Commenti a: L’ARTE DI ANNACARSI, il viaggio in Sicilia di Roberto Alajmo http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/03/30/arte-di-annacarsi-roberto-alajmo/ Un open-blog. un luogo d\'incontro virtuale tra scrittori, lettori, librai, critici, giornalisti e operatori culturali Sat, 11 Sep 2021 08:46:19 +0000 http://wordpress.org/?v=2.9.2 hourly 1 Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/03/30/arte-di-annacarsi-roberto-alajmo/comment-page-5/#comment-108029 Massimo Maugeri Sun, 18 Apr 2010 11:56:30 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1864#comment-108029 Grazie a te, cara Rossella. È stato un piacere averti potuta riabbracciare. E grazie a tutti gli amici di Letteratitudine che sono passati, ieri, alle Ciminiere per ascoltare Roberto (con molti di voi ho avuto modo di scambiare un rapido, m affettuoso saluto). Scusatemi se sono dovuto andare via un po' prima della fine della presentazione. Grazie a te, cara Rossella. È stato un piacere averti potuta riabbracciare.
E grazie a tutti gli amici di Letteratitudine che sono passati, ieri, alle Ciminiere per ascoltare Roberto (con molti di voi ho avuto modo di scambiare un rapido, m affettuoso saluto).
Scusatemi se sono dovuto andare via un po’ prima della fine della presentazione.

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Di: Rossella http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/03/30/arte-di-annacarsi-roberto-alajmo/comment-page-5/#comment-108027 Rossella Sun, 18 Apr 2010 11:40:51 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1864#comment-108027 Ringrazio Massimo Maugeri e Roberto Alajmo per l'incontro di ieri sabato 17 aprile a Catania. Mentre guidavo per ritornare a casa, mi chiedevo chi sono veramente i Don Chisciotte che combattono per non far affondare la zattera, chi sono i naufraghi agganciati ai bordi, chi i rematori, la coscienza civile, gli artisti, le brave persone, i silenziosi, quelli che fanno casino. Approdata ad un pensiero che mi schiarisce le idee, capisco che qualsiasi tentativo d'arte porta già con sè i semi di una possibile trasformazione. Il linguaggio nelle sue forme espressive (scrittura, pittura, recitazione, fotografia, scultura, etc.) lascia le sue orme se il lavoro di preparazione è andato in profondità e quindi in altezza, una direzione, questa, che "panza larga e bocca striminzita" non possiede. Roberto Alajmo non è un Sancho Panza. Ciao. Grazie. Rossella Grasso Ringrazio Massimo Maugeri e Roberto Alajmo per l’incontro di ieri sabato 17 aprile a Catania.
Mentre guidavo per ritornare a casa, mi chiedevo chi sono veramente i Don Chisciotte che combattono per non far affondare la zattera, chi sono i naufraghi agganciati ai bordi, chi i rematori, la coscienza civile, gli artisti, le brave persone, i silenziosi, quelli che fanno casino. Approdata ad un pensiero che mi schiarisce le idee, capisco che qualsiasi tentativo d’arte porta già con sè i semi di una possibile trasformazione. Il linguaggio nelle sue forme espressive (scrittura, pittura, recitazione, fotografia, scultura, etc.) lascia le sue orme se il lavoro di preparazione è andato in profondità e quindi in altezza, una direzione, questa, che “panza larga e bocca striminzita” non possiede.
Roberto Alajmo non è un Sancho Panza.
Ciao. Grazie.
Rossella Grasso

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/03/30/arte-di-annacarsi-roberto-alajmo/comment-page-5/#comment-107876 Massimo Maugeri Sat, 17 Apr 2010 13:01:42 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1864#comment-107876 Agli amici siciliani della costa Est: vi ricordo che <b>oggi, 17.4.2010, h. 18.00 - presso il Centro Fieristico “Le Ciminiere” Viale Africa - Catania - (Sala E 1), sarà presentato il libro di Roberto Alajmo “L’arte di annacarsi. Un viaggio in Sicilia” - (Laterza)</b>. Sarà presente l’autore. Introdurrà il prof. Tino Vittorio. Agli amici siciliani della costa Est: vi ricordo che oggi, 17.4.2010, h. 18.00 – presso il Centro Fieristico “Le Ciminiere” Viale Africa – Catania – (Sala E 1), sarà presentato il libro di Roberto Alajmo “L’arte di annacarsi. Un viaggio in Sicilia” – (Laterza).
Sarà presente l’autore. Introdurrà il prof. Tino Vittorio.

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/03/30/arte-di-annacarsi-roberto-alajmo/comment-page-5/#comment-107875 Massimo Maugeri Sat, 17 Apr 2010 13:00:54 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1864#comment-107875 Cara Nada, grazie mille per il tuo commento. Cara Nada, grazie mille per il tuo commento.

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Di: nada http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/03/30/arte-di-annacarsi-roberto-alajmo/comment-page-5/#comment-107641 nada Thu, 15 Apr 2010 10:44:00 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1864#comment-107641 Da non siciliana, appassionata di Sicilia, posso dire che ciò che più mi colpisce durante i soggiorni in questa terra splendida è l’accoglienza quasi esagerata, la gentilezza e la disponibilità che si riscontra nelle persone, qualità che sono quasi del tutto sparite nelle nostre città del nord. Da qualche anno mi diletto a scrivere in maniera semplice (per chi non ha tempo di leggere) brevi sinossi di romanzi che riguardano la Sicilia, scritti da autori siciliani, che sono tantissimi, famosi e non, e le pubblico sul sito: http://www.sicile.net/. Questa esperienza mi permette di affermare che la Sicilia rappresentata nei libri è molto spesso rispondente alla realtà, tanti scrittori denunciano le contraddizioni, la decadenza, lo Stato che manca e la mia impressione comunque è che chi scrive ami la sua terra di “un amore che si prova per una canaglia. Tu sai che è una canaglia, ma non puoi farci niente”. Da non siciliana, appassionata di Sicilia, posso dire che ciò che più mi colpisce durante i soggiorni in questa terra splendida è l’accoglienza quasi esagerata, la gentilezza e la disponibilità che si riscontra nelle persone, qualità che sono quasi del tutto sparite nelle nostre città del nord. Da qualche anno mi diletto a scrivere in maniera semplice (per chi non ha tempo di leggere) brevi sinossi di romanzi che riguardano la Sicilia, scritti da autori siciliani, che sono tantissimi, famosi e non, e le pubblico sul sito: http://www.sicile.net/. Questa esperienza mi permette di affermare che la Sicilia rappresentata nei libri è molto spesso rispondente alla realtà, tanti scrittori denunciano le contraddizioni, la decadenza, lo Stato che manca e la mia impressione comunque è che chi scrive ami la sua terra di “un amore che si prova per una canaglia. Tu sai che è una canaglia, ma non puoi farci niente”.

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/03/30/arte-di-annacarsi-roberto-alajmo/comment-page-5/#comment-107482 Massimo Maugeri Tue, 13 Apr 2010 20:40:41 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1864#comment-107482 Ringrazio e saluto Roberto Alajmo, graditissimo ospite di questa nuova puntata di <em>Letteratitudine in Fm</em>. Ne approfitto anche per ringraziare gli amici di <b>Radio Hinterland</b>, e in particolare Federico Marin (che ha curato la regia della puntata e mi ha assistito in studio). Ringrazio e saluto Roberto Alajmo, graditissimo ospite di questa nuova puntata di Letteratitudine in Fm. Ne approfitto anche per ringraziare gli amici di Radio Hinterland, e in particolare Federico Marin (che ha curato la regia della puntata e mi ha assistito in studio).

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Di: Roberto Alajmo ospite della puntata odierna di "Letteratitudine in Fm" - Radio Hinterland http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/03/30/arte-di-annacarsi-roberto-alajmo/comment-page-5/#comment-107474 Roberto Alajmo ospite della puntata odierna di "Letteratitudine in Fm" - Radio Hinterland Tue, 13 Apr 2010 19:17:44 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1864#comment-107474 A partire dalle h. 21:30 circa, <b>Roberto Alajmo</b> sarà ospite di <b>Massimo Maugeri</b> nella puntata odierna di “Letteratitudine in Fm” - in onda su Radio Hinterland, Fm 94.600 MHz (nel territorio della provincia di Milano e oltre) e in streaming via internet da qui: http://www.radiohinterland.com/streaming/radiolimpia.asx - Per ulteriori informazioni: http://letteratitudine.blog.kataweb.it/letteratitudine-radio-hinterland/ http://www.radiohinterland.com/?q=node/4347 A partire dalle h. 21:30 circa, Roberto Alajmo sarà ospite di Massimo Maugeri nella puntata odierna di “Letteratitudine in Fm” – in onda su Radio Hinterland, Fm 94.600 MHz (nel territorio della provincia di Milano e oltre) e in streaming via internet da qui: http://www.radiohinterland.com/streaming/radiolimpia.asx
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Per ulteriori informazioni:
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http://www.radiohinterland.com/?q=node/4347

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/03/30/arte-di-annacarsi-roberto-alajmo/comment-page-5/#comment-107366 Massimo Maugeri Mon, 12 Apr 2010 22:00:13 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1864#comment-107366 Ringrazio Leda Melluso per il bell'intervento su "Dante e la Sicilia". Grazie, Leda. Ringrazio Leda Melluso per il bell’intervento su “Dante e la Sicilia”.
Grazie, Leda.

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Di: Leda Melluso http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/03/30/arte-di-annacarsi-roberto-alajmo/comment-page-5/#comment-107272 Leda Melluso Mon, 12 Apr 2010 07:46:02 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1864#comment-107272 DANTE ALIGHIERI E LA SICILIA *** Non poteva non amarla. La conosceva attraverso i libri e le carte di Tolomeo , eppure ne parla come se vi fosse nato! Ne ammira la bellezza, ne lamenta il triste destino quasi presagendo che cosa sarebbe successo nei secoli seguenti. Sovrani senza scrupoli, viceré corrotti, moderni amministratori incapaci. Tutto e di più. E’ l’isola dai colori violenti, dalle tinte forti, dai sentimenti estremi. E’ la Sicilia, terra di poeti, di sangue e di rapina. Terra di miti! Lì si ascolta ancora il canto delle Sirene, la voce suadente di Lighea, il grido di rabbia di Polifemo, il lamento di Odisseo in cerca della sua petrosa Itaca. Lì si vedono le fiamme che si levano dalle navi incendiate dalle donne troiane, stanche di seguire Enea in un viaggio senza fine. Dante Alighieri avverte il fascino dell’isola. Si era formato sui versi di Giacomo da Lentini, Guido delle Colonne, Pier delle Vigne, poeti che, dopo avere raccolto la lezione dei provenzali, avevano dato vita alla prima Scuola poetica in Italia. Senza quella esperienza forse lo Stilnovismo non avrebbe prodotto testi così raffinati. Ammira Federico II per i suoi molteplici interessi, l’amore per la poesia, il senso dello Stato. Lo ritiene l’ultimo imperatore degno di questo nome, perché si era opposto all’arroganza del pontefice, affermando l’autonomia del potere temporale. Poi lo scaraventa nell’inferno tra gli eretici, ma questa è un’altra storia. Di Manfredi, figlio naturale del sovrano, delinea uno splendido ritratto, che emoziona il lettore. Quando lo incontra nel Purgatorio fra gli scomunicati che attesero gli ultimi attimi di vita per pentirsi, nota la sua straordinaria bellezza deturpata nel volto da una ferita che gli ha spaccato un sopracciglio. Manfredi è un eroe, degno di ammirazione e di rispetto. “Biondo era e bello e di gentile aspetto, ma l’un de’ cigli un colpo avea diviso…” Coraggioso e sfortunato, muore combattendo valorosamente, nel 1266, nella battaglia di Benevento. Con lui tramonta l’impero svevo, ha inizio il regno degli Angioini. Il pontefice scomunica Manfredi, Dante Alighieri lo salva. Lo pone nel Purgatorio, immaginando un pentimento in fin di vita. Con un colpo di penna, disintegra l’infallibilità papale. Di fronte alla rivolta dei Vespri siciliani il poeta non ha dubbi. E’ la “mala signoria” degli Angioni a spingere Palermo a gridare “Mora, mora!” Aveva intuito la tragedia di un popolo sfruttato da regnanti senza scrupoli, impoverito nelle sue risorse ma capace di riscattarsi se offeso nella sua dignità. E’ successo in passato, può ripetersi in un futuro prossimo! Dante consegna alla storia la sua condanna dei politici corrotti, con il prestigio dell’intellettuale che fa della letteratura uno strumento di lotta civile. DANTE ALIGHIERI E LA SICILIA

