Commenti a: FESTIVALETTERATURA di Mantova http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2020/09/08/festivaletteratura-di-mantova/ Un open-blog. un luogo d\'incontro virtuale tra scrittori, lettori, librai, critici, giornalisti e operatori culturali Sat, 11 Sep 2021 08:46:19 +0000 http://wordpress.org/?v=2.9.2 hourly 1 Di: È tutto vero, è tutto vivo - Guidati dalla voce di Margaret Atwood, tra sopravvivenza e speranza, distopia e realtà http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2020/09/08/festivaletteratura-di-mantova/comment-page-8/#comment-1500953 È tutto vero, è tutto vivo - Guidati dalla voce di Margaret Atwood, tra sopravvivenza e speranza, distopia e realtà Fri, 06 Sep 2019 16:53:09 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4242#comment-1500953 <b>È tutto vero, è tutto vivo - Guidati dalla voce di Margaret Atwood, tra sopravvivenza e speranza, distopia e realtà</b> - Margaret Atwood arriva luminosa in Piazza Castello, accogliendo con un sorriso fresco ed energico il pubblico, che contraccambia in stile coreograficamente pop indossando in massa il famoso copricapo bianco dell’ancella, distribuito all’ingresso. Letteratura come elisir di eterna giovinezza? Alberto Manguel non glielo ha chiesto, ma tutti se lo sono domandati. Sono trascorsi ormai 32 anni dall’uscita di The Handmaid’s Tale e la Atwood chiarisce immediatamente che, se all’epoca vigeva la confidence di star voltando le spalle agli scenari narrati nel romanzo, oggi invece la sensazione è che il moto si sia convertito in avvicinamento. Estrema e tangibile è quindi l’attualità del tema trattato: ne è la riprova il successo dell’omonima serie TV americana, girata mentre il Presidente degli USA veniva eletto, cambiando radicalmente la cornice dello show, riconcretizzando certi latenti timori in una parte della popolazione mondiale. Il ruolo di una distopia è quello di proporre ai lettori quadri per il futuro e suscitare in essi la domanda: “è questo il mondo in cui vorrò vivere"? La domanda si estremizza alla luce della crisi climatica: così la Atwood ci invita a chiederci se vorremo viverci, in un mondo. Non si tratta affatto di abbandonarsi a catastrofismi: il germe del cambiamento si nutre di speranza ed il perdurare della speranza è intrecciata alla fibra umana. Lo scrittore è, per la natura della sua professione, privilegiato. Non ha bisogno di andare a ricercare briciole di speranza sparse qua e là nella sua storia, per ricomporle eroicamente: la sua speranza galleggia sulla superficie delle cose che intercetta e trasuda da quelle che crea. Scrivere è un gesto di speranza, presuppone la possibilità che una condivisione si realizzi, che delle anime siano toccate, che delle parole siano capite e che altre siano fraintese, che ci sia un interlocutore, che ce ne siano molti, che una umanità sopravviva. È solo quando i tempi si irruvidiscono che la sopravvivenza torna ad essere una questione centrale: il cambiamento climatico è minaccia per il pianeta, a livello ecologico ma, in una piega secondaria (seppur socialmente cruciale), anche a livello politico: una società esasperata dalla non-comprensione della ri-organizzazione su più livelli del sistema planetario non contempla la realizzazione della pace tra i suoi abitanti. Se la letteratura può certamente essere uno strumento di sopravvivenza, saranno tuttavia concrete scelte radicali e volontà politica a livello globale a determinare quella della nostra specie. A livello locale, risposte e proposte elastiche e moderne spuntano: la Atwood ne elenca alcune (https://www.ecosia.org/ , https://www.drawdown.org). Tra l’onirico e il poetico il progetto “Future Library of Norway”: oltre il 59° parallelo qualcuno ha fiducia che, fra un secolo, esisteranno ancora lettori, esisteranno ancora alberi, esisteranno ancora manoscritti, esisteremo ancora noi. Letteratura highlander, viaggiatrice nel tempo: accompagna con sé i lettori, aggrappati ai personaggi con cui si relazionano e dà loro voce. La Atwood è personalità fondamentale della letteratura degli ultimi cinquant’anni perché è stata in grado di creare immaginari vividi in cui è possibile gettarsi e attraverso i quali ogni minoranza può permettersi di urlare. Quando il nemico crollò insieme al muro di Berlino nel 1989, il sospiro di sollievo degli USA li fece scivolare indietro, risvegliandone le radici teocratiche e puritane. Che se ne farebbero del potere suprematisti bianchi e integralisti religiosi di facciata? Dal tentativo di dare una risposta, Il Racconto dell’Ancella prende vita, intrecciando e rimescolando elementi della storia umana, da 4000 anni a questa parte. In questo scenario di scrittori che sono gatti oppure volpi - dove il gatto è furbo perché inganna assai bene con un sol trucco, mentre la volpe lo è di più perché di trucchi ne ha tanti - la Atwood si colloca nella categoria delle volpi: detentrici di capacità poliedriche e fluide, ma alla fine l’uva non se la mangiano. Alberto Manguel la incalza: «Come volpe, però, mi pare tu te la stia cavando bene!». Sorriso. «Sì, ma la fiaba non è ancora finita!». È tutto vero, è tutto vivo – Guidati dalla voce di Margaret Atwood, tra sopravvivenza e speranza, distopia e realtà
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Margaret Atwood arriva luminosa in Piazza Castello, accogliendo con un sorriso fresco ed energico il pubblico, che contraccambia in stile coreograficamente pop indossando in massa il famoso copricapo bianco dell’ancella, distribuito all’ingresso. Letteratura come elisir di eterna giovinezza? Alberto Manguel non glielo ha chiesto, ma tutti se lo sono domandati. Sono trascorsi ormai 32 anni dall’uscita di The Handmaid’s Tale e la Atwood chiarisce immediatamente che, se all’epoca vigeva la confidence di star voltando le spalle agli scenari narrati nel romanzo, oggi invece la sensazione è che il moto si sia convertito in avvicinamento.

Estrema e tangibile è quindi l’attualità del tema trattato: ne è la riprova il successo dell’omonima serie TV americana, girata mentre il Presidente degli USA veniva eletto, cambiando radicalmente la cornice dello show, riconcretizzando certi latenti timori in una parte della popolazione mondiale. Il ruolo di una distopia è quello di proporre ai lettori quadri per il futuro e suscitare in essi la domanda: “è questo il mondo in cui vorrò vivere”? La domanda si estremizza alla luce della crisi climatica: così la Atwood ci invita a chiederci se vorremo viverci, in un mondo.

Non si tratta affatto di abbandonarsi a catastrofismi: il germe del cambiamento si nutre di speranza ed il perdurare della speranza è intrecciata alla fibra umana. Lo scrittore è, per la natura della sua professione, privilegiato. Non ha bisogno di andare a ricercare briciole di speranza sparse qua e là nella sua storia, per ricomporle eroicamente: la sua speranza galleggia sulla superficie delle cose che intercetta e trasuda da quelle che crea. Scrivere è un gesto di speranza, presuppone la possibilità che una condivisione si realizzi, che delle anime siano toccate, che delle parole siano capite e che altre siano fraintese, che ci sia un interlocutore, che ce ne siano molti, che una umanità sopravviva.

È solo quando i tempi si irruvidiscono che la sopravvivenza torna ad essere una questione centrale: il cambiamento climatico è minaccia per il pianeta, a livello ecologico ma, in una piega secondaria (seppur socialmente cruciale), anche a livello politico: una società esasperata dalla non-comprensione della ri-organizzazione su più livelli del sistema planetario non contempla la realizzazione della pace tra i suoi abitanti. Se la letteratura può certamente essere uno strumento di sopravvivenza, saranno tuttavia concrete scelte radicali e volontà politica a livello globale a determinare quella della nostra specie.

A livello locale, risposte e proposte elastiche e moderne spuntano: la Atwood ne elenca alcune (https://www.ecosia.org/ , https://www.drawdown.org). Tra l’onirico e il poetico il progetto “Future Library of Norway”: oltre il 59° parallelo qualcuno ha fiducia che, fra un secolo, esisteranno ancora lettori, esisteranno ancora alberi, esisteranno ancora manoscritti, esisteremo ancora noi.

Letteratura highlander, viaggiatrice nel tempo: accompagna con sé i lettori, aggrappati ai personaggi con cui si relazionano e dà loro voce. La Atwood è personalità fondamentale della letteratura degli ultimi cinquant’anni perché è stata in grado di creare immaginari vividi in cui è possibile gettarsi e attraverso i quali ogni minoranza può permettersi di urlare. Quando il nemico crollò insieme al muro di Berlino nel 1989, il sospiro di sollievo degli USA li fece scivolare indietro, risvegliandone le radici teocratiche e puritane. Che se ne farebbero del potere suprematisti bianchi e integralisti religiosi di facciata? Dal tentativo di dare una risposta, Il Racconto dell’Ancella prende vita, intrecciando e rimescolando elementi della storia umana, da 4000 anni a questa parte.

In questo scenario di scrittori che sono gatti oppure volpi – dove il gatto è furbo perché inganna assai bene con un sol trucco, mentre la volpe lo è di più perché di trucchi ne ha tanti – la Atwood si colloca nella categoria delle volpi: detentrici di capacità poliedriche e fluide, ma alla fine l’uva non se la mangiano. Alberto Manguel la incalza: «Come volpe, però, mi pare tu te la stia cavando bene!». Sorriso. «Sì, ma la fiaba non è ancora finita!».

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Di: Un saggista che raccontava storie - Pilar del Río ricorda il marito José Saramago, Premio Nobel per la Letteratura 1998 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2020/09/08/festivaletteratura-di-mantova/comment-page-8/#comment-1500952 Un saggista che raccontava storie - Pilar del Río ricorda il marito José Saramago, Premio Nobel per la Letteratura 1998 Fri, 06 Sep 2019 16:51:11 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4242#comment-1500952 <b>Un saggista che raccontava storie - Pilar del Río ricorda il marito José Saramago, Premio Nobel per la Letteratura 1998</b> - «Sì, io ero fra il pubblico nel 1998: mi incuriosiva il fatto che ci fosse un autore portoghese a Mantova, e da quel momento ho adorato i libri di José Saramago» risponde una signora alla domanda di Pilar del Río, se fra il pubblico di oggi ci sia qualche spettatore di allora. Pilar del Río, infatti, partecipò alla seconda edizione di Festivaletteratura, ventuno anni fa, insieme a suo marito, il defunto scrittore José Saramago. Appena una decina di giorni dopo, fra l’altro, la coppia avrebbe festeggiato un grande successo: il conferimento del Premio Nobel per la Letteratura 1998 a José Saramago, prima volta per un autore portoghese. Una notizia che, tutto sommato, l’autore liquidò con una certa freddezza, annotandola sbrigativamente sotto la data dell’8 ottobre nel suo diario, Il diario dell’anno del Nobel (Feltrinelli, 2019). Quest’opera, che sembrava perduta, costituisce il sesto e ultimo dei quaderni composti sull’isola di Lanzarote, è riemerso recentemente da un vecchio computer ed è stato fatto pubblicare da Pilar, alla quale è dedicato. La vedova di Saramago ricorda le origini umili del marito, che «non era destinato a diventare uno scrittore», eppure lo divenne eccome, a forza di letture in biblioteca. Lui, però, sosteneva di essere diventato autore solo a sessant’anni, con la pubblicazione di Memoriale del Convento (Feltrinelli, 2010). Senza dubbio, un passaggio fondamentale fu l’acquisizione del suo particolare stile di esposizione - o meglio: di ascolto - della volontà dei personaggi: in una percezione polifonica della realtà, l’autore lascia che i suoi personaggi si palesino da sé, presta attenzione, sa intonare fra di loro le voci che si sovrappongono nel discorso indiretto libero. Un’altra nota che merita attenzione nel processo creativo di Saramago è il fatto che tutti i suoi libri nascono da ipotesi, anche assurde, che danno origine a titoli, e poi a romanzi interi: così, la domanda «e se fossimo tutti ciechi?» sta alla base dell’ispirazione per Cecità (Feltrinelli, 2013), oppure «e se Gesù Cristo non fosse Dio, bensì un profeta?» è il punto di partenza per Il Vangelo secondo Gesù Cristo (Feltrinelli, 2014). Proprio per questo suo interrogarsi sugli aspetti della vita che lo preoccupavano, il Premio Nobel portoghese si sentiva forse più saggista che romanziere, e dichiarava «a me piace raccontare le storie, ma le storie non mi bastano». Un saggista che raccontava storie –
Pilar del Río ricorda il marito José Saramago, Premio Nobel per la Letteratura 1998

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«Sì, io ero fra il pubblico nel 1998: mi incuriosiva il fatto che ci fosse un autore portoghese a Mantova, e da quel momento ho adorato i libri di José Saramago» risponde una signora alla domanda di Pilar del Río, se fra il pubblico di oggi ci sia qualche spettatore di allora. Pilar del Río, infatti, partecipò alla seconda edizione di Festivaletteratura, ventuno anni fa, insieme a suo marito, il defunto scrittore José Saramago.

Appena una decina di giorni dopo, fra l’altro, la coppia avrebbe festeggiato un grande successo: il conferimento del Premio Nobel per la Letteratura 1998 a José Saramago, prima volta per un autore portoghese.

Una notizia che, tutto sommato, l’autore liquidò con una certa freddezza, annotandola sbrigativamente sotto la data dell’8 ottobre nel suo diario, Il diario dell’anno del Nobel (Feltrinelli, 2019). Quest’opera, che sembrava perduta, costituisce il sesto e ultimo dei quaderni composti sull’isola di Lanzarote, è riemerso recentemente da un vecchio computer ed è stato fatto pubblicare da Pilar, alla quale è dedicato.

La vedova di Saramago ricorda le origini umili del marito, che «non era destinato a diventare uno scrittore», eppure lo divenne eccome, a forza di letture in biblioteca. Lui, però, sosteneva di essere diventato autore solo a sessant’anni, con la pubblicazione di Memoriale del Convento (Feltrinelli, 2010). Senza dubbio, un passaggio fondamentale fu l’acquisizione del suo particolare stile di esposizione – o meglio: di ascolto – della volontà dei personaggi: in una percezione polifonica della realtà, l’autore lascia che i suoi personaggi si palesino da sé, presta attenzione, sa intonare fra di loro le voci che si sovrappongono nel discorso indiretto libero.

Un’altra nota che merita attenzione nel processo creativo di Saramago è il fatto che tutti i suoi libri nascono da ipotesi, anche assurde, che danno origine a titoli, e poi a romanzi interi: così, la domanda «e se fossimo tutti ciechi?» sta alla base dell’ispirazione per Cecità (Feltrinelli, 2013), oppure «e se Gesù Cristo non fosse Dio, bensì un profeta?» è il punto di partenza per Il Vangelo secondo Gesù Cristo (Feltrinelli, 2014). Proprio per questo suo interrogarsi sugli aspetti della vita che lo preoccupavano, il Premio Nobel portoghese si sentiva forse più saggista che romanziere, e dichiarava «a me piace raccontare le storie, ma le storie non mi bastano».

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Di: Perché ci piace la paura - Jeffery Deaver dialoga con Carlo Lucarelli del suo nuovo romanzo http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2020/09/08/festivaletteratura-di-mantova/comment-page-8/#comment-1500951 Perché ci piace la paura - Jeffery Deaver dialoga con Carlo Lucarelli del suo nuovo romanzo Fri, 06 Sep 2019 16:49:47 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4242#comment-1500951 <b>Perché ci piace la paura - Jeffery Deaver dialoga con Carlo Lucarelli del suo nuovo romanzo</b> - Tra passato e presente, grattacieli metropolitani e aspre montagne dell'Ogliastra si snoderanno le strade insidiose percorse dal giallo a Festivaletteratura 2019. Se chiedete a Jeffery Deaver qual è il suo miglior romanzo vi risponderà sempre «the next», il prossimo, perché appena finisce di scrivere l’ultimo spera col successivo di riuscire a spaventare i lettori un po’ di più - obiettivo sicuramente raggiunto con la sua ultima uscita. Il nuovo romanzo thriller di Deaver Il gioco del mai, ha come protagonista un personaggio solitario. Il suo nome è Colter Shaw e, al contrario dei personaggi dei cicli precedenti, come il criminologo tetraplegico Lyncholn Rhyme e la detective Amelia Sachs, non è un poliziotto ma un localizzatore, che di mestiere cerca persone scomparse. Per la costruzione del personaggio, Deaver afferma di essersi ispirato ai film di Sergio Leone e al grande modello del James Bond di Ian Fleming: un uomo che arriva in un luogo straniero, risolve i crimini e poi scompare, come se niente fosse. La ricerca di Colter Shaw conduce la storia nella particolarissima ambientazione della Silicon Valley, alle prese con un cattivo ossessionato dai videogiochi. Deaver si definisce un autore che pianifica in maniera scientifica le sue storie prima di iniziare a scrivere (Il gioco del mai ha richiesto ben otto mesi di ricerche preparatorie). La domanda che sta alla base è del romanzo è: cosa succederebbe se una persona appassionata di videogiochi diventasse talmente ossessionata da riprodurre un videogame nella vita reale? A questo proposito, Lucarelli ingaggia con Deaver un’interessante discussione sul rischio dell’imitazione, da parte del fruitore, delle storie e delle azioni proposte da libri, film e videogiochi e sul perché ci piaccia tanto la paura. Deaver crede che gli scrittori siano un po’ dei manipolatori, che prendono il lettore per la collottola e lo trascinano, come sopra delle montagne russe emotive, in un’atmosfera sensoriale molto forte. L’obiettivo, tuttavia, rimane creare storie che siano anche capaci di spiegare che impatto ha il male sulle nostre vite, cercando di far diventare meno irrazionali le paure. - Per chi vuole approfondire il percorso, Festivaletteratura propone: Evento 30 “Sulle onde del mistero” - Evento 71 “Partita col demonio” - Evento 86 “Le cicatrici di Berlino” - Evento 108 “Radici in giallo”. Perché ci piace la paura – Jeffery Deaver dialoga con Carlo Lucarelli del suo nuovo romanzo
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Tra passato e presente, grattacieli metropolitani e aspre montagne dell’Ogliastra si snoderanno le strade insidiose percorse dal giallo a Festivaletteratura 2019.

Se chiedete a Jeffery Deaver qual è il suo miglior romanzo vi risponderà sempre «the next», il prossimo, perché appena finisce di scrivere l’ultimo spera col successivo di riuscire a spaventare i lettori un po’ di più – obiettivo sicuramente raggiunto con la sua ultima uscita.

Il nuovo romanzo thriller di Deaver Il gioco del mai, ha come protagonista un personaggio solitario. Il suo nome è Colter Shaw e, al contrario dei personaggi dei cicli precedenti, come il criminologo tetraplegico Lyncholn Rhyme e la detective Amelia Sachs, non è un poliziotto ma un localizzatore, che di mestiere cerca persone scomparse. Per la costruzione del personaggio, Deaver afferma di essersi ispirato ai film di Sergio Leone e al grande modello del James Bond di Ian Fleming: un uomo che arriva in un luogo straniero, risolve i crimini e poi scompare, come se niente fosse. La ricerca di Colter Shaw conduce la storia nella particolarissima ambientazione della Silicon Valley, alle prese con un cattivo ossessionato dai videogiochi.

Deaver si definisce un autore che pianifica in maniera scientifica le sue storie prima di iniziare a scrivere (Il gioco del mai ha richiesto ben otto mesi di ricerche preparatorie). La domanda che sta alla base è del romanzo è: cosa succederebbe se una persona appassionata di videogiochi diventasse talmente ossessionata da riprodurre un videogame nella vita reale? A questo proposito, Lucarelli ingaggia con Deaver un’interessante discussione sul rischio dell’imitazione, da parte del fruitore, delle storie e delle azioni proposte da libri, film e videogiochi e sul perché ci piaccia tanto la paura.

Deaver crede che gli scrittori siano un po’ dei manipolatori, che prendono il lettore per la collottola e lo trascinano, come sopra delle montagne russe emotive, in un’atmosfera sensoriale molto forte. L’obiettivo, tuttavia, rimane creare storie che siano anche capaci di spiegare che impatto ha il male sulle nostre vite, cercando di far diventare meno irrazionali le paure.
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Per chi vuole approfondire il percorso, Festivaletteratura propone:

Evento 30 “Sulle onde del mistero” – Evento 71 “Partita col demonio” – Evento 86 “Le cicatrici di Berlino” – Evento 108 “Radici in giallo”.

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Di: Oltrepassare sempre, delirare etimologicamente - Massimo Cacciari racconta l’Umanesimo nella crisi della natura umana e del proprio universo http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2020/09/08/festivaletteratura-di-mantova/comment-page-8/#comment-1500949 Oltrepassare sempre, delirare etimologicamente - Massimo Cacciari racconta l’Umanesimo nella crisi della natura umana e del proprio universo Fri, 06 Sep 2019 16:42:12 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4242#comment-1500949 <b>Oltrepassare sempre, delirare etimologicamente - Massimo Cacciari racconta l’Umanesimo nella crisi della natura umana e del proprio universo</b> Per superare il senso di disorientamento che pervade le società contemporanee e tornare a mettere il futuro al centro del nostro orizzonte servono nuove etiche e nuovi strumenti di pensiero capaci di scardinare logiche e sistemi di potere accettati come incontrovertibili. In questo senso filosofi, economisti e intellettuali di varia formazione indicheranno al Festival alcuni possibili percorsi, seppur parziali, per rimettere mano a paradigmi e categorie interpretative che ormai risultano inadeguati. Un ampio ventaglio di riflessioni verrà ad aprirsi sulla guerra, attraverso una serie di incontri che toccheranno il confronto interreligioso, il ruolo della scuola e della comunicazione nel formare le coscienze, il racconto dei conflitti per le più giovani generazioni. - Uomo al centro del mondo, ricerca dell’armonia stabile, dignitas fondata e tutelata, ritorno all’ordine pulchrum delle parti: questa è l’idea contrabbandata di Umanesimo contro cui Cacciari si schiera nel suo libro La mente inquieta, edito da Einaudi.«Grande miracolo è l’uomo!»: così esordisce Pico Della Mirandola nel suo De dignitate hominis. Perché l’uomo è effettivamente qualcosa di miracoloso, qualcosa di straordinario, ma nel senso etimologico del termine: extra-ordinario. L’uomo è non-ordinabile, non è definibile: è camaleontico. In questo si differenzia l’uomo dall’animale: non sottostà ad alcuna rigida classificazione, non ripete i propri comportamenti, non ha un linguaggio ordinato e immutato. Eccede da tutti i punti di vista i modi in cui gli animali vivono. L’homo incurabilis non sta. È figura di esodo, avventura, scoperta ed esilio. Come può quindi incarnare il centro di rotazione di un sistema universale? L’uomo, secondo l’opinione di Garin (che «legge come si deve» Pico e Alberti) non è al centro di nulla: al centro possiamo di sfuggita intravedere il suo sguardo, che è però uno sguardo mai definitivo, che non si sofferma. È sbagliato quindi auspicare ad un Nuovo Umanesimo che ristabilisca ordine e armonia, perché semplicemente questa presunta geometrica sicurezza non sussiste. La natura umana, che si trascende e si oltrepassa di continuo, non riconosce e non rispetta colonne d’Ercole. Si spinge a “volare sopra l’angelo” (anch’esso essere statico e definito, al pari dell’animale) e sfiora la divinitas. Ma il giorno seguente la sua condizione potrebbe essere sostituita da quella “della più infima bestia”. Alla fine di ogni giorno, della nostra natura è fatta tabula rasa: ogni giorno dobbiamo ri-deciderci. “Quis es homo?” Chi sei uomo? È una domanda intrinsecamente diversa dal categorico e medievale “Quid est homo?”, che mira ad una archiviazione umana una tantum. Invece, noi siamo la potenza degli opposti. La risposta che decideremo di dare a questa domanda sarà ogni giorno diversa. Perché il nostro linguaggio (filologicamente e filosoficamente definente del nostro essere) è cangiante con noi e perché la buia e densa fascia di follìe e umori astrali di aristotelica memoria resta sopra le nostre teste, a metà tra il nostro mondo sublunare e il luminoso olimpo divino, inclinandoci (ma non determinandoci!). In effetti il libero arbitrio ci resta, seppur non risparmiandoci un destino agonico. All’esistenza della libertà non è fornita dagli Umanisti una prova logica. Valla ci dice che se non ci crediamo liberi di rinnovarci ogni giorno, allora la nostra esistenza perde di significato, dimostrando così null’altro se non la finitezza grammaticale con cui si può ragionare di libertà. Per concludere, Cacciari ricorda che l’Umanesimo è una stagione di crisi, termine che etimologicamente rimanda ai concetti di scelta, analisi e conseguente rinnovamento. Crisi che si declina essenzialmente lungo due direttrici: quella religiosa (che ne sarà della Cristianità, formidabile elemento fondante dell’Europa, se non compirà un celere ritorno all’altissima paupertas francescana?) e quella politica (che ne sarà dell’Italia, non intenzionata a riconoscere la necessità di una potenza egemonica, se non metterà in discussione il suo modello politico mentre nel resto dell’Europa va affermandosi il modello di stato nazionale?). Gli strumenti con cui l’Umanesimo affronta questa crisi sono gli stessi che Cacciari vorrebbe che l’umanità della nostra epoca facesse propri. La crisi va affrontata in termini di linguaggio. Deve essere inizialmente dipinta: Leonardo eleva il potere della pittura sopra quello della scrittura. Dipingere significa raccontare le cose come stanno, nel dramma del riconoscimento di ciò che non funziona. E poi vanno proposte riforme attuabili, radicate nella più onesta e cruda fattibilità. Gli intenti riformisti dell’Umanesimo naufragarono, trascinando con sé l’Italia, che forse tutt’ora risente di questo fallimento. Non è un caso che Cacciari abbia deciso di pubblicare La mente inquieta proprio in questo momento storico di crisi conclamata. In che modo la stiamo vivendo? Con quali parole la stiamo raccontando? Che ragionamento di riforma stiamo proponendo? L’Umanesimo giunse alla sua fine senza contraddire la rappresentazione della crisi che aveva prodotto e la natura umana che aveva riconosciuto. “Naufragium feci, bene navigavi”. Potremmo dire lo stesso, noi oggi? - Per chi vuole approfondire il percorso, Festivaletteratura propone: Evento 13 “Umanesimo inquieto” - Evento 24 “Un nuovo racconto della guerra” - Evento 25 “E alla fine un mondo lunare” - Evento 33 “Raccontare il mondo” - Evento 73 “Per un nuovo pensiero africano” - Evento 89 “12 dicembre 1969” - Evento 142 “Dedicato ad Ágnes Heller” - Evento 145 “L’economia del valore” - Contaminazioni ore 18.00 sabato 7 “L’inflazione della verità scientifica” - Evento 175 “Il mondo è giovane ancora” - Evento 190 “Tutte le guerre del mondo” - Evento 204 “Affermare l’umanità” - Accento ore 14.00 domenica 8 “Le sante ossa” - Evento 209 “La democrazia esclusiva e i suoi sovvertimenti” - Evento 215 “Le regole e la coscienza”. Oltrepassare sempre, delirare etimologicamente – Massimo Cacciari racconta l’Umanesimo nella crisi della natura umana e del proprio universo

Per superare il senso di disorientamento che pervade le società contemporanee e tornare a mettere il futuro al centro del nostro orizzonte servono nuove etiche e nuovi strumenti di pensiero capaci di scardinare logiche e sistemi di potere accettati come incontrovertibili. In questo senso filosofi, economisti e intellettuali di varia formazione indicheranno al Festival alcuni possibili percorsi, seppur parziali, per rimettere mano a paradigmi e categorie interpretative che ormai risultano inadeguati. Un ampio ventaglio di riflessioni verrà ad aprirsi sulla guerra, attraverso una serie di incontri che toccheranno il confronto interreligioso, il ruolo della scuola e della comunicazione nel formare le coscienze, il racconto dei conflitti per le più giovani generazioni.
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Uomo al centro del mondo, ricerca dell’armonia stabile, dignitas fondata e tutelata, ritorno all’ordine pulchrum delle parti: questa è l’idea contrabbandata di Umanesimo contro cui Cacciari si schiera nel suo libro La mente inquieta, edito da Einaudi.«Grande miracolo è l’uomo!»: così esordisce Pico Della Mirandola nel suo De dignitate hominis. Perché l’uomo è effettivamente qualcosa di miracoloso, qualcosa di straordinario, ma nel senso etimologico del termine: extra-ordinario. L’uomo è non-ordinabile, non è definibile: è camaleontico. In questo si differenzia l’uomo dall’animale: non sottostà ad alcuna rigida classificazione, non ripete i propri comportamenti, non ha un linguaggio ordinato e immutato. Eccede da tutti i punti di vista i modi in cui gli animali vivono.

L’homo incurabilis non sta. È figura di esodo, avventura, scoperta ed esilio. Come può quindi incarnare il centro di rotazione di un sistema universale? L’uomo, secondo l’opinione di Garin (che «legge come si deve» Pico e Alberti) non è al centro di nulla: al centro possiamo di sfuggita intravedere il suo sguardo, che è però uno sguardo mai definitivo, che non si sofferma.

È sbagliato quindi auspicare ad un Nuovo Umanesimo che ristabilisca ordine e armonia, perché semplicemente questa presunta geometrica sicurezza non sussiste. La natura umana, che si trascende e si oltrepassa di continuo, non riconosce e non rispetta colonne d’Ercole. Si spinge a “volare sopra l’angelo” (anch’esso essere statico e definito, al pari dell’animale) e sfiora la divinitas. Ma il giorno seguente la sua condizione potrebbe essere sostituita da quella “della più infima bestia”. Alla fine di ogni giorno, della nostra natura è fatta tabula rasa: ogni giorno dobbiamo ri-deciderci.

“Quis es homo?” Chi sei uomo? È una domanda intrinsecamente diversa dal categorico e medievale “Quid est homo?”, che mira ad una archiviazione umana una tantum. Invece, noi siamo la potenza degli opposti. La risposta che decideremo di dare a questa domanda sarà ogni giorno diversa. Perché il nostro linguaggio (filologicamente e filosoficamente definente del nostro essere) è cangiante con noi e perché la buia e densa fascia di follìe e umori astrali di aristotelica memoria resta sopra le nostre teste, a metà tra il nostro mondo sublunare e il luminoso olimpo divino, inclinandoci (ma non determinandoci!).

In effetti il libero arbitrio ci resta, seppur non risparmiandoci un destino agonico. All’esistenza della libertà non è fornita dagli Umanisti una prova logica. Valla ci dice che se non ci crediamo liberi di rinnovarci ogni giorno, allora la nostra esistenza perde di significato, dimostrando così null’altro se non la finitezza grammaticale con cui si può ragionare di libertà.

Per concludere, Cacciari ricorda che l’Umanesimo è una stagione di crisi, termine che etimologicamente rimanda ai concetti di scelta, analisi e conseguente rinnovamento. Crisi che si declina essenzialmente lungo due direttrici: quella religiosa (che ne sarà della Cristianità, formidabile elemento fondante dell’Europa, se non compirà un celere ritorno all’altissima paupertas francescana?) e quella politica (che ne sarà dell’Italia, non intenzionata a riconoscere la necessità di una potenza egemonica, se non metterà in discussione il suo modello politico mentre nel resto dell’Europa va affermandosi il modello di stato nazionale?). Gli strumenti con cui l’Umanesimo affronta questa crisi sono gli stessi che Cacciari vorrebbe che l’umanità della nostra epoca facesse propri. La crisi va affrontata in termini di linguaggio. Deve essere inizialmente dipinta: Leonardo eleva il potere della pittura sopra quello della scrittura. Dipingere significa raccontare le cose come stanno, nel dramma del riconoscimento di ciò che non funziona. E poi vanno proposte riforme attuabili, radicate nella più onesta e cruda fattibilità.

Gli intenti riformisti dell’Umanesimo naufragarono, trascinando con sé l’Italia, che forse tutt’ora risente di questo fallimento. Non è un caso che Cacciari abbia deciso di pubblicare La mente inquieta proprio in questo momento storico di crisi conclamata. In che modo la stiamo vivendo? Con quali parole la stiamo raccontando? Che ragionamento di riforma stiamo proponendo? L’Umanesimo giunse alla sua fine senza contraddire la rappresentazione della crisi che aveva prodotto e la natura umana che aveva riconosciuto. “Naufragium feci, bene navigavi”. Potremmo dire lo stesso, noi oggi?

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Per chi vuole approfondire il percorso, Festivaletteratura propone:

Evento 13 “Umanesimo inquieto” – Evento 24 “Un nuovo racconto della guerra” – Evento 25 “E alla fine un mondo lunare” – Evento 33 “Raccontare il mondo” – Evento 73 “Per un nuovo pensiero africano” – Evento 89 “12 dicembre 1969” – Evento 142 “Dedicato ad Ágnes Heller” – Evento 145 “L’economia del valore” – Contaminazioni ore 18.00 sabato 7 “L’inflazione della verità scientifica” – Evento 175 “Il mondo è giovane ancora” – Evento 190 “Tutte le guerre del mondo” – Evento 204 “Affermare l’umanità” – Accento ore 14.00 domenica 8 “Le sante ossa” – Evento 209 “La democrazia esclusiva e i suoi sovvertimenti” – Evento 215 “Le regole e la coscienza”.

