Commenti a: UNDICI SETTEMBRE http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/09/11/11-settembre/ Un open-blog. un luogo d\'incontro virtuale tra scrittori, lettori, librai, critici, giornalisti e operatori culturali Sat, 11 Sep 2021 08:46:19 +0000 http://wordpress.org/?v=2.9.2 hourly 1 Di: Dichiarazione del Presidente della Repubblica in occasione del ventesimo anniversario degli attentati dell’11 settembre 2001 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/09/11/11-settembre/comment-page-9/#comment-1724300 Dichiarazione del Presidente della Repubblica in occasione del ventesimo anniversario degli attentati dell’11 settembre 2001 Sat, 11 Sep 2021 08:46:19 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/11/sei-anni-dall11-settembre/#comment-1724300 Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del ventesimo anniversario degli attentati dell’11 settembre 2001, ha rilasciato la seguente dichiarazione: «In occasione del ventesimo anniversario dell’attacco terroristico dell’11 settembre 2001, desidero anzitutto esprimere la vicinanza del popolo italiano alle famiglie delle vittime di quel feroce attentato e a tutto il popolo degli Stati Uniti, nel segno della profonda e storica amicizia che lega i nostri due Paesi. Rivolgo un pensiero particolare ai connazionali e alle persone di origine italiana che persero la vita in quella dolorosa circostanza, vite spezzate da un fanatismo vile e cieco che colpì uomini e donne innocenti. Quella tragedia ci ha uniti nel segno del dolore. La memoria della barbara aggressione di vent’anni or sono ci spinge con sempre maggiore vigore a proteggere quella cornice comune di valori che risponde ai princìpi di libertà e pacifica convivenza tra popoli. La drammatica vicenda afgana che ne è seguita, sino al recente gravissimo attentato presso l’aeroporto di Kabul, ultimo di una sequela di brutali attacchi terroristici susseguitisi negli anni in tanti Paesi, conferma quanto sia impervia la strada della affermazione dei diritti dell’uomo. Libertà, democrazia, pace e sicurezza sono valori indivisibili che non possono mai essere considerati acquisiti, bensì devono essere preservati e alimentati dalla comunità internazionale. L’impegno dell’Italia in questo ambito non verrà mai meno, a partire dal contributo alla definizione di una cornice di sicurezza che sappia sconfiggere il terrorismo e i suoi inganni. L’Italia è solidale con gli Stati Uniti e gli altri alleati per fronteggiare ogni minaccia terroristica, spegnere i focolai di guerra che le fortificano e per rafforzare un ordine mondiale incentrato sul diritto, sulla giustizia sociale ed economica, attraverso la cooperazione, il dialogo multilaterale, nella profonda convinzione che tale impegno consentirà di affrontare le nuove decisive sfide che si profilano sullo scenario globale per lasciare un futuro migliore alle nuove generazioni». Roma, 11/09/2021 Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del ventesimo anniversario degli attentati dell’11 settembre 2001, ha rilasciato la seguente dichiarazione:

«In occasione del ventesimo anniversario dell’attacco terroristico dell’11 settembre 2001, desidero anzitutto esprimere la vicinanza del popolo italiano alle famiglie delle vittime di quel feroce attentato e a tutto il popolo degli Stati Uniti, nel segno della profonda e storica amicizia che lega i nostri due Paesi.
Rivolgo un pensiero particolare ai connazionali e alle persone di origine italiana che persero la vita in quella dolorosa circostanza, vite spezzate da un fanatismo vile e cieco che colpì uomini e donne innocenti.
Quella tragedia ci ha uniti nel segno del dolore.
La memoria della barbara aggressione di vent’anni or sono ci spinge con sempre maggiore vigore a proteggere quella cornice comune di valori che risponde ai princìpi di libertà e pacifica convivenza tra popoli.
La drammatica vicenda afgana che ne è seguita, sino al recente gravissimo attentato presso l’aeroporto di Kabul, ultimo di una sequela di brutali attacchi terroristici susseguitisi negli anni in tanti Paesi, conferma quanto sia impervia la strada della affermazione dei diritti dell’uomo. Libertà, democrazia, pace e sicurezza sono valori indivisibili che non possono mai essere considerati acquisiti, bensì devono essere preservati e alimentati dalla comunità internazionale.
L’impegno dell’Italia in questo ambito non verrà mai meno, a partire dal contributo alla definizione di una cornice di sicurezza che sappia sconfiggere il terrorismo e i suoi inganni.
L’Italia è solidale con gli Stati Uniti e gli altri alleati per fronteggiare ogni minaccia terroristica, spegnere i focolai di guerra che le fortificano e per rafforzare un ordine mondiale incentrato sul diritto, sulla giustizia sociale ed economica, attraverso la cooperazione, il dialogo multilaterale, nella profonda convinzione che tale impegno consentirà di affrontare le nuove decisive sfide che si profilano sullo scenario globale per lasciare un futuro migliore alle nuove generazioni».

Roma, 11/09/2021

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Di: 11 settembre, le due Americhe di Trump e Biden: divise anche nel ricordo (Massimo Gaggi - Corriere della Sera) http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/09/11/11-settembre/comment-page-9/#comment-1625481 11 settembre, le due Americhe di Trump e Biden: divise anche nel ricordo (Massimo Gaggi - Corriere della Sera) Sat, 12 Sep 2020 14:52:59 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/11/sei-anni-dall11-settembre/#comment-1625481 Biden preferisce dedicarsi al rapporto con le famiglie, dice di ammirare quelle che hanno ancora la forza di venire a celebrare la loro tragedia, ma anche lui, parlando coi giornalisti, tesse l’elogio di una nazione «che non molla mai». L’11 settembre, uno spartiacque per l’America, lo è stato anche per la politica. Le differenze tra Trump e Biden non vanno cercate nelle parole di ieri: emergono da come i due leader hanno reagito alla tragedia nell’arco di vent’anni. Gli attacchi spinsero subito Trump, allora un semplice imprenditore, a sviluppare una vera islamofobia, ad accentuare scetticismo e diffidenza per gli altri popoli, alleati degli Usa compresi. È la stessa tendenza all’isolazionismo, la sfiducia nelle alleanze come la Nato e l’ostilità nei confronti delle organizzazioni internazionali — dall’Onu al Wto (commercio), passando per l’Oms (sanità) — che ha poi portato dentro la Casa Bianca. L’11 settembre, con la risposta compatta dell’Occidente a fianco degli Usa, ha, invece, convinto sempre più Biden dell’importanza del legame con gli alleati all’esterno e di una cooperazione bipartisan all’interno. Con un paradosso: Trump, che esalta sempre la forza anche militare dell’America, condanna gli interventi Usa in Afghanistan e Iraq e cerca di ritirare i soldati americani anche dall’Asia centrale, dopo aver abbandonato i curdi nel conflitto siriano. Biden, che sull’altare dell’unità dopo l’attacco del 2001 votò in Congresso a favore delle guerre di Bush, viene ora messo alla berlina per questo da un altro presidente repubblicano. E deve vedersela anche coi pacifisti della sinistra democratica perché, a differenza dell’isolazionista Trump, vuole mantenere una forza militare americana in Medio Oriente, anche se limitata a 2000 soldati. Biden preferisce dedicarsi al rapporto con le famiglie, dice di ammirare quelle che hanno ancora la forza di venire a celebrare la loro tragedia, ma anche lui, parlando coi giornalisti, tesse l’elogio di una nazione «che non molla mai».

L’11 settembre, uno spartiacque per l’America, lo è stato anche per la politica. Le differenze tra Trump e Biden non vanno cercate nelle parole di ieri: emergono da come i due leader hanno reagito alla tragedia nell’arco di vent’anni. Gli attacchi spinsero subito Trump, allora un semplice imprenditore, a sviluppare una vera islamofobia, ad accentuare scetticismo e diffidenza per gli altri popoli, alleati degli Usa compresi. È la stessa tendenza all’isolazionismo, la sfiducia nelle alleanze come la Nato e l’ostilità nei confronti delle organizzazioni internazionali — dall’Onu al Wto (commercio), passando per l’Oms (sanità) — che ha poi portato dentro la Casa Bianca.

L’11 settembre, con la risposta compatta dell’Occidente a fianco degli Usa, ha, invece, convinto sempre più Biden dell’importanza del legame con gli alleati all’esterno e di una cooperazione bipartisan all’interno.

Con un paradosso: Trump, che esalta sempre la forza anche militare dell’America, condanna gli interventi Usa in Afghanistan e Iraq e cerca di ritirare i soldati americani anche dall’Asia centrale, dopo aver abbandonato i curdi nel conflitto siriano. Biden, che sull’altare dell’unità dopo l’attacco del 2001 votò in Congresso a favore delle guerre di Bush, viene ora messo alla berlina per questo da un altro presidente repubblicano. E deve vedersela anche coi pacifisti della sinistra democratica perché, a differenza dell’isolazionista Trump, vuole mantenere una forza militare americana in Medio Oriente, anche se limitata a 2000 soldati.

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Di: 11 settembre, le due Americhe di Trump e Biden: divise anche nel ricordo (Massimo Gaggi - Corriere della Sera) http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/09/11/11-settembre/comment-page-8/#comment-1625480 11 settembre, le due Americhe di Trump e Biden: divise anche nel ricordo (Massimo Gaggi - Corriere della Sera) Sat, 12 Sep 2020 14:52:40 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/11/sei-anni-dall11-settembre/#comment-1625480 NEW YORK - Gli Stati Uniti celebrano il 19esimo anniversario dell’attacco terroristico dell’11 settembre 2001 che costò la vita a tremila americani e per un giorno Donald Trump e Joe Biden sospendono (o quasi) la campagna elettorale. Niente comizi, niente spot televisivi per il voto del 3 novembre. Il presidente e il candidato democratico visitano il memoriale di Shanksville, in Pennsylvania, dove cadde il volo United 93, uno dei tre aerei dirottati dagli uomini di Al Qaeda. Ma vanno in ore diverse e non si incontrano. Biden incrocia al mattino il vicepresidente Mike Pence a New York, alla cerimonia per le vittime del crollo delle Torri gemelle. Tutti e due con la mascherina, solo un rapido saluto col gomito. Anche in un giorno di tregua, comunque, si notano le differenze: Biden non pronuncia discorsi ufficiali, anche perché non ha cariche di Stato, ma parla coi parenti delle vittime, dice di voler cercare di portare conforto, offre dolci e birre ai vigili del fuoco che per primi arrivarono dove cadde il jet con 40 passeggeri e i terroristi, punta sull’empatia. Trump, invece, pronuncia un breve discorso come è giusto che faccia il presidente. Esprime cordoglio per le vittime, ma punta soprattutto sull’orgoglio, la forza, la capacità di reazione dell’America: «Non importa quanto grave è la minaccia, l’America si rialza sempre, si erge con la sua forza, reagisce». Poi un appello all’unità, come dopo l’11 settembre, ma in una logica soprattutto conservatrice: «Uniti nell’amore familiare, la lealtà tra cittadini, l’orgoglio della bandiera, la fede in Dio, la gratitudine per la polizia e per chi presta soccorso». E, poi, l’enfasi sul «rifiuto di piegarci alle forze depravate della violenza, dell’intimidazione, dell’oppressione». Qui arriva, nell’unico passaggio che può essere interpretato in chiave elettorale, la rivendicazione di aver combattuto con durezza il terrorismo eliminando il capo dell’Isis, Al Baghdadi e il generale iraniano Soleimani. NEW YORK – Gli Stati Uniti celebrano il 19esimo anniversario dell’attacco terroristico dell’11 settembre 2001 che costò la vita a tremila americani e per un giorno Donald Trump e Joe Biden sospendono (o quasi) la campagna elettorale. Niente comizi, niente spot televisivi per il voto del 3 novembre. Il presidente e il candidato democratico visitano il memoriale di Shanksville, in Pennsylvania, dove cadde il volo United 93, uno dei tre aerei dirottati dagli uomini di Al Qaeda. Ma vanno in ore diverse e non si incontrano.

Biden incrocia al mattino il vicepresidente Mike Pence a New York, alla cerimonia per le vittime del crollo delle Torri gemelle. Tutti e due con la mascherina, solo un rapido saluto col gomito.

Anche in un giorno di tregua, comunque, si notano le differenze: Biden non pronuncia discorsi ufficiali, anche perché non ha cariche di Stato, ma parla coi parenti delle vittime, dice di voler cercare di portare conforto, offre dolci e birre ai vigili del fuoco che per primi arrivarono dove cadde il jet con 40 passeggeri e i terroristi, punta sull’empatia. Trump, invece, pronuncia un breve discorso come è giusto che faccia il presidente. Esprime cordoglio per le vittime, ma punta soprattutto sull’orgoglio, la forza, la capacità di reazione dell’America: «Non importa quanto grave è la minaccia, l’America si rialza sempre, si erge con la sua forza, reagisce».

Poi un appello all’unità, come dopo l’11 settembre, ma in una logica soprattutto conservatrice: «Uniti nell’amore familiare, la lealtà tra cittadini, l’orgoglio della bandiera, la fede in Dio, la gratitudine per la polizia e per chi presta soccorso».

E, poi, l’enfasi sul «rifiuto di piegarci alle forze depravate della violenza, dell’intimidazione, dell’oppressione». Qui arriva, nell’unico passaggio che può essere interpretato in chiave elettorale, la rivendicazione di aver combattuto con durezza il terrorismo eliminando il capo dell’Isis, Al Baghdadi e il generale iraniano Soleimani.