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Non poteva non amarla. La conosceva attraverso i libri e le carte di Tolomeo , eppure ne parla come se vi fosse nato! Ne ammira la bellezza, ne lamenta il triste destino quasi presagendo che cosa sarebbe successo nei secoli seguenti. Sovrani senza scrupoli, viceré corrotti, moderni amministratori incapaci. Tutto e di più. E’ l’isola dai colori violenti, dalle tinte forti, dai sentimenti estremi.
E’ la Sicilia, terra di poeti, di sangue e di rapina. Terra di miti!
Lì si ascolta ancora il canto delle Sirene, la voce suadente di Lighea, il grido di rabbia di Polifemo, il lamento di Odisseo in cerca della sua petrosa Itaca. Lì si vedono le fiamme che si levano dalle navi incendiate dalle donne troiane, stanche di seguire Enea in un viaggio senza fine.
Dante Alighieri avverte il fascino dell’isola. Si era formato sui versi di Giacomo da Lentini, Guido delle Colonne, Pier delle Vigne, poeti che, dopo avere raccolto la lezione dei provenzali, avevano dato vita alla prima Scuola poetica in Italia. Senza quella esperienza forse lo Stilnovismo non avrebbe prodotto testi così raffinati.
Ammira Federico II per i suoi molteplici interessi, l’amore per la poesia, il senso dello Stato. Lo ritiene l’ultimo imperatore degno di questo nome, perché si era opposto all’arroganza del pontefice, affermando l’autonomia del potere temporale. Poi lo scaraventa nell’inferno tra gli eretici, ma questa è un’altra storia.
Di Manfredi, figlio naturale del sovrano, delinea uno splendido ritratto, che emoziona il lettore.
Quando lo incontra nel Purgatorio fra gli scomunicati che attesero gli ultimi attimi di vita per pentirsi, nota la sua straordinaria bellezza deturpata nel volto da una ferita che gli ha spaccato un sopracciglio. Manfredi è un eroe, degno di ammirazione e di rispetto.
“Biondo era e bello e di gentile aspetto, ma l’un de’ cigli un colpo avea diviso…”
Coraggioso e sfortunato, muore combattendo valorosamente, nel 1266, nella battaglia di Benevento. Con lui tramonta l’impero svevo, ha inizio il regno degli Angioini.
Il pontefice scomunica Manfredi, Dante Alighieri lo salva. Lo pone nel Purgatorio, immaginando un pentimento in fin di vita. Con un colpo di penna, disintegra l’infallibilità papale.
Di fronte alla rivolta dei Vespri siciliani il poeta non ha dubbi. E’ la “mala signoria” degli Angioni a spingere Palermo a gridare “Mora, mora!” Aveva intuito la tragedia di un popolo sfruttato da regnanti senza scrupoli, impoverito nelle sue risorse ma capace di riscattarsi se offeso nella sua dignità. E’ successo in passato, può ripetersi in un futuro prossimo!
Dante consegna alla storia la sua condanna dei politici corrotti, con il prestigio dell’intellettuale che fa della letteratura uno strumento di lotta civile.

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/03/30/arte-di-annacarsi-roberto-alajmo/comment-page-5/#comment-107090 Massimo Maugeri Sat, 10 Apr 2010 10:41:06 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1864#comment-107090 @ Mela Mondì Cara Mela, grazie mille per il tuo intervento. E complimenti per il tuo romanzo "Alla corte del nonno masticando liquirizia" (Edizioni Agemina Firenze), di cui parlerò su <em>libri segnalati speciali</em>. @ Mela Mondì
Cara Mela,
grazie mille per il tuo intervento. E complimenti per il tuo romanzo “Alla corte del nonno masticando liquirizia” (Edizioni Agemina Firenze), di cui parlerò su libri segnalati speciali.

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Di: Mela Mondi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/03/30/arte-di-annacarsi-roberto-alajmo/comment-page-5/#comment-106942 Mela Mondi Thu, 08 Apr 2010 23:23:18 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1864#comment-106942 Per spiegarsi l'arte di "annacarsi" del siciliano ,così come per spiegarsi atteggiamenti comportamenti, progetti, metafore nostre, io che da cinquanta anni sono appassionata della "vita" di Sicilia(non dico storia ,perchè la storia è passato, in Sicilia la storia è la stessa vita , un soffio che parte dalle origini e ingloba tutto e tutti in un infinito presente) di solito per capirmi e per capire scindo gli eventi "in prima e dopo il Vespro" Può sembrare banale ma, credimi Alaimo, questa frontiera storica segna un confine tra un prima ed un dopo ed è peggio dell'ex muro di Berlino. Non che il Vespro abbia modificato la identità del siciliano, ma l'ha messa in luce. La ribellione all'angioino è diventata nel tempo l'habitus della sicilianitudine. La rivolta del 1282 in Sicilia ha fatto si che cambiasse il padrone , ma non ha inciso sul comportamento personale- sociale che da una parte è rimasto timido e paziente dall'altro si è fatto, non coraggioso, ma arrogante( un suddito ha avuto il coraggio di uccidere un dominatore!) costituendo la piattaforma su cui poi si sono potuti solidificare i comportamenti mafiosi. La rovina della Sicilia è stata la vittoria dei siciliani su "Droetto". Questa vittoria ha dato fiato al maschilismo narcisista che è il modello a cui si ispira il comportamento mafioso con le relative conseguenze.Così succede che qui nella nostra stupenda Trinacria ognuno deve stare al suo posto perchè da un lato ci devono stare i soprusi e dall'altro le umiliazioni. Anche se il fenomeno richiederebbe pagine di indagini ed esplicitazioni, da questo breve accenno si rende evidente che questa nostra è un'Isola lacerata, dove ognuno va come i cavalli di Ercole, verso parti opposte evitando la corsa per non incorrere nello trappo. Va.... "annacandosi". La Sicilia resta sempre una piccola Grecia e come tale non sa muoversi se non nel mondo degli dei, tra la poesia di Pindaro e la caverna di Platone per cui "annacarsi" non è un modo di temporeggiare ma è la nostra stessa natura più intima, il nostro "essere", ed essere la Grecia. Fuori da questa luce-ombra in cui il siciliano è sempre vissuto la sua identità diventa un quid senza forma ed il nascere ed il morire diventano o miracoli o eventi assurdi. Il siciliano porta con sè il dolore del proprio tempo. I tempi cambiano,ma il dolore resta sempre lo stesso e quando c'è il dolore non si può correre, allora ci si muove "annacandosi". Per spiegarsi l’arte di “annacarsi” del siciliano ,così come per spiegarsi atteggiamenti comportamenti, progetti, metafore nostre, io che da cinquanta anni sono appassionata della “vita” di Sicilia(non dico storia ,perchè la storia è passato, in Sicilia la storia è la stessa vita , un soffio che parte dalle origini e ingloba tutto e tutti in un infinito presente) di solito per capirmi e per capire scindo gli eventi “in prima e dopo il Vespro”
Può sembrare banale ma, credimi Alaimo, questa frontiera storica segna un confine tra un prima ed un dopo ed è peggio dell’ex muro di Berlino. Non che il Vespro abbia modificato la identità del siciliano, ma l’ha messa in luce. La ribellione all’angioino è diventata nel tempo l’habitus della sicilianitudine.
La rivolta del 1282 in Sicilia ha fatto si che cambiasse il padrone , ma non ha inciso sul comportamento personale- sociale che da una parte è rimasto timido e paziente dall’altro si è fatto, non coraggioso, ma arrogante( un suddito ha avuto il coraggio di uccidere un dominatore!) costituendo la piattaforma su cui poi si sono potuti solidificare i comportamenti mafiosi.
La rovina della Sicilia è stata la vittoria dei siciliani su “Droetto”.
Questa vittoria ha dato fiato al maschilismo narcisista che è il modello a cui si ispira il comportamento mafioso con le relative conseguenze.Così succede che qui nella nostra stupenda Trinacria ognuno deve stare al suo posto perchè da un lato ci devono stare i soprusi e dall’altro le umiliazioni.
Anche se il fenomeno richiederebbe pagine di indagini ed esplicitazioni, da questo breve accenno si rende evidente che questa nostra è un’Isola lacerata, dove ognuno va come i cavalli di Ercole, verso parti opposte evitando la corsa per non incorrere nello trappo. Va…. “annacandosi”.
La Sicilia resta sempre una piccola Grecia e come tale non sa muoversi se non nel mondo degli dei, tra la poesia di Pindaro e la caverna di Platone per cui “annacarsi” non è un modo di temporeggiare ma è la nostra stessa natura più intima, il nostro “essere”, ed essere la Grecia.
Fuori da questa luce-ombra in cui il siciliano è sempre vissuto la sua identità diventa un quid senza forma ed il nascere ed il morire diventano o miracoli o eventi assurdi.
Il siciliano porta con sè il dolore del proprio tempo. I tempi cambiano,ma il dolore resta sempre lo stesso e quando c’è il dolore non si può correre, allora ci si muove “annacandosi”.

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Di: roberto alajmo http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/03/30/arte-di-annacarsi-roberto-alajmo/comment-page-5/#comment-106765 roberto alajmo Thu, 08 Apr 2010 04:39:42 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1864#comment-106765 Mi posso ricollegare soltanto ora, e chiedo scusa per la mancanza di tempo che mi impedisce di rispondere a tutte le sollecitazioni, alcune veramente stimolanti. A margine del ritratto del Mandralisca e delle sue somiglianze, segnalo una cosa che dal libro è rimasta fuori. Avete mai visto una foto dello scrittore Antonio Castelli, cefaludese d'adozione? Identico. Mi posso ricollegare soltanto ora, e chiedo scusa per la mancanza di tempo che mi impedisce di rispondere a tutte le sollecitazioni, alcune veramente stimolanti.
A margine del ritratto del Mandralisca e delle sue somiglianze, segnalo una cosa che dal libro è rimasta fuori. Avete mai visto una foto dello scrittore Antonio Castelli, cefaludese d’adozione?
Identico.

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/03/30/arte-di-annacarsi-roberto-alajmo/comment-page-5/#comment-106705 Massimo Maugeri Wed, 07 Apr 2010 20:58:32 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1864#comment-106705 @ Gaetano In effetti “La sirena” di Tomasi di Lampedusa è un racconto, forse, un po' trascurato. Contribuisco a renderlo un po' più noto segnalando questo link: http://www.repubblicaletteraria.it/TomasiLampedusa_Lighea.html @ Gaetano
In effetti “La sirena” di Tomasi di Lampedusa è un racconto, forse, un po’ trascurato.
Contribuisco a renderlo un po’ più noto segnalando questo link:
http://www.repubblicaletteraria.it/TomasiLampedusa_Lighea.html

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/03/30/arte-di-annacarsi-roberto-alajmo/comment-page-5/#comment-106704 Massimo Maugeri Wed, 07 Apr 2010 20:57:24 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1864#comment-106704 Un saluto a Emilio Sarli. Un ringraziamento a Leda Melluso per il bel contributo... e a Salvo e Gaetano per i loro nuovi interventi. Un saluto a Emilio Sarli.
Un ringraziamento a Leda Melluso per il bel contributo… e a Salvo e Gaetano per i loro nuovi interventi.