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Di: Scrivere è un modo per restare - Femminismo, democrazia e letteratura sul palco in dialogo Elif Shafak e Michela Murgia http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2020/09/08/festivaletteratura-di-mantova/comment-page-8/#comment-1500948 Scrivere è un modo per restare - Femminismo, democrazia e letteratura sul palco in dialogo Elif Shafak e Michela Murgia Fri, 06 Sep 2019 16:40:26 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4242#comment-1500948 <b>Scrivere è un modo per restare - Femminismo, democrazia e letteratura sul palco in dialogo Elif Shafak e Michela Murgia</b> - Una Piazza Castello gremita ed un lunghissimo applauso hanno accolto Michela Murgia ed Elif Shafak - due delle più interessanti scrittrici del panorama letterario contemporaneo - all'appuntamento di questa sera con Festivaletteratura. Donne ed ancor prima intellettuali disposte a "speak their minds" nelle parole dell'autrice turca, ossia esporsi mediaticamente e politicamente affrontando le conseguenze talvolta irreversibili pur di denunciare le storture ed ingiustizie della società odierna. Caratteristica indiscutibile della narrativa di entrambe è la presenza di personaggi femminili in antitesi per estrazione sociale, aspetto e destino. Le donne tratteggiate dalla Shafak in particolare sono accomunate dall'essere sospese o meglio intrappolate fra due dimensioni: fra il compiuto ed il non-ancora. Come in 10 minuti, 38 secondi in questo strano mondo, ultimo romanzo dell'autrice turca edito Rizzoli che racconta l'omicidio di una prostituta, Leila Tequila, e dei sorprendenti dieci minuti che ne seguono il decesso. La mente della protagonista rimasta estremamente cosciente ripercorre scene cruciali della sua esistenza. «Un romanzo fatto di stranitudini. Fusion e di stranezze e solitudini». Nelle parole di Michela Murgia Leila non è viva né morta, emarginata dalla società e dimenticata dalla famiglia è soprattutto simbolo di una Istanbul irrequieta, istrionica, malsana e condannata. La capitale della Turchia è spesso l'ambientazione prediletta dei romanzi della Shafak che del paese natale, anche dal Regno Unito dove ora vive, denuncia tenacemente gli abusi di potere che ogni anno costano la libertà a giornalisti, scrittori ed intellettuali. Forse perché per chi racconta storie andarsene è l'unico modo serio di restare.«C'è ancora molto da fare per preservare la democrazia dei paesi europei. Spesso le persone hanno pensato negli scorsi anni che i diritti faticosamente conquistati fossero un punto d'arrivo ma si tratta di un risultato da proteggere. Il populismo oggi è il mezzo scelto dai politici per parlare alla pancia delle persone. Un mezzo antidemocratico, anti-intellettuale ed alla lunga anche una minaccia ai diritti delle donne». Per la prima volta nella storia, oggi è possibile vedere la faccia di chi tenta di abbattere il sistema di diritti costruito e la letteratura rappresenta forse l'unico e vero strumento per difenderlo. Scrivere è un modo per restare –
Femminismo, democrazia e letteratura sul palco in dialogo Elif Shafak e Michela Murgia

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Una Piazza Castello gremita ed un lunghissimo applauso hanno accolto Michela Murgia ed Elif Shafak – due delle più interessanti scrittrici del panorama letterario contemporaneo – all’appuntamento di questa sera con Festivaletteratura. Donne ed ancor prima intellettuali disposte a “speak their minds” nelle parole dell’autrice turca, ossia esporsi mediaticamente e politicamente affrontando le conseguenze talvolta irreversibili pur di denunciare le storture ed ingiustizie della società odierna.

Caratteristica indiscutibile della narrativa di entrambe è la presenza di personaggi femminili in antitesi per estrazione sociale, aspetto e destino. Le donne tratteggiate dalla Shafak in particolare sono accomunate dall’essere sospese o meglio intrappolate fra due dimensioni: fra il compiuto ed il non-ancora. Come in 10 minuti, 38 secondi in questo strano mondo, ultimo romanzo dell’autrice turca edito Rizzoli che racconta l’omicidio di una prostituta, Leila Tequila, e dei sorprendenti dieci minuti che ne seguono il decesso. La mente della protagonista rimasta estremamente cosciente ripercorre scene cruciali della sua esistenza.

«Un romanzo fatto di stranitudini. Fusion e di stranezze e solitudini». Nelle parole di Michela Murgia Leila non è viva né morta, emarginata dalla società e dimenticata dalla famiglia è soprattutto simbolo di una Istanbul irrequieta, istrionica, malsana e condannata. La capitale della Turchia è spesso l’ambientazione prediletta dei romanzi della Shafak che del paese natale, anche dal Regno Unito dove ora vive, denuncia tenacemente gli abusi di potere che ogni anno costano la libertà a giornalisti, scrittori ed intellettuali. Forse perché per chi racconta storie andarsene è l’unico modo serio di restare.«C’è ancora molto da fare per preservare la democrazia dei paesi europei. Spesso le persone hanno pensato negli scorsi anni che i diritti faticosamente conquistati fossero un punto d’arrivo ma si tratta di un risultato da proteggere. Il populismo oggi è il mezzo scelto dai politici per parlare alla pancia delle persone. Un mezzo antidemocratico, anti-intellettuale ed alla lunga anche una minaccia ai diritti delle donne». Per la prima volta nella storia, oggi è possibile vedere la faccia di chi tenta di abbattere il sistema di diritti costruito e la letteratura rappresenta forse l’unico e vero strumento per difenderlo.

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Di: L'antidoto ai nostri tempi difficili? La speranza - Attualità e dialogo con Ali Smith http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2020/09/08/festivaletteratura-di-mantova/comment-page-8/#comment-1500946 L'antidoto ai nostri tempi difficili? La speranza - Attualità e dialogo con Ali Smith Fri, 06 Sep 2019 16:38:49 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4242#comment-1500946 <b>L'antidoto ai nostri tempi difficili? La speranza - Attualità e dialogo con Ali Smith</b> - Ali Smith sorride, forse perché ha trovato davvero l'antidoto ai tempi difficili. L'autrice scozzese, più volte accostata al Premio Nobel, si apre in una conversazione molto accorata e allo stesso tempo disinvolta con Teresa Franco, docente di Oxford. L'incontro si concentra subito sulla materia letteraria e, più nello specifico, sulla cosiddetta tetralogia del presente della scrittrice. La Smith ha infatti un progetto ambizioso, un progetto che lei non ha scelto «ma da cui è stata scelta». Now, new e novel sono le parole chiave della sua disamina: now appunto, dove "adesso" è l'unico tempo rilevante e dove uno specifico momento deve essere in grado di trasformarsi e rinnovarsi continuamente (ragguardevole il paragone con le Metamorfosi di Ovidio e con il mito); new perchè la novità implica lo stare al passo coi tempi, essere veloci e dinamici, fluidi; infine novel come sintesi e strumento perfetto del "nuovo" e del "subito", in una forma sperimentale come quella della sua tetralogia (soprattutto per la sua pubblicazione, un libro all'anno con uscita prevista durante la stagione che dona il titolo al romanzo stesso). Sfondo di tutto ciò ed elemento cardine e scatenante è il referendum sulla Brexit, visto dall'autrice come elemento fondamentale di divisione e di screzi. Da qui una reazione a catena che si ripercuote sulle persone e sui rapporti, su un dialogo che viene a mancare e che, secondo la Smith «è tutto, è vita, è portatore di speranza». È questo il nodo focale, il dialogo e il linguaggio, entrambi mezzi imprescindibili per non perdere la fiducia nel futuro (o, per meglio dire, un presente sempiterno), in noi («perchè non ci sono i "loro", esiste solo il "noi"») e nel romanzo come forma. L’antidoto ai nostri tempi difficili? La speranza – Attualità e dialogo con Ali Smith
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Ali Smith sorride, forse perché ha trovato davvero l’antidoto ai tempi difficili. L’autrice scozzese, più volte accostata al Premio Nobel, si apre in una conversazione molto accorata e allo stesso tempo disinvolta con Teresa Franco, docente di Oxford.

L’incontro si concentra subito sulla materia letteraria e, più nello specifico, sulla cosiddetta tetralogia del presente della scrittrice. La Smith ha infatti un progetto ambizioso, un progetto che lei non ha scelto «ma da cui è stata scelta». Now, new e novel sono le parole chiave della sua disamina: now appunto, dove “adesso” è l’unico tempo rilevante e dove uno specifico momento deve essere in grado di trasformarsi e rinnovarsi continuamente (ragguardevole il paragone con le Metamorfosi di Ovidio e con il mito); new perchè la novità implica lo stare al passo coi tempi, essere veloci e dinamici, fluidi; infine novel come sintesi e strumento perfetto del “nuovo” e del “subito”, in una forma sperimentale come quella della sua tetralogia (soprattutto per la sua pubblicazione, un libro all’anno con uscita prevista durante la stagione che dona il titolo al romanzo stesso).

Sfondo di tutto ciò ed elemento cardine e scatenante è il referendum sulla Brexit, visto dall’autrice come elemento fondamentale di divisione e di screzi. Da qui una reazione a catena che si ripercuote sulle persone e sui rapporti, su un dialogo che viene a mancare e che, secondo la Smith «è tutto, è vita, è portatore di speranza».

È questo il nodo focale, il dialogo e il linguaggio, entrambi mezzi imprescindibili per non perdere la fiducia nel futuro (o, per meglio dire, un presente sempiterno), in noi («perchè non ci sono i “loro”, esiste solo il “noi”») e nel romanzo come forma.

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Di: Erri De Luca, tra ricordi passati e coincidenze «impossibili» http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2020/09/08/festivaletteratura-di-mantova/comment-page-8/#comment-1500944 Erri De Luca, tra ricordi passati e coincidenze «impossibili» Fri, 06 Sep 2019 16:36:20 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4242#comment-1500944 <b>Erri De Luca, tra ricordi passati e coincidenze «impossibili»</b> - L'autore racconta in anteprima a Festivaletteratura la sua nuova storia che mescola i ricordi con le coincidenze che appaiono impossibili, ma accadono continuamente - «Mi è capitato di incontrare dei me stessi del passato che sono a me stranieri. Degli altri, invece sono in continuità con chi sono». A partire dal suo nome, Erri, che si è scelto togliendo il superfluo da quell’Henry, nome americano ereditato da uno zio e che sentiva in contraddizione con la sua identità e lingua napoletana, Erri De Luca riflette sulla possibilità e impossibilità di riconoscersi nel proprio passato, di sentirsi in continuità con chi si era. Non si riconosce nel sé stesso che a Napoli nel 1980, in occasione del terremoto, lavorava con fatica, trasportando grandi pali di castagno utili alla ricostruzione di palazzi «sgangherati», e nell’operaio che lavorava nel nord Italia, senza contratto e per una paga misera, ultimo in un gruppo in cui tutti erano più grandi di lui. Di quegli anni, invece, si riconosce nel sé stesso che trascorreva la pausa pranzo a leggere piuttosto che a mangiare, per riprendere con meno fatica e trovare riposo tra le pagine. Si riconosce, infatti, nel lettore che è sempre stato, più che nello scrittore che è diventato, perché «leggere delle pagine che mi illuminano fa scattare delle scintille di felicità, che non arrivano quando leggo ciò che scrivo io». Il sé scrittore, invece, è legato alla cattura di un ricordo, alla rilettura di una storia passata che «non sta ferma a farsi raccontare, che si agita, che scappa da tutte le parti», di cui coglierne la vitalità prima che sfugga. Si sente in continuità con chi era quando studiava l’ebraico antico, da autodidatta e da non credente, curioso dell’antico testamento in quanto testo tramandato, in cui «le parole fanno succedere le cose» e la divinità crea il mondo a partire dalla parola pronunciata. In quanto parte di una generazione rivoluzionaria, Erri De Luca è portatore del racconto della ribellione che ha caratterizzato il Novecento e che è stata esperienza portante nella sua vita multiforme. Il racconto di quegli anni vissuti in prima persona è al centro del suo ultimo romanzo, Impossibile che racconta la storia di una coincidenza e che è il 5 settembre 2019. Il romanzo racconta di un uomo che – a differenza dell’autore, che ha abbracciato la protesta pubblica, nelle piazze – ha abbracciato la rivoluzione clandestina e ne ha pagato il prezzo, poiché denunciato da un compagno in cambio di uno sconto di pena. Nella storia, il denunciato e il denunciatore «coincidono in un punto»: un sentiero per camosci e bracconieri, in montagna; un posto in cui, quando c’è stato in prima persona, ha pensato al pericolo di un incidente. L’incidente accade nella storia, tra il denunciato e il denunciatore, che a distanza di anni vivono una coincidenza fatale che insospettisce un magistrato e da cui il denunciato, ormai imputato di aver vendicato la sua rabbia per il tradimento subito è costretto a difendersi. La storia diventa quindi un dialogo tra il magistrato, che prima chiede per ottenere conferma in ciò che crede di sapere (petere) e poi, di fronte al racconto dell’uomo, si trova a chiedere per conoscere (querere), per saperne di più del passato di quell’uomo apparentemente colpevole di una coincidenza. Le due accezioni latine di domandare richiamate dall’autore si intrecciano e permettono di fare emergere nel racconto la forza degli eventi casuali che sembrano impossibili, ma che, nell’atto di accadere, diventano inesorabili, costretti ad accadere. Erri De Luca evidenzia la presenza di uno «sciame di coincidenze» che caratterizza la storia di ognuno, che alcuni giustificano con la credenza in un disegno divino, altri non notano nemmeno e altri ancora avvertono solo in alcune occasioni. Esse «sconfinano la normalità e modificano il presente», lo fanno ogni giorno e per ciascuno, dimostrando che le cose impossibili in realtà accadono di continuo. Erri De Luca, tra ricordi passati e coincidenze «impossibili»
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L’autore racconta in anteprima a Festivaletteratura la sua nuova storia che mescola i ricordi con le coincidenze che appaiono impossibili, ma accadono continuamente
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«Mi è capitato di incontrare dei me stessi del passato che sono a me stranieri. Degli altri, invece sono in continuità con chi sono». A partire dal suo nome, Erri, che si è scelto togliendo il superfluo da quell’Henry, nome americano ereditato da uno zio e che sentiva in contraddizione con la sua identità e lingua napoletana, Erri De Luca riflette sulla possibilità e impossibilità di riconoscersi nel proprio passato, di sentirsi in continuità con chi si era.

Non si riconosce nel sé stesso che a Napoli nel 1980, in occasione del terremoto, lavorava con fatica, trasportando grandi pali di castagno utili alla ricostruzione di palazzi «sgangherati», e nell’operaio che lavorava nel nord Italia, senza contratto e per una paga misera, ultimo in un gruppo in cui tutti erano più grandi di lui. Di quegli anni, invece, si riconosce nel sé stesso che trascorreva la pausa pranzo a leggere piuttosto che a mangiare, per riprendere con meno fatica e trovare riposo tra le pagine.

Si riconosce, infatti, nel lettore che è sempre stato, più che nello scrittore che è diventato, perché «leggere delle pagine che mi illuminano fa scattare delle scintille di felicità, che non arrivano quando leggo ciò che scrivo io». Il sé scrittore, invece, è legato alla cattura di un ricordo, alla rilettura di una storia passata che «non sta ferma a farsi raccontare, che si agita, che scappa da tutte le parti», di cui coglierne la vitalità prima che sfugga.

Si sente in continuità con chi era quando studiava l’ebraico antico, da autodidatta e da non credente, curioso dell’antico testamento in quanto testo tramandato, in cui «le parole fanno succedere le cose» e la divinità crea il mondo a partire dalla parola pronunciata.

In quanto parte di una generazione rivoluzionaria, Erri De Luca è portatore del racconto della ribellione che ha caratterizzato il Novecento e che è stata esperienza portante nella sua vita multiforme. Il racconto di quegli anni vissuti in prima persona è al centro del suo ultimo romanzo, Impossibile che racconta la storia di una coincidenza e che è il 5 settembre 2019.

Il romanzo racconta di un uomo che – a differenza dell’autore, che ha abbracciato la protesta pubblica, nelle piazze – ha abbracciato la rivoluzione clandestina e ne ha pagato il prezzo, poiché denunciato da un compagno in cambio di uno sconto di pena. Nella storia, il denunciato e il denunciatore «coincidono in un punto»: un sentiero per camosci e bracconieri, in montagna; un posto in cui, quando c’è stato in prima persona, ha pensato al pericolo di un incidente.

L’incidente accade nella storia, tra il denunciato e il denunciatore, che a distanza di anni vivono una coincidenza fatale che insospettisce un magistrato e da cui il denunciato, ormai imputato di aver vendicato la sua rabbia per il tradimento subito è costretto a difendersi.

La storia diventa quindi un dialogo tra il magistrato, che prima chiede per ottenere conferma in ciò che crede di sapere (petere) e poi, di fronte al racconto dell’uomo, si trova a chiedere per conoscere (querere), per saperne di più del passato di quell’uomo apparentemente colpevole di una coincidenza. Le due accezioni latine di domandare richiamate dall’autore si intrecciano e permettono di fare emergere nel racconto la forza degli eventi casuali che sembrano impossibili, ma che, nell’atto di accadere, diventano inesorabili, costretti ad accadere.

Erri De Luca evidenzia la presenza di uno «sciame di coincidenze» che caratterizza la storia di ognuno, che alcuni giustificano con la credenza in un disegno divino, altri non notano nemmeno e altri ancora avvertono solo in alcune occasioni. Esse «sconfinano la normalità e modificano il presente», lo fanno ogni giorno e per ciascuno, dimostrando che le cose impossibili in realtà accadono di continuo.

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Di: Festivaletteratura 2019: Guida al programma http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2020/09/08/festivaletteratura-di-mantova/comment-page-8/#comment-1500346 Festivaletteratura 2019: Guida al programma Wed, 04 Sep 2019 17:14:31 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4242#comment-1500346 POESIA E OLTRE Festivaletteratura rinnova la sua costante attenzione verso la parola poetica attraverso un programma che vedrà tra le presenze internazionali – oltre al già ricordato Wole Soyinka (ev. 135) – il ritorno del premio Pulitzer Philip Schultz (ev. 101), a cui si aggiungerà una serie di incontri con alcuni degli autori più significativi nel panorama della poesia italiana contemporanea: Chandra Livia Candiani (ev. 163), Anna Maria Farabbi (ev. 26), Umberto Fiori (ev. 88), Antonio Prete (ev. 188), Patrizia Valduga (ev. 50). Al centro dell’intervento di Giorgio Agamben (ev. 9) sarà l’attualità della tensione tra dialetto e italiano nella lingua poetica del XXI secolo, a fronte di una rinnovata attenzione editoriale verso i poeti dialettali classici e contemporanei. Un “secondo tempo” di Voci dal Novecento – testimonianza corale su alcuni poeti italiani del secolo scorso troppo rapidamente dimenticati – si terrà al Conservatorio “Campiani” dopo il successo incontrato a Festivaletteratura 2018. Non mancheranno le esondazioni della poesia in territori artistici confinanti, quasi a testarne la vera forza espressiva. In Ultima Poesia, performance multiestetica per quattro poeti e un musicista, Tommaso Di Dio, Giuseppe Nibali, Damiano Scaramella e Fabrizio Sinisi (ev. 217) contamineranno i propri versi con le arti visive, l’esercizio critico, il cinema, la sonorità musicale. Mimmo Borrelli (ev. 21, 44), autore di un teatro di poesia, porterà al Festival Napucalisse, un oratorio laico che canta una Napoli innocente e dannata attraverso una lingua nuova, fatta di mare e di fuoco. - TEATRO E ALTRI SPETTACOLI La ricerca intorno alla pratica drammaturgica proseguirà con scrittura in scena, la serie d’incontri condotti da Magdalena Barile che vedrà quest’anno la partecipazione di Mimmo Borrelli (ev. 44) e di Chiara Lagani (ev. 165) dei Fanny & Alexander. A prosecuzione del dialogo sul proprio lavoro, Borrelli e Lagani terranno ciascuno un breve laboratorio di avvicinamento teatrale al testo letterario, per far sperimentare al pubblico un’inconsueta modalità di relazione alla pagina scritta capace di scardinare le normali abitudini di lettura. Fanny & Alexander porteranno al Festival Se questo è Levi, performance/reading itinerante in tre momenti che si propone come testimonianza “in presenza” dell’attualità di Primo Levi, grazie allo straordinario lavoro di immedesimazione dell’attore Andrea Argentieri. Un altro omaggio attraverso il teatro è quello riservato ad Alberto Moravia con La donna leopardo, un collage di testi moraviani e non solo risalenti agli ultimi anni della vita dello scrittore romano recitati da Michela Cescon (ev. 69) e cuciti insieme dalla narrazione di Lorenzo Pavolini (ev. 36, 69, 96). Tre gli spettacoli scelti per il pubblico dei ragazzi: Lupi, tenera storia sulla cattiveria e la ferocia di e con Roberto Abbiati (ev. 214) e Johannes Schlosser; Leo delle meraviglie, una festa di compleanno per Leonardo da Vinci pensata dai Drammatico Vegetale (ev. 154); Alzati, Martin, un’inedita pièce di Roberto Piumini (ev. 113) su Martin Luther King che debutterà proprio a Festivaletteratura. Cortocircuiti tra letteratura, musica e creatività variamente intesa, i bonus track tornano sui palchi di Festivaletteratura con nuovi protagonisti: Frankie hi-nrg mc, tra i capostipiti del rap italiano, dialogherà con Federico Taddia e Antonio Dikele Distefano (ev. 84), scrittore che al rap deve moltissimo; Vittorio Brumotti parlerà con Davide Longo (ev. 100) di pericoli e sfide; Francesco De Carlo, attore-autore di stand-up comedy, cercherà di definire con Francesco Abate (ev. 185) una sorta di scala Mercalli della comicità. Un filo musicale lega alcune delle altre proposte di spettacolo al Festival: Muro, io ti mangio!, percorso botanico da palcoscenico con letture e musiche è ideato da Carlo Bava e Maria Cristina Pasquali (ev. 65); la serata “da conigli” di Marco Presta (ev. 19) accompagnato da Max Paiella e Attilio Di Giovanni alla chitarra e alla tastiera. - PAGINE NASCOSTE Pagine Nascoste proporrà anche quest’anno il meglio della produzione di documentari dedicati a scrittori, libri e altre curiosità letterarie. Nel cartellone delle proiezioni previste al Cinema Oberdan (qui l’elenco completo dei film) spiccano The Miracle of the Little Prince, celebrazione del libro di Antoine de Saint-Exupéry attraverso i suoi traduttori in alcune delle lingue più rare al mondo; Worlds of Ursula K. Le Guin dedicato alla grande autrice di fantascienza recentemente scomparsa; The Invented Biography biografia immaginaria di Roberto Bolaño costruita sui luoghi dei suoi romanzi e racconti. I film di Pagine Nascoste partiranno come sempre in tour a conclusione del Festival, e potranno essere richiesti per proiezioni pubbliche in tutta Italia. - ARCHIVIO 10 ANNI Festivaletteratura festeggerà quest’anno i 10 anni di attività del suo Archivio, pubblicando per l’occasione l’Archivio Enigmistico, sedici pagine di cruciverba, sciarade, rebus, anagrammi e altri giochi risolvibili unicamente attraverso una conoscenza puntuale di tutto quello che è accaduto nelle ventidue trascorse edizioni. Per risolvere gli enigmi, oltre a cercare suggerimenti durante le code, sarà possibile ricorrere al nuovo sito web dell’Archivio, facilmente consultabile anche attraverso cellulare. Grazie alle nuove maschere di ricerca, sarà più facile effettuare esplorazioni a tappeto su autori, luoghi, eventi e temi del Festival dal 1997 a oggi. Chi invece preferisce giocare in squadra non potrà mancare alla pirotecnica serata quiz condotta da Patrizio Roversi (qui), con giochi su audio, video e foto conservati in archivio. POESIA E OLTRE

Festivaletteratura rinnova la sua costante attenzione verso la parola poetica attraverso un programma che vedrà tra le presenze internazionali – oltre al già ricordato Wole Soyinka (ev. 135) – il ritorno del premio Pulitzer Philip Schultz (ev. 101), a cui si aggiungerà una serie di incontri con alcuni degli autori più significativi nel panorama della poesia italiana contemporanea: Chandra Livia Candiani (ev. 163), Anna Maria Farabbi (ev. 26), Umberto Fiori (ev. 88), Antonio Prete (ev. 188), Patrizia Valduga (ev. 50). Al centro dell’intervento di Giorgio Agamben (ev. 9) sarà l’attualità della tensione tra dialetto e italiano nella lingua poetica del XXI secolo, a fronte di una rinnovata attenzione editoriale verso i poeti dialettali classici e contemporanei. Un “secondo tempo” di Voci dal Novecento – testimonianza corale su alcuni poeti italiani del secolo scorso troppo rapidamente dimenticati – si terrà al Conservatorio “Campiani” dopo il successo incontrato a Festivaletteratura 2018.

Non mancheranno le esondazioni della poesia in territori artistici confinanti, quasi a testarne la vera forza espressiva. In Ultima Poesia, performance multiestetica per quattro poeti e un musicista, Tommaso Di Dio, Giuseppe Nibali, Damiano Scaramella e Fabrizio Sinisi (ev. 217) contamineranno i propri versi con le arti visive, l’esercizio critico, il cinema, la sonorità musicale. Mimmo Borrelli (ev. 21, 44), autore di un teatro di poesia, porterà al Festival Napucalisse, un oratorio laico che canta una Napoli innocente e dannata attraverso una lingua nuova, fatta di mare e di fuoco.

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TEATRO E ALTRI SPETTACOLI

La ricerca intorno alla pratica drammaturgica proseguirà con scrittura in scena, la serie d’incontri condotti da Magdalena Barile che vedrà quest’anno la partecipazione di Mimmo Borrelli (ev. 44) e di Chiara Lagani (ev. 165) dei Fanny & Alexander. A prosecuzione del dialogo sul proprio lavoro, Borrelli e Lagani terranno ciascuno un breve laboratorio di avvicinamento teatrale al testo letterario, per far sperimentare al pubblico un’inconsueta modalità di relazione alla pagina scritta capace di scardinare le normali abitudini di lettura.

Fanny & Alexander porteranno al Festival Se questo è Levi, performance/reading itinerante in tre momenti che si propone come testimonianza “in presenza” dell’attualità di Primo Levi, grazie allo straordinario lavoro di immedesimazione dell’attore Andrea Argentieri. Un altro omaggio attraverso il teatro è quello riservato ad Alberto Moravia con La donna leopardo, un collage di testi moraviani e non solo risalenti agli ultimi anni della vita dello scrittore romano recitati da Michela Cescon (ev. 69) e cuciti insieme dalla narrazione di Lorenzo Pavolini (ev. 36, 69, 96). Tre gli spettacoli scelti per il pubblico dei ragazzi: Lupi, tenera storia sulla cattiveria e la ferocia di e con Roberto Abbiati (ev. 214) e Johannes Schlosser; Leo delle meraviglie, una festa di compleanno per Leonardo da Vinci pensata dai Drammatico Vegetale (ev. 154); Alzati, Martin, un’inedita pièce di Roberto Piumini (ev. 113) su Martin Luther King che debutterà proprio a Festivaletteratura.

Cortocircuiti tra letteratura, musica e creatività variamente intesa, i bonus track tornano sui palchi di Festivaletteratura con nuovi protagonisti: Frankie hi-nrg mc, tra i capostipiti del rap italiano, dialogherà con Federico Taddia e Antonio Dikele Distefano (ev. 84), scrittore che al rap deve moltissimo; Vittorio Brumotti parlerà con Davide Longo (ev. 100) di pericoli e sfide; Francesco De Carlo, attore-autore di stand-up comedy, cercherà di definire con Francesco Abate (ev. 185) una sorta di scala Mercalli della comicità.

Un filo musicale lega alcune delle altre proposte di spettacolo al Festival: Muro, io ti mangio!, percorso botanico da palcoscenico con letture e musiche è ideato da Carlo Bava e Maria Cristina Pasquali (ev. 65); la serata “da conigli” di Marco Presta (ev. 19) accompagnato da Max Paiella e Attilio Di Giovanni alla chitarra e alla tastiera.

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PAGINE NASCOSTE

Pagine Nascoste proporrà anche quest’anno il meglio della produzione di documentari dedicati a scrittori, libri e altre curiosità letterarie. Nel cartellone delle proiezioni previste al Cinema Oberdan (qui l’elenco completo dei film) spiccano The Miracle of the Little Prince, celebrazione del libro di Antoine de Saint-Exupéry attraverso i suoi traduttori in alcune delle lingue più rare al mondo; Worlds of Ursula K. Le Guin dedicato alla grande autrice di fantascienza recentemente scomparsa; The Invented Biography biografia immaginaria di Roberto Bolaño costruita sui luoghi dei suoi romanzi e racconti. I film di Pagine Nascoste partiranno come sempre in tour a conclusione del Festival, e potranno essere richiesti per proiezioni pubbliche in tutta Italia.

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ARCHIVIO 10 ANNI

Festivaletteratura festeggerà quest’anno i 10 anni di attività del suo Archivio, pubblicando per l’occasione l’Archivio Enigmistico, sedici pagine di cruciverba, sciarade, rebus, anagrammi e altri giochi risolvibili unicamente attraverso una conoscenza puntuale di tutto quello che è accaduto nelle ventidue trascorse edizioni. Per risolvere gli enigmi, oltre a cercare suggerimenti durante le code, sarà possibile ricorrere al nuovo sito web dell’Archivio, facilmente consultabile anche attraverso cellulare. Grazie alle nuove maschere di ricerca, sarà più facile effettuare esplorazioni a tappeto su autori, luoghi, eventi e temi del Festival dal 1997 a oggi. Chi invece preferisce giocare in squadra non potrà mancare alla pirotecnica serata quiz condotta da Patrizio Roversi (qui), con giochi su audio, video e foto conservati in archivio.

