Commenti a: IL FUTURO DELLA NARRATIVA E LA FAME DI REALTÀ: il caso di David Shields http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/10/25/il-futuro-della-narrativa-e-la-fame-di-realta-il-caso-di-david-shields/ Un open-blog. un luogo d\'incontro virtuale tra scrittori, lettori, librai, critici, giornalisti e operatori culturali Sat, 11 Sep 2021 08:46:19 +0000 http://wordpress.org/?v=2.9.2 hourly 1 Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/10/25/il-futuro-della-narrativa-e-la-fame-di-realta-il-caso-di-david-shields/comment-page-12/#comment-224747 Massimo Maugeri Sun, 25 Sep 2011 10:14:57 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2604#comment-224747 Grazie mille per il link, cara Antonella. Grazie mille per il link, cara Antonella.

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Di: Antonella Beccari http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/10/25/il-futuro-della-narrativa-e-la-fame-di-realta-il-caso-di-david-shields/comment-page-12/#comment-224680 Antonella Beccari Sun, 25 Sep 2011 08:15:48 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2604#comment-224680 mi scuso, l'anonimo sono io. Si erano cancellati i dati in memoria. mi scuso, l’anonimo sono io. Si erano cancellati i dati in memoria.

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Di: Anonimo http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/10/25/il-futuro-della-narrativa-e-la-fame-di-realta-il-caso-di-david-shields/comment-page-12/#comment-224679 Anonimo Sun, 25 Sep 2011 08:13:49 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2604#comment-224679 Segnalo un trafiletto di Mirella Appiotti proveniente da Tuttolibri 24 set., pagina 10 (La Stampa), dal titolo "Transeuropa / che inferno / è il romanzo", in cui si annuncia l'uscita dell'ultimo saggio di Richard Millet, "L'inferno del romanzo". Giulio Milani e Dario Rossi lo definiscono la risposta continentale a Fame di Realtà, di Shields. * vai a http://www3.lastampa.it/tuttolibri/sezioni/edicola/articolo/lstp/231342/ per l'articolo su Tuttolibri. Segnalo un trafiletto di Mirella Appiotti proveniente da Tuttolibri 24 set., pagina 10 (La Stampa), dal titolo “Transeuropa / che inferno / è il romanzo”, in cui si annuncia l’uscita dell’ultimo saggio di Richard Millet, “L’inferno del romanzo”.
Giulio Milani e Dario Rossi lo definiscono la risposta continentale a Fame di Realtà, di Shields.
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vai a http://www3.lastampa.it/tuttolibri/sezioni/edicola/articolo/lstp/231342/
per l’articolo su Tuttolibri.

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/10/25/il-futuro-della-narrativa-e-la-fame-di-realta-il-caso-di-david-shields/comment-page-12/#comment-201277 Massimo Maugeri Thu, 09 Jun 2011 19:42:23 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2604#comment-201277 Ringrazio ancora Antonella e Nadia. Cara Nadia, in genere sono ancora più presente... solo che è un periodo di gran fatica e molti impegni per me. Ma ci rifaremo al più presto. Intanto... ti rinnovo il benvenuto a Letteratitudine. Spero che tu ti trovi a casa, qui... ;) Ringrazio ancora Antonella e Nadia.
Cara Nadia, in genere sono ancora più presente… solo che è un periodo di gran fatica e molti impegni per me.
Ma ci rifaremo al più presto.
Intanto… ti rinnovo il benvenuto a Letteratitudine. Spero che tu ti trovi a casa, qui… ;)

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Di: Antonella Beccari http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/10/25/il-futuro-della-narrativa-e-la-fame-di-realta-il-caso-di-david-shields/comment-page-12/#comment-201189 Antonella Beccari Thu, 09 Jun 2011 08:49:42 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2604#comment-201189 @Nadia La quarta variabile è la tua lettura completa del dibattito (e qui siamo arrivati all'ipercubo). Quanto al movimento, come ha dimostrato lo scultore Pierelli, occorre un materiale rifrangente. Che ne diresti di pubblicare qui la tua tesi, dopo che sarà stata discussa? Sempre che tu non abbia altri progetti, naturalmente. Immagino che Massimo ne sarebbe felice. (Massimo, perdona l'invadenza :-) Ciao Nadia e ... congratulazioni. * ..... scusa, stavo scherzando, ma neanche troppo. Ieri sera leggevo un breve saggio introduttivo sul connubio tra arte e matematica e, in particolare, tra letteratura e matematica. Intendo vere e proprie trasposizioni letterarie della geometria euclidea e non-euclidea. In Italia, almeno fino agli anni Settanta, in arte è stato prodotto al riguardo scultura, cioè l'ipercubo in acciaio e comunque le opere di Attilio Pierelli; e un film dal titolo "Dimensioni" di cui l'A. non cita altro (grrr!). Il Mereghetti non lo riporta. Qualcuno sa qualcosa di questo film, per favore????????????????? * Un'altra domanda: che si sappia, dopo gli anni Settanta, che cosa è stato prodotto invece, in letteratura, al riguardo, in Italia?????????????????? Sarò grata se qualcuno saprà dirmi qualcosa. Saluti e grazie! @Nadia
La quarta variabile è la tua lettura completa del dibattito (e qui siamo arrivati all’ipercubo). Quanto al movimento, come ha dimostrato lo scultore Pierelli, occorre un materiale rifrangente. Che ne diresti di pubblicare qui la tua tesi, dopo che sarà stata discussa? Sempre che tu non abbia altri progetti, naturalmente.
Immagino che Massimo ne sarebbe felice. (Massimo, perdona l’invadenza :-)
Ciao Nadia e … congratulazioni.
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….. scusa, stavo scherzando, ma neanche troppo. Ieri sera leggevo un breve saggio introduttivo sul connubio tra arte e matematica e, in particolare, tra letteratura e matematica. Intendo vere e proprie trasposizioni letterarie della geometria euclidea e non-euclidea.
In Italia, almeno fino agli anni Settanta, in arte è stato prodotto al riguardo scultura, cioè l’ipercubo in acciaio e comunque le opere di Attilio Pierelli; e un film dal titolo “Dimensioni” di cui l’A. non cita altro (grrr!). Il Mereghetti non lo riporta.
Qualcuno sa qualcosa di questo film, per favore?????????????????
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Un’altra domanda: che si sappia, dopo gli anni Settanta, che cosa è stato prodotto invece, in letteratura, al riguardo, in Italia??????????????????
Sarò grata se qualcuno saprà dirmi qualcosa.
Saluti e grazie!

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Di: Amelia Corsi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/10/25/il-futuro-della-narrativa-e-la-fame-di-realta-il-caso-di-david-shields/comment-page-12/#comment-201089 Amelia Corsi Wed, 08 Jun 2011 19:27:17 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2604#comment-201089 Benvenuta anche da parte mia, Nadia. Dici che tornare all'Aquila è un morso nello stomaco e capisco perfettamente i motivi. A proposito, appunto, di fame di realtà, quella dell'Aquila post terremoto credo sia particolarmente dura! (Lo dico con tristezza). Benvenuta anche da parte mia, Nadia.
Dici che tornare all’Aquila è un morso nello stomaco e capisco perfettamente i motivi. A proposito, appunto, di fame di realtà, quella dell’Aquila post terremoto credo sia particolarmente dura! (Lo dico con tristezza).

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Di: Nadia http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/10/25/il-futuro-della-narrativa-e-la-fame-di-realta-il-caso-di-david-shields/comment-page-12/#comment-201084 Nadia Wed, 08 Jun 2011 18:55:13 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2604#comment-201084 Cara Antonella, mi hai fatto riflettere sul fatto che non mi sono presentata adeguatamente. Beh, sapete già che studio lettere, e lo faccio all'università dell'Aquila, città che mi ha letteralmente rubato il cuore: è stata la mia casa per tanti anni, la migliore che potessi desiderare, e non dico ciò per nostalgia....anche se ne ho tanta! Ora sono tornata a casa dai miei, a Foggia, per motivi facilmente intuibili. Per un po' ho lasciato lo studio è mi sono dedicata al lavoro: ho insegnato solfeggio e teoria musicale in una scuola per musicisti. Oggi sono stata a L'aquila, per il mio penultimo esame ( che tra l'altro è andato è andato benissimo! :-D ) e tornarci è sempre un morso nello stomaco. Ora mi conoscete un po' meglio e cambio argomento altrimenti divento troppo sentimentale... Ho citato Herbert perchè nel dibattito ho visto tanta passione e dedizione, e quando questo è lo spirito, credo che il "costo" si riduca notevolmente. Ho capito ben presto che dietro questo blog si cela tanto lavoro, e di Massimo, e di tutti coloro che con tanta applicazione rendono e mantengono vive le discussioni. Quando ho lasciato il mio primo commento mi sono detta: chi vuoi che ti risponderà? e un post vecchio di mesi! E invece prima tu, e poi Massimo mi avete accolta, e devo dire che mi sono sentita proprio come te, compresa. Grazie!! Hai intuito bene, è la prima volta che partecipo ad un blog di letteratura, e anche se ne ho sempre seguiti tanti, non ho mai sentito la necessità di intervenire, forse proprio perchè non mi andava di commentare con un "bello, interessante": detesto quando di un libro si danno opinioni puramente emozionali, e spesso in molti blog ho trovato proprio questo. Ho deciso di intervenire quì perchè ho visto molto altro: ho visto un blogger presente, e riflessioni ponderate, non emozionali! Che aggiungere? Credo che ci incontreremo in altre discussioni, ovviamente se avrò qualcosa di meditato da dire. Ps. Tutto ciò esula totalmente dalla discussione da cui siamo partite, e forse la parentesi personale non era necessaria, non so! A presto. Cara Antonella, mi hai fatto riflettere sul fatto che non mi sono presentata adeguatamente. Beh, sapete già che studio lettere, e lo faccio all’università dell’Aquila, città che mi ha letteralmente rubato il cuore: è stata la mia casa per tanti anni, la migliore che potessi desiderare, e non dico ciò per nostalgia….anche se ne ho tanta! Ora sono tornata a casa dai miei, a Foggia, per motivi facilmente intuibili. Per un po’ ho lasciato lo studio è mi sono dedicata al lavoro: ho insegnato solfeggio e teoria musicale in una scuola per musicisti. Oggi sono stata a L’aquila, per il mio penultimo esame ( che tra l’altro è andato è andato benissimo! :-D ) e tornarci è sempre un morso nello stomaco. Ora mi conoscete un po’ meglio e cambio argomento altrimenti divento troppo sentimentale…

Ho citato Herbert perchè nel dibattito ho visto tanta passione e dedizione, e quando questo è lo spirito, credo che il “costo” si riduca notevolmente. Ho capito ben presto che dietro questo blog si cela tanto lavoro, e di Massimo, e di tutti coloro che con tanta applicazione rendono e mantengono vive le discussioni.

Quando ho lasciato il mio primo commento mi sono detta: chi vuoi che ti risponderà? e un post vecchio di mesi! E invece prima tu, e poi Massimo mi avete accolta, e devo dire che mi sono sentita proprio come te, compresa. Grazie!!

Hai intuito bene, è la prima volta che partecipo ad un blog di letteratura, e anche se ne ho sempre seguiti tanti, non ho mai sentito la necessità di intervenire, forse proprio perchè non mi andava di commentare con un “bello, interessante”: detesto quando di un libro si danno opinioni puramente emozionali, e spesso in molti blog ho trovato proprio questo. Ho deciso di intervenire quì perchè ho visto molto altro: ho visto un blogger presente, e riflessioni ponderate, non emozionali!

