Commenti a: LA SPOSA VERMIGLIA. Incontro con Tea Ranno http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2012/05/14/la-sposa-vermiglia-incontro-con-tea-ranno/ Un open-blog. un luogo d\'incontro virtuale tra scrittori, lettori, librai, critici, giornalisti e operatori culturali Sat, 11 Sep 2021 08:46:19 +0000 http://wordpress.org/?v=2.9.2 hourly 1 Di: ‎”La Sposa Vermiglia” di Tea Ranno vince la diciottesima edizione del premio Domenico Rea « letteratitudinenews http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2012/05/14/la-sposa-vermiglia-incontro-con-tea-ranno/comment-page-5/#comment-404260 ‎”La Sposa Vermiglia” di Tea Ranno vince la diciottesima edizione del premio Domenico Rea « letteratitudinenews Sun, 07 Oct 2012 18:25:19 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4095#comment-404260 [...] dedicati a questo suo ottimo romanzo (segnalati nei link a seguire): - il dibattito online su LetteratitudineBlog - la chiacchierata radiofonica su “Letteratitudine in Fm“ - l’intervista su [...] [...] dedicati a questo suo ottimo romanzo (segnalati nei link a seguire): – il dibattito online su LetteratitudineBlog – la chiacchierata radiofonica su “Letteratitudine in Fm“ – l’intervista su [...]

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Di: Antonio Micciulla http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2012/05/14/la-sposa-vermiglia-incontro-con-tea-ranno/comment-page-5/#comment-320149 Antonio Micciulla Mon, 11 Jun 2012 22:12:10 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4095#comment-320149 Grazie a voi! Che permettete il dialogo tra autore e fruitore! Grazie a voi! Che permettete il dialogo tra autore e fruitore!

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2012/05/14/la-sposa-vermiglia-incontro-con-tea-ranno/comment-page-5/#comment-319579 Massimo Maugeri Sun, 10 Jun 2012 21:24:02 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4095#comment-319579 Ancora una volta grazie a Antonio Micciulla per il suo bel commento. E grazie alla splendida Tea per le sue successive considerazioni. La "Sparviera" continua a volare... Ancora una volta grazie a Antonio Micciulla per il suo bel commento. E grazie alla splendida Tea per le sue successive considerazioni.
La “Sparviera” continua a volare…

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Di: Tea Ranno http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2012/05/14/la-sposa-vermiglia-incontro-con-tea-ranno/comment-page-5/#comment-319112 Tea Ranno Sat, 09 Jun 2012 20:39:42 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4095#comment-319112 E' vero, Antonio, quella di Vincenzina è la storia di troppe donne che pagano con la vita il non piegarsi al potere all'ultrui, all'altrui volere; donne che vogliono mantenere intatta la dignità e si sottraggono alle umilianti forme di possesso che spesso vengono imposte "per il loro bene". Troppo lungo sarebbe l'elenco di quelle che vengono soppresse perché si ribellano. E troppo umiliante il riferimento a chi potrebbe evitare la tragedia e non lo fa. Per paura? Per un malinteso senso del rispetto? Di quelle regole non scritte che sono più imperative di un intero corpo di leggi? A ognuno la sua ragione, la sua omissione. Grazie per questa tua lettura così precisa, competente, e anche appassionata. Un abbraccio E’ vero, Antonio, quella di Vincenzina è la storia di troppe donne che pagano con la vita il non piegarsi al potere all’ultrui, all’altrui volere; donne che vogliono mantenere intatta la dignità e si sottraggono alle umilianti forme di possesso che spesso vengono imposte “per il loro bene”. Troppo lungo sarebbe l’elenco di quelle che vengono soppresse perché si ribellano. E troppo umiliante il riferimento a chi potrebbe evitare la tragedia e non lo fa. Per paura? Per un malinteso senso del rispetto? Di quelle regole non scritte che sono più imperative di un intero corpo di leggi? A ognuno la sua ragione, la sua omissione.
Grazie per questa tua lettura così precisa, competente, e anche appassionata. Un abbraccio

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2012/05/14/la-sposa-vermiglia-incontro-con-tea-ranno/comment-page-5/#comment-318831 Massimo Maugeri Sat, 09 Jun 2012 09:30:25 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4095#comment-318831 Caro Antonio, grazie a te per questo tuo commento. Qui su Letteratitudine non si interviene mai fuori tempo massimo. :-)) Caro Antonio, grazie a te per questo tuo commento.
Qui su Letteratitudine non si interviene mai fuori tempo massimo. :-) )

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Di: Antonio Micciulla http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2012/05/14/la-sposa-vermiglia-incontro-con-tea-ranno/comment-page-5/#comment-318790 Antonio Micciulla Sat, 09 Jun 2012 07:57:50 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4095#comment-318790 Ciao Tea, ciao a tutti. Il libro non l'ho divorato, l'ho pasteggiato. Era per me la tua scrittura sapientemente "antica" un continuo passeggiare tra piazze e cortili, tra atmosfere e ricordi che afferiscono ad un passato comune. Tutti i personaggi sembrano venire, volutamente, dalla cornice del Decameron. Non hanno impegni, non si imperla di sudore la loro fronte. Stanno tutti economicamente bene. Mancano i cafoni ed i braccianti, i "viddani" della Melilli degli anni '20. Solo pochi personaggi, in subordine, appartengono ai ceti più disagiati ed affamati e sono comunque portatori di saggezze "altre", come Niluzza. Sembra evidente che sia questo il contesto migliore dove parlare di amore...al di là degli affanni della sopravvivenza.Ma siamo sicuri che sia l'amore il vero punto focale del romanzo? Per me il romanzo, così ben costruito su arcate classiche, sebbene sfalsato continuamente tra anticipazioni e ricordi, tra analessi e prolessi, è incentrato su una storia di violenza. Vincenzina è la vittima sacrificale di una famiglia che la immola per sete della ricchezza infinita, pur non vivendo certo in difficoltà. La immola don Antonio, vile servo del dio denaro. La immola la protervia dell'oscurantista "vossia" Lucio. La immola il disinteresse del figlio maggiore, troppo distratto dall'America. La immola la madre, divisa tra le sue paure e quel voler conservare le apparenze, quell'attenzione all'"occhio sociale" così ben osservata in tutti i paesini del mondo. La immola il ricordo della morte della sorella ed il senso di colpa che ne deriva. La immola l'immondo Orazio Licata, fascista, violento, frutto perverso di quelle "iene" e di quegli "sciacalli" che la migliore letteratura siciliana ha predetto e raccontato. La immola infine anche la figura dell'"aiutante", il ben giovine figlio dei Gonzales. Un giovane incapace di sottrarla al suo segnatissimo destino tragico. Quel Filippo, incapace di agire nei momenti in cui occorreva farlo. Quel Filippo, incapace di sottrarla a quell'improvvida sventura. E che ritorna quando oramai è troppo tardi. Vincenzina vive il "suo"dramma nella solitudine del suo amore, in quell'impossibilità di manifestarlo e persino narrarlo (se non alla complice cugina Gioconda...nomina numina) Lasciata sola la "sparviera/spruvera" soccombe senza piegare mai il capo. Osservando sempre il mondo dall'alto del suo balcone in giù. La sua è la storia di tante, troppe donne. Che con modi e forme diverse, pagano con la loro vita il non piegarsi al potere altrui. Al potere dei maschi, ma anche delle tante altre donne, che non sanno proteggere le vittime in un cerchio solidale. Vincenzina non si lascia sporcare da nulla. Difende la propri verginità allo stremo. Simbolo e metafora della propria integrità da quel mondo. Ed ha tutti i crismi della figura cristologica. E come donna "cristofora" è anche portatrice di salvezza, anche attraverso la sua morte. Purifica e salvifica. E ci ha donato la sua storia, grazie a Tea, capace di tirar fuori dalla memoria collettiva, le storie che non si ascoltano più, nella Melilli troppo piena di cellulari e nuove mode. Grazie per questo bellissimo romanzo e spero di non essere "troppo"oltre il tempo massimo! Ciao Tea, ciao a tutti.
Il libro non l’ho divorato, l’ho pasteggiato. Era per me la tua scrittura sapientemente “antica” un continuo passeggiare tra piazze e cortili, tra atmosfere e ricordi che afferiscono ad un passato comune.
Tutti i personaggi sembrano venire, volutamente, dalla cornice del Decameron. Non hanno impegni, non si imperla di sudore la loro fronte. Stanno tutti economicamente bene. Mancano i cafoni ed i braccianti, i “viddani” della Melilli degli anni ‘20. Solo pochi personaggi, in subordine, appartengono ai ceti più disagiati ed affamati e sono comunque portatori di saggezze “altre”, come Niluzza. Sembra evidente che sia questo il contesto migliore dove parlare di amore…al di là degli affanni della sopravvivenza.Ma siamo sicuri che sia l’amore il vero punto focale del romanzo? Per me il romanzo, così ben costruito su arcate classiche, sebbene sfalsato continuamente tra anticipazioni e ricordi, tra analessi e prolessi, è incentrato su una storia di violenza.
Vincenzina è la vittima sacrificale di una famiglia che la immola per sete della ricchezza infinita, pur non vivendo certo in difficoltà. La immola don Antonio, vile servo del dio denaro. La immola la protervia dell’oscurantista “vossia” Lucio. La immola il disinteresse del figlio maggiore, troppo distratto dall’America. La immola la madre, divisa tra le sue paure e quel voler conservare le apparenze, quell’attenzione all’”occhio sociale” così ben osservata in tutti i paesini del mondo. La immola il ricordo della morte della sorella ed il senso di colpa che ne deriva. La immola l’immondo Orazio Licata, fascista, violento, frutto perverso di quelle “iene” e di quegli “sciacalli” che la migliore letteratura siciliana ha predetto e raccontato.
La immola infine anche la figura dell’”aiutante”, il ben giovine figlio dei Gonzales. Un giovane incapace di sottrarla al suo segnatissimo destino tragico. Quel Filippo, incapace di agire nei momenti in cui occorreva farlo. Quel Filippo, incapace di sottrarla a quell’improvvida sventura. E che ritorna quando oramai è troppo tardi.
Vincenzina vive il “suo”dramma nella solitudine del suo amore, in quell’impossibilità di manifestarlo e persino narrarlo (se non alla complice cugina Gioconda…nomina numina)
Lasciata sola la “sparviera/spruvera” soccombe senza piegare mai il capo. Osservando sempre il mondo dall’alto del suo balcone in giù. La sua è la storia di tante, troppe donne. Che con modi e forme diverse, pagano con la loro vita il non piegarsi al potere altrui. Al potere dei maschi, ma anche delle tante altre donne, che non sanno proteggere le vittime in un cerchio solidale.
Vincenzina non si lascia sporcare da nulla. Difende la propri verginità allo stremo. Simbolo e metafora della propria integrità da quel mondo. Ed ha tutti i crismi della figura cristologica. E come donna “cristofora” è anche portatrice di salvezza, anche attraverso la sua morte. Purifica e salvifica.
E ci ha donato la sua storia, grazie a Tea, capace di tirar fuori dalla memoria collettiva, le storie che non si ascoltano più, nella Melilli troppo piena di cellulari e nuove mode.
Grazie per questo bellissimo romanzo e spero di non essere “troppo”oltre il tempo massimo!

