LETTERATITUDINE di Massimo Maugeri » EXTRALETTERE E VARIE http://letteratitudine.blog.kataweb.it Un open-blog. un luogo d\'incontro virtuale tra scrittori, lettori, librai, critici, giornalisti e operatori culturali Sat, 11 Dec 2021 09:58:57 +0000 http://wordpress.org/?v=2.9.2 en hourly 1 BUON NATALE E FELICE ANNO NUOVO http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2020/12/24/buone-feste/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2020/12/24/buone-feste/#comments Thu, 24 Dec 2020 10:00:09 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/12/24/i-vostri-natale-2008-e-capodanno-2009/ http://www.carloneworld.org/images/Speciale_Natale/gif_animate/buon_Natale/snowybridgebymindy-blank.gifCare amiche e cari amici,
vi auguro di cuore di trascorrere un sereno Natale e uno splendido capodanno.

Per qualche giorno non pubblicherò nuovi post. E come di consueto rimetto in primo piano questo “spazio” dedicato al Natale e al nuovo anno.

Il 2020 è stato un anno particolarmente difficile e doloroso. Speriamo davvero che il 2021 possa offrire una luce diversa e nuove prospettive.

Ancora auguri! Buon Natale e felice anno nuovo a tutti!

Massimo Maugeri

* * *

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EMERGENZA SARDEGNA http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2013/11/20/emergenza-sardegna/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2013/11/20/emergenza-sardegna/#comments Wed, 20 Nov 2013 19:48:17 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=5633 Emergenza alluvione Sardegna

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LUTTO PER LA TRAGEDIA DI LAMPEDUSA http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2013/10/03/lutto-per-la-tragedia-di-lampedusa/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2013/10/03/lutto-per-la-tragedia-di-lampedusa/#comments Thu, 03 Oct 2013 16:45:30 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=5475 3 OTTOBRE 2013 LUTTO PER LA TRAGEDIA DI LAMPEDUSA (foto: ansa) ]]> Boldrini: "Nulla sia più come prima" I pescatori: "Ora nuovo corso"   Video

LUTTO PER LA TRAGEDIA DI LAMPEDUSA

3 OTTOBRE 2013


Strage di Lampedusa, le vittime sulla banchina

3 OTTOBRE 2013

LUTTO PER LA TRAGEDIA DI LAMPEDUSA

(foto: ansa)

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CIAO, LUCIO! http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2012/03/01/ciao-lucio/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2012/03/01/ciao-lucio/#comments Thu, 01 Mar 2012 17:03:03 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=3941

Artista vero, persona autentica. Lucio Dalla ha lasciato un solco di musica e parole sulle anime di diverse generazioni. La sua morte, avvenuta oggi (1 marzo 2012), ha colto di sorpresa tutti generando un senso di perdita, un dolore sordo. Fino a ieri sera, infatti, si era esibito in Svizzera nell’ambito di un tour di concerti. E domenica (era nato il 4/3/1943, ricordate?) avrebbe compiuto 69 anni…
Letteratitudine si occupa di libri e di letteratura, ma molti di voi mi hanno scritto chiedendo di dedicare a questo nostro grande artista uno spazio anche qui, in aggiunta agli innumerevoli messaggi che stanno inondando la rete (dai siti dei principali quotidiani ai social network).
Questo, dunque, è lo spazio letteratitudiniano per Lucio Dalla. E per chiunque, tra voi, che avesse voglia di ricordarlo con l’affetto che merita.
Di seguito, i video di alcune delle sue canzoni più rappresentative.
Un saluto commosso: ciao, Lucio!
Massimo Maugeri


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BLOGGIN DAY PER ROSSELLA URRU http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2012/02/29/bloggin-day-per-rossella-urru/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2012/02/29/bloggin-day-per-rossella-urru/#comments Tue, 28 Feb 2012 23:01:02 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=3924 http://www.rossellaurru.it/


Questo è l’appello di Donne Viola:
 http://www.articolo21.org/4828/notizia/a…

Ci sono donne straordinarie che non fanno niente per essere notate e
con grande cuore donano la propria vita agli altri.
Manteniamo viva l’attenzione su Rossella Urru,
i media non lo fanno, facciamolo noi

*Il “bloggin day” è un giorno in cui un gruppo di blogger decide di parlare di un unico argomento. Allo scopo di sensibilizzare quante più persone possibili e di far parlare anche i media del rapimento di Rossella Urru, il 29 febbraio i blogger dedicheranno il proprio post a questo argomento.

Per contribuire alla conversazione su Twitter social network usiamo gli hastag
#freerossella e #freeRossellaUrru

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VIAGGIO ALL’ALBA DEL MILLENNIO A… SAN MARINO http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2011/12/03/viaggio-allalba-del-millennio-a-san-marino/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2011/12/03/viaggio-allalba-del-millennio-a-san-marino/#comments Sat, 03 Dec 2011 14:00:24 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=3737 San Marino RTV - Terrazza Kursaal

Cari amici,
sono stato invitato a partecipare a un programma della Tv di stato di San Marino. Sono stato lì venerdì 2 dicembre
La trasmissione si chiama “Terrazza Kursaal“, e va in onda in diretta dal lunedì al venerdì sul canale satellitare SMtv San Marino e sul digitale terrestre dalle ore 15.00 alle ore 16.00.
Il programma, visibile sul 520 della piattaforma Sky e sul 73 di TivùSat, è un contenitore pensato per raccontare storie e per confrontarsi sui temi dell’attualità, arricchito da spazi di approfondimento e momenti di intrattenimento: musica, arte, cultura e notizie curiose.
Ho avuto modo di parlare del mio “Viaggio all’alba del millennio“…
Chi volesse guardare la registrazione della puntata, può farlo cliccando qui (la mia partecipazione inizia dal min. 54 all’incirca).

Massimo Maugeri

(Il programma è a cura di Alessandra Turco. A condurre Sonia Grassi, Stefano Caliciuri ed Emanuela Rossi. La regia è di Luca Binelli).

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A SOSTEGNO DELLA GIORNATA DEL SILENZIO DELL’INFORMAZIONE ITALIANA http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/07/09/a-sostegno-della-giornata-del-silenzio-dellinformazione-italiana/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/07/09/a-sostegno-della-giornata-del-silenzio-dellinformazione-italiana/#comments Fri, 09 Jul 2010 05:51:46 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2312 Letteratitudine ha sostenuto la giornata del silenzio dell’informazione italiana.
Venerdì 9 luglio 2010, per tutta la giornata e fino a sera, non è stato possibile rilasciare commenti su questo blog.
(I commenti a questo post sono disabilitati).

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LA LEGGE SUL “PROCESSO BREVE” http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/01/22/la-legge-sul-processo-breve/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2010/01/22/la-legge-sul-processo-breve/#comments Fri, 22 Jan 2010 17:22:20 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1582 bilanciaSono uno dei 500.000 italiani che hanno sottoscritto l’appello di Roberto Saviano lanciato contro la cosiddetta legge sul “processo breve”. E condivido punto per punto quanto da lui sostenuto nell’intervista rilasciata qui.

Non è una questione di orientamento politico, non è una questione di essere “di destra” o  “di sinistra”. Si tratta di mettere in evidenza gli effetti di una legge sbagliata.
Sul fatto che – in Italia – i processi durino troppo, che la macchina della giustizia sia troppo lenta, non c’è dubbio alcuno.
Sul fatto che l’intero sistema giudiziario italiano necessiti di una grande riforma, siamo tutti d’accordo (una riforma che dia i mezzi al sistema giudiziario per operare in maniera efficiente ed efficace).
Il cittadino di uno stato moderno e di diritto, come l’Italia è (o dovrebbe essere), deve beneficiare di una giustizia capace di dare risposte in tempi ragionevolmente brevi. Ma il primo, assoluto, e inestinguibile diritto da garantire, è… che il cittadino riceva comunque “risposte” dalla giustizia. Stabilire che un processo debba concludersi entro un determinato lasso di tempo (garantendo comunque una “risposta” al cittadino), e fornendo di adeguati mezzi gli uffici giudiziari perché ciò sia possibile, è assolutamente giusto. Stabilire che un processo debba estinguersi se, entro un determinato lasso di tempo non arriva a conclusione, è iniquo e inaccettabile (e penalizzerebbe tantissimi italiani in cerca di giustizia… “di destra” o “di sinistra” che siano). In tal caso – peraltro – non avrebbe senso parlare di legge sul “processo breve”, ma di legge sul “processo morto”. Altrettanto inaccettabile (e incomprensibile) è l’introduzione dell’elemento della retroattività. Sarebbe più logico e giusto che la riforma operasse a partire dal momento in cui è effettivamente promulgata (e sui processi che vengono avviati a partire da quel momento) e all’esito di una generale riforma del sistema (e non dunque, con lo strumento del DDL che è tipico degli interventi legislativi dei momenti di urgenza).
Ecco perché spero che il DDL venga bloccato, o quantomeno fortemente riveduto, alla Camera dei Deputati.
Per il resto, rinvio alle parole chiare e incontrovertibili pronunciate da Roberto Saviano.
Qui di seguito, chi vorrà, avrà la possibilità di leggere alcune considerazioni tecniche che spiegano l’incongruenza del ddl in questione.
Massimo Maugeri

