Commenti a: LA CAMERA ACCANTO 8° appuntamento http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8-appuntamento/ Un open-blog. un luogo d\'incontro virtuale tra scrittori, lettori, librai, critici, giornalisti e operatori culturali Sat, 11 Sep 2021 08:46:19 +0000 http://wordpress.org/?v=2.9.2 hourly 1 Di: lorenzerrimo http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8-appuntamento/comment-page-8/#comment-54158 lorenzerrimo Mon, 16 Feb 2009 11:18:18 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8%c2%b0-appuntamento/#comment-54158 Grazie a te Massimo e a Lucia Arsì dell'occasione che mi presentate di rispondere con una mia recensione sul tema descritto abilmente da Lucia. Russo Lorenzo 2004-02-24 17:00 Miti, principi Arianna, Teseo, il labirinto, il mostro Arianna: bella, giovane, piena di grazie e sentimenti. Teseo: anche lui, giovane, coraggioso, orgoglioso e avido d’azione per dimostrare le sue qualità. Labirinto: è la vita stessa, semplice all’apparenza e invitante, per poi ingannare e punire gli imprudenti. Mostro, Minotauro: rappresenta i rischi e i pericoli della vita. Teseo, impavido e disposto a rischiare tutto pur di scoprire e tentare il proprio destino, fu anche furbo e prudente ricorrendo all’aiuto d’Arianna e migliorando così le proprie probabilità di successo. Arianna, anche lei coraggiosa e pronta ad aiutarlo per amore, sapeva che solo con lui si sarebbe realizzata come donna nella sua vita. Sono due personaggi che, allora come oggi, esistono ed operano. Entrambi, giovani e belli, coraggiosi e impavidi, ma anche furbi e prudenti, maliziosi e pronti a raggirare la natura, affidandosi entrambi delle proprie qualità donate loro dalla natura stessa, anch’essa arguta e maliziosa, capiscono che insieme possono ottenere di più, sia nel godere la propria giovinezza consumandola nel tremore dei loro corpi freschi ed esultanti di passione, come nell’affrontare i pericoli con prudenza e coraggio, sempre pronti a vincere o morire insieme. Il confronto con l’oggi ci fa vedere che i giovani, all’inizio innamorati e pronti al tutto per la vita intera, giurano ancora, si perdono ,col passare degli anni e delle vicende della vita, per mancanza dei requisiti necessari per vivere una vita insieme anche nei tardi anni, dove i ricordi sono comuni, felicità come infelicità dell’uno anche dell’altra, dando così testimonianza di comprensione,continuità e fermezza. Sono qualità che collegano il passato con il presente e garantiscono un futuro felice e sereno, e dalle cui esperienze nasce la maturità per l’unione. Non voglio criticare la gioventù odierna; è la stessa di sempre; a mio parere, sono le molteplici possibilità economiche e la malintesa libertà personale d’oggi che costringono i giovani, e purtroppo anche gli adulti, ad agire per il consumo ad ogni costo. Il giovane ha oggi più difficoltà d’individuare la strada giusta in un ambiente che è troppo dominato da tentazioni e costrizioni dannose per lui; non è quindi la gioventù debole, ma semmai la società intera. Senza la disponibilità alla comprensione e al perdono reciproco per gli errori compiuti, perdiamo la visione reale della vita, che è impegno continuo per il superamento degli ostacoli che permanentemente incontriamo sul nostro cammino. Sono requisiti che danno il senso della continuità, di cui si potrebbe e dovrebbe essere fieri e grati. La società, debole e leggera, che ama più le ferie e il divertimento, che schiva la tranquillità della meditazione, non tiene il passo con i propositi seri della vita, gli unici che ce la lasciano comprendere e crescere. La corsa frenetica all’alloro d’oro si rivelerà un errore gravissimo. È tempo quindi di organizzare le forze sociali sane per avviare quel processo culturale ed economico basato sull’equità e giustizia, cui aspirano i molti perdenti di questo mondo. È necessaria, una spinta decisiva verso il meglio, incominciando con riforme sociali adeguate allo stato di precariato attuale della società. Esse devono essere richieste dal ceto basso, dove le ingiustizie sono sentite e sofferte, quando il ceto dei privilegiati si dimostra ottuso e incompetente. È necessario, inoltre, considerare la ricchezza con un nuovo senso e scopo, affinché diventi un mezzo di sostegno e di pace per la collettività intera. Questi sono i compiti della società nel mondo nuovo. È tempo di chiudere con un passato dominato delle differenze, oppressioni, torture, guerre tremende, e dare una spinta definitiva al processo evolutivo umano, che ci aspetta da sempre e nel frattempo non gli rimane che rimanere sbigottito e sgomentato di così tanta ignoranza. Saluti Lorenzo Gänserndorf, 24.02.04 Grazie a te Massimo e a Lucia Arsì dell’occasione che mi presentate di
rispondere con una mia recensione sul tema descritto abilmente da Lucia.

Russo Lorenzo 2004-02-24 17:00
Miti, principi Arianna, Teseo, il labirinto, il mostro
Arianna: bella, giovane, piena di grazie e sentimenti.
Teseo: anche lui, giovane, coraggioso, orgoglioso e avido d’azione per dimostrare le sue qualità.
Labirinto: è la vita stessa, semplice all’apparenza e invitante, per poi ingannare e punire gli imprudenti.
Mostro, Minotauro: rappresenta i rischi e i pericoli della vita.

Teseo, impavido e disposto a rischiare tutto pur di scoprire e tentare il proprio destino, fu anche furbo e prudente ricorrendo all’aiuto d’Arianna e migliorando così le proprie probabilità di successo. Arianna, anche lei coraggiosa e pronta ad aiutarlo per amore, sapeva che solo con lui si sarebbe realizzata come donna nella sua vita. Sono due personaggi che, allora come oggi, esistono ed operano. Entrambi, giovani e belli, coraggiosi e impavidi, ma anche furbi e prudenti, maliziosi e pronti a raggirare la natura, affidandosi entrambi delle proprie qualità donate loro dalla natura stessa, anch’essa arguta e maliziosa, capiscono che insieme possono ottenere di più, sia nel godere la propria giovinezza consumandola nel tremore dei loro corpi freschi ed esultanti di passione, come nell’affrontare i pericoli con prudenza e coraggio, sempre pronti a vincere o morire insieme. Il confronto con l’oggi ci fa vedere che i giovani, all’inizio innamorati e pronti al tutto per la vita intera, giurano ancora, si perdono ,col passare degli anni e delle vicende della vita, per mancanza dei requisiti necessari per vivere una vita insieme anche nei tardi anni, dove i ricordi sono comuni, felicità come infelicità dell’uno anche dell’altra, dando così testimonianza di comprensione,continuità e fermezza. Sono qualità che collegano il passato con il presente e garantiscono un futuro felice e sereno, e dalle cui esperienze nasce la maturità per l’unione.
Non voglio criticare la gioventù odierna; è la stessa di sempre; a mio parere, sono le molteplici possibilità economiche e la malintesa libertà personale d’oggi che costringono i giovani, e purtroppo anche gli adulti, ad agire per il consumo ad ogni costo.
Il giovane ha oggi più difficoltà d’individuare la strada giusta in un ambiente che è troppo dominato da tentazioni e costrizioni dannose per lui; non è quindi la gioventù debole, ma semmai la società intera.
Senza la disponibilità alla comprensione e al perdono reciproco per gli errori compiuti, perdiamo la visione reale della vita, che è impegno continuo per il superamento degli ostacoli che permanentemente incontriamo sul nostro cammino.
Sono requisiti che danno il senso della continuità, di cui si potrebbe e dovrebbe essere fieri e grati.
La società, debole e leggera, che ama più le ferie e il divertimento, che schiva la tranquillità della meditazione, non tiene il passo con i propositi seri della vita, gli unici che ce la lasciano comprendere e crescere.
La corsa frenetica all’alloro d’oro si rivelerà un errore gravissimo. È tempo quindi di organizzare le forze sociali sane per avviare quel processo culturale ed economico basato sull’equità e giustizia, cui aspirano i molti perdenti di questo mondo.

È necessaria, una spinta decisiva verso il meglio, incominciando con riforme sociali adeguate allo stato di precariato attuale della società. Esse devono essere richieste dal ceto basso, dove le ingiustizie sono sentite e sofferte, quando il ceto dei privilegiati si dimostra ottuso e incompetente.
È necessario, inoltre, considerare la ricchezza con un nuovo senso e scopo, affinché diventi un mezzo di sostegno e di pace per la collettività intera.
Questi sono i compiti della società nel mondo nuovo. È tempo di chiudere con un passato dominato delle differenze, oppressioni, torture, guerre tremende, e dare una spinta definitiva al processo evolutivo umano, che ci aspetta da sempre e nel frattempo non gli rimane che rimanere sbigottito e sgomentato di così tanta ignoranza.

Saluti
Lorenzo Gänserndorf, 24.02.04

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8-appuntamento/comment-page-8/#comment-54152 Massimo Maugeri Mon, 16 Feb 2009 07:15:44 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8%c2%b0-appuntamento/#comment-54152 Su "La poesia e lo spirito" segnalo due racconti... 1) Ettore Malacarne: http://lapoesiaelospirito.wordpress.com/2009/02/14/non-ha-importanza-di-ettore-malacarne/ 2) Lucia Arsì (con un racconto mitologico): http://lapoesiaelospirito.wordpress.com/2009/02/16/il-labirinto-di-lucia-arsi/ Su “La poesia e lo spirito” segnalo due racconti…
1) Ettore Malacarne: http://lapoesiaelospirito.wordpress.com/2009/02/14/non-ha-importanza-di-ettore-malacarne/
2) Lucia Arsì (con un racconto mitologico): http://lapoesiaelospirito.wordpress.com/2009/02/16/il-labirinto-di-lucia-arsi/

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Di: Sergio Sozi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8-appuntamento/comment-page-8/#comment-54082 Sergio Sozi Sat, 14 Feb 2009 19:58:39 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8%c2%b0-appuntamento/#comment-54082 Belle parole, Renzo! Sei una persona che le fa seguire dai fatti e questo ti onora. Salutoni Sergio Belle parole, Renzo! Sei una persona che le fa seguire dai fatti e questo ti onora.
Salutoni
Sergio

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Di: Renzo Montagnoli http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8-appuntamento/comment-page-8/#comment-54080 Renzo Montagnoli Sat, 14 Feb 2009 18:47:24 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8%c2%b0-appuntamento/#comment-54080 Ahimè, cosa mi sono perso! Devo dire che sono anche giù moralmente, perchè penso che se uno non fa lo struzzo e si guarda intorno può notare l'aria di sfascio che tira, in un paese arrivato a questo punto per le colpe un po' di tutti noi, che non abbiamo voluto o saputo gestire la libertà. Del resto non mi meraviglio più di tanto in una nazione che è da sempre ricca di controsensi come il suo attuale capo del governo che ha saputo cogliere la palla al balzo per saltare in sella a un cavallo che muove a suo piacimento, senza nessun programma, se non quello di accrescere il suo potere. C'è in giro troppa ignoranza di gente che crede di sapere, non c'è solidarietà, nè unità nazionale e dico sempre che se atterrasse da noi un extraterrestre penserebbe di trovarsi in mezzo a un popolo di selvaggi. Ma non tutti sono così, per fortuna, anche se si tratta di una minoranza; c'è gente che vede, che cerca di darsi da fare, che non si piega all'imbarbarimento in una battaglia che sembra persa in partenza. Non arrendiamoci mai, per la nostra dignità e se vogliamo bene al nostro paese. Ahimè, cosa mi sono perso!
Devo dire che sono anche giù moralmente, perchè penso che se uno non fa lo struzzo e si guarda intorno può notare l’aria di sfascio che tira, in un paese arrivato a questo punto per le colpe un po’ di tutti noi, che non abbiamo voluto o saputo gestire la libertà.
Del resto non mi meraviglio più di tanto in una nazione che è da sempre ricca di controsensi come il suo attuale capo del governo che ha saputo cogliere la palla al balzo per saltare in sella a un cavallo che muove a suo piacimento, senza nessun programma, se non quello di accrescere il suo potere.
C’è in giro troppa ignoranza di gente che crede di sapere, non c’è solidarietà, nè unità nazionale e dico sempre che se atterrasse da noi un extraterrestre penserebbe di trovarsi in mezzo a un popolo di selvaggi.
Ma non tutti sono così, per fortuna, anche se si tratta di una minoranza; c’è gente che vede, che cerca di darsi da fare, che non si piega all’imbarbarimento in una battaglia che sembra persa in partenza.
Non arrendiamoci mai, per la nostra dignità e se vogliamo bene al nostro paese.

