Commenti a: LA SPOSA GENTILE, di Lia Levi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/04/27/la-sposa-gentile-di-lia-levi/ Un open-blog. un luogo d\'incontro virtuale tra scrittori, lettori, librai, critici, giornalisti e operatori culturali Sat, 11 Sep 2021 08:46:19 +0000 http://wordpress.org/?v=2.9.2 hourly 1 Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/04/27/la-sposa-gentile-di-lia-levi/comment-page-4/#comment-109829 Massimo Maugeri Tue, 04 May 2010 20:22:24 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1998#comment-109829 @ Elvira Siringo Davvero ricco e completo, il tuo articolo. Grazie mille, Elvira. @ Elvira Siringo
Davvero ricco e completo, il tuo articolo.
Grazie mille, Elvira.

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/04/27/la-sposa-gentile-di-lia-levi/comment-page-4/#comment-109828 Massimo Maugeri Tue, 04 May 2010 20:21:49 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1998#comment-109828 Cara Lia, i più sinceri complimenti e congratulazioni per aver vinto - con "La sposa gentile" - il <b>Premio Alghero Donna per la narrativa</b>. Cara Lia, i più sinceri complimenti e congratulazioni per aver vinto – con “La sposa gentile” – il Premio Alghero Donna per la narrativa.

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Di: Elvira Siringo http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/04/27/la-sposa-gentile-di-lia-levi/comment-page-4/#comment-109797 Elvira Siringo Tue, 04 May 2010 19:00:31 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1998#comment-109797 La cultura dell’integrazione e il piacere della lettura Lia Levi incontra gli studenti del Liceo Polivalente “Quintiliano” di Siracusa Aderiamo ad una forte convergenza di intenti che orienta differenti progetti culturali verso i giovani, mirando a favorire in loro lo sviluppo di una matura coscienza civile che ne faccia degli adulti sereni, responsabili e integrati nel mondo multietnico che abiteranno: “Un solo mondo” ( l’ambizioso progetto di Claudio Baglioni sviluppato in collaborazione con l'Osservatorio Permanente Giovani – Editori, volto a sensibilizzare i giovani di tutte le scuole sul tema dell’integrazione) somiglia in modo impressionante a “La città dell’uomo”, il sogno che Vittorini ci lasciò da realizzare, l’antica utopia, quella città dove non c’è posto per l’umanità offesa... ove la gente è contenta... ha belle strade e belle piazze in cui passeggiare... ha belle case per tornarvi la sera... qui ciascuno dev’essere come un re o un barone... con niente che sia costretto a fare, o non fare, per paura... E proprio a Siracusa, nella città di Vittorini, la scrittrice Lia Levi ha scelto di incontrare un gruppo di giovani alunni degli istituti superiori “Quintiliano” e “Insolera” offrendo loro la testimonianza diretta di chi subì sulla propria pelle l’oltraggio della discriminazione razzista, che ancor più sfuggì ad ogni comprensione logica, e apparve indecifrabile, agli occhi di una bambina ebrea. Anzi, come la Levi intenzionalmente sottolinea col titolo di un suo romanzo, “Una bambina e basta” perché i bambini sono tutti uguali, ogni figlio nasce uguale, pur nella diversità dei contesti che ne accolgono il suo venire alla luce. Ieri, come oggi, il tempo non ha saputo ancora cancellare l’antica vergogna di alzare muri e fili spinati, frantumando l’umanità in compartimenti stagni. - Non dobbiamo avere paura delle differenze, la differenza è la vera ricchezza reciproca, è scambio, movimento, vita, è l’unica alternativa valida che ci salvi dal pericolo di trasformarci in massa – Così ha detto Lia Levi ai giovani siracusani che hanno partecipato numerosi e attenti all’incontro organizzato dalla professoressa Donata Guarino, responsabile del Liceo Polivalente “Quintiliano” di: Progetto Biblioteca - Invito alla lettura, realizzato nell’ambito del progetto ministeriale Amico Libro e con la collaborazione della libreria Cavallotto di Catania. Il Dirigente Scolastico del “Quintiliano” prof. Carmelo Cappuccio, moderatore dell’incontro, ha esortato i giovani a coltivare, attraverso l’uso intelligente della lettura, la capacità di riflettere su se stessi per costruire i grandi valori che li orientano le scelte della vita. La scuola deve farsi strumento di educazione all’integrazione. La cultura del rispetto dell’altro passa anche attraverso iniziative che uniscono il mondo della scuola alle altre realtà come l’editoria e i mezzi di comunicazione. -Leggere, leggere tutto ciò che piace, anche se l’autore forse non sarà mai un premio Nobel – è intervenuta Luisa Cavallotto – è bello scoprire che si può leggere per piacere, e non solo per dovere scolastico. Leggere aiuta a formarsi una coscienza autonoma e indipendente – La prof. Donata Guarino, presentando brevemente la scrittrice ai giovani, ne ha evidenziato lo stile narrativo assai agile che fa dei numerosi romanzi, nonostante la gravosità dei temi trattati, degli strumenti fortemente vivaci di trasmissione e conservazione del patrimonio della memoria. Accompagnato dalle note del Coro del Liceo Polivalente “Quintiliano”, diretto dalla prof. Maria Teresa Mangano, l’attore Michele DellUtri ha interpretato con toccante intensità alcune pagine scelte, tratte dai romanzi della Levi, dalle quali emergono in tutta la loro drammaticità i temi di una quotidianità vissuta all’ombra delle persecuzioni razziali: emozioni, passioni, litigi, amori. Si assiste al trasformarsi dei sentimenti che si adattano alla nuova circostanza, come se subire la discriminazione, scappare, doversi nascondere, fossero la normalità. Si respira l’atmosfera di sopraffazione che ogni essere umano prova, in simili frangenti. La paura dell’altro è un retaggio ancestrale che ci portiamo dentro con l’istinto di sopravvivenza, è generata dall’egoismo e cresce coltivata nel buio dell’ignoranza. Dunque l'integrazione deve passare necessariamente attraverso la scuola, attraverso momenti come questo, che si moltiplichino, diventando la "priorità" e il contenuto trasversale di tutte le materie scolastiche. Ancora oggi la nostra scuola non racconta le "storie", le "geografie", le "filosofie", le "religioni", le "arti", le "musiche", le "scienze", del nuovo mondo che ci sta correndo incontro come una valanga silenziosa che sale dal sud povero del mondo inseguendo il miraggio del nord opulento e globalizzato. Perché con le culture si superano le paure, benché spesso ci arrocchiamo a difesa strenua della nostra cultura, come se fosse l'unica universalmente valida, e ignoriamo volontariamente, con la nostra disinformazione e la nostra indifferenza, l'esistenza della cultura degli altri. In nome del pregiudizio che ci fa ritenere i migliori perché siamo i più antichi, i migliori perché siamo i più forti, i migliori perché siamo i più tolleranti. Come se il tollerare non fosse già una forma di discriminazione! -Non mi piace la parola tollerare, la abolirei perché sottintende una diseguaglianza di fondo, preferisco parlare di interazione fra pari – con queste parole della scrittrice si è chiuso l’incontro e con l’auspicio che i nostri giovani sappiano attuare l’esperienza di camminare gli uni accanto agli altri per le vie di un solo mondo. Perché se questo sogno di speranza è vivo nelle parole dei poeti (e dei cantanti) allora si realizzerà, perché – come profetizza Lia Levi: “I poeti dicono sempre la verità”. www.laziadilampedusa.it La cultura dell’integrazione e il piacere della lettura
Lia Levi incontra gli studenti del Liceo Polivalente “Quintiliano” di Siracusa