Che aggiungere? Credo che ci incontreremo in altre discussioni, ovviamente se avrò qualcosa di meditato da dire.

Ps. Tutto ciò esula totalmente dalla discussione da cui siamo partite, e forse la parentesi personale non era necessaria, non so!

A presto.

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Di: Antonella Beccari http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/10/25/il-futuro-della-narrativa-e-la-fame-di-realta-il-caso-di-david-shields/comment-page-12/#comment-200970 Antonella Beccari Wed, 08 Jun 2011 05:38:48 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2604#comment-200970 ops! Nel novero degli scrittori sono compresi anche i saggisti, naturalmente. Cioè chi ha fatto della scrittura o della scrittura sulla scrittura il suo lavoro. ops!
Nel novero degli scrittori sono compresi anche i saggisti, naturalmente. Cioè chi ha fatto della scrittura o della scrittura sulla scrittura il suo lavoro.

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Di: Antonella Beccari http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/10/25/il-futuro-della-narrativa-e-la-fame-di-realta-il-caso-di-david-shields/comment-page-12/#comment-200968 Antonella Beccari Wed, 08 Jun 2011 05:15:25 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2604#comment-200968 Io ero già sparita, Nadia, causa febbrone primaverile-estivo. A Como continua a piovere. E sono ancora KO. Però faccio un appunto: non sono d'accordo con Herbert. Io direi: Le buone parole, oltre che valere molto, costano pure molto. Per più di un motivo: per imbastire un dibattito come questo si sono raccolti individui con retroterra culturali non indifferenti che ci hanno dedicato parecchio del loro tempo. Tolto al lavoro. Io ne sono rimasta sorpresa e ne sono uscita accresciuta. Per inciso, grazie a tutti coloro con i quali sono entrata in contatto!!! Ci sono commenti che equivalgono a veri e piccoli saggi; questo implica anche un minimo di ricerca precedente. O comunque un minimo di documentazione perchè, sulla base del ricordo, a volte ci si inganna. Raccogliere tante persone che, oltre che volenterose, abbiano qualcosa da dire, è poi il frutto del lavoro di Massimo (che tra l'altro è uno scrittore, non solo il blogger), e che ha saputo creare una rete non indifferente di relazioni il cui esito sono interventi non solo di lettori ma anche di scrittori. Parlare di un libro con uno scrittore è differente che parlarne con un lettore. Sui motivi se ne può parlare. Dalla qualità degli interventi ne nascono addirittura libri che saranno poi venduti per scopi filantropici. Perchè tutto questo si verifichi, bisogna curare il blog come un bambino. Massimo se ne occupa tutti i giorni e saluta e ringrazia tutti i giorni ogni singola persona! La prima volta che mi ha parlato è stato subito dopo il mio primo intervento, cioè quando mi ha dato il benvenuto: ti giuro che ci sono rimasta di sasso. Mi sono sentita com-presa. Ho partecipato a dei dibattiti in altri blogs dove il blogger si dava letteralmente per latitante, lasciava la discussione a se stessa e, cosa da non trascurare, non esercitava la funzione nemmeno di moderatore, per cui potevi ritrovarti insultato bellamente, magari da più persone. Naturalmente, il genere di questi blogs che vogliono darsi un aria di intellettualismo (sto parlando di gente che parla di libri), di solito è sostenuto da persone che, per lo più, si limitano a dare commenti di un'equivalenza “bello e interessante”. Quando poi non sono gruppi chiusi con i quali non riesci a dialogare, al punto tale che ti chiedi se non occorra un misterioso tesserino per essere accolta. Ci sono stati dei casi in cui, addirittura, mi sono accorta che gli interventi venivano fatti sulla base di un'emozionalità reattiva - sottolineo reattiva. Puoi immaginare quanta intelligenza e accrescimento ne puoi trarre. A questo punto tanto vale piantarsi davanti al televisore e assistere alle liti a cui ormai ci hanno fin troppo abituato. Dopo queste esperienze, ti assicuro che trovare Letteratitudine è stato un po' approdare in un mondo nuovo. Tutto questo non ha niente a che vedere con Shields e il suo libro ma ho ritenuto di precisare che, oltre che sicuramente studiosa, sei anche fortunata :-) Il che è un buon binomio. Perchè ho l'impressione che sia una delle prime volte che partecipi a un blog di letteratura. O mi sbaglio? La terza variabile dunque è accorgersi di essere fortunata. Concludo, Nadia, che non sono stata pagata per queste mie parole. Lo penso veramente. Infine, all'interno di Letteratitudine c'è un numero sorprendente di dibattiti indetti. Ce n'è per tutti i gusti. Io sono arrivata al punto di apprezzare la letteratura dell'orrore, qui, in questa sede. L'avevo da sempre subliminalmente ritenuta una letteratura da non avvicinare. Ho cambiato parere. Un consiglio a chi si accosta a un blog qualsiasi: scandagliare qua e là per un po' di tempo, iscriversi alla news letter, evitare di entrarci nel vivo subito e cercare di capire bene che cosa si ha di fronte. Diversamente i nostri sforzi partecipativi potrebbero risultare un'emerita perdita di tempo, oppure un dare senza alcun riscontro. A senso unico. Dove la profusione di energie viene buttata nel cestino della spazzatura. Non ultimo. Sull'uso dello pseudonimo. All'interno di questi blogs-fantasma non vedrai mai (!) una firma per esteso. Conta le firme, invece, all'interno di questo unico dibattito. Il numero è sorprendente. Sul significato psicologico (e non solo) della firma, sia per chi scrive e si sottoscrive, sia per chi legge, lascio a te le conclusioni. Naturalmente non me ne voglia chi decide di usare uno pseudonimo. Ci sono dei casi in cui occorre. Ciao e facci sapere sull'esame dato. Io ero già sparita, Nadia, causa febbrone primaverile-estivo. A Como continua a piovere. E sono ancora KO.
Però faccio un appunto: non sono d’accordo con Herbert. Io direi: Le buone parole, oltre che valere molto, costano pure molto.
Per più di un motivo: per imbastire un dibattito come questo si sono raccolti individui con retroterra culturali non indifferenti che ci hanno dedicato parecchio del loro tempo. Tolto al lavoro.
Io ne sono rimasta sorpresa e ne sono uscita accresciuta. Per inciso, grazie a tutti coloro con i quali sono entrata in contatto!!!
Ci sono commenti che equivalgono a veri e piccoli saggi; questo implica anche un minimo di ricerca precedente. O comunque un minimo di documentazione perchè, sulla base del ricordo, a volte ci si inganna.
Raccogliere tante persone che, oltre che volenterose, abbiano qualcosa da dire, è poi il frutto del lavoro di Massimo (che tra l’altro è uno scrittore, non solo il blogger), e che ha saputo creare una rete non indifferente di relazioni il cui esito sono interventi non solo di lettori ma anche di scrittori.
Parlare di un libro con uno scrittore è differente che parlarne con un lettore. Sui motivi se ne può parlare.
Dalla qualità degli interventi ne nascono addirittura libri che saranno poi venduti per scopi filantropici.
Perchè tutto questo si verifichi, bisogna curare il blog come un bambino. Massimo se ne occupa tutti i giorni e saluta e ringrazia tutti i giorni ogni singola persona! La prima volta che mi ha parlato è stato subito dopo il mio primo intervento, cioè quando mi ha dato il benvenuto: ti giuro che ci sono rimasta di sasso. Mi sono sentita com-presa.
Ho partecipato a dei dibattiti in altri blogs dove il blogger si dava letteralmente per latitante, lasciava la discussione a se stessa e, cosa da non trascurare, non esercitava la funzione nemmeno di moderatore, per cui potevi ritrovarti insultato bellamente, magari da più persone. Naturalmente, il genere di questi blogs che vogliono darsi un aria di intellettualismo (sto parlando di gente che parla di libri), di solito è sostenuto da persone che, per lo più, si limitano a dare commenti di un’equivalenza “bello e interessante”. Quando poi non sono gruppi chiusi con i quali non riesci a dialogare, al punto tale che ti chiedi se non occorra un misterioso tesserino per essere accolta. Ci sono stati dei casi in cui, addirittura, mi sono accorta che gli interventi venivano fatti sulla base di un’emozionalità reattiva – sottolineo reattiva. Puoi immaginare quanta intelligenza e accrescimento ne puoi trarre. A questo punto tanto vale piantarsi davanti al televisore e assistere alle liti a cui ormai ci hanno fin troppo abituato.
Dopo queste esperienze, ti assicuro che trovare Letteratitudine è stato un po’ approdare in un mondo nuovo.
Tutto questo non ha niente a che vedere con Shields e il suo libro ma ho ritenuto di precisare che, oltre che sicuramente studiosa, sei anche fortunata :-) Il che è un buon binomio.
Perchè ho l’impressione che sia una delle prime volte che partecipi a un blog di letteratura. O mi sbaglio? La terza variabile dunque è accorgersi di essere fortunata.
Concludo, Nadia, che non sono stata pagata per queste mie parole. Lo penso veramente.
Infine, all’interno di Letteratitudine c’è un numero sorprendente di dibattiti indetti. Ce n’è per tutti i gusti. Io sono arrivata al punto di apprezzare la letteratura dell’orrore, qui, in questa sede. L’avevo da sempre subliminalmente ritenuta una letteratura da non avvicinare. Ho cambiato parere.
Un consiglio a chi si accosta a un blog qualsiasi: scandagliare qua e là per un po’ di tempo, iscriversi alla news letter, evitare di entrarci nel vivo subito e cercare di capire bene che cosa si ha di fronte. Diversamente i nostri sforzi partecipativi potrebbero risultare un’emerita perdita di tempo, oppure un dare senza alcun riscontro. A senso unico. Dove la profusione di energie viene buttata nel cestino della spazzatura.
Non ultimo. Sull’uso dello pseudonimo.
All’interno di questi blogs-fantasma non vedrai mai (!) una firma per esteso.
Conta le firme, invece, all’interno di questo unico dibattito. Il numero è sorprendente.
Sul significato psicologico (e non solo) della firma, sia per chi scrive e si sottoscrive, sia per chi legge, lascio a te le conclusioni.
Naturalmente non me ne voglia chi decide di usare uno pseudonimo. Ci sono dei casi in cui occorre.
Ciao e facci sapere sull’esame dato.

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Di: Nadia http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/10/25/il-futuro-della-narrativa-e-la-fame-di-realta-il-caso-di-david-shields/comment-page-12/#comment-200840 Nadia Tue, 07 Jun 2011 11:43:21 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2604#comment-200840 ops, parle=parole, anche se era facilmente intuibile! ops, parle=parole, anche se era facilmente intuibile!

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Di: Nadia http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/10/25/il-futuro-della-narrativa-e-la-fame-di-realta-il-caso-di-david-shields/comment-page-12/#comment-200821 Nadia Tue, 07 Jun 2011 09:17:52 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2604#comment-200821 *Antonella: sparisco per 48 ore, causa esame, ma se poi vorrai potremo riprendere il dibattito. Come ha detto Massimo, garzie per avermi introdotta nel blog! *Massimo: grazie per l'accoglienza. Sono stata attirata sul blog dalla miriade di commenti; certo che qùì, come diceva Herbert, "Le buone parle valgono molto e costano poco." Grazie per i vari spunti che trarrò da questa discussine. A presto. *Antonella: sparisco per 48 ore, causa esame, ma se poi vorrai potremo riprendere il dibattito. Come ha detto Massimo, garzie per avermi introdotta nel blog!
*Massimo: grazie per l’accoglienza. Sono stata attirata sul blog dalla miriade di commenti; certo che qùì, come diceva Herbert, “Le buone parle valgono molto e costano poco.”
Grazie per i vari spunti che trarrò da questa discussine.
A presto.

