Commenti a: POZZOROMOLO E MERIDIANO ZERO. Incontro con Marco Vicentini e L.R. Carrino http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/11/02/pozzoromolo/ Un open-blog. un luogo d\'incontro virtuale tra scrittori, lettori, librai, critici, giornalisti e operatori culturali Sat, 11 Sep 2021 08:46:19 +0000 http://wordpress.org/?v=2.9.2 hourly 1 Di: giorgia http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/11/02/pozzoromolo/comment-page-5/#comment-80880 giorgia Mon, 09 Nov 2009 17:37:32 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1287#comment-80880 @rossella scusa se mi permetto ma vorrei fare una piccola precisazione. van gogh si uccise a 37 anni, in quel caso l'amore non è bastato. forse avrebbe preferito essere meno artista e un po' più felice. picasso non aveva alcun problema di malattia mentale. semmai, era talmente str.... da far diventare pazzi gli altri. grande artista, ma molto meno grande uomo. anche per quanto riguarda modigliani, parlerei più di una "sregolatezza" indotta da uno stile di vita (peraltro abbastanza di moda in quegli anni) che di una vera e propria patologia. la "ragionevolezza dell'amore" può bastare a sorreggere il genio, là dove c'è, ma non credo putroppo che basti a sconfiggere la malattia e il dolore che da essa deriva. questo mi sembra doveroso verso quelle persone che nonostante tutto il loro amore non sono riuscite e non riescono in tale impresa. un saluto @rossella
scusa se mi permetto ma vorrei fare una piccola precisazione.
van gogh si uccise a 37 anni, in quel caso l’amore non è bastato. forse avrebbe preferito essere meno artista e un po’ più felice.

picasso non aveva alcun problema di malattia mentale. semmai, era talmente str…. da far diventare pazzi gli altri. grande artista, ma molto meno grande uomo.
anche per quanto riguarda modigliani, parlerei più di una “sregolatezza” indotta da uno stile di vita (peraltro abbastanza di moda in quegli anni) che di una vera e propria patologia.

la “ragionevolezza dell’amore” può bastare a sorreggere il genio, là dove c’è, ma non credo putroppo che basti a sconfiggere la malattia e il dolore che da essa deriva. questo mi sembra doveroso verso quelle persone che nonostante tutto il loro amore non sono riuscite e non riescono in tale impresa.

un saluto

]]>
Di: quasiscrive http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/11/02/pozzoromolo/comment-page-5/#comment-80852 quasiscrive Mon, 09 Nov 2009 13:07:56 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1287#comment-80852 Meridiano zero mi piace, ho letto alcune cose edite da loro; anche se da queste parti ne arrivano poche cose. @M.M.: CoMpresenze! Meridiano zero mi piace, ho letto alcune cose edite da loro; anche se da queste parti ne arrivano poche cose.

@M.M.: CoMpresenze!

]]>
Di: Alberto http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/11/02/pozzoromolo/comment-page-4/#comment-80851 Alberto Mon, 09 Nov 2009 12:47:58 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1287#comment-80851 Il pazzo ha ucciso l'artista. Frase forte ma condivisibile. E' vero Rossella ,in alcuni casi avviene. Il pazzo ha ucciso l’artista. Frase forte ma condivisibile. E’ vero Rossella ,in alcuni casi avviene.

]]>
Di: Rossella http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/11/02/pozzoromolo/comment-page-4/#comment-80848 Rossella Mon, 09 Nov 2009 12:10:37 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1287#comment-80848 DEDICATO A VINCENT, PABLO, AMEDEO, JACKSON E A TUTTI QUELLI CHE HANNO PERMESSO DI FARLI DIVENTARE VAN GOH, MODIGLIANI, PICASSO, POLLOCK, ETC. Scrivere di follia non mi è possibile, non ho studiato psichiatria né conosco i metodi di questa scienza che indaga ed agisce sui meccanismi della psiche. So solo che questo campo prevede ali di farfalla ed una conoscenza che non può permettersi di muoversi come un elefante in un negozio di porcellane, il terreno è estremamente delicato, controverso, richiede tempo, pazienza, studio specifico, non si gioca né si fanno esperimenti con le problematiche psicologiche, gli “addetti ai lavori” sanno come applicare metodi terapeutici. (Grazie alla psicoanalisi, se non altro poiché ha separato i campi e non ha aumentato l’ulteriore confusione riguardo l’anima e le sue esperienze. Ha sottolineato, in primo luogo, quanto sia importante la giusta canalizzazione della libido, distinguendo quindi con lucidità le esperienze mistiche religiose dall’eccesso di componenti erotiche, utili in altri settori.) A grandi linee l’atteggiamento degli psicoanalisti mi piace molto in quanto è scevro di giudizi moraleggianti. A maggior ragione sui modi di manifestarsi degli individui. Saltino sui pittori. Se vi parlo delle bizzarrie di alcuni pittori famosi penserete che appartengono alla categoria dei malati di mente? Oppure penserete che ad un artista tutto è permesso per via di quel “genio e sregolatezza” che permette loro di oltrepassare ordini precostituiti? Dipende anche dal sostegno ricevuto. Permettetemi di scrivere che accanto ai grandi pittori di cui farò breve accenno, ci sono state grandi donne o persone forti ed importanti che, tacitamente, hanno permesso alla loro creatività di esprimersi, nonostante questi artisti fossero spesso “fuori di testa”. Ricordiamoci che Modigliani fu sorretto prima da sua madre e poi dalla sua compagna (suicida per amore), Picasso sposò ben sette donne che non furono solo le sue muse ispiratrici, Van Gogh ebbe un fratello amorevole che leggeva le sue lettere e gli inviava i soldi per acquistare i colori, Pollock fu amato da una donna che rinunciò a dipingere pur di sostenerlo psicologicamente con una vita equilibrata e che lui amò a suo modo; Paul Klee fu mantenuto per molti anni da una moglie più grande che, dando lezioni di piano, gli permise la carriera di pittore e che egli amò con riconoscenza e devozione. Per concludere il genio si esprime a modo suo e questo ci sta bene, ma la “ragionevolezza dell’amore” non solo nei confronti degli artisti ma dell’arte in generale, ha permesso loro di sopravvivere a sé stessi. Laddove questo aiuto non è intervenuto o non è stato presente a causa del soggetto difficile, o non è stato sufficiente, o ancora non è stato adeguato nel metodo, il pazzo ha ucciso l’artista. Ciao. DEDICATO A VINCENT, PABLO, AMEDEO, JACKSON E A TUTTI QUELLI CHE HANNO PERMESSO DI FARLI DIVENTARE VAN GOH, MODIGLIANI, PICASSO, POLLOCK, ETC.

Scrivere di follia non mi è possibile, non ho studiato psichiatria né conosco i metodi di questa scienza che indaga ed agisce sui meccanismi della psiche. So solo che questo campo prevede ali di farfalla ed una conoscenza che non può permettersi di muoversi come un elefante in un negozio di porcellane, il terreno è estremamente delicato, controverso, richiede tempo, pazienza, studio specifico, non si gioca né si fanno esperimenti con le problematiche psicologiche, gli “addetti ai lavori” sanno come applicare metodi terapeutici.
(Grazie alla psicoanalisi, se non altro poiché ha separato i campi e non ha aumentato l’ulteriore confusione riguardo l’anima e le sue esperienze. Ha sottolineato, in primo luogo, quanto sia importante la giusta canalizzazione della libido, distinguendo quindi con lucidità le esperienze mistiche religiose dall’eccesso di componenti erotiche, utili in altri settori.)
A grandi linee l’atteggiamento degli psicoanalisti mi piace molto in quanto è scevro di giudizi moraleggianti. A maggior ragione sui modi di manifestarsi degli individui.
Saltino sui pittori.
Se vi parlo delle bizzarrie di alcuni pittori famosi penserete che appartengono alla categoria dei malati di mente? Oppure penserete che ad un artista tutto è permesso per via di quel “genio e sregolatezza” che permette loro di oltrepassare ordini precostituiti?
Dipende anche dal sostegno ricevuto.
Permettetemi di scrivere che accanto ai grandi pittori di cui farò breve accenno, ci sono state grandi donne o persone forti ed importanti che, tacitamente, hanno permesso alla loro creatività di esprimersi, nonostante questi artisti fossero spesso “fuori di testa”.
Ricordiamoci che Modigliani fu sorretto prima da sua madre e poi dalla sua compagna (suicida per amore), Picasso sposò ben sette donne che non furono solo le sue muse ispiratrici, Van Gogh ebbe un fratello amorevole che leggeva le sue lettere e gli inviava i soldi per acquistare i colori, Pollock fu amato da una donna che rinunciò a dipingere pur di sostenerlo psicologicamente con una vita equilibrata e che lui amò a suo modo; Paul Klee fu mantenuto per molti anni da una moglie più grande che, dando lezioni di piano, gli permise la carriera di pittore e che egli amò con riconoscenza e devozione.
Per concludere il genio si esprime a modo suo e questo ci sta bene, ma la “ragionevolezza dell’amore” non solo nei confronti degli artisti ma dell’arte in generale, ha permesso loro di sopravvivere a sé stessi. Laddove questo aiuto non è intervenuto o non è stato presente a causa del soggetto difficile, o non è stato sufficiente, o ancora non è stato adeguato nel metodo, il pazzo ha ucciso l’artista.
Ciao.