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Di: Festivaletteratura 2019: Guida al programma http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2020/09/08/festivaletteratura-di-mantova/comment-page-8/#comment-1500345 Festivaletteratura 2019: Guida al programma Wed, 04 Sep 2019 17:14:04 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4242#comment-1500345 UN FESTIVAL ADOLESCENTE Sempre più protagonisti del Festival grazie a Read On – il progetto sostenuto dal programma Creative Europe dell’Unione Europea (www.readon.eu) – i ragazzi troveranno nuovi punti di riferimento all’interno della mappa di Festivaletteratura. Il Chiostro del Museo Diocesano si trasformerà in uno spazio eventi orientato agli adolescenti, con un programma di appuntamenti che – tenendo le porte aperte agli adulti – accoglierà proposte e indicazioni raccolte grazie a Read On durante il corso dell’anno. Tra gli ospiti internazionali più attesi segnaliamo la svedese Frida Nilsson (ev. 81), Annette Herzog (ev. 137) e Rasmus Bregnhøi (ev. 137), rispettivamente autrice e illustratore di tumultuose storie d’amore, e ancora Meg Wolitzer che con Marco Magnone (ev. 48) parlerà del complicato passaggio verso l’età adulta. Nell’ambito del fumetto, si inseriscono in questo spazio il messicano Tony Sandoval, autore di graphic novel perennemente in bilico tra il gotico e il fantastico, e il bolognese Lorenzo Ghetti (ev. 146), giovane sperimentatore di generi e di formati. Luigi Ballerini e Marco Dotti (ev. 191) terranno un incontro sull’uso del denaro e il significato del lavoro tra i giovanissimi; Gigliola Alvisi e Francesco Cavalli con il musicista Stefano Boccafoglia (ev. 14) rievocheranno la figura di Ilaria Alpi in un pomeriggio di letture e musica per sottolineare la necessità di non dimenticare, mentre scrittura, produzione e percezione delle serie televisive verranno scandagliate in due incontri che vedranno la partecipazione di alcuni dei più affermati sceneggiatori ed esperti del settore. Al Diocesano si terranno inoltre tutti gli incontri targati Read On: la striscia di interviste di blurandevù (con Licia Troisi (qui), Ghemon (qui), Lella Costa (qui) e Nicolas Mathieu (qui)); la votazione finale di Anthology!2019 – dedicata all’amore – con la partecipazione speciale di Alberto Manguel e Chiara Valerio (ev. 90); l’evento clou di Fanfiction lab alla presenza di Jonathan Stroud (ev. 162), che per l’occasione ha messo a disposizione dei suoi giovani fan la saga di Bartimeus; la “premiazione” dei migliori lavori di My Life in Strips 2019; e ancora il dialogo intergenerazionale e interculturale tra Anna Osei, Elisa Macellari ed Elvira Mujčić (ev. 4) per Passports, e un’indagine su come i libri per adolescenti possano fare da ponte tra ragazzi e adulti a casa, a scuola e in biblioteca coordinata da Giuliana Facchini e Davide Longo (ev. 174). Al Consorzio di Bonifica di piazza Broletto aprirà Read On Station, uno spazio a metà tra centro di attività e pista di prova per chi è interessato al progetto e in generale agli eventi rivolti agli under 20. Con l’aiuto dei volontari dell’assistenza Read On, i ragazzi potranno immediatamente partecipare a Book Review, Fanfiction Lab e molte altre attività che passano attraverso il sito readon.eu. Alla Read On Station si insedieranno inoltre la centrale operativa di Blurandevù e del laboratorio EU Dreamers di Passports, in cui una redazione di giovani volontari coordinati da Veronica Fernandes ed Esperance Ripanti (qui) sarà chiamata a interrogarsi su come sarà l’Europa del futuro, coinvolgendo gli autori presenti al Festival attraverso brevi interviste. Read On Station ospiterà anche diversi laboratori e attività gratuiti, come la Fabbrica delle strisce di My Life in Strips (workshop condotti da quattro fumettisti e illustratori presenti al Festival: Elisa Macellari (qui), Lorenzo Ghetti (qui), Steven Guarnaccia (qui) e Vanna Vinci (qui)); i corsi di recensioni web Diredilibri tenuti da Chiara Valerio (qui), Matteo Biagi (qui) e Giuliana Facchini (qui); nonché il Save My Story live, in cui Marco Magnone (qui) coinvolgerà i giovani lettori per sbrogliare la matassa di una storia a cui sta lavorando. Read On Station ospiterà anche una biblioteca con i libri preferiti dai ragazzi che hanno partecipato ad Anthology e a Read More. Nello stesso spazio sarà attivo un info-point sulle attività di Read On rivolto a insegnanti, bibliotecari e tutti coloro che lavorano tra libri e ragazzi. - I BAMBINI ALLA CASA DEL MANTEGNA Bambini e famiglie tornano ad occupare la Casa del Mantegna. Stanze, cortili e giardini della splendida dimora quattrocentesca del pittore padovano ospiteranno anche quest’anno – dal mattino fino a notte inoltrata – incontri, laboratori, letture e altre fantasie pensati per il pubblico che va dagli zero ai 12 anni e ai genitori. Un’area relax per chiacchiere, giochi in libertà tra un appuntamento e l’altro e una libreria dedicata ai più piccoli renderanno questo spazio al tempo stesso un unicum nella città del Festival e la realizzazione più compiuta dello spirito di festa, della voglia di sperimentare, della curiosità incontenibile che caratterizza tutta la manifestazione. Alla tenda del giardino sono attesi alcuni dei più popolari autori per l’infanzia: primo tra tutti Huck Scarry (ev. 161, 220), che nel centenario della nascita del padre Richard porterà a Mantova Zigo Zago, il gatto Sandrino, Mamma Orsa e tutti gli altri personaggi adorati da generazioni di bambini; e ancora lo scrittore e maestro americano Andrew Clements (ev. 104, 149), la svedese Frida Nilsson (ev. 43), autrice di storie strampalate e piene di umorismo. Roberto Piumini (ev. 28) racconterà il suo don Chisciotte, mentre Vanna Vinci (ev. 207) condurrà i piccoli spettatori alla scoperta dei dinosauri che si nascondono nelle strade di Mantova. Di lupi si troveranno a parlare Giuseppe Festa (ev. 52) e Mario Ferraguti (ev. 133), Telmo Pievani (ev. 94) e Andrea Vico (ev. 172) dei segreti delle piante, Marco Magnone e Stefano Tofani (ev. 54) della difficile arte di diventare grandi; Simona Gallerani, Edwige Pezzulli, Tullia Sbarrato, Raffaella Schneider e Rosa Valiante (ev. 172) delle origini dell’universo e della comparsa dei primi buchi neri. Nelle stanze interne alla Casa del Mantegna carta bianca – e matite colorate – all’immaginazione di artisti e illustratori: Giacomo Agnetti (ev. 133), Rasmus Bregnhøi (ev. 105), Vittoria Facchini (ev. 5, 22, 39), Sarah Mazzetti (qui) (autrice della copertina del programma del Festival 2019), Andrea Musso (ev. 167, 197), gli ucraini Andriy Lesiv e Romana Romanyshyn (ev. 148, 194) si lanceranno in arditissime creazioni confidando nella complicità dei bambini. Tra filosofia e arte si collocherà il laboratorio pensato dai Ludosofici (ev. 75, 87), mentre Laura Bonalumi (ev. 98, 134), Paola Caridi (ev. 114), Susanna Mattiangeli (ev. 156, 208) ed Emanuela Nava (ev. 218) cercheranno con nuovi racconti di soddisfare l’inesauribile desiderio di ascoltare storie dei bambini. In questo senso, al già ricchissimo programma di appuntamenti della Casa del Mantegna verrà aggiunto un ciclo serale d’incontri dedicato alla fiaba: Pino Costalunga (ev. 120), Dario Moretti (ev. 180) e Giusi Quarenghi (ev. 64) ripescheranno favole più o meno note, divertenti e paurose dalla tradizione popolare albanese, dalle raccolte “classiche” e dai libri della Bibbia. Al primo piano si rimetterà in moto la giostra di Girotondo con nuove, luccicanti attrazioni. Il percorso ludico pensato per accendere la curiosità di bambini e genitori e mettere alla prova le loro abilità manuali e d’ingegno quest’anno vedrà impegnati Giacomo Agnetti , Alessio D’Ellena, Steven Guarnaccia, i Ludosofici, Susanna Mattiangeli, Sarah Mazzetti e la coppia Andriy Lesiv/Romana Romanyshyn. Come d’abitudine, Girotondo sarà accessibile in completa autonomia per tutta la durata del Festival, e il prezioso libretto di istruzioni consegnato all’ingresso darà indicazioni su come continuare a giocare una volta tornati a casa. UN FESTIVAL ADOLESCENTE

Sempre più protagonisti del Festival grazie a Read On – il progetto sostenuto dal programma Creative Europe dell’Unione Europea (www.readon.eu) – i ragazzi troveranno nuovi punti di riferimento all’interno della mappa di Festivaletteratura. Il Chiostro del Museo Diocesano si trasformerà in uno spazio eventi orientato agli adolescenti, con un programma di appuntamenti che – tenendo le porte aperte agli adulti – accoglierà proposte e indicazioni raccolte grazie a Read On durante il corso dell’anno. Tra gli ospiti internazionali più attesi segnaliamo la svedese Frida Nilsson (ev. 81), Annette Herzog (ev. 137) e Rasmus Bregnhøi (ev. 137), rispettivamente autrice e illustratore di tumultuose storie d’amore, e ancora Meg Wolitzer che con Marco Magnone (ev. 48) parlerà del complicato passaggio verso l’età adulta. Nell’ambito del fumetto, si inseriscono in questo spazio il messicano Tony Sandoval, autore di graphic novel perennemente in bilico tra il gotico e il fantastico, e il bolognese Lorenzo Ghetti (ev. 146), giovane sperimentatore di generi e di formati. Luigi Ballerini e Marco Dotti (ev. 191) terranno un incontro sull’uso del denaro e il significato del lavoro tra i giovanissimi; Gigliola Alvisi e Francesco Cavalli con il musicista Stefano Boccafoglia (ev. 14) rievocheranno la figura di Ilaria Alpi in un pomeriggio di letture e musica per sottolineare la necessità di non dimenticare, mentre scrittura, produzione e percezione delle serie televisive verranno scandagliate in due incontri che vedranno la partecipazione di alcuni dei più affermati sceneggiatori ed esperti del settore.

Al Diocesano si terranno inoltre tutti gli incontri targati Read On: la striscia di interviste di blurandevù (con Licia Troisi (qui), Ghemon (qui), Lella Costa (qui) e Nicolas Mathieu (qui)); la votazione finale di Anthology!2019 – dedicata all’amore – con la partecipazione speciale di Alberto Manguel e Chiara Valerio (ev. 90); l’evento clou di Fanfiction lab alla presenza di Jonathan Stroud (ev. 162), che per l’occasione ha messo a disposizione dei suoi giovani fan la saga di Bartimeus; la “premiazione” dei migliori lavori di My Life in Strips 2019; e ancora il dialogo intergenerazionale e interculturale tra Anna Osei, Elisa Macellari ed Elvira Mujčić (ev. 4) per Passports, e un’indagine su come i libri per adolescenti possano fare da ponte tra ragazzi e adulti a casa, a scuola e in biblioteca coordinata da Giuliana Facchini e Davide Longo (ev. 174).

Al Consorzio di Bonifica di piazza Broletto aprirà Read On Station, uno spazio a metà tra centro di attività e pista di prova per chi è interessato al progetto e in generale agli eventi rivolti agli under 20. Con l’aiuto dei volontari dell’assistenza Read On, i ragazzi potranno immediatamente partecipare a Book Review, Fanfiction Lab e molte altre attività che passano attraverso il sito readon.eu. Alla Read On Station si insedieranno inoltre la centrale operativa di Blurandevù e del laboratorio EU Dreamers di Passports, in cui una redazione di giovani volontari coordinati da Veronica Fernandes ed Esperance Ripanti (qui) sarà chiamata a interrogarsi su come sarà l’Europa del futuro, coinvolgendo gli autori presenti al Festival attraverso brevi interviste. Read On Station ospiterà anche diversi laboratori e attività gratuiti, come la Fabbrica delle strisce di My Life in Strips (workshop condotti da quattro fumettisti e illustratori presenti al Festival: Elisa Macellari (qui), Lorenzo Ghetti (qui), Steven Guarnaccia (qui) e Vanna Vinci (qui)); i corsi di recensioni web Diredilibri tenuti da Chiara Valerio (qui), Matteo Biagi (qui) e Giuliana Facchini (qui); nonché il Save My Story live, in cui Marco Magnone (qui) coinvolgerà i giovani lettori per sbrogliare la matassa di una storia a cui sta lavorando. Read On Station ospiterà anche una biblioteca con i libri preferiti dai ragazzi che hanno partecipato ad Anthology e a Read More. Nello stesso spazio sarà attivo un info-point sulle attività di Read On rivolto a insegnanti, bibliotecari e tutti coloro che lavorano tra libri e ragazzi.

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I BAMBINI ALLA CASA DEL MANTEGNA

Bambini e famiglie tornano ad occupare la Casa del Mantegna. Stanze, cortili e giardini della splendida dimora quattrocentesca del pittore padovano ospiteranno anche quest’anno – dal mattino fino a notte inoltrata – incontri, laboratori, letture e altre fantasie pensati per il pubblico che va dagli zero ai 12 anni e ai genitori. Un’area relax per chiacchiere, giochi in libertà tra un appuntamento e l’altro e una libreria dedicata ai più piccoli renderanno questo spazio al tempo stesso un unicum nella città del Festival e la realizzazione più compiuta dello spirito di festa, della voglia di sperimentare, della curiosità incontenibile che caratterizza tutta la manifestazione.

Alla tenda del giardino sono attesi alcuni dei più popolari autori per l’infanzia: primo tra tutti Huck Scarry (ev. 161, 220), che nel centenario della nascita del padre Richard porterà a Mantova Zigo Zago, il gatto Sandrino, Mamma Orsa e tutti gli altri personaggi adorati da generazioni di bambini; e ancora lo scrittore e maestro americano Andrew Clements (ev. 104, 149), la svedese Frida Nilsson (ev. 43), autrice di storie strampalate e piene di umorismo. Roberto Piumini (ev. 28) racconterà il suo don Chisciotte, mentre Vanna Vinci (ev. 207) condurrà i piccoli spettatori alla scoperta dei dinosauri che si nascondono nelle strade di Mantova. Di lupi si troveranno a parlare Giuseppe Festa (ev. 52) e Mario Ferraguti (ev. 133), Telmo Pievani (ev. 94) e Andrea Vico (ev. 172) dei segreti delle piante, Marco Magnone e Stefano Tofani (ev. 54) della difficile arte di diventare grandi; Simona Gallerani, Edwige Pezzulli, Tullia Sbarrato, Raffaella Schneider e Rosa Valiante (ev. 172) delle origini dell’universo e della comparsa dei primi buchi neri.

Nelle stanze interne alla Casa del Mantegna carta bianca – e matite colorate – all’immaginazione di artisti e illustratori: Giacomo Agnetti (ev. 133), Rasmus Bregnhøi (ev. 105), Vittoria Facchini (ev. 5, 22, 39), Sarah Mazzetti (qui) (autrice della copertina del programma del Festival 2019), Andrea Musso (ev. 167, 197), gli ucraini Andriy Lesiv e Romana Romanyshyn (ev. 148, 194) si lanceranno in arditissime creazioni confidando nella complicità dei bambini. Tra filosofia e arte si collocherà il laboratorio pensato dai Ludosofici (ev. 75, 87), mentre Laura Bonalumi (ev. 98, 134), Paola Caridi (ev. 114), Susanna Mattiangeli (ev. 156, 208) ed Emanuela Nava (ev. 218) cercheranno con nuovi racconti di soddisfare l’inesauribile desiderio di ascoltare storie dei bambini. In questo senso, al già ricchissimo programma di appuntamenti della Casa del Mantegna verrà aggiunto un ciclo serale d’incontri dedicato alla fiaba: Pino Costalunga (ev. 120), Dario Moretti (ev. 180) e Giusi Quarenghi (ev. 64) ripescheranno favole più o meno note, divertenti e paurose dalla tradizione popolare albanese, dalle raccolte “classiche” e dai libri della Bibbia.

Al primo piano si rimetterà in moto la giostra di Girotondo con nuove, luccicanti attrazioni. Il percorso ludico pensato per accendere la curiosità di bambini e genitori e mettere alla prova le loro abilità manuali e d’ingegno quest’anno vedrà impegnati Giacomo Agnetti , Alessio D’Ellena, Steven Guarnaccia, i Ludosofici, Susanna Mattiangeli, Sarah Mazzetti e la coppia Andriy Lesiv/Romana Romanyshyn. Come d’abitudine, Girotondo sarà accessibile in completa autonomia per tutta la durata del Festival, e il prezioso libretto di istruzioni consegnato all’ingresso darà indicazioni su come continuare a giocare una volta tornati a casa.

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Di: Festivaletteratura 2019: Guida al programma http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2020/09/08/festivaletteratura-di-mantova/comment-page-8/#comment-1500344 Festivaletteratura 2019: Guida al programma Wed, 04 Sep 2019 17:13:29 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4242#comment-1500344 LAVAGNE TRA SCIENZA E SPORT Nello spazio totalmente analogico delle lavagne – tradizionalmente dedicato alla divulgazione scientifica en plein air – Festivaletteratura ospiterà quest’anno una serie di lezioni dedicate agli algoritmi e al machine learning: Mattia Galeotti (qui), Carlotta Orsenigo (qui), Marco Gori (qui) e Dino Pedreschi (qui) ne spiegheranno non solo i principi di base ma anche le enormi potenzialità e i sorprendenti limiti, nonché le dirompenti ricadute sulla nostra quotidianità. Nell’ambito delle scienze applicate si possono forse collocare invece le lavagne dedicate alla tattica sportiva: Emanuele Atturo (qui), Emiliano Battazzi (qui), Daniele Morrone (qui) e Marco Pastonesi (qui) ci parleranno di alcune delle più importanti innovazioni di schemi e concezioni di gioco che hanno rivoluzionato discipline come il tennis, il calcio, il basket e il rugby. Ma lo sport al Festival vivrà anche di grandi storie: l’ultimo anno della vita di Fausto Coppi, raccontato da Marco Pastonesi e dall’organetto di Alessandro d’Alessandro (ev. 57); le quotidiane abitudini dei campioni del tennis celebrati da Matteo Codignola (ev. 121); le corse in alta quota seguite da Simone Sarasso (ev. 15); le incredibili imprese dei soldati italiani nei campi di prigionia in Sudafrica durante la seconda guerra mondiale ricordate da Carlo Annese e Federico Buffa (ev. 186); o ancora quelle collezionate da un testimone d’eccezione come Alex Zanardi (ev. 117) per dare risalto ai valori dello sport senza eccessi retorici. - PER UN MUSEO DELLA LINGUA ITALIANA Lo sport, la scienza, l’arte, la storia, la radio, la moda e ovviamente la letteratura saranno chiamati a mobilitarsi in prima persona per un’ambiziosa e indifferibile impresa culturale: la nascita di un museo della lingua italiana. Un progetto mai tentato fino ad oggi che, secondo il disegno di Giuseppe Antonelli, dovrebbe realizzarsi come un percorso espositivo di oggetti – libri, iscrizioni, sculture, raffigurazioni pittoriche, materiali multimediali, ma anche abiti, mezzi di locomozione, strumenti di lavoro, apparecchiature tecnologiche, oggetti d’uso comune – che rimandano a un momento particolare o a una vicenda significativa della nostra storia linguistica. In occasione della presentazione del programma del Festival prevista a luglio, Antonelli illustrerà l’idea del museo e il piano d’azione che dovrebbe portare alla creazione della sua futura collezione. Tutta la comunità del Festival sarà invitata a suggerire o a donare pezzi per il costituendo museo, segnalando attraverso le apposite schede che saranno in distribuzione durante la manifestazione gli oggetti che si riterranno imprescindibili per la raccolta. Durante i giorni della manifestazione scrittori ed esperti chiamati a rappresentare le arti, le scienze e i più disparati settori della vita sociale e culturale (Claudio Bartocci, Giovanni Bietti, Lina Bolzoni, Massimo Cirri, Lella Costa, Anna Ottani Cavina, Elvira Seminara e Alessandro Vanoli) manifesteranno ufficialmente il proprio sostegno, conversando con Antonelli su invenzioni, scambi, metafore, interazioni varie intercorse tra il linguaggio usato nel proprio ambito specifico e le parole di tutti, per mostrare come la lingua non sia un’armatura rigida ma un corpo vivente, che cresce ed evolve insieme a chi la usa. - LA LETTERATURA IN RIVISTA Coerentemente al lavoro di scouting, di ricerca di talenti emergenti nella letteratura e nell’arte, di monitoraggio di movimenti e tendenze creative in senso lato che Festivaletteratura persegue fin dai primi anni, prosegue con maggior vigore il rapporto avviato con le più innovative riviste cartacee e on-line che si sono affermate in questi ultimi anni in Italia e all’estero come palestre di innovazione culturale. John Freeman (ev. 143), già direttore di Granta e figura di riferimento nel mondo editoriale americano, parlerà al Festival di Freeman’s, la rivista da lui fondata nel 2015 che pubblica contributi e racconti di autori esordienti e di stelle di prima grandezza del firmamento letterario internazionale. In piazza Alberti torneranno gli incontri di pensieri in comunecon la rivendita temporanea di giornali italiani e stranieri curata da Edicola 518. Gli argomenti al centro dei dibattiti organizzati dalle redazioni di Cartography, Lezioni di anarchia, Polpettas, il Tascabile e l’Ultimo uomo saranno mappe e geografie, libertà e apprendimento, il racconto dell’artista, scrittura e minoranze, uomini e numeri nella narrazione sportiva. All’interno del programma degli accenti, la Balena Bianca aprirà una riflessione sulla climate fiction nel quadro della narrazione generale dei mutamenti ambientali insieme a Fabio Deotto (qui); mentre – ritornando agli anni ’70 – Angela Borghesi ripercorrerà insieme a Silvio Perrella (ev. 152) il caso emblematico degli interventi pubblicati sulle pagine culturali intorno alla Storia di Elsa Morante. Alla narrazione giornalistica verrà dedicato anche quest’anno Meglio di un romanzo, il progetto rivolto a giovani aspiranti reporter che desiderano andare oltre lo specchio deformante delle ultime notizie. I migliori progetti giornalistici che risponderanno al bando pubblicato sul sito di Festivaletteratura verranno valutati da giornalisti esperti di fronte al pubblico di piazza Alberti nel corso di alcune sedute di pitching coordinate da Christian Elia (qui). - VISIONI FOTOGRAFICHE Nel racconto giornalistico contemporaneo l’immagine rappresenta indubbiamente il mezzo più potente e insieme più utilizzato. La scelta di una descrizione meramente didascalica di un evento o ancor peggio di una composizione estetica che distoglie dalla comprensione di ciò che si fa vedere è spesso la soluzione più praticata da chi sta dietro la macchina fotografica. Guardare oltre la superficie, puntare l’obiettivo là dove si può trovare l’inizio di un racconto è invece la cifra etica e poetica di un fotogiornalismo che sta trovando sempre migliori interpreti a livello internazionale. Lorenzo Tugnoli (ev. 227), recente vincitore del premio Pulitzer e del World Press Photo, e Marco Gualazzini (ev. 182), per più di dieci anni impegnato in una ricerca fotografica che lo ha portato ad attraversare l’intero continente africano, parleranno della necessità di una fotografia vicina alle persone e alle situazioni che ritrae. Paolo Di Paolo – insieme alla figlia Silvia – (ev. 79) testimonierà invece di una stagione straordinaria del nostro giornalismo, di cui è stato diretto protagonista con la sua fotocamera, ritraendo per il Mondo la gente comune e i divi del cinema nell’Italia tra gli anni ’50 e ’60. Intorno a questi temi e al concetto di visione – secondo i punti di vista non sempre coincidenti di discipline e professioni vicine all’ambito fotografico – ruoterà La libellula e il ciclope, un dittico di appuntamenti a cura di Frammenti di fotografia e Giovanni Marozzini e coordinato da Michele Smargiassi con la partecipazione di Matteo Balduzzi, Giovanna Calvenzi (ev. 111), Francesco Cito e Francesco Faeta (ev. 171). - ALTRE IMMAGINI PER RACCONTARE Alle narrazioni per immagini è del resto dedicata ampia parte del programma di Festivaletteratura 2019. Il racconto a fumetti si è definitivamente affermato anche nel nostro Paese, conquistando l’attenzione di un pubblico di lettori che attraversa tutte le generazioni. A un indiscusso maestro del genere come Igort (ev. 202) – che tornerà a parlare dei suoi diari di viaggio giapponesi anche attraverso il film Manga Do inserito in Pagine Nascoste (vedi qui) –, si affiancheranno lo scozzese Tom Gauld (ev. 38), apprezzato per le sue strisce umoristiche pubblicate sul Guardian e sul New York Times, e autori come Lorenzo Ghetti (ev. 62), Nora Krug (ev. 70), Elisa Macellari (ev. 4) e Tony Sandoval (ev. 224) ricordati in altre sezioni di questa presentazione. Fuori dallo stretto ambito del fumetto Lorenzo Mattotti (ev. 7) racconterà il suo lavoro su La famosa invasione degli orsi in Sicilia per la realizzazione del film di animazione presentato a Cannes; Fausto Gilberti – con Davide Longo (ev. 196) – l’infinita e sorprendente serie di scambi, riscritture, ripensamenti che si nasconde dietro la creazione di un libro illustrato; Steven Guarnaccia – con Gabriele Monti (ev. 32) – la reinterpretazione in chiave dandy di una fiaba classica come I vestiti nuovi dell’imperatore. Yocci disegnerà i piatti più rinomati della tradizione culinaria giapponese seguendo le indicazioni di Aya Yamamoto e Patrizio Roversi (ev. 144); mentre restando in cucina – ma senza immagini – Miriam Camerini e Paolo Rumiz (ev. 93) illustreranno i precetti alimentari delle principali religioni. Andando agli interventi dedicati al mondo dell’arte, del design e dell’architettura, Anna Ottani Cavina (ev. 8) si concentrerà sulla felice stagione in cui le grandi mostre venivano a ridefinire valori e conoscenze, creando autentica sorpresa. Con uguale senso di meraviglia, Navid Kermani (ev. 72) proporrà un’inedita lettura dell’arte cristiana, che parte dalla disposizione alla visione propria di un musulmano. Due carriere non parallele all’interno del disegno industriale e della cultura di progetto saranno raccontate in prima persona da Alberto Meda (ev. 212) e Clino T. Castelli (ev. 56) con l’aiuto di Beppe Finessi (ev. 212) e Guido Musante (ev. 56); mentre Luca Molinari, nel suo percorso di esplorazione delle città-mondo, si occuperà di New York (con l’architetto Peter T. Lang e lo scrittore Salvatore Scibona (ev. 210)) e del Cairo (insieme alla giornalista Paola Caridi e al fotografo Filippo Romano (ev. 131)). LAVAGNE TRA SCIENZA E SPORT

Nello spazio totalmente analogico delle lavagne – tradizionalmente dedicato alla divulgazione scientifica en plein air – Festivaletteratura ospiterà quest’anno una serie di lezioni dedicate agli algoritmi e al machine learning: Mattia Galeotti (qui), Carlotta Orsenigo (qui), Marco Gori (qui) e Dino Pedreschi (qui) ne spiegheranno non solo i principi di base ma anche le enormi potenzialità e i sorprendenti limiti, nonché le dirompenti ricadute sulla nostra quotidianità. Nell’ambito delle scienze applicate si possono forse collocare invece le lavagne dedicate alla tattica sportiva: Emanuele Atturo (qui), Emiliano Battazzi (qui), Daniele Morrone (qui) e Marco Pastonesi (qui) ci parleranno di alcune delle più importanti innovazioni di schemi e concezioni di gioco che hanno rivoluzionato discipline come il tennis, il calcio, il basket e il rugby.

Ma lo sport al Festival vivrà anche di grandi storie: l’ultimo anno della vita di Fausto Coppi, raccontato da Marco Pastonesi e dall’organetto di Alessandro d’Alessandro (ev. 57); le quotidiane abitudini dei campioni del tennis celebrati da Matteo Codignola (ev. 121); le corse in alta quota seguite da Simone Sarasso (ev. 15); le incredibili imprese dei soldati italiani nei campi di prigionia in Sudafrica durante la seconda guerra mondiale ricordate da Carlo Annese e Federico Buffa (ev. 186); o ancora quelle collezionate da un testimone d’eccezione come Alex Zanardi (ev. 117) per dare risalto ai valori dello sport senza eccessi retorici.
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PER UN MUSEO DELLA LINGUA ITALIANA

Lo sport, la scienza, l’arte, la storia, la radio, la moda e ovviamente la letteratura saranno chiamati a mobilitarsi in prima persona per un’ambiziosa e indifferibile impresa culturale: la nascita di un museo della lingua italiana. Un progetto mai tentato fino ad oggi che, secondo il disegno di Giuseppe Antonelli, dovrebbe realizzarsi come un percorso espositivo di oggetti – libri, iscrizioni, sculture, raffigurazioni pittoriche, materiali multimediali, ma anche abiti, mezzi di locomozione, strumenti di lavoro, apparecchiature tecnologiche, oggetti d’uso comune – che rimandano a un momento particolare o a una vicenda significativa della nostra storia linguistica. In occasione della presentazione del programma del Festival prevista a luglio, Antonelli illustrerà l’idea del museo e il piano d’azione che dovrebbe portare alla creazione della sua futura collezione. Tutta la comunità del Festival sarà invitata a suggerire o a donare pezzi per il costituendo museo, segnalando attraverso le apposite schede che saranno in distribuzione durante la manifestazione gli oggetti che si riterranno imprescindibili per la raccolta. Durante i giorni della manifestazione scrittori ed esperti chiamati a rappresentare le arti, le scienze e i più disparati settori della vita sociale e culturale (Claudio Bartocci, Giovanni Bietti, Lina Bolzoni, Massimo Cirri, Lella Costa, Anna Ottani Cavina, Elvira Seminara e Alessandro Vanoli) manifesteranno ufficialmente il proprio sostegno, conversando con Antonelli su invenzioni, scambi, metafore, interazioni varie intercorse tra il linguaggio usato nel proprio ambito specifico e le parole di tutti, per mostrare come la lingua non sia un’armatura rigida ma un corpo vivente, che cresce ed evolve insieme a chi la usa.
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LA LETTERATURA IN RIVISTA

Coerentemente al lavoro di scouting, di ricerca di talenti emergenti nella letteratura e nell’arte, di monitoraggio di movimenti e tendenze creative in senso lato che Festivaletteratura persegue fin dai primi anni, prosegue con maggior vigore il rapporto avviato con le più innovative riviste cartacee e on-line che si sono affermate in questi ultimi anni in Italia e all’estero come palestre di innovazione culturale. John Freeman (ev. 143), già direttore di Granta e figura di riferimento nel mondo editoriale americano, parlerà al Festival di Freeman’s, la rivista da lui fondata nel 2015 che pubblica contributi e racconti di autori esordienti e di stelle di prima grandezza del firmamento letterario internazionale. In piazza Alberti torneranno gli incontri di pensieri in comunecon la rivendita temporanea di giornali italiani e stranieri curata da Edicola 518. Gli argomenti al centro dei dibattiti organizzati dalle redazioni di Cartography, Lezioni di anarchia, Polpettas, il Tascabile e l’Ultimo uomo saranno mappe e geografie, libertà e apprendimento, il racconto dell’artista, scrittura e minoranze, uomini e numeri nella narrazione sportiva. All’interno del programma degli accenti, la Balena Bianca aprirà una riflessione sulla climate fiction nel quadro della narrazione generale dei mutamenti ambientali insieme a Fabio Deotto (qui); mentre – ritornando agli anni ’70 – Angela Borghesi ripercorrerà insieme a Silvio Perrella (ev. 152) il caso emblematico degli interventi pubblicati sulle pagine culturali intorno alla Storia di Elsa Morante.

Alla narrazione giornalistica verrà dedicato anche quest’anno Meglio di un romanzo, il progetto rivolto a giovani aspiranti reporter che desiderano andare oltre lo specchio deformante delle ultime notizie. I migliori progetti giornalistici che risponderanno al bando pubblicato sul sito di Festivaletteratura verranno valutati da giornalisti esperti di fronte al pubblico di piazza Alberti nel corso di alcune sedute di pitching coordinate da Christian Elia (qui).

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VISIONI FOTOGRAFICHE

Nel racconto giornalistico contemporaneo l’immagine rappresenta indubbiamente il mezzo più potente e insieme più utilizzato. La scelta di una descrizione meramente didascalica di un evento o ancor peggio di una composizione estetica che distoglie dalla comprensione di ciò che si fa vedere è spesso la soluzione più praticata da chi sta dietro la macchina fotografica. Guardare oltre la superficie, puntare l’obiettivo là dove si può trovare l’inizio di un racconto è invece la cifra etica e poetica di un fotogiornalismo che sta trovando sempre migliori interpreti a livello internazionale. Lorenzo Tugnoli (ev. 227), recente vincitore del premio Pulitzer e del World Press Photo, e Marco Gualazzini (ev. 182), per più di dieci anni impegnato in una ricerca fotografica che lo ha portato ad attraversare l’intero continente africano, parleranno della necessità di una fotografia vicina alle persone e alle situazioni che ritrae. Paolo Di Paolo – insieme alla figlia Silvia – (ev. 79) testimonierà invece di una stagione straordinaria del nostro giornalismo, di cui è stato diretto protagonista con la sua fotocamera, ritraendo per il Mondo la gente comune e i divi del cinema nell’Italia tra gli anni ’50 e ’60. Intorno a questi temi e al concetto di visione – secondo i punti di vista non sempre coincidenti di discipline e professioni vicine all’ambito fotografico – ruoterà La libellula e il ciclope, un dittico di appuntamenti a cura di Frammenti di fotografia e Giovanni Marozzini e coordinato da Michele Smargiassi con la partecipazione di Matteo Balduzzi, Giovanna Calvenzi (ev. 111), Francesco Cito e Francesco Faeta (ev. 171).

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ALTRE IMMAGINI PER RACCONTARE

Alle narrazioni per immagini è del resto dedicata ampia parte del programma di Festivaletteratura 2019. Il racconto a fumetti si è definitivamente affermato anche nel nostro Paese, conquistando l’attenzione di un pubblico di lettori che attraversa tutte le generazioni. A un indiscusso maestro del genere come Igort (ev. 202) – che tornerà a parlare dei suoi diari di viaggio giapponesi anche attraverso il film Manga Do inserito in Pagine Nascoste (vedi qui) –, si affiancheranno lo scozzese Tom Gauld (ev. 38), apprezzato per le sue strisce umoristiche pubblicate sul Guardian e sul New York Times, e autori come Lorenzo Ghetti (ev. 62), Nora Krug (ev. 70), Elisa Macellari (ev. 4) e Tony Sandoval (ev. 224) ricordati in altre sezioni di questa presentazione. Fuori dallo stretto ambito del fumetto Lorenzo Mattotti (ev. 7) racconterà il suo lavoro su La famosa invasione degli orsi in Sicilia per la realizzazione del film di animazione presentato a Cannes; Fausto Gilberti – con Davide Longo (ev. 196) – l’infinita e sorprendente serie di scambi, riscritture, ripensamenti che si nasconde dietro la creazione di un libro illustrato; Steven Guarnaccia – con Gabriele Monti (ev. 32) – la reinterpretazione in chiave dandy di una fiaba classica come I vestiti nuovi dell’imperatore. Yocci disegnerà i piatti più rinomati della tradizione culinaria giapponese seguendo le indicazioni di Aya Yamamoto e Patrizio Roversi (ev. 144); mentre restando in cucina – ma senza immagini – Miriam Camerini e Paolo Rumiz (ev. 93) illustreranno i precetti alimentari delle principali religioni.

