Commenti a: UN CARNEVALE DA RACCONTARE http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/03/05/un-carnevale-da-raccontare/ Un open-blog. un luogo d\'incontro virtuale tra scrittori, lettori, librai, critici, giornalisti e operatori culturali Sat, 11 Sep 2021 08:46:19 +0000 http://wordpress.org/?v=2.9.2 hourly 1 Di: "Carnevale. La festa del mondo" Giovanni Kezich (Laterza) http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/03/05/un-carnevale-da-raccontare/comment-page-12/#comment-1465444 "Carnevale. La festa del mondo" Giovanni Kezich (Laterza) Tue, 05 Mar 2019 21:31:19 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/03/un-carnevale-da-raccontare/#comment-1465444 Nuovo studio su una delle tradizioni italiane più antiche, ancora oggi vitali. - Carnevale Un racconto divertente e pieno di curiosità, capace di trascinare il lettore in una cavalcata attraverso i secoli. - Carnevale festa del mondo, perché il mondo degli uomini vi celebra fasti tutti propri, senza alcun dichiarato riferimento ultraterreno: «non è una festa che si offre al popolo, ma è una festa che il popolo offre a se stesso», scrisse Goethe da par suo1. È la festa di un al di qua senza aldilà, ovvero di un al di qua fattosi immune a qualsiasi suggestione d’aldilà, sotto il cielo diafano e muto di febbraio, senza angeli, senza stelle comete e senza dei. È la festa del secolo laicale, del mondo «mondano», del mondo come è, con tutti i suoi difetti, i suoi vizi, i suoi peccati e le sue brutture, che vi risultano in effetti esagerate, senza imbarazzi. E poi, carnevale è festa del mondo anche per la sua intrinseca qualità virale che, sull’onda potente del desiderio elementare del travestirsi, del mascherarsi, del giocare a divenire altro da sé, e del mettere in scena un mondo soltanto immaginato e desiderato come se fosse vero, lo ha reso noto, un passo dopo l’altro, a tutto il pianeta: dall’Europa cattolica del medioevo, dove è nato, alle Americhe, dove è arrivato prima con il veliero e poi nell’Ottocento con il piroscafo, fino alla sua nuova dimensione globale, dove ormai lo si ritrova dappertutto: senza più una quaresima imminente, senza il nesso con un’idea di redenzione, e pure senza più inverno, perché ormai, da Rio de Janeiro a Rotterdam, carnevale prima per obbligo – in febbraio ai tropici fa caldo – e poi per scelta lo si fa anche d’estate. Eppure, con tutta la sua notorietà planetaria, sospeso come un acrobata tra Natale e Pasqua, cioè tra i due fari principali del calendario cristiano, carnevale comunica da sempre una sua qualità funambolica, arrischiata, ambigua. Tutti, infatti, saprebbero raccontare con qualche presunzione di certezza che cos’è il Natale, o che cos’è la Pasqua; quando si parla di carnevale, invece, gli stessi racconti si fanno esitanti e imprecisi, e si tingono presto dei colori ineffabili della leggenda: di una leggenda, però, che non viene narrata mai, e che risulta sempre, nelle versioni smozzicate che si possono carpire qua e là, reticente e incerta. Tuttavia, anche se da passeggero clandestino, carnevale dovrebbe far parte integrante del calendario usitato del mondo popolare cristiano, e attenere almeno di lontano alla medesima tradizione... Questo imbarazzo, questa difficoltà a spiegare, a narrare, incomincia dalla ragion d’essere sempre piuttosto indefinita della festa e addirittura dal suo nome: «carnevale». Questa parola, divenuta nei secoli sempre meno comprensibile, nell’interpretazione tardomedievale si è voluta far alludere a un rito di addio solenne alle carni e al mangiare di grasso, di cui nessuno però sa niente di preciso e che anzi nessuno ha mai visto, forse per il semplice fatto che non c’è mai stato". Giovanni Kezich - Carnevale. La festa del mondo https://www.laterza.it/index.php?option=com_laterza&Itemid=97&task=schedalibro&isbn=9788858134139 Nuovo studio su una delle tradizioni italiane più antiche, ancora oggi vitali.
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Carnevale
Un racconto divertente e pieno di curiosità, capace di trascinare il lettore in una cavalcata attraverso i secoli.

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Carnevale festa del mondo, perché il mondo degli uomini vi celebra fasti tutti propri, senza alcun dichiarato riferimento ultraterreno: «non è una festa che si offre al popolo, ma è una festa che il popolo offre a se stesso», scrisse Goethe da par suo1. È la festa di un al di qua senza aldilà, ovvero di un al di qua fattosi immune a qualsiasi suggestione d’aldilà, sotto il cielo diafano e muto di febbraio, senza angeli, senza stelle comete e senza dei. È la festa del secolo laicale, del mondo «mondano», del mondo come è, con tutti i suoi difetti, i suoi vizi, i suoi peccati e le sue brutture, che vi risultano in effetti esagerate, senza imbarazzi. E poi, carnevale è festa del mondo anche per la sua intrinseca qualità virale che, sull’onda potente del desiderio elementare del travestirsi, del mascherarsi, del giocare a divenire altro da sé, e del mettere in scena un mondo soltanto immaginato e desiderato come se fosse vero, lo ha reso noto, un passo dopo l’altro, a tutto il pianeta: dall’Europa cattolica del medioevo, dove è nato, alle Americhe, dove è arrivato prima con il veliero e poi nell’Ottocento con il piroscafo, fino alla sua nuova dimensione globale, dove ormai lo si ritrova dappertutto: senza più una quaresima imminente, senza il nesso con un’idea di redenzione, e pure senza più inverno, perché ormai, da Rio de Janeiro a Rotterdam, carnevale prima per obbligo – in febbraio ai tropici fa caldo – e poi per scelta lo si fa anche d’estate.
Eppure, con tutta la sua notorietà planetaria, sospeso come un acrobata tra Natale e Pasqua, cioè tra i due fari principali del calendario cristiano, carnevale comunica da sempre una sua qualità funambolica, arrischiata, ambigua. Tutti, infatti, saprebbero raccontare con qualche presunzione di certezza che cos’è il Natale, o che cos’è la Pasqua; quando si parla di carnevale, invece, gli stessi racconti si fanno esitanti e imprecisi, e si tingono presto dei colori ineffabili della leggenda: di una leggenda, però, che non viene narrata mai, e che risulta sempre, nelle versioni smozzicate che si possono carpire qua e là, reticente e incerta. Tuttavia, anche se da passeggero clandestino, carnevale dovrebbe far parte integrante del calendario usitato del mondo popolare cristiano, e attenere almeno di lontano alla medesima tradizione… Questo imbarazzo, questa difficoltà a spiegare, a narrare, incomincia dalla ragion d’essere sempre piuttosto indefinita della festa e addirittura dal suo nome: «carnevale». Questa parola, divenuta nei secoli sempre meno comprensibile, nell’interpretazione tardomedievale si è voluta far alludere a un rito di addio solenne alle carni e al mangiare di grasso, di cui nessuno però sa niente di preciso e che anzi nessuno ha mai visto, forse per il semplice fatto che non c’è mai stato”.

Giovanni Kezich – Carnevale. La festa del mondo
https://www.laterza.it/index.php?option=com_laterza&Itemid=97&task=schedalibro&isbn=9788858134139

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Di: "Carnevale. La festa del mondo" Giovanni Kezich (Laterza) http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/03/05/un-carnevale-da-raccontare/comment-page-12/#comment-1465443 "Carnevale. La festa del mondo" Giovanni Kezich (Laterza) Tue, 05 Mar 2019 21:30:20 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/03/un-carnevale-da-raccontare/#comment-1465443 L’origine dei riti mascherati si perde nella notte dei tempi. Corrisponde al ciclico ritorno degli antenati, che all’avvio del nuovo anno si manifestano ai vivi come figure bizzarre, inquietanti, sfarzose, esagerate per portare un augurio di prosperità e di fertilità. Cacciati dalla cittadella sacra di Natale ed epifania, questi personaggi ancestrali se ne sono andati a spasso per il calendario, trovando rifugio là dove non recavano disturbo. Così, in luoghi remoti del continente europeo e nelle date più impensate del semestre invernale, vediamo tornare alla ribalta gli scampanatori paurosi dei lupercali, i bianchi salterini degli ambarvali, i burleschi birboni dei saturnali… Da rito che era, nel regime religioso cristiano la mascherata si è trasformata in farsa, in un presunto tripudio di gola e licenziosità legittimato quale necessaria antifona della successiva espiazione quaresimale. Forte di questo salvacondotto, carnevale diviene il protagonista della cultura popolare della rinascenza europea, di cui seguirà le sorti, per prendere infine il piroscafo e andare a conquistare le grandi città della sponda orientale dell’America Latina e della Louisiana, dove avrà inizio il suo inarrestabile incedere sulla scena globale in atto ancora oggi. L’origine dei riti mascherati si perde nella notte dei tempi. Corrisponde al ciclico ritorno degli antenati, che all’avvio del nuovo anno si manifestano ai vivi come figure bizzarre, inquietanti, sfarzose, esagerate per portare un augurio di prosperità e di fertilità. Cacciati dalla cittadella sacra di Natale ed epifania, questi personaggi ancestrali se ne sono andati a spasso per il calendario, trovando rifugio là dove non recavano disturbo. Così, in luoghi remoti del continente europeo e nelle date più impensate del semestre invernale, vediamo tornare alla ribalta gli scampanatori paurosi dei lupercali, i bianchi salterini degli ambarvali, i burleschi birboni dei saturnali…

Da rito che era, nel regime religioso cristiano la mascherata si è trasformata in farsa, in un presunto tripudio di gola e licenziosità legittimato quale necessaria antifona della successiva espiazione quaresimale. Forte di questo salvacondotto, carnevale diviene il protagonista della cultura popolare della rinascenza europea, di cui seguirà le sorti, per prendere infine il piroscafo e andare a conquistare le grandi città della sponda orientale dell’America Latina e della Louisiana, dove avrà inizio il suo inarrestabile incedere sulla scena globale in atto ancora oggi.