P.s. ho preferito disattivare la “funzione commenti” per evitare il rischio di strumentalizzazione di questo post

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OSSERVAZIONI SUL DDL RELATIVO AL COSIDDETTO ” PROCESSO BREVE”
(Fonti: relazione della sesta commissione del CSM – Federazione degli editori e la Federazione nazionale della stampa Fieg e Fnsi)

1) Riforma svincolata da una generale riforma della giustizia
Poiché tale riforma (così com’è) è del tutto svincolata da una generale riforma della giustizia, delle sue infrastrutture (servizi di cancelleria e risorse finanziarie adeguate, nonché revisione del territorio degli uffici giudiziari e numero dei magistrati in organico), la norma avrà nei fatti – e in concreto – l’effetto di una ”inedita amnistia processuale” per reati di “considerevole gravità”, a cominciare dalla corruzione e dai maltrattamenti in famiglia, e rischia di portare alla “paralisi” l’intera attività giudiziaria.

2) Articolo 111 e articolo 24 della Costituzione
Il ddl “non appare in linea con l’articolo 111″ (giusto processo), né con l’articolo 24 (diritto alla difesa) visto che “privilegia il rispetto della rapidità formale” ma non garantisce “che il processo si concluda necessariamente con una decisione di merito”. Inoltre “depotenzia lo strumento processuale e irragionevolmente sacrifica i diritti delle parti offese” a vantaggio dell’imputato con un arbitraria disuguaglianza tra parti processuali e depotenziamento della parte civile attraverso la quale lo Stato esercita la “pretesa punitiva”.

3) Rischio amnistia, sopratutto per corruzione
Si “rischia di impedire del tutto l’accertamento giudiziario” e dunque di “vanificare la lotta alla corruzione”, visto che questo reato – che tra l’altro “incide anche sull’affidabilità economica del Paese, è già stato pesantemente condizionato dai nuovi termini di prescrizione” previsti dalla ex Cirielli. Ma c’è di più: il ddl è in “netto contrasto con i principi sanciti dalla Convenzione dell’Onu contro la corruzione” poiché travolge i reati contro la PA.

4) Irragionevole disparità di trattamento.
Il Csm ne segnala più d’una, come la scelta di “riservare le nuove disposizioni al solo giudizio di primo grado”: così si riconosce “ad una categoria di imputati e di parti civili, casualmente identificati, il diritto alla celerità processuale che dovrebbe essere, viceversa, garantito a tutti”. “Irragionevole e discriminatoria” è anche l’esclusione dei recidivi, che oltretutto porterà a “un’assurda proliferazione dei processi, capace da sola, di favorire la paralisi dell’attività giudiziaria”. “Discutibile”, inoltre, la “parificazione fra le ipotesi di delitto punite assai gravemente con le contravvenzioni in materia di immigrazione”.

5) Certezza del diritto.
“Anziché avere certezze, abbiamo l’estinzione dei diritti, non la certezza della pena”, ha sottolineato il vicepresidente del Csm, Nicola Mancino, con la conseguenza che, anziché avere un’accelerazione, alla fine ci sarà un allungamento dei tempi dei processi, la loro estinzione e la riproduzione di conseguenze in campo civile con un ulteriore aggravio.

6) Libertà di stampa e intercettazioni.
Il disegno di legge della maggioranza sulle intercettazioni “distrugge” questo strumento investigativo. Lo ha detto il vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura Nicola Mancino nel corso del dibattito sul parere (fortemente negativo) espresso dalla Sesta commissione del Csm. La discussione si è conclusa con l’approvazione del documento a larghissima maggioranza. Nel mirino del vicepresidente del Csm c’è soprattutto la norma che autorizza le intercettazioni solo in presenza di gravi indizi di colpevolezza. “Tutto questo distrugge la stessa possibilità delle intercettazioni – ha detto Mancino – o la limita fortemente”.
“Le disposizioni in esame colpiscono duramente giornalisti ed editori, imponendo loro il silenzio totale sulle indagini e sui loro sviluppi, anche quando non sussiste il segreto istruttorio. L’effetto è quello di impedire ai cittadini e all’opinione pubblica di conoscere fatti rilevanti della vita pubblica quali appunto le notizie sugli atti di indagine, non segreti. Se il disegno di legge dovesse essere approvato dal Parlamento, il divieto duramente sanzionato costituirebbe una autentica ‘pietra tombale’ della cronaca giudiziaria”.

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TOPOLINO COMPIE SESSANT’ANNI http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/04/03/topolino-compie-sessantanni/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/04/03/topolino-compie-sessantanni/#comments Fri, 03 Apr 2009 16:47:09 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/04/03/topolino-compie-sessantanni/ Il celebre Mickey Mouse ideato da Walt Disney debuttò il 18 novembre 1928 al Colony Theatre di New York, nel cortometraggio Steamboat Willie: opera vagamente ispirata allo Steamboat Bill di Buster Keaton, celebre attore del cinema muto.
Da noi in Italia, il topo più famoso del mondo è stato ribattezzato con il nome di Topolino; e proprio in questi giorni ha festeggiato il suo sessantesimo compleanno. Il primo vero italico fumetto del simpatico topo dalle grandi orecchie nere uscì proprio nell’aprile del 1949 (pubblicato da Mondadori). Ho pensato di dedicare un post (extraletterario… ma fino a un certo punto) a questo personaggio che un po’ tutti amiamo e abbiamo amato.
Intanto vi chiedo di fargli gli auguri, magari dedicandogli un pensiero. E poi mi piacerebbe allargare la discussione al fumetto in generale.
Così vi domando:
- che rapporti avete (o avete avuto) con il celebre Topolino ideato da Walt Disney?
- che rapporti avete (o avete avuto) con i fumetti in generale?
- quali sono (o sono stati) i vostri preferiti?
- qual è, a vostro giudizio, la valenza culturale dei fumetti?
- li considerate “cultura” o “sottocultura”?

Di seguito avrete la possibilità di leggere due articoli pubblicati su Il Giornale (a firma di Marco Lombardo) e su La Stampa (a firma di Guido Tiberga).

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Da IL GIORNALE del 1° aprile 2009

