Commenti a: OMAGGIO A LEONARDO SCIASCIA (e al crollo del Muro di Berlino) http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/11/18/muro-e-sciascia/ Un open-blog. un luogo d\'incontro virtuale tra scrittori, lettori, librai, critici, giornalisti e operatori culturali Sat, 11 Sep 2021 08:46:19 +0000 http://wordpress.org/?v=2.9.2 hourly 1 Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/11/18/muro-e-sciascia/comment-page-6/#comment-1142322 Massimo Maugeri Wed, 19 Nov 2014 20:46:14 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1304#comment-1142322 Grazie mille, carissimo Claudio! Grazie mille, carissimo Claudio!

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Di: claudio f. http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/11/18/muro-e-sciascia/comment-page-6/#comment-1135025 claudio f. Wed, 12 Nov 2014 13:17:14 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1304#comment-1135025 e poi anche questo racconto di Haruki Murakami sulle pagine del Corriere http://www.corriere.it/esteri/14_novembre_09/mio-muro-berlino-b985ec9a-67f0-11e4-b22b-88ac3d1bfff6.shtml e poi anche questo racconto di Haruki Murakami sulle pagine del Corriere
http://www.corriere.it/esteri/14_novembre_09/mio-muro-berlino-b985ec9a-67f0-11e4-b22b-88ac3d1bfff6.shtml

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Di: claudio f. http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/11/18/muro-e-sciascia/comment-page-6/#comment-1135024 claudio f. Wed, 12 Nov 2014 13:16:19 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1304#comment-1135024 ciao! sul crollo del muoro di Berlino volevo segnalarvi questo speciale "ansa" http://www.ansa.it/sito/notizie/speciali/editoriali/2014/10/21/25-anni-fa-il-crollo-del-muro-di-berlino-_6aef7da6-f5b4-4361-a71f-8b6b053e46e8.html ciao! sul crollo del muoro di Berlino volevo segnalarvi questo speciale “ansa”
http://www.ansa.it/sito/notizie/speciali/editoriali/2014/10/21/25-anni-fa-il-crollo-del-muro-di-berlino-_6aef7da6-f5b4-4361-a71f-8b6b053e46e8.html

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/11/18/muro-e-sciascia/comment-page-6/#comment-1134113 Massimo Maugeri Tue, 11 Nov 2014 19:31:04 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1304#comment-1134113 E grazie mille anche ad Anita, ad Amelia e a Luca Rondini (hai ragione, Luca: Sciascia è un Grande, con la "g" maiuscola). E grazie mille anche ad Anita, ad Amelia e a Luca Rondini (hai ragione, Luca: Sciascia è un Grande, con la “g” maiuscola).

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/11/18/muro-e-sciascia/comment-page-6/#comment-1134110 Massimo Maugeri Tue, 11 Nov 2014 19:30:02 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1304#comment-1134110 Grazie mille per il tuo commento, cara Rossella. Grazie mille per il tuo commento, cara Rossella.

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Di: Rossella G. http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/11/18/muro-e-sciascia/comment-page-6/#comment-1133829 Rossella G. Tue, 11 Nov 2014 14:57:39 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1304#comment-1133829 E'difficile abbattere i muri, soprattutto quelli cerebrali eretti dalla "mentalità". Leonardo Sciascia ci ha provato percorrendo una strada quasi impossibile, laddove il territorio impone altri percorsi vicini ai labirinti e spesso senza uscita. Si contrappone dunque il concetto di libertà in contrapposizione alle catene ... Significativa l'opera dei due artisti berlinesi dei palloncini luminosi liberati per abbattere la barriera di confine: spero che l'allegoria artistica non traduca che "i palloni" tedeschi volano verso l'alto cavalcando l'economia ed il progresso, mentre noi stiamo a guardare con il nasino all'insù.... E’difficile abbattere i muri, soprattutto quelli cerebrali eretti dalla “mentalità”. Leonardo Sciascia ci ha provato percorrendo una strada quasi impossibile, laddove il territorio impone altri percorsi vicini ai labirinti e spesso senza uscita. Si contrappone dunque il concetto di libertà in contrapposizione alle catene … Significativa l’opera dei due artisti berlinesi dei palloncini luminosi liberati per abbattere la barriera di confine: spero che l’allegoria artistica non traduca che “i palloni” tedeschi volano verso l’alto cavalcando l’economia ed il progresso, mentre noi stiamo a guardare con il nasino all’insù….

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Di: luca rondini http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/11/18/muro-e-sciascia/comment-page-6/#comment-1133593 luca rondini Tue, 11 Nov 2014 09:53:10 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1304#comment-1133593 Altrettanto importante la celebrazione di Sciascia, un grande della Letteratura. Mi limito a dire (e mi dispiace farlo) che di scrittori della sua levatura oggi, in giro, non se ne vedono. Non se ne abbiano a male gli scrittori che leggessero queste mie parole. Altrettanto importante la celebrazione di Sciascia, un grande della Letteratura.
Mi limito a dire (e mi dispiace farlo) che di scrittori della sua levatura oggi, in giro, non se ne vedono.
Non se ne abbiano a male gli scrittori che leggessero queste mie parole.

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Di: luca rondini http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/11/18/muro-e-sciascia/comment-page-6/#comment-1133588 luca rondini Tue, 11 Nov 2014 09:51:27 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1304#comment-1133588 In tema economico c'è da sperare che i i sogni della Germania (poltica del rigore) smettano presto di diventare l'incubo di altri paesi. In tema economico c’è da sperare che i i sogni della Germania (poltica del rigore) smettano presto di diventare l’incubo di altri paesi.

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Di: luca rondini http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/11/18/muro-e-sciascia/comment-page-6/#comment-1133587 luca rondini Tue, 11 Nov 2014 09:50:43 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1304#comment-1133587 È stato anche inaugurato un museo del Muro di Berlino. Ha detto la Merkel: «Noi abbiamo la forza di volgere le cose al bene: questo è il messaggio del Muro di Berlino. Il muro ha dimostrato che i sogni possono diventare realtà e noi vogliamo condividere questo messaggio con i nostri Partner nel mondo». È stato anche inaugurato un museo del Muro di Berlino.
Ha detto la Merkel: «Noi abbiamo la forza di volgere le cose al bene: questo è il messaggio del Muro di Berlino. Il muro ha dimostrato che i sogni possono diventare realtà e noi vogliamo condividere questo messaggio con i nostri Partner nel mondo».

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Di: luca rondini http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/11/18/muro-e-sciascia/comment-page-6/#comment-1133586 luca rondini Tue, 11 Nov 2014 09:49:17 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1304#comment-1133586 Poi la cancelliera Merkel (che, ricordiamolo, è cresciuta nella Germania Est) ha tenuto un discorso e posato una rosa in uno dei pochi tratti di Muro ancora esistente, a Bernauer Strasse, in ricordo delle persone che morirono cercando di fuggire. Poi la cancelliera Merkel (che, ricordiamolo, è cresciuta nella Germania Est) ha tenuto un discorso e posato una rosa in uno dei pochi tratti di Muro ancora esistente, a Bernauer Strasse, in ricordo delle persone che morirono cercando di fuggire.

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Di: luca rondini http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/11/18/muro-e-sciascia/comment-page-6/#comment-1133585 luca rondini Tue, 11 Nov 2014 09:48:24 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1304#comment-1133585 Ciao a tutti. A proposito dei 25 anni dalla caduta del Muro di Berlino è stato interessante assistere ai festeggiamenti della Germania. Alle 10 del mattina del giorno delal celebrazione si ode uno squillo di tromba (a evocare quello che secondo la Bibbia fece crollare le mura di Gerico). Ciao a tutti. A proposito dei 25 anni dalla caduta del Muro di Berlino è stato interessante assistere ai festeggiamenti della Germania.
Alle 10 del mattina del giorno delal celebrazione si ode uno squillo di tromba (a evocare quello che secondo la Bibbia fece crollare le mura di Gerico).

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Di: Amelia Corsi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/11/18/muro-e-sciascia/comment-page-6/#comment-1132752 Amelia Corsi Mon, 10 Nov 2014 14:48:46 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1304#comment-1132752 Massimo caro, che bello leggere questo post e il forum che si è sviluppato nel 2009. Nei prossimi giorni proverò ad intervenire anche io. Per il momento, grazie di tutto. Massimo caro, che bello leggere questo post e il forum che si è sviluppato nel 2009.
Nei prossimi giorni proverò ad intervenire anche io.
Per il momento, grazie di tutto.

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Di: Anita http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/11/18/muro-e-sciascia/comment-page-6/#comment-1132026 Anita Sun, 09 Nov 2014 22:47:08 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1304#comment-1132026 Grazie per questo bel post. Grazie per questo bel post.

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Di: Anita http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/11/18/muro-e-sciascia/comment-page-6/#comment-1132025 Anita Sun, 09 Nov 2014 22:46:52 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1304#comment-1132025 Anche la letteratura degli ultimi decenni, e anche di più, è stata rivoluzionata da scrittori che hanno indicato nuove forme espressive e nuovi contenuti. Sciascia è uno dei questi. La sua mancanza è attenuata dalla presenza dei suoi libri. Anche la letteratura degli ultimi decenni, e anche di più, è stata rivoluzionata da scrittori che hanno indicato nuove forme espressive e nuovi contenuti.
Sciascia è uno dei questi.
La sua mancanza è attenuata dalla presenza dei suoi libri.

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Di: Anita http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/11/18/muro-e-sciascia/comment-page-6/#comment-1132023 Anita Sun, 09 Nov 2014 22:44:58 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1304#comment-1132023 Mi sembra un accostamento molto interessante. Il crollo del muro di Berlino è uno spartiacque nella nostra storia. C'è un prima e c'è un dopo. E quel prima e quel dopo sono proprio segnati dal crollo del muro. Mi sembra un accostamento molto interessante.
Il crollo del muro di Berlino è uno spartiacque nella nostra storia.
C’è un prima e c’è un dopo.
E quel prima e quel dopo sono proprio segnati dal crollo del muro.

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/11/18/muro-e-sciascia/comment-page-6/#comment-1131927 Massimo Maugeri Sun, 09 Nov 2014 20:10:53 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1304#comment-1131927 Vi ripropongo, dunque, il post in questione (invitandovi a intervenire, se vi va). Vi ripropongo, dunque, il post in questione (invitandovi a intervenire, se vi va).

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/11/18/muro-e-sciascia/comment-page-6/#comment-1131926 Massimo Maugeri Sun, 09 Nov 2014 20:10:44 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1304#comment-1131926 Venticinque anni dal crollo del muro di Berlino e venticinque anni dalla scomparsa di Leonardo Sciascia. Venticinque anni dal crollo del muro di Berlino e venticinque anni dalla scomparsa di Leonardo Sciascia.

