LETTERATITUDINE di Massimo Maugeri » Risultati della ricerca » simona lo iacono http://letteratitudine.blog.kataweb.it Un open-blog. un luogo d\'incontro virtuale tra scrittori, lettori, librai, critici, giornalisti e operatori culturali Sat, 11 Dec 2021 09:58:57 +0000 http://wordpress.org/?v=2.9.2 en hourly 1 PER PAOLO BORSELLINO http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/07/19/per-paolo-borsellino/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/07/19/per-paolo-borsellino/#comments Mon, 19 Jul 2021 05:00:01 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2320 BorsellinoIN MEMORIA DI PAOLO BORSELLINO

Il 19 luglio del 1992, moriva Paolo Borsellino. Dopo aver pranzato a Villagrazia con la moglie Agnese e i figli Manfredi e Lucia, si era recato insieme alla sua scorta in via D’Amelio, dove viveva sua madre.

Una Fiat 126 parcheggiata nei pressi dell’abitazione, con circa 100 kg di esplosivo a bordo, deflagrò al passaggio del giudice, uccidendo anche i cinque agenti di scorta Emanuela Loi (prima donna della Polizia di Stato caduta in servizio), Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. L’unico sopravvissuto fu Antonino Vullo, ferito mentre parcheggiava uno dei veicoli della scorta.

In memoria e onore di Paolo Borsellino – eroe italiano e vittima della mafia – dedichiamo questo spazio di Letteratitudine, rimettendo in primo piano questo post pubblicato originariamente nel 2010 e dedicato alla sua figura.

All’interno del post, in cui ragionavamo anche sul senso e sul valore della memoria, c’è un bel racconto della scrittrice e magistrato Simona Lo Iacono.

Massimo Maugeri


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FUOCHI D’ARTIFICIO

di Simona Lo Iacono

I pochi gesti che compio stamattina non hanno niente a che fare col buio. Sono gesti intagliati in un sole che assorbe tutto.
Apro il balcone mentre alle mie spalle lei dorme ancora. Conosco la piega che prende il lenzuolo tra i due seni, l’arsura che le si incolla sulle gambe e le fa spostare il ginocchio in su. Non ha mai saputo che la osservo per ore mentre dorme, e neanche i miei figli lo sanno, perché il sonno è un segreto che può violare solo chi ama, ma di nascosto, senza farsene accorgere. Sarebbe come rubare l’anima mentre si acquatta e impigrisce, e io non ho mai saputo sottrarre niente a nessuno. Non ora, poi, che la notte è un nemico che mi inchioda solo poche ore, e insiste a trasformarsi in una veglia perpetua e piangente, che consumo bevendo caffè, lucidando i ricordi e assestando gli ultimi colpi a queste carte.
Nei primi tempi le impilavo ovunque, in spiaggia, tra le sdraio che lei ha sempre voluto di fronte, a specchio, per guardarmi lavorare. E in bagno, dove lasciavo che la sigaretta mi pencolasse consumandosi da sola, sbriciolando cenere e saliva. Poi, col tempo, ho preso a selezionare. Pochi documenti, scelti col fiuto di un presentimento.
Ma questa mattina non cederò ai presentimenti. Scenderò in mare con la barca. Slitterò piano sulle onde.
Il giornale lo comprerò prima. All’edicola sotto casa, da solo.
Non voglio che i ragazzi mi accompagnino. Fa caldo, ed è una bella domenica. Che stiano a letto ancora un’ora.
Citofoneranno alle nove, come al solito. E come al solito vedrò avvitarsi sulla mia ombra la loro, tesa come un legaccio.
Li osservo cingermi a cerchio, fare scudo sul niente.
La calma ci fa paura più di ogni altra cosa, più del traffico che esplode a mezzogiorno, o più dell’autostrada che cuoce imbrumandosi di un odore greve, di spazzatura.
A volte ne ridiamo. Fingiamo di essere sulla volante solo per gioco, o per una vacanza, dice qualcuno. E se la sirena urge sul cielo, ci cantiamo sopra, azzardiamo una barzelletta.
Siamo bravi a distrarre la morte.
Giovanni ci sapeva fare più di ogni altro. Non faceva scongiuri ma sosteneva con una punta di orgoglio che nessuno, ormai, muore così. Coi fuochi d’artificio che bombardano l’aria. E intanto accarezzava la borsa porta documenti, faceva schioccare la serratura con due dita. Salta in un secondo, diceva. Ma non rideva più.
La barca è pronta. Solo un giro nel porto ho detto, ma seguendo i gabbiani che si inarcano verso gli scogli. Voglio vederli planare.
Intanto a casa le melanzane friggono sull’olio. Lei sa rosolarle perfettamente, lasciando che la crosta che le circonda crocchi tra le labbra. Mi ama silenziosamente questa donna china sulla padella, che non chiede niente se non vedermi tornare.
La cingo da dietro e le bacio la nuca, i resti delle melanzane ancora tra i denti.
Vado a riposare, le dico, e nel sorriso che adesso copre coi capelli, leggo tutti questi anni. Ti sveglio alle quattro, risponde. E io sussulto. E’ come se contasse alla rovescia.
L’ultimo abbraccio glielo do sull’uscio di casa. I ragazzi già mi aspettano con la portiera aperta, le pistole d’ordinanza sotto le camicie estive.
Bacio di fretta anche i miei figli perché ultimamente so che il tempo è spigoloso, tende trappole e salta segnali.
E poi. Mia madre mi aspetta. Avrà messo la vestina nera, come la chiama lei. Le calze, anche se è luglio.
L’agente scelto mi dice: aspetti dottore, lei rimanga qui che citofono io.
Mia madre è pronta già da mezz’ora, e posso quasi vederla rispondere sì scendo, tremare un poco sulle gambe, sovrapporsi al viso di mia moglie, e dei miei figli, i loro occhi che inondano adesso questa macchina, le melanzane che ballano sull’olio, la barca che pedina gabbiani.
Allora è vero, era un conto alla rovescia, anche se non è come immaginavo, non è un boato, piuttosto un respiro lungo a scuoterci, e lapilli che infestano l’aria, e poi i balconi delle case, e l’agente scelto che viene spinto in avanti, mentre di tutto quello che credevo di ricordare non resta che questa stanchezza forse un po’ perplessa e triste, nomi, una data, un luogo, fuochi d’artificio, come diceva Giovanni.

Via D’Amelio, 19 Luglio 1992. Paolo Borsellino.

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SIMONA LO IACONO con “La tigre di Noto” (Neri Pozza) in radio a LETTERATITUDINE http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/05/06/simona-lo-iacono-con-la-tigre-di-noto-neri-pozza-in-radio-a-letteratitudine/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/05/06/simona-lo-iacono-con-la-tigre-di-noto-neri-pozza-in-radio-a-letteratitudine/#comments Thu, 06 May 2021 12:30:50 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=8784 SIMONA LO IACONO con “La tigre di Noto” (Neri Pozza), ospite del programma radiofonico Letteratitudine trasmesso su RADIO POLIS (la radio delle buone notizie).

In streaming e in podcast su RADIO POLIS

trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia, postproduzione e consulenza musicale: Federico Marin

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PER ASCOLTARE LA PUNTATA CLICCA QUI

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Ospite della puntata: La scrittrice e magistrato Simona Lo Iacono.
Con Simona Lo Iacono abbiamo discusso del suo nuovo romanzo intitolato “La tigre di Noto” (Neri Pozza).


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La scheda del libro: “La tigre di Noto” di Simona Lo Iacono (Neri Pozza)

Questo romanzo narra di Anna Maria Ciccone, una donna e una scienziata che visse in un’epoca che le fu ostile, un tempo di ostinati pregiudizi e barbarie totalitarie. Nata a Noto nel 1891, partì dalla sua Sicilia e arrivò a Pisa poco prima che scoppiasse la Grande Guerra per studiare fisica: unica donna del suo corso. Insegnò alla Normale e seguì per un’intera vita le traiettorie e le intermittenze della luce, perché la spettrometria era l’oggetto dei suoi studi. Studi che ebbero una vasta risonanza persino nel campo della nascente meccanica quantistica molecolare. Oggi diremmo che si impose in un mondo maschile. Ed è certamente vero. Oggi parleremmo della sua passione, della sua forza e del suo coraggio nel riuscire a salvare, nel 1944, i testi ebraici della biblioteca dell’università di Pisa dai nazisti che volevano requisirli e poi distruggerli.
La sua figura non è riconducibile, tuttavia, soltanto alle sue pionieristiche ricerche o alle sue impavide azioni. Con uno sguardo che attraversa il suo tempo, Simona Lo Iacono ritrae la vita di una donna capace di affermare in ogni ambito dell’esistenza la forza della sua fragilità. Ne esce un romanzo che non si lascia definire, che ci costringe a convivere con una nostalgia tenace, il racconto di una geniale fisica e matematica che seppe mostrarsi al mondo con la compostezza e il pudore di chi, nel buio dell’universo, cerca di guadagnare sempre, con fede ostinata, un piccolo bagliore di conoscenza. Perché, parafrasando Goethe, è proprio quando le ombre sono più nere che riusciamo a scoprire il potere della luce.

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Simona Lo Iacono, scrittrice nata a Siracusa, è magistrato e presta servizio presso il tribunale di Catania. Ha pubblicato diversi romanzo, a partire da quello d’esordio intitolato “Tu non dici parole” (2008). Ricordiamo anche i successivi romanzi: “Stasera Anna dorme presto” (2010), “Effatà” (2013). Nel 2016 ha pubblicato il romanzo “Le streghe di Lenzavacche” (Edizioni E/O), selezionato tra i dodici finalisti del Premio Strega e vincitore del Premio Chianti.
Nel 2017 è uscito il romanzo “Il morso” (Neri Pozza – Vincitore del Premio Racalmare-Sciascia 2017). Nel 2019 è uscito, sempre per Neri Pozza, il romanzo “L’albatro” (Premio “Città di Erice” 2020). Da pochi giorni è uscito il nuovo romanzo, anche questo edito da Neri Pozza, intitolato “La tigre di Noto”.

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trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia, post produzione e consulenza musicale: Federico Marin

PER ASCOLTARE LA PUNTATA CLICCA QUI

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È possibile ascoltare le precedenti puntate radiofoniche di Letteratitudine, cliccando qui.

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La colonna musicale della puntata (a cura di Federico Marin): brani in ordine di ascolto

sigla: Jason Shaw – BACK TO THE WOODS
licenza: https://creativecommons.org/licenses/by/3.0/us/

The Kyoto Connection – Hachiko (The Faithtful Dog)
licenza: https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/

Jasmine Jordan – Closer.ovw
licenza: https://freemusicarchive.org/FMA_License

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LetteratitudineNews: dal 21 al 28 aprile 2021 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/04/29/letteratitudinenews-dal-21-al-28-aprile-2021/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/04/29/letteratitudinenews-dal-21-al-28-aprile-2021/#comments Thu, 29 Apr 2021 04:53:54 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=8775 letteratitudinenews(libri, fatti ed eventi)

dal 21 al 28 aprile 2021 (clicca sui link per aprire le pagine)

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LA TIGRE DI NOTO di Simona Lo Iacono (recensione)

“FRANCESCO DE GREGORI. I testi. La storia delle canzoni” di Enrico Deregibus

SALERNO LETTERATURA 2021

25 APRILE 2021: l’Intervento del Presidente Mattarella alla Cerimonia in occasione del 76° anniversario della Liberazione

LE MAGNIFICHE INVENZIONI di Mara Fortuna: incontro con l’autrice

CAMPIELLO GIOVANI: I CINQUE FINALISTI

CLASSIFICA: dal 12 al 18 aprile 2021 – questa settimana segnaliamo “Tempo. Il sogno di uccidere Chrónos” di Guido Tonelli (Feltrinelli)

RIPARTE IL MAGGIO DEI LIBRI nel segno di DANTE

PISA BOOK FESTIVAL 2021: si riparte in presenza con varie novità

LA PAZIENZA DEL SASSO di Carmela Scotti: incontro con l’autrice

ALLE SOGLIE DEL TÉMENOS di Sebastiano Burgaretta

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dal 9 al 15 marzo 2021 (clicca sui link per aprire le pagine)

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ALESSANDRO RAVEGGI racconta GRANDE KARMA

LA CROCE E LA VIA di Daniele Mencarelli

DIEGO MARANI racconta LA CITTÀ CELESTE

LA MEMORIA DEI NONNI: racconti a cura di Marinella Fiume

Hypercritic Poethon 2021: 88 Poetesse per cambiare il Mondo

CLASSIFICA: dal 22 al 28 febbraio 2021 – questa settimana segnaliamo “Il ballo delle pazze” di Victoria Mas (E/O)

PREMIO SABA 2021: vince Umberto Piersanti con “Campi di ostinato amore” (La nave di Teseo)

ANTONELLA LATTANZI racconta QUESTO GIORNO CHE INCOMBE

MUSIC IN A BOX? – Simona Lo Iacono intervista Corrado Neri

QUELLO CHE CHIAMIAMO AMORE di Loreta Minutilli: incontro con l’autrice

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LetteratitudineNews: dal 20 al 24 maggio 2020 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2020/05/24/letteratitudinenews-dal-20-al-24-maggio-2020/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2020/05/24/letteratitudinenews-dal-20-al-24-maggio-2020/#comments Sun, 24 May 2020 19:03:36 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=8495 letteratitudinenews(libri, fatti ed eventi)

dal 20 al 24 maggio 2020 (clicca sui link per aprire le pagine)

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OMAGGIO A PIERO MANNI

CLASSIFICA: dall’11 al 17 maggio 2020 – questa settimana segnaliamo “A proposito di niente” di Woody Allen (La nave di Teseo)

LA PROMESSA di Simona Lo Iacono

LIBRO, UN BENE ESSENZIALE PER I SOCI DELLA DANTE
FESTIVAL EUROPEO DELLA POESIA AMBIENTALE 2020

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dal 13 al 16 marzo 2020 (clicca sui link per aprire le pagine)

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L’ISOLA DELLE MADRI di Maria Rosa Cutrufelli (intervista)

Pensieri e parole ai tempi del coronavirus # 15 (di Laura Imai Messina)

CLASSIFICA: dal 9 al 15 marzo 2020 – questa settimana segnaliamo “L’inverno più nero. Un’indagine del commissario De Luca” di Carlo Lucarelli (Einaudi)

Pensieri e parole ai tempi del coronavirus # 14 (di Marilia Di Giovanni)

GIORNATA MONDIALE DELLA POESIA 2020

ADDIO A GIANNI MURA

Pensieri e parole ai tempi del coronavirus # 13 (di Lella Seminerio)

Pensieri e parole ai tempi del coronavirus # 12 (di Simona Lo Iacono)

I PADRI E I VINTI di Giovanni Mastrangelo (recensione)

ADDIO A ĖDUARD LIMONOV

Pensieri e parole ai tempi del coronavirus # 11 (di Francesca G. Marone)

Pensieri e parole ai tempi del coronavirus # 10 (di Furio Detti)

Pensieri e parole ai tempi del coronavirus # 9 (di Carmen Pellegrino)

Pensieri e parole ai tempi del coronavirus #8 (di Helena Molinari)

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LetteratitudineNews: dal 3 all’8 dicembre 2019 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/12/09/letteratitudinenews-dal-3-all8-dicembre-2019/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/12/09/letteratitudinenews-dal-3-all8-dicembre-2019/#comments Mon, 09 Dec 2019 19:08:58 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=8366 letteratitudinenews(libri, fatti ed eventi)

dal 3 all’8 dicembre 2019 (clicca sui link per aprire le pagine)

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L’ALBATRO di Simona Lo Iacono (recensione)

CLASSIFICA: dal 25 novembre al 1° dicembre 2019 – “Autodifesa di Caino” di Andrea Camilleri (Sellerio)

CERCAMI di André Aciman (un estratto)

Rapporto AIE a PLPL 2019: sono poco meno di nove milioni gli italiani che frequentano le biblioteche

TAOBUK 2020: il tema dell’edizione del decennale sarà L’ENTUSIASMO

Rapporto AIE a PLPL 2019: continua la crescita all’estero dell’editoria italiana

COM’È L’ITALIA DI OGGI (secondo gli italiani)? Ce lo dice il Rapporto Censis 2019

Rapporto AIE a PLPL 2019: la crescita dei piccoli e medi editori

DONNE DI ALTRE DIMENSIONI di Radu Sergiu Ruba (recensione)

HIROSAKI di Alessio Vailati (poesie)

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OMAGGIO A STEFANO D’ARRIGO http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/10/28/omaggio-a-stefano-darrigo/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/10/28/omaggio-a-stefano-darrigo/#comments Mon, 28 Oct 2019 14:00:03 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=7500 Libro Letteratitudine. Vol. 3 Massimo MaugeriIn occasione della ricorrenza del centenario della nascita del grande Stefano D’Arrigo (Alì Terme, 15 ottobre 1919 – Roma, 2 maggio 1992), autore – tra l’altro – di “Horcynus Orca” (uno dei capolavori mondiali della letteratura del Novecento), riproponiamo la lettera a lui indirizzata dalla scrittrice Tea Ranno, estratta dalla sezione “Lettere a personaggi letterari e autori scomparsi” del volume “Letteratitudine 3: letture, scritture e metanarrazioni” (LiberAria, 2017) che ho avuto il piacere di curare per festeggiare il decennale di vita di questo blog (la suddetta lettera era già stata proposta in occasione del venticinquennale della morte di D’Arrigo).

(Massimo Maugeri)

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LETTERA A STEFANO D’ARRIGO

La vita cammina, il tempo è il suo binario

di Tea Ranno

Non mi permetto il tu, perché a un maestro non si usa l’eccessiva confidenza, e il lei mi pare troppo distante: spesso nei pensieri mi siete, Maestro, nel ragionamento che piglia forma di scrittura e tende a musicare la frase, a darle voce di sirena che incanta o avvelena, ma mai scorre per il rigo indifferente; e dunque è al voi che ricorro, antico retaggio della mia terra dove il rispetto passa intanto per la bocca.
Vi scrivo per dirvi che le parole uscite dalla vostra penna, nei venti e passa anni in cui ’Ndrja Cambrìa attorcigliò il cammino del ritorno, mi sono diventate armamentario di espressione, vocabolario che ha aggiunto colore e intensità alle cose che andavo pensando, a quelle che andavo dicendo e storpiando per piegarle al volere dell’immaginazione. Corona di sogno e guinzaglio, le parole vostre, un fraseggio che deride le mezze menzogne, perché la menzogna, mi avete insegnato, è tale se resta signora della pagina e non serva d’un qualche ragionamento astratto. Mentire e ragionare in contrabbando di evidenza, questo ho imparato; e mistificare, togliere e mettere per alchimie che potenziano l’illusione.
https://img.ibs.it/images/9788817872287_0_0_320_80.jpgVi scrivo per dirvi che ogni volta che traverso il Duemari è a voi che penso, a quel terribilio di sventure che metteste in atto facendo di quel mare teatro di scannatine e affronti, offese, mancanze; per dirvi che trapassando in Continente dall’Isola, e viceversa, continuo ad aspettare le fere, anche una, una soltanto, che mi dia conto di quanto il mare sia rimasto lo stesso, col suo Scilla che abbaia e Cariddi che ingoia e Morgana che distorce la visione. Vi scrivo per dirvi che ogni ferribò che prendo mi pare quello che ha nella pancia le femminote che commerciavano in carne e sale: la carne loro, il sale che riuscivano a fottere in mezzo alla penuria guerresca. Vi scrivo, Maestro, per dirvi che le cose che mi avete insegnato a guardare hanno sempre un’anima scognita che mi spinge a toccare, scavare, mordere per capirne coi denti la consistenza, saperne il sapore e rendermi consapevole di ciò che altrimenti scivolerebbe come cece su pelle d’uovo. Vi dico che a me il discorrere di necessità commerciali – una storia erotica, un giallo, un conversario in salotto ottocentesco – interessa quanto quel cece che scivola su pelle d’uovo; che per me ci vuole lentezza e perseveranza sopra argomenti che trattano l’uomo, la sua capacità di cambiare testa, di trasformare in grandezza la sua pochezza. L’imparai, questo, dalla vostra Nasodicane, dal suo falcidiare fiati e ficcare nel nero sacco senza fondo quanti la sua mano scippa o carezza. Vi scrivo per dirvi che gli occhi vostri mi furono di supporto quando pretesi di guardare la vita e il mondo per raccontarli, ché vita e mondo, mi dicevo, hanno la stessa chiave d’accesso, lo stesso codice di sblocco. Se poi una è più personale e l’altro abbraccia l’estraneo è cosa che non nuoce, piuttosto induce a meglio capire, a intervenire con una zeppa, un cuneo là dove il senso zoppica. E non ci sono certezze. L’unica, forse, è quella Ciccina Circè che intona canti d’ammaliamento e offre la sua barca per un trasbordo vero dove il corpo si fa litania di desideri e il campanello a richiamo di fere è potenza di straniamento che tiene lontani gli affogati e fa meno atroce il passaggio.
Il tempo ci rimane addosso, Maestro. Non possiamo fare altro che cantarlo, anche se non ne siamo degni, se non ne possediamo il metro. La vita cammina, il tempo è il suo binario.
Vi saluto con devozione. Vi auguro mari e fere in quantità, parole tutte quelle che volete, e aria, e respiro. E sigarette, pure. E amici. E millunanotte di domani in domani.

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Tea Ranno è nata a Melilli, in provincia di Siracusa, nel 1963. Dal 1995 vive a Roma. È laureata in giurisprudenza e si occupa di diritto e letteratura. Ha pubblicato per e/o i romanzi Cenere (2006, finalista ai premi Calvino e Berto e vincitore del premio Chianti) e In una lingua che non so più dire (2007). Nel 2012 per Mondadori è uscita La sposa vermiglia, vincitore del premio Rea, e nel 2014, sempre per Mondadori, Viola Fòscari. Nel 2018 con Frassinelli ha pubblicato Sentimi. Per Curcio, ha scritto tre libri per bambini, l’ultimo è Le ore della contentezza. Il più recente romanzo di Tea Ranno è “L’amurusanza” (Mondadori, 2019)

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SCRIVI A CETTI: proposta di un “progetto letterario” per le scuole secondarie di secondo grado http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/09/11/scrivi-a-cetti/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/09/11/scrivi-a-cetti/#comments Wed, 11 Sep 2019 16:34:20 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=8260

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LETTERA APERTA AI DIRIGENTI SCOLASTICI E AI DOCENTI DELLE SCUOLE SECONDARIE DI SECONDO GRADO

Gentile Dirigente scolastico, gentile Docente,
la lettura e la scrittura possono essere considerate come un’efficace possibile occasione di riscatto, oltre che di crescita personale? La risposta, dal mio punto di vista, è sì.
Il riscatto attraverso la lettura e la scrittura è uno dei temi principali affrontati nel mio Cetti Curfino”, edito da La nave di Teseo; romanzo che ho avuto modo di presentare in molte scuole e all’interno di alcune strutture carcerarie con il coinvolgimento diretto di, rispettivamente, studenti e detenuti.
Gli innumerevoli inviti ricevuti di partecipazione a incontri/dibattiti con gli studenti presso gli istituti scolastici (che, purtroppo, mi è stato impossibile accogliere in toto) mi hanno indotto a immaginare (e a imbastire) questo progetto a costo zero per le scuole secondarie di secondo grado (organizzato in collaborazione con “Demea: eventi culturali“) che sottopongo alla Vostra cortese attenzione (con l’auspicio di coinvolgere, per l’appunto, gli studenti interessati).
Provo a illustrarvi, in breve, di cosa si tratta.

“Cetti Curfino” è un romanzo che affronta tematiche e problematiche di grande attualità: la ricerca di una forma di riscatto attraverso la scrittura e la lettura (come già accennato), la “condizione femminile” e gli abusi sessuali, la mentalità clientelare, il concetto di giustizia, la vita in carcere, la sicurezza sul lavoro e le cosiddette “morti bianche”, la disoccupazione dilagante, la piaga delle slot machine illegali, i quartieri “a rischio” presenti all’interno di molte delle nostre città.

Chi è “Cetti Curfino”?

Si tratta di un personaggio letterario che potremmo considerare come “doppio”: carnefice e vittima allo stesso tempo. È una donna di quarant’anni che si trova in carcere (dunque ha commesso un reato ed è colpevole) per via di un susseguirsi di situazioni disperate legate alla sua condizione sociale disagiata aggravata dallo stato di vedovanza e, paradossalmente, dalla sua bellezza (dunque è anche vittima).
All’interno del romanzo assume importanza centrale la lettera che Cetti Curfino scrive al commissario di polizia che l’ha arrestata.