I 60 anni di Topolino: ecco come nacque
di Marco Lombardo

L’antenato di Topolino? Il Corriere dei Piccoli, almeno qui in Italia, il giornale cioè dove le storie disneyane provenienti dall’America trovarono maggiore spazio per farsi conoscere al pubblico di casa nostra. Un inizio difficile, ma un successo inesorabile se si pensa al marchio che dal 1949 oggi è diventato nel campo dei fumetti la storia del topo di Walt, che da noi domani festeggia appunto i 60 anni: i 60 anni di Topolino.
Ecco insomma il compleanno del fumetto più conosciuto al mondo, che in Italia ha vissuto e vive di luce propria grazie a una scuola di disegnatori che ci invidiano perfino gli americani. Su tutti, naturalmente, il progenitore: Romano Scarpa, classe 1927, morto nel 2005, l’uomo che ha inventato Topolino in Italia e soprattutto alcuni personaggi inediti come Trudy, Atomino Bip Bip, Codino, Bruto, Filo Sganga, Sgrizzo Papero e Paperetta Yè Yè. Il maestro, insomma, che già agli albori del giornalino cominciò a imprimere a Topolino un’impronta tutto made in Italy: «Ho sempre pesato che il successo di Topolino come giornale e come storie – ha detto in passato – dipendesse dal fatto che non voleva essere pedantemente istruttivo». Infatti.
Ed ecco appunto allora perché – giusto 60 anni fa – avvenne il grande scisma (oggi lo chiamerebbero spin-off) che ha creato un successo. Il Corriere dei Piccoli infatti, già dal 1908 era dedicato a un pubblico di bambini ai quali insegnare morale ed educazione attraverso le tavole disegnate. L’arrivo di Mickey Mouse dall’America scombinò il giornale: da una parte le tradizionali storie in rima, dall’altra trame ricche di azione e umorismo che divennero piano piano pane per i patiti dei «comics» americani, anche se in quei tempi la parola era vietatissima. Topolino in realtà esordì nel Natale del 1932, quando nelle edicole italiane arrivò edito da Giuseppe Nerbini.
Nell’agosto del 1935 il passaggio alla Mondadori, ma è solo dopo la guerra e con la rinascita alle viste, che si sentì l’esigenza di pubblicare Topolino con l’attuale formato e in maniera seriale, creando così un dualismo che tenne ancora per almeno tre decenni, fini al tramonto del vecchio Corrierino. Così ecco Topolino, anno appunto 1949: «Il Corriere dei Piccoli – ha detto ancora Scarpa – non ha mai contrastato il passo a Topolino proprio perché era pedagogico. Ma un ragazzo quando è andato a scuola e ha imparato non vuole leggere un fumetto per studiare ancora. Vuole ancora divertirsi». E così fu, da quell’aprile del ‘49 che diede alla luce un prodotto che stupì perfino la casa madre: storie adattate alla realtà di tutti i giorni secondo il motto dell’«impossibile plausibile» e firmate da disegnatori d’eccezione e totalmente autonomi dall’America. Unico obbligo, per i primi anni, quello di siglare tutte le tavole «Walt Disney» e fu per questo che la scuola italiana di Topolino fu conosciuta solo più tardi, quando insomma l’arte di casa nostra potè staccarsi dagli obblighi imposti dalla casa americana.
Oggi, a 60 anni dal numero 1, Topolino festeggia con un concorso che ha portato dodici storie ad essere le finaliste: saranno i lettori infatti – sia via giornale che on line – a decretare le migliori 5. Che a settembre usciranno su un «Topolino Gold» che diventerà anche un «Topolino Gold on-demand» per chi invece non si accontenterà della classifica finale e se la vorrà fare personalmente. Insomma, per il giornalino che ha fatto crescere milioni di italiani, sarà una vera festa.

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Da LA STAMPA del 30/3/2009
L’Italia vista da Topolino

Dalla Guerra fredda a Brunetta, sessant’anni di cronaca nelle pagine del settimanale
di GUIDO TIBERGA

L’ingenuo ottimismo degli Anni Cinquanta, l’euforia del boom economico, la contestazione giovanile, l’Italia da bere, il riflusso, la deriva tecnologica, la fine delle grandi ideologie. Niente riesce a raccontare un paese che cambia come la raccolta di un giornale, i suoi temi, le sue immagini, le sue pubblicità. Succede sempre, anche quando meno te lo aspetti. Anche quando il giornale si rivolge ai bambini, anche quando si chiama «Topolino».
Sessant’anni fa, nell’aprile del ’49, arrivava nelle edicole il giornalino che conosciamo oggi: piccolo, tascabile, figlio di un’economia prudente che non lasciava nulla al caso. Arnoldo Mondadori aveva appena preso i diritti per «Selezione del Reader’s Digest», il mensile più venduto dei tempi. Una rivista che sembrava un libretto aveva bisogno di macchine da stampa particolari, il cui costo andava ammortizzato dall’uso. E così, nei tempi lasciati liberi da «Selezione», Mondadori decise di stampare il nuovo «Topolino», che fino a quel momento era uscito in formato grande, su carta opaca, appena qualche centimetro in meno dei quotidiani di oggi.
Da allora niente è cambiato per cambiare tutto: stessi personaggi, stesso mondo infantile fatto di orecchie giganti, becchi arancioni e cani parlanti. Ma storie e situazioni profondamente diverse.

I comunisti
L’Italia che si affaccia ai Cinquanta è divisa tra le proprie chiusure e la voglia di guardare lontano. Il mondo non ha dimenticato la guerra ma la pace riconquistata è fragile. «Topolino» è a mezza via tra l’Italia e l’America, tra i giovani autori nostrani e le grandi firme del fumetto yankee.
Guido Martina, un professore di lettere che da Carmagnola si era spostato presto verso la capitale, sfida l’ira degli intellettuali e mette in scena una Commedia in salsa Disney: Topolino è Dante, Pippo è Virgilio. Lo scopo è insegnare divertendo, facendo ridere i bambini che leggono e sorridere i padri che scuciono le sessanta lire per portarsi a casa le 96 paginette di «Topolino».
Le storie americane tradotte parlano di cose truci. I marines invadono la Corea, scoppia la Guerra fredda, e i ragazzini italiani si leggono «Eta Beta e il tesori di Mook», una storia di Floyd Gottfredson (lo stesso che negli Anni Trenta deliziava i figli di Mussolini) dove il Topo dalle grandi orecchie si ritrova catapultato in un paese che sembra proprio la Russia. Anzi, è la Russia: carri armati per le strade, generali da parata carichi di medaglie. E poco importa che i tank siano di cartone e la gente costretta a sorridere dai «ganci tira bocca» che il governo obbliga tutti a indossare. I comunisti italiani del tempo hanno cose più importanti da fare e lasciano correre. Quarant’anni più tardi, a Muro di Berlino caduto, una parodia tutta italiana del film di Lubitsch «Ninotchka», con Minnie al posto della Garbo e Mickey Mouse nei panni di Melvyn Douglas, feroce nelle sue accuse a un fantomatico «partito egualista», provocherà proteste, polemiche e interrogazioni parlamentari. Sono i cambiamenti della vita quotidiana che più degli altri emergono dalle pagine di «Topolino», nelle rubriche redazionali o nelle storie scritte dagli autori italiani: la prima televisione, l’epopea di Lascia e Raddoppia, i Festival televisivi. Agli albori degli Anni Sessanta, mentre il Paese si riempie di Fiat Seicento, il settimanale pubblica la storia «Paperino alla scoperta dell’Italia», dove l’intera tribù dei paperi scorrazza sulle autostrade appena inaugurate.
Qualche anno più tardi un personaggio nuovo, Paperetta Ye Ye, rappresenta sulle pagine del giornale le bistrattate ragioni dei beatnik, fino a quel punto presi allegramente per i fondelli in più di una storia. Ancora qualche tempo e l’austerity delle domeniche a piedi farà la sua comparsa anche nelle città di paperi e topi, con Archimede Pitagorico pronto a inventarsi ingegnose soluzioni per viaggiare senza consumare petrolio.

Berlusconi
La progressiva crescita degli autori italiani trascina sulle pagine di «Topolino» i nomi più illustri del Paese, prima in forma mascherata, poi senza più remore. Nel ’90, Bruno Concina e Giovanni Battista Carpi s’inventano un incontro a Parigi tra Zio Paperone e una coppia di straricchi italiani. Il primo è elegantissimo con una cravattona rossa a pois neri e un’automobilina legata al dito, il secondo in blu d’ordinanza con i biscione di Canale 5 stampato sul cilindro: Gianni Agnelli e un non ancora sceso in campo Silvio Berlusconi.
Sono i primi di una serie infinita: cantanti, calciatori, giornalisti televisivi. Alcuni neppure troppo conosciuti dai bambini. «E’ il principio della doppia lettura – spiega Valentina De Poli, direttore del settimanale -. I padri che leggevano Topolino da piccoli lo riprendono in mano e vedono qualche rimando al loro mondo di adulti. Quello che non capiscono i ragazzini, lo capiscono i genitori…». L’ultimo caso arriva nel numero del sessantesimo compleanno. Macchia Nera minaccia Topolino e lo chiama «Ficcanaso tascabile». Tascabile, proprio come il ministro energumeno che qualche mese fa ha fatto infuriare Massimo D’Alema.