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Di: Subhaga Gaetano Failla http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/03/30/arte-di-annacarsi-roberto-alajmo/comment-page-5/#comment-106700 Subhaga Gaetano Failla Wed, 07 Apr 2010 20:18:27 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1864#comment-106700 Spero di leggere al più presto "L'arte di annacarsi. Un viaggio in Sicilia". Un libro che mi attrae davvero tanto. * Lascio un mio piccolo contributo riportando il noto brano di Manlio Sgalambro "Teoria della Sicilia" (recitato dallo stesso Sgalambro con musiche di Battiato). Mi piacerebbe leggere (anche) l'opinione di Roberto Alajmo relativa a questo brano. Ringrazio di cuore Massimo Maugeri, Roberto Alajmo e Simona Lo Iacono, e tutti gli intervenuti. E auguro tanta buona fortuna a "L'arte di annacarsi. Un viaggio in Sicilia". Ecco il testo di Manlio Sgalambro: * "Là dove domina l’elemento insulare è impossibile salvarsi. Ogni isola attende impaziente di inabissarsi. Una teoria dell’isola è segnata da questa certezza. Un’isola può sempre sparire. Entità talattica, essa si sorregge sui flutti, sull’instabile. Per ogni isola vale la metafora della nave: vi incombe il naufragio. Il sentimento insulare è un oscuro impulso verso l’estinzione. L’angoscia dello stare in un’isola come modo di vivere rivela l’impossibilità di sfuggirvi come sentimento primordiale. La volontà di sparire è l’essenza esoterica della Sicilia. Poiché ogni isolano non avrebbe voluto nascere, egli vive come chi non vorrebbe vivere: la storia gli passa accanto con i suoi odiosi rumori ma dietro il tumulto dell’apparenza si cela una quiete profonda. Vanità delle vanità è ogni storia. La presenza della catastrofe nell’anima siciliana si esprime nei suoi ideali vegetali, nel suo taedium storico, fattispecie del nirvana. La Sicilia esiste solo come fenomeno estetico. Solo nel momento felice dell’arte quest’isola è vera." * P.S. Ad un mio sguardo rapido, mi pare che non sia stato qui citato un racconto sulla Sicilia tra i più belli di tutta la letteratura italiana: "La sirena" di Tomasi di Lampedusa. Spero di leggere al più presto “L’arte di annacarsi. Un viaggio in Sicilia”.
Un libro che mi attrae davvero tanto.
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Lascio un mio piccolo contributo riportando il noto brano di Manlio Sgalambro “Teoria della Sicilia” (recitato dallo stesso Sgalambro con musiche di Battiato). Mi piacerebbe leggere (anche) l’opinione di Roberto Alajmo relativa a questo brano.
Ringrazio di cuore Massimo Maugeri, Roberto Alajmo e Simona Lo Iacono, e tutti gli intervenuti. E auguro tanta buona fortuna a “L’arte di annacarsi. Un viaggio in Sicilia”.
Ecco il testo di Manlio Sgalambro:
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“Là dove domina l’elemento insulare è impossibile salvarsi. Ogni isola attende impaziente di inabissarsi. Una teoria dell’isola è segnata da questa certezza. Un’isola può sempre sparire. Entità talattica, essa si sorregge sui flutti, sull’instabile. Per ogni isola vale la metafora della nave: vi incombe il naufragio. Il sentimento insulare è un oscuro impulso verso l’estinzione. L’angoscia dello stare in un’isola come modo di vivere rivela l’impossibilità di sfuggirvi come sentimento primordiale. La volontà di sparire è l’essenza esoterica della Sicilia. Poiché ogni isolano non avrebbe voluto nascere, egli vive come chi non vorrebbe vivere: la storia gli passa accanto con i suoi odiosi rumori ma dietro il tumulto dell’apparenza si cela una quiete profonda. Vanità delle vanità è ogni storia. La presenza della catastrofe nell’anima siciliana si esprime nei suoi ideali vegetali, nel suo taedium storico, fattispecie del nirvana. La Sicilia esiste solo come fenomeno estetico. Solo nel momento felice dell’arte quest’isola è vera.”
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P.S.
Ad un mio sguardo rapido, mi pare che non sia stato qui citato un racconto sulla Sicilia tra i più belli di tutta la letteratura italiana: “La sirena” di Tomasi di Lampedusa.

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Di: Salvo Zappulla http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/03/30/arte-di-annacarsi-roberto-alajmo/comment-page-5/#comment-106688 Salvo Zappulla Wed, 07 Apr 2010 17:40:37 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1864#comment-106688 @Leda Melluso. Mi è piaciuto molto il suo intervento. In un sol colpo spazza via immagini stereotipate e sentenze risalenti al secolo scorso. Il mondo si evolve e la Sicilia anche e quanto affermato da Pirandello, Tomasi di Lampedusa, Sciascia e altri illustri intellettuali sa di stantìo. Manlio Sgalambro, a un giornalista che gli chiedeva che differenza ci fosse tra la sua generazione e quella di oggi, ebbe a rispondere: "Quando ero giovane io aspettavo l'alba per alzarmi e andare a lavorare. I giovani di oggi aspettano l'alba per rientrare dalle discoteche e andare a dormire". I mezzi di comunicazione massificano tutto, annullano le distanze, limano gli ancoraggi legati alle tradizioni. Oggi un problema più imminente è riuscire a fare integrare gli extracomunitari con la popolazione locale. Tuttavia rimango scettico sulla Sicilia energica e combattiva. Le intelligenze non mancano, i giovani di oggi hanno la possibilità di studiare, essere più eruditi dei loro predecessori e quindi consapevoli di quanto li circonda, ma se si continua a tenere in ginocchio l'economia, se non si dà una sterzata netta in questo senso, sarà sempre una minoranza ininfluente a ribellarsi, i più preferiranno sottostare, rendersi complici di questo sistema perverso per trarne benefici personali. Guarda caso in Sicilia e in buona parte del meridione la gente vota per i partiti che stanno al Governo, vota per il più forte, come se da loro tutto andasse bene e intendessero manifestare il loro consenso, l'approvazione a lasciare le cose come stanno. In realtà quei voti esprimono sudditanza, rassegnazione, incapacità di ribellarsi, se non connivenza. @Leda Melluso. Mi è piaciuto molto il suo intervento. In un sol colpo spazza via immagini stereotipate e sentenze risalenti al secolo scorso. Il mondo si evolve e la Sicilia anche e quanto affermato da Pirandello, Tomasi di Lampedusa, Sciascia e altri illustri intellettuali sa di stantìo. Manlio Sgalambro, a un giornalista che gli chiedeva che differenza ci fosse tra la sua generazione e quella di oggi, ebbe a rispondere: “Quando ero giovane io aspettavo l’alba per alzarmi e andare a lavorare. I giovani di oggi aspettano l’alba per rientrare dalle discoteche e andare a dormire”. I mezzi di comunicazione massificano tutto, annullano le distanze, limano gli ancoraggi legati alle tradizioni. Oggi un problema più imminente è riuscire a fare integrare gli extracomunitari con la popolazione locale. Tuttavia rimango scettico sulla Sicilia energica e combattiva. Le intelligenze non mancano, i giovani di oggi hanno la possibilità di studiare, essere più eruditi dei loro predecessori e quindi consapevoli di quanto li circonda, ma se si continua a tenere in ginocchio l’economia, se non si dà una sterzata netta in questo senso, sarà sempre una minoranza ininfluente a ribellarsi, i più preferiranno sottostare, rendersi complici di questo sistema perverso per trarne benefici personali. Guarda caso in Sicilia e in buona parte del meridione la gente vota per i partiti che stanno al Governo, vota per il più forte, come se da loro tutto andasse bene e intendessero manifestare il loro consenso, l’approvazione a lasciare le cose come stanno. In realtà quei voti esprimono sudditanza, rassegnazione, incapacità di ribellarsi, se non connivenza.

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Di: Leda Melluso http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/03/30/arte-di-annacarsi-roberto-alajmo/comment-page-5/#comment-106644 Leda Melluso Wed, 07 Apr 2010 13:58:53 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1864#comment-106644 Non ho ancora letto “L’arte di annacarsi” di Roberto Alajmo ma lo farò al più presto. Nel frattempo vorrei partecipare al dibattito sui siciliani. Sono davvero come li descrivono gli scrittori di un tempo o sono cambiati? Che aria si respira nell’isola? Parlando di Verga, Pirandello dice che “i siciliani, quasi tutti, hanno un’istintiva paura della vita, per cui si chiudono in sé, appartati, contenti del poco, purché dia loro sicurezza…è il mare che li isola, cioè che li taglia fuori e li fa soli…” Tomasi di Lampedusa osserva che “i siciliani non vorranno mai migliorare per la semplice ragione che credono di essere perfetti; la loro vanità è più forte della loro miseria”. Ne viene fuori un quadro desolante, una condanna in eterno ad una condizione di isolamento senza possibilità di riscatto. Un fatalismo che non lascia spazio alla speranza Sciascia non è più ottimista. Con lucidità nota che il marcio della Sicilia si sta estendendo in tutta Italia come un male incurabile: “ gli scienziati dicono che la linea della palma, cioè il clima che è propizio alla vegetazione della palma, viene su, verso il nord, di cinquecento metri, mi pare, ogni anno…La linea della palma … Io invece dico: la linea del caffè ristretto, del caffè concentrato…E sale come l’ago di mercurio di un termometro, questa linea della palma, del caffè forte, degli scandali su su per l’Italia, ed è già oltre Roma…” In sintesi, sono i siciliani ad avere esportato mafia e corruzione sicilianizzando il resto d’Italia. La palma avanza, corrompe, distrugge. Vero! Ma, come afferma Bufalino, “è altrettanto vero che la ‘ linea degli abeti’ , se vogliamo così chiamarla, cala sempre più verso il Sud….La Sicilia insomma invade ma è invasa. Passerà poco ( mesi, anni) e sarà impossibile distinguere una coppia di ragazzi che passeggia per un viale del parco di Monza da un’altra che balla allacciata in una discoteca di Canicattì. E’ un processo di omologazione reciproca, che produce una perdita di identità, ma, in compenso, regala più di un vantaggio”. Chi vive in Sicilia, chi, come me, è stata per tanti anni a contatto con le nuove generazioni non può non accorgersi che tutto è cambiato e continua a cambiare con la velocità dell’età moderna. La Sicilia piagnona non esiste più o almeno sta scomparendo! Anche gli scrittori raccontano l’isola in maniera diversa: non più mafia e solo mafia ma la rievocazione del passato, delle tradizioni, dei cibi e poi il giallo dal sapore tipicamente isolano che incanta sempre. Grazie ai nuovi mezzi di comunicazione, internet soprattutto, i giovani parlano lo stesso linguaggio, si vestono allo stesso modo, hanno le stesse aspirazioni. C’è una Sicilia attiva, energica, combattiva, capace di indignarsi di fronte alla corruzione e all’incapacità dei politici, una Sicilia che prima o poi mostrerà la sua grinta. Una Sicilia di giovani costretti ad emigrare ma con la segreta speranza di ritornare per costruire una terra migliore. Una Sicilia che dice di no al pizzo - cosa un tempo impensabile! Una Sicilia dai lenzuoli bianchi che crede nella profezia di Giovanni Falcone: “la mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e avrà quindi anche una fine”. Non ho ancora letto “L’arte di annacarsi” di Roberto Alajmo ma lo farò al più presto. Nel frattempo vorrei partecipare al dibattito sui siciliani. Sono davvero come li descrivono gli scrittori di un tempo o sono cambiati? Che aria si respira nell’isola?
Parlando di Verga, Pirandello dice che “i siciliani, quasi tutti, hanno un’istintiva paura della vita, per cui si chiudono in sé, appartati, contenti del poco, purché dia loro sicurezza…è il mare che li isola, cioè che li taglia fuori e li fa soli…”
Tomasi di Lampedusa osserva che “i siciliani non vorranno mai migliorare per la semplice ragione che credono di essere perfetti; la loro vanità è più forte della loro miseria”. Ne viene fuori un quadro desolante, una condanna in eterno ad una condizione di isolamento senza possibilità di riscatto. Un fatalismo che non lascia spazio alla speranza
Sciascia non è più ottimista. Con lucidità nota che il marcio della Sicilia si sta estendendo in tutta Italia come un male incurabile: “ gli scienziati dicono che la linea della palma, cioè il clima che è propizio alla vegetazione della palma, viene su, verso il nord, di cinquecento metri, mi pare, ogni anno…La linea della palma … Io invece dico: la linea del caffè ristretto, del caffè concentrato…E sale come l’ago di mercurio di un termometro, questa linea della palma, del caffè forte, degli scandali su su per l’Italia, ed è già oltre Roma…”
In sintesi, sono i siciliani ad avere esportato mafia e corruzione sicilianizzando il resto d’Italia. La palma avanza, corrompe, distrugge. Vero! Ma, come afferma Bufalino, “è altrettanto vero che la ‘ linea degli abeti’ , se vogliamo così chiamarla, cala sempre più verso il Sud….La Sicilia insomma invade ma è invasa. Passerà poco ( mesi, anni) e sarà impossibile distinguere una coppia di ragazzi che passeggia per un viale del parco di Monza da un’altra che balla allacciata in una discoteca di Canicattì. E’ un processo di omologazione reciproca, che produce una perdita di identità, ma, in compenso, regala più di un vantaggio”.
Chi vive in Sicilia, chi, come me, è stata per tanti anni a contatto con le nuove generazioni non può non accorgersi che tutto è cambiato e continua a cambiare con la velocità dell’età moderna.
La Sicilia piagnona non esiste più o almeno sta scomparendo! Anche gli scrittori raccontano l’isola in maniera diversa: non più mafia e solo mafia ma la rievocazione del passato, delle tradizioni, dei cibi e poi il giallo dal sapore tipicamente isolano che incanta sempre.
Grazie ai nuovi mezzi di comunicazione, internet soprattutto, i giovani parlano lo stesso linguaggio, si vestono allo stesso modo, hanno le stesse aspirazioni. C’è una Sicilia attiva, energica, combattiva, capace di indignarsi di fronte alla corruzione e all’incapacità dei politici, una Sicilia che prima o poi mostrerà la sua grinta. Una Sicilia di giovani costretti ad emigrare ma con la segreta speranza di ritornare per costruire una terra migliore. Una Sicilia che dice di no al pizzo – cosa un tempo impensabile! Una Sicilia dai lenzuoli bianchi che crede nella profezia di Giovanni Falcone: “la mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e avrà quindi anche una fine”.