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Di: "Carnevale. La festa del mondo" Giovanni Kezich (Laterza) http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/03/05/un-carnevale-da-raccontare/comment-page-12/#comment-1465442 "Carnevale. La festa del mondo" Giovanni Kezich (Laterza) Tue, 05 Mar 2019 21:30:04 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/03/un-carnevale-da-raccontare/#comment-1465442 Segnaliamo il volume di Giovanni Kezich: "Carnevale. La festa del mondo" (Laterza) Segnaliamo il volume di Giovanni Kezich: “Carnevale. La festa del mondo” (Laterza)

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Di: CARNEVALE 2019 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/03/05/un-carnevale-da-raccontare/comment-page-12/#comment-1465435 CARNEVALE 2019 Tue, 05 Mar 2019 20:53:24 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/03/un-carnevale-da-raccontare/#comment-1465435 <b>CARNEVALE 2019</b> CARNEVALE 2019

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Di: Manuela http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/03/05/un-carnevale-da-raccontare/comment-page-12/#comment-1350007 Manuela Thu, 15 Feb 2018 13:05:13 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/03/un-carnevale-da-raccontare/#comment-1350007 Il carnevale mi fa pensare ai nei finti che ci faceva mia madre da bambine. Non aveva importanza il vestito che portavi. Quel neo fatto con la matita nera era un dettaglio immancabile. Prima ci truccava gli occhi e le labbra poi stava lì a guardarci la faccia, a ispirarsi, e come se quel neo racchiudesse un pensiero sceglieva un punto, il punto perfetto in cui calcare la punta della matita. Il carnevale mi fa pensare ai nei finti che ci faceva mia madre da bambine. Non aveva importanza il vestito che portavi. Quel neo fatto con la matita nera era un dettaglio immancabile. Prima ci truccava gli occhi e le labbra poi stava lì a guardarci la faccia, a ispirarsi, e come se quel neo racchiudesse un pensiero sceglieva un punto, il punto perfetto in cui calcare la punta della matita.

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Di: La mappa dei dolci di Carnevale http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/03/05/un-carnevale-da-raccontare/comment-page-12/#comment-1349686 La mappa dei dolci di Carnevale Tue, 13 Feb 2018 20:47:19 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/03/un-carnevale-da-raccontare/#comment-1349686 rocco moliterni (La Stampa) Siamo fritti! È arrivato Carnevale: si può sintetizzare così in cucina la festa più pazza dell’anno. Tra un ballo in maschera e una sfilata di carri, un lancio di coriandoli e l’immancabile scherzo, sono infatti i dolci fritti a farla da padroni, anche se di recente è invalsa la moda di asciugarli al forno, più per senso di colpa che per diminuire le calorie ingurgitate. Ma tanto poi viene la Quaresima e ci si disintossica anche dagli eccessi della tavola. Carnevale è una festa anche e soprattutto per i bambini che per i fritti vanno pazzi. Per trovare la madre di tutti i dolci di Carnevale bisogna però risalire ai tempi dell’antica Roma pagana, allora si celebravano in questo periodo i saturnali e Apicio, l’Artusi dell’epoca, ci racconta nel De Re Quoquinaria che andavano alla grande i frictilia, ossia frittelle a base di uova e farina di farro, tagliate a pezzetti, fritte nello strutto e poi tuffate nel miele. E forse perché eredità della comune cultura latina le frictilia sono diventate oggi una golosità che attraversa con nomi diversi tutta l’Italia: in Piemonte si chiamano bugie, a Bologna frappole, in Toscana cenci, a Roma e nel Lazio frappe, a Venezia galani, nel resto d’Italia chiacchiere. Ma a Venezia che è una delle capitali del carnevale resiste ancora nelle case private, nelle pasticcerie e nei ristoranti quella che fino alla fine dell’800 era una tradizione di strada: ossia le “fritole” o frittelle. Era una tradizione tanto diffusa che nel ‘600 i “fritoleri” avevano ottenuto dalla Serenissima di potersi costituire in corporazione: a ciascuno era affidata una zona di Venezia, e poteva lasciare ai figli l’attività. Così durante il Carnevale si sistemavano con i grandi tavoli lungo campi e campielli: impastavano le frittelle e le friggevano in grandi padelle per la gioia dei veneziani e di quanti arrivavano in città per la festa della trasgressione. Se da Venezia scendiamo in Sicilia qui è la tradizione araba a lasciare tracce così ci sono le “Teste di turcu”, originarie di Castelbuono in provincia di Palermo, una sottile sfoglia di pasta fritta con una crema al limone aromatizzata alla cannella. Benchè l’origine sia araba pare che in realtà la loro diffusione nell’isola parte quando i Normanni sconfiggono i saraceni. Ma l’idea di una pasta fritta cui si associa una crema è alla base anche di un altro tipico dolce carnevalizio, che ormai però pizzerie e locali napoletani propongono tutto l’anno: le zeppole. A volte i dolci di Carnevale di una regione sono quelli di Natale di un’altra: è il caso della cicerchiata che non manca mai in questo periodo in Abruzzo e in Molise, ma che di fatto è molto simili agli struffoli natalizi partenopei e ai purcidduzzi pugliesi. Nonostante il nome rimandi ai ceci, la cicerchiata è infatti “costruita” con palline di farina fritte che poi si immergono nel miele. Risalendo la penisola in Romagna e nel Lazio troviamo le castagnole, palline di pasta fritta con o senza ripieno e a volte ricoperte di alchermes. Nelle Marche sono talmente simbolo del Carnevale che un proverbio anconetano recita: «Finito Carnevale, finito amore, finito il far la pacchia da signore, finito il setacciar farina in fiore finito il mangiare castagnole». In Toscana regione che può vantare il celebre Carnevale di Viareggio, oltre ai cenci, vanno molto in questo periodo la schiacciata fiorentina, che è un tempo vedeva anche una versione “unta” dove convivevano ciccioli di maiale e scorze di arancia. La versione delle pasticcerie contemporanee è più light, ma non meno apprezzata. Sempre in Toscana fin dai tempi dei Medici è consumato il Berlingaccio che altro non è che un ciambellone, il cui nome secondo alcuni significherebbe proprio Giovedì Grasso. Anche la Sardegna è una regione dove le tradizioni di Carnevale sono molto vive, anche nel versante gastronomico. Così in questo periodo mamme e nonne preparano i frisjoli, (frittelle lunghe, dette anche “zippulas” o “cattas”): fritte in olio bollente si arrotolano su stesse in modo e si mangiano calde cosparse di zucchero. Oppure gli acciuleddi detti anche mendegadas, trizzas, o azzuleddhi: piccole trecce di pasta lunghe poco più di un dito anche queste fritte e servite con zucchero o miele. Da mangiarsi a temperatura ambiente. Senza dimenticare le maraviglias, che altro non sono che le bugie o chiacchiere di altre regioni. A proposito di dolci che cambiano nome rimanendo di fondo la stessa cosa ci debbono citare le Graffe che sono la versione partenopea (la differenza è che sul golfo di Napoli nell’impasto lievitato mettono anche le patate) dei krapfen trentini e tedeschi. Sull’origine dei Krapfen la discussione è aperta.- c’è chi li fa nascere dalla tradizione ebraica e chi da quella persiana e c’era anche una pasticcera viennese del ‘600, tal Cecilia Krapf che sosteneva di aver inventato e battezzato il tipico dolce carnevalizio. Che nella versione altoatesina tedesca è più simile al nostro bombolone, fritto e ripieno di crema o di marmellata, mentre la versione a ciambella è quella approdata a Napoli con il nome di graffa. Si può chiudere con i ravioli o tortelli dolci, diffusi soprattutto ma non solo in Lombardia, con la certezza di non aver raccontato tuta la ricchezza dei dolci di questo periodo, perché come spesso succede in Italia, non c’è campanile che non abbia una propria specialità: a Carnevale ogni dolce vale. rocco moliterni (La Stampa)