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C’ERA UNA VOLTA IL WEST… E SERGIO LEONE. Incontro con Italo Moscati http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/03/17/cera-una-volta-il-west-e-sergio-leone-incontro-con-italo-moscati/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/03/17/cera-una-volta-il-west-e-sergio-leone-incontro-con-italo-moscati/#comments Mon, 16 Mar 2009 23:15:35 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/03/17/cera-una-volta-il-west-e-sergio-leone-incontro-con-italo-moscati/ Sergio Leone (nella foto) è considerato uno dei più importanti registi della storia del cinema. La sua notorietà è in gran parte dovuta al successo dei suoi film del cosiddetto genere spaghetti-western. Film dove ha coinvolto veri e propri monumenti del cinema internazionale, come Henry Fonda e Clint Eastwood (giusto per fare due nomi).
Mi piace ricordare Sergio Leone qui, in questo post… anche perché il 2009 è un anno particolare: il 3 gennaio, infatti, si è celebrato l’ottantesimo anno della nascita; il 30 aprile ricorrerà il ventesimo dalla morte.
Ricordiamo il grande Leone del nostro cinema con il contributo di Italo Moscati: scrittore, regista e sceneggiatore.
Moscati ha pubblicato un libro – per i tipi dell’editore Lindau - dal titolo: Sergio Leone-Quando il cinema era grande. Un titolo che, per certi versi, ha quasi il sapore di una denuncia.
Parliamone insieme…
Come ci ricorda Moscati: contrariamente a quanto si pensa, Leone dovette superare molte difficoltà prima di affermarsi.
Vi pongo qualche domanda per favorire il dibattito.
Cosa conoscete di Sergio Leone?
A vostro avviso, fino a che punto il cinema di Leone è stato più grande rispetto a quello dei nostri giorni?
A quale dei suoi film siete più legati?
C’è qualche sequenza che ricordate con particolare affetto (e su cui volete discutere)?

E poi, naturalmente, vi invito a interagire con Italo Moscati anche in merito al suo libro.
Di seguito potrete leggere la recensione Antonio Debenedetti pubblicata sul Corriere della Sera e quella di Umberto Mosca pubblicata sull’Indice dei libri del mese.
Infine, in coda al post, vi segnalo tre video (che vi invito a commentare): un’intervista a Sergio Leone, datata 1984; una sequenza tratta dal film “Per un pugno di dollari”; e un’altra sequenza tratta dal film “C’era una volta il West”.

Massimo Maugeri

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Italo Moscati, “Sergio Leone-Quando il cinema era grande”. Lindau, Torino

di Antonio Debenedetti

Sergio Leone ha fatto del mestiere di regista un mito. I suoi film più belli, insieme con le storie di cappelloni e pistoleri, raccontano appunto quel mito. Proprio questo fa di lui, oltre che uno strepitoso artigiano, un grande e originalissimo artista. Un caposcuola che, come ebbe a dire Quentin Tarantino, ha influenzato “le nuove generazioni più di John Ford e Howard Hawks”. Un’esagerazione? Forse no! Certo Leone era fatto di cinema. Romano, classe 1929, Sergio Ebbe per madre una signora del muto: Edwige Valcarenghi, in arte Bice Walerian, rivale della grande Francesca Bertini. Mentre il papà, regista a suo tempo piuttosto noto col nome d’arte di Roberto Roberti, andava esprimendosi in pellicole come “La vampira indiana”(1912) e “Maciste poliziotto”(1917). Nella monografia, che adesso Italo Moscati ha dedicato a Leone, si affacciano tre età del cinema: quella delle origini, il dopoguerra e quella della Hollywood sul Tevere. Gli spunti saggistici si mescolano agli aneddoti gustosi. Indimenticabile la pagina dove si descrive una riunione di sceneggiatura con Zavattini e Sergio Amidei che litigano, impegnati a definire una scena di “Ladri di biciclette” mentre De Sica guarda distratto dalla finestra. E Leone? Scopre se stesso. Così quando girerà i suoi capolavori, da “Per un pugno di dollari” a “Il buono, il brutto, il cattivo”, saprà prendere senza pentimenti le distanze del neorealismo, ignorandone (con trionfali esiti anche di botteghino) le suggestioni sociali e umanitaristiche.
Corriere della Sera, 18 aprile, 2008

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Italo Moscati, “Sergio Leone-Quando il cinema era grande”. Editore Lindau, Torino

da L’INDICE DEI LIBRI DEL MESE

di Umberto Mosca

Sergio Leone è uno dei registi che, nel corso degli anni sessanta, più in profondità hanno scardinato le regole del linguaggio e della narrazione filmica, inventando nuove figure di stile e costituendo un corpus espressivo talmente vasto da segnare la produzione dei decenni a venire. La sua presenza nella storia del cinema rappresenta una pietra miliare, visto che non esiste altro autore che abbia saputo, con tale successo e rinnovamento, trapiantare in un ambito extra-hollywoodiano il genere per eccellenza del cinema americano: il western.
Al cinema di Sergio Leone è stata dedicata una lunga serie di volumi, dedicata in special modo agli aspetti visivi in esso elaborati. La novità e la ricchezza di questo libro scritto da Italo Moscati consiste nell’intrecciare questo sguardo sui film alle vicende più personali della figura dell’uomo, nato nel 1929 da un padre regista del cinema muto. Un legame, quello familiare, che si realizza non solo nell’eredità professionale, ma in particolare in un’attitudine profonda verso il cinema come spettacolo in cui prende vita un vero e proprio universo parallelo. Ed è in questa dimensione parallela che si muove il percorso di ricerca di un uomo e di un artista realizzato da Moscati.
Si tratta di una serie di appunti che integrano le note indispensabili per inquadrare le opere di Leone nel loro contesto storico e culturale con l’impressionismo di uno scrittore che ha amato profondamente i suoi film e che sente la necessità di farli vivere ancora in un mondo poetico fatto di ricordi ed emozioni personalissime. “L’ultimo mio incontro con Leone avviene nel 1988. Siamo sulla terrazza dell’Hotel Excelsior, al Lido di Venezia (…) Sono passati quattro anni dalla realizzazione di C’era una volta in America. Leone è in attesa di tornare al lavoro. Le idee non mancano, ma intorno a lui e ai suoi propositi si sta diffondendo una cortina fumogena. Il desiderio di realizzare un vero e proprio kolossal sull’assedio di Leningrado è sottoposto a una serie di accelerazioni e frenate. Il kolossal è complicato. Bisogna mettere d’accordo vari produttori, trovare i capitali necessari e soprattutto quella disponibilità ideologica che a volte corrode i migliori progetti dall’interno perché nessuno ha il coraggio di esplicitare dubbi e riserve, e così la nave dei progetti va, va per modo di dire, in balia di bonacce e marosi. Sergio, seduto a un tavolino dell’Excelsior, in una terrazza solcata da una folla di fatui amici del cinema, è visibilmente di umore non proprio sereno. L’abbronzatura dell’estate si indovina sotto la barba grigia. La figura è grossa. Gli occhiali ingombrano in volto. I capelli sono lisci, pochi e in fuga verso la nuca. Più che parlare, borbotta”.
E ancora: “Un altro incontro. 1999. Sono passati dieci anni dalla morte, precoce, di Sergio Leone. (…) L’incontro questa volta è con Carla, la moglie di Sergio, in uno studio televisivo per una intervista (…). Con Carla ci raccontiamo a vicenda la vita e la carriera di Sergio. Naturalmente, il compito che mi sono dato è soprattutto quello di ricavare con emozionata curiosità il massimo possibile dai ricordi di Carla. A poco a poco prende forma la figura che sta cuore a entrambi, che esce dal ritratto di un cinema inquieto che continua a inoltrarsi in un infinito viale del tramonto”. Inizia così il viaggio realizzato da Moscati attraverso le suggestioni prodotte dalle immagini immortali create dall’amato regista, in un costante intrecciarsi di evocazione di sequenze celebri e altre meno note che consentono le contestualizzazioni biografiche e la descrizione di vicende produttive, ma anche la possibilità di un puntuale confronto con le pratiche cinematografiche (le tecniche di ripresa, i costumi, la direzione degli attori) all’interno delle quali si esprime il lavoro dell’artista.

Intervista a Sergio Leone (del 1984)

Da “Per un pugno di dollari” (con Clint Eastwood)

Da “C’era una volta il West” (scena finale del film: duello tra Harmonica [Charles Bronson] e Frank [Henry Fonda])

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VOI SIETE QUI http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/16/voi-siete-qui/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/16/voi-siete-qui/#comments Fri, 15 Feb 2008 23:14:22 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/16/voi-siete-qui/ Rubo spudoratamente il titolo a questo libro edito da Minimum fax per pubblicare un post dedicato al cenacolo romano di un gruppo di “letteratitudiniani”.