Aderiamo ad una forte convergenza di intenti che orienta differenti progetti culturali verso i giovani, mirando a favorire in loro lo sviluppo di una matura coscienza civile che ne faccia degli adulti sereni, responsabili e integrati nel mondo multietnico che abiteranno: “Un solo mondo” ( l’ambizioso progetto di Claudio Baglioni sviluppato in collaborazione con l’Osservatorio Permanente Giovani – Editori, volto a sensibilizzare i giovani di tutte le scuole sul tema dell’integrazione) somiglia in modo impressionante a “La città dell’uomo”, il sogno che Vittorini ci lasciò da realizzare, l’antica utopia, quella città dove non c’è posto per l’umanità offesa… ove la gente è contenta… ha belle strade e belle piazze in cui passeggiare… ha belle case per tornarvi la sera… qui ciascuno dev’essere come un re o un barone… con niente che sia costretto a fare, o non fare, per paura… E proprio a Siracusa, nella città di Vittorini, la scrittrice Lia Levi ha scelto di incontrare un gruppo di giovani alunni degli istituti superiori “Quintiliano” e “Insolera” offrendo loro la testimonianza diretta di chi subì sulla propria pelle l’oltraggio della discriminazione razzista, che ancor più sfuggì ad ogni comprensione logica, e apparve indecifrabile, agli occhi di una bambina ebrea. Anzi, come la Levi intenzionalmente sottolinea col titolo di un suo romanzo, “Una bambina e basta” perché i bambini sono tutti uguali, ogni figlio nasce uguale, pur nella diversità dei contesti che ne accolgono il suo venire alla luce. Ieri, come oggi, il tempo non ha saputo ancora cancellare l’antica vergogna di alzare muri e fili spinati, frantumando l’umanità in compartimenti stagni.
- Non dobbiamo avere paura delle differenze, la differenza è la vera ricchezza reciproca, è scambio, movimento, vita, è l’unica alternativa valida che ci salvi dal pericolo di trasformarci in massa – Così ha detto Lia Levi ai giovani siracusani che hanno partecipato numerosi e attenti all’incontro organizzato dalla professoressa Donata Guarino, responsabile del Liceo Polivalente “Quintiliano” di: Progetto Biblioteca – Invito alla lettura, realizzato nell’ambito del progetto ministeriale Amico Libro e con la collaborazione della libreria Cavallotto di Catania.
Il Dirigente Scolastico del “Quintiliano” prof. Carmelo Cappuccio, moderatore dell’incontro, ha esortato i giovani a coltivare, attraverso l’uso intelligente della lettura, la capacità di riflettere su se stessi per costruire i grandi valori che li orientano le scelte della vita. La scuola deve farsi strumento di educazione all’integrazione. La cultura del rispetto dell’altro passa anche attraverso iniziative che uniscono il mondo della scuola alle altre realtà come l’editoria e i mezzi di comunicazione.
-Leggere, leggere tutto ciò che piace, anche se l’autore forse non sarà mai un premio Nobel – è intervenuta Luisa Cavallotto – è bello scoprire che si può leggere per piacere, e non solo per dovere scolastico. Leggere aiuta a formarsi una coscienza autonoma e indipendente –
La prof. Donata Guarino, presentando brevemente la scrittrice ai giovani, ne ha evidenziato lo stile narrativo assai agile che fa dei numerosi romanzi, nonostante la gravosità dei temi trattati, degli strumenti fortemente vivaci di trasmissione e conservazione del patrimonio della memoria.
Accompagnato dalle note del Coro del Liceo Polivalente “Quintiliano”, diretto dalla prof. Maria Teresa Mangano, l’attore Michele DellUtri ha interpretato con toccante intensità alcune pagine scelte, tratte dai romanzi della Levi, dalle quali emergono in tutta la loro drammaticità i temi di una quotidianità vissuta all’ombra delle persecuzioni razziali: emozioni, passioni, litigi, amori. Si assiste al trasformarsi dei sentimenti che si adattano alla nuova circostanza, come se subire la discriminazione, scappare, doversi nascondere, fossero la normalità. Si respira l’atmosfera di sopraffazione che ogni essere umano prova, in simili frangenti. La paura dell’altro è un retaggio ancestrale che ci portiamo dentro con l’istinto di sopravvivenza, è generata dall’egoismo e cresce coltivata nel buio dell’ignoranza.
Dunque l’integrazione deve passare necessariamente attraverso la scuola, attraverso momenti come questo, che si moltiplichino, diventando la “priorità” e il contenuto trasversale di tutte le materie scolastiche. Ancora oggi la nostra scuola non racconta le “storie”, le “geografie”, le “filosofie”, le “religioni”, le “arti”, le “musiche”, le “scienze”, del nuovo mondo che ci sta correndo incontro come una valanga silenziosa che sale dal sud povero del mondo inseguendo il miraggio del nord opulento e globalizzato. Perché con le culture si superano le paure, benché spesso ci arrocchiamo a difesa strenua della nostra cultura, come se fosse l’unica universalmente valida, e ignoriamo volontariamente, con la nostra disinformazione e la nostra indifferenza, l’esistenza della cultura degli altri. In nome del pregiudizio che ci fa ritenere i migliori perché siamo i più antichi, i migliori perché siamo i più forti, i migliori perché siamo i più tolleranti. Come se il tollerare non fosse già una forma di discriminazione!
-Non mi piace la parola tollerare, la abolirei perché sottintende una diseguaglianza di fondo, preferisco parlare di interazione fra pari – con queste parole della scrittrice si è chiuso l’incontro e con l’auspicio che i nostri giovani sappiano attuare l’esperienza di camminare gli uni accanto agli altri per le vie di un solo mondo. Perché se questo sogno di speranza è vivo nelle parole dei poeti (e dei cantanti) allora si realizzerà, perché – come profetizza Lia Levi: “I poeti dicono sempre la verità”.

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Di: Lia Levi vince il Premio Alghero Donna per la narrativa http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/04/27/la-sposa-gentile-di-lia-levi/comment-page-4/#comment-109766 Lia Levi vince il Premio Alghero Donna per la narrativa Tue, 04 May 2010 08:20:15 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1998#comment-109766 Le Edizioni E/O sono liete di comunicare che Lia Levi è risultata vincitrice del *Premio Alghero Donna per la narrativa* con il suo romanzo LA SPOSA GENTILE -------------------------------- La premiazione avrà luogo presso il Teatro Civico di Alghero l'8 maggio alle ore 20.00 Le Edizioni E/O
sono liete di comunicare che
Lia Levi
è risultata vincitrice del
*Premio Alghero Donna per la narrativa*
con il suo romanzo

LA SPOSA GENTILE

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La premiazione avrà luogo
presso il Teatro Civico di Alghero
l’8 maggio alle ore 20.00

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/04/27/la-sposa-gentile-di-lia-levi/comment-page-4/#comment-109730 Massimo Maugeri Mon, 03 May 2010 22:10:27 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1998#comment-109730 @ Maria Lucia Grazie per il resoconto della giornata a scuola, da te. So che è Lia è ripartita dalla Sicilia con il cuore ricolmo della bellezza di questi incontri. @ Maria Lucia
Grazie per il resoconto della giornata a scuola, da te. So che è Lia è ripartita dalla Sicilia con il cuore ricolmo della bellezza di questi incontri.

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/04/27/la-sposa-gentile-di-lia-levi/comment-page-4/#comment-109729 Massimo Maugeri Mon, 03 May 2010 22:09:01 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1998#comment-109729 Gino... ottima scelta! ;-)) Gino… ottima scelta! ;-) )

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/04/27/la-sposa-gentile-di-lia-levi/comment-page-4/#comment-109728 Massimo Maugeri Mon, 03 May 2010 22:08:41 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1998#comment-109728 Grazie a Edoardo Morra per le risposte. Grazie a Edoardo Morra per le risposte.

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/04/27/la-sposa-gentile-di-lia-levi/comment-page-4/#comment-109727 Massimo Maugeri Mon, 03 May 2010 22:08:11 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1998#comment-109727 Cara Tessy, mi sa che dovremo organizzare una bella gita in quel di Siena. :-)) Cara Tessy, mi sa che dovremo organizzare una bella gita in quel di Siena. :-) )

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Di: Maria Lucia Riccioli http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/04/27/la-sposa-gentile-di-lia-levi/comment-page-4/#comment-109721 Maria Lucia Riccioli Mon, 03 May 2010 15:52:34 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1998#comment-109721 Sempre una gioia ospitare Lia Levi in Sicilia, regione che è legata a doppio filo con la sua storia personale e di scrittrice, come ci ha rivelato lei stessa durante l'incontro che si è tenuto nella mia scuola giorno 30 aprile. I ragazzi, attenti e coinvolti, anche grazie al lavoro di preparazione svolto dai miei colleghi (ricordo la professoressa Guarino, responsabile del progetto, le mie colleghe Di Carlo, Genovese...), hanno ascoltato con attenzione devo dire esemplare - e non è scontato, ve lo assicuro! - le parole di Lia, rivolgendole molte domande sulla "Trilogia della memoria" e sul nuovo romanzo. E non solo: le hanno chiesto anche delle traversie subite durante la seconda guerra mondiale e si sono incuriositi a proposito di quella che potremmo chiamare "l'officina dello scrittore": tecniche, strategie, ispirazione e lavoro di lima... La professoressa Mangano ha preparato il coro della scuola che ha eseguito due canti sefarditi, molto apprezzati da Lia. Il suono di un flauto e le corde di una chitarra li hanno resi più suggestivi. Da ricordare anche la performance di Marcello Dell'Utri, un attore che ha letto alcuni brani tratti dalle opere di Lia. Spero davvero che questo progetto - il primo che ospita la mia scuola - faccia da apripista per nuovi incontri con altri autori. Io sono veramente felice che la mia amica Lia sia stata nostra ospite e la ringrazio di vero cuore... vorrei che questo incontro fosse solo il primo di una lunga serie! Sempre una gioia ospitare Lia Levi in Sicilia, regione che è legata a doppio filo con la sua storia personale e di scrittrice, come ci ha rivelato lei stessa durante l’incontro che si è tenuto nella mia scuola giorno 30 aprile.
I ragazzi, attenti e coinvolti, anche grazie al lavoro di preparazione svolto dai miei colleghi (ricordo la professoressa Guarino, responsabile del progetto, le mie colleghe Di Carlo, Genovese…), hanno ascoltato con attenzione devo dire esemplare – e non è scontato, ve lo assicuro! – le parole di Lia, rivolgendole molte domande sulla “Trilogia della memoria” e sul nuovo romanzo. E non solo: le hanno chiesto anche delle traversie subite durante la seconda guerra mondiale e si sono incuriositi a proposito di quella che potremmo chiamare “l’officina dello scrittore”: tecniche, strategie, ispirazione e lavoro di lima…
La professoressa Mangano ha preparato il coro della scuola che ha eseguito due canti sefarditi, molto apprezzati da Lia. Il suono di un flauto e le corde di una chitarra li hanno resi più suggestivi. Da ricordare anche la performance di Marcello Dell’Utri, un attore che ha letto alcuni brani tratti dalle opere di Lia.
Spero davvero che questo progetto – il primo che ospita la mia scuola – faccia da apripista per nuovi incontri con altri autori.
Io sono veramente felice che la mia amica Lia sia stata nostra ospite e la ringrazio di vero cuore… vorrei che questo incontro fosse solo il primo di una lunga serie!

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Di: Gino http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/04/27/la-sposa-gentile-di-lia-levi/comment-page-4/#comment-109720 Gino Mon, 03 May 2010 15:51:02 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1998#comment-109720 Ero indeciso se iniziare dalla lettura del libro di Lia Levi o di tutti i commenti su questo blog. Ho deciso di fare entrambe le cose. :) Vi farò sapere. Ero indeciso se iniziare dalla lettura del libro di Lia Levi o di tutti i commenti su questo blog. Ho deciso di fare entrambe le cose. :) Vi farò sapere.

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Di: edoardo morra http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/04/27/la-sposa-gentile-di-lia-levi/comment-page-4/#comment-109703 edoardo morra Mon, 03 May 2010 08:24:38 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1998#comment-109703 g- Il non sentirsi accettati dalla propria famiglia d’origine, è un “ostacolo” superabile o, viceversa, incide inevitabilmente nella vita di chi subisce tale situazione? direi la seconda, senza dubbio. g- Il non sentirsi accettati dalla propria famiglia d’origine, è un “ostacolo” superabile o, viceversa, incide inevitabilmente nella vita di chi subisce tale situazione?

direi la seconda, senza dubbio.