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Di: emilio sarli http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/03/30/arte-di-annacarsi-roberto-alajmo/comment-page-5/#comment-106599 emilio sarli Wed, 07 Apr 2010 07:34:23 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1864#comment-106599 Grazie Simona per il pensiero di Sciascia, uno degli scrittori che apprezzo in modo particolare, essendo la sua letteratura mai fine a sé stessa o inutile virtuosismo, ma forma di testimonianza ed impegno civile. Con il suo linguaggio sempre così asciutto ed essenziale, giunge alla serafica conclusione: . Bellissima davvero! Quanto al post di Viviana, sono d'accordo che la autoironia aiuta sempre, specie nei momenti di sfavore. Ritengo che sia un tratto delle persone intelligenti, di quelle che non si prendono troppo sul serio. Buona giornata a tutti. Grazie Simona per il pensiero di Sciascia, uno degli scrittori che apprezzo in modo particolare, essendo la sua letteratura mai fine a sé stessa o inutile virtuosismo, ma forma di testimonianza ed impegno civile. Con il suo linguaggio sempre così asciutto ed essenziale, giunge alla serafica conclusione: . Bellissima davvero!
Quanto al post di Viviana, sono d’accordo che la autoironia aiuta sempre, specie nei momenti di sfavore. Ritengo che sia un tratto delle persone intelligenti, di quelle che non si prendono troppo sul serio. Buona giornata a tutti.

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/03/30/arte-di-annacarsi-roberto-alajmo/comment-page-5/#comment-106566 Massimo Maugeri Tue, 06 Apr 2010 21:51:06 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1864#comment-106566 Con il sorriso dell’ignoto marinaio, auguro a tutti voi una serena notte. Con il sorriso dell’ignoto marinaio, auguro a tutti voi una serena notte.

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/03/30/arte-di-annacarsi-roberto-alajmo/comment-page-5/#comment-106556 Massimo Maugeri Tue, 06 Apr 2010 20:48:56 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1864#comment-106556 Vi comunico che sabato 17 aprile 2010, a partire dalle ore 18.00 - presso il Centro Fieristico "Le Ciminiere" Viale Africa - Catania - (Sala E 1), sarà presentato il libro di Roberto Alajmo oggetto di questa discussione: "L'arte di annacarsi. Un viaggio in Sicilia" - (Laterza) Sarà presente l'autore. Introdurrà il prof. Tino Vittorio. I siciliani della costa Est (e non solo) sono invitati a partecipare. Vi comunico che sabato 17 aprile 2010, a partire dalle ore 18.00 – presso il Centro Fieristico “Le Ciminiere” Viale Africa – Catania – (Sala E 1), sarà presentato il libro di Roberto Alajmo oggetto di questa discussione: “L’arte di annacarsi. Un viaggio in Sicilia” – (Laterza)
Sarà presente l’autore.
Introdurrà il prof. Tino Vittorio.
I siciliani della costa Est (e non solo) sono invitati a partecipare.

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/03/30/arte-di-annacarsi-roberto-alajmo/comment-page-5/#comment-106555 Massimo Maugeri Tue, 06 Apr 2010 20:46:21 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1864#comment-106555 Ne approfitto per ringraziarvi per i nuovi commenti. Ne approfitto per ringraziarvi per i nuovi commenti.

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/03/30/arte-di-annacarsi-roberto-alajmo/comment-page-5/#comment-106554 Massimo Maugeri Tue, 06 Apr 2010 20:11:31 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1864#comment-106554 Cari amici, vi scrivo - innanzitutto - per scusarmi. Per un problema tecnico, non dipendente dalla mia volontà, la puntata radio di stasera ("Letteratitudine in Fm") non può andare in onda. L'incontro radio con Roberto Alajmo è dunque rinviato alla prossima settimana. Mi scuso con Roberto e con tutti coloro che fossero collegati in Fm (o connessi in streaming via Internet) in attesa della trasmissione. Abbiate pazienza... Cari amici,
vi scrivo – innanzitutto – per scusarmi.
Per un problema tecnico, non dipendente dalla mia volontà, la puntata radio di stasera (“Letteratitudine in Fm”) non può andare in onda.
L’incontro radio con Roberto Alajmo è dunque rinviato alla prossima settimana.
Mi scuso con Roberto e con tutti coloro che fossero collegati in Fm (o connessi in streaming via Internet) in attesa della trasmissione.
Abbiate pazienza…

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Di: simona lo iacono http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/03/30/arte-di-annacarsi-roberto-alajmo/comment-page-5/#comment-106543 simona lo iacono Tue, 06 Apr 2010 17:40:05 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1864#comment-106543 Carissimo Emilio, ecco la risposta di Leonardo Sciascia alle domande che suscita il sorriso dell'ignoto marinaio....Un abbraccio! ------- «A chi somiglia l’ignoto del Museo Mandralisca?» si chiede Leonardo Sciascia (Scritti d’arte, RCS Libri, 2000) «Al mafioso della campagna e a quello dei quartieri alti, al deputato che siede sui banchi della destra e a quello che siede sui banchi della sinistra, al contadino e al principe del foro; somiglia a chi scrive questa nota (ci è stato detto); e certamente assomiglia ad Antonello. E provatevi a stabilire la condizione sociale e la particolare umanità del personaggio. Impossibile. È un nobile o un plebeo? Un notaro o un contadino? Un pittore, un poeta, un sicario? Somiglia, ecco tutto». Carissimo Emilio,
ecco la risposta di Leonardo Sciascia alle domande che suscita il sorriso dell’ignoto marinaio….Un abbraccio!
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«A chi somiglia l’ignoto del Museo Mandralisca?» si chiede Leonardo Sciascia (Scritti d’arte, RCS Libri, 2000) «Al mafioso della campagna e a quello dei quartieri alti, al deputato che siede sui banchi della destra e a quello che siede sui banchi della sinistra, al contadino e al principe del foro; somiglia a chi scrive questa nota (ci è stato detto); e certamente assomiglia ad Antonello. E provatevi a stabilire la condizione sociale e la particolare umanità del personaggio. Impossibile. È un nobile o un plebeo? Un notaro o un contadino? Un pittore, un poeta, un sicario? Somiglia, ecco tutto».

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Di: Roberto Alajmo ospite della puntata odierna di "Letteratitudine in Fm" - Radio Hinterland http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/03/30/arte-di-annacarsi-roberto-alajmo/comment-page-5/#comment-106527 Roberto Alajmo ospite della puntata odierna di "Letteratitudine in Fm" - Radio Hinterland Tue, 06 Apr 2010 14:44:17 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1864#comment-106527 A partire dalle h. 21:20 circa, <b>Roberto Alajmo</b> sarà ospite di <b>Massimo Maugeri</b> nella puntata odierna di "Letteratitudine in Fm" - in onda su Radio Hinterland, Fm 94.600 MHz (nel territorio della provincia di Milano e oltre) e in streaming via internet da qui: http://www.radiohinterland.com/streaming/radiolimpia.asx - Per ulteriori informazioni: http://letteratitudine.blog.kataweb.it/letteratitudine-radio-hinterland/ http://www.radiohinterland.com/?q=node/4347 A partire dalle h. 21:20 circa, Roberto Alajmo sarà ospite di Massimo Maugeri nella puntata odierna di “Letteratitudine in Fm” – in onda su Radio Hinterland, Fm 94.600 MHz (nel territorio della provincia di Milano e oltre) e in streaming via internet da qui: http://www.radiohinterland.com/streaming/radiolimpia.asx
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Per ulteriori informazioni:
http://letteratitudine.blog.kataweb.it/letteratitudine-radio-hinterland/
http://www.radiohinterland.com/?q=node/4347

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Di: viviana http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/03/30/arte-di-annacarsi-roberto-alajmo/comment-page-5/#comment-106499 viviana Tue, 06 Apr 2010 09:57:21 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1864#comment-106499 gentile emilio, il sorriso che dice e non dice mi ricorda quello della gioconda. ma al di là delle battute, ritengo che il tratto ironico e autoironico sia sempre una risorsa che aiuta a vivere meglio. in ogni circostanza, ma soprattutto laddove esistono condizioni meno favorevoli che altrove. gentile emilio,
il sorriso che dice e non dice mi ricorda quello della gioconda. ma al di là delle battute, ritengo che il tratto ironico e autoironico sia sempre una risorsa che aiuta a vivere meglio. in ogni circostanza, ma soprattutto laddove esistono condizioni meno favorevoli che altrove.

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Di: emilio sarli http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/03/30/arte-di-annacarsi-roberto-alajmo/comment-page-5/#comment-106478 emilio sarli Tue, 06 Apr 2010 08:27:19 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1864#comment-106478 Salve, a proposito del tratto ironico dei siciliani, cosa ne pensate del sorriso dell'ignoto marinaio? Mi è capitato di recente di visitare il dipinto di Antonello da Messina presso la Fondazione Mandralisca di Cefalù: effettivamente colpisce quel sorriso che dice e non dice. Attonito, beffardo, distaccato, enigmatico, pungente; forse rispecchia qualcuna delle caratteristiche dei siciliani, specie la finezza e l'ironia. Mi piace la definizione che ne dà il Consolo (Il sorriso dell'ignoto marinaio): Salve, a proposito del tratto ironico dei siciliani, cosa ne pensate del sorriso dell’ignoto marinaio? Mi è capitato di recente di visitare il dipinto di Antonello da Messina presso la Fondazione Mandralisca di Cefalù: effettivamente colpisce quel sorriso che dice e non dice. Attonito, beffardo, distaccato, enigmatico, pungente; forse rispecchia qualcuna delle caratteristiche dei siciliani, specie la finezza e l’ironia. Mi piace la definizione che ne dà il Consolo (Il sorriso dell’ignoto marinaio):

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Di: claudia crivellaro http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/03/30/arte-di-annacarsi-roberto-alajmo/comment-page-5/#comment-106287 claudia crivellaro Sun, 04 Apr 2010 11:23:44 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1864#comment-106287 FINALMENTE... caro Roberto, non immagini da quanto tempo cercavo questo termine. Come sai, ne abbiamo parlato forse al telefono la scorsa estate, da emiliana pura ho lavorato due anni nella tua Palermo, e mi chiedevo come facessero le persone con cui dovevo collaborare a portare avanti i loro compiti, facendo sì che poi ci si ritrovava sempre più indietro... ora lo so: ANNACAVANO!!! FINALMENTE…
caro Roberto, non immagini da quanto tempo cercavo questo termine.
Come sai, ne abbiamo parlato forse al telefono la scorsa estate, da emiliana pura ho lavorato due anni nella tua Palermo, e mi chiedevo come facessero le persone con cui dovevo collaborare a portare avanti i loro compiti, facendo sì che poi ci si ritrovava sempre più indietro…
ora lo so: ANNACAVANO!!!

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Di: laura triscali http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/03/30/arte-di-annacarsi-roberto-alajmo/comment-page-4/#comment-106278 laura triscali Sun, 04 Apr 2010 07:58:30 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1864#comment-106278 complimenti a Roberto Alajmo. ho appena finito di leggere questo suo ottimo libro. auguri di buona Pasqua. complimenti a Roberto Alajmo. ho appena finito di leggere questo suo ottimo libro.
auguri di buona Pasqua.