Siamo fritti! È arrivato Carnevale: si può sintetizzare così in cucina la festa più pazza dell’anno. Tra un ballo in maschera e una sfilata di carri, un lancio di coriandoli e l’immancabile scherzo, sono infatti i dolci fritti a farla da padroni, anche se di recente è invalsa la moda di asciugarli al forno, più per senso di colpa che per diminuire le calorie ingurgitate. Ma tanto poi viene la Quaresima e ci si disintossica anche dagli eccessi della tavola. Carnevale è una festa anche e soprattutto per i bambini che per i fritti vanno pazzi. Per trovare la madre di tutti i dolci di Carnevale bisogna però risalire ai tempi dell’antica Roma pagana, allora si celebravano in questo periodo i saturnali e Apicio, l’Artusi dell’epoca, ci racconta nel De Re Quoquinaria che andavano alla grande i frictilia, ossia frittelle a base di uova e farina di farro, tagliate a pezzetti, fritte nello strutto e poi tuffate nel miele. E forse perché eredità della comune cultura latina le frictilia sono diventate oggi una golosità che attraversa con nomi diversi tutta l’Italia: in Piemonte si chiamano bugie, a Bologna frappole, in Toscana cenci, a Roma e nel Lazio frappe, a Venezia galani, nel resto d’Italia chiacchiere. Ma a Venezia che è una delle capitali del carnevale resiste ancora nelle case private, nelle pasticcerie e nei ristoranti quella che fino alla fine dell’800 era una tradizione di strada: ossia le “fritole” o frittelle. Era una tradizione tanto diffusa che nel ‘600 i “fritoleri” avevano ottenuto dalla Serenissima di potersi costituire in corporazione: a ciascuno era affidata una zona di Venezia, e poteva lasciare ai figli l’attività. Così durante il Carnevale si sistemavano con i grandi tavoli lungo campi e campielli: impastavano le frittelle e le friggevano in grandi padelle per la gioia dei veneziani e di quanti arrivavano in città per la festa della trasgressione.

Se da Venezia scendiamo in Sicilia qui è la tradizione araba a lasciare tracce così ci sono le “Teste di turcu”, originarie di Castelbuono in provincia di Palermo, una sottile sfoglia di pasta fritta con una crema al limone aromatizzata alla cannella. Benchè l’origine sia araba pare che in realtà la loro diffusione nell’isola parte quando i Normanni sconfiggono i saraceni. Ma l’idea di una pasta fritta cui si associa una crema è alla base anche di un altro tipico dolce carnevalizio, che ormai però pizzerie e locali napoletani propongono tutto l’anno: le zeppole.

A volte i dolci di Carnevale di una regione sono quelli di Natale di un’altra: è il caso della cicerchiata che non manca mai in questo periodo in Abruzzo e in Molise, ma che di fatto è molto simili agli struffoli natalizi partenopei e ai purcidduzzi pugliesi. Nonostante il nome rimandi ai ceci, la cicerchiata è infatti “costruita” con palline di farina fritte che poi si immergono nel miele.

Risalendo la penisola in Romagna e nel Lazio troviamo le castagnole, palline di pasta fritta con o senza ripieno e a volte ricoperte di alchermes. Nelle Marche sono talmente simbolo del Carnevale che un proverbio anconetano recita: «Finito Carnevale, finito amore, finito il far la pacchia da signore, finito il setacciar farina in fiore finito il mangiare castagnole». In Toscana regione che può vantare il celebre Carnevale di Viareggio, oltre ai cenci, vanno molto in questo periodo la schiacciata fiorentina, che è un tempo vedeva anche una versione “unta” dove convivevano ciccioli di maiale e scorze di arancia. La versione delle pasticcerie contemporanee è più light, ma non meno apprezzata. Sempre in Toscana fin dai tempi dei Medici è consumato il Berlingaccio che altro non è che un ciambellone, il cui nome secondo alcuni significherebbe proprio Giovedì Grasso.

Anche la Sardegna è una regione dove le tradizioni di Carnevale sono molto vive, anche nel versante gastronomico. Così in questo periodo mamme e nonne preparano i frisjoli, (frittelle lunghe, dette anche “zippulas” o “cattas”): fritte in olio bollente si arrotolano su stesse in modo e si mangiano calde cosparse di zucchero. Oppure gli acciuleddi detti anche mendegadas, trizzas, o azzuleddhi: piccole trecce di pasta lunghe poco più di un dito anche queste fritte e servite con zucchero o miele. Da mangiarsi a temperatura ambiente. Senza dimenticare le maraviglias, che altro non sono che le bugie o chiacchiere di altre regioni. A proposito di dolci che cambiano nome rimanendo di fondo la stessa cosa ci debbono citare le Graffe che sono la versione partenopea (la differenza è che sul golfo di Napoli nell’impasto lievitato mettono anche le patate) dei krapfen trentini e tedeschi. Sull’origine dei Krapfen la discussione è aperta.- c’è chi li fa nascere dalla tradizione ebraica e chi da quella persiana e c’era anche una pasticcera viennese del ‘600, tal Cecilia Krapf che sosteneva di aver inventato e battezzato il tipico dolce carnevalizio. Che nella versione altoatesina tedesca è più simile al nostro bombolone, fritto e ripieno di crema o di marmellata, mentre la versione a ciambella è quella approdata a Napoli con il nome di graffa. Si può chiudere con i ravioli o tortelli dolci, diffusi soprattutto ma non solo in Lombardia, con la certezza di non aver raccontato tuta la ricchezza dei dolci di questo periodo, perché come spesso succede in Italia, non c’è campanile che non abbia una propria specialità: a Carnevale ogni dolce vale.

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Di: CARNEVALE 2018 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/03/05/un-carnevale-da-raccontare/comment-page-12/#comment-1349451 CARNEVALE 2018 Mon, 12 Feb 2018 17:21:35 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/03/un-carnevale-da-raccontare/#comment-1349451 <b>CARNEVALE 2018</b> CARNEVALE 2018

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/03/05/un-carnevale-da-raccontare/comment-page-12/#comment-1301638 Massimo Maugeri Fri, 03 Mar 2017 17:31:10 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/03/un-carnevale-da-raccontare/#comment-1301638 Grazie anche a chi ha postato i riferimenti a "L'opera di Rabelais e la cultura popolare" Grazie anche a chi ha postato i riferimenti a “L’opera di Rabelais e la cultura popolare”

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/03/05/un-carnevale-da-raccontare/comment-page-12/#comment-1301637 Massimo Maugeri Fri, 03 Mar 2017 17:30:28 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/03/un-carnevale-da-raccontare/#comment-1301637 Grazie mille per il racconto, caro Luca! Grazie mille per il racconto, caro Luca!