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/11/18/muro-e-sciascia/comment-page-6/#comment-1131925 Massimo Maugeri Sun, 09 Nov 2014 20:10:26 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1304#comment-1131925 La seconda segnava l’anniversario della morte di un grande della nostra letteratura, che si celebrerà tra qualche giorno: Leonardo Sciascia(scomparso il 20 novembre del 1989). La seconda segnava l’anniversario della morte di un grande della nostra letteratura, che si celebrerà tra qualche giorno: Leonardo Sciascia(scomparso il 20 novembre del 1989).

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/11/18/muro-e-sciascia/comment-page-6/#comment-1131924 Massimo Maugeri Sun, 09 Nov 2014 20:10:06 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1304#comment-1131924 La prima (come scrissi nel post in questione) riguardava un evento epocale, uno dei più importanti della storia recente: il crollo del Muro di Berlino, avvenuto il 9 novembre del 1989 (la ricorrenza coincide proprio con la giornata odierna). La prima (come scrissi nel post in questione) riguardava un evento epocale, uno dei più importanti della storia recente: il crollo del Muro di Berlino, avvenuto il 9 novembre del 1989 (la ricorrenza coincide proprio con la giornata odierna).

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/11/18/muro-e-sciascia/comment-page-6/#comment-1131923 Massimo Maugeri Sun, 09 Nov 2014 20:09:53 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1304#comment-1131923 Care amiche e cari amici di Letteratitudine, nel novembre del 2009 pubblicai il post che potete leggere di seguito, unendo due ricorrenze molto importanti. Care amiche e cari amici di Letteratitudine,
nel novembre del 2009 pubblicai il post che potete leggere di seguito, unendo due ricorrenze molto importanti.

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Di: 25 ANNI SENZA MURO, 25 ANNI SENZA SCIASCIA http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/11/18/muro-e-sciascia/comment-page-6/#comment-1131921 25 ANNI SENZA MURO, 25 ANNI SENZA SCIASCIA Sun, 09 Nov 2014 20:08:44 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1304#comment-1131921 <b>25 ANNI SENZA MURO, 25 ANNI SENZA SCIASCIA</b> 25 ANNI SENZA MURO, 25 ANNI SENZA SCIASCIA

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Di: RICORDANDO LEONARDO SCIASCIA | letteratitudinenews http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/11/18/muro-e-sciascia/comment-page-6/#comment-1009819 RICORDANDO LEONARDO SCIASCIA | letteratitudinenews Wed, 08 Jan 2014 19:31:43 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1304#comment-1009819 [...] Leonardo Sciascia (nato l’otto gennaio del 1921). Ne approfittiamo per segnalare questo post di Letteratitudine (del 2009) con cui abbiamo ricordato Sciascia in occasione del ventennale della [...] [...] Leonardo Sciascia (nato l’otto gennaio del 1921). Ne approfittiamo per segnalare questo post di Letteratitudine (del 2009) con cui abbiamo ricordato Sciascia in occasione del ventennale della [...]

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/11/18/muro-e-sciascia/comment-page-6/#comment-83299 Massimo Maugeri Fri, 04 Dec 2009 21:45:44 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1304#comment-83299 A proposito di Sciascia (grazie per essere intervenuto anche qui, caro Luciano)... sto leggendo con estremointeresse il numero di novembre del bimestrale di letteratura "<a href="http://www.mannieditori.it/index_x.asp?contenuto=dettaglio_rivista&ID=3" rel="nofollow">L'immaginazione</a>" - diretto da Anna Grazia D’Oria - che dedica ben 30 e più pagine al nostro caro Leonardo con contributi di vario genere... Spero di avere la possibilità di parlarne in maniera più analitica. A proposito di Sciascia (grazie per essere intervenuto anche qui, caro Luciano)… sto leggendo con estremointeresse il numero di novembre del bimestrale di letteratura “L’immaginazione” – diretto da Anna Grazia D’Oria – che dedica ben 30 e più pagine al nostro caro Leonardo con contributi di vario genere…
Spero di avere la possibilità di parlarne in maniera più analitica.

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Di: luciano / idefix http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/11/18/muro-e-sciascia/comment-page-5/#comment-83283 luciano / idefix Fri, 04 Dec 2009 13:37:13 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1304#comment-83283 Ne avevo parlato anch'io, sul mio blog: http://lucianoidefix.typepad.com/nuovo_ringhio_di_idefix_l/2009/11/leonardo-sciascia-ventanni-dopo.html dicendo che nei suoi libri Sciascia aveva previsto molte cose, ma non i quaquaraqua al governo. Ne avevo parlato anch’io, sul mio blog:
http://lucianoidefix.typepad.com/nuovo_ringhio_di_idefix_l/2009/11/leonardo-sciascia-ventanni-dopo.html
dicendo che nei suoi libri Sciascia aveva previsto molte cose, ma non i quaquaraqua al governo.

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Di: Maria Lucia Riccioli http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/11/18/muro-e-sciascia/comment-page-5/#comment-82928 Maria Lucia Riccioli Tue, 01 Dec 2009 00:41:14 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1304#comment-82928 Bellissimo il film LE VITE DEGLI ALTRI... l'ho visto stasera per la prima volta. Bellissimo il film LE VITE DEGLI ALTRI… l’ho visto stasera per la prima volta.

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Di: Antonio Lanza http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/11/18/muro-e-sciascia/comment-page-5/#comment-82689 Antonio Lanza Sat, 28 Nov 2009 10:38:42 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1304#comment-82689 Bellissimo questo post, soprattutto per l'accostamento di Sciascia al Muro. Ah, Sciascia. Ho iniziato a leggerlo quando avevo 14 anni, al primo ginnasio, grazie alla mia professoressa di lettere, Agata Ferro. 14 anni dopo continuo a leggerlo, a scoprire quanto siano attuali i suoi ragionamenti, quanto sia disperato e tuttavia necessario porre al di sopra di tutto la Ragione, per capire, fare luce anche dove la Storia sembra più oscura e "sragionata". Leggiamolo e (fondamentale) ri-leggiamolo. Bellissimo questo post, soprattutto per l’accostamento di Sciascia al Muro.
Ah, Sciascia.
Ho iniziato a leggerlo quando avevo 14 anni, al primo ginnasio, grazie alla mia professoressa di lettere, Agata Ferro. 14 anni dopo continuo a leggerlo, a scoprire quanto siano attuali i suoi ragionamenti, quanto sia disperato e tuttavia necessario porre al di sopra di tutto la Ragione, per capire, fare luce anche dove la Storia sembra più oscura e “sragionata”.
Leggiamolo e (fondamentale) ri-leggiamolo.

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/11/18/muro-e-sciascia/comment-page-5/#comment-82539 Massimo Maugeri Thu, 26 Nov 2009 22:53:36 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1304#comment-82539 Carissima Daniela, grazie per i generosi estratti del tuo saggio. Faccio tanti auguri sia a te, sia a Marcello Benfante. Carissima Daniela, grazie per i generosi estratti del tuo saggio.
Faccio tanti auguri sia a te, sia a Marcello Benfante.