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Di: Giometrico http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/03/30/arte-di-annacarsi-roberto-alajmo/comment-page-4/#comment-106277 Giometrico Sun, 04 Apr 2010 07:08:46 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1864#comment-106277 Augh, salomonico Andrea. Condivido la tua credenza sulla residenza della verità, se si parla di verità assolute e se pensiamo che anche un orologio fermo ha ragione due volte al giorno. Ma qui si parla dell'annacata sicula e del carattere e della mafia e dell'indolenza e della insofferenza alle leggi e di disperazione e di emigrazione e di mancanza di speranze che non siano quelle di andare a lavorare al nord de "la megghiu gioventù cu la valiggia". Caratteristiche irredimibili che sembrano permeare lombrosianamente l'essenza stessa dell'essere meridionale e siculo. Caratteristiche che hanno inchiodato ai nostri sensi di colpa. Cercare di comprendere se l'immobilismo sacrale dell'ufficialità risorgimentale sia un romanzetto strappalacrime costruito a tavolino per nascondere una sporca guerra di conquista è, allora, un dovere di quel nostro essere ed un diritto di chi ha dato la vita per difendere quello stato? Dovere che, alla ricerca di verità, avesse lo scopo di ridare dignità ad un popolo "cornuto e mazziato"? Dubitarne si può, ma discuterne si deve. Sempre e comunque, alla faccia di quel disgraziato di Garibaldi. Augh, salomonico Andrea.
Condivido la tua credenza sulla residenza della verità, se si parla di verità assolute e se pensiamo che anche un orologio fermo ha ragione due volte al giorno.
Ma qui si parla dell’annacata sicula e del carattere e della mafia e dell’indolenza e della insofferenza alle leggi e di disperazione e di emigrazione e di mancanza di speranze che non siano quelle di andare a lavorare al nord de “la megghiu gioventù cu la valiggia”.
Caratteristiche irredimibili che sembrano permeare lombrosianamente l’essenza stessa dell’essere meridionale e siculo.
Caratteristiche che hanno inchiodato ai nostri sensi di colpa.
Cercare di comprendere se l’immobilismo sacrale dell’ufficialità risorgimentale sia un romanzetto strappalacrime costruito a tavolino per nascondere una sporca guerra di conquista è, allora, un dovere di quel nostro essere ed un diritto di chi ha dato la vita per difendere quello stato?
Dovere che, alla ricerca di verità, avesse lo scopo di ridare dignità ad un popolo “cornuto e mazziato”?
Dubitarne si può, ma discuterne si deve.
Sempre e comunque, alla faccia di quel disgraziato di Garibaldi.

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Di: Andrea F. http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/03/30/arte-di-annacarsi-roberto-alajmo/comment-page-4/#comment-106229 Andrea F. Sat, 03 Apr 2010 22:05:46 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1864#comment-106229 Egregi Giometrico e Fai, non per voler essere salomonico, ma credo che la verità, come spesso accade, stia nel mezzo. Egregi Giometrico e Fai,
non per voler essere salomonico, ma credo che la verità, come spesso accade, stia nel mezzo.

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Di: Giometrico http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/03/30/arte-di-annacarsi-roberto-alajmo/comment-page-4/#comment-106226 Giometrico Sat, 03 Apr 2010 21:48:27 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1864#comment-106226 E dove stanno, le sciabolate rifilate al "povero generale"? Io ho solo citato un Settembrini, savojardo doc, e lo stesso generale. Certo, così come una rondine non fa primavera, un paio di stringatissime esternazioni non possono riscrivere la storia. Cheppoi, se ci aggiungiamo pareri di autorevolissimi storici meridionali, come Rosario Romeo, che sostengono la ineluttabilità del sacrificio del sud, appare evidente quanto infondate possano ritenersi le teorie revisioniste. Epperò, se di fatti bisogna parlare, parliamone. Perchè per decenni si è negata l'esistenza degli eccidi delle foibe, eppure ancora adesso siamo lì, a recuperare poveri resti. Ebbene, erano, le Duesicilie, più ricche di tutti gli altri stati messi insieme? E come conciliare la "risorgimentale" certezza che la miriade di primati borbonici fossero pure illusioni, con il piazzamento al secondo posto (dopo Inghilterra e Francia) alla esposizione universale di Parigi del 1856? E qualcuno è andato ad ammirare il meraviglioso ponte sul Garigliano, che manco i tedeschi in fuga riuscirono a distruggere? E la famosa interpellanza di Angelo Manna è il frutto di uno sciocco revisionista? E la miriade di documenti, che saltano fuori ad ogni piè sospinto, è anch'essa una insulsa strumentalizzazione? E i lager dei Savoia, quanti prigionieri accolsero e quanti ne trucidarono? E perchè il brigantaggio pre unitario non esisteva, ed anzi esiste almeno un depliant di una agenzia di viaggi inglese che rende merito ai Borbone per aver reso sicure le strade del regno? Una chicca sull'eroe dei due mondi, infine, è stata pubblicata qualche mese fa su Panorama, e rivela l'esistenza di lettere nelle quali "il magnifico" chiede, al regno d'Italia che gli fornisce le colf, che quelle colf rispettino dei precisi e ben definiti parametri fisici. Perchè è chiaro a tutti che una colf 90-60-90 lava, stira, spolvera e scopa mooolto meglio e con maggior soddisfazione di tutti. Eppoi (evvabbè, avevo detto infine, ma oramai che abballo...) come spiegare che prima dell'unità non esisteva emigrazione, ma il suo opposto? Claude Duvoisin, console svizzero, così si espresse qualche tempo addietro: “nel secolo precedente, il Meridione d’Italia rappresentò un vero e proprio eden per tanti Svizzeri, che vi emigrarono, spinti soprattutto da ragioni economiche, oltre che dalla bellezza dei luoghi e dalla qualità di vita. Luogo di principale attrazione: Napoli, verso cui, ad ondate, tanti Svizzeri, soprattutto Svizzeri tedeschi di tutte le estrazioni sociali emigrarono con diversi obiettivi personali. Verso la metà dell’Ottocento, nella capitale del Regno delle due Sicilie quella svizzera era tra le più numerose comunità estere”. Ecco, parliamone. Per cercare di dare una risposta alla madre di tutte le domande: dopo l'unità, la condizione del sud può dirsi migliorata? Io penso di no. Anzi, ne sono convinto. E ne era convinto anche Napoleone terzo, che scriveva a Vittorio Emanuele “I Borbone non commisero in cento anni , gli orrori e gli errori che hanno commesso gli agenti di sua maestà in un anno” Alla faccia di quel disgraziato di Garibaldi! E dove stanno, le sciabolate rifilate al “povero generale”?
Io ho solo citato un Settembrini, savojardo doc, e lo stesso generale.
Certo, così come una rondine non fa primavera, un paio di stringatissime esternazioni non possono riscrivere la storia.
Cheppoi, se ci aggiungiamo pareri di autorevolissimi storici meridionali, come Rosario Romeo, che sostengono la ineluttabilità del sacrificio del sud, appare evidente quanto infondate possano ritenersi le teorie revisioniste.
Epperò, se di fatti bisogna parlare, parliamone.
Perchè per decenni si è negata l’esistenza degli eccidi delle foibe, eppure ancora adesso siamo lì, a recuperare poveri resti.
Ebbene, erano, le Duesicilie, più ricche di tutti gli altri stati messi insieme?
E come conciliare la “risorgimentale” certezza che la miriade di primati borbonici fossero pure illusioni, con il piazzamento al secondo posto (dopo Inghilterra e Francia) alla esposizione universale di Parigi del 1856?
E qualcuno è andato ad ammirare il meraviglioso ponte sul Garigliano, che manco i tedeschi in fuga riuscirono a distruggere?
E la famosa interpellanza di Angelo Manna è il frutto di uno sciocco revisionista?
E la miriade di documenti, che saltano fuori ad ogni piè sospinto, è anch’essa una insulsa strumentalizzazione?
E i lager dei Savoia, quanti prigionieri accolsero e quanti ne trucidarono?
E perchè il brigantaggio pre unitario non esisteva, ed anzi esiste almeno un depliant di una agenzia di viaggi inglese che rende merito ai Borbone per aver reso sicure le strade del regno?
Una chicca sull’eroe dei due mondi, infine, è stata pubblicata qualche mese fa su Panorama, e rivela l’esistenza di lettere nelle quali “il magnifico” chiede, al regno d’Italia che gli fornisce le colf, che quelle colf rispettino dei precisi e ben definiti parametri fisici.
Perchè è chiaro a tutti che una colf 90-60-90 lava, stira, spolvera e scopa mooolto meglio e con maggior soddisfazione di tutti.
Eppoi (evvabbè, avevo detto infine, ma oramai che abballo…) come spiegare che prima dell’unità non esisteva emigrazione, ma il suo opposto?
Claude Duvoisin, console svizzero, così si espresse qualche tempo addietro:
“nel secolo precedente, il Meridione d’Italia rappresentò un vero e proprio eden per tanti Svizzeri, che vi emigrarono, spinti soprattutto da ragioni economiche, oltre che dalla bellezza dei luoghi e dalla qualità di vita. Luogo di principale attrazione: Napoli, verso cui, ad ondate, tanti Svizzeri, soprattutto Svizzeri tedeschi di tutte le estrazioni sociali emigrarono con diversi obiettivi personali. Verso la metà dell’Ottocento, nella capitale del Regno delle due Sicilie quella svizzera era tra le più numerose comunità estere”.
Ecco, parliamone.
Per cercare di dare una risposta alla madre di tutte le domande:
dopo l’unità, la condizione del sud può dirsi migliorata?
Io penso di no.
Anzi, ne sono convinto.
E ne era convinto anche Napoleone terzo, che scriveva a Vittorio Emanuele
“I Borbone non commisero in cento anni , gli orrori e gli errori che hanno commesso gli agenti di sua maestà in un anno”
Alla faccia di quel disgraziato di Garibaldi!

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Di: Rossella http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/03/30/arte-di-annacarsi-roberto-alajmo/comment-page-4/#comment-106225 Rossella Sat, 03 Apr 2010 21:45:59 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1864#comment-106225 Voglio rispondere all'intervento di Grazia sull'occupazione, il supermercato, la mafia, i ceeni storici di cui avete giustamente scritto. Non pensate che il mio sia un discorso antidemocratico nei confronti di classi di misera estrazione, ma in questa Sicilia così alla deriva la politica che viene "dal basso" è stata la causa primaria della sua rovina. Mi spiego meglio. Il sovvertimento dello stato feudale dove nobiltà ed aristocrazia si avvalevano di un sistema di vassallaggio composto da mezzadri operai contadini, è stato spazzato da una repubblica che in Sicilia ha mantenuto lo storico retaggio di "eterna provincia italiana" e dove gli stessi mezzadri operai contadini, pur di “contare qualcosa” o “essere qualcuno” in fretta, hanno comprato voti e incarichi avvalendosi dell’appoggio della mafia. Un potere forte, soprattutto economico, un sotterraneo giro di denaro riciclato, supermercati, loschi finanziamenti, commerci vari. Nessuna classe politica forte si è opposta all’avanzare di questo fenomeno, anzi, molti “signorotti” hanno collaborato con la loro inerzia e fiacchezza morale. Persino gli intellettuali se la sono fatta aal larga. Le famiglie “perbene” si sono salvate attraverso l’istruzione impartita ai figli, spesso emigrati da bravi professionisti in terre lontane, oppure sopravvissuti in loco natìo accettando compromessi nel ruolo di medici, avvocati, ingegneri e quant’altro li facesse restare in piedi. Non di rado l’usura ha operato come una falce su coloro che non hanno saputo reagire … Nell'IDENTIKIT DEL SICILIANO Massimo ha scritto che i siciliani sono invidiosi: è verissimo. Lo sono se i parenti del continente li visitano mostrando di aver raggiunto onestamente una buona posizione, lo sono nei confronti di chi li fa sentire inferiori, nei confronti dell‘aristocrazia di cui ne invidiano la mondanità, di dame perbene che chiamano puttane, di uomini superiori che chiamano cornuti, della cultura e dell’arte come segno evolutivo di civiltà. Non sto parlando della cultura in senso lato, ma della cultura come conoscenza delle cose e capacità concreta di gestione, dell’applicazione delle leggi, per fare le cose per bene bisogna sapere come farle. La classe poltica è rappresentata da questo elenco di mezzi uomini, ominicchi e quaquaraquà. In chi “vuol fare” o “vuol essere” senza averne le competenze necessarie , serpeggia un nefasto sentimento di distruzione nei confronti del prossimo, un inconscio desiderio di eliminare per paura di essere scoperti ed a loro volta eliminati. Il popolino, purtroppo, che non è il popolo, è soprattutto questo. Buona Pasqua Voglio rispondere all’intervento di Grazia sull’occupazione, il supermercato, la mafia, i ceeni storici di cui avete giustamente scritto.