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/10/25/il-futuro-della-narrativa-e-la-fame-di-realta-il-caso-di-david-shields/comment-page-12/#comment-200699 Massimo Maugeri Mon, 06 Jun 2011 18:31:49 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2604#comment-200699 Cara Nadia, benvenuta a Letteratitudine! Sono lieto del fatto che Shield ti abbia portata da queste parti. Ti faccio tanti in bocca al lupo per la tesi e ne approfitto per ringraziare Antonella che ti ha fatto da guida. Grazie, Antonella! ;) Cara Nadia,
benvenuta a Letteratitudine!
Sono lieto del fatto che Shield ti abbia portata da queste parti.
Ti faccio tanti in bocca al lupo per la tesi e ne approfitto per ringraziare Antonella che ti ha fatto da guida.
Grazie, Antonella!
;)

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Di: Antonella Beccari http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/10/25/il-futuro-della-narrativa-e-la-fame-di-realta-il-caso-di-david-shields/comment-page-12/#comment-200596 Antonella Beccari Mon, 06 Jun 2011 07:50:17 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2604#comment-200596 Brillante il riferimento a Marinetti. Consiglio invece cautela sui riferimenti in proposito, nell'ambito della tua tesi: che siano veloci leggeri e chiari. Soprattutto inoppugnabili. Chi vuole intendere intenda, ma niente di più. Diversamente potresti entrare in polemica e in sede di discussione della tesi meglio essere neutrali. Potrebbe sembrare opportunista ma l'assassinio di Cristo c'è già stato. Tutto questo se la tesi sarà data in Italia, come suppongo che sia. * @ “Quello che riscontro io nella letteratura italiana è sicuramente un adattamento della forma e dei contenuti ai vari altri linguaggi artistici, dal cinema allo sketch pubblicitario, espediente evidente anche in Shields.” Di questo ne parla lo scrittore Gianfranco Manfredi in uno dei suoi post all'interno del dibattito, illustrandone con maestria le dinamiche. Cerca il post. La sua conclusione era più o meno questa: “alla fine, non era meglio fare un film, piuttosto che scrivere un libro?” Ciao :-) e buon lavoro. Brillante il riferimento a Marinetti. Consiglio invece cautela sui riferimenti in proposito, nell’ambito della tua tesi: che siano veloci leggeri e chiari. Soprattutto inoppugnabili. Chi vuole intendere intenda, ma niente di più. Diversamente potresti entrare in polemica e in sede di discussione della tesi meglio essere neutrali. Potrebbe sembrare opportunista ma l’assassinio di Cristo c’è già stato.
Tutto questo se la tesi sarà data in Italia, come suppongo che sia.
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@ “Quello che riscontro io nella letteratura italiana è sicuramente un adattamento della forma e dei contenuti ai vari altri linguaggi artistici, dal cinema allo sketch pubblicitario, espediente evidente anche in Shields.”
Di questo ne parla lo scrittore Gianfranco Manfredi in uno dei suoi post all’interno del dibattito, illustrandone con maestria le dinamiche. Cerca il post. La sua conclusione era più o meno questa: “alla fine, non era meglio fare un film, piuttosto che scrivere un libro?”
Ciao :-) e buon lavoro.

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Di: Nadia http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/10/25/il-futuro-della-narrativa-e-la-fame-di-realta-il-caso-di-david-shields/comment-page-12/#comment-200508 Nadia Sun, 05 Jun 2011 20:03:21 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2604#comment-200508 Stamattina pensavo ai vari manifesti artistici, per citarne uno su tutti, il manifesto futurista di F.T. Marinetti: 10 punti, sistematici, chiari, eloquenti e con un riscontro reale immediato, netto, senza margini di dubbio; ogni opera futurista è chiaramente assimilabile al manifesto di riferimento. E Shields? 618 frammenti che, in barba alla chiarezza, sono di una eterogeneità talmente confusa che per ricondurre le parti al tutto non bastano 2,3,4 rilletture, al termine delle quali concludi che un tutto non c'è, che dopotutto il libro altro non è che un'infinità di variazioni su 4/5 temi e che forse il fulcro di tutto è proprio questo non dire, questa caccia al tesoro che ci ha incuriosito in molti; e il riscontro? concordo con te, credo risieda più nella forma che nel contenuto, una forma non-forma, aperta alle infinite possibilità che le nuove tecnologie offono alla letteratura. E poi, sembrerà ovvio, ma ho riflettuto anche su un'altro punto: mentre ogni manifesto ha sempre istituzionalizzato un gruppo e un sentire ben discusso negli ambienti artistici, consapevole, Shields è partito dalla cima di una piramide i cui angoli della base sono ancora stati cementati. Tesi del presunto manifesto, CONFUTATA abbondantemente da entrambe! * Quello che riscontro io nella letteratura italiana è sicuramente un adattamento della forma e dei contenuti ai vari altri linguaggi artistici, dal cinema allo sketch pubblicitario, espediente evidente anche in Shields. * Mi è appena venuto in mente G.Parisse, "I sillabari", e direi che non solo nella forma ma anche nel contenuto Shields gli si è avvicinato: Parisse narra di luoghi e situazioni che potrebbero essere ovunque, indefiniti, e non lo fa anche "Reality hunger" con le citazioni non citate, che aspirano all'anonimato? * Ps. ancora niente titolo, sono nella fase di documentazione e prima stesura; non voglio pensarci perchè credo, e spero, che sarà la naturale conseguenza di ciò che sosterrò. Pps. grazie per le stimolanti riflessioni che mi offri. A presto, Nadia Stamattina pensavo ai vari manifesti artistici, per citarne uno su tutti, il manifesto futurista di F.T. Marinetti: 10 punti, sistematici, chiari, eloquenti e con un riscontro reale immediato, netto, senza margini di dubbio; ogni opera futurista è chiaramente assimilabile al manifesto di riferimento. E Shields? 618 frammenti che, in barba alla chiarezza, sono di una eterogeneità talmente confusa che per ricondurre le parti al tutto non bastano 2,3,4 rilletture, al termine delle quali concludi che un tutto non c’è, che dopotutto il libro altro non è che un’infinità di variazioni su 4/5 temi e che forse il fulcro di tutto è proprio questo non dire, questa caccia al tesoro che ci ha incuriosito in molti; e il riscontro? concordo con te, credo risieda più nella forma che nel contenuto, una forma non-forma, aperta alle infinite possibilità che le nuove tecnologie offono alla letteratura. E poi, sembrerà ovvio, ma ho riflettuto anche su un’altro punto: mentre ogni manifesto ha sempre istituzionalizzato un gruppo e un sentire ben discusso negli ambienti artistici, consapevole, Shields è partito dalla cima di una piramide i cui angoli della base sono ancora stati cementati.
Tesi del presunto manifesto, CONFUTATA abbondantemente da entrambe!
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Quello che riscontro io nella letteratura italiana è sicuramente un adattamento della forma e dei contenuti ai vari altri linguaggi artistici, dal cinema allo sketch pubblicitario, espediente evidente anche in Shields.
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Mi è appena venuto in mente G.Parisse, “I sillabari”, e direi che non solo nella forma ma anche nel contenuto Shields gli si è avvicinato: Parisse narra di luoghi e situazioni che potrebbero essere ovunque, indefiniti, e non lo fa anche “Reality hunger” con le citazioni non citate, che aspirano all’anonimato?
*
Ps. ancora niente titolo, sono nella fase di documentazione e prima stesura; non voglio pensarci perchè credo, e spero, che sarà la naturale conseguenza di ciò che sosterrò.
Pps. grazie per le stimolanti riflessioni che mi offri.
A presto,
Nadia

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Di: Antonella Beccari http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/10/25/il-futuro-della-narrativa-e-la-fame-di-realta-il-caso-di-david-shields/comment-page-12/#comment-200487 Antonella Beccari Sun, 05 Jun 2011 17:10:37 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2604#comment-200487 Mentre guidavo, stamattina, pensavo anche che il libro di Shields sia uno “scherzo letterario”, un gioco di parole per dimostrare, non il contenuto, ma il non detto; sicuramente una provocazione; e che potrebbe trovare origine in certi espedienti di letteratura europea che si è servita di anagrammi, zeppe, sciarade, manomissioni, testi rivoltati, e chi più ne ha più ne metta, per ridare corpo alla parola. Forse per questo un europeo (ce lo possiamo mettere l'italiano in Europa, vero?), si è un po' risentito – almeno, qui si sono ri-sentiti -, al vedere così osannata una tecnica che a noi non suona per niente originale, tantomeno innovativa, perchè già utilizzata e scandagliata con risultati sia poetici che narrativi. * Di solito, una letteratura d'avanguardia viene preceduta da un manifesto letterario che stanno, rispettivamente, la prima al cubo, il secondo al quadrato. Dove il cubo è l'esecuzione fisica di una direttiva artistica a cui ci si vuole avvicinare. Il libro di Shields non mi pare nè la proposta nè il prodotto incarnato della proposta ma, piuttosto, la percezione dell'istante prima in cui accade l'evento vero e proprio. L'idea che si accende ma non ancora l'embrione. Stiamo a vedere se ci sarà una proposta e un'incarnazione. Perchè bisogna considerare anche quanto i tempi siano maturi. In ogni caso, il mix etnico statunitense è così vasto e vario che potrebbe riservare delle sorprese. Quindi, Nadia, sono d'accordo con te che il lavoro di Shields non sia un manifesto. * Quanto alla maturità dei tempi di un manifesto statunitense, vorrei anche aggiungere che, quando si comincia a parlare di manifesti, veri o impropri, significa che la letteratura di un paese comincia ad avere bisogno di aria fresca. Spesso mi sono chiesta se un paese come gli Stati Uniti - che ha avuto una crescita di stupefacente velocità -, non nasconda in sè anche una decadenza altrettanto veloce, e se non cammini già da un pezzo sulla discesa dove, per forza di cose, rientra anche la loro letteratura. Forse proprio l'excursus storico del melting pot - perchè ormai negli Stati Uniti si può parlare di storia del melting pot -, sarà la nuova forza propulsiva. Obama potrebbe essere un esempio precursore - insisto precursore -, della risalita. Trent'anni fa il suo colore alla presidenza sarebbe stata materia per Star Trek. Ma sto dicendo cose ovvie. Mi chiedo anche se tutto questo polverone non riguardi esclusivamente casa loro. Almeno per il momento. Non ultimo, sono sospesa in un momento di “in fieri” e dunque in fase di elaborazione; quindi poco attendibile. Ti risaluto. p.s.: Hai già deciso il titolo della tua tesi? Spesso da un titolo dipende un 110 e lode. Mentre guidavo, stamattina, pensavo anche che il libro di Shields sia uno “scherzo letterario”, un gioco di parole per dimostrare, non il contenuto, ma il non detto; sicuramente una provocazione; e che potrebbe trovare origine in certi espedienti di letteratura europea che si è servita di anagrammi, zeppe, sciarade, manomissioni, testi rivoltati, e chi più ne ha più ne metta, per ridare corpo alla parola.
Forse per questo un europeo (ce lo possiamo mettere l’italiano in Europa, vero?), si è un po’ risentito – almeno, qui si sono ri-sentiti -, al vedere così osannata una tecnica che a noi non suona per niente originale, tantomeno innovativa, perchè già utilizzata e scandagliata con risultati sia poetici che narrativi.
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Di solito, una letteratura d’avanguardia viene preceduta da un manifesto letterario che stanno, rispettivamente, la prima al cubo, il secondo al quadrato. Dove il cubo è l’esecuzione fisica di una direttiva artistica a cui ci si vuole avvicinare. Il libro di Shields non mi pare nè la proposta nè il prodotto incarnato della proposta ma, piuttosto, la percezione dell’istante prima in cui accade l’evento vero e proprio. L’idea che si accende ma non ancora l’embrione.
Stiamo a vedere se ci sarà una proposta e un’incarnazione. Perchè bisogna considerare anche quanto i tempi siano maturi. In ogni caso, il mix etnico statunitense è così vasto e vario che potrebbe riservare delle sorprese. Quindi, Nadia, sono d’accordo con te che il lavoro di Shields non sia un manifesto.
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Quanto alla maturità dei tempi di un manifesto statunitense, vorrei anche aggiungere che, quando si comincia a parlare di manifesti, veri o impropri, significa che la letteratura di un paese comincia ad avere bisogno di aria fresca. Spesso mi sono chiesta se un paese come gli Stati Uniti – che ha avuto una crescita di stupefacente velocità -, non nasconda in sè anche una decadenza altrettanto veloce, e se non cammini già da un pezzo sulla discesa dove, per forza di cose, rientra anche la loro letteratura.
Forse proprio l’excursus storico del melting pot – perchè ormai negli Stati Uniti si può parlare di storia del melting pot -, sarà la nuova forza propulsiva. Obama potrebbe essere un esempio precursore – insisto precursore -, della risalita. Trent’anni fa il suo colore alla presidenza sarebbe stata materia per Star Trek.
Ma sto dicendo cose ovvie.
Mi chiedo anche se tutto questo polverone non riguardi esclusivamente casa loro. Almeno per il momento.
Non ultimo, sono sospesa in un momento di “in fieri” e dunque in fase di elaborazione; quindi poco attendibile.
Ti risaluto.
p.s.: Hai già deciso il titolo della tua tesi? Spesso da un titolo dipende un 110 e lode.