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Di: Daniela http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/11/18/muro-e-sciascia/comment-page-5/#comment-82497 Daniela Thu, 26 Nov 2009 18:43:58 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1304#comment-82497 Caro Massimo ecco un passo del mio saggio (spero riuscirà a suscitare il vostro interesse) Dalla Premessa Il perchè di una scelta Paraletterario o Kitsch, sottoprodotto della letteratura alta o esempio di Trivialliteratur, il romanzo poliziesco, piaccia o no ai guru della critica accademica e militante, sembra essersi imposto come un genere che ha conquistato, sopratutto negli ultimi anni, una notevole fama legata alla crescente misura del suo successo. Esso ha fatto impennare la percentuale delle vendite presso una vasta cerchia di lettori che, a dispetto dei critici, non è “esclusivamente” identificabile con la massa informe della “plebe” incolta o con la fascia d’utenza di un pubblico di media cultura. E tuttavia, anche se il noir sembra ormai destinato – in linea con le tendenze europee di Francia e Germania – a scalare la vetta del successo, persiste ancora una certa ritrosia (nell'ambito della critica) a considerare il giallo un vero e proprio testo letterario. É stata questa la ragione principale che mi ha spinto ad occuparmi di questo genere, che così faticosamente stenta ad acquisire cittadinanza letteraria, oltre al fatto (singolare rispetto al canone del poliziesco) di ritrovare nel giallo contemporaneo forti caratteri di atipicità rispetto alla più classica delle mystery story. Ma il successo del giallo non è limitato solo alla scrittura, ma si estende anche ai mass-media e ai nuovi mezzi di comunicazione mediatica come Internet. Perché accade tutto questo? Forse per la facilità di coniugare la leggibilità del poliziesco con il bisogno di pacificazione interiore che ognuno di noi proietta nell'illusione dell’Happy end del giallo classico, oppure perché ciascuno, ergendosi a superuomo, prova ad immedesimarsi nell'investigatore, immaginando di salvare l’umanità dal male? Le ragioni potrebbero essere tante non esclusa quella della pubblica tematizzazione della morte. Viviamo, infatti, in una società in cui l’evento mediatico s’impadroni-sce dei valori tradizionali e li depaupera provocando uno smarrimento nello spettatore che per-cepisce il disagio del disorientamento che si traduce nella paura della propria morte. La letteratura poliziesca e le fiction ad essa legate familiarizzano con essa e la elaborano freudianamente. In altri termini, l’elaborazione collettiva del lutto legata alla spettacolarizzazione della morte altrui ci aiuta ad esorcizzare le nostre ataviche paure, attualizzando una moderna catarsi in cui il giallo diventa l'emblema della società dello spettacolo nella quale, nostro malgrado ma con qualche furtivo compiacimento, viviamo. Da genere di consumo a nuova forma di conoscenza del reale il giallo piace anche perché, a sentire Umberto Eco in Po-stille a Il nome della rosa: “… il romanzo poliziesco rappresenta una storia di congettura, allo stato puro. Ma anche una diagnosi medica, una ricerca scientifica, anche un’interrogazione metafisica sono casi di congettura. In fondo, la domanda base della filosofia (come quella della psicoanalisi) è la stessa del romanzo poliziesco: di chi è la colpa?”. Ma il tema della colpa è alla base di tanta letteratura “alta” (si pensi a Kafka, Svevo) e questo basti a nobilitare il genere bistrattato del giallo che proprio da un semiologo del livello di Eco è stato scelto come impianto del suo testo più noto Il nome della rosa. Il romanzo, pubblicato nel 1980, si sviluppa inizialmente sul canovaccio del giallo classico (la ricerca di un assassino che insanguina l'abbazia), per poi complicarsi artatamente in un megatesto in cui tout se tient attraverso una sapiente e versatile fruibilità a diversi livelli di lettura che fanno del Nome della rosa un romanzo ora storico, ora psicologico, ora intertestuale, ora poliziesco. Il risultato? Una sintesi grandiosa, una lezione di alta letteratura in cui Eco dimostra che per l'artista autentico è possibile seguire una terza via che escluda sia l'estrema banalizzazione della letteratura d'appendice a puro veicolo commerciale, sia la condanna aprioristica della letteratura di genere a paraletteratura da parte dello snobismo accademico . In definitiva – secondo Eco – il problema di una cultura alta e bassa non esiste di per sé ma è una conseguenza della forma mentis della cultura d'elite che si ostina a considerare opposti e non complementari i vari livelli intellettuali. Anche l’uomo colto può, secondo il se-miologo, in certi momenti leggere Pound, in altri rilassarsi e leggere Simenon o Camilleri. In questa prospettiva si potrà giungere ad un'analisi seria che porti a considerare anche la narrativa di consumo su un piano di maggiore dignità culturale. Ma la domanda, tuttavia, rimane sempre la stessa: perché piace il giallo? Forse perché lukacsianamente la scrittura, interprete della realtà, percepisce i disagi di una società in cui il mistero, il disorientamento e l'enigma continuano a farla da padrone. Pertanto, se la letteratura alta non si fa carico di accogliere questi richiami, essi emergono dall'inconscio collettivo per affiorare fra le righe della cultura di consumo in cui il giallo, per le sue caratteristiche di linguaggio, temi e ricerca, rappresenta lo strumento più adatto a descrivere le tensioni sociali e gli enigmi irrisolti della nostra società. Ma se la letteratura si autocondanna al disincanto e non si sporca le mani nel sociale, quella che i critici definiscono “paraletteratura” sta forse tentando “di ricominciare a salvarsi attraverso la scrittura” (Claudio Magris.) Consentimi pure di citare la peculiarità del saggio (l'atipicità del giallo siciliano) attraverso un rapidissimo flash (non è campanilismo!!!) sugli scrittori siciliani e il poliziesco Dal Cap.II Il giallo siciliano ...il destino degli intellettuali siciliani che si sono cimentati nel giallo è quello che secondo la definizione di C. Ambroise rivela la vera natura degli uomini di lettere: quella di collocarsi nello spazio della polemica, di contrastare l’organicità del siste-ma.E, infatti, se si esclude qualche isolata eccezione, si scoprirà che il giallo siculo di poliziesco spesso conserva soltanto la tecnica perché la coscienza di sguardo dell’investigatore si situa sempre in una dimensione labirintica che scavalca le false verità del mondo e si relaziona con l’oltre. Quale meraviglia, allora, se nei polizieschi di Sciascia il caos alla fine permane pur essendo strettamente marcato dalla “Grazia illuminante” della Ragione? E perché dovremmo stupirci dell’ironica tragicommedia del bufaliniano Qui pro quo quando a rivelare l’In-concludenza della Vita è il senso pirandelliano dell’esistenza? O ancora quale stranezza noteremmo nei gialli raffinati ed ironici iperletterari e disincantati di Piazzese, o in quelli malinconici e decadenti di Enna, o in certe performances di sicilitudine di A. Camilleri? Nel plot intricato dell’anima umana, il giallo diventa una sofferta indagine, per gli scrittori siciliani che ne scompaginano le ferree regole per restituire alla realtà del caos la finzione letteraria della verità. Il noir siculo perciò si scompone, diventa un pretesto per disquisire ed interrogarsi sui perché della giustizia (umana o soprannaturale?); i cronotopi classici sconvolgono i tradizionali dati spaziali del poliziesco per diventare categorie allusive di anime inquiete e recalcitranti recalcitranti di fronte alla povera idea della prevedibilità del mondo. Vicini all’Etna ricco di leggende e stracolmo di miti, gli scrittori siciliani, animati dal-l’implacabile fuoco della conoscenza, anche quando non vivono nei luoghi natii, si lasciano ammaliare irresistibilmente dal pirandellismo intrinseco della loro terra, specchiandosi nella vita che è un teatro sul quale però non cala mai il sipario. Il palcoscenico ideale del mistero e della tragediatina, così cari ai Siciliani, diventano inconsapevolmente proprio quell’“isola di luce e di lutto” di bufaliniana memoria, in cui l’evento drammatico del delitto va oltre la classica rottura di un ordine iniziale per parafrasare soluzioni sempre più inquietanti e meno definitive. La ricerca della verità, nell’inchiesta del noir siciliano, diventa pertanto una sorta di work in progress che accompagna il cammino stesso dell’esistenza, stemperandosi nei molli profumi dell’isola, stordita dallo scirocco e dal-l’ingiustizia ma miracolosamente risanata da un salutare e connaturato umorismo. “… il romanzo poliziesco rappresenta una storia di congettura, allo stato puro. Ma anche una diagnosi medica, una ricerca scientifica, anche un’interrogazione metafisica sono casi di congettura. In fondo, la daraletterario o Caro Massimo ecco un passo del mio saggio (spero riuscirà a suscitare il vostro interesse)
Dalla Premessa
Il perchè di una scelta

Paraletterario o Kitsch, sottoprodotto della letteratura alta o esempio di Trivialliteratur, il romanzo poliziesco, piaccia o no ai guru della critica accademica e militante, sembra essersi imposto come un genere che ha conquistato, sopratutto negli ultimi anni, una notevole fama legata alla crescente misura del suo successo. Esso ha fatto impennare la percentuale delle vendite presso una vasta cerchia di lettori che, a dispetto dei critici, non è “esclusivamente” identificabile con la massa informe della “plebe” incolta o con la fascia d’utenza di un pubblico di media cultura. E tuttavia, anche se il noir sembra ormai destinato – in linea con le tendenze europee di Francia e Germania – a scalare la vetta del successo, persiste ancora una certa ritrosia (nell’ambito della critica) a considerare il giallo un vero e proprio testo letterario.
É stata questa la ragione principale che mi ha spinto ad occuparmi di questo genere, che così faticosamente stenta ad acquisire cittadinanza letteraria, oltre al fatto (singolare rispetto al canone del poliziesco) di ritrovare nel giallo contemporaneo forti caratteri di atipicità rispetto alla più classica delle mystery story. Ma il successo del giallo non è limitato solo alla scrittura, ma si estende anche ai mass-media e ai nuovi mezzi di comunicazione mediatica come Internet.
Perché accade tutto questo? Forse per la facilità di coniugare la leggibilità del poliziesco con il bisogno di pacificazione interiore che ognuno di noi proietta nell’illusione dell’Happy end del giallo classico, oppure perché ciascuno, ergendosi a superuomo, prova ad immedesimarsi nell’investigatore, immaginando di salvare l’umanità dal male? Le ragioni potrebbero essere tante non esclusa quella della pubblica tematizzazione della morte. Viviamo, infatti, in una società in cui l’evento mediatico s’impadroni-sce dei valori tradizionali e li depaupera provocando uno smarrimento nello spettatore che per-cepisce il disagio del disorientamento che si traduce nella paura della propria morte.
La letteratura poliziesca e le fiction ad essa legate familiarizzano con essa e la elaborano freudianamente. In altri termini, l’elaborazione collettiva del lutto legata alla spettacolarizzazione della morte altrui ci aiuta ad esorcizzare le nostre ataviche paure, attualizzando una moderna catarsi in cui il giallo diventa l’emblema della società dello spettacolo nella quale, nostro malgrado ma con qualche furtivo compiacimento, viviamo. Da genere di consumo a nuova forma di conoscenza del reale il giallo piace anche perché, a sentire Umberto Eco in Po-stille a Il nome della rosa:
“… il romanzo poliziesco rappresenta una storia di congettura, allo stato puro. Ma anche una diagnosi medica, una ricerca scientifica, anche un’interrogazione metafisica sono casi di congettura. In fondo, la domanda base della filosofia (come quella della psicoanalisi) è la stessa del romanzo poliziesco: di chi è la colpa?”.

Ma il tema della colpa è alla base di tanta letteratura “alta” (si pensi a Kafka, Svevo) e questo basti a nobilitare il genere bistrattato del giallo che proprio da un semiologo del livello di Eco è stato scelto come impianto del suo testo più noto Il nome della rosa. Il romanzo, pubblicato nel 1980, si sviluppa inizialmente sul canovaccio del giallo classico (la ricerca di un assassino che insanguina l’abbazia), per poi complicarsi artatamente in un megatesto in cui tout se tient attraverso una sapiente e versatile fruibilità a diversi livelli di lettura che fanno del Nome della rosa un romanzo ora storico, ora psicologico, ora intertestuale, ora poliziesco. Il risultato? Una sintesi grandiosa, una lezione di alta letteratura in cui Eco dimostra che per l’artista autentico è possibile seguire una terza via che escluda sia l’estrema banalizzazione della letteratura d’appendice a puro veicolo commerciale, sia la condanna aprioristica della letteratura di genere a paraletteratura da parte dello snobismo accademico .
In definitiva – secondo Eco – il problema di una cultura alta e bassa non esiste di per sé ma è una conseguenza della forma mentis della cultura d’elite che si ostina a considerare opposti e non complementari i vari livelli intellettuali. Anche l’uomo colto può, secondo il se-miologo, in certi momenti leggere Pound, in altri rilassarsi e leggere Simenon o Camilleri. In questa prospettiva si potrà giungere ad un’analisi seria che porti a considerare anche la narrativa di consumo su un piano di maggiore dignità culturale. Ma la domanda, tuttavia, rimane sempre la stessa: perché piace il giallo?
Forse perché lukacsianamente la scrittura, interprete della realtà, percepisce i disagi di una società in cui il mistero, il disorientamento e l’enigma continuano a farla da padrone. Pertanto, se la letteratura alta non si fa carico di accogliere questi richiami, essi emergono dall’inconscio collettivo per affiorare fra le righe della cultura di consumo in cui il giallo, per le sue caratteristiche di linguaggio, temi e ricerca, rappresenta lo strumento più adatto a descrivere le tensioni sociali e gli enigmi irrisolti della nostra società. Ma se la letteratura si autocondanna al disincanto e non si sporca le mani nel sociale, quella che i critici definiscono “paraletteratura” sta forse tentando “di ricominciare a salvarsi attraverso la scrittura” (Claudio Magris.)