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Di: Tea Ranno http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2012/05/14/la-sposa-vermiglia-incontro-con-tea-ranno/comment-page-5/#comment-311078 Tea Ranno Fri, 25 May 2012 19:51:30 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4095#comment-311078 Grazie a te, Massimo, per aver ospitato la mia Sparviera in questo tuo bellissimo blog. E grazie a tutti quelli che hanno animato il dibattito con le loro osservazioni e i loro commenti. Una buona serata. Grazie a te, Massimo, per aver ospitato la mia Sparviera in questo tuo bellissimo blog.
E grazie a tutti quelli che hanno animato il dibattito con le loro osservazioni e i loro commenti.
Una buona serata.

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2012/05/14/la-sposa-vermiglia-incontro-con-tea-ranno/comment-page-5/#comment-310606 Massimo Maugeri Thu, 24 May 2012 19:17:51 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4095#comment-310606 Cara Tea, grazie mille per la tua splendida risposta... da cui si evince la grandissima cura, nonché la passione, che nutri per la parola e per la scrittura. Davvero bellissimo il riferimento alla "sonorità" delle frasi e di ciascuna singola parola. Brava. Brava davvero! Cara Tea, grazie mille per la tua splendida risposta… da cui si evince la grandissima cura, nonché la passione, che nutri per la parola e per la scrittura.
Davvero bellissimo il riferimento alla “sonorità” delle frasi e di ciascuna singola parola.
Brava. Brava davvero!

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Di: Tea Ranno http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2012/05/14/la-sposa-vermiglia-incontro-con-tea-ranno/comment-page-5/#comment-310314 Tea Ranno Thu, 24 May 2012 07:53:15 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4095#comment-310314 Grazie Linda, che belle cose mi scrivi. Non solo leggere, ma anche rileggere. Però è vero, la prima lettura è spesso guidata dal bisogno di sapere "come va a finire". Una rilettura permette di cogliere meglio i vari passaggi, le sfumature psicologiche, gli indugi sul paesaggio che diventano anche tempi di riflessione. Grazie Linda, che belle cose mi scrivi. Non solo leggere, ma anche rileggere. Però è vero, la prima lettura è spesso guidata dal bisogno di sapere “come va a finire”. Una rilettura permette di cogliere meglio i vari passaggi, le sfumature psicologiche, gli indugi sul paesaggio che diventano anche tempi di riflessione.

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Di: Tea Ranno http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2012/05/14/la-sposa-vermiglia-incontro-con-tea-ranno/comment-page-5/#comment-310313 Tea Ranno Thu, 24 May 2012 07:51:18 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4095#comment-310313 Veniamo alle tue domande, Massimo. Scrivo ovunque, sulla metro, alla Posta quando sono in fila, nella sala d'attesa del medico, in macchina, in treno. E' una scrittura a mano, sul taccuino, che mi aiuta a fermare un'idea, una possibilità di dialogo, un'intuizione che poi darà vita a pagine più lunghe e complesse. Questo mi capita quando la storia è nel suo compiersi. Poi, appena le pagine sul taccuino cominciano a essere numerose e sostanziose, ha inizio il lavoro vero, quello al computer: soprattutto la mattina. Copio le pagine scritte a mano facendone una sorta di canovaccio che poi vado via via riempiendo, dividendo in capitoli, organizzando per tempi, personaggi, ambienti. Non seguo nessuna scaletta, anzi, mi piace procedere "al buio" lasciando che la storia sorprenda me per prima. Poi, finita la prima stesura, comincia il lavoro durissimo sulla lingua. Ogni frase deve "suonare", ogni parola deve essere precisa - dotata di quel preciso significato - ma anche armonica, capace , cioè, di inserirsi in un contesto metrico che dia ritmo alla narrazione. Questa è la fase più intensa: ho già la storia, ho già la suddivisioni in capitoli, ho già un epilogo, si tratta quindi di dare al romanzo, anche una "veste sonora". A questo punto, su una pagina posso lavorare anche una settimana, tornarci dopo un mese e restarci giorni e giorni, fino a quando la lettura non scorre come acqua. Quando lavoro a una storia, scrivo sempre, ogni giorno. Poi, però, mi capita di fermarmi, per raccogliere altre emozioni. E' così, infatti, sono le emozioni la benzina che fa camminare la mia scrittura: se non partecipo emotivamente, i personaggi restano appiccicati sulla pagina, figurine di carta che non riescono a saltare fuori e giungere al cuore di chi legge. Veniamo alle tue domande, Massimo.
Scrivo ovunque, sulla metro, alla Posta quando sono in fila, nella sala d’attesa del medico, in macchina, in treno. E’ una scrittura a mano, sul taccuino, che mi aiuta a fermare un’idea, una possibilità di dialogo, un’intuizione che poi darà vita a pagine più lunghe e complesse. Questo mi capita quando la storia è nel suo compiersi. Poi, appena le pagine sul taccuino cominciano a essere numerose e sostanziose, ha inizio il lavoro vero, quello al computer: soprattutto la mattina. Copio le pagine scritte a mano facendone una sorta di canovaccio che poi vado via via riempiendo, dividendo in capitoli, organizzando per tempi, personaggi, ambienti.
Non seguo nessuna scaletta, anzi, mi piace procedere “al buio” lasciando che la storia sorprenda me per prima.
Poi, finita la prima stesura, comincia il lavoro durissimo sulla lingua. Ogni frase deve “suonare”, ogni parola deve essere precisa – dotata di quel preciso significato – ma anche armonica, capace , cioè, di inserirsi in un contesto metrico che dia ritmo alla narrazione. Questa è la fase più intensa: ho già la storia, ho già la suddivisioni in capitoli, ho già un epilogo, si tratta quindi di dare al romanzo, anche una “veste sonora”. A questo punto, su una pagina posso lavorare anche una settimana, tornarci dopo un mese e restarci giorni e giorni, fino a quando la lettura non scorre come acqua.

Quando lavoro a una storia, scrivo sempre, ogni giorno. Poi, però, mi capita di fermarmi, per raccogliere altre emozioni. E’ così, infatti, sono le emozioni la benzina che fa camminare la mia scrittura: se non partecipo emotivamente, i personaggi restano appiccicati sulla pagina, figurine di carta che non riescono a saltare fuori e giungere al cuore di chi legge.

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Di: Tea Ranno http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2012/05/14/la-sposa-vermiglia-incontro-con-tea-ranno/comment-page-5/#comment-310310 Tea Ranno Thu, 24 May 2012 07:34:36 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4095#comment-310310 Mia cara Simo, avevo risposto anche a te, a quel bellissimo commento sulla fragilità, ma il commento non lo trovo, così provo a riprendere i fili di quel discorso. Quella di Vincenzina è la fragilità del corpo che non accetta l'ubbidienza e si ribella accanendosi proprio su se stesso. Spesso capita che la rabbia, la delusione, l'amarezza sfoghino sullo stomaco, sulla pelle, sulla testa, provocando dolori forti e difficili da guarire. E' dunque una debolezza del corpo "malato" che non sa come gridare il suo dolore e se lo riversa addosso, soffrendo per dare a esso voce. Nello stesso tempo, però, quello di Vincenzina è un modo di vivere: la solitudine, la fantasia, il sogno, una realtà fittizia che si sovrappone a una quotidianità dura da accettare, tutti elementi che permettono di dare a quella realtà connotati nuovi, un senso più pregnante. E' una sguardo diverso, hai ragione Simo, un guardare alla vita con una fame diversa, fame di bellezza e di candore, di un amore che si faccia vita per davvero. Bellissimo il riferimento a Quasimodo, che amava della fragilità umana "il suo essere nuda, vestita di niente (...) Polvere di strada che il vento leva appena il suo perdono”. Grazie Simo. Mia cara Simo, avevo risposto anche a te, a quel bellissimo commento sulla fragilità, ma il commento non lo trovo, così provo a riprendere i fili di quel discorso.
Quella di Vincenzina è la fragilità del corpo che non accetta l’ubbidienza e si ribella accanendosi proprio su se stesso. Spesso capita che la rabbia, la delusione, l’amarezza sfoghino sullo stomaco, sulla pelle, sulla testa, provocando dolori forti e difficili da guarire. E’ dunque una debolezza del corpo “malato” che non sa come gridare il suo dolore e se lo riversa addosso, soffrendo per dare a esso voce. Nello stesso tempo, però, quello di Vincenzina è un modo di vivere: la solitudine, la fantasia, il sogno, una realtà fittizia che si sovrappone a una quotidianità dura da accettare, tutti elementi che permettono di dare a quella realtà connotati nuovi, un senso più pregnante.
E’ una sguardo diverso, hai ragione Simo, un guardare alla vita con una fame diversa, fame di bellezza e di candore, di un amore che si faccia vita per davvero.
Bellissimo il riferimento a Quasimodo, che amava della fragilità umana “il suo essere nuda, vestita di niente (…) Polvere di strada che il vento leva appena il suo perdono”. Grazie Simo.

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Di: Linda Saraceno http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2012/05/14/la-sposa-vermiglia-incontro-con-tea-ranno/comment-page-5/#comment-310138 Linda Saraceno Wed, 23 May 2012 22:08:26 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4095#comment-310138 Sai Tea hai proprio ragione, ognuno con i suoi tempi. Io sto rileggendo "La sposa vermiglia" e, forse per la fretta di finire, nella prima lettura non ho colto molte sfumature, ma adesso ho come la sensazione di assaporare ogni parola, ogni descrizione, sentire e partecipare ai dialoghi. La prima volta l'ho letto col cuore e con la passione, adesso lo leggo col cuore, con i sensi e con la ragione. Sai Tea hai proprio ragione, ognuno con i suoi tempi. Io sto rileggendo “La sposa vermiglia” e, forse per la fretta di finire, nella prima lettura non ho colto molte sfumature, ma adesso ho come la sensazione di assaporare ogni parola, ogni descrizione, sentire e partecipare ai dialoghi. La prima volta l’ho letto col cuore e con la passione, adesso lo leggo col cuore, con i sensi e con la ragione.