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Di: Nadia http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/10/25/il-futuro-della-narrativa-e-la-fame-di-realta-il-caso-di-david-shields/comment-page-12/#comment-200441 Nadia Sun, 05 Jun 2011 12:05:28 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2604#comment-200441 Antonella, ti ringrazio per la tua attenzione, soprattutto perché arrivo un tantino  in ritardo dal post. La lettura dei commenti è già nella lista delle "cose da fare"; cerco ispirazione da qualunque fonte, e ho visto che qui il dibattito è stato molto vivace. Ps. Crepi il lupo!! Antonella, ti ringrazio per la tua attenzione, soprattutto perché arrivo un tantino  in ritardo dal post. La lettura dei commenti è già nella lista delle “cose da fare”; cerco ispirazione da qualunque fonte, e ho visto che qui il dibattito è stato molto vivace.
Ps. Crepi il lupo!!

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Di: Antonella Beccari http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/10/25/il-futuro-della-narrativa-e-la-fame-di-realta-il-caso-di-david-shields/comment-page-12/#comment-200406 Antonella Beccari Sun, 05 Jun 2011 07:27:42 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2604#comment-200406 Carissima Nadia, so che forse è chiedere troppo, ma dovresti proprio leggere il presente dibattito. Dall'inizio alla fine. Risponde ai tuoi quesiti e ne propone molti altri. Credo che la tua tesi si arricchirebbe ulteriormente. Ci sono interventi, oltre che di semplici lettori, anche di scrittori intelligenti e anche bravi, non ultimi quelli di uno scrittore che ci ha lasciato pochi giorni fa. Personalmente sono d'accordo con te. E vedrai, nello svolgersi del dibattito, che molte delle tue impressioni sono condivise. E dettagliatamente articolate, spesso spunto per ulteriori problematiche che investono la letteratura. Ieri stavo leggendo quello che credo si possa chiamare il testamento letterario di Ernesto Sàbato: “Prima della fine” ed è stata una ulteriore meravigliosa conferma a molto di quello che penso su funzione, finalità e scopi nonché diritture d'arrivo della Letteratura. Soprattutto nel mondo di oggi e con un pensiero preoccupato al futuro che ci stiamo preparando. Lui dice: “Soltanto chi sarà capace di incarnare l'utopia sarà pronto per la battaglia decisiva, quella destinata a recuperare l'umanità che abbiamo perduto”. Che cosa incarna il libro di Shields? * Bella e interessante (il che equivale a poco) la nouvelle cousine di Shields ma se hai fame, pane magari cotto al forno e con farina NON di tipo 00, cioè pane vero, non guasta mica. Ciao e in bocca al lupo! Carissima Nadia, so che forse è chiedere troppo, ma dovresti proprio leggere il presente dibattito. Dall’inizio alla fine.
Risponde ai tuoi quesiti e ne propone molti altri. Credo che la tua tesi si arricchirebbe ulteriormente.
Ci sono interventi, oltre che di semplici lettori, anche di scrittori intelligenti e anche bravi, non ultimi quelli di uno scrittore che ci ha lasciato pochi giorni fa.
Personalmente sono d’accordo con te. E vedrai, nello svolgersi del dibattito, che molte delle tue impressioni sono condivise. E dettagliatamente articolate, spesso spunto per ulteriori problematiche che investono la letteratura.
Ieri stavo leggendo quello che credo si possa chiamare il testamento letterario di Ernesto Sàbato: “Prima della fine” ed è stata una ulteriore meravigliosa conferma a molto di quello che penso su funzione, finalità e scopi nonché diritture d’arrivo della Letteratura. Soprattutto nel mondo di oggi e con un pensiero preoccupato al futuro che ci stiamo preparando.
Lui dice: “Soltanto chi sarà capace di incarnare l’utopia sarà pronto per la battaglia decisiva, quella destinata a recuperare l’umanità che abbiamo perduto”.
Che cosa incarna il libro di Shields?
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Bella e interessante (il che equivale a poco) la nouvelle cousine di Shields ma se hai fame, pane magari cotto al forno e con farina NON di tipo 00, cioè pane vero, non guasta mica.
Ciao e in bocca al lupo!

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Di: Nadia http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/10/25/il-futuro-della-narrativa-e-la-fame-di-realta-il-caso-di-david-shields/comment-page-11/#comment-200266 Nadia Sat, 04 Jun 2011 12:29:08 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2604#comment-200266 Mi accingo a preparare la mia tesi di laurea, letteratura contemporanea. Il testo da cui parto è proprio "Fame di realtà", in un'analisi che vuole verificare una sua possibile compaitibilità con la letteratura italiana contemporanea. Ad una prima lettura, il "manifesto", e lo metto tra virgolette perchè non credo che manifesti più di tanto, mi era parso migliore di quello che è in realtà: 618 citazioni per affermare al massimo 4-5 concetti, nient'affatto innovativi. Dopotutto questi americani sono bravissimi a vendere i loro prodotti!, si, perchè io credo che non sia altro che un prodotto commerciale, venduto bene, con una coperina di grande effetto, ma davvero poco innovativo, o meglio, innovativo solo nella forma. D'altro canto, é risaputo che gli aforismi sono una forma di comunicazione che subito colpisce e facilmente abbaglia... Credo sia evidente che il libro di Shields non mi abbia convinta più di tanto, ma sono aperta a chiunque voglia smentirmi, magari consigliandomi qualche lettura illuminante sul tema, qualche precedente illustre, o semplicemente dando manforte alle mie idee. Il punto è: se per un verso è sotto gli occhi di tutti questa "fame di realta", dall'altro, erano necessarie 618 citazioni a farcelo notare? E poi, in Italia, la trama è davvero out? E un autore, che crea un proprio doppio nel libro, non crea comunque un'invezione letteraria? E il furto, o il plagio che dir si voglia, non è un pastiche già ben teorizzato e sperimentato? E le innovazioni culturali, non sono da sempre entrate nella letteratura? Chiudo con questi interrogativi, augurandomi che, anche se con un po' di ritardo dal post, possano indurre qulache riflessione. Mi accingo a preparare la mia tesi di laurea, letteratura contemporanea. Il testo da cui parto è proprio “Fame di realtà”, in un’analisi che vuole verificare una sua possibile compaitibilità con la letteratura italiana contemporanea. Ad una prima lettura, il “manifesto”, e lo metto tra virgolette perchè non credo che manifesti più di tanto, mi era parso migliore di quello che è in realtà: 618 citazioni per affermare al massimo 4-5 concetti, nient’affatto innovativi. Dopotutto questi americani sono bravissimi a vendere i loro prodotti!, si, perchè io credo che non sia altro che un prodotto commerciale, venduto bene, con una coperina di grande effetto, ma davvero poco innovativo, o meglio, innovativo solo nella forma. D’altro canto, é risaputo che gli aforismi sono una forma di comunicazione che subito colpisce e facilmente abbaglia…
Credo sia evidente che il libro di Shields non mi abbia convinta più di tanto, ma sono aperta a chiunque voglia smentirmi, magari consigliandomi qualche lettura illuminante sul tema, qualche precedente illustre, o semplicemente dando manforte alle mie idee.
Il punto è: se per un verso è sotto gli occhi di tutti questa “fame di realta”, dall’altro, erano necessarie 618 citazioni a farcelo notare? E poi, in Italia, la trama è davvero out? E un autore, che crea un proprio doppio nel libro, non crea comunque un’invezione letteraria? E il furto, o il plagio che dir si voglia, non è un pastiche già ben teorizzato e sperimentato? E le innovazioni culturali, non sono da sempre entrate nella letteratura?
Chiudo con questi interrogativi, augurandomi che, anche se con un po’ di ritardo dal post, possano indurre qulache riflessione.

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/10/25/il-futuro-della-narrativa-e-la-fame-di-realta-il-caso-di-david-shields/comment-page-11/#comment-133396 Massimo Maugeri Tue, 30 Nov 2010 20:54:56 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2604#comment-133396 Bentornata, Monica. Spero che la tua situazione lavorativa sia migliorata. Bentornata, Monica. Spero che la tua situazione lavorativa sia migliorata.

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Di: luciano / idefix http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/10/25/il-futuro-della-narrativa-e-la-fame-di-realta-il-caso-di-david-shields/comment-page-11/#comment-133390 luciano / idefix Tue, 30 Nov 2010 18:21:32 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2604#comment-133390 Concordo con Manfredi: tutta la mia stima e gratitudine per Saviano e per Gomorra (buon giornalismo investigativo più che non-fiction, iper-fiction o tutte quelle definizioni modaiole), autore e opera importantissimi. Avercene altri, in Italia. Però ci sono innumerevoli libri qualitativamente superiori. E non ho dubbi che Saviano sarebbe il primo a riconoscerlo. Concordo con Manfredi: tutta la mia stima e gratitudine per Saviano e per Gomorra (buon giornalismo investigativo più che non-fiction, iper-fiction o tutte quelle definizioni modaiole), autore e opera importantissimi. Avercene altri, in Italia.
Però ci sono innumerevoli libri qualitativamente superiori. E non ho dubbi che Saviano sarebbe il primo a riconoscerlo.