]]>
Di: anna http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/11/02/pozzoromolo/comment-page-4/#comment-80845 anna Mon, 09 Nov 2009 11:31:46 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1287#comment-80845 belle le pagine di Carrino. bella anche la trasmissione radio. belle le pagine di Carrino. bella anche la trasmissione radio.

]]>
Di: Alberto http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/11/02/pozzoromolo/comment-page-4/#comment-80839 Alberto Mon, 09 Nov 2009 09:40:57 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1287#comment-80839 Auguri a Carrino ed a Vicentini. Complimenti per la bella e stimolante discussione. Ho letto tutti i commenti, traendone spunti di riflessione. p.s correggo un refuso apparso nel precedente post dericante = derivante Auguri a Carrino ed a Vicentini. Complimenti per la bella e stimolante discussione. Ho letto tutti i commenti, traendone spunti di riflessione.
p.s correggo un refuso apparso nel precedente post
dericante = derivante

]]>
Di: Alberto http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/11/02/pozzoromolo/comment-page-4/#comment-80837 Alberto Mon, 09 Nov 2009 09:38:53 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1287#comment-80837 Credo che l'esigenza di rappresentare il dolore sia insito in quello di fare letteratura, per il semplice fatto che il dolore è una delle più importanti dimensioni dell'essere umano. Non solo il dolore dericante dal disagio psichico, ma ogni tipo di dolore. Credo che l’esigenza di rappresentare il dolore sia insito in quello di fare letteratura, per il semplice fatto che il dolore è una delle più importanti dimensioni dell’essere umano. Non solo il dolore dericante dal disagio psichico, ma ogni tipo di dolore.

]]>
Di: giorgia lepore http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/11/02/pozzoromolo/comment-page-4/#comment-80795 giorgia lepore Sun, 08 Nov 2009 21:10:05 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1287#comment-80795 @luigi figurati.... :-) poi magari un giorno ci conosciamo davvero, mi piacerebbe. se viene dalle mie parti a presentare il libro (puglia) fammi sapere. ho letto il brano pubblicato sopra. sulla storia non posso esprimere un parere, perchè non l'ho letta (ma cercherò di farlo quanto prima), però la scrittura mi piace molto. quanto al problema dell'"estetica del dolore", è vero, a volte è un'arma a doppio taglio. Però bisognerebbe sapere fino in fondo le ragioni dell'autore, come e perchè ha scritto. Magari a volte quella che sembra "estetica" all esterno (per chi legge) non lo è all'interno (per chi scrive). Forse spostare l'attenzione sul piano estetico, la deresponzabilizzazione di cui parlava zauberei è più facile per i primi che per i secondi. Forse a volte non è possibile comunicare davvero, fino in fondo. @luigi
figurati…. :-)
poi magari un giorno ci conosciamo davvero, mi piacerebbe. se viene dalle mie parti a presentare il libro (puglia) fammi sapere.
ho letto il brano pubblicato sopra. sulla storia non posso esprimere un parere, perchè non l’ho letta (ma cercherò di farlo quanto prima), però la scrittura mi piace molto.
quanto al problema dell’”estetica del dolore”, è vero, a volte è un’arma a doppio taglio. Però bisognerebbe sapere fino in fondo le ragioni dell’autore, come e perchè ha scritto. Magari a volte quella che sembra “estetica” all esterno (per chi legge) non lo è all’interno (per chi scrive). Forse spostare l’attenzione sul piano estetico, la deresponzabilizzazione di cui parlava zauberei è più facile per i primi che per i secondi.
Forse a volte non è possibile comunicare davvero, fino in fondo.

]]>
Di: L.R. Carrino http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/11/02/pozzoromolo/comment-page-4/#comment-80787 L.R. Carrino Sun, 08 Nov 2009 19:30:03 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1287#comment-80787 Gentile Zauberei, i dubbi tuoi sono più che leciti. "il dramma è altro", tu dici. Li condivido i tuoi dubbi, sai? Questo romanzo, vent'anni qasi di gestazione, rifugge da tutta un'estica (come la chiami tu) del dolore. Questo libro non ammicca ma esistere. Non narra ma dice. Questo è il massimo che ho potuto fare. Per me, in primis. E per qelli che lo leggeranno. Saluti. Gentile Zauberei,
i dubbi tuoi sono più che leciti. “il dramma è altro”, tu dici. Li condivido i tuoi dubbi, sai? Questo romanzo, vent’anni qasi di gestazione, rifugge da tutta un’estica (come la chiami tu) del dolore.
Questo libro non ammicca ma esistere. Non narra ma dice. Questo è il massimo che ho potuto fare. Per me, in primis. E per qelli che lo leggeranno.
Saluti.

]]>
Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/11/02/pozzoromolo/comment-page-4/#comment-80784 Massimo Maugeri Sun, 08 Nov 2009 18:45:18 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1287#comment-80784 Grazie anche a te, Zaub... leggi il libro di Luigi, se puoi. (Luigi, Zauberei - tra le altre cose - è anche psicologa). Grazie anche a te, Zaub… leggi il libro di Luigi, se puoi.
(Luigi, Zauberei – tra le altre cose – è anche psicologa).

]]>
Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/11/02/pozzoromolo/comment-page-4/#comment-80783 Massimo Maugeri Sun, 08 Nov 2009 18:34:13 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1287#comment-80783 Un ulteriore saluto a Lugi Carrino e a Elisabetta Bucciarelli (che sarà presto di nuovo "protagonista" - qui a Letteratitudine - con il suo nuovo romanzo). Un ulteriore saluto a Lugi Carrino e a Elisabetta Bucciarelli (che sarà presto di nuovo “protagonista” – qui a Letteratitudine – con il suo nuovo romanzo).

]]>
Di: zauberei http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/11/02/pozzoromolo/comment-page-4/#comment-80782 zauberei Sun, 08 Nov 2009 18:33:17 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1287#comment-80782 Moltissimi interventi! E non ce laccio a leggerli tutti:( Magari ci ritorno - spero intanto di non dire cose già dette. Vado per punti che mi affiorano. 1. il libro mi sembra interessante, come esperienza narrativa. Il disagio mentale è un vertice narrativo e filosofico vertiginoso, per le cose che ci permette di vedere. Ho solo sempre questo problema: che nove volte su dieci, chi sale su questo vertice porta ilo suo sguardo dal centro, e ce lo mette sopra, reinventa cioè una follia con la sintassi della non follia, con la parola della centralità. Un po' come quando si parla di abusi sessuali sui minori nei film, e la vittima di incesto dice: oh quel brutto orco che mostro quanto lo odio! Malidetto! E se ne va incazzatissima et emancipata. La linearità desiderata, la coerenza promessa e mantenuta. Ma le vittime di incesto hanno tutt un altro modo di ritrarre la questione e spesso non hanno orchi a cui riferire alcunchè, l'attrito con il reale è una pena ai loro occhi, completamente scollegata. Invece nelle narrazioni c'è sempre questa conseguenzialità, così come nel ritratto del disagio mentale c'è la consapevolezza costante, e letteraria ed estetica, di un dolore. Mentre il dramma è altro. Non lo so, io credo che la narrazione dell'esperienza mentale sia una sfida davvero terribile quanto utile da affrontare, ma che dovrebbe essere prima affrontata su un piano del sentimento e liberandosi dal sogno di poterla narrare con le proprie parole. 2. Sulla percezione del disagio mentale. Secondo me ci sono piani diversi e contesti sociali diversi. Ci sono i luoghi dove la "sbornia foucoult "non è arrivata, e sarebbe da prescrivere "Storia della Follia nell'età classica" alle scuole medie a tutti. Poi ci sono zone di umbriachi di Foucoult, ai quali urge una disintossicazione. Quanto è estetica questa rappresentazione del pazzo come eversivo, quanto è in un certo senso deresponsabilizzante. Quanto è graziosa quella faccenda dei medici cattivacci che cristallizzano il potere sul corpo. Tanto che ce frega a noi? Mica che è un problema nostro! Quello che voglio dire, è che la ritrattistica estetica della malattia è sempre un'arma a doppio taglio - da una parte sensibilizza - dall'altra, paradossalmente, deresponsabilizza. 3. Naturalmente tanti auguri all'autore - l'importante è che abbia cercato di lavorare con onestà. Moltissimi interventi! E non ce laccio a leggerli tutti:(
Magari ci ritorno – spero intanto di non dire cose già dette.
Vado per punti che mi affiorano.
1. il libro mi sembra interessante, come esperienza narrativa. Il disagio mentale è un vertice narrativo e filosofico vertiginoso, per le cose che ci permette di vedere. Ho solo sempre questo problema: che nove volte su dieci, chi sale su questo vertice porta ilo suo sguardo dal centro, e ce lo mette sopra, reinventa cioè una follia con la sintassi della non follia, con la parola della centralità. Un po’ come quando si parla di abusi sessuali sui minori nei film, e la vittima di incesto dice: oh quel brutto orco che mostro quanto lo odio! Malidetto! E se ne va incazzatissima et emancipata. La linearità desiderata, la coerenza promessa e mantenuta. Ma le vittime di incesto hanno tutt un altro modo di ritrarre la questione e spesso non hanno orchi a cui riferire alcunchè, l’attrito con il reale è una pena ai loro occhi, completamente scollegata. Invece nelle narrazioni c’è sempre questa conseguenzialità, così come nel ritratto del disagio mentale c’è la consapevolezza costante, e letteraria ed estetica, di un dolore. Mentre il dramma è altro. Non lo so, io credo che la narrazione dell’esperienza mentale sia una sfida davvero terribile quanto utile da affrontare, ma che dovrebbe essere prima affrontata su un piano del sentimento e liberandosi dal sogno di poterla narrare con le proprie parole.
2. Sulla percezione del disagio mentale. Secondo me ci sono piani diversi e contesti sociali diversi. Ci sono i luoghi dove la “sbornia foucoult “non è arrivata, e sarebbe da prescrivere “Storia della Follia nell’età classica” alle scuole medie a tutti. Poi ci sono zone di umbriachi di Foucoult, ai quali urge una disintossicazione. Quanto è estetica questa rappresentazione del pazzo come eversivo, quanto è in un certo senso deresponsabilizzante. Quanto è graziosa quella faccenda dei medici cattivacci che cristallizzano il potere sul corpo. Tanto che ce frega a noi? Mica che è un problema nostro! Quello che voglio dire, è che la ritrattistica estetica della malattia è sempre un’arma a doppio taglio – da una parte sensibilizza – dall’altra, paradossalmente, deresponsabilizza.
3. Naturalmente tanti auguri all’autore – l’importante è che abbia cercato di lavorare con onestà.

