bernini) coinvolto nel thanatos. ecco vedo il sim-ballein nel non finito, l'essere e il non-essere, e non il dia-ballein, il diabolico che separa netto inizio e fine, significante e significato, privato e pubblico, io e altro. il non finito in questo senso spiega l'oscurità di quei versi che michelangelo considerava una sciocchezza. la notte... quasi un ricovero necessario al quiete del pensiero creativo che è sembre sinestetico e vive con il corpo e la mente. l'oscuro non è il negativo di palese. c'è sempre compenetrazione tra essere e sentire, tra raziocinio e improvvisazione. c'è il processo. ecco. michelagelo è moderno in questo. creare per distruggere, anche nell'accesso d'ira. anche l'atteggiamento 'reazionario' di david, lì lì per mettersi in azione è collegabile al non finito, alla transizione, come un attore che non è più se stesso e nemmeno un personaggio. il non finito non è un caso nemmeno un caos, è l'etica umanistica del divenire, dell'impossibilità di stabilire se sia questa la morte o quello che viene dopo la vita. non finire è come lasciare il foglio bianco, è la possibilità infinita di ordini. non il disordine. p.s. vedrò di leggere il tuo libro, tuena! buonanotte a tutti! @filippo:#Uno perfeziona, l’altro rimette sempre tutto in discussione.#

ecco forse il non finito è questo: aprirsi alle possibilità. mi viene in mente il limine, un’altra volta, e il fatto che la morte possa diventare inizio di un altro modo di vita. in sostanza il non finito mi sembra simile al disordine ordinato. forse noi occidentali abbiamo un po’ perso l’amore per il simbolico. il non finito dunque è ambivalente (per usare un ragionamente di galimberti) nel senso positivo:è simbolo, sim-ballein, unire insieme la finitezza dell’esistenza e l’infinitezza della vita, il nudo erotico (come ‘erotica’ mi pare l’estasi di santa teresa del bernini) coinvolto nel thanatos. ecco vedo il sim-ballein nel non finito, l’essere e il non-essere, e non il dia-ballein, il diabolico che separa netto inizio e fine, significante e significato, privato e pubblico, io e altro. il non finito in questo senso spiega l’oscurità di quei versi che michelangelo considerava una sciocchezza. la notte… quasi un ricovero necessario al quiete del pensiero creativo che è sembre sinestetico e vive con il corpo e la mente. l’oscuro non è il negativo di palese. c’è sempre compenetrazione tra essere e sentire, tra raziocinio e improvvisazione. c’è il processo. ecco. michelagelo è moderno in questo. creare per distruggere, anche nell’accesso d’ira. anche l’atteggiamento ‘reazionario’ di david, lì lì per mettersi in azione è collegabile al non finito, alla transizione, come un attore che non è più se stesso e nemmeno un personaggio. il non finito non è un caso nemmeno un caos, è l’etica umanistica del divenire, dell’impossibilità di stabilire se sia questa la morte o quello che viene dopo la vita. non finire è come lasciare il foglio bianco, è la possibilità infinita di ordini. non il disordine.

p.s.
vedrò di leggere il tuo libro, tuena! buonanotte a tutti!

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Di: Sergio Sozi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/comment-page-4/#comment-47667 Sergio Sozi Thu, 11 Dec 2008 00:34:48 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/#comment-47667 P.S. Secondo me il Pazzaglia ci ha capito meno di me, sbagliando il riferimento di ''assalta'' e riferendolo a ''opra'', mentre invece tal verbo andrebbe unito a ''dolce tempo'' oppure a ''notte''. P.S.
Secondo me il Pazzaglia ci ha capito meno di me, sbagliando il riferimento di ”assalta” e riferendolo a ”opra”, mentre invece tal verbo andrebbe unito a ”dolce tempo” oppure a ”notte”.