Ed è proprio sull’idea della “lettera” che si basa il presente progetto indirizzato ai ragazzi delle scuole secondarie di secondo grado, con l’obiettivo di coinvolgerli, invitandoli a scrivere – a loro volta – una lettera proprio alla protagonista della storia: Cetti Curfino. Ogni studente della scuola aderente potrà dunque scrivere una lettera alla protagonista del romanzo (Cetti Curfino) come se il personaggio letterario in questione potesse davvero leggerle (*). Gli studenti potranno condividere le proprie sensazioni, le proprie impressioni, i propri pensieri, considerazioni e approfondimenti sugli argomenti affrontati nel romanzo.
Il progetto – in un’ottica di costruttiva e divertente competizione (basata, per l’appunto, sulla scrittura delle lettere) – si svolgerà alla stregua di una vera e propria gara letteraria.

I vincitori vedranno pubblicate le proprie lettere all’interno di un apposito sito e parteciperanno a un grande meeting in diretta organizzato su zoom.us o su una piattaforma simile.

Verrà, inoltre, rilasciato alle classi di ogni ordine e grado e ai Presidi dei singoli istituti un “Attestato Demea”, che ne certifica l’adesione.

L’autore/autrice della lettera più votata riceverà un “montepremi” in libri.

Nella speranza che tale progetto letterario/culturale rivolto agli studenti possa suscitare il vostro interesse, vi invito a scaricare il file in pdf del progetto cliccando qui, oppure a scrivere all’indirizzo email ufficiostampa@demeaeventiculturali.it

Ne approfitto per ringraziare le Scuole (dirigenti, docenti e collaboratori) per l’impegno profuso per l’incentivazione della lettura nell’ambito degli innumerevoli progetti e attività che portate avanti. Come ha evidenziato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel corso del suo intervento alla giornata di celebrazione per i 150 anni dell’Associazione Italiana Editori (11 settembre 2019): “Una comunità si sviluppa, crescendo, attraverso la ricerca oltre i confini di quello che già si conosce, attraverso la comprensione dei sentimenti, l’osservazione del mondo; esprimendo idee nuove, pensieri critici, chiavi interpretative nuove. I libri sono stati e sono propulsori di questa crescita del nostro Paese. (…)
Della lettura avremo sempre bisogno. Si affermerà sempre. La forza della cultura è insuperabile, in tutte le sue varie espressioni, con tutti i mezzi che vi sono e vi saranno. (…)
La forza della cultura, che passa anche dalla lettura, è insuperabile.
Si legge ancora troppo poco in Italia. Dobbiamo migliorare: leggere è una ricchezza immateriale della quale non possiamo fare a meno.
La scuola resta un bacino decisivo in cui seminare
”.

Colgo infine l’occasione per porgere i più cordiali saluti e per augurarvi buon lavoro e buon inizio di anno scolastico.

Massimo Maugeri

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[Per chi non conosce il libro...

- Potete visualizzare il booktrailer del libro cliccando qui (durata: 2 minuti).

- Se volete saperne di più in un minuto, potete visualizzare il video della mia partecipazione al programma “Mille e un libro” di Gigi Marzullo su Rai 1.

- Per avere notizie più dettagliate potete accedere alla rassegna stampa del romanzo cliccando qui.

- Lo sviluppo del tema “lettura e scrittura come occasione di riscatto” si può evincere da questo video tratto dalla trasposizione teatrale del romanzo con l’opera dei pupi (regia e cura di Simona Lo Iacono)].

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(*) L’idea della lettera scritta a un personaggio letterario l’ho già sviluppata con successo in passato coinvolgendo scrittrici e scrittori noti (i quali sono stati invitati a scrivere, per l’appunto, lettere a personaggi letterari da loro particolarmente amati). Tali lettere sono poi confluite nel volume “Letteratitudine 3: letture, scritture e metanarrazioni” (LiberAria, 2017)

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SIMONA LO IACONO con “L’albatro” (Neri Pozza) in radio a LETTERATITUDINE http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/07/10/simona-lo-iacono-con-lalbatro-neri-pozza-in-radio-a-letteratitudine/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/07/10/simona-lo-iacono-con-lalbatro-neri-pozza-in-radio-a-letteratitudine/#comments Wed, 10 Jul 2019 18:14:37 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=8212 SIMONA LO IACONO con “L’albatro” (Neri Pozza), ospite del programma radiofonico Letteratitudine trasmesso su RADIO POLIS (la radio delle buone notizie)


In streaming e in podcast su RADIO POLIS

trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia e postproduzione: Federico Marin

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PER ASCOLTARE LA PUNTATA CLICCA SUL PULSANTE “AUDIO MP3″ (in basso), O CLICCA QUI

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Ospite della puntata: Simona Lo Iacono con cui abbiamo discusso del suo nuovo romanzo: “L’albatro” (Neri Pozza).

Come nasce “L’albatro”? Cosa puoi raccontarci in merito all’attività di ricerca che hai svolto (propedeutica alla scrittura del libro)? Cosa puoi dirci sul tuo incontro con Gioacchino Lanza Tomasi (figlio adottivo di Giuseppe Tomasi che citi in chiusura del libro)? E sulla struttura del libro? Quanto è stato difficile “impadronirti” della voce di Giuseppe Tomasi? Chi è Antonno, questo bambino che sembra apparire all’improvviso negli anni della infanzia di Tomasi a casa Lampedusa? Come si evolve il rapporto tra Giuseppe Tomasi e Antonno? Cosa rappresenta “L’albatro”? Chi è la “donna di fuora”? Cosa puoi dirci sulla famiglia di Giuseppe Tomasi Di Lampedusa e, in particolare, sulla madre di Giuseppe e sulla moglie Alexandra Wolff  (detta Licy)? Qual è il rapporto tra Giuseppe Tomasi e la letteratura?

Questo e tanto altro abbiamo chiesto a Simona Lo Iacono nel corso della puntata.

* * *

La scheda del libro: “L’albatro” (Neri Pozza), di Simona Lo Iacono

Palermo, 1903. Giuseppe Tomasi di Lampedusa è un bambino solitario e contemplativo, uno di quelli che preferiscono «la stranezza delle cose alle persone», avendo «per compagnia solo il silenzio». Figlio unico di una nobile famiglia siciliana, vive nello sfarzoso palazzo di via Lampedusa, circondato unicamente da adulti, dei cui discorsi, tuttavia, capisce ben poco.
Un giorno, nella sua vita, arriva Antonno: nessuno si prende la briga di presentarli e i due bambini si ritrovano all’improvviso l’uno dinnanzi all’altro, Giuseppe con il completo all’inglese in gabardine blu, i pantaloni sotto il ginocchio e il gilet bordato di seta. Antonno con la camicia arrotolata, di due misure più grande, le scarpe estive, i calzettoni invernali e in testa una paglietta bucata sulla punta.
È un misto di stagioni e taglie sbagliate, Antonno, un bambino «tutto al contrario»: se sfoglia un libro comincia dall’ultima pagina, se vuole andare avanti cammina all’indietro e non c’è verso di fargli iniziare la settimana di lunedì o di togliergli dalla testa che si nasce morendo.
Giuseppe non sa nulla del passato di Antonno, né tantomeno i motivi per i quali gli sia stato messo accanto. Sa però che Antonno non è come gli altri bambini e che la fedeltà che dimostra nei suoi confronti è pari solo a quella dell’albatro: tenacissimo, l’albatro non abbandona il capitano nemmeno nella disgrazia, seguendolo nella buona e nella cattiva sorte.
Da quel momento, non c’è avventura, per quanto discutibile, in cui Antonno non lo affianchi. E non c’è notte in cui non vegli su di lui, come un fedele custode. Fino al giorno in cui, all’improvviso, così come è arrivato, Antonno svanisce.
Divenuto adulto, Giuseppe partecipa ai due conflitti mondiali; dopodiché si ritira a vita privata, viaggiando e dimorando per lunghi periodi all’estero, dove conosce Alexandra Wolff, detta Licy, che diverrà sua moglie, e dove inizia a confrontarsi con i grandi della letteratura europea. Saranno questi viaggi a portarlo a cimentarsi, quasi alla fine della sua vita, nella stesura di un romanzo ispirato alla figura del bisnonno paterno Giulio Fabrizio, l’astronomo, il sognatore. Un romanzo che avrà per protagonista un personaggio fugace, un nobiluomo colto e malinconico che perde il suo sguardo nel cielo per fuggire la terra: si intitolerà
Il Gattopardo e, dopo lunghi anni, ricondurrà da lui Antonno e la sua visione rovesciata del mondo.

Facendo propria l’idea che il destino di ogni adulto vada cercato nei suoi sogni di bambino, Simona Lo Iacono tratteggia, con sontuosa eleganza, il ritratto di una delle più importanti figure della letteratura italiana, Giuseppe Tomasi di Lampedusa, scrittore dalla complessa personalità e autore del celeberrimo Il Gattopardo.

* * *

Simona Lo Iacono è nata a Siracusa nel 1970. Magistrato presso il tribunale di Catania, Presta attività di volontariato in carcere, dove cura programmi di rieducazione dei detenuti attraverso la letteratura e il teatro, ha pubblicato racconti e romanzi. Il suo primo romanzo “Tu non dici parole” (Perrone 2008) ha vinto il premio Vittorini Opera prima. Nel 2011 ha pubblicato il romanzo intitolato “Stasera Anna dorme presto” (Cavallo di Ferro), con cui ha vinto il premio Ninfa Galatea (ed è stata finalista al Premio Città di Viagrande). Nel 2013, sempre per Cavallo di Ferro, ha pubblicato il romanzo “Effatà” (con cui ha vinto il Premio Martoglio e il premio Donna siciliana 2014 per la letteratura).
E’ del 2016 “Le streghe di Lenzavacche” (edizioni e/o) con cui è stata finalista al Premio Strega Giovani e semifinalista al Premio Strega (libro, tra le altre cose, vincitore del Premio Chianti).

Nel 2017 è uscito “Il morso” (Neri Pozza) e a fine maggio 2019, sempre per Neri Pozza, è uscito il nuovo romanzo: L’albatro

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trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia e post produzione: Federico Marin

PER ASCOLTARE LA PUNTATA CLICCA SUL PULSANTE “AUDIO MP3″ (in basso), O CLICCA QUI

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La colonna sonora della puntata: “Let Your Soul Be Your Pilot” di Sting; musiche di Nino Rota dalla colonna sonora del film “Il gattopardo”; “I was brought to my senses” di Sting.

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È possibile ascoltare le precedenti puntate radiofoniche di Letteratitudine, cliccando qui.

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LetteratitudineNews: dal 21 al 27 maggio 2019 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/05/28/letteratitudinenews-dal-21-al-27-maggio-2019/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/05/28/letteratitudinenews-dal-21-al-27-maggio-2019/#comments Tue, 28 May 2019 17:22:25 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=8168 letteratitudinenews(libri, fatti ed eventi)

dal 21 al 27 maggio 2019 (clicca sui link per aprire le pagine)

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SIMONA LO IACONO racconta L’ALBATRO

FESTIVAL DELLA PAROLA 2019: l’intero programma

IL VIOLINO DI MUSSOLINI di Mario Baudino

CLASSIFICA: dal 13 al 19 maggio 2019 – segnaliamo “Nella notte” di Concita De Gregorio (Feltrinelli)

VALERIO AIOLLI racconta NERO ANANAS

LA SICILIA E I SUOI NARRATORI: ERCOLE PATTI tra Letteratura e Cinema

LA MILANESIANA 2019: La Speranza

PRO-MEMORIA FESTIVAL 2019

BEATITUDINE. Angelus Silesius e «Il pellegrino cherubico» di Francesco Roat



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SCRIVI IL TUO SOGNO http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/05/04/scrivi-il-tuo-sogno/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/05/04/scrivi-il-tuo-sogno/#comments Sat, 04 May 2019 07:44:10 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=8146

La nuova puntata della rubrica “Letteratura è diritto, letteratura è vita” a cura di Simona Lo Iacono: un progetto “da sogno” nel carcere minorile di Bicocca

* * *

di Simona Lo Iacono

Sembrava l’ultimo giorno di prove. Avevo radunato gli abiti di scena, avevo recitato per l’ultima volta la mia parte accanto a loro. Salutandoli, mi sentivo triste.
I sei detenuti del carcere minorile di Bicocca erano stati bravi.
Avevano indossato il pigiama a righe del detenuto, la toga dell’avvocato, la divisa della guardia. Tra sobbalzi di ilarità e qualche confidenza, avevano inscenato con me  “I civitoti in pretura” di Nino Martoglio.
La recita faceva parte del mio progetto “A partire dalle parole”. E’ dalle parole infatti, che costruiamo noi stessi, le nostre scelte, il nostro destino. E “I civitoti in pretura” era proprio una commedia sull’importanza del linguaggio.
Sembrava calare il sipario,  dunque. Il momento dei saluti pareva arrivato.
Rientrando a casa, i loro volti sbucavano dal  tergicristalli che lavava ritmicamente la pioggia del cruscotto. Ognuno di loro aveva speranze, progetti, potenzialità nascoste e talenti da mettere a frutto. Ognuno di loro viveva la reclusione con la sofferenza di chi è separato dal mondo in una fase della vita – la giovinezza – in cui tutto ti invoca, in cui tutto implora il tuo nome.
Fu così che mi venne l’idea.
Scrivere i propri sogni. Metterli sulla carta, leggerli e scrutarli come se iniziassero a sbocciare dalla penna. Dirli e, per questo, farli esistere, immetterli nella realtà con il fiato, con il dolore, con la voglia di essere liberi.
E proposi alla casa di reclusione un altro piccolo progetto… “Scrivi il tuo sogno”. I sei detenuti erano invitati a sognare, e a scrivere il proprio sogno. Ed era quasi Pasqua.
Ritornai a Bicocca cantando. Avevo sei quaderni e sei penne per loro. Su ognuno avevo scritto un mio pensiero sull’importanza del sogno. “Se sogni, scopri la tua identità”. O anche: “I tuoi sogni ti renderanno libero”. E, infine: “I sogni ci salvano la vita”.
Li incontrai per ascoltarli. Per sentirmi dire quale fosse la loro idea di futuro.
Mi lasciarono senza parole.
Maturità, sofferenza. Rimpianto per il tempo perduto.
Ma, anche, speranza.
Dissi loro che gli elaborati sarebbero stati pubblicati sul blog Letteratitudine, dove tenevo una rubrica di diritto e letteratura. Mi pareva che la pubblicazione restituisse loro uno sguardo, prefigurasse la realizzazione dei loro desideri.
Avevo scritto a Massimo Maugeri sapendo che avrebbe accolto con gioia la proposta. Da sempre, è un fautore della rinascita attraverso la scrittura. E il suo ultimo romanzo,  “Cetti Curfino”, era proprio un inno alla salvezza attraverso le parole.
Dopo qualche giorno è arrivato il primo elaborato. A scriverlo è Nicolas Sanzaro. Posso fare il suo nome perché autorizzata sia da lui che dal magistrato di sorveglianza, oltre che dalla casa di reclusione di Bicocca.
Nicolas parla di progetti. Parla di avere capito in carcere cosa voglia dire rischiare di perdere l’amore della famiglia.
Scrive: “Io ho le idee chiare, ho pagato e sto pagando, ma per fortuna le persone che amo hanno fiducia in me… ho trovato la forza di recuperare e mi sto impegnando per alzarmi perché nella vita non è mai troppo tardi… Ad oggi, dopo avere avuto la possibilità di fare un corso di cucina, voglio metterci tutto me stesso, per crearmi un futuro, un lavoro degno, che mi permette di camminare a testa alta”.
Nicolas dice anche di avere scoperto questa vocazione in carcere, e che se non fosse stato recluso non avrebbe capito: “Questa opportunità di lavoro come cuoco se non mi trovavo in questa brutta esperienza non l’avrei mai avuta, e quindi lo vedo come un segno che riguarda il mio futuro, come un regalo che devo saper apprezzare, ed io ho sempre apprezzato i regali”.
Il suo sogno è lavorare come cuoco, andare a Londra, amare. “Questa è la vera ricchezza. Avere una famiglia e tanto amore che ti circonda”.
Ha capito che l’illegalità non ripaga, che non sottrae solo tempo, ma anche progettualità. Dice: “quando non si rispetta la legge ci si trova chiuso e senza nulla, e da lì inizi a capire che il piacere non sono i soldi…non c’è prezzo per pagare la nostra libertà”.
Caro Nicolas, ecco il tuo sogno pubblicato. Ricordati che adesso è scritto, e che tutto ciò che si scrive si adempie con la forza di una profezia.
Io, qui fuori, ti aspetto per riabbracciarti.
E per frequentare il tuo ristorante.

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LetteratitudineNews: dal 24 settembre al 1 ottobre 2018 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2018/10/02/letteratitudinenews-dal-24-settembre-al-1-ottobre-2018/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2018/10/02/letteratitudinenews-dal-24-settembre-al-1-ottobre-2018/#comments Tue, 02 Oct 2018 18:58:12 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=7955 letteratitudinenews(libri, fatti ed eventi)

dal 24 settembre al 1 ottobre 2018 (clicca sui link per aprire le pagine)

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FESTIVAL LEGGERE & SCRIVERE 2018

Il progetto GUANTINI BIANCHI di Simona Lo Iacono

CLASSIFICA: dal 17 al 23 settembre 2018 – segnaliamo “Peccato mortale. Un’indagine del commissario De Luca” di Carlo Lucarelli (Einaudi)

PREMIO DESSÌ 2018: vince Sandra Petrignani

QUELLO CHE NON SAPPIAMO di Annarita Briganti (recensione)

PREMIO POESIA CITTÀ DI FIUMICINO 2018

BOOK PRIDE GENOVA 2018

Nasce il PREMIO DEA PLANETA

CETTI CURFINO va a Cefalù

TORINO SPIRITUALITÀ 2018

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LetteratitudineNews:dal 4 al 10 settembre 2018 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2018/09/10/letteratitudinenewsdal-4-al-10-settembre-2018/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2018/09/10/letteratitudinenewsdal-4-al-10-settembre-2018/#comments Mon, 10 Sep 2018 15:01:00 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=7922 letteratitudinenews(libri, fatti ed eventi)

dal 4 al 10 settembre 2018

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LO CHEF DEGLI CHEF di Mario Falcone: incontro con l’autore

TU NON DICI PAROLE di Simona Lo Iacono – nuova edizione

I DIALOGHI DI TRANI 2018: PAURE

FESTIVAL DELL’ERRANZA 2018

CLASSIFICA: dal 27 agosto al 2 settembre 2018 – segnaliamo “Grido di guerra” di Wilbur Smith e David Churchill (Longanesi)

CAMBIO DI ROTTA di Elizabeth Jane Howard (un estratto)

IL PESO DELL’ORO di Barbara Bellomo: incontro con l’autrice

STREGHE D’ESTATE

IL TEATRO SULL’ACQUA 2018

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POESIA: MELAMANGIAI di Daniela Matronola http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2018/08/03/poesia-melamangiai-di-daniela-matronola/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2018/08/03/poesia-melamangiai-di-daniela-matronola/#comments Fri, 03 Aug 2018 10:33:46 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=7894 Il nuovo appuntamento dello spazio “POESIA” di Letteratitudine è dedicato alla raccolta di versi di Daniela Matronola intitolata “Melamangiai” (RP libri)

Di seguito, la recensione di Simona Lo Iacono.

* * *

MELAMANGIAI di Daniela Matronola

di Simona Lo Iacono

Scrivere è sempre uno scandalo. Forse un peccato originale. Come se, cogliendo il frutto proibito nel giardino dell’Eden, Eva avesse immesso nell’eternità non solo il destino dell’uomo, la sua fragilità, la sua finitezza. Ma anche l’ambiguità delle parole.
Prima di tradire, l’uomo non scontava alcuna differenza tra l’essere interiore e quello esteriore. Interagiva con Dio attraverso un linguaggio silenzioso e stupito. Ma quando disobbedisce, la prima cosa di cui si accorge è che è nudo. Che è uomo, e deve coprirsi. E che la parola non è solo relazione, ma anche maschera.
Per farne riaffiorare la purezza, per tornare a darle la perfezione originaria, servono i poeti.
A loro è dato eliminare le scorie del tradimento, scavare, riannodare, ripulire. Nelle loro mani è la ricerca dolorosa di quella prima compattezza tra dentro e fuori. Una compattezza perduta per orgoglio.
Il poeta, allora, in qualche modo è un potente rievocatore di umiltà, perché si fa servitore della primissima vocazione della parola.
Ripara al tradimento, sia pure nel breve lasso di un verso.
Daniela Matronola è quel genere di poeta.
Non a caso la sua raccolta di versi si intitola “Melamangiai” (RP libri), la parola che disse Eva dopo quel primo morso alla mela nel paradiso terrestre.
La sua ricerca è tutta volta a riannodarsi ai valori nascosti dell’essere. Alle motivazioni spirituali e inquiete della scrittura.
Daniela indaga mentre scrive. La poesia le si rivela mentre si fa, mentre si crea. È una tela di ragno, ma è anche il ragno che tesse la tela. È sogno di dormiente, ma anche dormiente che viene sognato.
Come quando dice: “la scrittura si compone per affioramenti, affiora la patologia e affiora la diagnosi”. E quando trova la forza di sospirare: “Sparire nella parola chiede coraggio”.
È sempre l’atto dello scrivere che la forza a farsi domande scomode, che si scontrano contro l’incessante passare delle cose, contro quella loro transitorietà destinata a finire. Perché la parola nata da un atto di verità, sempre alla verità deve tornare.
E allora: “Mi chiedo se tutto questo lasciare indietro sia una regola aurea da sopravvissuti o se sia il cinismo solo un coperchio di metallo…. come si forma, e come si trattiene il ricordo? …In quale punto della terra restiamo nel mondo?”
Daniela ci si addentra, nel mondo, anche se silenziosamente, spiandolo come da una feritoia. Questa feritoia è sempre la poesia. Ed è la poesia a rivelarle, per quel suo antico e regale destino, che la realtà tradisce al pari del morso di Eva. Che tralascia i deboli, disarma i disarmati, sconfigge gli sconfitti.
“Fu assicurata la crescita zero al Mezzogiorno… poco o punto è importato degli orfani”.
È quindi ciò che siamo diventati a tradire, a rinnovare quel primo atto di disubbidienza. Figli del primissimo atto di ribellione, continuiamo a rivoltarci contro la nostra essenza dimenticando la nostra vera eredità. Eravamo nati per essere felici, e quindi per essere semplici.
I poeti allora diventano indispensabili oggi. Gli unici a opporsi veramente a quel primo, e perpetuato, tradimento. Gli unici a resistere e a rimarcare il valore della memoria, il pericolo di smarrire la semplicità.
Risultati immagini per MELAMANGIAI di Daniela MatronolaDaniela lo avverte, lo denuncia, lo grida. La dimenticanza è un allarme, che inghiottirà le cose vere poco per volta, e le farà – le ha già fatte – sparire.
“Sparita la viva voce del mezzadro, col suo racconto dialettale, …sparito il gallo accigliato attento al proprio parco, accostato senza deferenza abbastanza… sparito anche il pane tolto col coltello a fette alte dalla forma cotta al forno a legna… Tutti spariti, tutti scomparsi… maggior sconfitta o guadagno è aver capito che nessun altro avrebbe lottato, con o per te”.
Lottare è quindi dire. Ma dire nella misura alta del poeta vero, che alla apparenza preferisce la sostanza calda del cuore. Alla visibilità, l’invisibilità: “Di te vorresti si dicesse, si nota per l’assenza, non c’è dunque manca”.
Ma Daniela c’è. E c’è nella misura in cui afferma il suo bisogno di esserci, la sua fame di dare un nome alle cose perché vengano ad esistenza: “Della lingua della Legge ho imparato un trucco: tutte le cose dette, le cose nominate, sono tutte indicate perché mancano”.
Con “Melamangiai” Daniela Matronola ci regala un gioiello di rara bellezza. La sua voce. La sua ricerca. Il suo personalissimo atto di riparazione al peccato originale.

* * *

Daniela Matronola, Cassino 1961, lavora alla propria letteratura da molti anni, su quasi tutti i fronti: racconto, romanzo, traduzione, critica, poesia. Prima in Italia (a parte le lezioni milanesi di Giuseppe Pontiggia) ha tenuto corsi sulla poesia italiana a studenti americani alla LUISS, e corsi di scrittura in versi per la scuola di scrittura OMERO. Ha vinto premi per racconti e poesie.

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NATI DENTRO di Simona Lo Iacono http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2018/04/06/nati-dentro-di-simona-lo-iacono/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2018/04/06/nati-dentro-di-simona-lo-iacono/#comments Fri, 06 Apr 2018 14:53:55 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=7758 Proponiamo una nuova puntata della rubrica “Letteratura è diritto, letteratura è vita“, pubblicando un breve racconto inedito della scrittrice e magistrato Simona Lo Iacono (curatrice della rubrica) intitolato “Nati dentro“. Un racconto struggente che riguarda la tematica delle madri detenute e dei bimbi costretti a vivere in carcere.