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2012/05/14/la-sposa-vermiglia-incontro-con-tea-ranno/comment-page-5/#comment-310129 Massimo Maugeri Wed, 23 May 2012 21:51:54 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4095#comment-310129 Cara Tea, desideravo porgerti un paio di domande sulla tua attività di scrittrice (e sulle tue abitudini di scrittura). Eccole... - C'è un momento della giornata che dedichi prevalentemente alla scrittura (la mattina, il pomeriggio, la sera)? - Quando inizi a lavorare a una storia, in genere, scrivi ogni giorno... o procedi "a singhiozzo"? Cara Tea,
desideravo porgerti un paio di domande sulla tua attività di scrittrice (e sulle tue abitudini di scrittura).
Eccole…
- C’è un momento della giornata che dedichi prevalentemente alla scrittura (la mattina, il pomeriggio, la sera)?
- Quando inizi a lavorare a una storia, in genere, scrivi ogni giorno… o procedi “a singhiozzo”?

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2012/05/14/la-sposa-vermiglia-incontro-con-tea-ranno/comment-page-5/#comment-310128 Massimo Maugeri Wed, 23 May 2012 21:48:22 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4095#comment-310128 Un ringraziamento speciale, ancora una volta, a Simona e - ovviamente - a Tea. Credo che la Sparviera ci abbia davvero donato una grande occasione di scambio e di confronto. E spero che il dibattito possa ancora offrire ulteriori spunti... Un ringraziamento speciale, ancora una volta, a Simona e – ovviamente – a Tea.
Credo che la Sparviera ci abbia davvero donato una grande occasione di scambio e di confronto.
E spero che il dibattito possa ancora offrire ulteriori spunti…

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2012/05/14/la-sposa-vermiglia-incontro-con-tea-ranno/comment-page-5/#comment-310126 Massimo Maugeri Wed, 23 May 2012 21:46:37 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4095#comment-310126 Desideravo ringraziare e salutare gli autori dei comemnti pervenuti in questi ultimi due giorni, a partire da: Lucrezia, Ausilio Bertoli, Martina, Amelia Corsi, Carla Pillot, Elvira Siringo, Daniela Tiberi, Angela Tiber, Claudio. Desideravo ringraziare e salutare gli autori dei comemnti pervenuti in questi ultimi due giorni, a partire da: Lucrezia, Ausilio Bertoli, Martina, Amelia Corsi, Carla Pillot, Elvira Siringo, Daniela Tiberi, Angela Tiber, Claudio.

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Di: simona lo iacono http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2012/05/14/la-sposa-vermiglia-incontro-con-tea-ranno/comment-page-5/#comment-310063 simona lo iacono Wed, 23 May 2012 18:04:52 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4095#comment-310063 Carissimo Ausilio, grazie di cuore per il tuo apprezzamento! Carissima Tea, cara sparviera, i commenti che precedono sono tutti bellissimi, e dicono tanto dell'anima di questo libro. Vorresti lasciarci un altro pezzetto di te? Un altro brano che ci faccia accarezzare ancora Vincenzina? Mille baci da questa notte stellata! Carissimo Ausilio, grazie di cuore per il tuo apprezzamento!
Carissima Tea, cara sparviera, i commenti che precedono sono tutti bellissimi, e dicono tanto dell’anima di questo libro.
Vorresti lasciarci un altro pezzetto di te? Un altro brano che ci faccia accarezzare ancora Vincenzina?
Mille baci da questa notte stellata!

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Di: Tea Ranno http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2012/05/14/la-sposa-vermiglia-incontro-con-tea-ranno/comment-page-5/#comment-309965 Tea Ranno Wed, 23 May 2012 15:20:04 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4095#comment-309965 Certo che ci possiamo dare del "tu", Claudio. Le mie letture: amo molto la Némirovsky, Magda Szabò, Maugham, Simenon, Marai, Tolstoj, Cechov, Flaubert, Arpino, Landolfi; sono innamorata di Rosetta Loy e della Morante, di Lalla Romano, della Yourcenar. In quanto alla mia formazione: Stefano D'Arrigo, Vittorini, Brancati, Patti, De Roberto, Sciascia, Pirandello, Bufalino, Tomasi Di Lampedusa. Questi gli autori che adesso mi vengono in mente, e poi le infinite altre letture che continuamente mi nutrono. In questo periodo, come credo emerga dai miei interventi, sto leggendo Jung, ma anche Romana Petri, anche Bonaventura Tecchi e il Mann de "La montagna incantata". In quanto al tuo approccio con "La sposa vermiglia": è terribile quando si comincia a leggere un libro con aspettative molto alte... il rischio di restare delusi è altissimo. Incrocio le dita. Certo che ci possiamo dare del “tu”, Claudio.
Le mie letture: amo molto la Némirovsky, Magda Szabò, Maugham, Simenon, Marai, Tolstoj, Cechov, Flaubert, Arpino, Landolfi; sono innamorata di Rosetta Loy e della Morante, di Lalla Romano, della Yourcenar. In quanto alla mia formazione: Stefano D’Arrigo, Vittorini, Brancati, Patti, De Roberto, Sciascia, Pirandello, Bufalino, Tomasi Di Lampedusa. Questi gli autori che adesso mi vengono in mente, e poi le infinite altre letture che continuamente mi nutrono. In questo periodo, come credo emerga dai miei interventi, sto leggendo Jung, ma anche Romana Petri, anche Bonaventura Tecchi e il Mann de “La montagna incantata”.
In quanto al tuo approccio con “La sposa vermiglia”: è terribile quando si comincia a leggere un libro con aspettative molto alte… il rischio di restare delusi è altissimo. Incrocio le dita.

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Di: Claudio http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2012/05/14/la-sposa-vermiglia-incontro-con-tea-ranno/comment-page-5/#comment-309947 Claudio Wed, 23 May 2012 14:43:32 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4095#comment-309947 Avrei una domanda per Tea (mi permetto di dare del tu). Quali sono le tue letture favorite? Con la lettura di quali romanzi si è formata la scrittrice Tea Ranno? Complimenti e saluti. Avrei una domanda per Tea (mi permetto di dare del tu).
Quali sono le tue letture favorite? Con la lettura di quali romanzi si è formata la scrittrice Tea Ranno?
Complimenti e saluti.

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Di: Claudio http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2012/05/14/la-sposa-vermiglia-incontro-con-tea-ranno/comment-page-5/#comment-309945 Claudio Wed, 23 May 2012 14:42:16 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4095#comment-309945 Sto iniziando a leggere "La sposa vermiglia" incuriosito da questo dibattito. Le aspettative erano molto alte, ma la lettura delle prime 50 pag. le soddisfano tutte. Sono certo che sarà così anche per il seguito. Sto iniziando a leggere “La sposa vermiglia” incuriosito da questo dibattito. Le aspettative erano molto alte, ma la lettura delle prime 50 pag. le soddisfano tutte. Sono certo che sarà così anche per il seguito.

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Di: Ausilio Bertoli http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2012/05/14/la-sposa-vermiglia-incontro-con-tea-ranno/comment-page-5/#comment-309928 Ausilio Bertoli Wed, 23 May 2012 13:48:11 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4095#comment-309928 Gentili Massimo e Tea, permettetemi di rivolgere un caloroso apprezzamento a Simona Lo Iacono per il suo punto di vista espresso nel dossier "Le nuove regole della fedeltà" pubblicato nella rivista Psychologies di maggio. A proposito, condivido la sua affermazione "L'infedeltà, paradossalmente, ci riconsegna a noi stessi". Grazie, cordialmente, A. B. Gentili Massimo e Tea,
permettetemi di rivolgere un caloroso apprezzamento a Simona Lo Iacono per il suo punto di vista espresso nel dossier “Le nuove regole della fedeltà” pubblicato nella rivista Psychologies di maggio.
A proposito, condivido la sua affermazione “L’infedeltà, paradossalmente, ci riconsegna a noi stessi”.
Grazie, cordialmente, A. B.

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Di: Tea Ranno http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2012/05/14/la-sposa-vermiglia-incontro-con-tea-ranno/comment-page-5/#comment-309772 Tea Ranno Wed, 23 May 2012 07:07:50 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4095#comment-309772 Sì Angela, è proprio VOLO la parola chiave, il volo è l'essenza di tutto il romanzo, anche perché, chiamando "Sparviera" la mia protagonista ho dato a essa il destino di una creatura d'aria, capace di continui voli con la fantasia, di straniamenti che la portano oltre la realtà gretta in cui si trova a vivere. Ed è proprio quando Vincenzina diventa Sparviera - smettendo di essere la palombella docile che tutti vedevano in lei - che il suo destino si compie, perché gli uomini - certi uomini - hanno paura delle donne libere e dunque fanno di tutto per chiuderle in una prigione, rifulgente d'oro, nel suo caso, ma sempre prigione. Un destino che si compie proprio attraverso la parola "volo", intesa nell'accezione latina di "lo voglio" nella formula matrimoniale pronunciata in chiesa, ma anche di volo come colpo d'ala verso la libertà. E' vero, molte donne (ne ho avuto conferma attraverso i commenti che mi sono giunti e che continuano a giungermi) si ritrovano in Vincenzina, perché l'amore che vive lei è l'amore che tutti, almeno una volta nella vita abbiamo sperimentato: un sentimento potente, fatto di sguardi e di mezze parole, di attese, di delusioni, di repentini battiti del cuore, di quella dolcezza che viene quando s'intravede la persona amata e le si vorrebbe raccontare questo mondo e quell'altro e invece non si riesce a spiccicare manco una parola. Grazie Angela, un abbraccio. Sì Angela, è proprio VOLO la parola chiave, il volo è l’essenza di tutto il romanzo, anche perché, chiamando “Sparviera” la mia protagonista ho dato a essa il destino di una creatura d’aria, capace di continui voli con la fantasia, di straniamenti che la portano oltre la realtà gretta in cui si trova a vivere. Ed è proprio quando Vincenzina diventa Sparviera – smettendo di essere la palombella docile che tutti vedevano in lei – che il suo destino si compie, perché gli uomini – certi uomini – hanno paura delle donne libere e dunque fanno di tutto per chiuderle in una prigione, rifulgente d’oro, nel suo caso, ma sempre prigione. Un destino che si compie proprio attraverso la parola “volo”, intesa nell’accezione latina di “lo voglio” nella formula matrimoniale pronunciata in chiesa, ma anche di volo come colpo d’ala verso la libertà.
E’ vero, molte donne (ne ho avuto conferma attraverso i commenti che mi sono giunti e che continuano a giungermi) si ritrovano in Vincenzina, perché l’amore che vive lei è l’amore che tutti, almeno una volta nella vita abbiamo sperimentato: un sentimento potente, fatto di sguardi e di mezze parole, di attese, di delusioni, di repentini battiti del cuore, di quella dolcezza che viene quando s’intravede la persona amata e le si vorrebbe raccontare questo mondo e quell’altro e invece non si riesce a spiccicare manco una parola.
Grazie Angela, un abbraccio.