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Di: Su 7 - L’11 settembre raccontato da chi c’era: gli ultimi «Ti amo» e i corpi infuocati http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/09/11/11-settembre/comment-page-8/#comment-1502464 Su 7 - L’11 settembre raccontato da chi c’era: gli ultimi «Ti amo» e i corpi infuocati Wed, 11 Sep 2019 20:02:02 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/11/sei-anni-dall11-settembre/#comment-1502464 Diciotto anni dopo, uno scrittore ha raccolto 5 mila testimonianze e ne ha scelte 480 per un nuovo libro (in uscita negli Usa il 10 settembre) per mettere su carta la memoria orale del giorno più lungo del nostro secolo, l’11 settembre 2001 a Manhattan - Su 7 L'11 settembre raccontato da chi c'era: gli ultimi «Ti amo» e i corpi infuocatishadow - testi raccolti da GARRETT M. GRAFF - Centodue minuti è durato il giorno più lungo del nostro secolo. Sono le 8 e 46 dell’11 settembre 2001 a Manhattan quando il primo aereo dirottato dai terroristi di al Qaeda si abbatte contro la torre Nord del World Trade Center; alle 9 e 03 il secondo aereo entra nella torre Sud; alle 9 e 37 un terzo aereo colpisce il Pentagono; la torre Sud collassa su se stessa alle 9 e 59; alle 10 e 03 il volo United 93 si schianta a Shanksville, Pennsylvania, mentre i passeggeri cercano di riprenderne il controllo; alle 10 e 28 crolla in una nuvola che avvolge tutta Manhattan anche la torre Nord. Duemilaseicentosei persone muoiono dentro quello che verrà ribattezzato Ground Zero; centoventicinque al Pentagono; duecentosei sugli aerei American Airlines Flight 77, United Airlines Flight 175, American Airlines Flight 11, le cui sigle verranno per sempre ritirate dai cieli; quaranta a Shanksville. Seimila persone restano ferite. Tremila bambini perdono un genitore; cento, nati nei mesi successivi, non conosceranno mai il loro papà. - Le immagini nella memoria e le ultime frasi Di quella giornata portiamo dentro decine di immagini: gli aerei che spariscono nelle torri, i newyorchesi ricoperti di una spessa coltre di polvere bianca, i pompieri, le macerie, le bandiere. Diciotto anni dopo, vogliamo dare spazio invece alle voci, alle parole senza filtro di chi era lì, minuto per minuto: i soccorritori, i controllori di volo, i militari, gli impiegati delle torri, i consiglieri del presidente George W. Bush sull’Air Force One, gli uomini e le donne le cui speranze si sono infrante davanti alle ultime frasi della persona amata giunte da un aereo o dai grattacieli in fiamme. I testi che seguono, sono tratti dal libro «The Only Plane in The Sky» dello scrittore Garrett M. Graff (in uscita negli Usa il 10 settembre). La traduzione è dello studio Brindani. A New York, Marilisa Palumbo ha incontrato Graff: potete leggere l’intervista completa su 7 in edicola. - Quel cielo così blu su Manhattan «In tutto il mondo, l’11 settembre iniziò come qualsiasi altro giorno. Il Congresso si stava rianimando dopo la pausa estiva. (...). A Washington, D.C., il neodirettore dell’FBI Robert Mueller aveva assunto l’incarico solo una settimana prima, il 4 settembre, e si apprestava a tenere la sua prima riunione, prevista per le 8, dedicata alle indagini in corso su un gruppo terroristico noto con il nome di al-Qaeda e il bombardamento della USS Cole nell’autunno del 2000. (...) A New York era giorno di primarie, con i cittadini chiamati a decidere quali candidati si sarebbero fronteggiati per raccogliere il testimone dell’uomo che aveva governato la città per otto anni, Rudy Giuliani. Milioni di persone, lavoratori, studenti e pendolari, si erano svegliate e iniziavano a prepararsi per affrontare la giornata, affollando treni, traghetti, metropolitane e autobus per dirigersi verso Lower Manhattan». - Bruno Dellinger, presidente della Quint Amasis North America, Torre Nord, 47° piano: «Il cielo era così limpido. L’aria così frizzante. Era tutto perfetto». Capitano Jay Jonas, unità di soccorso Ladder 6, Dipartimento dei Vigili del Fuoco (FDNY): «Era come se l’aria fosse stata tirata a lucido». Luogotenente Jim Daly, Dipartimento di Polizia della Contea di Arlington (Virginia): «Un blu meraviglioso». Joyce Dunn, insegnante, Distretto scolastico di Shanksville-Stonycreek (Pennsylvania): «Un blu puro». Brian Gunderson, capo di gabinetto di Richard Armey, leader di maggioranza alla Camera (R-Texas): «Un blu profondo» - IL PRIMO AEREO «Alle 8:46 del mattino, il volo American Airlines 11 romba in direzione sud nel cielo sopra Manhattan, attraversando l’isola in tutta la sua lunghezza e sorprendendo chi camminava per la strada, prima di schiantarsi contro la Torre Nord, conosciuta come World Trade Center 1, a circa 465 miglia orarie» - Anthony R. Whitaker, comandante in servizio al World Trade Center, Dipartimenti di Polizia Portuale (PAPD), Torre Nord, atrio a piano terra: «Con la coda dell’occhio ho visto due persone alla mia sinistra. Stavano andando a fuoco. Correvano verso di me e poi mi sono passati a fianco. Non emettevano alcun suono. Tutti i vestiti erano bruciati, e loro erano divorati dalle fiamme». Harry Waizer, consulente fiscale della Cantor Fitzgerald, Torre Nord: «L’ascensore cominciò a cadere, incendiandosi. Sono stato colpito al volto da una palla di fuoco che era entrata dallo spazio tra le porte e la cabina dell’ascensore. Ho visto questa palla arancione arrivarmi in faccia e poi ho avuto la sensazione - non posso chiamarlo bruciore - che mi toccasse e poi è sparita». Michael Lomonaco, executive chef presso Windows on the World nel complesso commerciale delle Torri: «Pensai, Dio mio, stiamo tutti lavorando. Cosa sta succedendo al 106? Poi mi dissi di stare calmo, che sarebbero scesi dalle scale antincendio. Avevo piena fiducia che tutti sarebbero riusciti a scendere». David Kravette, broker di borsa della Cantor Fitzgerald, atrio a piano terra, Torre Nord: «Il fatto che io sia vivo è un puro caso del destino. Quel giorno tutti i miei colleghi su in ufficio hanno perso la vita. Erano intrappolati, non c’era modo di uscire». - IL SECONDO AEREO «Alle 9:03, il volo United Airlines 175 si schianta contro la Torre Sud, WTC 2, a circa 590 miglia orarie». Capitano Jay Jonas, unità di soccorso Ladder 6, FDNY, in attesa di ordini nel posto di comando dell’atrio al piano terra della Torre Nord: «Ero lì in piedi. Come si può immaginare c’era un gran chiasso, l’acustica nell’atrio del World Trade Center non era delle migliori, c’era molta eco. Poi, tutto d’un tratto, calò il silenzio. Uno dei vigili del fuoco della squadra speciale Rescue 1 guardò verso l’alto e sentenziò: “Potremmo non arrivare a domani”. Lo guardammo e poi, scambiandoci un’occhiata, ammettemmo che aveva ragione. Ci stringemmo la mano augurandoci buona fortuna e ripetendoci a vicenda “Spero di rivederti, dopo”. Per me è molto commovente perché eravamo tutti coscienti che probabilmente quello sarebbe stato il nostro ultimo giorno ma affrontammo comunque il nostro dovere». Juana Lomi, paramedico del New York Beekman Downtown Hospital: «In quel momento le cose si volsero al peggio. Dissi ai miei ragazzi: “Ascoltatemi bene, le persone per cui non potete fare un triage immediato, tutti quelli che hanno problemi respiratori, dolore al petto, gambe fratturate, qualsiasi problema alle gambe che non permetta di correre, vanno caricati in ambulanza. Tutti gli altri dovranno correre, dovranno usare le gambe o quel che vogliono». - SCUOLA ELEMENTARE EMMA BOOKER, Sarasota (Florida) Andy Card, capo di gabinetto della Casa Bianca: «Stavo recapitando un messaggio che nessun Presidente vorrebbe mai ricevere, lo sapevo. Avevo deciso di riportare due dati concreti e un commento. Non volevo intavolare una conversazione dato che il Presidente era davanti alla classe. L’insegnante chiese agli studenti di tirare fuori i libri, così colsi l’attimo e gli dissi all’orecchio: “Un secondo aereo ha colpito un’altra torre. L’America è sotto attacco.” Ho fatto qualche passo indietro in modo che non potesse farmi domande». Gordon Johndroe, vice addetto stampa, Casa Bianca: «Io ero presente in aula e mi rendo conto che sarebbe stato strano se all’improvviso fosse uscito di corsa, cosa che prima del documentario di Michael Moore, Fahrenheit 9/11, non aveva mai suscitato clamore. Non è affatto parsa un’eternità, ha terminato il libro e poi si è ritirato in un’altra stanza». Andy Card: «Ha rilasciato una dichiarazione molto concisa e si è incamminato, ma io ero dubbioso. “Torno a Washington D.C.”, aveva detto, ma io pensavo che non lo sapeva, come noi non lo sapevamo. Non sapevamo dove saremmo andati a finire». - IL TERZO AEREO «Alle 9:37, il volo American Airlines 77 si schianta contro l’Ala 1, la parte occidentale del Pentagono, a 530 miglia orarie». Ted Olson, procuratore generale del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti: «Uno dei segretari è entrato di corsa e ha detto: “Barbara al telefono.” Ho preso subito la cornetta, felice di sentire la sua voce, ma mi ha detto che il suo volo era stato dirottato, e i passeggeri erano stati radunati in coda all’aereo. I dirottatori erano armati di coltelli e cutter. Poi ci siamo rassicurati a vicenda, perché dopotutto l’aereo era ancora in quota, stava ancora volando. Si sarebbe risolto tutto. Mi ha detto “Ok, ti amo.” Sembrava molto, molto tranquilla». Victoria “Torie” Clarke, vicesegretario della Difesa per gli affari pubblici: «Davo per scontato che fosse stata un’autobomba. Quello che mi sembra assurdo è che sapevamo che due voli di linea avevano colpito il World Trade Center, che era un attacco terroristico, e quelli più svegli già ipotizzavano che si trattasse di al-Qaeda. Ma poi quando è successo qui, non ci è venuto in mente che potesse essere un altro aereo, tanto l’evento andava oltre la nostra comprensione. Non ci è mai passato per la testa che potesse essere un altro aereo...». VOLO 93 IN PERICOLO Deena Burnett, di San Ramon (California), moglie di Tom Burnett, passeggero del volo United Airlines 93: «Vidi sullo schermo il numero di Tom. Ero sollevata, pensavo che se mi stava chiamando dal cellulare doveva essere al sicuro in un aeroporto. Gli chiesi se stava bene ma rispose “No, sono su un volo dirottato. È lo United Airlines 93”. Mi raccontò cosa stava succedendo. “Hanno già accoltellato un tipo. Credo che uno di loro abbia una pistola”. Iniziai a tempestarlo di domande ma mi fermò: “Deena, ascoltami”. Ripeté tutto di nuovo, pregandomi di contattare le autorità prima di riagganciare. Un’ondata di terrore mi invase, come se fossi stata colpita da un fulmine (...). Gli dissi del World Trade Center. Non lo sapeva ancora, e informò anche gli altri passeggeri. “Oh mio Dio, è un attacco kamikaze”». Lyzbeth Glick, moglie di Jeremy Glick, passeggero del volo United Airlines 93: «Ha percepito il panico nella mia voce, e abbiamo iniziato a dirci “Ti amo”. Saremo andati avanti per 10 minuti, fino a che non ci siamo tranquillizzati. Poi mi ha spiegato cosa era successo...» Deena Burnett: «Il telefono suonò ancora: era sempre Tom, che disse soltanto “Deena”. Pensai che fosse sopravvissuto allo schianto sul Pentagono, e gli chiesi se stesse bene, ma mi rispose di no. “Hanno appena colpito il Pentagono” lo informai, e in sottofondo mi giunsero le voci dei passeggeri che riportavano la notizia. Ne percepivo la preoccupazione e li sentivo annaspare di stupore e sgomento. Poi Tom si rivolse di nuovo a me: “Sto architettando un piano”, mi disse, “Ci riprendiamo l’aereo”. Gli chiesi chi lo stesse aiutando, e mi rassicurò dicendo che erano coinvolte alcune persone, un gruppo, e di non preoccuparmi. Mi salutò con un “Faremo qualcosa, ti richiamo”, e riagganciò. - DENTRO LE TORRI E NEL VUOTO Bill Spade, vigile del fuoco della squadra speciale Rescue 5, FDNY: «Nella Torre Nord c’erano delle porte automatiche, che continuavano ad aprirsi e chiudersi per i corpi che cadevano giù». William Jimeno, agente della PAPD: «Una persona mi ha colpito più di tutti, era come se potessi concentrare lo sguardo solo su di lui: era un signore biondo con i pantaloni color cachi e la camicia rosa tenue. Si gettò da lassù, e quando lo fece ricordava quasi Gesù sulla croce, dalla posizione, perché mentre precipitava era rivolto verso l’alto». - CONTINUANO LE OPERAZIONI DI SOCCORSO AL WTC Beverly Eckert, moglie di Sean Rooney, viceresponsabile della gestione del rischio presso la Aon Corporation, Torre Sud, 98° piano: «Sean mi ha chiamato verso le 9:30 di mattina. Ha detto che era al piano 105, e capii subito che non sarebbe tornato a casa. Sotto i suoi piedi c’era un intero edificio in fiamme, e lui non batté ciglio. Mi parlava senza mai perdere la sua compostezza, come in un giorno qualsiasi, e per questo suo modo di affrontare la morte avrà per sempre la mia ammirazione. Non c’era in lui ombra alcuna di paura, nemmeno quando le vetrate tutto intorno si erano surriscaldate ed era impossibile toccarle, e il fumo aggrediva i polmoni. (...) A un certo punto, quando sentii che faceva più fatica a respirare, gli chiesi se sentiva dolore. Dopo un attimo di pausa rispose di no. Mi amava tanto da mentirmi. Alla fine, quando la nube di fumo divenne troppo densa, continuò semplicemente a sussurrarmi “Ti amo” all’infinito». - IL PRIMO CROLLO «Alle 9:59, dopo nemmeno un’ora dall’attacco la Torre Sud, il secondo obiettivo colpito, collassa soccombendo alle fiamme alimentate dalle migliaia di litri di carburante contenute nel velivolo». Donna Jensen, residente nel quartiere di Battery Park City: «Si sentiva il rat-tat-tat-tat-tat-tattat-tat degli scoppi che si susseguivano perfettamente ritmati, un rumore potente, secco e crepitante». Bruno Dellinger, presidente della Quint Amasis North America, Torre Nord, 47° piano: «Ho sentito un rumore che ora non riesco a ricordare: è stato così forte, un frastuono talmente assordante che la mia mente l’ha bloccato. Mi ha spaventato a morte, e l’ho rimosso, non riesco a riportarlo alla coscienza». Detective Steven Stefanakos, mezzo mobile 10 dell’unità speciale emergenze ESU, NYPD: «Come lo schianto di mille treni merci». Kenneth Escoffery, vigile del fuoco dell’unità di soccorso Ladder 20, FDNY: «Come se ci avesse colpiti un missile». Catherine Leuthold, fotoreporter indipendente: «Come trentamila jet che decollano in contemporanea». - IL BUIO DENTRO LA NUBE Tracy Donahoo, agente del reparto trasporti, NYPD: «Il colpo fu talmente violento che sono stata sbalzata lontano. Non so a quale distanza, ma mi staccai letteralmente da terra, sentivo di essere sospesa in volo. Atterrai sulle ginocchia e su una mano. Non c’era più luce, era tutto buio pesto, non vedevo nulla e non riuscivo a respirare. Era soffocante». Bruno Dellinger, presidente della Quint Amasis North America, Torre Nord: «Credo nel giro di cinque secondi, su di noi calò l’oscurità con una violenza incredibile. Ma, cosa ancora più singolare, non c’era alcun rumore. I suoni non riuscivano più a propagarsi perché l’aria era troppo densa». - NEL BUNKER DELLA CASA BIANCA Dick Cheney, vicepresidente degli Stati Uniti: «Nonostante gli avvenimenti dell’11 settembre fossero davvero terribili, alcuni di noi avevano svolto esercitazioni per affrontare circostanze molto più pericolose e difficili, come un attacco nucleare sovietico diretto contro la Nazione. È stato utile, quella mattina l’addestramento ha dato i suoi frutti». - IL QUARTO SCHIANTO Deena Burnett, moglie di Tom Burnett, passeggero del volo United Airlines 93: «Nel silenzio sentivo il cuore battere all’impazzata. Tom disse che stavano aspettando di sorvolare una zona di campagna, e che avrebbero ripreso il controllo dell’aereo. La cosa mi spaventò enormemente e iniziai a supplicarlo: “No Tom, no. Stattene seduto tranquillo e non attirare l’attenzione”. Ma non volle saperne, disse “Se vogliono far schiantare l’aereo, dobbiamo fare qualcosa”. Allora proposi di lasciar fare alle forze dell’ordine, ma rispose: “Non possiamo aspettare l’intervento delle autorità, e in ogni caso non so cosa riuscirebbero a fare, dobbiamo pensarci noi. Penso che possiamo farcela”. Rimanemmo in silenzio per qualche istante, poi fui io a riprendere: “Cosa vuoi che faccia? Cosa posso fare?” gli domandai. “Prega, Deena, prega e basta”. Dissi che l’avrei fatto e che l’amavo, e prima di riagganciare Tom ripeté di non preoccuparmi, che non sarebbero rimasti con le mani in mano. Non ha mai richiamato». - DOPO IL CROLLO Steven Bienkowski, unità aeree, NYPD: «Lower Manhattan era completamente avvolta da un’immensa coltre di polvere bianca. Quando ci siamo riavvicinati in elicottero alla Torre Nord si vedevano ancora le persone buttarsi e precipitare giù, ma stavolta la scena era meno cruenta perché non li si vedeva rovinare al suolo, anzi c’era quasi un’aura di pace perché sparivano in questa nuvola bianca». «Il crollo sorprende anche i vigili del fuoco che stanno scendendo dalla Scala B con un civile ferito, Josephine Harris, e un agente PAPD evacuato con loro, David Lim». Billy Butler, vigile del fuoco dell’unità di soccorso Ladder 6, FDNY: «Ti controlli subito per vedere se hai ancora tutte le dita delle mani e dei piedi, le muovi per assicurarti che non ci sia niente di rotto. Ero malandato ma stavo bene. Stavo cercando di liberarmi spostando quegli enormi pezzi di cartongesso che mi erano caduti addosso quando a un tratto Josephine apparve tra la polvere, come il Blob che esce dalla palude. Mi sono spaventato a morte». - LE OPERAZIONI DI SALVATAGGIO A SHANKSVILLE Norbert Rosenbaum, vigile del fuoco della Stoystown Volunteer Fire Company: «Ci avvisarono che dovevamo uscire per una missione di recupero e soccorso. Quando vidi i pezzi e tutto quanto, confidai agli altri: “Dubito che salveremo qualcuno. Quel cratere è enorme”. Tante delle cose che vidi non mi erano nuove, ero stato in Vietnam. C’erano solo parti di corpi. Tutto lì, pezzi». James Broderick, agente della Polizia della Pennsylvania: «Ricordo l’odore. Una volta che respiri l’odore di carburante che si mescola a quello della carne umana, non te lo dimentichi più». - IL SECONDO CROLLO Monsignor John Delendick, cappellano, FDNY: «Un poliziotto mi si avvicinò e mentre correva al mio fianco mi disse: “Padre, può confessarmi?”. Gli risposi: “Questo è un atto di guerra, darò assoluzione generale a tutti”, e così feci». Rudy Giuliani, sindaco di New York: «Sentii che qualcuno mi afferrava e mi trascinava via, obbligandomi a correre come si fa con gli animali o i cavalli, “ANDIAMO VIA!”. Avremo corso per circa un terzo di isolato, e io non sapevo nemmeno cosa stesse succedendo. Mentre mi trascinava via gli dissi di fermarsi. Ci girammo e vidi un’immensa nube salire dal cratere. Sembrava davvero un attacco nucleare». - DOPO IL CROLLO Sharon Miller, ufficiale della PAPD: «C’era un grande silenzio, come se tutto fosse coperto di ovatta, o di marshmallow». Alan Reiss, direttore dell’Autorità portuale al World Trade Center: «Solo un rumore rompeva il silenzio: gli allarmi PASS». Detective David Brink, mezzo mobile 3 dell’unità speciale emergenze ESU, NYPD: «Questi allarmi, che i pompieri usano quando non riescono a muoversi e si trovano bloccati in situazioni di emergenza, hanno un suono molto penetrante. Non si sentiva altro, gli allarmi si succedevano senza tregua, e non si riusciva a distinguere da dove provenissero». - SULLA COSTA Rick Schoenlank, presidente dell’associazione di beneficenza United New Jersey Sandy Hook Pilots Benevolent Association: «C’erano imbarcazioni commerciali, rimorchiatori, traghetti, pescherecci, lance, navi ristorante che confluivano a Lower Manhattan per procedere all’evacuazione». Capitano James Parese, Staten Island Ferry: «Non ho mai visto così tanti rimorchiatori tutti insieme». - MEZZOGIORNO A NEW YORK Ian Oldaker, membro del personale di Ellis Island: «Era ora di mettersi in cammino verso casa. Insieme a una fiumana di gente, iniziammo a risalire la rampa verso il Ponte di Brooklyn. La cosa più spaventosa fu vedere le persone mettersi a urlare improvvisamente. C’erano momenti di silenzio, silenzio, silenzio, poi a un tratto le urla di chi veniva a sapere di avere perso un amico. L’uomo che camminava al mio fianco mi chiese dove si trovasse, e gli dissi che eravamo sul Ponte di Brooklyn. Indossava un completo e mi chiese cosa fosse successo. Gli risposi: “È crollato il World Trade Center” ». - LE RICERCHE Denise McFadden, moglie di Paul McFadden, vigile del fuoco, FDNY: «Quando mi telefonò, Paul era nel bel mezzo del caos. Non capivo cosa mi diceva, stava facendo un elenco di nomi di conoscenti seguiti dall’aggettivo “morto”. Sbottai: “Smettila. Cos’è, uno scherzo di pessimo gusto?”. Ma non si fermò. Continuava a pronunciare sequenze di nomi intervallati dalla parola “morto”, non riusciva a dire altro». - LA FINE DELLA GIORNATA Tenente Michael Day, Guardia costiera degli Stati Uniti: «Entrai a Ground Zero e ricordo che c’erano resti umani ovunque. Ricordo di aver pensato di essere in guerra. Abbassai lo sguardo e vidi un piede in una scarpa. Rimasi a guardarlo per qualche minuto. Sembrava un assedio: sulle strade di Manhattan si incontravano i militari della Guardia Nazionale con i fucili d’assalto, era saltata la corrente in tutta la zona, in molti altri edifici erano divampati incendi e ovunque pioveva un’inquietante polvere grigiastra». Beverly Eckert, moglie di Sean Rooney, viceresponsabile della gestione del rischio presso la Aon Corporation, Torre Sud, 98° piano: «Ci siamo incontrati a soli sedici anni, al ballo della scuola; quando è morto ne avevamo cinquanta. Per quanto terribile fosse quella giornata, ricordo che non volevo che finisse, non volevo andare a dormire: finché fossi rimasta sveglia, quel giorno condiviso con Sean non sarebbe finito. Mi aveva salutato con un bacio prima di andare al lavoro, e potevo ancora dire che era successo poco tempo prima, la mattina di quello stesso giorno». Diciotto anni dopo, uno scrittore ha raccolto 5 mila testimonianze e ne ha scelte 480 per un nuovo libro (in uscita negli Usa il 10 settembre) per mettere su carta la memoria orale del giorno più lungo del nostro secolo, l’11 settembre 2001 a Manhattan
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Su 7 L’11 settembre raccontato da chi c’era: gli ultimi «Ti amo» e i corpi infuocatishadow
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testi raccolti da GARRETT M. GRAFF

