Commenti a: STRANE COPPIE n. 3: ANNA MARIA ORTESE, INGEBORG BACHMANN http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/ Un open-blog. un luogo d\'incontro virtuale tra scrittori, lettori, librai, critici, giornalisti e operatori culturali Sat, 11 Sep 2021 08:46:19 +0000 http://wordpress.org/?v=2.9.2 hourly 1 Di: Silvio Pellicanò http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/comment-page-3/#comment-70994 Silvio Pellicanò Tue, 30 Jun 2009 08:36:52 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/#comment-70994 Complimenti per l'idea e le idee conseguenti...ma un apprezzamento particolare per Franz Haas....mio grande Maestro nei miei umili studi universitari Complimenti per l’idea e le idee conseguenti…ma un apprezzamento particolare per Franz Haas….mio grande Maestro nei miei umili studi universitari

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Di: Lucia Arsì http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/comment-page-3/#comment-69652 Lucia Arsì Sun, 07 Jun 2009 05:39:18 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/#comment-69652 dimenticavo una c.....oc-culta, dato che per me la cultura é scavo nella profondità.Interessantissimi tutti gli interventi. Lucia dimenticavo una c…..oc-culta, dato che per me la cultura é scavo nella profondità.Interessantissimi tutti gli interventi. Lucia

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Di: Lucia Arsì http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/comment-page-3/#comment-69651 Lucia Arsì Sun, 07 Jun 2009 05:36:46 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/#comment-69651 Arte e umiltà?L'agire poietico deve necessariamente essere umile, investire l'humus che costituisce l'essenza dell'UOMO.Dato che l'uomo é nato dalla terra(humus-xamài)torna nella terra e si nutre dei prodotti della terra.E da ciò l'umiltà, l'essenza che ac-comuna. Il confronto fra le due "artiste"?Concordo con Giovenale sull'impossibilità di confrontare due artisti(Omero-Virgilio).Il mondo di ciascuno é"ALTRO", e solo la "differenza"rivela l'"arte", ossia la specificità del sublime. Caro Massimo come va?Un affettuoso saluto e grazie perché ci coinvolgi nella riflessione o-culta, ci dirigi nella vera dimensione culturale. Arte e umiltà?L’agire poietico deve necessariamente essere umile, investire l’humus che costituisce l’essenza dell’UOMO.Dato che l’uomo é nato dalla terra(humus-xamài)torna nella terra e si nutre dei prodotti della terra.E da ciò l’umiltà, l’essenza che ac-comuna.
Il confronto fra le due “artiste”?Concordo con Giovenale sull’impossibilità di confrontare due artisti(Omero-Virgilio).Il mondo di ciascuno é”ALTRO”, e solo la “differenza”rivela l’”arte”, ossia la specificità del sublime.
Caro Massimo come va?Un affettuoso saluto e grazie perché ci coinvolgi nella riflessione o-culta, ci dirigi nella vera dimensione culturale.

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/comment-page-3/#comment-69646 Massimo Maugeri Sun, 07 Jun 2009 00:48:08 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/#comment-69646 @ Maria Inversi Bello, il tuo commento. Grazie. (Un saluto e un ringraziamento anche a Maria Lucia). @ Maria Inversi
Bello, il tuo commento. Grazie.
(Un saluto e un ringraziamento anche a Maria Lucia).

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Di: Maria Lucia Riccioli http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/comment-page-3/#comment-69633 Maria Lucia Riccioli Sat, 06 Jun 2009 21:33:46 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/#comment-69633 Un caro saluto ad Antonella e a Barbara Becheroni... :-) Un caro saluto ad Antonella e a Barbara Becheroni…
:-)

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Di: Maria Lucia Riccioli http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/comment-page-3/#comment-69631 Maria Lucia Riccioli Sat, 06 Jun 2009 21:26:33 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/#comment-69631 Ho avuto il piacere di conoscere, grazie a Luigi La Rosa, Adelia Battista, scrittrice e donna piacevolissima che ci ha incantati parlandoci della Ortese, che ha conosciuto personalmente (ho avuto modo di vedere alcune cartoline e lettere che si sono scambiate... e a proposito: leggete il libro "Ortese segreta", scritto da Adelia per Minimum fax). Sto leggendo "Il porto di Toledo"... scrittura visionaria, grandissima. Ho avuto il piacere di conoscere, grazie a Luigi La Rosa, Adelia Battista, scrittrice e donna piacevolissima che ci ha incantati parlandoci della Ortese, che ha conosciuto personalmente (ho avuto modo di vedere alcune cartoline e lettere che si sono scambiate… e a proposito: leggete il libro “Ortese segreta”, scritto da Adelia per Minimum fax).
Sto leggendo “Il porto di Toledo”… scrittura visionaria, grandissima.

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Di: Maria Inversi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/comment-page-3/#comment-69622 Maria Inversi Sat, 06 Jun 2009 15:31:42 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/#comment-69622 Ho allestito più spettacoli intorno alla scrittura della Bachmann, tra cui poesie, Il Caso Franza e molto altro. Ho scritto un testo teatrale dove in un incontro ipotetico I. Bachmann incontra E. Hillesum, era il 1992. Credo, occupandomi di femminile, che chiunque a cui sia stata negata la parola per millenni possegga maggiori strumenti (più diversità) per raccontare il dolore. Inoltre, ritengo che la scrittura delle donne abbia un andamento molto più verticale (interiorità) e meno orrizzontale (lo sguardo del di fuori) di quella degli uomini sempreché, ovviamente, vi sia prepotente interrogazione. Il dolore, dunque, si colloca e si definisce diversamente. La Bachmann, che ebbe successo in vita, non era, da quanto credo di aver capito una persona umile, ma una persona consapevole dei limiti umani. E della possibilità che ogni essere umano (lei dichiarò in un'intervista l'uomo) possa costruire danno. Bachmann era ben consapevole del suo notevole talento che fece conoscere al mondo e cercò di difendere in tutti i modi. La condizione del dolore è precoce in chi intuisce, come lei intuì, l'impossibilità a sanare un dolore a cui rimane quasi difficile dare nome. Il discorso si farebbe molto lungo, ma volendo spendere qualche parola sull'altra meravigliosa scrittrice che è la Ortese, direi che esse sono, poiché straordinariamente originali, incomparabili. Il punto di vista della Bachmann circa l'opera d'arte è che essa non deve rivelare nulla della biografia dell'autrice o dell'autore (nessun pensiero forte nasce a caso) e tale è anche nell'Ortese nella cui scrittura mi è difficile poter riconoscere un qualsiasi episodio della sua vita. O quell'episodio che derminò (come nella Bachmann) più che altri, la condizione del dolore non sanabile a cui mi sono riferita in queste righe. Anni fa chiesi a Calasso (Adelphi) incrociandolo, se la Bachmann aveva teso a stare da sola o addirittura a isolarsi. Mi rispose che se fosse stato in me sarebbe stato molto attento a dire una cosa del genere. L'andare verso, creare spostamento di sé, dà carattere alla scrittura. Le scritture di Ortese e Bachmann, secondo me, dicono modi molto diversi di stare al mondo e inoltre, nelle opere della Bachmann il dato di realtà è molto più leggibile che in quello della Ortese. Con l'anima in gioco, sempre, in ambedue. Così credo. Maria Inversi Ho allestito più spettacoli intorno alla scrittura della Bachmann, tra cui poesie, Il Caso Franza e molto altro. Ho scritto un testo teatrale dove in un incontro ipotetico I. Bachmann incontra E. Hillesum, era il 1992. Credo, occupandomi di femminile, che chiunque a cui sia stata negata la parola per millenni possegga maggiori strumenti (più diversità) per raccontare il dolore. Inoltre, ritengo che la scrittura delle donne abbia un andamento molto più verticale (interiorità) e meno orrizzontale (lo sguardo del di fuori) di quella degli uomini sempreché, ovviamente, vi sia prepotente interrogazione. Il dolore, dunque, si colloca e si definisce diversamente. La Bachmann, che ebbe successo in vita, non era, da quanto credo di aver capito una persona umile, ma una persona consapevole dei limiti umani. E della possibilità che ogni essere umano (lei dichiarò in un’intervista l’uomo) possa costruire danno. Bachmann era ben consapevole del suo notevole talento che fece conoscere al mondo e cercò di difendere in tutti i modi. La condizione del dolore è precoce in chi intuisce, come lei intuì, l’impossibilità a sanare un dolore a cui rimane quasi difficile dare nome. Il discorso si farebbe molto lungo, ma volendo spendere qualche parola sull’altra meravigliosa scrittrice che è la Ortese, direi che esse sono, poiché straordinariamente originali, incomparabili. Il punto di vista della Bachmann circa l’opera d’arte è che essa non deve rivelare nulla della biografia dell’autrice o dell’autore (nessun pensiero forte nasce a caso) e tale è anche nell’Ortese nella cui scrittura mi è difficile poter riconoscere un qualsiasi episodio della sua vita. O quell’episodio che derminò (come nella Bachmann) più che altri, la condizione del dolore non sanabile a cui mi sono riferita in queste righe. Anni fa chiesi a Calasso (Adelphi) incrociandolo, se la Bachmann aveva teso a stare da sola o addirittura a isolarsi. Mi rispose che se fosse stato in me sarebbe stato molto attento a dire una cosa del genere. L’andare verso, creare spostamento di sé, dà carattere alla scrittura. Le scritture di Ortese e Bachmann, secondo me, dicono modi molto diversi di stare al mondo e inoltre, nelle opere della Bachmann il dato di realtà è molto più leggibile che in quello della Ortese. Con l’anima in gioco, sempre, in ambedue. Così credo. Maria Inversi

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/comment-page-3/#comment-69562 Massimo Maugeri Fri, 05 Jun 2009 13:56:31 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/#comment-69562 Un saluto a Fran e alla cara Barbara Becheroni. Un saluto a Fran e alla cara Barbara Becheroni.

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/comment-page-3/#comment-69561 Massimo Maugeri Fri, 05 Jun 2009 13:55:35 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/#comment-69561 Cara Antonella, sono io che ringrazio (ancora una volta) te, per avermi messo a disposizione la bella realtà de "Le strane coppie". E ti ringrazio anche per questo tuo corposo intervento. Cara Antonella,
sono io che ringrazio (ancora una volta) te, per avermi messo a disposizione la bella realtà de “Le strane coppie”. E ti ringrazio anche per questo tuo corposo intervento.

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Di: Barbara Becheroni http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/comment-page-3/#comment-69540 Barbara Becheroni Fri, 05 Jun 2009 09:38:47 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/#comment-69540 Per rispondere alle domande di Massimo, non credo che le donne siano più capaci di esprimere il dolore del mondo rispetto agli autori maschi. Dipende dalla sensibilità di chi scrive. Molti autori maschi lo hanno espresso altrettanto bene, tanti sudamericani, ma non solo. Riguardo all'umiltà, beh, temo che sia una specie di utopia. Fa parte del carattere umano ostentarla, ma sotto sotto... Comunque preferisco avere a che fare con persone umili, ma capaci. Se poi non lo sono, affari loro. Bello l'intervento di Antonella Cilento. La vita degli scrittori, a volte, non corrisponde con i nostri ideali. Ciononostante i loro libri sono belli. In fondo, perché dovremmo sempre guardare la pagliuzza? Sarebbe anche ora di cominciare a leggere le opere. Per rispondere alle domande di Massimo, non credo che le donne siano più capaci di esprimere il dolore del mondo rispetto agli autori maschi. Dipende dalla sensibilità di chi scrive. Molti autori maschi lo hanno espresso altrettanto bene, tanti sudamericani, ma non solo. Riguardo all’umiltà, beh, temo che sia una specie di utopia. Fa parte del carattere umano ostentarla, ma sotto sotto… Comunque preferisco avere a che fare con persone umili, ma capaci. Se poi non lo sono, affari loro.
Bello l’intervento di Antonella Cilento. La vita degli scrittori, a volte, non corrisponde con i nostri ideali. Ciononostante i loro libri sono belli. In fondo, perché dovremmo sempre guardare la pagliuzza? Sarebbe anche ora di cominciare a leggere le opere.