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Di: Antonella Beccari http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/10/25/il-futuro-della-narrativa-e-la-fame-di-realta-il-caso-di-david-shields/comment-page-11/#comment-133309 Antonella Beccari Mon, 29 Nov 2010 18:46:14 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2604#comment-133309 Immagino, io vado dalle vecchie signore a cercarmeli... stoffe italiane che non fanno più, cuciture perfette, abbinamenti e fantasie di colori incredibili.. e tanta nonchalance a portarli, sì perchè il mio tocco è anno 3000. ciao :-) Immagino, io vado dalle vecchie signore a cercarmeli… stoffe italiane che non fanno più, cuciture perfette, abbinamenti e fantasie di colori incredibili..
e tanta nonchalance a portarli, sì perchè il mio tocco è anno 3000.

ciao :-)

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Di: Gianfranco Manfredi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/10/25/il-futuro-della-narrativa-e-la-fame-di-realta-il-caso-di-david-shields/comment-page-11/#comment-133302 Gianfranco Manfredi Mon, 29 Nov 2010 18:12:35 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2604#comment-133302 Sai che la storia del tailleur (tra l'altro al Tailleur ha dedicato un romanzo anche Camilleri, di recente... è che si fa fatica a seguirli tutti da quanti ne sforna) è davvero interessante? E' in qualche modo parte della storia moderna dell'emancipazione femminile. Sai che la storia del tailleur (tra l’altro al Tailleur ha dedicato un romanzo anche Camilleri, di recente… è che si fa fatica a seguirli tutti da quanti ne sforna) è davvero interessante? E’ in qualche modo parte della storia moderna dell’emancipazione femminile.

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Di: Antonella Beccari http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/10/25/il-futuro-della-narrativa-e-la-fame-di-realta-il-caso-di-david-shields/comment-page-11/#comment-133299 Antonella Beccari Mon, 29 Nov 2010 18:03:07 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2604#comment-133299 Lo metto io lo smile, Gianfranco. Grazie ahahahahahhaha :-) Lo metto io lo smile, Gianfranco.
Grazie ahahahahahhaha :-)

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Di: Gianfranco Manfredi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/10/25/il-futuro-della-narrativa-e-la-fame-di-realta-il-caso-di-david-shields/comment-page-11/#comment-133291 Gianfranco Manfredi Mon, 29 Nov 2010 15:43:13 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2604#comment-133291 E a proposito di romanzi "vissuti", ma romanzi (ben al di là del giornalismo d'autore) visto che lo si è ricordato recentemente, va obbligatoriamente riletto "Tempo di uccidere " di Ennio Flaiano. Confrontatelo ad altri reportage di guerra e poi ditemi se non c'è una bella differenza. Un narratore ha occhi diversi e diverse e più ricche capacità espressive. Su questo credo sarebbe d'accordo anche Saviano che non essendo un fanfarone, conosce i suoi limiti. E a proposito di romanzi “vissuti”, ma romanzi (ben al di là del giornalismo d’autore) visto che lo si è ricordato recentemente, va obbligatoriamente riletto “Tempo di uccidere ” di Ennio Flaiano. Confrontatelo ad altri reportage di guerra e poi ditemi se non c’è una bella differenza. Un narratore ha occhi diversi e diverse e più ricche capacità espressive. Su questo credo sarebbe d’accordo anche Saviano che non essendo un fanfarone, conosce i suoi limiti.

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Di: Gianfranco Manfredi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/10/25/il-futuro-della-narrativa-e-la-fame-di-realta-il-caso-di-david-shields/comment-page-11/#comment-133290 Gianfranco Manfredi Mon, 29 Nov 2010 15:35:19 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2604#comment-133290 Per inciso, si scrive tailleur. Parola francese che significa abito di "taglio" (usato spesso per un completo giacca pantalone) e che viene da "sarto". E così mi sarò fatto odiare, immagino... ma visto che Antonella si era corretta tre volte, mi è parso opportuno segnalare la soluzione, altrimenti continuava a pensarci (qui ci starebbe uno smile, ma non so metterlo). @ Monica (come va sul fronte lavoro? Così, tanto per sapere, visto che ci avevi fatto stare in pena). Che Gomorra non sia un romanzo, non vuol dire che Shields abbia ragione. Sto leggendo "Solar" di Ian McEwan che è un bellissimo romanzo, scritto meravigliosamente bene, ricco di consapevole ironia e affamato di realtà. E non c'è soltanto la fame, McEwan la sa raccontare, la realtà, il che è il punto determinante. Come aveva già detto Luciano, se si parla soltanto di Romanzo, si rischia alla fine di restare troppo sul vago, se non altro perché di modelli di scrittura romanzesca che ce sono molti. Ma quando uno trova un narratore vero, e un'Opera che merita, qualsiasi dubbio si appiana. Chi ha qualcosa da raccontare e lo stile per farlo, si distingue sempre nella disordinata massa dei libri di dozzina. Il punto è che è difficile trovarli, tra le tante proposte sui banchi. Anzitutto entri in libreria (sono appena stato nella nuova mega Feltrinelli alla Stazione Centrale di Milano) e trovi sezioni intitolate al Giallo (in grande evidenza, ormai è entrato in Serie A, per vendite, non per qualità riconosciuta), al Romanzo Storico (idem), mentre chissà perchè Horror e Fantasy sono al piano di sotto insieme ai fumetti e la fantascienza non risulta nemmeno all'appello. La sezione di maggior spicco è quella delle "Novità". Ohibò! Le Novità sono un genere? Viene da invidiare la sommaria classificazione americana tra Fiction e Non-Fiction e morta lì. Comunque, pur nel disordine infernale delle nostre librerie, cosa muove il nostro interesse a comprare un romanzo piuttosto che un altro? Il genere? Roba vecchia. Ormai da molti anni, i romanzi di genere migliori sono quelli che escono dal genere, per essere romanzi punto e basta. Il tema? Poco affidabile, il tema può essere interessante e il romanzo pessimo. L'autore? E' lecito dubitarne. Mica sempre un autore sforna grandi lavori. Prima di Solar avevo letto Mr Paradise di Leonard, un autore che ho sempre apprezzato molto. Sono arrivato alla fine solo per stima. E ho apprezzato molto la postfazione di Wu Ming 1 (che l'ha anche tradotto) intelligente come sempre, acuta, e perfetta nel sistemare questo romanzo nel contesto della produzione di Leonard. Resta il fatto che anche amando un autore a volte non c'è giustificazione che tenga. Nel caso, Mr. Paradise è una cacata imbarazzante. Dobbiamo allora affidarci alle note promozionali pubblicate a firma di critici e giornali illustri sul retro di copertina? Men che meno. Nel caso di Mr Paradise, le note paragonano Leonard a Dickens. Quando si leggono questi paragoni, non solo esagerati, ma davvero cretini, a me viene voglia di rileggere Dickens. Dunque a cosa possiamo affidarci per scegliere un libro? Beh, anzitutto ( e purtroppo) al portafoglio, perché bisogna prepararsi a comprarne parecchi prima di trovare quello bello, e poi alla lettura stessa (quando ormai l'hai comprato). Se nei romanzi ci fosse la formula "soddisfatti o rimborsati" sarebbe certo meglio per tutti, ma così non è e non sarà mai. Dunque più che discettare se il Romanzo e morto o vivo, è importante leggere molto. Altre garanzie non ce ne sono. Però Monica, per favore, ti imploro, non scrivere che il Romanzo in quanto tale non riesce a raccontare la realtà, perché non è vero. E ripeto quanto già scritto in passati post. Gomorra è un gran bel libro, non c'è dubbio, ma prova a leggere La Pelle di Malaparte e poi ne riparliamo. Un grande scrittore può dire cose e narrarle in modo tale che anche il più bel reportage non può proprio sognarsi di fare. Il che, intendiamoci, nulla toglie, casomai aggiunge. Per inciso, si scrive tailleur. Parola francese che significa abito di “taglio” (usato spesso per un completo giacca pantalone) e che viene da “sarto”. E così mi sarò fatto odiare, immagino… ma visto che Antonella si era corretta tre volte, mi è parso opportuno segnalare la soluzione, altrimenti continuava a pensarci (qui ci starebbe uno smile, ma non so metterlo). @ Monica (come va sul fronte lavoro? Così, tanto per sapere, visto che ci avevi fatto stare in pena). Che Gomorra non sia un romanzo, non vuol dire che Shields abbia ragione. Sto leggendo “Solar” di Ian McEwan che è un bellissimo romanzo, scritto meravigliosamente bene, ricco di consapevole ironia e affamato di realtà. E non c’è soltanto la fame, McEwan la sa raccontare, la realtà, il che è il punto determinante. Come aveva già detto Luciano, se si parla soltanto di Romanzo, si rischia alla fine di restare troppo sul vago, se non altro perché di modelli di scrittura romanzesca che ce sono molti. Ma quando uno trova un narratore vero, e un’Opera che merita, qualsiasi dubbio si appiana. Chi ha qualcosa da raccontare e lo stile per farlo, si distingue sempre nella disordinata massa dei libri di dozzina. Il punto è che è difficile trovarli, tra le tante proposte sui banchi. Anzitutto entri in libreria (sono appena stato nella nuova mega Feltrinelli alla Stazione Centrale di Milano) e trovi sezioni intitolate al Giallo (in grande evidenza, ormai è entrato in Serie A, per vendite, non per qualità riconosciuta), al Romanzo Storico (idem), mentre chissà perchè Horror e Fantasy sono al piano di sotto insieme ai fumetti e la fantascienza non risulta nemmeno all’appello. La sezione di maggior spicco è quella delle “Novità”. Ohibò! Le Novità sono un genere? Viene da invidiare la sommaria classificazione americana tra Fiction e Non-Fiction e morta lì. Comunque, pur nel disordine infernale delle nostre librerie, cosa muove il nostro interesse a comprare un romanzo piuttosto che un altro? Il genere? Roba vecchia. Ormai da molti anni, i romanzi di genere migliori sono quelli che escono dal genere, per essere romanzi punto e basta. Il tema? Poco affidabile, il tema può essere interessante e il romanzo pessimo. L’autore? E’ lecito dubitarne. Mica sempre un autore sforna grandi lavori. Prima di Solar avevo letto Mr Paradise di Leonard, un autore che ho sempre apprezzato molto. Sono arrivato alla fine solo per stima. E ho apprezzato molto la postfazione di Wu Ming 1 (che l’ha anche tradotto) intelligente come sempre, acuta, e perfetta nel sistemare questo romanzo nel contesto della produzione di Leonard. Resta il fatto che anche amando un autore a volte non c’è giustificazione che tenga. Nel caso, Mr. Paradise è una cacata imbarazzante. Dobbiamo allora affidarci alle note promozionali pubblicate a firma di critici e giornali illustri sul retro di copertina? Men che meno. Nel caso di Mr Paradise, le note paragonano Leonard a Dickens. Quando si leggono questi paragoni, non solo esagerati, ma davvero cretini, a me viene voglia di rileggere Dickens. Dunque a cosa possiamo affidarci per scegliere un libro? Beh, anzitutto ( e purtroppo) al portafoglio, perché bisogna prepararsi a comprarne parecchi prima di trovare quello bello, e poi alla lettura stessa (quando ormai l’hai comprato). Se nei romanzi ci fosse la formula “soddisfatti o rimborsati” sarebbe certo meglio per tutti, ma così non è e non sarà mai. Dunque più che discettare se il Romanzo e morto o vivo, è importante leggere molto. Altre garanzie non ce ne sono. Però Monica, per favore, ti imploro, non scrivere che il Romanzo in quanto tale non riesce a raccontare la realtà, perché non è vero. E ripeto quanto già scritto in passati post. Gomorra è un gran bel libro, non c’è dubbio, ma prova a leggere La Pelle di Malaparte e poi ne riparliamo. Un grande scrittore può dire cose e narrarle in modo tale che anche il più bel reportage non può proprio sognarsi di fare. Il che, intendiamoci, nulla toglie, casomai aggiunge.