Pensate un po’… un gruppo di persone che si sono conosciute su questo blog e che poi hanno avuto il piacere di passare da una conoscenza virtuale a una conoscenza reale.

Come ho già avuto modo di dire, questa cena (ma anche quella precedente… sì, ce n’ era stata un’altra) per me ha assunto il valore di un vero e proprio dono. Che vi devo dire? Mi piace l’idea che Letteratitudine possa unire.

Ecco i protagonisti della serata: Enrico Gregori (l’organizzatore), Silvia Leonardi, Eventounico (Pasquale), Laura Costantini, Loredana Falcone, Carlo S., Gea (che è scesa apposta da Trieste), Zauberei, M.G.

Carlo S. mi ha scritto una mail:

Caro Massimo

non riuscendo tu ad essere presente alle nostre cene romane ti invio (sperando tu gradisca) la mia personale impressione visiva dei tre polli della sezione capitolina gozzovigliante di letteratitudine. Forse così riuscirai a farti un’idea anche tu.

E mentre che c’era, il buon Carlo, mi ha inviato una (simpatica) caricatura della simpatica Zauberei.

Insomma… se ho intitolato questo post “voi siete qui” il motivo c’è.

Ed è qui sotto.

Grazie Carlo.

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LA SAPIENZA SENZA LA TOLLERANZA È COME L’INTELLIGENZA SENZA LA SENSIBILITA’ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/16/la-sapienza-senza-la-tolleranza-e-come-l%e2%80%99intelligenza-senza-la-sensibilita%e2%80%99/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/16/la-sapienza-senza-la-tolleranza-e-come-l%e2%80%99intelligenza-senza-la-sensibilita%e2%80%99/#comments Wed, 16 Jan 2008 00:11:09 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/16/la-sapienza-senza-la-tolleranza-e-come-l%e2%80%99intelligenza-senza-la-sensibilita%e2%80%99/ A volte è difficile interpretare i fatti che succedono in questa nostra Italia. Mi riferisco, in particolare, a quanto accaduto ieri a “La Sapienza” in relazione alla prevista visita che Papa Ratzinger, giovedì 17, avrebbe dovuto recare dietro invito del Rettore della suddetta Università.

Ho letto la lettera dei 67 docenti di fisica (che ricordavano la frase del filosofo Paul Feyerabend, in merito al processo contro Galileo, che Ratzinger citò a Parma nel marzo 1990, quando era cardinale). Posso capire la loro posizione, ma non la condivido per nulla.

Ha fatto bene il Papa a soprassedere all’evento (inviando comunque l’intervento previsto). Ha dato una grande lezione.

Credo l’abbia data anche a Marcello Cini, il quale nei giorni scorsi così scriveva al Rettore:

“Non riesco a capire le motivazioni della Sua proposta tanto improvvida e lesiva dell’immagine de La Sapienza nel mondo. Il risultato della Sua iniziativa, anche nella forma edulcorata della visita del papa (con «un saluto alla comunità universitaria») subito dopo una inaugurazione inevitabilmente clandestina, sarà comunque che i giornali del giorno dopo titoleranno (non si può pretendere che vadano tanto per il sottile): «Il Papa inaugura l’Anno Accademico dell’Università La Sapienza».

Congratulazioni, signor Rettore. Il Suo ritratto resterà accanto a quelli dei Suoi predecessori come simbolo dell’autonomia, della cultura e del progresso delle scienze”.

Congratulazioni Marcello Cini, il Papa non si recherà a La Sapienza e dunque, stia tranquillo, i giornali del giono dopo non titoleranno: «Il Papa inaugura l’Anno Accademico dell’Università La Sapienza». Titoleranno ben altro, i giornali… italiani e del mondo. Perché, sa una cosa?, la Chiesa non è certo esente da colpe (essa stessa lo ha ammesso e lo ammette), e si può essere anche anticattolici e anticlericali, e Benedetto XVI può anche essere meno simpatico di Giovanni Paolo II, meno carismatico; ma oltre a essere a capo di uno Stato e di una religione, Ratzinger, che piaccia o no, è uno studioso, un intellettuale, uno scrittore; una voce importante di questo secolo. Ed è un uomo di pace.

Tappare la bocca a uno studioso, un intellettuale, uno scrittore, a una voce importante di questo secolo, soprattutto se uomo di pace, è sempre sbagliato. Non importa se esso sia il capo della religione cattolica, o il massimo rappresentante della religione ebraica, o dell’Islam o di qualunque altra fede religiosa. Non importa se esso sia il rappresentante di uno Stato “scomodo”. Qualcuno, caro Cini, le avrà detto che il presidente dell’Iran Mahmoud Ahmadinejad ha avuto modo di partecipare a un dibattito con gli studenti all’interno di una Università americana: la Columbia University (pur tra vibranti proteste). Ripeto, il presidente dell’Iran che va negli Usa riesce a parlare agli studenti di una Università americana. Soprattutto dopo l’11 settembre. Vorrà dire qualcosa? Secondo me, sì. Secondo me vuol dire che democrazia significa anche avere il coraggio di dare voce a chi non ci piace. E vuol dire anche che laicità non può essere sinonimo di intolleranza.

Mi compiaccio per il fatto che, almeno una volta, il capo del Governo e il capo dell’opposizione si siano uniti nello sdegno.

Prodi ha dichiarato: “profondo rammarico per la decisione di Benedetto XVI”, “solidarietà forte e convinta alla sua persona” e un invito rinnovato “affinché possa mantenere il programma originario”, poiché “nessuna voce deve tacere nel Paese, e a maggior ragione quella del Papa”. E condanna “i gesti, le dichiarazioni e gli atteggiamenti che hanno provocato una tensione inaccettabile, e un clima che non fa onore alle tradizioni di civiltà e di tolleranza dell’Italia”.

Berlusconi ha detto: “la rinuncia del Papa è il segno dell’intolleranza e di un fanatismo che nulla hanno di autenticamente laico”. Una vicenda che “ferisce e umilia l’Università italiana e in generale lo Stato”, “non in grado di garantire la libertà d’espressione alla massima autorità religiosa”.

All’annuncio della Santa Sede, intorno alle 17 di ieri, quando gli studenti erano riuniti in assemblea per decidere la “settimana anticlericale”, è scoppiato un applauso. “Ha vinto il corpo vivo dell’università”, hanno detto alcuni. Altri, gli studenti cattolici, si sono radunati nella cappella del La Sapienza per una veglia di preghiera. Spero che nelle loro preghiere si ricordino di invocare la benedizione per una Università che, purtroppo, naviga in cattive acque e che offre ai suoi laureati titoli di studio che, nella maggior parte dei casi, non serviranno loro a trovar lavoro. Di questo, sì, bisognerebbe indignarsi.

Secondo me, caro Cini, e cari studenti esultanti, non ha vinto proprio nessuno. Non ha vinto la laicità, non ha vinto La Sapienza e soprattutto – ancora una volta – non ha vinto l’immagine dell’Italia nel mondo.

Massimo Maugeri

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SIGNORE E SIGNORI… VI PRESENTO “I VOLVER”! http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/06/02/signore-e-signori-vi-presento-i-volver/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/06/02/signore-e-signori-vi-presento-i-volver/#comments Sat, 02 Jun 2007 07:37:10 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/letteratitudine/2007/06/02/signore-e-signori-vi-presento-i-volver/ Image Hosted by ImageShack.us

Voglio raccontarvi di una nuova band musicale, di un giovane gruppo catanese di cui sentirete parlare molto presto. Due ragazzi, due ragazze, una chitarra, un basso, una batteria: si chiamano Volver.

Ci tengo particolarmente a presentarvi i Volver per tre motivi: uno, perché sono musicisti della mia città (vi ricordo che Catania è un’ottima fucina musicale; solo per farvi alcuni nomi: Franco Battiato, Carmen Consoli, Mario Venuti – ex Denovo -, Sugar Free, Mario Biondi); due, perché li conosco personalmente; tre, perché sono davvero bravi (e, credetemi, questa considerazione non è condizionata dalla numero due) a proporre una versione personale e "italica" di un sound all’anglosassone.

