LETTERATITUDINE di Massimo Maugeri » Risultati della ricerca » daniela marcheschi http://letteratitudine.blog.kataweb.it Un open-blog. un luogo d\'incontro virtuale tra scrittori, lettori, librai, critici, giornalisti e operatori culturali Sat, 11 Dec 2021 09:58:57 +0000 http://wordpress.org/?v=2.9.2 en hourly 1 ABDULRAZAK GURNAH vince il PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA 2020 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/10/07/nobel-per-la-letteratura/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/10/07/nobel-per-la-letteratura/#comments Thu, 07 Oct 2021 11:45:13 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/06/toto-nobel-per-la-letteratura-2008/ Il forum permanente di Letteratitudine dedicato ai premi Nobel per la Letteratura.

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ABDULRAZAK GURNAH vince il PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA 2021

Il premio Nobel per la letteratura per il 2021 viene assegnato al romanziere Abdulrazak Gurnah (nato a Zanzibar nel 1948) “”per la sua intransigente e compassionevole penetrazione degli effetti del colonialismo e del destino del rifugiato nel divario tra culture e continenti“.

Gurnah è nato nel 1948 ed è cresciuto sull’isola di Zanzibar nell’Oceano Indiano, ma è arrivato in Inghilterra come rifugiato alla fine degli anni ‘60. Ha pubblicato dieci romanzi e alcuni racconti. Il tema del disfacimento del rifugiato percorre tutto il suo lavoro.

Approfondimenti biografici
Abdulrazak Gurnah (Zanzibar, 20 dicembre 1948) è uno scrittore e romanziere tanzaniano naturalizzato britannico, vincitore nel 2021 del Premio Nobel per la letteratura.
Scrive in inglese e vive nel Regno Unito. I suoi romanzi più noti sono Paradiso (Paradise, 1994), che è stato selezionato per il Booker Prize e per il Whitbread Prize, Il disertore (Desertion, 2005), e Sulla riva del mare (By the Sea, 2001), che è stato selezionato per il Booker Prize ed è stato finalista per il Los Angeles Times Book Awards.

Gurnah in May 2009Nato sull’isola di Zanzibar, al largo della costa dell’Africa orientale, Gurnah si trasferì in Gran Bretagna nel 1968. Dal 1980 al 1982, Gurnah ha insegnato alla Bayero University, a Kano in Nigeria. Si è poi trasferito all’Università del Kent, dove ha conseguito il dottorato di ricerca nel 1982. Attualmente è professore e direttore degli studi universitari presso il Dipartimento di inglese. Il suo principale interesse accademico è la scrittura postcoloniale, assieme ai discorsi associati al colonialismo, in particolare per quanto riguarda l’Africa, i Caraibi e l’India.
Ha curato due volumi di Saggi sulla scrittura africana, ha pubblicato articoli su numerosi scrittori postcoloniali contemporanei, tra cui VS Naipaul, Salman Rushdie e Zoë Wicomb. È l’editore di A Companion to Salman Rushdie (Cambridge University Press, 2007). Lavora come redattore alla rivista Wasafiri dal 1987.

Gurnah ha supervisionato progetti di ricerca sulla scrittura di Rushdie, Naipaul, GV Desani, Anthony Burgess, Joseph Conrad, George Lamming e Jamaica Kincaid.

Il 7 ottobre 2021 vince il premio Nobel per la letteratura con la seguente motivazione: “per la sua intransigente e compassionevole penetrazione degli effetti del colonialismo e del destino del rifugiato nel divario tra culture e continenti”.

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LOUISE GLÜCK vince il PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA 2020

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Louise Glück, poetessa statunitense, ha vinto il premio Nobel per la letteratura 2020 “per la sua inconfondibile voce poetica che, con austera bellezza, rende l’esistenza individuale un’esperienza universale.”

Glück è spesso descritta come poeta autobiografica; il suo lavoro è noto per la sua intensità emotiva e per aver attinto spesso al mito, alla storia o alla natura per meditare sulle esperienze personali e sulla vita moderna.

Nel suo lavoro, Glück si è concentrata sugli aspetti illuminanti del trauma, del desiderio e della natura. Nell’esplorare questi ampi temi, la sua poesia è diventata nota per le sue franche espressioni di tristezza e isolamento. Gli studiosi si sono concentrati anche sulla sua costruzione di personaggi poetici e sul rapporto, nelle sue poesie, tra autobiografia e mito classico.

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Note biobibliografiche

La poetessa americana Louise Glück è nata nel 1943 a New York e vive a Cambridge, nel Massachusetts. Oltre a scrivere, è professoressa di inglese alla Yale University, New Haven, Connecticut. Ha debuttato nel 1968 con “Firstborn”, ed è stata presto acclamata come uno dei poeti più importanti della letteratura contemporanea americana. Ha ricevuto diversi premi prestigiosi, tra cui il Premio Pulitzer (1993) e il National Book Award (2014).
Louise Glück ha pubblicato dodici raccolte di poesie e alcuni volumi di saggi sulla poesia. Tutti sono caratterizzati da una ricerca della chiarezza. L’infanzia e la vita familiare, lo stretto rapporto con genitori e fratelli, è una tematica che è rimasta centrale per lei. Nelle sue poesie, il sé ascolta ciò che resta dei suoi sogni e delle sue delusioni, e nessuno può essere più duro di lei nell’affrontare le illusioni del sé. Sebbene Glück non neghi il significato del retroterra autobiografico, non deve tuttavia essere considerata una poetessa confessionale. Glück cerca l’universale, e in questo si ispira ai miti e ai motivi classici, presenti nella maggior parte delle sue opere. Le voci di Didone, Persefone ed Euridice – gli abbandonati, i puniti, i traditi – sono maschere di un sé in trasformazione, tanto personale quanto universalmente valido.