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Di: Tea Ranno http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2012/05/14/la-sposa-vermiglia-incontro-con-tea-ranno/comment-page-5/#comment-309768 Tea Ranno Wed, 23 May 2012 06:49:39 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4095#comment-309768 Grazie per quello che scrivi, Daniela. Raccontare la storia di Vincenzina, per me, è stato entrare nel cuore delle donne che la vita non lascia libere di scegliere. Un bisogno di capire quanto le imposizioni esterne siano limitanti, e quanto, invece, il coraggio possa essere dirompente. C'è un momento in cui ogni recinto, ogni carcere diventa impossibile da sopportare e allora si tenta la fuga, che è quella del sogno, quando non ci sono alternative possibili, e quella del corpo che materialmente si libera da ogni laccio quando la prigione non si può sopportare più. Una libertà anche a costo della vita. Ma non è a questo destino a cui spesso vanno incontro tante donne? Il famoso "femminicidio" di cui tanto si parla non è un tentativo di libertà impedito da uomini che si sentono padroni e dunque in diritto di disporre della vita e della morte delle loro vittime? Grazie per quello che scrivi, Daniela.
Raccontare la storia di Vincenzina, per me, è stato entrare nel cuore delle donne che la vita non lascia libere di scegliere. Un bisogno di capire quanto le imposizioni esterne siano limitanti, e quanto, invece, il coraggio possa essere dirompente. C’è un momento in cui ogni recinto, ogni carcere diventa impossibile da sopportare e allora si tenta la fuga, che è quella del sogno, quando non ci sono alternative possibili, e quella del corpo che materialmente si libera da ogni laccio quando la prigione non si può sopportare più. Una libertà anche a costo della vita. Ma non è a questo destino a cui spesso vanno incontro tante donne? Il famoso “femminicidio” di cui tanto si parla non è un tentativo di libertà impedito da uomini che si sentono padroni e dunque in diritto di disporre della vita e della morte delle loro vittime?

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2012/05/14/la-sposa-vermiglia-incontro-con-tea-ranno/comment-page-5/#comment-309531 Massimo Maugeri Tue, 22 May 2012 20:53:34 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4095#comment-309531 Da domani tornerò a intervenire in maniera più "corposa". Per il momento, ancora una volta, grazie a tutti! Da domani tornerò a intervenire in maniera più “corposa”.
Per il momento, ancora una volta, grazie a tutti!

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2012/05/14/la-sposa-vermiglia-incontro-con-tea-ranno/comment-page-5/#comment-309530 Massimo Maugeri Tue, 22 May 2012 20:53:17 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4095#comment-309530 Un saluto al volo e un ringraziamento a Tea e agli autori dei nuovi commenti. Un dibattito davvero ricco di approfondimenti, questo dedicato alla "Sparviera" di Tea. Un saluto al volo e un ringraziamento a Tea e agli autori dei nuovi commenti.
Un dibattito davvero ricco di approfondimenti, questo dedicato alla “Sparviera” di Tea.

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Di: angela tiber http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2012/05/14/la-sposa-vermiglia-incontro-con-tea-ranno/comment-page-5/#comment-309298 angela tiber Tue, 22 May 2012 12:10:04 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4095#comment-309298 Quando leggo un romanzo mi capita di cogliere in esso un significato, una chiave di lettura, uno spunto (magari affidato ad una sola parola “chiave”) che tocca le corde in profondità. “La sposa vermiglia” è un romanzo bellissimo: dalla prima parte che si snoda attraverso la conoscenza dei luoghi (sembra di sentire il profumo della terra di Sicilia), dei personaggi (la protagonista, fra tutti, disegnata minuziosamente) del linguaggio (le frasi in dialetto che rendono più reale la narrazione) degli usi e costumi dell’epoca (che prendono spunto da fatti vissuti), ad una seconda parte in cui il ritmo accelera, diventa più incalzante, quasi come quel vento impetuoso “che non fa parte del copione” ma che spinge il lettore a concludere il romanzo, divorandolo tutto d’un fiato. In questo contesto una parola (la mia chiave di lettura) ha raccolto in sé la grandezza della protagonista e dell’intero romanzo: VOLO, lo voglio, espressione imposta dal rituale sacro, espressione imposta dall’obbligo di obbedienza a regole imprescindibili che Vincenzina stessa si è dettata, e parallelamente, anzi, in antitesi, VOLO, spicco il volo, rifiuto quelle medesime regole che mi hanno impedito di vivere la vita desiderata, divento la Sparviera per andare in cerca di una libertà mai vissuta. Penso che ciascuna di noi donne (almeno a me è accaduto) possa ritrovarsi in questa figura femminile, vissuta a metà degli anni Venti ma assolutamente contemporanea, nel suo essere mansueta, vulnerabile ma allo stesso tempo tenace e perseverante, nel suo voler credere con forza in un sentimento, nemmeno sperimentato, che le ha dato il coraggio di scegliere. Concludo dicendo che, al termine del romanzo ero dispiaciuta…non avrei voluto che fìnisse. Grazie Tea, per averci regalato questo capolavoro. Quando leggo un romanzo mi capita di cogliere in esso un significato, una chiave di lettura, uno spunto (magari affidato ad una sola parola “chiave”) che tocca le corde in profondità. “La sposa vermiglia” è un romanzo bellissimo: dalla prima parte che si snoda attraverso la conoscenza dei luoghi (sembra di sentire il profumo della terra di Sicilia), dei personaggi (la protagonista, fra tutti, disegnata minuziosamente) del linguaggio (le frasi in dialetto che rendono più reale la narrazione) degli usi e costumi dell’epoca (che prendono spunto da fatti vissuti), ad una seconda parte in cui il ritmo accelera, diventa più incalzante, quasi come quel vento impetuoso “che non fa parte del copione” ma che spinge il lettore a concludere il romanzo, divorandolo tutto d’un fiato. In questo contesto una parola (la mia chiave di lettura) ha raccolto in sé la grandezza della protagonista e dell’intero romanzo: VOLO, lo voglio, espressione imposta dal rituale sacro, espressione imposta dall’obbligo di obbedienza a regole imprescindibili che Vincenzina stessa si è dettata, e parallelamente, anzi, in antitesi, VOLO, spicco il volo, rifiuto quelle medesime regole che mi hanno impedito di vivere la vita desiderata, divento la Sparviera per andare in cerca di una libertà mai vissuta. Penso che ciascuna di noi donne (almeno a me è accaduto) possa ritrovarsi in questa figura femminile, vissuta a metà degli anni Venti ma assolutamente contemporanea, nel suo essere mansueta, vulnerabile ma allo stesso tempo tenace e perseverante, nel suo voler credere con forza in un sentimento, nemmeno sperimentato, che le ha dato il coraggio di scegliere. Concludo dicendo che, al termine del romanzo ero dispiaciuta…non avrei voluto che fìnisse. Grazie Tea, per averci regalato questo capolavoro.

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Di: DANIELA TIBERI http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2012/05/14/la-sposa-vermiglia-incontro-con-tea-ranno/comment-page-5/#comment-309282 DANIELA TIBERI Tue, 22 May 2012 11:41:27 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4095#comment-309282 Ho da poco finito di leggere La sposa vermiglia , e mi pare di sentire ancora sulla pelle il calore del sole e del vento di scirocco, i profumi i colori e una sensazione di dolcezza e languore che non ho mai provato con altri libri. La grandezza di questo romanzo per me è proprio nel farti sentire, fin dalle prime pagine, non un semplice spettatore delle vicende narrate. ma completamente partecipe della storia , anzi dentro la storia stessa...nelle stanze fresche e ombrose di palazzo Sparviero a condividere le emozioni, le sofferenze e le pene d'amore di Vincenzina, sentendo l'ineluttabilità di un destino che è già scritto e contro il quale vorremmo lottare con tutte le nostre forze. Bellissima la narrazione di questo amore che si nutre di sogni, di sguardi furtivi, di emozioni meravigliose, che nasce e divampa pur senza il minimo contatto fisico tra i due innamorati, e forse proprio per questo ci cattura e ci prende facendoci arrivare tutto d'un fiato alla fine della vicenda. " Ho da poco finito di leggere La sposa vermiglia , e mi pare di sentire ancora sulla pelle il calore del sole e del vento di scirocco, i profumi i colori e una sensazione di dolcezza e languore che non ho mai provato con altri libri. La grandezza di questo romanzo per me è proprio nel farti sentire, fin dalle prime pagine, non un semplice spettatore delle vicende narrate. ma completamente partecipe della storia , anzi dentro la storia stessa…nelle stanze fresche e ombrose di palazzo Sparviero a condividere le emozioni, le sofferenze e le pene d’amore di Vincenzina, sentendo l’ineluttabilità di un destino che è già scritto e contro il quale vorremmo lottare con tutte le nostre forze. Bellissima la narrazione di questo amore che si nutre di sogni, di sguardi furtivi, di emozioni meravigliose, che nasce e divampa pur senza il minimo contatto fisico tra i due innamorati, e forse proprio per questo ci cattura e ci prende facendoci arrivare tutto d’un fiato alla fine della vicenda. “

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Di: Tea Ranno http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2012/05/14/la-sposa-vermiglia-incontro-con-tea-ranno/comment-page-5/#comment-309165 Tea Ranno Tue, 22 May 2012 06:54:47 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4095#comment-309165 Bellissimi i tuoi commenti, Elvira, te ne ringrazio molto. E' vero, le nostre nonne non si vergognavano del proprio corpo, non lo costringevano a digiuni per farlo stare in un vestito ragazzino, non si dipingevano la faccia e non passavano le ore dal parrucchiere, eppure intorno a loro girava la famiglia. Per quanto gli uomini tendessero a imporre una legge, esse, poi, trovavano il modo per disattenderla. Erano l'anima della casa, quelle che sapevano quando parlare e quando tacere, che intuivano con uno sguardo l'umore del marito e sapevano come comportarsi. E' anche vero, però, che erano consapevoli di essere libere nel cerchio di una prigione: la casa, la famiglia, le convenzioni, chi sgarrava finiva per strada. Anche nelle famiglie colte. E poi era sempre l'uomo che aveva diritto di parola, la moglie integrava, semmai, il discorso. Oggi sì, le ragazzine sono avide di confronto, hanno bisogno di una concretezza che non trovano nelle modelle di plastica, hanno necessità di sentimento, di un amore che non sia soltanto svendita del corpo, e soprattutto - per quello che posso constatare - hanno bisogno di sentirsi parte di una società che le accetti, non per gli innumerevoli oggetti elettronici di cui si circondano, ma per quello che sono, con i limiti e le paure, le ansie, e soprattutto il bisogno di amore. Bellissimi i tuoi commenti, Elvira, te ne ringrazio molto. E’ vero, le nostre nonne non si vergognavano del proprio corpo, non lo costringevano a digiuni per farlo stare in un vestito ragazzino, non si dipingevano la faccia e non passavano le ore dal parrucchiere, eppure intorno a loro girava la famiglia. Per quanto gli uomini tendessero a imporre una legge, esse, poi, trovavano il modo per disattenderla. Erano l’anima della casa, quelle che sapevano quando parlare e quando tacere, che intuivano con uno sguardo l’umore del marito e sapevano come comportarsi. E’ anche vero, però, che erano consapevoli di essere libere nel cerchio di una prigione: la casa, la famiglia, le convenzioni, chi sgarrava finiva per strada. Anche nelle famiglie colte. E poi era sempre l’uomo che aveva diritto di parola, la moglie integrava, semmai, il discorso.
Oggi sì, le ragazzine sono avide di confronto, hanno bisogno di una concretezza che non trovano nelle modelle di plastica, hanno necessità di sentimento, di un amore che non sia soltanto svendita del corpo, e soprattutto – per quello che posso constatare – hanno bisogno di sentirsi parte di una società che le accetti, non per gli innumerevoli oggetti elettronici di cui si circondano, ma per quello che sono, con i limiti e le paure, le ansie, e soprattutto il bisogno di amore.