Andando agli interventi dedicati al mondo dell’arte, del design e dell’architettura, Anna Ottani Cavina (ev. 8) si concentrerà sulla felice stagione in cui le grandi mostre venivano a ridefinire valori e conoscenze, creando autentica sorpresa. Con uguale senso di meraviglia, Navid Kermani (ev. 72) proporrà un’inedita lettura dell’arte cristiana, che parte dalla disposizione alla visione propria di un musulmano. Due carriere non parallele all’interno del disegno industriale e della cultura di progetto saranno raccontate in prima persona da Alberto Meda (ev. 212) e Clino T. Castelli (ev. 56) con l’aiuto di Beppe Finessi (ev. 212) e Guido Musante (ev. 56); mentre Luca Molinari, nel suo percorso di esplorazione delle città-mondo, si occuperà di New York (con l’architetto Peter T. Lang e lo scrittore Salvatore Scibona (ev. 210)) e del Cairo (insieme alla giornalista Paola Caridi e al fotografo Filippo Romano (ev. 131)).

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Di: Festivaletteratura 2019: Guida al programma http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2020/09/08/festivaletteratura-di-mantova/comment-page-8/#comment-1500343 Festivaletteratura 2019: Guida al programma Wed, 04 Sep 2019 17:12:44 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4242#comment-1500343 LETTURA E ALTRE LETTURE Imprescindibile resta al Festival una riflessione sulla lettura e sui lettori. Maryanne Wolf (ev. 181) e Alberto Manguel (ev. 90) guarderanno ai cambiamenti dello statuto della lettura e alle conseguenze sulle nostre pratiche di apprendimento portate dalla rivoluzione digitale in corso; Lina Bolzoni (ev. 53) ricostruirà la nascita in età moderna della mitologia del lettore, in perenne dialogo con i suoi autori più amati; Gioele Dix (ev. 126) confesserà le sue passioni letterarie nascoste in un monologo sul palco di piazza Castello. A partire dall’esempio di Primo Levi, Gianrico Carofiglio, Massimo Gramellini e Arianna Porcelli Safonov, iniseme a Neri Marcorè (ev. 200), apriranno una riflessione sugli usi e gli abusi delle parole. Una biografia eccezionale che si intreccia alla storia editoriale del nostro Paese sarà quella raccontata da Daniel Vogelmann (ev. 107). - NUOVE ETICHE PER IL FUTURO Per superare il senso di disorientamento che pervade le società contemporanee e tornare a mettere il futuro al centro del nostro orizzonte servono nuove etiche e nuovi strumenti di pensiero capaci di scardinare logiche e sistemi di potere accettati come incontrovertibili. In questo senso filosofi, economisti e intellettuali di varia formazione indicheranno al Festival alcuni possibili percorsi, seppur parziali, per rimettere mano a paradigmi e categorie interpretative che ormai risultano inadeguati. Frédéric Gros, Donatella Di Cesare ed Elettra Stimilli (ev. 204) porteranno l’attenzione sulla necessità e il valore della disobbedienza; il sociologo Domenico De Masi (ev. 175) analizzerà le sfide portate al nostro tempo dalla paura, dalla creatività e dall’impegno; il filosofo Massimo Cacciari (ev. 13) ci offrirà una rinnovata interpretazione dell’umanesimo; il sociologo ed economista senegalese Felwine Sarr (ev. 73) proverà a rifondare un pensiero sull’Africa fuori dagli stereotipi pessimisti o entusiastici e adottando una diversa prospettiva della vita sociale; Mariana Mazzucato (ev. 145) ribadirà il fondamentale ruolo innovatore dello Stato nell’impresa economica; Geneviève Fraisse (ev. 209), Ginevra Bompiani (ev. 25) e Rosella Prezzo (ev. 209) rileggeranno le categorie della politica, della cultura e del divino alla luce dell’esclusione e delle conquiste delle donne. Una elementare pratica di dignità sarà illustrata da Cristina Cattaneo (qui) attraverso il racconto del riconoscimento delle salme dei migranti raccolte in mare; Vincenzo Paglia e Gherardo Colombo (ev. 215) si confronteranno sul rapporto tra giustizia e legalità; Gianfranco Pacchioni (qui) ragionerà sul declino della nostra specie di fronte al crescente predominio delle intelligenze artificiali. Ci sarà anche uno spazio per ricordare Ágnes Heller, che a settembre sarebbe ritornata a Festivaletteratura: al pensiero della grande filosofa ungherese sarà infatti dedicato un evento a tre voci con Laura Boella, Donatella Di Cesare e Marco Filoni (ev. 142). Un ampio ventaglio di riflessioni verrà ad aprirsi sulla guerra, attraverso una serie di incontri che toccheranno il confronto interreligioso (con Ignazio De Francesco e Marco Bontempi (ev. 12), il ruolo della scuola e della comunicazione nel formare le coscienze (con Franco Lorenzoni e Domenico Quirico (ev. 24), il racconto dei conflitti alle più giovani generazioni (Alessandro Sanna e Melania Mazzucco (ev. 190). Negli incontri per ragazzi sarà la scrittrice danese Janne Teller (ev. 33) a mettere i lettori più giovani di fronte all’esperienza di chi è costretto ad abbandonare la propria terra a causa di un evento bellico. Benedetta Tobagi e Carlo Lucarelli (ev. 89) ci riporteranno sul primo campo di battaglia del nostro terrorismo, piazza Fontana, punto di partenza di una delle stagioni più dolorose e amare del nostro recente passato. - VERSO LA FINE DELL’ANTROPOCENE Un ripensamento di etiche e stili di vita non può prescindere dalle questioni ambientali, anche quest’anno al centro di una nutrita serie di incontri. Sull’imprescindibile correlazione tra natura, benessere ed economia si confronteranno Roberto Danovaro e Leonardo Becchetti (ev. 141); Giorgio Vacchiano, Gianfranco Bologna ed Emanuele Bompan (ev. 49) sui rischi connessi alla progressiva perdita di biodiversità. Un radicale rovesciamento del punto di vista sarà quello proposto – tra arte, filosofia e scienze naturali – da Renato Bruni (ev. 103), Caspar Henderson (qui) e Marco Di Domenico (ev. 195): spostando il centro dall’uomo, l’ordine del vivente – vegetale e animale – viene immediatamente a ridefinirsi, rispondendo a leggi e principi fuori dal nostro senso comune. Nel segno della meraviglia e del genio sarà l’incursione nella botanica leonardesca compiuta da Fritjof Capra (ev. 223). - I MICROBI DI SCIENCEGROUND L’adozione di una scala micro di osservazione sul mondo per ribaltarne in modo salutare l’interpretazione è la proposta avanzata quest’anno da Scienceground. Lo spazio di incontro, dibattito e sperimentazione pensato per raccontare e problematizzare la scienza nella società e il sociale nella scienza a partire dalla letteratura (scientifica e di divulgazione) si trasferirà quest’anno nelle aule e nel chiostro del Liceo “Isabella d’Este” e sarà interamente dedicato ai microbi. Intorno a questi organismi invisibili a occhio nudo, presenti nel nostro corpo in numero maggiore delle stesse cellule e intimamente legati all’evoluzione della specie umana, la piccola comunità scientifica di Scienceground dedicherà un percorso interattivo-esperienziale per adulti e ragazzi aperto tutti i giorni del Festival, una serie di laboratori, gruppi di lettura e alcune conversazioni estemporanee interdisciplinari con alcuni degli ospiti del Festival. Tra gli incontri collegati al focus sui microbi di Scienceground va segnalato senz’altro l’intervento di Sally Davies (ev. 155), Chief Medical Officer del Regno Unito, sull’allarmante problema dell’antibiotico-resistenza. LETTURA E ALTRE LETTURE

Imprescindibile resta al Festival una riflessione sulla lettura e sui lettori. Maryanne Wolf (ev. 181) e Alberto Manguel (ev. 90) guarderanno ai cambiamenti dello statuto della lettura e alle conseguenze sulle nostre pratiche di apprendimento portate dalla rivoluzione digitale in corso; Lina Bolzoni (ev. 53) ricostruirà la nascita in età moderna della mitologia del lettore, in perenne dialogo con i suoi autori più amati; Gioele Dix (ev. 126) confesserà le sue passioni letterarie nascoste in un monologo sul palco di piazza Castello. A partire dall’esempio di Primo Levi, Gianrico Carofiglio, Massimo Gramellini e Arianna Porcelli Safonov, iniseme a Neri Marcorè (ev. 200), apriranno una riflessione sugli usi e gli abusi delle parole. Una biografia eccezionale che si intreccia alla storia editoriale del nostro Paese sarà quella raccontata da Daniel Vogelmann (ev. 107).

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NUOVE ETICHE PER IL FUTURO

Per superare il senso di disorientamento che pervade le società contemporanee e tornare a mettere il futuro al centro del nostro orizzonte servono nuove etiche e nuovi strumenti di pensiero capaci di scardinare logiche e sistemi di potere accettati come incontrovertibili. In questo senso filosofi, economisti e intellettuali di varia formazione indicheranno al Festival alcuni possibili percorsi, seppur parziali, per rimettere mano a paradigmi e categorie interpretative che ormai risultano inadeguati. Frédéric Gros, Donatella Di Cesare ed Elettra Stimilli (ev. 204) porteranno l’attenzione sulla necessità e il valore della disobbedienza; il sociologo Domenico De Masi (ev. 175) analizzerà le sfide portate al nostro tempo dalla paura, dalla creatività e dall’impegno; il filosofo Massimo Cacciari (ev. 13) ci offrirà una rinnovata interpretazione dell’umanesimo; il sociologo ed economista senegalese Felwine Sarr (ev. 73) proverà a rifondare un pensiero sull’Africa fuori dagli stereotipi pessimisti o entusiastici e adottando una diversa prospettiva della vita sociale; Mariana Mazzucato (ev. 145) ribadirà il fondamentale ruolo innovatore dello Stato nell’impresa economica; Geneviève Fraisse (ev. 209), Ginevra Bompiani (ev. 25) e Rosella Prezzo (ev. 209) rileggeranno le categorie della politica, della cultura e del divino alla luce dell’esclusione e delle conquiste delle donne. Una elementare pratica di dignità sarà illustrata da Cristina Cattaneo (qui) attraverso il racconto del riconoscimento delle salme dei migranti raccolte in mare; Vincenzo Paglia e Gherardo Colombo (ev. 215) si confronteranno sul rapporto tra giustizia e legalità; Gianfranco Pacchioni (qui) ragionerà sul declino della nostra specie di fronte al crescente predominio delle intelligenze artificiali. Ci sarà anche uno spazio per ricordare Ágnes Heller, che a settembre sarebbe ritornata a Festivaletteratura: al pensiero della grande filosofa ungherese sarà infatti dedicato un evento a tre voci con Laura Boella, Donatella Di Cesare e Marco Filoni (ev. 142).

Un ampio ventaglio di riflessioni verrà ad aprirsi sulla guerra, attraverso una serie di incontri che toccheranno il confronto interreligioso (con Ignazio De Francesco e Marco Bontempi (ev. 12), il ruolo della scuola e della comunicazione nel formare le coscienze (con Franco Lorenzoni e Domenico Quirico (ev. 24), il racconto dei conflitti alle più giovani generazioni (Alessandro Sanna e Melania Mazzucco (ev. 190). Negli incontri per ragazzi sarà la scrittrice danese Janne Teller (ev. 33) a mettere i lettori più giovani di fronte all’esperienza di chi è costretto ad abbandonare la propria terra a causa di un evento bellico. Benedetta Tobagi e Carlo Lucarelli (ev. 89) ci riporteranno sul primo campo di battaglia del nostro terrorismo, piazza Fontana, punto di partenza di una delle stagioni più dolorose e amare del nostro recente passato.

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VERSO LA FINE DELL’ANTROPOCENE

Un ripensamento di etiche e stili di vita non può prescindere dalle questioni ambientali, anche quest’anno al centro di una nutrita serie di incontri. Sull’imprescindibile correlazione tra natura, benessere ed economia si confronteranno Roberto Danovaro e Leonardo Becchetti (ev. 141); Giorgio Vacchiano, Gianfranco Bologna ed Emanuele Bompan (ev. 49) sui rischi connessi alla progressiva perdita di biodiversità. Un radicale rovesciamento del punto di vista sarà quello proposto – tra arte, filosofia e scienze naturali – da Renato Bruni (ev. 103), Caspar Henderson (qui) e Marco Di Domenico (ev. 195): spostando il centro dall’uomo, l’ordine del vivente – vegetale e animale – viene immediatamente a ridefinirsi, rispondendo a leggi e principi fuori dal nostro senso comune. Nel segno della meraviglia e del genio sarà l’incursione nella botanica leonardesca compiuta da Fritjof Capra (ev. 223).

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I MICROBI DI SCIENCEGROUND

L’adozione di una scala micro di osservazione sul mondo per ribaltarne in modo salutare l’interpretazione è la proposta avanzata quest’anno da Scienceground. Lo spazio di incontro, dibattito e sperimentazione pensato per raccontare e problematizzare la scienza nella società e il sociale nella scienza a partire dalla letteratura (scientifica e di divulgazione) si trasferirà quest’anno nelle aule e nel chiostro del Liceo “Isabella d’Este” e sarà interamente dedicato ai microbi. Intorno a questi organismi invisibili a occhio nudo, presenti nel nostro corpo in numero maggiore delle stesse cellule e intimamente legati all’evoluzione della specie umana, la piccola comunità scientifica di Scienceground dedicherà un percorso interattivo-esperienziale per adulti e ragazzi aperto tutti i giorni del Festival, una serie di laboratori, gruppi di lettura e alcune conversazioni estemporanee interdisciplinari con alcuni degli ospiti del Festival. Tra gli incontri collegati al focus sui microbi di Scienceground va segnalato senz’altro l’intervento di Sally Davies (ev. 155), Chief Medical Officer del Regno Unito, sull’allarmante problema dell’antibiotico-resistenza.

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Di: Festivaletteratura 2019: Guida al programma http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2020/09/08/festivaletteratura-di-mantova/comment-page-8/#comment-1500342 Festivaletteratura 2019: Guida al programma Wed, 04 Sep 2019 17:12:05 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4242#comment-1500342 NARRAZIONI ITALIANE Dacia Maraini (ev. 225 e qui) ed Erri De Luca (ev. 6) guideranno la squadra dei narratori italiani presenti a Festivaletteratura. A loro si aggiungeranno altri assidui frequentatori del Festival come Francesco Abate (ev. 117, 185), Stefania Bertola (ev. 59), Adrian Bravi (ev. 184), Paolo Colagrande (ev. 184), Donatella Di Pietrantonio (ev. 123), Marcello Fois (ev. 34), Laura Forti (ev. 97), Michela Marzano (ev. 130), Michela Murgia (ev. 82), Piersandro Pallavicini (ev. 59), Gabriele Romagnoli (qui), Elvira Seminara (qui) e Alessandro Zaccuri (ev. 34). Marco Malvaldi (ev. 40) porterà una lettura/spettacolo presso la Casa Circondariale di Mantova. Tra le nuove voci spiccano quelle di Erica Barbiani (ev. 214), narratrice friulana dotata di un originale talento di scrittura, e di Doris Femminis (ev. 147), autrice di storie in bilico tra i paesi dispersi sui monti del Canton Ticino e la “civiltà” del fondo valle. In lezioni colloquiali su questioni che tornano a interrogarci come individui e come collettività saranno impegnati Corrado Augias (ev. 23) – sul rapporto con il divino nella società contemporanea – e Massimo Recalcati (ev. 102) – sulla tensione desiderante verso l’heteros. NARRAZIONI ITALIANE

Dacia Maraini (ev. 225 e qui) ed Erri De Luca (ev. 6) guideranno la squadra dei narratori italiani presenti a Festivaletteratura. A loro si aggiungeranno altri assidui frequentatori del Festival come Francesco Abate (ev. 117, 185), Stefania Bertola (ev. 59), Adrian Bravi (ev. 184), Paolo Colagrande (ev. 184), Donatella Di Pietrantonio (ev. 123), Marcello Fois (ev. 34), Laura Forti (ev. 97), Michela Marzano (ev. 130), Michela Murgia (ev. 82), Piersandro Pallavicini (ev. 59), Gabriele Romagnoli (qui), Elvira Seminara (qui) e Alessandro Zaccuri (ev. 34). Marco Malvaldi (ev. 40) porterà una lettura/spettacolo presso la Casa Circondariale di Mantova. Tra le nuove voci spiccano quelle di Erica Barbiani (ev. 214), narratrice friulana dotata di un originale talento di scrittura, e di Doris Femminis (ev. 147), autrice di storie in bilico tra i paesi dispersi sui monti del Canton Ticino e la “civiltà” del fondo valle. In lezioni colloquiali su questioni che tornano a interrogarci come individui e come collettività saranno impegnati Corrado Augias (ev. 23) – sul rapporto con il divino nella società contemporanea – e Massimo Recalcati (ev. 102) – sulla tensione desiderante verso l’heteros.

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Di: Festivaletteratura 2019: Guida al programma http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2020/09/08/festivaletteratura-di-mantova/comment-page-7/#comment-1500341 Festivaletteratura 2019: Guida al programma Wed, 04 Sep 2019 17:11:49 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4242#comment-1500341 APPUNTAMENTI IN GIALLO Tra passato e presente, grattacieli metropolitani e aspre montagne dell’Ogliastra si snoderanno le strade insidiose percorse dal giallo a Festivaletteratura 2019. Ospite d’eccezione degli incontri dedicati quest’anno al delitto e al mistero sarà lo statunitense Jeffery Deaver (ev. 71), che ha conquistato il pubblico di tutto il mondo con il ciclo di romanzi con protagonista Lincoln Rhyme. Per la prima volta al Festival sarà il tedesco Harald Gilbers (ev. 86), autore di gialli ambientati in una Germania hitleriana ormai prossima alla caduta. Girando lo sguardo agli autori italiani, vanno senz’altro segnalate la presenza di Marcello Simoni (ev. 30), tra i migliori interpreti nel nostro paese del thriller di ambientazione storica, e quelle di Gesuino Nemus e Gianni Farinetti (ev. 108), narratori di una provincia profonda, desiderata, inarrivabile. APPUNTAMENTI IN GIALLO

Tra passato e presente, grattacieli metropolitani e aspre montagne dell’Ogliastra si snoderanno le strade insidiose percorse dal giallo a Festivaletteratura 2019. Ospite d’eccezione degli incontri dedicati quest’anno al delitto e al mistero sarà lo statunitense Jeffery Deaver (ev. 71), che ha conquistato il pubblico di tutto il mondo con il ciclo di romanzi con protagonista Lincoln Rhyme. Per la prima volta al Festival sarà il tedesco Harald Gilbers (ev. 86), autore di gialli ambientati in una Germania hitleriana ormai prossima alla caduta. Girando lo sguardo agli autori italiani, vanno senz’altro segnalate la presenza di Marcello Simoni (ev. 30), tra i migliori interpreti nel nostro paese del thriller di ambientazione storica, e quelle di Gesuino Nemus e Gianni Farinetti (ev. 108), narratori di una provincia profonda, desiderata, inarrivabile.

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Di: Festivaletteratura 2019: Guida al programma http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2020/09/08/festivaletteratura-di-mantova/comment-page-7/#comment-1500340 Festivaletteratura 2019: Guida al programma Wed, 04 Sep 2019 17:11:34 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4242#comment-1500340 TIRANA, CITTÀ IN LIBRI 2019 L’intricata storia del vecchio continente si riflette in modo eccentrico e brutale su Tirana. Apparentemente straniera a tutto, la giovane capitale albanese tiene insieme i collassi europei e le rinascite della speranza, l’orgogliosa rivendicazione identitaria e la diaspora infinita, i totalitarismi – tutti – e la scommessa nella democrazia, l’ateismo di Stato, l’Islam e il Cristianesimo. Ed è proprio Tirana la città in libri scelta da Festivaletteratura per il 2019. Nella Tenda dei libri di piazza Sordello verrà allestita una biblioteca temporanea curata da Luca Scarlini (qui), con circa 200 tra romanzi, reportage e saggi dedicati alla città da autori quali Dritëro Agolli, Girolamo De Rada, Elvira Dones, Gëzim Hajdari, Ismail Kadare, Alexander Langer, Indro Montanelli, Besnik Mustafaj, Mario Rigoni Stern. I volumi saranno illustrati al pubblico all’interno della biblioteca da un gruppo di “guide” composto da giovani ricercatori e dottorandi di albanologia. L’esplorazione di Tirana e del suo immaginario artistico e letterario prosegue negli incontri con gli scrittori Fatos Kongoli (ev. 177) e Virgjil Muçi (ev. 226), nel concerto con la jazz singer Elina Duni (ev. 124), nella lezione dell’architetto Elisabetta Terragni (ev. 92), autrice dei progetti della Casa della Foglie e della Casa Museo Kadaré a Tirana, nell’atlante di letture proposto da Luca Scarlini e dalla Compagnia della Lettura. TIRANA, CITTÀ IN LIBRI 2019

L’intricata storia del vecchio continente si riflette in modo eccentrico e brutale su Tirana. Apparentemente straniera a tutto, la giovane capitale albanese tiene insieme i collassi europei e le rinascite della speranza, l’orgogliosa rivendicazione identitaria e la diaspora infinita, i totalitarismi – tutti – e la scommessa nella democrazia, l’ateismo di Stato, l’Islam e il Cristianesimo. Ed è proprio Tirana la città in libri scelta da Festivaletteratura per il 2019. Nella Tenda dei libri di piazza Sordello verrà allestita una biblioteca temporanea curata da Luca Scarlini (qui), con circa 200 tra romanzi, reportage e saggi dedicati alla città da autori quali Dritëro Agolli, Girolamo De Rada, Elvira Dones, Gëzim Hajdari, Ismail Kadare, Alexander Langer, Indro Montanelli, Besnik Mustafaj, Mario Rigoni Stern. I volumi saranno illustrati al pubblico all’interno della biblioteca da un gruppo di “guide” composto da giovani ricercatori e dottorandi di albanologia. L’esplorazione di Tirana e del suo immaginario artistico e letterario prosegue negli incontri con gli scrittori Fatos Kongoli (ev. 177) e Virgjil Muçi (ev. 226), nel concerto con la jazz singer Elina Duni (ev. 124), nella lezione dell’architetto Elisabetta Terragni (ev. 92), autrice dei progetti della Casa della Foglie e della Casa Museo Kadaré a Tirana, nell’atlante di letture proposto da Luca Scarlini e dalla Compagnia della Lettura.

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Di: Festivaletteratura 2019: Guida al programma http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2020/09/08/festivaletteratura-di-mantova/comment-page-7/#comment-1500339 Festivaletteratura 2019: Guida al programma Wed, 04 Sep 2019 17:11:18 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4242#comment-1500339 PROSPETTIVE EUROPEE Al destino incerto dell’Europa è dedicata una parte importante degli appuntamenti in programma a Festivaletteratura 2019. Ad Amin Maalouf (ev. 41), il grande intellettuale d’origine libanese e accademico di Francia, sarà idealmente assegnato il compito di aprire questa riflessione, provando a tracciare i confini di una crisi di identità e di tensioni ideali foriera di pericolose involuzioni e tentazioni autoritarie. Alle origini ci sono la minacciosa Germania dei barbari, come la vedeva Tacito – raccontata da Dino Baldi (ev. 203) -, le terre e i popoli dispersi rigovernati dalla paziente saggezza benedettina celebrata da Paolo Rumiz (ev. 119), le vie dei commerci e dei saperi – tracciate da Alessandro Vanoli (ev. 27 e qui) – che hanno reso globale la nostra storia fin dai tempi più antichi, i mari del nord solcati da pirati e leggende di Bergsveinn Birgisson (ev. 60), la lunga storia del popolo ebraico ripercorsa da Simon Schama (ev. 45, 63). Ma sono i fantasmi evocati dal passato recente, le nostalgie autoritarie che sembrano conquistare il cuore nero della rabbia europea a dominare il discorso. Narratori, saggisti e artisti come Emilio Gentile (ev. 51 e qui), Siegmund Ginzberg (ev. 10), Nora Krug (ev. 70), Donald Sassoon (ev. 10), Uwe Timm (ev. 96), Natascha Wodin (ev. 118) e il premio Goncourt Éric Vuillard (ev. 153) proveranno a ricostruire la precisa identità storica dei fascismi, le esitazioni e le scelte scellerate che ne hanno determinato l’ascesa, le dimensioni dell’orrore, e successivamente le sofferenze seguite all’affermarsi del nuovo ordine post-bellico, le conseguenze di un’eredità morale insostenibile per le nuove generazioni. A riportarci da quella stagione cruciale all’attualità saranno gli illuminanti reportage di Navid Kermani (ev. 55, 72) sulle regioni orientali dell’Europa e sui paesi oltre i suoi confini, le indagini di Francesca Mannocchi e Lorenzo Tondo (ev. 95) sui traffici di esseri umani che solcano il Mediterraneo, le analisi di Ece Temelkuran (ev. 213) sulle autocrazie che stanno svuotando dall’interno sistemi formalmente democratici. Un puzzle europeo del secolo nuovo che si compone anche delle storie di Jonas Hassen Khemiri (ev. 36), su una Svezia confusa e incapace di raccontarsi, ben lontana dal modello sociale che fu negli anni ’70, di quelle di Nicolas Mathieu (ev. 169 e qui), che fotografa una provincia francese in cui la crisi economica ha bruciato le certezze e i sogni di due generazioni, nonché dei racconti di molti narratori – Narine Abgarjan (ev. 85), Nadeem Aslam (ev. 68), Alex Capus (ev. 47), Slavenka Drakulić (ev. 116), Burhan Sönmez (ev. 77) – che ci condurranno in altre Europe, private, lontanissime, a volte persino fiabesche, colorati frammenti del nostro caleidoscopico continente. Le vicende del Novecento europeo assumono anche forma di spettacolo con il cabaret socialista (qui) che Gian Piero Piretto (ev. 17), Alessio Lega, Marco Sabbatini e altri ospiti metteranno in scena su consumi e mode culturali nella Russia sovietica e con Messia e Rivoluzione, serata di letture e musiche sul sogno ebraico del Bund con Miriam Camerini e Wlodek Goldkorn (ev. 67). Aprendosi a una più ampia dimensione mediterranea, sarà il grande orientalista francese Gilles Kepel (ev. 159) ad affrontare in prospettiva storica le crisi che hanno attraversato e attraversano il mare nostrum tra Medio Oriente, Europa e Africa settentrionale, testimoniate, tra immagini e finzione narrativa, dal fotografo e scrittore di origini libanesi Rawi Hage (ev. 35). Tra gli altri narratori stranieri presenti al Festival vanno segnalati inoltre Jane Sautière (ev. 31, 115), raffinata autrice cosmopolita con una vita divisa tra la Francia e l’Oriente; Éric Chevillard (ev. 136), instancabile sperimentatore di forme e stili del racconto; e, proveniente da tutt’altre latitudini, il romanziere e saggista camerunense Patrice Nganang (ev. 37). Ad Astrid Lindgren, scrittrice svedese amata da intere generazioni di lettori, Luca Scarlini (ev. 46) dedicherà una delle sue conferenze son et lumière. PROSPETTIVE EUROPEE

Al destino incerto dell’Europa è dedicata una parte importante degli appuntamenti in programma a Festivaletteratura 2019. Ad Amin Maalouf (ev. 41), il grande intellettuale d’origine libanese e accademico di Francia, sarà idealmente assegnato il compito di aprire questa riflessione, provando a tracciare i confini di una crisi di identità e di tensioni ideali foriera di pericolose involuzioni e tentazioni autoritarie. Alle origini ci sono la minacciosa Germania dei barbari, come la vedeva Tacito – raccontata da Dino Baldi (ev. 203) -, le terre e i popoli dispersi rigovernati dalla paziente saggezza benedettina celebrata da Paolo Rumiz (ev. 119), le vie dei commerci e dei saperi – tracciate da Alessandro Vanoli (ev. 27 e qui) – che hanno reso globale la nostra storia fin dai tempi più antichi, i mari del nord solcati da pirati e leggende di Bergsveinn Birgisson (ev. 60), la lunga storia del popolo ebraico ripercorsa da Simon Schama (ev. 45, 63). Ma sono i fantasmi evocati dal passato recente, le nostalgie autoritarie che sembrano conquistare il cuore nero della rabbia europea a dominare il discorso. Narratori, saggisti e artisti come Emilio Gentile (ev. 51 e qui), Siegmund Ginzberg (ev. 10), Nora Krug (ev. 70), Donald Sassoon (ev. 10), Uwe Timm (ev. 96), Natascha Wodin (ev. 118) e il premio Goncourt Éric Vuillard (ev. 153) proveranno a ricostruire la precisa identità storica dei fascismi, le esitazioni e le scelte scellerate che ne hanno determinato l’ascesa, le dimensioni dell’orrore, e successivamente le sofferenze seguite all’affermarsi del nuovo ordine post-bellico, le conseguenze di un’eredità morale insostenibile per le nuove generazioni.

A riportarci da quella stagione cruciale all’attualità saranno gli illuminanti reportage di Navid Kermani (ev. 55, 72) sulle regioni orientali dell’Europa e sui paesi oltre i suoi confini, le indagini di Francesca Mannocchi e Lorenzo Tondo (ev. 95) sui traffici di esseri umani che solcano il Mediterraneo, le analisi di Ece Temelkuran (ev. 213) sulle autocrazie che stanno svuotando dall’interno sistemi formalmente democratici. Un puzzle europeo del secolo nuovo che si compone anche delle storie di Jonas Hassen Khemiri (ev. 36), su una Svezia confusa e incapace di raccontarsi, ben lontana dal modello sociale che fu negli anni ’70, di quelle di Nicolas Mathieu (ev. 169 e qui), che fotografa una provincia francese in cui la crisi economica ha bruciato le certezze e i sogni di due generazioni, nonché dei racconti di molti narratori – Narine Abgarjan (ev. 85), Nadeem Aslam (ev. 68), Alex Capus (ev. 47), Slavenka Drakulić (ev. 116), Burhan Sönmez (ev. 77) – che ci condurranno in altre Europe, private, lontanissime, a volte persino fiabesche, colorati frammenti del nostro caleidoscopico continente.

Le vicende del Novecento europeo assumono anche forma di spettacolo con il cabaret socialista (qui) che Gian Piero Piretto (ev. 17), Alessio Lega, Marco Sabbatini e altri ospiti metteranno in scena su consumi e mode culturali nella Russia sovietica e con Messia e Rivoluzione, serata di letture e musiche sul sogno ebraico del Bund con Miriam Camerini e Wlodek Goldkorn (ev. 67). Aprendosi a una più ampia dimensione mediterranea, sarà il grande orientalista francese Gilles Kepel (ev. 159) ad affrontare in prospettiva storica le crisi che hanno attraversato e attraversano il mare nostrum tra Medio Oriente, Europa e Africa settentrionale, testimoniate, tra immagini e finzione narrativa, dal fotografo e scrittore di origini libanesi Rawi Hage (ev. 35).

Tra gli altri narratori stranieri presenti al Festival vanno segnalati inoltre Jane Sautière (ev. 31, 115), raffinata autrice cosmopolita con una vita divisa tra la Francia e l’Oriente; Éric Chevillard (ev. 136), instancabile sperimentatore di forme e stili del racconto; e, proveniente da tutt’altre latitudini, il romanziere e saggista camerunense Patrice Nganang (ev. 37). Ad Astrid Lindgren, scrittrice svedese amata da intere generazioni di lettori, Luca Scarlini (ev. 46) dedicherà una delle sue conferenze son et lumière.

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Di: Festivaletteratura 2019: Guida al programma http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2020/09/08/festivaletteratura-di-mantova/comment-page-7/#comment-1500337 Festivaletteratura 2019: Guida al programma Wed, 04 Sep 2019 17:11:00 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4242#comment-1500337 TRA USA E UK, SEGUENDO IL FILO DEL RACCONTO Festivaletteratura sceglie la grande narrativa come bussola per orientarsi nel mondo. A partire dagli Stati Uniti, paese che forse più di ogni altro riflette le contraddizioni del nostro tempo. Seguendo il passo del grande romanzo americano, reinterpretato da autori come Dorothy Allison (ev. 109), Salvatore Scibona (ev. 187, 210), Benjamin Taylor (ev. 61, 129) e il premio Pulitzer Colson Whitehead (ev. 122), al Festival si potranno percorrere gli spazi immensi e la storia violenta di questo Paese, segnata da migrazioni, tensioni razziali, tragedie collettive, guerre rimosse che continuano a pesare sul suo presente alimentando conflitti tuttora irrisolti. Il desiderio di emancipazione delle donne di Meg Wolitzer (ev. 48, 189) e la condizione umana ai tempi della Silicon Valley sviscerata da Joshua Cohen (ev. 110 e qui) saranno alcune delle altre facce dell’America in cui specchiarsi nel corso delle giornate di Festivaletteratura. Estremamente variegata per scelte tematiche e cifre stilistiche è la pattuglia di narratori britannici ospiti a Mantova, che comprende – oltre ai già citati McEwan, Jacobson e Smith – il raffinatissimo Alan Hollinghurst (ev. 205); Gail Honeyman (ev. 168), tra gli esordi più amati dai lettori; Annalena McAfee (ev. 173), narratrice e firma tra le più autorevoli della stampa letteraria inglese; David Nicholls (ev. 183), sceneggiatore e autore di romanzi sentimentali di grande successo. TRA USA E UK, SEGUENDO IL FILO DEL RACCONTO

Festivaletteratura sceglie la grande narrativa come bussola per orientarsi nel mondo. A partire dagli Stati Uniti, paese che forse più di ogni altro riflette le contraddizioni del nostro tempo. Seguendo il passo del grande romanzo americano, reinterpretato da autori come Dorothy Allison (ev. 109), Salvatore Scibona (ev. 187, 210), Benjamin Taylor (ev. 61, 129) e il premio Pulitzer Colson Whitehead (ev. 122), al Festival si potranno percorrere gli spazi immensi e la storia violenta di questo Paese, segnata da migrazioni, tensioni razziali, tragedie collettive, guerre rimosse che continuano a pesare sul suo presente alimentando conflitti tuttora irrisolti. Il desiderio di emancipazione delle donne di Meg Wolitzer (ev. 48, 189) e la condizione umana ai tempi della Silicon Valley sviscerata da Joshua Cohen (ev. 110 e qui) saranno alcune delle altre facce dell’America in cui specchiarsi nel corso delle giornate di Festivaletteratura.

