LETTERATITUDINE di Massimo Maugeri » OSSERVATORIO LIT-BLOG (a cura di Francesca G. Marone) http://letteratitudine.blog.kataweb.it Un open-blog. un luogo d\'incontro virtuale tra scrittori, lettori, librai, critici, giornalisti e operatori culturali Sat, 11 Dec 2021 09:58:57 +0000 http://wordpress.org/?v=2.9.2 en hourly 1 Osservatorio Litblog n. 40 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2015/12/11/osservatorio-litblog-n-40/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2015/12/11/osservatorio-litblog-n-40/#comments Fri, 11 Dec 2015 15:19:36 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=6995 (Qui, l’introduzione di Massimo Maugeri)

a cura di Francesca G. Marone

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Vero o falso?

(da Minima et Moralia)

Quanto mai attuale il tema trattato nel libro citato in questo articolo, un’attenta riflessione sulla circolazione e soprattutto sulla produzione delle false notizie. Spesso mi è capitato di imbattermi in un circolo vizioso di diffusione di notizie false sui social,  copiate, incollate ed inoltrate senza alcun riscontro sulla fonte o quantomeno una pausa critica necessaria a domandarsi se quella notizia specifica potesse essere vera o no.

Non è per pedanteria  né presunzione se affermo che tutti noi dovremmo almeno sforzarci di utilizzare quel pizzico di senso critico che ancora non è soppresso del tutto dall’ambiente mediatico che ci sovrasta. Marc Bloch, in un suo testo famoso, sa indagare il delicato rapporto fra realtà e finzione da sempre al centro degli interessi congiunti di letteratura, filosofia e studi sociali e soprattutto, quest’oggi argomento molto sentito nell’era della comunicazione digitale in cui la libertà di espressione condivisa, in ogni istante della nostra vita, ci rende tutti più falsamente esperti ed evidentemente esposti. Diventa così interessante ed utile compenetrarsi nel meccanismo della formazione della menzogna e della sua amplificazione e rapidissima diffusione con il giusto distinguo fra l’epoca presa in esame da Bloch e la nostra presente, anche se parlando di guerre e menzogne a ben riflettere siamo immersi nella stessa atmosfera. Liquidità di pensiero già predetta ed affrontata da altri studiosi.

Se volete approfondire, l’articolo è qui.

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Indagine spagnola sulla nostra Elena Ferrante

(da El Mundo)

Molti di noi hanno già letto e si sono appassionati alle vicende delle due amiche napoletane Elena e Lina.Io personalmente ho amato moltissimo la scrittura di Elena Ferrante e sono ansiosa di leggerla ancora. Che sia stata un’operazione furba di marketing o semplicemente un volersi sottrarre alla scena in cui tutti sono sovraesposti poco ci interessa quando sfogliamo pagine che ci tengono avvinghiati fino all’ultima parola. Pare che all’estero non sia piaciuta soltanto la qualità della penna ma abbia anche, tutt’ora, appassionato il mistero dell’identità dell’autore/autrice. El mundo si è divertito a stilare un elenco di indizi che porterebbero a svelare l’identità di Elena Ferrante. La signora X e il signor Y compaiono a pieno titolo nelle indagini anche attraverso la disamina di un profilo facebook rivelatosi poi falso. Insomma come diceva Oscar Wilde “C’è una sola cosa al mondo peggiore di essere sulla bocca di tutti, ed è di non essere sulla bocca di nessuno.” Non è il rischio che corrono Lila e Lenù, due donne o due parti della stessa donna, logos e pathos, con Napoli sullo sfondo presente e vivissima, raccontate analizzate e godute in molti altri paesi oltre l’Italia. Per l’articolo originale si rimanda qui… e qui per l’approfondimento.

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Siamo tutti fratelli?

(da Sul Romanzo)

Abbiamo tutti nel nostro immaginario collettivo ben stampate nel cuore e nell’anima le immagini di uomini con catene alle mani e ai piedi, uomini che associamo immediatamente alla parola “schiavi”,  una parola che forse nemmeno più ci commuove; la schiavitù  sembra uno status relegato a vecchi libri raffiguranti schiavi in terre lontane e mai più visitate. Purtroppo no, non è una realtà così distante – nel tempo e nello spazio – da noi, siamo ancora tutti abitanti delle terre della schiavitù più orrenda, dobbiamo solo abituarci a scavare sotto nuove forme e abiti diversi, è lì che troveremo i nuovi schiavi e le nuove schiave. Tutti figli di un’umanità piena zeppa di disparità economiche e sociali e di orrori su cui bisognerebbe non chiudere mai lo sguardo. Per tenere l’attenzione sul tema della schiavitù si è organizzato un evento all’interno del festival nazionale della storia proprio perché la schiavitù pare essere stata una triste costante dell’evoluzione storica dell’uomo a diverse latitudini e fra culture differenti. Privare un essere umano della libertà e dell’opportunità di scegliere il percorso della propria esistenza è l’orrore più grande che possa essere mai perpetuato, e fra i tanti orrori della storia degli esseri umani oggi mi fermo a pensare a quella crudele pratica di levare libertà e gioia di vivere alle bambine date in sposa a uomini molto più grandi e sconosciuti, creature sottratte all’ambiente familiare e sottoposte ad abusi e violenze, private della legittima opportunità di vivere nella totale libertà. La schiavitù attuale purtroppo ha tante facce dal lavoro  minorile alla tratta delle donne allo sfruttamento di merce umana solo per fini economici, e può assumere anche nuove forme di schiavitù mentale, tutto molto vicino alle vite di ognuno di noi più di quanto possiamo immaginare. Se volete partecipare ad un’occasione per «riflettere sulla libertà negata, la libertà cercata e la libertà conquistata» leggete l’articolo che vi illustrerà nei dettagli l’evento.

Francesca G. Marone

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Osservatorio Litblog n. 39 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2015/10/29/osservatorio-litblog-n-39/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2015/10/29/osservatorio-litblog-n-39/#comments Thu, 29 Oct 2015 18:35:16 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=6936 (Qui, l’introduzione di Massimo Maugeri)

a cura di Francesca G. Marone

Riprendiamo il nostro Osservatorio sulle proposte della blogosfera letteraria italiana dopo una sosta, non voluta ma purtroppo necessaria, sperando di suscitare la vostra curiosità attraverso la segnalazione di articoli che in qualche modo hanno colpito il nostro personale interesse, offrendovi una panoramica anche su alcune delle svariate proposte del panorama straniero.

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Obliquamente realistico
(da Doppiozero)

Il significato di Calvino trent’anni dopo la sua morte e la sua eredità. Penso ce ne sia un gran bisogno, perciò non posso che segnalarvi con grande piacere uno dei pezzi di un lungo e variegato bilancio sull’opera di Calvino, realizzato da più mani e attraverso un’analisi della sua opera svolta sotto differenti punti di vista. La natura stessa dell’opera dello scrittore, così multiforme e cangiante ma allo stesso tempo intrisa di una specifica cifra riconoscibile in tutto il suo percorso, è passata più volte per la contrapposizione con scritture più agite come ad esempio è stata sempre considerata quella di Pasolini. L’autrice dell’articolo ci conduce attraverso alcune costanti interessanti della scrittura calviniana dalla lettura delle Città invisibili alle Lezioni americane inducendoci a guardare oltre il velo della razionalità precisa e affondando le mani nel magmatico mondo caotico dei contrasti che lo scrittore ci ha generosamente offerto e che percorrono con una tensione autentica ogni sua opera. Che sia quello scendere leggero sulle cose della vita andando però più in profondità di ciò che in apparenza può sembrare? Speriamo che queste proposte di lettura così ben orchestrate siano da stimolo per leggere o rileggere opere che sanno parlarci ancora con grande attualità. Soprattutto a giovani lettori che spesso in ambito scolastico non riescono ad apprezzare fino in fondo una lettura più critica di ciò che a loro può sembrare mera imposizione del percorso scolastico.
Qui, il pezzo…

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Di chi è la colpa?
(da Lipperatura)

Avrei scritto “responsabilità” ma no, mi piace proprio la parola “colpa” in questo caso.  Per restare in tema Lipperini direi “non è un paese per lettori” questo! Veniamo all’etimologia della parola: cultura s. f. (dal lat. cultura, der. di colĕre “coltivare”). Cosa mi suggerisce il verbo coltivare? Dedicarmi, alimentare, nutrire, esercitare, curare, sviluppare, tenere vivo e attendere fiduciosa che possa qualcosa germogliare, qualcosa di bello, che faccia bene allo spirito e allo  sguardo. Perché dunque in questo bellissimo paese non coltiviamo l’arte della lettura? Mi trova concorde l’affermazione di Loredana Lipperini sull’incapacità, per non dire la cattiva volontà, di molti personaggi della cultura che ritenendosi depositari di strumenti elitari per godere della cultura non fanno molto per avvicinare coloro i quali sono anche intimoriti dalla presunzione che il “sapere” sia in stretto possesso di chi già sa. Certamente le statistiche non sono tutto oro che cola e a ben vedere, forse, molti lettori leggono senza comprare, attraverso altri mezzi  non contemplati ma il quadro che ne esce non è confortante soprattutto per chi, non leggendo, si perde la possibilità di vivere mille altre vite oltre la propria.  Dunque parliamone, e lasciamo che ne possano parlare fra di loro i lettori.
Sperando di farvi cosa gradita vi segnalo l’utile e piacevole articolo

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Il ritorno di Asterix
(da Le Monde)

Tutti noi ricordiamo le avventure del piccolo guerriero gallico Asterix ed il suo compagno fedele Obelix che insieme combattono per l’indipendenza del proprio villaggio, qualche volta abbiamo sognato di avere a disposizione la pozione magica del druido Panoramix per reagire con forza bruta a qualche sopruso ricevuto. Astérix le Gaulois è il titolo della prima storia pubblicata a fumetti della serie e fu pubblicata in Francia nel 1961 dall’editore Dargaud – dopo essere stata serializzata sulla rivista Pilote- e in Italia successivamente da Mondadori. I personaggi e la storia scaturirono dalla creatività del duo francese René Goscinny per la sceneggiatura e Albert Uderzo per i disegni. Le vicende dei guerrieri gallici furono poi trasposte al cinema nella pellicola Asterix il Gallico, cartone animato che ebbe subito un gran successo.  La nuova uscita riprende i tratti essenziali della storia classica rivisitandone gli aspetti. Tutto nasce nelle prime vicende in cui il piccolo villaggio gallico riesce a non soccombere alle truppe di Giulio Cesare  resistendo grazie alla magia del fluido magico del druido Panoramix  che dona forza sovraumana ai guerrieri che lo bevono e sotto la guida di Asterix e Obelix riesce a salvare il druido dal rapimento dei romani. Nella nuova edizione tutto riparte dalla pubblicazione della storia dei volumi della Guerra dei Galli- De Bello Gallico- dove enfatizzare le gesta dell’esercito di Giulio Cesare.
Tuttavia non pensate che le tematiche non ci appartengano più, anzi, gli autori hanno ben architettato la storia inserendo rapporti fra media e potere, processo di elaborazione di informazioni, nuovi strumenti di informazione e nuove tecnologie, qui sotto forma di piccioni, e per assurdo un richiamo al personaggio di Julian Assange! Inoltre vi è il richiamo alla strumentalizzazione di alcuni potenti nel riscrivere la storia del mondo piegandola ai propri personali interessi di gloria. Nel complesso sembra un’operazione molto ben riuscita nonostante qualche volta dia l’impressione di un “troppo pieno”, un “overflow” narrativo che può far perdere una certa scorrevolezza nel piacere della lettura. Pare inoltre, che a detta dell’autore del pezzo, manchi qualcosa al tratto dei nuovi creatori rispetto alla familiarità e alla dolcezza nonché all’umanità dei personaggi della penne e della matita dei padri originali. Vedremo presto qui in Italia.
Il testo è Astérix. Le papyrus de César, di Didier Conrad e Jean-Yves Ferri, Albert-René.
Speriamo di poter godere del piccolo guerriero gallico ancora per lungo tempo.
Per chi volesse leggere l’articolo originale di Le Monde, è qui segnalato…

Francesca G. Marone

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a cura di Francesca G. Marone

Scrittori nati o scrittori formati?

(Da Sul Romanzo)

Quante volte ci siamo chiesti da dove nasca il talento? Se ci sia una scintilla che all’improvviso possa dare il via ad una qualsivoglia creazione artistica, ad un romanzo, ad una poesia o che guidi la mano a dipingere un bel quadro. In molti hanno immaginato la figura romantica dell’artista che a notte fonda si dirige verso la scrivania e con impeto creativo lascia che la penna lo conduca verso il suo capolavoro, fino a quell’istante tenuto dentro, nascosto negli anfratti dello spirito. Molti ancora pensano che sia questa l’arte: la scintilla. E’ certo che il talento non si possa comprare in alcuna scuola del mondo e che non esista maestro che possa trasmetterlo, tuttavia il lavoro ben indirizzato, l’impegno e i consigli preziosi possono diventare strumenti per affinare le tecniche e aiutarci a far divampare una scintilla. Non tutte le scuole sanno essere luoghi fecondi e non tutti i maestri spesso sono all’altezza di cogliere il talento e condurlo per mano verso una strada concreta. Giuseppe Pontiggia lo era certamente e per nostra fortuna ci ha lasciato una grande eredità. L’importanza spiccata della lettura e spesso della rilettura dei grandi scrittori e un uso sapiente delle parole. Se volete saperne di più sulla magia delle lezioni di scrittura di Pontiggia leggete qui…

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In fuga leggendo

(da Nazione Indiana)

La relazione strettissima fra letteratura e musica è stata sempre un interesse di Letteratitudine, tanto che ne ha fatto una sezione apposita dove si narra di volta in volta di libri che hanno come tematica principale la musica. Quante volte ascoltando una musica suggestiva abbiamo avuto la netta sensazione che ci stesse raccontando una storia? E quante altre volte leggendo una storia abbiamo sentito un brano musicale come colonna sonora nella nostra mente proprio in sintonia con le parole che leggevamo? Libri che si strutturano come partiture musicali, parole che si insinuano e si inanellano nella nostra mente come note su un pentagramma. Ho iniziato a leggere Kundera tantissimi anni fa, da ragazza, e poi l’ho visto passare nelle mani di giovani figli, amici e figli di amici, con altrettanta passione di quella antica che mi accompagnava nella lettura. Una lettura a quei tempi ancora acerba forse ma che coglieva d’istinto la musicalità del testo e delle storie. Una fuga verso l’universale linguaggio della musica, una fuga come quelle di Bach, una fuga modello musicale strutturato come molti romanzi di Kundera. Elemento del contrappunto, polifonia di voci e personaggi, struttura monotematica. Parliamo di modelli musicali o di composizione di testi letterari? Di entrambe le cose. La lentezza, L’identità e L’ignoranza sono tre bellissimi romanzi di Milan Kundera che se analizzati contengono tutti gli aspetti stilistici e strutturali della fuga musicale. Personalmente ho riletto due volte L’identità, romanzo che mi ha narrato una storia piena di vuoti – scusate l’ossimoro- e a cui tengo in maniera particolare, dunque credo che dopo lo spunto interessantissimo di questo articolo andrò a rileggere anche gli altri due. In fuga verso il mio Kundera musicale.
Per chi volesse approfondire, il pezzo è qui…

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Imparare insieme

(da Le parole e le cose)

Comparare etimologicamente significa – dal latino cum parare – mettere insieme, sullo stesso piano; ma a me piace anche poter dire imparare insieme, perché se metto a confronto due modelli ho di fronte due modi di vedere le cose che insieme possono ampliare la mia conoscenza. Thomas Eliot per descrivere un viaggio nella comparatistica letteraria di testi antichi parla di specchi che difatti sono gli strumenti che consentono a noi stessi di metterci in contatto con l’alterità. Siamo stati educati ad una concezione gerarchica e lineare della letteratura e della storia, ma nel corso degli anni stimoli nati dalla filosofia, dalla storia e dalla letteratura hanno spinto ad una visione molto più aperta. Lentamente impariamo che si avanza per scarti, differenze, e poca linearità. Il mescolarsi degli sguardi sulle varie forme di arte e l’intrecciarsi di nuove visioni con la letteratura, anzi con le letterature, comprendendo al plurale tutta la vastità variegata dei mondi letterari, ci offre oggi spunti di riflessione immensi. Se volete attraversare piccoli tratti nello spazio e nel tempo di questo percorso, leggete il pezzo che vi propongo con calma e tanta passione. Una passione che viene dalla consapevolezza del confronto sempre necessario, quello nelle nostre esistenze, nei mondi dell’immaginazione e della creazione letteraria. Quello che porterebbe ricchezza in ogni passo a due nel viaggio della conoscenza.
L’articolo è qui…

Francesca G. Marone

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Osservatorio LitBlog n. 37 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2014/12/23/osservatorio-litblog-n-37/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2014/12/23/osservatorio-litblog-n-37/#comments Tue, 23 Dec 2014 18:00:14 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=6633 (Qui, l’introduzione di Massimo Maugeri)

a cura di Francesca G. Marone

La salvezza nella curiosità
(da Doppiozero)

Una lettura importante questa, necessaria per salvare ciò che di umano riposa nel nostro profondo. E non vogliatemene se in procinto dei giorni di festa e di luce io mi sia soffermata su un pezzo che parla della morte. Si muore anche nei giorni di festa, e lo so per esperienza. Si muore in ogni istante, ci si ricorda la nostra finitezza, ci si costringe a fermarsi e a sentire la carne e le ossa dentro di noi. Morin ci racconta della spinta dell’umanità verso uno stato di amortalità, che non è immortalità, ma sospensione della mortalità per un periodo imprecisato. Cosa accade all’essere umano che con l’aiuto della scienza riesce a procrastinare il momento della morte? Il susseguirsi delle scoperte manipolative sull’uomo in genere ci condurranno a realizzare ibridi di un esercito di una sovraumanità, come spiega Morin non senza un fondo di grande preoccupazione. Sconfiggeremo ogni attacco alla salute umana? Vivremo davvero fino al punto di vedere ritirarsi la morte di fronte ai nostri occhi? Se sì, chi o cosa controllerà questo processo?
“La morte non cambia, lo ripeto, ma cambiano le condizioni della morte.“ dice Morin nella sua intervista e mi pare un invito per una riflessione necessaria. Se avete voglia di approfondire il tema attraverso questa splendida intervista andate qui…
..perché la curiosità ci può salvare, prendendo in prestito le parole di Edgar Morin: “Se qualcuno riesce a conservare per tutto il corso della propria vita la curiosità, la capacità di amicizia e d’amore, i grandi interrogativi, la capacità di gioire dell’arte, è questo che importa…”.

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Esserci senza apparire
(da Lipperatura)

Mi sento particolarmente vicina e grata per questa dichiarazione d’amore espressa da Loredana Lipperini ai libri di Elena Ferrante, tanto grata che ve la giro affinché possiate leggere e condividere, soprattutto se avete amato le storie di questa autrice senza volto ma con tanta più carnalità e passione di molti altri. La storia di Lenù e Lila mi è rimasta appiccicata addosso, qualche volta quando cammino per la strada guardo un vicolo della mia città e immagino Lila giovane seduta dietro la cassa della salumeria, vedo personaggi attorno a me vivi e vorrei fermarmi a parlarci. Sono felice di non sapere chi sia Elena Ferrante e proprio non mi interessa in questo mondo di sovraesposizione mediatica anche nella vita di ogni giorno, di personaggi che sono sempre meno persone e di ego straripanti che non danno alcuno spazio all’immaginazione. I libri della Ferrante rappresentano il trionfo del potere della parola, la forza delle storie che tutto penetra, la capacità dei buoni libri di camminare da soli e farsi largo nei cuori e nelle menti della gente. Se vi siete appassionati alle storie di Elena Ferrante non potete perdere questa bellissima intervista che vi farà amare ancora di più la discrezione e la forza persuasiva di questa autrice fantastica.
Per l’articolo, qui..

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Parole sotto l’albero
(da Booksblog)

Il dono è un simbolo, l’ho sempre pensato e non serve strafare, il pensiero di regalare un libro è stato sempre importante per me perché rappresenta anche qualcosa di non detto dietro la scelta di quel testo o di quell’altro. Per chi sta ancora correndo da una parte all’altra della città con le buste in mano o per chi aspetta l’ultimo momento prima di mettersi a tavola, qualche consiglio di lettura. Resta per me l’idea che la scelta del libro da regalare sia assolutamente personale e debba essere dettata dal desiderio di condividere qualcosa che per noi sia stata significativa. Per chi fosse indeciso, in questo articolo potrà trovare letture divise per temi e per tutti i gusti, resta il consiglio di fare una passeggiata in qualche bella libreria del centro e rilassarsi. Sarà il libro a scegliere voi!
Con l’occasione porgo i miei auguri più sinceri a tutti i lettori di Letteratitudine, a tutti coloro che lavorano per i blog letterari e di informazione culturale, a Massimo Maugeri in particolare auguro ogni bene e tanta gioia!
Buone Feste!
I consigli di lettura li trovate qui..