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Di: luca nencioni http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/03/05/un-carnevale-da-raccontare/comment-page-12/#comment-1300910 luca nencioni Mon, 27 Feb 2017 10:44:41 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/03/un-carnevale-da-raccontare/#comment-1300910 Una volta le parrucchiere lavoravano anche la domenica mattina. Era un lunedì di carnevale freddo ed uggioso e così la giovane artigiana si godette tutto il suo giorno di riposo standosene in casa, anche perchè era incinta del primo figlio che sarebbe dovuto nascere, secondo i suoi calcoli tra circa quaranta giorni e quindi cosa fare di meglio se non preparare il corredino? Il giorno dopo anche se lei lavorava era il martedì grasso e quindi era doveroso preparare dei dolcetti che avrebbero allietato il desco per la cena e così la Piera, questo era il suo nome, passò tutto il giorno a fare la maglia, lavoro per il quale era bravissima, tantochè per anni i suoi figli, questo che attendeva e i due che sarebbero venuti dopo. ricevettero compliment per i bei maglioni e a preparare i dolcetti carnevaleschi rivaleggiando con la suocera che di lì a poco sarebbe venuta ad abitare con i due giovani sposi. Alla sera Piergiorgio, il marito, rientro un pò prima dal lavoro e quindi ebbero un po più di tempo per festeggiare il carnevale prima di andare a letto. Saranno stati i festeggiamenti, ma verso le una qualcosa si mosse ed i due giovani cominciarono a correre, Piergiorgio a chiamare un vetturino, a quei tempi nel piccolo paese il servizio ambulanze lasciava abbastanza a desiderare e quindi per andare all'ospedale a Firenze chi meglio di Giordano il vetturino, meccanico, carroziere e padre di una cliente ed amica della Piera che pover'uomo alle due del mattino si mise in marcia verso l'ospedale con la mia mamma nel panico e con me ancora nel grembo, ma che avevo una voglia di uscire incontenibile. Alle prime luci dell'alba nacqui, troppo piccolo e malconcio tant'è che mi ricoverarono al Meyer dicendo che più che un bambino ero una scommessa, che fortunatamente per me andò bene. La mia povera mamma ha continuato a dirmi per tutta la vita: Te t'ha fatto confondere da ancora prima di nascere! Una volta le parrucchiere lavoravano anche la domenica mattina. Era un lunedì di carnevale freddo ed uggioso e così la giovane artigiana si godette tutto il suo giorno di riposo standosene in casa, anche perchè era incinta del primo figlio che sarebbe dovuto nascere, secondo i suoi calcoli tra circa quaranta giorni e quindi cosa fare di meglio se non preparare il corredino? Il giorno dopo anche se lei lavorava era il martedì grasso e quindi era doveroso preparare dei dolcetti che avrebbero allietato il desco per la cena e così la Piera, questo era il suo nome, passò tutto il giorno a fare la maglia, lavoro per il quale era bravissima, tantochè per anni i suoi figli, questo che attendeva e i due che sarebbero venuti dopo. ricevettero compliment per i bei maglioni e a preparare i dolcetti carnevaleschi rivaleggiando con la suocera che di lì a poco sarebbe venuta ad abitare con i due giovani sposi. Alla sera Piergiorgio, il marito, rientro un pò prima dal lavoro e quindi ebbero un po più di tempo per festeggiare il carnevale prima di andare a letto. Saranno stati i festeggiamenti, ma verso le una qualcosa si mosse ed i due giovani cominciarono a correre, Piergiorgio a chiamare un vetturino, a quei tempi nel piccolo paese il servizio ambulanze lasciava abbastanza a desiderare e quindi per andare all’ospedale a Firenze chi meglio di Giordano il vetturino, meccanico, carroziere e padre di una cliente ed amica della Piera che pover’uomo alle due del mattino si mise in marcia verso l’ospedale con la mia mamma nel panico e con me ancora nel grembo, ma che avevo una voglia di uscire incontenibile. Alle prime luci dell’alba nacqui, troppo piccolo e malconcio tant’è che mi ricoverarono al Meyer dicendo che più che un bambino ero una scommessa, che fortunatamente per me andò bene. La mia povera mamma ha continuato a dirmi per tutta la vita: Te t’ha fatto confondere da ancora prima di nascere!

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Di: L'opera di Rabelais e la cultura popolare - di Michail Bachtin http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/03/05/un-carnevale-da-raccontare/comment-page-12/#comment-1300749 L'opera di Rabelais e la cultura popolare - di Michail Bachtin Sun, 26 Feb 2017 14:54:58 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/03/un-carnevale-da-raccontare/#comment-1300749 Bachtin apre la sua opera con una citazione di Aleksandr Herzen: « Sarebbe estremamente interessante scrivere la storia della risata » (L'opera di Rabelais e la cultura popolare, capitolo I) Una delle prime espressioni della concezione del mondo antico della risata sono le lettere apocrife di Ippocrate su Democrito. La risata di Democrito aveva un valore filosofico, essendo diretta alla vita dell'uomo con tutte le sue vane speranze e paure relative agli dèi e la vita dopo la morte. In questo caso Democrito fece della sua risata un'intera concezione del mondo, di un uomo che ha finalmente raggiunto la maturità ed è diventato cosciente. Ippocrate alla fine si è dimostrato d'accordo con lui. Bachtin apre la sua opera con una citazione di Aleksandr Herzen:
« Sarebbe estremamente interessante scrivere la storia della risata »
(L’opera di Rabelais e la cultura popolare, capitolo I)

Una delle prime espressioni della concezione del mondo antico della risata sono le lettere apocrife di Ippocrate su Democrito. La risata di Democrito aveva un valore filosofico, essendo diretta alla vita dell’uomo con tutte le sue vane speranze e paure relative agli dèi e la vita dopo la morte. In questo caso Democrito fece della sua risata un’intera concezione del mondo, di un uomo che ha finalmente raggiunto la maturità ed è diventato cosciente. Ippocrate alla fine si è dimostrato d’accordo con lui.

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Di: L'opera di Rabelais e la cultura popolare - di Michail Bachtin http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/03/05/un-carnevale-da-raccontare/comment-page-12/#comment-1300748 L'opera di Rabelais e la cultura popolare - di Michail Bachtin Sun, 26 Feb 2017 14:54:34 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/03/un-carnevale-da-raccontare/#comment-1300748 La concezione di carnevale di Bachtin è strettamente legata a quella del grottesco. La collettività che prende parte al carnevale è cosciente della propria unità nel tempo e la propria immortalità storica in quanto tale, ed è associata con il ciclo continuo di morte e rigenerazione. Secondo Bachtin, il corpo ha bisogno di una specie di orologio per rendersi conto della propria eternità. Il grottesco è il termine impiegato dal critico per indicare il tempo scandito dai cambiamenti corporali, attraverso la nutrizione, la defecazione ed il sesso: è usato per come dispositivo di misurazione. La concezione di carnevale di Bachtin è strettamente legata a quella del grottesco. La collettività che prende parte al carnevale è cosciente della propria unità nel tempo e la propria immortalità storica in quanto tale, ed è associata con il ciclo continuo di morte e rigenerazione. Secondo Bachtin, il corpo ha bisogno di una specie di orologio per rendersi conto della propria eternità. Il grottesco è il termine impiegato dal critico per indicare il tempo scandito dai cambiamenti corporali, attraverso la nutrizione, la defecazione ed il sesso: è usato per come dispositivo di misurazione.

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Di: L'opera di Rabelais e la cultura popolare - di Michail Bachtin http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/03/05/un-carnevale-da-raccontare/comment-page-12/#comment-1300747 L'opera di Rabelais e la cultura popolare - di Michail Bachtin Sun, 26 Feb 2017 14:54:19 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/03/un-carnevale-da-raccontare/#comment-1300747 Per Bachtin, il carnevale è associato alla collettività. Coloro che partecipano al carnevale non costituiscono solo una folla, piuttosto le persone sono viste nella totalità, organizzata in un modo diverso da quella socioeconomica e politica[2]. Secondo Bachtin: « Tutti venivano considerati uguali durante il carnevale. Qui, nella piazza della città, una forma speciale di contatto, libero e familiare, regnava tra le persone che di solito erano divise dalle barriere della casta, del reddito, della professione e dell'età. » ([3]) L'atmosfera carnevalesca considera più importanti gli aspetti secondari della vita, in opposizione a capacità di livello superiore (pensiero, parola, anima) che erano solitamente prese più in considerazione trattandosi del significato. Durante il carnevale, la particolare percezione dello spazio e del tempo permette a tutti gli individui di sentirsi parte della collettività, tanto che smettono di essere sé stessi ed è a quel punto che, attraverso il costume e la maschera, l'individuo si rinnova. Allo stesso tempo ne deriva una più alta consapevolezza della propria unità materiale, sensuale e corporale e della comunità. Per Bachtin, il carnevale è associato alla collettività. Coloro che partecipano al carnevale non costituiscono solo una folla, piuttosto le persone sono viste nella totalità, organizzata in un modo diverso da quella socioeconomica e politica[2]. Secondo Bachtin:
« Tutti venivano considerati uguali durante il carnevale. Qui, nella piazza della città, una forma speciale di contatto, libero e familiare, regnava tra le persone che di solito erano divise dalle barriere della casta, del reddito, della professione e dell’età. »
([3])

L’atmosfera carnevalesca considera più importanti gli aspetti secondari della vita, in opposizione a capacità di livello superiore (pensiero, parola, anima) che erano solitamente prese più in considerazione trattandosi del significato.

Durante il carnevale, la particolare percezione dello spazio e del tempo permette a tutti gli individui di sentirsi parte della collettività, tanto che smettono di essere sé stessi ed è a quel punto che, attraverso il costume e la maschera, l’individuo si rinnova. Allo stesso tempo ne deriva una più alta consapevolezza della propria unità materiale, sensuale e corporale e della comunità.