Consentimi pure di citare la peculiarità del saggio (l’atipicità del giallo siciliano) attraverso un rapidissimo flash (non è campanilismo!!!) sugli scrittori siciliani e il poliziesco

Dal Cap.II Il giallo siciliano
…il destino degli intellettuali siciliani che si sono cimentati nel giallo è quello che secondo la definizione di C. Ambroise rivela la vera natura degli uomini di lettere: quella di collocarsi nello spazio della polemica, di contrastare l’organicità del siste-ma.E, infatti, se si esclude qualche isolata eccezione, si scoprirà che il giallo siculo di poliziesco spesso conserva soltanto la tecnica perché la coscienza di sguardo dell’investigatore si situa sempre in una dimensione labirintica che scavalca le false verità del mondo e si relaziona con l’oltre.
Quale meraviglia, allora, se nei polizieschi di Sciascia il caos alla fine permane pur essendo strettamente marcato dalla “Grazia illuminante” della Ragione? E perché dovremmo stupirci dell’ironica tragicommedia del bufaliniano Qui pro quo quando a rivelare l’In-concludenza della Vita è il senso pirandelliano dell’esistenza? O ancora quale stranezza noteremmo nei gialli raffinati ed ironici iperletterari e disincantati di Piazzese, o in quelli malinconici e decadenti di Enna, o in certe performances di sicilitudine di A. Camilleri?
Nel plot intricato dell’anima umana, il giallo diventa una sofferta indagine, per gli scrittori siciliani che ne scompaginano le ferree regole per restituire alla realtà del caos la finzione letteraria della verità.
Il noir siculo perciò si scompone, diventa un pretesto per disquisire ed interrogarsi sui perché della giustizia (umana o soprannaturale?); i cronotopi classici sconvolgono i tradizionali dati spaziali del poliziesco per diventare categorie allusive di anime inquiete e recalcitranti recalcitranti di fronte alla povera idea della prevedibilità del mondo.
Vicini all’Etna ricco di leggende e stracolmo di miti, gli scrittori siciliani, animati dal-l’implacabile fuoco della conoscenza, anche quando non vivono nei luoghi natii, si lasciano ammaliare irresistibilmente dal pirandellismo intrinseco della loro terra, specchiandosi nella vita che è un teatro sul quale però non cala mai il sipario.
Il palcoscenico ideale del mistero e della tragediatina, così cari ai Siciliani, diventano inconsapevolmente proprio quell’“isola di luce e di lutto” di bufaliniana memoria, in cui l’evento drammatico del delitto va oltre la classica rottura di un ordine iniziale per parafrasare soluzioni sempre più inquietanti e meno definitive.
La ricerca della verità, nell’inchiesta del noir siciliano, diventa pertanto una sorta di work in progress che accompagna il cammino stesso dell’esistenza, stemperandosi nei molli profumi dell’isola, stordita dallo scirocco e dal-l’ingiustizia ma miracolosamente risanata da un salutare e connaturato umorismo.

“… il romanzo poliziesco rappresenta una storia di congettura, allo stato puro. Ma anche una diagnosi medica, una ricerca scientifica, anche un’interrogazione metafisica sono casi di congettura. In fondo, la daraletterario o

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/11/18/muro-e-sciascia/comment-page-5/#comment-82397 Massimo Maugeri Wed, 25 Nov 2009 22:23:34 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1304#comment-82397 @ Daniela Privitera Facci leggere un pezzo del tuo saggio, se ti va. :-)) @ Daniela Privitera
Facci leggere un pezzo del tuo saggio, se ti va. :-) )

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/11/18/muro-e-sciascia/comment-page-5/#comment-82395 Massimo Maugeri Wed, 25 Nov 2009 22:22:52 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1304#comment-82395 Ringrazio ancora Marcello Benfante e la Gaffi editore per avermi autorizzato a pubblicare il testo qui sopra. Ringrazio ancora Marcello Benfante e la Gaffi editore per avermi autorizzato a pubblicare il testo qui sopra.

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Di: Dal saggio di Marcello Benfante - “LEONARDO SCIASCIA. Appunti su uno scrittore eretico” (Gaffi) http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/11/18/muro-e-sciascia/comment-page-5/#comment-82394 Dal saggio di Marcello Benfante - “LEONARDO SCIASCIA. Appunti su uno scrittore eretico” (Gaffi) Wed, 25 Nov 2009 22:21:12 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1304#comment-82394 <b>Dal saggio di Marcello Benfante - “LEONARDO SCIASCIA. Appunti su uno scrittore eretico” (Gaffi)</b> - <em><b>PREMESSA GIORNI INFELICI SENZA LEONARDO SCIASCIA</b></em> - Da giovane mi capitava talvolta di incontrare Leonardo Sciascia per le strade di Palermo e di non trovare mai quel pizzico di cortese invadenza e di gratuita intraprendenza che mi consentisse di dirgli che ero un suo appassionato lettore. Ogni tanto mi studiavo un ipotetico approccio, il più discreto possibile, il più scevro da ogni implicazione utilitaristica o encomiastica. Ma, come già avevo sperimentato per le tecniche di abbordaggio delle ragazze, fare dei piani d’azione era come votarsi in anticipo all’immobilismo. So che qualcosa di simile è successa a tanti che avrebbero voluto come me porgere un omaggio disinteressato a quel maestro appartato, ma vigile e combattivo, e però non hanno mai osato farlo, magari per quel pudore della sapienza che Sciascia ispirava con i suoi modi probi e parchi, con la sua eleganza schiva e rustica. Per noi tutti era comunque una consolazione, una rassicurante certezza, la sua presenza in città, il suo essere sentinella della ragione in una Sicilia e in un’Italia che invece sempre più sembravano (ed erano, e sono) terra di conquista del nonsenso, della follia e della violenza. Antonio Motta, sensibile letterato del Gargano al quale si devono alcune belle pagine dedicate a Rigoni Stern e a Bufalino, ha raccontato con rara grazia memorialistica il suo incontro con lo scrittore di Recalmuto in un soave libretto intitolato “Giorni felici con Leonardo Sciascia”. Fin dalla prima volta, nel settembre del 1983, a colpirlo sono gli occhi di Sciascia, “il tratto più straordinario della sua persona”, insieme a un certo sorriso ironico e sulfureo. Occhi difficili da esplorare e rappresentare, quasi sottratti alla propria profondità, “come se volessero decifrare un mistero infinito”. Occhi “perforanti” che a Motta suggeriscono il ricordo di Brunetto Latini che aguzza lo sguardo “come ‘l vecchio sartor fa nella cruna”. Non senza una rispettosa e quasi devota timidezza Motta si è accostato allo scrittore siciliano, il quale tuttavia, in questo rapido e affettuoso ritratto, viene spesso colto nella sua fragilità, anche prima dell’annunciarsi, per sintomi e presagi, del subdolo male che infine lo avrebbe ucciso vent’anni fa. Nel ricordo di Motta, in questo bozzetto biografico fatto di minimi appunti, di sottili sensazioni, Sciascia è uno “scrittore nudo, insicuro”, un uomo “indifeso” e “vulnerabile”. Anziché sminuirla, questi tratti di debolezza esaltano per contrasto la figura morale e intellettuale di Sciascia, la potenza della sua scrittura e della sua “agra intelligenza”. E infatti Motta testimonia di uno Sciascia che “emanava un’attrazione fatale”, facendo cenacolo intorno a sé, pur senza mai cedere alla presunzione egocentrica di quei meschini letterati capaci solo di parlarsi addosso. Oggi quel suo sguardo acuto, quella sua veritiera nudità, ci mancano. E perciò ci sentiamo più insicuri e vulnerabili. Questo senso di solitudine lo avvertiamo per le strade di Palermo, sempre più anonime, sempre più desolate, nonostante la folla di eventi più o meno culturali che le intasa. Così è ovunque, ormai, si dirà. Certo, è l’Italia tutta che diventa sempre più ottusa e volgare. Ma non di meno è qui, in questo nostro contesto degradato, che noi percepiamo una penosa sensazione di vuoto e di nausea, di crisi e di deriva. In una lettera a Motta , datata Palermo 24 giugno 1976, Sciascia scrive: “Sono nato in Sicilia, ci vivo da cinquantacinque anni, la soffro, mi “duele” (“me duele España”, diceva Unamuno: come di una parte del suo corpo). Essendo scrittore, non potevo non «scriverla»”. Ci “duele” ancora oggi la Sicilia. Proviamo un dolore quasi fisico per lo stato in cui versa, per il suo abbandono, per il suo smarrimento. Il compito che ci attende è trasformare questa sofferenza in pensiero, in scrittura, in un rinnovamento morale e culturale. Un impegno, insomma. Il vituperato e malinteso impegno. Ma scrive ancora Sciascia in quella lettera: “Si capisce che mi considero uno scrittore politico. In effetti, non c’è scrittore che non lo sia. Ma lo si è in due modi: o si offre la propria «irresponsabilità» al potere o la propria «responsabilità» a tutti. Io ho preferito questo secondo modo”. Che è una chiave di interpretazione della buona letteratura, intesa come espressione di una coscienza civile, ma anche della buona politica, intesa come servizio e assunzione di responsabilità nei confronti della comunità in cui si opera. Se la politica, secondo Savinio, “espelle l’intelligenza come corpo estraneo”, l’intelligenza (e quindi anche la letteratura) non può tuttavia fare a meno di una politica solerte nell’assolvimento dei propri doveri anziché nella rivendicazione arrogante e abusiva dei propri privilegi. A un dibattito organizzato da Antonio Motta sulla letteratura pugliese, Sciascia affermò che i tratti distintivi della letteratura italiana sono il regionalismo, ovvero un ineludibile provincialismo, e l’assenza di una dimensione etica: “La letteratura italiana è sprovvista di questo senso morale, manca del tutto la letteratura memorialistica, mancano i diari che sono il segno di una mancanza di società, e mancando la società mancano i problemi morali”. Anche qui l’indicazione è chiarissima: uscire dall’isolamento e dal compiacimento regionalistico, pur raccontando con dolore la propria terra, e assumere un punto di vista morale, cioè in ultima analisi politico, possibilmente attraverso forme da sempre disattese o trascurate come il memoriale e il diario. Ancora, insomma, la letteratura come “buona azione”, alla Courier. Il libro inteso come atto riparatorio, come ciò che “riscatta una terribile azione” (Sciascia lo dice a proposito de “La scomparsa di Majorana”, riferendosi all’orrore della guerra atomica). Ovvero l’intento sovrumano di Borgese, che Sciascia elesse a proprio motto, di espungere dalla scrittura ogni apologia dell’abiezione. Dal saggio di Marcello Benfante – “LEONARDO SCIASCIA. Appunti su uno scrittore eretico” (Gaffi)
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PREMESSA
GIORNI INFELICI SENZA LEONARDO SCIASCIA