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Centodue minuti è durato il giorno più lungo del nostro secolo. Sono le 8 e 46 dell’11 settembre 2001 a Manhattan quando il primo aereo dirottato dai terroristi di al Qaeda si abbatte contro la torre Nord del World Trade Center; alle 9 e 03 il secondo aereo entra nella torre Sud; alle 9 e 37 un terzo aereo colpisce il Pentagono; la torre Sud collassa su se stessa alle 9 e 59; alle 10 e 03 il volo United 93 si schianta a Shanksville, Pennsylvania, mentre i passeggeri cercano di riprenderne il controllo; alle 10 e 28 crolla in una nuvola che avvolge tutta Manhattan anche la torre Nord. Duemilaseicentosei persone muoiono dentro quello che verrà ribattezzato Ground Zero; centoventicinque al Pentagono; duecentosei sugli aerei American Airlines Flight 77, United Airlines Flight 175, American Airlines Flight 11, le cui sigle verranno per sempre ritirate dai cieli; quaranta a Shanksville. Seimila persone restano ferite. Tremila bambini perdono un genitore; cento, nati nei mesi successivi, non conosceranno mai il loro papà.
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Le immagini nella memoria e le ultime frasi
Di quella giornata portiamo dentro decine di immagini: gli aerei che spariscono nelle torri, i newyorchesi ricoperti di una spessa coltre di polvere bianca, i pompieri, le macerie, le bandiere. Diciotto anni dopo, vogliamo dare spazio invece alle voci, alle parole senza filtro di chi era lì, minuto per minuto: i soccorritori, i controllori di volo, i militari, gli impiegati delle torri, i consiglieri del presidente George W. Bush sull’Air Force One, gli uomini e le donne le cui speranze si sono infrante davanti alle ultime frasi della persona amata giunte da un aereo o dai grattacieli in fiamme. I testi che seguono, sono tratti dal libro «The Only Plane in The Sky» dello scrittore Garrett M. Graff (in uscita negli Usa il 10 settembre). La traduzione è dello studio Brindani. A New York, Marilisa Palumbo ha incontrato Graff: potete leggere l’intervista completa su 7 in edicola.
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Quel cielo così blu su Manhattan
«In tutto il mondo, l’11 settembre iniziò come qualsiasi altro giorno. Il Congresso si stava rianimando dopo la pausa estiva. (…). A Washington, D.C., il neodirettore dell’FBI Robert Mueller aveva assunto l’incarico solo una settimana prima, il 4 settembre, e si apprestava a tenere la sua prima riunione, prevista per le 8, dedicata alle indagini in corso su un gruppo terroristico noto con il nome di al-Qaeda e il bombardamento della USS Cole nell’autunno del 2000. (…) A New York era giorno di primarie, con i cittadini chiamati a decidere quali candidati si sarebbero fronteggiati per raccogliere il testimone dell’uomo che aveva governato la città per otto anni, Rudy Giuliani. Milioni di persone, lavoratori, studenti e pendolari, si erano svegliate e iniziavano a prepararsi per affrontare la giornata, affollando treni, traghetti, metropolitane e autobus per dirigersi verso Lower Manhattan».
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Bruno Dellinger, presidente della Quint Amasis North America, Torre Nord, 47° piano: «Il cielo era così limpido. L’aria così frizzante. Era tutto perfetto».
Capitano Jay Jonas, unità di soccorso Ladder 6, Dipartimento dei Vigili del Fuoco (FDNY): «Era come se l’aria fosse stata tirata a lucido».
Luogotenente Jim Daly, Dipartimento di Polizia della Contea di Arlington (Virginia): «Un blu meraviglioso».
Joyce Dunn, insegnante, Distretto scolastico di Shanksville-Stonycreek (Pennsylvania): «Un blu puro».
Brian Gunderson, capo di gabinetto di Richard Armey, leader di maggioranza alla Camera (R-Texas): «Un blu profondo»
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IL PRIMO AEREO
«Alle 8:46 del mattino, il volo American Airlines 11 romba in direzione sud nel cielo sopra Manhattan, attraversando l’isola in tutta la sua lunghezza e sorprendendo chi camminava per la strada, prima di schiantarsi contro la Torre Nord, conosciuta come World Trade Center 1, a circa 465 miglia orarie»
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Anthony R. Whitaker, comandante in servizio al World Trade Center, Dipartimenti di Polizia Portuale (PAPD), Torre Nord, atrio a piano terra: «Con la coda dell’occhio ho visto due persone alla mia sinistra. Stavano andando a fuoco. Correvano verso di me e poi mi sono passati a fianco. Non emettevano alcun suono. Tutti i vestiti erano bruciati, e loro erano divorati dalle fiamme».
Harry Waizer, consulente fiscale della Cantor Fitzgerald, Torre Nord: «L’ascensore cominciò a cadere, incendiandosi. Sono stato colpito al volto da una palla di fuoco che era entrata dallo spazio tra le porte e la cabina dell’ascensore. Ho visto questa palla arancione arrivarmi in faccia e poi ho avuto la sensazione – non posso chiamarlo bruciore – che mi toccasse e poi è sparita».
Michael Lomonaco, executive chef presso Windows on the World nel complesso commerciale delle Torri: «Pensai, Dio mio, stiamo tutti lavorando. Cosa sta succedendo al 106? Poi mi dissi di stare calmo, che sarebbero scesi dalle scale antincendio. Avevo piena fiducia che tutti sarebbero riusciti a scendere».
David Kravette, broker di borsa della Cantor Fitzgerald, atrio a piano terra, Torre Nord: «Il fatto che io sia vivo è un puro caso del destino. Quel giorno tutti i miei colleghi su in ufficio hanno perso la vita. Erano intrappolati, non c’era modo di uscire».
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IL SECONDO AEREO
«Alle 9:03, il volo United Airlines 175 si schianta contro la Torre Sud, WTC 2, a circa 590 miglia orarie».

Capitano Jay Jonas, unità di soccorso Ladder 6, FDNY, in attesa di ordini nel posto di comando dell’atrio al piano terra della Torre Nord: «Ero lì in piedi. Come si può immaginare c’era un gran chiasso, l’acustica nell’atrio del World Trade Center non era delle migliori, c’era molta eco. Poi, tutto d’un tratto, calò il silenzio. Uno dei vigili del fuoco della squadra speciale Rescue 1 guardò verso l’alto e sentenziò: “Potremmo non arrivare a domani”. Lo guardammo e poi, scambiandoci un’occhiata, ammettemmo che aveva ragione. Ci stringemmo la mano augurandoci buona fortuna e ripetendoci a vicenda “Spero di rivederti, dopo”. Per me è molto commovente perché eravamo tutti coscienti che probabilmente quello sarebbe stato il nostro ultimo giorno ma affrontammo comunque il nostro dovere».
Juana Lomi, paramedico del New York Beekman Downtown Hospital: «In quel momento le cose si volsero al peggio. Dissi ai miei ragazzi: “Ascoltatemi bene, le persone per cui non potete fare un triage immediato, tutti quelli che hanno problemi respiratori, dolore al petto, gambe fratturate, qualsiasi problema alle gambe che non permetta di correre, vanno caricati in ambulanza. Tutti gli altri dovranno correre, dovranno usare le gambe o quel che vogliono».

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SCUOLA ELEMENTARE EMMA BOOKER, Sarasota (Florida)
Andy Card, capo di gabinetto della Casa Bianca: «Stavo recapitando un messaggio che nessun Presidente vorrebbe mai ricevere, lo sapevo. Avevo deciso di riportare due dati concreti e un commento. Non volevo intavolare una conversazione dato che il Presidente era davanti alla classe. L’insegnante chiese agli studenti di tirare fuori i libri, così colsi l’attimo e gli dissi all’orecchio: “Un secondo aereo ha colpito un’altra torre. L’America è sotto attacco.” Ho fatto qualche passo indietro in modo che non potesse farmi domande».
Gordon Johndroe, vice addetto stampa, Casa Bianca: «Io ero presente in aula e mi rendo conto che sarebbe stato strano se all’improvviso fosse uscito di corsa, cosa che prima del documentario di Michael Moore, Fahrenheit 9/11, non aveva mai suscitato clamore. Non è affatto parsa un’eternità, ha terminato il libro e poi si è ritirato in un’altra stanza».
Andy Card: «Ha rilasciato una dichiarazione molto concisa e si è incamminato, ma io ero dubbioso. “Torno a Washington D.C.”, aveva detto, ma io pensavo che non lo sapeva, come noi non lo sapevamo. Non sapevamo dove saremmo andati a finire».

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IL TERZO AEREO
«Alle 9:37, il volo American Airlines 77 si schianta contro l’Ala 1, la parte occidentale del Pentagono, a 530 miglia orarie».

Ted Olson, procuratore generale del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti: «Uno dei segretari è entrato di corsa e ha detto: “Barbara al telefono.” Ho preso subito la cornetta, felice di sentire la sua voce, ma mi ha detto che il suo volo era stato dirottato, e i passeggeri erano stati radunati in coda all’aereo. I dirottatori erano armati di coltelli e cutter. Poi ci siamo rassicurati a vicenda, perché dopotutto l’aereo era ancora in quota, stava ancora volando. Si sarebbe risolto tutto. Mi ha detto “Ok, ti amo.” Sembrava molto, molto tranquilla».
Victoria “Torie” Clarke, vicesegretario della Difesa per gli affari pubblici: «Davo per scontato che fosse stata un’autobomba. Quello che mi sembra assurdo è che sapevamo che due voli di linea avevano colpito il World Trade Center, che era un attacco terroristico, e quelli più svegli già ipotizzavano che si trattasse di al-Qaeda. Ma poi quando è successo qui, non ci è venuto in mente che potesse essere un altro aereo, tanto l’evento andava oltre la nostra comprensione. Non ci è mai passato per la testa che potesse essere un altro aereo…».

VOLO 93 IN PERICOLO
Deena Burnett, di San Ramon (California), moglie di Tom Burnett, passeggero del volo United Airlines 93: «Vidi sullo schermo il numero di Tom. Ero sollevata, pensavo che se mi stava chiamando dal cellulare doveva essere al sicuro in un aeroporto. Gli chiesi se stava bene ma rispose “No, sono su un volo dirottato. È lo United Airlines 93”. Mi raccontò cosa stava succedendo. “Hanno già accoltellato un tipo. Credo che uno di loro abbia una pistola”. Iniziai a tempestarlo di domande ma mi fermò: “Deena, ascoltami”. Ripeté tutto di nuovo, pregandomi di contattare le autorità prima di riagganciare. Un’ondata di terrore mi invase, come se fossi stata colpita da un fulmine (…). Gli dissi del World Trade Center. Non lo sapeva ancora, e informò anche gli altri passeggeri. “Oh mio Dio, è un attacco kamikaze”».
Lyzbeth Glick, moglie di Jeremy Glick, passeggero del volo United Airlines 93: «Ha percepito il panico nella mia voce, e abbiamo iniziato a dirci “Ti amo”. Saremo andati avanti per 10 minuti, fino a che non ci siamo tranquillizzati. Poi mi ha spiegato cosa era successo…»
Deena Burnett: «Il telefono suonò ancora: era sempre Tom, che disse soltanto “Deena”. Pensai che fosse sopravvissuto allo schianto sul Pentagono, e gli chiesi se stesse bene, ma mi rispose di no. “Hanno appena colpito il Pentagono” lo informai, e in sottofondo mi giunsero le voci dei passeggeri che riportavano la notizia. Ne percepivo la preoccupazione e li sentivo annaspare di stupore e sgomento. Poi Tom si rivolse di nuovo a me: “Sto architettando un piano”, mi disse, “Ci riprendiamo l’aereo”. Gli chiesi chi lo stesse aiutando, e mi rassicurò dicendo che erano coinvolte alcune persone, un gruppo, e di non preoccuparmi. Mi salutò con un “Faremo qualcosa, ti richiamo”, e riagganciò.
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DENTRO LE TORRI E NEL VUOTO
Bill Spade, vigile del fuoco della squadra speciale Rescue 5, FDNY: «Nella Torre Nord c’erano delle porte automatiche, che continuavano ad aprirsi e chiudersi per i corpi che cadevano giù».
William Jimeno, agente della PAPD: «Una persona mi ha colpito più di tutti, era come se potessi concentrare lo sguardo solo su di lui: era un signore biondo con i pantaloni color cachi e la camicia rosa tenue. Si gettò da lassù, e quando lo fece ricordava quasi Gesù sulla croce, dalla posizione, perché mentre precipitava era rivolto verso l’alto».
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CONTINUANO LE OPERAZIONI DI SOCCORSO AL WTC
Beverly Eckert, moglie di Sean Rooney, viceresponsabile della gestione del rischio presso la Aon Corporation, Torre Sud, 98° piano: «Sean mi ha chiamato verso le 9:30 di mattina. Ha detto che era al piano 105, e capii subito che non sarebbe tornato a casa. Sotto i suoi piedi c’era un intero edificio in fiamme, e lui non batté ciglio. Mi parlava senza mai perdere la sua compostezza, come in un giorno qualsiasi, e per questo suo modo di affrontare la morte avrà per sempre la mia ammirazione. Non c’era in lui ombra alcuna di paura, nemmeno quando le vetrate tutto intorno si erano surriscaldate ed era impossibile toccarle, e il fumo aggrediva i polmoni. (…) A un certo punto, quando sentii che faceva più fatica a respirare, gli chiesi se sentiva dolore. Dopo un attimo di pausa rispose di no. Mi amava tanto da mentirmi. Alla fine, quando la nube di fumo divenne troppo densa, continuò semplicemente a sussurrarmi “Ti amo” all’infinito».