Estremamente variegata per scelte tematiche e cifre stilistiche è la pattuglia di narratori britannici ospiti a Mantova, che comprende – oltre ai già citati McEwan, Jacobson e Smith – il raffinatissimo Alan Hollinghurst (ev. 205); Gail Honeyman (ev. 168), tra gli esordi più amati dai lettori; Annalena McAfee (ev. 173), narratrice e firma tra le più autorevoli della stampa letteraria inglese; David Nicholls (ev. 183), sceneggiatore e autore di romanzi sentimentali di grande successo.

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Di: Festivaletteratura 2019: Guida al programma http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2020/09/08/festivaletteratura-di-mantova/comment-page-7/#comment-1500336 Festivaletteratura 2019: Guida al programma Wed, 04 Sep 2019 17:10:33 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4242#comment-1500336 UN PROGRAMMA INTERNAZIONALE Festivaletteratura consolida la sua dimensione internazionale. Sono oltre 70 gli ospiti stranieri presenti, segnando un record assoluto per la manifestazione. Una scelta voluta, che risponde alla diffusa richiesta di chi viene al Festival di estendere il più possibile il raggio di ascolto e accrescere la pluralità del confronto. Questa scelta si riflette anche nell’inserimento in programma di un numero più consistente di eventi in lingua, per favorire chi non ha necessità di traduzione e ridurre ulteriormente la distanza rispetto all’autore. Tra gli autori stranieri che saranno per la prima volta a Mantova si segnalano innanzitutto Margaret Atwood (ev. 58), narratrice canadese di fama mondiale; l’egiziana Nawal al-Sa’dawi (ev. 160), icona dell’impegno per i diritti delle donne nel mondo musulmano; la scozzese Ali Smith (ev. 16), più volte candidata al Nobel; Valeria Luiselli (ev. 127, 143), nastro nascente della letteratura latino-americana; il romanziere statunitense Dave Eggers (ev. 216), fondatore del centro di lettura e scrittura per ragazzi 826Valencia; Bernhard Schlink (ev. 201), autore tedesco tra i più tradotti al mondo; Manuel Vilas (ev. 176, 206), considerato uno degli autori di punta della letteratura spagnola contemporanea. L’edizione 2019 vedrà inoltre il ritorno di altri importanti autori: il premio Nobel nigeriano Wole Soyinka (ev. 135); Ian McEwan (ev. 229) e Abraham B. Yehoshua (ev. 158), due delle stelle che hanno tenuto a battesimo Festivaletteratura nel 1997; Elif Shafak (ev. 11), tra le voci più riconosciute della letteratura turca a livello internazionale; lo scrittore e saggista statunitense Jonathan Safran Foer (ev. 128); Howard Jacobson (ev. 80, 222), narratore e umorista britannico già vincitore del Man Booker Prize. Pilar del Rio (ev. 66), giornalista e traduttrice spagnola nonché vedova di José Saramago, ricorderà il Nobel portoghese, protagonista di una delle primissime edizioni del Festival, in un incontro che unirà la presentazione di alcuni scritti finora inediti del grande autore portoghese con le testimonianze legate al suo passaggio mantovano. UN PROGRAMMA INTERNAZIONALE

Festivaletteratura consolida la sua dimensione internazionale. Sono oltre 70 gli ospiti stranieri presenti, segnando un record assoluto per la manifestazione. Una scelta voluta, che risponde alla diffusa richiesta di chi viene al Festival di estendere il più possibile il raggio di ascolto e accrescere la pluralità del confronto. Questa scelta si riflette anche nell’inserimento in programma di un numero più consistente di eventi in lingua, per favorire chi non ha necessità di traduzione e ridurre ulteriormente la distanza rispetto all’autore.

Tra gli autori stranieri che saranno per la prima volta a Mantova si segnalano innanzitutto Margaret Atwood (ev. 58), narratrice canadese di fama mondiale; l’egiziana Nawal al-Sa’dawi (ev. 160), icona dell’impegno per i diritti delle donne nel mondo musulmano; la scozzese Ali Smith (ev. 16), più volte candidata al Nobel; Valeria Luiselli (ev. 127, 143), nastro nascente della letteratura latino-americana; il romanziere statunitense Dave Eggers (ev. 216), fondatore del centro di lettura e scrittura per ragazzi 826Valencia; Bernhard Schlink (ev. 201), autore tedesco tra i più tradotti al mondo; Manuel Vilas (ev. 176, 206), considerato uno degli autori di punta della letteratura spagnola contemporanea. L’edizione 2019 vedrà inoltre il ritorno di altri importanti autori: il premio Nobel nigeriano Wole Soyinka (ev. 135); Ian McEwan (ev. 229) e Abraham B. Yehoshua (ev. 158), due delle stelle che hanno tenuto a battesimo Festivaletteratura nel 1997; Elif Shafak (ev. 11), tra le voci più riconosciute della letteratura turca a livello internazionale; lo scrittore e saggista statunitense Jonathan Safran Foer (ev. 128); Howard Jacobson (ev. 80, 222), narratore e umorista britannico già vincitore del Man Booker Prize. Pilar del Rio (ev. 66), giornalista e traduttrice spagnola nonché vedova di José Saramago, ricorderà il Nobel portoghese, protagonista di una delle primissime edizioni del Festival, in un incontro che unirà la presentazione di alcuni scritti finora inediti del grande autore portoghese con le testimonianze legate al suo passaggio mantovano.

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Di: Festivaletteratura 2019: Guida al programma http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2020/09/08/festivaletteratura-di-mantova/comment-page-7/#comment-1500335 Festivaletteratura 2019: Guida al programma Wed, 04 Sep 2019 17:10:04 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4242#comment-1500335 Negli oltre trecento appuntamenti previsti in programma risuonano voci ora autorevoli e già familiari al grande pubblico, ora più fresche, spiazzanti, insolite, ma certo mai anonime o indistinte. Di queste voci riconosciute, delle narrazioni, delle idee e delle visioni spesso contrastanti di cui sono portatrici si alimenta ogni anno il dialogo del Festival. Ogni incontro è costruito con gli autori, per assecondare al meglio il desiderio di condividere storie e pensieri che li porta a Mantova: trovare le forme più adatte, spesso inventarle insieme, favorire incontri altrove impossibili è parte del gioco e del lavoro che sostiene l’architettura leggera di Festivaletteratura. Negli oltre trecento appuntamenti previsti in programma risuonano voci ora autorevoli e già familiari al grande pubblico, ora più fresche, spiazzanti, insolite, ma certo mai anonime o indistinte. Di queste voci riconosciute, delle narrazioni, delle idee e delle visioni spesso contrastanti di cui sono portatrici si alimenta ogni anno il dialogo del Festival. Ogni incontro è costruito con gli autori, per assecondare al meglio il desiderio di condividere storie e pensieri che li porta a Mantova: trovare le forme più adatte, spesso inventarle insieme, favorire incontri altrove impossibili è parte del gioco e del lavoro che sostiene l’architettura leggera di Festivaletteratura.

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Di: Festivaletteratura 2019: Guida al programma http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2020/09/08/festivaletteratura-di-mantova/comment-page-7/#comment-1500334 Festivaletteratura 2019: Guida al programma Wed, 04 Sep 2019 17:09:45 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4242#comment-1500334 La ventitreesima edizione di Festivaletteratura, si terrà a Mantova da mercoledì 4 a domenica 8 settembre 2019. La ventitreesima edizione di Festivaletteratura, si terrà a Mantova da mercoledì 4 a domenica 8 settembre 2019.

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Di: Festivaletteratura 2018: Guida al programma http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2020/09/08/festivaletteratura-di-mantova/comment-page-7/#comment-1400466 Festivaletteratura 2018: Guida al programma Wed, 05 Sep 2018 16:46:23 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4242#comment-1400466 PROVE APERTE IN PIAZZA ALBERTI Piazza Alberti mantiene la sua caratteristica di spazio generativo, aperto alle sperimentazioni, agli incontri inter-generazionali, al coinvolgimento di nuovi soggetti culturali. Le riviste culturali - cartacee e su web - stanno conoscendo una straordinaria fioritura, proponendosi come ritrovati luoghi di riflessione e produzione artistica e letteraria. Ad alcune delle riviste ultime nate – Sirene (vedi qui), La Balena Bianca (vedi qui), Lavoro Culturale (vedi qui), Archivio (vedi qui), RVM (vedi qui) – sarà chiesto di organizzare per il Festival una conversazione su uno dei temi che stanno al centro del proprio progetto editoriale, coinvolgendo alcuni degli autori presenti a Mantova, mentre il chiosco ambulante allestito da Edicola 518 offrirà al pubblico una più completa panoramica sulle testate più innovative attualmente presenti in Italia e all'estero. Blurandevù, la serie di conversazioni con gli autori condotte dai volontari e dallo scorso anno inserite all'interno del progetto Read On, trasferirà in piazza anche la sede operativa del training di formazione dei ragazzi guidato da Fabio Geda e Marco Magnone. Ad essere intervistati dai ragazzi nel corso dei quattro appuntamenti serali saranno A. Igoni Barrett (vedi qui), Marta Fana (vedi qui), Nona Fernández (vedi qui) e Antonio Manzini (vedi qui). Prosegue Meglio di un romanzo, la "scuola" a cielo aperto di giornalismo narrativo coordinata da Christian Elia che mette a confronto aspiranti reporter e affermati professionisti (vedi qui): da qui provengono due giovani giornalisti, Alice Facchini e Lorenzo Pirovano, impegnati nella conduzione di alcuni incontri del Festival 2018. E piazza Alberti sarà anche la vetrina del più importante laboratorio permanente di Festivaletteratura: l'Archivio. Grazie a un'installazione accessibile durante tutta la manifestazione e a un ciclo di quattro appuntamenti legati ad alcune parole chiave – clima, agricoltura, città ed energia – si ripercorrerà l'evoluzione del dibattito sui temi ambientali negli ultimi dieci anni grazie alle registrazioni degli incontri tenutisi a Festivaletteratura (vedi qui). ********************** CASA DEL MANTEGNA: PIÙ SPAZIO AI RAGAZZI Sempre più bambini e ragazzi alla Casa del Mantegna. Stanze, cortili, giardini e varie pertinenze dell'abitazione disegnata dal celebre pittore padovano saranno invase dalla folla festante dei più giovani lettori e dalle loro famiglie. Già lo scorso anno il Festival aveva completamente reinventato questo spazio espositivo in un condominio creativo in cui hanno felicemente convissuto scrittori, illustratori, artisti e performer. Quest'anno la casa si allarga: nel giardino verrà montata un'ampia tenda per accogliere gli appuntamenti di maggiore richiamo e tra la tenda e la casa sarà creata un'area relax per leggere, giocare e prendere fiato tra un evento e l'altro. L'esigenza di segnare un luogo per rimarcare la piena cittadinanza dei ragazzi al Festival e di farne uno spazio di maggiore e più libera partecipazione è divenuta ancora più forte con l'avvio di Read On, che ha ridato spinta alla voglia di provare cose nuove, anche oltre le azioni strettamente previste dal progetto. Il primo risultato di questo rinnovato desiderio sperimentale è Girotondo, un percorso di giochi e fantasie d'autore pensato per i bambini e le loro famiglie, aperto da mattina a sera per tutti i giorni del Festival al primo piano della Casa del Mantegna. Girotondo è pensato in modo che i ragazzi possano girare per tutte le stanze affacciate in cerchio sul cortile interno: ad ogni sala troveranno un'attività pensata apposta per loro da un autore ospite di Festivaletteratura, che dovranno svolgere in totale autonomia, servendosi solo del foglio di istruzioni, dei materiali lasciati a disposizione e – nel caso – dell'aiuto dei propri genitori. A costruire questa giostra collettiva – ciascuno con una propria idea originale – sono stati chiamati Andrea Anastasio, Cora De Maria, Pieter Gaudesaboos, Teresa Sdralevich, Massimiliano Tappari, Stefano Tofani, Silvia Vecchini e Noemi Vola (vedi qui). All'uscita del percorso i bambini riceveranno un libretto con tutte le schede delle attività, in modo da poterle replicare anche a casa. Numerosissimi restano gli appuntamenti previsti negli altri spazi della Casa del Mantegna: ad animarli saranno tra gli altri Raina Telgemeier (ev.197), tra le più note e affermate autrici di graphic novel e più volte vincitrice dell'Eisner Award, il disegnatore del Gruffalò Alex Scheffler (ev.2, 32), Anne Fine (ev.153, 198) – di ritorno al Festival per raccontare le sue storie del gatto killer –, il mitico fondatore del Corriere dei Ragazzi Mino Milani (ev.178), l'autrice e illustratrice estone Pietr Raud (ev.30,110), e i nostri Alice Keller (ev.175, 192) e Davide Morosinotto (ev.141, 186). Uniti dal filo rosso della poesia saranno gli incontri con Chiara Carminati (vedi qui ed ev.144), Silvia Vecchini (ev.122) e Bernard Friot (ev.136, 153, 168). Due i nomi di riferimento per il pubblico degli young adults: l'americana Sara Zarr (ev.67) e Antonio Dikele Distefano (ev.50), oggi forse l'autore italiano di maggior successo tra gli adolescenti. Nella sezione più laboratoriale, Brunhilde Borms e Pieter Gaudesaboos (ev.82, 135) guideranno i bambini alla ricerca della loro isola, Noemi Vola (ev.60) disegnando terrà insoliti esercizi di libertà, Giorgio Personelli (ev.1) metterà in musica i miti, Silvia Vecchini e Sualzo (ev.122) cercheranno ancora una volta di mescolare poesia e fumetto, altre incredibili attività con carta, colori e fantasia saranno curate Silvia Borando (ev.117, 169), Maria Luce Possentini (ev. 40) e Teresa Sdralevich (ev.7, 17). ********************** PROGETTO EUROPEO READ ON: GLI INCONTRI AL FESTIVAL Alla Casa del Mantegna prenderà sede il quartier generale delle attività legate al progetto Read On. Anthology arriverà in occasione del Festival alla stretta finale. Nel corso di una sessione d'esame collettiva che vedrà coinvolti come commissari esterni Aidan Chambers, Gabriele Di Fronzo e Marco Rossari verranno scelti i quattro racconti da inserire nella raccolta curata dai ragazzi di tutta Europa (ev.79). Sono stati oltre cento i testi della letteratura di tutti i tempi segnalati nel corso della primavera da classi, gruppi di lettura e singoli adolescenti per l'antologia di Read On, quest'anno dedicata alla forma racconto, la cui pubblicazione e distribuzione è prevista entro la fine dell'anno. Nell'incontro al Festival verranno sottoposti al giudizio del pubblico dieci racconti finalisti, pre-selezionati da una giuria composta da dieci giovani lettori di varie parti d'Italia. Raina Telgemeier e Daniel Cuello (ev.96) dialogheranno invece con alcuni dei ragazzi autori delle strisce a fumetti selezionate da My Life in Strips. Le storie di vita quotidiana in dieci vignette vincitrici del concorso (il tema proposto per il 2018 è stato transformation) gireranno per il Festival attraverso esposizioni intermittenti. Tre gli appuntamenti di Passports, l'azione di Read On dedicata ai giovani italiani (ed europei) provenienti da altri paesi. Oltre al già citato incontro con Elvis Malaj (ev.61), il programma prevede un confronto intergenerazionale che vedrà insieme sul palco Jhumpa Lahiri, la narratrice anglo-americana che ha deciso di adottare l'italiano come propria lingua di scrittura, e i giovanissimi Sabrynex e Nadir Taji (ev.131), già arrivati a meno di vent’anni alla pubblicazione dei loro primi libri; mentre Takoua ben Mohamed (vedi qui ed ev.83) – insieme a Sabika Shah Povia – terrà un workshop di auto-narrazione attraverso l'uso dello smartphone. ********************** DISCORSI SULL’ARTE L'Arte rinviata a giudizio a Festivaletteratura. In co-produzione con la nuova Fondazione di Palazzo Te, tornerà quest'anno la fortunata serie dei processi, dedicata a emblematici casi giudiziari del passato riaperti grazie ai documenti conservati nei più prestigiosi archivi storici italiani. Sul banco degli imputati finiranno quest'anno Jacopo Sansovino (ev.8), Pietro Veronese (ev.149), Caravaggio, insieme a Orazio Gentilesche e Onorio Longhi (ev.42), e Giuseppe Biasi (ev.92) per permettere a Elisabetta Bucciarelli, Giulio Busi, Danilo Craveia, Michele Di Sivo, Mario Lupano e Alessandra Schiavon di parlare della libertà e della responsabilità sociale dell'artista, dei rapporti tra arte e potere, della produzione e del mercato dell'arte e del ruolo dell'autore al suo interno. Sulla storia dello sguardo e di come le arti nei secoli abbiano contribuito a orientarlo si confronteranno Riccardo Falcinelli ed Emanuele Coccia (ev.85), mentre sullo statuto incerto delle immagini e il precario equilibrio tra realtà, finzione e potere che si gioca al loro interno interverrà il fotografo catalano Joan Fontcuberta (ev.130). Nel centenario della nascita di Achille Castiglioni, i designer Francesco Faccin e Andrea Anastasio (ev.93) cercheranno di mostrare come – nei loro differenti percorsi creativi - sia stata decisiva l'influenza del grande maestro milanese. Alle città-mondo, intese come luoghi universali che raccontano la nostra civiltà urbana, sarà dedicato quest'anno il percorso di architettura curato da Luca Molinari: le "città" prescelte sono Gerusalemme – con gli interventi di Donatella Di Cesare e David Palterer (ev.78) –, Istanbul – con quelli di Elif Batuman e Alper Derinbongaz (ev.119) – e la Divina Commedia, visitata dal dantista Riccardo Bruscagli e dall'architetto Franco Purini (ev.5). ********************** TRA TEATRO E POESIA Prosegue la ricerca sul linguaggio e la scrittura drammaturgica avviata negli ultimi anni al Festival per ritrovare l'intimo e originario nesso tra teatro e letteratura. Nella rottura della superificie della parola, nella ricerca del senso e della sostanza sonora, il Festival prova ad avvicinare ulteriormente poesia e teatro. Lo spettacolo E' Bal portato in scena dal Teatro delle Albe (ev.11) si chiuderà con un'intervista a senso alternato tra il poeta autore del testo (Nevio Spadoni) e l'attore che lo ha portato in scena (Roberto Magnani); il dialogo tra i poeti Géza Szőcs e Tomaso Kemeny (ev.29) si aprirà a una dimensione più cantabile. Le conversazioni di la scrittura in scena condotte da Magdalena Barile (ev.39, 147) vedranno coinvolte due delle compagnie più originali della scena italiana contemporanea: Frosini/Timpano (ev.39) e Deflorian/Tagliarini (ev.147), impegnati al Festival anche in un laboratorio di avvicinamento alla scrittura di scena. Il programma di poesia – oltre agli appuntamenti già precedentemente ricordati – prevedrà anche l’incontro tra Biancamaria Frabotta e Roberto Galaverni (ev.127), e quelli di Tomaso Kemeny (ev.29, 87) ed Enrico Testa in conversazione con Antonio Prete (ev.173). La proposta teatrale si completerà invece con il monologo Debra Libanos con Roberto Abbiati (ev.53), sul massacro perpetrato dal nostro esercito durante l'avventura coloniale in Etiopia, e con gli spettacoli per ragazzi Un giorno del Teatro all'Improvviso (ev.31) e Crikecrak della Baracca - Testoni Ragazzi (ev.174, 191, 195). ********************** CINEMA, MUSICA E VARIETÀ Moltissime le anteprime italiane all'interno di Pagine Nascoste, il ciclo di documentari su letteratura e scrittori divenuto un ingrediente essenziale del programma di Festivaletteratura (vedi qui). Tra i film in cartellone segnaliamo in particolare Dreaming Murakami, un'immersione nell'universo letterario della scrittore giapponese attraverso l'esperienza della sua traduttrice danese; The Poetess, storia della poetesa saudita Hissa “Remia” Halil, balzata agli onori della cronaca per aver denunciato in diretta televisiva il maschilismo arabo e le fatwa sui doveri della donna musulmana; The Pulitzer at 100, celebrazione del primo secolo di vita di uno dei più prestigiosi premi letterari e giornalistici al mondo. Come già l’anno scorso, una selezione dei film in programmazione durante il Festival sarà disponibile per la circuitazione in sale, biblioteche e realtà culturali in tutta Italia. Per quanto riguarda le proposte musicali, nel centenario della morte di Claude Debussy – in collaborazione con Mantova Musica – verrà proposto Debussy aujourd'hui, un concerto di Hugues Leclère (ev.102) interamente dedicato all'universo sonoro del grande compositore francese. Giovanni Bietti terrà una serie di lezioni in forma di lavagna dedicate all'interculturalità della musica (vedi qui, qui e qui) e introdurrà il percorso in tre puntate di Praga è la mia orchestra, col Dudok Quartet Amsterdam, che eseguirà di giorno in giorno pietre miliari della musica occidentale ispirate dalla città mitteleuropea e nate dal genio di Mozart, Dvořák e Janáček (ev. 95, 152, 183). Tra le proposte "a tavola", vanno segnalate le colazioni di Luca Scarlini (ev.15, 58, 109, PROVE APERTE IN PIAZZA ALBERTI

Piazza Alberti mantiene la sua caratteristica di spazio generativo, aperto alle sperimentazioni, agli incontri inter-generazionali, al coinvolgimento di nuovi soggetti culturali. Le riviste culturali – cartacee e su web – stanno conoscendo una straordinaria fioritura, proponendosi come ritrovati luoghi di riflessione e produzione artistica e letteraria. Ad alcune delle riviste ultime nate – Sirene (vedi qui), La Balena Bianca (vedi qui), Lavoro Culturale (vedi qui), Archivio (vedi qui), RVM (vedi qui) – sarà chiesto di organizzare per il Festival una conversazione su uno dei temi che stanno al centro del proprio progetto editoriale, coinvolgendo alcuni degli autori presenti a Mantova, mentre il chiosco ambulante allestito da Edicola 518 offrirà al pubblico una più completa panoramica sulle testate più innovative attualmente presenti in Italia e all’estero. Blurandevù, la serie di conversazioni con gli autori condotte dai volontari e dallo scorso anno inserite all’interno del progetto Read On, trasferirà in piazza anche la sede operativa del training di formazione dei ragazzi guidato da Fabio Geda e Marco Magnone. Ad essere intervistati dai ragazzi nel corso dei quattro appuntamenti serali saranno A. Igoni Barrett (vedi qui), Marta Fana (vedi qui), Nona Fernández (vedi qui) e Antonio Manzini (vedi qui). Prosegue Meglio di un romanzo, la “scuola” a cielo aperto di giornalismo narrativo coordinata da Christian Elia che mette a confronto aspiranti reporter e affermati professionisti (vedi qui): da qui provengono due giovani giornalisti, Alice Facchini e Lorenzo Pirovano, impegnati nella conduzione di alcuni incontri del Festival 2018. E piazza Alberti sarà anche la vetrina del più importante laboratorio permanente di Festivaletteratura: l’Archivio. Grazie a un’installazione accessibile durante tutta la manifestazione e a un ciclo di quattro appuntamenti legati ad alcune parole chiave – clima, agricoltura, città ed energia – si ripercorrerà l’evoluzione del dibattito sui temi ambientali negli ultimi dieci anni grazie alle registrazioni degli incontri tenutisi a Festivaletteratura (vedi qui).

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CASA DEL MANTEGNA: PIÙ SPAZIO AI RAGAZZI

Sempre più bambini e ragazzi alla Casa del Mantegna. Stanze, cortili, giardini e varie pertinenze dell’abitazione disegnata dal celebre pittore padovano saranno invase dalla folla festante dei più giovani lettori e dalle loro famiglie. Già lo scorso anno il Festival aveva completamente reinventato questo spazio espositivo in un condominio creativo in cui hanno felicemente convissuto scrittori, illustratori, artisti e performer. Quest’anno la casa si allarga: nel giardino verrà montata un’ampia tenda per accogliere gli appuntamenti di maggiore richiamo e tra la tenda e la casa sarà creata un’area relax per leggere, giocare e prendere fiato tra un evento e l’altro. L’esigenza di segnare un luogo per rimarcare la piena cittadinanza dei ragazzi al Festival e di farne uno spazio di maggiore e più libera partecipazione è divenuta ancora più forte con l’avvio di Read On, che ha ridato spinta alla voglia di provare cose nuove, anche oltre le azioni strettamente previste dal progetto.

Il primo risultato di questo rinnovato desiderio sperimentale è Girotondo, un percorso di giochi e fantasie d’autore pensato per i bambini e le loro famiglie, aperto da mattina a sera per tutti i giorni del Festival al primo piano della Casa del Mantegna. Girotondo è pensato in modo che i ragazzi possano girare per tutte le stanze affacciate in cerchio sul cortile interno: ad ogni sala troveranno un’attività pensata apposta per loro da un autore ospite di Festivaletteratura, che dovranno svolgere in totale autonomia, servendosi solo del foglio di istruzioni, dei materiali lasciati a disposizione e – nel caso – dell’aiuto dei propri genitori. A costruire questa giostra collettiva – ciascuno con una propria idea originale – sono stati chiamati Andrea Anastasio, Cora De Maria, Pieter Gaudesaboos, Teresa Sdralevich, Massimiliano Tappari, Stefano Tofani, Silvia Vecchini e Noemi Vola (vedi qui). All’uscita del percorso i bambini riceveranno un libretto con tutte le schede delle attività, in modo da poterle replicare anche a casa.

Numerosissimi restano gli appuntamenti previsti negli altri spazi della Casa del Mantegna: ad animarli saranno tra gli altri Raina Telgemeier (ev.197), tra le più note e affermate autrici di graphic novel e più volte vincitrice dell’Eisner Award, il disegnatore del Gruffalò Alex Scheffler (ev.2, 32), Anne Fine (ev.153, 198) – di ritorno al Festival per raccontare le sue storie del gatto killer –, il mitico fondatore del Corriere dei Ragazzi Mino Milani (ev.178), l’autrice e illustratrice estone Pietr Raud (ev.30,110), e i nostri Alice Keller (ev.175, 192) e Davide Morosinotto (ev.141, 186). Uniti dal filo rosso della poesia saranno gli incontri con Chiara Carminati (vedi qui ed ev.144), Silvia Vecchini (ev.122) e Bernard Friot (ev.136, 153, 168). Due i nomi di riferimento per il pubblico degli young adults: l’americana Sara Zarr (ev.67) e Antonio Dikele Distefano (ev.50), oggi forse l’autore italiano di maggior successo tra gli adolescenti. Nella sezione più laboratoriale, Brunhilde Borms e Pieter Gaudesaboos (ev.82, 135) guideranno i bambini alla ricerca della loro isola, Noemi Vola (ev.60) disegnando terrà insoliti esercizi di libertà, Giorgio Personelli (ev.1) metterà in musica i miti, Silvia Vecchini e Sualzo (ev.122) cercheranno ancora una volta di mescolare poesia e fumetto, altre incredibili attività con carta, colori e fantasia saranno curate Silvia Borando (ev.117, 169), Maria Luce Possentini (ev. 40) e Teresa Sdralevich (ev.7, 17).

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PROGETTO EUROPEO READ ON: GLI INCONTRI AL FESTIVAL

Alla Casa del Mantegna prenderà sede il quartier generale delle attività legate al progetto Read On. Anthology arriverà in occasione del Festival alla stretta finale. Nel corso di una sessione d’esame collettiva che vedrà coinvolti come commissari esterni Aidan Chambers, Gabriele Di Fronzo e Marco Rossari verranno scelti i quattro racconti da inserire nella raccolta curata dai ragazzi di tutta Europa (ev.79). Sono stati oltre cento i testi della letteratura di tutti i tempi segnalati nel corso della primavera da classi, gruppi di lettura e singoli adolescenti per l’antologia di Read On, quest’anno dedicata alla forma racconto, la cui pubblicazione e distribuzione è prevista entro la fine dell’anno. Nell’incontro al Festival verranno sottoposti al giudizio del pubblico dieci racconti finalisti, pre-selezionati da una giuria composta da dieci giovani lettori di varie parti d’Italia. Raina Telgemeier e Daniel Cuello (ev.96) dialogheranno invece con alcuni dei ragazzi autori delle strisce a fumetti selezionate da My Life in Strips. Le storie di vita quotidiana in dieci vignette vincitrici del concorso (il tema proposto per il 2018 è stato transformation) gireranno per il Festival attraverso esposizioni intermittenti. Tre gli appuntamenti di Passports, l’azione di Read On dedicata ai giovani italiani (ed europei) provenienti da altri paesi. Oltre al già citato incontro con Elvis Malaj (ev.61), il programma prevede un confronto intergenerazionale che vedrà insieme sul palco Jhumpa Lahiri, la narratrice anglo-americana che ha deciso di adottare l’italiano come propria lingua di scrittura, e i giovanissimi Sabrynex e Nadir Taji (ev.131), già arrivati a meno di vent’anni alla pubblicazione dei loro primi libri; mentre Takoua ben Mohamed (vedi qui ed ev.83) – insieme a Sabika Shah Povia – terrà un workshop di auto-narrazione attraverso l’uso dello smartphone.

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DISCORSI SULL’ARTE

L’Arte rinviata a giudizio a Festivaletteratura. In co-produzione con la nuova Fondazione di Palazzo Te, tornerà quest’anno la fortunata serie dei processi, dedicata a emblematici casi giudiziari del passato riaperti grazie ai documenti conservati nei più prestigiosi archivi storici italiani. Sul banco degli imputati finiranno quest’anno Jacopo Sansovino (ev.8), Pietro Veronese (ev.149), Caravaggio, insieme a Orazio Gentilesche e Onorio Longhi (ev.42), e Giuseppe Biasi (ev.92) per permettere a Elisabetta Bucciarelli, Giulio Busi, Danilo Craveia, Michele Di Sivo, Mario Lupano e Alessandra Schiavon di parlare della libertà e della responsabilità sociale dell’artista, dei rapporti tra arte e potere, della produzione e del mercato dell’arte e del ruolo dell’autore al suo interno.

Sulla storia dello sguardo e di come le arti nei secoli abbiano contribuito a orientarlo si confronteranno Riccardo Falcinelli ed Emanuele Coccia (ev.85), mentre sullo statuto incerto delle immagini e il precario equilibrio tra realtà, finzione e potere che si gioca al loro interno interverrà il fotografo catalano Joan Fontcuberta (ev.130). Nel centenario della nascita di Achille Castiglioni, i designer Francesco Faccin e Andrea Anastasio (ev.93) cercheranno di mostrare come – nei loro differenti percorsi creativi – sia stata decisiva l’influenza del grande maestro milanese. Alle città-mondo, intese come luoghi universali che raccontano la nostra civiltà urbana, sarà dedicato quest’anno il percorso di architettura curato da Luca Molinari: le “città” prescelte sono Gerusalemme – con gli interventi di Donatella Di Cesare e David Palterer (ev.78) –, Istanbul – con quelli di Elif Batuman e Alper Derinbongaz (ev.119) – e la Divina Commedia, visitata dal dantista Riccardo Bruscagli e dall’architetto Franco Purini (ev.5).

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TRA TEATRO E POESIA

Prosegue la ricerca sul linguaggio e la scrittura drammaturgica avviata negli ultimi anni al Festival per ritrovare l’intimo e originario nesso tra teatro e letteratura. Nella rottura della superificie della parola, nella ricerca del senso e della sostanza sonora, il Festival prova ad avvicinare ulteriormente poesia e teatro. Lo spettacolo E’ Bal portato in scena dal Teatro delle Albe (ev.11) si chiuderà con un’intervista a senso alternato tra il poeta autore del testo (Nevio Spadoni) e l’attore che lo ha portato in scena (Roberto Magnani); il dialogo tra i poeti Géza Szőcs e Tomaso Kemeny (ev.29) si aprirà a una dimensione più cantabile. Le conversazioni di la scrittura in scena condotte da Magdalena Barile (ev.39, 147) vedranno coinvolte due delle compagnie più originali della scena italiana contemporanea: Frosini/Timpano (ev.39) e Deflorian/Tagliarini (ev.147), impegnati al Festival anche in un laboratorio di avvicinamento alla scrittura di scena. Il programma di poesia – oltre agli appuntamenti già precedentemente ricordati – prevedrà anche l’incontro tra Biancamaria Frabotta e Roberto Galaverni (ev.127), e quelli di Tomaso Kemeny (ev.29, 87) ed Enrico Testa in conversazione con Antonio Prete (ev.173). La proposta teatrale si completerà invece con il monologo Debra Libanos con Roberto Abbiati (ev.53), sul massacro perpetrato dal nostro esercito durante l’avventura coloniale in Etiopia, e con gli spettacoli per ragazzi Un giorno del Teatro all’Improvviso (ev.31) e Crikecrak della Baracca – Testoni Ragazzi (ev.174, 191, 195).