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Di: francesca giulia http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/comment-page-3/#comment-69539 francesca giulia Fri, 05 Jun 2009 09:00:29 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/#comment-69539 Cara Anto,speravo proprio che tu intervenissi sulla questione Ortese,sapevo in cuor mio che avresti trovato le parole giuste per dire ciò che avevo tentato di esprimere anch'io,ricordo lo stage al PAN di Napoli con te e nell'ambito del convegno sulla Ortese con grandissimo piacere,devo dire che sei stata tu a farmi apprezzare più intimamente questa grande scrittrice.Un bacione e spero vengano molte altre persone alle strane coppie anche da fuori città,accorrete è una delle tante iniziative culturali portate avanti con passione e competenza da Antonella!! Cara Anto,speravo proprio che tu intervenissi sulla questione Ortese,sapevo in cuor mio che avresti trovato le parole giuste per dire ciò che avevo tentato di esprimere anch’io,ricordo lo stage al PAN di Napoli con te e nell’ambito del convegno sulla Ortese con grandissimo piacere,devo dire che sei stata tu a farmi apprezzare più intimamente questa grande scrittrice.Un bacione e spero vengano molte altre persone alle strane coppie anche da fuori città,accorrete è una delle tante iniziative culturali portate avanti con passione e competenza da Antonella!!

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Di: antonella cilento http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/comment-page-3/#comment-69538 antonella cilento Fri, 05 Jun 2009 08:16:20 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/#comment-69538 Carissimi amici e amiche di Letteratitudine, carissimo Massimo, grazie dell'abbandonate messe di commenti! Sono felice che l'iniziativa riscuota anche on line come dal vivo tanto consenso. Strane Coppie è un progetto cui tengo moltissimo e mi rallegra scoprire che il dibattito ferve, nonostante il cattivo clima generale intorno alla cultura in Italia. Portare nuovi lettori (critici e non) verso Ortese e Bachmann mi sembra già una conquista fuor di misura e ringrazio molto Massimo di aver anticipato il nostro prossimo e ultimo (per quest'anno) incontro del ciclo (giovedì 11 giugno al Grenoble, h 18.30) con Sandra Petrignani e Donatella Trotta, che narreranno di Colette e Matilde Serao (altre due donne, altre due visioni del mondo). Ci sono stati momenti in quest'anno di incontri che saranno ricordati: l'appassionata requisitoria di Giuseppe Montesano intorno alle Affinità elettive, la summa di Mariolina Bertini su Proust, la gentile difesa "inglese" di Fogazzaro di Francesco Costa, il dibattito fra Ivan Cotroneo e Antonio Pascale su Calvino e Borges, tanto amati e idolatrati nei decenni scorsi e ora quasi dimenticati se non attaccati... Ringrazio ancora Franz Haas per averci portato un'Ortese viva nel suo ricordo e Maria Attanasio per l'appassionata recensione alla Bachmann, dove in trasparenza ho rivisto lei e la sua scrittura e mi sono rivista anch'io (sì, le donne hanno alcune peculiarità in comune, difficili da catalogare e qui lo eviterò). E poi l'occasione creatasi con Domenico Starnone e Melania Mazzucco: durante il loro incontro, dedicato a Il resto di niente di Striano e Il secolo dei lumi di Carpentier, abbiamo scoperto, grazie alla presenza emozionata e emozionante di Apollonia Striano, che questa coppia, concepita rischiosamente da me e da José Vicente Quirante, direttore del Cervantes, era reale. Striano aveva in biblioteca il libro di Carpentier (leggetelo, è edito da Sellerio) e lo amava e era stata sua fonte di ispirazione. Starnone ha anche estrapolato una frase che richiamava il "nada de nada", il resto di niente di Lenor, presente nel romanzo di Carpentier. Il prossimo anno è già in programmazione e spero di potervi proporre altrettanti confronti carichi di stimolo. Delle molte cose dette nei post torno rapidissimamente sulla questione "politica" di Ortese a proposito di Priebke, solo per porvi una domanda: leggete Verga pensando che era un conservatore che si espresse contro i Fasci siciliani? Leggete Cèline pensando che era un filo-nazista? I libri contano assai più di noi che li scriviamo: scriviamo proprio perchè i libri restino e non noi. La nostra umanità e variabile, i libri dovrebbero ( aspirano ) ad essere il meglio di ciò che esperiamo nel mondo. La nostra personale Verità. Ortese e Bachmann hanno da raccontare grandi Verità. Di questi tempi ci confondiamo troppo con la realtà: la letteratura non fa politica, produce pensiero e sogni, interpreta il mondo con scopi diversissimi dalla politica. Restiamo fermi nei nostri impegni ( e certo leggiamo Primo Levi per ricordare e non smettere di indignarci, ma lo amiamo oltre misura anche perchè è riuscito a sognare dove era impossibile farlo), ma scrivendo andiamo lontano e parliamo dell'oltre. Devo a Ortese la mia scrittura, ho scoperto Bachmann leggendo Tondelli: vite diversissime, scelte lontanissime, pure assai più simili di quanto non sembri. Tutte sono state votate totalmente alla scrittura. Un abbraccio a tutti/e e grazie Antonella Carissimi amici e amiche di Letteratitudine, carissimo Massimo, grazie dell’abbandonate messe di commenti! Sono felice che l’iniziativa riscuota anche on line come dal vivo tanto consenso. Strane Coppie è un progetto cui tengo moltissimo e mi rallegra scoprire che il dibattito ferve, nonostante il cattivo clima generale intorno alla cultura in Italia. Portare nuovi lettori (critici e non) verso Ortese e Bachmann mi sembra già una conquista fuor di misura e ringrazio molto Massimo di aver anticipato il nostro prossimo e ultimo (per quest’anno) incontro del ciclo (giovedì 11 giugno al Grenoble, h 18.30) con Sandra Petrignani e Donatella Trotta, che narreranno di Colette e Matilde Serao (altre due donne, altre due visioni del mondo). Ci sono stati momenti in quest’anno di incontri che saranno ricordati: l’appassionata requisitoria di Giuseppe Montesano intorno alle Affinità elettive, la summa di Mariolina Bertini su Proust, la gentile difesa “inglese” di Fogazzaro di Francesco Costa, il dibattito fra Ivan Cotroneo e Antonio Pascale su Calvino e Borges, tanto amati e idolatrati nei decenni scorsi e ora quasi dimenticati se non attaccati… Ringrazio ancora Franz Haas per averci portato un’Ortese viva nel suo ricordo e Maria Attanasio per l’appassionata recensione alla Bachmann, dove in trasparenza ho rivisto lei e la sua scrittura e mi sono rivista anch’io (sì, le donne hanno alcune peculiarità in comune, difficili da catalogare e qui lo eviterò). E poi l’occasione creatasi con Domenico Starnone e Melania Mazzucco: durante il loro incontro, dedicato a Il resto di niente di Striano e Il secolo dei lumi di Carpentier, abbiamo scoperto, grazie alla presenza emozionata e emozionante di Apollonia Striano, che questa coppia, concepita rischiosamente da me e da José Vicente Quirante, direttore del Cervantes, era reale. Striano aveva in biblioteca il libro di Carpentier (leggetelo, è edito da Sellerio) e lo amava e era stata sua fonte di ispirazione. Starnone ha anche estrapolato una frase che richiamava il “nada de nada”, il resto di niente di Lenor, presente nel romanzo di Carpentier.
Il prossimo anno è già in programmazione e spero di potervi proporre altrettanti confronti carichi di stimolo.
Delle molte cose dette nei post torno rapidissimamente sulla questione “politica” di Ortese a proposito di Priebke, solo per porvi una domanda: leggete Verga pensando che era un conservatore che si espresse contro i Fasci siciliani? Leggete Cèline pensando che era un filo-nazista? I libri contano assai più di noi che li scriviamo: scriviamo proprio perchè i libri restino e non noi. La nostra umanità e variabile, i libri dovrebbero ( aspirano ) ad essere il meglio di ciò che esperiamo nel mondo. La nostra personale Verità. Ortese e Bachmann hanno da raccontare grandi Verità. Di questi tempi ci confondiamo troppo con la realtà: la letteratura non fa politica, produce pensiero e sogni, interpreta il mondo con scopi diversissimi dalla politica. Restiamo fermi nei nostri impegni ( e certo leggiamo Primo Levi per ricordare e non smettere di indignarci, ma lo amiamo oltre misura anche perchè è riuscito a sognare dove era impossibile farlo), ma scrivendo andiamo lontano e parliamo dell’oltre.
Devo a Ortese la mia scrittura, ho scoperto Bachmann leggendo Tondelli: vite diversissime, scelte lontanissime, pure assai più simili di quanto non sembri. Tutte sono state votate totalmente alla scrittura.
Un abbraccio a tutti/e e grazie
Antonella

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/comment-page-3/#comment-69514 Massimo Maugeri Thu, 04 Jun 2009 22:42:38 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/#comment-69514 @ Barbara Cara Barbara, grazie per l'ulteriore spunto sulla Invocazione all’orsa maggiore della Bachmann. @ Barbara
Cara Barbara, grazie per l’ulteriore spunto sulla Invocazione all’orsa maggiore della Bachmann.

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/comment-page-3/#comment-69513 Massimo Maugeri Thu, 04 Jun 2009 22:41:39 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/#comment-69513 @ Franz Haas Caro Franz, grazie per essere intervenuto. E grazie per la segnalazione del lapsus (che ho prontamente corretto). "Il cardillo innamorato" è una mia <em>invenzione</em>.:-) @ Franz Haas
Caro Franz, grazie per essere intervenuto.
E grazie per la segnalazione del lapsus (che ho prontamente corretto). “Il cardillo innamorato” è una mia invenzione.:-)

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Di: Franz Haas http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/comment-page-3/#comment-69511 Franz Haas Thu, 04 Jun 2009 21:43:04 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/#comment-69511 Ciao Carlo, allora a presto, spero. Franz Ciao Carlo, allora a presto, spero.
Franz

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Di: Carlo S. http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/comment-page-3/#comment-69509 Carlo S. Thu, 04 Jun 2009 19:34:44 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/#comment-69509 E il bello è che nessuno se ne era accorto. :-) Ciao Franz, e grazie per essere intervenuto. Spero di riuscire a reincontrarti presto (sto tramando in tale proposito insieme a Lena...) Carlo E il bello è che nessuno se ne era accorto.
:-)
Ciao Franz, e grazie per essere intervenuto. Spero di riuscire a reincontrarti presto (sto tramando in tale proposito insieme a Lena…)
Carlo

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Di: Franz Haas http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/comment-page-2/#comment-69506 Franz Haas Thu, 04 Jun 2009 18:21:06 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/#comment-69506 Cari blogger di LETTERATUDINE, mi fa molto piacere che sia nato un dibattito così vivace intorno a Bachmann/Ortese. Sul caso Priebke: sono stato un po' perplesso all'epoca e non ho mai parlato con Anna Maria Ortese di questo argomento. Oggi vedo la sua presa di posizione a favore di un criminale di guerra semplicemente come una parte della sua immensa umiltà nei confronti di tutti gli esseri viventi. Ringrazio Antonella Cilento e Massimo Maugeri per aver postato il mio contributo. Un saluto speciale a Carlo S. che ricordo benissimo e con piacere. Ci sarebbe una piccola cosa da correggere: nel post, in alto accanto alle foto di Bachmann/Ortese, c'è un errore: il titolo del romanzo della Ortese è "Il cardillo addolorato" (non "innamorato", lapsus che capita anche agli ortesiani più afferrati). Cari blogger di LETTERATUDINE, mi fa molto piacere che sia nato un dibattito così vivace intorno a Bachmann/Ortese.
Sul caso Priebke: sono stato un po’ perplesso all’epoca e non ho mai parlato con Anna Maria Ortese di questo argomento. Oggi vedo la sua presa di posizione a favore di un criminale di guerra semplicemente come una parte della sua immensa umiltà nei confronti di tutti gli esseri viventi.
Ringrazio Antonella Cilento e Massimo Maugeri per aver postato il mio contributo. Un saluto speciale a Carlo S. che ricordo benissimo e con piacere.
Ci sarebbe una piccola cosa da correggere: nel post, in alto accanto alle foto di Bachmann/Ortese, c’è un errore: il titolo del romanzo della Ortese è “Il cardillo addolorato” (non “innamorato”, lapsus che capita anche agli ortesiani più afferrati).