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Di: Subhaga Gaetano Failla http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8-appuntamento/comment-page-8/#comment-54075 Subhaga Gaetano Failla Sat, 14 Feb 2009 17:21:37 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8%c2%b0-appuntamento/#comment-54075 Correzione nell'articolo di Ceronetti. Per un errore tecnico non è apparsa una frase tra virgolette nell'originale. Riporto un breve brano già trascritto e la seguente frase mancante ("nostra sirocchia morte corporale"): - ... nel pullulare di cure mediche di spavento, nell'ignorare i limiti sacri della vita, i diritti dei morenti e di "nostra sirocchia morte corporale" - ... - Correzione nell’articolo di Ceronetti. Per un errore tecnico non è apparsa una frase tra virgolette nell’originale. Riporto un breve brano già trascritto e la seguente frase mancante (“nostra sirocchia morte corporale”):
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… nel pullulare di cure mediche di spavento, nell’ignorare i limiti sacri della vita, i diritti dei morenti e di “nostra sirocchia morte corporale” – …
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Di: Subhaga Gaetano Failla http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8-appuntamento/comment-page-8/#comment-54074 Subhaga Gaetano Failla Sat, 14 Feb 2009 16:57:13 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8%c2%b0-appuntamento/#comment-54074 Trascrivo l'articolo di Guido Ceronetti pubblicato su "La Stampa" di oggi, 14 febbraio 2009, in prima pagina e a pagina 35 (utilizzerò le virgolette, dove occorre, in sostituzione del corsivo originale, non sapendo io qui impostare il corsivo): - Guido Ceronetti ELUANA E GLI STORMI DI AVVOLTOI Non permettiamo che si raffreddi. Il caso Englaro va riattizzato costantemente: che davanti a quel Golgotha arda un lume sempre. Tutti dobbiamo gratitudine a quella vittima sacrificale e alla sua famiglia: perchè la passione civile non finisca in una cloaca e la passione etica e religiosa trovino altre e ben diverse, e superiori, vie. Si sono visti stormi di avvoltoi, sulla breve agonia di Udine, scendere in picchiata a disputarsi i resti di una creatura disfatta e sfamarsi a beccate ignobili di qualcosa che già più non era e che altro non aveva da offrirgli, tetri pennuti ciechi, che carne di sventura. Tale lo spettacolo, da iscrivere nel tragico delle cronache italiane che non avranno uno Stendhal per trascriverle. L'Italia, se qualcuno vorrà capirla "sine ira et studio", non è un luogo pacifico, non è una penisola turistica, non è un animale da stabulario economico - l'Italia è, è stata sempre, una città di risse feroci, di brigantaggio, di vendette, di medioevi e di cattivi governi. Gli avvoltoi, che non si annidano soltanto sulle torri dei Parsi a Benares, hanno voliere, spalti, e più d'una cupola anche a Roma, e non c'è televisione o campo di calcio in grado di oscurarne la presenza e il volo. Qua, dunque, non si può vivere avendo per fine esclusivamente il far soldi e pensare alla salute. Qua si nasce perchè l'Italia ci faccia male, ci ferisca, ci sia una madre crudele, inzuppata di sadismo. Vederlo o non vederlo: "that is the question". L'imbarbarimento di profondità, progressivo, non è da statistiche. Puoi vederlo chiaramente anche lì: nel pullulare di cure mediche di spavento, nell'ignorare i limiti sacri della vita, i diritti dei morenti e di - cure di coma irreversibili criminalmente protratti, cure che la tecnomedicina, settorialistica e antiolistica, sempre più andrà sperimentando sulla totalità del vivente. L'Italia "debole", che con strenuo sforzo - in cui va compreso il tributo di una risalita coscienza collettiva, di risorse d'anima e mentali inapparenti, antiavvoltoio, di pensieri silenziosi ma renitenti ai ricatti e alle violenze verbali dell'estremismo cattolico, materialista e anticristico - ha liberato dalle catene Eluana, è un resto di Italia dei giusti, di Italia che sa giudicare umanamente e cerca la libertà nella legge, che non accetta che l'impurità più grossolanamente sofistica prevalga sulla verità semplice e pura. Dobbiamo un po' tutti ri-imparare a morire: dunque a vivere e a trascendere la morte. Comprendere l'insignificanza della vita e dell'esistenza materiale è luce in tenebris. Per chi, pensando, ritenga che la vera salvezza consista nel liberarsi dalla schiavitù delle rinascite in corpi mortali, Eluana col suo lungo martirio avrà meritato la tregua nirvanica, e non tornerà in mondi come questo a patire sondini e beccate di avvoltoi - condannati, per loro intrinseca natura, a commettere empietà. Da cristiani autentici si sono comportate le Chiese evangeliche; schierate dalla parte di Eluana, hanno voluto ricordare che un essere umano non è soltanto un aggregato scimmiesco di funzioni e che è delitto tradirne l'anelito al padre ignoto al di là del finito. Il combattimento spirituale è brutale. La meno ingiusta Italia, che assumerà Eluana per segno, non deve temere di accettarlo, di restare unita, respinto l'avvoltoio, per la pietà e la luce. - Trascrivo l’articolo di Guido Ceronetti pubblicato su “La Stampa” di oggi, 14 febbraio 2009, in prima pagina e a pagina 35 (utilizzerò le virgolette, dove occorre, in sostituzione del corsivo originale, non sapendo io qui impostare il corsivo):
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Guido Ceronetti
ELUANA E GLI STORMI DI AVVOLTOI
Non permettiamo che si raffreddi. Il caso Englaro va riattizzato costantemente: che davanti a quel Golgotha arda un lume sempre. Tutti dobbiamo gratitudine a quella vittima sacrificale e alla sua famiglia: perchè la passione civile non finisca in una cloaca e la passione etica e religiosa trovino altre e ben diverse, e superiori, vie.
Si sono visti stormi di avvoltoi, sulla breve agonia di Udine, scendere in picchiata a disputarsi i resti di una creatura disfatta e sfamarsi a beccate ignobili di qualcosa che già più non era e che altro non aveva da offrirgli, tetri pennuti ciechi, che carne di sventura.
Tale lo spettacolo, da iscrivere nel tragico delle cronache italiane che non avranno uno Stendhal per trascriverle. L’Italia, se qualcuno vorrà capirla “sine ira et studio”, non è un luogo pacifico, non è una penisola turistica, non è un animale da stabulario economico – l’Italia è, è stata sempre, una città di risse feroci, di brigantaggio, di vendette, di medioevi e di cattivi governi. Gli avvoltoi, che non si annidano soltanto sulle torri dei Parsi a Benares, hanno voliere, spalti, e più d’una cupola anche a Roma, e non c’è televisione o campo di calcio in grado di oscurarne la presenza e il volo. Qua, dunque, non si può vivere avendo per fine esclusivamente il far soldi e pensare alla salute. Qua si nasce perchè l’Italia ci faccia male, ci ferisca, ci sia una madre crudele, inzuppata di sadismo. Vederlo o non vederlo: “that is the question”.
L’imbarbarimento di profondità, progressivo, non è da statistiche. Puoi vederlo chiaramente anche lì: nel pullulare di cure mediche di spavento, nell’ignorare i limiti sacri della vita, i diritti dei morenti e di – cure di coma irreversibili criminalmente protratti, cure che la tecnomedicina, settorialistica e antiolistica, sempre più andrà sperimentando sulla totalità del vivente.
L’Italia “debole”, che con strenuo sforzo – in cui va compreso il tributo di una risalita coscienza collettiva, di risorse d’anima e mentali inapparenti, antiavvoltoio, di pensieri silenziosi ma renitenti ai ricatti e alle violenze verbali dell’estremismo cattolico, materialista e anticristico – ha liberato dalle catene Eluana, è un resto di Italia dei giusti, di Italia che sa giudicare umanamente e cerca la libertà nella legge, che non accetta che l’impurità più grossolanamente sofistica prevalga sulla verità semplice e pura.
Dobbiamo un po’ tutti ri-imparare a morire: dunque a vivere e a trascendere la morte. Comprendere l’insignificanza della vita e dell’esistenza materiale è luce in tenebris.
Per chi, pensando, ritenga che la vera salvezza consista nel liberarsi dalla schiavitù delle rinascite in corpi mortali, Eluana col suo lungo martirio avrà meritato la tregua nirvanica, e non tornerà in mondi come questo a patire sondini e beccate di avvoltoi – condannati, per loro intrinseca natura, a commettere empietà.
Da cristiani autentici si sono comportate le Chiese evangeliche; schierate dalla parte di Eluana, hanno voluto ricordare che un essere umano non è soltanto un aggregato scimmiesco di funzioni e che è delitto tradirne l’anelito al padre ignoto al di là del finito.
Il combattimento spirituale è brutale. La meno ingiusta Italia, che assumerà Eluana per segno, non deve temere di accettarlo, di restare unita, respinto l’avvoltoio, per la pietà e la luce.
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Di: lorenzerrimo http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8-appuntamento/comment-page-8/#comment-53900 lorenzerrimo Thu, 12 Feb 2009 19:21:31 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8%c2%b0-appuntamento/#comment-53900 @ Massimo grazie anche a te delle tue parole consolatorie. Per fortuna non sono un feticista dei soldi. Ho saputo guadagnarli, fatto che mi ha procurato anche un gran piacere, ed ora li lascio svanire senza rovinarmi il buon umore. Mi viene in mente un episodio risalente al mio periodo di bancario a Milano. Una signora, rimasta vedova e vestita elegantemente, mi chiese un consiglio su come investire la sua eredità. Senza pensarci tanto e anche per dovere verso la sincerità, le risposi: si godi la vita e si faccia un viaggio per il mondo, beata lei che se lo potrebbe permettere. Mi guardò stupita, e come stralunata uscì dalla banca senza chiedere altri consigli. Due mesi dopo lasciai l'impiego per affrontare altre avventure. Saluti cari Lorenzo @ Massimo
grazie anche a te delle tue parole consolatorie.
Per fortuna non sono un feticista dei soldi. Ho saputo guadagnarli, fatto che mi ha procurato anche un gran piacere, ed ora li lascio svanire senza rovinarmi il buon umore.
Mi viene in mente un episodio risalente al mio periodo di bancario a Milano.
Una signora, rimasta vedova e vestita elegantemente, mi chiese un consiglio su come investire la sua eredità.
Senza pensarci tanto e anche per dovere verso la sincerità, le risposi: si godi la vita e si faccia un viaggio per il mondo, beata lei che se lo potrebbe permettere.
Mi guardò stupita, e come stralunata uscì dalla banca senza chiedere altri consigli.
Due mesi dopo lasciai l’impiego per affrontare altre avventure.
Saluti cari
Lorenzo

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Di: Sergio Sozi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8-appuntamento/comment-page-8/#comment-53856 Sergio Sozi Thu, 12 Feb 2009 15:20:56 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8%c2%b0-appuntamento/#comment-53856 Lorenzerrimo, ALLORA PROSIT, AMICE! diciamo alla latina. Abbracci Sergio Lorenzerrimo,
ALLORA PROSIT, AMICE! diciamo alla latina.
Abbracci
Sergio

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Di: lorenzerrimo http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8-appuntamento/comment-page-8/#comment-53848 lorenzerrimo Thu, 12 Feb 2009 12:42:18 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8%c2%b0-appuntamento/#comment-53848 Caro Sergio, grazie della tua partecipazione: siamo poveri ma nobili. Che cosa pretendere di più, aggiungo, abbiamo almeno la capacità e possibilità di andare a testa alta, brillare alla vita e godere delle sue altre grazie. Per natura prudente, ho mantenuto qualcosa altrove, ma anche lì potrebbe un perdurare del terremoto finanziario annullare tutto. Un mio professore di diritto, già verso la settantina, raccontava di essere stato benestante e di aver perso di colpo tutto attraverso la crisi del Ventinove. Ciò non di meno non aveva perso il suo buon umore di sempre. Entrava in classe con un fiasco di vino chianti, comprato a buon prezzo, dal quale sorseggiava nelle sue pause per rimanere attivo e allegro. Dovevi vederlo il suo bel naso, grosso e rosso come un peperone. Altri tempi, ma sempre le stesse preoccupazioni, così che nulla cambia veramente, se non quello che ci rimane nel cuore e animo. Fa bene l’andare a piedi, si rimane almeno sani e si risparmiano tanti soldi; pensa un po’ ai molti diventati invalidi sulla strada che sono costretti a stare seduti sulla carrozzella. Dell’Italia non si possono fare previsioni. Una volta finita l’era dei buffoni spadroneggianti, potrebbe arrivare il periodo delle riflessioni serie per poi avviare una nuova era, come anche peggiorare e mettere in pericolo la democrazia parlamentare. La colpa del disfacimento morale, che ha portato questo governo al potere, sta anche nella sinistra, incapace di creare un’unità d’azione per il bene del paese. Non ha senso elencarti i difetti, che sono un po’ di tutti, che hanno causato lo sfascio morale ed etico in ogni forma di vita fino ad approdare nella crisi attuale, li conosci meglio di me. Meglio, allora, alzare un bicchiere di vino e brindare alla nostra salute e di quelli che non si sono lasciati contagiare dal feticismo di fare soldi. Cari saluti. Lorenzo Caro Sergio,
grazie della tua partecipazione: siamo poveri ma nobili. Che cosa pretendere di più, aggiungo, abbiamo almeno la capacità e possibilità di andare a testa alta, brillare alla vita e godere delle sue altre grazie.
Per natura prudente, ho mantenuto qualcosa altrove, ma anche lì potrebbe un perdurare del terremoto finanziario annullare tutto. Un mio professore di diritto, già verso la settantina, raccontava di essere stato benestante e di aver perso di colpo tutto attraverso la crisi del Ventinove.
Ciò non di meno non aveva perso il suo buon umore di sempre. Entrava in classe con un fiasco di vino chianti, comprato a buon prezzo, dal quale sorseggiava nelle sue pause per rimanere attivo e allegro.
Dovevi vederlo il suo bel naso, grosso e rosso come un peperone.
Altri tempi, ma sempre le stesse preoccupazioni, così che nulla cambia veramente, se non quello che ci rimane nel cuore e animo.
Fa bene l’andare a piedi, si rimane almeno sani e si risparmiano tanti soldi; pensa un po’ ai molti diventati invalidi sulla strada che sono costretti a stare seduti sulla carrozzella.
Dell’Italia non si possono fare previsioni. Una volta finita l’era dei buffoni spadroneggianti, potrebbe arrivare il periodo delle riflessioni serie per poi avviare una nuova era, come anche peggiorare e mettere in pericolo la democrazia parlamentare.
La colpa del disfacimento morale, che ha portato questo governo al potere, sta anche nella sinistra, incapace di creare un’unità d’azione per il bene del paese.
Non ha senso elencarti i difetti, che sono un po’ di tutti, che hanno causato lo sfascio morale ed etico in ogni forma di vita fino ad approdare nella crisi attuale, li conosci meglio di me.
Meglio, allora, alzare un bicchiere di vino e brindare alla nostra salute e di quelli che non si sono lasciati contagiare dal feticismo di fare soldi.
Cari saluti.
Lorenzo

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Di: Sergio Sozi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8-appuntamento/comment-page-8/#comment-53820 Sergio Sozi Thu, 12 Feb 2009 00:46:57 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8%c2%b0-appuntamento/#comment-53820 P.S. Troverete il medesimo anche nel blog di Maria Lucia Riccioli e in quello di Cristina Bove, che ringrazio - insieme ovviamente a Renzo Montagnoli. Sergio P.S.
Troverete il medesimo anche nel blog di Maria Lucia Riccioli e in quello di Cristina Bove, che ringrazio – insieme ovviamente a Renzo Montagnoli.
Sergio

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Di: Sergio Sozi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8-appuntamento/comment-page-8/#comment-53819 Sergio Sozi Thu, 12 Feb 2009 00:42:23 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8%c2%b0-appuntamento/#comment-53819 Cari amici, lascio qua sotto, su autorizzazione di Massimo, il link ad un mio articolo-proposta riguardante le Foibe e le relative celebrazioni del 10 febbraio. Siete invitati tutti a partecipare, commentare, criticare e soprattutto proporre. http://armoniadelleparole.splinder.com/post/19807881/Giornata+nazionale+in+memoria+ Cari amici,
lascio qua sotto, su autorizzazione di Massimo, il link ad un mio articolo-proposta riguardante le Foibe e le relative celebrazioni del 10 febbraio. Siete invitati tutti a partecipare, commentare, criticare e soprattutto proporre.
http://armoniadelleparole.splinder.com/post/19807881/Giornata+nazionale+in+memoria+

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Di: francesca http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8-appuntamento/comment-page-8/#comment-53718 francesca Tue, 10 Feb 2009 21:30:51 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8%c2%b0-appuntamento/#comment-53718 Caro Massimo, ti chiedo scusa, sono stata prvocatoria e maleducata. In realta' sentendo C.Bruni mi sono chiesta davvero se fosse stata da ragazza affascinata da Verlaine e da Rimbaud. Ora ti faccio inorridire di nuovo, sto leggendo "la filosofia del dr.House"di Blitris, volevo una lettura facile perchè attraverso un brutto periodo e invece cosa mi ritrovo a leggere? Un testo di filosofia appassionante ed autentico. Vedi, con tutto e da tutto si puo' arrivare alla cultura. Caro Massimo, ti chiedo scusa, sono stata prvocatoria e maleducata. In realta’ sentendo C.Bruni mi sono chiesta davvero se fosse stata da ragazza affascinata da Verlaine e da Rimbaud. Ora ti faccio inorridire di nuovo, sto leggendo “la filosofia del dr.House”di Blitris, volevo una lettura facile perchè attraverso un brutto periodo e invece cosa mi ritrovo a leggere? Un testo di filosofia appassionante ed autentico. Vedi, con tutto e da tutto si puo’ arrivare alla cultura.