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Di: Sergio Sozi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/comment-page-4/#comment-47666 Sergio Sozi Thu, 11 Dec 2008 00:31:07 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/#comment-47666 P.S. Scusatemi ma sono troppo stanco per soffermarmi sulla lirica postata da Simona. Solo un dato fattuale va specificato: i primi due versi sono ambigui per tutti noi (''O notte, o dolce tempo, benché nero / con pace ogn’ opra sempr’ al fin assalta''), ma io li ho interpretati come segue (parafrasando): ''O notte, tu sei un dolce tempo che, nonostante sia nero, sempre infine assalta (prende, accalappia, cattura, coinvolge) ogni opera pervadendola della sua pace''. Insomma l'antitesi e' cosi': il nero della notte e la pace che essa porta alle opere umane, sempre ''assaltandole'' con la sua pace. Il Pazzaglia dice in proposito: ''L'espressione e' oscura. Il significato e' probabilmente: ogni opera tende a conseguire, insieme con la propria conclusione, la propria pace.'' (Storia d. Lett. It. Vol. II, p. 480, Zanichelli ed. 1979). - 'Notte Sozi P.S.
Scusatemi ma sono troppo stanco per soffermarmi sulla lirica postata da Simona. Solo un dato fattuale va specificato: i primi due versi sono ambigui per tutti noi (”O notte, o dolce tempo, benché nero /
con pace ogn’ opra sempr’ al fin assalta”), ma io li ho interpretati come segue (parafrasando): ”O notte, tu sei un dolce tempo che, nonostante sia nero, sempre infine assalta (prende, accalappia, cattura, coinvolge) ogni opera pervadendola della sua pace”. Insomma l’antitesi e’ cosi’: il nero della notte e la pace che essa porta alle opere umane, sempre ”assaltandole” con la sua pace.
Il Pazzaglia dice in proposito: ”L’espressione e’ oscura. Il significato e’ probabilmente: ogni opera tende a conseguire, insieme con la propria conclusione, la propria pace.” (Storia d. Lett. It. Vol. II, p. 480, Zanichelli ed. 1979).
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‘Notte
Sozi

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Di: Sergio Sozi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/comment-page-4/#comment-47665 Sergio Sozi Thu, 11 Dec 2008 00:14:50 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/#comment-47665 Con rispetto parlando per tutte le posizioni in merito, mi sento di concordare in linea di massima con quanto espresso da Rossella, ovvero, per il mio personale intendimento: che la sessualita' e' ben lungi dal rappresentare un punto focale nell'opera di Michelangelo. Ne resta una delle componenti, ovviamente, ma a mio modo di vedere non la principale. Giuste sono poi le osservazioni, sempre di Rossella, sull'imperversare odierno delle trattazioni ''sessuocentriche''. Anche a me, infatti, importa poco o niente delle attitudini sessuali degli artisti tutti - visto che ognuno sotto le lenzuola ci va con chi gli pare. Resta altresi' chiaro che vadano sempre piu' rispettati i diritti di ognuno alla propria sessualita', meglio se mai ostentata in qualsiasi caso di omo- o di eterosessualita'. L'ostentazione mi disgusta sempre, sia dei vestiti, della ricchezza, che della poverta' o, a maggior ragione, dell'intimita'. Con rispetto parlando per tutte le posizioni in merito, mi sento di concordare in linea di massima con quanto espresso da Rossella, ovvero, per il mio personale intendimento: che la sessualita’ e’ ben lungi dal rappresentare un punto focale nell’opera di Michelangelo. Ne resta una delle componenti, ovviamente, ma a mio modo di vedere non la principale. Giuste sono poi le osservazioni, sempre di Rossella, sull’imperversare odierno delle trattazioni ‘’sessuocentriche”. Anche a me, infatti, importa poco o niente delle attitudini sessuali degli artisti tutti – visto che ognuno sotto le lenzuola ci va con chi gli pare.
Resta altresi’ chiaro che vadano sempre piu’ rispettati i diritti di ognuno alla propria sessualita’, meglio se mai ostentata in qualsiasi caso di omo- o di eterosessualita’. L’ostentazione mi disgusta sempre, sia dei vestiti, della ricchezza, che della poverta’ o, a maggior ragione, dell’intimita’.