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Di: edoardo morra http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/04/27/la-sposa-gentile-di-lia-levi/comment-page-3/#comment-109702 edoardo morra Mon, 03 May 2010 08:24:13 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1998#comment-109702 f- L’appartenenza a “ceti sociali” diversi può essere ancora oggi causa di conflitti nella gestione di un rapporto amoroso? Oppure è un problema del tutto superato? finché esisteranno ceti sociali diversi, ovvero anche gente smisuratamente più ricca di altra, questi problemi continueranno a manifestarsi f- L’appartenenza a “ceti sociali” diversi può essere ancora oggi causa di conflitti nella gestione di un rapporto amoroso? Oppure è un problema del tutto superato?
finché esisteranno ceti sociali diversi, ovvero anche gente smisuratamente più ricca di altra, questi problemi continueranno a manifestarsi

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Di: edoardo morra http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/04/27/la-sposa-gentile-di-lia-levi/comment-page-3/#comment-109701 edoardo morra Mon, 03 May 2010 08:23:05 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1998#comment-109701 e- Quand’è che l’appartenenza a religioni differenti - in situazioni del genere - può essere occasione di crescita, anche collettiva? O è solo causa di difficoltà? diventa occasioni di crescita quando si evita di imporre il proprio credo agli altri e si accetta il credo degli altri senza imporselo. e- Quand’è che l’appartenenza a religioni differenti – in situazioni del genere – può essere occasione di crescita, anche collettiva?
O è solo causa di difficoltà?
diventa occasioni di crescita quando si evita di imporre il proprio credo agli altri e si accetta il credo degli altri senza imporselo.

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Di: edoardo morra http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/04/27/la-sposa-gentile-di-lia-levi/comment-page-3/#comment-109700 edoardo morra Mon, 03 May 2010 08:21:58 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1998#comment-109700 d- E l’eventuale nascita di figli? Che tipo di educazione bisognerebbe assicurare loro in casi del genere? Educazione laica? Educazione religiosa? E se sì, quale? Lasciare che crescano e scelgano da soli? E nel frattempo? in casi del genere credo sia meglio impartire una educazione laica e lasciare che da grandi scelgano da soli la propria strada. d- E l’eventuale nascita di figli? Che tipo di educazione bisognerebbe assicurare loro in casi del genere? Educazione laica? Educazione religiosa? E se sì, quale? Lasciare che crescano e scelgano da soli? E nel frattempo?
in casi del genere credo sia meglio impartire una educazione laica e lasciare che da grandi scelgano da soli la propria strada.

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Di: edoardo morra http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/04/27/la-sposa-gentile-di-lia-levi/comment-page-3/#comment-109699 edoardo morra Mon, 03 May 2010 08:20:47 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1998#comment-109699 c- E d’altra parte, l’appartenenza a religioni differenti può essere un ostacolo nello sviluppo del rapporto d’amore tra un uomo e una donna? dire di no non risponderebbe alla realtà. c- E d’altra parte, l’appartenenza a religioni differenti può essere un ostacolo nello sviluppo del rapporto d’amore tra un uomo e una donna?
dire di no non risponderebbe alla realtà.

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Di: edoardo morra http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/04/27/la-sposa-gentile-di-lia-levi/comment-page-3/#comment-109698 edoardo morra Mon, 03 May 2010 08:20:06 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1998#comment-109698 il caso specifico però è diverso. mi pare che la protagonista doni tutta se stessa all'amato, per una sorta di bene comune. questa è un'eccezione che potrebbe considerarsi come scelta coraggiosa. il caso specifico però è diverso. mi pare che la protagonista doni tutta se stessa all’amato, per una sorta di bene comune. questa è un’eccezione che potrebbe considerarsi come scelta coraggiosa.

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Di: edoardo morra http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/04/27/la-sposa-gentile-di-lia-levi/comment-page-3/#comment-109697 edoardo morra Mon, 03 May 2010 08:19:00 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1998#comment-109697 b- Fino a che punto la propria fede può essere addomesticata per assecondare le esigenze della persona con cui si è deciso di vivere? Ed è giusto farlo? È giusto rinunciare al proprio credo religioso (o metterlo da parte) per uniformarsi a quello dell’amato/a? E compiere tale rinuncia, è più un atto di debolezza o di coraggio? dipende dalle prospettive e dai punti di vista. secondo me la fede non va addomesticata, semmai è chi esercita il controllo religioso che tenta di addomesticarla a proprio vantaggio. dunque il coraggio vero si mette in pratica andando contro certi tentatvi di addomesticamento e di controllo delle vite attraverso le religioni. b- Fino a che punto la propria fede può essere addomesticata per assecondare le esigenze della persona con cui si è deciso di vivere? Ed è giusto farlo? È giusto rinunciare al proprio credo religioso (o metterlo da parte) per uniformarsi a quello dell’amato/a? E compiere tale rinuncia, è più un atto di debolezza o di coraggio?
dipende dalle prospettive e dai punti di vista. secondo me la fede non va addomesticata, semmai è chi esercita il controllo religioso che tenta di addomesticarla a proprio vantaggio. dunque il coraggio vero si mette in pratica andando contro certi tentatvi di addomesticamento e di controllo delle vite attraverso le religioni.

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Di: edoardo morra http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/04/27/la-sposa-gentile-di-lia-levi/comment-page-3/#comment-109696 edoardo morra Mon, 03 May 2010 08:16:06 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1998#comment-109696 a- Fino a che punto è possibile scrollarsi di dosso le proprie origini? rispondo con un'altra domanda. perché bisognerebbe scrollarsi di dosso le proprie origini? secono me non solo non è possibile, ma non è nemmeno giusto. sarebbe un pò come rinnegare se stessi. a- Fino a che punto è possibile scrollarsi di dosso le proprie origini?
rispondo con un’altra domanda. perché bisognerebbe scrollarsi di dosso le proprie origini? secono me non solo non è possibile, ma non è nemmeno giusto. sarebbe un pò come rinnegare se stessi.

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Di: edoardo morra http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/04/27/la-sposa-gentile-di-lia-levi/comment-page-3/#comment-109695 edoardo morra Mon, 03 May 2010 08:14:04 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1998#comment-109695 faccio ancora in tempo a rispondere alle domande? spero proprio di si. faccio ancora in tempo a rispondere alle domande? spero proprio di si.

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Di: M. Teresa Santalucia Scibona http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/04/27/la-sposa-gentile-di-lia-levi/comment-page-3/#comment-109675 M. Teresa Santalucia Scibona Sun, 02 May 2010 11:10:29 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1998#comment-109675 @Beatissime e troppo brave donzelle narranti Simona e Maria Lucia, quando leggo delle Vostre gesta, nell'assolata Trinacria, mi prende il magone.. Perché, perché sono esiliata a vita in Toscana? A parte gli scherzi, sono orgogliosa per la gioia che mi date leggendo i vostri gradevolissimi scritti. Tuttavia, con amorevole insistenza Vi ricordo le Beatitudini:- Visitare gli infermi... non saprò offrirvi " le frittelle pasquali di Teresa", potreste forse accontentarvi di un vassoio di ricciarelli e copate ? Si, lo capisco la M. Teresa senese, non è " un impasto riuscito" bene... Ma il valore della diversità dove la mettiamo? Con Massi " Il padrone del vapore" Vi abbraccio. Tessy @Beatissime e troppo brave donzelle narranti Simona e Maria Lucia, quando leggo delle Vostre gesta, nell’assolata Trinacria, mi prende il magone.. Perché, perché sono esiliata a vita in Toscana?
A parte gli scherzi, sono orgogliosa per la gioia che mi date leggendo i
vostri gradevolissimi scritti. Tuttavia, con amorevole insistenza Vi ricordo
le Beatitudini:- Visitare gli infermi… non saprò offrirvi ” le frittelle pasquali di Teresa”, potreste forse accontentarvi di un vassoio di ricciarelli e copate ?
Si, lo capisco la M. Teresa senese, non è ” un impasto riuscito” bene…
Ma il valore della diversità dove la mettiamo?
Con Massi ” Il padrone del vapore” Vi abbraccio.
Tessy

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/04/27/la-sposa-gentile-di-lia-levi/comment-page-3/#comment-109671 Massimo Maugeri Sun, 02 May 2010 08:19:49 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1998#comment-109671 Una buona domenica a tutti. Una buona domenica a tutti.

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/04/27/la-sposa-gentile-di-lia-levi/comment-page-3/#comment-109669 Massimo Maugeri Sun, 02 May 2010 08:13:08 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1998#comment-109669 @ Maria Lucia Come è andato l'incontro con Lia Levi nel liceo dove insegni? Vuoi raccontarci qualcosa? @ Maria Lucia
Come è andato l’incontro con Lia Levi nel liceo dove insegni? Vuoi raccontarci qualcosa?