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Di: Subhaga Gaetano Failla http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8-appuntamento/comment-page-8/#comment-53687 Subhaga Gaetano Failla Tue, 10 Feb 2009 14:04:17 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8%c2%b0-appuntamento/#comment-53687 @ Francesca Serra Ho letto con interesse il tuo scritto, riletto poi nel tuo blog. Ti segnalo un articolo di Giuseppe Genna che mi ha colpito, pubblicato due giorni fa qui: www.carmillaonline.com @ Francesca Serra
Ho letto con interesse il tuo scritto, riletto poi nel tuo blog. Ti segnalo un articolo di Giuseppe Genna che mi ha colpito, pubblicato due giorni fa qui:
http://www.carmillaonline.com

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Di: francescasca serra http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8-appuntamento/comment-page-8/#comment-53665 francescasca serra Tue, 10 Feb 2009 09:46:12 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8%c2%b0-appuntamento/#comment-53665 L'estromissione del corpo da se stesso è l'ultimo atto dittatoriale di questo sistema. Appropriarsi non solo della nostra vita di consumatori, ma dei nostro organi vitali, del nostra dna, della nostra matrice divina. La nascita e la morte, non sono gli anelli di congiunzione di un percorso, ma i varchi per intromettersi nella dignità del prossimo ed estraniarla così a se stessa. Il corpo, ultimo campo di battaglia. Non solo il corpo dei bambini che non nasceranno, ma di quelli che cloneranno. Il corpo delle donne: che per secoli si e' lasciato violare dalle mani degli esperti di turno, o sepolto negli oscuri tunnel delle radiografie. Al corpo s'impone la diagnostica, s'impone come un ordine di sopravvivenza. Se non vuoi morire devi prevenire. Al corpo s'impone la sopravvivenza. Farti sgozzare, svuotare, inoculare, per garantirti un corpo longevo e sano. Un corpo perfetto, frugato nei reconditi segreti di escrescenze nascoste. Macchie oscure, di funesti presagi, tra notti insonni e responsi… Il corpo cucito nella bocca umida e nascosta, perché non provi né cerchi mai il piacere. Il corpo dai piccoli piedi di petali di loto, con le dita spezzate dalla fasciatura. Per non poter mai più fuggire. Il corpo stretto, nei corpetti maliziosi, in cui morire senza fiato. Il corpo largo come una terra tonda, irrorata dall'acqua di sorgente, sul bordo della vasca di un Hamman. O deformato, dal peso delle brocche e dalle lunghe camminate nel deserto. O ancora, accasciato sulla scrivania di un ufficio, da cui vedere le mille luci della notte e chiedersi quale sia la nostra casa. Ovunque, corpi, di cui siamo fatti e sfatti. In formazione e decomposizione, terra di conquista, da cui fuggire. Non si dice forse "ha lasciato il corpo"?, o "mi sei entrato in corpo". Ma anche "andare di corpo", come amano dire i vecchi che provano nella defecazione, lo stesso piacere di una vera liberazione. E poi, battersi, "corpo a corpo", e dare un parametro tecnologico universale, "corpo di scrittura" nascosto nel computer. I bambini danneggiati da vaccino sono scarti di lavorazione. Il corpo inutile di Piergiorgio Welby è uno scarto di lavorazione. Gli embrioni che rivelano le loro imperfezioni attraverso le ecografie sono scarti di lavorazione. I cloni "pecorecci"mal riusciti, sono scarti di lavorazione. Le teste matte delle vecchiette con l'alzheimer sono scarti di lavorazione. A quelli come noi, resta la scialletta sulle spalle, gli acciacchi delle ossa, il fuoco di un camino, la pancia e il collo giù, cadenti. A quelli come noi, e al resto di milioni di miliardi di persone che abitano le terre dimenticate di questo pianeta, restano i virus, le malattie e la morte. A Eluana Englaro solo un pugno di ossa per la corona dell'Imperatore. L’estromissione del corpo da se stesso è l’ultimo atto dittatoriale di questo sistema. Appropriarsi non solo della nostra vita di consumatori, ma dei nostro organi vitali, del nostra dna, della nostra matrice divina.
La nascita e la morte, non sono gli anelli di congiunzione di un percorso, ma i varchi per intromettersi nella dignità del prossimo ed estraniarla così a se stessa.
Il corpo, ultimo campo di battaglia. Non solo il corpo dei bambini che non nasceranno, ma di quelli che cloneranno. Il corpo delle donne: che per secoli si e’ lasciato violare dalle mani degli esperti di turno, o sepolto negli oscuri tunnel delle radiografie.
Al corpo s’impone la diagnostica, s’impone come un ordine di sopravvivenza. Se non vuoi morire devi prevenire.
Al corpo s’impone la sopravvivenza.
Farti sgozzare, svuotare, inoculare, per garantirti un corpo longevo e sano. Un corpo perfetto, frugato nei reconditi segreti di escrescenze nascoste. Macchie oscure, di funesti presagi, tra notti insonni e responsi…
Il corpo cucito nella bocca umida e nascosta, perché non provi né cerchi mai il piacere. Il corpo dai piccoli piedi di petali di loto, con le dita spezzate dalla fasciatura. Per non poter mai più fuggire. Il corpo stretto, nei corpetti maliziosi, in cui morire senza fiato.
Il corpo largo come una terra tonda, irrorata dall’acqua di sorgente, sul bordo della vasca di un Hamman. O deformato, dal peso delle brocche e dalle lunghe camminate nel deserto. O ancora, accasciato sulla scrivania di un ufficio, da cui vedere le mille luci della notte e chiedersi quale sia la nostra casa.
Ovunque, corpi, di cui siamo fatti e sfatti. In formazione e decomposizione, terra di conquista, da cui fuggire. Non si dice forse “ha lasciato il corpo”?, o “mi sei entrato in corpo”. Ma anche “andare di corpo”, come amano dire i vecchi che provano nella defecazione, lo stesso piacere di una vera liberazione.
E poi, battersi, “corpo a corpo”, e dare un parametro tecnologico universale, “corpo di scrittura” nascosto nel computer.
I bambini danneggiati da vaccino sono scarti di lavorazione.
Il corpo inutile di Piergiorgio Welby è uno scarto di lavorazione.

Gli embrioni che rivelano le loro imperfezioni attraverso le ecografie sono scarti di lavorazione.
I cloni “pecorecci”mal riusciti, sono scarti di lavorazione.
Le teste matte delle vecchiette con l’alzheimer sono scarti di lavorazione.
A quelli come noi, resta la scialletta sulle spalle, gli acciacchi delle ossa, il fuoco di un camino, la pancia e il collo giù, cadenti. A quelli come noi, e al resto di milioni di miliardi di persone che abitano le terre dimenticate di questo pianeta, restano i virus, le malattie e la morte.
A Eluana Englaro solo un pugno di ossa per la corona dell’Imperatore.

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8-appuntamento/comment-page-8/#comment-53638 Massimo Maugeri Mon, 09 Feb 2009 22:44:57 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8%c2%b0-appuntamento/#comment-53638 @ Lorenzo Ti capisco. Anche a me, in passato (come credo a molti), è capitato di fare investimenti finanziari sbagliati. Coraggio! Per il resto ti ringrazio... e ricambio con affetto i tuoi saluti. @ Lorenzo
Ti capisco. Anche a me, in passato (come credo a molti), è capitato di fare investimenti finanziari sbagliati. Coraggio!
Per il resto ti ringrazio… e ricambio con affetto i tuoi saluti.

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Di: Sergio Sozi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8-appuntamento/comment-page-8/#comment-53619 Sergio Sozi Mon, 09 Feb 2009 20:38:07 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8%c2%b0-appuntamento/#comment-53619 Gaetano, mi riferivo agli autori che hai citato (condividendone il pensiero): Augias e Scalfari. Ecco: mi pare che questi interventi non facciano che rafforzare le contrapposizioni col Governo in carica - eletto dagli italiani. Tali contrapposizioni al contempo irrobustiscono la compagine governativa, credo io. E inoltre contrapporsi frontalmente secondo me non serve a niente ne' migliora il Paese, casomai ne approfondisce le spaccature. Serve una dialettica serena, insomma, diversa, non intransigente. Serve un dialogo con stima reciproca, se no non e' dialogo. Serve la moderazione e il sussurro, appunto. Ciao, caro Sergio Gaetano,
mi riferivo agli autori che hai citato (condividendone il pensiero): Augias e Scalfari. Ecco: mi pare che questi interventi non facciano che rafforzare le contrapposizioni col Governo in carica – eletto dagli italiani. Tali contrapposizioni al contempo irrobustiscono la compagine governativa, credo io. E inoltre contrapporsi frontalmente secondo me non serve a niente ne’ migliora il Paese, casomai ne approfondisce le spaccature. Serve una dialettica serena, insomma, diversa, non intransigente. Serve un dialogo con stima reciproca, se no non e’ dialogo. Serve la moderazione e il sussurro, appunto.
Ciao, caro
Sergio

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Di: Subhaga Gaetano Failla http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8-appuntamento/comment-page-8/#comment-53618 Subhaga Gaetano Failla Mon, 09 Feb 2009 20:20:00 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8%c2%b0-appuntamento/#comment-53618 Caro Sergio, se vuoi scrivimi in privato. Non so di cosa stai parlando. Ciao, Gaetano Caro Sergio,
se vuoi scrivimi in privato. Non so di cosa stai parlando. Ciao,
Gaetano

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Di: Sergio Sozi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8-appuntamento/comment-page-8/#comment-53617 Sergio Sozi Mon, 09 Feb 2009 20:19:16 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8%c2%b0-appuntamento/#comment-53617 Posso infine dirne una per tutte? Secondo me la decadenza italiana e' un fatto meramente intellettivo piu' che spirituale: non ci sono piu' in giro i cervelli e le sensibilita' di sessant'anni fa; i tempi sono frenetici e la gente non puo' scrivere ne' leggere come si deve e nemmeno potrebbe e vorrebbe farlo perche' dello scrivere e del leggere non gliene importa niente. Dunque la scrittura non conta niente e l'immagine, che l'ha sostituita, e' gestita dal malaffare. Questa e' la situazione italiana. come migliorarla? Solo uscendo dalla modernita'. Buonanotte Sergio Posso infine dirne una per tutte?
Secondo me la decadenza italiana e’ un fatto meramente intellettivo piu’ che spirituale: non ci sono piu’ in giro i cervelli e le sensibilita’ di sessant’anni fa; i tempi sono frenetici e la gente non puo’ scrivere ne’ leggere come si deve e nemmeno potrebbe e vorrebbe farlo perche’ dello scrivere e del leggere non gliene importa niente. Dunque la scrittura non conta niente e l’immagine, che l’ha sostituita, e’ gestita dal malaffare. Questa e’ la situazione italiana. come migliorarla? Solo uscendo dalla modernita’.
Buonanotte
Sergio

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Di: Sergio Sozi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8-appuntamento/comment-page-8/#comment-53616 Sergio Sozi Mon, 09 Feb 2009 20:04:18 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8%c2%b0-appuntamento/#comment-53616 Gaetano, va bene, ma secondo me a parlar sottovoce ma con fermezza si afferma di piu', si incide di piu' sulla realta'. Sto imparando a farlo. e' piu' efficace contro gli urlatori volgari. Arrabbiarsi si', insomma, ma proponendo cose da condividere anche con la parte avversa. Questa e' la difficolta' e... anche la grandezza di chi lo fa. Condividere le cose con Berlusconi, Fini e Bossi: questa si chiamerebbe vittoria, per Gaetano, credo. O no? Ebbene: questo e' proprio arduo. Fallo, restando te stesso - anzi essendolo ancor piu', perche' chi sussurra e' potentissimo. Sussurriamo tutti. Come Maria Lucia, per esempio. E parlo anche per me. Tuo Sergio Gaetano,
va bene, ma secondo me a parlar sottovoce ma con fermezza si afferma di piu’, si incide di piu’ sulla realta’. Sto imparando a farlo. e’ piu’ efficace contro gli urlatori volgari. Arrabbiarsi si’, insomma, ma proponendo cose da condividere anche con la parte avversa. Questa e’ la difficolta’ e… anche la grandezza di chi lo fa. Condividere le cose con Berlusconi, Fini e Bossi: questa si chiamerebbe vittoria, per Gaetano, credo. O no? Ebbene: questo e’ proprio arduo. Fallo, restando te stesso – anzi essendolo ancor piu’, perche’ chi sussurra e’ potentissimo. Sussurriamo tutti. Come Maria Lucia, per esempio. E parlo anche per me.
Tuo
Sergio

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Di: Sergio Sozi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8-appuntamento/comment-page-8/#comment-53615 Sergio Sozi Mon, 09 Feb 2009 19:57:47 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8%c2%b0-appuntamento/#comment-53615 Caro Lorenzo, ti faccio in primis tanti auguri per la tua situazione finanziaria, che spero migliorera' ben presto - ma non ho conscigli da darti a riguardo, purtroppo: sono un modesto poetastro che non ha cognizione di investimenti e banche. La mia famiglia d'origine, d'altronde, visse sulla propria pelle la crisi del Ventinove (venne persa una stupenda villa in periferia di Perugia di proprieta' di mia nonna) e l'incapacita' finanziaria di altri miei antenati fece il resto. E' un declino cominciato all'inizio del Settecento con la perdita del castello di Civitella D'Arna e poi proseguito a sobbalzi fino a... me! Considera solo che il mio bisnonno, prima della Prima Guerra Mondiale, aveva l'automobile e ci scarrozzava la sua numerosa famiglia ed io... vado a piedi da dieci anni. Poi hai ragione: tutto il mondo e' paese... ma... solo l'Italia e' il mio Paese - purtroppo, a giudicare da come e' messo moralmente. Questa bassa moralita' e' l'arbitrio dei tanti Innominati e don Rodrigo manzoniani tutt'ora esistenti, identici, solo che stavolta le colpe sono tutte nostre, visto che la passivita' sociale e' una scelta, non un obbligo come per don Abbondio, Lucia e Renzo. In Italia, devo ammetterlo con dolore, i piu' forti spadroneggiano con metodi brutali come oggi in nessun'altra Nazione dell'Unione Europea. Ed io mi modero. Ovviamente. Sono povero, anche se nobile. Come Massimo. E come te, caro amico mio. Sergio Caro Lorenzo,
ti faccio in primis tanti auguri per la tua situazione finanziaria, che spero migliorera’ ben presto – ma non ho conscigli da darti a riguardo, purtroppo: sono un modesto poetastro che non ha cognizione di investimenti e banche. La mia famiglia d’origine, d’altronde, visse sulla propria pelle la crisi del Ventinove (venne persa una stupenda villa in periferia di Perugia di proprieta’ di mia nonna) e l’incapacita’ finanziaria di altri miei antenati fece il resto. E’ un declino cominciato all’inizio del Settecento con la perdita del castello di Civitella D’Arna e poi proseguito a sobbalzi fino a… me! Considera solo che il mio bisnonno, prima della Prima Guerra Mondiale, aveva l’automobile e ci scarrozzava la sua numerosa famiglia ed io… vado a piedi da dieci anni.
Poi hai ragione: tutto il mondo e’ paese… ma… solo l’Italia e’ il mio Paese – purtroppo, a giudicare da come e’ messo moralmente. Questa bassa moralita’ e’ l’arbitrio dei tanti Innominati e don Rodrigo manzoniani tutt’ora esistenti, identici, solo che stavolta le colpe sono tutte nostre, visto che la passivita’ sociale e’ una scelta, non un obbligo come per don Abbondio, Lucia e Renzo.
In Italia, devo ammetterlo con dolore, i piu’ forti spadroneggiano con metodi brutali come oggi in nessun’altra Nazione dell’Unione Europea. Ed io mi modero. Ovviamente. Sono povero, anche se nobile. Come Massimo. E come te, caro amico mio.
Sergio

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Di: Sergio Sozi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8-appuntamento/comment-page-8/#comment-53613 Sergio Sozi Mon, 09 Feb 2009 19:38:27 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8%c2%b0-appuntamento/#comment-53613 Sono perfettamente d'accordo con Marilu' Ricci. Infatti la riporto qui sotto con intenti elogiativi - specificando che personalmente, anche se non sempre su Letteratitudine ma in altri luoghi - sono molto attivo per fare il mio dovere di cittadino Italiano e di intellettuale moderato, conservatore e cattolico ma non acquiescente: magari ''proponente''. - Sulla decadenza dell’Italia non nutro dubbi. Ma credo anche che nel nostro paese ci siano forze sane, riserve morali e di bellezza, energie che troveranno tempi migliori per esplicarsi. Non ci scoraggiamo, ma lavoriamo, ognuno nella sua sfera, per rendere migliore questo paese. (Maria Lucia Ricci) Sono perfettamente d’accordo con Marilu’ Ricci. Infatti la riporto qui sotto con intenti elogiativi – specificando che personalmente, anche se non sempre su Letteratitudine ma in altri luoghi – sono molto attivo per fare il mio dovere di cittadino Italiano e di intellettuale moderato, conservatore e cattolico ma non acquiescente: magari ”proponente”.
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Sulla decadenza dell’Italia non nutro dubbi.
Ma credo anche che nel nostro paese ci siano forze sane, riserve morali e di bellezza, energie che troveranno tempi migliori per esplicarsi. Non ci scoraggiamo, ma lavoriamo, ognuno nella sua sfera, per rendere migliore questo paese.
(Maria Lucia Ricci)