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Di: Tea Ranno http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2012/05/14/la-sposa-vermiglia-incontro-con-tea-ranno/comment-page-5/#comment-309158 Tea Ranno Tue, 22 May 2012 06:38:02 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4095#comment-309158 Grazie Carla, è una storia complessa, sì, che indaga i sentimenti e ha bisogno di lentezza per essere assaporata. Anche se molti mi dicono che leggono tutto d'un fiato. Ma a ognuno il suo metodo, il suo approccio con la storia. Grazie Carla, è una storia complessa, sì, che indaga i sentimenti e ha bisogno di lentezza per essere assaporata. Anche se molti mi dicono che leggono tutto d’un fiato. Ma a ognuno il suo metodo, il suo approccio con la storia.

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Di: Elvira Siringo http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2012/05/14/la-sposa-vermiglia-incontro-con-tea-ranno/comment-page-5/#comment-308889 Elvira Siringo Mon, 21 May 2012 17:37:45 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4095#comment-308889 Infine vorrei rispondere a Tea sulla “matriarcalità”: credo che le donne vere siano da sempre depositarie di una grande forza che consiste nel saper modulare il raziocinio con l’emotività. Le nostre nonne non si vergognavano di portare baffi e rotoli di ciccia, sapevano di possedere un potere ben più grande dell’apparire, erano il deposito dei valori incrollabili, il punto di riferimento, la fonte di saggezza indiscussa, le custodi del sentimento che teneva unita la famiglia. Esercitavano il loro dominio indiscusso dalla cucina deliziando i loro uomini, “riempiendoli” e inchiodandoli al godimento. Era amore, ma era anche potere. Il femminismo ha spazzato buona parte di tutto questo. Il postfemminismo ora ci impone di uniformarci quantomeno a cliché botulinici. Le nonne si strizzano nei pantacollant delle nipoti, i nonni indossano pancere, parrucchini e moto ruggenti. Le fiabe non le racconta più nessuno. Le ragazze di oggi mi sembrano in buona parte impaurite, schiacciate da modelli inarrivabili di donne plastificate, e molto spesso sole. Ne incontro tante, a scuola e fuori, trincerate dietro gli auricolari degli i-pod. Parliamo molto, quando abbassano la guardia diventano avide di confronto. Credo che le buone letture (che fiaba magica, incantata e possente è “La sposa vermiglia”!) possano costituire un valido appiglio, un’ancora di salvezza in questo moderno oceano di solitudini, un sostituto assai valido a quegli antichi pilastri che abbiamo demolito imprudentemente, anche ad evitare che il mondo, prima o poi, ci caschi addosso. Infine vorrei rispondere a Tea sulla “matriarcalità”:
credo che le donne vere siano da sempre depositarie di una grande forza che consiste nel saper modulare il raziocinio con l’emotività.
Le nostre nonne non si vergognavano di portare baffi e rotoli di ciccia, sapevano di possedere un potere ben più grande dell’apparire, erano il deposito dei valori incrollabili, il punto di riferimento, la fonte di saggezza indiscussa, le custodi del sentimento che teneva unita la famiglia. Esercitavano il loro dominio indiscusso dalla cucina deliziando i loro uomini, “riempiendoli” e inchiodandoli al godimento.
Era amore, ma era anche potere.
Il femminismo ha spazzato buona parte di tutto questo. Il postfemminismo ora ci impone di uniformarci quantomeno a cliché botulinici. Le nonne si strizzano nei pantacollant delle nipoti, i nonni indossano pancere, parrucchini e moto ruggenti. Le fiabe non le racconta più nessuno.
Le ragazze di oggi mi sembrano in buona parte impaurite, schiacciate da modelli inarrivabili di donne plastificate, e molto spesso sole. Ne incontro tante, a scuola e fuori, trincerate dietro gli auricolari degli i-pod. Parliamo molto, quando abbassano la guardia diventano avide di confronto. Credo che le buone letture (che fiaba magica, incantata e possente è “La sposa vermiglia”!) possano costituire un valido appiglio, un’ancora di salvezza in questo moderno oceano di solitudini, un sostituto assai valido a quegli antichi pilastri che abbiamo demolito imprudentemente, anche ad evitare che il mondo, prima o poi, ci caschi addosso.

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Di: Elvira Siringo http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2012/05/14/la-sposa-vermiglia-incontro-con-tea-ranno/comment-page-5/#comment-308888 Elvira Siringo Mon, 21 May 2012 17:35:52 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4095#comment-308888 5. Se essere amanti si gioca sul piano delle parole… la scrittura è un amante? La scrittura è un amante furtiva che può insinuarsi e rubare tempo e attenzioni, oppure si può trasformare in oggetto d’amore condiviso, come un figlio da far crescere insieme. 6. Il cosiddetto matrimonio d’interesse (scelto o imposto che sia) è solo un “retaggio” del passato, o trova ancora riscontro ai nostri giorni? Purtroppo guardandomi intorno mi accorgo che l’aridità si sta diffondendo terribilmente, e dovunque ci sia crisi di valori subentra il calcolo, anche fra i giovanissimi. 5. Se essere amanti si gioca sul piano delle parole… la scrittura è un amante?
La scrittura è un amante furtiva che può insinuarsi e rubare tempo e attenzioni, oppure si può trasformare in oggetto d’amore condiviso, come un figlio da far crescere insieme.

6. Il cosiddetto matrimonio d’interesse (scelto o imposto che sia) è solo un “retaggio” del passato, o trova ancora riscontro ai nostri giorni?
Purtroppo guardandomi intorno mi accorgo che l’aridità si sta diffondendo terribilmente, e dovunque ci sia crisi di valori subentra il calcolo, anche fra i giovanissimi.

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Di: Elvira Siringo http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2012/05/14/la-sposa-vermiglia-incontro-con-tea-ranno/comment-page-5/#comment-308887 Elvira Siringo Mon, 21 May 2012 17:35:07 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4095#comment-308887 4. È quanto dice Besson? “Essere amanti è questo: usare le stesse parole per parlare delle medesime cose senza aver mai sentito l’altro usare quelle parole” (Philippe Besson, “Un amico di Marcel Proust”)? Su questo punto invece sono pienamente d’accordo. Però la piena sintonia è un traguardo difficile che passa attraverso un lungo percorso di condivisione e si raggiunge solo se c’è la ferma volontà di proseguire uno accanto all’altro, nonostante tutto. Ci si perde e ci si ritrova così tante volte da smussare infine tutti gli “spigoli” di cui sopra. Solo allora si passa alla con-fusione concreta, quotidiana, reale, con l’altro. Quando si riesce ad accettare i limiti (e i difetti), propri e dell’altro, con umiltà, come se fossero un dono prezioso di unicità irripetibile, allora si diventa davvero una sola persona. 4. È quanto dice Besson? “Essere amanti è questo: usare le stesse parole per parlare delle medesime cose senza aver mai sentito l’altro usare quelle parole” (Philippe Besson, “Un amico di Marcel Proust”)?

Su questo punto invece sono pienamente d’accordo. Però la piena sintonia è un traguardo difficile che passa attraverso un lungo percorso di condivisione e si raggiunge solo se c’è la ferma volontà di proseguire uno accanto all’altro, nonostante tutto. Ci si perde e ci si ritrova così tante volte da smussare infine tutti gli “spigoli” di cui sopra. Solo allora si passa alla con-fusione concreta, quotidiana, reale, con l’altro. Quando si riesce ad accettare i limiti (e i difetti), propri e dell’altro, con umiltà, come se fossero un dono prezioso di unicità irripetibile, allora si diventa davvero una sola persona.

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Di: Elvira Siringo http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2012/05/14/la-sposa-vermiglia-incontro-con-tea-ranno/comment-page-5/#comment-308886 Elvira Siringo Mon, 21 May 2012 17:34:10 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4095#comment-308886 2. Amore sognato e amore reale. In quale punto convergono? O in quale luogo? (Può essere la scrittura il luogo?) Ahimè, ribadisco: amore sognato e amore reale non possono mai coincidere ma possono convivere in due luoghi diversi: nella scrittura (e nella lettura) l’amore è come noi lo sogniamo; nella vita l’amore è da prendere con tutti i suoi “spigoli” di materialità. 3. Vincenzina e Filippo Gonzales non si scambiano neanche un bacio, eppure sono una delle figure più forti e struggenti di amanti che la letteratura ci abbia donato. Allora, si può essere amanti senza mai unire i corpi? E cos’è essere amanti? L’amore sognato è puro e perfetto, è ciò che unisce le anime, è con – fusione di intenti e desideri. Si è amanti di un sogno, amanti dell’amore che prende una sembianza, ma rimane eterea. È l’amore platonico, la forza divina che irresistibilmente attrae l’oggetto distante, è “l’amor che muove il mondo e le altre stelle”. Ciò riesce assai bene finché si rimane distanti, sul piano spirituale e teorico. I dolori iniziano scendendo al piano materiale e tentandone ... l’applicazione pratica. 2. Amore sognato e amore reale.
In quale punto convergono? O in quale luogo? (Può essere la scrittura il luogo?)
Ahimè, ribadisco: amore sognato e amore reale non possono mai coincidere ma possono convivere in due luoghi diversi: nella scrittura (e nella lettura) l’amore è come noi lo sogniamo; nella vita l’amore è da prendere con tutti i suoi “spigoli” di materialità.

3. Vincenzina e Filippo Gonzales non si scambiano neanche un bacio, eppure sono una delle figure più forti e struggenti di amanti che la letteratura ci abbia donato.
Allora, si può essere amanti senza mai unire i corpi? E cos’è essere amanti?
L’amore sognato è puro e perfetto, è ciò che unisce le anime, è con – fusione di intenti e desideri. Si è amanti di un sogno, amanti dell’amore che prende una sembianza, ma rimane eterea. È l’amore platonico, la forza divina che irresistibilmente attrae l’oggetto distante, è “l’amor che muove il mondo e le altre stelle”. Ciò riesce assai bene finché si rimane distanti, sul piano spirituale e teorico. I dolori iniziano scendendo al piano materiale e tentandone … l’applicazione pratica.