Roberto Rapisarda, il bassista, è uno dei miei più cari amici. Lo conosco praticamente da sempre. Nei confronti di Roberto mi sento particolarmente responsabile. Sì, perché se adesso fa il musicista professionista il merito – o la colpa – è in parte mia. Vi spiego. Parecchi anni fa (e credo che siano passati circa vent’anni) fui io a impartirgli le prime lezioni di chitarra. In questo lasso di tempo devo ammettere di non essere mai riuscito a superare la soglia tecnica di chitarrista mediocre, mentre Roberto si è messo a studiare sodo imparando a suonare anche il basso, il pianoforte e le tastiere. Per fortuna non ha mai provato a cantare, dato che è stonato come una campana. Come si dice (citando Sciascia): a ciascuno il suo.

Fabio Bellino è il chitarrista e (lo posso dire?) il leader del gruppo. Le musiche e gli arrangiamenti dei pezzi dei Volver sono suoi. Fabio sa unire alla velocità delle dita, uno stile personale e la capacità di utilizzare le nuove tecnologie. Dovreste sentirlo. Vi assicuro che non ve ne pentireste.

Nei confronti di Fabio ho un piccolo debito (che saldo scrivendo questo post!). Il 15 dicembre dello scorso anno ci trovammo nella piazza di Letojanni in occasione della presentazione del romanzo Picciridda di Catena Fiorello (e qui ci sarebbe un’altra storia che dovrei raccontarvi); ci sedemmo al bar a gustare granite con brioche (sì, dalle nostre parti si può fare anche nel mese di dicembre) e a parlare del più e del meno. Fabio fece di tutto per non farmi pagare. E ci riuscì. Offrì lui e io gli promisi che avrei ricambiato al più presto. Mai fatto.

Lisa Messina è la voce della band: una voce potente, incisiva, ma allo stesso tempo virtuosa. Quando sale sul palco e canta riesce a trasmettere la sua energia e la sua grinta. Scrive i testi delle canzoni e compone le melodie sulle musiche di Fabio. I suoi testi sono semplici e lineari; ma incisivi come la voce. Mi ricordo il testo di “Parlami”, che uscirà come singolo del gruppo. Un testo dolce, ma non sdolcinato, dedicato alla madre scomparsa. Lisa è la voce solista del gruppo e, in quanto tale, ne è un po’ il volto. Ed è un volto piacevole, affidabile e sicuro. Perché Lisa canta da molto tempo e ha accumulato una lunga esperienza. Lunga quasi quanto la sua bella e fluente chioma castana.

Poi c’è Stefania Innao, la batterista. Sì, una batterista donna. Mica ce ne sono tante in giro! Stefania è graziosa e minuta. Ma non illudetevi, picchia la sua batteria come pochi. Quando si esibisce vi consiglio di non avvicinarvi troppo alle sue bacchette. Ha tecnica e talento da vendere, ma anche una tale forza che se dovesse scambiare la vostra testa per una delle sue casse non so come vi finirebbe. E poi è una dalla battuta facile (non male per una batterista).

Questi ragazzi stanno venendo fuori adesso, dopo lunghi anni di gavetta. Anche per questo auguro loro tanto successo.

Ora dovrei passarvi qualche informazione di poco conto. Dovrei accennarvi al fatto che i Volver hanno seguito i mitici Deep Purple – una delle più grandi band della storia del rock – nella loro tournée italiana (li vedete insieme a loro nella foto in alto) e che hanno partecipato al Sanremo Music Awards 2007 vincendo nella categoria gruppi (il concorso ha visto la partecipazione di big della musica e di giovani emergenti). Dovrei riferirvi queste cose, ma non lo faccio. In fondo le informazioni importanti ve le ho già date.

Vi invito solo a collegarvi al loro sito su My Space, dove avrete la possibilità di ascoltare stralci di brani e vedere video.

A proposito di video: ve ne propongo uno io. È tratto dal TG3.

Date un’occhiata, se avete tempo (e se ora non avete il tempo… fatelo più tardi).

Mi raccomando. I Volver. Ricordatevi questo nome nei mesi prossimi, eh?

Soprattutto quando entrerete in un negozio di cd.

Massimo Maugeri

P.S. Alcune precisazioni sulla foto. La ragazza in alto a destra è Stefania. Il tipo in basso a destra con barba e occhiali è Roberto. I due ragazzi a sinistra sono Fabio e Lisa. Gli altri omaccioni sono i Deep Purple.

Rai 3


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UN CODICE DI CONDOTTA PER I BLOGGER? http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/04/24/un-codice-di-condotta-per-i-blogger/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/04/24/un-codice-di-condotta-per-i-blogger/#comments Tue, 24 Apr 2007 21:22:10 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/letteratitudine/2007/04/24/un-codice-di-condotta-per-i-blogger/ La rivista NovaMagazine ha pubblicato di recente un articolo molto interessante riprendendo, a sua volta, il post di un blogger anglofono: Tim O’Reilly.

O’Reilly propone una sorta di "Codice di condotta per i blogger". Motivo? Molto spesso i blog sono frequentati da molestatori o disturbatori.

Il problema c’è. Esiste. È reale. Inutile nasconderselo. Di casi che rientrano nelle fattispecie di cui sopra se ne potrebbero citare tanti. Per restare nell’ambito dei blog letterari vi segnalo – ed è un esempio "a basso livello di gravità" – quanto accaduto sul blog Lipperatura di Loredana Lipperini proprio pochi giorni fa.

Vi propongo, di seguito, l’intero articolo – che ho ricevuto per mail dalla redazione di NovaMagazine – in maniera tale che se ne possa discutere tra noi.

La domanda è: codice o non codice per i blogger ?  Può essere utile o è solo una perdita di tempo ?

Dite la vostra, please. (Dopo aver letto l’articolo, s’intende).

Tutto è cominciato il 31 marzo scorso, quando Tim O’Reilly ha postato il suo Call for a Blogger’s Code of Conduct, Appello per un codice di condotta blogger. Però forse prima bisognerebbe spiegare chi è Tim O’Reilly: editore di libri di informatica dal 1978, è un sostenitore degli standard aperti per il software  e soprattutto negli ultimi anni è emerso come uno dei promotori più convinti del cosiddetto Web 2.0. Insomma, un guru di Internet.

Dicevamo dell’appello per un codice di condotta dei blog, i diari online che fioriscono a decine di milioni (soltanto Technorati afferma di censirne oltre 75 milioni) e che nei paesi democratici non hanno generalmente alcuna limitazione, se non quella del codice penale. E allora perché varare norme di comportamento? Per limitare la diffusione del Cyberbulling, ovvero “una nuova e crescente pratica di utilizzare la tecnologia per molestare o angariare qualcuno”. Fenomeno che chi ha un blog o chi ne frequenta conosce, anche solo per sentito dire.

Il primo post di O’Reilly che conteneva 7 regole capitali (Prenditi la responsabilità non solo delle tue parole, ma anche dei commenti che consenti sul tuo blog; indica il tuo livello di tolleranza per i commenti offensivi; considera la possibilità di eliminare i commenti anonimi; ignora i troll, cioè, per semplificare i provocatori; sposta la conversazione offline e parla direttamente, o cerca un intermediario che lo faccia; se sai che qualcuno si comporta male, diglielo: non dire nulla online che non diresti anche di persona), si è poi evoluto in una prima bozza di codice, che pubblichiamo in italiano più sotto, e che ha provocato numerose discussioni sul web, oltre a più di 300 commenti al post di O’Reilly.

Dopodichè è stato lo stesso autore a dare conto delle critiche più diffuse al suo codice. Critiche che riguardano l’uso di simboli per affermare che un blog è “civile”, la necessità di un codice più modulare. Critiche sull’anonimità che va stigmatizzata secondo le occasioni, non tout court, critiche sull’applicabilità legale. O’Reilly ha riposto, accogliendo molte indicazioni e aprendo a modifiche del Codice, ma ha anche ribadito la sua tesi di fondo: civility matters, essere civili è importante.

UNA BOZZA DI CODICE DI CONDOTTA PER I BLOGGER
Celebriamo la blogosfera come luogo di franco e aperto confronto. Ma franchezza non deve significare mancanza di un comportamento civile. Presentiamo quindi questo Codice di condotta per i blog nella speranza che possa contribuire alla creazione di una cultura che incoraggi tanto l’espressione personale quanto il confronto costruttivo.