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Di: Barbara X http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/comment-page-2/#comment-69497 Barbara X Thu, 04 Jun 2009 15:52:57 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/#comment-69497 Massimo, io non sono in grado di farti una recensione di Invocazione all'orsa maggiore, semmai posso dirti cosa ricordo di quelle poesie, di quel libro che, fra l'altro, nemmeno era mio. La prima cosa che ricordo è lo stile a tratti "maschile" della Bachmann, e questo vuole essere un complimento. Ricordo anche una grande tensione intellettuale che sfociava sovente nella ribellione. Nel commento precedente ho sbagliato a scrivere: non posso certo dire di "conoscere la Bachmann" a fondo. Però una cosa devo dirla: a volte mi capita di leggere qualcosa di autori e autrici che non fanno parte della "mia cerchia", e pochissimi sono quelli di cui serbo un certo ricordo anche a distanza di anni. Ecco, Ingeborg, con quel libro, pur non facendo parte della "mia cerchia" (passatemi quest'espressione orrenda), è una che ricordo, che mi piace ricordare. Massimo, io non sono in grado di farti una recensione di Invocazione all’orsa maggiore, semmai posso dirti cosa ricordo di quelle poesie, di quel libro che, fra l’altro, nemmeno era mio. La prima cosa che ricordo è lo stile a tratti “maschile” della Bachmann, e questo vuole essere un complimento. Ricordo anche una grande tensione intellettuale che sfociava sovente nella ribellione. Nel commento precedente ho sbagliato a scrivere: non posso certo dire di “conoscere la Bachmann” a fondo. Però una cosa devo dirla: a volte mi capita di leggere qualcosa di autori e autrici che non fanno parte della “mia cerchia”, e pochissimi sono quelli di cui serbo un certo ricordo anche a distanza di anni. Ecco, Ingeborg, con quel libro, pur non facendo parte della “mia cerchia” (passatemi quest’espressione orrenda), è una che ricordo, che mi piace ricordare.

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Di: M.Teresa Santalucia Scibona http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/comment-page-2/#comment-69482 M.Teresa Santalucia Scibona Thu, 04 Jun 2009 10:26:01 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/#comment-69482 SALVO, sei il più simpatico moribondo del mondo, ma non pensi che dopo tanta carta, telefonate, suppliche e promesse da marinaio, ben poco cambierà? Tu rimarrai vegeto e vitale nella sonnolenta Trinacria a roderti il fegato. La povera tapina con la miserrima pensione statale del 1977, si arrovellerà la tarda mente su cosa ancora tagliare per arrivare col groppo in gola, al fatidico, grandioso 27! A Siena, costano care pure le acciughe, figurati il resto. Comunque se decidessi di venire a strozzarmi..., una corposa ribollita o salutare panzanella la troveresti comunque e non solo via! Mi rovinerei con un Dievole ( per capello? NOOOOO)- "Dievole Rinascimento" per- Bacco. Da Tessy nella fossa come il formaggio!..... SALVO, sei il più simpatico moribondo del mondo, ma non pensi che dopo tanta carta, telefonate, suppliche e promesse da marinaio, ben poco cambierà? Tu rimarrai vegeto e vitale nella sonnolenta Trinacria a roderti il fegato. La povera tapina con la miserrima pensione statale del 1977, si arrovellerà la tarda mente su cosa ancora tagliare per arrivare col groppo in gola, al fatidico, grandioso 27!
A Siena, costano care pure le acciughe, figurati il resto.
Comunque se decidessi di venire a strozzarmi…, una corposa ribollita o salutare panzanella la troveresti comunque e non solo via! Mi rovinerei con un Dievole ( per capello? NOOOOO)- “Dievole Rinascimento” per- Bacco. Da
Tessy nella fossa come il formaggio!…..

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Di: Desi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/comment-page-2/#comment-69474 Desi Thu, 04 Jun 2009 08:27:28 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/#comment-69474 Quesiti e risposte molto interessanti. Due grandi scrittrici a confronto. Un commento molto bello. Quanto alla maggiore capacità di una donna che scrive di esprimere il dolore del mondo, non credo si possa affermare questo. Certo, se penso a Etty Hillesum, al suo diario, alle sue lettere, sarei tentata di dire di sì. Ma sarei ingiusta verso Leopardi, Manzoni, Primo Levi e tanti tanti altri grandissimi scrittori che hanno saputo rappresentare il dolore con una forza e una sensibilità uniche. Ho apprezzato di più la Bachmann, ma sono entrambe grandi, ciascuna a suo modo. È solo una questione di gusti. Della Bachmann apprezzo molto le poesie. È stata forse una delle poetesse più vitali del 900. Il dibattito potrebbe continuare all'infinito anche per quanto riguarda il concetto di umiltà. Sì, l'umiltà in un uomo e ancora di più in un artista è una grandissima qualità, ma esistono, sono esistiti, anche scrittori grandi e superbi. O meglio: consapevoli della loro grandezza. Dante, per esempio… Come la mettiamo? Quesiti e risposte molto interessanti. Due grandi scrittrici a confronto. Un commento molto bello. Quanto alla maggiore capacità di una donna che scrive di esprimere il dolore del mondo, non credo si possa affermare questo. Certo, se penso a Etty Hillesum, al suo diario, alle sue lettere, sarei tentata di dire di sì. Ma sarei ingiusta verso Leopardi, Manzoni, Primo Levi e tanti tanti altri grandissimi scrittori che hanno saputo rappresentare il dolore con una forza e una sensibilità uniche.
Ho apprezzato di più la Bachmann, ma sono entrambe grandi, ciascuna a suo modo. È solo una questione di gusti. Della Bachmann apprezzo molto le poesie. È stata forse una delle poetesse più vitali del 900. Il dibattito potrebbe continuare all’infinito anche per quanto riguarda il concetto di umiltà. Sì, l’umiltà in un uomo e ancora di più in un artista è una grandissima qualità, ma esistono, sono esistiti, anche scrittori grandi e superbi. O meglio: consapevoli della loro grandezza. Dante, per esempio… Come la mettiamo?

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Di: Amelia Corsi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/comment-page-2/#comment-69464 Amelia Corsi Thu, 04 Jun 2009 08:11:29 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/#comment-69464 Grazie a te Massimo Grazie a te Massimo

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/comment-page-2/#comment-69462 Massimo Maugeri Thu, 04 Jun 2009 06:54:49 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/#comment-69462 Buona giornata a tutti. A breve pubblicherò un nuovo post, ma spero che la discussione qui possa continuare. Buona giornata a tutti.
A breve pubblicherò un nuovo post, ma spero che la discussione qui possa continuare.

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/comment-page-2/#comment-69454 Massimo Maugeri Wed, 03 Jun 2009 21:51:35 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/#comment-69454 @ Barbara Cara Barbara, hai scritto: "Molti, oggi (non dico artisti, ma in generale), sono umili per posa, fingono di essere umili per avere elogi dagli altri: e gli altri, puntualmente, ci cascano. Se l’umiltà è una posa, non va bene". Hai perfettamente ragione. Aggiungo, peraltro, che in tal caso sarebbe una "umiltà" vicina alla "falsità". - Ci parleresti delle Invocazione all’Orsa Maggiore della Bachmann? Di cosa tratta quest'opera? @ Barbara
Cara Barbara, hai scritto: “Molti, oggi (non dico artisti, ma in generale), sono umili per posa, fingono di essere umili per avere elogi dagli altri: e gli altri, puntualmente, ci cascano. Se l’umiltà è una posa, non va bene”.
Hai perfettamente ragione. Aggiungo, peraltro, che in tal caso sarebbe una “umiltà” vicina alla “falsità”.
-
Ci parleresti delle Invocazione all’Orsa Maggiore della Bachmann?
Di cosa tratta quest’opera?

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/comment-page-2/#comment-69453 Massimo Maugeri Wed, 03 Jun 2009 21:47:15 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/#comment-69453 @ Maria Allo Grazie per il corposo contributo!:-) E grazie ad Amelia Corsi per la nuova poesia della Bachmann @ Maria Allo
Grazie per il corposo contributo!:-)
E grazie ad Amelia Corsi per la nuova poesia della Bachmann

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/comment-page-2/#comment-69452 Massimo Maugeri Wed, 03 Jun 2009 21:46:13 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/#comment-69452 Mi sento vicino alle opinioni di Renata, Carlo, Fran e Simona. Ma penso anche che l'opinione di Roberta sia comprensibile e motivata. Mi sento vicino alle opinioni di Renata, Carlo, Fran e Simona.
Ma penso anche che l’opinione di Roberta sia comprensibile e motivata.

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/comment-page-2/#comment-69451 Massimo Maugeri Wed, 03 Jun 2009 21:44:33 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/#comment-69451 Grazie a chi ha postato l'articolo della Ortese pubblicato sul Corriere nel '97. Mi pare una bella testimonianza. Grazie a chi ha postato l’articolo della Ortese pubblicato sul Corriere nel ‘97. Mi pare una bella testimonianza.

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/comment-page-2/#comment-69450 Massimo Maugeri Wed, 03 Jun 2009 21:43:47 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/#comment-69450 Un saluto a Mela Mondi, Elisabetta Bucciarelli, Letizia, Simona, ecc. Un saluto a Mela Mondi, Elisabetta Bucciarelli, Letizia, Simona, ecc.

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/comment-page-2/#comment-69449 Massimo Maugeri Wed, 03 Jun 2009 21:42:55 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/#comment-69449 Sono pervenuti parecchi contributi. Grazie davvero. Sono pervenuti parecchi contributi. Grazie davvero.

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/comment-page-2/#comment-69448 Massimo Maugeri Wed, 03 Jun 2009 21:42:15 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/#comment-69448 Vi ringrazio tutti per i numerosi commenti. Mi pare che la discussione abbia preso una piega interessante Vi ringrazio tutti per i numerosi commenti.
Mi pare che la discussione abbia preso una piega interessante

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Di: Barbara X http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/comment-page-2/#comment-69437 Barbara X Wed, 03 Jun 2009 20:58:01 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/#comment-69437 Conosco più la Bachmann della Ortese, ho letto Invocazione all'Orsa Maggiore e alcune sue poesie tempo addietro, ho molto apprezzato. A mio parere, rispondendo a una delle domande del post, la grandezza di un artista non può e non deve essere misurata con la sua umiltà: non ci vedo il nesso. Molti, oggi (non dico artisti, ma in generale), sono umili per posa, fingono di essere umili per avere elogi dagli altri: e gli altri, puntualmente, ci cascano. Se l'umiltà è una posa, non va bene; se la mancanza di umiltà fa parte di un carattere genuino, non è e non deve essere considerata una pecca. Conosco più la Bachmann della Ortese, ho letto Invocazione all’Orsa Maggiore e alcune sue poesie tempo addietro, ho molto apprezzato. A mio parere, rispondendo a una delle domande del post, la grandezza di un artista non può e non deve essere misurata con la sua umiltà: non ci vedo il nesso. Molti, oggi (non dico artisti, ma in generale), sono umili per posa, fingono di essere umili per avere elogi dagli altri: e gli altri, puntualmente, ci cascano. Se l’umiltà è una posa, non va bene; se la mancanza di umiltà fa parte di un carattere genuino, non è e non deve essere considerata una pecca.