]]>
Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/11/02/pozzoromolo/comment-page-4/#comment-80781 Massimo Maugeri Sun, 08 Nov 2009 18:33:12 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1287#comment-80781 @ Barbara Grazie a te, Barbara. Torna presto... e che tu possa sentirti sempre a casa intervenendo qui:-) @ Barbara
Grazie a te, Barbara. Torna presto… e che tu possa sentirti sempre a casa intervenendo qui:-)

]]>
Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/11/02/pozzoromolo/comment-page-4/#comment-80780 Massimo Maugeri Sun, 08 Nov 2009 18:32:11 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1287#comment-80780 Grazie anche qui per i nuovi commenti (ad Ausilio, Evento, Antonio, Mavie, Mari, Rossella) Grazie anche qui per i nuovi commenti (ad Ausilio, Evento, Antonio, Mavie, Mari, Rossella)

]]>
Di: L.R. Carrino http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/11/02/pozzoromolo/comment-page-4/#comment-80762 L.R. Carrino Sun, 08 Nov 2009 16:46:49 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1287#comment-80762 Elisabetta! :) Grazie. Vero, Marco mi ha lasciato libero. Se posso fare un paragone, mi ha lasciato come un bambino che ancora non cammina, su un letto largo. E nel momento in cui mic apitava di volermi buttare dal letto, lui alzava il riparo, come una culla insomma. L'evento a Milano, sì presso MACCHINA DEI SOGNI Caffetteria Degli Atellani Via della Moscova 28 - Milano - www.atellani.it MM2 Linea Verde - Fermata Moscova Linee urbane: 3, 4, 12, 14, 41, 43, 51, 61, 94 Con molto orgoglio per me, Elisabetta Bucciarelli presenta Pozzoromolo. l. Elisabetta! :) Grazie.
Vero, Marco mi ha lasciato libero. Se posso fare un paragone, mi ha lasciato come un bambino che ancora non cammina, su un letto largo. E nel momento in cui mic apitava di volermi buttare dal letto, lui alzava il riparo, come una culla insomma.

L’evento a Milano, sì
presso MACCHINA DEI SOGNI
Caffetteria Degli Atellani
Via della Moscova 28 – Milano – http://www.atellani.it
MM2 Linea Verde – Fermata Moscova
Linee urbane: 3, 4, 12, 14, 41, 43, 51, 61, 94

Con molto orgoglio per me, Elisabetta Bucciarelli presenta Pozzoromolo.
l.

]]>
Di: elisabetta http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/11/02/pozzoromolo/comment-page-4/#comment-80760 elisabetta Sun, 08 Nov 2009 15:44:40 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1287#comment-80760 Arrivo per ultima. Ho letto Pozzoromolo e ne sono rimasta profondamente colpita. Credo, anche questa volta, di aver insultato Luigi. Gli ho rimproverato di avermi fatto soffrire ancora. Ma questa volta è andata peggio, a differenza della precedente, ha usato un'arma micidiale. La poesia. Le parole giuste per dire le ha prese da lì. Per questo mi sembrava di procedere veloce su una strada poco minata, e invece, sono finita nel gorgo. Mi sono fatta male. Ancora una volta. E' libero Luigi. Lo è, almeno, nella parola scritta. E Marco lo ha lasciato libero. E ha fatto bene. E' fragile e forte. Maniacale e intimo. Ridondante, quando serve. E avaro, perché non vuole compiacere a tutti costi. Io gli voglio bene. Attraverso le parole dei suoi libri. Non mi importa quanto di lui ci sia, e quanta storia degli altri. Gli riconosco infatti, una buona dose di invenzione. Perché lui racconta storie. Non scrive trattati flaccidi e stopposi. Storie di vita. Non solo la vita della protagonista, ma le tante vite delle comparse (siamo tutti più comparse che primi attori). E' il coro che ha un valore, il coro impietoso, che come tutti i cori quando diventano branco, distrugge la delicatezza delle anime trasparenti. Branco fatto da individualismi corrotti, sporchi e pieni di frustrazione. Dirlo con la poesia, del suo essere poeta, è stata la vera sfida. Chi fosse a Milano il 24 Novembre, venga a sentirlo parlare. Luigi, per cortesia, dai le coordinate giuste dell'incontro. Io ci sarò. Con affetto. E con amore per la tue parole. Elisabetta Arrivo per ultima. Ho letto Pozzoromolo e ne sono rimasta profondamente colpita. Credo, anche questa volta, di aver insultato Luigi. Gli ho rimproverato di avermi fatto soffrire ancora. Ma questa volta è andata peggio, a differenza della precedente, ha usato un’arma micidiale. La poesia. Le parole giuste per dire le ha prese da lì. Per questo mi sembrava di procedere veloce su una strada poco minata, e invece, sono finita nel gorgo. Mi sono fatta male. Ancora una volta. E’ libero Luigi. Lo è, almeno, nella parola scritta. E Marco lo ha lasciato libero. E ha fatto bene. E’ fragile e forte. Maniacale e intimo. Ridondante, quando serve. E avaro, perché non vuole compiacere a tutti costi. Io gli voglio bene. Attraverso le parole dei suoi libri. Non mi importa quanto di lui ci sia, e quanta storia degli altri. Gli riconosco infatti, una buona dose di invenzione. Perché lui racconta storie. Non scrive trattati flaccidi e stopposi. Storie di vita. Non solo la vita della protagonista, ma le tante vite delle comparse (siamo tutti più comparse che primi attori). E’ il coro che ha un valore, il coro impietoso, che come tutti i cori quando diventano branco, distrugge la delicatezza delle anime trasparenti. Branco fatto da individualismi corrotti, sporchi e pieni di frustrazione. Dirlo con la poesia, del suo essere poeta, è stata la vera sfida.
Chi fosse a Milano il 24 Novembre, venga a sentirlo parlare. Luigi, per cortesia, dai le coordinate giuste dell’incontro. Io ci sarò. Con affetto. E con amore per la tue parole.
Elisabetta

]]>
Di: L.R. Carrino http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/11/02/pozzoromolo/comment-page-4/#comment-80754 L.R. Carrino Sun, 08 Nov 2009 14:06:54 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1287#comment-80754 a tuttte le persone qui intervente, mi piacerbbe leggiate questo tessto di alfredo bonazzi, "squalificati a vita". tra l'altro, lo si può scaricare liberamente http://www.informa-azione.info/files/eBooks/Squalificati-a-Vita-www.informa-azione.info.pdf l. a tuttte le persone qui intervente, mi piacerbbe leggiate questo tessto di alfredo bonazzi, “squalificati a vita”. tra l’altro, lo si può scaricare liberamente

http://www.informa-azione.info/files/eBooks/Squalificati-a-Vita-www.informa-azione.info.pdf

l.

]]>
Di: L.R. Carrino http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/11/02/pozzoromolo/comment-page-4/#comment-80753 L.R. Carrino Sun, 08 Nov 2009 14:04:07 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1287#comment-80753 grazie mavie grazie mavie

]]>
Di: mavie parisi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/11/02/pozzoromolo/comment-page-4/#comment-80752 mavie parisi Sun, 08 Nov 2009 13:23:56 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1287#comment-80752 @L.R.Carrino Non ho ancora letto il libro, non ne ho avuo l'opportunità, ma spero di "conquistarlo" presto perchè ciò che ho finalmente avuto l'opportunità di leggere in questo blog mi ha appasionato. Sinceramente auguri per i tuoi sogni @L.R.Carrino

Non ho ancora letto il libro, non ne ho avuo l’opportunità, ma spero di “conquistarlo” presto perchè ciò che ho finalmente avuto l’opportunità di leggere in questo blog mi ha appasionato.
Sinceramente auguri per i tuoi sogni

]]>
Di: Maria Lucia Riccioli http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/11/02/pozzoromolo/comment-page-4/#comment-80750 Maria Lucia Riccioli Sun, 08 Nov 2009 13:15:47 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1287#comment-80750 MANICOMIO. Immaginate un cartello con questa scritta. Nel mondo di oggi c'è l'imbarazzo della scelta su dove appenderlo. MANICOMIO.
Immaginate un cartello con questa scritta. Nel mondo di oggi c’è l’imbarazzo della scelta su dove appenderlo.