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Di: Lugi La Rosa http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/comment-page-4/#comment-47658 Lugi La Rosa Wed, 10 Dec 2008 23:22:44 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/#comment-47658 Carissimo Renzo, torno solo ora per cui leggo adesso, col ritardo di alcune ore, i suoi interventi. Concordo perfettamente con lei, che ho davvero apprezzato molto, in merito alle riflessioni sulla solitudine creativa di Michelangelo. Saluto ancora Filippo che pazientemente e con grande gentilezza ha mantenuto vivo il rapporto tra tutti noi. Non condivido invece gli interventi di Rossella, perché credo che sia ancora troppo sbrigativo e troppo poco realistico sostenere che oggi ci sia il rispetto assoluto di tutte le scelte personali dell'individuo. Ma quando mai? Nemmeno se la persona in questione è uno dei massimi artisti dell'umanità. Oggi, come ieri, è ancora necessario lottare, e affermando le scelte - anche sessuali - di un genio come Michelangelo, tornare a sostenere valori di libertà e di rispetto dell'altro che sono - e devono rimanere - irrinunciabili per tutto il genere umano. Nessuno ovviamente circoscrive l'opera e il talento di uno dei massimi geni dell'umanità a delle inclinazioni sessuali ben precise. Che cosa vorrebbe dire poi? Ma non vedo perché parlarne susciti così tanta indignazione, tanta polemica. Si abbia il coraggio di chiamare le cose col loro nome, e di riconoscere nella vita dell'uomo Michelangelo un bisogno che ha pari diritto all'esistenza di quelli di tanti altri uomini, anche meno grandi di lui. Ha ragione Gianluca quando scrive che Michelangelo era anche una "persona", prima di essere il pittore, lo scultore, il genio assoluto che è stato. Siamo anche questo. Siamo anche sessualità. E dalla sessualità passano le nostre scelte, passano le visioni del mondo, passa la nostra idea di opera d'arte. Non mi piace la distinzione netta e rigorosa tra quello che è "corpo" e quello che invece dovrebbe essere "anima, creatività, intellettualità". La trovo fortemente pericolosa e limitante. Trovo poeticissimo l'intervento della nostra Simona. L'arte è emozione, e senza di essa, gli altri canali si rivelano falsi, poco immediati. E l'opera di Michelangelo - sessuofobie a parte - trasmette questa emozione primigenia innalzandola all'ennesima potenza, attraverso una perfezione tutta interiore che concilia l'idea della grandezza a quella dell'armonia, l'idea della ricerca a quella della comprensione spirituale. Come comprendere un artista del suo calibro ignorando quella che era la sua prospettiva dello sguardo personale? Ignorando le notizie di cui siamo in possesso? Annientando completamente ogni possibile riferimento in merito all'esistenza contingente? Significherebbe compiere una pericolosa sottrazione storica. O quantomeno un fraintendimento. Che Michelangelo non merita. Credo che fin quando non si avrà il coraggio di affrontare anche i temi più scomodi con la massima serenità mentale, non potremo parlare di arte nel senso pieno e totalizzante del termine. Come la vera arte deve essere. Grazie ancora. Un saluto a tutti Carissimo Renzo, torno solo ora per cui leggo adesso, col ritardo di alcune ore, i suoi interventi. Concordo perfettamente con lei, che ho davvero apprezzato molto, in merito alle riflessioni sulla solitudine creativa di Michelangelo. Saluto ancora Filippo che pazientemente e con grande gentilezza ha mantenuto vivo il rapporto tra tutti noi. Non condivido invece gli interventi di Rossella, perché credo che sia ancora troppo sbrigativo e troppo poco realistico sostenere che oggi ci sia il rispetto assoluto di tutte le scelte personali dell’individuo. Ma quando mai? Nemmeno se la persona in questione è uno dei massimi artisti dell’umanità. Oggi, come ieri, è ancora necessario lottare, e affermando le scelte – anche sessuali – di un genio come Michelangelo, tornare a sostenere valori di libertà e di rispetto dell’altro che sono – e devono rimanere – irrinunciabili per tutto il genere umano. Nessuno ovviamente circoscrive l’opera e il talento di uno dei massimi geni dell’umanità a delle inclinazioni sessuali ben precise. Che cosa vorrebbe dire poi? Ma non vedo perché parlarne susciti così tanta indignazione, tanta polemica. Si abbia il coraggio di chiamare le cose col loro nome, e di riconoscere nella vita dell’uomo Michelangelo un bisogno che ha pari diritto all’esistenza di quelli di tanti altri uomini, anche meno grandi di lui. Ha ragione Gianluca quando scrive che Michelangelo era anche una “persona”, prima di essere il pittore, lo scultore, il genio assoluto che è stato. Siamo anche questo. Siamo anche sessualità. E dalla sessualità passano le nostre scelte, passano le visioni del mondo, passa la nostra idea di opera d’arte. Non mi piace la distinzione netta e rigorosa tra quello che è “corpo” e quello che invece dovrebbe essere “anima, creatività, intellettualità”. La trovo fortemente pericolosa e limitante. Trovo poeticissimo l’intervento della nostra Simona. L’arte è emozione, e senza di essa, gli altri canali si rivelano falsi, poco immediati. E l’opera di Michelangelo – sessuofobie a parte – trasmette questa emozione primigenia innalzandola all’ennesima potenza, attraverso una perfezione tutta interiore che concilia l’idea della grandezza a quella dell’armonia, l’idea della ricerca a quella della comprensione spirituale. Come comprendere un artista del suo calibro ignorando quella che era la sua prospettiva dello sguardo personale? Ignorando le notizie di cui siamo in possesso? Annientando completamente ogni possibile riferimento in merito all’esistenza contingente? Significherebbe compiere una pericolosa sottrazione storica. O quantomeno un fraintendimento. Che Michelangelo non merita. Credo che fin quando non si avrà il coraggio di affrontare anche i temi più scomodi con la massima serenità mentale, non potremo parlare di arte nel senso pieno e totalizzante del termine. Come la vera arte deve essere. Grazie ancora. Un saluto a tutti