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Di: L'opera di Rabelais e la cultura popolare - di Michail Bachtin http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/03/05/un-carnevale-da-raccontare/comment-page-12/#comment-1300746 L'opera di Rabelais e la cultura popolare - di Michail Bachtin Sun, 26 Feb 2017 14:53:47 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/03/un-carnevale-da-raccontare/#comment-1300746 Il volume, ora ritenuto fondamentale nello studio del Rinascimento, esplora la serie di Gargantua e Pantagruel, affermando che l'opera di Rabelais era stata male interpretata; in L'opera di Rabelais e la cultura popolare, infatti, Bachtin ne evidenzia la franchezza e la trasparenza. Attraverso il suo volume, Bachtin rispolvera sezioni di Gargantua e Pantagruel che erano state ignorate o soppresse e conduce un'analisi della società rinascimentale per scoprire il confine tra il linguaggio permesso e quello proibito. Così Bachtin individua due importanti messaggi: il primo è che il carnevale viene identificato come istituzione sociale e che il corpo grottesco è un vero e proprio modo letterario. Pertanto, in L'opera di Rabelais e la cultura popolare studia l'interazione tra il sociale ed il letterario. Il volume, ora ritenuto fondamentale nello studio del Rinascimento, esplora la serie di Gargantua e Pantagruel, affermando che l’opera di Rabelais era stata male interpretata; in L’opera di Rabelais e la cultura popolare, infatti, Bachtin ne evidenzia la franchezza e la trasparenza. Attraverso il suo volume, Bachtin rispolvera sezioni di Gargantua e Pantagruel che erano state ignorate o soppresse e conduce un’analisi della società rinascimentale per scoprire il confine tra il linguaggio permesso e quello proibito. Così Bachtin individua due importanti messaggi: il primo è che il carnevale viene identificato come istituzione sociale e che il corpo grottesco è un vero e proprio modo letterario. Pertanto, in L’opera di Rabelais e la cultura popolare studia l’interazione tra il sociale ed il letterario.

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Di: L'opera di Rabelais e la cultura popolare - di Michail Bachtin http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/03/05/un-carnevale-da-raccontare/comment-page-12/#comment-1300745 L'opera di Rabelais e la cultura popolare - di Michail Bachtin Sun, 26 Feb 2017 14:53:29 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/03/un-carnevale-da-raccontare/#comment-1300745 La dissertazione su Rabelais, che Bachtin scrisse nel corso della Seconda guerra mondiale, incontrò immediatamente degli oppositori, tanto che al critico venne negato il dottorato. Perciò, a causa dei suoi contenuti controversi, Rabelais e la cultura popolare del Medioevo e del Rinascimento non fu pubblicato che nel 1965. La dissertazione su Rabelais, che Bachtin scrisse nel corso della Seconda guerra mondiale, incontrò immediatamente degli oppositori, tanto che al critico venne negato il dottorato. Perciò, a causa dei suoi contenuti controversi, Rabelais e la cultura popolare del Medioevo e del Rinascimento non fu pubblicato che nel 1965.

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Di: L'opera di Rabelais e la cultura popolare - di Michail Bachtin http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/03/05/un-carnevale-da-raccontare/comment-page-12/#comment-1300744 L'opera di Rabelais e la cultura popolare - di Michail Bachtin Sun, 26 Feb 2017 14:53:12 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/03/un-carnevale-da-raccontare/#comment-1300744 L'opera di Rabelais e la cultura popolare (in russo: Творчество Франсуа Рабле и народная культура средневековья и Ренессанса?, traslitterato Tvorčestvo Fransua Rable i narodnaja kul'tura srednevekov'ja i Renessansa) è un testo critico di Michail Bachtin sull'opera dell'autore rinascimentale francese François Rabelais. L’opera di Rabelais e la cultura popolare (in russo: Творчество Франсуа Рабле и народная культура средневековья и Ренессанса?, traslitterato Tvorčestvo Fransua Rable i narodnaja kul’tura srednevekov’ja i Renessansa) è un testo critico di Michail Bachtin sull’opera dell’autore rinascimentale francese François Rabelais.

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Di: CARNEVALE 2017 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/03/05/un-carnevale-da-raccontare/comment-page-12/#comment-1300278 CARNEVALE 2017 Fri, 24 Feb 2017 15:09:14 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/03/un-carnevale-da-raccontare/#comment-1300278 <b>CARNEVALE 2017</b> CARNEVALE 2017

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Di: Carnevale 2015, i costumi più gettonati? Da Fiona e Shrek ai Puffi. Per le più piccole Elsa di Frozen http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/03/05/un-carnevale-da-raccontare/comment-page-12/#comment-1204260 Carnevale 2015, i costumi più gettonati? Da Fiona e Shrek ai Puffi. Per le più piccole Elsa di Frozen Mon, 16 Feb 2015 21:58:02 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/03/un-carnevale-da-raccontare/#comment-1204260 Carnevale 2015, i costumi più gettonati? Da Fiona e Shrek ai Puffi. Per le più piccole Elsa di Frozen http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/02/16/carnevale-2015-i-costumi-gettonati-fiona-shrek-puffi-per-piccole-elsa-frozen/1428702/ Carnevale 2015, i costumi più gettonati? Da Fiona e Shrek ai Puffi. Per le più piccole Elsa di Frozen
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/02/16/carnevale-2015-i-costumi-gettonati-fiona-shrek-puffi-per-piccole-elsa-frozen/1428702/

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Di: Carnevale:'Volo Aquila' di Giusy Versace http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/03/05/un-carnevale-da-raccontare/comment-page-12/#comment-1204259 Carnevale:'Volo Aquila' di Giusy Versace Mon, 16 Feb 2015 21:57:35 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/03/un-carnevale-da-raccontare/#comment-1204259 Carnevale:'Volo Aquila' di Giusy Versace http://www.ansa.it/veneto/notizie/2015/02/15/carnevalevolo-aquila-di-giusy-versace_d42b9529-9eb9-4a9a-acdb-a09a12fbda51.html Carnevale:’Volo Aquila’ di Giusy Versace
http://www.ansa.it/veneto/notizie/2015/02/15/carnevalevolo-aquila-di-giusy-versace_d42b9529-9eb9-4a9a-acdb-a09a12fbda51.html

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Di: Carnevale, in centomila per l’Aquila http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/03/05/un-carnevale-da-raccontare/comment-page-12/#comment-1204258 Carnevale, in centomila per l’Aquila Mon, 16 Feb 2015 21:56:38 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/03/un-carnevale-da-raccontare/#comment-1204258 Carnevale, in centomila per l’Aquila http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/cronaca/2015/16-febbraio-2015/carnevale-centomila-l-aquila-230988295080.shtml Carnevale, in centomila per l’Aquila
http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/cronaca/2015/16-febbraio-2015/carnevale-centomila-l-aquila-230988295080.shtml

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Di: Il Carnevale nel mondo http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/03/05/un-carnevale-da-raccontare/comment-page-12/#comment-1204257 Il Carnevale nel mondo Mon, 16 Feb 2015 21:54:42 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/03/un-carnevale-da-raccontare/#comment-1204257 Il Carnevale nel mondo http://www.corriere.it/foto-gallery/esteri/15_febbraio_14/carnevale-mondo-b5788da2-b45c-11e4-9e87-eea8b5ef37a3.shtml Il Carnevale nel mondo
http://www.corriere.it/foto-gallery/esteri/15_febbraio_14/carnevale-mondo-b5788da2-b45c-11e4-9e87-eea8b5ef37a3.shtml

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Di: Tuffi nel fango: il carnevale in Brasile si festeggia anche cosìBattaglia a colpi di arance, festa al carnevale di Ivrea http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/03/05/un-carnevale-da-raccontare/comment-page-12/#comment-1204256 Tuffi nel fango: il carnevale in Brasile si festeggia anche cosìBattaglia a colpi di arance, festa al carnevale di Ivrea Mon, 16 Feb 2015 21:53:52 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/03/un-carnevale-da-raccontare/#comment-1204256 Battaglia a colpi di arance, festa al carnevale di Ivrea http://www.lastampa.it/2015/02/16/multimedia/cronaca/a-colpi-di-arance-le-immagini-pi-succose-dello-storico-carnevale-di-ivrea-0xkaVynxyuRMZheikdemxI/pagina.html Battaglia a colpi di arance, festa al carnevale di Ivrea
http://www.lastampa.it/2015/02/16/multimedia/cronaca/a-colpi-di-arance-le-immagini-pi-succose-dello-storico-carnevale-di-ivrea-0xkaVynxyuRMZheikdemxI/pagina.html

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Di: Tuffi nel fango: il carnevale in Brasile si festeggia anche così http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/03/05/un-carnevale-da-raccontare/comment-page-12/#comment-1204255 Tuffi nel fango: il carnevale in Brasile si festeggia anche così Mon, 16 Feb 2015 21:53:36 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/03/un-carnevale-da-raccontare/#comment-1204255 Tuffi nel fango: il carnevale in Brasile si festeggia anche così http://www.repubblica.it/esteri/2015/02/16/foto/tuffi_nel_fango_il_carnevale_a_rio_si_festeggia_anche_cos-107489902/1/#1 Tuffi nel fango: il carnevale in Brasile si festeggia anche così
http://www.repubblica.it/esteri/2015/02/16/foto/tuffi_nel_fango_il_carnevale_a_rio_si_festeggia_anche_cos-107489902/1/#1

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Di: Incornato e trascinato dal toro alla festa di Carnevale: grave studente americano http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/03/05/un-carnevale-da-raccontare/comment-page-12/#comment-1204254 Incornato e trascinato dal toro alla festa di Carnevale: grave studente americano Mon, 16 Feb 2015 21:52:44 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/03/un-carnevale-da-raccontare/#comment-1204254 Incornato e trascinato dal toro alla festa di Carnevale: grave studente americano http://www.corriere.it/foto-gallery/esteri/15_febbraio_16/incornato-trascinato-toro-carnevale-grave-studente-americano-e9af2bfa-b5e5-11e4-bb5e-b90de9daadbe.shtml Incornato e trascinato dal toro alla festa di Carnevale: grave studente americano
http://www.corriere.it/foto-gallery/esteri/15_febbraio_16/incornato-trascinato-toro-carnevale-grave-studente-americano-e9af2bfa-b5e5-11e4-bb5e-b90de9daadbe.shtml

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Di: Fulvio http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/03/05/un-carnevale-da-raccontare/comment-page-12/#comment-1204232 Fulvio Mon, 16 Feb 2015 19:12:12 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/03/un-carnevale-da-raccontare/#comment-1204232 Bel blog. Complimenti. Ciao. Bel blog. Complimenti. Ciao.