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Di: Elvira Siringo http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2012/05/14/la-sposa-vermiglia-incontro-con-tea-ranno/comment-page-5/#comment-308884 Elvira Siringo Mon, 21 May 2012 17:32:38 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4095#comment-308884 Carissima Tea, rieccomi! Mi tuffo con rinnovato entusiasmo in questo splendido ed eccezionale dibattito e adesso provo a rispondere alle domande di Massimo: 1. È più la negazione a dare forza all’amore, o è la sua autenticità? L’amore se è negato rimane sul piano del sogno e, se è troppo sognato, difficilmente si adegua all’amore comunemente incontrato nella realtà. Perciò finché è sognato sopravvive intatto, con tutta la sua forza. Finché è negato non può misurarsi col logorio della quotidianità. L’amore concreto è un’altra cosa, si distacca dal sogno e scende con i piedi per terra, accetta compromessi e limiti, ciò lo rende vero, autentico, “terrestre”. E forse proprio questo stesso amore, carnale e di possesso, trasforma in omicida chi non ha mai conosciuto altro e non è mai stato capace di sognare. Carissima Tea, rieccomi! Mi tuffo con rinnovato entusiasmo in questo splendido ed eccezionale dibattito e adesso provo a rispondere alle domande di Massimo:
1. È più la negazione a dare forza all’amore, o è la sua autenticità?
L’amore se è negato rimane sul piano del sogno e, se è troppo sognato, difficilmente si adegua all’amore comunemente incontrato nella realtà. Perciò finché è sognato sopravvive intatto, con tutta la sua forza. Finché è negato non può misurarsi col logorio della quotidianità. L’amore concreto è un’altra cosa, si distacca dal sogno e scende con i piedi per terra, accetta compromessi e limiti, ciò lo rende vero, autentico, “terrestre”.
E forse proprio questo stesso amore, carnale e di possesso, trasforma in omicida chi non ha mai conosciuto altro e non è mai stato capace di sognare.

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Di: Carla Pillot http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2012/05/14/la-sposa-vermiglia-incontro-con-tea-ranno/comment-page-5/#comment-308852 Carla Pillot Mon, 21 May 2012 16:41:25 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4095#comment-308852 La sposa vermiglia è un romanzo stupendo che bisogna leggere lentamente per poterne assaporare tutta la bellezza. La magistrale scrittura, i contenuti profondi, la sottintesa psicologia dei personaggi così ben delineati, hanno bisogno di essere assorbiti; alcune pagine addirittura rilette come per volersele imprimere nella memoria. Una storia vera, appassionante, molto difficile che solo una grande scrittrice ha potuto far rivivere. La sposa vermiglia è un romanzo stupendo che bisogna leggere lentamente per poterne assaporare tutta la bellezza.
La magistrale scrittura, i contenuti profondi, la sottintesa psicologia dei personaggi così ben delineati, hanno bisogno di essere assorbiti; alcune pagine addirittura rilette come per volersele imprimere nella memoria.
Una storia vera, appassionante, molto difficile che solo una grande scrittrice ha potuto far rivivere.

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Di: Tea Ranno http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2012/05/14/la-sposa-vermiglia-incontro-con-tea-ranno/comment-page-5/#comment-308712 Tea Ranno Mon, 21 May 2012 10:30:07 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4095#comment-308712 Ciao Amelia, un saluto a te e alla bellissima città in cui ti trovi. Ciao Amelia, un saluto a te e alla bellissima città in cui ti trovi.

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Di: Tea Ranno http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2012/05/14/la-sposa-vermiglia-incontro-con-tea-ranno/comment-page-5/#comment-308711 Tea Ranno Mon, 21 May 2012 10:29:25 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4095#comment-308711 Carissima Martina, che belle cose mi scrivi. Sai, pensavo - quando scrivevo il romanzo - che la Sparviera fosse una storia "per signore", troppo diversa dalla realtà in cui vivete oggi voi ragazzi, troppo pudica, piena di costrizioni, impedimenti, sospiri, languori, sogni... insomma, cosa che ormai fa ridere. E invece mi stupisco nel constatare che sono molte le ragazze come te che mi scrivono con entusiasmo della mia Vincenzina. E addirittura mi dicono che si riconoscono in lei, perché lei vive l'Amore, e lo vive non da perdente, come a prima vista potrebbe sembrare, ma da vittoriosa, da donna di ferro che riesce a superare ogni ostacolo e a relizzare, comunque, il suo sogno. Sono contenta che il libro ti abbia dato spunti di riflessione, che non si sia ridotto a una semplice storia da leggere e poi dimenticare. E' vero, ci sono tante Sparivere oggi, ma anche tanti Sparvieri, tanti uomini che lottano contro il pregiudizio, la privazione della libertà, la negazione della dignità. Si potesse guardare oltre le apparenze, sì, quante persone in difficoltà si scoprirebbero, persone che hanno l'umiltà del silenzio, ma anche la costrizione del bavaglio, persone che scelgono di non parlare e persone che sono obbligate a non parlare. E le omertà degli altri, i silenzi vigliacchi, la resa di chi non ha il coraggio di imporsi sulla violenza... Un abbraccio forte forte, Martina, e, appena vengo in Sicilia, una bella chiacchierata davanti a una brioche col gelato. O a una bella granita. Carissima Martina, che belle cose mi scrivi. Sai, pensavo – quando scrivevo il romanzo – che la Sparviera fosse una storia “per signore”, troppo diversa dalla realtà in cui vivete oggi voi ragazzi, troppo pudica, piena di costrizioni, impedimenti, sospiri, languori, sogni… insomma, cosa che ormai fa ridere. E invece mi stupisco nel constatare che sono molte le ragazze come te che mi scrivono con entusiasmo della mia Vincenzina. E addirittura mi dicono che si riconoscono in lei, perché lei vive l’Amore, e lo vive non da perdente, come a prima vista potrebbe sembrare, ma da vittoriosa, da donna di ferro che riesce a superare ogni ostacolo e a relizzare, comunque, il suo sogno.
Sono contenta che il libro ti abbia dato spunti di riflessione, che non si sia ridotto a una semplice storia da leggere e poi dimenticare. E’ vero, ci sono tante Sparivere oggi, ma anche tanti Sparvieri, tanti uomini che lottano contro il pregiudizio, la privazione della libertà, la negazione della dignità. Si potesse guardare oltre le apparenze, sì, quante persone in difficoltà si scoprirebbero, persone che hanno l’umiltà del silenzio, ma anche la costrizione del bavaglio, persone che scelgono di non parlare e persone che sono obbligate a non parlare. E le omertà degli altri, i silenzi vigliacchi, la resa di chi non ha il coraggio di imporsi sulla violenza…
Un abbraccio forte forte, Martina, e, appena vengo in Sicilia, una bella chiacchierata davanti a una brioche col gelato. O a una bella granita.

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Di: Tea Ranno http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2012/05/14/la-sposa-vermiglia-incontro-con-tea-ranno/comment-page-5/#comment-308704 Tea Ranno Mon, 21 May 2012 10:15:36 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4095#comment-308704 E' vero Ausilio, l'amore sognato è la forza, l'impeto che permette la poesia, la scrittura, ma anche la trasfigurazione della carnalità, un dare a essa caratteri misteriosi, recondite possibilità. L'amore sognato è quello che mantiene la febbre, che attribuisce valore ai dettagli, che cura e trasfigura, e non fa morire, mai, neppure quando giunge la tragedia, perché quell'amore è più forte della tragedia, più forte del male, di ogni violenza. E' dal naufragio dell'amore reale che si eleva il sogno, dice lei. Sì, può darsi. A me piace pensare che l'amore sognato, invece, nobilita l'amore reale e attribuisce a esso caratteri che lo rendono prezioso, degno di essere vissuto e non svilito. E’ vero Ausilio, l’amore sognato è la forza, l’impeto che permette la poesia, la scrittura, ma anche la trasfigurazione della carnalità, un dare a essa caratteri misteriosi, recondite possibilità. L’amore sognato è quello che mantiene la febbre, che attribuisce valore ai dettagli, che cura e trasfigura, e non fa morire, mai, neppure quando giunge la tragedia, perché quell’amore è più forte della tragedia, più forte del male, di ogni violenza.
E’ dal naufragio dell’amore reale che si eleva il sogno, dice lei. Sì, può darsi. A me piace pensare che l’amore sognato, invece, nobilita l’amore reale e attribuisce a esso caratteri che lo rendono prezioso, degno di essere vissuto e non svilito.

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Di: Amelia Corsi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2012/05/14/la-sposa-vermiglia-incontro-con-tea-ranno/comment-page-5/#comment-308651 Amelia Corsi Mon, 21 May 2012 07:41:15 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4095#comment-308651 Ciao Massimo, ciao Simona, ciao Tea. Un saluto a tutti da Berlino. Non ho partecipato alla discussione proprio perché mi trovo all'estero. Ma vi penso e ci tenevo a mandarvi un saluto da un internet point del centro. Ciao Massimo, ciao Simona, ciao Tea. Un saluto a tutti da Berlino. Non ho partecipato alla discussione proprio perché mi trovo all’estero. Ma vi penso e ci tenevo a mandarvi un saluto da un internet point del centro.