Francesca G. Marone

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Osservatorio LitBlog n. 36 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2014/11/24/osservatorio-litblog-n-36/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2014/11/24/osservatorio-litblog-n-36/#comments Mon, 24 Nov 2014 16:05:14 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=6584

(Qui, l’introduzione di Massimo Maugeri)

a cura di Francesca G. Marone

Speranza nell’arte e nella vita
(da Finzioni)

Le parole sono armi potenti e bisogna esserne consapevoli. Ho avuto la fortuna di ascoltare più di una volta Grossman parlare dal vivo, e devo confessare che qualcosa attraverso la luce dei suoi occhi chiari e la forza delle sue parole delicate mi ha trafitto l’anima, sempre. Allo stesso modo accade quando leggo i suoi libri. Una verità che appartiene a tutti noi, un’autenticità che pervade ogni storia, ogni personaggio nelle storie di David Grossman ha quel calore umano che non può lasciare indifferenti mai. In questa intervista l’autore parla del suo ultimo romanzo, regalandoci la storia di un bambino e del suo lutto ma soprattutto portandoci un messaggio profondo di speranza legato alle seconde occasioni che la vita ci dona. Grossman bambino è stato spinto dall’urgenza di scovare chiavi di accesso al mondo degli adulti, chiavi che potessero aiutarlo a carpire il significato della realtà. La letteratura con i suoi mondi variegati ha saputo offrire al bambino come all’adulto, che ne ha poi fatto strumento privilegiato di dialogo con se stesso e col mondo, l’opportunità di compenetrarsi in una dimensione che altrimenti sarebbe stata inaccessibile. Grossman sa restituire al lettore ma anche al semplice ascoltatore questa incredibile magia, che può tradursi nell’opportunità per ogni essere umano di cambiare il corso degli eventi, quell’opportunità col nome di speranza, la stessa che potete cogliere anche in un’intervista concessa sempre con assoluta semplice genuinità.
Per approfondire leggete qui…

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Chi è questo scrittore?
(da Carmilla on line)

Ogni qualvolta si avvicina il momento dell’assegnazione del premio Nobel per la letteratura fioccano i pronostici, si aprono le danze dei giochi atti ad indovinare il nome di colui o colei che meriterà l’ambito riconoscimento. Lo hai letto? Lo conoscevi prima di allora? Magari corri a comprarlo per colmare la mancanza. Sì, è capitato anche a me e di sicuro ad alcuni di voi. Tuttavia leggendo questo pezzo che vi propongo vi chiederete qualcosa di più, vi chiederete perché non lo conoscevo prima del Nobel?Può essere una mia mancanza ma può essere anche una mancanza del mercato dell’editoria e distribuzione delle opere di autori meno famosi? Comunque sia c’è da riflettere sulla motivazione che si cela dietro l’assegnazione del premio, quella descritta dallo stesso Alfred Nobel il quale disse che avrebbe meritato il premio “uno scrittore che avesse prodotto un’opera di rilevante impatto ideale”. Effettivamente se leggiamo i libri di Patrick Modiano, ultimo Premio Nobel per la letteratura, di padre italiano, scopriamo che l’elemento della memoria e lo sguardo al passato per riacciuffare qualcosa della nostra storia qualcosa necessaria per poter vivere, rappresenta una ricerca di senso che appartiene a tutti noi.
Per leggere l’articolo sullo scrittore Patrick Modiano, cliccate qui…

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Un classico è per sempre
(da Sul Romanzo)

Torniamo a parlare di classici. Calvino diceva che un classico appartiene a quel genere di libri che vanno riletti, come a dire che una lettura non basta ma anche che un classico non ha tempo, e pur essendo figlio del tempo in cui l’autore lo ha concepito, un classico è per sempre. Un classico è anche quello che ti fa fare un film nel 2014 su un poeta che forse a scuola non si capisce abbastanza ma che da adulti si rilegge con amore, un Leopardi che non finisce mai di mostrare aspetti di sé e della vita stessa. Un classico è fatto di gironi infernali che, ripensandoli oggi, andrebbero più che bene per svariati personaggi della vita politica e della cronaca nera. Insomma un classico a distanza di anni, di epoche e di culture ha sempre qualcosa da dirci, qualcosa che magari la prima volta non avevamo neppure notato. Come una sfumatura, una pausa, un fantasma che appare dietro le spalle, un’immagine riflessa nello specchio, un dettaglio che parla di noi.
Per ricordarvi l’importanza della lettura dei classici, leggete qui…

Francesca G. Marone

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Osservatorio LitBlog n. 35: Guida Galattica delle Riviste Letterarie Digitali http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2014/11/17/osservatorio-litblog-n-34-2/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2014/11/17/osservatorio-litblog-n-34-2/#comments Mon, 17 Nov 2014 13:30:36 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=6573 Guida Galattica delle Riviste LetterarieGuida Galattica delle Riviste Letterarie Digitali

di Massimo Maugeri

Voglio dedicare la puntata n. 35 dell’Osservatorio LitBlog di Letteratitudine a un’iniziativa molto importante, curata da “Tropico del Libro“, che ha generato la prima “Guida delle Riviste Letterarie Digitali e dei Blog Letterari“. Si è trattato di un lavoro molto impegnativo, condotto in forma di volontariato e con spirito di abnegazione che ha prodotto un risultato davvero apprezzabile. La “Guida Galattica delle Riviste Letterarie Digitali” è scaricabile gratuitamente da questo link (troverete scritto “acquista”, ma vi garantisco che è gratis).

Come è riportato nella pagina web di “Tropico del Libro”, si tratta di un vero e proprio “censimento” dei siti e delle riviste digitali sui libri italiani mediante il quale i nostri interlocutori professionali (uffici stampa degli editori, giornalisti, organizzatori di eventi, altre figure legate alla filiera del libro) e i nostri lettori – o potenziali tali – possano avere un quadro chiaro e realistico della “Lit-blogosfera” italiana.

La prefazione: “Blog e riviste letterarie entrano nella vostra orbita”.

Introduzione (interna): David Frati – Realizzazione ebook: Veronica Giuffré

I blog e le riviste intervistate:

404: file not found, Cabaret Bisanzio, Cadillac, Carmilla, Colla, ConAltriMezzi, CriticaLetteraria, Doppiozero, FN, generAzione rivista, Gli Amanti dei Libri, i-libri, Il Paradiso degli Orchi, ilVoltaPagine, inutile, La Balena Bianca, La Luna di Traverso, Lankelot, Letteratitudine, Letteratour, Letture di Biblioragazzi, Liberi di Scrivere, Mangialibri, Poliscritture, Progetto Babele, Prospektiva, PUB, Pupi di Zuccaro, Scrittori precari, Speechless, Sugarpulp, Sul Romanzo, Temperamente, Trashic Magazine, Tupolev, Via dei Serpenti.

Riporto, di seguito, l’introduzione che trovate online cliccando sul link riportato in altro.

Un caro saluto e un “grazie di cuore” agli amici di “Tropico del libro” e a tutti coloro che hanno collaborato all’iniziativa.

(Massimo Maugeri)

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TROPICO del LIBRODalla prefazione di “Tropico del libro”: Blog e riviste letterarie entrano nella vostra orbita”.

Dal 12 novembre è scaricabile gratuitamente su Tropico del Libro la Guida Galattica delle Riviste Letterarie Digitali. È un censimento dei siti e delle riviste letterarie digitali sui libri italiani mediante il quale uffici stampa, giornalisti, organizzatori di eventi e i lettori possano avere un quadro chiaro e realistico della “lit-blogosfera” italiana.

guida_300Quando abbiamo iniziato a sviluppare questo progetto l’idea era di offrire un aiuto ai lettori per farli orientare nel vasto regno delle recensioni online. Per aiutarli a cercare senza troppa fatica e spaesamento altre voci, lontane dalla carta stampata; la quale continua a costituire il punto di riferimento per chi voglia leggere critica letteraria, nonostante limiti il proprio orizzonte a pochi titoli, spesso gli stessi, recensiti su tutti i giornali e inserti di corredo. A dimostrazione che a dettare le regole del gioco, in quel territorio, sono i muscoli degli uffici stampa e commerciali degli editori più blasonati.

Volutamente, abbiamo lasciato indietro un pensiero: quello che contrappone una parte della Rete, sinonimo di libertà e indipendenza, alla stampa e informazione mainstream, sospettata, come detto, di vari asservimenti a vari poteri. Non volevamo cedere, insomma, alla voglia che molti hanno di rimanere di nicchia. Abbiamo pensato: se sul web i lettori possono trovare recensioni interessanti, aiutiamoli a farlo, anche se questo significa stanare recensori allergici alla reazionaria luce della ribalta.

Nella pratica, ci solleticava l’idea di “creare” un paniere di riviste e blog letterari entro il quale puntare un motorino di ricerca; offrendo, magari settimanalmente, una selezione di recensioni letterarie che costituiscano un ideale supplemento culturale libero e slegato dall’acquisto di un prodotto editoriale. Per arrivarci, perché vorremmo arrivarci, siamo partiti dall’analisi dell’esistente. E avventurandoci in un terreno poco conosciuto, abbiamo sentito il bisogno di una guida locale, trovandola nell’entusiasta David Frati, uno tra i blogger letterari più ricco di storia, capace di muoversi tra i colleghi con cognizione di causa, e in Gianfranco Franchi, autore e critico letterario di lunga militanza per alcune webzine storiche tra cui Lankelot e lo stesso blog di Frati, Mangialibri.

In questa prima parte dell’operazione, l’obiettivo era quello di spingere blog e riviste letterarie a raccontarsi, rispondendo a un vasto calderone di domande appositamente studiate. L’approccio, insomma, era il medesimo che abbiamo avuto nei confronti delle case editrici, che su Tropico del Libro vengono invitate a essere “trasparenti“, lasciando poi ai lettori la scelta di chi prediligere.

Diverso era stato l’approccio di chi, un paio d’anni fa, si era avvicinato a questa realtà con la lente di ingrandimento puntata e la calcolatrice sguainata. Alludiamo alla ricerca «Nuove evidenze: i blogger muovono le vendite?», di cui abbiamo parlato in questo articolo: Blog letterari: chi insidia il loro beato isolamento?

Ora la Guida galattica è pronta, e come racconta David Frati nell’introduzione si propone in maniera esplicita di essere:

  • uno spazio a disposizione di tutti i blog/riviste letterarie digitali per presentarsi, raccontare la propria storia, descrivere il proprio approccio
  • una guida per gli operatori professionali per orientarsi nel mondo in continua mutazione e comunque sterminato del web: eccoci, questi siamo noi!
  • una mappa di navigazione per lettori e appassionati di libri
  • una fonte di informazioni per i mass media: la prossima volta che dovete realizzare un servizio sui blog letterari date un’occhiata qui, prima di scrivere baggianate, please…

Chiarisce poi come abbiamo posto dei confini a questo lavoro:

«Ci sono limitazioni? Sì, Tropico del Libro ha ritenuto più funzionale iniziare con i siti collettivi, creati dallo sforzo congiunto di più persone. Ci sono esclusioni e censure? Sì e no. Nessuna censura, le esclusioni non sono dovute a chissà quale strategia occulta: semplicemente i responsabili delle webzine che non troverete nell’ebook non hanno risposto al questionario spedito da Tropico del Libro o non erano ancora nate».

Se il blog/rivista che curi manca all’appello vai qui.

Abbiamo anche puntato un “motorino di ricerca recensioni (lo trovate in alto a destra su questa pagina) all’interno del paniere di blog e riviste che hanno partecipato, perché i lettori possano verificare se il libro che hanno in mente sia stato da loro recensito. Dopo un primo periodo di sperimentazione speriamo di valorizzare ancora meglio questa funzione.

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(Qui, l’introduzione di Massimo Maugeri)

a cura di Francesca G. Marone

Calvino non basta mai
(da minima et moralia)

Non sono mai abbastanza le riflessioni e le letture su lui e sulla sua vastissima opera, perciò ho letto con estremo interesse il pezzo su Calvino che vi segnalo. Spesso quando parliamo di scrittura troviamo l’espressione “creativa” accanto alla parola che designa l’atto dello scrivere, cosa in particolare creiamo quando immaginiamo e quando traduciamo ciò che sentiamo dentro di noi in storie? Forse partiamo da ciò che conosciamo di più, dalle vite che ci sono dentro ed accanto, dalle cose che vediamo e dalle emozioni che noi stessi proviamo. Siamo certi di creare qualcosa in questo modo?Potremmo anche dire il contrario, cosa distruggiamo quando scriviamo? Calvino tentava di distanziarsi dal sé più intimo, diventare leggero, farsi altro da sé. Tuttavia in quel tentare una distanza nel percorso di una ricerca di assoluta oggettività c’era il trovare la parte più autentica di se stesso. E forse quella di chiunque poi avesse letto le sue parole. Severo sempre con se stesso, puntuale nelle revisioni, attento nella riscrittura, ci svela ancora segreti affascinanti ed utili sulla sua scrittura e su di lui.
Per saperne di più leggete qui…

* * *

Il giudizio collettivo come condanna
(da Lipperatura)

Mi colpisce particolarmente questo articolo, perché parla di donne, di bellezza, di influenza mediatica, di cattiveria, di accerchiamento e di emarginazione. Forse dell’immensa paura di invecchiare e di non saper più rispettare se stesse, con amore e gentilezza. Come possiamo rispettare le altre donne se non proviamo rispetto autentico per la nostra persona? E qual è il “limite” da non oltrepassare nel perseguire il tema dell’eterna giovinezza?Davvero la nostra incapacità di non dare giudizi lapidari sull’aspetto fisico di altre donne ci condiziona al punto dal non vedere più che dietro le labbra, i seni, le mani ci sia una persona, un individuo con tutta la sua intoccabile identità e dignità di essere umano? Sì, lo confesso, talvolta mi son sorpresa a dichiarare ad alta voce che tale signora dello spettacolo avesse esagerato con il ricorso alla chirurgia estetica trasformando il proprio volto in un viso da bambola. Posso non condividere alcune scelte femminili ma resto consapevole della personale libertà di scelta di cosa farsene del proprio corpo, sia da vivi che da morti. Soprattutto resto profondamente offesa dalla facilità di fare corpo unico nella cattiveria più bieca, accerchiando la vittima, sicuri che lei sia nell’errore e noialtri sempre e per sempre nel giusto.
Se avete voglia di approfondire e di porvi qualche interrogativo sulla questione, leggete qui…

* * *

Compatire l’umana sofferenza
(da Doppiozero)

L’immagine ha una sua potenza, nel bene e nel male, dipende dall’uso che ne facciamo con noi stessi, con le nostre sensibilità, i nostri sensi tutti, dipende dal rispetto con cui ci approcciamo a scrutare la vita che trasuda nei gesti apparentemente fermi di una fotografia. Questo mondo oggi ci stordisce, ci rapisce in un turbine di immagini e nella velocità del nostro assorbimento di quelle visoni che non hanno tempo di entrare dentro e di toccare le corde più profonde. Non tutte però. Non per tutti coloro che le osservano. Soffermatevi sulle meravigliose immagini di questo articolo, sulle parole sapienti usate per raccontare come lo sguardo di un fotografo autentico trapassa lo strumento e le abilità tecniche per porgerci la vita in ogni suo aspetto e palpito. E proviamo tutti insieme quel sentimento che pian piano sta quasi scomparendo far noi: la compassione. Senza anestesia al dolore o alla disperazione, riappropriamoci del diritto sacrosanto di patire con qualcun altro, di soffrire insieme a lui. Condizione necessaria per sentirci nella specie umana e poter comprendere il senso della felicità.
Per chi volesse ammirare le foto e leggere il pezzo, andate qui…

Francesca G. Marone

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a cura di Francesca G. Marone

Piccoli lettori in ferie
(da mammamogliedonna.it)

Ci occupiamo di letteratura e della sua diffusione e soprattutto condivisione sul web, perciò non poteva mancare uno sguardo al mondo dei nostri piccoli lettori. La lettura tanto può nascere per un moto autonomo tanto per un piccolo seme gettato dentro di noi da altri quando siamo bambini. Troppo spesso è vista come un obbligo legato ad impegni scolastici, senza gioia e senza una vera partecipazione emotiva, mortificando quello che è il senso più intimo della lettura : la grandezza di poter immaginare e vivere altre vite oltre la nostra. Aiutare un piccolo lettore ad orientarsi nei meandri di un mondo così affascinante ma tanto vasto da poter spaventare colui che vi si affacci per la prima volta, è un compito dei genitori ma anche di altri adulti che abbiano rapporti di interazione con i bambini. Tutti possiamo accompagnare un piccolo lettore nella scoperta del vasto campo dell’immaginazione scatenata dai libri. Questo blog che ho scoperto da poco e letto con grande interesse è molto seguito, ed anche se attualmente i miei bambini sono parecchio cresciuti, voglio sottolinearne la fondamentale importanza. Con cosa potreste accompagnare le vacanze dei vostri piccoli lettori?Quali le letture più appropriate? In che modo farli affascinare alle storie?
Se volete saperne di più leggete qui…

* * *

Esche digitali poco etiche
(da Lipperatura)

Molto delicato il tema trattato in questo bel pezzo di Loredana Lipperini, oserei chiamarlo un tema etico dalla cui riflessione non dovremmo sottrarci. Avete mai sentito parlare di “click bait”, o esca digitale? Probabilmente più di una volta siete stati attratti con questo espediente di marketing per attirare lettori, un trucco ormai utilizzato in larghissima, direi sconsiderata misura, da diverse testate online e cartacee. Siamo diventati tutti un po’ morbosi, divorati dall’interno da una malsana curiosità che ci conduce spesso con poca responsabilità alla scelta di una lettura o allo spulciare una notizia dimenticando che dietro fotografie, parole sensazionali e giudizi improvvisati ci sono vite di esseri umani, dolori tangibili e disperazioni inascoltate. La dura legge del marketing che giorni fa ha pubblicato la foto di una ragazzina e di una sorta di improbabile “esca indovinello” sul nome del suo presunto assassino. Pagheremo a caro prezzo tutto ciò, perciò riflettiamo tutti quando scegliamo cosa leggere, riflettano coloro che mettono in pasto le vite altrui senza un briciolo di etica comportamentale.
Grazie a Loredana Lipperini per ricordarcene l’importanza in questo articolo che vi consiglio di leggere con attenzione ed opportune riflessioni…

* * *

Hai letto l’ultimo film?
(da Letteratura e cinema)

Quante volte con gli amici abbiamo discusso della trasposizione cinematografica di un bel romanzo che però tradotto in immagini ci ha lasciato l’amaro in bocca? Oppure, più di rado, ma qualche volta accade, ci è capitato di esclamare ad alta voce “è ancora più bello del libro, il film è perfettamente all’altezza delle parole del romanzo …”. Se siete curiosi di sapere quali sorprese riserva il grande schermo per i prossimi mesi leggete le anticipazioni nell’ articolo qui di seguito. Io personalmente attendo con ansia “Le due vie del destino” ( The Railway man) con il bravissimo Colin Firth, basato su una storia vera: Eric Lomax catturato dall’esercito giapponese durante il secondo conflitto mondiale non riesce a liberarsi dai fantasmi del passato fino a quando non decide di affrontarli. Inoltre, sarò curiosa di vedere il film “Una promessa”, (A Promise) sempre in un ambito di atmosfere di guerra, tratto dal libro “Il viaggio del passato” dello scrittore magnifico Stefan Zweig che narra di amori ritrovati.
E voi avete mai immaginato di mettere su la regia del vostro romanzo preferito?
Qui l’articolo…

[Ne approfittiamo per segnalare questo vecchio dibattito online organizzato su Letteratitudine: "Meglio i libri o i film tratti dai libri?"]

Francesca G. Marone

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a cura di Francesca G. Marone

Musica e social book

(da Finzioni magazine)

Un’icona pop alle prese con la creazione letteraria, non è proprio una novità,  abbiamo avuto svariati esempi di autori letterari provenienti dal mondo della musica o dello spettacolo. Questa volta però è davvero singolare l’iniziativa del cantante  Pharrell Williams. Lui nasce come rapper della Virginia, poi diventa un’icona del mondo pop passando attraverso l’attività di stilista per brand super celebri tipo Moncler, Comme Des garçons e Adidas originals . In linea con le nuove sperimentazioni di ibridi fra scrittura e nuove tecnologie, Pharrell lancia il primo social book. Molti sono stati i tentativi più o meno riusciti di mettere assieme scrittura e linguaggi dei social media, questo pare essere alquanto singolare. Vita raccontata frammentata da parole scomparse, ladri lettori e soprattutto un orso.  Il tema mi incuriosisce alquanto anche perché strettamente collegato con un altro interessante pezzo che vado a consigliarvi più giù. Vi incuriosisce?

Leggete ed approfondite la questione qui…

* * *

La forza di raccontare

(da Minima et Moralia)

Gli scrittori non sortiscono tutti il medesimo effetto sul lettore, alcuni son bravi, bravissimi, altri sono più che bravi. Magici. Bernard Malamud è uno scrittore che ipnotizza, come un incantatore di serpenti ti cattura fra le sue storie e non ti lascia più andare; Philip Roth ha detto del suo libro Il commesso “ è Il capolavoro di Malamud” e pare che lo consideri come un maestro. Ho conosciuto la magia di questo scrittore attraverso la lettura di alcuni suoi racconti, editi da Einaudi, popolati da personaggi sempre in bilico fra realtà e sogno, mi ripropongo con grande interesse di leggere questo romanzo- peraltro già uscito in anni precedenti-. Niente artifici strani o originalità e sperimentazioni nella scrittura di questo autore che procede inesorabile nello svolgersi degli eventi mettendo a fuoco ogni dettaglio della vita dei suoi protagonisti. L’articolo che vi propongo di leggere vi farà innamorare delle storie di Malamud prima ancora di averlo letto, saprà suggerirvi le motivazioni più profonde per accostarvi per la prima volta a questo immenso scrittore oppure per gustare ancora una volta, se lo conoscete già, l’attrazione delle sue storie.
Per approfondire, qui…

* * *

Un caos ordinato

(da Nazione Indiana)

Siate ordinati, intimano le mamme ai loro ragazzi mentre si destreggiano fra un calzino bucato e una montagna di libri ammucchiati sul pavimento, siate ordinati, si rivolgono i datori di lavoro ai rispettivi collaboratori, siate ordinati quando esponete un pensiero o raccontate una storia. C’è un filo logico da seguire, una sequenza lineare, un numero uno e via di seguito fino al dieci. E’ davvero così importante distinguere i concetti di ordine e di disordine? Le vecchie procedure di riordino della parola oggi hanno ancora ragione di esistere? Se solo rivolgiamo il nostro sguardo al mondo di internet e alle sue non regole sicuramente qualche dubbio ragionevole sull’utilizzo delle vecchie categorie si solleva. In questo interessantissimo articolo si discute di giganti sulle cui spalle ancora poggiamo e sui cambiamenti sociali imposti ai nuovi metodi comunicativi. Non tutto è come sembra tuttavia. Nell’apparente caos comunicativo attuale qualcosa funge da elemento ordinatore. Cambia l’ordine, cambia il punto di vista della critica, nell’attuale spazio culturale. Relativismo, concetto del nuovo, cosa ha bisogno di credibilità per essere creduto?
Se volete approfondire questa discussione leggete qui…

Francesca G. Marone

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a cura di Francesca G. Marone

I somari di ieri e di oggi

(da “Le parole e le cose“)

Ricorderete tutti il Franti del libro Cuore, l’impertinenza fatta ragazzo, l’intolleranza totale alle regole del vivere civile e della convivenza scolastica, di certo se andiamo un po’ indietro con la memoria ai nostri anni della scuola, troveremo un Franti nella nostra classe. Tutti l’hanno avuto, ad alcuni ha fatto paura ad altri ha suscitato simpatia. Fermo restando le opportune considerazioni che ognuno di noi può fare sul libro di Edmondo De Amicis, pubblicato nel lontano 1886 in un paese in cui si era dato inizio alla legittima ma difficile battaglia per la scolarizzazione, allungando e portando a tre anni il termine di obbligatorietà nella scuola elementare ( Legge Coppino), il testo rappresenta uno specchio dello spirito dell’epoca e un’espressione della volontà di focalizzare attenzione e interesse alla funzione della scuola nella formazione delle nuove generazioni. Chi sarebbe Franti oggi? E con quali strumenti un maestro potrebbe gestire una personalità difficile oppure per usare le parole di Umberto Eco “malvagia” «è l’incarnazione del male, principio assoluto, senza fondo e senza storia» (Eco , Elogio di Franti). Vi propongo la lettura di questo saggio particolarmente interessante dove la figura di un diverso viene vista con occhi di scrittori come  P. Mastrocola, E. Affinati- che ha avuto esperienze dirette con ragazzi cosiddetti difficili- e D.Pennac.  Le riflessioni sulla realtà scolastica non sono mai abbastanza, una lettura che consiglio a tutti perché insieme possiamo trovare strumenti adatti a non relegare “i nostri Franti” in spazi recintati ma ad imparare a coinvolgerli e integrarli, un atto consapevole come risposta di un’intera società civile.