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Di: Mela Mondi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/comment-page-2/#comment-69436 Mela Mondi Wed, 03 Jun 2009 20:42:58 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/#comment-69436 Per raggiungere la sfera dell'arte, l'umiltà è una conditio sine qua non. Andare verso l'arte, è come dovere attraversare le tenebre di una caverna dove ci sei e vorresti uscire, ma non puoi perchè l'uscita è sbarrata da un masso. Per uscire da lì "l'io" deve morire. Lì la brama dell'indomito desiderio del potere e la paura che l'accompagna devono essere soffocate e seppellite. Quando lo avrai fatto il masso si sposterà da solo ed entrerai nel mondo della saggezza e della libertà. Il cuore sarà inondato dalla tenerezza e palpiterà di gioia e solo allora comprenderai che è possibile rimodellare il roprio mondo interiore nel crogiuolo della immaginazione, dove l'intuito creativo può trovare il riflesso della bellezza che cerchi e diventa "ALONZO" dopo avere incontrato il PUMA E' dalla libertà dei nostri pensieri,ossia del nostro intelletto, sgravati dai dal peso dei nostri desideri personali, soggetti alla relatività storica, che puoi farti cooperatore di bellezza, contemplarla e vederla brillare. CARA SIMONA LO JACONO, grazie per aver citato Santa Teresa di Lisieux. Il Cristianesimo è l'unica religione che alla filosofia prometeica della ribellione ha contrapposto quella della rinuncia e dell'umiltà. Io ho voluto rendere in modo laico il nostro bellissimo e difficile messaggio cristiano per cui non ho detto che l'umiltà è l'l'unico strumento per vanificare le forze del male. Ed allora dico a LETIZIA DI GIACOMO che le lacrime maschili sono importanti e commoventi perchè le lacrime sono liberatorie par tutti.Smuovono i massi che sono nella caverna del nostro cuore. Per raggiungere la sfera dell’arte, l’umiltà è una conditio sine qua non. Andare verso l’arte, è come dovere attraversare le tenebre di una caverna dove ci sei e vorresti uscire, ma non puoi perchè l’uscita è sbarrata da un masso. Per uscire da lì “l’io” deve morire. Lì la brama dell’indomito desiderio del potere e la paura che l’accompagna devono essere soffocate e seppellite. Quando lo avrai fatto il masso si sposterà da solo ed entrerai nel mondo della saggezza e della libertà. Il cuore sarà inondato dalla tenerezza e palpiterà di gioia e solo allora comprenderai che è possibile rimodellare il roprio mondo interiore nel crogiuolo della immaginazione, dove l’intuito creativo può trovare il riflesso della bellezza che cerchi e diventa “ALONZO” dopo avere incontrato il PUMA
E’ dalla libertà dei nostri pensieri,ossia del nostro intelletto, sgravati dai dal peso dei nostri desideri personali, soggetti alla relatività storica, che puoi farti cooperatore di bellezza, contemplarla e vederla brillare.
CARA SIMONA LO JACONO, grazie per aver citato Santa Teresa di Lisieux.
Il Cristianesimo è l’unica religione che alla filosofia prometeica della ribellione ha contrapposto quella della rinuncia e dell’umiltà. Io ho voluto rendere in modo laico il nostro bellissimo e difficile messaggio cristiano per cui non ho detto che l’umiltà è l’l'unico strumento per vanificare le forze del male. Ed allora dico a LETIZIA DI GIACOMO che le lacrime maschili sono importanti e commoventi perchè le lacrime sono liberatorie par tutti.Smuovono i massi che sono nella caverna del nostro cuore.

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Di: Salvo zappulla http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/comment-page-2/#comment-69426 Salvo zappulla Wed, 03 Jun 2009 19:19:32 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/#comment-69426 Pure la Roberta mi striglia!!! Non è proprio serata, stasera me ne vado in ritiro spirituale a fare ammenda dei miei peccati. Pure la Roberta mi striglia!!! Non è proprio serata, stasera me ne vado in ritiro spirituale a fare ammenda dei miei peccati.

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Di: Salvo zappulla http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/comment-page-2/#comment-69424 Salvo zappulla Wed, 03 Jun 2009 19:13:52 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/#comment-69424 @Tessy Cara, se non sapessi che sei già in cattiva salute, sarei tentato di venire a Siena per strozzarti. Mi fai pure i sermoni!!! A me, un moribondo. Il mio discorso sopra poco aveva a che fare sulla convenienza dello scrivere e sui rapporti che favoriscono le carriere. Chi mi conosce sa bene quanto sia spigoloso e quanto critico sia stato con intellettuali siciliani, anche di grosso nome, di cui non condivido l'operato. E quanto sia duro con un certo tipo di editoria poco seria. Il mio discorso era ispirato da certi manifesti politici che mi capita di leggere in questo periodo di campagna elettorare, da troppi appelli alla democrazia, alla libertà, a una società migliore. Parole che finiranno nel nulla, come sempre. Quando parlo di libertà di pensiero in qualche modo traviato, mi riferisco a tutti quegli interventi mediatici in grado di manipolare le coscienze. Il mio era un discorso squisitamente di natura politica più che culturale. Sono molto preoccupato per la situazione anomala che si sta verificando in Italia. Potrai ribattermi che c'entra poco con il post, ma ho voluto prendere spunto dalle parole della Ortese postate da Simona, (che in fondo sono di natura politica) per esternare la mia amarezza. A proposito della Simo: meglio non clonarla se no si inflaziona. Ne abbiamo una sola e ce la teniamo ben stretta qui a Siracusa. Anzi, vi mando un bacione a tutte e due. @Tessy Cara, se non sapessi che sei già in cattiva salute, sarei tentato di venire a Siena per strozzarti. Mi fai pure i sermoni!!! A me, un moribondo. Il mio discorso sopra poco aveva a che fare sulla convenienza dello scrivere e sui rapporti che favoriscono le carriere. Chi mi conosce sa bene quanto sia spigoloso e quanto critico sia stato con intellettuali siciliani, anche di grosso nome, di cui non condivido l’operato. E quanto sia duro con un certo tipo di editoria poco seria. Il mio discorso era ispirato da certi manifesti politici che mi capita di leggere in questo periodo di campagna elettorare, da troppi appelli alla democrazia, alla libertà, a una società migliore. Parole che finiranno nel nulla, come sempre. Quando parlo di libertà di pensiero in qualche modo traviato, mi riferisco a tutti quegli interventi mediatici in grado di manipolare le coscienze. Il mio era un discorso squisitamente di natura politica più che culturale. Sono molto preoccupato per la situazione anomala che si sta verificando in Italia. Potrai ribattermi che c’entra poco con il post, ma ho voluto prendere spunto dalle parole della Ortese postate da Simona, (che in fondo sono di natura politica) per esternare la mia amarezza.
A proposito della Simo: meglio non clonarla se no si inflaziona. Ne abbiamo una sola e ce la teniamo ben stretta qui a Siracusa. Anzi, vi mando un bacione a tutte e due.

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Di: roberta http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/comment-page-2/#comment-69423 roberta Wed, 03 Jun 2009 19:11:21 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/#comment-69423 @Francesca Giulia+ Carlo+ Renata+ Salvo Vi ringrazio per gli affettuosi consigli. Ma vi risponderò in modo più "articolato" sulla camera accanto, non appena ne avrò il tempo materiale, perché qui temo che, se prendessi altro spazio su questo argomento, mi arriverebbe il "monito" di Massimo a riprendere le tematiche principali di questo post. Che poi il "monito" dovrebbe prenderselo Salvo, ché io mica c'entro nulla..ho solo "abboccato" alla sua provocazione. Cari saluti. @Francesca Giulia+ Carlo+ Renata+ Salvo
Vi ringrazio per gli affettuosi consigli. Ma vi risponderò in modo più “articolato” sulla camera accanto, non appena ne avrò il tempo materiale, perché qui temo che, se prendessi altro spazio su questo argomento, mi arriverebbe il “monito” di Massimo a riprendere le tematiche principali di questo post. Che poi il “monito” dovrebbe prenderselo Salvo, ché io mica c’entro nulla..ho solo “abboccato” alla sua provocazione.
Cari saluti.

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Di: Amelia Corsi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/comment-page-2/#comment-69419 Amelia Corsi Wed, 03 Jun 2009 16:40:23 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/#comment-69419 Un'altra poesia della Bachmann che mi piace molto: Tutti i giorni La guerra non viene più dichiarata, ma proseguita. Le assurdità sono diventate normali. L'eroe non si lancia nella lotta. Il debole combatte in prima linea. L'uniforme di oggi è la pazienza, e la medaglia appuntata sul cuore è una misera stella di speranza. La conferiscono quando non succede più niente, quando gli spari si spengono, quando il nemico si è dileguato e il cielo si ricopre dell'ombra del riarmo permanente. La conferiscono per la diserzione dalle bandiere, per il mostrarsi coraggiosi con l'amico, per il tradimento di foschi segreti e l'inosservanza di tutti gli ordini. Un’altra poesia della Bachmann che mi piace molto:
Tutti i giorni

La guerra non viene più dichiarata,
ma proseguita. Le assurdità
sono diventate normali. L’eroe
non si lancia nella lotta. Il debole
combatte in prima linea.
L’uniforme di oggi è la pazienza,
e la medaglia appuntata sul cuore
è una misera stella di speranza.

La conferiscono
quando non succede più niente,
quando gli spari si spengono,
quando il nemico si è dileguato
e il cielo si ricopre
dell’ombra del riarmo permanente.

La conferiscono
per la diserzione dalle bandiere,
per il mostrarsi coraggiosi con l’amico,
per il tradimento di foschi segreti
e l’inosservanza
di tutti gli ordini.

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Di: Giuseppe http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/comment-page-2/#comment-69418 Giuseppe Wed, 03 Jun 2009 15:20:53 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/#comment-69418 Caspita! Un bel post davvero. ho appreso molte cose. Complimenti anche da parte mia. Caspita! Un bel post davvero. ho appreso molte cose. Complimenti anche da parte mia.