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IL PRIMO CROLLO
«Alle 9:59, dopo nemmeno un’ora dall’attacco la Torre Sud, il secondo obiettivo colpito, collassa soccombendo alle fiamme alimentate dalle migliaia di litri di carburante contenute nel velivolo».

Donna Jensen, residente nel quartiere di Battery Park City: «Si sentiva il rat-tat-tat-tat-tat-tattat-tat degli scoppi che si susseguivano perfettamente ritmati, un rumore potente, secco e crepitante».
Bruno Dellinger, presidente della Quint Amasis North America, Torre Nord, 47° piano: «Ho sentito un rumore che ora non riesco a ricordare: è stato così forte, un frastuono talmente assordante che la mia mente l’ha bloccato. Mi ha spaventato a morte, e l’ho rimosso, non riesco a riportarlo alla coscienza».
Detective Steven Stefanakos, mezzo mobile 10 dell’unità speciale emergenze ESU, NYPD: «Come lo schianto di mille treni merci».
Kenneth Escoffery, vigile del fuoco dell’unità di soccorso Ladder 20, FDNY: «Come se ci avesse colpiti un missile».
Catherine Leuthold, fotoreporter indipendente: «Come trentamila jet che decollano in contemporanea».
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IL BUIO DENTRO LA NUBE
Tracy Donahoo, agente del reparto trasporti, NYPD: «Il colpo fu talmente violento che sono stata sbalzata lontano. Non so a quale distanza, ma mi staccai letteralmente da terra, sentivo di essere sospesa in volo. Atterrai sulle ginocchia e su una mano. Non c’era più luce, era tutto buio pesto, non vedevo nulla e non riuscivo a respirare. Era soffocante».
Bruno Dellinger, presidente della Quint Amasis North America, Torre Nord: «Credo nel giro di cinque secondi, su di noi calò l’oscurità con una violenza incredibile. Ma, cosa ancora più singolare, non c’era alcun rumore. I suoni non riuscivano più a propagarsi perché l’aria era troppo densa».
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NEL BUNKER DELLA CASA BIANCA
Dick Cheney, vicepresidente degli Stati Uniti: «Nonostante gli avvenimenti dell’11 settembre fossero davvero terribili, alcuni di noi avevano svolto esercitazioni per affrontare circostanze molto più pericolose e difficili, come un attacco nucleare sovietico diretto contro la Nazione. È stato utile, quella mattina l’addestramento ha dato i suoi frutti».
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IL QUARTO SCHIANTO
Deena Burnett, moglie di Tom Burnett, passeggero del volo United Airlines 93: «Nel silenzio sentivo il cuore battere all’impazzata. Tom disse che stavano aspettando di sorvolare una zona di campagna, e che avrebbero ripreso il controllo dell’aereo. La cosa mi spaventò enormemente e iniziai a supplicarlo: “No Tom, no. Stattene seduto tranquillo e non attirare l’attenzione”. Ma non volle saperne, disse “Se vogliono far schiantare l’aereo, dobbiamo fare qualcosa”. Allora proposi di lasciar fare alle forze dell’ordine, ma rispose: “Non possiamo aspettare l’intervento delle autorità, e in ogni caso non so cosa riuscirebbero a fare, dobbiamo pensarci noi. Penso che possiamo farcela”. Rimanemmo in silenzio per qualche istante, poi fui io a riprendere: “Cosa vuoi che faccia? Cosa posso fare?” gli domandai. “Prega, Deena, prega e basta”. Dissi che l’avrei fatto e che l’amavo, e prima di riagganciare Tom ripeté di non preoccuparmi, che non sarebbero rimasti con le mani in mano. Non ha mai richiamato».

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DOPO IL CROLLO
Steven Bienkowski, unità aeree, NYPD: «Lower Manhattan era completamente avvolta da un’immensa coltre di polvere bianca. Quando ci siamo riavvicinati in elicottero alla Torre Nord si vedevano ancora le persone buttarsi e precipitare giù, ma stavolta la scena era meno cruenta perché non li si vedeva rovinare al suolo, anzi c’era quasi un’aura di pace perché sparivano in questa nuvola bianca».

«Il crollo sorprende anche i vigili del fuoco che stanno scendendo dalla Scala B con un civile ferito, Josephine Harris, e un agente PAPD evacuato con loro, David Lim».

Billy Butler, vigile del fuoco dell’unità di soccorso Ladder 6, FDNY: «Ti controlli subito per vedere se hai ancora tutte le dita delle mani e dei piedi, le muovi per assicurarti che non ci sia niente di rotto. Ero malandato ma stavo bene. Stavo cercando di liberarmi spostando quegli enormi pezzi di cartongesso che mi erano caduti addosso quando a un tratto Josephine apparve tra la polvere, come il Blob che esce dalla palude. Mi sono spaventato a morte».
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LE OPERAZIONI DI SALVATAGGIO A SHANKSVILLE
Norbert Rosenbaum, vigile del fuoco della Stoystown Volunteer Fire Company: «Ci avvisarono che dovevamo uscire per una missione di recupero e soccorso. Quando vidi i pezzi e tutto quanto, confidai agli altri: “Dubito che salveremo qualcuno. Quel cratere è enorme”. Tante delle cose che vidi non mi erano nuove, ero stato in Vietnam. C’erano solo parti di corpi. Tutto lì, pezzi».
James Broderick, agente della Polizia della Pennsylvania: «Ricordo l’odore. Una volta che respiri l’odore di carburante che si mescola a quello della carne umana, non te lo dimentichi più».

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IL SECONDO CROLLO
Monsignor John Delendick, cappellano, FDNY: «Un poliziotto mi si avvicinò e mentre correva al mio fianco mi disse: “Padre, può confessarmi?”. Gli risposi: “Questo è un atto di guerra, darò assoluzione generale a tutti”, e così feci».
Rudy Giuliani, sindaco di New York: «Sentii che qualcuno mi afferrava e mi trascinava via, obbligandomi a correre come si fa con gli animali o i cavalli, “ANDIAMO VIA!”. Avremo corso per circa un terzo di isolato, e io non sapevo nemmeno cosa stesse succedendo. Mentre mi trascinava via gli dissi di fermarsi. Ci girammo e vidi un’immensa nube salire dal cratere. Sembrava davvero un attacco nucleare».
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DOPO IL CROLLO
Sharon Miller, ufficiale della PAPD: «C’era un grande silenzio, come se tutto fosse coperto di ovatta, o di marshmallow».
Alan Reiss, direttore dell’Autorità portuale al World Trade Center: «Solo un rumore rompeva il silenzio: gli allarmi PASS».
Detective David Brink, mezzo mobile 3 dell’unità speciale emergenze ESU, NYPD: «Questi allarmi, che i pompieri usano quando non riescono a muoversi e si trovano bloccati in situazioni di emergenza, hanno un suono molto penetrante. Non si sentiva altro, gli allarmi si succedevano senza tregua, e non si riusciva a distinguere da dove provenissero».
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SULLA COSTA
Rick Schoenlank, presidente dell’associazione di beneficenza United New Jersey Sandy Hook Pilots Benevolent Association: «C’erano imbarcazioni commerciali, rimorchiatori, traghetti, pescherecci, lance, navi ristorante che confluivano a Lower Manhattan per procedere all’evacuazione».
Capitano James Parese, Staten Island Ferry: «Non ho mai visto così tanti rimorchiatori tutti insieme».
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MEZZOGIORNO A NEW YORK
Ian Oldaker, membro del personale di Ellis Island: «Era ora di mettersi in cammino verso casa. Insieme a una fiumana di gente, iniziammo a risalire la rampa verso il Ponte di Brooklyn. La cosa più spaventosa fu vedere le persone mettersi a urlare improvvisamente. C’erano momenti di silenzio, silenzio, silenzio, poi a un tratto le urla di chi veniva a sapere di avere perso un amico. L’uomo che camminava al mio fianco mi chiese dove si trovasse, e gli dissi che eravamo sul Ponte di Brooklyn. Indossava un completo e mi chiese cosa fosse successo. Gli risposi: “È crollato il World Trade Center” ».
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LE RICERCHE
Denise McFadden, moglie di Paul McFadden, vigile del fuoco, FDNY: «Quando mi telefonò, Paul era nel bel mezzo del caos. Non capivo cosa mi diceva, stava facendo un elenco di nomi di conoscenti seguiti dall’aggettivo “morto”. Sbottai: “Smettila. Cos’è, uno scherzo di pessimo gusto?”. Ma non si fermò. Continuava a pronunciare sequenze di nomi intervallati dalla parola “morto”, non riusciva a dire altro».
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LA FINE DELLA GIORNATA
Tenente Michael Day, Guardia costiera degli Stati Uniti: «Entrai a Ground Zero e ricordo che c’erano resti umani ovunque. Ricordo di aver pensato di essere in guerra. Abbassai lo sguardo e vidi un piede in una scarpa. Rimasi a guardarlo per qualche minuto. Sembrava un assedio: sulle strade di Manhattan si incontravano i militari della Guardia Nazionale con i fucili d’assalto, era saltata la corrente in tutta la zona, in molti altri edifici erano divampati incendi e ovunque pioveva un’inquietante polvere grigiastra».
Beverly Eckert, moglie di Sean Rooney, viceresponsabile della gestione del rischio presso la Aon Corporation, Torre Sud, 98° piano: «Ci siamo incontrati a soli sedici anni, al ballo della scuola; quando è morto ne avevamo cinquanta. Per quanto terribile fosse quella giornata, ricordo che non volevo che finisse, non volevo andare a dormire: finché fossi rimasta sveglia, quel giorno condiviso con Sean non sarebbe finito. Mi aveva salutato con un bacio prima di andare al lavoro, e potevo ancora dire che era successo poco tempo prima, la mattina di quello stesso giorno».

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Di: anna f. http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/09/11/11-settembre/comment-page-8/#comment-1502434 anna f. Wed, 11 Sep 2019 18:10:24 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/11/sei-anni-dall11-settembre/#comment-1502434 aggiungo solo che lo spazio dato sui media (tg, ecc.) è ogni anno più ridotto. forse perché il tempo risana le ferite? aggiungo solo che lo spazio dato sui media (tg, ecc.) è ogni anno più ridotto.
forse perché il tempo risana le ferite?

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Di: anna f. http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/09/11/11-settembre/comment-page-8/#comment-1502432 anna f. Wed, 11 Sep 2019 18:09:43 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/11/sei-anni-dall11-settembre/#comment-1502432 condiviso in tutto il bel commento di maddalena frangioni condiviso in tutto il bel commento di maddalena frangioni

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Di: Maddalena Frangioni http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/09/11/11-settembre/comment-page-8/#comment-1502428 Maddalena Frangioni Wed, 11 Sep 2019 17:56:50 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/11/sei-anni-dall11-settembre/#comment-1502428 In un giorno normale è accaduto ciò che di normale non aveva assolutamente niente. Non ho compreso, non ho capito ho assistito impotente alla tragedia cogliendo insieme alla mia fragilità la mia stoltezza di persona che si riteneva al sicuro. Il mio dispiacere non aver fatto nulla prima per impedire, fatti così devastanti non hanno soltanto colpevoli che agiscono alla luce del sole è ciò che si nasconde dietro di loro che va svelato. Ciò che è rimasto è il dolore, il pianto, l'angoscia. Su tutto però ha vinto e vince e deve vincere la solidarietà tra gli uomini sempre oltre il tempo, oltre i pregiudizi e le divisioni- In un giorno normale è accaduto ciò che di normale non aveva assolutamente niente. Non ho compreso, non ho capito ho assistito impotente alla tragedia cogliendo insieme alla mia fragilità la mia stoltezza di persona che si riteneva al sicuro. Il mio dispiacere non aver fatto nulla prima per impedire, fatti così devastanti non hanno soltanto colpevoli che agiscono alla luce del sole è ciò che si nasconde dietro di loro che va svelato. Ciò che è rimasto è il dolore, il pianto, l’angoscia. Su tutto però ha vinto e vince e deve vincere la solidarietà tra gli uomini sempre oltre il tempo, oltre i pregiudizi e le divisioni-

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Di: 11 SETTEMBRE 2018 - alcuni libri per non dimenticare http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/09/11/11-settembre/comment-page-8/#comment-1402034 11 SETTEMBRE 2018 - alcuni libri per non dimenticare Tue, 11 Sep 2018 17:13:09 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/11/sei-anni-dall11-settembre/#comment-1402034 <b>"Uomo nel buio" di Paul Auster (Einaudi)</b> August Brill ha 72 anni, ora vive nel Vermont a casa della figlia per rimettersi da un grave incidente d'auto. Nelle notti d'insonnia tiene occupata la mente immaginando storie che lo conducano lontano dalla sua vita, da ciò che vorrebbe dimenticare: la recente morte della moglie e l'orribile assassinio in Iraq del fidanzato della nipote che laggiù lavorava in un impresa di costruzioni. Sdraiato nel buio, immagina un'America dilaniata dalla guerra civile scoppiata nel 2000 durante la prima contestatissima elezione di Bush; un'America parallella nella quale non è avvenuto l'attentato dell'11 settembre. Mentre il destino del protagonista della storia fantapolitica diventa sempre più incerto, la nipote, anch'essa insonne, raggiunge il nonno e August capisce che non può più sfuggire ai racconti veri, alle vicende della sua vita. “Uomo nel buio” di Paul Auster (Einaudi)
August Brill ha 72 anni, ora vive nel Vermont a casa della figlia per rimettersi da un grave incidente d’auto. Nelle notti d’insonnia tiene occupata la mente immaginando storie che lo conducano lontano dalla sua vita, da ciò che vorrebbe dimenticare: la recente morte della moglie e l’orribile assassinio in Iraq del fidanzato della nipote che laggiù lavorava in un impresa di costruzioni. Sdraiato nel buio, immagina un’America dilaniata dalla guerra civile scoppiata nel 2000 durante la prima contestatissima elezione di Bush; un’America parallella nella quale non è avvenuto l’attentato dell’11 settembre. Mentre il destino del protagonista della storia fantapolitica diventa sempre più incerto, la nipote, anch’essa insonne, raggiunge il nonno e August capisce che non può più sfuggire ai racconti veri, alle vicende della sua vita.

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Di: 11 SETTEMBRE 2018 - alcuni libri per non dimenticare http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/09/11/11-settembre/comment-page-8/#comment-1402033 11 SETTEMBRE 2018 - alcuni libri per non dimenticare Tue, 11 Sep 2018 17:12:10 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/11/sei-anni-dall11-settembre/#comment-1402033 <b>"Molto forte, incredibilmente vicino" di Jonathan Safran Foer (Guanda)</b> A New York un ragazzino riceve dal padre un messaggio rassicurante sul cellulare: "C'è qualche problema qui nelle Torri Gemelle, ma è tutto sotto controllo". E l'11 settembre 2001. Tra le cose del padre scomparso il ragazzo trova una busta col nome Black e una chiave: a questi due elementi si aggrappa per riallacciare il rapporto troncato e per compensare un vuoto affettivo che neppure la madre riesce a colmare. Inizia un viaggio nella città alla ricerca del misterioso signor Black: un itinerario ricco di incontri che lo porterà a dare finalmente risposta all'enigmatico ritrovamento e ai propri dubbi. E sarà soprattutto l'incontro col nonno a fargli ritrovare un mondo di affetti e a riaprirlo alla vita. “Molto forte, incredibilmente vicino” di Jonathan Safran Foer (Guanda)
A New York un ragazzino riceve dal padre un messaggio rassicurante sul cellulare: “C’è qualche problema qui nelle Torri Gemelle, ma è tutto sotto controllo”. E l’11 settembre 2001. Tra le cose del padre scomparso il ragazzo trova una busta col nome Black e una chiave: a questi due elementi si aggrappa per riallacciare il rapporto troncato e per compensare un vuoto affettivo che neppure la madre riesce a colmare. Inizia un viaggio nella città alla ricerca del misterioso signor Black: un itinerario ricco di incontri che lo porterà a dare finalmente risposta all’enigmatico ritrovamento e ai propri dubbi. E sarà soprattutto l’incontro col nonno a fargli ritrovare un mondo di affetti e a riaprirlo alla vita.