Segue un approfondimento giuridico.

Ne approfittiamo per segnalare questa puntata radiofonica di Letteratitudine perfettamente in tema (e disponibile per l’ascolto), dove Rosella Postorino – in conversazione con Massimo Maugeri – parla del suo romanzo “Un corpo docile” (Einaudi Stile Libero)

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NATI DENTRO

di Simona Lo Iacono

Immagine correlataIl primo rumore a cui hai dato un nome è stato quello del cancello della sezione 22. Un clangore ferroso, lontano, che per anni è stato il suono dell’ora in cui andare a letto. Ogni sera alle 18, dopo la cena e dopo l’ultimo giro d’ispezione. Le luci si smorzano fino a spegnersi del tutto. Le chiavi tintinnano nel buio.
Non ti è mai sembrato un carcere. Né sapevi cosa fosse, fino a che, molti anni più tardi, non te lo hanno detto. Per te era lo spazio concesso, il ritmo del giorno. Niente più che la vita che ti era stata data.
D’altra parte sei nato qui, tua madre è entrata due mesi prima del parto.
Quando sei venuto alla luce eri già detenuto, anche se nessuna sentenza aveva mai decretato la tua condanna.

Ora che cresci in una sola stanza non sai che il mondo è più grande. Misuri le emozioni sui due metri per tre che ti è dato fare dalla mattina alla sera. Non hai termini di paragone e pensi che la scoperta delle cose sia osservare le ombre che fuoriescono dalla tenda. Smontare la caffettiera che si scalda sul fornelletto. Dire alle folate di vento settembrino che ti portino in alto, tra le nuvole di quello spicchio di cielo che ti sovrasta.

Non soffri per ciò che non hai. Non lo conosci, e non fai paragoni che potrebbero ferirti. Solo ogni tanto, e per una specie di nostalgia dell’infinito che qualcuno deve averti messo nel cuore, pensi a un luogo senza recinzioni, ma poi ti ritrai spaurito, perché non hai dimestichezza con ciò che non si misura e che non ti reclude.

Le compagne di cella di tua madre le chiami tutte zie. Solo alcune sono con te da quando sei nato. Altre le hai perse, la condanna che dovevano scontare non ha avuto la pazienza di attendere che il tuo primo incisivo spuntasse, che lo svezzamento attecchisse come un’erba di campo, che pochi volontari portassero in cella qualche gioco sorprendente come le costruzioni.

Si tratta di cubetti che si incastrano gli uni sugli altri, e che possono incolonnarsi fino a creare un grattacielo, un ponte, un treno. La scatola riporta le istruzioni, mostra come costruire strutture incredibili che tu non hai mai visto, che somigliano a un sogno.
Dopo averle messe su, stai a contemplarle qualche minuto, poi le distruggi con un pugno arrabbiato.
Raccogli i pezzi e fai a modo tuo, costruisci una stanza di due metri per tre, ci metti due grate, un bagnetto, i letti a castello.
Ti riconosci, finalmente, e quando ti chiedono cosa hai fatto di bello rispondi, semplicemente, casa.

(Riproduzione riservata)

© Simona Lo Iacono

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UN APPROFONDIMENTO DI NATURA GIURIDICA SUL TEMA DELLE DETENUTE MADRI

In Italia esistono ancora 60 bambini detenuti con le madri.

E ciò nonostante il Parlamento abbia approvato la legge 21 aprile 2011, n. 62, con la quale ha inteso valorizzare il rapporto tra detenute madri e figli minori.

La legge si è concentrata sulla acclarata necessità di conciliare, da un lato, l’esigenza, di limitare la presenza nelle carceri di bambini in tenera età, dall’altro, di garantire la sicurezza dei cittadini anche nei confronti delle madri di figli minori, le quali abbiano commesso delitti.

Secondo i dati statistici pubblicati dal Ministero della giustizia sul proprio sito Internet (serie storica semestrale degli anni 1993-2012), erano 57 le detenute madri nelle carceri italiane al 30 giugno 2012 (ultimo dato disponibile) e 60 i bambini di età inferiore a tre anni presenti negli istituti. Alla stessa data risultavano funzionanti 16 asili nido.

Il dato non è mutato nonostante la promulgazione della legge.

Il limite all’effettività della normativa in materia  è  rappresentato soprattutto dal fatto che la detenzione domiciliare dovrebbe essere scontata in strutture ad hoc.

La legge e il decreto attuativo dispongono infatti esplicitamente che la costruzione delle case famiglia dovrà avvenire senza oneri per l’amministrazione penitenziaria, sia sotto il profilo della realizzazione sia sotto il profilo della gestione.

L’art. 4, comma 2, della legge n. 62 del 2011, in particolare, stabilisce che il Ministro della giustizia «senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, può stipulare con gli enti locali convenzioni volte ad individuare le strutture idonee ad essere utilizzate come case famiglia protette».

Considerate le difficoltà economico-finanziarie degli enti locali anche a seguito del loro riassetto attraverso la legge n. 56 del 2014, cd. legge Delrio, e la legislazione successiva, ad oggi nessuna casa famiglia protetta risulta istituita.

Una felice eccezione è “La casa di Leda”,  casa protetta per donne detenute con figli minori, servizio volto ad assicurare il benessere dei bambini e sostenere le madri nelle loro funzioni genitoriali, creato in una villa confiscata alla delinquenza organizzata.

La struttura può ospitare 6 utenti in pena alternativa alla detenzione o agli arresti domiciliari con 8 figli minori da 0 a 10 anni. Gli ospiti sono seguiti da educatori e operatori.

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LetteratitudineNews: dal 18 dicembre 2017 al 5 gennaio 2018 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2018/01/08/letteratitudinenews-dal-18-dicembre-2017-al-5-gennaio-2018/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2018/01/08/letteratitudinenews-dal-18-dicembre-2017-al-5-gennaio-2018/#comments Mon, 08 Jan 2018 06:00:15 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=7696 letteratitudinenews

(libri, fatti ed eventi)

dal 18 dicembre 2017 al 5 gennaio 2018

RACCONTI DA RIDERE a cura di Marco Rossari (intervista)

IL MORSO di Simona Lo Iacono (recensione)

OMAGGIO A AHARON APPELFELD

CI SONO IO di Alessandro Savona (intervista)

CLASSIFICA: dal 25 al 31 dicembre 2017

SODOMA di Pasquale Vitagliano

I NUOVI DATI ISTAT SULLA LETTURA

MARIA E LE BEATITUDINI di Simona Lo Iacono

CLASSIFICA: dal 18 al 24 dicembre 2017

Fondazione per il Libro: l’Assemblea dei Soci decide lo scioglimento

I PIRANDELLO A VILLA TORLONIA

ANTOLOGIA DI RACCONTI SUL CALCIO CATANIA a cura di Alessandro Russo (intervista)

CLASSIFICA: dall’11 al 17 dicembre 2017

LE EDIZIONI E/O DICONO NO AD AMAZON

PIANO AMERICANO di Antonio Paolacci (intervista all’autore)

POESIA CONTEMPORANEA. Tredicesimo quaderno italiano (approfondimento su Antonio Lanza)

RELIGIOSITÀ IN NIETZSCHE di Francesco Roat


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DIRITTO E LETTERATURA: una Lectio Magistralis di Simona Lo Iacono http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2017/12/21/diritto-e-letteratura-una-lectio-magistralis-di-simona-lo-iacono/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2017/12/21/diritto-e-letteratura-una-lectio-magistralis-di-simona-lo-iacono/#comments Thu, 21 Dec 2017 18:32:09 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=7689

Proponiamo una nuova puntata della storica rubrica di Letteratitudine curata da Simona Lo Iacono, intitolata “Letteratura è diritto, letteratura è vita“, pubblicando un video incentrato su alcuni passaggi della Lectio Magistralis tenuta dalla stessa Simona sul tema “Diritto e letteratura“. La lezione si è svolta il 19 dicembre 2017 presso la Scuola Superiore dell’Università di Catania all’interno del “Laboratorio di diritto” (con l’ausilio delle interpretazioni recitative di Giuseppe Orto, attore e docente dell’Istituto Nazionale del dramma antico).

Simona Lo Iacono – come lei stessa ha raccontato nel corso della lectio – indaga il rapporto tra letteratura e diritto facendo riferimento a quattro relazioni, o funzioni, fondamentali; quattro “declinazioni” che si combinano tra di loro: una funzione maieutica, una funzione rivelativa, una funzione rammemorativa, una funzione metaforica. Nel video riportiamo, in particolare, i riferimenti alla funzione maieutica e alla funzione metaforica (oltre a vari spunti e riflessioni di estremo interesse).

Una Lectio Magistralis appassionata e appassionante incentrata sulla ricerca della verità e della giustizia, sul rapporto tra parola e norma, sulla metafora del processo nascosto. Il tutto partendo dai due presupposti fondamentali. Il primo è che alla base di questa ricerca deve esserci la necessità di puntare al raggiungimento della “nostra pienezza di esseri umani”. Il secondo è che “la verità della giustizia va indagata tra gli ultimi, tra i più fragili”.

Auguro di vero cuore a Simona Lo Iacono di proseguire in questa importantissima attività di ricerca, condivisione e insegnamento che può dare un significativo contributo alla formazione degli studenti universitari interessati alle tematiche attinenti al diritto e alla letteratura (e non solo).

Buona visione e buon ascolto!

Massimo Maugeri




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LetteratitudineNews: dal 14 agosto al 3 settembre 2017 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2017/09/03/letteratitudinenews-dal-14-agosto-al-3-settembre-2017/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2017/09/03/letteratitudinenews-dal-14-agosto-al-3-settembre-2017/#comments Sun, 03 Sep 2017 07:34:55 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=7601 letteratitudinenews

(libri, fatti ed eventi)

dal 14 agosto al 3 settembre 2017

PREMIO PROMOTORI DELLA LETTURA E DEL LIBRO A MASSIMO MAUGERI

NAXOSLEGGE 2017

L’ALTRO SÉ di Lorenzo Perrona (intervista all’autore)

I’M di Anne Riitta Ciccone

Premio Viareggio-Rèpaci 2017 a Calligarich, Carrai e Montesano

Il Premio Racalmare-Sciascia 2017 a Simona Lo Iacono

FESTIVAL DELLE STORIE 2017

TAOBUK approda nelle Isole Minori

I EDIZIONE DEL PREMIO AI PROMOTORI DELLA LETTURA E DEL LIBRO


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LetteratitudineNews: dal 12 al 18 giugno 2017 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2017/06/19/letteratitudinenews-dal-12-al-18-giugno-2017/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2017/06/19/letteratitudinenews-dal-12-al-18-giugno-2017/#comments Mon, 19 Jun 2017 13:21:54 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=7551 letteratitudinenews

(libri, fatti ed eventi)

dal 12 al 18 giugno 2017

LA NAVE DI TESEO acquisisce BALDINI & CASTOLDI

CATERINA DELLA NOTTE di Sabina Minardi (recensione di Simona Lo IAcono)

SALERNO LETTERATURA 2017

PAOLO CODAZZI racconta IL PITTORE DI EX VOTO

MAGARI DOMANI RESTO e LETTERATITUDINE 3: A TUTTO VOLUME il 16.06.2017

TANGO DELL’ANIMA (recensione)

FESTIVAL DEGLI SCRITTORI 2017

LETTI DI NOTTE 2017


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VANNI SANTONI (con “La stanza profonda” – Laterza) a “Letteratitudine in Fm” http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2017/06/07/in-radio-con-vanni-santoni/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2017/06/07/in-radio-con-vanni-santoni/#comments Wed, 07 Jun 2017 19:32:02 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=7539 VANNI SANTONI (con “La stanza profonda” – Laterza) ospite del programma radiofonico Letteratitudine in Fm di lunedì 5 giugno 2017 – h. 10 circa (e in replica nei seguenti 3 appuntamenti: giovedì alle h. 03:00 del mattino; venerdì alle h. 13:00; domenica alle h. 03:00 del mattino)

In Fm e in streaming su Radio Hinterland

trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia: Federico Marin

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LA PUNTATA È ASCOLTABILE ONLINE, CLICCANDO SUL PULSANTE AUDIO

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Con Vanni Santoni abbiamo discusso del suo nuovo romanzo – tra i 12 libri dell’edizione 2017 del Premio Strega – intitolato “La stanza profonda” (Laterza) e delle tematiche a esso legate.

Nella seconda parte della puntata abbiamo discusso della collana “Romanzi” che Vanni Santoni dirige presso l’editore Tunué.

Di seguito, informazioni sul libro.

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Libro La stanza profonda Vanni SantoniLa stanza profonda” di Vanni Santoni (Laterza)

Una piccola città di provincia, un garage. Un gruppo di ragazzi che ogni martedì si incontra per giocare di ruolo. Per vent’anni, mentre fuori la vita va avanti, il mondo cambia, la provincia perde di senso e scopo. Desiderio di fuga o forma di resistenza? Quel continuo tessere mondi prende i contorni dell’opposizione a una forza centripeta che, come il “Nulla” della Storia infinita, divora il fuori, vaporizza la città, il paese, le relazioni, le vite. Un romanzo ibrido, tra il memoir e l’affresco sociale, per raccontare la storia di un passatempo nato esso stesso in un garage e arrivato a gettare le basi non solo di un immaginario divenuto egemone ma anche di una parte consistente della realtà che viviamo ogni giorno semplicemente usando Internet.

* * *

Vanni Santoni (Montevarchi, 1978) vive a Firenze. Dopo l’esordio conPersonaggi precari (RGB 2007, poi Voland 2013) ha pubblicato, tra gli altri, i romanzi Gli interessi in comune (Feltrinelli 2008), In territorio nemico (minimum fax 2013, da coordinatore), Terra ignota (Mondadori 2013) e Terra ignota 2 – Le figlie del rito (Mondadori 2014).

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trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia: Federico Marin

LA PUNTATA È ASCOLTABILE ONLINE, CLICCANDO SUL PULSANTE AUDIO

La colonna sonora della puntata: The Lord of the Ring “opening theme”; “The Foggy Dew” di Sinéad O’Connor & The Chieftains.

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Letteratitudine in Fm va in onda su Radio Hinterland il mercoledì mattina (h. 9 circa), con una serie di repliche nei giorni successivi. Per dettagli, consulta il palinsesto della radio.

Puoi ascoltare Radio Hinterland in Fm su 94.600 nelle province di Milano e Pavia, oppure in streaming via Internet cliccando qui.

È possibile ascoltare le puntate precedenti, cliccando qui.


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LetteratitudineNews: dal 29 maggio al 4 giugno 2017 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2017/06/06/letteratitudinenews-dal-29-maggio-al-4-giugno-2017/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2017/06/06/letteratitudinenews-dal-29-maggio-al-4-giugno-2017/#comments Tue, 06 Jun 2017 17:00:12 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=7536 letteratitudinenews

(libri, fatti ed eventi)

dal 29 maggio al 4 giugno 2017

FILIPPO NICOSIA racconta UN’INVINCIBILE ESTATE

A TUTTO VOLUME 2017

PREMIO CALVINO 2017: vince Emanuela Canepa

LEGGENDO METROPOLITANO 2017

PRO-MEMORIA 2017

SOGNI E PASSIONI: 60 Racconti di Vita e Cultura

PREMIO CHIANTI 2017: vince Simona Lo Iacono

XXX EDIZIONE DEL PREMIO ITALO CALVINO


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TERESA CIABATTI (con “La più amata” – Mondadori) a “Letteratitudine in Fm” http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2017/05/25/in-radio-con-teresa-ciabatti/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2017/05/25/in-radio-con-teresa-ciabatti/#comments Thu, 25 May 2017 16:45:31 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=7525 TERESA CIABATTI (con “La più amata” – Mondadori) ospite del programma radiofonico Letteratitudine in Fm di lunedì 22 maggio 2017 – h. 10 circa (e in replica nei seguenti 3 appuntamenti: giovedì alle h. 03:00 del mattino; venerdì alle h. 13:00; domenica alle h. 03:00 del mattino)


In Fm e in streaming su Radio Hinterland

trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia: Federico Marin

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Con Teresa Ciabatti abbiamo discusso del suo nuovo romanzo – tra i 12 libri dell’edizione 2017 del Premio Strega – intitolato “La più amata” (Mondadori) e delle tematiche a esso legate.

Di seguito, informazioni sul libro.

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La più amata” di Teresa Ciabatti (Mondadori)

Risultati immagini per la più amata“Mi chiamo Teresa Ciabatti, ho quattro anni, e sono la figlia, la gioia, l’orgoglio, l’amore del Professore.” Il Professore – un inchino in segno di gratitudine e rispetto – è Lorenzo Ciabatti, primario dell’ospedale di Orbetello. Lo è diventato presto, dopo un tirocinio in America, rinunciando a incarichi più prestigiosi, perché è pieno di talento ma modesto, un benefattore, qualcuno dice, un santo. Tutti lo amano, tutti lo temono, e Teresa è la sua figlia adorata. È lei la bambina speciale che fa il bagno nella smisurata piscina della villa al Pozzarello, che costruisce un castello d’oro per le sue Barbie coi 23 lingotti trovati in uno dei cassetti del padre. Teresa: l’unica a cui il Professore consente di indossare l’anello con lo zaffiro da cui non si separa mai. L’anello dell’Università Americana, dice lui. L’anello del potere, bisbigliano alcuni – medici, infermieri e gente del paese: il Professore è un uomo potente.
Teresa che dall’infanzia scivola nell’adolescenza, e si rende conto che la benevolenza che il mondo le riserva è un effetto collaterale del servilismo nei confronti del padre. La bambina bella e coccolata è diventata una ragazzina fiera e arrogante, indisponente e disarmante. Ingrassa, piange, è irascibile, manipolatrice, è totalmente impreparata alla vita. Chi è Lorenzo Ciabatti? Il medico benefattore che ama i poveri o un uomo calcolatore, violento? Un potente che forse ha avuto un ruolo in alcuni degli eventi più bui della storia recente? Ormai adulta, Teresa decide di scoprirlo, e si ritrova immersa nel liquido amniotico dolce e velenoso che la sua infanzia è stata: domande mai fatte, risposte evasive. Tutto, nei racconti famigliari, è riadattato, trasformato. E questa stessa contrarietà della verità a mostrare un solo volto Teresa la ritrova quando si mette a scrivere, ossessivamente prova a capire, ad aggrapparsi a un bandolo e risalire alle risposte. Esagerazione, mitomania, oppure semplici constatazioni? Con una scrittura densa, nervosa, lacerante, che affonda nella materia incandescente del vissuto e la restituisce con autenticità illuminandone gli aspetti più ambigui, Teresa Ciabatti ricostruisce la storia di una famiglia e, con essa, le vicende di un’intera epoca. Un’autofiction sincera, feroce, perturbante, che nasce dall’urgenza di fare i conti con un’infanzia felice bruscamente interrotta.

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Teresa Ciabatti, nata e cresciuta a Orbetello, vive a Roma. I suoi romanzi sono: Adelmo, torna da me (Einaudi Stile libero), I giorni felici (Mondadori), Il mio paradiso è deserto (Rizzoli), Tuttissanti (Il Saggiatore). Collabora con “Il Corriere della Sera” e con “la Lettura”.

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trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia: Federico Marin

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La colonna sonora della puntata: “Coming back to life” dei Pink Floyd); “Figli delle stelle” di Alan Sorrenti.

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Letteratitudine in Fm va in onda su Radio Hinterland il mercoledì mattina (h. 9 circa), con una serie di repliche nei giorni successivi. Per dettagli, consulta il palinsesto della radio.

Puoi ascoltare Radio Hinterland in Fm su 94.600 nelle province di Milano e Pavia, oppure in streaming via Internet cliccando qui.

È possibile ascoltare le puntate precedenti, cliccando qui.


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SIMONA LO IACONO (con “Il morso” – Neri Pozza) a “Letteratitudine in Fm” http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2017/05/17/in-radio-con-simona-lo-iacono-3/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2017/05/17/in-radio-con-simona-lo-iacono-3/#comments Wed, 17 May 2017 13:15:56 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=7511 SIMONA LO IACONO (con “Il morso” – Neri Pozza) ospite del programma radiofonico Letteratitudine in Fm di lunedì 15 maggio 2017 – h. 10 circa (e in replica nei seguenti 3 appuntamenti: giovedì alle h. 03:00 del mattino; venerdì alle h. 13:00; domenica alle h. 03:00 del mattino)


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Con Simona Lo Iacono abbiamo discusso del suo nuovo romanzo intitolato “Il morso” (Neri Pozza) e delle tematiche a esso legate.

Le prime pagine del romanzo sono disponibili qui.

Di seguito, informazioni sul libro.

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Il morso” di Simona Lo Iacono (Neri Pozza)

Nella Sicilia del 1848, la bella Lucia Salvo viene considerata una «babba», ossia una pazza, perché affetta da una grave forma di epilessia che tutti scambiano per follia e che nessuno, in quell’epoca, è in grado di diagnosticare e curare. Per volontà della madre, che spera di risollevare le sorti della famiglia, Lucia viene mandata a Palermo, a servizio presso la famiglia dei conti Ramacca. Il conte Ramacca, afflitto da un irrefrenabile desiderio sessuale, brama l’arrivo della nuova serva. Smanioso di saziare i suoi appetiti morbosi egli è, però, stanco delle donnette che si precipitano senza resistenze nel suo letto. Quando il nano Minnalò, suo fidato consigliere, gli porta Lucia, la bella ragazza non si concede, anzi, lotta furiosamente, mordendogli a sangue una mano, e riesce a sfuggirgli. Ceduta da Ramacca al nobile Manfredi degli Agliata, Lucia viene scambiata per una sciocca a causa della sua malattia e sfruttata per trasmettere messaggi segreti ai carcerati. La Sicilia del 1848 è un vulcano a un passo dall’esplosione, e Lucia sembra essere lo strumento perfetto per tramare senza essere scoperti. Intrappolata in un ruolo che non le appartiene, costretta ad apparire per quella che non è e, al contempo, timorosa dei suoi momenti di incoscienza, Lucia diventa un’inconsapevole eroina, protagonista dei moti del 1848, quando aiuta il capo dei rivoluzionari, Maurizio Fortunato, ad evadere dal carcere. Il morso, nuovo romanzo di Simona Lo Iacono, si ispira alla vita di Lucia Salvo «a siracusana», personaggio realmente esistito; e racconta, con una lingua elaborata e tesa, un personaggio femminile unico, fragile e determinato, rassegnato eppure incredibilmente vitale.

* * *

Simona Lo Iacono è nata a Siracusa nel 1970. Magistrato presso il tribunale di Catania, ha pubblicato racconti e romanzi. Il suo primo romanzo “Tu non dici parole” (Perrone 2008) ha vinto il premio Vittorini Opera prima. Nel 2011 ha pubblicato il romanzo intitolato “Stasera Anna dorme presto” (Cavallo di Ferro), con cui ha vinto il premio Ninfa Galatea (ed è stata finalista al Premio Città di Viagrande). Nel 2013, sempre per Cavallo di Ferro, ha pubblicato il romanzo “Effatà” (con cui ha vinto il Premio Martoglio e il premio Donna siciliana 2014 per la letteratura).
E’ del 2016 “Le streghe di Lenzavacche” (edizioni e/o) con cui è stata finalista al Premio Strega Giovani e semifinalista al Premio Strega. Il libro è attualmente in finale al Premio letterario “Città di Rieti”, al Premio “Leggo quindi sono”, al Premio “Chianti”.
Presta attività di volontariato in carcere, dove cura programmi di rieducazione dei detenuti attraverso la letteratura e il teatro, e presso l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, dove utilizza il libro come mezzo di contatto con la realtà.

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trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia: Federico Marin

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La colonna sonora della puntata: “Ouverture della Norm”a di Vincenzo Bellini (versione diretta da Riccardo Muti); “Valzer del commiato” di Nino Rota; “Danze del Gattopardo” di Nino Rota

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Letteratitudine in Fm va in onda su Radio Hinterland il mercoledì mattina (h. 9 circa), con una serie di repliche nei giorni successivi. Per dettagli, consulta il palinsesto della radio.

Puoi ascoltare Radio Hinterland in Fm su 94.600 nelle province di Milano e Pavia, oppure in streaming via Internet cliccando qui.

È possibile ascoltare le puntate precedenti, cliccando qui.