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Da giovane mi capitava talvolta di incontrare Leonardo Sciascia per le strade di Palermo e di non trovare mai quel pizzico di cortese invadenza e di gratuita intraprendenza che mi consentisse di dirgli che ero un suo appassionato lettore.
Ogni tanto mi studiavo un ipotetico approccio, il più discreto possibile, il più scevro da ogni implicazione utilitaristica o encomiastica. Ma, come già avevo sperimentato per le tecniche di abbordaggio delle ragazze, fare dei piani d’azione era come votarsi in anticipo all’immobilismo.
So che qualcosa di simile è successa a tanti che avrebbero voluto come me porgere un omaggio disinteressato a quel maestro appartato, ma vigile e combattivo, e però non hanno mai osato farlo, magari per quel pudore della sapienza che Sciascia ispirava con i suoi modi probi e parchi, con la sua eleganza schiva e rustica.
Per noi tutti era comunque una consolazione, una rassicurante certezza, la sua presenza in città, il suo essere sentinella della ragione in una Sicilia e in un’Italia che invece sempre più sembravano (ed erano, e sono) terra di conquista del nonsenso, della follia e della violenza.
Antonio Motta, sensibile letterato del Gargano al quale si devono alcune belle pagine dedicate a Rigoni Stern e a Bufalino, ha raccontato con rara grazia memorialistica il suo incontro con lo scrittore di Recalmuto in un soave libretto intitolato “Giorni felici con Leonardo Sciascia”.
Fin dalla prima volta, nel settembre del 1983, a colpirlo sono gli occhi di Sciascia, “il tratto più straordinario della sua persona”, insieme a un certo sorriso ironico e sulfureo. Occhi difficili da esplorare e rappresentare, quasi sottratti alla propria profondità, “come se volessero decifrare un mistero infinito”. Occhi “perforanti” che a Motta suggeriscono il ricordo di Brunetto Latini che aguzza lo sguardo “come ‘l vecchio sartor fa nella cruna”.
Non senza una rispettosa e quasi devota timidezza Motta si è accostato allo scrittore siciliano, il quale tuttavia, in questo rapido e affettuoso ritratto, viene spesso colto nella sua fragilità, anche prima dell’annunciarsi, per sintomi e presagi, del subdolo male che infine lo avrebbe ucciso vent’anni fa.
Nel ricordo di Motta, in questo bozzetto biografico fatto di minimi appunti, di sottili sensazioni, Sciascia è uno “scrittore nudo, insicuro”, un uomo “indifeso” e “vulnerabile”. Anziché sminuirla, questi tratti di debolezza esaltano per contrasto la figura morale e intellettuale di Sciascia, la potenza della sua scrittura e della sua “agra intelligenza”. E infatti Motta testimonia di uno Sciascia che “emanava un’attrazione fatale”, facendo cenacolo intorno a sé, pur senza mai cedere alla presunzione egocentrica di quei meschini letterati capaci solo di parlarsi addosso.
Oggi quel suo sguardo acuto, quella sua veritiera nudità, ci mancano. E perciò ci sentiamo più insicuri e vulnerabili. Questo senso di solitudine lo avvertiamo per le strade di Palermo, sempre più anonime, sempre più desolate, nonostante la folla di eventi più o meno culturali che le intasa.
Così è ovunque, ormai, si dirà. Certo, è l’Italia tutta che diventa sempre più ottusa e volgare. Ma non di meno è qui, in questo nostro contesto degradato, che noi percepiamo una penosa sensazione di vuoto e di nausea, di crisi e di deriva.
In una lettera a Motta , datata Palermo 24 giugno 1976, Sciascia scrive: “Sono nato in Sicilia, ci vivo da cinquantacinque anni, la soffro, mi “duele” (“me duele España”, diceva Unamuno: come di una parte del suo corpo). Essendo scrittore, non potevo non «scriverla»”.
Ci “duele” ancora oggi la Sicilia. Proviamo un dolore quasi fisico per lo stato in cui versa, per il suo abbandono, per il suo smarrimento. Il compito che ci attende è trasformare questa sofferenza in pensiero, in scrittura, in un rinnovamento morale e culturale. Un impegno, insomma. Il vituperato e malinteso impegno.
Ma scrive ancora Sciascia in quella lettera: “Si capisce che mi considero uno scrittore politico. In effetti, non c’è scrittore che non lo sia. Ma lo si è in due modi: o si offre la propria «irresponsabilità» al potere o la propria «responsabilità» a tutti. Io ho preferito questo secondo modo”.
Che è una chiave di interpretazione della buona letteratura, intesa come espressione di una coscienza civile, ma anche della buona politica, intesa come servizio e assunzione di responsabilità nei confronti della comunità in cui si opera.
Se la politica, secondo Savinio, “espelle l’intelligenza come corpo estraneo”, l’intelligenza (e quindi anche la letteratura) non può tuttavia fare a meno di una politica solerte nell’assolvimento dei propri doveri anziché nella rivendicazione arrogante e abusiva dei propri privilegi.
A un dibattito organizzato da Antonio Motta sulla letteratura pugliese, Sciascia affermò che i tratti distintivi della letteratura italiana sono il regionalismo, ovvero un ineludibile provincialismo, e l’assenza di una dimensione etica: “La letteratura italiana è sprovvista di questo senso morale, manca del tutto la letteratura memorialistica, mancano i diari che sono il segno di una mancanza di società, e mancando la società mancano i problemi morali”.
Anche qui l’indicazione è chiarissima: uscire dall’isolamento e dal compiacimento regionalistico, pur raccontando con dolore la propria terra, e assumere un punto di vista morale, cioè in ultima analisi politico, possibilmente attraverso forme da sempre disattese o trascurate come il memoriale e il diario.
Ancora, insomma, la letteratura come “buona azione”, alla Courier. Il libro inteso come atto riparatorio, come ciò che “riscatta una terribile azione” (Sciascia lo dice a proposito de “La scomparsa di Majorana”, riferendosi all’orrore della guerra atomica). Ovvero l’intento sovrumano di Borgese, che Sciascia elesse a proprio motto, di espungere dalla scrittura ogni apologia dell’abiezione.

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/11/18/muro-e-sciascia/comment-page-5/#comment-82393 Massimo Maugeri Wed, 25 Nov 2009 22:19:56 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1304#comment-82393 Come promesso... la "premessa" (scusate il bisticcio di parole) del saggio di Marcello Benfante - “LEONARDO SCIASCIA. Appunti su uno scrittore eretico” (Gaffi). :) Commento a seguire... Come promesso… la “premessa” (scusate il bisticcio di parole) del saggio di Marcello Benfante – “LEONARDO SCIASCIA. Appunti su uno scrittore eretico” (Gaffi). :)
Commento a seguire…

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/11/18/muro-e-sciascia/comment-page-5/#comment-82377 Massimo Maugeri Wed, 25 Nov 2009 18:17:35 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1304#comment-82377 E grazie anche a Daniela Privitera e Marcello Benfante per i loro commenti (e per le risposte alle mie domande). Marcello Benfante, molto gentilmente (e dietro mia richiesta), mi ha inviato la "premessa" del suo libro. La inserirò più tardi in un successivo commento. E grazie anche a Daniela Privitera e Marcello Benfante per i loro commenti (e per le risposte alle mie domande).
Marcello Benfante, molto gentilmente (e dietro mia richiesta), mi ha inviato la “premessa” del suo libro.
La inserirò più tardi in un successivo commento.

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/11/18/muro-e-sciascia/comment-page-5/#comment-82376 Massimo Maugeri Wed, 25 Nov 2009 18:15:19 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1304#comment-82376 Cara Alfia, grazie, intanto, per il tuo commento e per i complimenti che fai a Letteratitudine. In genere evito di considerarlo (e di parlarne) come "il mio blog". Preferisco considerarlo come il "nostro blog", proprio perché nasce da una mia grande esigenza di condivisione... e il "frutto" che ne deriva nasce dal contributo di tutti. Del resto, - come recita il sottotitolo - Letteratitudine è "luogo d'incontro" (non di scontro) tra scrittori, lettori, librai, critici, ecc". Ho dato spazio (e con vera gioia) al bellissimo Festival dell'Utopia di Biancavilla grazie alla (altrettanto bella) mail inviatami da Antonio Lanza (uno dei giovani organizzatori del Festival). L'ho fatto qui... http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/10/12/dare-spazio-allutopia/ ... organizzando un dibattito (poi rivelatosi molto interessante e fruttuoso) dedicato all'utopia (ho inserito anche il video del TG3 che citi). Io, più che in una Utopia, credo a un Sogno: far sì che questo spirito di condivisione di cui ti accennavo non venga intaccato da (anche naturali) screzi, polemiche e recriminazioni. Lo so che non è facile, ma - come diceva Schuman rispetto al sogno dell'Europa unita (cito il mio articolo/commento del 10 novembre 2009 h.12:36) - “Gli alberi non devono impedirci di vedere la foresta”. Per questo ringrazio te e tutti coloro che - con i loro splendidi interventi e contributi - hanno reso questo post (e il dibattito che ne è seguito) davvero bello... almeno per me. Grazie di cuore a tutti. Cara Alfia,
grazie, intanto, per il tuo commento e per i complimenti che fai a Letteratitudine. In genere evito di considerarlo (e di parlarne) come “il mio blog”. Preferisco considerarlo come il “nostro blog”, proprio perché nasce da una mia grande esigenza di condivisione… e il “frutto” che ne deriva nasce dal contributo di tutti. Del resto, – come recita il sottotitolo – Letteratitudine è “luogo d’incontro” (non di scontro) tra scrittori, lettori, librai, critici, ecc”.
Ho dato spazio (e con vera gioia) al bellissimo Festival dell’Utopia di Biancavilla grazie alla (altrettanto bella) mail inviatami da Antonio Lanza (uno dei giovani organizzatori del Festival). L’ho fatto qui…
http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/10/12/dare-spazio-allutopia/
… organizzando un dibattito (poi rivelatosi molto interessante e fruttuoso) dedicato all’utopia (ho inserito anche il video del TG3 che citi).
Io, più che in una Utopia, credo a un Sogno: far sì che questo spirito di condivisione di cui ti accennavo non venga intaccato da (anche naturali) screzi, polemiche e recriminazioni.
Lo so che non è facile, ma – come diceva Schuman rispetto al sogno dell’Europa unita (cito il mio articolo/commento del 10 novembre 2009 h.12:36) – “Gli alberi non devono impedirci di vedere la foresta”.
Per questo ringrazio te e tutti coloro che – con i loro splendidi interventi e contributi – hanno reso questo post (e il dibattito che ne è seguito) davvero bello… almeno per me.
Grazie di cuore a tutti.