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Di: 11 SETTEMBRE 2018 - alcuni libri per non dimenticare http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/09/11/11-settembre/comment-page-8/#comment-1402031 11 SETTEMBRE 2018 - alcuni libri per non dimenticare Tue, 11 Sep 2018 17:10:53 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/11/sei-anni-dall11-settembre/#comment-1402031 <b>"Il secondo aereo. 11 settembre: 2001-2007" di Martin Amis (Einaudi)</b> Quando, quella mattina dell'11 settembre 2001, il secondo aereo - una massa orrorifica di tonnellate d'acciaio lanciate a più di novecento chilometri orari sopra Manhattan - si conficcò con la lucida volontà dell'intenzione nel corpo della Torre Sud del World Trade Center, l'America non potè fare altro che prendere atto dell'implacabile odio rivolto verso di lei. Gli attacchi terroristici, l'ascesa del fondamentalismo islamista, le guerre in Afghanistan e Iraq, i balordi sillogismi di Donald Rumsfeld, l'assalto alla razionalità illuminista, la trasformazione profonda e violenta del nostro orizzonte emotivo. Ma anche la condizione femminile, la crisi della mascolinità, le frustrazioni dello scrittore, l'inatteso legame tra terrore e noia. Tanto è stato scritto su quello "schianto morale" che è stato il crollo delle torri, nondimeno lo sguardo di Amis in questi saggi e racconti riesce a essere sorprendentemente spiazzante, coraggioso, senza timore di risultare scomodo e provocatorio. "L'11 settembre ha accorciato la distanza che separa la realtà dal delirio. Perciò quando ne parliamo, chiamiamolo con il nome che gli compete; non diamo a intendere di aver incassato e archiviato quell'evento, quel fenomeno, senza frizioni. Non è vero. L'11 settembre continua, va avanti, con tutto il suo mistero, la sua instabilità, e il suo atroce dinamismo". “Il secondo aereo. 11 settembre: 2001-2007″ di Martin Amis (Einaudi)
Quando, quella mattina dell’11 settembre 2001, il secondo aereo – una massa orrorifica di tonnellate d’acciaio lanciate a più di novecento chilometri orari sopra Manhattan – si conficcò con la lucida volontà dell’intenzione nel corpo della Torre Sud del World Trade Center, l’America non potè fare altro che prendere atto dell’implacabile odio rivolto verso di lei. Gli attacchi terroristici, l’ascesa del fondamentalismo islamista, le guerre in Afghanistan e Iraq, i balordi sillogismi di Donald Rumsfeld, l’assalto alla razionalità illuminista, la trasformazione profonda e violenta del nostro orizzonte emotivo. Ma anche la condizione femminile, la crisi della mascolinità, le frustrazioni dello scrittore, l’inatteso legame tra terrore e noia. Tanto è stato scritto su quello “schianto morale” che è stato il crollo delle torri, nondimeno lo sguardo di Amis in questi saggi e racconti riesce a essere sorprendentemente spiazzante, coraggioso, senza timore di risultare scomodo e provocatorio. “L’11 settembre ha accorciato la distanza che separa la realtà dal delirio. Perciò quando ne parliamo, chiamiamolo con il nome che gli compete; non diamo a intendere di aver incassato e archiviato quell’evento, quel fenomeno, senza frizioni. Non è vero. L’11 settembre continua, va avanti, con tutto il suo mistero, la sua instabilità, e il suo atroce dinamismo”.

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Di: 11 SETTEMBRE 2018 - alcuni libri per non dimenticare http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/09/11/11-settembre/comment-page-8/#comment-1402030 11 SETTEMBRE 2018 - alcuni libri per non dimenticare Tue, 11 Sep 2018 17:09:37 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/11/sei-anni-dall11-settembre/#comment-1402030 <b>"NY 11 settembre 2001" di Steve McCurry - DJ Morvan - Jung Gi Kim (Mondadori Comics)</b> Narrata dallo stesso grande fotografo con il supporto di due talenti del fumetto internazionale, la storia di come Steve McCurry ha testimoniato la tragedia dell'11 settembre. Tavole a fumetti e fotografie si alternano in un intreccio narrativo che ripercorre le vicende storiche che hanno portato al più grave attacco terroristico di sempre, testimoniando attraverso la lente di un maestro indiscusso della fotografia e le tavole di due talenti del fumetto internazionale (un coreano e un francese), decenni di storia dai più lontani angoli del mondo, uniti dall'instancabile volontà di testimonianza di Steve McCurry (ci sono sezioni dedicate a tutti i suoi viaggi più importanti dall'Afghanistan dei Mujaheddin alla New York sotto attacco del 2001). “NY 11 settembre 2001″ di Steve McCurry – DJ Morvan – Jung Gi Kim (Mondadori Comics)
Narrata dallo stesso grande fotografo con il supporto di due talenti del fumetto internazionale, la storia di come Steve McCurry ha testimoniato la tragedia dell’11 settembre. Tavole a fumetti e fotografie si alternano in un intreccio narrativo che ripercorre le vicende storiche che hanno portato al più grave attacco terroristico di sempre, testimoniando attraverso la lente di un maestro indiscusso della fotografia e le tavole di due talenti del fumetto internazionale (un coreano e un francese), decenni di storia dai più lontani angoli del mondo, uniti dall’instancabile volontà di testimonianza di Steve McCurry (ci sono sezioni dedicate a tutti i suoi viaggi più importanti dall’Afghanistan dei Mujaheddin alla New York sotto attacco del 2001).

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Di: 11 SETTEMBRE 2018 - alcuni libri per non dimenticare http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/09/11/11-settembre/comment-page-8/#comment-1402029 11 SETTEMBRE 2018 - alcuni libri per non dimenticare Tue, 11 Sep 2018 17:07:57 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/11/sei-anni-dall11-settembre/#comment-1402029 <b>"L'uomo che cade" di Don Delillo (Einaudi)</b> Keith Neudecker lavora nelle Twin Towers e sopravvive al crollo di una delle due. Si ritrova coperto di cenere, vetro e sangue, in mano stringe una valigetta non sua. Scioccato, si fa portare a casa della moglie Lianne, dalla quale si era separato da oltre un anno. Keith e Lianne cercano di riavvicinarsi, con loro c'è il figlio Justin, che passa le giornate scrutando il cielo alla ricerca di altri aerei mandati da Bill Lawton (così, con i suoi amici, Justin storpia il nome di bin Laden). Dalla valigetta Keith risale a Florence, un'altra sopravvissuta, che inizia a frequentare all'insaputa della moglie. Una relazione, anche sessuale, retta sul trauma che li accomuna. Nella seconda parte compare Nina, la madre di Lianne. Da dopo il suicidio del marito sta con Martin, un uomo ambiguo che ha vissuto tra gli Stati Uniti e l'Europa: un miscredente, un occidentale, un bianco, ma forse anche un terrorista. Tre anni dopo, il tentativo di ricostruire la famiglia è fallito: Keith trascorre lunghi periodi in viaggio, da Parigi a Las Vegas, immerso nei tornei di poker, assorbito in una vita che lo riduce quasi una cosa; Lianne aiuta con corsi di scrittura creativa anziani affetti dall'Alzheimer e si è avvicinata alla religione cattolica. Le loro vite sono intersecate dall'uomo che cade, un performer che si lancia in caduta statica da vari punti della città, assumendo le posizioni di un uomo che si era buttato dalle Torri prima del crollo: "a testa in giù, con le braccia tese lungo i fianchi, un ginocchio sollevato". “L’uomo che cade” di Don Delillo (Einaudi)
Keith Neudecker lavora nelle Twin Towers e sopravvive al crollo di una delle due. Si ritrova coperto di cenere, vetro e sangue, in mano stringe una valigetta non sua. Scioccato, si fa portare a casa della moglie Lianne, dalla quale si era separato da oltre un anno. Keith e Lianne cercano di riavvicinarsi, con loro c’è il figlio Justin, che passa le giornate scrutando il cielo alla ricerca di altri aerei mandati da Bill Lawton (così, con i suoi amici, Justin storpia il nome di bin Laden). Dalla valigetta Keith risale a Florence, un’altra sopravvissuta, che inizia a frequentare all’insaputa della moglie. Una relazione, anche sessuale, retta sul trauma che li accomuna. Nella seconda parte compare Nina, la madre di Lianne. Da dopo il suicidio del marito sta con Martin, un uomo ambiguo che ha vissuto tra gli Stati Uniti e l’Europa: un miscredente, un occidentale, un bianco, ma forse anche un terrorista. Tre anni dopo, il tentativo di ricostruire la famiglia è fallito: Keith trascorre lunghi periodi in viaggio, da Parigi a Las Vegas, immerso nei tornei di poker, assorbito in una vita che lo riduce quasi una cosa; Lianne aiuta con corsi di scrittura creativa anziani affetti dall’Alzheimer e si è avvicinata alla religione cattolica. Le loro vite sono intersecate dall’uomo che cade, un performer che si lancia in caduta statica da vari punti della città, assumendo le posizioni di un uomo che si era buttato dalle Torri prima del crollo: “a testa in giù, con le braccia tese lungo i fianchi, un ginocchio sollevato”.

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Di: 11 SETTEMBRE 2018 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/09/11/11-settembre/comment-page-8/#comment-1402027 11 SETTEMBRE 2018 Tue, 11 Sep 2018 17:05:57 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/11/sei-anni-dall11-settembre/#comment-1402027 <b>11 SETTEMBRE 2018</b> 11 SETTEMBRE 2018

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Di: Sono passati 16 anni dall'11 settembre 2001 (da Repubblica.it) http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/09/11/11-settembre/comment-page-8/#comment-1328055 Sono passati 16 anni dall'11 settembre 2001 (da Repubblica.it) Mon, 11 Sep 2017 18:50:40 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/11/sei-anni-dall11-settembre/#comment-1328055 Sono passati 16 anni dall'11 settembre 2001 quando due aerei si schiantarono contro il World Trade Center di New York uccidendo 2.997 persone. Come ogni anno centinaia di persone rendono omaggio alle vittime a Ground Zero, dove sorgevano i grattacieli abbattuti. Commemorazioni anche alla Casa Bianca, dove il presidente Donald Trump e sua moglie Melania hanno osservato un minuto di silenzio http://www.repubblica.it/esteri/2017/09/11/foto/new_york_sedici_anni_fa_l_attacco_alle_torri_gemelle-175196121/1/ Sono passati 16 anni dall’11 settembre 2001 quando due aerei si schiantarono contro il World Trade Center di New York uccidendo 2.997 persone. Come ogni anno centinaia di persone rendono omaggio alle vittime a Ground Zero, dove sorgevano i grattacieli abbattuti. Commemorazioni anche alla Casa Bianca, dove il presidente Donald Trump e sua moglie Melania hanno osservato un minuto di silenzio
http://www.repubblica.it/esteri/2017/09/11/foto/new_york_sedici_anni_fa_l_attacco_alle_torri_gemelle-175196121/1/

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Di: 11 settembre 2017 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/09/11/11-settembre/comment-page-8/#comment-1328037 11 settembre 2017 Mon, 11 Sep 2017 14:59:43 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/11/sei-anni-dall11-settembre/#comment-1328037 <b>11 settembre 2017</b> 11 settembre 2017

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Di: Festivaletteratura, +10 mila presenze (ansa) http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/09/11/11-settembre/comment-page-8/#comment-1283098 Festivaletteratura, +10 mila presenze (ansa) Mon, 12 Sep 2016 14:10:05 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/11/sei-anni-dall11-settembre/#comment-1283098 Grande successo di pubblico nel ventennale del Festivaletteratura che si conclude con 135 mila presenze complessive. In particolare sono stati 70 mila i biglietti staccati per gli eventi a pagamento (3 mila in più rispetto alla scorsa edizione) e 65 mila le persone stimate agli eventi gratuiti (7 mila in più dello scorso anno). In aumento anche la partecipazione e l'interazione nella piazze virtuali del Festival con 750 mila contatti via Facebook e oltre 400 mila via twitter. Il Festival, che si è inaugurato il 7 settembre, è stato preceduto da un'anteprima, il 3 settembre, con un pubblico di 800 persone per lo scrittore Jonathan Safran Foer in piazza Castello, mentre in altre 600 hanno assistito al concerto inaugurale nel Duomo. Già fissate le date della prossima edizione, dal 6 al 10 settembre 2017. (Fonte: Ansa) Grande successo di pubblico nel ventennale del Festivaletteratura che si conclude con 135 mila presenze complessive. In particolare sono stati 70 mila i biglietti staccati per gli eventi a pagamento (3 mila in più rispetto alla scorsa edizione) e 65 mila le persone stimate agli eventi gratuiti (7 mila in più dello scorso anno). In aumento anche la partecipazione e l’interazione nella piazze virtuali del Festival con 750 mila contatti via Facebook e oltre 400 mila via twitter.
Il Festival, che si è inaugurato il 7 settembre, è stato preceduto da un’anteprima, il 3 settembre, con un pubblico di 800 persone per lo scrittore Jonathan Safran Foer in piazza Castello, mentre in altre 600 hanno assistito al concerto inaugurale nel Duomo. Già fissate le date della prossima edizione, dal 6 al 10 settembre 2017.
(Fonte: Ansa)

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Di: 11/9, l'America si ferma 15 anni dopo http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/09/11/11-settembre/comment-page-8/#comment-1283034 11/9, l'America si ferma 15 anni dopo Sun, 11 Sep 2016 19:40:09 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/11/sei-anni-dall11-settembre/#comment-1283034 Obama è tornato a parlare dell'Isis: "Anche se le cose sono evolute, il terrorismo continua a colpire", ha affermato il presidente. "Al Qaida e l'Isis sanno che non riusciranno mai a distruggere la nazione americana. Per questo cercano di terrorizzarci mettendoci l'uno contro l'altro", ha detto il presidente Usa. "Per questo il migliore gesto è di restare l'America, fedeli a noi stessi, a quello che c'è di meglio in noi senza permettere a nessuno di dividerci. La nostra diversità non è una debolezza, essa è e resterà sempre una delle nostre forze principali". (da "La Repubblica") Obama è tornato a parlare dell’Isis: “Anche se le cose sono evolute, il terrorismo continua a colpire”, ha affermato il presidente. “Al Qaida e l’Isis sanno che non riusciranno mai a distruggere la nazione americana. Per questo cercano di terrorizzarci mettendoci l’uno contro l’altro”, ha detto il presidente Usa. “Per questo il migliore gesto è di restare l’America, fedeli a noi stessi, a quello che c’è di meglio in noi senza permettere a nessuno di dividerci. La nostra diversità non è una debolezza, essa è e resterà sempre una delle nostre forze principali”.
(da “La Repubblica”)

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Di: 11/9, l'America si ferma 15 anni dopo http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/09/11/11-settembre/comment-page-8/#comment-1283033 11/9, l'America si ferma 15 anni dopo Sun, 11 Sep 2016 19:39:39 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/11/sei-anni-dall11-settembre/#comment-1283033 Il presidente Barack Obama, dopo aver osservato il primo minuto di silenzio alla Casa Bianca, si è spostato alla cerimonia al Pentagono, sul cui quartier generale si abbattè un aereo che provocò 189 vittime: 64 sull'aereo e 125 a terra. "Le scritture ci dicono che non dobbiamo mai dimenticare l'amore e fedeltà, dobbiamo inciderle nel nostro cuore" ha detto Obama. "Per questo ai sopravvissuti e alle famiglie delle vittime voglio dire che è un onore trovarmi con voi oggi durante questa ricorrenza. Non dimenticheremo mai le 3mila vittime che ci sono state sottratte. In questa giornata ostica e difficile vogliamo onorare il coraggio di coloro che si sono messi in pericolo per salvare degli estranei. Siamo grati alla forza dei soccorritori e rinnoviamo l'amore e la fede che ci uniscono come un'unica famiglia americana". (da "La Repubblica") Il presidente Barack Obama, dopo aver osservato il primo minuto di silenzio alla Casa Bianca, si è spostato alla cerimonia al Pentagono, sul cui quartier generale si abbattè un aereo che provocò 189 vittime: 64 sull’aereo e 125 a terra. “Le scritture ci dicono che non dobbiamo mai dimenticare l’amore e fedeltà, dobbiamo inciderle nel nostro cuore” ha detto Obama. “Per questo ai sopravvissuti e alle famiglie delle vittime voglio dire che è un onore trovarmi con voi oggi durante questa ricorrenza. Non dimenticheremo mai le 3mila vittime che ci sono state sottratte. In questa giornata ostica e difficile vogliamo onorare il coraggio di coloro che si sono messi in pericolo per salvare degli estranei. Siamo grati alla forza dei soccorritori e rinnoviamo l’amore e la fede che ci uniscono come un’unica famiglia americana”.
(da “La Repubblica”)