Per approfondire, cliccate qui…

* * *

Una risata intelligente ci salverà

(da “Doppiozero“)

Il valore della satira ha un sapore antico, risale perlopiù ai latini che ne sapevano far uso meglio e in maniera più pungente dei greci, da sempre strumento per deridere personaggi pubblici ma anche per guardare alla realtà delle cose sotto una luce diversa. La satira ha la forza di scardinare la faccia più convenzionale della cultura mainstream, è una voce contro corrente, un vento che smuove e fa pensare. Tutto ciò dopo avere suscitato una risata, talvolta non senza una punta di amarezza. Nel nostro paese abbiamo esempi di satira intelligente ed istrionica come Maurizio Crozza ma anche tanti altri che si esprimono attraverso le più svariate forme artistiche, dallo spettacolo al disegno alla letteratura. La satira è varietà di volti e voci e garanzia della libertà di alludere a personaggi e vizi canzonandoli e mettendone in luce gli aspetti più ridicoli. Cosa potrebbe accadere se in un paese non esistesse la satira? Ho letto con molto interesse l’articolo che vi propongo di approfondire, il pezzo in questione ci spiega le motivazioni dell’assenza dei veri giullari in Giappone dove esistono comici appartenenti alla stessa squadra, da cui non ci si potrà mai attendere un commento su un politico in vista o una battuta su un esponente del governo. Pena l’esclusione dal mondo dello spettacolo. Eppure non sempre è stato così, nel passato, durante il medioevo anche il Giappone aveva i suoi arditi buffoni, artisti del Kyogen, letteralmente “parola folle”, come deve essere il verbo libero da briglie dell’arte della satira.

Per saperne di più leggete questo bellissimo articolo

* * *

Quei dialoghi che ancora immaginiamo

(da “C’è vita su Marte”)

Pochi giorni fa è stato l’anniversario della morte di Antonio Tabucchi, molto letto, molto amato ed oggi molto ricordato anche attraverso alcune fra le sue opere più belle. Con l’occasione ho piacere di segnalare un neonato blog di letteratura, giovane, competente e di piacevole lettura. Nel suo riproporre il bellissimo “Dialoghi mancati “ di Tabucchi, l’autore del pezzo ci invita a fermarci un istante.

Ne abbiamo parlato anche noi a Letteratitudine con un articolo dedicato proprio qui.

Tabucchi e la morte, Tabucchi e l’incontro fra personaggi che forse si sono incontrati e forse no

ma che importanza ha? E’ importante la storia più di noi stessi.

addio caro Pirandello, ci vedremo certamente dopo.

arrivederci caro Pessoa ci vedremo certamente dopo…

Per dare un’occhiata leggete qui…

Francesca G. Marone

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a cura di Francesca G. Marone

Nudo di libro
(da Finzioni)

Cosa sareste disposti a fare per trascinare qualcuno nel fantastico mondo della letteratura? Vi mettereste forse come vostra mamma vi ha fatto, con una bella acconciatura elegante in una sala gremita con un libro fra le mani? Non so per voi ma per me è la prima volta che sento parlare di un’iniziativa del genere: donne nude abbigliate come le interpreti del burlesque leggono storie al pubblico. Non so se sia più evento spettacolo o una sorta di festival del nudo letterato il Naked Girls Reading è un evento pubblico volato dall’America a Londra, dove pare abbia un discreto successo. Secondo voi il nostro paese sarebbe pronto per un evento di lettura del genere?
Non lo so. Leggendo questo pezzo sono stata colta prima da un moto di sorpresa poi mi sono fatta qualche domanda in proposito. Non credo nella bontà dell’intento di attirare lettori credo piuttosto all’ennesima spettacolarizzazione per incuriosire la folla. Mi piace l’idea di potere condividere in pubblico la gioia della lettura ma penso possa essere fatto con strumenti appropriati e con meno voglia di stupire a tutti i costi.
Se avete voglia di approfondire leggete qui…

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La forza della musica
(da Doppiozero)

Quando un grande personaggio dell’arte o della musica va via lascia sempre un vuoto dietro sé, per Claudio Abbado è stato un vuoto riempito della musica che ha riunito ottomila persone fuori il Teatro alla Scala di Milano, dove Daniel Barenboim dirigeva la Marcia Funebre dall’Eroica di Beethoven. Strana ed inconsueta combinazione è un teatro vuoto ed una folla al suo esterno stretta in piazza ad ascoltare la musica in un abbraccio di commozione e gratitudine per ciò che il maestro ha dato lungo il corso della sua esistenza. Ha dato in termini umani con generosità ed altissima professionalità, una sempre elegante compostezza mai pretestuosa ma immensa nella semplicità che solo i veri grandi possono mostrare. Non starò a dirvi della sua biografia che molti di voi conosceranno o potranno leggere in tanti articoli ma vi invito a dedicarvi alla lettura di questo intenso pezzo di Andrea Cortellessa, da cui scaturiscono interessanti suggestioni sulla figura del direttore d’orchestra in genere e la sua relazione con il potere. Richiami storici, cinematografici e letterari di grande spessore- come Elias Canetti- fanno da sfondo a questo articolo.
Potete approfondire qui…

* * *

Vorrei il libro che non c’è
(da Booksblog)

Succede che un libro tiri l’altro. Succede perché la letteratura è fatta di rimandi, incastri di storie e di parole che si inseguono come le maglie di un pullover di lana. Uno scrittore racconta la sua storia e all’interno degli eventi semina un indizio, una voce che riporta il lettore ad un altro libro, ad un’altra storia. Così leggere diventa un percorso dove da una casella si salta ad un’altra senza mai smettere di meravigliarsi della dimensione immensa del mondo della letteratura. Tuttavia può capitare all’ignaro lettore qualcosa di strano, qualcosa che ha il sapore della magia. Sulla sua strada di lettore potrebbe trovare un richiamo ad un libro dal titolo accattivante ma che non esiste. Ci avete mai pensato? Io dopo la lettura di questo simpatico articolo farò più attenzione e magari cercherò di fare una classifica dei libri citati e inesistenti che vorrei leggere, così tanto per gioco, perché poi la lettura è il piacere di immaginare.
Andate a curiosare qui…

Francesca G. Marone

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a cura di Francesca G. Marone

Il dolore accanto a noi
(da Minima et Moralia)

Sono grata alla riflessione posta dall’autore nel pezzo che vi propongo di leggere, è qualcosa che ho sentito molto vicina a me, una ferita forse ancora aperta. Eppure è un bene che lo sia, perché fa parte di quel sentire sulla pelle le emozioni della nostra vita ma anche di quella vita che nostra non sembra essere. Vivere accanto alla malattia o al dolore di un essere umano è esperienza che ci riconduce alla vita e non alla spettacolarizzazione di essa. E cosa può fare la letteratura di fronte al dolore? Molto, moltissimo. Oltrepassare tutti i filtri che il morboso risucchio mediatico opera ogni giorno su di noi. Così leggendo il necessario articolo di Raimo, ho rivisto dinanzi agli occhi tutto lo sciame irrispettoso di immagini di malattia, dolore, disgrazie, capitate a personaggi pubblici nell’ultimo periodo, le ho viste ma ne ho vissuto nell’animo soltanto un riverbero. “Le esperienze migliori che credo si possano fare nella propria vita sono quelle di stare vicino a una persona sofferente” scrive l’autore, concordo pienamente, ed aggiungo: ridare una dignità alla sofferenza fisica di coloro che ci assomigliano diventa condizione necessaria per vivere pienamente. Certi passi di testi della letteratura raccontano la malattia come fosse un passaggio per una dimensione altra, ci aiutano ad avviare quel processo di elaborazione del lutto che ci necessita per andare avanti. Inoltre, l’immagine dell’articolo, la raffigurazione di un dipinto della pittrice messicana Frida Kahlo, è qualcosa che porto nel cuore, e che ho avuto modo di vedere mesi fa a Parigi, in cui la tangibilità della sofferenza è così toccante da fare del male alle proprie ossa.
Se avete voglia di approfondire il tema, compresi i suggerimenti per letture interessanti sul tema, leggete qui…

* * *

Un libro dopo i pasti
(da Booksblog)

Naturale conseguenza della lettura di cui vi ho accennato sopra, è il pezzo che vi illustro. Può un libro far del bene alla nostra salute? Al di là dell’intrinseco piacere della lettura in sé, quale male e in che modo può guarire la lettura di un buon libro? Ad esempio: possiamo lenire i dolori reumatici con un bel Calvino, o le sofferenze per un amore finito con Emily Brontë. Qualcuno ha pensato di raccogliere in un testo diverse “ricette” letterarie per i nostri malanni, sarà pure curioso o farà storcere il naso al medico curante ma noi siamo ben lieti che possa esserci una ragione di più, come cantava Ornella Vanoni, per acquistare e leggere un buon libro. Del resto precedenti illustri avevano già dispensato qualche consiglio in proposito. Freud sconsigliava assolutamente la letteratura scientifica al cosiddetto paziente nevrotico, e Jung suggeriva, diversamente, la lettura in generale ad ogni ammalato per la sua funzione intrisa di simbolismi. Senza dimenticare che il legame strettissimo fra medicina e letteratura si è fatto vivo in molte figure importanti della letteratura mondiale, come ad esempio in Anton Čechov, insieme medico e scrittore. E voi cosa consigliereste al vostro amico bisognoso di cure?
Per curiosare sull’argomento, andate qui…

* * *

Dibattito sul realismo
(da Le parole e le cose)

Esiste davvero questo ritorno alla realtà nella letteratura e nella cinematografia? Quello che qualcuno ha chiamato il neo-neorealismo in cosa consiste esattamente? A quali riferimenti ed indicazioni bisogna far fronte per aderire alla forma di realismo dell’epoca che è stata definita “la fine del postmoderno”? Il pezzo che vi propongo di leggere tenta di produrre un quadro delle tematiche accennate, e per quanto molte di esse siano ancora aperte e dibattute, risulta interessante farne lettura e riflessione anche privata. Mi hanno molto colpita i numerosi post di risposta, alcuni un po’ fumosi e piccanti nella polemica, ma altrettanto interessanti per farci comprendere la necessità di un dibattito su questi temi che sia comprensibile anche all’appassionato fruitore di letteratura e non esclusivamente a chi di questa ne faccia un mestiere accademico. Le letture suggerite sono molte, da Ferraris a Berardinelli e Ferroni, così come gli spunti di riflessione sull’utilizzo delle categorie in campo letterario. L’ipertrofico senso di realtà propinatoci anche dalla sovrabbondanza di reality trasmessi in televisione, ci rende ancora più arduo il compito di carpire quale sia effettivamente la realtà di cui leggiamo o narriamo nella scrittura. Cosa scegliere fra personaggi e fantasmi? E’ uno dei quesiti suggeriti dall’autore di questo articolo nel richiamo alla bellezza di una frase di Sciascia, i fantasmi dei fatti, nel suo capolavoro “La scomparsa di Majorana”. E forse noi sappiamo cosa rispondere.
Se avete voglia e buona volontà, buttatevi nella lettura di questo pezzo interessantissimo, ed anche dei suoi commenti…

Francesca G. Marone

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Osservatorio LitBlog n. 28 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2013/12/04/osservatorio-litblog-n-28/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2013/12/04/osservatorio-litblog-n-28/#comments Wed, 04 Dec 2013 18:36:37 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=5663 (Qui, l’introduzione di Massimo Maugeri)

a cura di Francesca G. Marone

Padri e libri

(da Doppiozero)

Il tema qui trattato mi è particolarmente caro, non è un argomento nuovo a noi di Letteratitudine che ne abbiamo discusso ampiamente in un post dedicato, anni fa. Ultimamente si è molto discusso della figura del padre, della sua assenza, del suo cambiamento profondo, c’è stato un proliferare di libri, saggi e romanzi, incentrati sulla figura del padre. Anche Letteratitudine ha avuto occasione di presentare uno di questi romanzi nell’ultima puntata in radio; ma di cosa esattamente parliamo quando affrontiamo il tema della figura paterna? Leggendo il pezzo che vi propongo rifletterete con me sul fatto che la nuova modalità di espressione della paternità emersa negli ultimi anni, non ha rappresentato uno squarcio illuminante sulla questione dell’assenza della figura paterna in quel processo chiamato da qualche studioso “rarefazione” della paternità.
Essere padre è un dato storico, dipende da fattori culturali, l’autorità paterna ha subito negli anni una forte deprivazione di forza. Un processo che lentamente ha allontano anche l’immagine negativa costruita nella storia della paternità- il padre terribile ad esempio- accostandola sempre più ad un’immagine del padre come surrogato materno. Due romanzi, due cifre stilistiche differenti per lo stesso toccante tema sono usciti da poco. Se siete curiosi di saperne di più potete approfondire qui…

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Musica e parole

(da L’Indice dei libri del mese online)

Parlare di musica è sempre qualcosa di emozionante, rappresenta un’iniziativa lodevole e coraggiosa. La musica accompagna i momenti della nostra vita, sottolinea ogni ricordo, ci fa gioire e commuovere. Non ci sono molte iniziative di questo genere e sicuramente ce n’è un bisogno maggiore, tale è il bene che fa la musica alle nostre vite. Purtroppo però l’autore di questo pezzo ritiene il tentativo di “parlar di musica” del libro di Stefano Bollani non riuscito in pieno. Qualche volta l’ho visto in trasmissioni televisive, l’ho apprezzato per la spontaneità, per il calore trasmesso con la semplicità delle parole e per l’immediatezza della musica meravigliosa che sa donarci ma, pare, che Bollani nella veste didattica di maestro del mondo della musica non sia all’altezza delle aspettative. Intanto sarei curiosa di leggere il libro in questione. Se avete voglia di approfondire, leggete l’articolo di un esperto qui…

Mi permetto inoltre di ricordare agli appassionati della materia che su Letteratitudine abbiamo uno spazio fisso su cui poter discutere di musica e letteratura.

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Chi ricorda i figli dei fiori, Joan Baez e Bob Dylan?

(da Facci un salto)

Ci sono epoche che restano per sempre nella memoria collettiva, con i propri sogni e le proprie speranze tradite, il ricordo del profumo dei fiori fra i capelli, i piedi scalzi, le gonne a fiori ma soprattutto la musica che queste epoche hanno portato con sé. Gettarsi dentro l’atmosfera di quegli anni, i Sixties, e del fermento che hanno saputo generare in campo ideologico, culturale, musicale, è fare un viaggio a ritroso nel tempo, scoprire che dal dissenso giovanile di quell’epoca nacque un fiume di stimoli, non sempre chiaro a coloro che ne hanno poi colto l’eredità. I germi della controcultura americana possono ritrovarsi molto prima di quanto noi immaginiamo, antecedenti agli anni Sessanta in cui prenderà forma la grande protesta giovanile in una voce collettiva che s’alzerà in tutto il mondo occidentale. Ci sembra quasi di vederli radunati in gruppi, stretti l’uno accanto all’altra, questi ragazzi con i baffi e le ragazze dai capelli lunghi attorno ad un fuoco dove sono nate ballate e melodie. Nostalgici di una certa musica, curiosi di un’era che ci ha segnato profondamente, possiamo goderci la lettura della storia degli Hippie, dei punti fermi della evoluzione del movimento, dei musicisti che se ne sono fatti voce immortale, e del suo decadere. Superfluo ricordare i doni della letteratura scaturiti da quegli anni, come Jack Kerouak, William S. Burroughs, Henry Miller. Ricordo ancora con una punta di nostalgia, per la capacità di provare quel tipo di forti emozioni, quando da ragazzina presi in prestito da mia sorella maggiore “Sulla strada” e “La scimmia sulla schiena”. Quest’ultimo, spietato e cinico sguardo sulla dipendenza dalle droghe, mi fece conoscere il buio della disperazione descritto dalla forza semplice delle parole, come uno scienziato che narra, con la lucidità di un vivisezionatore, una vita distrutta dalla droga e poi la sua rinascita. Il pezzo che vi suggerisco di leggere, un approfondimento sul tema Hippie, è parte di un neonato magazine il quale si propone come un insieme di voci eterogenee, una forma di giornalismo partecipativo fondato principalmente sulle emozioni, lo potete leggere qui…

Francesca G. Marone

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a cura di Francesca G. Marone

Maschi che muoiono
(da Nazione Indiana)

In un periodo in cui si parla spesso di una questione femminile legata alla drammaticità del tema del femminicidio sembra strano, a prima vista, trovarsi di fronte ad un articolo che parli di suicidio con un’ottica di genere squisitamente maschile. Eppure vi dico che questo articolo è un forte stimolo ad abbandonare una visione culturalmente arretrata di un mondo chiuso in stereotipi legati tanto alla questione femminile quanto a quella maschile. Un invito a pensare ad una questione legata alla sfera più ampia dell’individuo e alla sua identità. Ciò che mi è piaciuto, e che condivido pienamente, è la necessità di riformare l’idea in cui strettamente stanno le definizioni dei ruoli e le sofferenze legate alla rigidità degli schemi imposti dal sistema entro cui tutti noi viviamo. I casi di suicidio fra uomini aumentano, rispondono ad una tragica inadeguatezza ai ruoli sociali ed economici ed una mancata possibilità di adattamento al cambiamento. Tuttavia il dato positivo di questa tragedia è il fatto che oggi almeno si possa parlare di queste morti, ci si fermi per un attimo a riflettere sugli eventi. Forse la sensibilità maschile sta cambiando- diventando meno “maschile” e sarebbe ora di porre l’attenzione a questo cambiamento e di offrire l’opportunità alla società di rispettare le individualità, in quanto tali, in un’epoca di totale smarrimento.
Se avete voglia di approfondire un tema molto interessante, leggete qui…

* * *

Sì viaggiare
(da Via delle belle donne)

Da instancabile viaggiatrice del passato non potevo non restare felicemente impressionata e coinvolta emotivamente dall’articolo sulle scrittrici viaggiatrici che vi propongo di leggere. Non solo scrittori viaggiatori alla Chatwin dunque, le scrittrici donne, anche nel lontano passato, e con mille difficoltà, sono andate alla scoperta del mondo, incuriosite da culture diverse e paesaggi esotici che hanno poi dato linfa alle loro penne come nel caso delle due scrittrici qui menzionate: Freya Stark e Isabelle Eberhardt.
La Stark, esploratrice e saggista britannica, ha trascorso la prima parte della sua vita nel nostro paese ed è stata nel ’72 insignita dell’onorificenza di Dama Comandante dell’Ordine dell’Impero Britannico. Ha scritto molti saggi che narrano di esperienze in terre difficili come le remote regioni dell’Iran e l’entroterra dell’Arabia meridionale. Attratta dall’osservazione dell’animo umano viaggiò con il corpo e con la mente ma soprattutto col cuore, come molti oggi non sanno più fare. La seconda, Isabelle Eberhardt, amò i silenzi del deserto nord africano, pare viaggiando sotto le spoglie maschili di un cavaliere, innamorandosi del Magreb e della cultura islamica e raccontandone nei suoi libri con rara sensibilità.
Se avete il desiderio di sapere di più di scrittrici viaggiatrici, leggete il pezzo che vi propongo qui…

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Buon compleanno Josè!
(da Booksblog)

Molti di voi avranno letto i suoi libri ed amato le sue parole, io sono fra quelli. Ritengo “Cecità” uno dei libri cardine per la mia formazione, per la mia visione della vita, una lettura che mi ha donato un paio di occhiali per vedere il mondo in 3D. Sono felice che non si parli di uno scrittore soltanto nel momento della sua morte imminente ma che si possa fare una sorta di memento il giorno del suo compleanno, per uno scrittore così importante come Josè Saramago è davvero un dono per noi tutti. Vi consiglio di andare a visitare il blog che, qui nel pezzo a lui dedicato, viene indicato, vi consiglio anche di leggere tutti i suoi pensieri e varie riflessioni- fra cui molte sulle sorti della nostra Italia – nel libro che li raccoglie : Il Quaderno- traduzione autorizzata dei pensieri del suo blog. Così da poter avere l’opportunità di riflettere con una grande mente annotando spunti e note sulla pagina.
Tanti auguri Josè, e grazie che si parli sempre e ancora di te.
Per leggere, cliccate qui…