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Di: Monica http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/10/25/il-futuro-della-narrativa-e-la-fame-di-realta-il-caso-di-david-shields/comment-page-11/#comment-133279 Monica Mon, 29 Nov 2010 13:57:28 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2604#comment-133279 :) :)

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Di: Monica http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/10/25/il-futuro-della-narrativa-e-la-fame-di-realta-il-caso-di-david-shields/comment-page-11/#comment-133278 Monica Mon, 29 Nov 2010 13:57:09 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2604#comment-133278 Sono d'accordo con Luciano/Idefix. Il libro che meglio racconta la realtà è "Gomorra" di Saviano. E siccome "Gomorra" è un anti-romanzo, nel senso che è diverso dal romanzo così come è tradizionalmente considerato, il suo successo è un ulteriore segnale del declino del romanzo e del fatto che il romanzo non riesce a raccontare la realtà. Dunque ha ragione Shields. Sono d’accordo con Luciano/Idefix. Il libro che meglio racconta la realtà è “Gomorra” di Saviano.
E siccome “Gomorra” è un anti-romanzo, nel senso che è diverso dal romanzo così come è tradizionalmente considerato, il suo successo è un ulteriore segnale del declino del romanzo e del fatto che il romanzo non riesce a raccontare la realtà.
Dunque ha ragione Shields.

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/10/25/il-futuro-della-narrativa-e-la-fame-di-realta-il-caso-di-david-shields/comment-page-11/#comment-133230 Massimo Maugeri Sun, 28 Nov 2010 23:12:35 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2604#comment-133230 Le parole di Carlo mi sembrano condivisibili. E la "camera accanto" è un luogo che potete sempre considerare a vostra disposizione per proporre discussioni anche extraletterarie. Le parole di Carlo mi sembrano condivisibili.
E la “camera accanto” è un luogo che potete sempre considerare a vostra disposizione per proporre discussioni anche extraletterarie.

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Di: Antonella Beccari http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/10/25/il-futuro-della-narrativa-e-la-fame-di-realta-il-caso-di-david-shields/comment-page-11/#comment-133220 Antonella Beccari Sun, 28 Nov 2010 20:00:09 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2604#comment-133220 anche qui... naturalmente tajieur sta per tajeur (ma da dove spunta questa i ?) ahahaha... eh sì, domani infatti devo mettere il tajeur e non ho voglia... anche qui… naturalmente tajieur sta per tajeur (ma da dove spunta questa i ?) ahahaha…
eh sì, domani infatti devo mettere il tajeur e non ho voglia…

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Di: Carlo S. http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/10/25/il-futuro-della-narrativa-e-la-fame-di-realta-il-caso-di-david-shields/comment-page-11/#comment-133219 Carlo S. Sun, 28 Nov 2010 19:53:17 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2604#comment-133219 @amelia corsi A volte si parte da un discorso e si finisce a parlare d'altro. E' la dialettica che funziona spesso così. Di Shields e del suo libro si è discusso molto e il discorso nello specifico in realtà ristagna. Ma non credo per colpa di chi svia, e non mi pare si dia fastidio a qualcuno. Che comunque in qualsiasi momento può sempre riportare il tema in carreggiata, semplicemente intervenendo. Spostare la discussione (quella nata da un binario laterale) altrove forse non lo si fa anche per non perdere le puntate precedenti (che rimarrebbero comunque qui, e il discorso risulterebbe spezzettato). E' difficile spostare baracca e burattini nella camera accanto. Ma se necessario lo si farà, ringraziando sempre Massimo per l'ospitalità. @amelia corsi
A volte si parte da un discorso e si finisce a parlare d’altro. E’ la dialettica che funziona spesso così. Di Shields e del suo libro si è discusso molto e il discorso nello specifico in realtà ristagna. Ma non credo per colpa di chi svia, e non mi pare si dia fastidio a qualcuno. Che comunque in qualsiasi momento può sempre riportare il tema in carreggiata, semplicemente intervenendo. Spostare la discussione (quella nata da un binario laterale) altrove forse non lo si fa anche per non perdere le puntate precedenti (che rimarrebbero comunque qui, e il discorso risulterebbe spezzettato). E’ difficile spostare baracca e burattini nella camera accanto. Ma se necessario lo si farà, ringraziando sempre Massimo per l’ospitalità.

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Di: Antonella Beccari http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/10/25/il-futuro-della-narrativa-e-la-fame-di-realta-il-caso-di-david-shields/comment-page-11/#comment-133196 Antonella Beccari Sun, 28 Nov 2010 16:13:33 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2604#comment-133196 Sì, ho pensato anche a questo, mentre scrivevo stamattina... Saviano. * in ogni caso l'appunto di ora è: ho notato di avere scritto tajier; naturalmente intendevo tajieur. Sì, ho pensato anche a questo, mentre scrivevo stamattina… Saviano.
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in ogni caso l’appunto di ora è: ho notato di avere scritto tajier; naturalmente intendevo tajieur.

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Di: luciano / idefix http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/10/25/il-futuro-della-narrativa-e-la-fame-di-realta-il-caso-di-david-shields/comment-page-11/#comment-133194 luciano / idefix Sun, 28 Nov 2010 15:19:13 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2604#comment-133194 Amelia: faccio subito il passaggio da questi argomenti (illegalità, mafie...) al tema del post. Il collegamento è semplice e basta fare un titolo, quello di un libro che racconta la realtà, al di fuori delle asfittiche chiacchiere di David Shields. Il libro è (ovviamente) Gomorra. Amelia: faccio subito il passaggio da questi argomenti (illegalità, mafie…) al tema del post.
Il collegamento è semplice e basta fare un titolo, quello di un libro che racconta la realtà, al di fuori delle asfittiche chiacchiere di David Shields. Il libro è (ovviamente) Gomorra.

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Di: Antonella Beccari http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/10/25/il-futuro-della-narrativa-e-la-fame-di-realta-il-caso-di-david-shields/comment-page-11/#comment-133157 Antonella Beccari Sun, 28 Nov 2010 09:02:47 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2604#comment-133157 Beh.. perchè personalmente non ho ancora capito come funzioni (si crea un nuovo thread o si continua sull'ultima porta? sulla prima, la seconda o ...?) e nemmeno perchè sono sicura che Luciano e Gianfranco, a parte queste brevi estemporanee, vogliano continuare. D'altronde, bisogna prima capire se l'argomento interessa e darsi un appuntamento altrove, credo. In ultima analisi, un argomento come Fame di Realtà, è inevitabile che,a volte, sfondi in una realtà ben concreta. O la letteratura è solo finzione, entertainment? Beh.. perchè personalmente non ho ancora capito come funzioni (si crea un nuovo thread o si continua sull’ultima porta? sulla prima, la seconda o …?) e nemmeno perchè sono sicura che Luciano e Gianfranco, a parte queste brevi estemporanee, vogliano continuare.
D’altronde, bisogna prima capire se l’argomento interessa e darsi un appuntamento altrove, credo.
In ultima analisi, un argomento come Fame di Realtà, è inevitabile che,a volte, sfondi in una realtà ben concreta. O la letteratura è solo finzione, entertainment?

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Di: Amelia Corsi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/10/25/il-futuro-della-narrativa-e-la-fame-di-realta-il-caso-di-david-shields/comment-page-11/#comment-133155 Amelia Corsi Sun, 28 Nov 2010 08:42:18 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2604#comment-133155 Scusate se mi intrometto, ma non capisco una cosa. Per discutere di argomenti vari che non c'entrano con l'oggetto specifico dei post Massimo Maugeri ha creato la "camera accanto" http://letteratitudine.blog.kataweb.it/category/la-camera-accanto/ Perché non utilizzate quello spazio e restate ancorati a questo post per discutere di temi che non c'entrano nulla con David Shields? Scusate se mi intrometto, ma non capisco una cosa. Per discutere di argomenti vari che non c’entrano con l’oggetto specifico dei post Massimo Maugeri ha creato la “camera accanto” http://letteratitudine.blog.kataweb.it/category/la-camera-accanto/
Perché non utilizzate quello spazio e restate ancorati a questo post per discutere di temi che non c’entrano nulla con David Shields?

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Di: Antonella Beccari http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/10/25/il-futuro-della-narrativa-e-la-fame-di-realta-il-caso-di-david-shields/comment-page-11/#comment-133151 Antonella Beccari Sun, 28 Nov 2010 07:58:06 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2604#comment-133151 Vedersela brutta vuol dire scappare, lasciare l'Italia perchè non si è più in grado di mandare avanti il proprio malaffare. Chiudere bottega. Fine. Ergo: la politica che è stata fatta dal dopoguerra in poi, tanto per tenerci in termini più stretti a noi, umanità italiana del nostro tempo, ha fatto un fiasco completo. Ha creato un mostro dalle mille teste. Che vuole avere e ha sempre ragione. Alla faccia dell'umanità onesta. Ma che credibilità può avere una classe politica come la nostra? Tutti compresi. La metà della quale è indiziata per qualche reato e che, dopo un periodo cuscinetto, torna in prima linea su un diverso cadreghino? La rotazione in parlamento serve solo a scoprire gli altarini di chi gode del potere al momento, giusto per dare la possibilità all'opposizione del momento (opposizione? che cos'è... roba che si mangia?), di abbattere chi sta al governo. E via andare all'infinito. E mentre gli italiani stanno a guardare questo tè del cappellaio Matto, la nostra bella Italia va sempre più a fondo. D'altronde, manca anche il senso civico: perchè c'è un'Italia che paga le tasse, paga i rifiuti, paga l'acqua che beve, paga tutto, paga la multa se non porta il casco in motorino, paga la multa se non ha le catene da neve in auto, paga la multa se non ha fatto la revisione all'auto, paga e continua a pagare al punto che spesso paga la multa perchè non si è accorta dell'entrata in vigore dell'ennesima leggina che le stringe sempre di più il cappio al collo; e c'è un'Italia che invece non paga per niente? Per la quale, però, vengono stanziati miliardi che sicuramente non andranno a finire nelle tasche di chi di dovere? Ma chi è lo stupido qui? L'italiano che vota alla meno peggio qualcuno che si è presentato in lista? Tanto per parlare di rifiuti, A Roma ho un amico, poverino, che vorrebbe tanto fare la raccolta differenziata perchè di senso civico ne ha: però, sinceramente, non sa come farla (sto parlando di Roma, capitale d'Italia, non dell'ultimo paesino della Basilicata). Ci ha provato, ma non passano a raccoglierla. Buttano tutto nel cassone: umido, plastica, vetro, carta. Qui dove sto io, se butto un pezzo di carta nella plastica, per esempio, mi becco la famosa multa (è vero). Ci sono operatori ecologici nelle discariche comunali (che ogni comune ha) che timbrano le tue entrate e controllano A VISTA il tuo scaricato. Non so se mi spiego. Sono stupida a fare la raccolta differenziata? (si sa, fatta la legge, un modo per surclassarla c'è sempre); però abbiamo strade pulite e qualità della vita migliore. Se so che il nero in fondo alla strada sta vendendo borse lussuose a poco prezzo provenienti dal giro mafioso, non mi farò confondere da un falso pietismo, ma la borsa non gliela comprerò. Anche se mi sta proprio bene con il tajer che dovrò mettermi domani. Se so che la mia banca investe in affari poco puliti, cambierò banca. Se so che quell’assessore è un mafioso, non gli darò più il mio voto, anche se mi ha promesso una legge che permetterà al mio bar di mettere tavolini sul marciapiede. I parametri della gente comune, i riscontri della gente comune, le scelte della gente comune, si basano su queste e tante altre piccole cose quotidiane. La scelta politica della gente comune si basa su queste piccole cose. I grandi programmi politici, i paroloni e le promesse dei politici, vanno bene per fare pietose schermaglie elettorali tra di loro ma, alla fine, la gente guarda queste piccole cose quando deve decidere a chi dare la preferenza, pronta a toglierla se vede che le cose non funzionano. Dove vede che queste piccole cose funzionano e dove non (qualcuno ha mai sentito promettere in clima elettorale fame, niente lavoro, tasse più alte?). La politica annosa che è stata fatta, probabilmente, visto che ha deciso di convivere con un sistema mafioso, ha deciso che c’è un’Italia che deve pagare e un’altra no. E quindi c’è un’Italia che mette su tre mattoni e c’è un’Italia che ne butta giù due: se non vado male in matematica l'indice di gradimento mi sembra vada all'ingiù. Perché, se pagano tutti, chi arricchirà il sistema mafioso? Allora decidiamo una cosa, e decidiamola davvero. O paghiamo tutti allo stato, o paghiamo tutti alla mafia. A pagare l’uno e l’altro, il paese sta affondando. Vedersela brutta vuol dire scappare, lasciare l’Italia perchè non si è più in grado di mandare avanti il proprio malaffare. Chiudere bottega. Fine.
Ergo: la politica che è stata fatta dal dopoguerra in poi, tanto per tenerci in termini più stretti a noi, umanità italiana del nostro tempo, ha fatto un fiasco completo.
Ha creato un mostro dalle mille teste. Che vuole avere e ha sempre ragione. Alla faccia dell’umanità onesta.
Ma che credibilità può avere una classe politica come la nostra? Tutti compresi. La metà della quale è indiziata per qualche reato e che, dopo un periodo cuscinetto, torna in prima linea su un diverso cadreghino?
La rotazione in parlamento serve solo a scoprire gli altarini di chi gode del potere al momento, giusto per dare la possibilità all’opposizione del momento (opposizione? che cos’è… roba che si mangia?), di abbattere chi sta al governo. E via andare all’infinito.
E mentre gli italiani stanno a guardare questo tè del cappellaio Matto, la nostra bella Italia va sempre più a fondo.