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Di: M.Teresa Santalucia Scibona http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/comment-page-2/#comment-69417 M.Teresa Santalucia Scibona Wed, 03 Jun 2009 15:17:59 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/#comment-69417 @ Maria Civitelli e Massimo caro, per ora nelle mie scartoffie non ho trovato altro. Continuerò a cercare però. @ Dolce Simo, col paragone di S. Teresina, chi ha più il coraggio di parlare di umiltà dello scribacchino? I tuoi inserti sono, come dicono gli scrittori laureati,... molto molto esaustivi, a parte gli scherzi, non sarebbe il caso di farti clonare per migliorare la cultura imperante di molti studenti e professori? @ Salvo, mio caro, sarebbe l'ora che non si pensasse solo alla convenienza dello scrivere in un determinato modo o di favorire i rapporti interpersonali che ci potrebbero avantaggiare nella carriera. Abbiamo una sola vita, una sola credibilità e se ormai per troppi di noi, l'onestà intelletuale è in completo disfacimento, per quel rimasuglio di etica che ciascuno ancora sbandiera, cerchiamo almeno di non nuocere... con le parole di pietra. Il sermone amico mio, è rivolto in prima persona a me. Senza l'umiltà di capire che siamo delle povere cose, in balia del vento e ora come mai, anche degli eventi, qualsiasi sgradito imprevisto riuscirà ad abbatterci. Scusami lo sfogo, conosco la tua intelligenza e sensibilità e certamente percepirai l'oltre che preferisco tacere. Oso invece dire :- Vi voglio bene. Tessy rientra nei ranghi @ Maria Civitelli e Massimo caro, per ora nelle mie scartoffie non ho trovato altro. Continuerò a cercare però.
@ Dolce Simo, col paragone di S. Teresina, chi ha più il coraggio di parlare di umiltà dello scribacchino? I tuoi inserti sono, come dicono gli scrittori laureati,… molto molto esaustivi, a parte gli scherzi, non sarebbe il caso di farti clonare per migliorare la cultura imperante di molti studenti e professori?
@ Salvo, mio caro, sarebbe l’ora che non si pensasse solo alla convenienza dello scrivere in un determinato modo o di favorire i rapporti interpersonali che ci potrebbero avantaggiare nella carriera.
Abbiamo una sola vita, una sola credibilità e se ormai per troppi di noi, l’onestà intelletuale è in completo disfacimento, per quel rimasuglio di etica che ciascuno ancora sbandiera, cerchiamo almeno di non nuocere…
con le parole di pietra. Il sermone amico mio, è rivolto in prima persona a me. Senza l’umiltà di capire che siamo delle povere cose, in balia del vento e ora come mai, anche degli eventi, qualsiasi sgradito imprevisto riuscirà ad abbatterci.
Scusami lo sfogo, conosco la tua intelligenza e sensibilità e certamente
percepirai l’oltre che preferisco tacere. Oso invece dire :- Vi voglio bene.
Tessy rientra nei ranghi

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Di: maryline http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/comment-page-2/#comment-69412 maryline Wed, 03 Jun 2009 12:44:33 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/#comment-69412 post bellissimo. Complimenti. La Ortese è una grande scrittrice,putroppo,non conosco la Bachmann Eccovi un mio art.su Anna Maria Ortese "Alonso e i visionari di Anna Maria Ortese"acura di Maria Allo Data: Giovedì, 05 febbraio 2009 ore 16:31:51 CET Una ciotola di acqua freschissima per la salvezza del mondo: «Il personaggio che seguivo era una creatura “fatata”, di pace e di gioia fanciullesca. Per questo, Alonso è nato come una favola. […] La sua figurina di “piccino”, di “beato”, mi si inseriva in un tempo tremendo […] Il puma rappresenta tutta la terribile miseria del mondo»: Romanzo conclusivo della trilogia fantastica di Anna Maria Ortese, che consolida la scelta poetica della scrittrice per la rarefazione del linguaggio e le suggestioni oniriche (“…ritengo che l’Universo non sia circolare come si tende a definirlo, ma ellittico, ed esso perde di là, da quella sua deviazione – ancora, fortunatamente, splendente – tutto il suo sangue o sostanza, tutto ciò che chiamiamo tempo”), “Alonso e i visionari” s’incentra su un piccolo puma dell’Arizona intorno al quale ruotano le vicende dei personaggi, “i visionari”, cui tocca in sorte di incontrarlo. La vicenda si sviluppa per rivelazioni che ogni volta sembrano negare le verità precedenti, tra poliziesche e metafisiche, in merito ad un delitto accaduto, in una certa notte, in una casa vicino Prato. Tremenda storia “di assassini, di visionari e di complici”, l’opera narra “una vera storia italiana” di cui la narratrice è testimone. I protagonisti sono tutti legati da una sorta di pazzia che è come “un buco nell’intelligenza, nell’azzurro, dal quale entrano il freddo e la cecità degli spazi stellari”. Un noto professore d’italiano ispiratore di terroristi e di altri “uomini del lutto”, i suoi figli circondati dal mistero, un professore americano segnato dalla debolezza di voler capire e compatire, seguono le tracce del puma Alonso, oggetto ora di un odio irragionevole, ora di un amore inerme, in una storia intricata, un giallo che sorge sull’incessante “sgarbo agli dei” da cui ogni altro delitto ha origine, quel peccato molto comune agli uomini che è “il più grave di tutti i peccati: il disconoscimento dello Spirito del mondo”. ll valore dell'opera di Anna Maria Ortese, 'scrittrice di visione', si impone oggi dopo la dimenticanza e l'intolleranza subita in vita. Sulle difficoltà di comprendere la storia la Ortese è ben cosciente: «“è un libro, forse, oscuro, e cercare di chiarirne tanti aspetti, è stata la mia vera fatica. Ma non direi di esservi riuscita (non è chiarissimo)” […] “Secondo lei si capisce?” chiederà la Ortese a Paolo Mauri a lavoro concluso. “Io stessa ho faticato per venirne a capo, per ricucire tutti i nessi della storia” […] “Non capivo più niente. Questa è la parte dolorosa del mio scrivere. Spesso non so che cosa sto scrivendo. Scrivo perché ne sento l’esigenza. Il lavoro diventa un’avventura bellissima, inventare ogni giorno che cosa fanno, che cosa diranno i miei personaggi. E quando ho finito, non capire più nulla”» (L. Clerici, Apparizione e visione, pp. 615-616). Il concetto sulla difficoltà di comprensione della realtà è ribadito anche lungo la narrazione: Op avvisa l’amica Stella: «se vuole sapere qualcosa di più sull’uomo, ricordi che all’ultimo momento, quando sembra di vedere, capire tutto, le lampade più perfette si spengono» Anna Maria Ortese, figura per scelta personale appartata e schiva delle nostre scene letterarie, rischiava di scomparire del tutto se non fosse intervenuto il generoso repêchage dell'Adelphi. La casa milanese, accogliendola nel proprio prestigioso catalogo, le ha dato così non solo maggiore visibilità, ma ha contribuito notevolmente a una ripresa di vigore creativo (due romanzi nel volger di tre anni) ll tratto saliente della scrittura di Anna Maria Ortese è quello della visionarietà. Visione quale memoria e premonizione che, sparpagliate nell’intera opera, con intelligenza sottile e sguardo attento all’inesauribile profondità del mondo, si condensano in una sorta di invito a una sosta contemplativa circa la bellezza e l’evanescenza di tutto quanto quotidianamente irrompe nel minuscolo universo esistenziale di ognuno. Il realismo non tiene conto che il reale è a più strati e l’intero creato, quando si è giunti ad analizzare fin l’ultimo strato, non risulta affatto reale, ma pura e profonda immaginazione. Siamo mutevoli come nuvole, il mondo non è materia, è sogno, apparizione. La mite e umiliata Ragione è tutt’uno con l’invisibile. L’espressività ortesiana si colloca dunque in quello spazio assolutamente libero che è la letteratura, considerando il reale non come riflesso del mondo, ma come secondo mondo o seconda realtà, un’immensa appropriazione dell’inespresso, del vivente in eterno, da parte dei morituri. Offrendo così al lettore uno spazio meraviglioso e un tempo estatico e sfuggente. Poiché è possibile entrare molto bene in contatto con ..tale inespresso finalmente rivelato, come una seconda irreale realtà, non tanto irreale, poi, se… la realtà vera… si disfa… continuamente al pari di un vapore d’acqua e la realtà irreale... domina... l’eterno. (da Il porto di Toledo) Tale concetto, che è il perno della poetica di Ortese, si impone al lettore oltre che per la mappa dei sentimenti umani tessuta con impronta religiosamente laica, tramite un insolito vai e vieni da un registro all’altro, nonché per l’uso della lingua, anch’esso visionario, essendo imprevedibile e anche scombinatorio delle regole. Scrittura fluttuante, sontuosa e arbitraria, in funzione del trasporto di quell’universo invisibile che però costantemente incide nella fenomenologia stupefacente del vivere e del sentire. Di modo che il costante snodarsi di ragionamenti e riflessioni, sotteso dall’esaltazione del valore di ogni singola esistenza (la scrittura di Ortese è sovente un ibrido tra saggio e affabulazione) unitamente a forme svariate di ricerca stilistica, fanno sì che la risultanza sia la cifra trasognata. Anche se nel complesso se ne ricava una sorta di concretezza dell’invisibile. In quanto il talento dell’autrice, un libro dopo l’altro, disegna un territorio meditabondo che favorisce la percezione piena della complessità del sentire, improntato da veemente energia vitale. Una prosa antirealistica condotta quindi con lucidità. Quasi che una forza misteriosa, producendo una costante pressione su ogni aspetto del reale, lo delinei prepotentemente. Ma con la singolarità di trasformare la pena in bellezza e le lacrime in canto. Poiché la spiccata vocazione estetica di questa zingara assorta in un sogno, come l’ebbe a definire Elio Vittorini, è costantemente permeata da un respiro pubblico che in virtù dello spessore morale mai incorre in inciampi apologetici, seppure fortemente connotato da schietto anticonformismo, da carica animalista, ecologista, e dall’identificazione con la parte sociale più negletta. Sarà perché, come per Cristina Campo, biografia e opere avanzano congiunte e sospese tra memoria e visione, trasmettendo l’incertezza e la precarietà della vita? Sta che Ortese non dimentica mai la propria condizione di nomade e di randagia, riuscendo a stabilizzare stretto legame tra biografia e scrittura. Infatti, la sua intera opera somiglia a un lunghissimo monologo assorto che, seppure incanta, graffia, assicurando al lettore un’esperienza non comune. Anche per via di una forza immaginativa, stemperata, nei punti in cui la visionarietà raggiunge l’acme, da una sorta di distacco progressivamente ironico. Senza meno un doppio sguardo quello di Ortese, tramite il quale la rappresentazione della realtà assume caratteri di coscienza vigorosa e l’immaginazione vasta e duttile immette in un tempo ricco di partecipazione emotiva. Per l’abile tessitura di metafore, similitudini, paragoni deformanti, prolissità dell’ossimoro quale rappresentazione della contraddittorietà della vita. Verità-finzione, reale-fantastico, ottenuti a mezzo di visioni strepitose, ideazioni inaspettate di luoghi e di immagini allo scopo di favorire il superamento della perdita, del compianto, dell’assenza, della nostalgia. In definitiva una lettura amorosa che introduce alla meravigliosa sfera del sogno dolcemente, naturalmente, senza eccitare il sentimento dell’enigma dentro il chiaroscuro della coscienza. Questo Articolo proviene da AetnaNet http://www.aetnanet.org Cordialmente Maria Allo post bellissimo. Complimenti. La Ortese è una grande scrittrice,putroppo,non conosco la Bachmann
Eccovi un mio art.su Anna Maria Ortese

“Alonso e i visionari di Anna Maria Ortese”acura di Maria Allo
Data: Giovedì, 05 febbraio 2009 ore 16:31:51 CET

Una ciotola di acqua freschissima per la salvezza del
mondo:

«Il personaggio che seguivo era una creatura “fatata”, di pace e di gioia
fanciullesca. Per questo, Alonso è nato come una favola. […] La sua figurina di
“piccino”, di “beato”, mi si inseriva in un tempo tremendo […] Il puma
rappresenta tutta la terribile miseria del mondo»:
Romanzo conclusivo della trilogia fantastica di Anna Maria Ortese, che consolida la scelta poetica della scrittrice per la rarefazione del linguaggio e le suggestioni oniriche (“…ritengo che l’Universo non sia circolare come si tende a definirlo, ma ellittico, ed esso perde di là, da quella sua deviazione – ancora, fortunatamente, splendente – tutto il suo sangue o sostanza, tutto ciò che chiamiamo tempo”), “Alonso e i visionari” s’incentra su un piccolo puma dell’Arizona intorno al quale ruotano le vicende dei personaggi, “i visionari”, cui tocca in sorte di incontrarlo.
La vicenda si sviluppa per rivelazioni che ogni volta sembrano negare le verità precedenti, tra poliziesche e metafisiche, in merito ad un delitto accaduto, in una certa notte, in una casa vicino Prato.
Tremenda storia “di assassini, di visionari e di complici”, l’opera narra “una vera storia italiana” di cui la narratrice è testimone. I protagonisti sono tutti legati da una sorta di pazzia che è come “un buco nell’intelligenza, nell’azzurro, dal quale entrano il freddo e la cecità degli spazi stellari”. Un noto professore d’italiano ispiratore di terroristi e di altri “uomini del lutto”, i suoi figli circondati dal mistero, un professore americano segnato dalla debolezza di voler capire e compatire, seguono le tracce del puma Alonso, oggetto ora di un odio irragionevole, ora di un amore inerme, in una storia intricata, un giallo che sorge sull’incessante “sgarbo agli dei” da cui ogni altro delitto ha origine, quel peccato molto comune agli uomini che è “il più grave di tutti i peccati: il disconoscimento dello Spirito del mondo”.

ll valore dell’opera di Anna Maria Ortese, ’scrittrice di visione’, si impone oggi dopo la dimenticanza e l’intolleranza subita in vita.