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LA BELLEZZA CHE RESTA http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2017/05/13/la-bellezza-che-resta/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2017/05/13/la-bellezza-che-resta/#comments Sat, 13 May 2017 08:55:46 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=7499 Il nuovo appuntamento della rubrica di Letteratitudine chiamata “Saggistica Letteraria” è dedicato alla nuova opera di Fabrizio Coscia intitolata “La bellezza che resta” (Melville)

* * *

di Massimo Maugeri

Fabrizio Coscia (Napoli, 1967), scrittore, docente, critico letterario e teatrale è già stato ospite di questa rubrica con il volume SOLI ERAVAMO e altre storie (ad est dell’equatore). Torno ad ospitarlo con grande piacere per discutere della sua nuova opera intitolata “La bellezza che resta“, pubblicata da Melville edizioni nella collana Gli impossibili diretta da Andrea Caterini (anche lui, di recente, nostro gradito ospite con “La preghiera della letteratura“, edito da Fazi). In fondo alla pagina potrete leggere il testo della bandella del libro firmata dallo stesso Caterini. Qui di seguito, invece, vi propongo questa “chiacchierata online” con l’autore…

- Caro Fabrizio, partiamo dall’inizio… ovvero dalla genesi di questa tua opera. Nei “ringraziamenti” scrivi: “Questo libro non sarebbe mai stato scritto se Andrea Caterini non mi avesse proposto di lavorare a un saggio su Tolstoj“.
Come si è sviluppato il passaggio dalla elaborazione di questo saggio su Tolstoj al concepimento di “La bellezza che resta”?
«In effetti all’inizio la prospettiva di scrivere un saggio su Tolstoj, come mi aveva chiesto Andrea Caterini, mi ha affascinato ma anche terrorizzato non poco. Ho scelto allora di concentrarmi sull’ultimo Tolstoj, e in maniera ancora più circoscritta sul suo ultimo romanzo, uno dei suoi capolavori meno conosciuti, che è Chadži-Murat. Pensavo, cioè, che restringere il campo d’indagine potesse aiutarmi a non perdermi del tutto. Ma poi, come mi capita spesso, mi sono lasciato cogliere dal «demone dell’analogia» e dalla mia passione per le divagazioni, e così ho cominciato a riflettere sulle “opere ultime” dei grandi artisti, e su quale fosse il significato più profondo di un libro, un quadro, una musica, un’opera teatrale composti in prossimità della morte e nella consapevolezza di questa prossimità. Ho cercato, cioè, di penetrare nel significato di alcuni grandi capolavori, ma con molta umiltà, quasi in punta di piedi, per così dire. Così il mio saggio su Tolstoj è diventato alla fine qualcosa di molto diverso, e allora ho capito che era proprio questo “qualcosa di molto diverso” che mi era stato chiesto fin dall’inizio».

- Come epigrafe del libro hai scelto questa citazione di Joyce “sul padre” (da Finnegans Wake). La riporto di seguito. «I go back to you, my cold father, my cold mad father, my cold mad feary father».
Perché questa scelta? E perché hai voluto riportare la frase in originale (senza la traduzione in italiano)?
«È un brevissimo frammento ripreso dal monologo finale di Anna Livia Plurabelle, che è una delle cose più belle che Joyce abbia scritto. L’ho scelto come epigrafe perché si accenna a un desiderio di ricongiungimento con un padre morto. È un sentimento molto forte, straziante direi, che mi è capitato di provare. Mi è parso, in realtà, che la frase rendesse bene il senso più intimo del mio libro, dal momento che il suo nucleo narrativo è proprio la morte di mio padre e il mio ritorno a lui, la mia riconciliazione tardiva. La scelta di lasciare la citazione in originale è dovuta semplicemente al fatto che non volevo tradirne la bellezza musicale, che come capita spesso in Joyce è prosa che si trasforma in pura poesia».

- Proviamo a scorrere insieme le pagine di “La bellezza che resta” senza rivelare troppo, ma cercando di offrire qualche suggestione capace di incuriosire i lettori di questa intervista. Partiamo dal già citato Chadži-Murat. Cosa puoi dirci su questo libro e sull’ultimo Tolstoj?
«È un romanzo breve di rara potenza. È un libro omerico e shakespeariano insieme, con il quale il vecchio Tolstoj tacitava, in un ultimo empito creativo vitalissimo, tutte le sue teorie religiose e predicatorie sull’arte che andava formulando in quegli anni. Era il suo genio, il suo daimon che si ribellava al moralista che era diventato. La vera tragedia della vita di Tolstoj è stata proprio questa: il fatto che negli ultimi anni il vecchio conte avesse rinnegato la sua arte in nome di un Bene astratto: una conversione religiosa che io nel libro interpreto come una vera e propria forma di nevrosi, una scissione quasi schizofrenica, che condurrà Tolstoj alla drammatica fuga finale, per finire i suoi giorni nella piccola stazione ferroviaria di Astapovo. Il tema della fuga, del resto, percorre tutta l’opera di Tolstoj e soprattutto Chadži-Murat il cui protagonista è davvero una figura inafferrabile. La prima volta che mi sono imbattuto nel titolo di questo libro fu in un articolo di Evgenij Evtušenko su «La Repubblica», intitolato Il perdono è impossibile, che parlava della terribile strage di Beslan, che nel settembre del 2004 costò la vita a 334 persone, tra cui 186 bambini. Il poeta russo scriveva una frase che colpì la mia attenzione: «Se il presidente Eltsin avesse letto Chadži-Murat di Tolstoj è assai improbabile che si sarebbe imbarcato in un conflitto coi ceceni». Quel libro io non lo avevo letto, così feci una rapida ricerca e scoprii che Tolstoj lo aveva scritto negli ultimi anni della sua vita, e che era stato pubblicato postumo, nel 1912. E scoprii anche che il protagonista era un guerrigliero àvaro, un eroe della resistenza antirussa durante la guerra nel Caucaso, uno dei personaggi più seducenti che Tolstoj abbia mai creato. Ma la domanda che ho continuato a pormi durante la lettura del libro, riandando alla frase di Evtušenko, era questa: un libro, un’opera d’arte in generale, per quanto grande e importante, può mai davvero mutare il corso della Storia, evitarne il Male? Ed è anche una delle tante domande che percorrono il mio libro, che inizia proprio dalla strage di Beslan e dalla mia scoperta del romanzo di Tolstoj».

- Le bagnanti è il titolo dell’ultimo quadro di Renoir. L’artista lo dipinge con le mani devastate dall’artrite. Particolare, questo, particolarmente suggestivo e commovente…
http://i.ytimg.com/vi/w9LsHDqQg-w/hqdefault.jpg«Commovente, davvero. Renoir acquistò una tenuta a Cagnes-sur-Mer, in Provenza, dove trascorse gli ultimi anni della sua vita, intento a dipingere fino all’ultimo giorno. La sua vecchiaia si consumò tra l’eden del suo giardino di ulivi e l’inferno della malattia, che però non riuscì mai a domare l’istinto vitale dell’artista. Come racconto nel mio libro, aveva le mani rattrappite e la pelle così sensibile che il minimo contatto del legno del pennello gli procurava ferite. Per evitare questo inconveniente si faceva fasciare la mano con un pezzo di tela sottile e abbrancava il pennello con le sue dita deformate, tra il pollice e l’indice. Fu in queste condizioni che tra il 1918 e il 1919 il pittore quasi ottantenne, vedovo, immobilizzato e tormentato dai dolori, realizzò il suo capolavoro, Le bagnanti, spinto dalla folgorazione amorosa per una giovane modella di sedici anni, Andrée Heuschling. Ogni mattino, alle nove, Renoir già fremeva d’impazienza al pensiero di Andrée che lo stava aspettando, pronta a mettersi nuda in mezzo all’erba dai mille colori, e rimproverava Louise, la fedele governante, perché ci impiegava troppo tempo a medicargli e fasciargli le piaghe che aveva alle mani e sul corpo. Si creò, così, una sorprendente complicità tra il paesaggio, la ragazza e il pittore, una sorta di ebbrezza erotica e panica. Quando Henri Matisse, una volta gli chiese perché si ostinasse a dipingere quel quadro nonostante le sofferenze fisiche che gli procurava, Renoir rispose: «Perché il dolore passa, ma la bellezza resta»

- Cosa puoi rivelarci, invece, in merito alle tue riflessioni sull’ultimo lavoro di  Sigmund Freud (L’uomo Mosè, 1938) scritto dal padre della psicoanalisi mentre deve fare i conti con gli esiti del cancro?
«È un’opera fondamentale, anomala, unica nel suo genere. Non c’è dubbio che Freud l’abbia scritta come un testamento. Ha, in effetti, la libertà e la sfrontatezza di un’opera estrema, che non fa nulla per nascondere le proprie contraddizioni. Freud stesso paragonò la sua scrittura a «una ballerina in equilibrio sulla punta di un piede». Ed anche quest’opera, come Le bagnanti, fu elaborata in una condizione di sofferenza fisica intollerabile. Freud vi riprende la tesi, diffusa alla fine del XVIII secolo, che Mosè non fosse ebreo, ma un nobile egiziano, un dignitario del faraone Ameno IV e seguace della sua religione monoteista votata al culto del dio Atòn, che spinse gli ebrei a liberarsi dalla prigionia egiziana e a convertirsi a questa nuova religione. Gli stessi ebrei, poi, avrebbero rifiutato il suo rigido monoteismo, e per questo uccisero Mosè. Freud ripropone dunque il tema del parricidio collettivo che aveva già affrontato in Totem e tabù, ma quello che mi ha colpito è l’analogia con il Chadži-Murat di Tolstoj: sono due romanzi storici, perché in effetti così stranamente Freud definisce il suo saggio, e in entrambi i casi il protagonista è uno straniero che si mette al servizio di un popolo nemico, che finirà poi per ammazzarlo. Perché i due grandi vecchi, poco prima di morire, dedicano gli ultimi anni della loro vita a scrivere il racconto di un eroe straniero vittima di un omicidio collettivo? Forse ci volevano suggerire un’ultima resa dei conti con il conflitto edipico, una proposta di tregua, di ricomposizione con la figura del Padre? Anche queste sono domande che percorrono il mio libro e alle quali cerco di dare una risposta».

-Ci offriresti qualche suggestione sugli altri artisti che hai tratteggiato tra le pagine di questo tuo libro: Leopardi, Simone Weil, Keats, Strauss, Frida Kahlo. C’è qualche elemento che accomuna queste opere, pur diverse, su cui hai avuto modo di riflettere tra le pagine di “La bellezza che resta”?
Sono tutti artisti che compongono le loro ultime opere assediati dalla sofferenza fisica, dalla malattia, dal dolore, e che tuttavia sono capaci di donarci la bellezza. Il tramonto della luna di Leopardi e quello del sole dell’ultimo Lied di Strauss hanno in comune il fatto che ci indicano entrambe una luce dopo il buio, il fatto cioè che per l’artista la morte non esiste se non in quanto trasfigurazione. Allo stesso modo Simone Weil, provata dalle innumerevoli e prolungate privazioni che si è imposta per essere vicina alle condizioni di vita dei derelitti, dal suo letto del sanatorio di Ashford, fuori Londra, prima di morire aveva scritto una lettera ai suoi genitori descrivendogli i ciliegi che vedeva attraverso i vetri della finestra con i frutti appena sbocciati sui rami, e invitandoli a non essere «ingrati verso le cose belle» e a pensare sempre che lei sarà dovunque ci sia una cosa bella. Frida Kahlo, col corpo martoriato dagli interventi chirurgici dipinge nel suo ultimo quadro uno squillante e colorato inno alla vita, ritraendo dei cocomeri rossi. E così via. Questo ci fa capire che esiste nell’arte una forza vitale, una tensione conoscitiva superiore. Certo, non tutta l’arte è consolatoria. Ci sono artisti che restano irriconciliati con la vita e il mondo anche nelle loro opere ultime. Penso agli ultimi quartetti d’archi di Beethoven, ad esempio, o all’ultimo spettacolo del regista polacco Tadeusz Kantor, di cui parlo nel mio libro. La verità è che l’arte è ferita o balsamo, e a volte entrambe le cose insieme.

- La bellezza e l’opera d’arte possono essere considerati alla stregua di “baluardi contro la morte”? Se sì, fino a che punto? E cosa è necessario che accada affinché questi “baluardi” possano essere particolarmente efficaci e resistenti (soprattutto contro l’erosione della memoria determinata dal tempo che passa)?
Non credo che si tratti di difendersi dalla morte con l’arte. Piuttosto direi che l’arte aiuta a «familiarizzarsi con la necessità di morire», come scrive Freud, suggerendoci la via per la «saggezza eterna». Inoltre bisogna intendersi bene anche sul concetto di bellezza. Prendiamo Dostoevskij, ad esempio. Per il principe Myskin la bellezza è un enigma, e nei Fratelli Karamazov viene definita addirittura «una cosa spaventosa e terribile». Niente a che vedere dunque con l’armonia, con l’estetica, né tanto meno con la nostra idea corrente di bellezza. È, piuttosto, qualcosa di apocalittico, nel senso etimologico del termine, inteso come «disvelamento»: mostra, cioè, quel che se ne sta nascosto, e può portare anche uno sconvolgimento, una tempesta. La bellezza in arte non è altro, allora, che quella identificazione platonica con la verità di cui parla anche Keats nella sua Ode su un’urna greca. Una verità che solo il genio artistico ci può rivelare. E se la bellezza è la verità non può temere il passare del tempo.

- Nel libro racconti anche gli ultimi giorni di vita di tuo padre. Cosa ha significato per te “cimentarti” con questa parte del libro?
È la parte in cui ho cercato di andare più a fondo nei miei sentimenti, di analizzarmi confrontandomi direttamente con «il fantasma irrequieto» che ogni tanto torna a visitarmi, proprio come lo spettro del padre di Amleto. Probabilmente ho scritto il libro solo per questo e per nessun altro altro motivo. Come mai, allora, ho scelto di parlare della morte di mio padre, associandola a questo percorso tra le opere ultime dei grandi artisti, come tutti quelli che abbiamo citato, ai quali dobbiamo aggiungere però anche il Sofocle dell’«Edipo a Colono», il Glenn Gould delle «Variazioni Goldberg», il Kavafis di «Miris», il Čechov del «Giardino dei ciliegi», e ancora Proust, Bergman, Wallace Stevens e altri ancora? Mio padre non è stato un artista, né un genio. Ha vissuto in maniera modesta una vita modesta da impiegato. E tuttavia, come ogni padre, nel bene o nel male, ha lasciato un’eredità d’affetti. In fondo il vero tema del mio libro è proprio questo: l’eredità, ovvero ciò che lasciamo agli altri quando ce ne andiamo, e quello che riceviamo dagli altri quando restiamo. Ecco, la sostanza etica de “La bellezza che resta” è tutta in questo interrogarmi sul passaggio tra chi se ne va e chi resta. Simone Weil dice che la morte «per chi ha vissuto come si conviene» è un momento di verità «pura». Ho cercato di capire allora che cosa voglia dire, per tutti noi, vivere come si conviene. Non so se sono riuscito a trovare una risposta, ma so che già porsi la domanda con serietà può rendere la nostra vita più degna di essere vissuta».

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La nota al libro (firmata da Andrea Caterini)

“‘La bellezza che resta’ è una riflessione sull’opera d’arte alla fine di una vita. Cosa esattamente rappresenta per un autore la sua ultima opera? Tolstoj scrive fino al termine dei suoi giorni un romanzo, Chadzi-Murat, ridando voce al suo talento artistico e creativo, nonostante ormai da anni rinnegasse il proprio genio a favore di una moralistica idea di bene. Un romanzo che il russo mai si decise a pubblicare e che uscì soltanto postumo. Tolstoj però, è solamente il primo di una serie di ritratti che definiscono il percorso e la visione che Fabrizio Coscia segue come rincorrendo un significato, una ragione, una luce difficilmente afferrabile ed esprimibile. Scopriamo l’ultimo quadro di Renoir, Le bagnanti, dipinto quando il maestro ha le mani rattrappite dall’artrite e che realizza come fosse l’estremo gesto di vitalità e adesione alla bellezza. È il libro testamentario del padre della psicanalisi, Sigmund Freud, che elabora, nel 1938, L’uomo Mose, che ha «la libertà, la sfrontatezza, la temerarietà di un’opera estrema», tornando a dare voce alla teoria del parricidio, ma affrontata qui in chiave religiosa, proprio quando il suo «vecchio caro cancro», come scrive egli stesso della propria malattia in una lettera, gli ha già assalito il corpo. Ma si potrebbero citare altri profili presenti nel libro: Leopardi nei suoi ultimi giorni napoletani; l’ultima lettera di Simone Weil ai genitori, nella quale li invita a vedere nelle cose belle del mondo anche il suo volto; la poesia Ode a un usignolo, in cui Keats «agogna la morte»; ancora l’ultima composizione di Richard Strauss, i Lieder; in ultimo, il definitivo quadro di Frida Kahlo, Viva la vida, forse il suo più originale autoritratto – una composizione vivacissima di angurie. Sono ritratti di artisti che, osservando la morte, non rinnegano ciò in cui fino a quel momento hanno creduto, restando fedeli a loro stessi, a ciò che è di loro stessi la parte più vera: la loro opera. Eppure, l’aspetto maggiormente significativo del libro è quello autobiografico. L’autore racconta gli ultimi giorni di suo padre, e sono pagine commoventi che restituiscono un senso non soltanto all’intero libro – evidenziandone la necessità che lo sottende -, ma a un’esistenza intera. Fabrizio Coscia, consapevole di quanto l’arte sia profondamente radicata nella nostra vita, ha scritto un libro che, proprio per la sua (mai esibita) intimità, riguarda noi tutti.”

(Andrea Caterini)

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Grazia DELEDDA. I luoghi, gli amori, le opere http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2017/04/11/grazia-deledda-i-luoghi-gli-amori-le-opere/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2017/04/11/grazia-deledda-i-luoghi-gli-amori-le-opere/#comments Tue, 11 Apr 2017 17:00:48 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=7488 Il nuovo appuntamento della rubrica di Letteratitudine chiamata “Saggistica Letteraria” è dedicato al saggio di Rossana Dedola intitolato “Grazia Deledda. I luoghi, gli amori, le opere” (Avagliano). Di seguito, l’intervista all’autrice a cura di Simona Lo Iacono

* * *

di Simona Lo Iacono

Una Grazia Deledda inedita: donna, letterata, moglie. Uno squarcio sull’origine della sua potente vocazione letteraria, sui suoi rapporti difficili con Luigi Pirandello, sul giovanile innamoramento per Stanis Manca e l’incontro con Palmiro Madesani, che diventerà suo marito e, in un certo senso, il suo agente letterario.
L’ultimo saggio di Rossana Dedola, ricercatrice alla scuola Normale di Pisa, docente presso l’International School of Analythical Psychology di Zurigo, trasporta in lettore nel cuore della vita della scrittrice e nell’incanto dei paesaggi della sua terra d’origine, la Sardegna, mai dimenticata.

Chiedo quindi all’autrice di tratteggiare la Grazia Deledda donna, madre, moglie, che il suo saggio “GRAZIA DELEDDA, I luoghi gli amori le opere” (Avagliano editore), rivela in tutta la sua potenza.
Chi è Grazia Deledda?
Una prima testimonianza della sua precoce vocazione letteraria e della sua personalità complessa e fuori del comune ci viene offerta dalle letterine che scrisse quando aveva appena tredici anni a un’amichetta di Olzai, figlia di suo padrino, le dispiaceva che  l’intervallo che accompagnava le risposte fosse così lungo e   aveva sospettato che nel paesino fosse “serpeggiato” il colera. È la prima di una lunghissima serie di lettere che la accompagnarono per tutta la vita. Soprattutto durante la giovinezza le lettere le permisero di confrontarsi con interlocutori diversi e le permisero di compiere un vero  esercizio letterario, ma furono anche un luogo in cui potè esprime i propri sogni e la propria vocazione artistica.
Sin da giovanissima aveva scoperto la lettura e la scrittura come esperienze fondamentali della propria vita e non le abbandonò mai, anche se non era una scelta facile, soprattutto a Nuoro, dove la quasi totalità delle donne era analfabeta  e questa attività non solo non era apprezzata, ma veniva condannata apertamente. Riuscì a superare anche altre difficoltà: aveva frequentato solo la quarta elementare e doveva utilizzare  una lingua che non era la sua lingua madre, e vari drammi si susseguirono in famiglia durante l’infanzia e la giovinezza. Il dolore attraversò la sua vita, ma non si arrese mai. Alla fine della vita quando il musicista Gavino Gabriel che era anche il direttore della Discoteca di stato le chiese di registrare una breve testimonianza sulla sua vita dichiarò che come donna aveva avuto tutto dalla vita. Eppure sapeva già di essere gravemente malata.
Hanno giudicato la sua forza come “virile”, io preferisco parlare di “resilienza”, la capacità di opporsi ai colpi del destino senza spezzarsi. In questo fu aiutata anche da un senso dell’umorismo che si rafforzò grazie alla vicinanza del marito Palmiro che era solito organizzare scampagnate nei dintorni di Roma con ospiti e amici mai senza far mancare buone bottiglie di vino.

Nel saggio trovano voce 86 lettere e cartoline postali inedite della Deledda, ritrovate presso alcune biblioteche europee. Cosa ci raccontano questi carteggi?
rossana dedola 1La scoperta delle lettere inedite di Grazia Deledda a Zurigo, Vienna e Weimar mi ha dato una grande gioia e una grande soddisfazione, le lettere a questi interlocutori stranieri dimostravano ulteriormente  il grande apprezzamento da parte di studiosi stranieri della sua arte, la stima con cui la seguivano e l’interesse che i suoi romanzi avevano suscitato al di fuori dei confini italiani. Credo che per Grazia sia stato molto importante questo sostegno che spesso non ebbe in patria.  Soprattutto le lettere a Justine Rodenberg mi hanno permesso di seguire il suo lavoro letterario dall’interno, comunicava infatti all’amica, che era la moglie di Julius Rodenberg, direttore della Deutsche Rundschau, la più importante rivista letteraria dell’epoca in Germania, a che punto era con la scrittura, oppure che romanzo aveva in mente di scrivere  in quel momento. È stato straordinario poter seguire così da vicino il processo della scrittura.

Il profondo legame di Grazia Deledda con la propria terra e con la famiglia d’origine sembra essere alla base di tutta la sua vocazione letteraria, ma i suoi libri hanno al contempo la solennità e la grandezza dei grandi romanzi europei, di cui peraltro la Deledda era profonda conoscitrice. La biblioteca delle sorelle Deledda, infatti, rimasta pressocchè intatta sino ai giorni nostri nella casa delle nipoti, rivela quanto vasta fosse la conoscenza della letteratura da parte di Grazia. Qual è dunque il rapporto tra questi due grandi poli della sua vocazione: il mondo sardo da un lato, il grande esempio dei classici della letteratura dall’altro?
La Sardegna è stata una continua fonte di ispirazione anche grazie allo strettissimo legame che sentiva con la natura e il paesaggio che la circondavano, alle usanze e ai costumi millenari con cui era stata in contatto sin da piccolissima. Come le fu riconosciuto durante l’assegnazione del premio Nobel, riuscì a portare alla ribalta del mondo un’isola del Mediterraneo che era pressoché sconosciuta e attraverso i suoi romanzi la Sardegna cominciò a raccontarsi al mondo.
Nella biblioteca della famiglia Deledda abbiamo ritrovato romanzi di Thomas Hardy, Selma Lagerlöf, persino l’indiano Tagore, mondi lontani ma anche molto vicini, con le loro credenze, le loro creature mostruose o magiche, le loro divinità. Ma Grazia leggeva anche Thomas Mann, Kipling, Konrad, Palazzeschi, Renan.
Ma non c’è solo la Sardegna: ogni esperienza della sua vita trova spazio nella sua ispirazione letteraria, il paesaggio sulle rive del Po accanto a Cicognara che visitava quasi tutti gli anni con il marito e figli, Cervia, la Romagna e il mare Adriatico dove trascorse bellissime giornate insieme con la nipotina Mirella, divenuta quasi sua figlia d’adozione. Ne parlò in suoi romanzi poco conosciuti e molto belli, Il segreto dell’uomo solitario, Annalena Bilsini, Fuga in Egitto e in tanti racconti.