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Di: 11/9, l'America si ferma 15 anni dopo http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/09/11/11-settembre/comment-page-8/#comment-1283032 11/9, l'America si ferma 15 anni dopo Sun, 11 Sep 2016 19:39:22 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/11/sei-anni-dall11-settembre/#comment-1283032 Trump ha affidato a un comunicato le parole per le celebrazioni: "Questo è il giorno del ricordo ma anche il giorno della risolutezza. Perché il nostro solenne dovere è quello di lavorare insieme per rendere il Paese sicuro di fronte a un nemico che non cerca nient'altro che distruggere il nostro modo di vivere. (da "La Repubblica") Trump ha affidato a un comunicato le parole per le celebrazioni: “Questo è il giorno del ricordo ma anche il giorno della risolutezza. Perché il nostro solenne dovere è quello di lavorare insieme per rendere il Paese sicuro di fronte a un nemico che non cerca nient’altro che distruggere il nostro modo di vivere.
(da “La Repubblica”)

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Di: 11/9, l'America si ferma 15 anni dopo http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/09/11/11-settembre/comment-page-8/#comment-1283031 11/9, l'America si ferma 15 anni dopo Sun, 11 Sep 2016 19:39:03 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/11/sei-anni-dall11-settembre/#comment-1283031 Migliaia le persone, tra parenti e amici delle vittime, arrivate a Ground Zero. Sul posto anche Hillary Clinton e Donald Trump, che, applaudito al suo arrivo, ha preso posto in tribuna, dopo essersi intrattenuto con l'ex sindaco di New York e suo sostenitore Rudolph Giuliani. La Clinton si è allontanata prima della fine della cerimonia della lettura dei nomi, a causa di un malore, secondo l'emittente Fox. Lo staff della Clinton ha fatto sapere che si è trattato di un colpo di calore e che la Clinton si è ripresa: "Ora sta meglio". (da "La Repubblica") Migliaia le persone, tra parenti e amici delle vittime, arrivate a Ground Zero. Sul posto anche Hillary Clinton e Donald Trump, che, applaudito al suo arrivo, ha preso posto in tribuna, dopo essersi intrattenuto con l’ex sindaco di New York e suo sostenitore Rudolph Giuliani. La Clinton si è allontanata prima della fine della cerimonia della lettura dei nomi, a causa di un malore, secondo l’emittente Fox. Lo staff della Clinton ha fatto sapere che si è trattato di un colpo di calore e che la Clinton si è ripresa: “Ora sta meglio”.
(da “La Repubblica”)

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Di: 11/9, l'America si ferma 15 anni dopo http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/09/11/11-settembre/comment-page-8/#comment-1283030 11/9, l'America si ferma 15 anni dopo Sun, 11 Sep 2016 19:38:33 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/11/sei-anni-dall11-settembre/#comment-1283030 A dare il via alla cerimonia, un minuto di silenzio in omaggio alle circa 3mila vittime degli attacchi dell'11 settembre: alle 8.46 il primo aereo dirottato dai terroristi si schiantò contro la torre nord del World Trade Center. Il primo è stato seguito da altri 5 minuti di silenzio per ricordare l'impatto degli aerei contro la seconda Torre gemella, contro il Pentagono e lo schianto in Pennsylvania. Grande commozione durante la lettura dei nomi delle vittime del crollo delle Twin Towers, tra cui molti vigili del fuoco e forze dell'ordine. (da "La Repubblica") A dare il via alla cerimonia, un minuto di silenzio in omaggio alle circa 3mila vittime degli attacchi dell’11 settembre: alle 8.46 il primo aereo dirottato dai terroristi si schiantò contro la torre nord del World Trade Center. Il primo è stato seguito da altri 5 minuti di silenzio per ricordare l’impatto degli aerei contro la seconda Torre gemella, contro il Pentagono e lo schianto in Pennsylvania. Grande commozione durante la lettura dei nomi delle vittime del crollo delle Twin Towers, tra cui molti vigili del fuoco e forze dell’ordine.
(da “La Repubblica”)

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Di: 11/9, l'America si ferma 15 anni dopo http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/09/11/11-settembre/comment-page-8/#comment-1283029 11/9, l'America si ferma 15 anni dopo Sun, 11 Sep 2016 19:38:18 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/11/sei-anni-dall11-settembre/#comment-1283029 L'11 settembre 2001 il cuore dell'America si è fermato. E da allora il mondo non è stato più lo stesso. Quindici anni dopo, alla stessa ora (le 8.46 a New York, le 14.46 ora italiana) iniziano le celebrazioni per ricordare quella triste data. (da "La Repubblica") L’11 settembre 2001 il cuore dell’America si è fermato. E da allora il mondo non è stato più lo stesso. Quindici anni dopo, alla stessa ora (le 8.46 a New York, le 14.46 ora italiana) iniziano le celebrazioni per ricordare quella triste data.
(da “La Repubblica”)

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Di: 11 SETTEMBRE 2016 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/09/11/11-settembre/comment-page-8/#comment-1283024 11 SETTEMBRE 2016 Sun, 11 Sep 2016 16:34:19 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/11/sei-anni-dall11-settembre/#comment-1283024 <b>11 SETTEMBRE 2016</b> 11 SETTEMBRE 2016

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/09/11/11-settembre/comment-page-8/#comment-1246807 Massimo Maugeri Mon, 05 Oct 2015 19:52:01 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/11/sei-anni-dall11-settembre/#comment-1246807 Grazie per il tuo intervento, Rick! Grazie per il tuo intervento, Rick!

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Di: Rick http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/09/11/11-settembre/comment-page-8/#comment-1246638 Rick Sun, 04 Oct 2015 12:49:23 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/11/sei-anni-dall11-settembre/#comment-1246638 Sono passati quattordici anni dai terribili eventi dell'11 settembre 2001, ma l'America non accenna a dimenticare. Non può e non vuole. Una dolorosa ferita che gli Americani non dimenticheranno mai. Così, in occasione di questo anniversario importante Obama ha decretato tre giorni di preghiera e di commemorazione nazionale, un modo per stare vicino alle tante famiglie colpite da questo attentato terroristico da parte di Al-Qaeda. Il presidente americano ha affermato che adesso l'America è più forte che mai. Da questa lacerante esperienza gli Stati Uniti hanno imparato a conoscere il volto di un nuovo nemico, quello di Osama Bin Laden. Ogni giorno la guerra al terrorismo è sempre più forte e mi auguro che l'Isis venga finalmente sconfitta, perché queste persone che appoggiano la Gihad, la guerra santa non dovrebbero giare per il mondo e distruggere patrimoni architettonici dell'umanità né tantomeno destabilizzare i governi in Africa e dell'area Medio Orientale, rendendo così impossibile la vita delle popolazioni di quel territorio e spingendole ad abbandonare il proprio Paese d'origine, con il rischio continuo di morire inghiottiti dal mare alla ricerca di condizioni di vita migliori e la cosa più grave è che le vittime principali dell'immigrazione sono soprattutto bambini, che hanno ancora tutta la vita davanti e, me lo auguro, una lunga storia da scrivere. Sono passati quattordici anni dai terribili eventi dell’11 settembre 2001, ma l’America non accenna a dimenticare. Non può e non vuole. Una dolorosa ferita che gli Americani non dimenticheranno mai. Così, in occasione di questo anniversario importante Obama ha decretato tre giorni di preghiera e di commemorazione nazionale, un modo per stare vicino alle tante famiglie colpite da questo attentato terroristico da parte di Al-Qaeda. Il presidente americano ha affermato che adesso l’America è più forte che mai. Da questa lacerante esperienza gli Stati Uniti hanno imparato a conoscere il volto di un nuovo nemico, quello di Osama Bin Laden. Ogni giorno la guerra al terrorismo è sempre più forte e mi auguro che l’Isis venga finalmente sconfitta, perché queste persone che appoggiano la Gihad, la guerra santa non dovrebbero giare per il mondo e distruggere patrimoni architettonici dell’umanità né tantomeno destabilizzare i governi in Africa e dell’area Medio Orientale, rendendo così impossibile la vita delle popolazioni di quel territorio e spingendole ad abbandonare il proprio Paese d’origine, con il rischio continuo di morire inghiottiti dal mare alla ricerca di condizioni di vita migliori e la cosa più grave è che le vittime principali dell’immigrazione sono soprattutto bambini, che hanno ancora tutta la vita davanti e, me lo auguro, una lunga storia da scrivere.

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Di: 11 settembre 2015 - RaiNews http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/09/11/11-settembre/comment-page-8/#comment-1243100 11 settembre 2015 - RaiNews Fri, 11 Sep 2015 07:51:22 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/11/sei-anni-dall11-settembre/#comment-1243100 Un giorno che ha cambiato la Storia Gli attentati, rivendicati da Al Qaeda, hanno modificato il corso della Storia. Gli Stati Uniti – e più in generale l’Occidente – si scoprirono più vulnerabili e impararono a conoscere il volto di un nuovo nemico, quell’Osama Bin Laden che sarebbe stato ucciso quasi 10 anni dopo, nel maggio 2011, con un raid delle forze armate statunitensi ad Abbottabad, in Pakistan. In meno di un mese ci sarebbe stato l’attacco statunitense all’Afghanistan e da lì una spirale di eventi che hanno cambiato il mondo. - See more at: http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/11-settembre-anniversario-gli-Stati-Uniti-ricordano-una-tragedia-che-fa-ancora-male-a6ef3d78-5bac-4e7b-a846-4d8fe7c02115.html Un giorno che ha cambiato la Storia
Gli attentati, rivendicati da Al Qaeda, hanno modificato il corso della Storia. Gli Stati Uniti – e più in generale l’Occidente – si scoprirono più vulnerabili e impararono a conoscere il volto di un nuovo nemico, quell’Osama Bin Laden che sarebbe stato ucciso quasi 10 anni dopo, nel maggio 2011, con un raid delle forze armate statunitensi ad Abbottabad, in Pakistan. In meno di un mese ci sarebbe stato l’attacco statunitense all’Afghanistan e da lì una spirale di eventi che hanno cambiato il mondo.
- See more at: http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/11-settembre-anniversario-gli-Stati-Uniti-ricordano-una-tragedia-che-fa-ancora-male-a6ef3d78-5bac-4e7b-a846-4d8fe7c02115.html

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Di: 11 settembre 2015 - RaiNews http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/09/11/11-settembre/comment-page-8/#comment-1243099 11 settembre 2015 - RaiNews Fri, 11 Sep 2015 07:50:14 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/11/sei-anni-dall11-settembre/#comment-1243099 Obama atteso a Fort Meade Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, insieme alla first lady e al suo staff parteciperà ad un momento di silenzio nel giardino della Casa Bianca e incontrerà i militari della base di Fort Meade. "Il presidente - ha riferito il portavoce Eric Schultz - non vede l'ora di parlare con uomini e donne patriottici che lavorano ogni giorno per mantenere l'America sicura e onorare i sacrifici dei soldati e delle loro famiglie". Obama atteso a Fort Meade
Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, insieme alla first lady e al suo staff parteciperà ad un momento di silenzio nel giardino della Casa Bianca e incontrerà i militari della base di Fort Meade. “Il presidente – ha riferito il portavoce Eric Schultz – non vede l’ora di parlare con uomini e donne patriottici che lavorano ogni giorno per mantenere l’America sicura e onorare i sacrifici dei soldati e delle loro famiglie”.

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Di: 11 settembre 2015 - RaiNews http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/09/11/11-settembre/comment-page-8/#comment-1243098 11 settembre 2015 - RaiNews Fri, 11 Sep 2015 07:49:28 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/11/sei-anni-dall11-settembre/#comment-1243098 Le cerimonie a New York A New York la cerimonia principale si svolgerà al Memoriale dell’11 settembre, con minuti di silenzio nei momenti degli schianti e del crollo delle torri e con la lettura dei nomi delle vittime. Inoltre, come ogni anno, nelle ore serali 88 proiettori genereranno delle colonne di luce che uniranno terra e cielo. In condizioni meteo ideali, il cosiddetto “Tribute in Light” è visibile a quasi 100 chilometri di distanza. Le cerimonie a New York
A New York la cerimonia principale si svolgerà al Memoriale dell’11 settembre, con minuti di silenzio nei momenti degli schianti e del crollo delle torri e con la lettura dei nomi delle vittime. Inoltre, come ogni anno, nelle ore serali 88 proiettori genereranno delle colonne di luce che uniranno terra e cielo. In condizioni meteo ideali, il cosiddetto “Tribute in Light” è visibile a quasi 100 chilometri di distanza.

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Di: 11 settembre 2015 - RaiNews http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/09/11/11-settembre/comment-page-8/#comment-1243097 11 settembre 2015 - RaiNews Fri, 11 Sep 2015 07:48:35 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/11/sei-anni-dall11-settembre/#comment-1243097 Migliaia di persone alle celebrazioni Anche quest’anno migliaia di persone sono attese sui luoghi della tragedia: New York, Washington e Shanksville. Scenderanno in strada per ricordare le quasi 3mila persone morte quando quattro aerei di linea dirottati si schiantarono rispettivamente sulle Torri Gemelle (alle 8.46 e alle 9.03 locali), sul Pentagono (alle 9.37) e su un campo in Pennsylvania (alle 10.03). Migliaia di persone alle celebrazioni
Anche quest’anno migliaia di persone sono attese sui luoghi della tragedia: New York, Washington e Shanksville. Scenderanno in strada per ricordare le quasi 3mila persone morte quando quattro aerei di linea dirottati si schiantarono rispettivamente sulle Torri Gemelle (alle 8.46 e alle 9.03 locali), sul Pentagono (alle 9.37) e su un campo in Pennsylvania (alle 10.03).

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Di: 11 settembre 2015 - RaiNews http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/09/11/11-settembre/comment-page-8/#comment-1243096 11 settembre 2015 - RaiNews Fri, 11 Sep 2015 07:47:53 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/11/sei-anni-dall11-settembre/#comment-1243096 L’ultima vittima, poche settimane fa, è stata Marcy Borders, la giovane soprannominata “Lady Dust” perché fotografata ricoperta di cenere subito dopo il crollo di una delle torri del World Trade Center. È morta di tumore come molti altri sopravvissuti all’11 settembre: secondo le stime, i casi di neoplasia da allora sono stati tra 2500 e 3700. A 14 anni di distanza, l’attacco all’America continua a stroncare vite e fa ancora male a una nazione che non vuole dimenticare quel giorno drammatico che ha sconvolto il mondo. L’ultima vittima, poche settimane fa, è stata Marcy Borders, la giovane soprannominata “Lady Dust” perché fotografata ricoperta di cenere subito dopo il crollo di una delle torri del World Trade Center. È morta di tumore come molti altri sopravvissuti all’11 settembre: secondo le stime, i casi di neoplasia da allora sono stati tra 2500 e 3700.
A 14 anni di distanza, l’attacco all’America continua a stroncare vite e fa ancora male a una nazione che non vuole dimenticare quel giorno drammatico che ha sconvolto il mondo.

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Di: 11 SETTEMBRE 2015 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/09/11/11-settembre/comment-page-8/#comment-1243094 11 SETTEMBRE 2015 Fri, 11 Sep 2015 05:00:32 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/11/sei-anni-dall11-settembre/#comment-1243094 <b>11 SETTEMBRE 2015</b> 11 SETTEMBRE 2015

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/09/11/11-settembre/comment-page-8/#comment-1098456 Massimo Maugeri Thu, 11 Sep 2014 20:24:12 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/11/sei-anni-dall11-settembre/#comment-1098456 Grazie, infine, a chi ha postato i contributi inseriti qui sopra. Grazie, infine, a chi ha postato i contributi inseriti qui sopra.

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/09/11/11-settembre/comment-page-8/#comment-1098455 Massimo Maugeri Thu, 11 Sep 2014 20:23:48 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/11/sei-anni-dall11-settembre/#comment-1098455 E grazie anche a Bianca e ad Amelia per i loro interventi. E grazie anche a Bianca e ad Amelia per i loro interventi.