1 – Ci assumiamo la responsabilità delle parole che scriviamo, e dei commenti a cui diamo spazio sul nostro blog. Ci impegniamo a mantenere le regole della convivenza civile: non posteremo contenuti inaccettabili, e cancelleremo i commenti che eventualmente ne esprimeranno.
Definiamo “contenuti inaccettabili” qualunque cosa includa o contenga un link a qualcosa che: viene usato per offendere, disturbare, perseguitare o minacciare gli altri è diffamatorio, intenzionalmente falso, ad hominem, travisa le intenzioni di un’altra persona viola un copyright o un marchio registrato viola un obbligo di confidenzialità viola la privacy di altri.
Definiamo e determiniamo un “contenuto inaccettabile” sulla base del singolo caso, e quindi la nostra definizione non si limita a questa lista. Se decidiamo di cancellare un commento o un link, lo esplicitiamo e spieghiamo il perché. (Ci riserviamo la possibilità di cambiare queste regole in qualsiasi momento e senza preavviso).

2 – Non diciamo niente online che non diremmo anche di persona.

3 – Ci connettiamo privatamente prima di rispondere in pubblico. Quando ci imbattiamo in conflitti o travisamenti nell’ambito della blogsfera, facciamo ogni sforzo possibile per comunicare privatamente e di persona con chi ne è coinvolto – oppure troviamo un intermediario per farlo al posto nostro – prima di pubblicare qualsiasi post o commento riguardo l’argomento in questione.

4 – Se ci rendiamo conto che qualcuno sta attaccando in modo non corretto qualcun altro, prendiamo dei provvedimenti. Quando ci accorgiamo che qualcuno pubblica dei post o dei commenti che sono offensivi, glielo facciamo presente (possibilmente in privato – vedi sopra) e gli chiediamo di scusarsi pubblicamente. Se i commenti pubblicati possono essere considerati una minaccia, e l’autore non intende né scusarsi né ritrattare, collaboriamo attivamente con le autorità preposte per proteggere l’oggetto della minaccia.

5 – Non consentiamo commenti scritti in forma anonima. Chiediamo a chi commenta di fornire un indirizzo email valido prima di postare, in modo da poter così consentire commenti scritti con un nickname, invece che con il proprio nome.

6 – Ignoriamo i Troll. Preferiamo non rispondere a commenti sgradevoli riguardo noi o il nostro blog, nella misura in cui non trascendono nell’insulto o nella calunnia. Siamo fermamente convinti che rispondere ai Troll significhi incoraggiarli – “Non metterti a fare la lotta con un maiale. Vi sporcate entrambi, ma a lui piace”. Ignorare gli attacchi fatti pubblicamente è di solito il miglior modo per limitarli.

Abbiamo inoltre deciso che abbiamo bisogno di una sorta di distintivo “vale tutto!” per quei siti che vogliono segnalare a chi commenta che stanno entrando in una zona aperta a chiunque. Il testo che accompagna questo distintivo potrebbe suonare più o meno così: “Questo è un forum aperto e senza nessun tipo di censura. Non siamo responsabili dei commenti di chi posta, e nel momento in cui le discussioni diventassero eventualmente accese, ci si potrà imbattere in un linguaggio volgare, insulti, o altri commenti coloriti. Entrate a vostro rischio e pericolo”.
(la traduzione è di Claudia Montanari)

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PER LA LIBERAZIONE DI DANIELE MASTROGIACOMO http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/03/10/per-la-liberazione-di-daniele-mastrogiacomo/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/03/10/per-la-liberazione-di-daniele-mastrogiacomo/#comments Sat, 10 Mar 2007 11:23:38 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/letteratitudine/2007/03/10/per-la-liberazione-di-daniele-mastrogiacomo/ Anche Letteratitudine alla mobilitazione per Daniele Mastrogiacomo, l’inviato di Repubblica sequestrato dai talebani in Afghanistan. Sono molte le iniziative in corso. Tra queste la petizione online di Repubblica.it dove, a questo indirizzo, è possibile firmare per la liberazione.

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“ALONE” DI CECILIA CHAILLY (recensione di Alessandro Romanelli) http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/02/10/alone-di-cecilia-chailly-recensione-di-alessandro-romanelli/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/02/10/alone-di-cecilia-chailly-recensione-di-alessandro-romanelli/#comments Fri, 09 Feb 2007 22:39:59 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/letteratitudine/2007/02/10/alone-di-cecilia-chailly-recensione-di-alessandro-romanelli/ Alessandro Romanelli è un bravo musicologo, autore del blog L’orecchio di Dioniso. Ma Alex è anche un fedele frequentatore di Letteratitudine. Così come amica di Letteratitudine è la celebre arpista – prima arpa della Scala di Milano – Cecilia Chailly (che ci segue assiduamente). Cecilia, peraltro, è anche scrittrice. Nel 2002 ha pubblicato per Bompiani il bel romanzo: Era dell’amore.

So che Cecilia, tra le altre cose, è alle prese con un nuovo romanzo… per cui le faccio i migliori in bocca al lupo nell’attesa di poterla rileggere. Quella che segue è una recensione di Alessandro Romanelli al più recente Cd della Chailly: Alone (chi lo desidera può ascoltare i primi trenta secondi di ogni brano cliccando sul titolo). Io posso solo dire che l’ascolto della musica di Cecilia mi crea effetti piacevolmente estatici.

Massimo Maugeri

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Cecilia Chailly

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Vi segnalo uno splendido cd che ho avuto la possibilità di ascoltare in questi giorni. Compact prodotto da Cecilia Chailly. Sì proprio lei, l’arpista dal fascino unico, dalla musicalità seducente, figlia e sorella di due illustri musicisti come Luciano e Riccardo. Il disco pubblicato dalla Emi Classics è intitolato “Alone” e possiede un emblematico sottotitolo: “Featuring: Ludovico Einaudi – Chailly’s family”. Un lavoro che appare, sin da subito, come una sorta di diario sonorizzato dai ricordi, dalle voci, dalle atmosfere della musicalissima famiglia Chailly. Nostalgie, pensieri, qualche rimpianto forse, ma soprattutto l’inconfondibile profumo di un tempo perduto, di un grande amore tra padre e figlia, vissuto nel sogno, nel desiderio del suo eterno ritorno. La voce argentina di Cecilia-bambina, registrata da papà Luciano, regala inauditi momenti di tenerezza. Momenti che, se accostati poi alle note leggiadre e al contempo oniriche, ricreate dalla Cecilia-donna nelle sue canzoni, sanno regalare forti emozioni. Qualcuno ci racconta su riviste e giornali che questo genere di musica si debba aridamente definire un’ibrida insalata tra New Age, World Music, Classica, Pop etc. A noi piace invece, senza riduttive etichette di comodo e soprattutto senza i soliti (appunto) aridi perchè, lasciarci cullare nudi dalle titillanti, antiche sonorità dell’arpa, dagli incerti accordi di un vecchio (ma quanto straordinario!) pianoforte o ancora dal violino, dai flauti, dall’armonica a bocca, dalle percussioni e dall’ocarina. Tutti strumenti, di volta in volta, suonati / utilizzati da Cecilia quali veicoli veri e appassionati di espressione poetica. Cecilia sa regalare a chi ascolta la sua musica valori autentici, profondi, nel cinico mondo odierno (forse) irrimediabilmente perduti. C’è, dunque, una sofferta, intensa ricerca spirituale dietro tutto questo. Ludovico Einaudi (anche lui di illustri natali: figlio com’è di Giulio l’editore e nipote di Luigi, un indimenticabile – per chi l’ha conosciuto – Presidente della Repubblica) partecipa al cd con un bel cammeo, condividendo con Cecilia l’amore per i panici silenzi e le “sonore magie” di valli e montagne. Emozioni, ricordi, sogni, ma soprattutto Musica.

Alessandro Romanelli

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BANDO CONCEPTS DELLA CASA EDITRICE ARPANET http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/02/05/bando-concepts-della-casa-editrice-arpanet/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/02/05/bando-concepts-della-casa-editrice-arpanet/#comments Mon, 05 Feb 2007 14:54:44 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/letteratitudine/2007/02/05/bando-concepts-della-casa-editrice-arpanet/

La casa editrice ARPAnet mi invia questo comunicato che pubblico con vero piacere

Comunicato stampa

            

Copgustoweb CONCEPTS

Un’inedita iniziativa editoriale

per la pubblicazione e la distribuzione in libreria

di narrazioni liberamente ispirate.

Copmodaweb

Scrittura, ispirazione e creatività:

fino al 20 maggio 2007 tutti possono partecipare e scrivere per i nuovi libri in uscita la prossima estate:

CONCEPTS Moda e Gusto!