Non pensate che il mio sia un discorso antidemocratico nei confronti di classi di misera estrazione, ma in questa Sicilia così alla deriva la politica che viene “dal basso” è stata la causa primaria della sua rovina. Mi spiego meglio.
Il sovvertimento dello stato feudale dove nobiltà ed aristocrazia si avvalevano di un sistema di vassallaggio composto da mezzadri operai contadini, è stato spazzato da una repubblica che in Sicilia ha mantenuto lo storico retaggio di “eterna provincia italiana” e dove gli stessi mezzadri operai contadini, pur di “contare qualcosa” o “essere qualcuno” in fretta, hanno comprato voti e incarichi avvalendosi dell’appoggio della mafia. Un potere forte, soprattutto economico, un sotterraneo giro di denaro riciclato, supermercati, loschi finanziamenti, commerci vari. Nessuna classe politica forte si è opposta all’avanzare di questo fenomeno, anzi, molti “signorotti” hanno collaborato con la loro inerzia e fiacchezza morale. Persino gli intellettuali se la sono fatta aal larga.
Le famiglie “perbene” si sono salvate attraverso l’istruzione impartita ai figli, spesso emigrati da bravi professionisti in terre lontane, oppure sopravvissuti in loco natìo accettando compromessi nel ruolo di medici, avvocati, ingegneri e quant’altro li facesse restare in piedi. Non di rado l’usura ha operato come una falce su coloro che non hanno saputo reagire …
Nell’IDENTIKIT DEL SICILIANO Massimo ha scritto che i siciliani sono invidiosi: è verissimo. Lo sono se i parenti del continente li visitano mostrando di aver raggiunto onestamente una buona posizione, lo sono nei confronti di chi li fa sentire inferiori, nei confronti dell‘aristocrazia di cui ne invidiano la mondanità, di dame perbene che chiamano puttane, di uomini superiori che chiamano cornuti, della cultura e dell’arte come segno evolutivo di civiltà. Non sto parlando della cultura in senso lato, ma della cultura come conoscenza delle cose e capacità concreta di gestione, dell’applicazione delle leggi, per fare le cose per bene bisogna sapere come farle. La classe poltica è rappresentata da questo elenco di mezzi uomini, ominicchi e quaquaraquà.
In chi “vuol fare” o “vuol essere” senza averne le competenze necessarie , serpeggia un nefasto sentimento di distruzione nei confronti del prossimo, un inconscio desiderio di eliminare per paura di essere scoperti ed a loro volta eliminati. Il popolino, purtroppo, che non è il popolo, è soprattutto questo.
Buona Pasqua

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/03/30/arte-di-annacarsi-roberto-alajmo/comment-page-4/#comment-106211 Massimo Maugeri Sat, 03 Apr 2010 20:40:29 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1864#comment-106211 A tutti voi e ai vostri cari, i migliori auguri di una serena Pasqua. Credo che difficilmente domani e dopodomani potrò connettermi. Mi raccomando... fate i bravi, eh! (Nessun riferimento, però, ai bravi de "I promessi sposi"). ;) A tutti voi e ai vostri cari, i migliori auguri di una serena Pasqua.
Credo che difficilmente domani e dopodomani potrò connettermi.
Mi raccomando… fate i bravi, eh!
(Nessun riferimento, però, ai bravi de “I promessi sposi”). ;)

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/03/30/arte-di-annacarsi-roberto-alajmo/comment-page-4/#comment-106208 Massimo Maugeri Sat, 03 Apr 2010 20:35:01 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1864#comment-106208 @ Paolo Fai Caro Paolo, grazie anche a te per essere intervenuto nella discussione. E grazie anche per la precisazione sulla citazione di Cicerone... che era - in effetti - scorretta. Per espiare riporto l'intero brano, con il rischio di dover inserire questo post all'interno della rubrica "Babelit" (e chiedendo preventivamente scusa per eventuali refusi): http://letteratitudine.blog.kataweb.it/category/babelit/ ;) - <em>Nemo Agrigenti neque aetate tam adfecta neque viribus tam infirmis fuit qui non illa nocte eo nuntio excitatus surrexerit, telumque quod cuique fors offerebat arripuerit. Itaque brevi tempore ad fanum ex urbe tota concurritur. Horam amplius iam in demoliendo signo permulti homines moliebantur; illud interea nulla lababat ex parte, cum alii vectibus subiectis conarentur commovere, alii deligatum omnibus membris rapere ad se funibus. Ac repente Agrigentini concurrunt; fit magna lapidatio; dant sese in fugam istius praeclari imperatoris nocturni milites. Duo tamen sigilla perparvula tollunt, ne omnino inanes ad istum praedonem religionum revertantur. <b>Numquam tam male est Siculis quin aliquid facete et commode dicant</b>, velut in hac re aiebant in labores Herculis non minus hunc immanissimum verrem quam illum aprum Erymanthium referri oportere</em>. @ Paolo Fai
Caro Paolo, grazie anche a te per essere intervenuto nella discussione.
E grazie anche per la precisazione sulla citazione di Cicerone… che era – in effetti – scorretta.
Per espiare riporto l’intero brano, con il rischio di dover inserire questo post all’interno della rubrica “Babelit” (e chiedendo preventivamente scusa per eventuali refusi): http://letteratitudine.blog.kataweb.it/category/babelit/
;)

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Nemo Agrigenti neque aetate tam adfecta neque viribus tam infirmis fuit qui non illa nocte eo nuntio excitatus surrexerit, telumque quod cuique fors offerebat arripuerit. Itaque brevi tempore ad fanum ex urbe tota concurritur. Horam amplius iam in demoliendo signo permulti homines moliebantur; illud interea nulla lababat ex parte, cum alii vectibus subiectis conarentur commovere, alii deligatum omnibus membris rapere ad se funibus. Ac repente Agrigentini concurrunt; fit magna lapidatio; dant sese in fugam istius praeclari imperatoris nocturni milites. Duo tamen sigilla perparvula tollunt, ne omnino inanes ad istum praedonem religionum revertantur. Numquam tam male est Siculis quin aliquid facete et commode dicant, velut in hac re aiebant in labores Herculis non minus hunc immanissimum verrem quam illum aprum Erymanthium referri oportere.

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/03/30/arte-di-annacarsi-roberto-alajmo/comment-page-4/#comment-106205 Massimo Maugeri Sat, 03 Apr 2010 20:26:19 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1864#comment-106205 @ Giometrico Mi dispiace per le tue sestine. Purtroppo il sistema wordpress elimina le interlinee, per questo - a volte - utilizzo i punti (o i trattini) per separare le frasi. E grazie per il tuo nuovo intervento. @ Giometrico
Mi dispiace per le tue sestine. Purtroppo il sistema wordpress elimina le interlinee, per questo – a volte – utilizzo i punti (o i trattini) per separare le frasi.
E grazie per il tuo nuovo intervento.

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Di: Paolo Fai http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/03/30/arte-di-annacarsi-roberto-alajmo/comment-page-4/#comment-106198 Paolo Fai Sat, 03 Apr 2010 20:00:20 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1864#comment-106198 Piatto ricco, mi ci ficco. Si parla di Sicilia, anzi delle Cento Sicilie bufaliniane, di Meridione, di Garibaldi. E mi tocca scrivere mentre pende sopra di me, come una spada di Damocle (che c'entra pure perché il suo nome è legato a Dionisio il Grande, tiranno dei Siracusani, quelli di una volta...), il post di Giometrico. Ammazza, 'sto Gadda de noantri che sciabolate rifila al povero "generale". Allora, mi permetto di citare uno storico che scrive la storia dei vincitori ed è stato assoldato da un erede di don Peppino. Traggo dal "Corriere della Sera" del 29 novembre 2007, pag. 51. L'intervista è di Antonio Carioti, il professore intervistato è Alfonso Scirocco, in Italia tra i massimi studiosi di Garibaldi, di cui ha scritto una biografia. Ecco il testo: "Le riabilitazioni postume dei Borbone non convincono Alfonso Scirocco, biografo di Garibaldi e autore di un pamphlet "In difesa del Risorgimento" (Il Mulino): "Quando Francesco II perse la corona nel 1860, la classe dirigente del regno lo aveva già abbandonato da tempo. I principali esponenti della cultura napoletana erano in esilio o in carcere. E Garibaldi non avrebbe vinto con tanta facilità, se la borghesia meridionale non lo avesse appoggiato". Il fatto è, prosegue lo storico, che il re delle Due Sicilie prediligeva l'assolutismo: "Non voleva concedere alcuna forma di libertà politica, né era in grado di stare al passo con la rivoluizione industriale in corso nel resto d'Europa. Invece sotto i Savoia, pur tra molte difficoltà, il Sud ebbe la possibilità di partecipare ai progressi dell'Italia, che si affermò come una potenza europea. Se il Mezzogiorno fosse rimasto isolato, non avrebbe conosciuto alcuna forma di sviluppo". Scirocco critica chi sostiene che il regno di Napoli non fosse così arretrato. "Su 800 chilometri di ferrovie in Italia, solo 40 erano al Sud. Le poche officine meridionali erano assistite dallo Stato. I primati borbonici decantati dai nostalgici erano pure illusioni". Neppure il brigantaggio postunitario dimostra il legame tra popolo e dinastia: "Fu una ribellione di disperati, che solo nei primi tempi, fino all'autunno del 1861, ebbe una coloritura politica. Il legittimista José Borjés, inviato dai Borbone tra i briganti, abbandonò la partita quando capì che gli insorti non volevano la restaurazione, ma erano contadini fuorilegge, mossi dalla miseria, dall'odio per la borghesia e dalla brama del saccheggio. Fu creato a Roma un comitato per coordinare le bande ribelli, ma nessun principe borbonico li raggiunse per mettersi alla loro testa. Quando poi il capo brigante Carmine Crocco si rifugiò nello Stato pontificio, nessuno volle avere rapporti con lui e venne chiuso in prigione. Anche i legittimisti lo consideravano un predone". Fine. Sul motto che meglio si attaglia alla Sicilia, e ai siciliani, opto per quello di Cicerone, nella versione corretta però. Quella proposta da Massimo è infatti scorretta sul piano morfosintattico nella seconda parte. Ecco la frase giusta: Numquam tam male est Siculis, quin aliquid facete et commode dicant, cioè ai Siciliani le cose non vanno mai tanto male che non riescano a dire qualcosa di appropriatamente spiritoso. Ecco, credo che questa sia la salvezza dei siciliani. Anche dentro la cambronniana "merde", sanno essere ironici e autoironici, per sopravvivere. Altrimenti, travasi di bile, colesterolo, corde pazze avrebbero fatto sprofondare quest'isola traballante. Già ai tempi di Cicerone, quando gli amministratori romani erano la profezia incarnata di quelli odierni. Paolo Fai Piatto ricco, mi ci ficco. Si parla di Sicilia, anzi delle Cento Sicilie bufaliniane, di Meridione, di Garibaldi. E mi tocca scrivere mentre pende sopra di me, come una spada di Damocle (che c’entra pure perché il suo nome è legato a Dionisio il Grande, tiranno dei Siracusani, quelli di una volta…), il post di Giometrico. Ammazza, ’sto Gadda de noantri che sciabolate rifila al povero “generale”. Allora, mi permetto di citare uno storico che scrive la storia dei vincitori ed è stato assoldato da un erede di don Peppino. Traggo dal “Corriere della Sera” del 29 novembre 2007, pag. 51. L’intervista è di Antonio Carioti, il professore intervistato è Alfonso Scirocco, in Italia tra i massimi studiosi di Garibaldi, di cui ha scritto una biografia. Ecco il testo: “Le riabilitazioni postume dei Borbone non convincono Alfonso Scirocco, biografo di Garibaldi e autore di un pamphlet “In difesa del Risorgimento” (Il Mulino): “Quando Francesco II perse la corona nel 1860, la classe dirigente del regno lo aveva già abbandonato da tempo. I principali esponenti della cultura napoletana erano in esilio o in carcere. E Garibaldi non avrebbe vinto con tanta facilità, se la borghesia meridionale non lo avesse appoggiato”. Il fatto è, prosegue lo storico, che il re delle Due Sicilie prediligeva l’assolutismo: “Non voleva concedere alcuna forma di libertà politica, né era in grado di stare al passo con la rivoluizione industriale in corso nel resto d’Europa. Invece sotto i Savoia, pur tra molte difficoltà, il Sud ebbe la possibilità di partecipare ai progressi dell’Italia, che si affermò come una potenza europea. Se il Mezzogiorno fosse rimasto isolato, non avrebbe conosciuto alcuna forma di sviluppo”. Scirocco critica chi sostiene che il regno di Napoli non fosse così arretrato. “Su 800 chilometri di ferrovie in Italia, solo 40 erano al Sud. Le poche officine meridionali erano assistite dallo Stato. I primati borbonici decantati dai nostalgici erano pure illusioni”. Neppure il brigantaggio postunitario dimostra il legame tra popolo e dinastia: “Fu una ribellione di disperati, che solo nei primi tempi, fino all’autunno del 1861, ebbe una coloritura politica. Il legittimista José Borjés, inviato dai Borbone tra i briganti, abbandonò la partita quando capì che gli insorti non volevano la restaurazione, ma erano contadini fuorilegge, mossi dalla miseria, dall’odio per la borghesia e dalla brama del saccheggio. Fu creato a Roma un comitato per coordinare le bande ribelli, ma nessun principe borbonico li raggiunse per mettersi alla loro testa. Quando poi il capo brigante Carmine Crocco si rifugiò nello Stato pontificio, nessuno volle avere rapporti con lui e venne chiuso in prigione. Anche i legittimisti lo consideravano un predone”. Fine.
Sul motto che meglio si attaglia alla Sicilia, e ai siciliani, opto per quello di Cicerone, nella versione corretta però. Quella proposta da Massimo è infatti scorretta sul piano morfosintattico nella seconda parte. Ecco la frase giusta: Numquam tam male est Siculis, quin aliquid facete et commode dicant, cioè ai Siciliani le cose non vanno mai tanto male che non riescano a dire qualcosa di appropriatamente spiritoso. Ecco, credo che questa sia la salvezza dei siciliani. Anche dentro la cambronniana “merde”, sanno essere ironici e autoironici, per sopravvivere. Altrimenti, travasi di bile, colesterolo, corde pazze avrebbero fatto sprofondare quest’isola traballante. Già ai tempi di Cicerone, quando gli amministratori romani erano la profezia incarnata di quelli odierni.
Paolo Fai