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Di: Simona Lo Iacono http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/comment-page-4/#comment-47657 Simona Lo Iacono Wed, 10 Dec 2008 22:50:29 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/#comment-47657 Caro Filippo, sull'incompiuto di Michelangelo ci sono molte teorie. Quella legata (ma solo per alcune opere) al caso e che - per esempio e tra le tante - si può leggere anche qui: http://archiviostorico.corriere.it/1996/giugno/12/Michelangelo_incompiuto_vuole_Rodin_per_co_0_96061214010.shtml e quelle legate a un progetto, a una sperimentazione. Infondo, però, che importa? Non dire a volte evoca di più. Sia che il non detto sia legato a un mero accidente, sia che nasca come un atto volontario. Io credo che un grande artista sappia pescare anche dal caso.Che ciò nulla tolga alla sua arte. E che il caso stesso sia forse la scintilla per giungere a un altro percorso. La genialità è nell'intuizione che sa pescare anche da un evento non provocato, caduto dal cielo come una stella morente, come un incauto dono degli dei. C'è chi semplicemente si ferma a contemplarne la coda irdiscente che barbaglia nello scuro . E c'è chi porta quella stella sulla terra. Un abbraccio e una bellissima notte (....colma di stelle....) Caro Filippo,
sull’incompiuto di Michelangelo ci sono molte teorie.
Quella legata (ma solo per alcune opere) al caso e che – per esempio e tra le tante – si può leggere anche qui:

http://archiviostorico.corriere.it/1996/giugno/12/Michelangelo_incompiuto_vuole_Rodin_per_co_0_96061214010.shtml

e quelle legate a un progetto, a una sperimentazione.
Infondo, però, che importa? Non dire a volte evoca di più. Sia che il non detto sia legato a un mero accidente, sia che nasca come un atto volontario.
Io credo che un grande artista sappia pescare anche dal caso.Che ciò nulla tolga alla sua arte.
E che il caso stesso sia forse la scintilla per giungere a un altro percorso.
La genialità è nell’intuizione che sa pescare anche da un evento non provocato, caduto dal cielo come una stella morente, come un incauto dono degli dei.
C’è chi semplicemente si ferma a contemplarne la coda irdiscente che barbaglia nello scuro . E c’è chi porta quella stella sulla terra.
Un abbraccio e una bellissima notte (….colma di stelle….)