Sulle difficoltà di comprendere la storia la Ortese è ben cosciente: «“è un libro,
forse, oscuro, e cercare di chiarirne tanti aspetti, è stata la mia vera fatica. Ma non
direi di esservi riuscita (non è chiarissimo)” […] “Secondo lei si capisce?” chiederà la
Ortese a Paolo Mauri a lavoro concluso. “Io stessa ho faticato per venirne a capo, per
ricucire tutti i nessi della storia” […] “Non capivo più niente. Questa è la parte
dolorosa del mio scrivere. Spesso non so che cosa sto scrivendo. Scrivo perché ne
sento l’esigenza. Il lavoro diventa un’avventura bellissima, inventare ogni giorno che
cosa fanno, che cosa diranno i miei personaggi. E quando ho finito, non capire più
nulla”» (L. Clerici, Apparizione e visione, pp. 615-616). Il concetto sulla difficoltà di
comprensione della realtà è ribadito anche lungo la narrazione: Op avvisa l’amica
Stella: «se vuole sapere qualcosa di più sull’uomo, ricordi che all’ultimo momento,
quando sembra di vedere, capire tutto, le lampade più perfette si spengono» Anna Maria Ortese, figura per scelta personale appartata e schiva delle nostre scene letterarie, rischiava di scomparire del tutto se non fosse intervenuto il generoso repêchage dell’Adelphi. La casa milanese, accogliendola nel proprio prestigioso catalogo, le ha dato così non solo maggiore visibilità, ma ha contribuito notevolmente a una ripresa di vigore creativo (due romanzi nel volger di tre anni)

ll tratto saliente della scrittura di Anna Maria Ortese è quello della visionarietà. Visione quale memoria e premonizione che, sparpagliate nell’intera opera, con intelligenza sottile e sguardo attento all’inesauribile profondità del mondo, si condensano in una sorta di invito a una sosta contemplativa circa la bellezza e l’evanescenza di tutto quanto quotidianamente irrompe nel minuscolo universo esistenziale di ognuno.
Il realismo non tiene conto che il reale è a più strati e l’intero creato, quando si è giunti ad analizzare fin l’ultimo strato, non risulta affatto reale, ma pura e profonda immaginazione.
Siamo mutevoli come nuvole, il mondo non è materia, è sogno, apparizione. La mite e umiliata Ragione è tutt’uno con l’invisibile.
L’espressività ortesiana si colloca dunque in quello spazio assolutamente libero che è la letteratura, considerando il reale non come riflesso del mondo, ma come secondo mondo o seconda realtà, un’immensa appropriazione dell’inespresso, del vivente in eterno, da parte dei morituri. Offrendo così al lettore uno spazio meraviglioso e un tempo estatico e sfuggente. Poiché è possibile entrare molto bene in contatto con ..tale inespresso finalmente rivelato, come una seconda irreale realtà, non tanto irreale, poi, se… la realtà vera… si disfa… continuamente al pari di un vapore d’acqua e la realtà irreale… domina… l’eterno. (da Il porto di Toledo)
Tale concetto, che è il perno della poetica di Ortese, si impone al lettore oltre che per la mappa dei sentimenti umani tessuta con impronta religiosamente laica, tramite un insolito vai e vieni da un registro all’altro, nonché per l’uso della lingua, anch’esso visionario, essendo imprevedibile e anche scombinatorio delle regole. Scrittura fluttuante, sontuosa e arbitraria, in funzione del trasporto di quell’universo invisibile che però costantemente incide nella fenomenologia stupefacente del vivere e del sentire. Di modo che il costante snodarsi di ragionamenti e riflessioni, sotteso dall’esaltazione del valore di ogni singola esistenza (la scrittura di Ortese è sovente un ibrido tra saggio e affabulazione) unitamente a forme svariate di ricerca stilistica, fanno sì che la risultanza sia la cifra trasognata. Anche se nel complesso se ne ricava una sorta di concretezza dell’invisibile. In quanto il talento dell’autrice, un libro dopo l’altro, disegna un territorio meditabondo che favorisce la percezione piena della complessità del sentire, improntato da veemente energia vitale.
Una prosa antirealistica condotta quindi con lucidità.
Quasi che una forza misteriosa, producendo una costante pressione su ogni aspetto del reale, lo delinei prepotentemente. Ma con la singolarità di trasformare la pena in bellezza e le lacrime in canto. Poiché la spiccata vocazione estetica di questa zingara assorta in un sogno, come l’ebbe a definire Elio Vittorini, è costantemente permeata da un respiro pubblico che in virtù dello spessore morale mai incorre in inciampi apologetici, seppure fortemente connotato da schietto anticonformismo, da carica animalista, ecologista, e dall’identificazione con la parte sociale più negletta.
Sarà perché, come per Cristina Campo, biografia e opere avanzano congiunte e sospese tra memoria e visione, trasmettendo l’incertezza e la precarietà della vita?
Sta che Ortese non dimentica mai la propria condizione di nomade e di randagia, riuscendo a stabilizzare stretto legame tra biografia e scrittura. Infatti, la sua intera opera somiglia a un lunghissimo monologo assorto che, seppure incanta, graffia, assicurando al lettore un’esperienza non comune. Anche per via di una forza immaginativa, stemperata, nei punti in cui la visionarietà raggiunge l’acme, da una sorta di distacco progressivamente ironico.
Senza meno un doppio sguardo quello di Ortese, tramite il quale la rappresentazione della realtà assume caratteri di coscienza vigorosa e l’immaginazione vasta e duttile immette in un tempo ricco di partecipazione emotiva. Per l’abile tessitura di metafore, similitudini, paragoni deformanti, prolissità dell’ossimoro quale rappresentazione della contraddittorietà della vita.
Verità-finzione, reale-fantastico, ottenuti a mezzo di visioni strepitose, ideazioni inaspettate di luoghi e di immagini allo scopo di favorire il superamento della perdita, del compianto, dell’assenza, della nostalgia. In definitiva una lettura amorosa che introduce alla meravigliosa sfera del sogno dolcemente, naturalmente, senza eccitare il sentimento dell’enigma dentro il chiaroscuro della coscienza.
Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org

Cordialmente

Maria Allo

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Di: Salvo zappulla http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/comment-page-2/#comment-69411 Salvo zappulla Wed, 03 Jun 2009 12:16:28 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/#comment-69411 Simona Lo Iacono? Non mi suona nuovo questo nome. Spesso la libertà di pensiero, la giustizia, la democrazia, diventano termini privi di contenuto, di cui facciamo abuso, per infarcire i nostri discorsi di belle parole e di significati vacui. Il nostro pensiero, anche quando riteniamo di esprimerlo liberamente, in realtà è condizionato da fattori esterni, dal nostro stato d'animo del momento, dai sentimenti che ci trasmette la persona a cui è rivolto, dalla convenienza spicciola che più ci fa comodo, dai preconcetti, dai nostri limiti a capire le ragioni degli altri, dalla mancanza di coraggio. Ecco perchè è importante che determinati equilibri nelle sorti di un Paese non vengano mai a mancare, affinchè non si instauri un pensiero dominante capace di sopraffare tutti gli altri. In realtà il peggior nemico della democrazia, ancora più subdolo, non è quello che ci impedisce di esprimere il nostro pensiero, ma lo lascia cadere nel vuoto, Simona Lo Iacono? Non mi suona nuovo questo nome.

Spesso la libertà di pensiero, la giustizia, la democrazia, diventano termini privi di contenuto, di cui facciamo abuso, per infarcire i nostri discorsi di belle parole e di significati vacui. Il nostro pensiero, anche quando riteniamo di esprimerlo liberamente, in realtà è condizionato da fattori esterni, dal nostro stato d’animo del momento, dai sentimenti che ci trasmette la persona a cui è rivolto, dalla convenienza spicciola che più ci fa comodo, dai preconcetti, dai nostri limiti a capire le ragioni degli altri, dalla mancanza di coraggio. Ecco perchè è importante che determinati equilibri nelle sorti di un Paese non vengano mai a mancare, affinchè non si instauri un pensiero dominante capace di sopraffare tutti gli altri. In realtà il peggior nemico della democrazia, ancora più subdolo, non è quello che ci impedisce di esprimere il nostro pensiero, ma lo lascia cadere nel vuoto,

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Di: simona lo iacono http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/comment-page-2/#comment-69409 simona lo iacono Wed, 03 Jun 2009 11:27:07 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/#comment-69409 @Salvo: è molto bello quello che dici sugli "ISMI". Ti riporto uno stralcio interessante: - La Fiera Letteraria: Che cosa intende per libertà di pensiero? - Anna Maria Ortese: Mi sembra essere la facoltà di osservare le cose, misurarle e trarne un giudizio senza tener conto di precedenti e anche aurorevoli giudizi che possano pensare siu di esse, ma solo badando che il nostro giudizio coincida con una verità di fatto: Non nostra, non personale, e priva perciò di ogni servitù a interssi o passioni personali, o di parte. - La Fiera Letteraria: Ritiene che tutti i pensieri debbano essere espressi senza che chi li esprime corra rischi di sorta? - Anna Maria Ortese: Tutti i pensieri concernenti una verità o la ricerca di una verità, dovrebbero essere espressi senza rischio. Ma bisogna tener conto della effettiva maturità di un paese. - La Fiera Letteraria: Sarebbe disposta a battersi per difendere la libertà di pensiero degli altri? - Anna Maria Ortese: Distinguere un pensiero libero da un pensiero asservito, è molto difficile quando i pensieri si siano organizzati in parti. Riconoscerei perciò un pensiero libero dalla sua solitudine, e dall'essere ugualmente osteggiato da parti tra loro contrarie. Lo aiuterei, se possibile. Ma ritengo che il meglio sia aiutare tutti i pensieri di una comunità o una nazione, a tornare liberi. A considerare legittimi, quindi, non solo i propri giudizi, e le loro ragioni, ma pure i giudizi e le ragioni degli altri, quando anche si oppongono ai nostri. --- [Anna Maria Ortese, Dibattito: Che cos'è la libertà di pensiero, La Fiera Letteraria, aprile 1973] @Salvo: è molto bello quello che dici sugli “ISMI”.
Ti riporto uno stralcio interessante:
- La Fiera Letteraria: Che cosa intende per libertà di pensiero?
- Anna Maria Ortese: Mi sembra essere la facoltà di osservare le cose, misurarle e trarne un giudizio senza tener conto di precedenti e anche aurorevoli giudizi che possano pensare siu di esse, ma solo badando che il nostro giudizio coincida con una verità di fatto: Non nostra, non personale, e priva perciò di ogni servitù a interssi o passioni personali, o di parte.
- La Fiera Letteraria: Ritiene che tutti i pensieri debbano essere espressi senza che chi li esprime corra rischi di sorta?
- Anna Maria Ortese: Tutti i pensieri concernenti una verità o la ricerca di una verità, dovrebbero essere espressi senza rischio. Ma bisogna tener conto della effettiva maturità di un paese.
- La Fiera Letteraria: Sarebbe disposta a battersi per difendere la libertà di pensiero degli altri?
- Anna Maria Ortese: Distinguere un pensiero libero da un pensiero asservito, è molto difficile quando i pensieri si siano organizzati in parti. Riconoscerei perciò un pensiero libero dalla sua solitudine, e dall’essere ugualmente osteggiato da parti tra loro contrarie. Lo aiuterei, se possibile. Ma ritengo che il meglio sia aiutare tutti i pensieri di una comunità o una nazione, a tornare liberi. A considerare legittimi, quindi, non solo i propri giudizi, e le loro ragioni, ma pure i giudizi e le ragioni degli altri, quando anche si oppongono ai nostri.