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Di: Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/09/11/11-settembre/comment-page-8/#comment-1098454 Massimo Maugeri Thu, 11 Sep 2014 20:23:27 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/11/sei-anni-dall11-settembre/#comment-1098454 Caro Giorgio, forse il ricordo è un po' meno forte... ma non credo che potrà mai essere digerito. Grazie per il tuo commento. Caro Giorgio,
forse il ricordo è un po’ meno forte… ma non credo che potrà mai essere digerito.
Grazie per il tuo commento.

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Di: Giorgio http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/09/11/11-settembre/comment-page-8/#comment-1098404 Giorgio Thu, 11 Sep 2014 14:36:08 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/11/sei-anni-dall11-settembre/#comment-1098404 I giornali ne parlano sempre meno. Anno dopo anno. Sembra quasi che il ricordo di quella immane tragedia sia stato in qualche modo digerito. Non so se esserne lieto o rattristato. Voi che ne pensate? I giornali ne parlano sempre meno. Anno dopo anno. Sembra quasi che il ricordo di quella immane tragedia sia stato in qualche modo digerito.
Non so se esserne lieto o rattristato.
Voi che ne pensate?

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Di: 11 Settembre, l'America ricorda le stragi: alcune immagini di Ground Zero http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/09/11/11-settembre/comment-page-8/#comment-1098366 11 Settembre, l'America ricorda le stragi: alcune immagini di Ground Zero Thu, 11 Sep 2014 09:17:49 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/11/sei-anni-dall11-settembre/#comment-1098366 11 Settembre, l'America ricorda le stragi: alcune immagini di Ground Zero http://www.repubblica.it/esteri/2014/09/11/foto/11_settembre_new_york_si_illumina_nel_giorno_del_ricordo-95488757/1/#17 11 Settembre, l’America ricorda le stragi: alcune immagini di Ground Zero

http://www.repubblica.it/esteri/2014/09/11/foto/11_settembre_new_york_si_illumina_nel_giorno_del_ricordo-95488757/1/#17

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Di: Bianca 2oo7 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/09/11/11-settembre/comment-page-8/#comment-1098349 Bianca 2oo7 Thu, 11 Sep 2014 08:08:46 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/11/sei-anni-dall11-settembre/#comment-1098349 Grazie Amelia. @Riotta se si volesse fare un passo avanti per cambiare una mentalità incancrenita da pregiudizi e abitudini vuote di significato,si scoprirebbero radici che affondano in multipli inserimenti di razze culture ed etnie,e da ognuna si prendesse qualcosa,del meglio, si andrebbe incontro a una svolta veramente epocale e finalmente di pace evoluta dall'intelligenza. Saluti a tutti. Mirka Bonomi (Bianca 2007) Grazie Amelia. @Riotta se si volesse fare un passo avanti per cambiare una mentalità incancrenita da pregiudizi e abitudini vuote di significato,si scoprirebbero radici che affondano in multipli inserimenti di razze culture ed etnie,e da ognuna si prendesse qualcosa,del meglio, si andrebbe incontro a una svolta veramente epocale e finalmente di pace evoluta dall’intelligenza. Saluti a tutti. Mirka Bonomi (Bianca 2007)

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Di: Amelia Corsi http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/09/11/11-settembre/comment-page-8/#comment-1098339 Amelia Corsi Thu, 11 Sep 2014 07:37:37 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/11/sei-anni-dall11-settembre/#comment-1098339 Sono d'accordo con il commento di Bianca e trovo interessante l'analisi di Riotta. Un saluto a tutti. Sono d’accordo con il commento di Bianca e trovo interessante l’analisi di Riotta.
Un saluto a tutti.

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Di: Gianni Riotta: 11/9/2014 - La Stampa http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/09/11/11-settembre/comment-page-8/#comment-1098335 Gianni Riotta: 11/9/2014 - La Stampa Thu, 11 Sep 2014 07:16:12 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/11/sei-anni-dall11-settembre/#comment-1098335 Ma la Storia ha anche un passo lunghissimo, se è vero che ucraini, russi e polacchi combattono dai tempi dei cosacchi di Taras Bu’lba, gli scozzesi vogliono lasciare il Regno Unito dopo tre secoli e sunniti e sciiti combattono l’ancestrale guerra civile dei successori del Profeta. Gli scolaretti che sfilano compunti davanti alle vetrine e ai monitor del Museo dell’11 settembre credono dunque di star studiando il passato. Non sanno, e lo si scrive con il cuore pesante, di avere davanti il loro presente e futuro, perché la Guerra Globale non darà tregue. Un sondaggio pubblicato ieri - poco prima che Obama parlasse, conferma che il 93% dei cinesi ha un’opinione negativa del Giappone e il 53%, folla sterminata di esseri umani, ritiene inevitabile la guerra contro il Sol Levante. Per tornare all’ordine serve che l’America guidi il pianeta, forte ma realista con la Cina, scrive nel suo ultimo saggio «World Order» lo statista Henry Kissinger. Giusto, ma chi guida l’America Paese leader? Obama ha pochissimo tempo per dare la sua risposta. Ma la Storia ha anche un passo lunghissimo, se è vero che ucraini, russi e polacchi combattono dai tempi dei cosacchi di Taras Bu’lba, gli scozzesi vogliono lasciare il Regno Unito dopo tre secoli e sunniti e sciiti combattono l’ancestrale guerra civile dei successori del Profeta. Gli scolaretti che sfilano compunti davanti alle vetrine e ai monitor del Museo dell’11 settembre credono dunque di star studiando il passato. Non sanno, e lo si scrive con il cuore pesante, di avere davanti il loro presente e futuro, perché la Guerra Globale non darà tregue. Un sondaggio pubblicato ieri – poco prima che Obama parlasse, conferma che il 93% dei cinesi ha un’opinione negativa del Giappone e il 53%, folla sterminata di esseri umani, ritiene inevitabile la guerra contro il Sol Levante. Per tornare all’ordine serve che l’America guidi il pianeta, forte ma realista con la Cina, scrive nel suo ultimo saggio «World Order» lo statista Henry Kissinger. Giusto, ma chi guida l’America Paese leader? Obama ha pochissimo tempo per dare la sua risposta.

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Di: Gianni Riotta: 11/9/2014 - La Stampa http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/09/11/11-settembre/comment-page-8/#comment-1098334 Gianni Riotta: 11/9/2014 - La Stampa Thu, 11 Sep 2014 07:15:15 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/11/sei-anni-dall11-settembre/#comment-1098334 A Cernobbio domenica, al Forum Ambrosetti, il senatore repubblicano John McCain, battuto da Obama nel 2008 come candidato repubblicano, era amareggiato da certi interventi europei: «Danno tutte le colpe agli americani, non parlano altro che di status quo, da Putin in Ucraina all’Isis in Iraq, ma siamo tutti nel mirino! E attenti, perché l’opinione pubblica americana era sì stanca di guerra, ma dopo le decapitazioni feroci online di Isis ha capito che, sia pur a malincuore, deve tornare a prendere l’iniziativa nel mondo». McCain coglie bene l’umore nazionale, ma il Congresso, dove i repubblicani detestano il Presidente e i democratici sono spesso delusi, non vuol dare carta bianca nell’attacco in Iraq senza un dibattito e un’autorizzazione formale. Riuscirà il Presidente, a poche settimane dal voto di Midterm e a due anni dalla fine del secondo mandato, a unire il Paese, il Congresso e delineare la strategia efficace contro il terrorismo? La Storia parla di Jimmy Carter che, partito da pacifista convinto, conclude il mandato intervenendo in Afghanistan contro l’Armata Rossa e in Iran in un disastroso blitz per liberare gli ostaggi catturati a Teheran, e non è certo esempio brillante. A Cernobbio domenica, al Forum Ambrosetti, il senatore repubblicano John McCain, battuto da Obama nel 2008 come candidato repubblicano, era amareggiato da certi interventi europei: «Danno tutte le colpe agli americani, non parlano altro che di status quo, da Putin in Ucraina all’Isis in Iraq, ma siamo tutti nel mirino! E attenti, perché l’opinione pubblica americana era sì stanca di guerra, ma dopo le decapitazioni feroci online di Isis ha capito che, sia pur a malincuore, deve tornare a prendere l’iniziativa nel mondo».
McCain coglie bene l’umore nazionale, ma il Congresso, dove i repubblicani detestano il Presidente e i democratici sono spesso delusi, non vuol dare carta bianca nell’attacco in Iraq senza un dibattito e un’autorizzazione formale. Riuscirà il Presidente, a poche settimane dal voto di Midterm e a due anni dalla fine del secondo mandato, a unire il Paese, il Congresso e delineare la strategia efficace contro il terrorismo? La Storia parla di Jimmy Carter che, partito da pacifista convinto, conclude il mandato intervenendo in Afghanistan contro l’Armata Rossa e in Iran in un disastroso blitz per liberare gli ostaggi catturati a Teheran, e non è certo esempio brillante.

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Di: Gianni Riotta: 11/9/2014 - La Stampa http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/09/11/11-settembre/comment-page-8/#comment-1098332 Gianni Riotta: 11/9/2014 - La Stampa Thu, 11 Sep 2014 07:14:17 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/11/sei-anni-dall11-settembre/#comment-1098332 Obama ha dovuto abbandonare la politica scelta dopo la rielezione 2012, quando si oppose ad armare i ribelli moderati in Siria che combattono contro il regime alawita di Assad e più tardi quando - incautamente - minimizzò la minaccia dell’Isis in Iraq, paragonandola a una squadra da basket di dilettanti. Il Presidente deve ora impedire che i pochi, e malmessi, guerriglieri filoccidentali rimasti in Siria vengano sterminati e, al tempo stesso, bloccare l’avanzata fondamentalista di Isis in Iraq. Conquistando le dighe strategiche, impossessandosi di nuovi campi petroliferi e assediando i curdi nella zona autonoma al Nord del Paese, la minaccia del Califfato da efficace propaganda sul web diventerebbe concreto pericolo in Medio Oriente. Certo con personale senso di sconfitta, il Presidente torna a mobilitare l’opinione pubblica americana per una «guerra speciale», che non sarà l’avanzata con carri armati di Bush padre in Kuwait 1991, i raid aerei di Clinton, né la guerra costata 1000 miliardi di dollari di Bush figlio in Iraq 2003, e neppure la trionfale cavalcata contro i talebani in Afghanistan 2001. Il nuovo piano di battaglia di Obama è stato delineato dalla consigliera Lisa Monaco a quel che resta degli alleati in Medio Oriente, Giordania e Arabia Saudita: non solo offensiva militare, ma anche diplomazia, supporto economico, intervento delle Nazioni Unite, blocco dei passaporti ai presunti terroristi in Europa, taglio dei finanziamenti arabi, condanna ferma dalle autorità religiose islamiche, insomma manovra complessa per isolare, impoverire e colpire militarmente le milizie Isis. Obama ha dovuto abbandonare la politica scelta dopo la rielezione 2012, quando si oppose ad armare i ribelli moderati in Siria che combattono contro il regime alawita di Assad e più tardi quando – incautamente – minimizzò la minaccia dell’Isis in Iraq, paragonandola a una squadra da basket di dilettanti. Il Presidente deve ora impedire che i pochi, e malmessi, guerriglieri filoccidentali rimasti in Siria vengano sterminati e, al tempo stesso, bloccare l’avanzata fondamentalista di Isis in Iraq. Conquistando le dighe strategiche, impossessandosi di nuovi campi petroliferi e assediando i curdi nella zona autonoma al Nord del Paese, la minaccia del Califfato da efficace propaganda sul web diventerebbe concreto pericolo in Medio Oriente.
Certo con personale senso di sconfitta, il Presidente torna a mobilitare l’opinione pubblica americana per una «guerra speciale», che non sarà l’avanzata con carri armati di Bush padre in Kuwait 1991, i raid aerei di Clinton, né la guerra costata 1000 miliardi di dollari di Bush figlio in Iraq 2003, e neppure la trionfale cavalcata contro i talebani in Afghanistan 2001. Il nuovo piano di battaglia di Obama è stato delineato dalla consigliera Lisa Monaco a quel che resta degli alleati in Medio Oriente, Giordania e Arabia Saudita: non solo offensiva militare, ma anche diplomazia, supporto economico, intervento delle Nazioni Unite, blocco dei passaporti ai presunti terroristi in Europa, taglio dei finanziamenti arabi, condanna ferma dalle autorità religiose islamiche, insomma manovra complessa per isolare, impoverire e colpire militarmente le milizie Isis.

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Di: Gianni Riotta: 11/9/2014 - La Stampa http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/09/11/11-settembre/comment-page-8/#comment-1098331 Gianni Riotta: 11/9/2014 - La Stampa Thu, 11 Sep 2014 07:13:32 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/11/sei-anni-dall11-settembre/#comment-1098331 Il 9/11 Memorial, Museo dedicato downtown Manhattan alle vittime della strage dell’11 settembre 2001, è ogni giorno popolato da turisti commossi, bambini delle scuole non ancora nati il giorno dell’attacco alle Torri Gemelle. Ma la guerra al terrorismo, dichiarata dal presidente George W Bush 13 anni or sono, non è roba da museo, purtroppo. Il presidente Barack Obama, eletto per voltare pagina, deciso a ritirare le truppe da Afghanistan e Iraq per occuparsi di Pacifico, Cina, crescita economica, ha pronunciato un discorso strategico – nella tarda notte italiana - che deve esser stato per lui amarissimo scandire e che chiude per sempre l’illusione che la I Guerra Globale sia una parentesi violenta ma effimera. Il 9/11 Memorial, Museo dedicato downtown Manhattan alle vittime della strage dell’11 settembre 2001, è ogni giorno popolato da turisti commossi, bambini delle scuole non ancora nati il giorno dell’attacco alle Torri Gemelle. Ma la guerra al terrorismo, dichiarata dal presidente George W Bush 13 anni or sono, non è roba da museo, purtroppo. Il presidente Barack Obama, eletto per voltare pagina, deciso a ritirare le truppe da Afghanistan e Iraq per occuparsi di Pacifico, Cina, crescita economica, ha pronunciato un discorso strategico – nella tarda notte italiana – che deve esser stato per lui amarissimo scandire e che chiude per sempre l’illusione che la I Guerra Globale sia una parentesi violenta ma effimera.

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Di: Bianca 2oo7 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/09/11/11-settembre/comment-page-8/#comment-1098221 Bianca 2oo7 Wed, 10 Sep 2014 21:03:47 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/11/sei-anni-dall11-settembre/#comment-1098221 Il male per operare si serve di meccanismi occulti subdoli crudeli e terribili. I crimini perpetrati per sconquassare ogni via di progresso verso la civiltà e dell'evoluzione democratica sono sempre in agguato come i puma lo sono per la notte. Per non dimenticare guardiamoci da ogni lato ma custodendo la personale intelligenza del cuore che lotta usando l'attenzione e la prudenza consapevole che "abbassare la guardia" può essere già consegnarsi in mano al nemico "armato" che altro non aspetta. Un grazie sentito a te caro Massimo che anche qui non ti sei kasciato sfuggire l'opportunità per ricreare una cordata di sgomenti umanità si ma unite da sincera profonda commozione. Mirka Il male per operare si serve di meccanismi occulti subdoli crudeli e terribili. I crimini perpetrati per sconquassare ogni via di progresso verso la civiltà e dell’evoluzione democratica sono sempre in agguato come i puma lo sono per la notte. Per non dimenticare guardiamoci da ogni lato ma custodendo la personale intelligenza del cuore che lotta usando l’attenzione e la prudenza consapevole che “abbassare la guardia” può essere già consegnarsi in mano al nemico “armato” che altro non aspetta.
Un grazie sentito a te caro Massimo che anche qui non ti sei kasciato sfuggire l’opportunità per ricreare una cordata di sgomenti umanità si ma unite da sincera profonda commozione. Mirka

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Di: Da Repubblica.it - 10/9/2014 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/09/11/11-settembre/comment-page-8/#comment-1098215 Da Repubblica.it - 10/9/2014 Wed, 10 Sep 2014 20:10:50 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/11/sei-anni-dall11-settembre/#comment-1098215 Attentati a Bagdad. Solo oggi nella capitale irachena è salito a 19 morti il bilancio di un attentato compiuto contro un checkpoint della polizia con due autobombe vicino a un mercato di animali. La polizia ha riferito che l'assalto è cominciato quando un attentatore suicida ha lanciato il suo veicolo pieno di esplosivi su un posto di blocco sorvegliato da vigili nel quartiere sudorientale della capitale, uccidendo cinque poliziotti e ferendone altri nove. Alcuni secondi dopo, l'esplosione di un'autobomba vicino al mercato ha ucciso 14 clienti e passanti, ferendo altre 35 persone e uccidendo decine di uccelli. Diverse vetture sono rimaste danneggiate nell'esplosione. Le forze di sicurezza hanno isolato tutte le strade che portano al luogo dell'attacco. Fonti mediche hanno confermato il bilancio delle vittime. Tutti i funzionari hanno parlato a condizione di anonimato perché non autorizzati a parlare con i giornalisti. Attentati a Bagdad. Solo oggi nella capitale irachena è salito a 19 morti il bilancio di un attentato compiuto contro un checkpoint della polizia con due autobombe vicino a un mercato di animali. La polizia ha riferito che l’assalto è cominciato quando un attentatore suicida ha lanciato il suo veicolo pieno di esplosivi su un posto di blocco sorvegliato da vigili nel quartiere sudorientale della capitale, uccidendo cinque poliziotti e ferendone altri nove. Alcuni secondi dopo, l’esplosione di un’autobomba vicino al mercato ha ucciso 14 clienti e passanti, ferendo altre 35 persone e uccidendo decine di uccelli. Diverse vetture sono rimaste danneggiate nell’esplosione. Le forze di sicurezza hanno isolato tutte le strade che portano al luogo dell’attacco. Fonti mediche hanno confermato il bilancio delle vittime. Tutti i funzionari hanno parlato a condizione di anonimato perché non autorizzati a parlare con i giornalisti.