La collana CONCEPTS

esplicita come il processo creativo sia influenzato dalle esperienze di un individuo: a contribuire alla stesura di un testo è l’insieme di suggestioni, emozioni e stimoli provenienti dall’esterno e successivamente interiorizzati.

Grazie all’iniziativa editoriale CONCEPTS, fino al 20 maggio 2007 sono aperte le selezioni per narrativa e poesia a tema libero ispirate dalle molteplicità di suggestioni legate alla moda o al gusto. È dunque possibile candidare i propri testi chiusi nel cassetto e sottoporne direttamente un estratto alla valutazione dei lettori online, che avranno l’opportunità di televotare i più significativi. Le opere che supereranno questa prima fase saranno poi scelte dalla Redazione di ARPANet per la pubblicazione su carta!

I racconti singoli più avvincenti ed intriganti contenuti nei due volumi diventeranno poi miniCONCEPTS // le dimensioni alternative dell’ispirazione.

Info, iscrizioni e testi da televotare su: www.conceptsbooks.it

Commenti sul blog di CONCEPTS: www.conceptsbooks.splinder.com

x > info, immagini, interviste, idee, …:

contattare Carlotta Vissani

ARPANet

tel. +39.02.670.06.34

fax. +39.02.66.98.63.42

carlotta.vissani@ARPANet.eu

www.ARPANet.euARPANet@ARPANet.euwww.ARPANet.orgwww.ARPABook.comwww.ARPAMagazine.com

]]> http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/02/05/bando-concepts-della-casa-editrice-arpanet/feed/ 0 LE INVASIONI BARBARICHE E I TELEGATTI 2007 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2006/12/13/le-invasioni-barbariche-e-i-telegatti-2007/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2006/12/13/le-invasioni-barbariche-e-i-telegatti-2007/#comments Wed, 13 Dec 2006 18:54:00 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/letteratitudine/2006/12/13/le-invasioni-barbariche-e-i-telegatti-2007/ Secondo post su "Extralettere". Argomento, dunque, non di natura letteraria. Però si tratta di qualcosa che mi sta molto a cuore. Avevamo avuto modo di "parlare", nel precedente post, di Baricco e dei suoi Barbari. Bene. Il passaggio da I Barbari a Le Invasioni Barbariche è breve.

Mi riferisco al bel programma televisivo condotto dalla brava e affascinante Daria Bignardi. Vi confesso che, secondo il mio modesto parere, è uno dei migliori programmi offerti dall’attuale palinsesto televisivo.

Daria Bignardi

Le Invasioni Barbariche offre molti stimoli culturali, non è mai banale, approfondisce con abilità tematiche di vario genere, usa molto l’ironia (l’ironia è sintomo di intelligenza), alterna – sulla base degli argomenti trattati – leggerezza e introspezione. E poi ci sono le interviste barbariche della Bignardi che sono davvero imperdibili. Infine – lo so, lo so… sono un fissato – è una delle pochissime trasmissioni che dà spazio ai libri (mi viene in mente il recente invito in trasmissione dell’ottimo Antonio Pascale, autore del romanzo S’è fatta ora, ediz. Minimum Fax).

Le Invasioni Barbariche è tra i programmi candidati per l’assegnazione del Telegatto 2007 nella categoria "Informazione e approfondimento". Ed è la prima volta, se non sbaglio, che capita a un programma LA7.

Io, per i motivi sopraindicati, ho deciso di votare per il programma della Bignardi e propongo a voi, amici di Letteratitudine (se lo credete), di aiutarmi a sostenerlo. Per votare basta inviare un sms con il telefono cellulare, entro il 19 dicembre, al numero 48460 scrivendo: VOTO TI1 (ripeto VOTO, poi spazio, poi TI1 senza spazi).

A presto. E grazie a tutti coloro che mi daranno una mano a sostenere Le Invasioni Barbariche!

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PREMIO LETTERARIO NAZIONALE “MARTOGLIO” 2006 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2006/10/24/premio-letterario-nazionale-martoglio-2006/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2006/10/24/premio-letterario-nazionale-martoglio-2006/#comments Mon, 23 Oct 2006 23:54:00 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/letteratitudine/2006/10/24/premio-letterario-nazionale-martoglio-2006/ Cari amici, non vogliatemene se vi riporto la notizia di un evento letterario che – ancora una volta – mi riguarda…

Domenica 29 ottobre, con inizio alle ore 18, al Teatro Comunale di Belpasso (Catania), si è svolta la cerimonia di consegna del Premio letterario nazionale ”Nino Martoglio”, giunto alla sua ventesima edizione. Composta da Gianvito Resta, accademico dei Lincei, Pippo Baudo, Fina Leonardi, presidente del Circolo Athena, Alfio Papale, sindaco di Belpasso, Raffaele Zanoli, Domenico Tempio, vicedirettore de ”La Sicilia”, Sarah Zappulla Muscara’, docente dell’Universita’ di Catania, la giuria ha cosi’ assegnato il Premio ”Martoglio” nelle sue varie sezioni: Annamaria Andreoli per il volume ”Gabriele D’Annunzio” (Il Mulino, 2004) ha vinto per la letteratura; Beatrice Masini per il racconto ”Signore e Signorine – Corale greca” (Einaudi Ragazzi, 2002) per la letteratura per ragazzi; Maria Latella per il libro ”Tendenza Veronica” (Rizzoli, 2004) per il giornalismo. Il premio Athena d’Argento e’ andato a Francesco Contrafatto; la sezione editoria e’ stata vinta dalla Casa Editrice Salvatore Sciascia. A partire da quest’anno il Premio si arricchisce di una nuova sezione, il Premio Opera Prima, che e’ stato assegnato all’esordiente Massimo Maugeri autore del romanzo ”Identita’ Distorte” (Prova d’Autore, 2005).

Link con notizia completa qui e qui.

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CIO’ CHE RESTA DEI BEATLES http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2006/10/05/cio-che-resta-dei-beatles/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2006/10/05/cio-che-resta-dei-beatles/#comments Thu, 05 Oct 2006 21:15:25 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/letteratitudine/2006/10/05/cio-che-resta-dei-beatles/

The Beatles

Inauguro questa nuova rubrica ("Extralettere") segnalando una notizia sui Beatles (sì, ammetto di esserne fan sfegatato) o almeno su "chi" resta di loro.

Secondo Il Times (cliccate qui) i due Fab Four – dovremmo dire Fab Two? – superstiti, Paul McCartney e Ringo Starr, starebbero per pubblicare il loro primo (nuovo) album insieme. Si tratterebbe di un remix delle canzoni utilizzate per la colonna sonora della piece teatrale ”Love”. Vi segnalo un articolo pubblicato su La Nazione (cliccate qui).

Pare che anche Yoko Ono e Olivia Harrison, che rappresentano i rispettivi defunti mariti,  John Lennon e George Harrison, abbiano manifestato grande interesse per il progetto.

Sappiamo per certo che il "povero" Paul ha bisogno di quattrini (cliccate qui).

Appello ai beatlesiani di passaggio da queste parti… cosa ne pensate?

P.S. Aggiorno il post con nuove news (e ringrazio Mat per la segnalazione)

Il nuovo album "Love" sarà in vendita a partire dal 20 novembre. Per ulteriori informazioni vi rimando a questo articolo pubblicato su Repubblica.

L’album Love comprende 26 brani
1. Because
2. Get back
3. Glass onion
4. Eleanor rigby
Julia (Transition)
5. I am the walrus
6. I want to hold your hand
7. Drive my car/The word/What you’re doing
8. Gnik nus
9. Something
Blue jay way (Transition)
10. Being for the benefit of Mr. Kite!/I want you (She’s so heavy)/Helter skelter
11. Help!
12. Blackbird/Yesterday
13. Strawberry fields forever
14. Within you without you/Tomorrow never knows
15. Lucy in the sky with diamonds
16. Octopus’s garden
17. Lady Madonna
18. Here comes the sun
The inner light (Transition)
19. Come together/Dear Prudence
Cry baby cry (Transition)
20. Revolution
21. Back in the U.s.s.r.
22. While my guitar gently weeps
23. A day in the life
24. Hey Jude
25. Sgt. Pepper’s lonely hearts club band (Reprise)
26. All you need is love

The Beatles

John Lennon

Paul McCartney

George Harrison

Ringo Starr

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