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/comment-page-4/#comment-47656 Massimo Maugeri Wed, 10 Dec 2008 22:44:24 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/#comment-47656 Dimenticavo di segnalare ai nuoci frequentatori del blog che avevamo già avuto modo diincontrare Filippo Tuena qui: http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/03/13/maurizio-de-giovanni-filippo-tuena/ Altro post interessante... Altro grande libro... (Buonanotte). Dimenticavo di segnalare ai nuoci frequentatori del blog che avevamo già avuto modo diincontrare Filippo Tuena qui:
http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/03/13/maurizio-de-giovanni-filippo-tuena/
Altro post interessante…
Altro grande libro…
(Buonanotte).

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/comment-page-4/#comment-47655 Massimo Maugeri Wed, 10 Dec 2008 22:42:26 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/#comment-47655 Per il momento vi saluto e vi auguro buonanotte. (Bellissima discussione). Per il momento vi saluto e vi auguro buonanotte.
(Bellissima discussione).

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/comment-page-4/#comment-47654 Massimo Maugeri Wed, 10 Dec 2008 22:41:46 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/#comment-47654 @ Filippo In un precedente commento, riferendoti alle opere di Michelangelo, hai scritto: <em>Sono frammenti, illuminazioni, momenti eccelsi abbandonati, spesso anche con stizza, o con profonda amarezza. Non sono opere finite, sono opere interrotte.</em> --- Ecco, il <em>concetto</em> di "eterna insoddisfazione" di un artista nei confronti della propria opera mi ha sempre affascinato. Ho sempre pensato che un artista più è grande, più è insoddisfatto nella propria opera. Capita anche congli scrittori, ovviamente... A te, Filippo, è mai capitato di essere insoddisfatto di una tua opera? E agli altri amici scrittori? (Vado un po' fuori tema, lo so) @ Filippo
In un precedente commento, riferendoti alle opere di Michelangelo, hai scritto: Sono frammenti, illuminazioni, momenti eccelsi abbandonati, spesso anche con stizza, o con profonda amarezza. Non sono opere finite, sono opere interrotte.

Ecco, il concetto di “eterna insoddisfazione” di un artista nei confronti della propria opera mi ha sempre affascinato.
Ho sempre pensato che un artista più è grande, più è insoddisfatto nella propria opera.
Capita anche congli scrittori, ovviamente…
A te, Filippo, è mai capitato di essere insoddisfatto di una tua opera?
E agli altri amici scrittori?
(Vado un po’ fuori tema, lo so)

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Di: filippo tuena http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/comment-page-4/#comment-47653 filippo tuena Wed, 10 Dec 2008 22:22:27 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/#comment-47653 @simona, insisto: non c'è casualità in michelangelo. tutto è voluto e determinato. ogni cosa sottostà al demone del volere. E' per questo che considerò il monumento di Giuio II la tragedia della sua vita. In quel caso le circostanze esterne (Paolo III che gli aveva commissionato il Giudizio Universale; problemi economici, etc. etc.) gli impedirono di arrivare a una soluzione che lo soddisfacesse e fu soltanto per rispettare un contratto che completò l'opera secondo un progetto molto ridotto e insoddisfacente. La tragedia non fu quella di non riuscire a completarla, ma di completarla essendone sommamente insoddisfatto. Fu sottoposto al giogo dei contratti, delle comande e fu per lui una sofferenza atroce. Lavorò a un'opera che non amava più. Condanna terribile. @simona, insisto: non c’è casualità in michelangelo. tutto è voluto e determinato. ogni cosa sottostà al demone del volere. E’ per questo che considerò il monumento di Giuio II la tragedia della sua vita. In quel caso le circostanze esterne (Paolo III che gli aveva commissionato il Giudizio Universale; problemi economici, etc. etc.) gli impedirono di arrivare a una soluzione che lo soddisfacesse e fu soltanto per rispettare un contratto che completò l’opera secondo un progetto molto ridotto e insoddisfacente. La tragedia non fu quella di non riuscire a completarla, ma di completarla essendone sommamente insoddisfatto. Fu sottoposto al giogo dei contratti, delle comande e fu per lui una sofferenza atroce. Lavorò a un’opera che non amava più. Condanna terribile.