Francesca G. Marone

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Osservatorio LitBlog n. 26 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2013/11/01/osservatorio-litblog-n-26/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2013/11/01/osservatorio-litblog-n-26/#comments Fri, 01 Nov 2013 21:27:26 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=5578 (Qui, l’introduzione di Massimo Maugeri)

a cura di Francesca G. Marone

Quante facce ha l’informazione?
(da Doppiozero)

Ormai siamo immersi nella cultura digitale ed anche il modo di fare informazione ne è stato totalmente influenzato. Costantemente connessi, abbiamo la spinta a comunicare ed a condividere ogni novità, ogni stato d’animo, ogni cambiamento. Il Liveblogging è la faccia del nuovo giornalismo sul web. Cosa è cambiato nella modalità della raccolta delle informazioni e soprattutto nella comunicazione di queste al destinatario? Una parte fondamentale di questo cambiamento la svolge la cooperazione da parte del lettore nella creazione dei contenuti da pubblicare, il cosiddetto UGC ( User generated content). Fotografie, video realizzati in proprio vanno a formare quel flusso di notizie co-generato da più individui e poi lanciato nella blogosfera. Cosa rischia questo tipo di produzione delle notizie e cosa d’altro canto può apportare di nuovo al modo di fare giornalismo oggi?
Se vi incuriosisce saperne di più leggete l’ottimo articolo che vi propongo qui…

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Scrittura ed altro
(da Le parole e le cose)

Molti lettori di Letteratitudine sono anche scrittori, alcuni amano semplicemente la parola scritta e la dimensione in cui questa ci trasporta. E’ su questa riflessione che ruota il bellissimo tema riportato nell’articolo che vi propongo di leggere. Una conversazione fra il critico Claude Bonnefoy e Michel Focault sulla relazione fra la scrittura e la morte, la scrittura e il tempo presente, la scrittura e la parola. Molto intense le frasi come “È perché sono già morti che posso scrivere come se la loro vita, finché c’erano, sorridevano, parlavano, mi avesse in qualche modo impedito di scrivere.” Oppure ancora “Per me la parola comincia dopo la morte, e una volta che c’è stata quella rottura.” Spesso ho riflettuto sulla necessità di mettere distanza fra il vissuto e la possibilità di raccontarlo, ho letto perciò con grande passione queste frasi di Bonnefoy. E’ estremamente carnale il discorso sulla parola e sul rapporto col foglio.
Vi consiglio di non perdere questa bellissima occasione di riflessione e di leggere qui…

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Apocalittici o integrati
(da Lipperatura)

Ancora se ne parla, ed è giusto farlo in maniera corretta come in questo articolo di Loredana Lipperini. Digitale Vs cartaceo? Non direi, direi piuttosto correttezza e lealtà comportamentale contro disonestà e mancata tutela dei diritti degli scrittori. Su questo ed altro ragiona l’autrice mettendo in guardia dagli innumerevoli trabocchetti del mondo dell’editoria a pagamento o del self-publishing che per inteso non è un concetto sbagliato in sé ma può diventarlo se contiene promesse illusorie di vendite vertiginose. Muoversi fra le varie opportunità di pubblicazione attualmente offerte ad un aspirante scrittore è arduo ma come suggerisce l’autrice è possibile ed anche auspicabile farlo dignitosamente e sempre stando dalla parte della scrittura. Che poi sia buona o cattiva lasciamolo decidere a chi avrà l’occasione di leggere il prodotto finale.
Per approfondire l’argomento leggete qui…

Francesca G. Marone

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Osservatorio LitBlog n. 25 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2013/10/15/osservatorio-litblog-n-25/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2013/10/15/osservatorio-litblog-n-25/#comments Tue, 15 Oct 2013 20:53:38 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=5530 (Qui, l’introduzione di Massimo Maugeri)

a cura di Francesca G. Marone

Non solo dolore

(da Nazione Indiana)

Senza parole, si resta per un momento senza parole di fronte alla tragedia di Lampedusa. Ma poi bisogna trovare le parole giuste, e che non siano solo di dolore ma di promesse concrete; c’è una parola in particolare nella lettera di Arminio che vi propongo di leggere e di tenere ben stretta : Decoro. E non l’ho scritta con la maiuscola per errore ma per dare dignità a questa parola che pare essere scomparsa da ogni campo della nostra vita ultimamente. Dovremmo garantire il diritto sacrosanto, ad ogni cittadino del mondo, di spostarsi da terre sofferenti e difficili verso la possibilità di altri destini, e soprattutto di poterlo fare con ogni mezzo legale e sicuro disponibile. Insomma una vita vissuta ovunque si voglia ma vissuta con decoro. E perché la speranza di un futuro migliore non si perda più fra le onde del mare. Altro non saprei dirvi se non di leggere e riflettere sulle intense parole che seguono qui…

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Un Nobel meritatissimo

(da Minima et Moralia)

Non potevo non scegliere un pezzo fra i tanti scritti sull’attribuzione al Nobel per la letteratura alla scrittrice canadese Alice Munro. Possiamo dirlo, spesso è capitato di essere sorpresi dalle scelte fatte, di non condividerle completamente, o di restare qualche minuto meravigliati di fronte ad un nome di autore davvero poco conosciuto e poco letto. Personalmente ho provato un senso di benessere e di sollievo quando ho letto il nome della Munro, di cui ho amato la pacata serenità nel raccontare anche gli eventi più drammatici e difficili. Tutto sembra essere a noi vicino nelle storie della Munro, tutto così semplicemente vero da far dimenticare l’arte narrativa altissima che c’è dietro il lavoro di ricerca delle parole giuste.
Leggete l’articolo bellissimo di Nicola Lagioia, ma soprattutto per chi ancora non conoscesse le sue storie, lasciatevi accarezzare dai racconti di Alice Munro.
Per approfondire, qui…

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Dimenticare, mai

(da Booksblog)

La letteratura come funzione sociale, memoria viva di un passato che non deve restare inerme e muto alle nostre spalle. La letteratura si fa voce per ricordare le vittime di disastri ambientali, spesso tristemente annunciati e mai ascoltati, come quello di cinquant’anni fa: il dramma delle vittime del Vajont. I problemi legati al dissesto idrogeologico del nostro paese, martoriato e sfruttato nell’utilizzo del territorio, li conosciamo bene ma sapere che se ne possa parlare e raccontare nei libri può far sentire meno soli tutti noi.
Tengo molto quindi a segnalarvi l’articolo che segue e che illustra i tre progetti di libri che narrano la storia drammatica del Vajont e il rapporto in generale fra natura e storia. Di sicuro ci sarà altra letteratura che aiuterà il mondo dei vivi a non dimenticare coloro che hanno subito tragedie e che non hanno più voce per poterle raccontare. Siamo grati a queste voci.
Per approfondire, qui…

Francesca G. Marone

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Osservatorio LitBlog n. 24 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2013/08/02/osservatorio-litblog-n-24/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2013/08/02/osservatorio-litblog-n-24/#comments Fri, 02 Aug 2013 15:15:32 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=5355 (Qui, l’introduzione di Massimo Maugeri)

a cura di Francesca G. Marone

Chi ben comincia…
(da Finzioni)

Quante volte avete aperto un libro nuovo e dopo le prime righe lette vi è venuto il dubbio che non fosse una buona lettura? Credo sia capitato a molti di noi, anche se poi ci siamo sforzati di andare oltre e proseguire ugualmente nella lettura del libro.
Pare che alcuni scienziati americani abbiamo ipotizzato che l’impressione formata nei primi secondi in un incontro difficilmente potrà essere cambiata in seguito, a prescindere che questa sia giusta o meno. Gli americani chiamano questo spazio di sensazione il “blink”, il baleno che ci oltrepassa condizionando scelte future, il blink potrebbe accadere anche quando leggiamo le prime parole di un libro. Perciò attenzione a questo articolo in cui si evidenziano gli incipit più belli di scrittori illustri e molto letti. Ne troverete di celebri e bellissimi ma il pezzo è uno stimolo divertente per poter pensare al vostro incipit del cuore. Io intanto ho trovato il mio: “Myriam,
tu non mi conosci e, quando ti scrivo, sembra anche a me di non conoscermi. A dire il vero ho cercato di non scrivere, sono già due giorni che ci provo, ma adesso mi sono arreso.
Ti ho vista l’altro ieri al raduno del liceo. Tu non mi hai notato, stavo in disparte, forse non potevi vedermi. Qualcuno ha pronunciato il tuo nome e alcuni ragazzi ti hanno chiamato “professoressa”. Eri con un uomo alto, probabilmente tuo marito. È tutto quello che so di te, ed è forse già troppo. Non spaventarti, non voglio incontrarti e interferire nella tua vita. Vorrei piuttosto che tu accettassi di ricevere delle lettere da me.”
D.Grossman “Che tu sia per me il coltello”.
Buona lettura qui…

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Sbagliando s’impara?
(da Sul Romanzo)

Spesso siamo tentati dal correggere chi parla o chi ci ha scritto qualcosa mettendo in luce un errore grammaticale o semplicemente di distrazione. Nessuno è immune dalla sindrome “maestrina”. Trovo particolarmente utile e interessante lo spunto offerto da questo articolo sulla lingua e il confine esistente fra giusto e sbagliato. Apprezzo molto la riflessione sulla necessità di distinguere fra testo e contesto, cosa che spesso non facciamo con facilità. Quasi come se cogliere in fallo un altro sia un merito per noi stessi. La lingua è materia duttile, viva, parte integrante del nostro sistema di comunicazione, oltre che un insieme coerente di regole che l’individuo apprende e interiorizza per poi poter utilizzare nei contesti vari. Attente riflessioni e ricchi spunti di confronto sul tema ci vengono proposti nel pezzo che vi suggerisco di leggere…

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La critica è ancora viva?
(da Satisfiction)

Si moltiplicano gli scrittori, aumentano a dismisura anche i critici letterari, ma questi di che stoffa sono vestiti? Il saggio di Domenico Calcaterra, qui presentato, sembra lanciare un grido di bisogno di vita nel panorama della critica italiana non troppo felice negli ultimi anni. Cosa mancherebbe ai critici nostrani? Semplicemente l’amore e la passione per la lettura, quel faro che dovrebbe guidarli nella scelta di un libro, nel giudizio di un autore, quella coraggiosa spinta che fa tuffare nelle parole scritte da altri e concede la forza di consegnarle a chi non le conosce. Oppure di non farlo, ma non perché ci si muova nella logica degli interessi editoriali o dei vantaggi personali, solo onestamente perché non si siano amati quegli scritti.
Per approfondire leggete qui…

L’Osservatorio Litblog e la sua osservatrice vi augurano buone vacanze e vi danno appuntamento a nuovi sguardi nella blogosfera letteraria a settembre!

Francesca G. Marone

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Osservatorio LitBlog n. 23 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2013/07/09/osservatorio-litblog-n-23/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2013/07/09/osservatorio-litblog-n-23/#comments Tue, 09 Jul 2013 07:44:23 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=5320 (Qui, l’introduzione di Massimo Maugeri)

a cura di Francesca G. Marone

Tradurre che fatica!
(da L’Indice on line)

Ne abbiamo discusso spesso su Letteratitudine, con ospiti illustri e con tutti i commentatori affezionati, abbiamo anche una sezione dedicata: laboratorio di traduzione, dove insieme abbiamo ragionato sull’impegno del traduttore e sulla presenza necessaria di un buon lavoro di traduzione per poter godere della lettura dei tantissimi capolavori del mondo della letteratura. Dunque mi preme molto proporvi la lettura di questo bel pezzo da cui trasudano passione, impegno e soddisfazione del lavoro di una traduttrice a cui sono particolarmente grata. Ho sempre amato tanto la cultura e la lingua giapponese, da ragazza sognavo di partire e di vivere lontano dalla mia città, in qualche angolo del Sol levante. Oggi senza rammarico perché sono grata alla vita e a ciò che mi ha donato, ricordo con tenerezza i sogni di una studentessa di giapponese e soprattutto la grandiosità di una lingua estremamente complessa ma immensamente affascinante. Tradurre un autore significa compenetrare il suo mondo, portarselo addosso, nella pelle per molto tempo, e posso solo immaginare cosa significhi con un autore come Murakami. Murakami non può lasciare indifferenti, ti trascina dentro le sue parole con forza, in un continuo oscillare fra sogno e realtà, al punto che non capsici più a quale mondo appartieni mentre stai leggendo. E forse è tale la bellezza di ciò che leggi che neppure ti interessa saperlo! Non posso che consigliarvi di leggere questo autore con tutto il cuore, e non posso che suggerirvi di leggere ed apprezzare ogni parola dell’articolo della bravissima traduttrice Antonietta Pastore che ci permette di avere fra le mani uno dei più grandi ed originali scrittori viventi. Grazie al lavoro di tanti traduttori italiani a cui m’inchino con grande ammirazione!
Leggete qui…

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Come i vecchi cantori
(da Booksblog)

Certo siamo tutti amanti della parola scritta ma proviamo per un attimo a pensare a cosa accadrebbe se in un futuro apocalittico scomparissero tutti i libri, come nella terribile storia Fahrenheit 451 di Ray Bradbury!
Senza tornare ai tempi in cui a scuola ci facevano imparare a memoria ogni poesia anche senza capirne il significato, sarebbe bello tornare a dare il giusto peso all’oralità, riprendere a raccontare le storie come quando la sera sul ciglio del letto si lascia andare libera l’immaginazione per far addormentare i bambini.
Anche se l’evento segnalato in questo articolo è già trascorso, mi piace portarlo alla vostra attenzione. Magari da noi in Italia qualcuno potrebbe trarne ispirazione ed organizzare un evento simile dove raccogliere voci che abbiano la gioia di condividere insieme tante storie da raccontare.
L’articolo che parla dell’evento a Vendõme in Francia lo trovate qui…

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Istruzioni con ironia
(da Vibrisse)

Sempre utili e frizzanti i consigli di Giulio Mozzi sull’arte dello scrivere. Qui un decalogo di cose da evitare come la peste per non fare gettare il vostro manoscritto nel cestino alla seconda pagina. Mi sono molto divertita anche se ho constatato che diversi punti fanno parte di trame già lette, velatamente o meno velatamente già sfruttate e pubblicate. Potremmo anche dire che la trama non è tutto, e prendere a modello lo stile, la capacità di creare atmosfera, lo spessore dei personaggi, l’arte del dialogo, o tanto altro che dovrebbe far parte della cassetta degli attrezzi di un buon narratore. Divertitevi a leggere ma vi consiglio di non prendere alla leggera i suggerimenti di Mozzi, ci sono molti spunti per rileggere con spirito critico il proprio manoscritto prima di chiuderlo in busta e spedirlo.
Il pezzo è qui…

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Osservatorio LitBlog n. 22 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2013/06/19/osservatorio-litblog-n-22/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2013/06/19/osservatorio-litblog-n-22/#comments Wed, 19 Jun 2013 16:22:13 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=5282 (Qui, l’introduzione di Massimo Maugeri)

a cura di Francesca G. Marone

Il vero e il falso di Cameron

(da Doppiozero)

Ho sempre amato le storie semplici, quelle che sanno restituire al lettore un’immagine di qualcosa di conosciuto, a dispetto delle storie tutte trame, in cui ti imprigioni già nelle immagini cinematografiche e pensi che tutto sommato è sì bella ma a te, proprio a te lettore, tutto quello che è raccontato non potrebbe mai accadere. Peter Cameron non sorprende con grandi fuochi, ma accarezza con la semplicità della sua ironia, con piccoli gesti che sembrano non aggiungere alla complessità del mondo, invece la contengono tutta all’interno. Si può narrare per sottrazione, e qui l’assenza di Tony si estende come un’ombra sul presente dei protagonisti e sul tranquillo weekend in campagna. I sentimenti che attraversano la storia rappresentano per noi il vero e il falso, come dice l’autore di questo articolo, la vita si cristallizza e ci lascia con un sapore finale che sa molto di rassegnazione.
Per saperne di più leggete la presentazione del libro di Peter Cameron Il Weekend, qui…

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Istruzioni per la vita di un manoscritto

(da Le parole e le cose)

Fra i lettori di Letteratitudine ci sono sicuramente scrittori emergenti o aspiranti tali, dunque ritengo particolarmente interessante ed utile segnalare questo articolo, che in realtà è uno stralcio di un vero e proprio saggio sull’argomento: un’analisi sul percorso di scelta degli editori. A quali criteri dovrebbe rispondere un manoscritto per passare al vaglio ed essere scelto da un editor e poi pubblicato?
E’ importante la storia, il tema o l’originalità della voce dell’autore? Il focus è centrato o non so ancora a quale categoria di scritto potrebbe appartenere la mia storia? Ho veramente qualcosa da dire e da far “passare” a chi mi dovrebbe leggere? Un esauriente quadro storico e descrittivo del mondo editoriale italiano apre il pezzo segnalato, per proseguire con un’attenta analisi effettuata con tecniche qualitative e di codifica dei termini più presenti nelle scelte dei manoscritti, attraverso l’ausilio di un software per analisi delle corrispondenze. Molto rilevante la differenza fra le parole emerse riguardo alle scelte di una casa editrice, piccola o medio-grande, rispettivamente comparate per categorie di lingua-voce- stile da una parte e storia-tema dall’altra. Ho trovato questo articolo ricco di spunti interessanti e ne consiglio vivamente la lettura : 1. per chi ha intenzione di proporre un proprio manoscritto e 2. per coloro che hanno la curiosità di capire meglio i meccanismi di scelta degli editori.
Vale la pena soffermarsi qui…

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Percorso di scrittura

(da Sul Romanzo)

In tema con quanto segnalato nel precedente pezzo, vi propongo la lettura di questa intervista realizzata da Morgan Palmas al finalista del Premio Campiello: Giovanni Cocco. I passi incerti dell’inizio, il lavoro, il caso, la struttura e l’idea, tante confidenze scaturite da questa bella intervista si legano al cammino dell’autore che si qui si confida ma che potrebbe essere quello di molti altri scrittori. La sofferenza per i primi rifiuti, la mole inimmaginabile di cartelle scritte, le rivisitazioni continue del testo, ma anche molti spunti che possono diventare consigli pratici per chi stesse cimentandosi con la difficile seppure meravigliosa arte della narrazione.
Per leggere l’intervista completa andate qui…

Francesca G. Marone

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(da Doppiozero)

Il libro segnalato nell’articolo che vi propongo interessa particolarmente noi Letteratitudiniani, già sensibili al tema trattato. “Blitzkrieg tweet, come farsi esplodere in rete” è un testo che incuriosisce molto, per l’argomento trattato in maniera originale rispetto alle proposte del panorama letterario italiano,  riguardo all’utilizzo dei social media. L’autore si serve della metafora della guerra e del richiamo alla strategia di Von Clausevitz, mantenendo un equilibrio delicato fra l’ironica leggerezza e la impegnativa serietà delle strategie di guerra. Il libro prende anche in analisi alcuni casi attuali in cui lo spazio virtuale è diventato davvero un campo di battaglia e ci aiuta a comprendere meglio superando le barriere degli stereotipi e dei pregiudizi che circolano sul mondo virtuale, in particolare i falsi miti su Twitter. Tutti sappiamo quanto sia fondamentale cavalcare l’onda della comunicazione attraverso il web ed i suoi principali strumenti, ma farlo con la giusta consapevolezza dei propri mezzi può fare la differenza.
Buona lettura qui…

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Mettiamoci alla prova
(da Finzioni)

In tempi in cui la parola condivisone pare essere diventata un mantra, vi propongo la lettura di questo articolo in cui è segnalata una iniziativa particolarmente stimolante. La misteriosa scrittrice Amelie Nothomb si lancia in un esperimento di scrittura collettiva sul web, coinvolgendo i lettori, aspiranti scrittori, nella stesura di alcune parti del suo nuovo racconto. È semplice partecipare, bisogna andare sulla pagina facebook della scrittrice e proseguire nei commenti la frase dell’incipit proposto. Non è di certo la prima autrice a tentare l’esperimento, tuttavia sono sicura che attirerà molteplici contributi dato il largo pubblico, soprattutto giovanile, che la segue e la apprezza da tempo.
Io penso proprio che mi divertirò nel cimentarmi!
Per saperne di più leggete qui…

* * *

Il colore degli strafalcioni
(da Satisfiction)

Dietro la leggerezza e l’ironia che mi ha strappato un sorriso mentre leggevo l’articolo, un po’ di amarezza per la verità emerge: davvero siamo così ignoranti? Un libraio simpaticissimo ed acuto ha pensato bene di annotare e pubblicare tutti gli strafalcioni dei clienti- lettori entrati nella sua libreria a chiedere libri dai titoli improbabili. “ Ce l’ha un libro marrone? L’agra vita di un libraio” pubblicato dalle edizioni Ouverture raccoglie le richieste bizzarre del pubblico. Fra le più divertenti: “l’Amuleto di Shakespeare” e “Uno, dieci e centomila” ma come potete intuire, leggendo il libro, secondo me ne troverete delle belle.
L’articolo lo trovate qui…

Francesca G. Marone

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Osservatorio LitBlog n. 20 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2013/05/14/osservatorio-litblog-n-20/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2013/05/14/osservatorio-litblog-n-20/#comments Tue, 14 May 2013 20:43:41 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=5217 Osservatorio LitBlog n. 20

(Qui, l’introduzione di Massimo Maugeri)

a cura di Francesca G. Marone

Racconti, finestre su vite altrui

(da Minima et Moralia)

S’inaugura una nuova rubrica molto interessante, condotta da Paolo Cognetti, sull’arte della narrazione. In questo primo numero l’arte del racconto, una finestra sulla casa di qualcun altro- dice Cognetti- l’ arte del restar sospesi, di mettere il naso in una porzione di storia e lasciare all’immaginazione del lettore il potere di continuarla. Belle le citazioni di autori sull’arte del racconto, meraviglioso il richiamo ad Hemingway ed alla sua teoria dell’iceberg, il riferimento al non detto che arricchisce di fascino la lettura. Se il romanzo ambisce a contenere in sé tutte le risposte, il racconto è l’anfratto dei misteri e dei segreti non rivelati come ci hanno insegnato i grandi maestri citati nel pezzo, da Cortazar a Carver. Bellissimi i ritratti e il sottolineare l’importanza dei particolari nei personaggi dei racconti, l’assaporare questa arte sopraffina che ci rammenta il “levare” in musica e il non detto in amore, o comunque l’indicibile bellezza dei sentimenti sussurrati e la grandezza di quelli immaginati.
Leggete qui… e riscoprirete, semmai l’aveste perduta, la voglia di rileggere racconti.