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Di: Giometrico http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/03/30/arte-di-annacarsi-roberto-alajmo/comment-page-4/#comment-106156 Giometrico Sat, 03 Apr 2010 15:59:47 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1864#comment-106156 Cordiali saluti e diffusi ringraziamenti anche da parte mia, Massimo. A ttia ed a tutta la compagnia ed un ricambio d’abbraccio a Simona. Epperò (e te pareva!), mi premeva sottolineare che quella informe ed endecasillabica mia (..azz…in realtà sono sestine che quello stupidotto di editor automatico mi ha ‘ncucchiato senza ritegno alcuno) era corsa a sottolineare, a sua volta, una sottolineata tua, che qui ti risottolineo “un amore che si prova per una canaglia. Tu sai che è una canaglia, ma non puoi farci niente”. Bene, e adesso che son riuscito ad uscire da quest’orgia di sottolineature, chiarisco che fu l’abbinamento canaglia/Sicilia, a darmi la sveglia e la voglia. Perchè la mafia non è una prerogativa sicula che lombrosianamente ci portiamo addosso, inchiodata alle sicule coscienze ed ai rimorsi ed ai brigantàggici (?) sensi di colpa, ma par che sia un fenomeno post unitario, gentile omaggio di sua graziosa (e galantuoma) maestà. E nun ce levo il condizionale perché in cuor mio non cell’ho mai messo, ma questo, anche e soprattutto, vuol dire che, se ha avuto un inizio, anche la mafia è destinata ad avere una fine. E se la derivazione savojarda non è certo una giustificazione, per l’insipienza sicula (soprattutto politica), quest’altra viene invece a ribadire che la ricerca della verità sia, di per se, imprescindibilmente imprescindibile. Perché non è il Garibaldi (peraltro personaggio ben misero) ad essere rimesso in discussione, ma tutto il “glorioso risorgimento”. E se è certo che il mio essere di parte non conceda eccessiva legittimazione alle mie tesi, è altrettanto certo che la storia la scrivono i vincitori. Ebbene, due di quei vincitori, così si esprimono. Luigi Settembrini, patriota risorgimentale imprigionato dai Borbone, dopo aver "assaggiato" i Savoia, nelle sue Rimembranze, rimembra: "Maledite la memoria di Ferdinando. La colpa fu sua, perché, se avesse fatto impiccare me ed i miei amici, avrebbe risparmiato al Mezzogiorno tante incommensurabili sventure. Lui fu debole e noi facemmo peggio." Questo, invece, è Garibaldi in persona, in una lettera ad Adelaide Cairoli del 1868 “Gli oltragi subiti dalle popolazioni meridionali sono incommensurabili. Sono convinto di non aver fatto male, nonostante ciò non rifarei oggi la via dell'Italia meridionale, temendo di essere preso a sassate, essendosi colà cagionato solo squallore e suscitato solo odio.” ESSENDOSI COLA' CAGIONATO SOLO SQUALLORE. Micacòtica. E se lo dice Peppino il magnifico… Cordiali saluti e diffusi ringraziamenti anche da parte mia, Massimo.
A ttia ed a tutta la compagnia ed un ricambio d’abbraccio a Simona.
Epperò (e te pareva!), mi premeva sottolineare che quella informe ed endecasillabica mia (..azz…in realtà sono sestine che quello stupidotto di editor automatico mi ha ‘ncucchiato senza ritegno alcuno) era corsa a sottolineare, a sua volta, una sottolineata tua, che qui ti risottolineo
“un amore che si prova per una canaglia. Tu sai che è una canaglia, ma non puoi farci niente”.
Bene, e adesso che son riuscito ad uscire da quest’orgia di sottolineature, chiarisco che fu l’abbinamento canaglia/Sicilia, a darmi la sveglia e la voglia.
Perchè la mafia non è una prerogativa sicula che lombrosianamente ci portiamo addosso, inchiodata alle sicule coscienze ed ai rimorsi ed ai brigantàggici (?) sensi di colpa, ma par che sia un fenomeno post unitario, gentile omaggio di sua graziosa (e galantuoma) maestà.
E nun ce levo il condizionale perché in cuor mio non cell’ho mai messo, ma questo, anche e soprattutto, vuol dire che, se ha avuto un inizio, anche la mafia è destinata ad avere una fine.
E se la derivazione savojarda non è certo una giustificazione, per l’insipienza sicula (soprattutto politica), quest’altra viene invece a ribadire che la ricerca della verità sia, di per se, imprescindibilmente imprescindibile.
Perché non è il Garibaldi (peraltro personaggio ben misero) ad essere rimesso in discussione, ma tutto il “glorioso risorgimento”.
E se è certo che il mio essere di parte non conceda eccessiva legittimazione alle mie tesi, è altrettanto certo che la storia la scrivono i vincitori.
Ebbene, due di quei vincitori, così si esprimono.
Luigi Settembrini, patriota risorgimentale imprigionato dai Borbone, dopo aver “assaggiato” i Savoia, nelle sue Rimembranze, rimembra: “Maledite la memoria di Ferdinando. La colpa fu sua, perché, se avesse fatto impiccare me ed i miei amici, avrebbe risparmiato al Mezzogiorno tante incommensurabili sventure. Lui fu debole e noi facemmo peggio.”

Questo, invece, è Garibaldi in persona, in una lettera ad Adelaide Cairoli del 1868
“Gli oltragi subiti dalle popolazioni meridionali sono incommensurabili. Sono convinto di non aver fatto male, nonostante ciò non rifarei oggi la via dell’Italia meridionale, temendo di essere preso a sassate, essendosi colà cagionato solo squallore e suscitato solo odio.”
ESSENDOSI COLA’ CAGIONATO SOLO SQUALLORE.
Micacòtica.
E se lo dice Peppino il magnifico…

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Di: roberto alajmo http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/03/30/arte-di-annacarsi-roberto-alajmo/comment-page-4/#comment-106142 roberto alajmo Sat, 03 Apr 2010 13:40:59 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1864#comment-106142 Cara Alice, tocchi un tasto doloroso. Io sono rimasto. Ma non me la sento di prescrivere a mio figlio una scelta ideologica che a me è costata tante umiliazioni sul lavoro. Ecco poi un estratto del capitolo dedicato a Garibaldi "...Fino a una ventina di anni fa, a scuola Garibaldi era un soggetto vincente. Un argomento su cui puntare. Specialmente nei temi di storia bisognava stare attenti a non urtare eventuali suscettibilità del docente, e con Garibaldi si andava sul sicuro. Nessun professore avrebbe messo in discussione il contributo dell’eroe nizzardo alla causa risorgimentale. Era un guerrillero, certo: ma combatteva dalla parte giusta. Dalla parte dell’Italia unita. E l’Italia unita era un valore condiviso. Se facevi il tema su Garibaldi, almeno la sufficienza era assicurata. Poi è successo qualcosa. Una volta fuori dall’universo scolastico, di Garibaldi arrivavano notizie saltuarie, ma sempre positive. La sua fortuna storica pareva stabile, o addirittura in leggera crescita. Persino un soggetto discutibile come Bettino Craxi ne coltivava la memoria, con tanto di pellegrinaggi a Caprera e collezione di cimeli. Per indicare il massimo della trasgressione si diceva: parlar male di Garibaldi. Come qualcosa da evitare assolutamente. Da un certo momento in poi, però, qualcosa è cambiato. Un sovvertimento integrale per cui adesso parlar male di Garibaldi è diventato un passatempo nazionale. Ma quand’è cominciata la sua parabola discendente? Che errore può aver commesso, e da morto, per veder crollare tanto miseramente il grafico della sua popolarità? Nell’empireo risorgimentale è stato surclassato persino da quel tristanzuolo di Mazzini, dall’opportunista Cavour, dallo sciupafemmine Vittorio Emanuele. Ormai chiunque risulta più figo di Garibaldi. La sua immagine appare sorpassata, e di sorpasso a destra si tratta. Nessuno l’ha ancora messo nero su bianco, ma poco ci manca che diventi opinione di maggioranza assoluta: questo Garibaldi doveva essere un mezzo comunista. Quando verrà il tempo pure di quest’altro revisionismo, il suo nome verrà espurgato dai libri di storia. Se non ci fosse stato lui, tutti quanti ce la saremmo passata meglio, a quanto pare. Nell’ottica leghista, è lui il responsabile di aver unito nord e sud, e dunque di tutti i mal di pancia che sono conseguiti da quell’unione. Ma anche al sud, per quanto folkloristici, negli ultimi anni fioccano i movimenti neoborbonici. Tutti a sostenere che stavamo meglio quando stavamo peggio. A rigor di storia, bisogna pur dire che il tanto magnificato sostegno dei picciotti siciliani alla causa garibaldina fu una questione puramente incidentale. Le entrature di Crispi presso i peggiori ambienti dell’isola avevano garantito almeno in un primo momento l’appoggio passivo della popolazione e di chi era in grado di manovrare gli umori della popolazione. Ma la svolta vera e propria si è registrata a Calatafimi...." Cara Alice, tocchi un tasto doloroso. Io sono rimasto. Ma non me la sento di prescrivere a mio figlio una scelta ideologica che a me è costata tante umiliazioni sul lavoro.
Ecco poi un estratto del capitolo dedicato a Garibaldi
“…Fino a una ventina di anni fa, a scuola Garibaldi era un soggetto vincente. Un argomento su cui puntare. Specialmente nei temi di storia bisognava stare attenti a non urtare eventuali suscettibilità del docente, e con Garibaldi si andava sul sicuro. Nessun professore avrebbe messo in discussione il contributo dell’eroe nizzardo alla causa risorgimentale. Era un guerrillero, certo: ma combatteva dalla parte giusta. Dalla parte dell’Italia unita. E l’Italia unita era un valore condiviso. Se facevi il tema su Garibaldi, almeno la sufficienza era assicurata.
Poi è successo qualcosa. Una volta fuori dall’universo scolastico, di Garibaldi arrivavano notizie saltuarie, ma sempre positive. La sua fortuna storica pareva stabile, o addirittura in leggera crescita. Persino un soggetto discutibile come Bettino Craxi ne coltivava la memoria, con tanto di pellegrinaggi a Caprera e collezione di cimeli. Per indicare il massimo della trasgressione si diceva: parlar male di Garibaldi. Come qualcosa da evitare assolutamente.
Da un certo momento in poi, però, qualcosa è cambiato. Un sovvertimento integrale per cui adesso parlar male di Garibaldi è diventato un passatempo nazionale. Ma quand’è cominciata la sua parabola discendente? Che errore può aver commesso, e da morto, per veder crollare tanto miseramente il grafico della sua popolarità? Nell’empireo risorgimentale è stato surclassato persino da quel tristanzuolo di Mazzini, dall’opportunista Cavour, dallo sciupafemmine Vittorio Emanuele. Ormai chiunque risulta più figo di Garibaldi. La sua immagine appare sorpassata, e di sorpasso a destra si tratta. Nessuno l’ha ancora messo nero su bianco, ma poco ci manca che diventi opinione di maggioranza assoluta: questo Garibaldi doveva essere un mezzo comunista. Quando verrà il tempo pure di quest’altro revisionismo, il suo nome verrà espurgato dai libri di storia. Se non ci fosse stato lui, tutti quanti ce la saremmo passata meglio, a quanto pare.
Nell’ottica leghista, è lui il responsabile di aver unito nord e sud, e dunque di tutti i mal di pancia che sono conseguiti da quell’unione. Ma anche al sud, per quanto folkloristici, negli ultimi anni fioccano i movimenti neoborbonici. Tutti a sostenere che stavamo meglio quando stavamo peggio. A rigor di storia, bisogna pur dire che il tanto magnificato sostegno dei picciotti siciliani alla causa garibaldina fu una questione puramente incidentale. Le entrature di Crispi presso i peggiori ambienti dell’isola avevano garantito almeno in un primo momento l’appoggio passivo della popolazione e di chi era in grado di manovrare gli umori della popolazione. Ma la svolta vera e propria si è registrata a Calatafimi….”