Infine, la Roma dei primi del ‘900, la prima guerra, l’avvento di Mussolini. Qual è l’impatto degli eventi storici sulla narrativa della scrittrice?
Ho ritrovato da poco l’atto di nascita del primo figlio Sardus Angelo che nacque a Roma proprio il primo anno in cui si trasferì nella capitale con il nome della levatrice che l’aiutò nel parto. L’arrivo a Roma fu segnato da grandi cambiamenti, la nuova vita familiare, la nascita dei figli, e anche nuove esperienze in campo narrativo. Con Nostalgie, il primo romanzo ambientato a Roma, decise di allontanarsi dalla Sardegna per descrivere la vita nella grande città e nella Bassa Padana. È un romanzo molto interessante che fu  apprezzato all’estero, ma che fu stroncato in Italia da Ugo Ojetti che scese violentemente sul piano personale criticando aspramente la scrittrice perché era moglie di un impiegato statale. Seguì poi l’attacco micidiale di Pirandello che prese come modello Palmiro Madesani per il suo romanzo Suo marito. Probabilmente anche grazie al crescente successo ottenuto soprattutto all’estero, Grazia riuscì con grande forza a parare i colpi.
Rispetto al regime fascista bisogna riconoscere fu in grado di non farsi coinvolgere nelle sue spire, come invece fecero tanti altri intellettuali dell’epoca, tra cui proprio Ojetti e Pirandello. Non fece apertamente nessuna lode a Mussolini, nemmeno in occasione del premio Nobel e questo le causò un calo immediato nelle vendite. Il Libro della Terza classe che le fu commissionato direttamente dal regime fascista è sicuramente la sua opera più brutta e noiosa, ma si sa che aveva difficoltà a scrivere su commissione. Quando fu ricevuta ufficialmente dal Duce dopo il Nobel e lui le chiese se poteva fare qualcosa per lei, gli domandò di far tornare dal confino il nuovo proprietario della sua casa di Nuoro, che appena libero la andò subito a trovare sbalordito per quanto gli era successo. Ma Grazia non gli rivelò che era stato merito suo.


Grazie delle cortesi risposte e complimenti per la bellezza di questo saggio, che fa rivivere e dà corpo e profumo a Grazia Deledda.

* * *

La scheda del libro

Attraverso una narrazione avvincente, questo libro racconta la vita di una grande scrittrice e la fortissima vocazione artistica che la portò a vincere meritatamente il premio Nobel. Il ritrovamento presso biblioteche europee di 86 lettere e cartoline postali inedite di Grazia Deledda, una addirittura in inglese – delle quali il libro propone per la prima volta una selezione – apre una nuova prospettiva sulla sua biografia mostrando l’intenso rapporto intellettuale con interlocutori stranieri entusiasti di scoprire un’isola del Mediterraneo ancora sconosciuta, la Sardegna. I vari momenti della sua esistenza, dal difficile rapporto con Luigi Pirandello, all’amore di Emilio Cecchi, all’amicizia per Marino Moretti e il giovanile innamoramento per Stanis Manca, che le lasciò in ricordo una profonda ferita, fino all’incontro con Palmiro Madesani che diventerà suo marito e, in un certo senso, il suo agente letterario, vengono collocati in un contesto storico, artistico e culturale che si anima di molti altri personaggi: il traduttore francese Hèrelle, Giovanni Cena e Sibilla Aleramo, Angelo Celli e sua moglie, De Pisis, Balla, Boccioni e Biasi e molti altri ancora. Nel carteggio ritroviamo le letterine di Sardus bambino e con esse ci immergiamo nella vita famigliare. Attraversiamo paesaggi sardi con alberi millenari e Tombe dei Giganti, partecipiamo a rituali di antichissima tradizione, ci inoltriamo sulle sponde del Po e tra le dune dell’Adriatico. Riviviamo la Roma del primo Novecento, i luoghi e le case in cui ha abitato. La ritrovata vicinanza con la famiglia di origine, ricca di intrecci che riportano costantemente la memoria alla casa paterna e alla lingua materna mai dimenticate, è messa in luce da un’altra scoperta: quella della biblioteca delle sorelle Deledda, rimasta pressoché intatta sino ai nostri giorni nella casa dei nipoti, che ci rivela quanto Grazia Deledda fosse profonda lettrice dei grandi romanzi europei.

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Rossana Dedola è ricercatrice alla Scuola Normale Superiore di Pisa, è analista didatta, supervisore e docente presso l’International School of Analythical Psychology di Zurigo. e l’Istituto C.G. Jung. Ha pubblicato, tra gli altri, Pinocchio e Collodi (Bruno Mondadori 2002), La valigia delle Indie e altri bagagli (Bruno Mondadori 2006), Introduzione a Vivian Lamarque – Poesie (Mondadori 2002), Giuseppe Pontiggia. La letteratura e le cose essenziali che ci riguardano, II ed. con Introduzione di Gianfranco Ravasi (Avagliano 2014), Roberto Innocenti. La mia vita in una fiaba (Della Porta 2014), uscito in traduzione francese da Gallimard e di prossima pubblicazione in traduzione spagnola, portoghese e catalana da Kalandraka, Grazia Deledda. I luoghi gli amori le opere (Avagliano 2016).

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CINQUE ANNI DALLA MORTE DI ANTONIO TABUCCHI http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2017/03/25/omaggio-a-antonio-tabucchi/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2017/03/25/omaggio-a-antonio-tabucchi/#comments Sat, 25 Mar 2017 16:00:27 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=3993 CINQUE ANNI DALLA MORTE DI TABUCCHI (Pisa, 23 settembre 1943 – Lisbona, 25 marzo 2012)

Rimetto in primo piano questo post dedicato ad Antonio Tabucchi a cinque anni esatti dalla sua scomparsa (avvenuta il 25 marzo 2012). Sarò a grato a chiunque di voi vorrà contribuire a ricordarlo.

Massimo Maugeri

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POST DEL 24 SETTEMBRE 2012

Oggi, 24 settembre 2012, Antonio Tabucchi, avrebbe compiuto 69 anni.

Rimetto in evidenza questo post pubblicato in occasione della sua scomparsa, avvenuta il 25 marzo 2012.
In occasione di questa ricorrenza, la casa editrice Cavallo di Ferro ha pubblicato un volume intitolato Una giornata con Tabucchi.

Su LetteratitudineNews potrete leggere l’intervista che Romana Petri, Paolo Di Paolo e Ugo Riccarelli (tre dei quattro coautori di questo libro) hanno rilasciato a Simona Lo Iacono.

Naturalmente invito tutti a lasciare un nuovo pensiero per Tabucchi.

Buon compleanno, Antonio!

Massimo Maugeri

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Post del 25 marzo 2012
http://cdn.blogosfere.it/arteesalute/images/ANtonio-Tabucchi-morto-a-Lisbona.jpgUn altro grande della nostra letteratura, ci lascia. Si tratta di Antonio Tabucchi, che si è spento oggi 25 marzo 2012, a Lisbona, all’età di 68 anni, a seguito di una lunga malattia.
Considerato una delle voci più rappresentative della letteratura europea, Tabucchi era nato a Pisa, il 24 settembre 1943. La sua impronta letteraria rimarrà per sempre legata al suo amore per il Portogallo. D’altra parte è stato il maggior conoscitore, critico e traduttore italiano dell’opera di Fernando Pessoa.
I libri di Antonio Tabucchi sono tradotti in quaranta lingue (in tutti i paesi europei, Stati Uniti e America Latina e nelle lingue più lontane, come il Giapponese, Cinese (Taiwan e Repubblica Popolare Cinese), Ebraico, Arabo (Libano e Siria), Kurdo, Indi, Urdu e Farsi.
Alcuni dei suoi romanzi sono stati portati sullo schermo da registi italiani e stranieri (Roberto Faenza, Alain Corneau, Alain Tanner, Fernando Lopes) o sulla scena da rinomati registi teatrali (Giorgio Strehler e Didier Bezace fra gli altri).
Ha ricevuto numerosi premi in Italia, fra cui il Pen Club Italiano, il Premio Campiello (per “Sostiene Pereira”) e il Premio Viareggio-Rèpaci; e prestigiosi riconoscimenti all’estero, fra cui il Prix Médicis Etranger (per “Notturno indiano”), il Prix Européen de la Littérature e il Prix Méditerranée in Francia; l’Aristeion in Grecia; il Nossack dell’Accademia Leibniz in Germania; l’Europäischer Staatspreis in Austria; il Premio Hidalgo e il premio per la libertà di opinione “Francisco Cerecedo” attribuito ogni anno dal Principe delle Asturie, in Spagna. È stato nominato “Chevalier des Arts et des Lettres” dalla Repubblica francese e ha ricevuto la decorazione dell’Ordine dell’Infante D. Henrique dal presidente della Repubblica portoghese.
È stato professore cattedratico dell’Università di Siena ed ha insegnato in prestigiose Università straniere (Bard College di New York, Ecole de Hautes Etudes e Collège de France di Parigi). Ha collaborato con quotidiani italiani e stranieri (“Corriere della Sera”, “Repubblica”, “L’Unità”, “Il manifesto”, “Le Monde”, “El País”, “Diário de Notícias”, “La Jornada”, “Allegemein Zeitung”) e riviste quali “La Nouvelle Revue Française” e Lettre International”. È membro fondatore dell’”International Parliament of Writers”. Dal 2000 era stato proposto dal Pen Club italiano all’Accademia di Svezia quale candidato italiano per il Nobel di letteratura.

Tabucchi ci lascia… e Il tempo invecchia in fretta: è il titolo di uno dei suoi libri più recenti. Ce ne parla l’autore stesso, in questo video pubblicato sul canale YouTube della Feltrinelli (il suo editore).

Dedico questo “spazio” alla memoria di Antonio Tabucchi. Come accaduto con altri artisti della scrittura che ci hanno lasciato, questo piccolo “tributo” vuole essere appunto un omaggio, ma anche un’occasione per far conoscere questo autore a chi non ha ancora avuto modo di accostarsi alle sue opere.
Chiedo a tutti di contribuire lasciando un ricordo, un’impressione, una citazione, informazioni biografiche… ma anche link ad altri siti e quant’altro possa servire a ricordare Antonio Tabucchi e la sua produzione letteraria.

Per favorire la discussione, vi propongo le seguenti domande…

1. Che rapporti avete con le opere di Antonio Tabucchi?
2. Qual è quella che avete amato di più?
3. E l’opera di Tabucchi che ritenete più rappresentativa (a prescindere dalle vostre preferenze)?
4. Qual è l’eredità che Tabucchi ha lasciato alla letteratura mondiale?

Ringrazio tutti, in anticipo, per i contributi che riuscirete a far pervenire…

Massimo Maugeri

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http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2017/03/25/omaggio-a-antonio-tabucchi/feed/ 324
LETTERATITUDINE 3: LETTURE, SCRITTURE E METANARRAZIONI http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2017/02/24/letteratitudine-3-letture-scritture-e-metanarrazioni/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2017/02/24/letteratitudine-3-letture-scritture-e-metanarrazioni/#comments Fri, 24 Feb 2017 14:21:53 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=7445 Care amiche e cari amici,
come qualcuno di voi saprà, di recente è uscito il volume intitolato “Letteratitudine 3: letture, scritture e metanarrazioni” (LiberAria).
Si tratta del terzo volume che ho curato e pubblicato con riferimento alle attività di Letteratitudine. Quest’ultimo, tuttavia, è un libro speciale. Anzi, specialissimo. Perché nasce anche – e soprattutto – con l’intento di festeggiare i dieci anni di attività online di questo “luogo d’incontro virtuale” (Letteratitudine nasce, infatti, nel mese di settembre dell’anno 2006).
Come ho provato a spiegare nella prefazione del libro, quella di Letteratitudine è stata (e continuerà a essere) un’esperienza di “condivisione” (una parola che – credo – oggi più che mai debba essere tutelata e valorizzata).
In tutti questi anni posso dire che “condivisione” è stata la parola chiave per eccellenza di Letteratitudine. Del resto è evidente il fatto che la letteratura, la cultura, i libri, i “saperi”, hanno ragion d’essere solo in un’ottica di condivisione. Lo spirito di condivisione – peraltro – favorisce anche l’accoglienza di punti di vista differenti, persino opposti e contrapposti (partendo dalla considerazione che la diversità di idee e opinioni, fondata sul reciproco rispetto, è sempre occasione di crescita). In oltre dieci anni di attività ho sempre lavorato perché lo spirito della condivisione, così inteso, fosse presente e aleggiasse su ogni attività organizzata e portata avanti con Letteratitudine.
Ecco perché questo libro è nato nell’ottica dello spirito di condivisione.
Ringrazio, ancora una volta, di vero cuore le amiche scrittrici e gli amici scrittori che mi hanno aiutato a realizzarlo donandomi il loro contributo.
Grazie, amici cari. Grazie di vero cuore!

* * *

Ne approfitto per fornire qualche informazione ulteriore sui contenuti di questo libro.
Credo che il sottotitolo sia già di per sé piuttosto indicativo: letture, scritture e metanarrazioni.
In estrema sintesi direi che le sezioni che lo compongono ruotano fondamentalmente sui due pilastri della “condivisione letteraria”: la lettura e la scrittura.

Il volume è formato da quattro sezioni, precedute – come già accennato – da una mia prefazione dove tento di “fare il punto” su questi dieci anni. La prima parte del libro è dedicata a una serie di interviste (sulla lettura e sulla scrittura) incentrate sul numero dieci. Dieci interviste strutturate sulla base di dieci domande (in questa sezione ho coinvolto: Ferdinando Camon, Massimo Carlotto, Antonella Cilento, Giancarlo De Cataldo, Maurizio de Giovanni, Nicola Lagioia, Dacia Maraini, Melania G. Mazzucco, Raul Montanari, Clara Sereni). La seconda sezione ospita una lunga serie di Autoracconti (dove gli scrittori sono stati invitati a raccontare i loro libri concentrandosi soprattutto sull’aspetto “creativo” della loro attività di scrittura). La terza sezione è dedicata alle Lettere (rivolte a scrittori scomparsi e/o personaggi letterari): qui ho chiesto agli amici scrittori di scegliere uno scrittore scomparso che avevano avuto modo di conoscere personalmente (o di studiare in maniera approfondita) oppure un personaggio letterario particolarmente amato… e di scrivergli una lettera immaginando che il “ricevente” (scrittore scomparso o personaggio letterario) avesse davvero la possibilità di leggerla. La parte finale del libro è dedicata a Vincenzo Consolo che ho voluto ricordare con il contributo di tanti amici scrittori e critici letterari.

Di seguito, riporterò l’indice completo del volume.

* * *

Care amiche e cari amici di Letteratitudine, che ci seguite con affetto da così tanto tempo… spero che possiate trovare questo libro utile e di vostro gradimento. E spero che possiate darci una mano a renderlo “vivo” attraverso la vostra lettura.
Ancora una volta, la condivisione si rivela come necessaria.

* * *

Il libro è disponibile nelle migliori librerie e presso i punti di rivendita online (Amazon libri, Ibs, Feltrinelli libri, Mondadori store, Libreria Universitaria, ecc.)

Indice
Prefazione di Massimo Maugeri pag. 7

Parte I
Lettura e scrittura:
dieci domande a dieci scrittori:

Ferdinando Camon – pag. 31
Massimo Carlotto - pag. 35
Antonella Cilento - pag. 38
Giancarlo De Cataldo - pag. 44
Maurizio de Giovanni - pag. 47
Nicola Lagioia - pag. 50
Dacia Maraini - pag. 52
Melania G. Mazzucco - pag. 55
Raul Montanari - pag. 61
Clara Sereni – pag. 67

Parte II
Autoracconti d’Autore:
scrittori raccontano i propri romanzi

Emanuela E. Abbadessa, Fiammetta - pag. 73
Eraldo Affinati, L’uomo del futuro - pag. 75
Marco Balzano, L’ultimo arrivato - pag. 78
Alessandro Bertante, Gli ultimi ragazzi del secolo - pag. 82
Rossana Campo, Dove troverete un altro padre come il mio – pag. 84
Paola Capriolo, Mi ricordo - pag. 86
Glenn Cooper, Il calice della vita - pag. 89
Mauro Covacich, La sposa - pag. 92
Maria Rosa Cutrufelli, Il giudice delle donne - pag. 94
Mario Di Caro, La capitana dell’isola di nessuno - pag. 96
Luca Doninelli, Le cose semplici - pag. 98
Ildefonso Falcones, La regina scalza - pag. 102
Catena Fiorello, L’amore a due passi - pag. 106
Chiara Gamberale, Per dieci minuti - pag. 109
Vittorio Giacopini, La mappa - pag. 112
Luigi Guarnieri, Il sosia di Hitler - pag. 116
Orazio Labbate, Lo Scuru - pag. 119
Nicola Lagioia, La ferocia - pag. 122
Joe R. Lansdale, La foresta - pag. 125
Simona Lo Iacono, Le streghe di Lenzavacche - pag. 128
Massimo Lugli, Stazione omicidi - pag. 131
Lorenzo Marone, La tentazione di essere felici - pag. 134
Paola Mastrocola, L’esercito delle cose inutili - pag. 138
Giordano Meacci, Il cinghiale che uccise Liberty Valance - pag. 143
Elena Mearini, Bianca da morire - pag. 147
Claudio Morandini, Neve, cane, piede - pag. 149
Giorgio Nisini, La lottatrice di sumo - pag. 153
Marilù Oliva, Le sultane - pag. 155
Demetrio Paolin, Conforme alla gloria - pag. 157
Marco Peano, L’invenzione della madre - pag. 162
Sergio Pent, I muscoli di Maciste - pag. 166
Sergio Claudio Perroni, Il principio della carezza - pag. 168
Romana Petri, Le serenate del Ciclone - pag. 170
Piergiorgio Pulixi, La notte delle pantere - pag. 174
Sara Rattaro, Splendi più che puoi - pag. 180
Paolo Roversi, Solo il tempo di morire - pag. 183
Clara Sánchez, Le cose che sai di me - pag. 185
Evelina Santangelo, Non va sempre così - pag. 187
Vanni Santoni, Terra ignota - pag. 192
Giuseppe Schillaci, L’età definitiva - pag. 195
Brunella Schisa, La scelta di Giulia - pag. 197
Elvira Seminara, Atlante degli abiti smessi - pag. 199
Marcello Simoni, L’Abbazia - pag. 202
Simona Sparaco, Equazione di un amore - pag. 204
Mariapia Veladiano, Una storia quasi perfetta - pag. 206
Grazia Verasani, Senza ragione apparente - pag. 209

Parte III
Lettere a personaggi letterari e autori scomparsi

Lettera ad Alice
di Francesca G. Marone – pag. 213
Lettera a Honoré de Balzac
di Mariolina Bertini – pag. 218
Lettera a Rocco Carbone
di Romana Petri – pag. 223
Lettere a Marianna Coffa
di Marinella Fiume – pag. 228
di Maria Lucia Riccioli – pag. 234
Lettera a Cthulhu
di Marco Peano – pag. 238
Lettera a Stefano D’Arrigo
di Tea Ranno – pag. 242
Lettera a Dracula
di Guglielmo Pispisa – pag. 244
Lettera a Marguerite Duras
di Sandra Petrignani – pag. 248
Lettera ad Alfonso Gatto
di Carmen Pellegrino – pag. 252
Lettera a Jean-Claude Izzo
di Stefania Nardini – pag. 256
Lettera a Primo Levi
di Sara Rattaro – pag. 258
Lettera a Katherine Mansfield
di Lia Levi - pag. 261
Lettera a Elsa Morante
di Graziella Bernabò - pag. 266
Lettera ad Anna Maria Ortese
di Adelia Battista - pag. 272
Lettera a padre Paneloux
di Filippo Tuena - pag. 278
Lettera a Pier Paolo Pasolini
di Francesco Pecoraro - pag. 284
Lettera a Perelà
di Claudio Morandini - pag. 289
Lettera a Hercule Poirot
di Ornella Sgroi - pag. 293
Lettera a Giuseppe Pontiggia
di Daniela Marcheschi - pag. 298
Lettera a Ugo Riccarelli
di Giulia Ichino - pag. 302
Lettera a Emilio Salgari
di Patrizia Rinaldi - pag. 304
Lettera a Gregorio Samsa
di Andrea Caterini - pag. 309
Lettere a Leonardo Sciascia
di Antonio Di Grado - pag. 312
di Vincenzo Vitale - pag. 315
Lettera a Manlio Sgalambro
di Domenico Trischitta - pag. 319
Lettera a Winston Smith
di Carlotta Susca - pag. 322
Lettera ad Antonio Tabucchi
di Paolo Di Paolo - pag. 326
Lettera a Tereza
di Mavie Parisi - pag. 329
Lettera a Marianna Ucrìa
di Simona Lo Iacono - pag. 334
Lettera a Sebastiano Vassalli
di Michele Rossi - pag. 337

Parte IV
Omaggio a Vincenzo Consolo

In ricordo di Vincenzo Consolo
intervista a Consolo di Massimo Maugeri – pag. 341
Per Vincenzo Consolo, poeta e profeta
di Maria Attanasio – pag. 346
Alle soglie del témenos
di Sebastiano Burgaretta – pag. 349
La memoria di una “voce narrante”
di Domenico Calcaterra – pag. 352
Quei frammenti caduti dal cielo: Lunaria 2.0
di Eliana Camaioni – pag. 356
Un mite guerriero
di Maria Rosa Cutrufelli – pag. 362
Per Vincenzo Consolo (e per Bufalino e Sciascia)
di Antonio Di Grado – pag. 367
L’utopia di Vincenzo Consolo: Itaca senza proci
di Giuseppe Giglio – pag. 369
Come Nicolas De Staël d’après Seghers
di Salvatore Silvano Nigro – pag. 373
Vincenzo Consolo, scrittore antagonista
in lotta con il potere

di Massimo Onofri – pag. 377
L’amara saggezza del narrare: Vincenzo Consolo
e Los desastres de la guerra di Francisco Goya

di Salvo Sequenzia – pag. 381
Vincenzo Consolo, l’irrequietudine
e il sigillo della scrittura

di Natale Tedesco – pag. 387
Vincenzo Consolo: la ferita che non guarisce
di Anna Vasta – pag. 389

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LetteratitudineNews: dal 4 al 10 luglio 2016 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2016/07/11/letteratitudinenews-dal-4-al-10-luglio-2016/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2016/07/11/letteratitudinenews-dal-4-al-10-luglio-2016/#comments Mon, 11 Jul 2016 16:04:02 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=7213 letteratitudinenewsLetteratitudineNews:

dal 4 al 10 luglio 2016


PREMIO STREGA 2016: vince EDOARDO ALBINATI con “La scuola cattolica” (Rizzoli)

SIMONA LO IACONO racconta LE STREGHE DI LENZAVACCHE (Edizioni E/O)

LO STRANIERO chiude a fine anno

ANNIE ERNAUX VINCE IL PREMIO STREGA EUROPEO 2016

OMAGGIO A VALENTINO ZEICHEN

RAFFAELLA ROMAGNOLO vince il PREMIO DEI LETTORI DI LUCCA 2016

PREMIO BERTO 2016: vince Sergio Baratto

PREMIO CITTÀ DI COMO 2016: i vincitori

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dal 13 al 19 giugno 2016

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ROSSANA CAMPO vince il PREMIO STREGA GIOVANI 2016 (nel terzetto dei finalisti anche SIMONA LO IACONO e RAFFAELLA ROMAGNOLO)

A TUTTO VOLUME 2016

LETTI DI NOTTE 2016

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Nell’ambito della rubrica di Letteratitudine intitolata “Graphic Novel e Fumettidiamo spazio all’edizione 2016 di Etna Comics “Festival Internazionale del fumetto e della cultura pop” che si svolgerà al Centro Fieristico “Le Ciminiere” di Catania dal  2 Giugno al 5 Giugno 2016

***

IL PROGRAMMA

La sesta edizione di Etna Comics, “Festival Internazionale del fumetto e della cultura pop” si svolgerà al Centro Fieristico “Le Ciminiere” di Catania dal  2 Giugno al 5 Giugno 2016.

Tra gli ospiti di questa edizione: Zerocalcare, Ivo Milazzo, Silver, Alfredo Castelli, Massimo Lopez, Airly Momoko, Simone Bianchi, Claire Wendling, Naoyoshi Itani, Stefano Bonfanti, Cristina D’avena… e tanti altri ancora

La manifestazione, conosciuta come una dei più grandi Festival del Sud Italia, rappresenta ormai da cinque anni un appuntamento imperdibile per tutti gli appassionati di fumetti, cinema, cinema d’animazione, gioco e videogioco, ma anche musica, collezionismo, spettacolo, cultura tradizionale giapponese e tanto altro ancora, che arricchiscono il succoso programma dell’evento, rendendolo un’esperienza unica anche per i più fedeli habitué delle convention italiane di settore.

Sin dalla sua prima edizione, Etna Comics è diventato l’evento più visitato nella storia della struttura che la ospita e che si è dimostrata da subito un’ottima location proprio per la sua facile fruibilità e raggiungibilità.

Quello di veder realizzata una convention sul fumetto era un desiderio che già da tempo animava gli appassionati etnei giovani e meno giovani. Richiesta che rimase latente fino alla decisione di puntarvi da parte della Medea, società leader nell’organizzazione di eventi congressuali e culturali. Da qui ha avuto inizio un processo lavorativo attento e costante che nel 2011 ha portato alla realizzazione dell’esplosiva prima edizione, nella quale Etna Comics si è imposta come una della più performanti manifestazioni d’Italia con ben 25.000 presenze.