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Di: Alfia http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/11/18/muro-e-sciascia/comment-page-5/#comment-82369 Alfia Wed, 25 Nov 2009 17:01:45 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1304#comment-82369 Il Festival dell'Utopia di Biancavilla, appena concluso, ha introdotto in prima assoluta, rispetto all'Università di Catania, gli articoli della Sicilia e molti altri interventi, che si sono succeduti nell'arco di un mese a questa parte il collegamento tra Sciascia, la caduta del Muro di Berlino e il Candido (l'utopia delle idee in Sicilia). Abbiamo composto questo mosaico chiedendo inutilmente la collaborazione di alcuni docenti di Catania. Costoro, interpelati direttamente dai ragazzi, hanno rifiutato il loro invito. Salvo poi successivamente adottare i loro temi (come mai tanto interesse sul Candido, ve lo siete chiesti?) senza ritenere degna una semplice citazione del lavoro di ricerca e di analisi di 30 giovani organizzatori del Festival. Eccezion fatta per Maugeri che, non solo ha ospitato il nostro Festival nel suo magnifico blog, ma ha anche accettato di far parte della giuria del Premio intitolato "Sciascia: un sogno fatto in Sicilia", Premio sponsorizzato dalla casa editrice Adelphi. Ne ha parlato anche il TG3 della Rai. Con lui, Domenico Seminerio, e molti altri nomi celebri della letteratura. Il corrispondente del Tg 2 della Rai, Giovan Battista Brunori, ha mostrato nell'ambito del Festival, le immagini dei tre tg della Rai nel giorno della caduta del muro, 20 anni fa, collegando tutto questo ad una mirabile lezione di giornalismo televisivo. Con un po' di amarezza devo dire che i ragazzi hanno appurato come a distanza di 20 anni dalla caduta del Muro di Berlino, vi siano numerose barriere da abbattere, prima fra tutte quella imposta da chi si è servito delle loro idee per scrivere e pubblicare articoli, piccandosi di ricerche "sottratte" al loro progetto, senza neanche citare che a Biancavilla vi era un Festival che ne ponderava con loro l'argomento. In passato, da studentessa universitaria, ho avuto la fortuna di conoscere un Premio Nobel americano per l'economia e di collaborare con un prof. della Yale University. Allora potei rendermi conto del grande divario tra il modo di rapportarsi con gli studenti da parte dei docenti americani rispetto a certi "professori/giornalisti/ricercatori" nostrani. In Italia, ma soprattutto in Sicilia, la cultura viene ancora scambiata con il potere che pochi esercitano sui molti. In tal modo si vorrebbe confermare che il sapere, appannaggio di pochi eletti, vada calato dall'alto a molti poveri giovani ignoranti. Ma come insegna il Candido di Sciascia, la vera cultura, cari SIGNORI, è un movimento delle menti, che sfida i centri di potere, chiusi e arretrati nell'affermazione sterile di un compito assai proclamato ma in effetti disatteso. Quale compito? Quello di saper muovere le coscienze e di generare fiducia nella capacità stessa delle idee di cambiare la realtà. Fiducia che il nostro Festival ha potuto comunque mantenere e instillare. Ancora un grazie ai nostri veri fautori di cultura, tra i quali Maugeri. Il suo blog in fondo è davvero una piccola Parigi virtuale. Alfia Il Festival dell’Utopia di Biancavilla, appena concluso, ha introdotto in prima assoluta, rispetto all’Università di Catania, gli articoli della Sicilia e molti altri interventi, che si sono succeduti nell’arco di un mese a questa parte il collegamento tra Sciascia, la caduta del Muro di Berlino e il Candido (l’utopia delle idee in Sicilia). Abbiamo composto questo mosaico chiedendo inutilmente la collaborazione di alcuni docenti di Catania. Costoro, interpelati direttamente dai ragazzi, hanno rifiutato il loro invito. Salvo poi successivamente adottare i loro temi (come mai tanto interesse sul Candido, ve lo siete chiesti?) senza ritenere degna una semplice citazione del lavoro di ricerca e di analisi di 30 giovani organizzatori del Festival.
Eccezion fatta per Maugeri che, non solo ha ospitato il nostro Festival nel suo magnifico blog, ma ha anche accettato di far parte della giuria del Premio intitolato “Sciascia: un sogno fatto in Sicilia”, Premio sponsorizzato dalla casa editrice Adelphi. Ne ha parlato anche il TG3 della Rai.
Con lui, Domenico Seminerio, e molti altri nomi celebri della letteratura. Il corrispondente del Tg 2 della Rai, Giovan Battista Brunori, ha mostrato nell’ambito del Festival, le immagini dei tre tg della Rai nel giorno della caduta del muro, 20 anni fa, collegando tutto questo ad una mirabile lezione di giornalismo televisivo.
Con un po’ di amarezza devo dire che i ragazzi hanno appurato come a distanza di 20 anni dalla caduta del Muro di Berlino, vi siano numerose barriere da abbattere, prima fra tutte quella imposta da chi si è servito delle loro idee per scrivere e pubblicare articoli, piccandosi di ricerche “sottratte” al loro progetto, senza neanche citare che a Biancavilla vi era un Festival che ne ponderava con loro l’argomento.
In passato, da studentessa universitaria, ho avuto la fortuna di conoscere un Premio Nobel americano per l’economia e di collaborare con un prof. della Yale University. Allora potei rendermi conto del grande divario tra il modo di rapportarsi con gli studenti da parte dei docenti americani rispetto a certi “professori/giornalisti/ricercatori” nostrani. In Italia, ma soprattutto in Sicilia, la cultura viene ancora scambiata con il potere che pochi esercitano sui molti. In tal modo si vorrebbe confermare che il sapere, appannaggio di pochi eletti, vada calato dall’alto a molti poveri giovani ignoranti. Ma come insegna il Candido di Sciascia, la vera cultura, cari SIGNORI, è un movimento delle menti, che sfida i centri di potere, chiusi e arretrati nell’affermazione sterile di un compito assai proclamato ma in effetti disatteso. Quale compito? Quello di saper muovere le coscienze e di generare fiducia nella capacità stessa delle idee di cambiare la realtà.
Fiducia che il nostro Festival ha potuto comunque mantenere e instillare. Ancora un grazie ai nostri veri fautori di cultura, tra i quali Maugeri. Il suo blog in fondo è davvero una piccola Parigi virtuale.
Alfia

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Di: Daniela http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/11/18/muro-e-sciascia/comment-page-5/#comment-82359 Daniela Wed, 25 Nov 2009 15:35:34 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1304#comment-82359 Caro Massimo , rispondo adesso alle prime domande che tu mi ponevi e cioè :1) Qual è, a vostro avviso, l’eredità principale che ha lasciato Sciascia? 2) Tra le sue opere, qual è quella che preferite? 3) E quella che – a prescindere dalle preferenze personali – considerate la più importante? 4) Quale libro di Sciascia proporreste a un/a ragazzo/a che non lo ha mai letto? 1) Dopo il mio intervento di ieri credo che apparirà a tutti chiaro (e di questo ragiono anche nel mio saggio ) che il patrimonio di Sciascia consista nella fede incrollabile che ciascuno deve nutrire nei confronti della verità , indagata attraverso il filtro della letteratura. Al concetto di verità aggiungo anche l'idea di giustizia che non può prescindere dal rigore etico di cui spesso (in questo nostro tempo) si sente la mancanza . "2) L'opera di Sciascia che preferisco è il Contesto: una lucida ricognizione sul tema della verità combattuta e ostacolata proprio da chi dovrebbe garantire la giustizia e l'acclaramento della verità:. Trovo terribilmente attuale il passo del libro in cui si legge : "si trattava di difen dere lo stato contro coloro che lo rappresentavano . Lo Stato detenuto". Sciascia aggiunge che per liberare la giustizia e la verità si può tentare di aprire una "crepa nel muro" (l'intelligenza, la moralità , la letteratura). Ma io mi chiedo: se per Sciascia il compito dell'investigatore (colui che ricerca la verità) è quello di liberare la verità attraverso la letteratura e la ragione. Oggi , l'intellettuale ha la forza e la voglia di farlo? 3)Sono anch'io del parere di Benfante . Ma credo forse che Candido. ovvero un sogno fatto.... racchiuda in sè molte delle idee di Sciascia su libertà , fede, ideologia e giustizia . La formazione è il nucleo fondante dell'individuo che spesso infrange i suoi sogni nella frantumazioni delle illusioni svuotate e annientate dal Potere .Candido è l'uomo libero che ha sempre sognato di essere . Sciascia sa che scrivere significa attuare il sogno fatto in Sicilia di essere onnipotente e libero, fuori dalle istituzioni come il giovane Munafò. E' la più bella idea di libertà che si possa dare della vita parlando di essa ad un adolescente! 4) La più importante e stimolante credo sia ,Il Giorno della civetta. Questo testo è l'esempio di un giallo-denuncia in cui la letteratura scende dal piedistallo e mostra il contesto della verità. Ritengo che il primo giallo di Sciascia sia fortemente educativo e per ciò merita di essere letto nelle scuole e utilizzato per fini didattici. Caro Massimo , rispondo adesso alle prime domande che tu mi ponevi e cioè :1) Qual è, a vostro avviso, l’eredità principale che ha lasciato Sciascia?
2) Tra le sue opere, qual è quella che preferite?
3) E quella che – a prescindere dalle preferenze personali – considerate la più importante?
4) Quale libro di Sciascia proporreste a un/a ragazzo/a che non lo ha mai letto?

1) Dopo il mio intervento di ieri credo che apparirà a tutti chiaro (e di questo ragiono anche nel mio saggio ) che il patrimonio di Sciascia consista nella fede incrollabile che ciascuno deve nutrire nei confronti della verità , indagata attraverso il filtro della letteratura.
Al concetto di verità aggiungo anche l’idea di giustizia che non può prescindere dal rigore etico di cui spesso (in questo nostro tempo) si sente la mancanza .
“2) L’opera di Sciascia che preferisco è il Contesto: una lucida ricognizione sul tema della verità combattuta e ostacolata proprio da chi dovrebbe garantire la giustizia e l’acclaramento della verità:. Trovo terribilmente attuale il passo del libro in cui si legge : “si trattava di difen dere lo stato contro coloro che lo rappresentavano . Lo Stato detenuto”. Sciascia aggiunge che per liberare la giustizia e la verità si può tentare di aprire una “crepa nel muro” (l’intelligenza, la moralità , la letteratura). Ma io mi chiedo: se per Sciascia il compito dell’investigatore (colui che ricerca la verità) è quello di liberare la verità attraverso la letteratura e la ragione. Oggi , l’intellettuale ha la forza e la voglia di farlo?
3)Sono anch’io del parere di Benfante . Ma credo forse che Candido. ovvero un sogno fatto…. racchiuda in sè molte delle idee di Sciascia su libertà , fede, ideologia e giustizia . La formazione è il nucleo fondante dell’individuo che spesso infrange i suoi sogni nella frantumazioni delle illusioni svuotate e annientate dal Potere .Candido è l’uomo libero che ha sempre sognato di essere . Sciascia sa che scrivere significa attuare il sogno fatto in Sicilia di essere onnipotente e libero, fuori dalle istituzioni come il giovane Munafò.
E’ la più bella idea di libertà che si possa dare della vita parlando di essa ad un adolescente!

4) La più importante e stimolante credo sia ,Il Giorno della civetta.
Questo testo è l’esempio di un giallo-denuncia in cui la letteratura scende dal piedistallo e mostra il contesto della verità. Ritengo che il primo giallo di Sciascia sia fortemente educativo e per ciò merita di essere letto nelle scuole e utilizzato per fini didattici.