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Di: Gli impasti amorosi di Teresa - di Maria Lucia Riccioli http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/04/27/la-sposa-gentile-di-lia-levi/comment-page-3/#comment-109668 Gli impasti amorosi di Teresa - di Maria Lucia Riccioli Sun, 02 May 2010 08:12:00 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1998#comment-109668 <b>Gli impasti amorosi di Teresa</b> <em>di Maria Lucia Riccioli</em> - Ci ha abituati alle sue storie, ai personaggi in punta di penna, Lia Levi. Con la sua scrittura lieve e intelligente, mai sentimentale pur intrisa di riflessione profonda e di sentimenti autentici, ha narrato storie per bambini e per adulti che conservino intatta la voglia di stupirsi, di lasciarsi incantare dai suoi personaggi. Con “La sposa gentile” Lia Levi ci regala forse la sua figura femminile più poetica, Teresa. Teresa che è devozione assoluta, amore mai solo detto ma fatto carne, tenerezza e passione intessute anche di silenzi, di attese, di frittelle che impasta per amalgamare gli ingredienti semplici eppure così difficili da trattare che sono le emozioni e i sentimenti di chi la circonda. In una Torino giolittiana che si entusiasma per il cinquantenario dell’Unità d’Italia e l’Esposizione universale, in una Saluzzo provinciale ma aperta al soffio della modernità, fra gli effluvi dei campi e le vetrine di una gioielleria, ville e giardini, sinagoghe e salotti, nasce e cresce l’amore tra il banchiere ebreo Amos Segre e lei, la gojà, la gentile di religione e di cuore, Teresa. Cristiana che per non strappare le radici familiari e culturali dell’uomo che ama vuole condividerne tutto, anche la religione. La lingua che Lia Levi sceglie per raccontarci questa storia – sapientemente dipanata lungo un arco temporale che ci conduce alle soglie della Grande Guerra, fino a prefigurare l’orrore, oh fosse per sempre lontano, delle leggi razziali – si eleva a punte di luminosa poesia per consegnarci il ritratto di questa donna terrosa e angelica insieme, che ci ricorda l’amata del Cantico dei Cantici. Sapientemente tratteggiati anche i personaggi del factotum di Amos, il Siulìn, portatore di una saggezza da “Jacques il fatalista” di diderotiana memoria, di Margherita, idillio di un Amos vinto dalla passione per Teresa eppure divorato dal rimorso, della composita famiglia Segre – dal patriarca ancor fresco di ghetto ai rampolli proiettati verso le magnifiche sorti e progressive dell’Italia sabauda – , dei comprimari tutti. Un libro “gentile” come la sposa del titolo, un romanzo pieno di grazia e verità, un impasto riuscito come le frittelle pasquali di Teresa. http://www.marialuciariccioli.splinder.com/ Gli impasti amorosi di Teresa
di Maria Lucia Riccioli
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Ci ha abituati alle sue storie, ai personaggi in punta di penna, Lia Levi. Con la sua scrittura lieve e intelligente, mai sentimentale pur intrisa di riflessione profonda e di sentimenti autentici, ha narrato storie per bambini e per adulti che conservino intatta la voglia di stupirsi, di lasciarsi incantare dai suoi personaggi.
Con “La sposa gentile” Lia Levi ci regala forse la sua figura femminile più poetica, Teresa. Teresa che è devozione assoluta, amore mai solo detto ma fatto carne, tenerezza e passione intessute anche di silenzi, di attese, di frittelle che impasta per amalgamare gli ingredienti semplici eppure così difficili da trattare che sono le emozioni e i sentimenti di chi la circonda.
In una Torino giolittiana che si entusiasma per il cinquantenario dell’Unità d’Italia e l’Esposizione universale, in una Saluzzo provinciale ma aperta al soffio della modernità, fra gli effluvi dei campi e le vetrine di una gioielleria, ville e giardini, sinagoghe e salotti, nasce e cresce l’amore tra il banchiere ebreo Amos Segre e lei, la gojà, la gentile di religione e di cuore, Teresa. Cristiana che per non strappare le radici familiari e culturali dell’uomo che ama vuole condividerne tutto, anche la religione.
La lingua che Lia Levi sceglie per raccontarci questa storia – sapientemente dipanata lungo un arco temporale che ci conduce alle soglie della Grande Guerra, fino a prefigurare l’orrore, oh fosse per sempre lontano, delle leggi razziali – si eleva a punte di luminosa poesia per consegnarci il ritratto di questa donna terrosa e angelica insieme, che ci ricorda l’amata del Cantico dei Cantici.
Sapientemente tratteggiati anche i personaggi del factotum di Amos, il Siulìn, portatore di una saggezza da “Jacques il fatalista” di diderotiana memoria, di Margherita, idillio di un Amos vinto dalla passione per Teresa eppure divorato dal rimorso, della composita famiglia Segre – dal patriarca ancor fresco di ghetto ai rampolli proiettati verso le magnifiche sorti e progressive dell’Italia sabauda – , dei comprimari tutti.
Un libro “gentile” come la sposa del titolo, un romanzo pieno di grazia e verità, un impasto riuscito come le frittelle pasquali di Teresa.
http://www.marialuciariccioli.splinder.com/

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/04/27/la-sposa-gentile-di-lia-levi/comment-page-3/#comment-109667 Massimo Maugeri Sun, 02 May 2010 08:10:56 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1998#comment-109667 Maria Lucia Riccioli mi ha inviato per mail una sua recensione. La inserisco di seguito... Maria Lucia Riccioli mi ha inviato per mail una sua recensione.
La inserisco di seguito…

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/04/27/la-sposa-gentile-di-lia-levi/comment-page-3/#comment-109666 Massimo Maugeri Sun, 02 May 2010 08:10:00 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1998#comment-109666 Ringrazio anche Gianna Graziella Paiardi. Grazie per il bel commento, Gianna. Scrivi: <em>La mia esperienza di vita, l’incontro con coppie di fedi religiose diverse, mi hanno insegnato che è possibile (non intendo facile) continuare a “credere” dentro e insieme ad una delle tante “diversità” che attraversano questi nostri tempi</em>. Ringrazio anche Gianna Graziella Paiardi.
Grazie per il bel commento, Gianna. Scrivi: La mia esperienza di vita, l’incontro con coppie di fedi religiose diverse, mi hanno insegnato che è possibile (non intendo facile) continuare a “credere” dentro e insieme ad una delle tante “diversità” che attraversano questi nostri tempi.

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/04/27/la-sposa-gentile-di-lia-levi/comment-page-3/#comment-109665 Massimo Maugeri Sun, 02 May 2010 08:07:08 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1998#comment-109665 @ Sara Grazie per il tuo intervento. Metto in evidenza questo passaggio: <em>L’appartenenza a religioni diverse può essere un ostacolo se la fede diventa fondamentalismo, se si nasconde la sua capacità di aprirsi agli altri e al mondo…</em> @ Sara
Grazie per il tuo intervento.
Metto in evidenza questo passaggio: L’appartenenza a religioni diverse può essere un ostacolo se la fede diventa fondamentalismo, se si nasconde la sua capacità di aprirsi agli altri e al mondo…

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/04/27/la-sposa-gentile-di-lia-levi/comment-page-3/#comment-109663 Massimo Maugeri Sun, 02 May 2010 08:04:53 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1998#comment-109663 E grazie anche alla dolce Tessy. E grazie anche alla dolce Tessy.

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/04/27/la-sposa-gentile-di-lia-levi/comment-page-3/#comment-109662 Massimo Maugeri Sun, 02 May 2010 08:04:21 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1998#comment-109662 @ Annamaria Grazie a te. I miei tentativi di organizzare questi dibattiti on line sarebbero vani, senza la vostra partecipazione. @ Annamaria
Grazie a te. I miei tentativi di organizzare questi dibattiti on line sarebbero vani, senza la vostra partecipazione.

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/04/27/la-sposa-gentile-di-lia-levi/comment-page-3/#comment-109661 Massimo Maugeri Sun, 02 May 2010 08:03:08 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1998#comment-109661 Cara Simo, sono certo che la giornata siracusana sia stata splendida. Peraltro chi ti conosce sa bene che i tuoi pranzi sono eccelsi, come le tue doti narrative. ;-)) Cara Simo, sono certo che la giornata siracusana sia stata splendida. Peraltro chi ti conosce sa bene che i tuoi pranzi sono eccelsi, come le tue doti narrative. ;-) )

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Di: simona lo iacono http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/04/27/la-sposa-gentile-di-lia-levi/comment-page-3/#comment-109630 simona lo iacono Sat, 01 May 2010 21:17:57 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1998#comment-109630 Sì, caro Massi, Lia Levi, Luciano, Luigi e altri amici sono stati anche miei graditissimi ospiti. Abbiamo condiviso una bellissima giornata e, come sempre, mi è dispiaciuto il momento dei saluti...Spero di riabbracciare tutti presto... Ciao amici, carissimi! Ciao Lia...amica gentile. Sì, caro Massi, Lia Levi, Luciano, Luigi e altri amici sono stati anche miei graditissimi ospiti.
Abbiamo condiviso una bellissima giornata e, come sempre, mi è dispiaciuto il momento dei saluti…Spero di riabbracciare tutti presto…
Ciao amici, carissimi! Ciao Lia…amica gentile.

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Di: Gianna Graziella Paiardi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/04/27/la-sposa-gentile-di-lia-levi/comment-page-3/#comment-109629 Gianna Graziella Paiardi Sat, 01 May 2010 21:01:32 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1998#comment-109629 E' il primo maggio, festa "del" e "dal" lavoro, festa delle idee e festa del colore delle parole... E allora provo a colorare le sapienti domande a cui siamo invitati, con una mia personale insipiente risposta che, vorrei tanto arricchire con le vs, cari amici. Provo allora ad esaminare la seconda domanda: "Fino a che punto la propria fede"....(vi invito a leggerla per esteso) Se "addomesticare" la propria fede significa " addolcirla" e/o " adattarla" alle esigenze della persona con cui si è deciso di vivere, non lo ritengo giusto. Se, invece, "addomesticare" significa "creare dei legami" come spiegò la volpe al "Piccolo principe" nel capitolo XXI dell'omonima favola, allora non diventa necessario rinunciare al proprio credo religioso e non occorre, nemmeno, nessun atto di debolezza o di coraggio per continuare a professarla: la propria scelta religiosa (diversa da quella del proprio compagno nel viaggio della vita) semplicemente, si "vive" fianco a fianco, creando legami che, proprio grazie alla diversità della propria fede, concorrono a sviluppare quel rapporto d'amore che oso definire"unico" come "unica" resta la ns fede!!!La mia esperienza di vita, l'incontro con coppie di fedi religiose diverse, mi hanno insegnato che è possibile ( non intendo facile) continuare a "credere" dentro e insieme ad una delle tante "diversità" che attraversano questi ns tempi Ho imparato ad accogliere altre diversità partendo dalla mia famiglia e dal valore fondante della mia/ns vita. Auguri e... sana crescita nelle diversità!!! E’ il primo maggio, festa “del” e “dal” lavoro, festa delle idee e festa del colore delle parole…
E allora provo a colorare le sapienti domande a cui siamo invitati, con una mia personale insipiente risposta che, vorrei tanto arricchire con le vs, cari amici.
Provo allora ad esaminare la seconda domanda: “Fino a che punto la propria fede”….(vi invito a leggerla per esteso)
Se “addomesticare” la propria fede significa ” addolcirla” e/o ” adattarla” alle esigenze della persona con cui si è deciso di vivere, non lo ritengo giusto. Se, invece, “addomesticare” significa “creare dei legami” come spiegò la volpe al “Piccolo principe” nel capitolo XXI dell’omonima favola, allora non diventa necessario rinunciare al proprio credo religioso e non occorre, nemmeno, nessun atto di debolezza o di coraggio per continuare a professarla: la propria scelta religiosa (diversa da quella del proprio compagno nel viaggio della vita) semplicemente, si “vive” fianco a fianco, creando legami che, proprio grazie alla diversità della propria fede, concorrono a sviluppare quel rapporto d’amore che oso definire”unico” come “unica” resta la ns fede!!!La mia esperienza di vita, l’incontro con coppie di fedi religiose diverse, mi hanno insegnato che è possibile ( non intendo facile) continuare a “credere” dentro e insieme ad una delle tante “diversità” che attraversano questi ns tempi Ho imparato ad accogliere altre diversità partendo dalla mia famiglia e dal valore fondante della mia/ns vita. Auguri e… sana crescita nelle diversità!!!