Il 2012 ha rappresentato l’anno della conferma, portando le visite totali oltre il tetto delle 35.000 persone, mentrela terza edizione è stata quella della definitiva consacrazione. Ancora una volta infatti il pubblico non ha tradito le aspettative, facendo registrare nel giugno del 2013 la quota record di 43.000 visitatori ed a seguire, 2014, ben 50.000 presenze e 2015 con 60.000!

Tra questi poi, ed è il dato che impreziosisce maggiormente la kermesse, si sono registrati visitatori provenienti da Spagna, Germania, Inghilterra, Austria, Francia e Malta. La città di Catania è una cornice perfetta e giugno è un periodo ideale per visitarla.

IL FESTIVAL

* * *

Comics
Fumettista
Bao Publishing
Comics
Disegnatore
Bao Publishing
Comics
Disegnatore
Japan
Mangaka
Georgie e Candy Candy
Japan
Cosplayer
Comics
Fumettista
ABC Warriors, Lobo e Slaine
Comics
Sceneggiatore
Bonelli
Japan
Mangaka
Pokemon
Japan
Cantante
Bao Miss Japan
Comics
Disegnatore
Comics
Sceneggiatore
Comics
Disegnatore
Comics
Sceneggiatore
Comics
Fumettista
Comics
Editor
Palco
Gruppo Musicale
Palco
Cantautore
Palco
Cover Band
Palco
Cover Band
Palco
Gruppo
Comics
Illustratrice
Fumettista
Doppiatore
Doppiatore
Games
Scacchista
Japan
idol
Japan
Dialoghista
Games
Autore di giochi
Comics
Illustratore
Comics
Fumettista
Japan
Musicista
Comics
Illustratrice
Videogames
Twitcher
Comics
Illustratore
Videogames
Youtuber
Comics
Comics
Comics
Fumettista
Autore di Harley Queen
Palco
Cantante
Sigle Cartoni Animati
Palco
Gruppo Musicale
Cover Band
Comics
Scrittore
Autore di Harley Quinn
Comics
Fumettista
Autore
Palco
Gruppo Musicale
Cover

* * *

© Letteratitudine

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SIMONA LO IACONO con “Le streghe di Lenzavacche” a Letteratitudine in Fm http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2016/03/23/in-radio-con-simona-lo-iacono-2/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2016/03/23/in-radio-con-simona-lo-iacono-2/#comments Wed, 23 Mar 2016 17:04:26 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=7092 SIMONA LO IACONO con “Le streghe di Lenzavacche” a Letteratitudine in Fm di lunedì 21 marzo 2016 – h. 10 circa (e in replica nei seguenti 3 appuntamenti: giovedì alle h. 03:00 del mattino; venerdì alle h. 13:00; domenica alle h. 03:00 del mattino).


In Fm e in streaming su Radio Hinterland

trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia: Federico Marin

LA PUNTATA È ASCOLTABILE ONLINE, CLICCANDO SUL PULSANTE AUDIO

* * *

Simona Lo Iacono è stata ospite della puntata di “Letteratitudine in Fm” di lunedì 21 marzo 2016.

Con Simona Lo Iacono abbiamo discusso del suo nuovo romanzo intitolato “ Le streghe di Lenzavacche” (Edizioni E/O).

Le prime pagine del romanzo sono disponibili qui.

Di seguito, la scheda del libro e il booktrailer.

* * *

Le streghe di Lenzavacche” di Simona Lo Iacono (Edizioni E/O
È il 1938. Ululano le sirene che inneggiano al fascio. A Lenzavacche, minuscolo paese della Sicilia, vivono Felice, un bimbo disabile ma vivacissimo, la madre Rosalba e la nonna Tilde. Una famiglia stranissima, di sole donne, frutto di una misteriosa discendenza da streghe perseguitate nel 1600. Felice – che è il frutto di un amore appassionato della madre con un arrotino di passaggio, il Santo – grazie all’estro e alla originalità dei famigliari, riesce a vivere in pienezza nonostante i disagi fisici e l’emarginazione, in un periodo – come quello fascista – in cui è sommamente esaltato il valore della perfezione fisica. Si muovono accanto a lui i personaggi dell’intero paese, primo fra tutti il farmacista Mussumeli, donnaiolo incallito ma protettore degli ultimi, ridanciano e umilissimo nella sua veste di benigno tutore della famiglia. E poi nonna Tilde, zelante sostenitrice del potere benevolo delle streghe, delle quali si dichiara orgogliosa discendente e a cui si ispira costantemente per offrire al nipote disabile rimedi portentosi e anticipatori del futuro. Mentre il piccolo Felice compie progressi e i suoi cari s’ingegnano ad escogitare metodi che possano regalargli movimento, parola, indipendenza, arriva a Lenzavacche un nuovo maestro elementare. Giovane e innamorato della cultura, fantasioso ma dominato da un dolore lontano, questo maestro, in aperto contrasto con il regime dell’epoca, non accetta i luoghi comuni sull’insegnamento, è un assertore convinto del valore spirituale dei libri, scrive lunghe lettere a una misteriosa zia, a cui narra le difficoltà di inserimento nel paese.
In una Sicilia viziosa, ma pronta a giudicare, carnale e insofferente alla diversità, religiosa e pagana, Felice, sua madre e il maestro Mancuso, amanti della fantasia e dei libri, finiscono per diventare i simboli di una controtendenza dirompente, quella che decide di andare al di là delle apparenze e di scommettere sul valore della pietà umana. La loro parabola finisce allora per somigliare proprio a quella delle streghe, un gruppo di donne vissute a Lenzavacche nel 1600 che decise di vivere in castità e in obbedienza e di riunirsi   per fronteggiare eventi difficili della vita, affratellandosi in un vincolo di solidarietà umana. Mogli abbandonate, spose gravide, figlie reiette o semplicemente sfuggite a situazioni di emarginazione, si riunirono infatti in un casaleno ai margini dell’abitato e iniziarono a condividere una vera esperienza comunitaria e anche letteraria. Furono però fraintese, bollate come folli, viste come corruttrici e istigatrici del demonio. Finirono per essere ricordate come “Le streghe”…ma – ciò nonostante – sia Felice che il maestro Mancuso sperimenteranno, sotto gli occhi compiaciuti di Tilde, la forza della loro portentosa vitalità. Metafora del coraggio, della fantasia, della seconda opportunità di vita che la narrazione e la compassione offrono all’uomo, le streghe assurgono allora a simbolo di quella che la società bolla e perseguita come diversità, perdendo così l’occasione di amarla e riconoscerla come possibilità di crescita interiore e morale.

* * *

Simona Lo Iacono è nata a Siracusa nel 1970. Magistrato, presta servizio presso il tribunale di Catania. Ha pubblicato diversi racconti e vinto concorsi letterari di poesia e narrativa. Sul blog letterario Letteratitudine di Massimo Maugeri cura una rubrica che coniuga norma e parola, letteratura e diritto, dal nome “Letteratura è diritto, letteratura è vita”. Il suo primo romanzo, Tu non dici parole (Perrone 2008), ha vinto il premio Vittorini Opera prima. Nel 2010 le sono stati conferiti il Premio Internazionale Sicilia “Il Paladino” per la narrativa e il Premio Festival del talento città di Siracusa. Nel 2011 ha pubblicato Stasera Anna dorme presto (Cavallo di Ferro), con cui ha vinto il premio Ninfa Galatea ed è stata finalista al Premio Città di Viagrande. Nel 2013, sempre per Cavallo di Ferro, ha pubblicato il romanzo Effatà, vincitore del Premio Martoglio e del premio Donna siciliana 2014 per la letteratura. Attualmente conduce sul digitale terrestre un format letterario dal nome BUC, trasmissione che mescola al libro varie discipline artistiche, e cura sulla pagina culturale della Sicilia la rubrica letteraria “Scrittori allo specchio”. Presta inoltre servizio presso il carcere di Brucoli come volontaria, tenendo corsi di letteratura, scrittura e teatro, tutti mezzi artistici con i quali intende attuare il principio rieducativo della pena sancito dall’art 27 della Costituzione.

* * *

trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia: Federico Marin

LA PUNTATA È ASCOLTABILE ONLINE, CLICCANDO SUL PULSANTE AUDIO

. . .

La colonna sonora della puntata è composta dai seguenti brani musicali: “Beethoven Silencio” di Julio Cortazar (parte I); Carl Orff – O Fortuna ~ Carmina Burana; “Beethoven’s Silencio” di Julio Cortazar (parte II)

* * *

Letteratitudine in Fm va in onda su Radio Hinterland il mercoledì mattina (h. 9 circa), con una serie di repliche nei giorni successivi. Per dettagli, consulta il palinsesto della radio.

Puoi ascoltare Radio Hinterland in Fm su 94.600 nelle province di Milano e Pavia, oppure in streaming via Internet cliccando qui.

È possibile ascoltare le puntate precedenti, cliccando qui.


© Letteratitudine

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LetteratitudineNews: dal 29 febbraio al 06 marzo 2016 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2016/03/07/letteratitudinenews-dal-29-febbraio-al-06-marzo-2016/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2016/03/07/letteratitudinenews-dal-29-febbraio-al-06-marzo-2016/#comments Mon, 07 Mar 2016 19:00:29 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=7073 letteratitudinenewsLetteratitudineNews:

dal 29 febbraio al 06 marzo 2016

-ERALDO AFFINATI racconta L’UOMO DEL FUTURO

-ALBA DONATI, Presidente del Gabinetto scientifico-letterario G. P. Vieusseux (intervista)

-MIO PADRE IN UNA SCATOLA DA SCARPE di Giulio Cavalli (recensione)

-STEFANO SANTARSIERE racconta LA MAPPA DELLA CITTÀ MORTA

-LE STREGHE DI LENZAVACCHE di Simona Lo Iacono – un estratto (presentazione del libro a Catania il 7 marzo 2015)

-#ZeroNoveCinque

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LE STREGHE DI LENZAVACCHE – il Booktrailer del nuovo romanzo di Simona Lo Iacono http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2016/03/05/le-streghe-di-lenzavacche-il-booktrailer/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2016/03/05/le-streghe-di-lenzavacche-il-booktrailer/#comments Sat, 05 Mar 2016 13:41:11 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=7072 * * * © Letteratitudine LetteratitudineBlog / LetteratitudineNews / LetteratitudineRadio / LetteratitudineVideo ]]>

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IL DOCUMENTO DIGITALE (Le nostre vite tra diritto e web n. 31) http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2015/03/25/il-documento-digitale/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2015/03/25/il-documento-digitale/#comments Wed, 25 Mar 2015 14:00:25 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=6705 diritto-e-web-2LE NOSTRE VITE TRA DIRITTO E WEB – N. 31

Leggi L’introduzione di Massimo Maugeri e Simona Lo Iacono

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IL DOCUMENTO DIGITALE

Che cos’è un documento digitale?

L’intero concetto di Amministrazione Digitale ruota intorno a quella che viene chiamata “rappresentazione informatica” e che può essere definita come il risultato della trasformazione in bit, e successiva memorizzazione di quegli atti, fatti o dati che possano avere rilevanza giuridica.

La disciplina del documento informatico e della sua validità giuridica hanno rappresentato il primo tassello per consentire l’applicazione analogica delle norme preesistenti alle nuove tecnologie: l’obiettivo del legislatore era consentire di conferire piena validità giuridica all’attività contrattuale e amministrativa svolta con l’ausilio degli strumenti informatici.

Il Codice dell’Amministrazione Digitale fornisce gli strumenti per la gestione integralmente telematica dell’attività amministrativa e negoziale delle PPAA, in considerazione degli obblighi che impongono di abbandonare le tradizionali modalità analogiche.

La dematerializzazione dei documenti è il processo attraverso cui il documento giuridico viene formato (e conservato) utilizzando supporti di natura telematica o, più in generale, informatica. Il documento “dematerializzato” nel rispetto della normativa vigente ha il medesimo valore legale e probatorio del documento cartaceo (o analogico in genere). La trasformazione del documento in un elemento informatico genera una stringa digitale in grado di soddisfare i requisiti tecnici e legali previsti per ciascun tipo di documento elettronico.

L’art. 1, comma 1, lett. p) del CAD definisce il documento informatico come la rappresentazione informatica di atti, fatti o dati giuridicamente rilevanti, mentre il successivo punto p-bis) offre la definizione di documento analogico inteso come la rappresentazione non informatica di atti, fatti o dati giuridicamente rilevanti. Il processo di dematerializzazione dei documenti, quindi, segna il passaggio dalla netta prevalenza del documento analogico ad un generale utilizzo del documento informatico.

La dematerializzazione, così come disciplinata dal Codice, investe sia i documenti che vengono creati direttamente in formato digitale sia le conversioni analogico/digitale (es. documenti originariamente creati in formato cartaceo e, solo successivamente, trasformati in documenti informatici) e riguarderà tutti i documenti, inclusi quelli contabili, di cui la legge impone la conservazione.

Sembra opportuno sottolineare come la disciplina in materia di documenti informatici e firme elettroniche, pur essendo contenuta all’interno del CAD (quindi di un atto normativo destinato in massima parte alla disciplina dell’azione della PA), trova diretta applicazione anche nei rapporti tra privati.

Sul piano generale, infatti, il Codice sancisce la validità e la rilevanza agli effetti di legge del documento informatico da chiunque formato, della sua memorizzazione su supporto informatico e della trasmissione con strumenti telematici conformi alle regole tecniche.

Una volta rispettate le regole tecniche, il documento informatico, realizzato, memorizzato e trasmesso con strumenti telematici ha identica validità, ad ogni effetto di legge, del documento cartaceo e deve essere accettato da qualsiasi soggetto pubblico o privato. La legge riconosce validità giuridica all’attestazione di data e ora apposte in conformità alle specifiche regole tecniche.

In particolare, il Codice prevede che:

−Il documento informatico, cui è apposta una firma elettronica, sul piano probatorio è liberamente valutabile in giudizio, tenuto conto delle sue caratteristiche oggettive di qualità, sicurezza, integrità e immodificabilità.

− Il documento informatico sottoscritto con firma elettronica avanzata, qualificata o digitale, fa piena prova fino a querela di falso. L’utilizzo del dispositivo di firma si presume riconducibile al titolare, salvo che questi dia prova contraria.

− gli atti di cui all’articolo 1350 del Codice Civile, primo comma, numeri da 1 a 12 (atti che costituiscono, modificano o trasferiscono la proprietà o diritti reali su beni immobili o mobili registrati, locazioni ultranovenali, costituzione di società, ecc.) se fatte con documento informatico, sono sottoscritte, a pena di nullità, con firma elettronica qualificata o con firma digitale. Gli atti di cui all’articolo 1350, numero 13) del Codice Civile soddisfano comunque il requisito della forma scritta se sottoscritti con firma elettronica avanzata, qualificata o digitale.

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Tutte le puntate di “Le nostre vite tra diritto e web” sono disponibili qui…

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LA COPIA PRIVATA (Le nostre vite tra diritto e web n. 30) http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2014/12/13/la-copia-privata/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2014/12/13/la-copia-privata/#comments Sat, 13 Dec 2014 15:58:42 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=6616 diritto-e-web-2LE NOSTRE VITE TRA DIRITTO E WEB – N. 30

Leggi L’introduzione di Massimo Maugeri e Simona Lo Iacono

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LA COPIA PRIVATA

Con il recente D.M. 20 giugno 2014 pubblicato nella Gazzetta Ufficiale serie generale n.155 del 7 luglio 2014 è stata rideterminata la misura dei compensi di copia privata (ex art. 71 sexies e seguenti L. 633/41).
Ma…che cos’è la copia privata?
La Copia Privata è il compenso che si applica, tramite una royalty sui supporti vergini fonografici o audiovisivi, in cambio della possibilità di effettuare registrazioni di opere protette dal diritto d’autore.
In questo modo ognuno può effettuare una copia con grande risparmio rispetto all’acquisto di un altro originale oltre a quello di cui si è già in possesso.
Prima dell’introduzione della copia privata, non era possibile registrare copie di opere tutelate.
In Italia, come nella maggior parte degli Stati dell’ Europa Unita è stata concessa questa possibilità, a fronte di una royalty forfetaria per compensare del mancato acquisto gli autori e tutta la filiera dell’industria culturale. L’entità del compenso tiene conto del fatto che sui supporti si possa registrare anche materiale non protetto dal diritto d’autore.
La Siae riscuote questo compenso e lo ripartisce ad autori, produttori, editori e interpreti.
Le nuove norme si basano sugli stessi principi della precedente Legge 5 febbraio 1992, n. 93, che aveva introdotto per la prima volta in Italia il compenso per la “copia privata”, e cioè:
• è prevista un’eccezione al diritto esclusivo di riproduzione spettante ad autori, artisti e produttori;
• in virtù di tale eccezione, al consumatore persona fisica è consentito di riprodurre legalmente, per uso esclusivamente personale , fonogrammi e videogrammi;
• a fronte del beneficio che il consumatore persona fisica trae dalla facoltà di “copia privata” è previsto un compenso a favore di autori, artisti e produttori;
• tale compenso è corrisposto sugli apparecchi di registrazione e sui supporti vergini.

Possono quindi beneficiare dell’eccezione al diritto esclusivo di riproduzione spettante ad autori, artisti e produttori solamente le persone fisiche, a condizione che la riproduzione di fonogrammi e videogrammi sia effettuata:
• per uso esclusivamente personale, purché senza scopo di lucro e senza fini direttamente o indirettamente commerciali;
• da fonti lecite (possesso/accesso legittimo agli esemplari dell’opera);
• mediante l’utilizzazione di apparecchi di registrazione e supporti vergini per i quali sia stato corrisposto il compenso per “copia privata” previsto dalla legge.

Alle condizioni sopra indicate, le persone fisiche possono dunque effettuare riproduzioni di fonogrammi e videogrammi, senza il consenso preventivo (licenza) di autori, artisti e produttori.

In tutti gli altri casi, la riproduzione di fonogrammi e videogrammi – in assenza del consenso preventivo (licenza) di autori, artisti e produttori – comporta violazione del diritto esclusivo di riproduzione degli stessi autori, artisti e produttori, ed è pertanto illegale e penalmente perseguibile.

È inoltre illegale e penalmente perseguibile:
• la riproduzione di fonogrammi e videogrammi effettuata da terzi per conto o a beneficio di persona fisica per uso personale;
• la prestazione di servizi finalizzata a consentire la riproduzione di fonogrammi e videogrammi da parte di persona fisica per uso personale.

(tra le fonti: notiziario SIAE)

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Tutte le puntate di “Le nostre vite tra diritto e web” sono disponibili qui…

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MORTE DI UN UOMO FELICE, di Giorgio Fontana (intervista all’autore) http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2014/09/08/morte-di-un-uomo-felice-di-giorgio-fontana/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2014/09/08/morte-di-un-uomo-felice-di-giorgio-fontana/#comments Mon, 08 Sep 2014 14:00:41 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=6391 MORTE DI UN UOMO FELICEMorte di un uomo felice, di Giorgio Fontana (Sellerio, 2014)

Nell’ambito della sezione “Letteratura è diritto, letteratura è vita” pubblichiamo “Morte di un uomo felice. Intervista a Giorgio Fontana”.

di Simona Lo Iacono

C’è un rapporto, viscerale e sempre sanguinante, tra giustizia e letteratura.
Sin dall’antichità, l’uomo si è interrogato, ha consultato Pizie e Dèi parlanti, ha cercato nel volo degli uccelli segnali profetici, per poi comprendere che le risposte risiedono dentro di noi.
Né questa ricerca è mai stata solo giuridica, o si è potuta risolvere unicamente nella codificazione. Ma ha avuto la necessità di addentrarsi nel cuore delle storie. E di raccontare non solo l’amore per la giustizia, ma anche il dolore della sua perdita.
Solo le storie, infatti, fanno affondare i concetti nel cuore, nel fango, nella caduta e nella resurrezione. E nell’uomo. Nelle piaghe dei suoi errori, nella struggente ansia di trovarsi.
Così, non dobbiamo solo ai giuristi la conquista della coscienza e della pietà umana, ma ad una donna, Antigone, narrata da parole e versi, urlata nei teatri e negli anfiteatri del mondo.
Né possiamo imputare l’evoluzione della civiltà alla sola codificazione, ma ad un coro di romanzieri e personaggi letterari, che a buon diritto possono dirsi coautori della costruzione di un ideale di bene comune.
Dunque, ricerca della giustizia e senso delle storie sono sorelle. E sono sorelle perchè complici della medesima segreta afflizione: trovare un significato, dare fondamento al mistero dell’esistenza.
Questo intreccio segretissimo e intimo, pare affiorare con potenza nell’ultimo romanzo di Giorgio Fontana, “Morte di un uomo felice” (Sellerio).
Giacomo Colnaghi è magistrato, e come tale è uomo di diritto e di giustizia.
In una Milano degli anni ottanta inquieta e già ossessionata dai vizi capitali del secolo (ricerca del potere, corruzione, caduta degli ideali della storia passata), cerca.
In apparenza è solo sulle tracce di una banda armata, responsabile della morte di un politico.
Ma la sua ricerca è molto più lacerante e antica.
Figlio di Ernesto, un partigiano che è morto durante un’azione, e che ha sconvolto la famiglia con la sua ribellione, Colnaghi è afflitto da domande sul senso della vita e della morte, sulla vera dimensione del bene e del male, sull’esistenza in un Dio nel quale crede ma a cui non riesce a tenere nascosti i suoi dubbi.
E’ lacerato, Colnaghi, è intuitivo, è – soprattutto – un uomo del suo tempo, ma con alle spalle l’esperienza eroica di un padre che – contro tutti, contro tutto – ha lasciato la vita per rincorrere un ideale.
Colnaghi non cerca dunque solo risposte giudiziarie. O meglio. Le piste investigative sono le tracce di un’altra ricerca, quella di un mondo spaesato, irriverente, dolentissimo, che gradualmente perde senso del mistero e del pudore, infliggendo all’Italia (quell’Italia che suo padre aveva fondato sulla riconquista della dimensione ideale) un destino da figlia perduta cui solo la compassione può salvare l’anima.
Il tempo di Colmaghi, allora, è il tempo di questa pietà che – come quella di Antigone – non si rassegna alla sola normatività, ma fa appello al valore del sangue versato, del sogno, della conquista di una giustizia che non è solo risposta a un reato, ma vocazione intima, troppo spesso profanata, dell’animo umano.
Vita e giustizia si aggrovigliano, rimandano l’una all’altra e si completano febbrilmente e drammaticamente, quasi a suggerire che scegliere l’una senza l’altra equivale a morire, mentre la morte vera (finanche quella sperimentata da un partigiano contro il volere della sua famiglia) non è morte, ma vita, se c’è significato, motivo della ricerca.
Allora, la fine di chi compie un simile viaggio, non è inutile.
E’, piuttosto, la morte di un uomo felice.

Chiedo dunque a Giorgio Fontana di parlarci dell’importanza di questa ricerca. E di quanto, in essa, conti ripercorrere le strade passate, dare valore alla morte di chi ci ha preceduto.

- In quest’ottica, qual è il significato del rapporto tra padre e figlio, nel romanzo?
Credo sia il nodo centrale dell’intero libro. In effetti, benché Morte di un uomo felice sia diverse cose e possa essere letto, credo, in molti modi – come un romanzo storico, un’interrogazione sulla giustizia e così via – per me rimane innanzitutto la storia di un padre e di un figlio. La consegna di un’eredità e il bisogno di non dissiparla. Ma più che di “significato” parlerei proprio della relazione umana in quanto tale, della sua centralità: sono sempre molto restio ad attaccare “significati” ai miei personaggi.
- Senso della vita e della morte. Il romanzo appare la metafora di un connubio necessario tra ricerca di senso e giustizia. Così che la morte non coincide con la fine, ma con la mancanza di questa ricerca. E’ così?
In Per chi suona la campana, se non sbaglio, un personaggio di Hemingway diceva che non gli spiaceva morire – gli spiaceva smettere di vivere. Il concetto vale anche per Giacomo Colnaghi: nonostante le mille paure, egli va avanti; e più che la morte in quanto tale teme la fine del proprio, personalissimo, pellegrinaggio alla ricerca di tutto ciò che non è ancora riuscito a trovare. Le sue domande, il suo bisogno di domande, più che di risposte. Ma anche qui, non credo che il mio romanzo sia “metafora” di nulla: quando scrivo una storia penso solo alla storia e ai personaggi.