D’altronde, manca anche il senso civico: perchè c’è un’Italia che paga le tasse, paga i rifiuti, paga l’acqua che beve, paga tutto, paga la multa se non porta il casco in motorino, paga la multa se non ha le catene da neve in auto, paga la multa se non ha fatto la revisione all’auto, paga e continua a pagare al punto che spesso paga la multa perchè non si è accorta dell’entrata in vigore dell’ennesima leggina che le stringe sempre di più il cappio al collo; e c’è un’Italia che invece non paga per niente? Per la quale, però, vengono stanziati miliardi che sicuramente non andranno a finire nelle tasche di chi di dovere?
Ma chi è lo stupido qui?
L’italiano che vota alla meno peggio qualcuno che si è presentato in lista?
Tanto per parlare di rifiuti, A Roma ho un amico, poverino, che vorrebbe tanto fare la raccolta differenziata perchè di senso civico ne ha: però, sinceramente, non sa come farla (sto parlando di Roma, capitale d’Italia, non dell’ultimo paesino della Basilicata). Ci ha provato, ma non passano a raccoglierla. Buttano tutto nel cassone: umido, plastica, vetro, carta.
Qui dove sto io, se butto un pezzo di carta nella plastica, per esempio, mi becco la famosa multa (è vero). Ci sono operatori ecologici nelle discariche comunali (che ogni comune ha) che timbrano le tue entrate e controllano A VISTA il tuo scaricato. Non so se mi spiego.
Sono stupida a fare la raccolta differenziata? (si sa, fatta la legge, un modo per surclassarla c’è sempre); però abbiamo strade pulite e qualità della vita migliore.
Se so che il nero in fondo alla strada sta vendendo borse lussuose a poco prezzo provenienti dal giro mafioso, non mi farò confondere da un falso pietismo, ma la borsa non gliela comprerò. Anche se mi sta proprio bene con il tajer che dovrò mettermi domani.
Se so che la mia banca investe in affari poco puliti, cambierò banca.
Se so che quell’assessore è un mafioso, non gli darò più il mio voto, anche se mi ha promesso una legge che permetterà al mio bar di mettere tavolini sul marciapiede.
I parametri della gente comune, i riscontri della gente comune, le scelte della gente comune, si basano su queste e tante altre piccole cose quotidiane. La scelta politica della gente comune si basa su queste piccole cose. I grandi programmi politici, i paroloni e le promesse dei politici, vanno bene per fare pietose schermaglie elettorali tra di loro ma, alla fine, la gente guarda queste piccole cose quando deve decidere a chi dare la preferenza, pronta a toglierla se vede che le cose non funzionano. Dove vede che queste piccole cose funzionano e dove non (qualcuno ha mai sentito promettere in clima elettorale fame, niente lavoro, tasse più alte?).
La politica annosa che è stata fatta, probabilmente, visto che ha deciso di convivere con un sistema mafioso, ha deciso che c’è un’Italia che deve pagare e un’altra no. E quindi c’è un’Italia che mette su tre mattoni e c’è un’Italia che ne butta giù due: se non vado male in matematica l’indice di gradimento mi sembra vada all’ingiù.
Perché, se pagano tutti, chi arricchirà il sistema mafioso?
Allora decidiamo una cosa, e decidiamola davvero.
O paghiamo tutti allo stato, o paghiamo tutti alla mafia. A pagare l’uno e l’altro, il paese sta affondando.

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Di: luciano / idefix http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/10/25/il-futuro-della-narrativa-e-la-fame-di-realta-il-caso-di-david-shields/comment-page-11/#comment-133120 luciano / idefix Sat, 27 Nov 2010 20:47:20 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2604#comment-133120 I mafiosi se la videro brutta nel periodo di Falcone, Borsellino, Caponneto, il maxi-processo, il 41 bis, il processo ad Andreotti...la mafia era sul punto di venir scardinata perchè polizia e giudici stavano arrivando ai livelli "alti", ai collegamenti con l'economia e la politica. Poi (come spiegano bene magistrati seri: Caselli, Ingroia, Scarpinato) lo Stato decise di convivere con la mafia, che fa parte strutturale e ineliminabile del panorama italiano. E passò la linea di tanti, tra cui l'attuale procuratore Piero Grasso e teorizzata da leghisti come Miglio: colpire la parte "militare" e più mediaticamente fastidiosa della mafia, senza però puntare per davvero in alto. I mafiosi se la videro brutta nel periodo di Falcone, Borsellino, Caponneto, il maxi-processo, il 41 bis, il processo ad Andreotti…la mafia era sul punto di venir scardinata perchè polizia e giudici stavano arrivando ai livelli “alti”, ai collegamenti con l’economia e la politica.
Poi (come spiegano bene magistrati seri: Caselli, Ingroia, Scarpinato) lo Stato decise di convivere con la mafia, che fa parte strutturale e ineliminabile del panorama italiano.
E passò la linea di tanti, tra cui l’attuale procuratore Piero Grasso e teorizzata da leghisti come Miglio: colpire la parte “militare” e più mediaticamente fastidiosa della mafia, senza però puntare per davvero in alto.

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Di: Antonella Beccari http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/10/25/il-futuro-della-narrativa-e-la-fame-di-realta-il-caso-di-david-shields/comment-page-11/#comment-133111 Antonella Beccari Sat, 27 Nov 2010 17:12:23 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2604#comment-133111 Come disse Nicola Chiaromonte, che fu antifascista e anticomunista, "chissà perchè" osteggiato da gente di un certo calibro come Trombadori, e perfino Bobbio, Calamandrei, Cassola e Fortini, Antonicelli, Ernesto Treccani, etc, etc, etc...: "La nostra non è un'epoca di fede, ma neppure d'incredulità. È un'epoca di malafede, cioè di credenze mantenute a forza, in opposizione ad altre e, soprattutto, in mancanza di altre genuine" (Credere e non credere, 1971). Lo trovo ancora perfettamente molto attuale. * Quanto a mister B., mi sono già pronunciata in merito, qualche tempo fa, e su questo thread. * In estemporanea, oggi pensavo che l'ultima volta in cui i mafiosi se la sono vista brutta è stato durante il pugno di Mussolini (forse me lo ho fatto pensare l'odierna annosa maleodorante problematica di Napoli, per analogia). Non appena il duce è caduto, quelli che non erano stati eliminati perchè emigrati, hanno ben pensato di ritornare immediatamente Italia. Siccome non sono fascista, mi vien però da pensare a un po' di cose.... Come disse Nicola Chiaromonte, che fu antifascista e anticomunista, “chissà perchè” osteggiato da gente di un certo calibro come Trombadori, e perfino Bobbio, Calamandrei, Cassola e Fortini, Antonicelli, Ernesto Treccani, etc, etc, etc…:
“La nostra non è un’epoca di fede, ma neppure d’incredulità. È un’epoca di malafede, cioè di credenze mantenute a forza, in opposizione ad altre e, soprattutto, in mancanza di altre genuine” (Credere e non credere, 1971).
Lo trovo ancora perfettamente molto attuale.
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Quanto a mister B., mi sono già pronunciata in merito, qualche tempo fa, e su questo thread.
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In estemporanea, oggi pensavo che l’ultima volta in cui i mafiosi se la sono vista brutta è stato durante il pugno di Mussolini (forse me lo ho fatto pensare l’odierna annosa maleodorante problematica di Napoli, per analogia).
Non appena il duce è caduto, quelli che non erano stati eliminati perchè emigrati, hanno ben pensato di ritornare immediatamente Italia.
Siccome non sono fascista, mi vien però da pensare a un po’ di cose….

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Di: Gianfranco Manfredi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/10/25/il-futuro-della-narrativa-e-la-fame-di-realta-il-caso-di-david-shields/comment-page-11/#comment-133096 Gianfranco Manfredi Sat, 27 Nov 2010 11:32:18 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2604#comment-133096 Per dire come è cambiata la borghesia... una volta, ero ragazzo e avevo appena debuttato come cantante, venni invitato con Nanni Ricordi e con McGrath l'agente e produttore di Mick Jagger, in una splendida villa settecentesca nelle vicinanze di Lucca da una ricchissima signora e mecenate della arti americana che voleva presentarci l'allora giovane direttore di Rolling Stones. Lungo la piscina della sontuosa villa, tra uno spogliatoio e l'altro, erano appesi dei collage fotografici con tutte le persone che erano passate per quella villa: mai fotografate in compagnia della proprietaria, e mescolate le une alle altre per cui degli illustri sconosciuti si ritrovavano accanto a JFK e Jacqueline, ai Beatles al gran completo, a Andy Wharol eccetera eccetera. Fotografarono anche noi e ricordo la mia profonda vergogna... accanto a chi sarei capitato nel collage? E quanti si sarebbero detti: ma questo chi cazzo è? Ora, pur nell'uso cortigiano delle foto degli ospiti, lì risultava evidente un ben diverso criterio borghese: gli ospiti sono ospiti, indipendentemente dal loro grado di notorietà. Per dire come è cambiata la borghesia… una volta, ero ragazzo e avevo appena debuttato come cantante, venni invitato con Nanni Ricordi e con McGrath l’agente e produttore di Mick Jagger, in una splendida villa settecentesca nelle vicinanze di Lucca da una ricchissima signora e mecenate della arti americana che voleva presentarci l’allora giovane direttore di Rolling Stones. Lungo la piscina della sontuosa villa, tra uno spogliatoio e l’altro, erano appesi dei collage fotografici con tutte le persone che erano passate per quella villa: mai fotografate in compagnia della proprietaria, e mescolate le une alle altre per cui degli illustri sconosciuti si ritrovavano accanto a JFK e Jacqueline, ai Beatles al gran completo, a Andy Wharol eccetera eccetera. Fotografarono anche noi e ricordo la mia profonda vergogna… accanto a chi sarei capitato nel collage? E quanti si sarebbero detti: ma questo chi cazzo è? Ora, pur nell’uso cortigiano delle foto degli ospiti, lì risultava evidente un ben diverso criterio borghese: gli ospiti sono ospiti, indipendentemente dal loro grado di notorietà.