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Di: Fulvio http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/03/05/un-carnevale-da-raccontare/comment-page-12/#comment-1204231 Fulvio Mon, 16 Feb 2015 19:11:30 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/03/un-carnevale-da-raccontare/#comment-1204231 Chi vuol esser lieto sia, del diman non v'è certezza. Chi vuol esser lieto sia, del diman non v’è certezza.

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Di: Sirio http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/03/05/un-carnevale-da-raccontare/comment-page-12/#comment-1202666 Sirio Thu, 12 Feb 2015 00:30:36 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/03/un-carnevale-da-raccontare/#comment-1202666 Sarà! Io tutta questa voglia di carnevaleggiare non ce l'ho. Sarà! Io tutta questa voglia di carnevaleggiare non ce l’ho.

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Di: Anna http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/03/05/un-carnevale-da-raccontare/comment-page-12/#comment-1202419 Anna Wed, 11 Feb 2015 08:43:49 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/03/un-carnevale-da-raccontare/#comment-1202419 Per quanto riguarda le distrazioni, penso che ne abbiano tanto bisogno gli adulti. Troppe cattive notizie in giro. Abbiam bisogno di leggerezza, ogni tanto. Per quanto riguarda le distrazioni, penso che ne abbiano tanto bisogno gli adulti.
Troppe cattive notizie in giro.
Abbiam bisogno di leggerezza, ogni tanto.

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Di: Anna http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/03/05/un-carnevale-da-raccontare/comment-page-12/#comment-1202417 Anna Wed, 11 Feb 2015 08:42:07 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/03/un-carnevale-da-raccontare/#comment-1202417 Al di là di tutto il carnevale continua a essere un'occasione di distrazione nonché di divertimento per i bambini. Al di là di tutto il carnevale continua a essere un’occasione di distrazione nonché di divertimento per i bambini.

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Di: UN CARNEVALE DA RACCONTARE 2015 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/03/05/un-carnevale-da-raccontare/comment-page-12/#comment-1202001 UN CARNEVALE DA RACCONTARE 2015 Mon, 09 Feb 2015 22:37:58 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/03/un-carnevale-da-raccontare/#comment-1202001 <b>UN CARNEVALE DA RACCONTARE 2015</b> UN CARNEVALE DA RACCONTARE 2015

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/03/05/un-carnevale-da-raccontare/comment-page-12/#comment-1027592 Massimo Maugeri Fri, 07 Mar 2014 21:52:36 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/03/un-carnevale-da-raccontare/#comment-1027592 Un saluto speciale a Mirka (Bianca 2007). Un saluto speciale a Mirka (Bianca 2007).

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/03/05/un-carnevale-da-raccontare/comment-page-12/#comment-1027591 Massimo Maugeri Fri, 07 Mar 2014 21:52:21 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/03/un-carnevale-da-raccontare/#comment-1027591 Chiedo perdono per il ritardo con cui lo faccio, ma desideravo ringraziarvi di cuore per i contributi e i commenti pervenuti. Grazie mille! Chiedo perdono per il ritardo con cui lo faccio, ma desideravo ringraziarvi di cuore per i contributi e i commenti pervenuti.
Grazie mille!

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Di: Carnevale 2014: dalle maschere di Venezia, alle arance di Ivrea, alle giostre di Oristano - huffington post http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/03/05/un-carnevale-da-raccontare/comment-page-12/#comment-1025983 Carnevale 2014: dalle maschere di Venezia, alle arance di Ivrea, alle giostre di Oristano - huffington post Mon, 03 Mar 2014 22:08:13 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/03/un-carnevale-da-raccontare/#comment-1025983 Incidenti anche ad Oristano, dove la tradizionale "Sartiglia dei contadini" si è conclusa con un tragico episodio: un ragazzo diciottenne è stato portato in ospedale in gravi condizioni, dopo essere stato ferito ad un occhio nel corso di una rissa. I medici dell'Ospedale di Sassari non sono riusciti ad evitare che il ragazzo perdesse l'occhio, una delle persone coinvolte è stata denunciata perché trovata in possesso di un coltello. Una decina di giovani sono poi stati sottoposti a cure mediche per abuso di alcol, alcuni hanno rischiato addirittura il coma etilico. Episodi che hanno scosso la comunità cittadina, in un contesto solitamente gioioso e molto sentito. Positivo il bilancio annuale della tradizionale giostra sarda: ventuno stelle centrate su 81 discese, ce l'ha fatta un concorrente su quattro. Delusione per il campione "Su Cumponidori" Fabrizio Pomogranato, che non ha ottenuto alcuna stella, avendo sbagliato sia con la spada sia con lo stocco, ma è riuscito a far scendere alla stella un numero di cavalieri mai raggiunto prima e ha chiuso la corsa in tempo utile per consentire a tutte le 40 pariglie di fare la loro esibizione in via Mazzini prima che fosse buio. Grande l'apprezzamento del pubblico per le spettacolari "piramidi", con il cavaliere centrale in piedi sulle spalle dei due cavalieri laterali, a loro volta in piedi sulla sella dei propri cavalli. Nell'ultimo giorno si rinnoverà l'appuntamento con la Sartiglia: il "Gremio dei Falegnami" proverà ad eguagliare o a superare il record delle 21 stelle e, per la quarta volta nella storia plurisecolare della manifestazione, i panni del "su Cumponidori" saranno vestiti da una donna. Incidenti anche ad Oristano, dove la tradizionale “Sartiglia dei contadini” si è conclusa con un tragico episodio: un ragazzo diciottenne è stato portato in ospedale in gravi condizioni, dopo essere stato ferito ad un occhio nel corso di una rissa. I medici dell’Ospedale di Sassari non sono riusciti ad evitare che il ragazzo perdesse l’occhio, una delle persone coinvolte è stata denunciata perché trovata in possesso di un coltello. Una decina di giovani sono poi stati sottoposti a cure mediche per abuso di alcol, alcuni hanno rischiato addirittura il coma etilico. Episodi che hanno scosso la comunità cittadina, in un contesto solitamente gioioso e molto sentito.

Positivo il bilancio annuale della tradizionale giostra sarda: ventuno stelle centrate su 81 discese, ce l’ha fatta un concorrente su quattro. Delusione per il campione “Su Cumponidori” Fabrizio Pomogranato, che non ha ottenuto alcuna stella, avendo sbagliato sia con la spada sia con lo stocco, ma è riuscito a far scendere alla stella un numero di cavalieri mai raggiunto prima e ha chiuso la corsa in tempo utile per consentire a tutte le 40 pariglie di fare la loro esibizione in via Mazzini prima che fosse buio. Grande l’apprezzamento del pubblico per le spettacolari “piramidi”, con il cavaliere centrale in piedi sulle spalle dei due cavalieri laterali, a loro volta in piedi sulla sella dei propri cavalli.

Nell’ultimo giorno si rinnoverà l’appuntamento con la Sartiglia: il “Gremio dei Falegnami” proverà ad eguagliare o a superare il record delle 21 stelle e, per la quarta volta nella storia plurisecolare della manifestazione, i panni del “su Cumponidori” saranno vestiti da una donna.