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Di: Alice http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/03/30/arte-di-annacarsi-roberto-alajmo/comment-page-4/#comment-106120 Alice Sat, 03 Apr 2010 11:20:49 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1864#comment-106120 @ Roberto "Anche quando materialmente è lo Stato a praticare un’assunzione, paramafioso è il sistema di reclutamento". di solito ci si limita a dire che la mafia nell'elargire i suoi favori si sostituisce ad uno stato assente. Tu aggiungi che lo stato agisce secondo modelli paramafiosi. Del resto basterebbe l'immagine del boss che entra nell'uffico del presidente della regione, e del presidente della regione che va nel covo del boss latitante...per dire che il confine non esiste proprio più. Io penso che questo sistema in fondo convenga ai più. Chi chiede il favore sa di non contare granchè, sa che da solo non ce la può fare. Quindi se l'unico impegno che richiede la partecipazione ad un concorso è quello di cercare lo "sponsor" ,allora quella persona, che magari era l'ultimo della classe, sa che finalmente può competere con il primo della classe. Quando tu esorti tuo figlio ad andare via, stai lasciando libero quel posto che , a questo punto, si contenderanno gli asini. Riguardo a quel sondaggio, se non ricordo male fu fatto dopo la fiction il capo dei capi, a seguito della quale ci fu un innamoramento collettivo della figura di Totò Riina. Perchè è successo? (Riina che prima era considerato l'incarnazione del male). A pensarci bene, che differenza c'è tra un boss, che scorazza per le strade con il macchinone, elegante, circondato da oche in quantità (e mi fermo qui...) ed un Flavio Briatore qualunque? Se si amano quei personaggi, se ci vengono proposte come persone da invidiare, da emulare, perchè non si dovrebbe amare un Totò Riina qualunque? @ Roberto
“Anche quando materialmente è lo Stato a praticare un’assunzione, paramafioso è il sistema di reclutamento”.
di solito ci si limita a dire che la mafia nell’elargire i suoi favori si sostituisce ad uno stato assente. Tu aggiungi che lo stato agisce secondo modelli paramafiosi. Del resto basterebbe l’immagine del boss che entra nell’uffico del presidente della regione, e del presidente della regione che va nel covo del boss latitante…per dire che il confine non esiste proprio più.

Io penso che questo sistema in fondo convenga ai più. Chi chiede il favore sa di non contare granchè, sa che da solo non ce la può fare. Quindi se l’unico impegno che richiede la partecipazione ad un concorso è quello di cercare lo “sponsor” ,allora quella persona, che magari era l’ultimo della classe, sa che finalmente può competere con il primo della classe.
Quando tu esorti tuo figlio ad andare via, stai lasciando libero quel posto che , a questo punto, si contenderanno gli asini.

Riguardo a quel sondaggio, se non ricordo male fu fatto dopo la fiction il capo dei capi, a seguito della quale ci fu un innamoramento collettivo della figura di Totò Riina. Perchè è successo? (Riina che prima era considerato l’incarnazione del male). A pensarci bene, che differenza c’è tra un boss, che scorazza per le strade con il macchinone, elegante, circondato da oche in quantità (e mi fermo qui…) ed un Flavio Briatore qualunque?
Se si amano quei personaggi, se ci vengono proposte come persone da invidiare, da emulare, perchè non si dovrebbe amare un Totò Riina qualunque?

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/03/30/arte-di-annacarsi-roberto-alajmo/comment-page-4/#comment-106117 Massimo Maugeri Sat, 03 Apr 2010 10:13:01 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1864#comment-106117 Buona giornata a tutti! Buona giornata a tutti!

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/03/30/arte-di-annacarsi-roberto-alajmo/comment-page-4/#comment-106116 Massimo Maugeri Sat, 03 Apr 2010 10:12:45 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1864#comment-106116 Prima di chiudere e di augurarvi buona giornata metto in evidenza questa frase con cui Carlo Baiamonte termina il suo intervento: <em>Ovviamente c’è una parte consistente della comunità siciliana, più di quanto si possa pensare e percepire attraverso i media che è operosa e non si annaca…</em> Prima di chiudere e di augurarvi buona giornata metto in evidenza questa frase con cui Carlo Baiamonte termina il suo intervento:
Ovviamente c’è una parte consistente della comunità siciliana, più di quanto si possa pensare e percepire attraverso i media che è operosa e non si annaca…

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/03/30/arte-di-annacarsi-roberto-alajmo/comment-page-4/#comment-106115 Massimo Maugeri Sat, 03 Apr 2010 10:10:47 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1864#comment-106115 Riprendo questo passaggio di Alice: <em>Ho paura che le immagini della letteratura si stiano frapponendo tra noi e la realtà. Certo così c’è più gusto! Andando a Corleone si percorre una strada dove l’unico albero che si presenta alla vista è l’eucalipto. Vincenzo Consolo vedeva quest’albero come metafora del mafioso (in particolare del gabellotto): piantato per bonificare le paludi, va a finire che si succhia tutta l’acqua e inaridisce il terreno. Metafora stupenda! Ogni volta che percorro quella strada e vedo le file di eucalipti non vedo più (come vedevo prima) semplicemente degli alberi orribili; no, vedo il gabbellotto! Che mi guarda dal margine della strada. Immobile. Padrone di sè.</em> - Ahimé, cara Alice... temo che la maggior parte dei siciliani (considerando i dati scoraggianti sui livelli di lettura) non sappiano granché né di Consolo, né della metafora dell'eucalipto. Auspico che sempre più persone (come te) riescano a cogliere nella realtà delle cose, le sfumature della metafora che - in alcuni casi - riescono a farcela interpretare meglio. Riprendo questo passaggio di Alice:
Ho paura che le immagini della letteratura si stiano frapponendo tra noi e la realtà.
Certo così c’è più gusto!
Andando a Corleone si percorre una strada dove l’unico albero che si presenta alla vista è l’eucalipto. Vincenzo Consolo vedeva quest’albero come metafora del mafioso (in particolare del gabellotto): piantato per bonificare le paludi, va a finire che si succhia tutta l’acqua e inaridisce il terreno. Metafora stupenda! Ogni volta che percorro quella strada e vedo le file di eucalipti non vedo più (come vedevo prima) semplicemente degli alberi orribili; no, vedo il gabbellotto! Che mi guarda dal margine della strada. Immobile. Padrone di sè.

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Ahimé, cara Alice… temo che la maggior parte dei siciliani (considerando i dati scoraggianti sui livelli di lettura) non sappiano granché né di Consolo, né della metafora dell’eucalipto.
Auspico che sempre più persone (come te) riescano a cogliere nella realtà delle cose, le sfumature della metafora che – in alcuni casi – riescono a farcela interpretare meglio.

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/03/30/arte-di-annacarsi-roberto-alajmo/comment-page-4/#comment-106114 Massimo Maugeri Sat, 03 Apr 2010 10:04:41 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1864#comment-106114 A proposito del "sesso di Trinacria", Simona cita giustamente "Il giudizio della sera" di Sebastiano Addamo (ri-edito, di recente, da Bompiani). Per chi fosse interessato a saperne di più, ne abbiamo parlato qui: http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/09/22/il-giudizio-della-sera-di-sebastiano-addamo/ A proposito del “sesso di Trinacria”, Simona cita giustamente “Il giudizio della sera” di Sebastiano Addamo (ri-edito, di recente, da Bompiani).
Per chi fosse interessato a saperne di più, ne abbiamo parlato qui: http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/09/22/il-giudizio-della-sera-di-sebastiano-addamo/

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/03/30/arte-di-annacarsi-roberto-alajmo/comment-page-4/#comment-106113 Massimo Maugeri Sat, 03 Apr 2010 10:02:14 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1864#comment-106113 @ Roberto Alajmo Roberto, se puoi (se è possibile e se hai tempo) riporteresti tra i commenti il brano relativo alla figura di Garibaldi? @ Roberto Alajmo
Roberto, se puoi (se è possibile e se hai tempo) riporteresti tra i commenti il brano relativo alla figura di Garibaldi?

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/03/30/arte-di-annacarsi-roberto-alajmo/comment-page-4/#comment-106112 Massimo Maugeri Sat, 03 Apr 2010 10:01:16 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1864#comment-106112 @ Giometrico (Giovanni Piazza) Bellissimi i tuoi versi, grazie mille. C'è un passaggio che potrebbe aprire una nuova coda di discussione, in cui stigmatizzi la figura di Garibaldi. Non c'è dubbio sul fatto che, oggi, la figura di Garibaldi sia oggetto di "revisionismo". Roberto Alajmo ne parla nella parte iniziale del suo libro... @ Giometrico (Giovanni Piazza)
Bellissimi i tuoi versi, grazie mille.
C’è un passaggio che potrebbe aprire una nuova coda di discussione, in cui stigmatizzi la figura di Garibaldi.
Non c’è dubbio sul fatto che, oggi, la figura di Garibaldi sia oggetto di “revisionismo”.
Roberto Alajmo ne parla nella parte iniziale del suo libro…

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/03/30/arte-di-annacarsi-roberto-alajmo/comment-page-4/#comment-106110 Massimo Maugeri Sat, 03 Apr 2010 09:57:29 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1864#comment-106110 @ Alfredo Polizzano Grazie anche a te e in bocca al lupo per il tuo libro. http://www.ibs.it/code/9788864020495/polizzano-alfredo/lettere-atlantide.html @ Alfredo Polizzano
Grazie anche a te e in bocca al lupo per il tuo libro.
http://www.ibs.it/code/9788864020495/polizzano-alfredo/lettere-atlantide.html

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/03/30/arte-di-annacarsi-roberto-alajmo/comment-page-4/#comment-106108 Massimo Maugeri Sat, 03 Apr 2010 09:54:43 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1864#comment-106108 @ Emilio Sarli Grazi mille, Emilio. Scrivimi pure all'indirizzo del blog (lo trovi nella sezione info, o indicato in alto nella colonna di destra del sito). @ Emilio Sarli
Grazi mille, Emilio. Scrivimi pure all’indirizzo del blog (lo trovi nella sezione info, o indicato in alto nella colonna di destra del sito).

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/03/30/arte-di-annacarsi-roberto-alajmo/comment-page-4/#comment-106107 Massimo Maugeri Sat, 03 Apr 2010 09:52:44 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1864#comment-106107 Saluti e ringraziamenti ai nuovi intervenuti: Giacomo Tessani, Emilio Sarli, Alfredo Polizzano, Giometrico, Chiara, Maria Inversi. Saluti e ringraziamenti ai nuovi intervenuti: Giacomo Tessani, Emilio Sarli, Alfredo Polizzano, Giometrico, Chiara, Maria Inversi.

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/03/30/arte-di-annacarsi-roberto-alajmo/comment-page-4/#comment-106105 Massimo Maugeri Sat, 03 Apr 2010 09:50:10 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1864#comment-106105 @ Roberto Grazie per aver postato il brano sui "siciliani e il sesso". @ Roberto
Grazie per aver postato il brano sui “siciliani e il sesso”.

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/03/30/arte-di-annacarsi-roberto-alajmo/comment-page-4/#comment-106104 Massimo Maugeri Sat, 03 Apr 2010 09:49:25 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1864#comment-106104 Buona giornata a tutti e grazie per i nuovi interventi. Mi pare che Simona abbia fatto in maniera perfetta gli "onori di casa". Grazie mille, Simo. Buona giornata a tutti e grazie per i nuovi interventi. Mi pare che Simona abbia fatto in maniera perfetta gli “onori di casa”.
Grazie mille, Simo.

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