]]>
Di: L.R. Carrino http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/11/02/pozzoromolo/comment-page-4/#comment-80747 L.R. Carrino Sun, 08 Nov 2009 12:37:01 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1287#comment-80747 Buona domenica a tutti. @giorgia :), scusami :) @eventounico, grazie per i tuoi interventi. @ leo <i>Cosa si aspetta da questo libro? Ha un sogno nel cassetto? Qual è la cosa più bella che potrebbe capitare o che spera possa capitare, secondo lei?</i> penso che questo libro abbia gambe e braccia, una bocca, stomaco, occhi. andrà da solo. mi piacerebbe venisse letto da più lettori possibili, mi piacrebbe che 'lo conquistaste' (come dice un recensore), perché è un libro spavaldo, vi guarda dalla copertina e vi sfida: vuole essere letto. questo è quello che piacerebbe accadesse. dai commenti dei lettori vedo che un po' sta succedendo. questo mi rende felice. forse io sono una di quelle persona che viene 'sognata' dai sogni suoi. c'è un film da fare (tratto da acqua storta). ecco, il sogno è "spero che si faccia". l. Buona domenica a tutti.
@giorgia :) , scusami :)
@eventounico, grazie per i tuoi interventi.
@ leo
Cosa si aspetta da questo libro? Ha un sogno nel cassetto? Qual è la cosa più bella che potrebbe capitare o che spera possa capitare, secondo lei?
penso che questo libro abbia gambe e braccia, una bocca, stomaco, occhi. andrà da solo. mi piacerebbe venisse letto da più lettori possibili, mi piacrebbe che ‘lo conquistaste’ (come dice un recensore), perché è un libro spavaldo, vi guarda dalla copertina e vi sfida: vuole essere letto. questo è quello che piacerebbe accadesse. dai commenti dei lettori vedo che un po’ sta succedendo. questo mi rende felice.
forse io sono una di quelle persona che viene ’sognata’ dai sogni suoi. c’è un film da fare (tratto da acqua storta). ecco, il sogno è “spero che si faccia”.

l.

]]>
Di: eventounico http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/11/02/pozzoromolo/comment-page-4/#comment-80733 eventounico Sun, 08 Nov 2009 10:25:09 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1287#comment-80733 Rossella, è il punto di vista dominante che fa detenere le chiavi di quel cancello. La nostra cultura che si sta rivelando sempre più sensibile a rapporti di forza più che a rapporti di sostegno. Tuttavia chi può stabilire se siamo in presenza di una "malattia" o di un modo di manifestarsi dell'essere umano (Focault) ? Rossella, è il punto di vista dominante che fa detenere le chiavi di quel cancello.
La nostra cultura che si sta rivelando sempre più sensibile a rapporti di forza più che a rapporti di sostegno. Tuttavia chi può stabilire se siamo in presenza di una “malattia” o di un modo di manifestarsi dell’essere umano (Focault) ?

]]>
Di: Rossella http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/11/02/pozzoromolo/comment-page-4/#comment-80731 Rossella Sun, 08 Nov 2009 10:09:32 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1287#comment-80731 Un giorno qualcuno ha scritto su un muro che costeggiava una via principale di città, accanto ad un cancello chiuso di un manicomio: I PAZZI SONO FUORI, NON SONO DENTRO Un giorno qualcuno ha scritto su un muro che costeggiava una via principale di città, accanto ad un cancello chiuso di un manicomio: I PAZZI SONO FUORI, NON SONO DENTRO

]]>
Di: Maria Lucia Riccioli http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/11/02/pozzoromolo/comment-page-4/#comment-80675 Maria Lucia Riccioli Sat, 07 Nov 2009 20:01:54 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1287#comment-80675 Brava Mavie... la depressione è il cancro dell'anima, un nemico subdolo che succhia la tua energia vitale... aiutare chi ne soffre è sperimentare l'impotenza, spesso. Affacciarsi su un pozzo nel quale non è difficile cadere. Brava Mavie…
la depressione è il cancro dell’anima, un nemico subdolo che succhia la tua energia vitale… aiutare chi ne soffre è sperimentare l’impotenza, spesso. Affacciarsi su un pozzo nel quale non è difficile cadere.

]]>
Di: mavie parisi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/11/02/pozzoromolo/comment-page-4/#comment-80656 mavie parisi Sat, 07 Nov 2009 15:03:53 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1287#comment-80656 Come al solito sono in arretrato. In arretrato sui libri da leggere (intere pile stazionano sul mio comodino) sulle cose da fare, in arretrato sempre sulla lettura di questo blog. Arrivo in ritardissimo quando il dibattito è praticamente giunto al termine, ammesso che un dibattito di questo genere possa mai avere fine. Non ho avuto il tempo di leggere tutti i post quindi probabilmente dico qualcosa che è già stata detta, ma poichè lo scopo non è dire sempre e comunque qualcosa di originale ma partecipare con il cuore a una discussione intensa ed entrare in contatto con la gente interessante che la anima, mi permetto lo stesso di dire la mia. Ho iniziato a scrivere un romanzo che ha come protagonista il padre di un ragazzo affetto da un grave disturbo della personalità: il disturbo schizotipico. L'idea, o meglio lo spunto a iniziarlo (perchè l'idea ce la portiamo dentro per anni) me l'ha dato un casuale e strano incontro al supermercato sotto casa. Un padre dal volto scavato e rassegnato, solcato da una profonda sofferenza in compagnia di un figlio sulla trentina, evidentemente "strano" se questo è un aggettivo utilizzabile. Un giovane uomo dall'aspetto infantile, decisamente sovrappeso di aspetto e abbigliamento bizzarro e di modi e linguaggio affettati. La scena mi ha colpito alquanto e mi ha lasciato un profondo senso di smarrimento davanti a ciò che non capivo. Non ho avuto pace fino a che, studiando e cercando e parlando con addetti ai lavori non ho capito di cosa poteva trattarsi. Ho cominciato a scrivere sperando di poter trasmettere con la dovuta efficacia ma anche con rispettosa delicatezza quanto mi aveva così profondamente colpito. Ma un'altra questione mi piacerebbe sollevare ed è quella che riguarda una condizione assai meno palese, almeno nell'esteriorità, ma non per questo meno dolorosa. La condizione delle migliaia di persone che soffrono di depressione. Una malattia che spesso non viene riconosciuta e accettata proprio dalle persone più care. Non porta sintomi riconoscibili e ben identificabili come un colpo di tosse o un rialzo pressorio. Una malattia che affonda le sue radici nella parte più profonda dell'essere umano prosciugandolo e succhiandone la linfa vitale. Un disturbo che impedisce di godere di qualunque cosa, che rende difficile il risveglio la mattina e angosciante il calare della sera. E questo spesso senza un'apparente causa scatenante, il che rende la persona che ne soffre ancora più fragile perchè si sente in balia di eventi non controllabili. Cosa ne pensate? Avete mai sofferto di depressione anche in maniera transitoria? avete mai cercato di combattere quella di un amico? Come al solito sono in arretrato. In arretrato sui libri da leggere (intere pile stazionano sul mio comodino) sulle cose da fare, in arretrato sempre sulla lettura di questo blog. Arrivo in ritardissimo quando il dibattito è praticamente giunto al termine, ammesso che un dibattito di questo genere possa mai avere fine.
Non ho avuto il tempo di leggere tutti i post quindi probabilmente dico qualcosa che è già stata detta, ma poichè lo scopo non è dire sempre e comunque qualcosa di originale ma partecipare con il cuore a una discussione intensa ed entrare in contatto con la gente interessante che la anima, mi permetto lo stesso di dire la mia.
Ho iniziato a scrivere un romanzo che ha come protagonista il padre di un ragazzo affetto da un grave disturbo della personalità: il disturbo schizotipico. L’idea, o meglio lo spunto a iniziarlo (perchè l’idea ce la portiamo dentro per anni) me l’ha dato un casuale e strano incontro al supermercato sotto casa. Un padre dal volto scavato e rassegnato, solcato da una profonda sofferenza in compagnia di un figlio sulla trentina, evidentemente “strano” se questo è un aggettivo utilizzabile.
Un giovane uomo dall’aspetto infantile, decisamente sovrappeso di aspetto e abbigliamento bizzarro e di modi e linguaggio affettati.
La scena mi ha colpito alquanto e mi ha lasciato un profondo senso di smarrimento davanti a ciò che non capivo.
Non ho avuto pace fino a che, studiando e cercando e parlando con addetti ai lavori non ho capito di cosa poteva trattarsi.
Ho cominciato a scrivere sperando di poter trasmettere con la dovuta efficacia ma anche con rispettosa delicatezza quanto mi aveva così profondamente colpito.
Ma un’altra questione mi piacerebbe sollevare ed è quella che riguarda una condizione assai meno palese, almeno nell’esteriorità, ma non per questo meno dolorosa.
La condizione delle migliaia di persone che soffrono di depressione. Una malattia che spesso non viene riconosciuta e accettata proprio dalle persone più care. Non porta sintomi riconoscibili e ben identificabili come un colpo di tosse o un rialzo pressorio. Una malattia che affonda le sue radici nella parte più profonda dell’essere umano prosciugandolo e succhiandone la linfa vitale.
Un disturbo che impedisce di godere di qualunque cosa, che rende difficile il risveglio la mattina e angosciante il calare della sera.
E questo spesso senza un’apparente causa scatenante, il che rende la persona che ne soffre ancora più fragile perchè si sente in balia di eventi non controllabili.
Cosa ne pensate? Avete mai sofferto di depressione anche in maniera transitoria? avete mai cercato di combattere quella di un amico?