* * *

Quell’animale di Kafka

(da L’Indice)

Kafka scarafaggio, Kafka piccolo animale, talpa spaventata, da uomo a insetto con una visuale completamente rovesciata. Come ci sentiamo nei panni di un animale? Dal grandissimo Kafka, a Rosa Luxemburg a Joseph Roth, un viaggio nel valore dell’empatia con la sofferenza animale. Una panoramica sul testo interessante di Canetti e un viaggio nella sensibilità di autori che hanno provato a rendere partecipe il lettore del dolore di un animale, immedesimandosi nella sofferenza provata. Un bufalo con lo sguardo di un bambino che ha tanto pianto, oppure soldati che mangiano a morsi un bufalo vivo, sono solo alcuni degli esempi riportati nell’articolo e che disperatamente ci fanno sentire la sofferenza di una bestia come fosse quella di un fratello. E forse ci avvicina alla sofferenza dell’umano che spesso non siamo in grado di percepire.
Per approfondire leggete qui…

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Le parole che sanno curare

(da Sul Romanzo)

Lodevole iniziativa della redazione del blog Sul Romanzo quella di indurre i lettori a scrivere ed informare su modelli differenti di promozione della scrittura e della lettura. Bellissima l’iniziativa illustrata e messa in atto da Stefania Mereu che utilizza le tecniche di scrittura come riabilitazione in un progetto nel Dipartimento di salute mentale della Asl di Cagliari. Emozionante l’intervista fatta a Stefania, toccanti le sue parole sul potere taumaturgico che può avere la scrittura, semplicemente riassunte nella sua frase “Se quando leggo e scrivo io sto bene perché non provare a condividere ciò che adoro fare con questo universo di esistenze speciali?”.
Grande coraggio e immensa umanità per questo progetto, a costo zero, che convoglia impegno e forza nell’atto dell’esternare i propri sentimenti, le proprie paure e forse anche le proprie angosce, favorendo l’uscita da sé e attraversando la luce delle parole. Un bel esempio da seguire.
Per leggere tutta l’intervista, cliccare qui…

Francesca G. Marone

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Osservatorio LitBlog n. 19 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2013/04/29/osservatorio-litblog-n-19/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2013/04/29/osservatorio-litblog-n-19/#comments Mon, 29 Apr 2013 19:47:20 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=5178 Osservatorio LitBlog n. 19

(Qui, l’introduzione di Massimo Maugeri)

a cura di Francesca G. Marone


Vecchie e nuove lettere
(da Sul Romanzo)

Lettere, lettere di vecchi amici lontani, di amori mai dimenticati, di figli distanti, lettere che ci hanno fatto sognare attraverso la visione di pellicole romantiche, lettere che sono arrivate in ritardo o in tempo per salvare qualcuno da un destino che sembrava ormai ineluttabile. Lettere che hanno nutrito il sapore antico dell’attesa, quello che ti faceva contare i giorni fra la spedizione e la consegna del postino. Dimenticate? Poco usate? Forse non del tutto. La tecnologia moderna si unisce alla nostalgia della parola scritta e ci dona una nuova opportunità con un app per iphone.Non so come la prenderanno i “puristi” della lettera scritta a mano ma quella qui indicata mi sembra un’idea alquanto divertente.
Per approfondire leggete qui

* * *

Il significato della collaborazione in rete
(da Doppiozero)

Noi di Letteratitudine sappiamo di cosa stiamo parlando, la condivisione è stata la molla che ha dato vita a questo blog, alle amicizie e alla diffusione dei contenuti così come alle collaborazioni che ne sono scaturite. E’ qualcosa in cui Massimo Maugeri ha fortemente creduto ed investito in termini di energie e lavoro. Perciò ritengo molto importante questo articolo che ci dona una giusta prospettiva rispetto ai termini utilizzati intorno alla questione della condivisone e della collaborazione attraverso i Social Network. L’autore mette in luce i diversi tipi di collaborazione e/o aggregazione nel processo di creazione dei contenuti da parte degli utenti (User-Generated Content o UGC).
Si illustra nell’articolo il criterio dell’intenzionalità, passando in rassegna gli usi nei differenti Social Media come Twitter, Flickr, You Tube. Conclude elencando e spiegando in maniera esaustiva i criteri che concorrono a designare una vera collaborazione fra gli utenti e i creatori di contenuti. Un uso più consapevole degli strumenti di comunicazione che attualmente catturano molto del nostro tempo nella relazione con gli altri è auspicabile per tutti, quindi vi auguro una buona lettura del pezzo qui

* * *

Mal d’ Africa
(da Via delle belle donne )

Per coloro che non fossero mai stati in Africa e per quelli che una volta ammirato il cielo nella savana africana non possano più dimenticarlo. E’ veramente bellissimo questo racconto- diario di un medico italiano che nei luoghi ha vissuto e lavorato, ha la capacità di gettarti nel mezzo dei papiri, delle colline coltivate a mais, e dei tramonti infuocati. Narra anche del ricordo triste della guerra civile fra Tutsi e Hutu, ormai dimenticata dall’Occidente, ma forse anche dagli stessi abitanti di quelle terre,tribù che oggi lavorano fianco a fianco. Forse sono di parte perché quei luoghi li ho visitati ed amati moltissimo ma consiglio a voi tutti di abbandonarvi alla lettura del pezzo.
Non posso che condividere le impressioni forti e nostalgiche dell’autrice, soprattutto se ricordo lo sguardo caldo dei gorilla di montagna, incontrati sui monti Virunga.
Leggete e vi farà viaggiare con le sue parole lì dove l’immaginazione si perde lungo la linea dell’orizzonte

Francesca G. Marone

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Osservatorio LitBlog n. 18 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2013/04/16/osservatorio-litblog-n-18/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2013/04/16/osservatorio-litblog-n-18/#comments Tue, 16 Apr 2013 20:34:22 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=5144 Come premessa a questa puntata di Osservatorio LitBlog vorrei segnalare il pamphlet in digitale di eFFe intitolato: I book blog. Editoria e lavoro culturale. Se ne occupa la nostra Francesca Marone nel corso della puntata.
Il prezzo è simbolico. Come dice lo stesso autore: “Lo si compra cliccando sul link, e costa quanto un cappuccino“.
Inoltre i ricavati delle vendite saranno donati all’Associazione Toscana Tumori.
Massimo Maugeri

* * *

Osservatorio LitBlog n. 18

(Qui, l’introduzione di Massimo Maugeri)

a cura di Francesca G. Marone

Libri e sconti
(da Finzioni)

La questione editoriale è sempre sul piatto delle discussioni ultimamente, con diverse sfaccettature: cartaceo contro e-book, quote di mercato, grandi case editrici, ma soprattutto la questione relativa ai prezzi dei libri. La Legge Levi disciplina in Italia il prezzo del libro e lo sconto applicabile- che non deve essere superiore al 15%-. Per approfondire sulla legge citata, cliccare qui…

Questa legge, giudicata miope dagli addetti ai lavori, nel suo intento primario aveva lo scopo di garantire la pluralità, invece pare stia apportando danni ai piccoli editori.
Il post che vi propongo tratta del tema dei prezzi scontati e si propone di essere una risposta critica ad un articolo di Luca Bianchini che sostiene che i libri venduti a basso costo siano un male per la letteratura e per il mondo editoriale in genere. Personalmente mi sento molto in sintonia con le motivazioni espresse nell’articolo di Marcon, e comprerei un libro a 99 centesimi senza sentirmi responsabile di un danno all’editoria. Penso ai grandi classici accessibili a tutti, ma anche ad autori stranieri ripubblicati dopo parecchio tempo dopo l’uscita nel nostro paese ed altrimenti dimenticati presto. Penso, in generale, alla gioia immensa della lettura anche per chi amerebbe farlo ma ha scarse possibilità economiche.
Per approfondire, cliccare qui…

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Garcia Lorca
(da BooksBlog)

La grande poesia, spesso dimenticata o relegata in posti secondari anche nelle librerie, fa fatica a mantenersi a galla nel mare dell’editoria ma non possiamo farne a meno per il nutrimento dello spirito. Forse non tutti sanno che il grande poeta Federico Garcia Lorca trascorse qualche mese della sua vita nella grande mela. Da questi mesi di vita e di esperienza trasse ispirazione per una raccolta di poesie pubblicata postuma negli anni Quaranta. In quei versi si possono leggere le delusioni e i momenti di grave amarezza che il poeta patì nell’immensa straniera terra newyorchese.
Per approfondire, leggete qui…

* * *

I book blog
(da Lipperatura e Equilibri Digitali)

Interessa particolarmente il tema della dimensione culturale che emerge dal lavoro dei vari e disparati book blogger della rete. Si fa qui riferimento ad un pamphlet che ha avuto il dono di smuovere le acque sulla tematica del peso che hanno i book blog nella costruzione del processo di indirizzo delle vendite dei libri. Questi sono spesso visti come se fossero l’ultima possibilità, dopo la carta e il mondo dell’immagine, da parte di editori e uffici stampa, per promuovere o indirizzare la vendita di un libro. Partendo dal fatto che rispetto moltissimo tutto l’impegno e l’energia con cui il variegato e multiforme mondo dei book blog si muove, non credendo che si prestino a facili strategie di marketing, consiglio di leggere l’analisi della Lipperini cliccando su questo link…
E per chi volesse approfondire l’argomento consiglio anche l’articolo pubblicato su Equilibri Digitali, in cui si affrontano le questioni trattate nel saggio sui book blog e si pone l’accento sul lavoro culturale svolto da questi ultimi come esempio proficuo di formazione della cultura in maniera rinnovata che superi gli strumenti tradizionali.

Francesca G. Marone

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Osservatorio LitBlog n. 17 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2013/03/13/osservatorio-litblog-n-17/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2013/03/13/osservatorio-litblog-n-17/#comments Tue, 12 Mar 2013 23:51:05 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=5050 Osservatorio LitBlog n. 17

(Qui, l’introduzione di Massimo Maugeri)

a cura di Francesca G. Marone

Vorrei sposare Don Chischiotte
(da Finzioni)

Vorrei chiamarmi Dulcinea e vivere in bilico fra la realtà e l’immaginazione. Voi chi vorreste portare all’altare dei tanti personaggi incontrati nel mondo letterario? Divertente l’articolo che vi propongo di leggere con la consueta leggerezza come se fosse un gioco, ripercorrendo con la mente gli innamoramenti, se li avete avuti nel passato, o le attrazioni fulminee per personaggi di storie lette che magari avreste desiderato incontrare davvero nella vita reale. Come si evince dai tweet segnalati che spaziano dall’ ambito letterario a quello cinematografico ed anche dei cartoons, le preferenze vanno al bel vampiro Edward Cullen, al sexy Christian Grey, ma anche al John Smith di Pochaontas. Per approfondire leggete anche l’articolo del Guardian, qui…

e se vi va andate a curiosare le preferenze degli utenti in Twitter.
Per il pezzo segnalato su Finzioni qui…

* * *

D” di Donne
(da Booksblog)

E’ da poco trascorso l’8 marzo, alcuni amano sottolineare l’importanza di questo giorno altri non sono convinti che al di là della speculazione commerciale di mimose e cioccolatini ci sia un vero impegno sociale. Come ogni anno Letteratitudine ha dedicato un post alla Giornata della Donna accogliendo ogni considerazione libera sul tema. Mi è sembrato intelligente ed utile segnalare questo libro che attraverso una raccolta di 70 lemmi, maschili e femminili, della lingua italiana, ripercorre vite e significati di storie di donne del nostro paese. Un modo estremamente originale di raccontare dei diritti e dei doveri di alcune fra le figure femminili più rilevanti della nostra storia, nella politica come nella letteratura, da Nilde Iotti a Sibilla Aleramo a Matilde Serao, e tante altre. Episodi, curiosità, aneddoti raccontati attraverso un elenco di parole come un collage atto a ricostruire un’immagine di identità femminile che racconti a noi stessi, soprattutto alle generazioni giovani, da dove veniamo e cosa abbiamo alle spalle. Non so voi, io personalmente sono grata di questa segnalazione, leggerò il libro con grande curiosità.
Per saperne di più…

* * *

Donne vincenti nella letteratura
(da Sul Romanzo)

Restiamo in tema di donne, andando un po’ indietro nel tempo, nelle storie di due autori grandi e differenti per genere e periodo storico, de Laclos e Vidal. L’articolo che vi propongo è ricco di spunti interessanti e mette voglia di rileggere le pagine di questi due autori per meglio mettere a fuoco le figure femminili che ne emergono. Dalla astuta marchesa di Merteuil alla Myra Breckinridge, dalla fine del Settecento a circa duecento anni dopo, questi due autori hanno disegnato figure femminili forti e capaci di giocare con i destini degli uomini e delle donne come se muovessero pedine su di una scacchiera. L’arte della dissimulazione per una come l’arte del procacciare piacere per l’altra sono strumenti per affermare il proprio potere sugli eventi della vita, sempre e a tutti i costi dominati. Sale alla mente il ricordo del volto da sfinge di Glenn Close nel film Le relazioni pericolose del 1988 e l’avvenenza di Rachel Welch ne Il caso Myra Breckinridge del’70, purtroppo bruttissimo film che non riuscì a trasporre nulla dalla penna dissacrante e lucida di Gore Vidal.
Per approfondire qui…
Francesca G. Marone

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Osservatorio LitBlog n. 16 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2013/02/25/osservatorio-litblog-n-16/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2013/02/25/osservatorio-litblog-n-16/#comments Mon, 25 Feb 2013 21:53:49 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=5013 Osservatorio LitBlog n. 16

(Qui, l’introduzione di Massimo Maugeri)

a cura di Francesca G. Marone

La liquidità dell’essere umano
(da La poesia e lo spirito)

Non sembra esserci speranza nelle parole di Imre Kertesz, la liquidazione dell’umanità rammenta la frammentarietà dell’uomo moderno di Bauman, quel mondo liquido in cui ogni appiglio viene meno. Utilizzando diversi registri narrativi, questo scrittore ungherese premio Nobel, ci dipinge una realtà in cui il peggio è qui ed ora. La caduta di ogni valore ha condotto alla resa della capacità di relazionarsi l’uno con l’altro, in questo romanzo disperatamente descritta. Il bel articolo di Augusto Benemeglio mette in evidenza i punti essenziali del percorso narrativo dello scrittore ungherese, rammentandoci che siamo tutti coinvolti in un’assunzione di responsabilità che è necessaria alla sopravvivenza stessa dell’essere umano. Riconosciamo un gran merito nell’avere messo in luce un autore poco noto e la cui lettura può rammentarci l’importanza del sentirsi in una comunità in cui, come è scritto, “nessuno è innocente”. Tanto disperata l’esistenza da condurre a scelte estreme di totale abbandono come il darsi ad una vita da barbone.
Per approfondire qui…

* * *

L’Io sconosciuto
(da Via delle belle donne)

Un testo difficile quello proposto nel post che vi segnalo, eppure devo dire che leggendo l’articolo di Maria d’Ambra viene il desiderio di cimentarsi con la lettura di Ingeborg Bachmann e il suo Malina. Una strutturazione complessa dell’opera che fa confluire in sé aspetti relativi al romanzo, al monologo teatrale, alle espressioni musicali, e tant’altro. Anche le chiavi di lettura, come è ben evidenziato nella trattazione dell’articolo, possono essere molteplici, dalla chiave narrativa classica a quella psicologica. Uno stile che è improntato alla narrazione interiore ed è ricco di simbolismi, in cui permane un’ombra pesante del paterno e il mondo attorno non consente l’armonia nella costruzione della propria identità. Alcuni conosceranno l’autrice come poetessa altri non avranno mai letto le sue opere, in ogni caso questo post è meritevole di avere gettato luce su una lettura a prima vista complessa che, però, pare possa dare grandi soddisfazionial lettore attento.
L’articolo qui…

* * *

Cahiers de doléance
(da L’Indice online)

Anche ad un grandissimo come Saramago è capitato di sentirsi “rifiutato”, il rapporto fra autore ed editore, il peso della censura come della responsabilità dello scrittore in genere, tutto potrete leggere in questo articolo che racconta il percorso tortuoso del Quaderno in cui Saramago raccolse i suoi pensieri dapprima esposti nel suo blog. Cultura, politica, vicende italiane che sembrano essere di vecchia data ma che, come i morti viventi in film del terrore, ritornano. A parte l’aspetto che potrebbe apparire polemico ad alcuni, non a me, concordo con il mettere in evidenza una raccolta di pensieri e riflessioni di uno dei più grandi autori e pensatori del nostro secolo, sicuramente da leggere e rileggere.
Approfondimenti, qui…

Francesca G. Marone

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Osservatorio LitBlog n. 15 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2013/02/05/osservatorio-litblog-n-15/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2013/02/05/osservatorio-litblog-n-15/#comments Tue, 05 Feb 2013 11:20:58 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4944 Osservatorio LitBlog n. 15

(Qui, l’introduzione di Massimo Maugeri)

a cura di Francesca G. Marone

Luoghi e memoria
(da Nazione Indiana)

Apriamo questa puntata dell’Osservatorio con un post particolarmente caro, da pochi giorni si è celebrato il giorno della memoria ed abbiamo in tanti avuto modo di riflettere sul valore della memoria.
In questo articolo si presenta un lavoro corale in cui si incontrano diverse competenze professionali e attraverso più voci si raccontano i luoghi legati alla memoria e all’identità dell’individuo. Con assoluta libertà di approccio al tema della memoria, architetti, storici dell’arte, scrittori, poeti, fotografi, fra cui anche un regista e un food designer, si sono interrogati sul tema apportando il loro contributo alla raccolta di saggi. La memoria al di là di ogni retorica si propone come progetto per un futuro in cui l’uomo ritrovi la sua centralità, seguendo un percorso etico di responsabilità legata al recupero della memoria stessa legandola al potere e al valore della parola.
In un solco multidisciplinare si tende a quella auspicata ricongiunzione fra sapere scientifico e arte, un impegno che mi sembra esser apprezzabilissimo e ben riuscito in questo lavoro.
Per approfondire, qui…

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L’importanza di guardarsi indietro
(da Lipperatura)

Bellissimo questo articolo. In questi giorni tutti abbiamo sentito che è arrivata la sospirata sentenza sulla tragedia di Ustica. Commovente l’elenco degli oggetti appartenuti ai passeggeri che persero al vita nel tragico volo, e questa è la parte emotiva. Ma ciò che mi sgomenta è come tante persone possano pensare che la verità, anche se appartiene ad un passato lontano, non sia necessaria sempre per costruire un futuro. In questa Italia piena di misteri irrisolti, di domande a cui non troveremo facilmente una risposta, in cui i fatti tragici di sangue sembrano nel silenzio non dare giustizia a chi resta da solo, io sono con Loredana Lipperini, e abbraccio ogni sua sacrosanta parola. La memoria non è fine a se stessa e la ricerca della verità non può essere mai abbandonata.
Per leggere l’articolo, qui…

* * *

Notizie per chi ha i denti affilati
(da Carmillaonline)

Quanti Dracula abbiamo visto e letto?Un interessante excursus sulle origini e sulle influenze che il personaggio ha avuto nei tempi. Per gli appassionati è qui segnalata una mostra, che si tiene a Milano, aperta dal 23 novembre 2012 al 24 marzo 2013 alla Triennale in collaborazione con il Kunsthistorisches Museum di Vienna.
Documenti, reperti e ritratti richiamano alla luce un po’ di storia di questo affascinante personaggio, sotto varie spoglie, fra cui anche quella dell’impalatore Vlad III. Si raccomanda a tutti i letteratitudiniani che hanno contribuito ad arricchire il post permanente sui vampiri , che trovate qui, di leggere l’articolo che indico ma soprattutto di andare a fare un giro alla mostra a Milano e magari raccontarci qualcosa.

Francesca G. Marone

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Osservatorio LitBlog n. 14 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2013/01/21/osservatorio-litblog-n-14/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2013/01/21/osservatorio-litblog-n-14/#comments Mon, 21 Jan 2013 21:59:05 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4887 Osservatorio LitBlog n. 14: settimana dal 14 al 20 gennaio 2013

[In premessa, segnaliamo questo importante lavoro di “mappatura” realizzato da Tropico del Libro. Ne avevamo già accennato qui]

(Qui, l’introduzione di Massimo Maugeri)

a cura di Francesca G. Marone

Raccontare è come mentire?
(Da Nazione Indiana)

Noi esseri umani siamo da sempre immersi nelle storie, ci siamo dentro fino al collo, in quelle che raccontiamo agli altri e in quelle che raccontiamo a noi stessi per vivere.
Trasmettiamo ai nostri figli l’idea del mondo che ci circonda attraverso le storie, quelle storie che fin da piccoli, ci conducono sulle strade dei sentimenti più contrastanti dalla paura alla magia e alla scoperta dell’amore. Per lungo tempo crediamo che una strega possa avere il potere di farci addormentare e un principe di svegliarci con un bacio, aspettiamo la notte di Natale perché un omone buono vestito di rosso ci porti doni. Poi quando meno ce lo aspettiamo, un giorno ci svegliamo sapendo che era tutta una storia, una grande bugia, perché le storie non sono la realtà. Interessante il filo conduttore dell’articolo che vi propongo di leggere, la narrazione si spinge anche nella sfera della politica, e quando non crediamo più in quella storia, siamo pronti a buttarci a capofitto in una storia nuova. Non so se sia possibile dirigersi verso quell’unica storia che rappresenta la nostra più vera identità, supponendo che di identità ne esista una sola, immagino che senza raccontarci storie non riusciremmo a vivere ma soprattutto ad affrontare l’unica vera storia che ci fa paura. La morte.