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Di: lorenzerrimo http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8-appuntamento/comment-page-8/#comment-53606 lorenzerrimo Mon, 09 Feb 2009 17:50:23 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8%c2%b0-appuntamento/#comment-53606 @ Sergio-Massimo- e tutti gli altri grazie del richiamo. Che cosa dirti? Sono accadute tante cose nelle ultime settimane: la crisi finanziaria che s’è bruciata quasi tutti i miei risparmi che avevo affidato alle banche e assicurazioni -per fortuna che Salvo, da quanto ci racconta, è povero e di più non può diventarlo-, e le promesse della casta dei ciarlatani che sfumano dopo che siano stati eletti di nuovo. Bé, il mondo non cambierà mai e neppure io ho intenzione di mutarmi per cui, una volta superata la mia crisi, riprenderò a intervenire su questo bel Blog dove incontro tante persone per bene o quasi. Bé, qualche eccezione di quando in quando bisogna sopportarla, in fondo siamo tutti presi dai difetti della nostra specie. Più se ne ammettono e meno vengono rilevati ed accusati. Sarebbe come ammettere che sono un somaro e così almeno le porte della politica mi saranno aperte più facilmente. Strano questo popolo di elettori, si fida più dei somari, dai quali pensa di non essere imbrogliato; fino a quando avrà imparato che anche i somari sono dei travestiti e convertiti per il potere, avrà già perso tutto, anche la camicia, non quella celeste che sta tanto bene al suo proprietario, nostro navigatore, da pensare di essere con lui in paradiso. Ma non è solo la crisi d’identificazione con la repubblica democratica che mi preoccupa. In questi giorni mi sono guardato alla televisione dei documentari sulla guerra del pacifico tra gli USA e i giapponesi, il commercio clandestino di tanti giovani e giovane per fare profitto, i visi sempre allegri della casta politica radunata per risolvere i guai causati dall’economia, dalla politica e dalla religione, guai che non sono risolvibili se non cambiando tutte le persone coinvolte nel disastro globale. Qui a Vienna, città di pessimisti e calunniatori, riecheggia tuttora una strofa di Johann Nestroy che canta la fine del mondo nel luccichio del lusso e festeggiamenti. Anche i walzer viennesi sono un richiamo a danzare e gioire della spensieratezza che precede la fine catastrofica. Alla televisione austriaca viene trasmesso attualmente un film in due puntate sulla vita del principe ereditario Rodolfo di Asburgo. Lui viene rappresentato come una persona intelligente e aperta alle correnti liberali e progressive del suo tempo, mentre il padre invece come una persona incolta e conservativa, chiusa ai segnali che avvertivano chiaramente il finire della monarchia. La madre fa invece una buona figura. Intelligente e colta, capisce bene le intenzioni del figlio, che cerca anche di appoggiare, senza ottenere alcun buon risultato in una corte reale tanto rinchiusa nei suoi mali, da non capire la necessità di modernizzare e liberalizzare per sopravvivere. Rodolfo non era, in effetti, figlio di Giuseppe, ma frutto di una passione materna vissuta in uno dei suoi tanti viaggi all’isola di Cipro. Come vedi tutto il mondo è paese, per cui alla fine e dopo aver superato i primi fraintendimenti e sensi d’estraneità, ci si può sembrare di essere dappertutto a casa, qui, come da te o nella nostra Italia. Un caro saluto anche a Massimo, al quale aggiungo le mie congratulazioni per i suoi successi che meritatamente sta seminando nel mondo della cultura italiana. Una grande schiera di sostenitori di questo suo Blog, me compreso, l’ha riconosciuto e sostenuto per i suoi valori di persona colta e appassionata, paziente e gentile con tutti; è vero che il Blog lo distrae da altre impegni importanti per il suo divenire conosciuto e ricercato, ma credo anche che, nonostante le fatiche affrontate, i sensi d’amicizia che ne sono sorti siano una buona e forse migliore ricompensa. Cari saluti a voi due e a tutti gli altri che leggono. Lorenzo @ Sergio-Massimo- e tutti gli altri
grazie del richiamo. Che cosa dirti? Sono accadute tante cose nelle ultime settimane: la crisi finanziaria che s’è bruciata quasi tutti i miei risparmi che avevo affidato alle banche e assicurazioni -per fortuna che Salvo, da quanto ci racconta, è povero e di più non può diventarlo-, e le promesse della casta dei ciarlatani che sfumano dopo che siano stati eletti di nuovo.
Bé, il mondo non cambierà mai e neppure io ho intenzione di mutarmi per cui, una volta superata la mia crisi, riprenderò a intervenire su questo bel Blog dove incontro tante persone per bene o quasi.
Bé, qualche eccezione di quando in quando bisogna sopportarla, in fondo siamo tutti presi dai difetti della nostra specie. Più se ne ammettono e meno vengono rilevati ed accusati. Sarebbe come ammettere che sono un somaro e così almeno le porte della politica mi saranno aperte più facilmente.
Strano questo popolo di elettori, si fida più dei somari, dai quali pensa di non essere imbrogliato; fino a quando avrà imparato che anche i somari sono dei travestiti e convertiti per il potere, avrà già perso tutto, anche la camicia, non quella celeste che sta tanto bene al suo proprietario, nostro navigatore, da pensare di essere con lui in paradiso.
Ma non è solo la crisi d’identificazione con la repubblica democratica che mi preoccupa. In questi giorni mi sono guardato alla televisione dei documentari sulla guerra del pacifico tra gli USA e i giapponesi, il commercio clandestino di tanti giovani e giovane per fare profitto, i visi sempre allegri della casta politica radunata per risolvere i guai causati dall’economia, dalla politica e dalla religione, guai che non sono risolvibili se non cambiando tutte le persone coinvolte nel disastro globale.
Qui a Vienna, città di pessimisti e calunniatori, riecheggia tuttora una strofa di Johann Nestroy che canta la fine del mondo nel luccichio del lusso e festeggiamenti. Anche i walzer viennesi sono un richiamo a danzare e gioire della spensieratezza che precede la fine catastrofica.
Alla televisione austriaca viene trasmesso attualmente un film in due puntate sulla vita del principe ereditario Rodolfo di Asburgo.
Lui viene rappresentato come una persona intelligente e aperta alle correnti liberali e progressive del suo tempo, mentre il padre invece come una persona incolta e conservativa, chiusa ai segnali che avvertivano chiaramente il finire della monarchia.
La madre fa invece una buona figura. Intelligente e colta, capisce bene le intenzioni del figlio, che cerca anche di appoggiare, senza ottenere alcun buon risultato in una corte reale tanto rinchiusa nei suoi mali, da non capire la necessità di modernizzare e liberalizzare per sopravvivere.
Rodolfo non era, in effetti, figlio di Giuseppe, ma frutto di una passione materna vissuta in uno dei suoi tanti viaggi all’isola di Cipro.
Come vedi tutto il mondo è paese, per cui alla fine e dopo aver superato i primi fraintendimenti e sensi d’estraneità, ci si può sembrare di essere dappertutto a casa, qui, come da te o nella nostra Italia.
Un caro saluto anche a Massimo, al quale aggiungo le mie congratulazioni per i suoi successi che meritatamente sta seminando nel mondo della cultura italiana.
Una grande schiera di sostenitori di questo suo Blog, me compreso, l’ha riconosciuto e sostenuto per i suoi valori di persona colta e appassionata, paziente e gentile con tutti; è vero che il Blog lo distrae da altre impegni importanti per il suo divenire conosciuto e ricercato, ma credo anche che, nonostante le fatiche affrontate, i sensi d’amicizia che ne sono sorti siano una buona e forse migliore ricompensa.
Cari saluti a voi due e a tutti gli altri che leggono.
Lorenzo

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8-appuntamento/comment-page-8/#comment-53565 Massimo Maugeri Sun, 08 Feb 2009 23:26:43 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8%c2%b0-appuntamento/#comment-53565 Il prossimo post sarà dedicato al nuovo libro di Elisabetta Bucciarelli. Penso di pubblicarlo domani sera. Il prossimo post sarà dedicato al nuovo libro di Elisabetta Bucciarelli.
Penso di pubblicarlo domani sera.

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8-appuntamento/comment-page-8/#comment-53564 Massimo Maugeri Sun, 08 Feb 2009 23:25:40 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8%c2%b0-appuntamento/#comment-53564 Io però preferisco mettere in risalto le piccole ombre che si evincono dal bellissimo articolo citato (e che riguarda tutti noi). "Questa è una discussione con la massa, dunque da imparare c’è moltissimo. Certo, è caotica. Non è governabile. E’ così democratica da risultare anarchica." Credo che le perplessità di Ferdinando Camon siano giustissime. Io sono il primo a condividerle. Ecco... vorrei impegnarmi - con il vostro aiuto - a ridurre al minimo i rischi di caos e anarchia. E per questo vi ringrazio in anticipo. Io però preferisco mettere in risalto le piccole ombre che si evincono dal bellissimo articolo citato (e che riguarda tutti noi).
“Questa è una discussione con la massa, dunque da imparare c’è moltissimo. Certo, è caotica. Non è governabile. E’ così democratica da risultare anarchica.”
Credo che le perplessità di Ferdinando Camon siano giustissime.
Io sono il primo a condividerle.
Ecco… vorrei impegnarmi – con il vostro aiuto – a ridurre al minimo i rischi di caos e anarchia.
E per questo vi ringrazio in anticipo.

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8-appuntamento/comment-page-8/#comment-53562 Massimo Maugeri Sun, 08 Feb 2009 23:18:27 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8%c2%b0-appuntamento/#comment-53562 Cari amici, il bell'articolo di Ferdinando Camon è uscito proprio mentre mi trovavo fuori sede per una brevissima vacanza. È stata una sorpresa del tutto inattesa. Inutile dire che mi ha... "travolto". Così come mi sento travolto dall'entusiasmo che avete espresso nei commenti qui sopra. Grazie di cuore. Soprattutto a Simona e a Maria Lucia. Cari amici, il bell’articolo di Ferdinando Camon è uscito proprio mentre mi trovavo fuori sede per una brevissima vacanza. È stata una sorpresa del tutto inattesa. Inutile dire che mi ha… “travolto”.
Così come mi sento travolto dall’entusiasmo che avete espresso nei commenti qui sopra. Grazie di cuore. Soprattutto a Simona e a Maria Lucia.

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Di: Maria Lucia Riccioli http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8-appuntamento/comment-page-8/#comment-53523 Maria Lucia Riccioli Sun, 08 Feb 2009 14:07:50 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8%c2%b0-appuntamento/#comment-53523 Sulla decadenza dell'Italia non nutro dubbi. Ma credo anche che nel nostro paese ci siano forze sane, riserve morali e di bellezza, energie che troveranno tempi migliori per esplicarsi. Non ci scoraggiamo, ma lavoriamo, ognuno nella sua sfera, per rendere migliore questo paese. Sulla decadenza dell’Italia non nutro dubbi.
Ma credo anche che nel nostro paese ci siano forze sane, riserve morali e di bellezza, energie che troveranno tempi migliori per esplicarsi. Non ci scoraggiamo, ma lavoriamo, ognuno nella sua sfera, per rendere migliore questo paese.

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Di: Maria Lucia Riccioli http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8-appuntamento/comment-page-8/#comment-53522 Maria Lucia Riccioli Sun, 08 Feb 2009 14:01:52 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8%c2%b0-appuntamento/#comment-53522 A me interessa soprattutto l'aspetto etico delle questioni. Spregevole è chi utilizzi il paravento dell'etica per tornaconto personale. Chiunque egli sia, qualunque sia la carica che ricopre. A me interessa soprattutto l’aspetto etico delle questioni.
Spregevole è chi utilizzi il paravento dell’etica per tornaconto personale.
Chiunque egli sia, qualunque sia la carica che ricopre.

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Di: Subhaga Gaetano Failla http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8-appuntamento/comment-page-8/#comment-53521 Subhaga Gaetano Failla Sun, 08 Feb 2009 13:44:35 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8%c2%b0-appuntamento/#comment-53521 Peccato Maria Lucia, non ci comprendiamo. Qui parliamo d'una persona alla guida dell'Italia, Berlusconi, che non riconosce il valore d'una sentenza della Corte Costituzionale, e ha già dichiarato di essere pronto a non riconoscere il valore della Costituzione. Parliamo di etica?! Peccato Maria Lucia, non ci comprendiamo. Qui parliamo d’una persona alla guida dell’Italia, Berlusconi, che non riconosce il valore d’una sentenza della Corte Costituzionale, e ha già dichiarato di essere pronto a non riconoscere il valore della Costituzione. Parliamo di etica?!

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Di: Maria Lucia Riccioli http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8-appuntamento/comment-page-8/#comment-53519 Maria Lucia Riccioli Sun, 08 Feb 2009 13:31:05 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8%c2%b0-appuntamento/#comment-53519 Sergio, non volare basso: "Letteratitudine" è un esperimento, una sperimentazione per conciliare due media come i libri e la rete, per creare un lit-blog che sia a metà tra social network, terza pagina, salotto letterario o una nuova creatura... Che sia divenuto un libro è segno che questo supporto fisico, materiale, ancora per molto o forse mai avrà da temere dalle nuove tecnologie. Un po' di entusiasmo! Specialmente da parte nostra che abbiamo avuto la possibilità di intervenire tanto e che abbiamo visto pubblicati tanti dei nostri interventi!!! :-) Sergio, non volare basso: “Letteratitudine” è un esperimento, una sperimentazione per conciliare due media come i libri e la rete, per creare un lit-blog che sia a metà tra social network, terza pagina, salotto letterario o una nuova creatura… Che sia divenuto un libro è segno che questo supporto fisico, materiale, ancora per molto o forse mai avrà da temere dalle nuove tecnologie.
Un po’ di entusiasmo!
Specialmente da parte nostra che abbiamo avuto la possibilità di intervenire tanto e che abbiamo visto pubblicati tanti dei nostri interventi!!!
:-)

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Di: Maria Lucia Riccioli http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8-appuntamento/comment-page-8/#comment-53518 Maria Lucia Riccioli Sun, 08 Feb 2009 13:25:27 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8%c2%b0-appuntamento/#comment-53518 Concordo perfettamente con te: non sopporto le etichette. Non mi piace tutto questo tam tam di chi parla e straparla senza aver guardato questa ragazza negli occhi. Non mi piace che un dramma tanto privato e intimo sia spiattellato in piazza, al bar, sui giornali, in tv, come se fosse un reality della sofferenza di una persona e della sua famiglia. Non mi piace che un essere umano diventi un caso giudiziario e legislativo. Soprattutto politico. Concordo perfettamente con te: non sopporto le etichette. Non mi piace tutto questo tam tam di chi parla e straparla senza aver guardato questa ragazza negli occhi. Non mi piace che un dramma tanto privato e intimo sia spiattellato in piazza, al bar, sui giornali, in tv, come se fosse un reality della sofferenza di una persona e della sua famiglia. Non mi piace che un essere umano diventi un caso giudiziario e legislativo. Soprattutto politico.