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Di: Martina http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2012/05/14/la-sposa-vermiglia-incontro-con-tea-ranno/comment-page-5/#comment-308493 Martina Sun, 20 May 2012 22:18:23 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4095#comment-308493 Carissima Straordinaria Tea,Straordinaria perché ci hai fatto un grande regalo con la “Sparviera” del tuo libro che,nonostante tutte le vicissitudini, alla fine si è liberata dai doveri,pregiudizi,dalle violenze per coronare il tanto agoniato “Amore” e raggiungere il suo Amato Filippo.Non è un finale a lieto fine per noi comuni mortali,ma chi ha fede e crede nell’aldilà è qualcosa di veramente straordinario ecco perché tu sei Straordinaria. Solo tu potevi,attraverso fonti di fatti veramente vissuti,esprimere con sviscerati sentimenti, il senso del vero ”Amore” che oggi,ho l’impressione sia un po’ superficiale ed evanescente. Nel tuo libro si va incontro ad un passato remoto,fatto di ingiustizie per il periodo storico di cui la protagonista attraversa con tutti i dettami in cui la patria podestà e la sottomissione della donna non ha limiti ne rispetto. Credo di avere amato da subito questo romanzo. E’ stato proprio nel momento in cui,con la Rappresentazione dei Pupi ,che mi sono sentita coinvolta,anzi travolta nella vicenda di “Vincenzina” . Questa storia oltre ad appassionarmi mi ha fatto riflettere ,ma anche se i tempi sono cambiati,se ci fosse una “lente” particolare che lasciasse trasparire i vari problemi della vita (in generale),sai quanti “SPARVIERI” si vedono librare nell’aria per sciogliersi dalle catene dei pregiudizi che logorano l’uomo. Ti auguro un mondo di bene e scusami se non ho approfondito sul tuo capolavoro,mi riprometto di discuterne con te quando verrai in Sicilia,ma soprattutto colgo l’occasione per gustarmi la cultura che emani da tutto il tuo essere. Baci! Carissima Straordinaria Tea,Straordinaria perché ci hai fatto un grande regalo con la “Sparviera” del tuo libro che,nonostante tutte le vicissitudini, alla fine si è liberata dai doveri,pregiudizi,dalle violenze per coronare il tanto agoniato “Amore” e raggiungere il suo Amato Filippo.Non è un finale a lieto fine per noi comuni mortali,ma chi ha fede e crede nell’aldilà è qualcosa di veramente straordinario ecco perché tu sei Straordinaria. Solo tu potevi,attraverso fonti di fatti veramente vissuti,esprimere con sviscerati sentimenti, il senso del vero ”Amore” che oggi,ho l’impressione sia un po’ superficiale ed evanescente. Nel tuo libro si va incontro ad un passato remoto,fatto di ingiustizie per il periodo storico di cui la protagonista attraversa con tutti i dettami in cui la patria podestà e la sottomissione della donna non ha limiti ne rispetto. Credo di avere amato da subito questo romanzo. E’ stato proprio nel momento in cui,con la Rappresentazione dei Pupi ,che mi sono sentita coinvolta,anzi travolta nella vicenda di “Vincenzina” . Questa storia oltre ad appassionarmi mi ha fatto riflettere ,ma anche se i tempi sono cambiati,se ci fosse una “lente” particolare che lasciasse trasparire i vari problemi della vita (in generale),sai quanti “SPARVIERI” si vedono librare nell’aria per sciogliersi dalle catene dei pregiudizi che logorano l’uomo. Ti auguro un mondo di bene e scusami se non ho approfondito sul tuo capolavoro,mi riprometto di discuterne con te quando verrai in Sicilia,ma soprattutto colgo l’occasione per gustarmi la cultura che emani da tutto il tuo essere. Baci!

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Di: Ausilio Bertoli http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2012/05/14/la-sposa-vermiglia-incontro-con-tea-ranno/comment-page-5/#comment-308481 Ausilio Bertoli Sun, 20 May 2012 21:24:55 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4095#comment-308481 Letti l'intensa, calda recensione di Simona Lo Iacono e parecchi interessantissimi interventi dei lettori, sono davvero attirato da questa prova narrativa di Tea Ranno sulla natura, le dimensioni, gli intrecci, gli ingorghi sia dell'amore reale sia di quello cercato, sognato. Che bella questione, Massimo! Che cos'è anzitutto l'amore reale?, mi chiedo spesso, dal momento che l'amore sognato è la vis, la forza creativa per eccellenza, quello da cui sgorga la poesia più alta, quello senza il quale le cose perdono di significato, riducendosi a meri momenti meccanici, carnali, o anche passionali, dove la sete di eternità, immortalità, trascendenza, svanisce sulla terra, quasi naufragando. Ne deriva che dal naufragio dell'amore reale, quello cioè che scaturisce dall'istinto sessuale e dalle regole (esigenze) della natura e perfino dalle imposizioni della società, che si eleva il sogno dell'amore. Quello appunto sublime, indispensabile alla vita. Secondo me, ovvio. Un ad maiora! a Tea Ranno e un saluto cordiale a tutti. A. B. Letti l’intensa, calda recensione di Simona Lo Iacono e parecchi interessantissimi interventi dei lettori, sono davvero attirato da questa prova narrativa di Tea Ranno sulla natura, le dimensioni, gli intrecci, gli ingorghi sia dell’amore reale sia di quello cercato, sognato.
Che bella questione, Massimo!
Che cos’è anzitutto l’amore reale?, mi chiedo spesso, dal momento che l’amore sognato è la vis, la forza creativa per eccellenza, quello da cui sgorga la poesia più alta, quello senza il quale le cose perdono di significato, riducendosi a meri momenti meccanici, carnali, o anche passionali, dove la sete di eternità, immortalità, trascendenza, svanisce sulla terra, quasi naufragando.
Ne deriva che dal naufragio dell’amore reale, quello cioè che scaturisce dall’istinto sessuale e dalle regole (esigenze) della natura e perfino dalle imposizioni della società, che si eleva il sogno dell’amore. Quello appunto sublime, indispensabile alla vita.
Secondo me, ovvio.
Un ad maiora! a Tea Ranno e un saluto cordiale a tutti. A. B.

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Di: Tea Ranno http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2012/05/14/la-sposa-vermiglia-incontro-con-tea-ranno/comment-page-4/#comment-308437 Tea Ranno Sun, 20 May 2012 18:09:41 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4095#comment-308437 La stanza del sole: "La precede lungo un corridoio stretto, quasi buio, che sa di mele e di vino, di noce moscata: un odore di frutti che maturano nell'ombra e nell'ombra sprigionano sentori d'autunno. Perciò, poi, deve chiudere gli occhi per l'impatto forte con la luce. Non una luce violenta, no, piuttosto una luminosità dorata che le tende, anch'esse del colore del sole, fanno d'una gradazione più vicina al miele, e che i quadri - gli innumerevoli quadri alle pareti che tutti raffigurano l'estate - moltiplicano e come ravvivano. Vicino a una delle finestre c'è una specchiera su cui si riflette il solo dipinto che raffigura il mare. In tutti gli altri è la campagna che predomina coi suoi campi di grano, le spighe, i girasoli, i papaveri e il sole, un gran sole che magnifico splende". (pag. 216) La stanza del sole:

“La precede lungo un corridoio stretto, quasi buio, che sa di mele e di vino, di noce moscata: un odore di frutti che maturano nell’ombra e nell’ombra sprigionano sentori d’autunno. Perciò, poi, deve chiudere gli occhi per l’impatto forte con la luce. Non una luce violenta, no, piuttosto una luminosità dorata che le tende, anch’esse del colore del sole, fanno d’una gradazione più vicina al miele, e che i quadri – gli innumerevoli quadri alle pareti che tutti raffigurano l’estate – moltiplicano e come ravvivano. Vicino a una delle finestre c’è una specchiera su cui si riflette il solo dipinto che raffigura il mare. In tutti gli altri è la campagna che predomina coi suoi campi di grano, le spighe, i girasoli, i papaveri e il sole, un gran sole che magnifico splende”. (pag. 216)

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Di: Tea Ranno http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2012/05/14/la-sposa-vermiglia-incontro-con-tea-ranno/comment-page-4/#comment-308432 Tea Ranno Sun, 20 May 2012 18:01:05 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4095#comment-308432 Grazie a lei, Lucrezia. Spero che la mia Sparviera riesca a incantarla. L'aspetto qui, se vuole, a fine lettura. Grazie a lei, Lucrezia. Spero che la mia Sparviera riesca a incantarla. L’aspetto qui, se vuole, a fine lettura.

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Di: Lucrezia http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2012/05/14/la-sposa-vermiglia-incontro-con-tea-ranno/comment-page-4/#comment-308364 Lucrezia Sun, 20 May 2012 15:44:30 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4095#comment-308364 Cara Tea, mi sono appena immersa nella lettura della Sparviera che ho scoperto proprio attraverso il dibattito su questo sito. Il corriere mi ha consegnato il suo libro venerdì e stamattina ho iniziato a leggerlo. Sto vivendo nel mondo che la sua penna ha tratteggiato e che mi attira come un bellissimo gorgo di parole. Grazie. Cara Tea, mi sono appena immersa nella lettura della Sparviera che ho scoperto proprio attraverso il dibattito su questo sito. Il corriere mi ha consegnato il suo libro venerdì e stamattina ho iniziato a leggerlo. Sto vivendo nel mondo che la sua penna ha tratteggiato e che mi attira come un bellissimo gorgo di parole. Grazie.

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Di: Tea Ranno http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2012/05/14/la-sposa-vermiglia-incontro-con-tea-ranno/comment-page-4/#comment-308327 Tea Ranno Sun, 20 May 2012 14:07:34 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4095#comment-308327 Sì Ettore, sono gabbie mentali quelle che chiudono i personaggi di questa storia, anche se poi, però, subentra la rabbia ed è quella la cesoia più forte che permette alla griglia di saltare. Credo infatti che ci si acquieti dentro una gabbia quando la vita non ha sussulti, quando si accetta una condizione perché si crede di non poterne fare a meno, quando non si ha la forza di combattere la soverchieria. Poi, però, irrompe la violenza della vittima che non ne può più di essere vittima e allora salta tutto, per questo poi si arriva alla tragedia, anche se talvolta, per fortuna, rompere la gabbia significa eludere la tragedia e davvero conquistarsi la libertà. Sì Ettore, sono gabbie mentali quelle che chiudono i personaggi di questa storia, anche se poi, però, subentra la rabbia ed è quella la cesoia più forte che permette alla griglia di saltare. Credo infatti che ci si acquieti dentro una gabbia quando la vita non ha sussulti, quando si accetta una condizione perché si crede di non poterne fare a meno, quando non si ha la forza di combattere la soverchieria. Poi, però, irrompe la violenza della vittima che non ne può più di essere vittima e allora salta tutto, per questo poi si arriva alla tragedia, anche se talvolta, per fortuna, rompere la gabbia significa eludere la tragedia e davvero conquistarsi la libertà.

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Di: Tea Ranno http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2012/05/14/la-sposa-vermiglia-incontro-con-tea-ranno/comment-page-4/#comment-308326 Tea Ranno Sun, 20 May 2012 14:03:29 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4095#comment-308326 Sai Linda, quello che mi piace avvenga, ogni volta che scrivo, è di trasmettere sulla pagina il film che scorre nella mia mente. E' tutto lì: la cura nel tracciare i dettagli, nel restituire suoni e odori, nell'evocare il caldo o il freddo, la pioggia, il vento fastidioso. E' importante, cioè, che il lettore venga coinvolto attraverso tutti i sensi e sia con me dentro la storia. Perciò sono contenta di quello che mi scrivi, vuol dire che il "film" è passato sulla pagina e con la stessa carica emotiva che ha per me. I personaggi hanno tutti un posto nel mio cuore, anche i più turpi, come Verra o Licata, segnano il passo della tragedia, scandiscono la progressione dei fatti, la sequenza dell'ansia. Gioconda e Vincenzina sono quelle che invece scrivono la vita quotidiana, l'essere donne in un contesto familiare, in una coerenza di gesti che poi la mano del Pazzo stravolgerà. Sai Linda, quello che mi piace avvenga, ogni volta che scrivo, è di trasmettere sulla pagina il film che scorre nella mia mente. E’ tutto lì: la cura nel tracciare i dettagli, nel restituire suoni e odori, nell’evocare il caldo o il freddo, la pioggia, il vento fastidioso. E’ importante, cioè, che il lettore venga coinvolto attraverso tutti i sensi e sia con me dentro la storia. Perciò sono contenta di quello che mi scrivi, vuol dire che il “film” è passato sulla pagina e con la stessa carica emotiva che ha per me.
I personaggi hanno tutti un posto nel mio cuore, anche i più turpi, come Verra o Licata, segnano il passo della tragedia, scandiscono la progressione dei fatti, la sequenza dell’ansia. Gioconda e Vincenzina sono quelle che invece scrivono la vita quotidiana, l’essere donne in un contesto familiare, in una coerenza di gesti che poi la mano del Pazzo stravolgerà.