]]>
Di: barbara http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/11/02/pozzoromolo/comment-page-4/#comment-80654 barbara Sat, 07 Nov 2009 14:10:48 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1287#comment-80654 grazie a tutti per l'attenzione. considero questo spazio un luogo sano e aperto dove sentirsi accolti. grazie a tutti per l’attenzione. considero questo spazio un luogo sano e aperto dove sentirsi accolti.

]]>
Di: Antonio http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/11/02/pozzoromolo/comment-page-4/#comment-80534 Antonio Fri, 06 Nov 2009 11:29:00 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1287#comment-80534 Molto bella la trasmissione in radio. Complimenti. Molto bella la trasmissione in radio. Complimenti.

]]>
Di: eventounico http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/11/02/pozzoromolo/comment-page-4/#comment-80525 eventounico Fri, 06 Nov 2009 07:13:13 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1287#comment-80525 Permettetemi di dare atto a Massimo di aver sempre concesso un ampio spazio alla piccola editoria. Anche il tema della patologia mentale è ritornato più volte su queste pagine. Forse non è un caso. Ci vuole un pò di follia per uscire o essere espulsi dalla massa. Il dolore è grande per chi ha in famiglia una persona psichicamente labile e sono molto aggressive quelle terribili percentuali che si permettono di fornire un metro per la malattia. Esistono infiniti problemi di ordine pratico, esiste la responsabilità del sostentamento materiale e delle cure, esiste la responsabilità del tempo loro concesso. Questo tipo di patologie non concede alcuno spazio alla cultura dell'efficienza alla quale faceva giusto riferimento Ausilio Bertoli. Scriverne è un dovere. Saperlo fare è un privilegio per chi lo fa e per chi legge. Complimenti a Massimo, a Vicentini ed a Carrino perchè dimostrano di avere quella giusta dose di follia necessaria per affrontare un simile cimento. Grande cosa è la follia per gli uomini se possono non chiamarla tale. Un abbraccio a tutti. Permettetemi di dare atto a Massimo di aver sempre concesso un ampio spazio alla piccola editoria. Anche il tema della patologia mentale è ritornato più volte su queste pagine. Forse non è un caso. Ci vuole un pò di follia per uscire o essere espulsi dalla massa. Il dolore è grande per chi ha in famiglia una persona psichicamente labile e sono molto aggressive quelle terribili percentuali che si permettono di fornire un metro per la malattia. Esistono infiniti problemi di ordine pratico, esiste la responsabilità del sostentamento materiale e delle cure, esiste la responsabilità del tempo loro concesso. Questo tipo di patologie non concede alcuno spazio alla cultura dell’efficienza alla quale faceva giusto riferimento Ausilio Bertoli.
Scriverne è un dovere. Saperlo fare è un privilegio per chi lo fa e per chi legge.
Complimenti a Massimo, a Vicentini ed a Carrino perchè dimostrano di avere quella giusta dose di follia necessaria per affrontare un simile cimento.
Grande cosa è la follia per gli uomini se possono non chiamarla tale.
Un abbraccio a tutti.

]]>
Di: Ausilio Bertoli http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/11/02/pozzoromolo/comment-page-4/#comment-80508 Ausilio Bertoli Fri, 06 Nov 2009 00:03:24 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1287#comment-80508 Massimo, un encomio a Marco Vicentini lo voglio rivolgere anch'io. Il marchio padovano "Meridiano Zero" si è imposto nel mondo editoriale non solo italiano credo per la ferrea volontà dell'editore Vicentini a cercare strade nuove, non ancora battute, facendo leva sulla sua "smisurata" passione per i libri, specie di genere (all'inizio). Ha avuto il coraggio degli avventurieri che non demordono dal proseguire nelle loro imprese neanche quando si imbattono in un ostacolo a detta di tutti insormontabile. Un altro encomio lo voglio rivolgere a Luigi R. Carrino per aver affrontato una delle tematiche che si cerca purtroppo di lasciare nel dimenticatoio perché estranee alla cultura dell'efficienza, della competizione, del consumo, benché la loro drammaticità diventi sempre più pressante. Purtroppo, ripeto. Giacché i disagi psichici o le patologie mentali stanno aumentando vertiginosamente in ogni ceto sociale, nelle città alienanti come nelle campagne, al contrario delle strutture che dovrebbero consentire ai sofferenti non gravissimi, chiaro, il loro graduale reinserimento nella vita lavorativa o di relazione. Sì, qualcosa si è fatto - rispetto al passato prossimo - con le comunità terapeutiche residenziali o no, e con altri centri riabilitativi, ma penso manchino a tuttoggi strutture diverse, capaci non solo di ospitare il malato per un periodo di tempo più o meno lungo (senza imbottirlo magari di farmaci per fargli passare il dolore atroce, la disperazione, le reazioni violente), ma anche di "rigenerarlo", ridandogli quella dignità, quelle chance che il mondo gli nega più o meno ipocritamente. Non è facile: la realtà è dura, crudele, ma se finalmente si cominciasse a cambiare la propria mentalità verso il sofferente e la sua patologia - sopprimendo anzitutto i pregiudizi - certi stigmi abietti verrebbero sepolti o perderebbero di valore. Un saluto cordiale, A. B. Massimo,
un encomio a Marco Vicentini lo voglio rivolgere anch’io.
Il marchio padovano “Meridiano Zero” si è imposto nel mondo editoriale non solo italiano credo per la ferrea volontà dell’editore Vicentini a cercare strade nuove, non ancora battute, facendo leva sulla sua “smisurata” passione per i libri, specie di genere (all’inizio). Ha avuto il coraggio degli avventurieri che non demordono dal proseguire nelle loro imprese neanche quando si imbattono in un ostacolo a detta di tutti insormontabile.
Un altro encomio lo voglio rivolgere a Luigi R. Carrino per aver affrontato una delle tematiche che si cerca purtroppo di lasciare nel dimenticatoio perché estranee alla cultura dell’efficienza, della competizione, del consumo, benché la loro drammaticità diventi sempre più pressante. Purtroppo, ripeto. Giacché i disagi psichici o le patologie mentali stanno aumentando vertiginosamente in ogni ceto sociale, nelle città alienanti come nelle campagne, al contrario delle strutture che dovrebbero consentire ai sofferenti non gravissimi, chiaro, il loro graduale reinserimento nella vita lavorativa o di relazione.
Sì, qualcosa si è fatto – rispetto al passato prossimo – con le comunità terapeutiche residenziali o no, e con altri centri riabilitativi, ma penso manchino a tuttoggi strutture diverse, capaci non solo di ospitare il malato per un periodo di tempo più o meno lungo (senza imbottirlo magari di farmaci per fargli passare il dolore atroce, la disperazione, le reazioni violente), ma anche di “rigenerarlo”, ridandogli quella dignità, quelle chance che il mondo gli nega più o meno ipocritamente. Non è facile: la realtà è dura, crudele, ma se finalmente si cominciasse a cambiare la propria mentalità verso il sofferente e la sua patologia – sopprimendo anzitutto i pregiudizi – certi stigmi abietti verrebbero sepolti o perderebbero di valore.
Un saluto cordiale, A. B.

]]>
Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/11/02/pozzoromolo/comment-page-4/#comment-80499 Massimo Maugeri Thu, 05 Nov 2009 21:29:14 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1287#comment-80499 Adesso chiudo, ri-augurandovi buonanotte. Adesso chiudo, ri-augurandovi buonanotte.