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Di: Subhaga Gaetano Failla http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8-appuntamento/comment-page-8/#comment-53514 Subhaga Gaetano Failla Sun, 08 Feb 2009 12:57:38 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8%c2%b0-appuntamento/#comment-53514 Cara Maria Lucia, lo sfacelo in cui è caduta l'Italia è anche questo: dividere le persone per etichette. Ciò in psicologia sociale si chiama "stigma". E' una vecchio espediente che serve a nascondere la realtà. La realtà, in questo caso, di una Italia in disfacimento: politico, economico, culturale, morale. Un abbraccio, Gaetano Cara Maria Lucia, lo sfacelo in cui è caduta l’Italia è anche questo: dividere le persone per etichette. Ciò in psicologia sociale si chiama “stigma”. E’ una vecchio espediente che serve a nascondere la realtà. La realtà, in questo caso, di una Italia in disfacimento: politico, economico, culturale, morale.
Un abbraccio,
Gaetano

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Di: Maria Lucia Riccioli http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8-appuntamento/comment-page-8/#comment-53512 Maria Lucia Riccioli Sun, 08 Feb 2009 12:35:14 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8%c2%b0-appuntamento/#comment-53512 Caro Gaetano, sono contraria sia agli eccessi vaticanisti che - concedimi - a quelli non laici ma laicisti ad oltranza. Vero è soltanto che si sta facendo di Eluana - non del suo corpo! Ma di una PERSONA - un campo di battaglia. Ma ti ricordo che in Italia esistono la legge sul divorzio e quella sull'aborto, anche se la Chiesa è contraria all'uno e all'altro. Queste intransigenze reciproche, queste chiusure a colpi di insulti non portano a nulla di buono. Io prego per questa ragazza e per suo padre, che comprendo nel suo dolore ma che non mi sento di giustificare. Ognuno nel silenzio della sua coscienza rifletta, senza eccessi né urli né proclami né vesti stracciate. Caro Gaetano,
sono contraria sia agli eccessi vaticanisti che – concedimi – a quelli non laici ma laicisti ad oltranza.
Vero è soltanto che si sta facendo di Eluana – non del suo corpo! Ma di una PERSONA – un campo di battaglia.
Ma ti ricordo che in Italia esistono la legge sul divorzio e quella sull’aborto, anche se la Chiesa è contraria all’uno e all’altro. Queste intransigenze reciproche, queste chiusure a colpi di insulti non portano a nulla di buono.
Io prego per questa ragazza e per suo padre, che comprendo nel suo dolore ma che non mi sento di giustificare. Ognuno nel silenzio della sua coscienza rifletta, senza eccessi né urli né proclami né vesti stracciate.

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Di: Subhaga Gaetano Failla http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8-appuntamento/comment-page-8/#comment-53511 Subhaga Gaetano Failla Sun, 08 Feb 2009 12:31:03 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8%c2%b0-appuntamento/#comment-53511 Correggo: anologie=analogie Correggo:
anologie=analogie

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Di: Subhaga Gaetano Failla http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8-appuntamento/comment-page-8/#comment-53510 Subhaga Gaetano Failla Sun, 08 Feb 2009 12:27:23 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8%c2%b0-appuntamento/#comment-53510 Trascrivo parte dell'articolo di Eugenio Scalfari intitolato"Non poteva esserci scempio più atroce" (da "La Repubblica" di oggi. L'articolo inizia in prima pagina e prosegue a pagina 25): *** "(...) Nei primi due anni dopo la marcia su Roma, Mussolini aveva conservato una democrazia allo stato larvale. Nel novembre del '22, nel suo primo discorso da presidente del Consiglio, aveva esordito con la frase entrata poi nella storia parlamentare: 'Avrei potuto fare di quest'aula sorda e grigia un bivacco di manipoli'. Passarono due anni e non ci fu neppure bisogno del bivacco di manipoli: la Camera fu abolita e ritornò vent'anni dopo sulle rovine del fascismo e della guerra. In quel passaggio del 3 gennaio '25 dalla democrazia agonizzante alla dittatura mussoliniana, gli intellettuali ebbero una funzione importante. Alcuni (pochi) resistettero con intransigenza; altri (molti) si misero a disposizione. Dapprima si attestarono su un attendismo apparentemente neutrale, ma nel breve volgere di qualche mese si intrupparono senza riserve. Vedo preoccupanti anologie. E vedo titubanze e cautele a riconoscere le cose per quello che sono nella realtà. A me pare che sperare nel 'rinsavimento' sia ormai un vano esercizio ed una svanita illusione. Sui problemi della sicurezza e della giustizia la divaricazione tra la maggioranza e le opposizioni è ormai incolmabile. Sulla riforma della Costituzione il territorio è stato bruciato l'altro ieri. E tutto è sciaguratamente avvenuto sul 'corpo ideologico' di Eluana Englaro. Non ci poteva essere uno scempio più atroce." *** Trascrivo parte dell’articolo di Eugenio Scalfari intitolato”Non poteva esserci scempio più atroce” (da “La Repubblica” di oggi. L’articolo inizia in prima pagina e prosegue a pagina 25):
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“(…) Nei primi due anni dopo la marcia su Roma, Mussolini aveva conservato una democrazia allo stato larvale. Nel novembre del ‘22, nel suo primo discorso da presidente del Consiglio, aveva esordito con la frase entrata poi nella storia parlamentare: ‘Avrei potuto fare di quest’aula sorda e grigia un bivacco di manipoli’. Passarono due anni e non ci fu neppure bisogno del bivacco di manipoli: la Camera fu abolita e ritornò vent’anni dopo sulle rovine del fascismo e della guerra. In quel passaggio del 3 gennaio ‘25 dalla democrazia agonizzante alla dittatura mussoliniana, gli intellettuali ebbero una funzione importante. Alcuni (pochi) resistettero con intransigenza; altri (molti) si misero a disposizione. Dapprima si attestarono su un attendismo apparentemente neutrale, ma nel breve volgere di qualche mese si intrupparono senza riserve. Vedo preoccupanti anologie. E vedo titubanze e cautele a riconoscere le cose per quello che sono nella realtà. A me pare che sperare nel ‘rinsavimento’ sia ormai un vano esercizio ed una svanita illusione. Sui problemi della sicurezza e della giustizia la divaricazione tra la maggioranza e le opposizioni è ormai incolmabile. Sulla riforma della Costituzione il territorio è stato bruciato l’altro ieri. E tutto è sciaguratamente avvenuto sul ‘corpo ideologico’ di Eluana Englaro. Non ci poteva essere uno scempio più atroce.”
***

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Di: Subhaga Gaetano Failla http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8-appuntamento/comment-page-8/#comment-53509 Subhaga Gaetano Failla Sun, 08 Feb 2009 12:04:28 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8%c2%b0-appuntamento/#comment-53509 Trascrivo una parte del commento di Corrado Augias, in risposta ad una lettera pubblicata nella sua rubrica, su "La Repubblica" di oggi, a pagina 24: *** "(...) Come ha scritto ieri Ezio Mauro, il presidente del Consiglio ha cinicamente colto la palla al balzo per sferrare l'attacco finale. Ha insultato Beppino Englaro dicendo che lui non staccherebbe la spina. Fa ridere pensare che Berlusconi abbia una visione etica del problema, con tutto quello che c'è nel suo passato. In realtà non vuole perdere l'appoggio della Chiesa la quale non vuol perdere un governo concretamente amico nè il suo potere di decidere sulla vita e sulla morte degli italiani. Saremmo potuti uscire da questa storia più avanzati, più vicini agli altri paesi europei, compresa la Spagna - parlo dei vescovi spagnoli non di Zapatero. Invece avremo fatto qualche altro passo verso il Medioevo teocratico, comprese le povere morti piene d'angoscia di cui parla la lettera di oggi." *** Trascrivo una parte del commento di Corrado Augias, in risposta ad una lettera pubblicata nella sua rubrica, su “La Repubblica” di oggi, a pagina 24:
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“(…) Come ha scritto ieri Ezio Mauro, il presidente del Consiglio ha cinicamente colto la palla al balzo per sferrare l’attacco finale. Ha insultato Beppino Englaro dicendo che lui non staccherebbe la spina. Fa ridere pensare che Berlusconi abbia una visione etica del problema, con tutto quello che c’è nel suo passato. In realtà non vuole perdere l’appoggio della Chiesa la quale non vuol perdere un governo concretamente amico nè il suo potere di decidere sulla vita e sulla morte degli italiani. Saremmo potuti uscire da questa storia più avanzati, più vicini agli altri paesi europei, compresa la Spagna – parlo dei vescovi spagnoli non di Zapatero. Invece avremo fatto qualche altro passo verso il Medioevo teocratico, comprese le povere morti piene d’angoscia di cui parla la lettera di oggi.”
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Di: Subhaga Gaetano Failla http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8-appuntamento/comment-page-8/#comment-53508 Subhaga Gaetano Failla Sun, 08 Feb 2009 11:51:17 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8%c2%b0-appuntamento/#comment-53508 Correggo due refusi, nei commenti di Veronesi e di Tabucchi: nessuna=nessuno sotegno=sostegno Correggo due refusi, nei commenti di Veronesi e di Tabucchi:
nessuna=nessuno
sotegno=sostegno

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Di: Subhaga Gaetano Failla http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8-appuntamento/comment-page-8/#comment-53507 Subhaga Gaetano Failla Sun, 08 Feb 2009 11:24:24 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8%c2%b0-appuntamento/#comment-53507 Da "La Repubblica" di oggi, 8 febbraio 2009, pagina 9, articolo di Alessandra Retico: *** "(...) A Milano Silvia Ballestra è al corteo pro-Napolitano, ed è arrabbiata: 'Su questioni così nuove come il fin di vita, le tecnologie mediche, bisognerebbe confrontarsi in modo serio. E invece il Cavaliere è capace solo di rispondere con oscenità. Quello cui assistiamo è un golpe.' Lidia Ravera è invece a Roma a un sit-in davanti Palazzo Chigi. 'Disgustata: è un colpo di Stato. Beppino ha cercato di rendere il proprio dolore meno inutile, ha fatto una battaglia per un Paese che sta agonizzando sotto il calcagno del Vaticano. Due terzi degli italiani stanno con lui: la trasversalità dei sentimenti è più forte degli schieramenti.' (...) Si è mosso nella legge Beppino, Dacia Maraini non vuole dimenticarlo: 'E invece vogliono insinuare che sia un assassino. Sul corpo di questa donna l'accanimento è ideologico'. Una vera e propria 'prevaricazione dello Stato' per Paolo Giordano: 'Il padre di Eluana si è battuto per vie legali e sta invece subendo l'arroganza del potere'. Sandro Veronesi una cosa chiede: 'Perchè una sentenza della Cassazione non dobbiamo avere la certezza che venga rispettata? Solo questo dico, perchè nessuna sa quanto pesa su quella famiglia il dolore'. Ha apppena firmato un appello Antonio Tabucchi, 'ho espresso il mio sotegno al presidente Napolitano come garante della Costituzione e della democrazia'. Che sono in pericolo secondo Margherita Hack, 'perchè un piccolo uomo con crudeltà sovrasta la volontà di una famiglia e con questa l'intera collettività'. (...)" *** Dalle due colonne che fiancheggiano l'articolo, intitolate "I pareri"; trascrivo il primo parere: *** Dario Fo e Franca Rame: "Siamo vicini al padre di Eluana e per il suo dolore chiediamo silenzio. Ma siamo disgustati dallo spettacolo triviale e volgare che ne sta facendo Berlusconi a cui di Eluana non frega niente". *** Da “La Repubblica” di oggi, 8 febbraio 2009, pagina 9, articolo di Alessandra Retico:
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“(…) A Milano Silvia Ballestra è al corteo pro-Napolitano, ed è arrabbiata: ‘Su questioni così nuove come il fin di vita, le tecnologie mediche, bisognerebbe confrontarsi in modo serio. E invece il Cavaliere è capace solo di rispondere con oscenità. Quello cui assistiamo è un golpe.’ Lidia Ravera è invece a Roma a un sit-in davanti Palazzo Chigi. ‘Disgustata: è un colpo di Stato. Beppino ha cercato di rendere il proprio dolore meno inutile, ha fatto una battaglia per un Paese che sta agonizzando sotto il calcagno del Vaticano. Due terzi degli italiani stanno con lui: la trasversalità dei sentimenti è più forte degli schieramenti.’ (…) Si è mosso nella legge Beppino, Dacia Maraini non vuole dimenticarlo: ‘E invece vogliono insinuare che sia un assassino. Sul corpo di questa donna l’accanimento è ideologico’. Una vera e propria ‘prevaricazione dello Stato’ per Paolo Giordano: ‘Il padre di Eluana si è battuto per vie legali e sta invece subendo l’arroganza del potere’. Sandro Veronesi una cosa chiede: ‘Perchè una sentenza della Cassazione non dobbiamo avere la certezza che venga rispettata? Solo questo dico, perchè nessuna sa quanto pesa su quella famiglia il dolore’. Ha apppena firmato un appello Antonio Tabucchi, ‘ho espresso il mio sotegno al presidente Napolitano come garante della Costituzione e della democrazia’. Che sono in pericolo secondo Margherita Hack, ‘perchè un piccolo uomo con crudeltà sovrasta la volontà di una famiglia e con questa l’intera collettività’. (…)”
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Dalle due colonne che fiancheggiano l’articolo, intitolate “I pareri”; trascrivo il primo parere:
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Dario Fo e Franca Rame: “Siamo vicini al padre di Eluana e per il suo dolore chiediamo silenzio. Ma siamo disgustati dallo spettacolo triviale e volgare che ne sta facendo Berlusconi a cui di Eluana non frega niente”.
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Di: Paolo Di Paolo http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8-appuntamento/comment-page-7/#comment-53482 Paolo Di Paolo Sat, 07 Feb 2009 22:05:40 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8%c2%b0-appuntamento/#comment-53482 è un'ottima notizia per tutti coloro che hanno a cuore la letteratura, l'articolo di oggi di Camon sulla Stampa. L'ho visto aprendo stamattina il giornale ed è stato ancor più piacevole pensando all'incontro con Massimo di mercoledì scorso a Siracusa! Qualcosa dunque si muove... è un’ottima notizia per tutti coloro che hanno a cuore la letteratura, l’articolo di oggi di Camon sulla Stampa. L’ho visto aprendo stamattina il giornale ed è stato ancor più piacevole pensando all’incontro con Massimo di mercoledì scorso a Siracusa! Qualcosa dunque si muove…

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Di: Sergio Sozi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8-appuntamento/comment-page-7/#comment-53471 Sergio Sozi Sat, 07 Feb 2009 18:59:41 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8%c2%b0-appuntamento/#comment-53471 P.S. O forse meglio: un'antologia di critica letteraria ed altri scritti, commentata da altri critici... minori (sempre noi). P.S.
O forse meglio: un’antologia di critica letteraria ed altri scritti, commentata da altri critici… minori (sempre noi).

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Di: Sergio Sozi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8-appuntamento/comment-page-7/#comment-53470 Sergio Sozi Sat, 07 Feb 2009 18:57:11 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8%c2%b0-appuntamento/#comment-53470 Be', io in primis gioisco col Maugger - bravo, vecchio mio! E ora che ti han fatto entrare nel ring lavorali ai fianchi! - e poi volo basso: secondo me ''Letteratitudine - il libro'' e' a meta' strada fra un'antologia di varia umanita' e una serie di epistolari di dei minori. Noi. Certo, Camon ha ragione: e' cosa nuova ma solo relativamente... relativamente nuova o relativamente vecchia. Be’, io in primis gioisco col Maugger – bravo, vecchio mio! E ora che ti han fatto entrare nel ring lavorali ai fianchi! – e poi volo basso: secondo me ”Letteratitudine – il libro” e’ a meta’ strada fra un’antologia di varia umanita’ e una serie di epistolari di dei minori. Noi. Certo, Camon ha ragione: e’ cosa nuova ma solo relativamente… relativamente nuova o relativamente vecchia.