* * *

Tavoli da lavoro
(da Doppiozero)
Povere madri, quante volte si sgolano intimando l’ordine sulle scrivanie? E se fosse sbagliato?E se in quel disordine esistessero le tracce della singola individualità di colui che si esprime fra le carte, le penne? Se albergasse l’originalità di ognuno di noi fra un posacenere e una carta scolorita? L’articolo che vi propongo di leggere è veramente piacevole e suscita ulteriori curiosità, un po’ come mettere il naso fra le cose private dei grandi scrittori e chiederci quanto le cose, gli oggetti inanimati che ci circondano possano raccontare di noi e delle nostre vite. Bellissima l’idea di proporre le fotografie di scrivanie e tavoli dove si possa interpretare lo stile e la personalità di chi ci scrive. Come è ricordato nell’articolo, ci provò e ci riuscì assai bene Perec a parlare degli oggetti che raccontano di noi, perciò mettiamo meno ordine sulle nostre scrivanie perché potrebbero nascondersi fra carte sparse tante storie ancora da raccontare.

* * *

Mappatura letteraria
(da Sul Romanzo)

Divertentissima questa notizia illustrata in questo articolo!Non posso immaginare se una cosa del genere in Italia possa avere un buon seguito ma in un’epoca di convergenza dei mezzi tecnologici e di condivisone dei contenuti non può non piacermi. In California è stato inventato un sito che permette di fare una mappatura dei libri, mettendo in relazione qualcosa indicata in una narrazione con la stessa narrata in un altro libro. Se in un romanzo sono citati cantanti, marche di biscotti o d’automobili, verranno segnalati ed elencati dal sito, Small Demonds, e se sono citati anche in altri romanzi verrà indicato. Sarà lo sguardo che scova le correlazioni fra le narrazioni. L’attenzione per i dettagli non sarà volta solo a catalogare i particolari di una lettura ma anche a suggerire letture appropriate ai gusti dei lettori, seguendo indicazioni diverse da quelle tradizionali. Inoltre l’utilizzo delle proprietà del sito potrà essere adatto per studiare parallelismi fra scritture differenti. Per approfondire questa simpatica curiosità leggete qui

Francesca G. Marone

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Osservatorio LitBlog n. 13 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2013/01/14/osservatorio-litblog-n-13/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2013/01/14/osservatorio-litblog-n-13/#comments Mon, 14 Jan 2013 20:44:48 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4857 Osservatorio LitBlog n. 13: settimana dal 7 al 13 gennaio 2013

(Qui, l’introduzione di Massimo Maugeri)

a cura di Francesca G. Marone

Un morso e una lettura
(da Finzioni)
I primi due post del nuovo anno che ho il piacere di segnalarvi sono strettamente legati fra loro, in quanto affrontano entrambi il tema della promozione della lettura. Mi chiedo spesso se la passione e l’abitudine alla lettura possa essere in qualche modo trasmessa, diffusa e soprattutto quale possa essere il modo più corretto per farlo.
Quando mia figlia era bambina la portavo spesso con me in una grande libreria, le facevo sfogliare libri, cogliere con sorpresa i colori delle immagini delle copertine, e qualche volta mi facevo imitare nell’atto di mettere il naso fra le pagine di un libro per annusare. Lei mi domandava “mamma, ma che senti?” ed io rispondevo tirando su con il naso come se fossi stata in pineta o vicino al mare, “sento tutti i profumi delle parole!”
Ora, che la qualità del cibo dei fastfood non sia un gran che non saremo noi a scoprirlo né tanto meno ad affermarlo qui, tuttavia io non sarei così severa nel giudicare l’iniziativa descritta nell’articolo che vi propongo di leggere. Non so se sia davvero il senso di colpa che spinga i produttori di cibo per bambini nei fastfood a promuovere un panino e un libro insieme, come dice l’autrice dell’articolo, ma è pur sempre “un’americanata”… però credo che smuovere un po’ le acque solleticando la curiosità di genitori e piccoli con l’offerta di un libro possa rendere una sosta più gradevole. Il resto, poi, spetta a noi genitori. Far mangiare bene, ma anche far sognare con le parole.

* * *

Una legge per la lettura
(dal blog dell’Indice dei libri del mese)

Di altro genere e spessore è la proposta di cui si parla nel prossimo articolo: la cultura si avvale del diritto per promuovere la sua diffusione. Il punto è che viene evidenziata la mancanza di politiche di sostegno per la diffusione e la promozione della cultura in genere nel nostro paese, e allo stesso tempo vengono messe in rilievo le tante fruttuose iniziative dal basso, i volontari dell’esercito a favore del libro e della lettura.
Il progetto mi sembra alquanto interessante, si cerca di catalizzare l’attenzione degli organi istituzionali sul libro e su tutto il suo universo, compresi i luoghi deputati alla lettura, librerie, biblioteche ma anche scuole, e naturalmente anche il mondo digitale. Sarebbe curioso sapere come ognuno di noi intenda il modo migliore per promuovere l’amore per la lettura e se questo programma possa prevedere l’opportunità di un’azione congiunta da parte della società civile, anche dei semplici lettori appassionati. Non mancano le proposte pratiche che tendano a sgravare il peso economico della spesa per particolari categorie di lettori, ma emergono anche proposte di misure di sostegno per disabili . Sono previsti appuntamenti in varie città d’Italia per discutere del progetto di legge e diffondere ed accogliere le idee ed i consigli. E’ chiaro che l’amore per la lettura non si potrà imporre per legge ma un tentativo di allargare le basi sociali dei possibili lettori e di ottenere attenzione e sostegno pratico per promuovere la cultura nel nostro paese mi sembra di per sé cosa nobilissima, ancora più preziosa in un’epoca in cui, non molto tempo fa, un ministro disse che con la cultura non si mangia. E l’essere umano non è messo al mondo soltanto per riempire lo stomaco.

* * *

Un servizio utile
(Da Minima et Moralia)

Per finire, una segnalazione di una nuova rubrica simpatica ed utilissima del blog Minima et Moralia, assomiglia molto al servizio che stiamo cercando di dare anche noi a Letteratitudine. Tutti noi conosciamo l’interessante trasmissione di RADIOTRE, Pagina tre. Qui verranno riassunti, per chi non avesse avuto tempo di seguire la trasmissione in diretta, o per chi fosse desideroso di riaffrontare qualche argomento trattato, gli articoli più significativi del dibattito culturale della settimana.
Per saperne di più, qui…

Francesca G. Marone

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Osservatorio LitBlog n. 12 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2012/12/17/osservatorio-litblog-n-12/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2012/12/17/osservatorio-litblog-n-12/#comments Mon, 17 Dec 2012 20:35:11 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4767 Osservatorio LitBlog n. 12: settimana dal 10 al 16 dicembre 2012

(Qui, l’introduzione di Massimo Maugeri)

a cura di Francesca G. Marone

Libri e libri
(da Sul Romanzo)
Oggi parliamo di libri. L’articolo che vi consiglio di leggere fa il punto sulla situazione dei dati sulla lettura in Italia.Se il mercato del libro è in netto calo, e con esso anche purtroppo il numero dei lettori, non si può dire ugual cosa riguardo alla lettura degli e-book. I lettori del libro digitale sono aumentati nell’ultimo anno nel nostro paese del 2,3% sul totale della popolazione. Tuttavia se confrontiamo i dati relativi alla lettura digitale nel nostro paese con quelli di altri paesi, in particolare gli Usa, noteremo che siamo posizionati ancora molto in basso. Interessante il cenno che l’autore fa sul rapporto fra libro cartaceo e libro digitale, non tanto da parte di un’analisi delle motivazioni del lettore, come abbiamo fatto anche noi, tempo addietro, a Letteratitudine , quanto piuttosto focalizza l’attenzione alla parte relativa alla distribuzione ed alle sue possibili motivazioni. L’autore indaga l’aspetto semiologico della relazione fra contenuto e contenitore, rammentandoci che
“ Nessuna “scatola” è un canale espressivo neutro rispetto al suo contenuto”.
Per approfondire leggete qui.

* * *

Un unico libro!
(da Booksblog)
Maya o non Maya, tutti per un attimo ci abbiamo pensato. E se fosse vero? Se ci fosse dato di sapere il giorno esatto in cui il nostro mondo, e quello di tutti gli esseri viventi finirà, saremmo veramente in grado di prendere decisioni sensate? Prendiamolo come un gioco, magari ogni lettore di Letteratitudine potrebbe andare a rileggersi la sua personalissima lista dei dieci libri più belli e sceglierne uno, perché uno soltanto potrebbe essere il libro da leggere, o rileggere perché no, durante l’ultimo giorno di vita sulla terra. Divertente questo breve articolo che potrebbe essere da stimolo per i lettori nella scelta del libro “del cuore”. Leggetelo e scoprirete quale è per l’autrice del post il libro necessario da leggere prima della fine del mondo del 21 dicembre 2012!

* * *

Non si può capire l’orrore
(da Nazione Indiana)
Il tema è uno di quelli che induce al silenzio più che alle parole, perché non si riescono a trovare parole per spiegare l’orrore ma nel magma della blogosfera che talvolta macina anche parole inutili ed offensive verso il dolore più indicibile, questo articolo mi è sembrato rispettoso e incline ad una riflessione che ognuno di noi può fare anche in silenzio, non necessariamente da condividere in pubblico. Io ho tentato di farla con me stessa, e non è stato poco doloroso. Come si racconta e si spiega ad un bambino l’orrore? Non so se gli Stati Uniti siano responsabili in quanto nazione e in quanto cultura delle armi ma so che anche io dentro di me come il bambino che chiede incredulo all’autore del post “Non ho capito …”. E soprattutto non credo che siamo al sicuro mai, ma piuttosto dobbiamo vigilare perché lo siano quanto più possibile i figli di tutti noi.
Potete leggere il post da qui.

Francesca G. Marone

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(Qui, l’introduzione di Massimo Maugeri)

a cura di Francesca G. Marone

Raccontare l’amore
(da un post di Francesco Pettinari – su L’Indice)

Non sarei in grado di fare una critica al film ma l’ho visto e ne ho apprezzato la visione. Il film Amour di Haneke è bellissimo e l’ho trovato tale pur portandomi dentro, all’uscita del cinema e per molto tempo dopo, una sensazione forte di dolore. L’articolo che vi consiglio di leggere esprime bene quello che ho provato vedendo le scene di questo film interpretato magnificamente da due mostri del cinema internazionale. Pettinari giustamente dice che il cinema di Haneke o si ama o si rifiuta perché scomodo.
E’ un cinema che guarda agli eventi della vita senza orpelli, ti mette di fronte ai fatti nudi e crudi. Tutto il resto è lasciato allo spettatore. Anche la tecnica di ripresa è soggetta alla veridicità della narrazione, i gesti d’amore quotidiani dei due protagonisti sono così normali, scanditi dalla quotidianità così tanto da diventare straordinari. L’importanza che è data allo spazio abitativo dei due coniugi è meravigliosa, in questo articolo splendidamente narrata. Ecco, il rapporto con la casa, ogni stanza, ogni oggetto, i piatti della cucina, i dischi, il pianoforte, mi ha profondante colpita perché richiama davvero il legame con ogni aspetto della nostra vita, soprattutto di quella condivisa con qualcuno che amiamo. L’incapacità e l’impossibilità di una figlia di compenetrare quello spazio fisico ed emotivo è un dato di fatto, quello è proprio lo spazio dell’amore dei due protagonisti, fino alla fine .Dove resta soltanto una luce piatta non consolatoria la quale penetra in un appartamento che ormai non racconta più le vite che lo hanno abitato. Per chi non lo avesse visto, leggere questo articolo bellissimo, rappresenterà un motivo in più per vedere Amour.

* * *

Limiti del generone
(di Francesco Pacifico – su Minima et Moralia)

Ecco un articolo stimolante per riflettere sulla lingua che incontriamo in un certo tipo di romanzi di successo. Interessante leggere le considerazioni sull’appiattimento del linguaggio degli scrittori di quello che qui è descritto come il “generone” della narrativa italiana. Pacifico esamina la scrittura di una categoria di libri che sono sostenuti ed hanno ottima visibilità pur utilizzando una lingua che si nutre di solo sentimento senza fornire immagini né tecnica a sufficienza. Pare che nessuno si salvi completamente dalla perdita di una lingua priva di tradizione e maggiormente curata, e che tutti scadano, prima o poi, nella scorciatoia del sentimentalismo, dove però gli stessi stati d’animo vengono soltanto nominati senza essere costruiti e decostruiti laddove sia necessario. Segue nell’articolo un vero e proprio campione di frasi estrapolate da romanzi. Interessante leggere e riflettere anche per considerare gli eventuali limiti del lettore medio. Dove va la prosa e verso quale livello qualitativo di lettore?

* * *

Perché almeno 333.333 napoletani leggono libri?
(da Il primo amore)

Come contraltare al precedente articolo, propongo la lettura di questo articolo che parla della Napoli che legge. Chi sono i lettori? Come fare per stimolare l’avvicinamento alla cultura del libro? In un periodo delicato in cui la cultura subisce tagli e limitazioni, attraverso quali organizzazioni e quali iniziative si potrà spingere nella direzione opposta? A Napoli un incontro sul tema il 15 dicembre 2012, ore 16,30 - Sala convegni Palazzo delle Arti, via Dei Mille 60.

Francesca G. Marone

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Osservatorio LitBlog n. 10 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2012/12/03/osservatorio-litblog-n-10/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2012/12/03/osservatorio-litblog-n-10/#comments Mon, 03 Dec 2012 22:44:04 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4721 Osservatorio LitBlog n. 10: settimana dal 26 novembre al 2 dicembre 2012

(Qui, l’introduzione di Massimo Maugeri)

a cura di Francesca G. Marone

Scienza e letteratura
(da un post di Giacomo Melani – su Finzioni)

Curioso e interessante questo post sul connubio fra teorie scientifiche e trame e modelli letterari. Scienza e creazione letteraria si sono entrambe reciprocamente influenzate , in particolare negli ultimi venti anni. Potremmo azzardare dicendo che anche la scienza , non solo è stata fonte di ispirazione per la letteratura, ma ha assunto un aspetto più umano direttamente nutrito da un’idea di un maggiore umanesimo scientifico. La fisica entra nel gioco dell’investigazione dei romanzi gialli, il discorso non è nuovo. Già ne parlò il nostro Calvino in un suo classico: «l’atteggiamento scientifico e quello poetico coincidono: entrambi sono atteggiamenti insieme di ricerca e di progettazione, di scoperta e di invenzione». Spesso la distanza fra due formae mentis è stata vissuta dagli stessi autori come una distanza insanabile pur essendo consapevoli dell’immancabile convergenza dei due modi di pensare più volte incrociatesi nelle creazioni letterarie.
Diversi approcci, di scrittori del passato da Conan Doyle, a quelli del presente, Kay Scarpetta l’anatomopatologa, ci accompagnano nell’articolo in una breve rassegna del rapporto fra scienza e letteratura. Da parte mia, ho pensato all’enorme successo mediatico di serie come RIS, Criminal minds, dove l’aspetto delle tecniche investigative che prendono il sopravvento e indirizzano il corso della storia è preponderante, e affascina milioni di persone.
Del resto anche Stevenson quando creava il suo Mister Hide trafficava fra formule e laboratori che avevano molto a che fare con la scienza. Sarebbe interessante un dibattito sul tema con i più affezionati lettori di Letteratitudine.
Intanto per approfondire leggete qui…

* * *

Chi parlava male delle mamme italiane?
(da Doppiozero)

Per molto tempo ci siamo chiesti se le mamme italiane fossero tutte chiocce e allevatrici di bamboccioni. Pare che un articolo dell’americano Wall Street Journal affermi il contrario. L’articolo che vi propongo è alquanto critico e forse, in alcuni passaggi, dal mio personale punto di vista, troppo severo , concordo assai però sull’aspetto del troppo presenzialismo materno delle italiane, ma non bacchetterei ogni tipo di partecipazione da parte delle mamme, ad esempio salvaguarderei la partecipazione scolastica. Non demandiamo tutto alla scuola ma facciamo la giusta parte anche noi come mamme. Sperando che non siamo tutte rapaci attente a promuovere il loro genio incompreso ma madri consce del fatto che un ragazzo che si forma e cresce nell’istruzione come nella vita ha bisogno di lavoro congiunto fra tutti gli attori sociali in gioco. E nel rispetto dei ruoli.
A voi la lettura dell’articolo, ricordandovi che è stato riattivato lo spazio- in tema con questo articolo- su Letteratitudine dove si discute di Scuola e letteratura.

* * *

Non sempre nudo
(da un post di Loredana Lipperini – su Lipperatura)

Bellissimo questo post della Lipperini sul significato delle immagini. Sarà che amo McCurry, moltissimo, e la sua sensibilità anche quando ci restituisce immagini forti e drammatiche della vita, ma concordo pienamente nell’interpretazione fatta da Loredana Lipperini nel suo articolo. Il bravissimo fotografo conosciuto in tutto il mondo per la sua foto della ragazza afghana, ha scelto una diversa interpretazione per gli scatti del calendario Pirelli. Premesso che non sono una fan del suddetto calendario, non credo sia semplicemente un trucco di marketing, insomma una furbata ma che davvero risponda ad un diverso modo di guardare al femminile.
Strettamente consigliato l ‘articolo ed anche le foto di McCurry.

Francesca G. Marone

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Osservatorio LitBlog n. 9 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2012/11/26/osservatorio-litblog-n-9/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2012/11/26/osservatorio-litblog-n-9/#comments Mon, 26 Nov 2012 22:29:02 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4687 Osservatorio LitBlog n. 9: settimana dal 19 al 25 novembre 2012

(Qui, l’introduzione di Massimo Maugeri)

a cura di Francesca G. Marone


La cultura del femminicidio
(di Marilù Oliva – da Carmilla Online)

Il 25 novembre è stata la giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Se ne è scritto tanto, parlato e ognuno a modo suo ha ricordato. Non vi starò a riepilogare le statistiche e i numeri perché ogni donna massacrata aveva un nome suo, una storia da raccontare e una vita da vivere che qualcuno, spesso con la orrenda giustificazione della passione e di quello che malamente è chiamato amore, le ha strappato via.
Molti blog hanno affrontato questa drammatica questione, ognuno con un suo personale stile, questo che vi segnalo, qui di seguito, è interessante ed importante perché pone l’accento sulle parole. Sappiamo tutti bene quanto siano pesanti le parole, culturalmente significative. Il modo in cui raccontiamo e di cui parliamo di un evento è incisivo quasi quanto l’evento stesso, ha conseguenze su ciò che è stato, che verrà in un certo qual modo metabolizzato diversamente, e su ciò che sarà, o che potrebbe essere se usassimo altre parole.
Superficialità, luoghi comuni, punti di vista dannosi e offensivi per la vittima, producono cattiva informazione e diffondono bassa cultura riguardo alla dimensione della relazione uomo-donna.
Sottolineare le vere responsabilità di un omicidio, scegliere le parole giuste, soprattutto da parte dei media, quando si riportano fatti di cronaca che investono le donne, “femminicidi”, di cui oggi ancora si discute se il termine sia corretto meno, è una responsabilità che investe tutti noi. Seria responsabilità per non sentirsi neppure per un momento complici di orrori così grandi.
Perciò vi invito a leggere questo interessante articolo di Marilù Oliva necessario per tutti noi, e di discuterne con i mariti, gli amici, i fidanzati, i figli maschi, pensando che un modo di pensare e di vedere la donna e il rapporto fra i sessi, è sempre frutto di un’interazione culturale fra soggetti. E il frutto cambierà soltanto se semineremo insieme tutti con rispetto e responsabilità raccontandoci le storie della vita in modo corretto.

* * *

Una poesia sulle donne
(di Roberto Russo – da Booksblog)

Sempre sulla donna altri modi non meno significativi di celebrare la giornata contro la violenza.
Rendere omaggio a noi tutti di una bellissima poesia di E. Sanguineti, è stato l’impegno di questo articolo, leggiamola insieme perché il rispetto e l’amore passano anche per l’assimilazione della bellezza delle parole. Mi piace pensare che ogni mamma di figlio maschio, come me, possa farne dono al proprio figlio, perché possa crescere e diventare un uomo che non si vergogni mai per non aver saputo rispettare la donna. E mi è dolce pensare che un uomo migliore possa passare anche attraverso la formazione e l’educazione dei sentimenti con la poesia. Ed andare via per mano nella vita con una donna.
“Femmina penso, se penso l’umano
la mia compagna, ti prendo per mano.”

* * *

Cosa fanno gli scrittori quando scrivono?
(di Laura Caponetti – da Finzioni)

Una volta lessi un libro divertente ed utile per chi ama la scrittura come la lettura. Raccontava delle abitudini di diversi scrittori e dei tic praticati da ognuno di loro per poter affrontare al meglio il momento creativo. Su Letteratitudine abbiamo discusso mesi fa di un argomento affine e che ha destato curiosità ed alimentato un interessante dibattito fra i frequentatori del blog: come lo scrittore affronti la pagina bianca!
Questo simpatico post ci dice che qualche amato scrittore scriveva dalla mezzanotte all’alba, altro a lume di candela, o altri intervallavano la scrittura forsennata con l’attività sportiva. Ognuno con un trucco da prestigiatore, insomma, chi col caffè o con la cioccolata, leggevo tempo fa. Io quasi sempre con la musica, il che mi porta alla mente immediatamente la domanda che pone sempre Massimo Maugeri ai suoi ospiti in radio. “Se dovessi suggerire un brano musicale per accompagnare la lettura del tuo libro, cosa suggeriresti?”