]]>
Di: Da "Pozzoromolo" di L.R. Carrino (Estratto: pagg 202-205) http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/11/02/pozzoromolo/comment-page-4/#comment-80498 Da "Pozzoromolo" di L.R. Carrino (Estratto: pagg 202-205) Thu, 05 Nov 2009 21:28:21 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1287#comment-80498 <b>10 agosto</b> - <em>Fermati stanotte, un po’ di più, resta. Voglio raccontarti una storia. Ti ricordi quando cantavo sempre quella canzone, Singapore Singapore? Non te l’ho mai detto, a cinque anni avevo deciso di andare nella città di Singapore. Non ci sarebbero stati santi, un giorno sarei andato in questa città. Che fosse una città me l’ero fatto spiegare dal commesso del negozio di dischi. Da solo ero sceso dal primo piano di corso Buenos Aires 158. Affianco al ristorante cinese, c’era questo negozio che suonava tutte le mattine questa musica. Con Luca, i primi mesi che stavamo a Milano, dalla finestra riuscivo a vedere gli ultimi due piani del palazzo di fronte. Lì per me ci abitava Clara, l’amica di Heidi, o almeno questo pensavo. Dalla finestra aperta entrava anche questa musica e io avevo deciso, senza pensarci più di tanto, di scendere in strada. La portinaia, vedendomi passare, mi aveva chiesto stupita dove vai? Io compito avevo risposto a fare la spesa. Svoltato l’angolo, mi ero infilato di corsa nel negozio di dischi, da dove aveva origine la mia musica. Andai diretto verso la cassa, sapevo che lì c’era qualcuno che poteva aiutarmi. La mamma, tutte le volte che voleva qualcosa, si rivolgeva sempre al signore dietro il bancone. In un italiano storpio a voce alta chiesi voglio Singapore, un mangiadischi giallo, chi la canta, che cos’è Singapore? Forse tu non lo ricordi, ma a sei anni, qualche mese dopo la sortita al negozio di dischi, mi sono perso in un grande mercato di Milano, uno di quei mercati permanenti. Eravamo da soli, io e te, tu stavi valutando una maglietta di ciniglia a basso costo. Io sento la canzone, non so da dove arriva, la voglio raggiungere, la voglio comprare. Mi muovo, vado verso la musica. Ne sono rapito, canto e mi allontano da te. Mi immobilizzo nei pressi di un tavolo, con un grosso pentolone di alluminio, da dove usciva lo zucchero filato. Voglio sentire la canzone e voglio lo zucchero filato. Perché sorridi così? Sembra un ghigno, uno sberleffo, sarcasmo. Ti dispiace se finisco di raccontare la storia del mercato? Ma forse te l’ho già raccontata, mi pare. Mi viene in mente che eravamo sotto il pergolato, dopo cena, eri arrivato da Roma e mi avevi portato delle caramelle gommose tutte colorate. Mi ascoltavi un po’ infastidito. Forse volevi andartene ancora, non avevi voglia di sentire le storie di un bambino. Forse no, era solo l’oscurità imminente che ci divideva. Lo sai, non riesco a ragionare nel buio straordinario che ci unisce, e poi, alla fine della notte, il buio si porta via tutte le mani e tutti gli occhi. Questa dannata vespa! E di notte, poi. Cosa ti stavo dicendo? Singapore, vado a Singapore e vi lascio al vostro dolore, io non ce la faccio a guardarvi, mi si spezza il cuore. Ecco, nel mercato, vado dove Singapore arriva più forte, mi allontano da te mentre tu stai comprando una maglia. Mi fermo davanti al tavolo con il pentolone dello zucchero filato. Voglio sentire la mia canzone e voglio lo zucchero filato. Mi volto e non ti vedo più, mi sono perso. La cosa più naturale del mondo per un figlio che non trova suo padre al mercato, è chiamare o urlare, piangere semmai. Ho pensato che c’era troppo rumore, troppo chiasso, troppi bambini. Ho pensato che se avessi chiamato a squarciagola, se avessi pianto, mi sarei confuso con gli altri bambini, non avresti potuto ritrovarmi. Sai cosa ho fatto? Ho cantato Singapore. Sarò l’unico bambino a cantare la canzone, ho pensato. Se sente Singapore mi riconoscerà, e mi ritroverà. Una donna che vendeva mele cotte candite mi ha preso in braccio, ha pregato la venditrice di castagne di badarle il posto, mi ha portato da un tizio. Dall’altoparlante è uscita una voce gracchiante, ha parlato di me, dei miei pantaloni, delle mie scarpe, dei miei capelli, della mia età, del colore dei miei occhi. Dopo pochi secondi arrivi tu. Mi dai uno schiaffo, mi afferri, ringrazi Dio e la signora che mi ha ritrovato. Mi dici andiamo a casa, fetente. Mi prendi in braccio, mi tieni stretto, mi fai male ma è un dolore dolce. Sento nel tuo abbraccio tutto lo spavento che hai provato, mi appoggi la testa sulla tua spalla tenendoci sopra la tua mano, cammini veloce verso la macchina. Arrivati alla macchina mi metti a terra, ti sento arrabbiato. All’improvviso ti metti a piangere. Alzo la testa e hai gli occhi come Bobby quando il nonno lo rimprovera perché si è fatto scappare il mallardo. Ti vedo e ho la certezza che saresti morto all’istante se non mi avessi ritrovato. Non ti chiedo di comprarmi lo zucchero filato, perché mi sento un bambino cattivo e ho fatto piangere il mio papà. Voglio dirti, stanotte, che è stato quello sguardo che mi ha dato, in tutti questi anni, la forza di avere fede in te nonostante tutto. Non c’è luce qui. È tardi, te ne devi andare. Le ombre, la notte, vengono a farmi un saluto. La tua ombra si accorcia, sta per scomparire. Per favore aspetta un momento, aspetta solo un altro momento prima di andare via. Fermati stanotte, un po’ di più. La storia di Singapore, te l’ho raccontata perché, perché voglio dirti che ti ho mentito. Tu eri il crisma, papà. Piccolo mietitore d’anima, hai trebbiato la mia infanzia senza nemmeno ungere la falce, hai ignorato che il tabacco non si falcia ma si coglie foglia dopo foglia, e ogni foglia ha la sua ragione di verde. Sono rimasto in piedi, da quel giorno al mercato, davanti a te, nella camera ardente della nostra infanzia a veglia dei nostri abbracci mutilati. Sono rimasto, papà. Fiero e impettito, vestito bene, un ometto con le braccia incrociate e un vago senso di attesa, col desiderio prima o poi di trovare il coraggio per riuscire a dirti sì certo, certo che te ne ho voluto tanto anch’io.</em> 10 agosto
-
Fermati stanotte, un po’ di più, resta. Voglio raccontarti una storia. Ti ricordi quando cantavo sempre quella canzone, Singapore Singapore? Non te l’ho mai detto, a cinque anni avevo deciso di andare nella città di Singapore. Non ci sarebbero stati santi, un giorno sarei andato in questa città. Che fosse una città me l’ero fatto spiegare dal commesso del negozio di dischi. Da solo ero sceso dal primo piano di corso Buenos Aires 158. Affianco al ristorante cinese, c’era questo negozio che suonava tutte le mattine questa musica. Con Luca, i primi mesi che stavamo a Milano, dalla finestra riuscivo a vedere gli ultimi due piani del palazzo di fronte. Lì per me ci abitava Clara, l’amica di Heidi, o almeno questo pensavo.
Dalla finestra aperta entrava anche questa musica e io avevo deciso, senza pensarci più di tanto, di scendere in strada. La portinaia, vedendomi passare, mi aveva chiesto stupita dove vai? Io compito avevo risposto a fare la spesa. Svoltato l’angolo, mi ero infilato di corsa nel negozio di dischi, da dove aveva origine la mia musica. Andai diretto verso la cassa, sapevo che lì c’era qualcuno che poteva aiutarmi. La mamma, tutte le volte che voleva qualcosa, si rivolgeva sempre al signore dietro il bancone. In un italiano storpio a voce alta chiesi voglio Singapore, un mangiadischi giallo, chi la canta, che cos’è Singapore?
Forse tu non lo ricordi, ma a sei anni, qualche mese dopo la sortita al negozio di dischi, mi sono perso in un grande mercato di Milano, uno di quei mercati permanenti. Eravamo da soli, io e te, tu stavi valutando una maglietta di ciniglia a basso costo. Io sento la canzone, non so da dove arriva, la voglio raggiungere, la voglio comprare. Mi muovo, vado verso la musica. Ne sono rapito, canto e mi allontano da te. Mi immobilizzo nei pressi di un tavolo, con un grosso pentolone di alluminio, da dove usciva lo zucchero filato. Voglio sentire la canzone e voglio lo zucchero filato.

Perché sorridi così? Sembra un ghigno, uno sberleffo, sarcasmo. Ti dispiace se finisco di raccontare la storia del mercato? Ma forse te l’ho già raccontata, mi pare. Mi viene in mente che eravamo sotto il pergolato, dopo cena, eri arrivato da Roma e mi avevi portato delle caramelle gommose tutte colorate. Mi ascoltavi un po’ infastidito. Forse volevi andartene ancora, non avevi voglia di sentire le storie di un bambino. Forse no, era solo l’oscurità imminente che ci divideva.
Lo sai, non riesco a ragionare nel buio straordinario che ci unisce, e poi, alla fine della notte, il buio si porta via tutte le mani e tutti gli occhi.
Questa dannata vespa! E di notte, poi. Cosa ti stavo dicendo? Singapore, vado a Singapore e vi lascio al vostro dolore, io non ce la faccio a guardarvi, mi si spezza il cuore.

Ecco, nel mercato, vado dove Singapore arriva più forte, mi allontano da te mentre tu stai comprando una maglia. Mi fermo davanti al tavolo con il pentolone dello zucchero filato. Voglio sentire la mia canzone e voglio lo zucchero filato. Mi volto e non ti vedo più, mi sono perso.
La cosa più naturale del mondo per un figlio che non trova suo padre al mercato, è chiamare o urlare, piangere semmai. Ho pensato che c’era troppo rumore, troppo chiasso, troppi bambini. Ho pensato che se avessi chiamato a squarciagola, se avessi pianto, mi sarei confuso con gli altri bambini, non avresti potuto ritrovarmi. Sai cosa ho fatto? Ho cantato Singapore. Sarò l’unico bambino a cantare la canzone, ho pensato. Se sente Singapore mi riconoscerà, e mi ritroverà.
Una donna che vendeva mele cotte candite mi ha preso in braccio, ha pregato la venditrice di castagne di badarle il posto, mi ha portato da un tizio. Dall’altoparlante è uscita una voce gracchiante, ha parlato di me, dei miei pantaloni, delle mie scarpe, dei miei capelli, della mia età, del colore dei miei occhi.
Dopo pochi secondi arrivi tu. Mi dai uno schiaffo, mi afferri, ringrazi Dio e la signora che mi ha ritrovato. Mi dici andiamo a casa, fetente. Mi prendi in braccio, mi tieni stretto, mi fai male ma è un dolore dolce. Sento nel tuo abbraccio tutto lo spavento che hai provato, mi appoggi la testa sulla tua spalla tenendoci sopra la tua mano, cammini veloce verso la macchina. Arrivati alla macchina mi metti a terra, ti sento arrabbiato. All’improvviso ti metti a piangere.
Alzo la testa e hai gli occhi come Bobby quando il nonno lo rimprovera perché si è fatto scappare il mallardo. Ti vedo e ho la certezza che saresti morto all’istante se non mi avessi ritrovato. Non ti chiedo di comprarmi lo zucchero filato, perché mi sento un bambino cattivo e ho fatto piangere il mio papà.