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Di: Sara http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/04/27/la-sposa-gentile-di-lia-levi/comment-page-3/#comment-109616 Sara Sat, 01 May 2010 12:51:14 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1998#comment-109616 Davvero interessante questo romanzo...ne avevo sentito parlare proprio tramite Fahrenheit e da allora avevo manifestato la volontà di leggerlo - dopo aver, ovviamente, terminato la mia lettura corrente, che tra l'altro neanche a farlo apposta ha a che fare con il mondo ebreo, perché è "Qualcuno con cui correre" di David Grossman. Secondo me è davvero difficile scrollarsi di dosso le proprie origini, e non solo dal punto di vista religioso ma anche strettamente culturale perché, se questi bagagli sono già fortemente radicati nella nostra famiglia, è inevitabile che diventino parte di noi stessi. A dir la verità, per quanto riguarda la religione, noto che nei tempi moderni la situazione è un po' cambiata, nel senso che spesso si trovano famiglie in cui i genitori non hanno nessuna convinzione religiosa mentre i figli decidono di intraprendere una strada diversa, o viceversa; tante volte si assiste anche a situazioni in cui i genitori hanno praticato una fede religiosa per tanto tempo e poi se ne sono distaccati man mano, mentre i figli hanno proseguito con convinzione. In secondo luogo, per quanto si possa amare una persona, se un uomo o una donna credono fortemente in Dio e sono convinti che la persona che hanno incontrato è essa stessa dono di Dio, al di là del suo modo diverso di credere, ebbene secondo me non si può abbandonare la propria fede o "accomodarla" alla situazione. Ad ogni modo, questo dipende sempre dal grado di forza con cui questa fede è presente nella persona in questione. L'appartenenza a religioni diverse può essere un ostacolo se la fede diventa fondamentalismo, se si nasconde la sua capacità di aprirsi agli altri e al mondo...ma mi rendo conto che il discorso non è semplice, e lo stesso dicasi per l'educazione dei figli. Per quanto riguarda questo aspetto in particolare, non mi sento in grado di dare una risposta, dovrei passarci, anche se da cristiana farei comunque in modo di far conoscere la mia fede ai miei figli trasmettendone i valori - nel senso che non la lascerei sepolta, perché è parte di me nonostante tutti i miei difetti e limiti - ma senza imporla mai. Credo comunque che il dialogo fra diverse religioni, anche nella famiglia, possa essere occasione di crescita e confronto, proprio perché è fondamento della religione l'apertura all'altro. Penso che nel nostro mondo occidentale l'appartenenza a ceti diversi sia un fattore in via di superamento, anche se mi rendo conto - e lo dico dal basso della mia ignoranza - che in alcune religioni è un punto che è ancora una sua rilevanza. Il non sentirsi accettati dalla propria famiglia o - aggiungo io - il fatto che la nostra famiglia non accetti alcune nostre decisioni, può essere un ostacolo più o meno superabile: dipende da come non si è accettati. Se la mancata accettazione dà luogo a dissidi controllabili, che non scalfiscono comunque il bene di fondo che un genitore nutre per il proprio figlio, con il tempo si può trovare un accordo più o meno pacifico; se essa sfocia in qualcosa di più violento - come in molti casi di cronaca di cui siamo purtropoo testimoni - è fonte di grande sofferenza. Ma, ripeto, qualunque risvolto violento è secondo me solo segno di fondamentalismo, non di una fede vera. Davvero interessante questo romanzo…ne avevo sentito parlare proprio tramite Fahrenheit e da allora avevo manifestato la volontà di leggerlo – dopo aver, ovviamente, terminato la mia lettura corrente, che tra l’altro neanche a farlo apposta ha a che fare con il mondo ebreo, perché è “Qualcuno con cui correre” di David Grossman.
Secondo me è davvero difficile scrollarsi di dosso le proprie origini, e non solo dal punto di vista religioso ma anche strettamente culturale perché, se questi bagagli sono già fortemente radicati nella nostra famiglia, è inevitabile che diventino parte di noi stessi. A dir la verità, per quanto riguarda la religione, noto che nei tempi moderni la situazione è un po’ cambiata, nel senso che spesso si trovano famiglie in cui i genitori non hanno nessuna convinzione religiosa mentre i figli decidono di intraprendere una strada diversa, o viceversa; tante volte si assiste anche a situazioni in cui i genitori hanno praticato una fede religiosa per tanto tempo e poi se ne sono distaccati man mano, mentre i figli hanno proseguito con convinzione.
In secondo luogo, per quanto si possa amare una persona, se un uomo o una donna credono fortemente in Dio e sono convinti che la persona che hanno incontrato è essa stessa dono di Dio, al di là del suo modo diverso di credere, ebbene secondo me non si può abbandonare la propria fede o “accomodarla” alla situazione. Ad ogni modo, questo dipende sempre dal grado di forza con cui questa fede è presente nella persona in questione. L’appartenenza a religioni diverse può essere un ostacolo se la fede diventa fondamentalismo, se si nasconde la sua capacità di aprirsi agli altri e al mondo…ma mi rendo conto che il discorso non è semplice, e lo stesso dicasi per l’educazione dei figli. Per quanto riguarda questo aspetto in particolare, non mi sento in grado di dare una risposta, dovrei passarci, anche se da cristiana farei comunque in modo di far conoscere la mia fede ai miei figli trasmettendone i valori – nel senso che non la lascerei sepolta, perché è parte di me nonostante tutti i miei difetti e limiti – ma senza imporla mai. Credo comunque che il dialogo fra diverse religioni, anche nella famiglia, possa essere occasione di crescita e confronto, proprio perché è fondamento della religione l’apertura all’altro.
Penso che nel nostro mondo occidentale l’appartenenza a ceti diversi sia un fattore in via di superamento, anche se mi rendo conto – e lo dico dal basso della mia ignoranza – che in alcune religioni è un punto che è ancora una sua rilevanza.
Il non sentirsi accettati dalla propria famiglia o – aggiungo io – il fatto che la nostra famiglia non accetti alcune nostre decisioni, può essere un ostacolo più o meno superabile: dipende da come non si è accettati. Se la mancata accettazione dà luogo a dissidi controllabili, che non scalfiscono comunque il bene di fondo che un genitore nutre per il proprio figlio, con il tempo si può trovare un accordo più o meno pacifico; se essa sfocia in qualcosa di più violento – come in molti casi di cronaca di cui siamo purtropoo testimoni – è fonte di grande sofferenza. Ma, ripeto, qualunque risvolto violento è secondo me solo segno di fondamentalismo, non di una fede vera.

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Di: M. Teresa Santalucia Scibona http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/04/27/la-sposa-gentile-di-lia-levi/comment-page-3/#comment-109612 M. Teresa Santalucia Scibona Sat, 01 May 2010 10:18:17 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1998#comment-109612 @Per l'autrice Lia Levi e l'intervistatore Luigi La Rosa, grazie per la pregevole intervista, è illuminata ed appasionante. Leggerla è stata un vero godimento per lo spirito e per il cuore. Il mondo sarà ancora vivibile e bello, fino a quando esisteranno persone, così tenere e magnifiche. Non posso fare a meno di inviarVi un virtuale abbraccio, esteso ai raffinati recensori e al super Massimo. Tessy @Per l’autrice Lia Levi e l’intervistatore Luigi La Rosa, grazie per la pregevole intervista, è illuminata ed appasionante.
Leggerla è stata un vero godimento per lo spirito e per il cuore.
Il mondo sarà ancora vivibile e bello, fino a quando esisteranno persone, così tenere e magnifiche. Non posso fare a meno di inviarVi un virtuale
abbraccio, esteso ai raffinati recensori e al super Massimo.
Tessy

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Di: annamaria http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/04/27/la-sposa-gentile-di-lia-levi/comment-page-3/#comment-109611 annamaria Sat, 01 May 2010 10:16:59 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1998#comment-109611 Grazie a Massimo per questa opportunità di confronti che ci fanno crescere. Riguardo al tema del libro della Levi, mi chiedo, perchè dovremmo scrollarci di dosso le nostre origini? forse dovremmo scrollarci di dosso il timore di non essere accettati per quello che siamo, a prescindere dalla condizione socio-economica o dal credo religioso e politico. Grazie a Massimo per questa opportunità di confronti che ci fanno crescere.
Riguardo al tema del libro della Levi, mi chiedo, perchè dovremmo scrollarci di dosso le nostre origini? forse dovremmo scrollarci di dosso il timore di non essere accettati per quello che siamo, a prescindere dalla condizione socio-economica o dal credo religioso e politico.