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Di: Gianfranco Manfredi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/10/25/il-futuro-della-narrativa-e-la-fame-di-realta-il-caso-di-david-shields/comment-page-11/#comment-133094 Gianfranco Manfredi Sat, 27 Nov 2010 11:20:03 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2604#comment-133094 Piccolo aneddoto. Quando pubblicai per Mondadori, avevo firmato il contratto prima che B. ne diventasse proprietario. Il romanzo (Il Peggio deve venire) uscì a cose fatte. L'ufficio stampa mi impose di scrivere una dedica a B. sulla copia da inviargli. Non sapevo proprio cosa cazzo scrivere. Non ricordo neanche bene come me la cavai, mi pare stando sull'argomento del libro. Però ero sconcertato. Non usa mandare all'editore una copia dedicata, MAI mi era capitata prima una roba del genere. Ma lì la nuova regola era che di ogni libro pubblicato l'editore dovesse ricevere copia con dedica dell'autore. Appresi in seguito che questi libri venivano disposti su un tavolo all'ingresso di Arcore. Gli ospiti potevano servirsene. Dunque a B. di quei libri non gliene importava niente. Gli interessavano omaggi "servili" degli autori, per poterli mostrare ad altri. Quei libri dedicati dunque con ogni probabilità facevano il paio con delle foto che costellavano in quadretti la parete della reception (foto che vidi personalmente ben prima che B. scendesse in politica) nelle quali il nostro si era fatto raffigurare in compagnia di star piccole e grandi. Ricordo una di queste foto, davvero la più imbarazzante e ridicola, nella quale con il suo solito sorriso Durbans, B. incrociava i pugni con Mike Tyson in abito da sera! Piccolo aneddoto. Quando pubblicai per Mondadori, avevo firmato il contratto prima che B. ne diventasse proprietario. Il romanzo (Il Peggio deve venire) uscì a cose fatte. L’ufficio stampa mi impose di scrivere una dedica a B. sulla copia da inviargli. Non sapevo proprio cosa cazzo scrivere. Non ricordo neanche bene come me la cavai, mi pare stando sull’argomento del libro. Però ero sconcertato. Non usa mandare all’editore una copia dedicata, MAI mi era capitata prima una roba del genere. Ma lì la nuova regola era che di ogni libro pubblicato l’editore dovesse ricevere copia con dedica dell’autore. Appresi in seguito che questi libri venivano disposti su un tavolo all’ingresso di Arcore. Gli ospiti potevano servirsene. Dunque a B. di quei libri non gliene importava niente. Gli interessavano omaggi “servili” degli autori, per poterli mostrare ad altri. Quei libri dedicati dunque con ogni probabilità facevano il paio con delle foto che costellavano in quadretti la parete della reception (foto che vidi personalmente ben prima che B. scendesse in politica) nelle quali il nostro si era fatto raffigurare in compagnia di star piccole e grandi. Ricordo una di queste foto, davvero la più imbarazzante e ridicola, nella quale con il suo solito sorriso Durbans, B. incrociava i pugni con Mike Tyson in abito da sera!

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Di: luciano / idefix http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/10/25/il-futuro-della-narrativa-e-la-fame-di-realta-il-caso-di-david-shields/comment-page-11/#comment-133049 luciano / idefix Fri, 26 Nov 2010 21:00:29 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2604#comment-133049 Io penso che B. non legga nulla: è un uomo troppo triste. Io penso che B. non legga nulla: è un uomo troppo triste.

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Di: Antonella Beccari http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/10/25/il-futuro-della-narrativa-e-la-fame-di-realta-il-caso-di-david-shields/comment-page-11/#comment-132116 Antonella Beccari Fri, 19 Nov 2010 18:06:22 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2604#comment-132116 @ Valerio Fiandra. Gentile Valerio, in ogni caso, la ringrazio per la segnalazione. Mi interessa per via del discorso sull'arte della traduzione all'interno del libro. Buona lettura anche a lei. @ Valerio Fiandra.
Gentile Valerio, in ogni caso, la ringrazio per la segnalazione. Mi interessa per via del discorso sull’arte della traduzione all’interno del libro.
Buona lettura anche a lei.

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Di: Antonella Beccari http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/10/25/il-futuro-della-narrativa-e-la-fame-di-realta-il-caso-di-david-shields/comment-page-11/#comment-132115 Antonella Beccari Fri, 19 Nov 2010 18:03:23 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2604#comment-132115 @ Luciano. Stanotte ho fatto un sogno: scendevo le scale di un palazzo, insieme a Berlusconi (premetto che non l'ho mai conosciuto). Era piccolo quanto un bambinetto di dieci anni (la cosa mi lasciava un po' stupita perchè so che non eccelle per statura, ma fino a a questo punto!). Si discorreva, e mi ricordo che, a scale quasi finite, io gli chiedevo che cosa legge. Si rifiutava di dirmelo ma io sono testarda e alla fine gli ho strappato qualcosa. Ci crederesti? Legge manga giapponesi! @ Luciano.
Stanotte ho fatto un sogno: scendevo le scale di un palazzo, insieme a Berlusconi (premetto che non l’ho mai conosciuto). Era piccolo quanto un bambinetto di dieci anni (la cosa mi lasciava un po’ stupita perchè so che non eccelle per statura, ma fino a a questo punto!).
Si discorreva, e mi ricordo che, a scale quasi finite, io gli chiedevo che cosa legge. Si rifiutava di dirmelo ma io sono testarda e alla fine gli ho strappato qualcosa. Ci crederesti? Legge manga giapponesi!

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Di: valerio fiandra http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/10/25/il-futuro-della-narrativa-e-la-fame-di-realta-il-caso-di-david-shields/comment-page-11/#comment-132102 valerio fiandra Fri, 19 Nov 2010 16:51:15 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2604#comment-132102 Gentile AB, ho letto Shields ( letto ? ) e l'ho trovato misero. Sto leggendo Thirlwell ( di cui non avevo letto Politics ) . Intendevo dire proprio quel che lei ha intuito. Ma i miei giudizi sono lenti a formularsi e prima di stabilizzarsi cambiano spesso. Le chiedo scusa, ma non amo partecipare a dibattiti, dunque perdoni la mia brevità e ritrosia. Buone letture. PS il titolo originale è Mrs Herbert. Gentile AB, ho letto Shields ( letto ? ) e l’ho trovato misero. Sto leggendo Thirlwell ( di cui non avevo letto Politics ) . Intendevo dire proprio quel che lei ha intuito. Ma i miei giudizi sono lenti a formularsi e prima di stabilizzarsi cambiano spesso. Le chiedo scusa, ma non amo partecipare a dibattiti, dunque perdoni la mia brevità e ritrosia. Buone letture.

PS il titolo originale è Mrs Herbert.

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Di: Antonella Beccari http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/10/25/il-futuro-della-narrativa-e-la-fame-di-realta-il-caso-di-david-shields/comment-page-11/#comment-132100 Antonella Beccari Fri, 19 Nov 2010 16:32:57 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2604#comment-132100 Aggiungo: visto che i due libri escono quasi in sincronia? Aggiungo: visto che i due libri escono quasi in sincronia?

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Di: Antonella Beccari http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/10/25/il-futuro-della-narrativa-e-la-fame-di-realta-il-caso-di-david-shields/comment-page-11/#comment-132099 Antonella Beccari Fri, 19 Nov 2010 16:32:11 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2604#comment-132099 .... e se invece non si conoscessero, non ci troveremmo di fronte all'emerso di un'esigenza collettiva? quella di cui si parlava appena più sopra? …. e se invece non si conoscessero, non ci troveremmo di fronte all’emerso di un’esigenza collettiva? quella di cui si parlava appena più sopra?

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Di: Antonella Beccari http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/10/25/il-futuro-della-narrativa-e-la-fame-di-realta-il-caso-di-david-shields/comment-page-11/#comment-132096 Antonella Beccari Fri, 19 Nov 2010 16:03:42 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2604#comment-132096 Se vuoi dire che la soluzione narrativa di Thirlwell supera il manifesto di Shields applicando meglio se non di più i suoi dettami; potrebbe essere. Io però non ho letto il libro. Avevo sempre pensato che la sua produzione fosse più vicina a Histoire d’O che a Mademoiselle O. Beata ignoranza! Non è che invece si conoscano e che si stiano spalleggiando? L’uno a creare coordinate, l’altro a narrarle? Invece il discorso sull’arte della traduzione all’interno di Mademoiselle O, più che sui dettami di Shields (e la soluzione di Thirwell), mi intriga anche di più. Ah… tu hai letto Fame di realtà? Se sì, mi dici come lo trovi, per favore? Qui non sembra che abbia venduto molto. Ciao Se vuoi dire che la soluzione narrativa di Thirlwell supera il manifesto di Shields applicando meglio se non di più i suoi dettami; potrebbe essere. Io però non ho letto il libro.
Avevo sempre pensato che la sua produzione fosse più vicina a Histoire d’O che a Mademoiselle O.
Beata ignoranza!
Non è che invece si conoscano e che si stiano spalleggiando? L’uno a creare coordinate, l’altro a narrarle?
Invece il discorso sull’arte della traduzione all’interno di Mademoiselle O, più che sui dettami di Shields (e la soluzione di Thirwell), mi intriga anche di più.
Ah… tu hai letto Fame di realtà? Se sì, mi dici come lo trovi, per favore?
Qui non sembra che abbia venduto molto. Ciao

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Di: valerio fiandra http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/10/25/il-futuro-della-narrativa-e-la-fame-di-realta-il-caso-di-david-shields/comment-page-11/#comment-132074 valerio fiandra Fri, 19 Nov 2010 13:46:47 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2604#comment-132074 Alla domanda mal posta sin dal titolo ( e dunque foriera di risposte sbagliate ) di David Shields, contrappongo quella esatta celata nelle pagine di " mademoiselle O " , di Adam Thirlwell ( Guanda ) . Alla domanda mal posta sin dal titolo ( e dunque foriera di risposte sbagliate ) di David Shields, contrappongo quella esatta celata nelle pagine di ” mademoiselle O ” , di Adam Thirlwell ( Guanda ) .

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Di: Antonella Beccari http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/10/25/il-futuro-della-narrativa-e-la-fame-di-realta-il-caso-di-david-shields/comment-page-11/#comment-131788 Antonella Beccari Tue, 16 Nov 2010 16:42:07 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2604#comment-131788 ;-) ;-)

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Di: Antonella Beccari http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/10/25/il-futuro-della-narrativa-e-la-fame-di-realta-il-caso-di-david-shields/comment-page-11/#comment-131787 Antonella Beccari Tue, 16 Nov 2010 16:41:07 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2604#comment-131787 Altrimenti non vale il discorso che avevo fatto quando dico che la scrittura è un prodotto collettivo Altrimenti non vale il discorso che avevo fatto quando dico che la scrittura è un prodotto collettivo

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Di: Antonella Beccari http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/10/25/il-futuro-della-narrativa-e-la-fame-di-realta-il-caso-di-david-shields/comment-page-11/#comment-131786 Antonella Beccari Tue, 16 Nov 2010 16:40:16 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2604#comment-131786 Errata corrige, oggi va così: Altrimenti non vale il discorso che avevi fatto quando dico che la scrittura è un prodotto collettivo. Errata corrige, oggi va così:

Altrimenti non vale il discorso che avevi fatto quando dico che la scrittura è un prodotto collettivo.

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