- Il titolo dell’opera, “Morte di un uomo felice”, è quasi un ossimoro, dato che siamo abituati a scindere il concetto di fine da quello di felicità. Che cos’è, dunque, la felicità per Colnaghi?
Già: il titolo è un po’ spiazzante, e alcuni lettori l’hanno trovato anche poco comprensibile – se pensiamo a Giacomo Colnaghi non ci viene in mente subito l’idea di un uomo felice e realizzato. Ma credo davvero dipenda dal tipo di felicità che abbiamo in mente: quella del magistrato è molto diversa da una felicità “istituzionale”, godereccia, priva di chiaroscuri… Credo che il suo essere felice coincida essenzialmente con la sua curiosità mai placata da un lato, e con la sua capacità di assaporare fino in fondo alcune piccole cose: una bella cena in trattoria, un giro in bicicletta, una passeggiata solitaria, un lavoro ben fatto, una barzelletta. Può sembrare poco, ma per me è molto: ed è un tipo di felicità “minore” che anch’io trovo molto attraente.

- Grazie delle risposte e mille in bocca al lupo per la candidatura al premio Campiello.
Grazie a lei, e crepi il lupo!

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Giorgio Fontana è nato nel 1981. Ha pubblicato i romanzi Buoni propositi per l’anno nuovo (Mondadori 2007) e Novalis (Marsilio 2008), il reportage narrativo Babele 56 (Terre di Mezzo 2008) e il saggio La velocità del buio (Zona 2011). Vive e lavora a Milano. Con questa casa editrice ha pubblicato Per legge superiore (2011) e Morte di un uomo felice (2014).

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SEQUESTRABILITÀ DI BLOG, SITI INTERNET E NEWSGROUP (Le nostre vite tra diritto e web n. 29) http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2014/09/02/sequestrabilita-di-blog-siti-internet-e-newsgroup/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2014/09/02/sequestrabilita-di-blog-siti-internet-e-newsgroup/#comments Tue, 02 Sep 2014 20:01:59 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=6384 diritto-e-web-2LE NOSTRE VITE TRA DIRITTO E WEB – N. 29

Leggi L’introduzione di Massimo Maugeri e Simona Lo Iacono

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Sequestrabilità di Blog, siti internet e newsgroup se violativi del diritto all’onore e alla reputazione.

Già con la sentenza n. 10594/2014 il 5 marzo scorso la Corte Suprema di Cassazione aveva affermato che il diritto di cronaca è applicabile anche al web e raccomandava la “massima cautela nell’esercizio del sequestro preventivo per gli articoli pubblicati online”.
Blog, e-mail, newsgroup e newletters possono essere oggetto di sequestro, afferma la Corte, in quanto non godono delle speciali tutele che la legge italiana attualmente riconosce solo ai prodotti stampati, ma allo stesso tempo l’esimente del diritto di cronaca si applica a qualsiasi manifestazione pubblica del pensiero, se i fatti descritti sono veri, di interesse pubblico e riportati con la dovuta continenza.
Questa estate la Corte è tornata con la recentissima sentenza 18174 della terza sezione civile ove ha ribadito che “Internet costituisce un mezzo di diffusione di notizie e idee al pari, se non di più, di stampa, radio e televisione”, ragion per cui anche nel caso di comunicati stampa reperibili su un sito internet valgono i principi “tradizionalmente indicati dalla giurisprudenza” per l’esercizio del diritto di cronaca e del diritto di critica.
Ne deriva il “bilanciamento” con il “diritto primario all’onore e alla reputazione” e la “verità obiettiva” (per quanto accertabile), la “continenza” e la “pertinenza”.
La Corte è tornata a ribadire che la libertà di manifestazione del pensiero, sancita dall’articolo 21 della Costituzione italiana, vale ovunque e sempre, al di là del mezzo usato per comunicare, ma che “gli spazi comunicativi sul web [...] non godono della speciale protezione prevista per la libertà di stampa”, ovvero che, non essendo appunto ‘stampati’ (“Sono considerate stampe o stampati, ai fini di questa legge, tutte le riproduzioni tipografiche o comunque ottenute con mezzi meccanici o fisico-chimici, in qualsiasi modo destinate alla pubblicazione”, recita la legge sulla stampa del 1948), blog, mailing list, chat etc. sono sequestrabili, a differenza della ‘stampa’ propriamente detta.
Tuttavia la Cassazione, pur riaffermando la “non assimilabilità del mondo telematico a quello della carta stampata” ha richiamato l’attenzione sulla necessità di adeguare ai tempi la legislazione vigente in materia, “a testimoniare che la nostra Carta fondamentale non tutela alla stessa maniera la manifestazione del pensiero che ha trovato ospitalità sulla “carta stampata” e quella che si diffonde attraverso altri media”.
Un “intervento del legislatore” dunque, “sarebbe quanto mai auspicabile”

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IL NUOVO PROCESSO CIVILE TELEMATICO (Le nostre vite tra diritto e web n. 28) http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2014/07/11/il-nuovo-processo-civile-telematico/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2014/07/11/il-nuovo-processo-civile-telematico/#comments Fri, 11 Jul 2014 16:00:40 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=6290 diritto-e-web-2LE NOSTRE VITE TRA DIRITTO E WEB – N. 28

Leggi L’introduzione di Massimo Maugeri e Simona Lo Iacono

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IL NUOVO PROCESSO CIVILE TELEMATICO

di Simona Lo Iacono

Quando ho iniziato il mio periodo di uditorato in magistratura era il 1997.
Prestavo servizio come volontaria all’ufficio del GIP. Avevo infatti vinto il concorso qualche mese prima, e in attesa di essere chiamata alle funzioni, cominciai a frequentare il tribunale, al seguito di un vecchio ed esperto collega.
La prima cosa che vidi, fu la montagna di fascicoli accatastata accanto alla porta, i commessi che facevano cigolare i carrelli tra un’udienza e l’altra, i giudici civili sommersi da faldoni e codici.
Un universo di carta, verbalizzazioni faticose da dettare al cancelliere, sentenze scritte a mano e ricopiate con macchina da scrivere elettrica, o con i primi sistemi di scrittura del computer.
Le ricerche nella Gazzetta Ufficiale avvenivano in biblioteca, dove consultavamo per ore tomi polverosi.
E, infine, le comunicazioni erano appannaggio di affaticati ufficiali giudiziari, che percorrevano il territorio avvezzi a ogni imprevisto e traballando sugli scossoni delle auto stracolme di verbali di notifica.
Diciassette anni fa nessuno di noi avrebbe mai ritenuto possibile digitare il numero delle leggi con un mouse, farlo apparire al computer, scrivere gli atti giudiziari con firma digitale e depositarli da casa, seduti alla propria scrivania.
Cos’è accaduto?
E’ entrato in vigore il processo civile telematico.
Il Processo Civile Telematico è, infatti, il progetto del Ministero della Giustizia per la realizzazione di un sistema informatico civile che si pone l’obiettivo di automatizzare i flussi informativi e documentali tra le parti, il giudice e la cancelleria.
Il progetto nasce sulla base del D.P.R. 13-2-2001 n. 123 (Regolamento recante disciplina sull’uso di strumenti informatici e telematici nel processo civile, nel processo amministrativo e nel processo dinanzi alle sezioni giurisdizionali della corte dei conti) e secondo le regole tecnico-operative stabilite per il funzionamento e la gestione del sistema informatico civile, nonché per l’accesso dei difensori delle parti e degli ufficiali giudiziari.
Il cambiamento non riguarda, dunque, la disciplina delle fasi processuali quanto le modalità dello scambio di atti e comunicazioni tra gli avvocati e gli Uffici Giudiziari, e all’interno degli Uffici Giudiziari stessi, dando la possibilità di creare un sistema informatizzato dell’attività giudiziaria alternativo a quello cartaceo attualmente utilizzato. Infatti, il documento informatico sottoscritto con firma digitale ha acquisito ora efficacia probatoria e quindi la trasmissione con strumenti informatici può considerarsi valida ed efficace agli effetti di legge.
Il progetto consiste nella realizzazione di un insieme di applicazioni informatiche e infrastrutture tecnologiche che renda accessibile via web il sistema informatico civile, sia per il deposito di atti che per attività di consultazione dello stato delle cause e del fascicolo; inoltre è prevista anche la trasmissione per via telematica di comunicazioni, notifiche e copie di atti dagli uffici giudiziari ai soggetti coinvolti. Presupposto per questo scambio di atti è che ogni soggetto coinvolto sia dotato e metta a disposizione il proprio indirizzo di posta elettronica: per l’avvocato, l’indirizzo è quello comunicato al proprio Consiglio dell’Ordine mentre per gli altri soggetti (magistrati e cancellieri) si fa riferimento all’indirizzo dichiarato all’ente certificatore della firma digitale.
Le novità del Processo Telematico non si limitano però unicamente alla trasmissione, comunicazione e notificazione degli atti, ma si spingono oltre dando vita al “fascicolo informatico”, che può considerarsi il prodotto dell’informatizzazione delle attività strumentali del processo civile. La cancelleria provvederà infatti a formare il fascicolo informatico inserendo nello stesso gli atti e i documenti probatori inviati per via telematica dal difensore. Uno degli obiettivi del Processo Telematico è la trasmissione degli atti giuridici tramite le moderne tecnologie, garantendo un elevato livello di sicurezza nella riservatezza e autenticità dei documenti. Per raggiungere questo obiettivo, l’atto deve essere redatto non più in modo cartaceo ma in modo digitale. Il passaggio dal documento cartaceo al documento elettronico rende necessaria la redazione dell’atto giuridico secondo degli standard informatici che ne possano rendere agevole la trasmissione tra i vari applicativi software che devono gestire le informazioni (i dati).
Il quadro normativo sviluppatosi a partire dal 2001 è stato complessivamente rivisto dal decreto-legge n. 193/2009. In particolare, l’art. 4 del provvedimento ha disposto che nel processo civile e nel processo penale, tutte le comunicazioni e notificazioni per via telematica si effettuano mediante posta elettronica certificata (PEC), ai sensi del Codice dell’amministrazione digitale – CAD (DL 82/2005) e del regolamento sull’utilizzo della posta elettronica certificata (DPR n. 68/2005). Per la prima volta, dunque, la disciplina del processo telematico è stata estesa anche al settore penale.
Inoltre, l’art. 4 del DL. 193/2009 reca numerose altre disposizioni in materia di digitalizzazione della giustizia, tra le quali si segnalano:
quelle che ribadiscono l’obbligo di indicare nell’albo degli avvocati l’indirizzo di posta elettronica certificata dell’avvocato e il suo codice fiscale, precisando l’obbligo di aggiornamento giornaliero di tali informazioni e la loro messa a disposizione per via telematica al Consiglio nazionale forense ed al Ministero della giustizia;
quelle che introducono una serie di modifiche al c.p.c., necessarie per il completamento del processo di informatizzazione del processo civile, tra le quali un nuovo art. 149-bis, che disciplina in termini generali il ricorso alle procedure telematiche per l’esecuzione delle notificazioni, a mezzo posta elettronica certificata; sono inoltre previste modifiche al processo dell’esecuzione (sia con riferimento all’espropriazione mobiliare sia a quella immobiliare) secondo le quali il giudice può stabilire che vengano effettuati con modalità telematiche il versamento della cauzione, la presentazione delle offerte, lo svolgimento della gara e l’incanto nonché il pagamento del prezzo.

Sulla digitalizzazione del processo è intervenuta anche la legge n. 69/2009 che ha richiesto la trasmissione della procura alle liti per via informatica e con sottoscrizione digitale (art. 83, terzo comma, c.p.c.).

Con regolamento adottato con DM 21 febbraio 2011 n. 44, sono state stabilite le regole tecniche per l’adozione nel processo civile e nel processo penale delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione.

Il D.L. 138 del 2011 ha previsto poi che, nel processo civile, in ogni citazione, ricorso, comparsa, controricorso, precetto, il difensore debba indicare il proprio indirizzo di posta elettronica certificata e il proprio numero di fax e che con le indicate modalità debbono essere effettuate tutte le comunicazioni alle parti.
La legge di stabilità 2012 (legge 183/2011)è tornata a novellare numerose disposizioni del codice di procedura civile e delle disposizioni di attuazione, per dare piena operatività all’utilizzo della posta elettronica certificata. In particolare, articolo 25 della legge, entrato in vigore lo scorso 31 gennaio 2012, ha previsto:
che l’indirizzo PEC che il difensore deve indicare negli atti di parte (citazione, ricorso, comparsa, controricorso, precetto) deve essere quello comunicato al proprio ordine professionale (art. 125 c.p.c.);
una nuova disciplina delle comunicazioni di cancelleria. In base alla nuova norma, le comunicazioni di cancelleria si effettuano in via ordinaria tramite consegna al destinatario, che rilascia ricevuta, o tramite PEC, nel rispetto della normativa sui documenti informatici, anche regolamentare, vigente. Se non è possibile procedere con questi mezzi, la comunicazione avviene tramite telefax o tramite notifica dell’ufficiale giudiziario, salva diversa disposizione di legge (art. 136 c.p.c.);
la soppressione delle disposizioni che prevedono la comunicazione alle parti da parte della cancelleria delle sentenze e delle ordinanze tramite telefax o posta elettronica. Le comunicazioni delle sentenze e delle ordinanze rientrano così nella nuova disciplina generale;
con la medesima ratio, la soppressione della disposizione che consente al giudice di autorizzare, per singoli atti, che lo scambio o la comunicazione di comparse e memorie avvenga tramite telefax o PEC (art. 170 c.p.c., modificato dalla lett. e));
con riferimento all’intimazione al testimone a comparire in udienza da parte del difensore mediante posta elettronica (che resta comunque alternativa alla raccomandata e al telefax), si precisa che deve trattarsi di posta elettronica ‘certificata’e si sopprime il riferimento alla normativa vigente in materia di documenti informatici (art. 250 c.p.c.);
con riferimento al ricorso per cassazione (art. 366, modificato dalla lett. i)):
la possibilità per il ricorrente di indicare l’indirizzo PEC comunicato al proprio ordine, in alternativa all’elezione di domicilio a Roma, onde evitare che le notificazioni gli siano fatto presso la cancelleria della Cassazione;
la modifica della disciplina delle comunicazioni di cancelleria e delle notificazioni tra i difensori ai sensi degli artt. 372 (produzione di altri documenti) e 390 (rinuncia al ricorso), richiamando l’applicabilità della disciplina generale delle comunicazioni di cancelleria di cui all’art. 136 c.p.c.;
con riferimento al pignoramento, si prevede che la trasmissione del verbale da parte dell’ufficiale giudiziario al debitore e al creditore avviene tramite PEC; solo quando ciò non è possibile, essa avviene tramite telefax o posta ordinaria (art. 518 c.p.c.).

Il DL 179/2012 ha integrato la disciplina processuale delle comunicazioni e notificazioni per via telematica. In particolare, l’art. 16 contiene disposizioni in materia di comunicazioni e notificazioni per via telematica nel processo civile e penale. Le modifiche introdotte sono connesse al processo di attuazione della revisione della geografia giudiziaria (vedi i D.Lgs 154 e 155/2012) e intendono assicurare che la riduzione del numero delle sedi giudiziarie non faccia venir meno il principio di prossimità del servizio giustizia ai cittadini e alle imprese.
Dal 30 giugno, dunque, assisteremo alla progressiva smaterializzazione del fascicolo cartaceo, spariranno i vecchi faldoni impolverati e noi giudici depositeremo gli atti con un CLIK.
Lo so, saremo efficienti, meno impolverati e più moderni.
Lo stato risparmierà le spese per la carta e il personale, gli avvocati riceveranno i provvedimenti sugli smart-phone e tutto apparirà volatile e velocissimo come il pensiero.
E’ il futuro, e avrà i suoi benefici.
Ma io sono una romantica, e sebbene mi sia adeguata alla nuova era, rimpiango un po’ il contatto con le cose…. con la carta, con la penna, con il sudore dei testi in aula, con i timbri sbavati e opachi, con tutto quel cerimoniale un po’ attempato e profumato di passato, che mi faceva pensare di avere sulle spalle anche le toghe dei vecchi colleghi.
Ho provato a cliccare sulla mia “consolle del magistrato” (lo strumento che mi consente di depositare gli atti telematicamente) la parola “nostalgia”.
Ma il sistema si impalla e lampeggia ferocemente la parola: “errore, errore, errore”….

(tra le fonti: diritto e diritti)

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LetteratitudineNews: dal 9 al 15 giugno 2014 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2014/06/16/letteratitudinenews-dal-9-al-15-giugno-2014/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2014/06/16/letteratitudinenews-dal-9-al-15-giugno-2014/#comments Mon, 16 Jun 2014 20:14:22 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=6213 LetteratitudineNews: dal 9 al 15 giugno 2014

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    DIFFAMAZIONE A MEZZO FACEBOOK (Le nostre vite tra diritto e web n. 27) http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2014/05/03/diffamazione-a-mezzo-facebook/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2014/05/03/diffamazione-a-mezzo-facebook/#comments Sat, 03 May 2014 10:40:38 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=6126 diritto-e-web-2LE NOSTRE VITE TRA DIRITTO E WEB – N. 27 -

    Leggi L’introduzione di Massimo Maugeri e Simona Lo Iacono

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    DIFFAMAZIONE A MEZZO FACEBOOK

    Nell’ordinamento giuridico italiano, la diffamazione (art. 595, codice penale) è un delitto contro l’onore ed è definita come l’offesa all’altrui reputazione, comunicata a più persone con la parola, lo scritto ed ogni altro mezzo di comunicazione. A differenza del delitto di ingiuria di cui all’art. 594 c.p., il delitto di diffamazione può essere consumato solo in assenza della persona offesa.
    Il bene giuridico tutelato dalla norma è la reputazione intesa come l’immagine di sé presso gli altri.
    Sul punto la suprema corte ha avuto modo di precisare (cassazione penale sez. V 28 febbraio 1995-3247) che l’oggetto della tutela penale è l’interesse dello Stato all’integrità morale della persona. Una interessante definizione si rinviene in una pronuncia di merito in cui si legge che la reputazione deve essere tutelata “tanto come stima che una persona si è conquistata presso gli altri, quanto come rispetto sociale minimo cui ogni persona ha diritto indipendentemente dalla buona o cattiva fama che derivi dalla sua condotta” (trib. Roma14 luglio 1990).

    L’analisi testuale della norma consente di risalire ai suoi elementi strutturali: l’offesa all’altrui reputazione, intesa come lesione delle qualità personali, morali, sociali, professionali, etc. di un individuo; la comunicazione con più persone, laddove l’espressione “più persone” deve intendersi senz’altro come “almeno due persone”; l’assenza della persona offesa, da intendersi secondo la più autorevole dottrina come l’impossibilità di percepire l’offesa.

    Data l’analisi strutturale del reato, dunque, non stupisce quanto ha statuito qualche giorno fa la prima sezione penale della Cassazione che ha annullato con rinvio l’assoluzione, pronunciata dalla Corte militare d’Appello di Roma, nei confronti di un maresciallo della Guardia di Finanza di San Miniato (Pisa) che, sul proprio profilo Fb, aveva usato espressioni diffamatorie nei confronti del collega che lo aveva sostituito in un incarico, senza però farne il nome. “Ai fini dell’integrazione del reato di diffamazione – si legge nella sentenza depositata – è sufficiente che il soggetto la cui reputazione è lesa sia individuabile da parte di un numero limitato di persone, indipendentemente dalla indicazione nominativa”.

    Osservano i giudici: “Il reato di diffamazione non richiede il dolo specifico, essendo sufficiente ai fini della sussistenza dell’elemento soggettivo della fattispecie la consapevolezza di pronunciare una frase lesiva dell’altrui reputazione e la volontà che la frase venga a conoscenza di più persone, anche soltanto due”.

    Ai fini di tale valutazione, conclude la Corte, “non può non tenersi conto dell’utilizzazione del social network, a nulla rilevando che non si tratti di strumento finalizzato a contatti istituzionali tra appartenenti alla Guardia di Finanza, né alla circostanza che in concreto la frase sia stata letta soltanto da una persona”.
    Va ricordato che un precedente era costituito da una sentenza del GIP di Livorno del 22 ottobre-31 dicembre 2012 n. 38912 con cui fu confermata la potenzialità lesiva di fb.
    Un ex dipendente di un centro estetico licenziato in modo ingiusto aveva infatti pubblicato sulla propria bacheca fb un messaggio denigratorio sul centro consigliando di non frequentarlo.
    In quel caso il GIP decise che il messaggio conteneva gli elementi tipici del reato di diffamazione, proprio perché lesivo della reputazione in ambiente sociale e professionale.
    Va infine ricordato che l’utilizzo di internet comporta l’applicazione di una aggravante, quella dell’offesa arrecata con un mezzo di pubblicità, con conseguente applicazione di un aggravamento di pena.
    L’aggravante è legata all’alta diffusività del messaggio.
    Quanto a quest’ultimo punto, una delle più belle immagini della diffusività della diffamazione ce la fornisce San Filippo Neri, uno dei Santi più bonari e bizzarri della storia della Chiesa, tanto da essere definito il “Santo della gioia o il buffone di Dio”.
    Colto, ironico, umilissimo, era solito confessare con discrezione e amore, dando penitenze singolari.
    Una volta a una donna che gli confessò di avere sparso maldicenza, diede come penitenza quella di spennare una gallina morta lungo la strada e poi di raccoglierne tutte le piume che volavano per aria.
    Alla domanda perplessa della donna che chiese il perché, il Santo spiegò che le piume portate dal vento erano come le sue parole, inafferrabili (e irrecuperabili) una volta pronunciate.

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    UN SITO NON PUO’ ESSERE OSCURATO PER UN POST: Sentenza Cassazione (Le nostre vite tra diritto e web n. 26) http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2014/03/26/un-sito-non-puo-essere-oscurato-per-un-post/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2014/03/26/un-sito-non-puo-essere-oscurato-per-un-post/#comments Wed, 26 Mar 2014 18:43:19 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=6013 diritto-e-web-2LE NOSTRE VITE TRA DIRITTO E WEB – N. 26 -

    Leggi L’introduzione di Massimo Maugeri e Simona Lo Iacono

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    UN SITO NON PUO’ ESSERE OSCURATO PER UN POST

    Sarà più difficile censurare i blogger. È di qualche giorno fa la sentenza 11895/2014 della Corte di Cassazione (dep. 12 marzo 2014) che evidenzia come il ricorso a misure cautelari che inibiscono la scrittura in rete impedisca il diritto ad esprimere il proprio pensiero, mettendo in gioco la libertà di pensiero tutelata sia dalla Costituzione che dalle Convenzione europee.
    In altre parole, per colpa di un post non è legittimo sequestrare, oscurandolo, un intero sito web.

    La sentenza trae origine dal caso del sequestro del sito «Il perbenista», oscurato dalla magistratura di Udine.

    Per approfondimenti sulla sentenza, cliccare qui…

    Ulteriori approfondimenti su: La Stampa, Investire Oggi

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    Tutte le puntate di: “Le nostre vite tra Diritto & Web

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    DIRITTO D’AUTORE: L’APPROVAZIONE DEL REGOLAMENTO AGCOM (Le nostre vite tra diritto e web n. 25) http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2013/12/15/approvazione-del-regolamento-agcom/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2013/12/15/approvazione-del-regolamento-agcom/#comments Sun, 15 Dec 2013 17:04:25 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=5726 diritto-e-web-2LE NOSTRE VITE TRA DIRITTO E WEB – N. 25 -

    Leggi L’introduzione di Massimo Maugeri e Simona Lo Iacono

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    DIRITTO D’AUTORE: L’APPROVAZIONE DEL REGOLAMENTO AGCOM

    Approfondimenti: Comunicato stampa AGCOMRegolamento AGCOM

    In questi giorni è stato approvato il nuovo regolamento in materia di tutela del diritto d’autore su internet. Lo ha reso noto l’AGCOM (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni). Il provvedimento entrerà in vigore da marzo 2014, per tutelare le opere in formato multimediale.

    I destinatari  sono soprattutto i portali illegali, mentre sono stati lasciati fuori gli utenti finali e le applicazioni peer-to-peer, in quanto non lucrano sull’attività di condivisione. Intenzione dell’AGCOM è infatti quella di reprimere esclusivamente le violazioni che hanno come principale obiettivo  quello di produrre utili.

    Il percorso per intervento da parte dell’AGCOM sarà il seguente:  il titolare di un diritto d’autore che pensa di essere stato danneggiato da un download illegale provvederà a contattare l’AGCOM, che a sua volta avvierà la valutazione della segnalazione. Se la violazione del diritto fosse confermata, l’Autorità avvierà un contraddittorio con l’altro soggetto coinvolto, cercando di risolvere il tutto nel più breve tempo possibile, al massimo 35 giorni, che scendono a 12 solo per i casi più gravi.