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Di: Maria Lucia Riccioli http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8-appuntamento/comment-page-7/#comment-53463 Maria Lucia Riccioli Sat, 07 Feb 2009 17:10:44 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8%c2%b0-appuntamento/#comment-53463 Vorrei dire a Camon che ha causato con il suo articolo una catena di Sant'Antonio di gioia e scribacchini sulle tastiere di pc e cellulari... :-) Vorrei dire a Camon che ha causato con il suo articolo una catena di Sant’Antonio di gioia e scribacchini sulle tastiere di pc e cellulari…
:-)

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Di: Maria Lucia Riccioli http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8-appuntamento/comment-page-7/#comment-53458 Maria Lucia Riccioli Sat, 07 Feb 2009 15:49:03 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8%c2%b0-appuntamento/#comment-53458 http://www.lastampa.it/_settimanali/ttL/default_pdf.asp?pdf=2 Guardate!!! "Letteratitudine" finisce su "La Stampa"! Ferdinando Camon recensisce il libro curato da Massimo Maugeri e riflette su letteratura e rete... Ve la sentite di rispondere alle domande che si pone e ci pone Camon? Che emozione... quando parla di Leopardi e di Dio ero io che l'avevo scritto su quel post!!! Letteratitudine Un sito nato sulla tomba della terza pagina, un confronto tanto democratico quanto caotico Massimo Maugeri LETTERATITUDINE Azimut, pp. 280, e 15 CAMON FERDINANDO Guardo questo libro, "Letteratitudine", come un lettore del Quattrocento guardava una copia della Bibbia appena stampata da Gutenberg: con ammirazione e perplessità. Cos'è questo nuovo modo di fare i libri? È un nuovo sistema di diffondere la letteratura? Che vantaggi e che svantaggi ha? Se è una cosa nuova, ha un nuovo nome? Il nuovo nome è blog, blog è una contrazione di web più log, web vuol dire Rete, log traccia. Il blog è una traccia lasciata nella Rete. La traccia è la corrispondenza tra autori, lettori, librai, giornalisti, critici. Gli uomini che usano internet sono circa un miliardo, le informazioni presenti in Rete sono tre milioni di volte più numerose di quelle contenute in tutti i libri stampati finora, ma il dato che deve farci ragionare di più è un altro: i lettori della carta stampata calano, i visitatori di internet crescono. Il blog che abbiamo tra le mani è un blog di letteratura, quindi un lit-blog. Ha un indirizzo: www.letteratitudine. blog.kataweb.it. Esito a dirlo, ma probabilmente questo blog è la pianta che nasce sulla tomba della terza pagina. La terza pagina richiamava un pubblico elitario, perché già è elitario il pubblico che legge i giornali, figuriamoci quello che leggeva la terza pagina: era l'élite dell'élite. Internet democratizza la cultura, la regala a tutti. Si dice che questa democratizzazione sia la sua grande forza. Non lo so, perché (il blog lo riconosce) all'orizzonte di questa democraticità sta avanzando un padrone, Google. Restando davanti al computer, Massimo Maugeri - l'autore di questo blog e curatore del libro -, recupera polemiche del passato (vent'anni fa Sciascia lanciava una provocazione: esistono magistrati che fan carriera con l'antimafia), tematiche scolastico-sociali ("I promessi sposi" sono ancora il più grande romanzo italiano?), lancia appelli (di quale grande autore vorreste sentire la voce?) e temi sociali (vale la pena leggere?), affida rubriche o chiede risposte ad autori (Andrea Di Consoli, Dacia Maraini, Paolo Di Stefano, Gordiano Lupi, Valeria Evangelisti e altri) mettendoli a disposizione del pubblico. Ci sono anch'io, ma non per i libri, bensì per due ragionamenti: perché si legge e perché si scrive. Vedo che qualcuno dissente, il dissenso è utile più del consenso. A Sciascia di vent'anni fa risponde Nando Della Chiesa oggi: il problema non è che fan carriera i professionisti dell'antimafia, ma che fan carriera i professionisti dell'insabbiamento. "I promessi sposi" "insegnano a scrivere", ma devono essere molto invecchiati se oggi c'è chi gli preferisce "Il fu Mattia Pascal" o chi accanto a Manzoni colloca Fenoglio ("Una questione privata") o il Pasolini delle borgate. Nella Rete navigano giovani che non hanno mai sentito, e vorrebbero tanto sentire, la voce di Moravia. Uno vorrebbe sentire Leopardi che legge "A Silvia" e uno, evidentemente un lettore della Bibbia, vorrebbe sentire la voce di Dio. Difficile accontentarli. Il lit-blog sta al libro di domani come il passaparola sta al libro di oggi: oggi a far circolare un libro non sono tanto le recensioni quanto il passaparola, dicono qui molti interlocutori (anche se avverto un senso di stima, e forse di soggezione, verso le recensioni dei giornali, considerate stabili, meditate, autorevoli). "Il dottor Zivago" fu lanciato col passaparola, ma ci impiegò mesi: oggi, con i blog, sarebbe decollato in una settimana. L'umanità impara dalla storia? vien chiesto qui agli interlocutori, a proposito dell'ultimo libro della Maraini, "Il treno dell'ultima notte". No, perché ogni nuova generazione dimentica quel che sapeva la precedente, risponde qualcuno. Però l'Europa sta godendo la più lunga pace della sua storia, osserva un altro. L'ultimo libro di Paolo Di Stefano, "Nel cuore che ti cerca", racconta il sequestro di una bambina durato otto anni, e si presta a una domanda: perché tanta pedofilia? Uno che sequestra un bambino per un decennio non è un pedofilo, osserva un lettore, è un'altra cosa. Quando noi autori discutiamo un nostro libro in qualche libreria, qualcosa spieghiamo ma molto impariamo. Questa è una discussione con la massa, dunque da imparare c'è moltissimo. Certo, è caotica. Non è governabile. E' così democratica da risultare anarchica. Col libro in mano mi sento come quel lettore con la Bibbia di Gutenberg: è imperfetta, piena di errori di stampa, caratteri che traballano, male allineati. Però è il futuro. http://www.lastampa.it/_settimanali/ttL/default_pdf.asp?pdf=2
Guardate!!! “Letteratitudine” finisce su “La Stampa”!
Ferdinando Camon recensisce il libro curato da Massimo Maugeri e riflette su letteratura e rete…
Ve la sentite di rispondere alle domande che si pone e ci pone Camon?
Che emozione… quando parla di Leopardi e di Dio ero io che l’avevo scritto su quel post!!!
Letteratitudine
Un sito nato sulla tomba della terza pagina, un confronto tanto democratico quanto caotico
Massimo Maugeri
LETTERATITUDINE
Azimut, pp. 280, e 15
CAMON
FERDINANDO
Guardo questo libro,
“Letteratitudine”, come un lettore
del Quattrocento guardava
una copia della Bibbia appena
stampata da Gutenberg: con
ammirazione e perplessità.
Cos’è questo nuovo modo di
fare i libri? È un nuovo sistema
di diffondere la letteratura?
Che vantaggi e che svantaggi
ha? Se è una cosa nuova,
ha un nuovo nome?
Il nuovo nome è blog, blog
è una contrazione di web più
log, web vuol dire Rete, log
traccia. Il blog è una traccia lasciata
nella Rete. La traccia è
la corrispondenza tra autori,
lettori, librai, giornalisti, critici.
Gli uomini che usano internet
sono circa un miliardo, le
informazioni presenti in Rete
sono tre milioni di volte più numerose
di quelle contenute in
tutti i libri stampati finora, ma
il dato che deve farci ragionare
di più è un altro: i lettori della
carta stampata calano, i visitatori
di internet crescono.
Il blog che abbiamo tra le mani
è un blog di letteratura,
quindi un lit-blog. Ha un indirizzo:
http://www.letteratitudine.
blog.kataweb.it. Esito a dirlo,
ma probabilmente questo
blog è la pianta che nasce sulla
tomba della terza pagina.
La terza pagina richiamava
un pubblico elitario, perché
già è elitario il pubblico che
legge i giornali, figuriamoci
quello che leggeva la terza pagina:
era l’élite dell’élite. Internet
democratizza la cultura, la regala
a tutti. Si dice che questa democratizzazione
sia la sua grande
forza. Non lo so, perché (il
blog lo riconosce) all’orizzonte
di questa democraticità sta
avanzando un padrone, Google.
Restando davanti al computer,
Massimo Maugeri – l’autore
di questo blog e curatore del
libro -, recupera polemiche del
passato (vent’anni fa Sciascia
lanciava una provocazione: esistono
magistrati che fan carriera
con l’antimafia), tematiche
scolastico-sociali (“I promessi
sposi” sono ancora il più grande
romanzo italiano?), lancia
appelli (di quale grande autore
vorreste sentire la voce?) e temi
sociali (vale la pena leggere?),
affida rubriche o chiede
risposte ad autori (Andrea Di
Consoli, Dacia Maraini, Paolo
Di Stefano, Gordiano Lupi, Valeria
Evangelisti e altri) mettendoli
a disposizione del pubblico.
Ci sono anch’io, ma non
per i libri, bensì per due ragionamenti:
perché si legge e perché
si scrive. Vedo che qualcuno
dissente, il dissenso è utile
più del consenso. A Sciascia di
vent’anni fa risponde Nando
Della Chiesa oggi: il problema
non è che fan carriera i professionisti
dell’antimafia, ma che
fan carriera i professionisti
dell’insabbiamento. “I promessi
sposi” “insegnano a scrivere”,
ma devono essere molto invecchiati
se oggi c’è chi gli preferisce “Il fu Mattia Pascal” o chi
accanto a Manzoni colloca Fenoglio
(“Una questione privata”)
o il Pasolini delle borgate. Nella
Rete navigano giovani che
non hanno mai sentito, e vorrebbero
tanto sentire, la voce
di Moravia. Uno vorrebbe sentire
Leopardi che legge “A Silvia”
e uno, evidentemente un
lettore della Bibbia, vorrebbe
sentire la voce di Dio. Difficile
accontentarli.
Il lit-blog sta al libro di domani
come il passaparola sta al libro
di oggi: oggi a far circolare
un libro non sono tanto le recensioni
quanto il passaparola, dicono
qui molti interlocutori (anche
se avverto un senso di stima,
e forse di soggezione, verso
le recensioni dei giornali, considerate
stabili, meditate, autorevoli).
“Il dottor Zivago” fu lanciato
col passaparola, ma ci impiegò
mesi: oggi, con i blog, sarebbe
decollato in una settimana.
L’umanità impara dalla storia?
vien chiesto qui agli interlocutori,
a proposito dell’ultimo libro
della Maraini, “Il treno dell’ultima
notte”. No, perché ogni nuova
generazione dimentica quel
che sapeva la precedente, risponde
qualcuno. Però l’Europa
sta godendo la più lunga pace
della sua storia, osserva un
altro. L’ultimo libro di Paolo Di
Stefano, “Nel cuore che ti cerca”,
racconta il sequestro di una
bambina durato otto anni, e si
presta a una domanda: perché
tanta pedofilia? Uno che sequestra
un bambino per un decennio
non è un pedofilo, osserva
un lettore, è un’altra cosa.
Quando noi autori discutiamo un
nostro libro in qualche libreria,
qualcosa spieghiamo
ma molto impariamo. Questa è
una discussione con la massa,
dunque da imparare c’è moltissimo.
Certo, è caotica. Non è governabile.
E’ così democratica
da risultare anarchica.
Col libro in mano mi sento
come quel lettore con la Bibbia
di Gutenberg: è imperfetta, piena
di errori di stampa, caratteri
che traballano, male allineati.
Però è il futuro.

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Di: Simona Lo Iacono http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8-appuntamento/comment-page-7/#comment-53457 Simona Lo Iacono Sat, 07 Feb 2009 15:47:36 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8%c2%b0-appuntamento/#comment-53457 Bravissima Mari! Hai riportato in poche battute il cuore del nostro incontro al biblios con Paolo e Massimo e le domande che hanno coinvolto il pubblico e gli autori sui rapporti tra "letteratura e rete". Uno degli spunti (che si sovrappone alle domande di Camon) nasceva proprio dalle famose tesi di McLuhan. ---- La fama di Marshall McLuhan è legata alla sua interpretazione visionaria degli effetti prodotti dalla comunicazione sia sulla società nel suo complesso sia sui comportamenti dei singoli. La sua riflessione ruota intorno all'ipotesi secondo cui il mezzo tecnologico che determina i caratteri strutturali della comunicazione produce effetti pervasivi sull'immaginario collettivo, indipendentemente dai contenuti dell'informazione di volta in volta veicolata. Di qui, la sua celebre tesi secondo cui "il mezzo è il messaggio". Bravissima Mari!
Hai riportato in poche battute il cuore del nostro incontro al biblios con Paolo e Massimo e le domande che hanno coinvolto il pubblico e gli autori sui rapporti tra “letteratura e rete”.
Uno degli spunti (che si sovrappone alle domande di Camon) nasceva proprio dalle famose tesi di McLuhan.
—-
La fama di Marshall McLuhan è legata alla sua interpretazione visionaria degli effetti prodotti dalla comunicazione sia sulla società nel suo complesso sia sui comportamenti dei singoli. La sua riflessione ruota intorno all’ipotesi secondo cui il mezzo tecnologico che determina i caratteri strutturali della comunicazione produce effetti pervasivi sull’immaginario collettivo, indipendentemente dai contenuti dell’informazione di volta in volta veicolata. Di qui, la sua celebre tesi secondo cui “il mezzo è il messaggio”.

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Di: Maria Lucia Riccioli http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8-appuntamento/comment-page-7/#comment-53456 Maria Lucia Riccioli Sat, 07 Feb 2009 15:42:38 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8%c2%b0-appuntamento/#comment-53456 Ci siamo anche chiesti se qualcosa in senso formale cambierà nella letteratura con l'avvento della rete... Certo, scolpire geroglifici sulla pietra non equivale a scrivere su una Lettera 22 o al ticchettio sulla tastiera di un notebook... Il mezzo è davvero il messaggio? Ci siamo risposti che non conta tutto questo, quanto invece l'individualità, la sensibilità, l'intelligenza, l'anima che sta dietro allo scalpello, alla Olivetti, al monitor. La letteratura è stata, è e sarà sempre tale, ai tempi degli Egizi come in quelli di Facebook. Ci siamo anche chiesti se qualcosa in senso formale cambierà nella letteratura con l’avvento della rete…
Certo, scolpire geroglifici sulla pietra non equivale a scrivere su una Lettera 22 o al ticchettio sulla tastiera di un notebook…
Il mezzo è davvero il messaggio?
Ci siamo risposti che non conta tutto questo, quanto invece l’individualità, la sensibilità, l’intelligenza, l’anima che sta dietro allo scalpello, alla Olivetti, al monitor.
La letteratura è stata, è e sarà sempre tale, ai tempi degli Egizi come in quelli di Facebook.