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CINEMA, MUSICA E VARIETÀ

Moltissime le anteprime italiane all’interno di Pagine Nascoste, il ciclo di documentari su letteratura e scrittori divenuto un ingrediente essenziale del programma di Festivaletteratura (vedi qui). Tra i film in cartellone segnaliamo in particolare Dreaming Murakami, un’immersione nell’universo letterario della scrittore giapponese attraverso l’esperienza della sua traduttrice danese; The Poetess, storia della poetesa saudita Hissa “Remia” Halil, balzata agli onori della cronaca per aver denunciato in diretta televisiva il maschilismo arabo e le fatwa sui doveri della donna musulmana; The Pulitzer at 100, celebrazione del primo secolo di vita di uno dei più prestigiosi premi letterari e giornalistici al mondo. Come già l’anno scorso, una selezione dei film in programmazione durante il Festival sarà disponibile per la circuitazione in sale, biblioteche e realtà culturali in tutta Italia.

Per quanto riguarda le proposte musicali, nel centenario della morte di Claude Debussy – in collaborazione con Mantova Musica – verrà proposto Debussy aujourd’hui, un concerto di Hugues Leclère (ev.102) interamente dedicato all’universo sonoro del grande compositore francese. Giovanni Bietti terrà una serie di lezioni in forma di lavagna dedicate all’interculturalità della musica (vedi qui, qui e qui) e introdurrà il percorso in tre puntate di Praga è la mia orchestra, col Dudok Quartet Amsterdam, che eseguirà di giorno in giorno pietre miliari della musica occidentale ispirate dalla città mitteleuropea e nate dal genio di Mozart, Dvořák e Janáček (ev. 95, 152, 183). Tra le proposte “a tavola”, vanno segnalate le colazioni di Luca Scarlini (ev.15, 58, 109,

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Di: Festivaletteratura 2018: Guida al programma http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2020/09/08/festivaletteratura-di-mantova/comment-page-7/#comment-1400465 Festivaletteratura 2018: Guida al programma Wed, 05 Sep 2018 16:45:13 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4242#comment-1400465 SCIENZE A TUTTO CAMPO Da sempre attento alle questioni e alle sollecitazioni proposte dalle scienze esatte, Festivaletteratura inaugurerà quest'anno Scienceground, (vedi qui) un terreno per il confronto scientifico, aperto per tutta la durata della manifestazione presso lo spazio di Santa Maria della Vittoria. Animato da una piccola comunità scientifica temporanea composta da giovani ricercatori e studenti universitari, Scienceground funzionerà come luogo di scoperta, dialogo e approfondimento per riaffermare il valore fondamentale del giudizio e del discorso scientifico proprio a partire dal tanto controverso concetto di dato, attraverso giochi, workshop, videoconferenze, interviste dal vivo e una piccola biblioteca tematica. Al complesso sistema di interferenze e condizionamenti reciproci tra società e scienza sarà dedicato l'incontro tra Tommaso Dorigo e Massimiano Bucchi (ev.72), mentre Federico Bertoni e Giuseppe De Nicolao (ev.52) – dai campi apparentemente opposti della cultura umanistica e scientifica – proveranno dalla stessa ottica a capire quanto ancora sia vitale l'università pubblica in Italia per la crescita e la diffusione della conoscenza e lo sviluppo dell'intera comunità. Tra genetica, medicina e farmacologia si collocano gli appuntamenti con Karin Bojs e Guido Barbujani (ev.167), che proveranno a risalire la storia dell'umanità fino al Neolitico sulle tracce che l'evoluzione ha lasciato all'interno del nostro DNA, Arnaldo Benini (ev.84), contro i luoghi comuni sull'Alzheimer, e Agnese Codignola e Vittorio Lingiardi (ev.189), sull'avventurosa vita dell'LSD tra ricerca scientifica e controcultura. Temi e problemi scientifici torneranno anche quest'anno alla lavagna di piazza Mantegna grazie a Guido Barbujani, Massimiano Bucchi, Marco Di Domenico, Tommaso Dorigo e Marco Malvaldi. SCIENZE A TUTTO CAMPO

Da sempre attento alle questioni e alle sollecitazioni proposte dalle scienze esatte, Festivaletteratura inaugurerà quest’anno Scienceground, (vedi qui) un terreno per il confronto scientifico, aperto per tutta la durata della manifestazione presso lo spazio di Santa Maria della Vittoria. Animato da una piccola comunità scientifica temporanea composta da giovani ricercatori e studenti universitari, Scienceground funzionerà come luogo di scoperta, dialogo e approfondimento per riaffermare il valore fondamentale del giudizio e del discorso scientifico proprio a partire dal tanto controverso concetto di dato, attraverso giochi, workshop, videoconferenze, interviste dal vivo e una piccola biblioteca tematica. Al complesso sistema di interferenze e condizionamenti reciproci tra società e scienza sarà dedicato l’incontro tra Tommaso Dorigo e Massimiano Bucchi (ev.72), mentre Federico Bertoni e Giuseppe De Nicolao (ev.52) – dai campi apparentemente opposti della cultura umanistica e scientifica – proveranno dalla stessa ottica a capire quanto ancora sia vitale l’università pubblica in Italia per la crescita e la diffusione della conoscenza e lo sviluppo dell’intera comunità. Tra genetica, medicina e farmacologia si collocano gli appuntamenti con Karin Bojs e Guido Barbujani (ev.167), che proveranno a risalire la storia dell’umanità fino al Neolitico sulle tracce che l’evoluzione ha lasciato all’interno del nostro DNA, Arnaldo Benini (ev.84), contro i luoghi comuni sull’Alzheimer, e Agnese Codignola e Vittorio Lingiardi (ev.189), sull’avventurosa vita dell’LSD tra ricerca scientifica e controcultura. Temi e problemi scientifici torneranno anche quest’anno alla lavagna di piazza Mantegna grazie a Guido Barbujani, Massimiano Bucchi, Marco Di Domenico, Tommaso Dorigo e Marco Malvaldi.

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Di: Festivaletteratura 2018: Guida al programma http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2020/09/08/festivaletteratura-di-mantova/comment-page-7/#comment-1400463 Festivaletteratura 2018: Guida al programma Wed, 05 Sep 2018 16:44:22 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4242#comment-1400463 VOCI DALLA TERRA Direttamente dal cuore della Foresta Amazzonica partirà quest'anno la riflessione intorno ai temi della salvaguardia ambientale e dei cambiamenti climatici: ospite d'eccezione a Festivaletteratura sarà Davi Kopenawa, lo sciamano yanomami che ha raccontato la lunga lotta del suo popolo contro la deforestazione e il modello di sviluppo che rischia di privare il pianeta di qualsiasi futuro, intervistato dallo scrittore Angelo Ferracuti (ev.24). Ad aggiornare il quadro sulle attuali conseguenze dell'innalzamento delle temperature e del progressivo esaurimento delle risorse naturali contribuiranno gli incontri dedicati allo scioglimento dei ghiacci con Peter Wadhams e Carlo Barbante (ev.10) e alle guerre in corso per l'accaparramento dell'acqua con Emanuele Bompan e Alice Facchini (ev.75). Ma, come già per le questioni legate ai fenomeni migratori e alla crisi delle democrazie, anche per le sfide ambientali si rende necessario un salto di pensiero: il filosofo e antropologo Bruno Latour (ev.132) proporrà una nuova relazione tra democrazia e scienza rovesciando principi e pratiche dell'ecologia politica come oggi la conosciamo, Emanuele Coccia (ev.159) proverà a rifondare la nostra visione del mondo a partire dalle piante. Il designer Francesco Faccin e il biologo Marco Di Domenico (ev.27) ragioneranno su come si possa modificare la nostra percezione sulle questioni ambientali lavorando ad esempio sull'arredo urbano; al confine tra storia della religione, etnologia e botanica si colloca l'incontro tra Erika Maderna e Fabio Bortesi (ev.3). Moltissimi gli incontri dedicati ad ambiente e natura nel programma ragazzi tra la Casa del Mantegna – con Nicola Davies (ev.68, 88) – e Parcobaleno, dove torneranno i laboratori sul disegno naturalistico con Pia Valentinis (ev.62) e Veronica Truttero (ev.120), mentre Patrizia Zappa Mulas (ev.54) con lo spettacolo Animatime tributerà un omaggio alla teologia animale di Paolo De Benedetti. VOCI DALLA TERRA

Direttamente dal cuore della Foresta Amazzonica partirà quest’anno la riflessione intorno ai temi della salvaguardia ambientale e dei cambiamenti climatici: ospite d’eccezione a Festivaletteratura sarà Davi Kopenawa, lo sciamano yanomami che ha raccontato la lunga lotta del suo popolo contro la deforestazione e il modello di sviluppo che rischia di privare il pianeta di qualsiasi futuro, intervistato dallo scrittore Angelo Ferracuti (ev.24). Ad aggiornare il quadro sulle attuali conseguenze dell’innalzamento delle temperature e del progressivo esaurimento delle risorse naturali contribuiranno gli incontri dedicati allo scioglimento dei ghiacci con Peter Wadhams e Carlo Barbante (ev.10) e alle guerre in corso per l’accaparramento dell’acqua con Emanuele Bompan e Alice Facchini (ev.75). Ma, come già per le questioni legate ai fenomeni migratori e alla crisi delle democrazie, anche per le sfide ambientali si rende necessario un salto di pensiero: il filosofo e antropologo Bruno Latour (ev.132) proporrà una nuova relazione tra democrazia e scienza rovesciando principi e pratiche dell’ecologia politica come oggi la conosciamo, Emanuele Coccia (ev.159) proverà a rifondare la nostra visione del mondo a partire dalle piante. Il designer Francesco Faccin e il biologo Marco Di Domenico (ev.27) ragioneranno su come si possa modificare la nostra percezione sulle questioni ambientali lavorando ad esempio sull’arredo urbano; al confine tra storia della religione, etnologia e botanica si colloca l’incontro tra Erika Maderna e Fabio Bortesi (ev.3). Moltissimi gli incontri dedicati ad ambiente e natura nel programma ragazzi tra la Casa del Mantegna – con Nicola Davies (ev.68, 88) – e Parcobaleno, dove torneranno i laboratori sul disegno naturalistico con Pia Valentinis (ev.62) e Veronica Truttero (ev.120), mentre Patrizia Zappa Mulas (ev.54) con lo spettacolo Animatime tributerà un omaggio alla teologia animale di Paolo De Benedetti.

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Di: Festivaletteratura 2018: Guida al programma http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2020/09/08/festivaletteratura-di-mantova/comment-page-7/#comment-1400462 Festivaletteratura 2018: Guida al programma Wed, 05 Sep 2018 16:44:06 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4242#comment-1400462 RACCONTI DAL MONDO DIGITALE La sensazione di esclusione, di perdita di potere, di non riuscire a incidere sulle questioni che ci toccano direttamente come individui e come cittadini, diventa tanto più acuta quanto più si contamina con la percezione di una crescente e incontrollata dipendenza dalle nuove tecnologie. Festivaletteratura offrirà l'occasione di viaggiare nei meandri dei territori digitali, nelle entità remote che controllano quotidianamente i nostri comportamenti sfruttandoli a proprio o altrui vantaggio, nelle presunte città intelligenti, nelle ossessioni e nei sogni inquieti che – non da oggi – accompagnano il rapporto tra uomo e macchina attraverso gli incontri tra Andrew O'Hagan e Carlo Annese (ev.105), Franklin Foer e Massimo Mantellini (ev.113), Francesca Bria ed Evgeny Morozov con Luca De Biase (ev.9), Mark O'Connell e Tullio Avoledo (ev.185) e il confronto tra Luca Nemolato, Fiorella Operto e Jacopo Perfetti con Neri Marcorè (ev.176). Di come i social abbiano contribuito ad accrescere esponenzialmente il fenomeno delle fake news si parlerà invece nel programma ragazzi con Daniele Aristarco e Carlo Annese (ev.6). RACCONTI DAL MONDO DIGITALE

La sensazione di esclusione, di perdita di potere, di non riuscire a incidere sulle questioni che ci toccano direttamente come individui e come cittadini, diventa tanto più acuta quanto più si contamina con la percezione di una crescente e incontrollata dipendenza dalle nuove tecnologie. Festivaletteratura offrirà l’occasione di viaggiare nei meandri dei territori digitali, nelle entità remote che controllano quotidianamente i nostri comportamenti sfruttandoli a proprio o altrui vantaggio, nelle presunte città intelligenti, nelle ossessioni e nei sogni inquieti che – non da oggi – accompagnano il rapporto tra uomo e macchina attraverso gli incontri tra Andrew O’Hagan e Carlo Annese (ev.105), Franklin Foer e Massimo Mantellini (ev.113), Francesca Bria ed Evgeny Morozov con Luca De Biase (ev.9), Mark O’Connell e Tullio Avoledo (ev.185) e il confronto tra Luca Nemolato, Fiorella Operto e Jacopo Perfetti con Neri Marcorè (ev.176). Di come i social abbiano contribuito ad accrescere esponenzialmente il fenomeno delle fake news si parlerà invece nel programma ragazzi con Daniele Aristarco e Carlo Annese (ev.6).

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Di: Festivaletteratura 2018: Guida al programma http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2020/09/08/festivaletteratura-di-mantova/comment-page-7/#comment-1400461 Festivaletteratura 2018: Guida al programma Wed, 05 Sep 2018 16:43:45 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4242#comment-1400461 POTERI FORTI La disaffezione verso le forme tradizionali della rappresentanza politica, la rabbia nei confronti delle élites che attraversano oggi gran parte delle comunità occidentali sono sentimenti che trovano alimento nelle trasformazioni profonde che attraversano l'organizzazione dei sistemi economici e la natura stessa delle democrazie. I rapporti (e le distanze) tra l'alto e il basso delle nostre società, tra classi dirigenti e classi subalterne saranno al centro degli incontri tra Yanis Varoufakis e Tonia Mastrobuoni (ev.25), e – nella prospettiva storica dell'Italia dal Risorgimento ai nostri giorni – da Enzo Ciconte e Gian Antonio Stella (ev.26), mentre Zerocalcare e Leonardo Bianchi (ev.150) sposteranno il punto di osservazione sulla questione portandolo nelle periferie "degradate" dei centri urbani. Marta Fana e Riccardo Staglianò (ev.126) si confronteranno sulla destrutturazione e sul progressivo impoverimento – in termini materiali e simbolici – del lavoro al tempo della gig economy e dei mercati globali. Secondo la formula dell'Oxford Style si discuterà con Andrea Fumagalli, Ferdinando Giugliano, Elena Granaglia e Mario Seminerio (ev.89) del reddito di base o di cittadinanza, mentre Carlo Cottarelli (ev.202) cercherà di illustrare i motivi che frenano la crescita della nostra economia. POTERI FORTI

La disaffezione verso le forme tradizionali della rappresentanza politica, la rabbia nei confronti delle élites che attraversano oggi gran parte delle comunità occidentali sono sentimenti che trovano alimento nelle trasformazioni profonde che attraversano l’organizzazione dei sistemi economici e la natura stessa delle democrazie. I rapporti (e le distanze) tra l’alto e il basso delle nostre società, tra classi dirigenti e classi subalterne saranno al centro degli incontri tra Yanis Varoufakis e Tonia Mastrobuoni (ev.25), e – nella prospettiva storica dell’Italia dal Risorgimento ai nostri giorni – da Enzo Ciconte e Gian Antonio Stella (ev.26), mentre Zerocalcare e Leonardo Bianchi (ev.150) sposteranno il punto di osservazione sulla questione portandolo nelle periferie “degradate” dei centri urbani. Marta Fana e Riccardo Staglianò (ev.126) si confronteranno sulla destrutturazione e sul progressivo impoverimento – in termini materiali e simbolici – del lavoro al tempo della gig economy e dei mercati globali. Secondo la formula dell’Oxford Style si discuterà con Andrea Fumagalli, Ferdinando Giugliano, Elena Granaglia e Mario Seminerio (ev.89) del reddito di base o di cittadinanza, mentre Carlo Cottarelli (ev.202) cercherà di illustrare i motivi che frenano la crescita della nostra economia.

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Di: Festivaletteratura 2018: Guida al programma http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2020/09/08/festivaletteratura-di-mantova/comment-page-7/#comment-1400460 Festivaletteratura 2018: Guida al programma Wed, 05 Sep 2018 16:43:28 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4242#comment-1400460 NARRAZIONI ITALIANE Tra gli italiani che interverranno alla prossima edizione assume una particolare rilevanza la presenza di autori che arrivano al romanzo o al racconto dopo un percorso di successo nella scrittura per il cinema o per il teatro, come Stefano Massini (ev.190) e Luigi Lo Cascio (ev.133). Insieme a Gianrico Carofiglio (ev.142), Ermanno Cavazzoni (ev.106), Paolo Giordano (ev.108), Maurizio Maggiani (ev.90, 145), Michela Murgia (ev.18, 100, ma anche qui), Beppe Severgnini (ev.111), Francesco Abate (ev.18), Davide Longo (ev.133, 157), graditi ritorni al Festival, sono inoltre attesi alcuni giovani autori impostisi all'attenzione della critica come Giorgio Biferali (ev.188), Matteo Trevisani (ev.188), ed Elvis Malaj (ev.61), scrittore nato in Albania che ha adottato l'italiano come lingua di scrittura. Lilli Gruber ripercorrerà la storia travagliata della sua terra, il Sudtirolo, così intrecciata a quella della sua famiglia (ev.69), Lella Costa proporrà al Festival lo spettacolo Le lettere del cuore di Natalia Aspesi (ev.161), mentre Simonetta Agnello Hornby porterà sul palco storie quotidiane di violenza in famiglia, raccolte da casi giudiziari e fatti di cronaca, con l'accompagnamento musicale di Filomena Campus (ev.55). L'interazione tra letteratura e altre forme espressive – cinema, musica, fumetto – sarà più esplicita nei bonus track, in cui coppie inedite di scrittori e artisti – Marco Rossari e Colapesce (ev.162), Zerocalcare e Fabio Genovesi (ev.203), Paolo Giordano e il frontman dei Baustelle Francesco Bianconi (ev.108) – cercheranno di regalare qualcosa in più di un tradizionale evento letterario. Da una particolare congiuntura di affinità elettive nasce l'incontro tra il fumettista Paolo Bacilieri e il narratore Giorgio Fontana (ev.44). Un grande maestro dell'animazione italiana, Bruno Bozzetto, sarà tra gli ospiti d'onore di questa edizione, in un incontro che lo vedrà con Grégory Panaccione e Bruno Gambarotta (ev.172). Tra letteratura e spiritualità si collocheranno le conversazioni tra Enzo Bianchi e Umberto Galimberti sulla vecchiaia (ev.194), di Maurizio Maggiani e don Luigi Verdi sulla vita nella sacralità del creato (ev.90), di Antonio Prete e Luigi Zoja sul sentimento della nostalgia (ev.64). NARRAZIONI ITALIANE

Tra gli italiani che interverranno alla prossima edizione assume una particolare rilevanza la presenza di autori che arrivano al romanzo o al racconto dopo un percorso di successo nella scrittura per il cinema o per il teatro, come Stefano Massini (ev.190) e Luigi Lo Cascio (ev.133). Insieme a Gianrico Carofiglio (ev.142), Ermanno Cavazzoni (ev.106), Paolo Giordano (ev.108), Maurizio Maggiani (ev.90, 145), Michela Murgia (ev.18, 100, ma anche qui), Beppe Severgnini (ev.111), Francesco Abate (ev.18), Davide Longo (ev.133, 157), graditi ritorni al Festival, sono inoltre attesi alcuni giovani autori impostisi all’attenzione della critica come Giorgio Biferali (ev.188), Matteo Trevisani (ev.188), ed Elvis Malaj (ev.61), scrittore nato in Albania che ha adottato l’italiano come lingua di scrittura. Lilli Gruber ripercorrerà la storia travagliata della sua terra, il Sudtirolo, così intrecciata a quella della sua famiglia (ev.69), Lella Costa proporrà al Festival lo spettacolo Le lettere del cuore di Natalia Aspesi (ev.161), mentre Simonetta Agnello Hornby porterà sul palco storie quotidiane di violenza in famiglia, raccolte da casi giudiziari e fatti di cronaca, con l’accompagnamento musicale di Filomena Campus (ev.55). L’interazione tra letteratura e altre forme espressive – cinema, musica, fumetto – sarà più esplicita nei bonus track, in cui coppie inedite di scrittori e artisti – Marco Rossari e Colapesce (ev.162), Zerocalcare e Fabio Genovesi (ev.203), Paolo Giordano e il frontman dei Baustelle Francesco Bianconi (ev.108) – cercheranno di regalare qualcosa in più di un tradizionale evento letterario. Da una particolare congiuntura di affinità elettive nasce l’incontro tra il fumettista Paolo Bacilieri e il narratore Giorgio Fontana (ev.44). Un grande maestro dell’animazione italiana, Bruno Bozzetto, sarà tra gli ospiti d’onore di questa edizione, in un incontro che lo vedrà con Grégory Panaccione e Bruno Gambarotta (ev.172). Tra letteratura e spiritualità si collocheranno le conversazioni tra Enzo Bianchi e Umberto Galimberti sulla vecchiaia (ev.194), di Maurizio Maggiani e don Luigi Verdi sulla vita nella sacralità del creato (ev.90), di Antonio Prete e Luigi Zoja sul sentimento della nostalgia (ev.64).

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Di: Festivaletteratura 2018: Guida al programma http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2020/09/08/festivaletteratura-di-mantova/comment-page-7/#comment-1400459 Festivaletteratura 2018: Guida al programma Wed, 05 Sep 2018 16:43:05 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4242#comment-1400459 NEL SEGNO DEL GIALLO Tra noir e poliziesco, il programma del Festival riserverà come di consueto un'importante sezione alla letteratura del crimine. Un doppio confronto tra giallo italiano e giallo internazionale sarà quello che vedrà di fronte Christopher Bollen e Giancarlo De Cataldo (ev.112). Tutti al femminile gli incontri con Alicia Giménez-Bartlett (ev.123), la popolarissima creatrice dell'ispettore di polizia Petra Delicado, e con Jessica Fellowes (ev.143), autrice della serie dei delitti Mitford, ambientati nell'Inghilterra degli anni Venti. Molto nutrita la pattuglia di autori italiani di crime novel presente al Festival, che comprende anche Gian Mauro Costa e Romano De Marco (ev.65), Antonio Manzini, Marilù Oliva e Giampaolo Simi (ev.154), Veit Heinichen e Carlo Lucarelli (ev.137). Gli anni ruggenti del giallo italiano saranno ripercorsi grazie a due eventi: il primo dedicato a Giorgio Scerbanenco, punto di riferimento imprescindibile per i giallisti delle generazioni successive, in cui interverranno la figlia Cecilia Scerbanenco e Gianni Biondillo (ev.57), mentre il secondo sarà dedicato a Giorgio De Maria, autore dell'inquietante e profetico Le venti giornate di Torino, riscoperto oggi dall'editoria internazionale dopo oltre quarant'anni di oblio, con un incontro tra Cora De Maria, figlia dell’autore nonché attrice e illustratrice, e Luca Scarlini (ev.13). NEL SEGNO DEL GIALLO

Tra noir e poliziesco, il programma del Festival riserverà come di consueto un’importante sezione alla letteratura del crimine. Un doppio confronto tra giallo italiano e giallo internazionale sarà quello che vedrà di fronte Christopher Bollen e Giancarlo De Cataldo (ev.112). Tutti al femminile gli incontri con Alicia Giménez-Bartlett (ev.123), la popolarissima creatrice dell’ispettore di polizia Petra Delicado, e con Jessica Fellowes (ev.143), autrice della serie dei delitti Mitford, ambientati nell’Inghilterra degli anni Venti. Molto nutrita la pattuglia di autori italiani di crime novel presente al Festival, che comprende anche Gian Mauro Costa e Romano De Marco (ev.65), Antonio Manzini, Marilù Oliva e Giampaolo Simi (ev.154), Veit Heinichen e Carlo Lucarelli (ev.137). Gli anni ruggenti del giallo italiano saranno ripercorsi grazie a due eventi: il primo dedicato a Giorgio Scerbanenco, punto di riferimento imprescindibile per i giallisti delle generazioni successive, in cui interverranno la figlia Cecilia Scerbanenco e Gianni Biondillo (ev.57), mentre il secondo sarà dedicato a Giorgio De Maria, autore dell’inquietante e profetico Le venti giornate di Torino, riscoperto oggi dall’editoria internazionale dopo oltre quarant’anni di oblio, con un incontro tra Cora De Maria, figlia dell’autore nonché attrice e illustratrice, e Luca Scarlini (ev.13).

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Di: Festivaletteratura 2018: Guida al programma http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2020/09/08/festivaletteratura-di-mantova/comment-page-7/#comment-1400458 Festivaletteratura 2018: Guida al programma Wed, 05 Sep 2018 16:42:48 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4242#comment-1400458 RISATE A LIBRI APERTI A Festivaletteratura quest'anno si ride. All'umorismo, uno dei generi letterari più misconosciuti e bistrattati dalla critica, saranno dedicati numerosi e bizzarri eventi, frutto della complicità di scrittori e artisti che hanno coltivato questa passione in semi-clandestinità. Il percorso umoristico "ufficiale" prevede un'incursione di Paolo della Bella ed Ermanno Cavazzoni (ev.151) nella produzione di vignette e giornali satirici tra Ottocento e Novecento, un saggio dialogato di Marco Malvaldi e Stefano Tofani (ev.86) sulla comicità toscana, nonché Bravo, brevissimo, una lezione-spettacolo di Guido Conti (ev.193) sulla letteratura umoristica italiana passando per Collodi, Zavattini, Fellini, Longanesi. Nel cortile di Palazzo Castiglioni si terrà invece due volte al giorno il libro più divertente che ho letto (vedi qui), un interrogatorio semi-serio condotto da Federico Taddia a cui verranno sottoposti alcuni autori presenti al Festival – Richard Flanagan, Tullio Avoledo, John Niven, Stephen Bollen, Chiara Carminati, Bianca Pitzorno, Helen Humphreys, Marco Rossari, György Dragomán e Alessandro Zaccuri – per estorcere alcuni consigli utili alla costruzione di una biblioteca minima di libri da ridere. Ed essendo l'umorismo notoriamente contagioso, moltissimi saranno gli incontri in programma che vedranno protagonisti scrittori inclini alla risata: oltre al già citato David Sedaris (ev.107), spiccano le presenze dei britannici David Walliams (ev.43), scrittore per ragazzi dalla comicità pirotecnica, e John Niven (ev.56), autentico fuoriclasse dell'umorismo nero e senza speranza, alle quali si affiancano quelle degli italiani Antonio Albanese – straordinariamente in coppia con Gian Antonio Stella (ev.99) –, dei conduttori di Il ruggito del coniglio Antonello Dose e Marco Presta, di Stefano Tonietto (ev.14) – autore di numerosi saggi parodistici in versi e in prosa – e, nella serie degli accenti, del catalogatore di eresie e reliquie Mauro Orletti (vedi qui) e di Fabrizio Bolivar (vedi qui), autore di microracconti del buonumore. RISATE A LIBRI APERTI

A Festivaletteratura quest’anno si ride. All’umorismo, uno dei generi letterari più misconosciuti e bistrattati dalla critica, saranno dedicati numerosi e bizzarri eventi, frutto della complicità di scrittori e artisti che hanno coltivato questa passione in semi-clandestinità. Il percorso umoristico “ufficiale” prevede un’incursione di Paolo della Bella ed Ermanno Cavazzoni (ev.151) nella produzione di vignette e giornali satirici tra Ottocento e Novecento, un saggio dialogato di Marco Malvaldi e Stefano Tofani (ev.86) sulla comicità toscana, nonché Bravo, brevissimo, una lezione-spettacolo di Guido Conti (ev.193) sulla letteratura umoristica italiana passando per Collodi, Zavattini, Fellini, Longanesi. Nel cortile di Palazzo Castiglioni si terrà invece due volte al giorno il libro più divertente che ho letto (vedi qui), un interrogatorio semi-serio condotto da Federico Taddia a cui verranno sottoposti alcuni autori presenti al Festival – Richard Flanagan, Tullio Avoledo, John Niven, Stephen Bollen, Chiara Carminati, Bianca Pitzorno, Helen Humphreys, Marco Rossari, György Dragomán e Alessandro Zaccuri – per estorcere alcuni consigli utili alla costruzione di una biblioteca minima di libri da ridere. Ed essendo l’umorismo notoriamente contagioso, moltissimi saranno gli incontri in programma che vedranno protagonisti scrittori inclini alla risata: oltre al già citato David Sedaris (ev.107), spiccano le presenze dei britannici David Walliams (ev.43), scrittore per ragazzi dalla comicità pirotecnica, e John Niven (ev.56), autentico fuoriclasse dell’umorismo nero e senza speranza, alle quali si affiancano quelle degli italiani Antonio Albanese – straordinariamente in coppia con Gian Antonio Stella (ev.99) –, dei conduttori di Il ruggito del coniglio Antonello Dose e Marco Presta, di Stefano Tonietto (ev.14) – autore di numerosi saggi parodistici in versi e in prosa – e, nella serie degli accenti, del catalogatore di eresie e reliquie Mauro Orletti (vedi qui) e di Fabrizio Bolivar (vedi qui), autore di microracconti del buonumore.

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Di: Festivaletteratura 2018: Guida al programma http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2020/09/08/festivaletteratura-di-mantova/comment-page-7/#comment-1400457 Festivaletteratura 2018: Guida al programma Wed, 05 Sep 2018 16:42:31 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4242#comment-1400457 OMAGGI Ad alcuni classici contemporanei e ad autori forse meno noti ma non meno preziosi, saranno dedicati omaggi e inedite rivisitazioni all'interno del programma del Festival. Overload (ev.104, 148, 160) è un gioco teatrale sull'ecologia dell'attenzione e sui meccanismi diversivi del nostro cervello che i Sotterraneo metteranno in scena prendendo spunto dai testi di David Foster Wallace a dieci anni dalla sua scomparsa. Ulf Stark, uno degli scrittori per ragazzi più affezionati a Festivaletteratura, tornerà a Mantova attraverso i racconti di Janina Orlov e Pino Costalunga (ev.121). Vittoria Caterina Caratozzolo, Mario Piana ed Elvira Seminara (ev.49) ricorderanno una delle intellettuali più brillanti e sofisticate del Novecento: Irene Brin. A Lita Judge (ev.141), autrice di un'accurata biografia a fumetti di Mary Shelley, sarà affidata la celebrazione dei 200 anni di Frankenstein, mentre Sandra Petrignani e Masolino D'Amico ricorderanno Natalia Ginzburg (ev.38), Luca Scarlini Irmgard Keun nella forma della conferenza-spettacolo (ev.41). OMAGGI

Ad alcuni classici contemporanei e ad autori forse meno noti ma non meno preziosi, saranno dedicati omaggi e inedite rivisitazioni all’interno del programma del Festival. Overload (ev.104, 148, 160) è un gioco teatrale sull’ecologia dell’attenzione e sui meccanismi diversivi del nostro cervello che i Sotterraneo metteranno in scena prendendo spunto dai testi di David Foster Wallace a dieci anni dalla sua scomparsa. Ulf Stark, uno degli scrittori per ragazzi più affezionati a Festivaletteratura, tornerà a Mantova attraverso i racconti di Janina Orlov e Pino Costalunga (ev.121). Vittoria Caterina Caratozzolo, Mario Piana ed Elvira Seminara (ev.49) ricorderanno una delle intellettuali più brillanti e sofisticate del Novecento: Irene Brin. A Lita Judge (ev.141), autrice di un’accurata biografia a fumetti di Mary Shelley, sarà affidata la celebrazione dei 200 anni di Frankenstein, mentre Sandra Petrignani e Masolino D’Amico ricorderanno Natalia Ginzburg (ev.38), Luca Scarlini Irmgard Keun nella forma della conferenza-spettacolo (ev.41).