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/04/27/la-sposa-gentile-di-lia-levi/comment-page-3/#comment-109608 Massimo Maugeri Sat, 01 May 2010 09:35:25 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1998#comment-109608 Auguro una buona giornata a tutti... Auguro una buona giornata a tutti…

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Di: Le domande del post http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/04/27/la-sposa-gentile-di-lia-levi/comment-page-3/#comment-109607 Le domande del post Sat, 01 May 2010 09:35:01 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1998#comment-109607 <b>Fino a che punto è possibile scrollarsi di dosso le proprie origini? - Fino a che punto la propria fede può essere addomesticata per assecondare le esigenze della persona con cui si è deciso di vivere? Ed è giusto farlo? È giusto rinunciare al proprio credo religioso (o metterlo da parte) per uniformarsi a quello dell’amato/a? E compiere tale rinuncia, è più un atto di debolezza o di coraggio? - E d’altra parte, l’appartenenza a religioni differenti può essere un ostacolo nello sviluppo del rapporto d’amore tra un uomo e una donna? - E l’eventuale nascita di figli? Che tipo di educazione bisognerebbe assicurare loro in casi del genere? Educazione laica? Educazione religiosa? E se sì, quale? Lasciare che crescano e scelgano da soli? E nel frattempo? - Quand’è che l’appartenenza a religioni differenti - in situazioni del genere - può essere occasione di crescita, anche collettiva? O è solo causa di difficoltà? - L’appartenenza a “ceti sociali” diversi può essere ancora oggi causa di conflitti nella gestione di un rapporto amoroso? Oppure è un problema del tutto superato? - Il non sentirsi accettati dalla propria famiglia d’origine, è un “ostacolo” superabile o, viceversa, incide inevitabilmente nella vita di chi subisce tale situazione?</b> Fino a che punto è possibile scrollarsi di dosso le proprie origini?
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Fino a che punto la propria fede può essere addomesticata per assecondare le esigenze della persona con cui si è deciso di vivere? Ed è giusto farlo? È giusto rinunciare al proprio credo religioso (o metterlo da parte) per uniformarsi a quello dell’amato/a? E compiere tale rinuncia, è più un atto di debolezza o di coraggio?
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E d’altra parte, l’appartenenza a religioni differenti può essere un ostacolo nello sviluppo del rapporto d’amore tra un uomo e una donna?
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E l’eventuale nascita di figli? Che tipo di educazione bisognerebbe assicurare loro in casi del genere? Educazione laica? Educazione religiosa? E se sì, quale? Lasciare che crescano e scelgano da soli? E nel frattempo?
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Quand’è che l’appartenenza a religioni differenti – in situazioni del genere – può essere occasione di crescita, anche collettiva?
O è solo causa di difficoltà?
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L’appartenenza a “ceti sociali” diversi può essere ancora oggi causa di conflitti nella gestione di un rapporto amoroso? Oppure è un problema del tutto superato?
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Il non sentirsi accettati dalla propria famiglia d’origine, è un “ostacolo” superabile o, viceversa, incide inevitabilmente nella vita di chi subisce tale situazione?

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/04/27/la-sposa-gentile-di-lia-levi/comment-page-3/#comment-109606 Massimo Maugeri Sat, 01 May 2010 09:34:10 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1998#comment-109606 Prima di salutarvi vi ripropongo le domande del post, nel caso in cui qualcuno volesse provare a rispondere (esprimendo la propria opinione in merito ai temi sollevati). Prima di salutarvi vi ripropongo le domande del post, nel caso in cui qualcuno volesse provare a rispondere (esprimendo la propria opinione in merito ai temi sollevati).

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/04/27/la-sposa-gentile-di-lia-levi/comment-page-3/#comment-109605 Massimo Maugeri Sat, 01 May 2010 09:30:39 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1998#comment-109605 Auguro ancora, a tutti voi, buon 1° maggio. Intanto, la nostra discussione (se volete) prosegue... Auguro ancora, a tutti voi, buon 1° maggio.
Intanto, la nostra discussione (se volete) prosegue…

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/04/27/la-sposa-gentile-di-lia-levi/comment-page-3/#comment-109604 Massimo Maugeri Sat, 01 May 2010 09:29:27 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1998#comment-109604 Ringrazio Luigi per la bella intervista. Spero, in tal modo, di avervi dato la possibilità di conoscere un po' meglio Lia Levi e questo suo nuovo libro. Ringrazio Luigi per la bella intervista.
Spero, in tal modo, di avervi dato la possibilità di conoscere un po’ meglio Lia Levi e questo suo nuovo libro.

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Di: Luigi La Rosa e Lia Levi (domanda e risposta) http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/04/27/la-sposa-gentile-di-lia-levi/comment-page-3/#comment-109603 Luigi La Rosa e Lia Levi (domanda e risposta) Sat, 01 May 2010 09:26:58 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1998#comment-109603 <strong>Si prepara un nuovo viaggio in Sicilia</strong> (il viaggio si è già concluso, ndr), <strong>terra che lei ama particolarmente e alla quale si sente legata da amicizie e affetti personali. Che effetto le fa tornarvi?</strong> <em>Sì, è vero, io vengo spesso in Sicilia e provo per questa terra qualcosa di più di un amore: mi pare che ci sia tra me e la Sicilia qualcosa come un legame segreto, quasi mi avesse partorito quest’isola. Eppure i miei antenati, arrivati in Italia ai primi del Cinquecento, provengono dalla Spagna, non dalla Sicilia, almeno così mi risulta. So bene che in Sicilia la presenza ebraica prima dell’espulsione dai domini spagnoli era di notevolissima entità, qualitativa e quantitativa. Penso, e molti siciliani lo credono, che moltissimi di loro abbiano qualche goccia di sangue ebraico nelle vene… forse mi sento tra parenti, chissà… </em> Si prepara un nuovo viaggio in Sicilia (il viaggio si è già concluso, ndr), terra che lei ama particolarmente e alla quale si sente legata da amicizie e affetti personali. Che effetto le fa tornarvi?
Sì, è vero, io vengo spesso in Sicilia e provo per questa terra qualcosa di più di un amore: mi pare che ci sia tra me e la Sicilia qualcosa come un legame segreto, quasi mi avesse partorito quest’isola. Eppure i miei antenati, arrivati in Italia ai primi del Cinquecento, provengono dalla Spagna, non dalla Sicilia, almeno così mi risulta. So bene che in Sicilia la presenza ebraica prima dell’espulsione dai domini spagnoli era di notevolissima entità, qualitativa e quantitativa. Penso, e molti siciliani lo credono, che moltissimi di loro abbiano qualche goccia di sangue ebraico nelle vene… forse mi sento tra parenti, chissà…

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Di: Luigi La Rosa e Lia Levi (domanda e risposta) http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/04/27/la-sposa-gentile-di-lia-levi/comment-page-3/#comment-109602 Luigi La Rosa e Lia Levi (domanda e risposta) Sat, 01 May 2010 09:25:50 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1998#comment-109602 <b>Ha già in mente un nuovo romanzo? Se sì, è possibile anticipare qualcosa ai nostri lettori?</b> <em>E’ troppo presto. La sposa gentile è appena uscito e mi parrebbe di tradire i miei personaggi se cominciassi ora a costruirne altri. Ai propri personaggi ci si affeziona come se fossero veri e non si possono lasciar cadere di colpo. Bisogna far decantare la storia in cui sei stato immerso tanti mesi. Penso che sia così per tutti gli scrittori (sia che amino o che odino le loro creature di carta).</em> Ha già in mente un nuovo romanzo? Se sì, è possibile anticipare qualcosa ai nostri lettori?
E’ troppo presto. La sposa gentile è appena uscito e mi parrebbe di tradire i miei personaggi se cominciassi ora a costruirne altri. Ai propri personaggi ci si affeziona come se fossero veri e non si possono lasciar cadere di colpo. Bisogna far decantare la storia in cui sei stato immerso tanti mesi. Penso che sia così per tutti gli scrittori (sia che amino o che odino le loro creature di carta).

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Di: Luigi La Rosa e Lia Levi (domanda e risposta) http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/04/27/la-sposa-gentile-di-lia-levi/comment-page-3/#comment-109601 Luigi La Rosa e Lia Levi (domanda e risposta) Sat, 01 May 2010 09:25:21 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1998#comment-109601 <b>Oltre alla scrittura per adulti, Lia Levi è nota per una vastissima e apprezzata produzione di testi per l’infanzia. Il mondo della scuola la considera giustamente un riferimento prezioso. Cosa rappresenta quel tipo di scrittura e quanto è stato utile nella sua esperienza di narratrice?</b> <em>Amo moltissimo scrivere per bambini e ragazzi e mi piace incontrarli dopo che hanno letto i miei libri. Devo dire che da loro ho ricevuto ondate d’affetto originali e commoventi: questo è il premio di una certa fatica. E poi l’approccio è diverso. Se presenti il tuo libro agli adulti, magari tre o quattro volte in città e in ambienti diversi, appunto perché lo presenti come novità, chi viene a sentirmi quasi sempre non l’ha ancora letto. Invece con i bambini e i ragazzi non è così. I ragazzi vengono da te dopo che hanno letto e magari già discusso il tuo libro. Sei perciò per loro una persona in qualche modo famigliare. Perciò si sentono liberi di chiederti tante cose sul libro, sulla mia persona e sulla mia vita. A volte vorrebbero, che so, un finale diverso e me lo propongono, oppure mi chiedono “e dopo?”. Succede così forse perché quando scrivo per loro io “sono” una di loro, sono una bambina con le bambine, una ragazza con le ragazze. Insomma, sono quasi miei compagni di banco e fra compagni di banco succede che ci si voglia bene.</em> Oltre alla scrittura per adulti, Lia Levi è nota per una vastissima e apprezzata produzione di testi per l’infanzia. Il mondo della scuola la considera giustamente un riferimento prezioso. Cosa rappresenta quel tipo di scrittura e quanto è stato utile nella sua esperienza di narratrice?
Amo moltissimo scrivere per bambini e ragazzi e mi piace incontrarli dopo che hanno letto i miei libri. Devo dire che da loro ho ricevuto ondate d’affetto originali e commoventi: questo è il premio di una certa fatica. E poi l’approccio è diverso. Se presenti il tuo libro agli adulti, magari tre o quattro volte in città e in ambienti diversi, appunto perché lo presenti come novità, chi viene a sentirmi quasi sempre non l’ha ancora letto. Invece con i bambini e i ragazzi non è così. I ragazzi vengono da te dopo che hanno letto e magari già discusso il tuo libro. Sei perciò per loro una persona in qualche modo famigliare. Perciò si sentono liberi di chiederti tante cose sul libro, sulla mia persona e sulla mia vita. A volte vorrebbero, che so, un finale diverso e me lo propongono, oppure mi chiedono “e dopo?”. Succede così forse perché quando scrivo per loro io “sono” una di loro, sono una bambina con le bambine, una ragazza con le ragazze. Insomma, sono quasi miei compagni di banco e fra compagni di banco succede che ci si voglia bene.