    Inoltre è vero che l’AGCOM non potrà obbligare nessuno a prendere i provvedimenti richiesti ma potrà comunque segnalare all’autorità giudiziaria preposta i provider che non applicheranno la rimozione dei contenuti protetti dal copyright, con multe fino a 250 mila euro.

    Oggi si apre una nuova era per la cultura italiana”. E’ grande la soddisfazione di Marco Polillo, presidente di Confindustria Cultura Italia, all’annuncio dell’approvazione del regolamento da parte di Agcom per contrastare la pirateria online: “La consideriamo una vittoria epocale della cultura italiana contro i pirati e chi li sostiene – prosegue Polillo –, della legalità contro la criminalità organizzata, dell’Italia che lavora contro quella che fa demagogia. Ora possiamo serenamente lavorare con le aziende di Information e Communication Technology per sviluppare nuovi modelli di business e aumentare l’offerta della produzione culturale italiana”.
    “L’industria culturale –
    continua – è a disposizione per fare la sua parte nel rispondere alle esigenze tecnico-operative del provvedimento. Per gli utenti cambierà poco: avranno solo maggiore difficoltà a trovare contenuti pirata online e più facilità a reperire quelli legali. Per i delinquenti e per chi si è arricchito a spese di chi lavora per la cultura cambierà invece molto”.
    Ci tengo a fare un plauso a questa Agcom – conclude Polillo, a nome di tutta l’industria culturale – che con competenza e serietà ha saputo imporre il rispetto della legalità resistendo alle vergognose pressioni e agli attacchi di chi, spacciandosi per tutore dei diritti e della libertà, ha mistificato la realtà”.

    “Un primo risultato nel segno della legalità, dell’educazione dei consumatori, della valorizzazione dell’industria culturale italiana“. Così il Presidente della Siae, Gino Paoli, saluta l’approvazione del regolamento Agcom. “Una misura necessaria -aggiunge Paoli - per arginare il dilagante fenomeno della pirateria online che continua a depredare gli autori e gli editori dei contenuti creativi con gravi conseguenze economiche, sociali, culturali. L’obiettivo del regolamento è la lotta alla pirateria digitale massiva, effettuata a scopo di lucro. Una battaglia che non colpisce gli utenti finali che potranno continuare a scaricare legalmente ma solo i grandi portali illegali. Il prodotto italiano – in campo musicale, letterario e audiovisivo – ha grandi potenzialità, sia in termini di qualità dell’offerta sia come capacità innovativa. E proprio Internet e le nuove tecnologie rappresentano un’opportunità importante per ampliare la diffusione di opere creative a beneficio del sistema Paese e dell’intera collettività”.

    Fonte: Contattonews – Aie

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    LA RESPONSABILITÀ PER I COMMENTI ANONIMI (Le nostre vite tra diritto e web n. 24) http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2013/11/10/la-responsabilita-per-i-commenti-anonimi/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2013/11/10/la-responsabilita-per-i-commenti-anonimi/#comments Sun, 10 Nov 2013 17:34:50 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=5589 diritto-e-web-2LE NOSTRE VITE TRA DIRITTO E WEB – N. 24 -

    Leggi L’introduzione di Massimo Maugeri e Simona Lo Iacono

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    LA RESPONSABILITÀ PER I COMMENTI ANONIMI

    Il mese scorso (per l’esattezza il 10 ottobre 2013) la Corte europea dei diritti dell’uomo ha depositato una pronuncia che potremmo considerare come rivoluzionaria nell’ambito delle tematiche trattate da “Le nostre vite tra diritto e web“… e che potrebbe condensarsi nella seguente frase: i siti internet possono essere considerati responsabili per i commenti anonimi che vi appaiono. La conseguenza immediata è che tali siti potranno essere colpiti da una sanzione amministrativa che (secondo la Corte) non va a compromettere la libertà di espressione.

    In estrema sintesi, i giudici di Strasburgo hanno stabilito che un portale d’informazione può essere «giustamente» ritenuto responsabile se non interviene, per prevenire, moderare o cancellare commenti anonimi offensivi, diffamatori o minacciosi.
    La decisione della Corte europea dei diritti umani diverrà definitiva entro gennaio 2014, se le parti oggetto della controversia (da cui è scaturita la conseguente decisione della Corte) non richiederanno e otterranno un nuovo esame davanti alla Grande Camera.
    Ecco, in breve, la storia. Nel gennaio del 2006, uno dei più grandi portali d’informazione dell’Estonia pubblicò un articolo sulle scelte controverse operate da una compagnia di navigazione. I lettori reagirono postando commenti estremamente offensivi, diffamatori, e minacciosi nei confronti della compagnia di navigazione e del suo proprietario. Quest’ultimo fece causa al portale che fu condannato a pagare 320 euro per danni morali.
    Nella sentenza i giudici di Strasburgo scrivono che la decisione dei tribunali nazionali di «ritenere il portale responsabile per i commenti diffamatori postati dai lettori è una restrizione della libertà d’espressione giustificata e proporzionata» e che quindi non c’è stata violazione. Per arrivare a una tale conclusione i giudici hanno preso in esame una serie di elementi.

    Innanzitutto la Corte sottolinea che i gestori del portale «esercitavano un livello considerevole di controllo sui commenti che erano pubblicati». I gestori erano gli unici che potevano impedire o cancellare i commenti, e avevano anche i sistemi per farlo. Sistemi di cui tuttavia «non hanno fatto pieno uso». La Corte sottolinea che il portale ha in qualche modo coperto gli autori e che quindi «si deve ritenere che i gestori del sito si siano assunti una certa responsabilità per quanto pubblicato dai lettori».

    Una decisione che sottolinea l’importanza della responsabilità legale della scrittura in Rete(tema che iniziammo a trattare, qui a Letteratitudine, già qualche anno fa).

    Fonte: Il Sole24Ore – Ius Network

    Approfondimenti ulteriori su Il Sole24Ore e Ius Network

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    LetteratitudineNews: dal 6 al 13 ottobre 2013 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2013/10/13/letteratitudinenews-dal-6-al-13-ottobre-2013/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2013/10/13/letteratitudinenews-dal-6-al-13-ottobre-2013/#comments Sun, 13 Oct 2013 12:30:50 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=5527 LetteratitudineNews: dal 6 al 13 ottobre 2013

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    IL TESTAMENTO DIGITALE (Le nostre vite tra diritto e web n. 23) http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2013/10/05/il-testamento-digitale-le-nostre-vite-tra-diritto-e-web-n-23/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2013/10/05/il-testamento-digitale-le-nostre-vite-tra-diritto-e-web-n-23/#comments Sat, 05 Oct 2013 16:16:49 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=5483 diritto-e-web-2LE NOSTRE VITE TRA DIRITTO E WEB – N. 23 –

    Leggi L’introduzione di Massimo Maugeri e Simona Lo Iacono

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    L’IDENTITÀ DIGITALE E IL TESTAMENTO DIGITALE

    Nel linguaggio comune, la locuzione “identità digitale” indica l’insieme di informazioni presenti on line e relative ad un soggetto, o ad un ente. Si pensi ad esempio ai dati inseriti nell’account su un social network in cui vengono riversate informazioni della più varia natura: pensieri, foto, video, note, opinioni: una vera identità digitale, alternativa e cumulativa con quella reale.
    Benché priva di specifici riscontri normativi, tale nozione è comunque entrata a far parte, in questi ultimi anni, del vocabolario del giurista, in due distinte declinazioni.
    In una prima, e più ampia accezione, l’espressione è utilizzata come sinonimo di identità in rete o virtuale. Frequente è, ad esempio, il suo impiego nell’ambito dei discorsi giuridici e sociologici circa la distinzione tra “corpo fisico” e “corpo elettronico” oppure, e soprattutto, circa la possibilità di assumere diverse “identità personali” in rete (cfr. S. RODOTA’, Tecnopolitica. La democrazia e le nuove tecnologie della comunicazione, II ed., Roma-Bari, 2004, 139 ss. il quale sottolinea come, mai come in questo caso, risulta appropriato il richiamo alla radice etimologica del termine persona, in quanto “prosopon”, maschera).
    In un’accezione più ristretta, che rivela molteplici punti di contatto con la formula legislativa di “identità informatica”, l’espressione identità digitale è impiegata dagli esperti di informatica e dai cultori del diritto dell’informatica per designare: l’insieme delle informazioni e delle risorse concesse da un sistema informatico ad un particolare utilizzatore del suddetto (questa è la definizione proposta da Wikipedia).
    Già da questi rilievi, emerge chiaramente come qualsiasi discorso sull’identità digitale dovrebbe toccare necessariamente due aspetti: quello della tutela dell’identità personale in rete (specie nei suoi profili reputazionali) e quello delle tecniche di identificazione del soggetto a mezzo di strumenti informatici. Si tratta di aspetti logicamente distinti, ma strettamente correlati, se solo si considera che la capacità di assumere diverse identità in rete è condizionata alla possibilità di mantenere una qualche forma di anonimato e dunque di non essere identificati per la propria identità reale.
    Altro problema che pone l’identità digitale è quello della sua gestione post mortem.

    Secondo Ugo Bechini, membro della commissione informatica del Consiglio nazionale del Notariato, in merito a quella che ormai può essere considerata una nostra seconda identità, si potrebbe prevedere un vero e proprio “testamento digitale” che contempli le ultime volontà del testatore: lasciando specifiche istruzioni sulla sorte dei propri dati, nominando un esecutore testamentario ovvero informando in vita gli eredi circa l’identità, il numero e i dati d’accesso dei propri account.
    Tuttavia, le fattispecie configurabili nel mondo del web 2.0 presentano delle caratteristiche del tutto nuove e che mal si adattano ad essere ricondotte agli ordinari istituti successori.
    Al fine di comprendere al meglio l’ampiezza di tale problema basta semplicemente considerare che sulla pagina personale di ogni utente appaiono le informazioni relative ad altri numerosi contatti e, inoltre, che alcuni network (come ad esempio Facebook) seguono la prassi di consentire l’utilizzo del medesimo account anche per fare il login su diversi siti esterni ad esso, i quali, al loro volta, consentono di usare il profilo per effettuare l’accesso, piuttosto che richiedere la registrazione o iscrizione.
    In tali casi, a parte l’esigenza di tutelare la privacy degli “amici virtuali” del de cuius, occorre stabilire soprattutto se la successione mortis causa nel diritto di accedere al profilo principale attribuisca all’erede il diritto all’utilizzo degli account collegati a quello principale.
    Negli States, e precisamente nel Nebraska, è stata approvata nel 2012 una legge (che peraltro dovrebbe essere entrata in vigore proprio quest’anno) in grado di regolare questa disputa, con particolare attenzione per gli account facebook di persone morte.
    Secondo questa legge, infatti, la successione dell’account sarà gestita così come tutti gli altri beni immobiliari: pertanto l’account facebook verrà ereditato dal successore della persona defunta, a meno che non ci sia un’esplicita richiesta o le autorità trovino irregolarità nell’individuo. Dunque, in base a tale legislazione, l’identità digitale diventa a tutti gli effetti un bene personale liberamente trasferibile.
    In Italia, invece, la disputa è destinata a permanere, e ciò sia poiché manca una regolamentazione specifica del fenomeno (lo stesso Codice dell’Amministrazione Digitale contempla e definisce soltanto le nozioni di “carta d’identità elettronica e di firma digitale), sia perché l’identità digitale, come già sottolineato, coinvolge una complessità di temi il cui coordinamento risulta assai difficile.
    L’esigenza di trasferire mortis causa la propria identità digitale rimane tuttavia circoscritta a casi isolati (si pensi ad esempio ai personaggi famosi le cui pagine personali vengono mantenute a fini commemorativi); più frequentemente, invece, il titolare di un profilo virtuale vuole assicurarsi che in seguito alla sua dipartita, l’account personale venga eliminato in maniera definitiva.
    In tale seconda evenienza la tematica relativa all’identità digitale si intreccia dunque con il c.d. “diritto all’oblio”.
    In tale ottica l’azienda di Mountain View ha già preso in esame il problema e ha reso disponibile un servizio che dà la possibilità agli iscritti ai vari servizi – da Gmail a YouTube, solo per citarne alcuni – di stabilire che fine faranno i propri dati dopo un periodo di inattività dell’account. E quindi anche dopo il decesso. L’opzione si chiama ‘Inactive Account Manager’ (Gestione account inattivo), un termine «un po’ brutto» ammette la stessa azienda di Mountain View. Introduce una serie di automatismi dettati dallo stesso utente per avviare la cancellazione della propria iscrizione ai diversi servizi della società e dei dati raccolti online nel corso degli anni. Per esempio, sarà possibile scegliere di eliminare il nostro profilo dopo un periodo che va dai tre ai 12 mesi di inattività o decidere di lasciare i nostri dati in eredità ad una persona di cui ci fidiamo. È possibile specificare fino a 10 contatti che dovranno essere avvisati dell’inattività dell’account e identificarli eventualmente come ereditari dei propri contenuti.

    (fonti varie)

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    Tutte le puntate di: “Le nostre vite tra Diritto & Web

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    CONTRASTO ALLO SPAM (Le nostre vite tra diritto e web n. 22) http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2013/08/03/contrasto-allo-spam/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2013/08/03/contrasto-allo-spam/#comments Sat, 03 Aug 2013 06:00:21 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=5359 diritto-e-web-2LE NOSTRE VITE TRA DIRITTO E WEB – N. 22 -

    Leggi L’introduzione di Massimo Maugeri e Simona Lo Iacono

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    CONTRASTO ALLO SPAM

    Nella Gazzetta ufficiale n. 174 del 26 luglio 2013 sono state pubblicate le «Linee guida in materia di attività promozionale e contrasto allo spam», adottate dal Garante per la protezione dei dati personali ed il cui contenuto era stato anticipato con un comunicato stampa del 23 luglio.
    In materia di spamming, dove per tale si intende l’invio di comunicazioni promozionali e di materiale pubblicitario senza il consenso dei destinatari, il Garante, con il provvedimento generale del 29 maggio 2003, ha dettato «Regole per un corretto uso dei sistemi automatizzati e l’invio di comunicazioni elettroniche», basato sulla normativa al tempo in vigore e, in particolare, sulla legge 31 dicembre 1996, n. 675.
    Successivamente è entrato in vigore il Codice della privacy, che ha abrogato e sostituito la suddetta legge e le altre disposizioni in materia di protezione dei dati personali, ribadendone i principi nel mutato panorama normativo. Più recentemente, in particolare dal 2009 in poi, sono state effettuate varie modifiche del Codice che hanno inciso peraltro sulla sfera dei soggetti tutelati e sui diritti azionabili dai destinatari dello spam, determinando l’esigenza di intervenire nuovamente sul tema.
    Tanto premesso, anche se in misura minore rispetto al passato, continuano in ogni caso a pervenire all’Autorità segnalazioni, reclami e ricorsi relativamente alle tradizionali forme di spam tipizzate dal Codice. Inoltre, sono progressivamente emersi profili problematici e nuove forme di spam, che possono comportare modalità sempre più insidiose e invasive della sfera personale degli interessati. Fra questi sono, ad esempio, il cd. «marketing virale», le comunicazioni promozionali inviate tramite piattaforme tecnologiche di proprietà di soggetti terzi spesso situati all’estero e non agevolmente individuabili, il cd. «marketing mirato», grazie all’uso di meccanismi di profilazione dell’utente, e il cd. «social spam». Oltretutto, sempre più spesso lo spam coinvolge anche i minori ai quali è doveroso assicurare una tutela rafforzata da parte dell’ordinamento giuridico e, quindi, una particolare attenzione anche da parte del Garante.
    Tali ultimi rilievi hanno pertanto indotto il Garante medesimo ad adottare le Linee guida in oggetto con le seguenti finalità:
    a) tenere conto del mutato quadro normativo attualmente vigente in materia, alla luce dell’entrata in vigore del Codice e delle modifiche normative successive, nonché del diritto comunitario, con l’ulteriore obiettivo di assicurare l’uniforme applicazione della stessa normativa e l’osservanza del fondamentale principio di certezza del diritto;
    b) chiarire alcuni profili problematici relativi alle diverse modalità di spam, affinché gli operatori del settore possano conformarsi alla disciplina sul trattamento dei dati personali;
    c) inquadrare alcune nuove forme di spam, con l’intento di limitare i rischi connessi alle novità tecnologiche, pur nella necessaria consapevolezza del carattere parziale e non risolutivo dello strumento del diritto rispetto a tecnologie in continua evoluzione, peraltro sempre più avanzate e di rapida diffusione.
    Queste in sintesi le principali regole contenute nelle Linee guida:

    1) Offerte commerciali e spam
    - invio di offerte commerciali solo con il consenso preventivo. Per poter inviare comunicazioni promozionali e materiale pubblicitario tramite sistemi automatizzati (telefonate preregistrate, e-mail, fax, sms, mms) è necessario aver prima acquisito il consenso dei destinatari. Tale consenso deve essere specifico, libero, informato e documentato per iscritto;
    - maggiori controlli su chi realizza campagne di marketing. Chi commissiona campagne promozionali deve esercitare adeguati controlli per evitare che agenti, subagenti o altri soggetti a cui ha demandato i contatti con i potenziali clienti effettuino spam;
    - consenso per l’uso dei dati presenti su Internet e social network. E’ necessario lo specifico consenso del destinatario per inviare messaggi promozionali agli utenti di Facebook, Twitter e altri social network (ad esempio pubblicandoli sulla loro bacheca virtuale) o di altri servizi di messaggistica e Voip sempre più diffusi come Skype, WhatsApp, Viber, Messenger, etc. Il fatto che i dati siano accessibili in Rete non significa che possano essere liberamente usati per inviare comunicazioni promozionali automatizzate o per altre attività di marketing «virale» o «mirato»;
    - passaparola senza consenso. Non è necessario il consenso per inviare e-mail o sms con offerte promozionali ad amici a titolo personale (il cosiddetto «passaparola»).

    2) Semplificazioni per le aziende in regola
    - e-mail promozionali ai propri clienti. Ok all’invio di messaggi promozionali, tramite e-mail, ai propri clienti su beni o servizi analoghi a quelli già acquistati (cosiddetto soft spam);
    - promozioni per «fan di marchi o aziende». Un’impresa o società può inviare offerte commerciali ai propri «follower» sui social network quando dalla loro iscrizione alla pagina aziendale si evinca chiaramente l’interesse o il consenso a ricevere messaggi pubblicitari concernenti il marchio, il prodotto o il servizio offerto;
    - consenso unico valido per diverse attività. Basta un unico consenso per tutte le attività di marketing (come l’invio di materiale pubblicitario o lo svolgimento di ricerche di mercato); il consenso prestato per l’invio di comunicazioni commerciali tramite modalità automatizzate (come e-mail o sms) copre anche quelle effettuate tramite posta cartacea o con telefonate tramite operatore. Le aziende che intendono raccogliere i dati personali degli utenti per comunicarli o cederli ad altri soggetti a fini promozionali, possono acquisire un unico consenso valido per tutti i soggetti terzi indicati nell’apposita informativa fornita all’interessato.

    3) Tutele e sanzioni contro lo spam
    - tutele per i singoli utenti. Le persone che ricevono spam possono presentare segnalazioni, reclami o ricorsi al Garante e comunque esercitare tutti i diritti previsti dal Codice privacy, inclusa la richiesta di sanzioni contro chi invia messaggi indesiderati (nei casi più gravi possono arrivare fino a circa 500.000 euro);
    - tutele per le società. Le «persone giuridiche», pur non potendo più chiedere l’intervento formale del Garante per la privacy, possono comunque comunicare eventuali violazioni. Hanno invece la possibilità di rivolgersi all’Autorità giudiziaria per azioni civili o penali contro gli spammer.
    Contestualmente alle Linee guida, allo scopo di semplificare ulteriormente gli adempimenti in materia di marketing diretto, il Garante ha adottato anche un apposito documento sul consenso al trattamento dei dati personali, anch’esso pubblicato nella Gazzetta ufficiale n. 174 del 26 luglio.

    (fonte: diritto.it)

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    È online la puntata con SIMONA LO IACONO ospite di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 31 maggio 2013 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2013/06/03/in-radio-con-simona-lo-iacono/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2013/06/03/in-radio-con-simona-lo-iacono/#comments Mon, 03 Jun 2013 15:58:41 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=5251 simona-effataÈ online la puntata con SIMONA LO IACONO ospite di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 31 maggio 2013

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    Ospite di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 31 maggio 2013 (h. 13 circa) è stata la scrittrice e magistrato Simona Lo Iacono.

    Con Simona Lo Iacono abbiamo discusso delle tematiche affrontate nel suo nuovo romanzo: “Effatà” (Cavallo di Ferro).

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    Letteratitudine in Fm va in onda su Radio Hinterland il venerdì mattina (h.13 circa) e – in replica – il martedì sera (h. 20,30) e il mercoledì mattina (h. 11,00). Per dettagli, consulta il palinsesto della radio.

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    I DIECI COMANDAMENTI DI INTERNET (Le nostre vite tra diritto e web n. 21) http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2013/05/26/i-dieci-comandamenti-di-internet/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2013/05/26/i-dieci-comandamenti-di-internet/#comments Sun, 26 May 2013 10:25:55 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=5238 diritto-e-web-2LE NOSTRE VITE TRA DIRITTO E WEB – N. 21 -

    Leggi L’introduzione di Massimo Maugeri e Simona Lo Iacono

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    I DIECI COMANDAMENTI DI INTERNET

    La Coalizione Internet Rights & Principles ha emesso un documento con il quale ha definito dieci diritti e principi fondamentali che devono costituire la base della governance di Internet.
    La coalizione è formata da una rete aperta di persone e di organizzazioni che lavorano per la difesa dei diritti umani nell’ambiente Internet: la Dynamic Coalition su I Diritti e Principi di Internet, appunto.
    I principi sono radicati nelle norme internazionali sui diritti umani e derivano dalla Carta dei Diritti umani e dei Principi per Internet elaborata dalla coalizione.
    Internet offre opportunità senza precedenti per la realizzazione dei diritti umani, e svolge un ruolo sempre più importante nelle nostre vite quotidiane. E’ quindi essenziale che tutti gli attori, pubblici e privati, rispettino e proteggano i diritti umani su Internet. Devono anche essere prese decisioni per garantire che Internet funzioni e si evolva in modi che soddisfino il più possibile i diritti umani.
    Per contribuire a realizzare questa visione di un ambiente Internet basato sui diritti, i 10 Diritti e Principi sono:

    1) Universalità e Uguaglianza
    Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti, che devono essere rispettati e protetti nella rete Internet.

    2) Diritti e Giustizia Sociale
    Internet è uno spazio per la promozione, la protezione, il rispetto dei diritti umani e la promozione della giustizia sociale. Ognuno ha il dovere a rispettare i diritti umani di tutti gli altri nella rete Internet.

    3) Accessibilità
    Tutti hanno pari diritto di accesso e di utilizzo di un Internet sicuro e aperto.

    4) Espressione e di Associazione
    Ogni individuo ha il diritto di cercare, ricevere e comunicare informazioni liberamente su Internet senza censure o altre interferenze. Ognuno ha anche il diritto di libera associazione attraverso Internet, per motivi e fini sociali, politici, culturali o altri.

    5) Privacy e protezione dei dati
    Ogni individuo ha diritto alla privacy online. Questo include la libertà dalla sorveglianza, il diritto di utilizzare la crittografia, e il diritto di anonimato in Internet. Ogni individuo ha diritto alla protezione dei dati, incluso il controllo sulla raccolta di dati personali, la loro conservazione e trasformazione, la cessione e la divulgazione.

    6) Vita, libertà e sicurezza
    Il diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezza devono essere rispettati, protetti e realizzati su Internet. Questi diritti non devono essere violati o utilizzati per violare altri diritti nella rete digitale.

    7) Diversità
    La diversità culturale e linguistica su Internet deve essere promossa, l’innovazione tecnica e politica dovrebbero essere incoraggiate a facilitare la pluralità di espressione.

    8 ) Uguaglianza
    Ciascuno deve avere un accesso universale e aperto ai contenuti di Internet, liberi da priorità discriminatorie, filtraggi o controlli del traffico per ragioni commerciali, politiche o altre ragioni.

    9) Norme e regolamento
    L’architettura di Internet, i sistemi di comunicazione e i formati dei documenti e dei dati si basano su standard aperti per garantire la completa interoperabilità, l’inclusione e le pari opportunità per tutti.

    10) Governance
    I diritti umani e la giustizia sociale devono costituire il quadro giuridico e normativo fondamentale su cui Internet funziona ed è governato. Questo deve avvenire in modo trasparente e multilaterale, basato su principi di apertura, di partecipazione inclusiva e di responsabilità.

    Per maggiori informazioni: http://irpcharter.org

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