Francesca G. Marone

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Osservatorio LitBlog n. 8 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2012/11/19/osservatorio-litblog-n-8/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2012/11/19/osservatorio-litblog-n-8/#comments Mon, 19 Nov 2012 21:25:33 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4668 Osservatorio LitBlog n. 8: settimana dal 12 al 18 novembre 2012

(Qui, l’introduzione di Massimo Maugeri)

a cura di Francesca G. Marone

Fra le parole e i pensieri di Virginia Woolf
Il Signor Joyce e la signora Woolf
(di Antonio Moresco – da Il primo amore)

Bellissimo, intenso questo post che narra i pensieri della grandissima Virginia Woolf. Un diario di valore immenso “Diario di una scrittrice” di V. Woolf, una testimonianza inestimabile e necessaria per noi lettori per tentare di entrare nel flusso dei pensieri e lasciarci travolgere dalle emozioni come accade con i diari di tanti altri scrittori come Kafka, Musil, o con l’epistolario di Leopardi e Flaubert.
Moresco ci conduce con eleganza nei meandri dei dubbi della mente di Virginia Woolf, facendoci assaporare ogni parola, ogni considerazione che la scrittrice fa e consegna al foglio, rosa da sentimenti contrastanti verso Joyce dopo la lettura del suo Ulysse.
L’articolo si protrae per due post ma vi assicuro che vale ben la pena di dedicare un po’ di tempo a leggere tutto e godere della meravigliosa scrittura sensibile della Woolf.
Personalmente Moresco mi ha molto invogliata a leggere questo diario, non per l’importanza dell’aspetto critico che ne potrebbe scaturire da parte della Woolf verso la scrittura di Joyce, come a prima vista può sembrare, quanto per entrare nella sincerità di espressione delle pieghe di ogni sentimento vissuto da questa immensa scrittrice.

Leggere qui… e poi continuare qui.

* * *

La gioia dei libri in piazza
Flash mob in galleria a Milano!
(di Barbara – da Booksblog)

Tutti conosciamo il fenomeno dei flash mob che imperversa nelle piazze e nelle strade delle nostre città da qualche anno a questa parte. Richiamo qualche spiegazione per coloro che non lo conoscessero ancora:
l’etimologia proviene dall’inglese flash che indica il lampo, la fulminea velocità, e mob, la folla.
E’ essenzialmente un evento spettacolo secondo cui coloro che aderiscono decidono di incontrasi in un luogo fisico ed allestire un’improvvisa e veloce manifestazione collettiva intorno ad un tema predeterminato.
Naturalmente non poteva che essere esportato dagli Stati Uniti per approdare da noi in Europa nel 2003 a Roma. La comunicazione attraverso le nuove tecnologie e l’utilizzo dei social network aiuta a collegare i presunti partecipanti e ad organizzare l’evento.
Sinceramente ero più abituata a legare il concetto di flash mob a balli e musica, mai ad un atto così tipicamente solitario come quello della lettura, quindi mi ha colpita la lettura del post che vi segnalo. A Milano , in galleria, un fantastico ed insolito appuntamento di bookmob ha colorato la giornata. Un’iniziativa che vuole celebrare la grande gioia che ricaviamo dalla lettura, e che io condivido con voi!
Consiglio di guardare anche il video inserito nell’articolo.

* * *

Quanti caratteri ha la scrittura?
Gli spettri all’interno del computer

(di Teresa Prudente – da L’indice dei libri del mese)

Quante volte pigiamo sui tasti dopo avere scelto il carattere da utilizzare? E quante volte ci soffermiamo a riflettere sulle motivazioni della creazione e la scelta di un carattere piuttosto che un altro? C’è qualcuno che si è preso la briga di inventare per noi le Font, i caratteri, che utilizziamo ogni volta che dobbiamo scrivere seduti al nostro personal computer. Questo simpatico testo di un giornalista inglese, indicato dall’articolo, indaga il campo della realizzazione dei caratteri e dà cenno delle motivazioni, squisitamente emotive, che ci spingono nella scelta di uno o l’altro carattere quando scriviamo. Mi sembra interessante questo excursus storico sull’evoluzione delle font e sul conseguente impatto emotivo provocato nell’utilizzatore quotidiano. Anche per riflettere su quanti automatismi abitano il nostro quotidiano.
Per approfondire…

Francesca G. Marone

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Osservatorio LitBlog n. 7 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2012/11/12/osservatorio-litblog-n-7/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2012/11/12/osservatorio-litblog-n-7/#comments Mon, 12 Nov 2012 22:14:35 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4643 Osservatorio LitBlog n. 7: settimana dal 5 all’11 novembre 2012

(Qui, l’introduzione di Massimo Maugeri)

a cura di Francesca G. Marone

Fame di realtà
Troppa realtà nella fiction?
(di Maria Rosaria Minervini – da Finzioni)

Lo spunto tratto da questo post mi ha indotto a pensare a lungo e mi piacerebbe che diventasse stimolo anche per voi. Abbiamo davvero bisogno di raccontare disgrazie, morti, dolori, guerre, omicidi, malattie e altre brutture della vita nella letteratura? La scrittrice Jael McHenry si chiede se esista una vera necessità nella scrittura, in genere, di affrontare temi troppo realistici che spingano la sensibilità del lettore oltre misura.
Sembrerebbe quasi che l’intento sia spingere all’estremo punto di tensione l’emozione del lettore e così facendo conquistarlo più facilmente, coinvolgendolo nel turbinio di un’emotività fatta da un senso di empatia nei confronti degli eventi più forti della vita. Insomma giocare e vincere facile!
La scrittrice stessa si pone il quesito se sia rispettoso verso i lettori utilizzare tutto questo materiale o prenderne le distanze. L‘approfondimento di Maria Rosaria Minervini è interessante sia che si rivolga agli scrittori sia che lo faccia verso i lettori. Un po’ leggendo mi ha fatto tornare alla mente una certa critica quando scoppiò il “caso Gomorra” di Roberto Saviano. La letteratura ha il compito di essere fedele al reale o no? O forse piuttosto che essere fedele dovrebbe raccontare il reale dandone propria visione e ricongiungere quell’apparente dicotomia fra reale e ideale attraverso un suo specifico linguaggio?

* * *

I nuovi stupidi
L’epoca della prevalenza dello stupido
(di Stefano Bartezzaghi – da Doppiozero)

Un bellissimo articolo questo apparso anche sulle pagine di Repubblica, qui riproposto dal blog Doppio Zero nell’occasione della presentazione del libro di Gianfranco Marrone, riedizione di un testo già pubblicato dieci anni fa.
“In un mondo in cui ci sono solo stupidi, lo stupido non esisterà più poiché nessuno potrà riconoscerlo”. La frase riportata dal post in questione già ci apre un ventaglio di possibili esplorazioni nel tema della stupidità. Dalla stupidità altrui, dice Stefano Bartezzaghi nell’articolo, non ci distraiamo mai, siamo costantemente tesi alla ricerca dell’errore e puntiamo al bersaglio il nostro dito accusatorio. Leggendo l’articolo ricordo con grande piacere il personaggio meraviglioso di Chance, il giardiniere “stupido” di Peter Sellers, che attraverso la sua semplice filosofia di vita, riesce ad essere saggio in ogni evenienza, utilizzando i pochi strumenti che la sua mente e la sua esperienza gli concedono come se la vita tutta fosse solo un giardino da curare. E gli intelligenti attorno a lui lo ascoltano credendolo più intelligente di loro, questi signori sarebbero gli stupidi-intelligenti. Oggi chi sono e sotto quali spoglie si muovono gli stupidi-intelligenti? Attraverso Kundera e Flaubert, ed altre considerazioni, questo bellissimo post, ci conduce nella ricerca dei nuovi stupidi.

* * *

Non sono quote rosa
Il manifesto di “Scrivere Donna”, di Laura Costantini
(di Laura Costantini – da Scrivendovolo)

Sono felice di segnalare questo articolo di Laura Costantini sulla scrittura di genere, e in realtà, anche sulla lettura di genere. Pare che le donne rappresentino effettivamente la quota maggioritaria di lettori nel nostro paese. Tuttavia, non solo lettrici di massima, anche e soprattutto scrittrici. Sì, ma dove sono nelle nostre librerie queste scrittrici italiane?
Facciamo un esperimento nella nostra libreria abituale.
Provocatorio ed utile per un ragionamento insieme a voi, questo dibattito aperto e sollecitato dalla Costantini che si fa promotrice di una bella iniziativa: “Progetto Scrivere Donna”.
In che modo la donna fa coincidere il proprio mondo personale con le necessità della scrittura? Io, sono particolarmente curiosa ed interessata all’iniziativa in questione.
Quante donne scrittrici avranno il coraggio di dire in famiglia “oggi non cucino perché devo terminare il capitolo?”. Seguiremo cosa ne verrà fuori.
Francesca G. Marone

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Segnaliamo, in chiusura, l’iniziativa LitBlogStorm da Con Altri Mezzi (cliccando sul link si apriranno tutti gli articoli pubblicati)

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Osservatorio LitBlog n. 6 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2012/11/05/osservatorio-litblog-n-6/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2012/11/05/osservatorio-litblog-n-6/#comments Mon, 05 Nov 2012 15:05:58 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4597 Osservatorio LitBlog n. 6: settimana dal 29 ottobre al 4 novembre 2012

(Qui, l’introduzione di Massimo Maugeri)

a cura di Francesca G. Marone

Il canto di Grossman
(“Caduto fuori dal tempo” di David Grossman – da Viadellebelledonne)

Segnalo questo bel post anche perché mi sento di parte, non in quanto io sia parente di David Grossman ma perché lo ritengo, come moltissimi di voi, veramente uno dei più grandi scrittori dei nostri tempi. Ho avuto l’occasione di ascoltarlo a Roma anni fa, in una sala gremita di gente all’auditorium del Parco della Musica in occasione della fiera Libri Come.
Conversò con grande gentilezza e disponibilità e raccontò al pubblico incantato come lavorava ai suoi romanzi, facendo scorrere avanti agli occhi personaggi come la Miriam di Che tu sia per me il coltello, l’Aharon del Libro della grammatica interiore, la Nihli di Col corpo capisco e poi ci parlò di Uri, giovane soldato, protagonista del suo primo libro Il sorriso dell’agnello e dei suoi pensieri sulla guerra.
Uri era anche il nome di suo figlio, quel giovane soldato caduto nel conflitto Hezbollah- Israele in Libano nel 2006, di cui forse soltanto oggi, dopo dolore e sofferenza che non ci è dato neppure immaginare, David Grossman riesce a raccontare a tutti noi attraverso il suo romanzo Caduto fuori dal tempo. Nel bellissimo A un cerbiatto somiglia il mio amore il viaggio era quello di una madre alla ricerca del figlio, romanzo definito dallo stesso Grossman come il libro dell’ansia in cui si attende una notizia; in questo nuovo romanzo la voce poetica di Grossman si fa racconto polifonico di tanti padri che rivivono, in modi differenti ed altrettanto intensi, l’amore e il percorso doloroso della perdita di un figlio. Grossman afferma che solo lo scrivere gli consente di capire la vita, andare oltre quel congelamento che ci sovrasta nell’essere sopraffatti dal dolore immenso; spesso diciamo a noi stessi che non abbiamo le parole per descrivere quel dolore, ma noi, dice Grossman abbiamo assoluto bisogno delle parole, dobbiamo trovare le parole per riuscire ad uscire dalla generalizzazione di un dolore che non sappiamo raccontare nella sua nudità. Ecco la ragione di questo libro. Ed io penso che uno scrittore così abbia trovato le parole per ogni dolore che ci rappresenti in maniera così sensibile e profondamente vera da far sembrare il singolo dolore il dolore di tutti. Una chiave di condivisione per una salvezza comune.
Per chi volesse rivedere la bellissima intervista a “Che tempo che fa”, cliccate qui…

* * *

Per un’amica scrittrice
(“Uno è il tempo ma è di due verità” di Loredana Lipperini – da Lipperatura)

Difficile ricordare chi non c’è più. Ancor più arduo farlo con autentica delicatezza e coinvolgente verità come quella che emerge dalla penna di Loredana Lipperini in questo toccante post in ricordo della scrittrice Chiara Palazzolo. Mi sono commossa leggendo, non ho pensato ad un pomposo ricordo di letterati, semplicemente all’amica che non c’è più, a ciò che lascia dietro le spalle, all’importanza di parlarne e far sì che valori come l’amore, l’affetto, l’amicizia, non siano poco considerati nelle nostre vite così frenetiche che mettono ai primi posti altri successi, altri obiettivi. E’ la storia di una spirale di amici, di una generosità che emerge senza spingere e fa davvero venire voglia di leggere le pagine di questa donna scrittrice così tanto voluta bene e così ben raccontata. E’ una riflessione accogliente sull’amore amicale che unisce.

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Un incontro ed una collaborazione assai curiosa
(“Peter Mountford aiuta il traduttore pirata del suo romanzo” – di Viviana Lisanti da Finzioni)

Nell’era dei pirati informatici quello che è accaduto ed è stato descritto in questo articolo è assai insolito. Mi fa piacere proporvelo perché richiama il tema ultimamente affrontato anche qui su Letteratitudine, nell’ultima utilissima rubrica di Simona Lo Iacono, del rapporto fra diritto e web. Un traduttore non autorizzato ruba un romanzo e s’industria a tradurlo in lingua propria per il suo paese senza averne il diritto.
Tutto suggerirebbe la protesta e quanto meno la denuncia del misfatto da parte dell’autore ma così non è. Affascinato dalla perizia e la notevole maestria del traduttore-pirata, l’autore in questione Peter Mountford, lo rintraccia e decide di collaborare per la traduzione. Leggete questo articolo e discutetene fra di voi, io ancora non mi sono fatta un’idea precisa sul come considerare l’insolito accaduto.

Francesca G. Marone

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Osservatorio LitBlog n. 5 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2012/10/29/osservatorio-litblog-n-5/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2012/10/29/osservatorio-litblog-n-5/#comments Mon, 29 Oct 2012 21:26:55 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4576 Osservatorio LitBlog n. 5: settimana dal 22 al 28 ottobre 2012

(Qui, l’introduzione di Massimo Maugeri)

a cura di Francesca G. Marone

Come cambia l’arte del raccontare
(Jennifer Egan: dal quaderno a Twitter di Elena Stancanelli – da Minima et Moralia)

Questa settimana ho molto piacere di aprire il nostro osservatorio presentando una bellissima intervista fatta da Elena Stancanelli alla scrittrice americana Jennifer Egan, autrice del romanzo “Il tempo è un bastardo ?” traduzione italiana di “A visit fron the Goon Squad”, che le è valso il premio Pulitzer 2011 per la narrativa. Per chi non avesse letto questo romanzo altamente sperimentale nella lingua e nella struttura, leggere l’articolo rappresenterà sicuramente lo stimolo per farlo quanto prima.
Assolutamente originale nel dipanare storie come se fosse un collage di racconti e di più voci insieme, l’autrice dichiara di essersi ispirata alla stesura del romanzo partendo dalla integrale lettura della “Recherche” di Marcel Proust. Naturalmente con Proust affonda le mani nel tema del tempo, creando un ponte fra la grande letteratura dell’ottocento e del novecento e il modo postmoderno di fare arte : un’ibridazione con le nuove forme della tecnologia e della comunicazione.
Un intervallarsi di punti di vista che si spostano e uno snodarsi di storie come in un modernissimo Decameron, la storia si compone anche attraverso la scrittura di un capitolo intero in Power Point, frutto della costante attenzione della Egan per l’utilizzo delle nuove tecnologie nella scrittura e nella letteratura.
L’argomento ci interessa non poco, se n’è già parlato su Letteratitudine qui…

Dunque l’esperimento che a prima vista potrebbe apparirci estremo di questa autrice, e di cui si parla nel post che indico, è alquanto interessante. Sta sperimentando sulle pagine del New Yorker la stesura di un racconto attraverso l’uso di Twitter,- disponibile esclusivamente in e-book- sostenendo che la struttura intrinseca del mezzo sviluppatesi fra interazione pubblica e privata si presti perfettamente alla tematica dello spionaggio e al registro mentale dell’ambiguità in esso contenuto. Trovo particolarmente attuale la modalità che spinge a leggere strutture di scritture non sequenziali e lineari cronologicamente e chissà se autori come la Egan non abbiano davvero scoperto la chiave per rinnovare il nostro personale rapporto con la lettura e consacrare a lunga vita , sotto nuove forme, la letteratura. Per leggere una parte del racconto twittato andate qui.

Per l’articolo completo, andate qui…


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Brevità e qualità
(“All’improvviso bussano alla porta” di Etgar Keret di Jacopo Mariani – Sul Romanzo)

Restiamo in tema di racconti, in questo caso veramente racconti più che brevi ma credo estremamente curiosi ed interessanti, dunque leggerò quanto prima il testo segnalato da Jacopo Mariani in questo post. Spesso quando entriamo in libreria siamo diretti verso i titoli più pubblicizzati, verso gli autori già conosciuti, raramente verso i titoli più curiosi o strani. Indubbiamente la copertina di questo libro è oltremodo attraente. In totale 38 racconti ognuno composto da meno di cinque pagine. Sappiamo tutti quanto l’arte del racconto breve sia complessa e quanto sia arduo raggiungere vette alte di letteratura nell’arco di un tempo così breve. Pare che questo professore dell’università di Tel Aviv, regista e scrittore ci riesca molto bene. Ho una passione personale per il raccontare breve, per la leggerezza e la capacità di mettere a segno in poche pagine storia, personaggi e buona scrittura, quindi, poiché gli editori spesso dicono che il racconto vende poco, io andrò dritta spedita in libreria e comprerò e leggerò il libro di Etgar Keret dalla copertina con il tizio che ha i pesci rossi girovagare davanti agli occhi imprigionati in una maschera da sub.
Per leggere la recensione di Jacopo Mariani, cliccate qui.

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Insegnare ad amare la lettura ai più piccoli

(Nati per leggere di Angolo Libri – da Angolo Lettura)

Questo post non segnala una notizia oppure un libro da promuovere, tantomeno è un blog fra quelli più visitati. Perché mi è piaciuto? E’ un blog creato da poco da due giovani scrittrici ed ha riportato in evidenza un tema a cui tengo molto: la lettura per i più piccoli, ovvero come far avvicinare ed amare i libri ai bambini. Ho sempre pensato che noi adulti abbiamo grandi responsabilità nel consegnare ai più piccoli una visione del mondo importante quanto il mondo stesso. Noi esseri umani siamo fatti di storie, da quando veniamo al mondo e fino al momento i cui lo lasceremo, raccontiamo di noi agli altri e ci raccontiamo la nostra vita nello svolgerla e nel ricordarla. L’amore per la lettura è qualcosa che va trasmesso per sensazioni tattili, uditive e attraverso l’immaginazione, noi possiamo e dobbiamo fare molto perché il libro per un bambino non sia un oggetto estraneo ma diventi qualcosa di familiare attraverso cui poter esplorare se stesso e conoscere i tanti mondi che lo attraversano.
Mamme, papà, educatori, librai, pediatri, insieme possono rendere l’incontro fra il bambino e la lettura qualcosa di veramente magico. Il bambino, una volta catturato dentro l’incantesimo del raccontare, non abbandonerà facilmente la gioia del racconto. L’iniziativa è del ’99 ma io spero che sia ancora diffusa e porti ad una sensibilizzazione generale perché un futuro migliore passa anche attraverso la costruzione di una generazione che non possa fare a meno della letteratura come del sogno ad essa strettamente legato. Scoprirete quanti consigli e strategie possano essere messe in atto per affascinare i bambini e condurli dolcemente sulla strada dei lettori appassionati del futuro.
Per saperne di più, cliccate qui.

Francesca G. Marone

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(Qui, l’introduzione di Massimo Maugeri)

a cura di Francesca G. Marone

Il traduttore letterario negli Stati Uniti
(Il problema del tre per cento pubblicato da Giuseppe Zucco su Nazione Indiana)

Abbiamo discusso più volte su Letteratitudine dell’importante apporto alla letteratura, e alla conoscenza della cultura in genere, da parte dei traduttori, all’impegno e alla dedizione profusa da parte di questi professionisti preziosi e necessari. (Qui il link permanente).

Tengo molto a segnalarvi questo interessante contributo di Sivia Pareschi, traduttrice fra gli altri di Jonathan Franzen, Corman Mc Carthy, Don DeLillo e molti ancora. L’idea che abbiamo quando pensiamo all’America è di grande apertura verso la cultura e di rispetto di quei principi che sono alla base dell’idea comune di democrazia. Tuttavia l’apertura che questo paese riserva alla letteratura proveniente da altri paesi è molto scarsa: soltanto il 3% dei libri pubblicati nel paese è rappresentato da titoli stranieri tradotti. Mi sembra veramente poco, così come prima di leggere questo articolo mi sembrava relativamente bassa anche la percentuale riservata dall’Italia ai libri tradotti, percentuale che si aggira intorno al 20%. Una percentuale che fra l’altro da noi ha avuto un leggero calo, probabilmente per i costi maggiori da sostenere rispetto a libri italiani da pubblicare. L’articolo ci illustra quali possano essere le motivazioni di una scelta editoriale e ci sottolinea le differenze fra la politica di un paese e l’altro. Noi speriamo che questo prezioso lavoro dei traduttori sia sempre più valorizzato e coadiuvato da giuste politiche di sostegno istituzionali atte a promuovere ciò che di più bello esiste nella cultura: le diversità.

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Non solo borse ?