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Di: Marcello Benfante http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/11/18/muro-e-sciascia/comment-page-5/#comment-82354 Marcello Benfante Wed, 25 Nov 2009 13:21:44 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1304#comment-82354 4) “Una storia semplice”, proprio per la sua semplicità, per la sua struttura scevra d’ogni costruzione letteraria, si presta in modo specifico ad essere affrontata dai giovani lettori. Ma ho spesso verificato che un racconto perfetto e assai toccante come “L’antimonio” risulta particolarmente adatto a un lavoro didattico (sul fascismo, la guerra civile spagnola, la miseria brutale del mezzogiorno d’Italia). 4) “Una storia semplice”, proprio per la sua semplicità, per la sua struttura scevra d’ogni costruzione letteraria, si presta in modo specifico ad essere affrontata dai giovani lettori. Ma ho spesso verificato che un racconto perfetto e assai toccante come “L’antimonio” risulta particolarmente adatto a un lavoro didattico (sul fascismo, la guerra civile spagnola, la miseria brutale del mezzogiorno d’Italia).

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Di: Marcello Benfante http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/11/18/muro-e-sciascia/comment-page-5/#comment-82353 Marcello Benfante Wed, 25 Nov 2009 13:21:18 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1304#comment-82353 3) E’ difficile esprimere una gerarchia di valore. Ma certamente “Morte dell’inquisitore”, la straziante vicenda di Fra Diego La Matina, fra le sue opere è una delle più significative (ed è anche la più amata dall’autore), soprattutto perché pone al centro il grande tema dell’eresia, della persecuzione, della violenza del potere. Ma anche “Il giorno della civetta” ha avuto una funzione dirompente, portando nella nostra letteratura il dibattito, sempre omesso, della mafia con un linguaggio nuovo, demistificante. 3) E’ difficile esprimere una gerarchia di valore. Ma certamente “Morte dell’inquisitore”, la straziante vicenda di Fra Diego La Matina, fra le sue opere è una delle più significative (ed è anche la più amata dall’autore), soprattutto perché pone al centro il grande tema dell’eresia, della persecuzione, della violenza del potere. Ma anche “Il giorno della civetta” ha avuto una funzione dirompente, portando nella nostra letteratura il dibattito, sempre omesso, della mafia con un linguaggio nuovo, demistificante.

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Di: Marcello Benfante http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/11/18/muro-e-sciascia/comment-page-5/#comment-82352 Marcello Benfante Wed, 25 Nov 2009 13:19:23 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1304#comment-82352 2) L’opera di Sciascia che preferisco è “Nero su nero”, una straordinaria raccolta di testi brevi, anche aforistici, di commenti, di brani di diario, di ricordi e annotazioni: un vero pozzo di san Patrizio da cui ricavare inesauribilmente materiali preziosi, spunti di riflessione, testimonianze lucidissime. 2) L’opera di Sciascia che preferisco è “Nero su nero”, una straordinaria raccolta di testi brevi, anche aforistici, di commenti, di brani di diario, di ricordi e annotazioni: un vero pozzo di san Patrizio da cui ricavare inesauribilmente materiali preziosi, spunti di riflessione, testimonianze lucidissime.

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Di: Marcello Benfante http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/11/18/muro-e-sciascia/comment-page-5/#comment-82351 Marcello Benfante Wed, 25 Nov 2009 13:18:56 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1304#comment-82351 1) L’eredità più importante che Sciascia ci ha trasmesso è a mio avviso il concetto di verità intesa come letteratura. Nel duplice senso, direi, di una letteratura che rappresenta la più alta e la più profonda riflessione (anche come rispecchiamento) sulla realtà, che cioè ne rappresenta l’intima e ultima essenza; e anche di una letteratura che sempre si pone al servizio del vero con un impegno etico non meno importante di quello conoscitivo. 1) L’eredità più importante che Sciascia ci ha trasmesso è a mio avviso il concetto di verità intesa come letteratura. Nel duplice senso, direi, di una letteratura che rappresenta la più alta e la più profonda riflessione (anche come rispecchiamento) sulla realtà, che cioè ne rappresenta l’intima e ultima essenza; e anche di una letteratura che sempre si pone al servizio del vero con un impegno etico non meno importante di quello conoscitivo.

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Di: Marcello Benfante http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/11/18/muro-e-sciascia/comment-page-5/#comment-82350 Marcello Benfante Wed, 25 Nov 2009 13:18:24 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1304#comment-82350 Caro Massimo, eccoti le mie risposte alle tue 4 domande: 1) Qual è, a vostro avviso, l’eredità principale che ha lasciato Sciascia? 2) Tra le sue opere, qual è quella che preferite? 3) E quella che – a prescindere dalle preferenze personali – considerate la più importante? 4) Quale libro di Sciascia proporreste a un/a ragazzo/a che non lo ha mai letto? Caro Massimo,
eccoti le mie risposte alle tue 4 domande:
1) Qual è, a vostro avviso, l’eredità principale che ha lasciato Sciascia?
2) Tra le sue opere, qual è quella che preferite?
3) E quella che – a prescindere dalle preferenze personali – considerate la più importante?
4) Quale libro di Sciascia proporreste a un/a ragazzo/a che non lo ha mai letto?

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Di: grazia http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/11/18/muro-e-sciascia/comment-page-5/#comment-82285 grazia Tue, 24 Nov 2009 22:31:05 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1304#comment-82285 Caro Massimo, le tue domande come di consueto argute ed intelligenti, richiedono da parte di chi legge( e scrive) una particolare attenzione.Sono una donna che ha sempre vissuto la propria "sicilianità" con estrema lucidità e consapevolezza, che vive nella profonda convinzione che la ricerca della verità sia l'unica strada percorribile.A me sembra,ed è doloroso ammetterlo,che il tempo che stiamo vivendo,sia lontano dalla verità.Mi riferisco,volutamente, al Sud.Ad un Sud sempre più slegato dal nord.Di un Sud "lasciato in balia di eventi e persone che in maniera catastrofica sanciscono l'impossibilità di diventare altro".Sciascia visse in una Sicilia ancorata alla vecchia idea di mafia.Sono passati vent'anni dalla sua morte.Morirono dopo di lui Falcone e Borsellino.Non riesco ad immaginare ,purtroppo,cosa avrebbe scritto Sciascia.So che dopo la loro morte,si levarono urla di disperazione,sembrava che quelle morti richiedessero l'urgenza del riscatto.La Sicilia morente chiedeva di continuare a vivere attaverso le parole coraggiose dei propri figli.Per tanto tempo si urlo',si scrisse chiedendo giustizia.Si usarono parole forti.Gli scrittori, i giornalisti,persino la gente comune comincio' ad usare con lucidità e "coscienza "le parole." Sapevano" bene l'uso delle parole.Poi a poco a poco,lentamente si perse il rapporto tra le parole e la società.Le urla diventarono-voci.Le voci-bisbiglii.Ecco, in questo contesto, mi permetto di dire, le parole di Roberto Saviano sono urla disperate in un estremo silenzio. Caro Massimo, le tue domande come di consueto argute ed intelligenti, richiedono da parte di chi legge( e scrive) una particolare attenzione.Sono una donna che ha sempre vissuto la propria “sicilianità” con estrema lucidità e consapevolezza, che vive nella profonda convinzione che la ricerca della verità sia l’unica strada percorribile.A me sembra,ed è doloroso ammetterlo,che il tempo che stiamo vivendo,sia lontano dalla verità.Mi riferisco,volutamente, al Sud.Ad un Sud sempre più slegato dal nord.Di un Sud “lasciato in balia di eventi e persone che in maniera catastrofica sanciscono l’impossibilità di diventare altro”.Sciascia visse in una Sicilia ancorata alla vecchia idea di mafia.Sono passati vent’anni dalla sua morte.Morirono dopo di lui Falcone e Borsellino.Non riesco ad immaginare ,purtroppo,cosa avrebbe scritto Sciascia.So che dopo la loro morte,si levarono urla di disperazione,sembrava che quelle morti richiedessero l’urgenza del riscatto.La Sicilia morente chiedeva di continuare a vivere attaverso le parole coraggiose dei propri figli.Per tanto tempo si urlo’,si scrisse chiedendo giustizia.Si usarono parole forti.Gli scrittori, i giornalisti,persino la gente comune comincio’ ad usare con lucidità e “coscienza “le parole.” Sapevano” bene l’uso delle parole.Poi a poco a poco,lentamente si perse il rapporto tra le parole e la società.Le urla diventarono-voci.Le voci-bisbiglii.Ecco, in questo contesto, mi permetto di dire, le parole di Roberto Saviano sono urla disperate in un estremo silenzio.

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/11/18/muro-e-sciascia/comment-page-5/#comment-82248 Massimo Maugeri Tue, 24 Nov 2009 19:35:22 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1304#comment-82248 Dalla scheda del libro di Marcello Benfante - “LEONARDO SCIASCIA. Appunti su uno scrittore eretico” (Gaffi) - emergono tre domande che potrebbero fornire ulteriori spunti di riflessione. Le metto in evidenza di seguito... <b>Chi è oggi “l’autore”? Che rapporto ha con la politica, la società, i suoi stessi lettori? Ha ragione chi pensa a Roberto Saviano come all’erede dello scrittore di Racalmuto?</b> ---- <em>(come al solito vi chiedo di esprimere le vostre opinioni con garbo e nel rispetto di quelle altrui).</em> Dalla scheda del libro di Marcello Benfante – “LEONARDO SCIASCIA. Appunti su uno scrittore eretico” (Gaffi) – emergono tre domande che potrebbero fornire ulteriori spunti di riflessione.
Le metto in evidenza di seguito…
Chi è oggi “l’autore”?
Che rapporto ha con la politica, la società, i suoi stessi lettori?
Ha ragione chi pensa a Roberto Saviano come all’erede dello scrittore di Racalmuto?

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(come al solito vi chiedo di esprimere le vostre opinioni con garbo e nel rispetto di quelle altrui).