[Anna Maria Ortese, Dibattito: Che cos'è la libertà di pensiero, La Fiera Letteraria, aprile 1973]

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Di: Carlo S. http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/comment-page-2/#comment-69407 Carlo S. Wed, 03 Jun 2009 11:21:45 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/#comment-69407 E ringrazio Salvo per i 500 Euro che mi farà avere da Roberta. Alla quale va comunque (nonostante la breve diatriba) tutta la mia simpatia (specie se mi farà avere le "palanche" che a questo punto mi deve: son genovese io). :-) E ringrazio Salvo per i 500 Euro che mi farà avere da Roberta. Alla quale va comunque (nonostante la breve diatriba) tutta la mia simpatia (specie se mi farà avere le “palanche” che a questo punto mi deve: son genovese io). :-)

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Di: Carlo S. http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/comment-page-2/#comment-69406 Carlo S. Wed, 03 Jun 2009 11:17:57 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/#comment-69406 Trovo molto "alte" le parole della Ortese, postate non so da chi, ma lo/la ringrazio, e necessiterebbero di profonda riflessione (basti la frase "Io non chiedo mai se un’azione mi sara’ utile o meno, e quanto ne ricevero’ in compenso. Si vive una volta sola." E ringrazio poi Ranata per ciò che riporta anche lei e per come conclude, con le parole della stessa Ortese ("No, il nazismo è oggi un altro ed è universale e, in qualche modo, perché universale, invisibile") e con le sue " È il vecchio e nuovo conformismo", che condivido in pieno. Trovo molto “alte” le parole della Ortese, postate non so da chi, ma lo/la ringrazio, e necessiterebbero di profonda riflessione (basti la frase “Io non chiedo mai se un’azione mi sara’ utile o meno, e quanto ne ricevero’ in compenso. Si vive una volta sola.”
E ringrazio poi Ranata per ciò che riporta anche lei e per come conclude, con le parole della stessa Ortese (“No, il nazismo è oggi un altro ed è universale e, in qualche modo, perché universale, invisibile”) e con le sue ” È il vecchio e nuovo conformismo”, che condivido in pieno.

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Di: Salvo zappulla http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/comment-page-2/#comment-69405 Salvo zappulla Wed, 03 Jun 2009 11:09:11 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/#comment-69405 @Robertina. A volte sei troppo impulsiva. Ti lasci sopraffare dai sentimenti a discapito del raziocinio. Però va bene anche così, sei genuina e autentica. Hai fatto scomodare la Ortese in persona dall'aldilà per risponderti. Mica poco! Gli uomini quando si aggregano in nome degli "ismo" diventano pericolosissimi: il fascismo, il comunismo il nazismo, il cazzismo, il berlusconismo e qualsiasi genere di estremISMO. Quando sanno di poter agire impuniti, di avere diritto di vita e di morte sugli altri, diventato lupi assetati di sangue. Ogni cosa va inquadrata nel proprio contesto storico e analizzata con serenità. Priebke in quel momento era un lupo che aveva perso il branco, un lupo sdentato, vecchio e morente. Un minimo di pietà si può concedere anche al più malvagio degli uomini in prossimità della morte. Robertina devi 500 euro a Carlo e leggere tutti i romanzi della Ortese per farti perdonare. @Robertina.
A volte sei troppo impulsiva. Ti lasci sopraffare dai sentimenti a discapito del raziocinio. Però va bene anche così, sei genuina e autentica. Hai fatto scomodare la Ortese in persona dall’aldilà per risponderti. Mica poco! Gli uomini quando si aggregano in nome degli “ismo” diventano pericolosissimi: il fascismo, il comunismo il nazismo, il cazzismo, il berlusconismo e qualsiasi genere di estremISMO. Quando sanno di poter agire impuniti, di avere diritto di vita e di morte sugli altri, diventato lupi assetati di sangue. Ogni cosa va inquadrata nel proprio contesto storico e analizzata con serenità. Priebke in quel momento era un lupo che aveva perso il branco, un lupo sdentato, vecchio e morente. Un minimo di pietà si può concedere anche al più malvagio degli uomini in prossimità della morte.
Robertina devi 500 euro a Carlo e leggere tutti i romanzi della Ortese per farti perdonare.

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Di: renata http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/comment-page-2/#comment-69403 renata Wed, 03 Jun 2009 09:46:20 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/#comment-69403 Cara Roberta, la polemica del rapporto tra la Ortese e Priebke va inquadrata esattamente. Proprio l'anziana età della Ortese fa luce sull'episodio in cui Antonio Tabucchi volle vedere un'adesione ai valori del nazismo, ma che non era che uno degli atti più alti che un intellettuale (giunto alla maturità e all'assenza di giudizio per l'uomo) possa tributare alla pietà umana in assoluta libertà, senza temere i (prevedibili) attacchi e le (ancor più prevedibili) polemiche. Per la sola commozione di dire che il male - anche il più atroce ed estremo - può trovare redenzione. E che la solitudine è già un contrappasso. Come tutti sappiamo la polemica che ne nacque fu forte e odiosa. Tabucchi ritenne "oltraggioso e deplorevole" l’intervento della Ortese, altri se la presero con "l’intenerita coetanea del nazista". Ma lei non si scompose e reagì con coraggio scrivendo un pezzo significativamente intitolato "Quest’Italia che mi è straniera": "La terra sta diventando una fossa atroce per i deboli e quell’uomo è vecchio e solo e abbiamo torto ad identificare questa idea con il vecchio nazismo. No, il nazismo è oggi un altro ed è universale e, in qualche modo, perché universale, invisibile". È il vecchio e nuovo conformismo. Cara Roberta,
la polemica del rapporto tra la Ortese e Priebke va inquadrata esattamente.
Proprio l’anziana età della Ortese fa luce sull’episodio in cui Antonio Tabucchi volle vedere un’adesione ai valori del nazismo, ma che non era che uno degli atti più alti che un intellettuale (giunto alla maturità e all’assenza di giudizio per l’uomo) possa tributare alla pietà umana in assoluta libertà, senza temere i (prevedibili) attacchi e le (ancor più prevedibili) polemiche.
Per la sola commozione di dire che il male – anche il più atroce ed estremo – può trovare redenzione. E che la solitudine è già un contrappasso.
Come tutti sappiamo la polemica che ne nacque fu forte e odiosa. Tabucchi ritenne “oltraggioso e deplorevole” l’intervento della Ortese, altri se la presero con “l’intenerita coetanea del nazista”. Ma lei non si scompose e reagì con coraggio scrivendo un pezzo significativamente intitolato “Quest’Italia che mi è straniera”: “La terra sta diventando una fossa atroce per i deboli e quell’uomo è vecchio e solo e abbiamo torto ad identificare questa idea con il vecchio nazismo. No, il nazismo è oggi un altro ed è universale e, in qualche modo, perché universale, invisibile”. È il vecchio e nuovo conformismo.

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Di: Anna Maria Ortese http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/comment-page-2/#comment-69402 Anna Maria Ortese Wed, 03 Jun 2009 09:44:55 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/#comment-69402 Approfitto della riapertura, suppongo momentanea, della piccola polemica intorno alla mia lettera a "Il Giornale" (del 12 gennaio), per chiarire due punti. Primo: il titolo della lettera, che ha dato avvio alla polemica, non e' mio, ma del quotidiano che ha pubblicato la lettera. Io avevo scritto semplicemente: Il lupo nella neve. La pieta' non c'entrava affatto. Del resto, mai mi sarei permessa di invocare questo sentimento in una questione che consideravo giuridica, e dove l'imputato mostrava il coraggio che si conviene (questa la dignita' a cui accennavo) a chi ha sbagliato gravemente. La pieta' (e la condividevo con Joyce, ma e' conosciuto in Italia?) era dovuta semmai alla considerazione dei tempi atroci, a cui non tutti gli uomini, nemmeno oggi, sanno opporre resistenza critica e risoluzioni che si stacchino dalla media del loro paese. (Qualche tedesco, tuttavia, ha pagato con la mannaia). Il tempo scorre, e, alla fine, societa' e intere generazioni si trovano ribaltate, esposte a situazioni nettamente invernali, amare, di separazione dal proprio mondo. Prendevo in considerazione - ecco il secondo punto - solo questo momento, in cui l'uomo civile deve, assolutamente deve, essere vicino al perdente, ridargli speranza. Se questa e' metafisica, o morale da streghe, o comunque sentimento che non si addice alle donne, non so. Io non chiedo mai se un'azione mi sara' utile o meno, e quanto ne ricevero' in compenso. Si vive una volta sola. E il profitto ognuno e' libero di cercarlo dove piu' gli e' naturale, in terra, in cielo, o anche in mare. Per significare: nel rischio, nella perdita, dove e' posta tutta la impopolare dignita' di alcuni scrittori. ["Civiltà è ridare speranza ai predenti" - Corriere della Sera - 22 gennaio 1997] Approfitto della riapertura, suppongo momentanea, della piccola polemica intorno alla mia lettera a “Il Giornale” (del 12 gennaio), per chiarire due punti.
Primo: il titolo della lettera, che ha dato avvio alla polemica, non e’ mio, ma del quotidiano che ha pubblicato la lettera. Io avevo scritto semplicemente: Il lupo nella neve. La pieta’ non c’entrava affatto. Del resto, mai mi sarei permessa di invocare questo sentimento in una questione che consideravo giuridica, e dove l’imputato mostrava il coraggio che si conviene (questa la dignita’ a cui accennavo) a chi ha sbagliato gravemente. La pieta’ (e la condividevo con Joyce, ma e’ conosciuto in Italia?) era dovuta semmai alla considerazione dei tempi atroci, a cui non tutti gli uomini, nemmeno oggi, sanno opporre resistenza critica e risoluzioni che si stacchino dalla media del loro paese. (Qualche tedesco, tuttavia, ha pagato con la mannaia). Il tempo scorre, e, alla fine, societa’ e intere generazioni si trovano ribaltate, esposte a situazioni nettamente invernali, amare, di separazione dal proprio mondo. Prendevo in considerazione – ecco il secondo punto – solo questo momento, in cui l’uomo civile deve, assolutamente deve, essere vicino al perdente, ridargli speranza. Se questa e’ metafisica, o morale da streghe, o comunque sentimento che non si addice alle donne, non so. Io non chiedo mai se un’azione mi sara’ utile o meno, e quanto ne ricevero’ in compenso. Si vive una volta sola. E il profitto ognuno e’ libero di cercarlo dove piu’ gli e’ naturale, in terra, in cielo, o anche in mare. Per significare: nel rischio, nella perdita, dove e’ posta tutta la impopolare dignita’ di alcuni scrittori.
["Civiltà è ridare speranza ai predenti" - Corriere della Sera - 22 gennaio 1997]