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Di: Da Repubblica.it - 10/9/2014 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/09/11/11-settembre/comment-page-8/#comment-1098214 Da Repubblica.it - 10/9/2014 Wed, 10 Sep 2014 20:10:34 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/11/sei-anni-dall11-settembre/#comment-1098214 La posizione francese e italiana. Chi è disposto a partecipare anche ai raid aerei è invece la Francia: Parigi prenderà parte "se necessario a un'azione militare aerea" sull'Iraq contro lo Stato islamico, ha detto infatti il ministro degli Esteri Laurent Fabius. Mentre l'Italia no: "Gli Usa hanno deciso di fare raid aerei, noi abbiamo scelto un'altra strada", ha spiegato il ministro della Difesa Roberta Pinotti, sottolineando che "l'idea di oggi è che dobbiamo sostenere e rafforzare gli attori locali che possono fermare l'Isis all'interno dei loro territori". E a questo proposito Pinotti ha citato l'invio di armi ai curdi "in accordo con le autorità irachene", aerei da rifornimento e capacità addestrative. Oltre questo Roma non andrà. La posizione francese e italiana. Chi è disposto a partecipare anche ai raid aerei è invece la Francia: Parigi prenderà parte “se necessario a un’azione militare aerea” sull’Iraq contro lo Stato islamico, ha detto infatti il ministro degli Esteri Laurent Fabius. Mentre l’Italia no: “Gli Usa hanno deciso di fare raid aerei, noi abbiamo scelto un’altra strada”, ha spiegato il ministro della Difesa Roberta Pinotti, sottolineando che “l’idea di oggi è che dobbiamo sostenere e rafforzare gli attori locali che possono fermare l’Isis all’interno dei loro territori”. E a questo proposito Pinotti ha citato l’invio di armi ai curdi “in accordo con le autorità irachene”, aerei da rifornimento e capacità addestrative. Oltre questo Roma non andrà.

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Di: Da Repubblica.it - 10/9/2014 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/09/11/11-settembre/comment-page-8/#comment-1098213 Da Repubblica.it - 10/9/2014 Wed, 10 Sep 2014 20:10:19 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/11/sei-anni-dall11-settembre/#comment-1098213 Merkel: "Faremo fronte". Mentre Pechino non fa promesse su un suo possibile coinvolgimento nella lotta contro i jihadisti in Iraq, il pieno appoggio a un'ampia alleanza internazionale per contrastare la minaccia dello Stato islamico è stato espresso da Angela Merkel durante un intervento oggi al Bundestag. "La lotta contro l'Is deve essere decisa e senza incrinature da parte di tutti coloro che si oppongono alla repressione di quanti la pensano diversamente e alla barbara distruzione delle minoranze", ha affermato. "Tutti noi, persone di tutte le religioni, faremo fronte agli estremisti ed islamisti", ha poi assicurato Merkel avvertendo i parlamentari che la lotta contro il terrorismo dello Stato Islamico sarà lunga. "Non si risolverà dalla sera alla mattina". Merkel: “Faremo fronte”. Mentre Pechino non fa promesse su un suo possibile coinvolgimento nella lotta contro i jihadisti in Iraq, il pieno appoggio a un’ampia alleanza internazionale per contrastare la minaccia dello Stato islamico è stato espresso da Angela Merkel durante un intervento oggi al Bundestag. “La lotta contro l’Is deve essere decisa e senza incrinature da parte di tutti coloro che si oppongono alla repressione di quanti la pensano diversamente e alla barbara distruzione delle minoranze”, ha affermato. “Tutti noi, persone di tutte le religioni, faremo fronte agli estremisti ed islamisti”, ha poi assicurato Merkel avvertendo i parlamentari che la lotta contro il terrorismo dello Stato Islamico sarà lunga. “Non si risolverà dalla sera alla mattina”.

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Di: Da Repubblica.it - 10/9/2014 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/09/11/11-settembre/comment-page-8/#comment-1098212 Da Repubblica.it - 10/9/2014 Wed, 10 Sep 2014 20:09:56 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/11/sei-anni-dall11-settembre/#comment-1098212 La via diplomatica. L'impegno degli Stati Uniti è quello di organizzare un'ampia coalizione di oltre quaranta nazioni per sconfiggere le milizie jihadiste ultra-radicali dell'Isis. Il capo della diplomazia Usa sarà in Arabia Saudita per incontrare i ministri degli Esteri di sei Paesi appartenenti al Consiglio di cooperazione del golfo (Ccg), dell'Iraq, della Giordania e dell'Egitto. L'incontro si svolgerà a Gedda. Per Kerry non sarà facile convincere alcuni degli alleati chiave ma recalcitranti a collaborare attivamente alla coalizione anti-Isis. A cominciare da Riad, che non sembra disposta a sbilanciarsi troppo in una guerra contro lo Stato Islamico perché potrebbe provocargli contraccolpi con gli integralisti sunniti all'interno del regno. Non a caso, Kerry andrà a parlare con la leadership saudita direttamente da Bagdad, mentre Obama oggi ha personalmente telefonato a re Abdallah bin Abdul Aziz. E non sembra semplice neanche la partita con la Turchia, che non vede di buon occhio la fornitura di armi ai curdi, e che teme rappresaglie da parte dei miliziani dell'Isis sui 49 turchi che ha catturato quando lo scorso giugno si è impadronito della città irachena di Mosul. Nei giorni scorsi, il capo del Pentagono Chuck Hagel è stato ad Ankara per chiedere alla Turchia di bloccare le cosiddette 'autostrade della jihad' che attraverso il suo territorio hanno consentito l'arrivo in Siria e Iraq di migliaia di jihadsiti. Non è chiaro cosa abbia ottenuto, ma non ci sono stati impegni ufficiali. La via diplomatica. L’impegno degli Stati Uniti è quello di organizzare un’ampia coalizione di oltre quaranta nazioni per sconfiggere le milizie jihadiste ultra-radicali dell’Isis. Il capo della diplomazia Usa sarà in Arabia Saudita per incontrare i ministri degli Esteri di sei Paesi appartenenti al Consiglio di cooperazione del golfo (Ccg), dell’Iraq, della Giordania e dell’Egitto. L’incontro si svolgerà a Gedda. Per Kerry non sarà facile convincere alcuni degli alleati chiave ma recalcitranti a collaborare attivamente alla coalizione anti-Isis.

A cominciare da Riad, che non sembra disposta a sbilanciarsi troppo in una guerra contro lo Stato Islamico perché potrebbe provocargli contraccolpi con gli integralisti sunniti all’interno del regno. Non a caso, Kerry andrà a parlare con la leadership saudita direttamente da Bagdad, mentre Obama oggi ha personalmente telefonato a re Abdallah bin Abdul Aziz. E non sembra semplice neanche la partita con la Turchia, che non vede di buon occhio la fornitura di armi ai curdi, e che teme rappresaglie da parte dei miliziani dell’Isis sui 49 turchi che ha catturato quando lo scorso giugno si è impadronito della città irachena di Mosul. Nei giorni scorsi, il capo del Pentagono Chuck Hagel è stato ad Ankara per chiedere alla Turchia di bloccare le cosiddette ‘autostrade della jihad’ che attraverso il suo territorio hanno consentito l’arrivo in Siria e Iraq di migliaia di jihadsiti. Non è chiaro cosa abbia ottenuto, ma non ci sono stati impegni ufficiali.

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Di: Da Repubblica.it - 10/9/2014 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/09/11/11-settembre/comment-page-8/#comment-1098211 Da Repubblica.it - 10/9/2014 Wed, 10 Sep 2014 20:09:20 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/11/sei-anni-dall11-settembre/#comment-1098211 Visita a sorpresa a Bagdad. Stamattina Kerry ha incontrato il nuovo primo ministro iracheno, Heidar al-Abadi, dicendosi "impressionato" dai piani del suo interlocutore per la ricostruzione delle forze armate irachene e per l'impegno sul piano delle riforme politiche. Il capo della diplomazia Usa ha in agenda incontri con i suoi colleghi di Egitto, Giordania, Turchia, Arabia Saudita, Emirati Arabi, Qatar, Kuwait, Barhein e Oman. Al-Abadi ha appena formato il governo delle larghe intese e ha di fatto avviato quella condivisione del potere tra sciiti, sunniti e curdi che Washington considera necessaria per potersi impegnare in maniera attiva contro l'Isis. "In Iraq si sta facendo un duro lavoro", gli ha dato atto Kerry, aggiungendo che però "siamo solo all'inizio". Un riferimento al fatto che in realtà i fondamentali ministeri della Difesa e degli Interni rimangono ancora da assegnare, e non sarà facile. Il segretario di Stato Usa ha voluto sottolineare soprattutto la disponibilità di Abadi a "muoversi rapidamente verso la firma degli accordi sulla gestione delle risorse petrolifere necessari per risolvere le dispute con i curdi e verso una maggiore presenza e partecipazione dei sunniti nel governo". Le riforme annunciate da Abadi nel suo discorso di insediamento sono "necessarie all'Iraq per portare attorno a un tavolo tutti i segmenti della società irachena", ha affermato Kerry. Visita a sorpresa a Bagdad. Stamattina Kerry ha incontrato il nuovo primo ministro iracheno, Heidar al-Abadi, dicendosi “impressionato” dai piani del suo interlocutore per la ricostruzione delle forze armate irachene e per l’impegno sul piano delle riforme politiche.

Il capo della diplomazia Usa ha in agenda incontri con i suoi colleghi di Egitto, Giordania, Turchia, Arabia Saudita, Emirati Arabi, Qatar, Kuwait, Barhein e Oman. Al-Abadi ha appena formato il governo delle larghe intese e ha di fatto avviato quella condivisione del potere tra sciiti, sunniti e curdi che Washington considera necessaria per potersi impegnare in maniera attiva contro l’Isis. “In Iraq si sta facendo un duro lavoro”, gli ha dato atto Kerry, aggiungendo che però “siamo solo all’inizio”. Un riferimento al fatto che in realtà i fondamentali ministeri della Difesa e degli Interni rimangono ancora da assegnare, e non sarà facile.

Il segretario di Stato Usa ha voluto sottolineare soprattutto la disponibilità di Abadi a “muoversi rapidamente verso la firma degli accordi sulla gestione delle risorse petrolifere necessari per risolvere le dispute con i curdi e verso una maggiore presenza e partecipazione dei sunniti nel governo”. Le riforme annunciate da Abadi nel suo discorso di insediamento sono “necessarie all’Iraq per portare attorno a un tavolo tutti i segmenti della società irachena”, ha affermato Kerry.

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Di: Da Repubblica.it - 10/9/2014 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/09/11/11-settembre/comment-page-8/#comment-1098210 Da Repubblica.it - 10/9/2014 Wed, 10 Sep 2014 20:09:02 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/11/sei-anni-dall11-settembre/#comment-1098210 Dopo aver ricevuto ieri i leader del Congresso nell'Ufficio Ovale, oggi il Commander in Chief ha convocato nella Situation Room della Casa Bianca una riunione con il National Security Council, di fatto una sorta di 'vertice di guerra' con tutti i massimi responsabili della sicurezza nazionale, dal Pentagono alla Cia all'antiterrorismo. La comunità internazionale non resterà a guardare lo Stato islamico (Isis) mentre cresce e si diffonde, ma lo eliminerà. Lo ha ripetuto anche il segretario di Stato americano, John Kerry, parlando da Bagdad nel corso di una visita a sorpresa in Iraq . "Gli Usa e il mondo non staranno semplicemente fermi a guardare il male dell'Isis che si diffonde", ha aggiunto. "Abbiamo tutti interesse nel sostenere il nuovo governo dell'Iraq in questa congiuntura particolarmente critica", ha ribadito il capo della diplomazia americana, promettendo che "la coalizione che sta al cuore della nostra strategia globale continuerà a crescere e allargarsi nei prossimi giorni". Perché "l'Is è l'anti-Islam e nel mondo moderno non c'è spazio per la loro barbarie e la loro brutalità", ha continuato Kerry che ha definito "incoraggiare" la costituzione di un nuovo governo iracheno "più inclusivo", un passaggio fondamentale per rendere efficace l'intera strategia. Dopo aver ricevuto ieri i leader del Congresso nell’Ufficio Ovale, oggi il Commander in Chief ha convocato nella Situation Room della Casa Bianca una riunione con il National Security Council, di fatto una sorta di ‘vertice di guerra’ con tutti i massimi responsabili della sicurezza nazionale, dal Pentagono alla Cia all’antiterrorismo. La comunità internazionale non resterà a guardare lo Stato islamico (Isis) mentre cresce e si diffonde, ma lo eliminerà. Lo ha ripetuto anche il segretario di Stato americano, John Kerry, parlando da Bagdad nel corso di una visita a sorpresa in Iraq . “Gli Usa e il mondo non staranno semplicemente fermi a guardare il male dell’Isis che si diffonde”, ha aggiunto. “Abbiamo tutti interesse nel sostenere il nuovo governo dell’Iraq in questa congiuntura particolarmente critica”, ha ribadito il capo della diplomazia americana, promettendo che “la coalizione che sta al cuore della nostra strategia globale continuerà a crescere e allargarsi nei prossimi giorni”. Perché “l’Is è l’anti-Islam e nel mondo moderno non c’è spazio per la loro barbarie e la loro brutalità”, ha continuato Kerry che ha definito “incoraggiare” la costituzione di un nuovo governo iracheno “più inclusivo”, un passaggio fondamentale per rendere efficace l’intera strategia.

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Di: Da Repubblica.it - 10/9/2014 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/09/11/11-settembre/comment-page-8/#comment-1098209 Da Repubblica.it - 10/9/2014 Wed, 10 Sep 2014 20:08:11 +0000 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/09/11/sei-anni-dall11-settembre/#comment-1098209 BAGDAD - Dopo una politica apparsa esitante, Barack Obama accelera. Alla vigilia del tredicesimo anniversario degli attacchi dell'11 settembre 2001, stasera alle 21 (ora americana) il presidente americano annuncerà la sua strategia impegnandosi a colpire l'Isis "dovunque siano i suoi obiettivi strategici", secondo le parole dell'ex sottosegretario alla Difesa, Michele Flournoy. Lo scopo è "neutralizzare e distruggere" lo Stato islamico in Iraq e nel Levante: raid aerei a tutto campo a cavallo della frontiera tra Iraq e Siria e offensiva diplomatica per costruire una coalizione anti-Isis. Sul piano interno, una serie di sondaggi ha mostrato che una vasta maggioranza di americani è ormai apertamente a favore di una robusta politica contro l'Isis. Fermo restando che di americani sul campo non se ne parla. BAGDAD – Dopo una politica apparsa esitante, Barack Obama accelera. Alla vigilia del tredicesimo anniversario degli attacchi dell’11 settembre 2001, stasera alle 21 (ora americana) il presidente americano annuncerà la sua strategia impegnandosi a colpire l’Isis “dovunque siano i suoi obiettivi strategici”, secondo le parole dell’ex sottosegretario alla Difesa, Michele Flournoy. Lo scopo è “neutralizzare e distruggere” lo Stato islamico in Iraq e nel Levante: raid aerei a tutto campo a cavallo della frontiera tra Iraq e Siria e offensiva diplomatica per costruire una coalizione anti-Isis. Sul piano interno, una serie di sondaggi ha mostrato che una vasta maggioranza di americani è ormai apertamente a favore di una robusta politica contro l’Isis. Fermo restando che di americani sul campo non se ne parla.

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