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/11/18/muro-e-sciascia/comment-page-5/#comment-82247 Massimo Maugeri Tue, 24 Nov 2009 19:31:34 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1304#comment-82247 Cara Daniela, benvenuta su Letteratitudine e grazie per il tuo intervento. Tra oggi e domani attendo anche quello di Marcello Benfante... Cara Daniela, benvenuta su Letteratitudine e grazie per il tuo intervento.
Tra oggi e domani attendo anche quello di Marcello Benfante…

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Di: Daniela http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/11/18/muro-e-sciascia/comment-page-5/#comment-82246 Daniela Tue, 24 Nov 2009 19:26:16 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1304#comment-82246 Caro Massimo, a proposito di Sciascia vent'anni dopo , molto è stato detto e molto ancora si dirà (accade sempre nelle retorica celebrativa delle grandi occasioni!) ma, mi piacerebbe riflettere su alcuni temi che mi stanno particolarmente a cuore: il supposto pessimismo di Sciascia e l'irredimibilità della Sicilia (poco importa come afferma il prof. Di Grado se irredimibile sia stata definita prima Palermo e poi l'intera isola !). Non credo a un pessimismo di fondo del messaggio di Sciascia, uomo e intellettuale, nè all'idea immobile e gattorpadiana di una Sicilia irredimibile. Crederci, significherebbe negare dignità a questo intellettuale disorganico e non irregimentato . Sciascia crede , come tutti i liberi pensatori, nella forza della ragione e nella luce della verità proprio per questo "dice parole". La parola scritta , dichiarata, raccontata demistifica e denuncia il sistema malato. Non predica , mostra il reale . La parola di Sciascia è (a mio modo di vedere ) simile – come diceva Majakovskij - a un atleta che scavalca la coltre di ogni cosa e quando supera ogni ostacolo non la puoi fermare. Da Siciliano "d'alto mare" , quale egli era , conobbe e denunziò i mali della sua terra (si ricordi l'avvertenza al Giorno della civetta nell'edizione uscita per le scuole medie (1972) ove egli, coi colpi taglienti e lucidi della sua scrittura, annota :"Ho scritto questo racconto nell’estate del 1960. Allora il Governo non solo si disinteressava del fenomeno della mafia, ma lo negava" e -aggiunge- "la mafia è un "sistema" che in Sicilia contiene e muove gli interessi economici e di potere di una classe che approssimativamente possiamo dire borghese; e non sorge e si sviluppa nel "vuoto" dello Stato ma dentro lo Stato."); denunziò le collusioni di potere tra le le più alte istituzioni (Todo modo);non si arrese neanche di fronte alla morte dei suoi personaggi da romanzo (Rogas, nel Contesto). Si schierò sempre dalla parte della tolleranza; voleva si risparmiasse la vita a Moro, e per questo fu criticato. Linciato dal sistema per essere sempre stato un uomo "contro" "si appassionò sempre alla verità ma più ancora agli ingranaggi della ragione che la cerca." Poliziotto di Dio , fu definito da Bufalino, e chi conosce Sciascia sa che , da testimone attento e viglie della storia del nostro tempo , ha sempre cercato le ragioni della verità e, nonostante le sconfitte, ha continuato a credere nella necessità di combattere. Per questo , per le sue parole dette , per le idee di chi crede nella redenzione e nell'uomo , i suoi Bellodi, i suoi Rogas sono dei Candidi che la storia di una Sicilia testarda ha ritrovato in Falcone , Borsellino, e in tutti quelli che nonostante tutto credono che contro l'irredimibile , l'uomo può ancora lasciare i segni di una civiltà dell'intelligenza in cui come Bellodi ognuno di noi "ci si romperà la testa". Daniela Privitera Caro Massimo, a proposito di Sciascia vent’anni dopo , molto è stato detto e molto ancora si dirà (accade sempre nelle retorica celebrativa delle grandi occasioni!) ma, mi piacerebbe riflettere su alcuni temi che mi stanno particolarmente a cuore: il supposto pessimismo di Sciascia e l’irredimibilità della Sicilia (poco importa come afferma il prof. Di Grado se irredimibile sia stata definita prima Palermo e poi l’intera isola !).
Non credo a un pessimismo di fondo del messaggio di Sciascia, uomo e intellettuale, nè all’idea immobile e gattorpadiana di una Sicilia irredimibile. Crederci, significherebbe negare dignità a questo intellettuale disorganico e non irregimentato .
Sciascia crede , come tutti i liberi pensatori, nella forza della ragione e nella luce della verità proprio per questo “dice parole”.
La parola scritta , dichiarata, raccontata demistifica e denuncia il sistema malato. Non predica , mostra il reale .
La parola di Sciascia è (a mio modo di vedere ) simile – come diceva Majakovskij – a un atleta che scavalca la coltre di ogni cosa e quando supera ogni ostacolo non la puoi fermare.
Da Siciliano “d’alto mare” , quale egli era , conobbe e denunziò i mali della sua terra (si ricordi l’avvertenza al Giorno della civetta nell’edizione uscita per le scuole medie (1972) ove egli, coi colpi taglienti e lucidi della sua scrittura, annota :”Ho scritto questo racconto nell’estate del 1960. Allora il Governo non solo si disinteressava del fenomeno della mafia, ma lo negava” e -aggiunge- “la mafia è un “sistema” che in Sicilia contiene e muove gli interessi economici e di potere di una classe che approssimativamente possiamo dire borghese; e non sorge e si sviluppa nel “vuoto” dello Stato ma dentro lo Stato.”); denunziò le collusioni di potere tra le le più alte istituzioni (Todo modo);non si arrese neanche di fronte alla morte dei suoi personaggi da romanzo (Rogas, nel Contesto). Si schierò sempre dalla parte della tolleranza; voleva si risparmiasse la vita a Moro, e per questo fu criticato. Linciato dal sistema per essere sempre stato un uomo “contro” “si appassionò sempre alla verità ma più ancora agli ingranaggi della ragione che la cerca.”
Poliziotto di Dio , fu definito da Bufalino, e chi conosce Sciascia sa che , da testimone attento e viglie della storia del nostro tempo , ha sempre cercato le ragioni della verità e, nonostante le sconfitte, ha continuato a credere nella necessità di combattere.
Per questo , per le sue parole dette , per le idee di chi crede nella redenzione e nell’uomo , i suoi Bellodi, i suoi Rogas sono dei Candidi che la storia di una Sicilia testarda ha ritrovato in Falcone , Borsellino, e in tutti quelli che nonostante tutto credono che contro l’irredimibile , l’uomo può ancora lasciare i segni di una civiltà dell’intelligenza in cui come Bellodi ognuno di noi “ci si romperà la testa”.
Daniela Privitera

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/11/18/muro-e-sciascia/comment-page-5/#comment-82241 Massimo Maugeri Tue, 24 Nov 2009 18:10:12 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1304#comment-82241 @ Marcello Benfante Pongo anche a te le "domande del post" <b>- Qual è, a tuo avviso, l’eredità principale che ha lasciato Sciascia? - Tra le sue opere, qual è quella che preferisci? - E quella che – a prescindere dalle preferenze personali – consideri la più importante? - Quale libro di Sciascia proporresti a un/a ragazzo/a che non lo ha mai letto?</b> @ Marcello Benfante
Pongo anche a te le “domande del post”
- Qual è, a tuo avviso, l’eredità principale che ha lasciato Sciascia?
- Tra le sue opere, qual è quella che preferisci?
- E quella che – a prescindere dalle preferenze personali – consideri la più importante?
- Quale libro di Sciascia proporresti a un/a ragazzo/a che non lo ha mai letto?

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/11/18/muro-e-sciascia/comment-page-5/#comment-82240 Massimo Maugeri Tue, 24 Nov 2009 18:07:36 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1304#comment-82240 In attesa di <b>Daniela Privitera</b> rivolgo il mio invito anche a <b>Marcello Benfante</b> per discutere su Sciascia e di questo suo libro. In attesa di Daniela Privitera rivolgo il mio invito anche a Marcello Benfante per discutere su Sciascia e di questo suo libro.

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/11/18/muro-e-sciascia/comment-page-5/#comment-82239 Massimo Maugeri Tue, 24 Nov 2009 18:04:30 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1304#comment-82239 Marcello Benfante è nato a Palermo nel 1955. Suoi racconti sono apparsi nell'antologia "Luna nuova" (Argo, 1977) a cura di Goffredo Fofi, in "Sicilia fantastica" (l'ancora del mediterraneo, 2000) a cura di Emiliano Monreale e in "Dalla parte degli animali" (l'ancora del mediterraneo, 2004) di cui è stato anche curatore. Ha pubblicato i romanzi brevi "Cinopolis" (Mobydick, 2006) e "L'ultima fuga del professor Severini" (Di Girolamo, 2006). Interviene sulle pagine palermitane di "la Repubblica" come opinionista e critico letterario, collabora al mensile "Lo Straniero" e fa parte della rivista "Segno". Con Gaffi ha pubblicato nel 2008 la raccolta di racconti "Cassata a orologeria" e nel 2009 il volume di cui discuteremo: "Leonardo Sciascia, Appunti su uno scrittore eretico". Marcello Benfante è nato a Palermo nel 1955. Suoi racconti sono apparsi nell’antologia “Luna nuova” (Argo, 1977) a cura di Goffredo Fofi, in “Sicilia fantastica” (l’ancora del mediterraneo, 2000) a cura di Emiliano Monreale e in “Dalla parte degli animali” (l’ancora del mediterraneo, 2004) di cui è stato anche curatore.
Ha pubblicato i romanzi brevi “Cinopolis” (Mobydick, 2006) e “L’ultima fuga del professor Severini” (Di Girolamo, 2006).

Interviene sulle pagine palermitane di “la Repubblica” come opinionista e critico letterario, collabora al mensile “Lo Straniero” e fa parte della rivista “Segno”.
Con Gaffi ha pubblicato nel 2008 la raccolta di racconti “Cassata a orologeria” e nel 2009 il volume di cui discuteremo: “Leonardo Sciascia, Appunti su uno scrittore eretico”.

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/11/18/muro-e-sciascia/comment-page-5/#comment-82238 Massimo Maugeri Tue, 24 Nov 2009 18:00:16 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1304#comment-82238 L'altro libro sciasciano è firmato da <b>Marcello Benfante</b> ed è edito dalla Gaffi editore. Si intitola: "LEONARDO SCIASCIA. Appunti su uno scrittore eretico" (13.50 Euro, pagg. 182, 2009). L’altro libro sciasciano è firmato da Marcello Benfante ed è edito dalla Gaffi editore. Si intitola: “LEONARDO SCIASCIA. Appunti su uno scrittore eretico” (13.50 Euro, pagg. 182, 2009).

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/11/18/muro-e-sciascia/comment-page-5/#comment-82237 Massimo Maugeri Tue, 24 Nov 2009 17:58:20 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1304#comment-82237 Ho aggiornato questo post (date un'occhiata su, in alto) presentando due ulteriori libri "sciasciani". Uno dei due è quello di Daniela Privitera... (ne avevo parlato nei precedenti commenti): “Il giallo siciliano da Sciascia a Camilleri. Tra letteratura e multimedialità”, di Daniela Privitera (Kronomedia, 2009) Ho aggiornato questo post (date un’occhiata su, in alto) presentando due ulteriori libri “sciasciani”.
Uno dei due è quello di Daniela Privitera… (ne avevo parlato nei precedenti commenti): “Il giallo siciliano da Sciascia a Camilleri. Tra letteratura e multimedialità”, di Daniela Privitera (Kronomedia, 2009)

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