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Di: Maria Lucia Riccioli http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8-appuntamento/comment-page-7/#comment-53455 Maria Lucia Riccioli Sat, 07 Feb 2009 15:38:53 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8%c2%b0-appuntamento/#comment-53455 www.marialuciariccioli.splinder.com http://www.lastampa.it/_settimanali/ttL/default_pdf.asp?pdf=2 Guardate!!! "Letteratitudine" finisce su "La Stampa"! Ferdinando Camon recensisce il libro curato da Massimo Maugeri e riflette su letteratura e rete... Ve la sentite di rispondere alle domande che si pone e ci pone Camon? Che emozione... quando parla di Leopardi e di Dio ero io che l'avevo scritto su quel post!!! Letteratitudine Un sito nato sulla tomba della terza pagina, un confronto tanto democratico quanto caotico Massimo Maugeri LETTERATITUDINE Azimut, pp. 280, e 15 CAMON FERDINANDO Guardo questo libro, "Letteratitudine", come un lettore del Quattrocento guardava una copia della Bibbia appena stampata da Gutenberg: con ammirazione e perplessità. Cos'è questo nuovo modo di fare i libri? È un nuovo sistema di diffondere la letteratura? Che vantaggi e che svantaggi ha? Se è una cosa nuova, ha un nuovo nome? Il nuovo nome è blog, blog è una contrazione di web più log, web vuol dire Rete, log traccia. Il blog è una traccia lasciata nella Rete. La traccia è la corrispondenza tra autori, lettori, librai, giornalisti, critici. Gli uomini che usano internet sono circa un miliardo, le informazioni presenti in Rete sono tre milioni di volte più numerose di quelle contenute in tutti i libri stampati finora, ma il dato che deve farci ragionare di più è un altro: i lettori della carta stampata calano, i visitatori di internet crescono. Il blog che abbiamo tra le mani è un blog di letteratura, quindi un lit-blog. Ha un indirizzo: www.letteratitudine. blog.kataweb.it. Esito a dirlo, ma probabilmente questo blog è la pianta che nasce sulla tomba della terza pagina. La terza pagina richiamava un pubblico elitario, perché già è elitario il pubblico che legge i giornali, figuriamoci quello che leggeva la terza pagina: era l'élite dell'élite. Internet democratizza la cultura, la regala a tutti. Si dice che questa democratizzazione sia la sua grande forza. Non lo so, perché (il blog lo riconosce) all'orizzonte di questa democraticità sta avanzando un padrone, Google. Restando davanti al computer, Massimo Maugeri - l'autore di questo blog e curatore del libro -, recupera polemiche del passato (vent'anni fa Sciascia lanciava una provocazione: esistono magistrati che fan carriera con l'antimafia), tematiche scolastico-sociali ("I promessi sposi" sono ancora il più grande romanzo italiano?), lancia appelli (di quale grande autore vorreste sentire la voce?) e temi sociali (vale la pena leggere?), affida rubriche o chiede risposte ad autori (Andrea Di Consoli, Dacia Maraini, Paolo Di Stefano, Gordiano Lupi, Valeria Evangelisti e altri) mettendoli a disposizione del pubblico. Ci sono anch'io, ma non per i libri, bensì per due ragionamenti: perché si legge e perché si scrive. Vedo che qualcuno dissente, il dissenso è utile più del consenso. A Sciascia di vent'anni fa risponde Nando Della Chiesa oggi: il problema non è che fan carriera i professionisti dell'antimafia, ma che fan carriera i professionisti dell'insabbiamento. "I promessi sposi" "insegnano a scrivere", ma devono essere molto invecchiati se oggi c'è chi gli preferisce "Il fu Mattia Pascal" o chi accanto a Manzoni colloca Fenoglio ("Una questione privata") o il Pasolini delle borgate. Nella Rete navigano giovani che non hanno mai sentito, e vorrebbero tanto sentire, la voce di Moravia. Uno vorrebbe sentire Leopardi che legge "A Silvia" e uno, evidentemente un lettore della Bibbia, vorrebbe sentire la voce di Dio. Difficile accontentarli. Il lit-blog sta al libro di domani come il passaparola sta al libro di oggi: oggi a far circolare un libro non sono tanto le recensioni quanto il passaparola, dicono qui molti interlocutori (anche se avverto un senso di stima, e forse di soggezione, verso le recensioni dei giornali, considerate stabili, meditate, autorevoli). "Il dottor Zivago" fu lanciato col passaparola, ma ci impiegò mesi: oggi, con i blog, sarebbe decollato in una settimana. L'umanità impara dalla storia? vien chiesto qui agli interlocutori, a proposito dell'ultimo libro della Maraini, "Il treno dell'ultima notte". No, perché ogni nuova generazione dimentica quel che sapeva la precedente, risponde qualcuno. Però l'Europa sta godendo la più lunga pace della sua storia, osserva un altro. L'ultimo libro di Paolo Di Stefano, "Nel cuore che ti cerca", racconta il sequestro di una bambina durato otto anni, e si presta a una domanda: perché tanta pedofilia? Uno che sequestra un bambino per un decennio non è un pedofilo, osserva un lettore, è un'altra cosa. Quando noi autori discutiamo un nostro libro in qualche libreria, qualcosa spieghiamo ma molto impariamo. Questa è una discussione con la massa, dunque da imparare c'è moltissimo. Certo, è caotica. Non è governabile. E' così democratica da risultare anarchica. Col libro in mano mi sento come quel lettore con la Bibbia di Gutenberg: è imperfetta, piena di errori di stampa, caratteri che traballano, male allineati. Però è il futuro. fercamon@alice.it Vi linko anche il sito di Giulio Perrone Editore perché durante la prima riunione di giorno 4 febbraio del Circolo di lettura io e Simona Lo Iacono abbiamo abbinato proprio "Letteratitudine" e "Raccontami la notte in cui sono nato" di Paolo Di Paolo, uniti dal fil rouge "Letteratura e rete"... Al Biblios cafè di Siracusa, diritto, letteratura, prospettive entusiasmanti fatte intravedere da Internet con i blog, i siti e i social networks, paure, rischi di spersonalizzazione e frammentazione... una rete, è il caso di dirlo, di stimoli. http://giulioperroneditore.it/node/293 La letteratura e la rete. Paolo Di Paolo e Massimo Maugeri. a cura di Simona Lo Iacono Primo appuntamento dei circoli di lettura a Siracusa. Un pomeriggio pensato per mettere voci a confronto, sguardi, raspi a porte mai chiuse: quelle dell’immaginazione. E’ il 4 Febbraio e la città si sveglia da un torpore invernale che non le appartiene. Brilla precocemente di stille primaverili. Riposa in pomeriggi miti. Già profumati di salsedine. Aspetto Paolo e Massimo per ora di pranzo. Mi sono preoccupata di preparare qualcosa che potesse suggerire a Paolo un ricordo. A Massimo un’appartenenza. Sapori siciliani di pesci spada mattati. O ricotte di sole. Formaggi degli Iblei. Olive di Buccheri. La letteratura va preceduta dal gusto. Paolo Di Paolo e Massimo Maugeri hanno in comune un incrocio di destini. Quello con internet. Paolo vi si è imbattuto per caso, quando la notizia che un giovane australiano, Nicael Holt, aveva vendutola propria vita su eBay (un curioso sito in cui è possibile acquistare e offrire di tutto) ha acceso in lui una luce. Suggerito un viaggio. Lo ha d’un tratto rapito a un confronto e a un esperimento. Vendere la propria vita. Spossessarsi dell’inspossessabile. Frantumarsi tra cento compratori e dare un prezzo a smangiature del tempo. Scampoli di ore. Resti. La nascita del suo bellissimo romanzo (“Raccontami la notte in cui sono nato” – Perrone editore) deve qualcosa alla rete? E la rete ha affinità coi sogni? Seduce come la parola? Imprime alla nostra capacità percettiva un cambiamento? Domande che sono venute su anche dal libro di Massimo Maugeri (“Letteratitudine, il libro”, Azimut). Un testo che raccoglie due anni di vita del blog letterario più seguito e noto di Italia:“Letteratitudine” e che si pone a metà tra narrazione, saggistica e magazine. Dove agli spunti di riflessione si incrociano i commenti dei frequentatori e dove la domanda si ribalta in risposta, e poi in voce, personalissima, vitale, istantanea come lo zampillo di una sorgente. Cosa induce a comunicare? E in che modo lo strumento (la rete) si sovrappone al messaggio? Lo strumento è messaggio (come sosteneva lo studioso McLuhan) o non è piuttosto un altro vettore del nostro inconfessabile desiderio di non finire, di lasciare tracce (come suggerisce Paolo Di Paolo) , di disseminare la nostra storia – e tutte le storie – del nostro (precario, fragile) passaggio? Massimo risponde con una necessità, e fa parlare il blog in prima persona come un io narrante che sembra dissociarsi persino dal suo geniale creatore, prendere le distanze da chi lo vorrebbe imbrigliare in una definizione e che s’impunta con determinazione ad affermare :”Io esisto perché devo esistere…” Paolo ribalta la domanda, segue le tracce di una vita in vendita annusandone la familiarità con una ricerca, con l’affondo in un passato che – comunque sia arrivato all’oggi – non ha prezzo. Non è oggetto di scambio. Non offre ritorni. Voci efficaci entrambe e sofferte, che nella serata che si chiude, nella libreria che si svuota(nell’aereo che falca i cieli e riporta Paolo a Roma, nell’auto che restituisce Massimo a Catania),sono in me come una lama. Come un assillo e un verso. Primo appuntamento dei circoli di lettura a Siracusa. Nel porgere ai presenti un arrivederci al successivo incontro balugina in me un’intuizione, e un senso di pienezza.Forse la risposta è questa: ritrovarci la prossima volta. http://www.marialuciariccioli.splinder.com

http://www.lastampa.it/_settimanali/ttL/default_pdf.asp?pdf=2

Guardate!!! “Letteratitudine” finisce su “La Stampa”!

Ferdinando Camon recensisce il libro curato da Massimo Maugeri e riflette su letteratura e rete…

Ve la sentite di rispondere alle domande che si pone e ci pone Camon?

Che emozione… quando parla di Leopardi e di Dio ero io che l’avevo scritto su quel post!!!

Letteratitudine

Un sito nato sulla tomba della terza pagina, un confronto tanto democratico quanto caotico

Massimo Maugeri

LETTERATITUDINE

Azimut, pp. 280, e 15

CAMON

FERDINANDO

Guardo questo libro,

“Letteratitudine”, come un lettore

del Quattrocento guardava

una copia della Bibbia appena

stampata da Gutenberg: con

ammirazione e perplessità.

Cos’è questo nuovo modo di

fare i libri? È un nuovo sistema

di diffondere la letteratura?

Che vantaggi e che svantaggi

ha? Se è una cosa nuova,

ha un nuovo nome?

Il nuovo nome è blog, blog

è una contrazione di web più

log, web vuol dire Rete, log

traccia. Il blog è una traccia lasciata

nella Rete. La traccia è

la corrispondenza tra autori,

lettori, librai, giornalisti, critici.

Gli uomini che usano internet

sono circa un miliardo, le

informazioni presenti in Rete

sono tre milioni di volte più numerose

di quelle contenute in

tutti i libri stampati finora, ma

il dato che deve farci ragionare

di più è un altro: i lettori della

carta stampata calano, i visitatori

di internet crescono.

Il blog che abbiamo tra le mani

è un blog di letteratura,

quindi un lit-blog. Ha un indirizzo:

http://www.letteratitudine.

blog.kataweb.it. Esito a dirlo,

ma probabilmente questo

blog è la pianta che nasce sulla

tomba della terza pagina.

La terza pagina richiamava

un pubblico elitario, perché

già è elitario il pubblico che

legge i giornali, figuriamoci

quello che leggeva la terza pagina:

era l’élite dell’élite. Internet

democratizza la cultura, la regala

a tutti. Si dice che questa democratizzazione

sia la sua grande

forza. Non lo so, perché (il

blog lo riconosce) all’orizzonte

di questa democraticità sta

avanzando un padrone, Google.

Restando davanti al computer,

Massimo Maugeri – l’autore

di questo blog e curatore del

libro -, recupera polemiche del

passato (vent’anni fa Sciascia

lanciava una provocazione: esistono

magistrati che fan carriera

con l’antimafia), tematiche

scolastico-sociali (“I promessi

sposi” sono ancora il più grande

romanzo italiano?), lancia

appelli (di quale grande autore

vorreste sentire la voce?) e temi

sociali (vale la pena leggere?),

affida rubriche o chiede

risposte ad autori (Andrea Di

Consoli, Dacia Maraini, Paolo

Di Stefano, Gordiano Lupi, Valeria

Evangelisti e altri) mettendoli

a disposizione del pubblico.

Ci sono anch’io, ma non

per i libri, bensì per due ragionamenti:

perché si legge e perché

si scrive. Vedo che qualcuno

dissente, il dissenso è utile

più del consenso. A Sciascia di

vent’anni fa risponde Nando

Della Chiesa oggi: il problema

non è che fan carriera i professionisti

dell’antimafia, ma che

fan carriera i professionisti

dell’insabbiamento. “I promessi

sposi” “insegnano a scrivere”,

ma devono essere molto invecchiati

se oggi c’è chi gli preferisce “Il fu Mattia Pascal” o chi

accanto a Manzoni colloca Fenoglio

(“Una questione privata”)

o il Pasolini delle borgate. Nella

Rete navigano giovani che

non hanno mai sentito, e vorrebbero

tanto sentire, la voce

di Moravia. Uno vorrebbe sentire

Leopardi che legge “A Silvia”

e uno, evidentemente un

lettore della Bibbia, vorrebbe

sentire la voce di Dio. Difficile

accontentarli.

Il lit-blog sta al libro di domani

come il passaparola sta al libro

di oggi: oggi a far circolare

un libro non sono tanto le recensioni

quanto il passaparola, dicono

qui molti interlocutori (anche

se avverto un senso di stima,

e forse di soggezione, verso

le recensioni dei giornali, considerate

stabili, meditate, autorevoli).

“Il dottor Zivago” fu lanciato

col passaparola, ma ci impiegò

mesi: oggi, con i blog, sarebbe

decollato in una settimana.

L’umanità impara dalla storia?

vien chiesto qui agli interlocutori,

a proposito dell’ultimo libro

della Maraini, “Il treno dell’ultima

notte”. No, perché ogni nuova

generazione dimentica quel

che sapeva la precedente, risponde

qualcuno. Però l’Europa

sta godendo la più lunga pace

della sua storia, osserva un

altro. L’ultimo libro di Paolo Di

Stefano, “Nel cuore che ti cerca”,

racconta il sequestro di una

bambina durato otto anni, e si

presta a una domanda: perché

tanta pedofilia? Uno che sequestra

un bambino per un decennio

non è un pedofilo, osserva

un lettore, è un’altra cosa.

Quando noi autori discutiamo un

nostro libro in qualche libreria,

qualcosa spieghiamo

ma molto impariamo. Questa è

una discussione con la massa,

dunque da imparare c’è moltissimo.

Certo, è caotica. Non è governabile.

E’ così democratica

da risultare anarchica.

Col libro in mano mi sento

come quel lettore con la Bibbia

di Gutenberg: è imperfetta, piena

di errori di stampa, caratteri

che traballano, male allineati.

Però è il futuro.

fercamon@alice.it

Vi linko anche il sito di Giulio Perrone Editore perché durante la prima riunione di giorno 4 febbraio del Circolo di lettura io e Simona Lo Iacono abbiamo abbinato proprio “Letteratitudine” e “Raccontami la notte in cui sono nato” di Paolo Di Paolo, uniti dal fil rouge “Letteratura e rete”… Al Biblios cafè di Siracusa, diritto, letteratura, prospettive entusiasmanti fatte intravedere da Internet con i blog, i siti e i social networks, paure, rischi di spersonalizzazione e frammentazione… una rete, è il caso di dirlo, di stimoli.

http://giulioperroneditore.it/node/293

La letteratura e la rete. Paolo Di Paolo e Massimo Maugeri.
a cura di Simona Lo Iacono
Primo appuntamento dei circoli di lettura a Siracusa.
Un pomeriggio pensato per mettere voci a confronto, sguardi, raspi a porte mai chiuse: quelle dell’immaginazione.
E’ il 4 Febbraio e la città si sveglia da un torpore invernale che non le appartiene. Brilla precocemente di stille primaverili. Riposa in pomeriggi miti. Già profumati di salsedine.
Aspetto Paolo e Massimo per ora di pranzo.
Mi sono preoccupata di preparare qualcosa che potesse suggerire a Paolo un ricordo. A Massimo un’appartenenza. Sapori siciliani di pesci spada mattati. O ricotte di sole. Formaggi degli Iblei. Olive di Buccheri.
La letteratura va preceduta dal gusto.
Paolo Di Paolo e Massimo Maugeri hanno in comune un incrocio di destini.
Quello con internet.
Paolo vi si è imbattuto per caso, quando la notizia che un giovane australiano, Nicael Holt, aveva vendutola propria vita su eBay (un curioso sito in cui è possibile acquistare e offrire di tutto) ha acceso in lui una luce. Suggerito un viaggio. Lo ha d’un tratto rapito a un confronto e a un esperimento. Vendere la propria vita. Spossessarsi dell’inspossessabile. Frantumarsi tra cento compratori e dare un prezzo a smangiature del tempo. Scampoli di ore. Resti.
La nascita del suo bellissimo romanzo (“Raccontami la notte in cui sono nato” – Perrone editore) deve qualcosa alla rete? E la rete ha affinità coi sogni? Seduce come la parola? Imprime alla nostra capacità percettiva un cambiamento?
Domande che sono venute su anche dal libro di Massimo Maugeri (“Letteratitudine, il libro”, Azimut). Un testo che raccoglie due anni di vita del blog letterario più seguito e noto di Italia:“Letteratitudine” e che si pone a metà tra narrazione, saggistica e magazine. Dove agli spunti di riflessione si incrociano i commenti dei frequentatori e dove la domanda si ribalta in risposta, e poi in voce, personalissima, vitale, istantanea come lo zampillo di una sorgente.
Cosa induce a comunicare? E in che modo lo strumento (la rete) si sovrappone al messaggio? Lo strumento è messaggio (come sosteneva lo studioso McLuhan) o non è piuttosto un altro vettore del nostro inconfessabile desiderio di non finire, di lasciare tracce (come suggerisce Paolo Di Paolo) , di disseminare la nostra storia – e tutte le storie – del nostro (precario, fragile) passaggio?
Massimo risponde con una necessità, e fa parlare il blog in prima persona come un io narrante che sembra dissociarsi persino dal suo geniale creatore, prendere le distanze da chi lo vorrebbe imbrigliare in una definizione e che s’impunta con determinazione ad affermare :”Io esisto perché devo esistere…”
Paolo ribalta la domanda, segue le tracce di una vita in vendita annusandone la familiarità con una ricerca, con l’affondo in un passato che – comunque sia arrivato all’oggi – non ha prezzo. Non è oggetto di scambio. Non offre ritorni.
Voci efficaci entrambe e sofferte, che nella serata che si chiude, nella libreria che si svuota(nell’aereo che falca i cieli e riporta Paolo a Roma, nell’auto che restituisce Massimo a Catania),sono in me come una lama. Come un assillo e un verso.
Primo appuntamento dei circoli di lettura a Siracusa. Nel porgere ai presenti un arrivederci al successivo incontro balugina in me un’intuizione, e un senso di pienezza.Forse la risposta è questa: ritrovarci la prossima volta.