(Louis Vuitton inaugura un salone letterario in boulevard Saint Germain: di Viviana Lisanti da Finzioni)

Curiosa questa iniziativa di Louis Vuitton denominata “L’Écriture est un Voyage” – la scrittura è un viaggio -, e finalizzata, così dicono, a riportare le sorti del quartiere latino di Parigi, in particolare quel suggestivo angolo di Saint Germain des Prés, ai fasti antichi del periodo in cui artisti e letterati si incontravano nei caffè per far fiorire idee e opinioni che avrebbero girato il mondo e attraversato gli anni. La stessa stazione della metropolitana di Saint Germain des Prés è stata dotata di un proiettore che riproduce sul soffitto brani di opere letterarie. Nel programma conversazioni su invito, una mostra permanente ed una biblioteca ideale. Non sappiamo quanto una grande marca di lusso possa realmente favorire la cultura o indirizzare gli interessi della gente oltre il fatuo senso dello shopping, ma ben venga anche questa strana iniziativa. Purtroppo nella mia città, Napoli, ultimante ho visto solo chiudere i battenti ad alcune fra le librerie storiche ed aprire porte e spazi allo shopping più luccicante. La cultura non trova modo di sopravvivere allo sfavillio delle vetrine.

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Il peso e il valore delle idee

(Le idee non valgono niente di Bertram Niessen: da DoppioZero)

Una delle prime leggi dell’economia è che se un bene viene prodotto ed offerto in abbondanza quel bene non vale abbastanza. Tuttavia in un’era in cui il valore dei beni diventa sempre più legato ad un concetto di immaterialità, il metro della quantità e/o della scarsità della presenza e della produzione di un bene mostra evidentemente la sua inadeguatezza a misurarne il valore e il peso nella società. E quindi quale può essere il valore che attribuiamo alle idee? L’articolo di Niessen si interroga sul tema e ci propone diversi stimoli congetturali in proposito. Quale potrebbe essere la moneta che renda economicamente utilizzabile e fruibile dai molti creativi che popolano la blogosfera ed altri mondi alternativi in cui prende forma la moltitudine delle idee?
La società liquida di cui ci ha ampiamente parlato Zigmunt Bauman, saprà fornirci gli strumenti perché un domani, non lontano, le idee siano quantizzate come un bene economico e possano anche consentirci di pagare l’affitto di casa, come suggerisce l’autore del post, e garantirci una sospirata pensione?
Interessante approfondirlo leggendo l’articolo proposto da un blog che ho trovato particolarmente ricco di spunti e che spero possa interessare voi amici di Letteratitudine quanto abbia interessato la sottoscritta.

Francesca G. Marone

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(Qui, l’introduzione di Massimo Maugeri)

a cura di Francesca G. Marone

La letteratura che ci libera
(Post di Davide Ecatti da Sul Romanzo)

E’ il potere della letteratura, è la forza dell’immaginazione che ci cattura e ci porta via, lontano dalla vita che altrimenti sarebbe una prigione di regole imposte. E’ la letteratura che fa spiccare il volo all’anima verso la libertà. E’ tutto questo, ed altro ancora, ciò che ci suggerisce questo post raccontandoci come i personaggi della letteratura possano diventare anelli di congiunzione fra noi e i mondi altri. Sancho Panza crea Don Chisciotte per poi seguirlo nelle sue scorribande e vivere in un mondo immensamente più colorito, è quanto nasce dalla penna del grandissimo scrittore ceco Franz Kafka con il racconto breve “La verità su Sancho Panza”.
Scopriremo leggendo l’interessante articolo di Ecatti che anche il D’Annunzio giovane scrisse un racconto dal titolo “ La morte di Sancho Panza” un povero cane ammalato in un’ambientazione fra fanciulle dell’alta società. Non è solo forza dell’immaginazione, suggestione semplice, credo che anche l’autore dell’articolo voglia suggerire qualcosa di più. Un’identificazione in alcuni paradigmi letterari che travalicano il tempo stesso della loro creazione per sollevarci da un quotidiano e renderci la dimensione più alta e sensibile della cosiddetta follia.

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Insolite bizzarrie delle case dei libri
(Tour tra le biblioteche più bizzarre del mondo di Barbara: da Booksblog)

Piccolo e colorito questo articoletto delizioso che è stato capace di ampliare l’orizzonte della mia immaginazione dei luoghi deputati alla conservazione dei libri e alla conoscenza.
Nell’arte contemporanea esiste sempre qualcosa di discutibile che non metterà mai d’accordo tutte le persone, che farà gridare i puristi all’orrore di fronte a forme insolite, strambe o eccessivamente colorate per il contesto abitativo in cui verranno inserite.
Eppure provo grande simpatia per questi tentativi originali e bizzarri di custodire cultura coniugando nuove forme architettoniche ed espressività funzionale.
Alle fotografie già belle e curiose, che richiamano architetture strambe, ne aggiungerei un’altra visitata proprio ad agosto scorso: quella della bellissima biblioteca di Copenaghen “Black Diamond”, una costruzione inaugurata nel 1999 collegata con un ponte trasparente alla vecchia ala della Royal Library della città. Un connubio felice fra antico e super moderno che utilizza materiali provenienti da tutte le parti del mondo, granito dalle miniere dello Zimbabwe e tanto vetro anche sul soffitto. Una concezione dello spazio estremamente dinamica che si presenta fortemente compatta ma sospesa magicamente in un contesto meraviglioso e che si staglia imponente come un tempio di fronte all’acqua.
Sappiamo bene quanto la costruzione della nostra identità passi anche attraverso il rapporto con lo spazio che ci circonda ed è bello pensare a come i templi del nostro sapere e della cultura possano cambiare esprimendosi con nuovi linguaggi.
Quindi buon viaggio attraverso le biblioteche più strane del mondo!

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La teoria dei sei gradi di separazione vale anche per la lettura?
(Totti, Mo Yan e i sei gradi separazione di Michele Marcon: da Finzioni)

Per introdurre questo post mi permetterò di illustrarvi prima la teoria cui si fa riferimento. La teoria dei sei gradi di separazione.
Nel ’67 il sociologo americano Stanley Milgram teorizzò il sistema per dimostrare una tesi – chiamata anche “la teoria del mondo piccolo”- . La tesi sosteneva che bastassero dai cinque ai sette passaggi per mettere in contatto una qualunque persona con un’altra nel mondo. Il sociologo verificò la bontà della tesi con un gruppo di volontari del Nebraska e del Kansas in grado di mettersi in contatto con sconosciuti nel Massachusetts utilizzando esclusivamente la loro rete di conoscenze. La teoria è stata anche d’ispirazione per un film e punto di partenza per ulteriori sviluppi della stessa teoria dei sei gradi separazione in diversi campi applicativi.
Curiosa e divertente la teoria applicata da Michele Marcon alla lettura: una persona può iniziare dalla lettura di un libro di Totti e arrivare a Mo Yan- vincitore dell’ultimo Nobel per la letteratura-
seguendo un iter proprio in virtù della teoria dei sei gradi di separazione. Insomma non ci sarebbero letture brutte o sbagliate ma semplicemente letture che avrebbero in sé il germe di altre letture, in un percorso di avvicendamento e di sovrapposizione di letture più giuste o più colte a letture meno giuste e meno colte. Non so quanti di voi saranno d’accordo con la teoria, o quanti abbiano incontrato lettori che da Moccia e Totti siano passati a Kafka o Proust, sta di fatto che il timore che ho è che le cattive abitudini- anche nella lettura- poi si rivelino dure a morire. E magari a Mo Yan non ci si arrivi più.

* * *

In ultimo tengo a segnalare una bella iniziativa che è stata realizzata dall’artista Alessandro Vettori a Ronciglione e di cui si è ampiamente parlato in quest’articolo di Caffenews.it

Il cuore della città è stato spento ed illuminato da cinquecento metri di poesie. Una catena luminosa di parole che vuole farsi scudo contro la solitudine sociale.

Mi pare un’iniziativa lodevole e originale.

(Francesca G. Marone)

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(Qui, l’introduzione di Massimo Maugeri)

a cura di Francesca G. Marone

La stupidità degli scrittori
(post di Giacomo Sartori da Nazione Indiana)

La stupidità può far danni o può far bene alla scrittura?

Questa settimana per voi amici di Letteratitudine il primo post è insolito e a mio avviso da leggere sorridendo, cogliendone le sfumature provocatorie ed originali. Tuttavia proseguendo la lettura anche nei post di interventi dei lettori del blog, posso capire che a qualcuno non sia gradito del tutto. Parere personalissimo: mi sono molto divertita ed ho apprezzato soprattutto la caratterizzazione umana e colorita dei grandi e meno grandi scrittori, del passato e di oggi.
Pare che l’autore del post ritenga la troppa intelligenza un freno per la buona riuscita della letteratura, intelligenza artificiosa inverosimile e soffocante di ogni afflato letterario vivo e spontaneo. In un certo senso è anche prepotente l’intelligenza che piega e tende a voler sottomettere. Arrogante nella sua baldanza esibizionistica e fin troppo entusiastica di vita, impedisce all’umana stupidità di far volare in alto le parole.
“Dante era un bigotto pedantone con il dente avvelenato, Stendhal un presuntuoso sempliciotto, Flaubert un tetro maniaco depressivo, Baudelaire un irresponsabile sotto tutela, Cervantes un mezzo deficiente, Dostoevskij uno psicopatico, …” sono solo alcuni dei ritratti dell’autore del post dipinti con originale piglio provocatorio. A me hanno fatto amare ancora di più quell’idea di imperfezione ed incompiuta risposta che dovrebbe lasciare la letteratura. Tanto tanto lontana, soprattutto nei grandi scrittori, dall’esibita consapevolezza di stare a realizzare qualcosa di perfetto.

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Le parole del tempo e la letteratura. Gualberto Alvino. La parola verticale. Pizzuto, Consolo, Bufalino, con una prefazione di Pietro Trifone, Napoli, Loffredo, 2012
(post di Giuseppe Panella da La poesia e lo spirito)

Da dove nasce la parola?

Se parliamo di scrittura parliamo senza dubbio dell’importanza della parola, ma da dove vengono le parole che gli scrittori utilizzano? Dal parlato o dal passato, dalla tradizione letteraria che li ha preceduti o s’impastano con le voci del mondo presente e s’intrecciano fra loro creandone di nuove?
Alvino in questo saggio prende in esame le voci di tre scrittori del sud Italia, Pizzuto, Consolo e Bufalino. Tutti e tre siciliani e con un linguaggio assai differente l’uno dall’altra. Proiezioni linguistiche di tre grandi autori del panorama letterario italiano che contribuiscono a creare altrettanti mondi creativi e personali estremamente interessanti. Un’interessante ricerca ci appare quella di Alvino che a partire dal titolo dell’opera “La parola verticale” mi ha spinto ad immaginare la costruzione ascendente, come un mattone sopra l’altro, della parola che magicamente ci conduce nei luoghi altri della letteratura.
Il link da seguire per saperne di più:

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Hrabal: “Manuale dell’apprendista sbruffone”
(post di Giuseppe Genna da Centraal Station)

Grazie Giuseppe Genna. Non potrei dare incipit differente all’introduzione di questo post. Lo conoscevo ma non avevo mai letto Hrabal, ed ora un po’ me ne vergogno ma sono così grata alle mie mancanze perché mi danno l’opportunità di scoprire ed emozionarmi ancora di fronte ad una lettura così.
La scrittura di Hbral è potente, onirica, surreale. Ti trascina dentro le immagini e senti il flusso del pensiero che si va vivo, parole che restano appiccicate addosso, sulla pelle.
Cosa dirvi amici miei letteratitudiniani? Sedetevi in poltrona abbandonate ogni fretta e leggete questo brano superbo. Ogni parola evocherà immagini, suoni, sensazioni, in voi e alla fine non potrete non concordare con il mio “grazie Genna”.

Per chi non lo conoscesse:
Bohmuil Hrabal (Brno, 28 marzo 1914 – Praga, 3 febbraio 1997) è stato uno scrittore ceco.
Nel 1995 ha ricevuto il Premio Grinzane Cavour. Il regista Jiří Menzel ha tratto diversi film da romanzi e soggetti da Hrabal, tra cui Treni strettamente sorvegliati, vincitore dell’Oscar al miglior film straniero. Autore di diversi racconti e romanzi, fra cui due autentici capolavori: Ho servito il re d’Inghilterra, scritto nel 1971 ma pubblicato nel 1982, e Una solitudine troppo rumorosa, 1987, scritto nel 1976 ma pubblicato nel1980. In seguito la sua produzione ha avuto una marcata impronta diaristica attraverso la stesura di brevi testi in cui domina l’elemento della quotidianità.
Una curiosità: una designer polacca di nome Małgorzata Mozolewska prova a tributare allo scrittore ceco Bohumil Hrabal il personale modo di raccontare il valore della scrittura attraverso una sua creazione.
Un mobile asimmetrico, sghembo e di scarsa funzionalità che dovrebbe riflettere “la casualità della condizione umana, la combinazione di popolare ed elitario, mettendo su un piedistallo i difetti e aggiungendo ironia e un senso di straniamento e di contrasto”. Come dice la stessa creatrice dell’opera. Insolito tributo alla letteratura e testimonianza di come, oggi, i linguaggi siano ibridati in tutte le forme artistiche.

Francesca G. Marone

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L’Osservatorio LitBlog e Letteratitudine Cinema a Pagina3 di RadioRai3 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2012/10/03/osservatorio-litblog-e-letteratitudinecinema-a-pagina3-di-radiorai3/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2012/10/03/osservatorio-litblog-e-letteratitudinecinema-a-pagina3-di-radiorai3/#comments Wed, 03 Oct 2012 16:08:32 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4409 pagina3È con molto piacere che segnalo che, nell’ambito della puntata di Pagina3 (trasmissione culturale di RadioRai3) del 3 ottobre 2012, si è parlato dell’Osservatorio LitBlog di Letteratitudine (che avevo avuto modo di presentare in questo post) e di Letteratitudine Cinema (iniziativa che avevo presentato qui). Si è altresì fatto cenno alla trasmissione radiofonica Letteratitudine in Fm.
È possibile ascoltare la puntata online, cliccando qui.


Ne approfitto per ringraziare la redazione di Pagina3 per l’attenzione che ha voluto riservare a Letteratitudine e alle iniziative in questione.
Grazie mille!
Massimo Maugeri

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Osservatorio LitBlog n. 1 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2012/10/01/osservatorio-litblog-n-1/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2012/10/01/osservatorio-litblog-n-1/#comments Mon, 01 Oct 2012 20:43:12 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4387 Osservatorio LitBlog n. 1: settimana dal 24 al 30 settembre 2012

(Qui, l’introduzione di Massimo Maugeri)

a cura di Francesca G. Marone

La società della stanchezza

Questa settimana il primo post che ha suscitato la mia curiosità (firmato da Cristò, su Minima et Moralia) parla della necessità di recuperare la lentezza. La filosofia come indirizzo di vita quotidiana, è la filosofia di Byung-Chul Han, La società della stanchezza Nottetempo 2012, filosofo coreano di nuova generazione che si inserisce in quel flusso di pensiero e di studi in cui emerge una fruttuosa ibridazione di discipline: dalla filosofia, alla antropologia , alla sociologia. Siamo una popolazione di umani stanchi, sempre indaffarati, costantemente distratti e sovraffollati mentalmente. Penso che, pur non essendo tutti filosofi, potremmo accostarci a questa lettura prendendo fiato per un momento, mettendo distanza fra noi e la fretta recuperando l’idea di un pensiero unico. Magari sentendoci per un momento proprio come un filosofo classico in feconda meditazione. E dalla stanchezza debilitante scivolare nella stanchezza che generi un senso di salvezza.

* * *

Il ricordo d’infanzia

Perché questo post? Forse perché per me i ricordi sono diventati nel tempo un’ossessione, soprattutto quelli dell’infanzia, mi piace ripeterli e rivederli più volte nella mente e confonderli con ciò che oggi appartiene più all’immaginazione che ai ricordi veri e propri. Bella l’iniziativa di Giulio Mozzi (su Vibrisse). Tanti ricordi come se fossero un flusso unico proveniente da una persona sola. Un esperimento figlio di questi tempi di condivisione, di un emergere di un’intelligenza collettiva, anche emotiva. Un unico frutto gigantesco di tanti alberi che s’intrecciano. Chissà, secondo me sarà bellissimo il risultato finale. Mi ha anche molto colpita l’affermazione di Giulio sul fatto che abbia scarsi ricordi, un po’ come se si affidasse agli altri per indurre se stesso a svolgere questo viaggio a ritroso nel tempo. E’ una cosa bella questo recupero, chissà quanti di noi si riconosceranno nel ricordo di un altro. Oggi era l’ultimo giorno per partecipare, più di mille ricordi sono giunti nella casella di posta di Giulio Mozzi, comunque vada lo ringraziamo per aver stimolato questo piccolo viaggio nella memoria individuale per poi farne dono condiviso.

* * *

Alla ricerca della chiave, una pagina dopo l’altra
(di Marina Gillona, dal blog dell’Indice dei libri del mese)

…“Nessuna chiave, nessuna parola abbastanza magica per un certo tempo. Finché non hai imparato a leggere.
E a stare dentro l’incantesimo.”…

Ancora il mondo dell’infanzia, la forza dell’immaginazione e l’intreccio con la potenza delle parole. Ricordo uno dei primi libri a farmi compagnia la sera nel letto: Le fiabe italiane raccolte e trascritte da Italo Calvino. Quante paure, quante possibili altre vite da vivere, e persone vere da incontrare che uscivano fuori dalle pagine come dalla lampada di Aladino.
Mi chiedo da lettrice e da madre, se ci siano ancora adulti disposti a raccontar fiabe ma soprattutto se i nostri figli abbiano ancora voglia di leggerne. Bello, dolce e amaro questo pezzo sulla potenza delle letture d’infanzia. Leggere o vivere la vita che sarà avara d’incantesimi?
Le parole più consone non sono le mie.
Qui di seguito le parole dello stesso Calvino sugli anni impiegati nel lavoro di raccolta e trascrizione delle fiabe:
Ogni poco mi pareva che dalla scatola magica che avevo aperto, la perduta logica che governa il mondo delle fiabe si fosse scatenata, ritornando a dominare sulla terra. Ora che il libro è finito, posso dire che questa non è stata un’allucinazione, una sorta di malattia professionale. E’ stata piuttosto una conferma di qualcosa che già sapevo in partenza, quel qualcosa cui prima accennavo, quell’unica convinzione mia che mi spingeva al viaggio fra le fiabe; ed è che io credo questo : le fiabe sono vere.”

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OSSERVATORIO LIT-BLOG http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2012/10/01/osservatorio-lit-blog/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2012/10/01/osservatorio-lit-blog/#comments Mon, 01 Oct 2012 20:01:31 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4372 Sono trascorsi sei anni dalla nascita di Letteratitudine. Un tempo piuttosto lungo, se relazionato alla velocità del web. Eppure siamo ancora qui, insieme a molti dei blog letterari nati ancora prima di questo… e ai tanti che, nel tempo, si sono aggiunti al gruppo. Vista nel suo insieme, la blogosfera letteraria italiana è un corpo unico. E ogni singolo blog rappresenta una cellula di questo grande organismo.
Ciò premesso, è da tempo che medito sulla possibilità di dedicare uno spazio di Letteratitudine ai blog letterari italiani. Del resto, sono tra coloro (be’, sarebbe paradossale il contrario) che credono che i blog letterari abbiano ancora tanto da dire… e da dare. Anche per questo ho aderito (e continuerò ad aderire) con tanto entusiasmo all’iniziativa K-Lit, il primo festival dei blog letterari ideato da Morgan Palmas di Sul Romanzo.

francesca-g-marone

Nasce, dunque, l’Osservatorio LitBlog di Letteratitudine. Una rubrica settimanale destinata a segnalare alcuni dei post pubblicati dai blog letterari italiani.

Non avendo la possibilità di occuparmene personalmente (essendo impegnato in tante altre iniziative), ho deciso di affidare questo spazio a Francesca G. Marone (letteratitudiniana di vecchia data). Francesca (nella foto accanto) darà un’occhiata ai vari blog e, settimana dopo settimana, segnalerà i post che l’hanno colpita di più. L’Osservatorio LitBlog sarà, dunque, uno spazio/segnalazione (non uno spazio/dibattito). E ci tengo a precisare sin da subito che i post segnalati non saranno i migliori della settimana , né i più importanti (lungi da noi immaginare qualcosa del genere)… ma semplicemente quelli che avranno incuriosito di più Francesca. Il tutto, con lo spirito di condivisione che ha caratterizzato Letteratitudine sin dall’inizio.

Ne approfitto per ringraziare di cuore tutti i blogger letterari italiani per il lavoro che svolgono quotidianamente.
A presto!

Massimo Maugeri

P.s. Dell’ Osservatorio LitBlog di Letteratitudine ne ha parlato la trasmissione culturale “Pagina3” di RadioRai3

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L’Osservatorio Lit-Blog di Letteratitudine segue: Be-Pop, Blogolo nel buio, Booksblog, Carmilla online, Con Altri Mezzi, Corpi freddi, Critica letteraria, DoppiozeroFinzioni, Giap (dei Wu Ming), Il blog de L’indice dei libri del mese, Il blog di Giuseppe Genna, Il primo amore, LankelotLa poesia e lo spirito, Lipperatura, MangialibriMinima et Moralia, Nazione Indiana, Satisfiction, Sul Romanzo, Tropico del libroVia delle belle donne, Vibrissee tanti altri blog ancora!

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Francesca G. Marone è nata a Napoli, dove vive. Laureata in Scienze Politiche all’Istituto Universitario Orientale di Napoli, ha poi conseguito una seconda laurea in Comunicazione pubblica sociale e politica alla Facoltà di Sociologia. Ha frequentato svariati stage di scrittura e poesia. Ha pubblicato poesie e racconti in antologie. Fra cui “Bellissima Ossessione” vincitore del concorso on line “Il Racconto nel cassetto” 2007, Cento Autori editore. Ha partecipato all’opera collettiva l“Enciclopedia degli scrittori inesistenti”. È tra i vincitori del concorso “Racconti nella Rete 2010” con “Le nozze in volo” pubblicato da Nottetempo editore. Finalista al concorso Caffè Moak 2012 con il racconto “Nero come l’amore , nero come il caffè”. Ha collaborato al magazine online CaffèNews. Oggi è nello staff direttivo del magazine on line Facciunsalto. Il suo secondo nome è Giulia perché nata in una Giulia Alfa Romeo color foglia d’autunno.

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