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Di: Carnevale 2014: dalle maschere di Venezia, alle arance di Ivrea, alle giostre di Oristano - huffington post http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/03/05/un-carnevale-da-raccontare/comment-page-12/#comment-1025982 Carnevale 2014: dalle maschere di Venezia, alle arance di Ivrea, alle giostre di Oristano - huffington post Mon, 03 Mar 2014 22:07:54 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/03/un-carnevale-da-raccontare/#comment-1025982 Anche ad Ivrea il Carnevale è stato un vero successo: tra le parate in costume e le sfilate di personaggi storici, complice il bel tempo, si è registrato un record nella vendita dei biglietti, soprattutto durante l'"Esposizione delle bella mugnaia". Il Carnevale di Ivrea commemora infatti i l'episodio medievale della ribellione popolare contro il signore locale che affamava la città: la prima a ribellarsi sarebbe stata proprio una mugnaia, che è da allora la mascotte della manifestazione. Il programma di quest'anno si è svolto regolarmente a cominciare dalle "Zappate degli Scarli" in varie parrocchie della città, Il momento più atteso è però la tipica "Battaglia delle arance" che, nella prima giornata, si è purtroppo conclusa con un bilancio di 147 contusi, di cui cinque medicati al pronto soccorso. Le forze dell'ordine hanno anche dovuto riportare alle loro famiglie 6 bambini che si erano persi nel trambusto. Per scongiurare gli incidenti degli scorsi anni sono stati sottoposti al test alcolemico 50 cocchieri, risultati tutti negativi. Il programma dell'ultimo giorno prevede, oltre all'ultimo round della battaglia, ancora musica, in particolare le "Pifferate" e il "Canto della Generala" in piazza di Città. Anche ad Ivrea il Carnevale è stato un vero successo: tra le parate in costume e le sfilate di personaggi storici, complice il bel tempo, si è registrato un record nella vendita dei biglietti, soprattutto durante l’”Esposizione delle bella mugnaia”. Il Carnevale di Ivrea commemora infatti i l’episodio medievale della ribellione popolare contro il signore locale che affamava la città: la prima a ribellarsi sarebbe stata proprio una mugnaia, che è da allora la mascotte della manifestazione.

Il programma di quest’anno si è svolto regolarmente a cominciare dalle “Zappate degli Scarli” in varie parrocchie della città,
Il momento più atteso è però la tipica “Battaglia delle arance” che, nella prima giornata, si è purtroppo conclusa con un bilancio di 147 contusi, di cui cinque medicati al pronto soccorso. Le forze dell’ordine hanno anche dovuto riportare alle loro famiglie 6 bambini che si erano persi nel trambusto. Per scongiurare gli incidenti degli scorsi anni sono stati sottoposti al test alcolemico 50 cocchieri, risultati tutti negativi. Il programma dell’ultimo giorno prevede, oltre all’ultimo round della battaglia, ancora musica, in particolare le “Pifferate” e il “Canto della Generala” in piazza di Città.

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Di: Carnevale 2014: dalle maschere di Venezia, alle arance di Ivrea, alle giostre di Oristano - huffington post http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/03/05/un-carnevale-da-raccontare/comment-page-12/#comment-1025981 Carnevale 2014: dalle maschere di Venezia, alle arance di Ivrea, alle giostre di Oristano - huffington post Mon, 03 Mar 2014 22:07:34 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/03/un-carnevale-da-raccontare/#comment-1025981 Così Venezia si prepara alla giornata finale, in cui i vari eventi raggiungeranno il clou e protagonista sarà come sempre Piazza San Marco con le sue sfilate in maschera. Caratteristiche, anche se non ufficiali, sono le le feste private nei palazzi nobiliari della Serenissima. In Campo San Polo, tradizionalmente riservato ai più piccoli, si potrà pattinare sul ghiaccio. Nel popolare Sestiere di Castello, per la Rassegna "Carneval de Casteo", si esibiranno artisti rap e hip hop veneziani come Brain Smoker Click, 041, Rockit & Gugly, Dj Gringo, Dj Booster, che si sfideranno tra loro e coinvolgeranno il pubblico in una "battaglia rap". In Campo Bella Vienna, sonorità contemporanee con il DJ Set di Stylophonic, uno dei più amati dal clubbing internazionale. Così Venezia si prepara alla giornata finale, in cui i vari eventi raggiungeranno il clou e protagonista sarà come sempre Piazza San Marco con le sue sfilate in maschera. Caratteristiche, anche se non ufficiali, sono le le feste private nei palazzi nobiliari della Serenissima. In Campo San Polo, tradizionalmente riservato ai più piccoli, si potrà pattinare sul ghiaccio. Nel popolare Sestiere di Castello, per la Rassegna “Carneval de Casteo”, si esibiranno artisti rap e hip hop veneziani come Brain Smoker Click, 041, Rockit & Gugly, Dj Gringo, Dj Booster, che si sfideranno tra loro e coinvolgeranno il pubblico in una “battaglia rap”. In Campo Bella Vienna, sonorità contemporanee con il DJ Set di Stylophonic, uno dei più amati dal clubbing internazionale.

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Di: Carnevale 2014: dalle maschere di Venezia, alle arance di Ivrea, alle giostre di Oristano - huffington post http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/03/05/un-carnevale-da-raccontare/comment-page-12/#comment-1025980 Carnevale 2014: dalle maschere di Venezia, alle arance di Ivrea, alle giostre di Oristano - huffington post Mon, 03 Mar 2014 22:07:17 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/03/un-carnevale-da-raccontare/#comment-1025980 E' la festa più tradizionale e al contempo la più dionisiaca, amata dai bambini ma anche da moltissimi adulti che vogliono tornare piccoli per un giorno. Ecco perché il Carnevale continua ad essere molto sentito, e le manifestazioni tradizionali ad esso dedicate in tutta Italia, da Nord a Sud, attirano tantissimi turisti. Il più importante rimane il Carnevale di Venezia, che quest'anno è stato dedicato al mondo della Natura. Oltre agli eventi tradizionali come il "Volo della Colombina" interpretata quest'anno da Carolina Kostner, alla "sfilata delle Marie", allo "Svolo del Leon su San Marco", e alle parate in Canal Grande, l'organizzazione ha cercato di coinvolgere i più giovani. Ecco quindi la "zombie walk", una sfilata di ragazzi mascherati da morti viventi che ha attraversato il centro storico nell'ilarità generale, e la discoteca allestita nell'Arsenale, che ha causato non poche polemiche. All'eslusivo "Ballo della Cavalchina" al Teatro Fenice, hanno invece partecipato Emma Marrone, Alessandro Preziosi e Rufus Wainwright in qualità di ospite internazionale. E’ la festa più tradizionale e al contempo la più dionisiaca, amata dai bambini ma anche da moltissimi adulti che vogliono tornare piccoli per un giorno. Ecco perché il Carnevale continua ad essere molto sentito, e le manifestazioni tradizionali ad esso dedicate in tutta Italia, da Nord a Sud, attirano tantissimi turisti.

Il più importante rimane il Carnevale di Venezia, che quest’anno è stato dedicato al mondo della Natura. Oltre agli eventi tradizionali come il “Volo della Colombina” interpretata quest’anno da Carolina Kostner, alla “sfilata delle Marie”, allo “Svolo del Leon su San Marco”, e alle parate in Canal Grande, l’organizzazione ha cercato di coinvolgere i più giovani. Ecco quindi la “zombie walk”, una sfilata di ragazzi mascherati da morti viventi che ha attraversato il centro storico nell’ilarità generale, e la discoteca allestita nell’Arsenale, che ha causato non poche polemiche. All’eslusivo “Ballo della Cavalchina” al Teatro Fenice, hanno invece partecipato Emma Marrone, Alessandro Preziosi e Rufus Wainwright in qualità di ospite internazionale.

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Di: IL CARNEVALE DEGLI ADULTI, di Christiana de Caldas Brito | letteratitudinenews http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/03/05/un-carnevale-da-raccontare/comment-page-12/#comment-1025773 IL CARNEVALE DEGLI ADULTI, di Christiana de Caldas Brito | letteratitudinenews Mon, 03 Mar 2014 06:03:14 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/03/un-carnevale-da-raccontare/#comment-1025773 [...] Brito, residente in Italia, ci offre un suo racconto sul Carnevale. In collegamento con il forum UN CARNEVALE DA RACCONTARE, su [...] [...] Brito, residente in Italia, ci offre un suo racconto sul Carnevale. In collegamento con il forum UN CARNEVALE DA RACCONTARE, su [...]

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Di: Livia http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/03/05/un-carnevale-da-raccontare/comment-page-12/#comment-1025692 Livia Sun, 02 Mar 2014 22:22:14 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/03/un-carnevale-da-raccontare/#comment-1025692 Ecco. A ben pensarci il Carnevale e la maschera possono avere un effetto liberatorio. Se però sia un bene o un male non saprei. Ecco. A ben pensarci il Carnevale e la maschera possono avere un effetto liberatorio.
Se però sia un bene o un male non saprei.

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Di: Livia http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/03/05/un-carnevale-da-raccontare/comment-page-12/#comment-1025691 Livia Sun, 02 Mar 2014 22:18:51 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/03/un-carnevale-da-raccontare/#comment-1025691 Molto bello il post di bianca (Mirka). Però non so se la maschera è una museruola. In qualche caso può essere il contrario. Molto bello il post di bianca (Mirka).
Però non so se la maschera è una museruola. In qualche caso può essere il contrario.