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Di: filippo tuena http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/comment-page-3/#comment-47652 filippo tuena Wed, 10 Dec 2008 22:15:24 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/#comment-47652 @gianluca - su leonardo e Michelangelo mettiamola così. L'opera intima e personale di Leonardo è la Gioconda. Lo segue in Francia, praticamente ci lavora per anni fino alla morte, aggiungendo una pennellata oggi, una domani. L'opera intima di Michelangelo è la Pietà Rondanini, ci lavora negli ultimi anni di vita ma spacca, stacca, aggiunge, la considera un avversario di un incontro di lotta. Poi la regala al suo domestico, ma continua a lavorarci fino a una settimana prima della morte, a quasi 89 anni. Uno perfeziona, l'altro rimette sempre tutto in discussione. Per questo amo Michelangelo. @gianluca – su leonardo e Michelangelo mettiamola così. L’opera intima e personale di Leonardo è la Gioconda. Lo segue in Francia, praticamente ci lavora per anni fino alla morte, aggiungendo una pennellata oggi, una domani.
L’opera intima di Michelangelo è la Pietà Rondanini, ci lavora negli ultimi anni di vita ma spacca, stacca, aggiunge, la considera un avversario di un incontro di lotta. Poi la regala al suo domestico, ma continua a lavorarci fino a una settimana prima della morte, a quasi 89 anni. Uno perfeziona, l’altro rimette sempre tutto in discussione. Per questo amo Michelangelo.

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/comment-page-3/#comment-47651 Massimo Maugeri Wed, 10 Dec 2008 22:10:12 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/#comment-47651 Ne approfitto per salutare la mia amica scrittrice Piera Mattei. Condivido quello che scrivi... mi è capitato di visitare la Cappella Sistina in condizioni di vero disagio. Sembrava di essere allo stadio. Con tutto il rispetto degli stadi (peraltro amo il giocodel calcio). ;) Ne approfitto per salutare la mia amica scrittrice Piera Mattei.
Condivido quello che scrivi… mi è capitato di visitare la Cappella Sistina in condizioni di vero disagio.
Sembrava di essere allo stadio.
Con tutto il rispetto degli stadi (peraltro amo il giocodel calcio).
;)

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Di: Simona Lo Iacono http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/comment-page-3/#comment-47650 Simona Lo Iacono Wed, 10 Dec 2008 22:09:37 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/#comment-47650 Grazie caro Filippo della risposta! Io credo che bisogna distinguere tra le opere che vennero realizzate intenzionalmente da Michelangelo con alcune parti non finite, come i due tondi Taddei e Pitti, quelle che non riuscì a portare a termine a causa di fattori esterni. Nei due non finiti volontari, Michelangelo era in gara con Leonardo e la sua poetica dell'indeterminatezza spaziale e psicologica, per questo lasciò alcune parti dei due tondi ad uno stato di abbozzo. Invece per tutte le altre opere non finite si tratta solamente di casi accidentali, dovuti a volte a circostanze non volute, anche se ci permettono di vedere come l'artista procedeva nella scultura, definita da lui stesso come un'arte che viene creando per "via di levare", piuttosto che di porre. Discorso a parte per la Pietà Rondanini, opera da lui sbozzata fino agli ultimi giorni di vita: il non finito qui serve per creare una vera e propria visione mistica del divino. E lo avvicina all'atto ultimo del vivere (e del continuare). Il non finito delle ultime opere rappresenterebbe il convincimento dell'irraggiungibilità del proprio obiettivo: arrivare a Dio attraverso un percorso artistico, personale e soggettivo. Michelangelo capisce che solo con la morte e non con la perfezione artistica può ricongiungersi all'infinito. Credo che in questo caso l'incompiutezza approdi all'essenzialità per il desiderio di confluire nel trascendente. ...quindi forse parlare di una sola tipologia di incompiuto non coglie l'intero percorso di questo grande maestro. Grazie caro Filippo della risposta!
Io credo che bisogna distinguere tra le opere che vennero realizzate intenzionalmente da Michelangelo con alcune parti non finite, come i due tondi Taddei e Pitti, quelle che non riuscì a portare a termine a causa di fattori esterni.