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Di: Luigi La Rosa e Lia Levi (domanda e risposta) http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/04/27/la-sposa-gentile-di-lia-levi/comment-page-3/#comment-109600 Luigi La Rosa e Lia Levi (domanda e risposta) Sat, 01 May 2010 09:24:51 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1998#comment-109600 <b>E’ rientrata di recente da un giro negli Stati Uniti, dove alcuni suoi testi sono stati tradotti. Che cosa ci può raccontare di quell’esperienza?</b> <em>Negli Stati Uniti, a Washington e New York dove era appena uscita la traduzione in americano de L’Albergo della Magnolia (The Jewish Husband) ho avuto l’impressione di andare a vendere frigoriferi al Polo Nord. Quanti libri si pubblicano (e si leggono)! Ho però saputo, proprio in questi giorni e con sorpresa, che il libro ha cominciato piuttosto bene, con un numero di copie vendute che qui in Italia consideriamo già un optimum. Ero già stata alcune volte negli Stati Uniti, ma New York l’ho rivista con lo stesso entusiasmo della prima volta (e con l’euro più forte del dollaro… un invito agli acquisti che però non ho fatto).</em> E’ rientrata di recente da un giro negli Stati Uniti, dove alcuni suoi testi sono stati tradotti. Che cosa ci può raccontare di quell’esperienza?
Negli Stati Uniti, a Washington e New York dove era appena uscita la traduzione in americano de L’Albergo della Magnolia (The Jewish Husband) ho avuto l’impressione di andare a vendere frigoriferi al Polo Nord. Quanti libri si pubblicano (e si leggono)! Ho però saputo, proprio in questi giorni e con sorpresa, che il libro ha cominciato piuttosto bene, con un numero di copie vendute che qui in Italia consideriamo già un optimum. Ero già stata alcune volte negli Stati Uniti, ma New York l’ho rivista con lo stesso entusiasmo della prima volta (e con l’euro più forte del dollaro… un invito agli acquisti che però non ho fatto).

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Di: Luigi La Rosa e Lia Levi (domanda e risposta) http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/04/27/la-sposa-gentile-di-lia-levi/comment-page-3/#comment-109599 Luigi La Rosa e Lia Levi (domanda e risposta) Sat, 01 May 2010 09:24:22 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1998#comment-109599 <b>La sposa gentile è uno di quei libri che rimangono, per la sua bellezza, la sua incisività, la sua coerenza intellettuale. Anche nei suoi romanzi precedenti lei ha sempre manifestato una grandissima onestà intellettuale, ritagliandosi margini di libertà assoluta e totale indipendenza di pensiero. Il suo è un libro che rifiuta categoricamente tutte le forme di ideologia, per puntare alle particolarità e alle specificità dei singoli casi individuali. Quanto ritiene che questo sia importante per uno scrittore e per un artista in genere?</b> <em>Ha colto nel centro del bersaglio quando dice che il romanzo rifiuta ogni ideologia, perché in realtà sono io che aborro tutte le ideologie, che per la loro struttura sono intolleranti. Penso che chi crede di essere il depositario della Verità, sia politica o religiosa, tende a essere intollerante nei confronti di quanti non credono e cerca d’imporre quella che ritiene essere la verità assoluta e per lui unica e salvifica. Sì, penso che lo scrittore debba essere al di sopra di ogni assoluto. Lo scrittore deve raccontare, non giudicare. La scrittura è porsi dei problemi, è ricerca, mobilita spesso anche contraddizioni.</em> La sposa gentile è uno di quei libri che rimangono, per la sua bellezza, la sua incisività, la sua coerenza intellettuale. Anche nei suoi romanzi precedenti lei ha sempre manifestato una grandissima onestà intellettuale, ritagliandosi margini di libertà assoluta e totale indipendenza di pensiero. Il suo è un libro che rifiuta categoricamente tutte le forme di ideologia, per puntare alle particolarità e alle specificità dei singoli casi individuali. Quanto ritiene che questo sia importante per uno scrittore e per un artista in genere?
Ha colto nel centro del bersaglio quando dice che il romanzo rifiuta ogni ideologia, perché in realtà sono io che aborro tutte le ideologie, che per la loro struttura sono intolleranti. Penso che chi crede di essere il depositario della Verità, sia politica o religiosa, tende a essere intollerante nei confronti di quanti non credono e cerca d’imporre quella che ritiene essere la verità assoluta e per lui unica e salvifica. Sì, penso che lo scrittore debba essere al di sopra di ogni assoluto. Lo scrittore deve raccontare, non giudicare. La scrittura è porsi dei problemi, è ricerca, mobilita spesso anche contraddizioni.

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Di: Luigi La Rosa e Lia Levi (domanda e risposta) http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/04/27/la-sposa-gentile-di-lia-levi/comment-page-3/#comment-109598 Luigi La Rosa e Lia Levi (domanda e risposta) Sat, 01 May 2010 09:23:39 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1998#comment-109598 <b>Il suo è un romanzo coraggioso, che per taluni versi non teme la reazione del lettore, e procede verso il suo obiettivo narrativo. Tuttavia, è in qualche modo pure un romanzo di denuncia, che mette a nudo contraddizioni e chiusure, che condanna le intolleranze di molti. Ci sono state delle reazioni particolari alla sua uscita?</b> <em>La sposa gentile è uscito solo a metà febbraio. Le prime recensioni sono state soddisfacenti, a volte molto soddisfacenti. Le reazioni dei primi lettori che mi hanno telefonato o mandato e-mail sono state positive e molto calorose, ma non credo che possano fare statistica, perché se a qualcuno il libro non è piaciuto non gli sarebbe venuto in mente di scrivermelo o dirmelo. Credo che occorra aspettare un altro po’.</em> Il suo è un romanzo coraggioso, che per taluni versi non teme la reazione del lettore, e procede verso il suo obiettivo narrativo. Tuttavia, è in qualche modo pure un romanzo di denuncia, che mette a nudo contraddizioni e chiusure, che condanna le intolleranze di molti. Ci sono state delle reazioni particolari alla sua uscita?
La sposa gentile è uscito solo a metà febbraio. Le prime recensioni sono state soddisfacenti, a volte molto soddisfacenti. Le reazioni dei primi lettori che mi hanno telefonato o mandato e-mail sono state positive e molto calorose, ma non credo che possano fare statistica, perché se a qualcuno il libro non è piaciuto non gli sarebbe venuto in mente di scrivermelo o dirmelo. Credo che occorra aspettare un altro po’.

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Di: Luigi La Rosa e Lia Levi (domanda e risposta) http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/04/27/la-sposa-gentile-di-lia-levi/comment-page-3/#comment-109597 Luigi La Rosa e Lia Levi (domanda e risposta) Sat, 01 May 2010 09:23:02 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1998#comment-109597 <b>Quali sono stati i suoi riferimenti letterari? Ci sono autori ai quali in qualche modo si è sentita vicina nel meditare il libro?</b> <em>E’ un po’quello che dicevo prima. Ci sono ovviamente i Maestri, i grandi russi, francesi dell’Ottocento. Ci sono gli scrittori di alto livello anche del Novecento, compresi inglesi e americani. Da tutti (da tutti quelli che ho letto, è chiaro) ho attinto e messo del materiale emotivo nel mio bagaglio, così come i ragazzi possono attingere da quello che hanno imparato a scuola, a partire dal semplice alfabeto fino a Dante e oltre. Non è quindi per darmi un tono che dico che no, non mi pare di avere direttamente travasato nei miei libri qualche lezione appresa sui banchi delle mie letture (tranne, lo confesso, qualcosa della Mansfield). Ma se qualcuno farà degli accostamenti o altro, sarò ben felice di ascoltarlo. Non mi offenderò davvero, anzi.</em> Quali sono stati i suoi riferimenti letterari? Ci sono autori ai quali in qualche modo si è sentita vicina nel meditare il libro?
E’ un po’quello che dicevo prima. Ci sono ovviamente i Maestri, i grandi russi, francesi dell’Ottocento. Ci sono gli scrittori di alto livello anche del Novecento, compresi inglesi e americani. Da tutti (da tutti quelli che ho letto, è chiaro) ho attinto e messo del materiale emotivo nel mio bagaglio, così come i ragazzi possono attingere da quello che hanno imparato a scuola, a partire dal semplice alfabeto fino a Dante e oltre. Non è quindi per darmi un tono che dico che no, non mi pare di avere direttamente travasato nei miei libri qualche lezione appresa sui banchi delle mie letture (tranne, lo confesso, qualcosa della Mansfield). Ma se qualcuno farà degli accostamenti o altro, sarò ben felice di ascoltarlo. Non mi offenderò davvero, anzi.