Voglio dirti, stanotte, che è stato quello sguardo che mi ha dato, in tutti questi anni, la forza di avere fede in te nonostante tutto.
Non c’è luce qui. È tardi, te ne devi andare. Le ombre, la notte, vengono a farmi un saluto. La tua ombra si accorcia, sta per scomparire. Per favore aspetta un momento, aspetta solo un altro momento prima di andare via. Fermati stanotte, un po’ di più.
La storia di Singapore, te l’ho raccontata perché, perché voglio dirti che ti ho mentito. Tu eri il crisma, papà. Piccolo mietitore d’anima, hai trebbiato la mia infanzia senza nemmeno ungere la falce, hai ignorato che il tabacco non si falcia ma si coglie foglia dopo foglia, e ogni foglia ha la sua ragione di verde.
Sono rimasto in piedi, da quel giorno al mercato, davanti a te, nella camera ardente della nostra infanzia a veglia dei nostri abbracci mutilati.
Sono rimasto, papà. Fiero e impettito, vestito bene, un ometto con le braccia incrociate e un vago senso di attesa, col desiderio prima o poi di trovare il coraggio per riuscire a dirti sì certo, certo che te ne ho voluto tanto anch’io.

]]>
Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/11/02/pozzoromolo/comment-page-4/#comment-80497 Massimo Maugeri Thu, 05 Nov 2009 21:26:22 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1287#comment-80497 Mi ero dimenticato di inserire l'altro brano che mi ha cortesemente inviato Luigi Carrino. Provvedo nel commento successivo. Mi ero dimenticato di inserire l’altro brano che mi ha cortesemente inviato Luigi Carrino. Provvedo nel commento successivo.

]]>
Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/11/02/pozzoromolo/comment-page-4/#comment-80495 Massimo Maugeri Thu, 05 Nov 2009 21:14:16 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1287#comment-80495 Una serena notte a tutti. Una serena notte a tutti.

]]>
Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/11/02/pozzoromolo/comment-page-4/#comment-80492 Massimo Maugeri Thu, 05 Nov 2009 21:06:34 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1287#comment-80492 Ho aggiornato i podcast, con la puntata del 03 novembre 2009 Ospite della puntata, Marco Vicentini: editore della Meridiano Zero. Temi della puntata: la piccola editoria, tra presente e futuro; il romanzo “Pozzoromolo” (Meridiano Zero) di L.R. Carrino. Per ascoltare la puntata, cliccare di seguito. La trovate qui: http://letteratitudine.blog.kataweb.it/letteratitudine-radio-hinterland/ Per fare prima potete ascoltarla direttamente cliccando qui http://www.plettro.org/podcast/quarta.mp3 Ho aggiornato i podcast, con la puntata del 03 novembre 2009
Ospite della puntata, Marco Vicentini: editore della Meridiano Zero. Temi della puntata: la piccola editoria, tra presente e futuro; il romanzo “Pozzoromolo” (Meridiano Zero) di L.R. Carrino. Per ascoltare la puntata, cliccare di seguito.
La trovate qui: http://letteratitudine.blog.kataweb.it/letteratitudine-radio-hinterland/
Per fare prima potete ascoltarla direttamente cliccando qui http://www.plettro.org/podcast/quarta.mp3

]]>
Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/11/02/pozzoromolo/comment-page-4/#comment-80491 Massimo Maugeri Thu, 05 Nov 2009 21:04:26 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1287#comment-80491 @ Stefania Nardini Cara Stefy, grazie. Come ha già fatto notare Maria Lucia è... sconvolgente. Grazie per averci raccontato questa tua esperienza... @ Stefania Nardini
Cara Stefy, grazie.
Come ha già fatto notare Maria Lucia è… sconvolgente. Grazie per averci raccontato questa tua esperienza…

]]>
Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/11/02/pozzoromolo/comment-page-4/#comment-80490 Massimo Maugeri Thu, 05 Nov 2009 21:01:44 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1287#comment-80490 @ Valentina Giuffrida Grazie mille per gli spunti e per le informazioni. @ Valentina Giuffrida
Grazie mille per gli spunti e per le informazioni.

]]>
Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/11/02/pozzoromolo/comment-page-4/#comment-80489 Massimo Maugeri Thu, 05 Nov 2009 21:01:10 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1287#comment-80489 Ancora grazie, per i nuovi commenti. Ancora grazie, per i nuovi commenti.

]]>
Di: Maria Lucia Riccioli http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/11/02/pozzoromolo/comment-page-4/#comment-80479 Maria Lucia Riccioli Thu, 05 Nov 2009 19:59:15 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1287#comment-80479 Sconvolgente quello che racconta la Nardini, grazie per averlo postato qui... scontato dire che "grazie" sembra stupido nei confronti di mali e sofferenze così forti, come quelle di Simonetta e di chi ha avuto il coraggio grande e la fiducia di provare a raccontarci dei problemi così forti. Un po' come a scuola, quando noi insegnanti siamo impotenti di fronte a certi gesti dei ragazzi... Sconvolgente quello che racconta la Nardini, grazie per averlo postato qui… scontato dire che “grazie” sembra stupido nei confronti di mali e sofferenze così forti, come quelle di Simonetta e di chi ha avuto il coraggio grande e la fiducia di provare a raccontarci dei problemi così forti.
Un po’ come a scuola, quando noi insegnanti siamo impotenti di fronte a certi gesti dei ragazzi…

]]>
Di: giorgia lepore http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/11/02/pozzoromolo/comment-page-4/#comment-80467 giorgia lepore Thu, 05 Nov 2009 16:29:39 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1287#comment-80467 @luigi senti, credo che tu non abbia conosciuto me a quella presentazione... ma forse la mia "alter ego" Georgia con la "e"... però sarebbe davvero una bella coincidenza, l'ennesima. Io e lei ci siamo conosciute per caso, grazie ad un libro (il mio), e le nostre vite da allora si sono incrociate in maniera irreversibile. perciò, se hai conosciuto lei, allora in fondo hai conosciuto anche un po' me.... :-) @luigi
senti, credo che tu non abbia conosciuto me a quella presentazione… ma forse la mia “alter ego” Georgia con la “e”… però sarebbe davvero una bella coincidenza, l’ennesima. Io e lei ci siamo conosciute per caso, grazie ad un libro (il mio), e le nostre vite da allora si sono incrociate in maniera irreversibile.
perciò, se hai conosciuto lei, allora in fondo hai conosciuto anche un po’ me…. :-)

]]>
Di: Leo C. http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/11/02/pozzoromolo/comment-page-4/#comment-80462 Leo C. Thu, 05 Nov 2009 14:51:53 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1287#comment-80462 Per L.R. Carrino. L'ho già ringraziata per aver risposto alla precedente domanda. Ne pongo altre che vanno nella stessa direzione. Cosa si aspetta da questo libro? Ha un sogno nel cassetto? Qual è la cosa più bella che potrebbe capitare o che spera possa capitare, secondo lei? Mi scusi se possono sembrarle domande strane. Gliele pongo perché mi ha sempre incuriosito il rapporto tra l'artista e la propria opera. Per L.R. Carrino.
L’ho già ringraziata per aver risposto alla precedente domanda. Ne pongo altre che vanno nella stessa direzione.
Cosa si aspetta da questo libro? Ha un sogno nel cassetto? Qual è la cosa più bella che potrebbe capitare o che spera possa capitare, secondo lei?
Mi scusi se possono sembrarle domande strane. Gliele pongo perché mi ha sempre incuriosito il rapporto tra l’artista e la propria opera.

]]>
Di: B. Rillo http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/11/02/pozzoromolo/comment-page-4/#comment-80453 B. Rillo Thu, 05 Nov 2009 12:16:02 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1287#comment-80453 http://www.youtube.com/watch?v=eGy7gNSG_lY http://www.youtube.com/watch?v=eGy7gNSG_lY

]]>
Di: Antonio http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/11/02/pozzoromolo/comment-page-4/#comment-80450 Antonio Thu, 05 Nov 2009 11:51:04 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1287#comment-80450 Gentile Stefania, mi pare che il giovane protagonista del suo aneddoto abbia ricevuto un aiuto proprio da parte sua, ma l'abbia rifiutato per poi commettere l'"efferato" delitto. Trovo che sia davvero un argomento duro e controverso. Difficile persino farsi delle opinioni. Gentile Stefania, mi pare che il giovane protagonista del suo aneddoto abbia ricevuto un aiuto proprio da parte sua, ma l’abbia rifiutato per poi commettere l’”efferato” delitto.
Trovo che sia davvero un argomento duro e controverso. Difficile persino farsi delle opinioni.