Nei due non finiti volontari, Michelangelo era in gara con Leonardo e la sua poetica dell’indeterminatezza spaziale e psicologica, per questo lasciò alcune parti dei due tondi ad uno stato di abbozzo.

Invece per tutte le altre opere non finite si tratta solamente di casi accidentali, dovuti a volte a circostanze non volute, anche se ci permettono di vedere come l’artista procedeva nella scultura, definita da lui stesso come un’arte che viene creando per “via di levare”, piuttosto che di porre. Discorso a parte per la Pietà Rondanini, opera da lui sbozzata fino agli ultimi giorni di vita: il non finito qui serve per creare una vera e propria visione mistica del divino. E lo avvicina all’atto ultimo del vivere (e del continuare).

Il non finito delle ultime opere rappresenterebbe il convincimento dell’irraggiungibilità del proprio obiettivo: arrivare a Dio attraverso un percorso artistico, personale e soggettivo. Michelangelo capisce che solo con la morte e non con la perfezione artistica può ricongiungersi all’infinito. Credo che in questo caso l’incompiutezza approdi all’essenzialità per il desiderio di confluire nel trascendente.
…quindi forse parlare di una sola tipologia di incompiuto non coglie l’intero percorso di questo grande maestro.

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/comment-page-3/#comment-47649 Massimo Maugeri Wed, 10 Dec 2008 22:08:04 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/#comment-47649 Interessante il caso del "San Matteo". Ragazzi, questo post sta offrendo così tanti spunti per riflessioni e approfondimenti... Sono proprio contento. Interessante il caso del “San Matteo”.
Ragazzi, questo post sta offrendo così tanti spunti per riflessioni e approfondimenti…
Sono proprio contento.

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Di: filippo tuena http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/comment-page-3/#comment-47646 filippo tuena Wed, 10 Dec 2008 21:56:15 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/#comment-47646 @simona. può darsi che quello che dici abbia una sua parte di verità, ma immaginare che Michelangelo si affidasse al caso di una statua incompiuta, mi sembra limitativo. Se c'è un artista in cui la volontà è estrema, quello è lui. Nulla di quanto ha fatto è lasciato al caso. Ogni colpo di subbia nellos bozzare una scultura ha una sua ragione, un suo perché. La mano di Michelangelo si riconosce persino lì. C'è una querelle sull'Adolescente dell'Ermitage, quel ragazzo accucciato che doveva decorare la parte superiore delle tombe dei Capitani. Basta vedere le parti abbozzate per capire che non è autografo. Sua è l'idea, ma l'esecuzione è di un suo allievo. Il San Matteo non è la causa del non finito, è la sua prima conseguenza. Quello che dici poi a proposito della 'crisi morale' è condivisibile. Ma non nasce dal caso. @simona. può darsi che quello che dici abbia una sua parte di verità, ma immaginare che Michelangelo si affidasse al caso di una statua incompiuta, mi sembra limitativo. Se c’è un artista in cui la volontà è estrema, quello è lui. Nulla di quanto ha fatto è lasciato al caso. Ogni colpo di subbia nellos bozzare una scultura ha una sua ragione, un suo perché. La mano di Michelangelo si riconosce persino lì. C’è una querelle sull’Adolescente dell’Ermitage, quel ragazzo accucciato che doveva decorare la parte superiore delle tombe dei Capitani. Basta vedere le parti abbozzate per capire che non è autografo. Sua è l’idea, ma l’esecuzione è di un suo allievo. Il San Matteo non è la causa del non finito, è la sua prima conseguenza. Quello che dici poi a proposito della ‘crisi morale’ è condivisibile. Ma non nasce dal caso.