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Di: Bianca 2007 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/03/05/un-carnevale-da-raccontare/comment-page-12/#comment-1025581 Bianca 2007 Sun, 02 Mar 2014 11:22:50 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/03/un-carnevale-da-raccontare/#comment-1025581 Ciao grande Massimo,ben trovato anche "qui". e in questo post che mi ha riportato indietro nel tempo. Non ho mai amato il carnevale per tanti motivi, ma soprattutto perchè odio ogni forma di museruola (e le maschere lo sono),il peso dei travestimenti. Solo in teatro aveva senso e infinita gioiosa pazienza. (a lungo ho calcato le scene). L'eccezione che mi riporta al piacere e non al fastidio ,fu il collegio. Per quell'occasione ci permettevano di (S)frugulare dentro le enormi casse che occupavano l'immensa soffitta. Correvo allora con le snelle gambe da puledra araba su per le scale che portavano alla soffitta e,arrivata a quella porta segreta e chiusa per tutto l'anno ma spalancata per l'evento, con il cuore che batteva, carcavo con febbrile impaziente sicurezza, fra quei bellissimi vestiti (costumi) d'altri tempi e,mentre immaginavo...continuavo a scartare, a cercare senza sapere cosa o perchè. fossi arrivata a fermarmi al fondo d'un baule con un'hurrà di trionfo per avere trovato quello che inconsciamente cercavo. Un costume da "PIRATESSA" . L'ho indossavo con orgoglio allora,IMMAGINANDO di "rubare" tutti i tesori di chi si era arricchito rubandoLi agli altri,buttando ai pesci i ladri,ridonando (in incognito) il "tolto" ai legittimi proprietari o elargendoli alla povera gente bisognosa di tutto. Ovviamente sempre in incognito. Una via di mezzo tra il "Passatore" dell'Emilia e il Conte di Montecristo. Per tutta la vita questa forza centripeta e scatenante endrofine, mi è restata appiccicata addosso e continua malgrado le gambe non siano più da puledrina araba ma solo quelle di una donna dentro a una marcia ancora in salita. Grazie per l'opportunità regalata, di rinverdire col ricordo la mia chiara identità viva e vera anche col passare del tempo. Un caro abbraccio e...sempre un'Evviva. Mirka (Bianca 2007) Ciao grande Massimo,ben trovato anche “qui”. e in questo post che mi ha riportato indietro nel tempo.

Non ho mai amato il carnevale per tanti motivi, ma soprattutto perchè odio ogni forma di museruola (e le maschere lo sono),il peso dei travestimenti. Solo in teatro aveva senso e infinita gioiosa pazienza. (a lungo ho calcato le scene).
L’eccezione che mi riporta al piacere e non al fastidio ,fu il collegio. Per quell’occasione ci permettevano di (S)frugulare dentro le enormi casse che occupavano l’immensa soffitta. Correvo allora con le snelle gambe da puledra araba su per le scale che portavano alla soffitta e,arrivata a quella porta segreta e chiusa per tutto l’anno ma spalancata per l’evento, con il cuore che batteva, carcavo con febbrile impaziente sicurezza, fra quei bellissimi vestiti (costumi) d’altri tempi e,mentre immaginavo…continuavo a scartare, a cercare senza sapere cosa o perchè. fossi arrivata a fermarmi al fondo d’un baule con un’hurrà di trionfo per avere trovato quello che inconsciamente cercavo. Un costume da “PIRATESSA” . L’ho indossavo con orgoglio allora,IMMAGINANDO di “rubare” tutti i tesori di chi si era arricchito rubandoLi agli altri,buttando ai pesci i ladri,ridonando (in incognito) il “tolto” ai legittimi proprietari o elargendoli alla povera gente bisognosa di tutto. Ovviamente sempre in incognito. Una via di mezzo tra il “Passatore” dell’Emilia e il Conte di Montecristo. Per tutta la vita questa forza centripeta e scatenante endrofine, mi è restata appiccicata addosso e continua malgrado le gambe non siano più da puledrina araba ma solo quelle di una donna dentro a una marcia ancora in salita.
Grazie per l’opportunità regalata, di rinverdire col ricordo la mia chiara identità viva e vera anche col passare del tempo. Un caro abbraccio e…sempre un’Evviva. Mirka (Bianca 2007)

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Di: Carnem Levare http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/03/05/un-carnevale-da-raccontare/comment-page-12/#comment-1025446 Carnem Levare Sat, 01 Mar 2014 21:52:46 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/03/un-carnevale-da-raccontare/#comment-1025446 Ogni spirito profondo ha bisogno di una maschera: e più ancora, intorno a ogni spirito profondo cresce continuamente una maschera, grazie alla costantemente falsa, cioè superficiale interpretazione di ogni parola, di ogni passo, di ogni segno di vita che egli dà. Friedrich Nietzsche Ogni spirito profondo ha bisogno di una maschera: e più ancora, intorno a ogni spirito profondo cresce continuamente una maschera, grazie alla costantemente falsa, cioè superficiale interpretazione di ogni parola, di ogni passo, di ogni segno di vita che egli dà.
Friedrich Nietzsche

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Di: Carnem Levare http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/03/05/un-carnevale-da-raccontare/comment-page-12/#comment-1025445 Carnem Levare Sat, 01 Mar 2014 21:52:27 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/03/un-carnevale-da-raccontare/#comment-1025445 E dopo tutto cos'è una bugia? Solo la verità in maschera. George Byron E dopo tutto cos’è una bugia? Solo la verità in maschera.
George Byron

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Di: Carnem Levare http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/03/05/un-carnevale-da-raccontare/comment-page-12/#comment-1025444 Carnem Levare Sat, 01 Mar 2014 21:52:09 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/03/un-carnevale-da-raccontare/#comment-1025444 Durante il carnevale, gli uomini indossano una maschera in più. Xavier Forneret Durante il carnevale, gli uomini indossano una maschera in più.
Xavier Forneret

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Di: Carnem Levare http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/03/05/un-carnevale-da-raccontare/comment-page-12/#comment-1025443 Carnem Levare Sat, 01 Mar 2014 21:51:48 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/03/un-carnevale-da-raccontare/#comment-1025443 Ogni falsità è una maschera, e per quanto la maschera sia ben fatta, si arriva sempre, con un po' di attenzione, a distinguerla dal volto. ALEXANDRE DUMAS Ogni falsità è una maschera, e per quanto la maschera sia ben fatta, si arriva sempre, con un po’ di attenzione, a distinguerla dal volto.
ALEXANDRE DUMAS

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Di: Carnem Levare http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/03/05/un-carnevale-da-raccontare/comment-page-11/#comment-1025442 Carnem Levare Sat, 01 Mar 2014 21:51:25 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/03/un-carnevale-da-raccontare/#comment-1025442 La maschera è antica quanto la stessa umanità ed è il simbolo della trasformazione dell'uomo in un altro Io. O. EBERLE La maschera è antica quanto la stessa umanità ed è il simbolo della trasformazione dell’uomo in un altro Io.
O. EBERLE

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Di: Carnem Levare http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/03/05/un-carnevale-da-raccontare/comment-page-11/#comment-1025441 Carnem Levare Sat, 01 Mar 2014 21:51:09 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/03/un-carnevale-da-raccontare/#comment-1025441 Tutto ciò che è profondo ama mascherarsi; le cose più profonde odiano l'immagine e la similitudine. FRIEDRICH NIETZSCHE Tutto ciò che è profondo ama mascherarsi; le cose più profonde odiano l’immagine e la similitudine.
FRIEDRICH NIETZSCHE

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Di: Carnem Levare http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/03/05/un-carnevale-da-raccontare/comment-page-11/#comment-1025439 Carnem Levare Sat, 01 Mar 2014 21:50:43 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/03/un-carnevale-da-raccontare/#comment-1025439 Una maschera ci dice di più di una faccia. OSCAR WILDE Una maschera ci dice di più di una faccia.
OSCAR WILDE

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Di: Carnem Levare http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/03/05/un-carnevale-da-raccontare/comment-page-11/#comment-1025438 Carnem Levare Sat, 01 Mar 2014 21:50:23 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/03/un-carnevale-da-raccontare/#comment-1025438 La maschera incarna il principio della vita stessa. MICHAIL BACHTIN La maschera incarna il principio della vita stessa.
MICHAIL BACHTIN

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Di: Carnem Levare http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/03/05/un-carnevale-da-raccontare/comment-page-11/#comment-1025437 Carnem Levare Sat, 01 Mar 2014 21:50:06 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/03/un-carnevale-da-raccontare/#comment-1025437 Nascondi chi sono, e aiutami a trovare la maschera più adatta alle mie intenzioni. William Shakespeare Nascondi chi sono, e aiutami a trovare la maschera più adatta alle mie intenzioni.
William Shakespeare

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Di: Carnem Levare http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/03/05/un-carnevale-da-raccontare/comment-page-11/#comment-1025436 Carnem Levare Sat, 01 Mar 2014 21:49:51 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/03/un-carnevale-da-raccontare/#comment-1025436 Ogni uomo mente, ma dategli una maschera e sarà sincero. OSCAR WILDE Ogni uomo mente, ma dategli una maschera e sarà sincero.
OSCAR WILDE

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