]]>
Di: letizia http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/11/02/pozzoromolo/comment-page-4/#comment-80449 letizia Thu, 05 Nov 2009 11:03:55 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1287#comment-80449 cara stefania, il suo post qui sopra mi ha fatto venire i brividi. è bellissimo e terribile al tempo stesso. grazie per averlo scritto. cara stefania, il suo post qui sopra mi ha fatto venire i brividi. è bellissimo e terribile al tempo stesso. grazie per averlo scritto.

]]>
Di: stefania nardini http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/11/02/pozzoromolo/comment-page-4/#comment-80448 stefania nardini Thu, 05 Nov 2009 10:30:34 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1287#comment-80448 Nella mia vita professionale di giornalista mi è capitato di entrare nei manicomi, di conoscere persone che si sono battute, come il mio caro amico Sergio Piro , per cambiare quei luoghi dove comandavano solo il dolore e l'abnegazione. Ricordo le foto di D'Alessandro scattate prima della riforma. E ricordo quel bel racconto di Garcia Marquez nella raccolta "Racconti ramighi" che si intotala "Sono venuta solo per telefonare". Non c'è alcuna attenzione per il dolore causato dalla malattia mentale. Anzi sento nell'aria un desiderio di riproporre ghetti della follia, tanto bene spiegati da Focault, perchè è più "comodo" lavarsi le mani emarginando usando anche forme nuove di coercizione. La follia i media ce la raccontano nelle brutte storie di cronaca nera. E mai nessuno si pone la domanda: Ma quella persona, alla quale viene riconosciuto un disagio o una malattia mentale, prima dell'"efferato" delitto aveva ricevuto un aiuto? Ricordo un giovane, tanti anni fa quando lavoravo in redazione, che mi venne a trovare (era un semplice lettore) per dirmi che stava male. Mi attivai. Dalla sua città avrebbe dovuto prendere un treno per raggiungere la persona che gli avevo trovato, uno pischiatra. Quel treno non lo prese mai. Qualche giorno dopo la collega che seguiva la cronaca nera parlava di un delitto. Di un tizio che aveva ucciso la fidanzata. Guardai le foto che dovevano andare in tipografia. Era lui: Era quel ragazzo. Mi sentii umanamente sconfitta. E qualche volta ci penso. Credo sia ancora in un manicomio giudiziario. Non aveva preso quel treno. Nella mia vita professionale di giornalista mi è capitato di entrare nei manicomi, di conoscere persone che si sono battute, come il mio caro amico Sergio Piro , per cambiare quei luoghi dove comandavano solo il dolore e l’abnegazione. Ricordo le foto di D’Alessandro scattate prima della riforma. E ricordo quel bel racconto di Garcia Marquez nella raccolta “Racconti ramighi” che si intotala “Sono venuta solo per telefonare”. Non c’è alcuna attenzione per il dolore causato dalla malattia mentale. Anzi sento nell’aria un desiderio di riproporre ghetti della follia, tanto bene spiegati da Focault, perchè è più “comodo” lavarsi le mani emarginando usando anche forme nuove di coercizione. La follia i media ce la raccontano nelle brutte storie di cronaca nera. E mai nessuno si pone la domanda: Ma quella persona, alla quale viene riconosciuto un disagio o una malattia mentale, prima dell’”efferato” delitto aveva ricevuto un aiuto?
Ricordo un giovane, tanti anni fa quando lavoravo in redazione, che mi venne a trovare (era un semplice lettore) per dirmi che stava male. Mi attivai. Dalla sua città avrebbe dovuto prendere un treno per raggiungere la persona che gli avevo trovato, uno pischiatra. Quel treno non lo prese mai.
Qualche giorno dopo la collega che seguiva la cronaca nera parlava di un delitto. Di un tizio che aveva ucciso la fidanzata. Guardai le foto che dovevano andare in tipografia. Era lui: Era quel ragazzo.
Mi sentii umanamente sconfitta. E qualche volta ci penso. Credo sia ancora in un manicomio giudiziario. Non aveva preso quel treno.

]]>
Di: Valentina Giuffrida http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/11/02/pozzoromolo/comment-page-4/#comment-80446 Valentina Giuffrida Thu, 05 Nov 2009 09:31:46 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1287#comment-80446 Complimenti per la discussione e pr il libro. In bocca al lupo ad autore ed editore. Complimenti per la discussione e pr il libro. In bocca al lupo ad autore ed editore.

]]>
Di: Valentina Giuffrida http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/11/02/pozzoromolo/comment-page-4/#comment-80445 Valentina Giuffrida Thu, 05 Nov 2009 09:30:46 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1287#comment-80445 Infine qualche piccolo dato sugli OPG. ^^^^^^^^ Attualmente in Italia esistono sei Opg (dati 2001): - OPG di Aversa: 188 internati (Campania - Caserta) - OPG di Barcellona Pozzo di Gotto: 213 internati (Sicilia - Messina) - OPG di Castiglione delle Stiviere: 209 internati (Lombardia - Mantova) - OPG di Montelupo Fiorentino: 243 internati (Toscana - Firenze) - OPG di Napoli: 197 internati (Campania - Napoli) - OPG di Reggio Emilia: 232 internati (Emilia Romagna - Reggio Emilia) Infine qualche piccolo dato sugli OPG.
^^^^^^^^

Attualmente in Italia esistono sei Opg (dati 2001):
- OPG di Aversa: 188 internati (Campania – Caserta)
- OPG di Barcellona Pozzo di Gotto: 213 internati (Sicilia – Messina)
- OPG di Castiglione delle Stiviere: 209 internati (Lombardia – Mantova)
- OPG di Montelupo Fiorentino: 243 internati (Toscana – Firenze)
- OPG di Napoli: 197 internati (Campania – Napoli)
- OPG di Reggio Emilia: 232 internati (Emilia Romagna – Reggio Emilia)

]]>
Di: Valentina Giuffrida http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/11/02/pozzoromolo/comment-page-4/#comment-80444 Valentina Giuffrida Thu, 05 Nov 2009 09:26:22 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1287#comment-80444 Per info sull’articolo 222 del Codice Penale http://it.wikisource.org/wiki/Codice_Penale/Libro_I/Titolo_VIII#Art._222_Ricovero_in_un_manicomio_giudiziario Per info sull’articolo 222 del Codice Penale http://it.wikisource.org/wiki/Codice_Penale/Libro_I/Titolo_VIII#Art._222_Ricovero_in_un_manicomio_giudiziario

]]>
Di: Valentina Giuffrida http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/11/02/pozzoromolo/comment-page-4/#comment-80443 Valentina Giuffrida Thu, 05 Nov 2009 09:24:28 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1287#comment-80443 Il ricovero in Opg è trattato dall'articolo 222 del Codice Penale, su cui si è più volte espressa la Corte Costituzionale; importante la sentenza 253/2003 con cui è stata sancita l'illegittimità costituzionale della parte dell'articolo che «non consente al giudice [...] di adottare, in luogo del ricovero in ospedale psichiatrico giudiziario, una diversa misura di sicurezza, prevista dalla legge, idonea ad assicurare adeguate cure dell'infermo di mente e a far fronte alla sua pericolosità sociale». Analoga la sentenza 367 del 29 novembre 2004 che ha sancito l'illegittimità costituzionale di parte dell'art. 206. Il ricovero in Opg è trattato dall’articolo 222 del Codice Penale, su cui si è più volte espressa la Corte Costituzionale; importante la sentenza 253/2003 con cui è stata sancita l’illegittimità costituzionale della parte dell’articolo che «non consente al giudice [...] di adottare, in luogo del ricovero in ospedale psichiatrico giudiziario, una diversa misura di sicurezza, prevista dalla legge, idonea ad assicurare adeguate cure dell’infermo di mente e a far fronte alla sua pericolosità sociale». Analoga la sentenza 367 del 29 novembre 2004 che ha sancito l’illegittimità costituzionale di parte dell’art. 206.

]]>
Di: Valentina Giuffrida http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/11/02/pozzoromolo/comment-page-4/#comment-80442 Valentina Giuffrida Thu, 05 Nov 2009 09:23:07 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1287#comment-80442 Gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari (Opg) sono un istituto italiano che, a metà degli anni 70, ha sostituito i precedenti manicomi criminali. A maggio 2007, contenevano un totale di 1.266 internati. Sono strutture giudiziarie dipendenti dall'Amministrazione Penitenziaria del Ministero della Giustizia. Dal 1950 al 2000 gli internati sono passati da 1.925 a 1.156. Gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari (Opg) sono un istituto italiano che, a metà degli anni 70, ha sostituito i precedenti manicomi criminali.
A maggio 2007, contenevano un totale di 1.266 internati. Sono strutture giudiziarie dipendenti dall’Amministrazione Penitenziaria del Ministero della Giustizia.
Dal 1950 al 2000 gli internati sono passati da 1.925 a 1.156.

]]>
Di: Valentina Giuffrida http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/11/02/pozzoromolo/comment-page-4/#comment-80441 Valentina Giuffrida Thu, 05 Nov 2009 09:22:32 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1287#comment-80441 Non so se può essere utile ai fini della discussione. Comunque provo a fornire qualche dato sugli OPG. Non so se può essere utile ai fini della discussione. Comunque provo a fornire qualche dato sugli OPG.

]]>