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Di: filippo tuena http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/comment-page-3/#comment-47645 filippo tuena Wed, 10 Dec 2008 21:49:24 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/#comment-47645 eccomi di ritorno. ho dovuto litigare con mio figlio (che si chiama Cosimo!) per il pc. leggo e rispondo eccomi di ritorno. ho dovuto litigare con mio figlio (che si chiama Cosimo!) per il pc. leggo e rispondo

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Di: piera mattei http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/comment-page-3/#comment-47641 piera mattei Wed, 10 Dec 2008 21:05:36 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/09/michelangelo-la-grande-ombra-incontro-con-filippo-tuena/#comment-47641 luigi, massimo, simona mi sembra molto bello questo dibattere tra voi, tra noi su Michelangelo come fosse un nostro contemporaneo. Poi penso che oggi il turismo, nel momento che ha reso universalmente accessibile la sua opera, l'ha in qualche modo cambiata, l'ha ridotta a oggetto d'uso. Non voglio dire che sarebbe meglio chiudere alle folle la Cappella Sistina, ma quando passando lungo le mura leonine vedo ancora verso le due, con ogni clima, la fila che arriva fino a piazza risorgimento, mi chiedo quanti di quei pazientissimi turisti avranno la serenità e gli strumenti per capire veramente ciò che non possono fare a meno di andare a guardare. Entrare nella Sacrestia Nuova, alle prime ore del mattino, mi racconta invece un amico fiorentino, è stata per lui un'esperienza luminosa. Sì, ha scritto subito dopo una poesia sul dialogo Luce/Ombra. Lo stesso,giorni dopo, durante un concerto di musiche sul iriche michelangiolesche, ha aperto leggendole con il suo perfetto accento fiorentino, e commentandole, per rendere il testo più accessibile al pubblico. Il suo nome è Renzo Gherardini e voglio nominarlo qui, anche se mai lui aprirà un computer, rendergli omaggio , come a una bella anima fiorentina, un vero amante dell'arte e di tutta la vita artistica della sua città. una tradizione che va custodita, scrivendo romanzi e biografia e soprattutto introiettando la bellezza. luigi, massimo, simona
mi sembra molto bello questo dibattere tra voi, tra noi su Michelangelo come fosse un nostro contemporaneo. Poi penso che oggi il turismo, nel momento che ha reso universalmente accessibile la sua opera, l’ha in qualche modo cambiata, l’ha ridotta a oggetto d’uso. Non voglio dire che sarebbe meglio chiudere alle folle la Cappella Sistina, ma quando passando lungo le mura leonine vedo ancora verso le due, con ogni clima, la fila che arriva fino a piazza risorgimento, mi chiedo quanti di quei pazientissimi turisti avranno la serenità e gli strumenti per capire veramente ciò che non possono fare a meno di andare a guardare. Entrare nella Sacrestia Nuova, alle prime ore del mattino, mi racconta invece un amico fiorentino, è stata per lui un’esperienza luminosa. Sì, ha scritto subito dopo una poesia sul dialogo Luce/Ombra. Lo stesso,giorni dopo, durante un concerto di musiche sul iriche michelangiolesche, ha aperto leggendole con il suo perfetto accento fiorentino, e commentandole, per rendere il testo più accessibile al pubblico. Il suo nome è Renzo Gherardini e voglio nominarlo qui, anche se mai lui aprirà un computer, rendergli omaggio , come a una bella anima fiorentina, un vero amante dell’arte e di tutta la vita artistica della sua città. una tradizione che va custodita, scrivendo romanzi e biografia e soprattutto introiettando la bellezza.

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