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Di: Luigi La Rosa e Lia Levi (domanda e risposta) http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/04/27/la-sposa-gentile-di-lia-levi/comment-page-3/#comment-109596 Luigi La Rosa e Lia Levi (domanda e risposta) Sat, 01 May 2010 09:22:31 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1998#comment-109596 <b>Il romanzo si snoda fino al 1938, fino all’emanazione delle leggi razziali fasciste. Il finale del romanzo è struggente, giacché s’intuisce la china che prenderanno gli eventi e si soffre insieme ai personaggi della vicenda. Questa atmosfera di pre-Apocalisse mi ha fatto pensare in qualche modo a uno scrittore di eccezionale pregio letterario: Aharon Appelfield. Sono possibili riferimenti tra la sua scrittura e quella dell’altro maestro?</b> <em>L’accostamento ad Appelfield mi lusinga e mi riempie di gioia. Ritengo Appelfeld uno dei Grandi, un ispiratore di profonde emozioni. Però non penso che la mia scrittura possa in qualche modo riferirsi alla sua. Credo, certo, che ogni narratore succhi il distillato dei grandi scrittori a cui si è abbeverato e se ne nutra, ma quasi mai nel senso letterale tipo “andare sulle orme di”. Si tratta solo di assorbirne l’emozione per una “messa in moto”, forse la stessa che ti può dare a volte una sinfonia musicale. E’ possibile accostarsi all’immenso Tolstoj o a Shakespeare senza restarne “plagiati” nel profondo? Ecco perché per quanto mi riguarda, mentre sento come miei i grandi della letteratura, sono consapevole del fatto che la loro scrittura non sarà la mia. A volte però devo dire che mi sembra di riconoscermi in qualche autore che mi piace molto, ma forse non me ne rendo conto. Altre volte capita che qualcuno mi dica “Sai, mi sembra che tu scriva un po’ nello stile di X o di Y”. Sarà vero? Sarà casuale? Chissà.</em> Il romanzo si snoda fino al 1938, fino all’emanazione delle leggi razziali fasciste. Il finale del romanzo è struggente, giacché s’intuisce la china che prenderanno gli eventi e si soffre insieme ai personaggi della vicenda. Questa atmosfera di pre-Apocalisse mi ha fatto pensare in qualche modo a uno scrittore di eccezionale pregio letterario: Aharon Appelfield. Sono possibili riferimenti tra la sua scrittura e quella dell’altro maestro?
L’accostamento ad Appelfield mi lusinga e mi riempie di gioia. Ritengo Appelfeld uno dei Grandi, un ispiratore di profonde emozioni. Però non penso che la mia scrittura possa in qualche modo riferirsi alla sua. Credo, certo, che ogni narratore succhi il distillato dei grandi scrittori a cui si è abbeverato e se ne nutra, ma quasi mai nel senso letterale tipo “andare sulle orme di”. Si tratta solo di assorbirne l’emozione per una “messa in moto”, forse la stessa che ti può dare a volte una sinfonia musicale. E’ possibile accostarsi all’immenso Tolstoj o a Shakespeare senza restarne “plagiati” nel profondo? Ecco perché per quanto mi riguarda, mentre sento come miei i grandi della letteratura, sono consapevole del fatto che la loro scrittura non sarà la mia. A volte però devo dire che mi sembra di riconoscermi in qualche autore che mi piace molto, ma forse non me ne rendo conto. Altre volte capita che qualcuno mi dica “Sai, mi sembra che tu scriva un po’ nello stile di X o di Y”. Sarà vero? Sarà casuale? Chissà.

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Di: Luigi La Rosa e Lia Levi (domanda e risposta) http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/04/27/la-sposa-gentile-di-lia-levi/comment-page-3/#comment-109594 Luigi La Rosa e Lia Levi (domanda e risposta) Sat, 01 May 2010 09:21:19 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1998#comment-109594 <b>Come si coniuga tale gentilezza con la scelta finale della protagonista di tornare ai propri valori cristiani, imponendosi in qualche modo pure al volere dei figli?</b> <em>Teresa non torna ai valori cristiani almeno quanto non era mai del tutto entrata in quelli ebraici. Ha assunto e fatte sue le tradizioni ebraiche non solo perché lui “fosse contento”, certo c’era anche questo, ma per omologarsi al complicato e sofferto mondo del suo uomo, in modo a poterlo amare nella sua interezza e fargli veder crescere una famiglia “ebraica” come lui la desiderava. La sua introiezione dell’ebraismo avviene “laicamente” e non prevede alcuna fede religiosa, così come la riacquisizione di una immagine della Madonna non ha per Teresa significato teologico né ritorno a una fede che non è stata mai davvero profondamente sua. E’ solo un fatto affettivo che la riporta alla sua infanzia. Non c’è dunque tradimento dove non c’è mai stato “arruolamento” o “adesione”.</em> Come si coniuga tale gentilezza con la scelta finale della protagonista di tornare ai propri valori cristiani, imponendosi in qualche modo pure al volere dei figli?
Teresa non torna ai valori cristiani almeno quanto non era mai del tutto entrata in quelli ebraici. Ha assunto e fatte sue le tradizioni ebraiche non solo perché lui “fosse contento”, certo c’era anche questo, ma per omologarsi al complicato e sofferto mondo del suo uomo, in modo a poterlo amare nella sua interezza e fargli veder crescere una famiglia “ebraica” come lui la desiderava. La sua introiezione dell’ebraismo avviene “laicamente” e non prevede alcuna fede religiosa, così come la riacquisizione di una immagine della Madonna non ha per Teresa significato teologico né ritorno a una fede che non è stata mai davvero profondamente sua. E’ solo un fatto affettivo che la riporta alla sua infanzia. Non c’è dunque tradimento dove non c’è mai stato “arruolamento” o “adesione”.

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Di: Luigi La Rosa e Lia Levi (domanda e risposta) http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/04/27/la-sposa-gentile-di-lia-levi/comment-page-3/#comment-109593 Luigi La Rosa e Lia Levi (domanda e risposta) Sat, 01 May 2010 09:20:38 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1998#comment-109593 <b>Nel titolo l’aggettivo "gentile" fa riferimento sia all’appartenenza religiosa di Teresa, sia alla sua nobiltà d’animo. Nella sua visione personale delle cose e dei sentimenti cos'è la gentilezza? E’ una dote naturale, genetica, oppure acquisita, forgiata dai duri casi del vivere?</b> <em>“Gentile” tra gli ebrei sta per “non-ebreo/a”, ed è un termine che deriva da gens, cioè la “gente”, quella che è altra da noi. Ma “gentile” è naturalmente la parola usata nel suo senso corrente ed è una qualità dell’animo a me particolarmente cara, perché intende una tranquilla quantità di valori ed esclude esagerazioni, eccessi ed esasperazioni, è quello di cui vorrei fosse pieno il mondo.</em> Nel titolo l’aggettivo “gentile” fa riferimento sia all’appartenenza religiosa di Teresa, sia alla sua nobiltà d’animo. Nella sua visione personale delle cose e dei sentimenti cos’è la gentilezza? E’ una dote naturale, genetica, oppure acquisita, forgiata dai duri casi del vivere?
“Gentile” tra gli ebrei sta per “non-ebreo/a”, ed è un termine che deriva da gens, cioè la “gente”, quella che è altra da noi. Ma “gentile” è naturalmente la parola usata nel suo senso corrente ed è una qualità dell’animo a me particolarmente cara, perché intende una tranquilla quantità di valori ed esclude esagerazioni, eccessi ed esasperazioni, è quello di cui vorrei fosse pieno il mondo.

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Di: Luigi La Rosa e Lia Levi (domanda e risposta) http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/04/27/la-sposa-gentile-di-lia-levi/comment-page-3/#comment-109592 Luigi La Rosa e Lia Levi (domanda e risposta) Sat, 01 May 2010 09:20:05 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1998#comment-109592 <b>Rispetto ai romanzi precedenti e all’essenzialità del loro linguaggio, avvertiamo ora una maggiore ampiezza della tavolozza linguistica. La lingua asseconda i moti del cuore e ne insegue le ferite, scendeno fin dentro le carni dei personaggi con impareggiabile maestria. Anche le metafore sono di particolare efficacia. Quanta fatica ha richiesto una simile scelta, e da quali esigenze di fondo è stata dettata?</b> <em>Come ho detto al principio, cercando di guardarmi dal di fuori mi rendo conto anch’io di avere scelto per La sposa gentile una strada narrativa diversa, un modo di riallacciarmi in certo modo al romanzo “classico” dell’Ottocento in chiave però, spero, moderna. Era il tipo di storia che lo richiedeva. Non so se il risultato mi darà ragione, non spetta a me dirlo, ma la mia è stata una scelta consapevole. La “fatica” invece è stata quella di sempre. E siccome il piacere di scrivere è di molto superiore alla sofferenza del non scrivere, il termine “fatica” viene subito cancellato o semplicemente sommerso da quello di “gioia”. “Maestria, efficacia”? sono grata all’intervistatore per un giudizio tanto lusinghiero… Non sta certo a me confermarlo, e non sono tuttavia così masochista da respingerlo… anzi… Posso solo dire che ho fatto il mio lavoro di artigiana, perché tale mi ritengo, e la mia esigenza assoluta nello scrivere è quella di mettermi al tavolino e, come dico spesso (speriamo che non si tratti di ripetitività legata all’età) cerco di andare più vicino possibile a quello che vorrei dire. Nel caso de La sposa gentile c’era in più, un antico bisogno di rapportarmi al mondo dei miei nonni e bisnonni e alla loro terra piemontese, conquistata nei secoli con grandi sofferenze e fatiche, da cui malgrado la mia “romanità” acquisita, anche io ho preso origine.</em> Rispetto ai romanzi precedenti e all’essenzialità del loro linguaggio, avvertiamo ora una maggiore ampiezza della tavolozza linguistica. La lingua asseconda i moti del cuore e ne insegue le ferite, scendeno fin dentro le carni dei personaggi con impareggiabile maestria. Anche le metafore sono di particolare efficacia. Quanta fatica ha richiesto una simile scelta, e da quali esigenze di fondo è stata dettata?
Come ho detto al principio, cercando di guardarmi dal di fuori mi rendo conto anch’io di avere scelto per La sposa gentile una strada narrativa diversa, un modo di riallacciarmi in certo modo al romanzo “classico” dell’Ottocento in chiave però, spero, moderna. Era il tipo di storia che lo richiedeva. Non so se il risultato mi darà ragione, non spetta a me dirlo, ma la mia è stata una scelta consapevole. La “fatica” invece è stata quella di sempre. E siccome il piacere di scrivere è di molto superiore alla sofferenza del non scrivere, il termine “fatica” viene subito cancellato o semplicemente sommerso da quello di “gioia”. “Maestria, efficacia”? sono grata all’intervistatore per un giudizio tanto lusinghiero… Non sta certo a me confermarlo, e non sono tuttavia così masochista da respingerlo… anzi… Posso solo dire che ho fatto il mio lavoro di artigiana, perché tale mi ritengo, e la mia esigenza assoluta nello scrivere è quella di mettermi al tavolino e, come dico spesso (speriamo che non si tratti di ripetitività legata all’età) cerco di andare più vicino possibile a quello che vorrei dire. Nel caso de La sposa gentile c’era in più, un antico bisogno di rapportarmi al mondo dei miei nonni e bisnonni e alla loro terra piemontese, conquistata nei secoli con grandi sofferenze e fatiche, da cui malgrado la mia “romanità” acquisita, anche io ho preso origine.

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