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Di: Festivaletteratura 2018: Guida al programma http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2020/09/08/festivaletteratura-di-mantova/comment-page-7/#comment-1400456 Festivaletteratura 2018: Guida al programma Wed, 05 Sep 2018 16:42:13 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4242#comment-1400456 LETTERARIE PASSIONI È comunque la letteratura a ricercare il senso, a ricostruire quanto la Storia ha spezzato, a restituire umanità là dove è stata negata. Una letteratura che diventa sentimento naturale come per la scrittrice turco-americana Elif Batuman (ev.204), veicolo per esplorare i meandri più oscuri della mente, come per Patrick McGrath (ev.91), o strumento di educazione alla libertà, come per Aidan Chambers (ev.118), che tornerà al Festival per ripercorrere la sua straordinaria vita dedicata ai libri e ai ragazzi. Con il suo memoir americano Michael Frank (ev.165) ci porterà in un viaggio struggente e avventuroso al cuore di quel mistero chiamato famiglia; mentre sarà l'amore per la letteratura italiana a fare incontrare Jhumpa Lahiri e Marcello Fois (ev.63), due autori diversamente distanti dalla nostra tradizione. Hans Tuzzi e Robert Darnton (ev.125) valuteranno i benefici della presenza fisica dei libri accanto a noi; Chiara Codecà e Marco Rossari (ev.21) parleranno dei problemi (e delle gioie) legati alla traduzione dei grandi autori del passato; Giuseppe Marcenaro e Massimo Raffaeli (ev.94) si interrogheranno su che fine abbia fatto la letteratura nel nostro paese, ora che gli ultimi "classici" del Novecento sono venuti a mancare. Un incontro corale, coordinato da Elia Malagò e Antonio Prete (ev.157), sarà dedicato ad alcune voci dimenticate del Novecento letterario italiano. Vere e proprie scorribande nella storia della letteratura saranno invece quelle di Agnese Grieco (ev.200), all'inseguimento del mito delle Sirene da Omero fino ai nostri giorni, e di Paolo Nori (ev.182), attraversando senza autorizzazioni l’immaginario della grande Russia. LETTERARIE PASSIONI

È comunque la letteratura a ricercare il senso, a ricostruire quanto la Storia ha spezzato, a restituire umanità là dove è stata negata. Una letteratura che diventa sentimento naturale come per la scrittrice turco-americana Elif Batuman (ev.204), veicolo per esplorare i meandri più oscuri della mente, come per Patrick McGrath (ev.91), o strumento di educazione alla libertà, come per Aidan Chambers (ev.118), che tornerà al Festival per ripercorrere la sua straordinaria vita dedicata ai libri e ai ragazzi. Con il suo memoir americano Michael Frank (ev.165) ci porterà in un viaggio struggente e avventuroso al cuore di quel mistero chiamato famiglia; mentre sarà l’amore per la letteratura italiana a fare incontrare Jhumpa Lahiri e Marcello Fois (ev.63), due autori diversamente distanti dalla nostra tradizione. Hans Tuzzi e Robert Darnton (ev.125) valuteranno i benefici della presenza fisica dei libri accanto a noi; Chiara Codecà e Marco Rossari (ev.21) parleranno dei problemi (e delle gioie) legati alla traduzione dei grandi autori del passato; Giuseppe Marcenaro e Massimo Raffaeli (ev.94) si interrogheranno su che fine abbia fatto la letteratura nel nostro paese, ora che gli ultimi “classici” del Novecento sono venuti a mancare. Un incontro corale, coordinato da Elia Malagò e Antonio Prete (ev.157), sarà dedicato ad alcune voci dimenticate del Novecento letterario italiano. Vere e proprie scorribande nella storia della letteratura saranno invece quelle di Agnese Grieco (ev.200), all’inseguimento del mito delle Sirene da Omero fino ai nostri giorni, e di Paolo Nori (ev.182), attraversando senza autorizzazioni l’immaginario della grande Russia.

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Di: Festivaletteratura 2018: Guida al programma http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2020/09/08/festivaletteratura-di-mantova/comment-page-7/#comment-1400455 Festivaletteratura 2018: Guida al programma Wed, 05 Sep 2018 16:41:55 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4242#comment-1400455 ALTRI MONDI Altri mondi, altre frontiere. Uscendo dall'Europa, Zahra Abdi e Inaam Kachachi (ev.76) rappresenteranno idealmente allo stesso tavolo Iran e Iraq e i conflitti più o meno dichiarati che attraversano i due paesi da oltre trent'anni, Bachtyar Ali (ev.199) porterà la voce del popolo curdo, la giovane Kaouther Adimi (ev.180) la resistenza culturale e le complesse vicende dell'Algeria contemporanea. È alla narratrice Minh Tran Huy (ev.59) che si deve la definizione di "viaggiatore suo malgrado" per definire la condizione universale dei milioni di esuli che dalla guerra del Vietnam in poi hanno battuto tutte le possibili rotte in cerca della salvezza. A. Igoni Barrett (ev.4), nuovo interprete della nobile tradizione letteraria nigeriana, riporterà al centro la questione razziale, in un'Africa tutt'altro che rassegnata. L'America che raccontano i narratori presenti quest'anno a Festivaletteratura è quella più profonda e selvaggia, infinitamente lontana dalle mille luci newyorkesi, che affronta a muso duro il mondo e si rifiuta di cambiare. Chris Offutt (ev.170), erede dei grandi maestri del racconto americano, racconterà la bellezza e la brutalità dei territori più isolati del Kentucky e degli uomini che vi abitano, Tom Drury (ev.81) – oggi docente all'Università di Lipsia – la vita delle comunità rurali del Midwest. Due osservatori stranieri – Gary Younge, editorialista e inviato del Guardian, e Francesco Costa (ev.46), vicedirettore del Post – guarderanno invece all'America che spara, e alle questioni legate alla violenza e alla diffusione delle armi. ALTRI MONDI

Altri mondi, altre frontiere. Uscendo dall’Europa, Zahra Abdi e Inaam Kachachi (ev.76) rappresenteranno idealmente allo stesso tavolo Iran e Iraq e i conflitti più o meno dichiarati che attraversano i due paesi da oltre trent’anni, Bachtyar Ali (ev.199) porterà la voce del popolo curdo, la giovane Kaouther Adimi (ev.180) la resistenza culturale e le complesse vicende dell’Algeria contemporanea. È alla narratrice Minh Tran Huy (ev.59) che si deve la definizione di “viaggiatore suo malgrado” per definire la condizione universale dei milioni di esuli che dalla guerra del Vietnam in poi hanno battuto tutte le possibili rotte in cerca della salvezza. A. Igoni Barrett (ev.4), nuovo interprete della nobile tradizione letteraria nigeriana, riporterà al centro la questione razziale, in un’Africa tutt’altro che rassegnata.

L’America che raccontano i narratori presenti quest’anno a Festivaletteratura è quella più profonda e selvaggia, infinitamente lontana dalle mille luci newyorkesi, che affronta a muso duro il mondo e si rifiuta di cambiare. Chris Offutt (ev.170), erede dei grandi maestri del racconto americano, racconterà la bellezza e la brutalità dei territori più isolati del Kentucky e degli uomini che vi abitano, Tom Drury (ev.81) – oggi docente all’Università di Lipsia – la vita delle comunità rurali del Midwest. Due osservatori stranieri – Gary Younge, editorialista e inviato del Guardian, e Francesco Costa (ev.46), vicedirettore del Post – guarderanno invece all’America che spara, e alle questioni legate alla violenza e alla diffusione delle armi.

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Di: Festivaletteratura 2018: Guida al programma http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2020/09/08/festivaletteratura-di-mantova/comment-page-7/#comment-1400454 Festivaletteratura 2018: Guida al programma Wed, 05 Sep 2018 16:41:38 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4242#comment-1400454 PRAGA “CITTÀ IN LIBRI” Sarà Praga, a cinquant'anni dalla sua primavera, la "città in libri" di Festivaletteratura 2018 (vedi qui). La capitale ceca, dove "ancor oggi, ogni notte, alle cinque, Franz Kafka ritorna a via Celetna a casa sua, con bombetta, vestito di nero" come scriveva Angelo Maria Ripellino, sembra essere fatta della sostanza stessa della letteratura a giudicare dai quasi trecento volumi di Guillaume Apollinaire, Jorge Luis Borges, Karel Capek, Bruce Chatwin, Umberto Eco, Jaroslav Hasek, Bohumil Hrabal, Franz Kafka, Milan Kundera, Rainer Maria Rilke, Philip Roth, Jaroslav Seifert e moltissimi altri autori che saranno lasciati in consultazione al pubblico del Festival nella centralissima tenda dei libri. Ad accompagnare la biblioteca, curata da Luca Scarlini e Alessandro Catalano (vedi qui), saranno gli appuntamenti con gli scrittori cechi Patrik Ouredník (ev.140) e Katerina Tucková (ev.74), l'incontro su Kafka tra Adriano Sofri e Giorgio Fontana (ev.163), il percorso notturno nella letteratura gotica praghese condotto dallo stesso Scarlini al Cimitero Monumentale di Mantova (ev.97). PRAGA “CITTÀ IN LIBRI”

Sarà Praga, a cinquant’anni dalla sua primavera, la “città in libri” di Festivaletteratura 2018 (vedi qui). La capitale ceca, dove “ancor oggi, ogni notte, alle cinque, Franz Kafka ritorna a via Celetna a casa sua, con bombetta, vestito di nero” come scriveva Angelo Maria Ripellino, sembra essere fatta della sostanza stessa della letteratura a giudicare dai quasi trecento volumi di Guillaume Apollinaire, Jorge Luis Borges, Karel Capek, Bruce Chatwin, Umberto Eco, Jaroslav Hasek, Bohumil Hrabal, Franz Kafka, Milan Kundera, Rainer Maria Rilke, Philip Roth, Jaroslav Seifert e moltissimi altri autori che saranno lasciati in consultazione al pubblico del Festival nella centralissima tenda dei libri. Ad accompagnare la biblioteca, curata da Luca Scarlini e Alessandro Catalano (vedi qui), saranno gli appuntamenti con gli scrittori cechi Patrik Ouredník (ev.140) e Katerina Tucková (ev.74), l’incontro su Kafka tra Adriano Sofri e Giorgio Fontana (ev.163), il percorso notturno nella letteratura gotica praghese condotto dallo stesso Scarlini al Cimitero Monumentale di Mantova (ev.97).

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Di: Festivaletteratura 2018: Guida al programma http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2020/09/08/festivaletteratura-di-mantova/comment-page-7/#comment-1400453 Festivaletteratura 2018: Guida al programma Wed, 05 Sep 2018 16:41:15 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4242#comment-1400453 PIANETA EUROPA Negli ultimi cento anni l'Europa ha mutato le proprie frontiere più di ogni altro continente, e intorno alle patrie, alle identità, alle lingue che a fatica si riconducono dentro i confini ridisegnati per tutto il Novecento si annodano molte delle potenti narrazioni degli scrittori europei ospiti quest'anno a Festivaletteraura. Diana Bosnjak Monai (ev.47) riscrive l'assedio di Sarajevo attraverso le pagine del diario del nonno, Eduardo Mendoza (ev.156) – considerato l'autore che meglio ha saputo raccontare le trasformazioni della società spagnola negli ultimi decenni – affronta le istanze dell'indipendentismo catalano (qui), György Dragomán (ev.114) da narratore e Géza Szocs (ev.29) da poeta restituiscono il punto di vista di una minoranza – quella linguistica ungherese in Romania – nell'esperienza delle dittature dell'Europa orientale. Da quella stessa minoranza proviene Agi Mishol (ev.115), poetessa isrealiana oggi tra le più note al mondo, che ha abbandonato l'ungherese materno adottando l'ebraico come lingua sacra, identitaria e nel contempo aperta all'esperienza universale. Robert Menasse, il narratore e saggista austriaco vincitore del Deutscher Buchpreis 2017, che al Festival incontrerà Luca Sofri (ev.187), capovolge la prospettiva e guarda le nostre piccole nazioni dall'anonima Bruxelles, cuore dell'eurocrazia, mentre Sergej Lebedev (ev.155) ci porta in una Russia che non fa i conti con il proprio passato. In questo quadro si inseriscono anche la riflessione sul riemergere della questione ebraica proposta dalla psicoanalista Elisabeth Roudinesco (ev.146) e soprattutto il bilancio su speranze e conseguenze del Sessantotto fallito ad Est, condotto da Guido Crainz insieme a Diana Bonjak Monai, Wlodek Goldkorn e Patrik Ouredník (ev.196). Tra le presenze europee più prestigiose non vanno inoltre dimenticate quelle dell’inglese Matt Haig (ev.28) e dell’islandese Jón Kalman Stefánsson (ev.101), di ritorno al Festival dopo la sua partecipazione nel 2012. PIANETA EUROPA

Negli ultimi cento anni l’Europa ha mutato le proprie frontiere più di ogni altro continente, e intorno alle patrie, alle identità, alle lingue che a fatica si riconducono dentro i confini ridisegnati per tutto il Novecento si annodano molte delle potenti narrazioni degli scrittori europei ospiti quest’anno a Festivaletteraura. Diana Bosnjak Monai (ev.47) riscrive l’assedio di Sarajevo attraverso le pagine del diario del nonno, Eduardo Mendoza (ev.156) – considerato l’autore che meglio ha saputo raccontare le trasformazioni della società spagnola negli ultimi decenni – affronta le istanze dell’indipendentismo catalano (qui), György Dragomán (ev.114) da narratore e Géza Szocs (ev.29) da poeta restituiscono il punto di vista di una minoranza – quella linguistica ungherese in Romania – nell’esperienza delle dittature dell’Europa orientale. Da quella stessa minoranza proviene Agi Mishol (ev.115), poetessa isrealiana oggi tra le più note al mondo, che ha abbandonato l’ungherese materno adottando l’ebraico come lingua sacra, identitaria e nel contempo aperta all’esperienza universale. Robert Menasse, il narratore e saggista austriaco vincitore del Deutscher Buchpreis 2017, che al Festival incontrerà Luca Sofri (ev.187), capovolge la prospettiva e guarda le nostre piccole nazioni dall’anonima Bruxelles, cuore dell’eurocrazia, mentre Sergej Lebedev (ev.155) ci porta in una Russia che non fa i conti con il proprio passato. In questo quadro si inseriscono anche la riflessione sul riemergere della questione ebraica proposta dalla psicoanalista Elisabeth Roudinesco (ev.146) e soprattutto il bilancio su speranze e conseguenze del Sessantotto fallito ad Est, condotto da Guido Crainz insieme a Diana Bonjak Monai, Wlodek Goldkorn e Patrik Ouredník (ev.196). Tra le presenze europee più prestigiose non vanno inoltre dimenticate quelle dell’inglese Matt Haig (ev.28) e dell’islandese Jón Kalman Stefánsson (ev.101), di ritorno al Festival dopo la sua partecipazione nel 2012.

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Di: Festivaletteratura 2018: Guida al programma http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2020/09/08/festivaletteratura-di-mantova/comment-page-7/#comment-1400452 Festivaletteratura 2018: Guida al programma Wed, 05 Sep 2018 16:40:57 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4242#comment-1400452 FRONTIERE Sono oltre trenta i Paesi di provenienza degli artisti e scrittori ospiti quest'anno, ed è proprio sul crinale delle frontiere che si può tentare una prima via di accesso al programma del 2018. La frontiera del resto è un segno su un foglio di carta, un atto di scrittura che separa stati, genera conflitti, crea e disperde identità nazionali. In un momento in cui soffiano i venti identitari e sembrano svanire le speranze universalistiche, Festivaletteratura percorre queste linee contese per raccogliere storie e cercare nuovi paradigmi che ci aiutino a interpretare le trasformazioni in corso e a ritrovare un'idea condivisa di mondo. Un esperto di relazioni internazionali, un geografo e un inviato di guerra – Bruno Tertrais, Franco Farinelli e Valerio Pellizzari (ev.51) – cercheranno di individuare storie e ragioni delle frontiere, tra volontà di dominio e rappresentazione della Terra; Tim Marshall (ev.177), per oltre trent'anni corrispondente della BBC dai fronti più caldi, illustrerà le cause geografiche che portano popoli e stati a scatenare guerre e a innalzare muri. Linee arbitrarie o barriere naturali, le frontiere danno confini alla cittadinanza, ai diritti, spesso a valori che riteniamo universali, escludendo - oggi come in passato - le migliaia di persone che provano in ogni modo a superarle. I grandi flussi migratori impongono un cambiamento di pensiero e di sguardo. Donatella Di Cesare e Francesca Rigotti (ev.45) interverranno sulla necessità di una "filosofia della migrazione", Agus Morales (ev.37) sul valore simbolico del rifugiato come nemico. La reinvenzione della tecnica del fotoracconto di Carlos Spottorno e Guillermo Abril (ev.20) e il racconto di Ascanio Celestini a partire dalle opere create dall’artista Giovanni Albanese (ev.12) testimonieranno l'esigenza di trovare nuove forme di rappresentazione per le storie dei migranti. Le frontiere attraverseranno persino le lavagne in piazza Mantegna, nelle lezioni di geografia tenute da Franco Farinelli (questa, questa e questa). FRONTIERE

Sono oltre trenta i Paesi di provenienza degli artisti e scrittori ospiti quest’anno, ed è proprio sul crinale delle frontiere che si può tentare una prima via di accesso al programma del 2018. La frontiera del resto è un segno su un foglio di carta, un atto di scrittura che separa stati, genera conflitti, crea e disperde identità nazionali. In un momento in cui soffiano i venti identitari e sembrano svanire le speranze universalistiche, Festivaletteratura percorre queste linee contese per raccogliere storie e cercare nuovi paradigmi che ci aiutino a interpretare le trasformazioni in corso e a ritrovare un’idea condivisa di mondo. Un esperto di relazioni internazionali, un geografo e un inviato di guerra – Bruno Tertrais, Franco Farinelli e Valerio Pellizzari (ev.51) – cercheranno di individuare storie e ragioni delle frontiere, tra volontà di dominio e rappresentazione della Terra; Tim Marshall (ev.177), per oltre trent’anni corrispondente della BBC dai fronti più caldi, illustrerà le cause geografiche che portano popoli e stati a scatenare guerre e a innalzare muri.

Linee arbitrarie o barriere naturali, le frontiere danno confini alla cittadinanza, ai diritti, spesso a valori che riteniamo universali, escludendo – oggi come in passato – le migliaia di persone che provano in ogni modo a superarle. I grandi flussi migratori impongono un cambiamento di pensiero e di sguardo. Donatella Di Cesare e Francesca Rigotti (ev.45) interverranno sulla necessità di una “filosofia della migrazione”, Agus Morales (ev.37) sul valore simbolico del rifugiato come nemico. La reinvenzione della tecnica del fotoracconto di Carlos Spottorno e Guillermo Abril (ev.20) e il racconto di Ascanio Celestini a partire dalle opere create dall’artista Giovanni Albanese (ev.12) testimonieranno l’esigenza di trovare nuove forme di rappresentazione per le storie dei migranti. Le frontiere attraverseranno persino le lavagne in piazza Mantegna, nelle lezioni di geografia tenute da Franco Farinelli (questa, questa e questa).

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Di: Festivaletteratura 2018: Guida al programma http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2020/09/08/festivaletteratura-di-mantova/comment-page-7/#comment-1400451 Festivaletteratura 2018: Guida al programma Wed, 05 Sep 2018 16:40:41 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4242#comment-1400451 SFOGLIANDO IL PROGRAMMA Festivaletteratura continua a guardare al mondo, cercando di affiancare ai nomi più riconosciuti inviti più di proposta. Tra gli ospiti che animeranno gli appuntamenti della prossima edizione vanno segnalati Nicole Krauss (ev.80), tra le più popolari scrittrici statunitensi della sua generazione, nuovamente al Festival dopo dieci anni; il giornalista e scrittore anglo-americano Simon Winchester (ev.181); Nona Fernández (ev.100), giovane talento della letteratura latinoamericana; Yan Lianke (ev.124), scrittore cinese impostosi all'attenzione mondiale da oltre quindici anni, presenza fissa nella rosa di favoriti per il Nobel; Yanis Varoufakis (ev.25), economista ed ex-ministro delle Finanze del governo Tsipras, e ancora – come attesi ritorni – Richard Flanagan (ev.134), Helen Humphreys (ev.35), Nicola Davies (ev.68, 88), Aidan Chambers (ev.118), Patrick McGrath (ev.91) e David Sedaris (ev.107). SFOGLIANDO IL PROGRAMMA

Festivaletteratura continua a guardare al mondo, cercando di affiancare ai nomi più riconosciuti inviti più di proposta. Tra gli ospiti che animeranno gli appuntamenti della prossima edizione vanno segnalati Nicole Krauss (ev.80), tra le più popolari scrittrici statunitensi della sua generazione, nuovamente al Festival dopo dieci anni; il giornalista e scrittore anglo-americano Simon Winchester (ev.181); Nona Fernández (ev.100), giovane talento della letteratura latinoamericana; Yan Lianke (ev.124), scrittore cinese impostosi all’attenzione mondiale da oltre quindici anni, presenza fissa nella rosa di favoriti per il Nobel; Yanis Varoufakis (ev.25), economista ed ex-ministro delle Finanze del governo Tsipras, e ancora – come attesi ritorni – Richard Flanagan (ev.134), Helen Humphreys (ev.35), Nicola Davies (ev.68, 88), Aidan Chambers (ev.118), Patrick McGrath (ev.91) e David Sedaris (ev.107).

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Di: Festivaletteratura 2018: Guida al programma http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2020/09/08/festivaletteratura-di-mantova/comment-page-7/#comment-1400450 Festivaletteratura 2018: Guida al programma Wed, 05 Sep 2018 16:40:21 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4242#comment-1400450 Il denso palinsesto di appuntamenti che andrà a distendersi tra piazze, palazzi e altri luoghi della città arriva da un appassionante lavoro di tessitura che ha messo in connessione artisti provenienti da mondi diversi, creato corrispondenze tra scrittori, chiamato all'opera nuovi attori della scena culturale e – in particolare quest'anno – centinaia di adolescenti. È per questa strada che la partecipazione di ciascun autore viene a trasformarsi in un "incontro", l’elemento di base della festosa costruzione di Festivaletteratura. Incontrarsi al Festival significa infatti ritrovarsi ad allargare i discorsi avviati, approfondire gli scambi, dare corso alle idee, verificare – nel confronto con il pubblico – quello di cui si è discusso per mesi, al di là dei singoli appuntamenti in calendario, prendendosi il tempo che occorre e trovando la giusta atmosfera. Il denso palinsesto di appuntamenti che andrà a distendersi tra piazze, palazzi e altri luoghi della città arriva da un appassionante lavoro di tessitura che ha messo in connessione artisti provenienti da mondi diversi, creato corrispondenze tra scrittori, chiamato all’opera nuovi attori della scena culturale e – in particolare quest’anno – centinaia di adolescenti. È per questa strada che la partecipazione di ciascun autore viene a trasformarsi in un “incontro”, l’elemento di base della festosa costruzione di Festivaletteratura. Incontrarsi al Festival significa infatti ritrovarsi ad allargare i discorsi avviati, approfondire gli scambi, dare corso alle idee, verificare – nel confronto con il pubblico – quello di cui si è discusso per mesi, al di là dei singoli appuntamenti in calendario, prendendosi il tempo che occorre e trovando la giusta atmosfera.

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Di: Festivaletteratura 2018 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2020/09/08/festivaletteratura-di-mantova/comment-page-7/#comment-1400449 Festivaletteratura 2018 Wed, 05 Sep 2018 16:39:43 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4242#comment-1400449 Per vedere l'elenco aggiornato degli autori clicca qui https://www.festivaletteratura.it/it/2018/autori Per vedere l’elenco aggiornato degli autori clicca qui
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Di: Festivaletteratura 2018 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2020/09/08/festivaletteratura-di-mantova/comment-page-7/#comment-1400448 Festivaletteratura 2018 Wed, 05 Sep 2018 16:39:13 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4242#comment-1400448 Il Programma del Festivaletteratura 2018 in pdf https://www.festivaletteratura.it/files/programma2018.pdf Il Programma del Festivaletteratura 2018 in pdf
https://www.festivaletteratura.it/files/programma2018.pdf

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Di: Festivaletteratura 2018 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2020/09/08/festivaletteratura-di-mantova/comment-page-7/#comment-1400447 Festivaletteratura 2018 Wed, 05 Sep 2018 16:38:21 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4242#comment-1400447 <b>Festivaletteratura 2017 </b> Festivaletteratura 2017

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Di: Festivaletteratura 2017 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2020/09/08/festivaletteratura-di-mantova/comment-page-7/#comment-1327545 Festivaletteratura 2017 Wed, 06 Sep 2017 20:29:36 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4242#comment-1327545 Per le notti di Festivaletteratura Music Hall al Museo Diocesano, il club di piazza Virgiliana propone quest’anno il rap letterario di Murubutu combinato all’immigrazione amplificata in musica di Stregoni (giovedì 7), il post-modern blues di L.A. Salami unito al dream pop notturno di His Clancyness (venerdì 8), una delle band più rappresentative dell’indie-pop italiano, gli Ex-Otago, con il contorno delle trascinanti melodie dei Welcome Back Sailors (sabato 9). Un laboratorio di creazione musicale su un testo letterario sarà condotto dal musicista Fabrizio Puglisi: cantanti, compositori, strumentisti saranno chiamati per quattro giorni a confrontarsi con Ubik, di Philip Dick, per trarne materia d’ispirazione per improvvisazioni e scrittura di partiture minime, che confluiranno infine in una performance collettiva. Cambiando genere, Festivaletteratura non poteva certo trascurare l’anniversario monteverdiano: saranno Luca Scarlini, attraverso una conferenza/concerto dedicata alle cantatrici di Monteverdi, e Dario Moretti, attraverso una rivisitazione della favola d’Orfeo pensata per i ragazzi, a rendere omaggio al grande compositore barocco con l’accompagnamento musicale dell’Accademia degli Invaghiti. Per le notti di Festivaletteratura Music Hall al Museo Diocesano, il club di piazza Virgiliana propone quest’anno il rap letterario di Murubutu combinato all’immigrazione amplificata in musica di Stregoni (giovedì 7), il post-modern blues di L.A. Salami unito al dream pop notturno di His Clancyness (venerdì 8), una delle band più rappresentative dell’indie-pop italiano, gli Ex-Otago, con il contorno delle trascinanti melodie dei Welcome Back Sailors (sabato 9). Un laboratorio di creazione musicale su un testo letterario sarà condotto dal musicista Fabrizio Puglisi: cantanti, compositori, strumentisti saranno chiamati per quattro giorni a confrontarsi con Ubik, di Philip Dick, per trarne materia d’ispirazione per improvvisazioni e scrittura di partiture minime, che confluiranno infine in una performance collettiva. Cambiando genere, Festivaletteratura non poteva certo trascurare l’anniversario monteverdiano: saranno Luca Scarlini, attraverso una conferenza/concerto dedicata alle cantatrici di Monteverdi, e Dario Moretti, attraverso una rivisitazione della favola d’Orfeo pensata per i ragazzi, a rendere omaggio al grande compositore barocco con l’accompagnamento musicale dell’Accademia degli Invaghiti.

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Di: Festivaletteratura 2017 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2020/09/08/festivaletteratura-di-mantova/comment-page-7/#comment-1327544 Festivaletteratura 2017 Wed, 06 Sep 2017 20:29:19 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4242#comment-1327544 Anche quest’anno il programma del Festival prevede una stimolante sezione dedicata ad arte, design e architettura. Un bilancio sinestetico della propria carriera di artista vedrà protagonista un instancabile sperimentatore come Ugo La Pietra. Lea Vergine – in dialogo con Luciana Castellina – ripercorrerà il rapporto contrastato e appassionante lungo una vita tenuto con l’arte. Di design anonimo o involontario parlerà Dario Scodeller; Victor Stoichita rivelerà le regole che presiedono al gioco della rappresentazione tra immagine e sguardo, cinema e arti visive; mentre Antonio Forcellino ragionerà con Caterina Volpi sul restauro come occasione di rilettura e reinterpretazione dell’opera d’arte. Per l’architettura, ospite d’onore sarà Kjetil Thorsen, progettista della Biblioteca di Alessandria d’Egitto e del National 9/11 Memorial & Museum di New York, mentre Cherubino Gambardella, attraverso una rilettura di Villa Malaparte, proporrà una riflessione sul Mediterraneo. - Intorno al connubio poesia-canto, motore di arte colta e popolare, Festivaletteratura – in collaborazione con il Centro d'Arte e Cultura di Palazzo Te, il Museo Civico di Palazzo Te, e con il sostegno di Regione Lombardia – ha ideato La parola che canta, un progetto distinto dal programma “ordinario” che si configura come esplorazione in forma di festa del dialogo ininterrotto tra musicisti e poeti. Nelle serate di giovedì, venerdì e sabato scrittori, studiosi e artisti di varia esperienza e formazione terranno conversazioni, concerti, letture, improvvisazioni felicemente disperse tra cortili e stanze affrescate. Con La parola che canta Festivaletteratura sperimenta un utilizzo della villa gonzaghesca che ne reinterpreta la vocazione originaria: tra gli invitati si segnalano Francesco Guccini, Giovanna Marini, i Fanny & Alexander, Mariangela Gualtieri, i Cuncordu e Tenore di Orosei, Umberto Fiori, Giovanni Bietti, Fabrizio Scipioni, Massimo Giuntoli, Michele Spanghero. Anche quest’anno il programma del Festival prevede una stimolante sezione dedicata ad arte, design e architettura. Un bilancio sinestetico della propria carriera di artista vedrà protagonista un instancabile sperimentatore come Ugo La Pietra. Lea Vergine – in dialogo con Luciana Castellina – ripercorrerà il rapporto contrastato e appassionante lungo una vita tenuto con l’arte. Di design anonimo o involontario parlerà Dario Scodeller; Victor Stoichita rivelerà le regole che presiedono al gioco della rappresentazione tra immagine e sguardo, cinema e arti visive; mentre Antonio Forcellino ragionerà con Caterina Volpi sul restauro come occasione di rilettura e reinterpretazione dell’opera d’arte. Per l’architettura, ospite d’onore sarà Kjetil Thorsen, progettista della Biblioteca di Alessandria d’Egitto e del National 9/11 Memorial & Museum di New York, mentre Cherubino Gambardella, attraverso una rilettura di Villa Malaparte, proporrà una riflessione sul Mediterraneo.
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Intorno al connubio poesia-canto, motore di arte colta e popolare, Festivaletteratura – in collaborazione con il Centro d’Arte e Cultura di Palazzo Te, il Museo Civico di Palazzo Te, e con il sostegno di Regione Lombardia – ha ideato La parola che canta, un progetto distinto dal programma “ordinario” che si configura come esplorazione in forma di festa del dialogo ininterrotto tra musicisti e poeti. Nelle serate di giovedì, venerdì e sabato scrittori, studiosi e artisti di varia esperienza e formazione terranno conversazioni, concerti, letture, improvvisazioni felicemente disperse tra cortili e stanze affrescate. Con La parola che canta Festivaletteratura sperimenta un utilizzo della villa gonzaghesca che ne reinterpreta la vocazione originaria: tra gli invitati si segnalano Francesco Guccini, Giovanna Marini, i Fanny & Alexander, Mariangela Gualtieri, i Cuncordu e Tenore di Orosei, Umberto Fiori, Giovanni Bietti, Fabrizio Scipioni, Massimo Giuntoli, Michele Spanghero.