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Di: Tea Ranno http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2012/05/14/la-sposa-vermiglia-incontro-con-tea-ranno/comment-page-4/#comment-308324 Tea Ranno Sun, 20 May 2012 13:57:10 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4095#comment-308324 Cara Francesca, è appunto l'impossibilità, come tu perfettamente scrivi, a rendere possibile il coltello che scava dentro di noi, a permettere l'approfondimento, lo scandaglio, l'analisi e la parola, il tutto per ricreare l'amato, per avercelo a portata d'occhi e di bocca, per sentirlo come vorremmo che fosse, per averlo come forse non potrà mai essere. E' vero che nell'amore impossibile c'è il punto di separazione che schiude alla tragedia: è tragedia già il fatto di non vedersi più, per esempio, di non parlarsi, non scorgersi da lontano, non ricevere più una lettera, una e-mail - per restare nell'attualità evocata da Stefano. E' la mancanza che fomenta l'amore, la privazione che induce talvolta al colpo d'ala che segna l'inizio della tragedia. Cara Francesca, è appunto l’impossibilità, come tu perfettamente scrivi, a rendere possibile il coltello che scava dentro di noi, a permettere l’approfondimento, lo scandaglio, l’analisi e la parola, il tutto per ricreare l’amato, per avercelo a portata d’occhi e di bocca, per sentirlo come vorremmo che fosse, per averlo come forse non potrà mai essere. E’ vero che nell’amore impossibile c’è il punto di separazione che schiude alla tragedia: è tragedia già il fatto di non vedersi più, per esempio, di non parlarsi, non scorgersi da lontano, non ricevere più una lettera, una e-mail – per restare nell’attualità evocata da Stefano. E’ la mancanza che fomenta l’amore, la privazione che induce talvolta al colpo d’ala che segna l’inizio della tragedia.

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Di: Tea Ranno http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2012/05/14/la-sposa-vermiglia-incontro-con-tea-ranno/comment-page-4/#comment-307983 Tea Ranno Sat, 19 May 2012 23:05:13 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4095#comment-307983 Mi fermo qui. A domani per commentare gli altri interventi. Un grazie di cuore a tutti Mi fermo qui. A domani per commentare gli altri interventi.
Un grazie di cuore a tutti

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Di: Tea Ranno http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2012/05/14/la-sposa-vermiglia-incontro-con-tea-ranno/comment-page-4/#comment-307982 Tea Ranno Sat, 19 May 2012 23:04:17 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4095#comment-307982 Cara Andreina, grazie per le parole che mi riporta, per l'apprezzamento di suo marito: ne sono contenta, vuol dire che la Sparviera ha trovato il modo per coinvolgerlo nella sua storia e non annoiarlo. E' bella la sua domanda: che rapporto c'è tra la pratica della scrittura e la cura del dolore interiore. Un rapporto forte, fortissimo direi. La penna è strumento di scandaglio, s'insinua dove il male è più forte, raggiunge l'infezione, la virulenza, ed è lì che opera, talvolta tagliando come un bisturi, talaltra spalmando unguenti per togliere l'infiammazione. Ho scritto la Sparviera durante un post operatorio durato tre mesi: male dentro e male fuori, rifare i conti con la vita, non è poco. Perciò posso dire che la scrittura mi ha aiutato a guarire, a mettere in luce ciò che tendeva a restare in ombra e che dunque faceva più male, perchè è nello scuro che si addensa lo sconosciuto più aggressivo: finché illumini, finché chiarifichi, soffri, ma ti doti, anche, della forza per guarire. Scrivere il proprio dolore significa oggettivarlo, tirarlo fuori, guardarlo, trattarlo come "altro da sé", e già nel fare ciò si comincia a guarire. Questa è la mia esperienza, che credo possa valere anche per alcuni altri. Cara Andreina, grazie per le parole che mi riporta, per l’apprezzamento di suo marito: ne sono contenta, vuol dire che la Sparviera ha trovato il modo per coinvolgerlo nella sua storia e non annoiarlo.

E’ bella la sua domanda: che rapporto c’è tra la pratica della scrittura e la cura del dolore interiore. Un rapporto forte, fortissimo direi. La penna è strumento di scandaglio, s’insinua dove il male è più forte, raggiunge l’infezione, la virulenza, ed è lì che opera, talvolta tagliando come un bisturi, talaltra spalmando unguenti per togliere l’infiammazione.
Ho scritto la Sparviera durante un post operatorio durato tre mesi: male dentro e male fuori, rifare i conti con la vita, non è poco. Perciò posso dire che la scrittura mi ha aiutato a guarire, a mettere in luce ciò che tendeva a restare in ombra e che dunque faceva più male, perchè è nello scuro che si addensa lo sconosciuto più aggressivo: finché illumini, finché chiarifichi, soffri, ma ti doti, anche, della forza per guarire.

Scrivere il proprio dolore significa oggettivarlo, tirarlo fuori, guardarlo, trattarlo come “altro da sé”, e già nel fare ciò si comincia a guarire.
Questa è la mia esperienza, che credo possa valere anche per alcuni altri.

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Di: Tea Ranno http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2012/05/14/la-sposa-vermiglia-incontro-con-tea-ranno/comment-page-4/#comment-307966 Tea Ranno Sat, 19 May 2012 22:43:13 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4095#comment-307966 Sì, carissimo professor Emilio, è proprio vero quanto ha detto a proposito della profezia. A volte c'è come una predestinazione, la scrittura di un destino nel momento in cui certe parole vengono pronunciate; nel caso di Vincenzina è la maledizione del prete: il prete ha maledetto e s'è maledtto, e ora, ora che si trova in quell'altro mondo, quale giubilo ne può trarre? Le parole sono state dette, bisogna che qualcuno paghi: "Fino alle settima generazione". E' dunque necessario che ci sia uno che raccolga la "cutra" e se la butti sopra le spalle. Certo, può anche avvenire che ci sia la contro-profezia e la morte venga bellamente beffata. In ogni caso, le parole dette tracciano una strada, e qualcuno sarà spinto nel solco di essa e dovrà necessariamente andare avanti, seguirla fino alla fine, fino alla morte. Non è fatalismo, rassegnazione, no, è come se ci fosse una mente onnisciente che abbia già preannunciato l'evento e lanciato l'avvertimento: state attenti! Ma attenti a che? E si continua a vivere senza preoccuparsi di rimanere incagliati nelle spire delle parole dette. Grazie per aver definito "classico" il mio libro, professore. E' un onore. Spero tanto che la lettura di esso le abbia riservato dei momenti di gioia, quella semplice che nasce dall'avere tra le mani un libro che in qualche modo ci parla. Sì, carissimo professor Emilio, è proprio vero quanto ha detto a proposito della profezia. A volte c’è come una predestinazione, la scrittura di un destino nel momento in cui certe parole vengono pronunciate; nel caso di Vincenzina è la maledizione del prete: il prete ha maledetto e s’è maledtto, e ora, ora che si trova in quell’altro mondo, quale giubilo ne può trarre? Le parole sono state dette, bisogna che qualcuno paghi: “Fino alle settima generazione”.
E’ dunque necessario che ci sia uno che raccolga la “cutra” e se la butti sopra le spalle. Certo, può anche avvenire che ci sia la contro-profezia e la morte venga bellamente beffata. In ogni caso, le parole dette tracciano una strada, e qualcuno sarà spinto nel solco di essa e dovrà necessariamente andare avanti, seguirla fino alla fine, fino alla morte. Non è fatalismo, rassegnazione, no, è come se ci fosse una mente onnisciente che abbia già preannunciato l’evento e lanciato l’avvertimento: state attenti!
Ma attenti a che?
E si continua a vivere senza preoccuparsi di rimanere incagliati nelle spire delle parole dette.
Grazie per aver definito “classico” il mio libro, professore. E’ un onore. Spero tanto che la lettura di esso le abbia riservato dei momenti di gioia, quella semplice che nasce dall’avere tra le mani un libro che in qualche modo ci parla.

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Di: Tea Ranno http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2012/05/14/la-sposa-vermiglia-incontro-con-tea-ranno/comment-page-4/#comment-307949 Tea Ranno Sat, 19 May 2012 22:19:47 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4095#comment-307949 E' la sicilitudine, caro Fabio - come ci siamo detti tante volte - la miccia che per me innesca la scrittura. E' il bisogno di ricreare quel mondo che qui non ho, di risentire quella parlata, di riavere quei colori, percepire quegli odori che poi me li fa evocare e posare sulla pagina. Non lo so come sarebbe stato se io non fossi andata via, forse sarebbero venue fuori altre storie, con altri personaggi, altre tematiche, forse avrei cantato la fuga, piuttosto che il ritorno, non lo so, fatto sta che odori, suoni, sapori, luci, barbagli del mare me li porto dentro e vivono prima di tutto per me in un teatro che è rappresentazione di quell'altra vita, di quell'altro luogo in cui mi vorrei ancora trovare. E lo dico proprio adesso che continuo ad avere nelle orecchie il suono della cadenza palermitana (e il riverbero del mare e la luce specialissima e il fluire di tante rondini), e in bocca il sapore di un cannolo che... meritava, altroché! Grazie per aver evocato Cosimo Di Maria, la sua mano che traccia con struggimento una figura fatta d'aria. E’ la sicilitudine, caro Fabio – come ci siamo detti tante volte – la miccia che per me innesca la scrittura. E’ il bisogno di ricreare quel mondo che qui non ho, di risentire quella parlata, di riavere quei colori, percepire quegli odori che poi me li fa evocare e posare sulla pagina. Non lo so come sarebbe stato se io non fossi andata via, forse sarebbero venue fuori altre storie, con altri personaggi, altre tematiche, forse avrei cantato la fuga, piuttosto che il ritorno, non lo so, fatto sta che odori, suoni, sapori, luci, barbagli del mare me li porto dentro e vivono prima di tutto per me in un teatro che è rappresentazione di quell’altra vita, di quell’altro luogo in cui mi vorrei ancora trovare. E lo dico proprio adesso che continuo ad avere nelle orecchie il suono della cadenza palermitana (e il riverbero del mare e la luce specialissima e il fluire di tante rondini), e in bocca il sapore di un cannolo che… meritava, altroché!
Grazie per aver evocato Cosimo Di Maria, la sua mano che traccia con struggimento una figura fatta d’aria.

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