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Di: Il cardillo addolorato - Italica Rai http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/comment-page-2/#comment-69401 Il cardillo addolorato - Italica Rai Wed, 03 Jun 2009 09:42:35 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/#comment-69401 Il cardillo addolorato ************ Romanzo organizzato in cinquanta capitoli divisi in sette parti, “Il cardillo addolorato” è il pannello centrale del trittico del fantastico, delle “bestie – angelo”, che include “L’iguana” e “Alonso e i visionari”. Favola metafisica d’ambientazione vagamente storica (siamo in una Napoli di fine Settecento), l’opera è animata da una pluralità di voci e di personaggi le cui vicende si svolgono in una dimensione onirica tale da fondere i momenti reali e quelli sognati. I punti di vista del racconto sono molteplici e si sovrappongono in una struttura narrativa complessa che poggia su una lingua letteraria elegante, appena connotata d’elementi dialettali. Un gruppo di viaggiatori “di genere fantastico, viaggiatori nelle nuvole” giunge da Liegi nella città partenopea, “la città dal golfo fatato”: il principe Ingmar Neville, uomo dal carattere duro e malinconico, principale protagonista della storia; lo scultore Albert Duprè; il commerciante Alphonse Nidier. I tre stranieri sono ospiti del guantaio di Santa Lucia, don Mariano Civile, la cui famiglia ha una storia misteriosa. La figlia Elmina nasconde un segreto legato al ricordo di un uccellino morto a causa sua. Il cardillo Dodò era la passione di Floridia, sorella di Elminia che, da bambina, per farle dispetto, l’aveva lasciato morire. Per il dolore, la piccola Floridia morì ed Elminia diventò fredda e ruvida “come una pietra”. La giovane risveglia nel principe sentimenti contrastanti: egli è consapevole che la sua bellezza cela “un mistero non buono” e tenta di opporsi al matrimonio della ragazza col suo giovane amico scultore che se ne è subito invaghito. Gli sforzi di Neville saranno vani e i due giovani sposi convoleranno a nozze senza amore. Il contegno di Elminia sarà sempre più strano, come “una giovane capra” la donna non fingerà nemmeno di amare il marito. Taciturna e cupa, ossessionata dalla presenza – assenza del cardillo, entità fantastica che diventa “padrone malinconico” delle vite dei personaggi, la donna causerà anche la morte del figlio Alì Babà per “l’orrore di ombre” che infligge al piccolo. Dopo molti anni, il principe di Neville farà ritorno a Napoli dove troverà Elminia vedova, provata dalla solitudine e dall’indigenza, che si aggira tra i vicoli di Napoli “luogo di pena” insieme alla figlia Sasà e ad un piccolo deforme, muto e cieco, su cui riversa un amore insensato. http://www.italica.rai.it/argomenti/grandi_narratori_900/ortese/cardilloaddolorato.htm Il cardillo addolorato
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Romanzo organizzato in cinquanta capitoli divisi in sette parti, “Il cardillo addolorato” è il pannello centrale del trittico del fantastico, delle “bestie – angelo”, che include “L’iguana” e “Alonso e i visionari”. Favola metafisica d’ambientazione vagamente storica (siamo in una Napoli di fine Settecento), l’opera è animata da una pluralità di voci e di personaggi le cui vicende si svolgono in una dimensione onirica tale da fondere i momenti reali e quelli sognati. I punti di vista del racconto sono molteplici e si sovrappongono in una struttura narrativa complessa che poggia su una lingua letteraria elegante, appena connotata d’elementi dialettali.
Un gruppo di viaggiatori “di genere fantastico, viaggiatori nelle nuvole” giunge da Liegi nella città partenopea, “la città dal golfo fatato”: il principe Ingmar Neville, uomo dal carattere duro e malinconico, principale protagonista della storia; lo scultore Albert Duprè; il commerciante Alphonse Nidier. I tre stranieri sono ospiti del guantaio di Santa Lucia, don Mariano Civile, la cui famiglia ha una storia misteriosa. La figlia Elmina nasconde un segreto legato al ricordo di un uccellino morto a causa sua. Il cardillo Dodò era la passione di Floridia, sorella di Elminia che, da bambina, per farle dispetto, l’aveva lasciato morire. Per il dolore, la piccola Floridia morì ed Elminia diventò fredda e ruvida “come una pietra”. La giovane risveglia nel principe sentimenti contrastanti: egli è consapevole che la sua bellezza cela “un mistero non buono” e tenta di opporsi al matrimonio della ragazza col suo giovane amico scultore che se ne è subito invaghito. Gli sforzi di Neville saranno vani e i due giovani sposi convoleranno a nozze senza amore. Il contegno di Elminia sarà sempre più strano, come “una giovane capra” la donna non fingerà nemmeno di amare il marito. Taciturna e cupa, ossessionata dalla presenza – assenza del cardillo, entità fantastica che diventa “padrone malinconico” delle vite dei personaggi, la donna causerà anche la morte del figlio Alì Babà per “l’orrore di ombre” che infligge al piccolo. Dopo molti anni, il principe di Neville farà ritorno a Napoli dove troverà Elminia vedova, provata dalla solitudine e dall’indigenza, che si aggira tra i vicoli di Napoli “luogo di pena” insieme alla figlia Sasà e ad un piccolo deforme, muto e cieco, su cui riversa un amore insensato.
http://www.italica.rai.it/argomenti/grandi_narratori_900/ortese/cardilloaddolorato.htm

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Di: Luisa http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/comment-page-2/#comment-69400 Luisa Wed, 03 Jun 2009 09:41:18 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/#comment-69400 post bellissimo. Complimenti. LA Ortese e la Bachmann sono due grandi scrittrici post bellissimo. Complimenti. LA Ortese e la Bachmann sono due grandi scrittrici

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Di: simona lo iacono http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/comment-page-2/#comment-69396 simona lo iacono Wed, 03 Jun 2009 08:58:12 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/#comment-69396 @ Mela Mondi che dice (giustamente) che la cosa più difficile da definire è l'umiltà, vorrei proporre la definizione di Santa Teresa di Lisieux, dottore della chiesa. Per Teresina l'umiltà è, sì “convinzione del proprio nulla”, ma anche abbandono fiducioso nelle mani del Padre. La fiducia nell’Altro prende il sopravvento su quella disistima che porta alla pusillanimità e non all’umiltà cristiana. Il vero modo di umiliarsi sta nel “sopportare con dolcezza le nostre imperfezioni”, rimanendo nella pace, perché amati da Dio. E' bello ricordare - in assoluta aderenza al cardillo di Anna Maria Ortese - che il simbolo con il quale Teresa descrive il suo concetto d’umiltà è “l’uccellino” che, pur consapevole della propria debolezza, ardisce confrontarsi con le “aquile”, perché ha, con loro, la medesima meta: il sole = Dio (MA 261-264). Amare Dio con umiltà è lasciarci amare da Lui, così come siamo, con le nostre debolezze e miserie. “Quello che piace a Dio è di vedermi amare la mia piccolezza e la mia povertà, è la SPERANZA cieca che ho nella sua misericordia. Ecco il mio solo tesoro”. @ Mela Mondi che dice (giustamente) che la cosa più difficile da definire è l’umiltà, vorrei proporre la definizione di Santa Teresa di Lisieux, dottore della chiesa.
Per Teresina l’umiltà è, sì “convinzione del proprio nulla”, ma anche abbandono fiducioso nelle mani del Padre. La fiducia nell’Altro prende il sopravvento su quella disistima che porta alla pusillanimità e non all’umiltà cristiana. Il vero modo di umiliarsi sta nel “sopportare con dolcezza le nostre imperfezioni”, rimanendo nella pace, perché amati da Dio.

E’ bello ricordare – in assoluta aderenza al cardillo di Anna Maria Ortese – che il simbolo con il quale Teresa descrive il suo concetto d’umiltà è “l’uccellino” che, pur consapevole della propria debolezza, ardisce confrontarsi con le “aquile”, perché ha, con loro, la medesima meta: il sole = Dio (MA 261-264).

Amare Dio con umiltà è lasciarci amare da Lui, così come siamo, con le nostre debolezze e miserie. “Quello che piace a Dio è di vedermi amare la mia piccolezza e la mia povertà, è la SPERANZA cieca che ho nella sua misericordia. Ecco il mio solo tesoro”.

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Di: letizia di giacomo http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/comment-page-2/#comment-69395 letizia di giacomo Wed, 03 Jun 2009 08:44:35 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/#comment-69395 cara mela mondi, perché dici che il dolore dell'uomo è senza lacrime? io non sono molto d'accordo. non pensi che sia un po' un luogo comune? ci sono donne le cui lacrime sono state seccate dall'asprezza della vita, e uomini che sanno piangere senza vergognarsi. ma c'è vergogna nelle lacrime? ciao cara mela mondi, perché dici che il dolore dell’uomo è senza lacrime? io non sono molto d’accordo. non pensi che sia un po’ un luogo comune? ci sono donne le cui lacrime sono state seccate dall’asprezza della vita, e uomini che sanno piangere senza vergognarsi. ma c’è vergogna nelle lacrime? ciao

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Di: elisabetta http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/comment-page-2/#comment-69394 elisabetta Wed, 03 Jun 2009 08:40:10 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/02/strane-coppie-n-3-anna-maria-ortese-ingeborg-bachman/#comment-69394 Credo alla scrittura di alcune donne come a una forma di approfondimento istintivo e naturale della realtà. Non è l'unico modo, ma sicuramente a me è congeniale. Cerco questo nei libri. Una storia ma anche uno spaccato sociale, psicologico, esistenziale. Non amo la letteratura di intrattenimento, che per questioni numeriche, credo, è soprattutto condotta (a volte magistralmente) dagli scrittori maschi. Ma questo è generalizzare. Quanto alla modestia e all'umiltà non sempre è un dono dei grandi. Ne abbiamo avuti di presuntuosi che hanno segnato la storia della letteratura, senza nulla togliere, con il loro pessimo modo di essere persone, alla grandezza delle loro pagine. meglio sarebbe leggere e non domandarsi chi ha scritto. questa è la scusa per madarti un saluto caro Massimo! un abbraccio Elisabetta Credo alla scrittura di alcune donne come a una forma di approfondimento istintivo e naturale della realtà. Non è l’unico modo, ma sicuramente a me è congeniale. Cerco questo nei libri. Una storia ma anche uno spaccato sociale, psicologico, esistenziale. Non amo la letteratura di intrattenimento, che per questioni numeriche, credo, è soprattutto condotta (a volte magistralmente) dagli scrittori maschi. Ma questo è generalizzare. Quanto alla modestia e all’umiltà non sempre è un dono dei grandi. Ne abbiamo avuti di presuntuosi che hanno segnato la storia della letteratura, senza nulla togliere, con il loro pessimo modo di essere persone, alla grandezza delle loro pagine. meglio sarebbe leggere e non domandarsi chi ha scritto.
questa è la scusa per madarti un saluto caro Massimo!
un abbraccio
Elisabetta

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