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Di: Festivaletteratura 2017 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2020/09/08/festivaletteratura-di-mantova/comment-page-7/#comment-1327543 Festivaletteratura 2017 Wed, 06 Sep 2017 20:28:59 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4242#comment-1327543 Un viaggio a piedi per disegnare una nuova mappa della Lombardia: con l’avventura del progetto Atlante Festivaletteratura prosegue nella sperimentazione di forme di partecipazione diretta del pubblico. Venti persone e quattro giorni di tempo per realizzare una guida illustrata e commentata del territorio lombardo tra Brescia e Mantova: a partire dalle segnalazioni che verranno raccolte da luglio attraverso il sito del Festival, il gruppo si metterà in cammino cercando di documentare i punti di attrazione nascosti – tesori artistici, squarci di paesaggio, ma anche storie locali, personaggi e curiosità – ad uso dei visitatori futuri. L’impresa partirà da Brescia domenica 3 settembre e si concluderà in piazza Sordello a Mantova mercoledì 6, giorno di inaugurazione del Festival. I taccuini redatti dai partecipanti andranno poi a formare una speciale installazione allestita presso la Tenda dei Libri e visitabile per tutta la durata del Festival. - Giornalismo e narrazione si ritrovano uniti anche quest'anno per Meglio di un romanzo, il progetto attraverso il quale Festivaletteratura punta a sostenere i giovani aspiranti giornalisti che intendono cimentarsi con la tradizionale forma del reportage, declinandola attraverso linguaggi diversi. Quest'anno verrà presentato Isole del silenzio di Melissa Magnani, il primo lavoro commissionato direttamente da Festivaletteratura e pubblicato a puntate sul web a partire da marzo 2017. Il racconto giornalistico rimane al centro degli incontri che vedranno sul palco Carolin Emcke, vincitrice del premio della pace assegnato dai librai tedeschi, e gli italiani Domenico Quirico, Ferruccio De Bortoli, Valerio Pellizzari, Pietro Grasso. - In un’epoca in cui il compito di testimoniare la contemporaneità viene sempre più demandato all'immagine, tre fotogiornalisti tra i più apprezzati sulla scena internazionale illustreranno la profondità di campo sottesa al loro lavoro, che dilata l’istantaneità del singolo scatto in un racconto universale: Buhran Ozbilici, vincitore del World Press Photo 2017 con lo scatto del killer dell’ambasciatore russo ad Ankara, Giulio Piscitelli, il fotografo italiano salito sulle imbarcazioni dei migranti, e Monika Bulaj che – in forma di spettacolo – mostrerà le immagini degli ultimi luoghi rimasti dove fedi differenti ancora dialogano. A loro si unisce un artista della fotografia come Ferdinando Scianna, che con il poeta Franco Marcoaldi svilupperà attraverso immagini e parole un confronto tra condizione umana e animale. Un viaggio a piedi per disegnare una nuova mappa della Lombardia: con l’avventura del progetto Atlante Festivaletteratura prosegue nella sperimentazione di forme di partecipazione diretta del pubblico. Venti persone e quattro giorni di tempo per realizzare una guida illustrata e commentata del territorio lombardo tra Brescia e Mantova: a partire dalle segnalazioni che verranno raccolte da luglio attraverso il sito del Festival, il gruppo si metterà in cammino cercando di documentare i punti di attrazione nascosti – tesori artistici, squarci di paesaggio, ma anche storie locali, personaggi e curiosità – ad uso dei visitatori futuri. L’impresa partirà da Brescia domenica 3 settembre e si concluderà in piazza Sordello a Mantova mercoledì 6, giorno di inaugurazione del Festival. I taccuini redatti dai partecipanti andranno poi a formare una speciale installazione allestita presso la Tenda dei Libri e visitabile per tutta la durata del Festival.
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Giornalismo e narrazione si ritrovano uniti anche quest’anno per Meglio di un romanzo, il progetto attraverso il quale Festivaletteratura punta a sostenere i giovani aspiranti giornalisti che intendono cimentarsi con la tradizionale forma del reportage, declinandola attraverso linguaggi diversi. Quest’anno verrà presentato Isole del silenzio di Melissa Magnani, il primo lavoro commissionato direttamente da Festivaletteratura e pubblicato a puntate sul web a partire da marzo 2017. Il racconto giornalistico rimane al centro degli incontri che vedranno sul palco Carolin Emcke, vincitrice del premio della pace assegnato dai librai tedeschi, e gli italiani Domenico Quirico, Ferruccio De Bortoli, Valerio Pellizzari, Pietro Grasso.
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In un’epoca in cui il compito di testimoniare la contemporaneità viene sempre più demandato all’immagine, tre fotogiornalisti tra i più apprezzati sulla scena internazionale illustreranno la profondità di campo sottesa al loro lavoro, che dilata l’istantaneità del singolo scatto in un racconto universale: Buhran Ozbilici, vincitore del World Press Photo 2017 con lo scatto del killer dell’ambasciatore russo ad Ankara, Giulio Piscitelli, il fotografo italiano salito sulle imbarcazioni dei migranti, e Monika Bulaj che – in forma di spettacolo – mostrerà le immagini degli ultimi luoghi rimasti dove fedi differenti ancora dialogano. A loro si unisce un artista della fotografia come Ferdinando Scianna, che con il poeta Franco Marcoaldi svilupperà attraverso immagini e parole un confronto tra condizione umana e animale.

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Di: Festivaletteratura 2017 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2020/09/08/festivaletteratura-di-mantova/comment-page-7/#comment-1327542 Festivaletteratura 2017 Wed, 06 Sep 2017 20:28:31 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4242#comment-1327542 Continua la riflessione sulle relazioni tra letteratura, produzione culturale e nuove tecnologie sviluppata negli ultimi anni anche grazie all’officina di Prototipi. Lo spazio di Santa Maria della Vittoria quest’anno sarà interamente dedicato alla logica computazionale, mostrando a giovani e adulti come ragiona un computer. L'intervento di Scott Aaronson, tra i massimi esperti di teoria della complessità computazionale, mostrerà le connessioni con il pensiero umano e le possibili prospettive di sviluppo interdisciplinare. All'interno degli accenti, la serie prossimamente – finestra sugli argomenti dei Festival di domani con interventi di ospiti a distanza intervistati dai blogger di La Balena Bianca e di Il lavoro culturale – si occuperà degli scenari futuri e delle trasformazioni in atto nel campo della scrittura e della produzione artistica con l'avvento della nuove tecnologie. Sui temi legati ai mutamenti della percezione e della rappresentazione in campo artistico nell’era di internet dialogheranno infine Mauro Carbone e Stefano Catucci, mentre sul legame tra creatività e innovazione tecnologica interverrà Jeffrey Schnapp, tra le più autorevoli voci internazionali nel campo delle digital humanities. Rivoluzione dei paradigmi economici, sommovimenti geo-politici, ripensamento della forma città: l'emergenza climatica richiede con sempre maggiore urgenza un nuovo paradigma di pensiero. Al centro dell'incontro di Kate Raworth e Leonardo Becchetti sarà l'idea di un’economia circolare e inclusiva, capace di rigenerare i sistemi naturali e di contrastare le crescenti disuguaglianze economiche. Massimiliano Bucchi e Gianluca Ruggieri si interrogheranno invece sugli scenari energetici che si aprono con il progressivo consumo delle risorse minerali; Grammenos Mastrojeni e Antonello Pasini sulle incidenze che i cambiamenti climatici avranno sulle migrazioni e sul conseguente acuirsi delle tensioni internazionali. Nella prospettiva di un ripensamento delle pratiche agricole Salvatore Ceccarelli racconterà della sua esperienza nella selezione partecipata delle sementi come alternativa agli OGM e si confronterà con Jonathan Silvertown sulla magia ancora non del tutto svelata dei semi. Per aiutarci a prestare una maggiore attenzione all’esaurimento delle risorse, attraverso una serie di laboratori e incontri per adulti e ragazzi Mark Miodownik, direttore dell’Institute of Making dell’UCL di Londra, renderà evidente come la nostra vita sia totalmente dipendente dagli oggetti che ci circondano e dai materiali con cui vengono prodotti. Continua la riflessione sulle relazioni tra letteratura, produzione culturale e nuove tecnologie sviluppata negli ultimi anni anche grazie all’officina di Prototipi. Lo spazio di Santa Maria della Vittoria quest’anno sarà interamente dedicato alla logica computazionale, mostrando a giovani e adulti come ragiona un computer. L’intervento di Scott Aaronson, tra i massimi esperti di teoria della complessità computazionale, mostrerà le connessioni con il pensiero umano e le possibili prospettive di sviluppo interdisciplinare. All’interno degli accenti, la serie prossimamente – finestra sugli argomenti dei Festival di domani con interventi di ospiti a distanza intervistati dai blogger di La Balena Bianca e di Il lavoro culturale – si occuperà degli scenari futuri e delle trasformazioni in atto nel campo della scrittura e della produzione artistica con l’avvento della nuove tecnologie. Sui temi legati ai mutamenti della percezione e della rappresentazione in campo artistico nell’era di internet dialogheranno infine Mauro Carbone e Stefano Catucci, mentre sul legame tra creatività e innovazione tecnologica interverrà Jeffrey Schnapp, tra le più autorevoli voci internazionali nel campo delle digital humanities.

Rivoluzione dei paradigmi economici, sommovimenti geo-politici, ripensamento della forma città: l’emergenza climatica richiede con sempre maggiore urgenza un nuovo paradigma di pensiero. Al centro dell’incontro di Kate Raworth e Leonardo Becchetti sarà l’idea di un’economia circolare e inclusiva, capace di rigenerare i sistemi naturali e di contrastare le crescenti disuguaglianze economiche. Massimiliano Bucchi e Gianluca Ruggieri si interrogheranno invece sugli scenari energetici che si aprono con il progressivo consumo delle risorse minerali; Grammenos Mastrojeni e Antonello Pasini sulle incidenze che i cambiamenti climatici avranno sulle migrazioni e sul conseguente acuirsi delle tensioni internazionali. Nella prospettiva di un ripensamento delle pratiche agricole Salvatore Ceccarelli racconterà della sua esperienza nella selezione partecipata delle sementi come alternativa agli OGM e si confronterà con Jonathan Silvertown sulla magia ancora non del tutto svelata dei semi. Per aiutarci a prestare una maggiore attenzione all’esaurimento delle risorse, attraverso una serie di laboratori e incontri per adulti e ragazzi Mark Miodownik, direttore dell’Institute of Making dell’UCL di Londra, renderà evidente come la nostra vita sia totalmente dipendente dagli oggetti che ci circondano e dai materiali con cui vengono prodotti.

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Di: Festivaletteratura 2017 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2020/09/08/festivaletteratura-di-mantova/comment-page-7/#comment-1327541 Festivaletteratura 2017 Wed, 06 Sep 2017 20:28:06 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4242#comment-1327541 Nate per il gusto di stupire il pubblico attraverso accostamenti inediti, valorizzando al contempo patrimoni letterari sconosciuti ai più, le biblioteche di Festivaletteratura si offrono come occasioni di rilettura della nostra storia letteraria attraverso il filtro di un genere o di un tema rivelatori di cambiamenti culturali, sociali e di costume. Realizzata in collaborazione con la Biblioteca Sportiva Nazionale del CONI, la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze e i sistemi bibliotecari di Mantova e Brescia, l’edizione 2017 della biblioteca, rinominata palestra letteraria, si dipanerà lungo il fil rouge dei nobili principi dello sport, aprendosi a due secoli di gesti atletici in tutte le loro forme: dai campioni entrati nell’immaginario collettivo, fino alla pratica sportiva più quotidiana. Selezionati da Luca Scarlini, gli oltre 400 volumi di cui si compone saranno posti in libera consultazione tra attrezzi ginnici, spalliere e quadri svedesi presso la Palestra del Seminario di via Cairoli. Oltre alle consuete letture della Compagnia della Lettura, la palestra letteraria prenderà vita in un programma di incontri: ecco dunque Federico Buffa rendere omaggio al mito di Alì, Duncan Hamilton ripercorrere la sfortunata carriera di George Best, William Finnegan raccontare la propria formazione sentimentale attraverso il surf. Un’altra biblioteca, l’ormai tradizionale città in libri, farà invece tappa per la ventunesima edizione nella malinconia transoceanica di Buenos Aires per celebrare la città vissuta e sognata da Jorge Luis Borges, Julio Cortázar, Ernesto Sabato, Adolfo Bioy Casares, così come da decine di altri autori di tutto il mondo. La Tenda dei Libri di piazza Sordello sarà il varco d’accesso per entrare e perdersi nel luminoso e dolente immaginario porteño, attraverso il quale si verrà condotti da un servizio di “guide” formato da giovani ricercatori di letteratura ispano-americana alla scoperta dei 150 volumi presenti, selezionati dallo stesso Luca Scarlini e da Francisco Amaya e Dante Liano. Per i lettori incontentabili Federico Taddia condurrà una serie di dieci brevi incontri dedicati alla ri-lettura con autori italiani e internazionali che racconteranno i libri che hanno ripreso in mano perché troppo difficili, legati a un momento particolare della vita, spuntati fuori per caso, o perché indispensabili. Tra questi, la lezione di Alessandro Piperno su Philip Roth e la conversazione tra Hans Tuzzi e Giuseppe Montesano sugli scrittori che scrivono di scrittori, passando per la testimonianza di Senel Paz sul suo rapporto decennale con Gabriel García Márquez. Un approccio critico innovativo sarà infine quello proposto da Michele Cometa in un incontro dedicato all’interpretazione dei testi letterari secondo i principi delle neuroscienze. Nate per il gusto di stupire il pubblico attraverso accostamenti inediti, valorizzando al contempo patrimoni letterari sconosciuti ai più, le biblioteche di Festivaletteratura si offrono come occasioni di rilettura della nostra storia letteraria attraverso il filtro di un genere o di un tema rivelatori di cambiamenti culturali, sociali e di costume. Realizzata in collaborazione con la Biblioteca Sportiva Nazionale del CONI, la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze e i sistemi bibliotecari di Mantova e Brescia, l’edizione 2017 della biblioteca, rinominata palestra letteraria, si dipanerà lungo il fil rouge dei nobili principi dello sport, aprendosi a due secoli di gesti atletici in tutte le loro forme: dai campioni entrati nell’immaginario collettivo, fino alla pratica sportiva più quotidiana. Selezionati da Luca Scarlini, gli oltre 400 volumi di cui si compone saranno posti in libera consultazione tra attrezzi ginnici, spalliere e quadri svedesi presso la Palestra del Seminario di via Cairoli. Oltre alle consuete letture della Compagnia della Lettura, la palestra letteraria prenderà vita in un programma di incontri: ecco dunque Federico Buffa rendere omaggio al mito di Alì, Duncan Hamilton ripercorrere la sfortunata carriera di George Best, William Finnegan raccontare la propria formazione sentimentale attraverso il surf. Un’altra biblioteca, l’ormai tradizionale città in libri, farà invece tappa per la ventunesima edizione nella malinconia transoceanica di Buenos Aires per celebrare la città vissuta e sognata da Jorge Luis Borges, Julio Cortázar, Ernesto Sabato, Adolfo Bioy Casares, così come da decine di altri autori di tutto il mondo. La Tenda dei Libri di piazza Sordello sarà il varco d’accesso per entrare e perdersi nel luminoso e dolente immaginario porteño, attraverso il quale si verrà condotti da un servizio di “guide” formato da giovani ricercatori di letteratura ispano-americana alla scoperta dei 150 volumi presenti, selezionati dallo stesso Luca Scarlini e da Francisco Amaya e Dante Liano.

Per i lettori incontentabili Federico Taddia condurrà una serie di dieci brevi incontri dedicati alla ri-lettura con autori italiani e internazionali che racconteranno i libri che hanno ripreso in mano perché troppo difficili, legati a un momento particolare della vita, spuntati fuori per caso, o perché indispensabili. Tra questi, la lezione di Alessandro Piperno su Philip Roth e la conversazione tra Hans Tuzzi e Giuseppe Montesano sugli scrittori che scrivono di scrittori, passando per la testimonianza di Senel Paz sul suo rapporto decennale con Gabriel García Márquez. Un approccio critico innovativo sarà infine quello proposto da Michele Cometa in un incontro dedicato all’interpretazione dei testi letterari secondo i principi delle neuroscienze.

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Di: Festivaletteratura 2017 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2020/09/08/festivaletteratura-di-mantova/comment-page-7/#comment-1327540 Festivaletteratura 2017 Wed, 06 Sep 2017 20:27:47 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4242#comment-1327540 Bambini e ragazzi avranno quest’anno una casa tutta loro al Festival: la Casa del Mantegna si trasformerà infatti in uno spazio-museo-laboratorio a più piani, vero e proprio condominio creativo. Tra gli autori che ne popoleranno le stanze ci saranno: lo scrittore catalano Jordi Sierra i Fabra, promotore di una fondazione a sostegno degli Under 18 che desiderano mettersi alla prova con la scrittura, la statunitense Nina LaCour, tra le più acclamate autrici internazionali di romanzi per young adults, Marianne Barcilon e Magali Bonniol, amatissime dai piccoli grazie alle loro storie di bambini e animali, i fiamminghi Bart Moeyaert, Stefan Boonen e Melvin, e il nostro Bruno Tognolini. Pino Costalunga – con l’aiuto di Bart Moeyaert, Olja Savičević – racconterà favole della tradizione europea, mentre Chiara Lagani aprirà i quattordici libri di Oz pubblicati dopo quello del Mago e totalmente sconosciuti in Italia. La conduzione dei laboratori dedicati alle forme di racconto per immagini saranno affidati all’illustratore argentino Gusti, alla poliedrica Silvia Bonanni e ad Andrea Antinori. I Ludosofici si dedicheranno invece a una lettura architettonico-filosofica della Casa del Mantegna con ospiti a sorpresa. Bambini e ragazzi avranno quest’anno una casa tutta loro al Festival: la Casa del Mantegna si trasformerà infatti in uno spazio-museo-laboratorio a più piani, vero e proprio condominio creativo. Tra gli autori che ne popoleranno le stanze ci saranno: lo scrittore catalano Jordi Sierra i Fabra, promotore di una fondazione a sostegno degli Under 18 che desiderano mettersi alla prova con la scrittura, la statunitense Nina LaCour, tra le più acclamate autrici internazionali di romanzi per young adults, Marianne Barcilon e Magali Bonniol, amatissime dai piccoli grazie alle loro storie di bambini e animali, i fiamminghi Bart Moeyaert, Stefan Boonen e Melvin, e il nostro Bruno Tognolini. Pino Costalunga – con l’aiuto di Bart Moeyaert, Olja Savičević – racconterà favole della tradizione europea, mentre Chiara Lagani aprirà i quattordici libri di Oz pubblicati dopo quello del Mago e totalmente sconosciuti in Italia. La conduzione dei laboratori dedicati alle forme di racconto per immagini saranno affidati all’illustratore argentino Gusti, alla poliedrica Silvia Bonanni e ad Andrea Antinori. I Ludosofici si dedicheranno invece a una lettura architettonico-filosofica della Casa del Mantegna con ospiti a sorpresa.

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Di: Festivaletteratura 2017 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2020/09/08/festivaletteratura-di-mantova/comment-page-7/#comment-1327539 Festivaletteratura 2017 Wed, 06 Sep 2017 20:27:31 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4242#comment-1327539 Blurandevù resta senz’altro una delle poche palestre di formazione al confronto letterario attive nel nostro paese. Un gruppo di una decina di ragazzi dai 16 ai 22 anni anche quest’anno sarà chiamato a salire sul palco di piazza Leon Battista Alberti per presentare Senel Paz, Marianne Leone, Teresa Ciabatti, in incontri per la prima volta proposti anche in streaming. A curare la loro preparazione saranno Fabio Geda e Marco Magnone. Un rapporto corpo a corpo con il testo letterario è proposto nei laboratori rivolti agli adolescenti che Festivaletteratura ha affidato a due delle più interessanti compagnie emergenti della scena contemporanea italiana: Anagoor e Babilonia Teatri. Sulla lettura ad alta voce come diversa esperienza del testo si concentra l’incontro che radunerà i gruppi di lettura adolescenti di diverse biblioteche italiane: a leggere insieme ai ragazzi saranno Arturo Pérez-Reverte e Davide Enia. Grazie anche a queste presenze prosegue inoltre la scrittura in scena, il percorso di conversazioni sulla scrittura per il teatro che quest’anno vedrà come ospite internazionale Wajdi Mouawad, narratore e drammaturgo libanese naturalizzato canadese, di cui Festivaletteratura proporrà in esclusiva una mise en scène di Assetati con gli attori della Scuola del Piccolo Teatro di Milano. Blurandevù resta senz’altro una delle poche palestre di formazione al confronto letterario attive nel nostro paese. Un gruppo di una decina di ragazzi dai 16 ai 22 anni anche quest’anno sarà chiamato a salire sul palco di piazza Leon Battista Alberti per presentare Senel Paz, Marianne Leone, Teresa Ciabatti, in incontri per la prima volta proposti anche in streaming. A curare la loro preparazione saranno Fabio Geda e Marco Magnone. Un rapporto corpo a corpo con il testo letterario è proposto nei laboratori rivolti agli adolescenti che Festivaletteratura ha affidato a due delle più interessanti compagnie emergenti della scena contemporanea italiana: Anagoor e Babilonia Teatri. Sulla lettura ad alta voce come diversa esperienza del testo si concentra l’incontro che radunerà i gruppi di lettura adolescenti di diverse biblioteche italiane: a leggere insieme ai ragazzi saranno Arturo Pérez-Reverte e Davide Enia. Grazie anche a queste presenze prosegue inoltre la scrittura in scena, il percorso di conversazioni sulla scrittura per il teatro che quest’anno vedrà come ospite internazionale Wajdi Mouawad, narratore e drammaturgo libanese naturalizzato canadese, di cui Festivaletteratura proporrà in esclusiva una mise en scène di Assetati con gli attori della Scuola del Piccolo Teatro di Milano.

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Di: Festivaletteratura 2017 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2020/09/08/festivaletteratura-di-mantova/comment-page-7/#comment-1327538 Festivaletteratura 2017 Wed, 06 Sep 2017 20:27:12 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4242#comment-1327538 Non mancherà lo spazio riservato agli appassionati di giallo: Elizabeth George, vero pezzo da novanta della letteratura del brivido, sarà una delle protagoniste più attese di questa edizione. A lei si affiancano Patrick Manoukian (autore, con lo pseudonimo di Ian Manook, delle indagini del commissario Yeruldelgger) e, tra gli italiani, Loriano Macchiavelli e Carlo Lucarelli, che celebrano il ritorno dei loro investigatori Sarti e De Luca; Mirko Zliahy, autore della fortunata serie di gialli-splatter con protagonista il commissario Mancini; Marcello Fois e Maurizio De Giovanni. Non mancherà lo spazio riservato agli appassionati di giallo: Elizabeth George, vero pezzo da novanta della letteratura del brivido, sarà una delle protagoniste più attese di questa edizione. A lei si affiancano Patrick Manoukian (autore, con lo pseudonimo di Ian Manook, delle indagini del commissario Yeruldelgger) e, tra gli italiani, Loriano Macchiavelli e Carlo Lucarelli, che celebrano il ritorno dei loro investigatori Sarti e De Luca; Mirko Zliahy, autore della fortunata serie di gialli-splatter con protagonista il commissario Mancini; Marcello Fois e Maurizio De Giovanni.

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Di: Festivaletteratura 2017 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2020/09/08/festivaletteratura-di-mantova/comment-page-7/#comment-1327537 Festivaletteratura 2017 Wed, 06 Sep 2017 20:26:54 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4242#comment-1327537 La voce delle donne si riconferma potentissima: se Chimamanda Ngozi Adichie è senza dubbio la figura più emblematica, di non minore forza vanno considerate le presenze di Naomi Alderman, americana cresciuta in una comunità ebrea ortodossa, e della ghanese Yaa Gyasi, che offre una rilettura dell’imperialismo coloniale attraverso gli occhi delle donne, e ancora, passando al programma ragazzi, quelle di Jennifer Niven e Nina LaCour o di Francesca Cavallo ed Elena Favilli, la cui galleria di rebel girls è divenuta un caso editoriale internazionale. Una vita femminile totalmente fuori dall’ordinario e irriducibilmente anarchica è quella di Gertrude Stein, ricordata nell'omaggio che le verrà attribuito da Laura Lepetit, Giulia Niccolai e Barbara Lanati insieme ad Anna Nogara, in occasione della riedizione della sua Autobiografia di tutti. E ancora alle donne sarà dedicata la serie dei Processi, la riapertura di storici casi giudiziari attraverso documenti archivistici, inserita a programma in continuità con le iniziative di public history. Storici, archivisti e narratori – tra i quali Federica Ambrosini, Danilo Craveia, Diego De Silva, Michele Di Sivo, Andrea Molesini, Elisabetta Mori, Manola Ida Venzo – rivestiranno i ruoli di procuratori e avvocati difensori in casi passati di grande clamore che hanno visto donne salire sul banco degli imputati. Le vicende di streghe come Giovanna Monduro, di eretiche come Isabella della Frattina, di parricide come Beatrice Cenci, di sedotte e abbandonate come Lidia Cirillo, ci restituiscono la storia di un’identità femminile messa costantemente sotto processo. La voce delle donne si riconferma potentissima: se Chimamanda Ngozi Adichie è senza dubbio la figura più emblematica, di non minore forza vanno considerate le presenze di Naomi Alderman, americana cresciuta in una comunità ebrea ortodossa, e della ghanese Yaa Gyasi, che offre una rilettura dell’imperialismo coloniale attraverso gli occhi delle donne, e ancora, passando al programma ragazzi, quelle di Jennifer Niven e Nina LaCour o di Francesca Cavallo ed Elena Favilli, la cui galleria di rebel girls è divenuta un caso editoriale internazionale. Una vita femminile totalmente fuori dall’ordinario e irriducibilmente anarchica è quella di Gertrude Stein, ricordata nell’omaggio che le verrà attribuito da Laura Lepetit, Giulia Niccolai e Barbara Lanati insieme ad Anna Nogara, in occasione della riedizione della sua Autobiografia di tutti.

E ancora alle donne sarà dedicata la serie dei Processi, la riapertura di storici casi giudiziari attraverso documenti archivistici, inserita a programma in continuità con le iniziative di public history. Storici, archivisti e narratori – tra i quali Federica Ambrosini, Danilo Craveia, Diego De Silva, Michele Di Sivo, Andrea Molesini, Elisabetta Mori, Manola Ida Venzo – rivestiranno i ruoli di procuratori e avvocati difensori in casi passati di grande clamore che hanno visto donne salire sul banco degli imputati. Le vicende di streghe come Giovanna Monduro, di eretiche come Isabella della Frattina, di parricide come Beatrice Cenci, di sedotte e abbandonate come Lidia Cirillo, ci restituiscono la storia di un’identità femminile messa costantemente sotto processo.

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Di: Festivaletteratura 2017 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2020/09/08/festivaletteratura-di-mantova/comment-page-7/#comment-1327536 Festivaletteratura 2017 Wed, 06 Sep 2017 20:26:31 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4242#comment-1327536 Il trasferimento delle storie personali in uno spazio più proprio della finzione letteraria è un altro dei fili rossi che uniscono i narratori presenti a Festivaletteratura 2017: lo si ritrova nella saga familiare in pochi metri quadrati di Christophe Boltanski, nell’elaborazione del lutto di Marianne Leone, nei diari a fumetti di Gusti e Nicoz Balboa e in autori come Teresa Ciabatti, Michele Mari e Alberto Rollo. Negli scrittori italiani i racconti familiari tendono a tramutarsi in racconti di città – la Milano di Alberto Rollo e Gaia Manzini, la Bologna di Francesca Capossele, la Roma di Luca Giachi e la Napoli di Domenico Starnone – fino a divenire ritratti urbani legati alla memoria storica (la Trieste di Mauro Covacich) o intima (la Venezia di Andrea Molesini). Uno sguardo verso il territorio che si perde al di fuori degli agglomerati urbani accomuna invece i racconti abruzzesi di Donatella Di Pietrantonio, gli spopolati bar padani di Diego Marani, la riflessione “paesologica” di Franco Arminio, tanto quanto l'isolamento montano dei personaggi di Paolo Cognetti, Claudio Morandini, Arno Camenisch. Il trasferimento delle storie personali in uno spazio più proprio della finzione letteraria è un altro dei fili rossi che uniscono i narratori presenti a Festivaletteratura 2017: lo si ritrova nella saga familiare in pochi metri quadrati di Christophe Boltanski, nell’elaborazione del lutto di Marianne Leone, nei diari a fumetti di Gusti e Nicoz Balboa e in autori come Teresa Ciabatti, Michele Mari e Alberto Rollo. Negli scrittori italiani i racconti familiari tendono a tramutarsi in racconti di città – la Milano di Alberto Rollo e Gaia Manzini, la Bologna di Francesca Capossele, la Roma di Luca Giachi e la Napoli di Domenico Starnone – fino a divenire ritratti urbani legati alla memoria storica (la Trieste di Mauro Covacich) o intima (la Venezia di Andrea Molesini). Uno sguardo verso il territorio che si perde al di fuori degli agglomerati urbani accomuna invece i racconti abruzzesi di Donatella Di Pietrantonio, gli spopolati bar padani di Diego Marani, la riflessione “paesologica” di Franco Arminio, tanto quanto l’isolamento montano dei personaggi di Paolo Cognetti, Claudio Morandini, Arno Camenisch.

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Di: Festivaletteratura 2017 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2020/09/08/festivaletteratura-di-mantova/comment-page-7/#comment-1327535 Festivaletteratura 2017 Wed, 06 Sep 2017 20:26:05 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4242#comment-1327535 Se i confini geografici sono valicabili, ancor più lo sono quelli che convenzionalmente delimitano i generi letterari: gli scrittori di questa edizione si dimostrano tra i più propensi a muoversi liberamente tra canoni, forme e registri espressivi. Jan Brokken, Artemis Cooper e Helena Janeczek, con intenti diversi, conferiscono ritmo romanzesco al consumato genere delle vite di uomini (e di donne) illustri, Helen Phillips e Ayelet Gundar-Goshen trasferiscono il romanzo psicologico nei territori del giallo, Lars Mytting inventa una sorta di noir forestale, Olja Savičević adotta il western per raccontare la Croazia dopo la guerra civile, Melania Mazzucco usa il romanzo come strumento di denuncia e di indagine sociale, Davide Enia incardina un racconto familiare in una struttura apparentemente documentaristica, Jonas Hassen Khemiri gioca sulla moltiplicazione dei punti di vista per parlare di un tema di bruciante attualità come l’immigrazione. Se i confini geografici sono valicabili, ancor più lo sono quelli che convenzionalmente delimitano i generi letterari: gli scrittori di questa edizione si dimostrano tra i più propensi a muoversi liberamente tra canoni, forme e registri espressivi. Jan Brokken, Artemis Cooper e Helena Janeczek, con intenti diversi, conferiscono ritmo romanzesco al consumato genere delle vite di uomini (e di donne) illustri, Helen Phillips e Ayelet Gundar-Goshen trasferiscono il romanzo psicologico nei territori del giallo, Lars Mytting inventa una sorta di noir forestale, Olja Savičević adotta il western per raccontare la Croazia dopo la guerra civile, Melania Mazzucco usa il romanzo come strumento di denuncia e di indagine sociale, Davide Enia incardina un racconto familiare in una struttura apparentemente documentaristica, Jonas Hassen Khemiri gioca sulla moltiplicazione dei punti di vista per parlare di un tema di bruciante attualità come l’immigrazione.

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Di: Festivaletteratura 2017 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2020/09/08/festivaletteratura-di-mantova/comment-page-7/#comment-1327534 Festivaletteratura 2017 Wed, 06 Sep 2017 20:25:43 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4242#comment-1327534 Nato per scoprire le relazioni profonde tra le culture linguistiche che attraversano l’Europa, il progetto del Vocabolario Europeo, arriva finalmente a compimento. Curato da Giuseppe Antonelli e Matteo Motolese, il volume sarà distribuito gratuitamente durante i giorni del Festival. Per accompagnare la pubblicazione del Vocabolario europeo, un nuovo e partecipato vocabolario adottivo verrà compilato grazie ai contributi spontanei del pubblico, per mostrare come parole, memorie e storie europee appartengano ormai all’esperienza comune di ognuno di noi. Nel programma del Festival, oltre agli incontri dedicati agli ultimi lemmi portati da Fernando Aramburu, Velibor Čolić, Nicola Gardini, Laurent Gaudé, Mercedes Lauenstein, Lars Mytting e Olja Savičević, si terrà un momento conclusivo di discussione su parole d’autore e parole adottive che vedrà coinvolti – oltre ad Antonelli e Motolese – Diego Marani ed altri autori. Mai la “questione europea” è stata così presente a Festivaletteratura: scrittori come Martin Pollack, Jan Brokken, Velibor Čolić raccontano di un’Europa in cui i confini nazionali si fanno permeabili e le memorie, i dolori, le grandi avventure intellettuali riescono a parlare diverse lingue. Alle illusioni e alle ferite ancora aperte del Novecento tornano in molti per tentare di interpretare il presente: così Jachina Guzel’ agli anni del terrore staliniano, Clemens Meyer all’”età dell’oro” della DDR, Fernando Aramburu alla stagione più cruenta del terrorismo basco; Anthony Cartwright e Jonathan Lee al decennio Thatcher. Uno sguardo disincantato, acuto, programmaticamente estraneo ai nazionalismi, caratterizza invece le più giovani generazioni di scrittori europei, rappresentate al Festival da autori come Jonas Hassen Khemiri, Olja Savičević e Mercedes Lauenstein. Nato per scoprire le relazioni profonde tra le culture linguistiche che attraversano l’Europa, il progetto del Vocabolario Europeo, arriva finalmente a compimento. Curato da Giuseppe Antonelli e Matteo Motolese, il volume sarà distribuito gratuitamente durante i giorni del Festival. Per accompagnare la pubblicazione del Vocabolario europeo, un nuovo e partecipato vocabolario adottivo verrà compilato grazie ai contributi spontanei del pubblico, per mostrare come parole, memorie e storie europee appartengano ormai all’esperienza comune di ognuno di noi. Nel programma del Festival, oltre agli incontri dedicati agli ultimi lemmi portati da Fernando Aramburu, Velibor Čolić, Nicola Gardini, Laurent Gaudé, Mercedes Lauenstein, Lars Mytting e Olja Savičević, si terrà un momento conclusivo di discussione su parole d’autore e parole adottive che vedrà coinvolti – oltre ad Antonelli e Motolese – Diego Marani ed altri autori.
Mai la “questione europea” è stata così presente a Festivaletteratura: scrittori come Martin Pollack, Jan Brokken, Velibor Čolić raccontano di un’Europa in cui i confini nazionali si fanno permeabili e le memorie, i dolori, le grandi avventure intellettuali riescono a parlare diverse lingue. Alle illusioni e alle ferite ancora aperte del Novecento tornano in molti per tentare di interpretare il presente: così Jachina Guzel’ agli anni del terrore staliniano, Clemens Meyer all’”età dell’oro” della DDR, Fernando Aramburu alla stagione più cruenta del terrorismo basco; Anthony Cartwright e Jonathan Lee al decennio Thatcher. Uno sguardo disincantato, acuto, programmaticamente estraneo ai nazionalismi, caratterizza invece le più giovani generazioni di scrittori europei, rappresentate al Festival da autori come Jonas Hassen Khemiri, Olja Savičević e Mercedes Lauenstein.

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