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Di: Maria Lucia Riccioli http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8-appuntamento/comment-page-7/#comment-53454 Maria Lucia Riccioli Sat, 07 Feb 2009 15:28:44 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8%c2%b0-appuntamento/#comment-53454 I treni di Dacia Maraini mi hanno suggerito una metafora per spiegare il senso di sperdimento che a volte Internet ci può causare. Gli uomini dell'Ottocento ebbero un senso di sgomento nel vedere che la quiete delle campagne, il silenzio delle montagne, la placida riga delle coste potevano essere deturpate dalla ferrovia, dalla locomotiva mostro fiammeggiante, fumante, fragorosa. Poi la rete ferroviaria è divenuta parte del paesaggio e il treno è diventato un mezzo familiare, un luogo d'incontro, metafora stessa del viaggio, della lentezza in un mondo che si velocizza. Lo stasso accade con la rete, che non possiamo pretendere di percorrere per intero né di dominare completamente, ma che ci offre occasioni di incontro, di scambio. Che ci rende familiari gli uni agli altri. I treni di Dacia Maraini mi hanno suggerito una metafora per spiegare il senso di sperdimento che a volte Internet ci può causare.
Gli uomini dell’Ottocento ebbero un senso di sgomento nel vedere che la quiete delle campagne, il silenzio delle montagne, la placida riga delle coste potevano essere deturpate dalla ferrovia, dalla locomotiva mostro fiammeggiante, fumante, fragorosa.
Poi la rete ferroviaria è divenuta parte del paesaggio e il treno è diventato un mezzo familiare, un luogo d’incontro, metafora stessa del viaggio, della lentezza in un mondo che si velocizza.
Lo stasso accade con la rete, che non possiamo pretendere di percorrere per intero né di dominare completamente, ma che ci offre occasioni di incontro, di scambio. Che ci rende familiari gli uni agli altri.

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Di: Simona Lo Iacono http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8-appuntamento/comment-page-7/#comment-53453 Simona Lo Iacono Sat, 07 Feb 2009 15:28:38 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8%c2%b0-appuntamento/#comment-53453 @Gaetano: infatti caro Gaetano! Una delle affermazioni più belle e rivoluzionarie di Camon su Letteratitudine riguarda proprio il parallelo con la terza pagina e il fatto che questa prima era di esclusivo appannaggio dell'élite (scrive sempre Camon: "...La terza pagina richiamava un pubblico elitario perchè già è elitario il pubblico che legge i giornali, figuriamoci quello che leggeva la terza pagina: era l'élite dell'élite..."). Un'apertura, invece, alla collettività, abbatte le fortezze, schiude alla condivisione, informa, educa, lascia un segno e - soprattutto - fa della cultura uno sguardo accessibile a tutti. Il risultato in termini di crescita collettiva, per me, è davvero mirabile. @Gaetano:
infatti caro Gaetano!
Una delle affermazioni più belle e rivoluzionarie di Camon su Letteratitudine riguarda proprio il parallelo con la terza pagina e il fatto che questa prima era di esclusivo appannaggio dell’élite (scrive sempre Camon: “…La terza pagina richiamava un pubblico elitario perchè già è elitario il pubblico che legge i giornali, figuriamoci quello che leggeva la terza pagina: era l’élite dell’élite…”).
Un’apertura, invece, alla collettività, abbatte le fortezze, schiude alla condivisione, informa, educa, lascia un segno e – soprattutto – fa della cultura uno sguardo accessibile a tutti.
Il risultato in termini di crescita collettiva, per me, è davvero mirabile.

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Di: Maria Lucia Riccioli http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8-appuntamento/comment-page-7/#comment-53452 Maria Lucia Riccioli Sat, 07 Feb 2009 15:24:09 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8%c2%b0-appuntamento/#comment-53452 Vi linko anche il sito di Giulio Perrone Editore perché durante la prima riunione di giorno 4 febbraio del Circolo di lettura io e Simona Lo Iacono abbiamo abbinato proprio "Letteratitudine" e "Raccontami la notte in cui sono nato" di Paolo Di Paolo, uniti dal fil rouge "Letteratura e rete"... Al Biblios cafè di Siracusa, diritto, letteratura, prospettive entusiasmanti fatte intravedere da Internet con i blog, i siti e i social networks, paure, rischi di spersonalizzazione e frammentazione... una rete, è il caso di dirlo, di stimoli. http://giulioperroneditore.it/node/293 La letteratura e la rete. Paolo Di Paolo e Massimo Maugeri. a cura di Simona Lo Iacono Primo appuntamento dei circoli di lettura a Siracusa. Un pomeriggio pensato per mettere voci a confronto, sguardi, raspi a porte mai chiuse: quelle dell’immaginazione. E’ il 4 Febbraio e la città si sveglia da un torpore invernale che non le appartiene. Brilla precocemente di stille primaverili. Riposa in pomeriggi miti. Già profumati di salsedine. Aspetto Paolo e Massimo per ora di pranzo. Mi sono preoccupata di preparare qualcosa che potesse suggerire a Paolo un ricordo. A Massimo un’appartenenza. Sapori siciliani di pesci spada mattati. O ricotte di sole. Formaggi degli Iblei. Olive di Buccheri. La letteratura va preceduta dal gusto. Paolo Di Paolo e Massimo Maugeri hanno in comune un incrocio di destini. Quello con internet. Paolo vi si è imbattuto per caso, quando la notizia che un giovane australiano, Nicael Holt, aveva vendutola propria vita su eBay (un curioso sito in cui è possibile acquistare e offrire di tutto) ha acceso in lui una luce. Suggerito un viaggio. Lo ha d’un tratto rapito a un confronto e a un esperimento. Vendere la propria vita. Spossessarsi dell’inspossessabile. Frantumarsi tra cento compratori e dare un prezzo a smangiature del tempo. Scampoli di ore. Resti. La nascita del suo bellissimo romanzo (“Raccontami la notte in cui sono nato” – Perrone editore) deve qualcosa alla rete? E la rete ha affinità coi sogni? Seduce come la parola? Imprime alla nostra capacità percettiva un cambiamento? Domande che sono venute su anche dal libro di Massimo Maugeri (“Letteratitudine, il libro”, Azimut). Un testo che raccoglie due anni di vita del blog letterario più seguito e noto di Italia:“Letteratitudine” e che si pone a metà tra narrazione, saggistica e magazine. Dove agli spunti di riflessione si incrociano i commenti dei frequentatori e dove la domanda si ribalta in risposta, e poi in voce, personalissima, vitale, istantanea come lo zampillo di una sorgente. Cosa induce a comunicare? E in che modo lo strumento (la rete) si sovrappone al messaggio? Lo strumento è messaggio (come sosteneva lo studioso McLuhan) o non è piuttosto un altro vettore del nostro inconfessabile desiderio di non finire, di lasciare tracce (come suggerisce Paolo Di Paolo) , di disseminare la nostra storia – e tutte le storie – del nostro (precario, fragile) passaggio? Massimo risponde con una necessità, e fa parlare il blog in prima persona come un io narrante che sembra dissociarsi persino dal suo geniale creatore, prendere le distanze da chi lo vorrebbe imbrigliare in una definizione e che s’impunta con determinazione ad affermare :”Io esisto perché devo esistere…” Paolo ribalta la domanda, segue le tracce di una vita in vendita annusandone la familiarità con una ricerca, con l’affondo in un passato che – comunque sia arrivato all’oggi – non ha prezzo. Non è oggetto di scambio. Non offre ritorni. Voci efficaci entrambe e sofferte, che nella serata che si chiude, nella libreria che si svuota(nell’aereo che falca i cieli e riporta Paolo a Roma, nell’auto che restituisce Massimo a Catania),sono in me come una lama. Come un assillo e un verso. Primo appuntamento dei circoli di lettura a Siracusa. Nel porgere ai presenti un arrivederci al successivo incontro balugina in me un’intuizione, e un senso di pienezza. Forse la risposta è questa: ritrovarci la prossima volta. Vi linko anche il sito di Giulio Perrone Editore perché durante la prima riunione di giorno 4 febbraio del Circolo di lettura io e Simona Lo Iacono abbiamo abbinato proprio “Letteratitudine” e “Raccontami la notte in cui sono nato” di Paolo Di Paolo, uniti dal fil rouge “Letteratura e rete”… Al Biblios cafè di Siracusa, diritto, letteratura, prospettive entusiasmanti fatte intravedere da Internet con i blog, i siti e i social networks, paure, rischi di spersonalizzazione e frammentazione… una rete, è il caso di dirlo, di stimoli.

http://giulioperroneditore.it/node/293

La letteratura e la rete. Paolo Di Paolo e Massimo Maugeri.
a cura di Simona Lo Iacono
Primo appuntamento dei circoli di lettura a Siracusa.
Un pomeriggio pensato per mettere voci a confronto, sguardi, raspi a porte mai chiuse: quelle dell’immaginazione.
E’ il 4 Febbraio e la città si sveglia da un torpore invernale che non le appartiene. Brilla precocemente di stille primaverili. Riposa in pomeriggi miti. Già profumati di salsedine.
Aspetto Paolo e Massimo per ora di pranzo.
Mi sono preoccupata di preparare qualcosa che potesse suggerire a Paolo un ricordo. A Massimo un’appartenenza. Sapori siciliani di pesci spada mattati. O ricotte di sole. Formaggi degli Iblei. Olive di Buccheri.
La letteratura va preceduta dal gusto.
Paolo Di Paolo e Massimo Maugeri hanno in comune un incrocio di destini.
Quello con internet.
Paolo vi si è imbattuto per caso, quando la notizia che un giovane australiano, Nicael Holt, aveva vendutola propria vita su eBay (un curioso sito in cui è possibile acquistare e offrire di tutto) ha acceso in lui una luce. Suggerito un viaggio. Lo ha d’un tratto rapito a un confronto e a un esperimento. Vendere la propria vita. Spossessarsi dell’inspossessabile. Frantumarsi tra cento compratori e dare un prezzo a smangiature del tempo. Scampoli di ore. Resti.
La nascita del suo bellissimo romanzo (“Raccontami la notte in cui sono nato” – Perrone editore) deve qualcosa alla rete? E la rete ha affinità coi sogni? Seduce come la parola? Imprime alla nostra capacità percettiva un cambiamento?
Domande che sono venute su anche dal libro di Massimo Maugeri (“Letteratitudine, il libro”, Azimut). Un testo che raccoglie due anni di vita del blog letterario più seguito e noto di Italia:“Letteratitudine” e che si pone a metà tra narrazione, saggistica e magazine. Dove agli spunti di riflessione si incrociano i commenti dei frequentatori e dove la domanda si ribalta in risposta, e poi in voce, personalissima, vitale, istantanea come lo zampillo di una sorgente.
Cosa induce a comunicare? E in che modo lo strumento (la rete) si sovrappone al messaggio? Lo strumento è messaggio (come sosteneva lo studioso McLuhan) o non è piuttosto un altro vettore del nostro inconfessabile desiderio di non finire, di lasciare tracce (come suggerisce Paolo Di Paolo) , di disseminare la nostra storia – e tutte le storie – del nostro (precario, fragile) passaggio?
Massimo risponde con una necessità, e fa parlare il blog in prima persona come un io narrante che sembra dissociarsi persino dal suo geniale creatore, prendere le distanze da chi lo vorrebbe imbrigliare in una definizione e che s’impunta con determinazione ad affermare :”Io esisto perché devo esistere…”
Paolo ribalta la domanda, segue le tracce di una vita in vendita annusandone la familiarità con una ricerca, con l’affondo in un passato che – comunque sia arrivato all’oggi – non ha prezzo. Non è oggetto di scambio. Non offre ritorni.
Voci efficaci entrambe e sofferte, che nella serata che si chiude, nella libreria che si svuota(nell’aereo che falca i cieli e riporta Paolo a Roma, nell’auto che restituisce Massimo a Catania),sono in me come una lama. Come un assillo e un verso.
Primo appuntamento dei circoli di lettura a Siracusa. Nel porgere ai presenti un arrivederci al successivo incontro balugina in me un’intuizione, e un senso di pienezza. Forse la risposta è questa: ritrovarci la prossima volta.

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Di: Maria Lucia Riccioli http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8-appuntamento/comment-page-7/#comment-53451 Maria Lucia Riccioli Sat, 07 Feb 2009 15:22:59 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8%c2%b0-appuntamento/#comment-53451 Anch'io faccio i miei complimenti a Massimo, che sta iniziando a raccogliere i meritati frutti di un lavoro massacrante ma esaltante e utilissimo, direi fondamentale, di divulgazione e approfondimento culturale. Anch’io faccio i miei complimenti a Massimo, che sta iniziando a raccogliere i meritati frutti di un lavoro massacrante ma esaltante e utilissimo, direi fondamentale, di divulgazione e approfondimento culturale.

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Di: Subhaga Gaetano Failla http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8-appuntamento/comment-page-7/#comment-53449 Subhaga Gaetano Failla Sat, 07 Feb 2009 15:20:23 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/09/la-camera-accanto-8%c2%b0-appuntamento/#comment-53449 Tantissimi complimenti a Massimo e a Letteratitudine! Un articolo, quello di Camon su Tuttolibri de La Stampa di oggi (appena letto) davvero interessante, che sottolinea, attraverso anche la pubblicazione di "Letteratitudine - il libro" (Azimut, 2008), un cambiamento molto importante che sta avvenendo oggi - nei modi , negli spazi, nei tempi - per quel che riguarda la diffusione e la discussione letteraria. Simona rilancia con poche domande essenziali i temi di indagine, vastissimi e recentissimi, legati a "questo nuovo modo di fare i libri" (e non solo, evidenzio io, perchè c'è un nuovo modo anche, attraverso i lit-blog, come scrive Camon e riporta parzialmente in citazione Simona, di fare una "terza pagina" non più di esclusiva competenza del giornale quotidiano). Tantissimi complimenti a Massimo e a Letteratitudine! Un articolo, quello di Camon su Tuttolibri de La Stampa di oggi (appena letto) davvero interessante, che sottolinea, attraverso anche la pubblicazione di “Letteratitudine – il libro” (Azimut, 2008), un cambiamento molto importante che sta avvenendo oggi – nei modi , negli spazi, nei tempi – per quel che riguarda la diffusione e la discussione letteraria.
Simona rilancia con poche domande essenziali i temi di indagine, vastissimi e recentissimi, legati a “questo nuovo modo di fare i libri” (e non solo, evidenzio io, perchè c’è un nuovo modo anche, attraverso i lit-blog, come scrive Camon e riporta parzialmente in citazione Simona, di fare una “terza pagina” non più di esclusiva competenza del giornale quotidiano).

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