Con collezioni come “Il trionfo di Achille” (1985) e “Ararat” (1990), Glück ha trovato un pubblico crescente negli Stati Uniti e all’estero. In “Ararat” tre caratteristiche si uniscono per ripresentarsi successivamente nei suoi scritti: il tema della vita familiare; l’intelligenza austera; e un raffinato senso compositivo che contraddistingue il libro nel suo insieme. Glück ha anche sottolineato che in queste poesie si è resa conto di come impiegare la dizione ordinaria nella sua vena poetica. Il tono ingannevolmente naturale è sorprendente. Incontriamo immagini quasi brutalmente dirette di dolorose relazioni familiari. Sono immagini candide e intransigenti, senza traccia di ornamento poetico.
Rivela molto della sua poesia quando nei suoi saggi Glück cita il tono urgente di Eliot, l’arte dell’ascolto interiore in Keats o il silenzio volontario in George Oppen. Ma nella sua stessa severità e riluttanza ad accettare semplici principi di fede assomiglia più di qualsiasi altro poeta, Emily Dickinson.
Louise Glück non è solo coinvolta dalle erranze e dalle mutevoli condizioni di vita, ma è anche una poetessa del cambiamento radicale e della rinascita, dove il balzo in avanti è fatto da un profondo senso di perdita. In una delle sue collezioni più lodate, “The Wild Iris” (1992), per la quale ha ricevuto il Premio Pulitzer, descrive il miracoloso ritorno alla vita dopo l’inverno nella poesia “Snowdrops”:

Non mi aspettavo di sopravvivere
la terra mi sopprime. Non me lo aspettavo
svegliarsi di nuovo, sentire
nella terra umida il mio corpo
in grado di rispondere di nuovo, ricordando
dopo tanto tempo come riaprire
nella luce fredda
della prima primavera -

paura, sì, ma di nuovo tra voi
piangendo si rischia la gioia

nel vento crudo del nuovo mondo.

Va anche aggiunto che il momento decisivo del cambiamento è spesso segnato dall’umorismo e dall’arguzia pungente. La raccolta “Vita Nova” (1999) si conclude con le righe: “Pensavo che la mia vita fosse finita e il mio cuore si fosse spezzato. / Poi mi sono trasferita a Cambridge. ” Il titolo allude al classico di Dante, La Vita Nuova, che celebra la nuova vita sotto le spoglie della sua musa Beatrice. Celebrata in Glück è piuttosto la perdita di un amore che si è disintegrato.

“Averno” (2006) è una raccolta magistrale, un’interpretazione visionaria del mito della discesa di Persefone agli inferi nella prigionia di Ade, il dio della morte. Il titolo deriva dal cratere a ovest di Napoli che era considerato dagli antichi romani come l’ingresso agli inferi. Un altro risultato spettacolare è la sua ultima collezione, Faithful and Virtuous Night (2014), per la quale Glück ha ricevuto il National Book Award. Il lettore è nuovamente colpito dalla presenza della voce e Glück si avvicina al motivo della morte con notevole grazia e leggerezza. Scrive poesie oniriche e narrative che rievocano ricordi e viaggi, solo per esitare e fermarsi per nuove intuizioni. Il mondo viene distrutto, solo per diventare di nuovo magicamente presente.

Anders Olsson
Presidente del Comitato Nobel

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OLGA TOKARCZUK, PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA 2018 – PETER HANDKE, PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA 2019

Come è noto, nel 2018 il Premio Nobel per la Letteratura non è stato assegnato a causa dello scandalo per le molestie sessuali che ha coinvolto la stessa Accademia svedese che assegna il premio. Si è deciso, di conseguenza, di assegnare l’ambito riconoscimento letterario per il 2018 insieme a quello per l’anno 2019.
Oggi, giovedì 10 ottobre, a Stoccolma, sono stati dunque annunciati i nomi dei vincitori delle due edizioni: 2018 e 2019.

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Il Premio per l’edizione 2018 va a Olga Tokarczuk; quello per il 2019 a Peter Handke

Olga Tokarczuk (nata a Sulechów il 29 gennaio 1962) è una scrittrice polacca piuttosto nota. Con l’opera I vagabondi (in Italia edita da Bompiani nel 2018) ha vinto il Man Booker International Prize.
Prima di iniziare la sua carriera letteraria, dal 1980 ha studiato psicologia presso l’Università di Varsavia. Durante i suoi studi, ha fatto volontariato in una struttura per adolescenti con problemi comportamentali. Dopo la laurea nel 1985, si è trasferita prima a Breslavia (Wrocław) e successivamente a Wałbrzych, dove ha iniziato a praticare come terapeuta. Tokarczuk si considera una discepola di Carl Jung e cita la sua psicologia come un’ispirazione per il suo lavoro letterario. Dal 1998 Tokarczuk ha vissuto in un piccolo villaggio vicino a Nowa Ruda, da dove gestisce anche la sua casa editrice privata, Ruta.
Il Premio Nobel per la Letteratura 2018 le è stato conferito con la seguente motivazione:per la sua immaginazione narrativa che, con passione enciclopedica, rappresenta l’attraversamento dei confini come forma di vita“.

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Peter Handke (nato a Griffen il 6 dicembre 1942) è uno scrittore e poeta austriaco.
Handke nasce a Griffen, nella Carinzia, il 6 dicembre del 1942 da padre austriaco e da madre facente parte della minoranza slovena della regione, morta suicida nel 1971, evento che segnerà profondamente il giovane Handke (alla prematura morte della madre l’autore dedicherà poi il romanzo semi-autobiografico Infelicità senza desideri). Ha studiato giurisprudenza presso l’Università di Graz, ma senza laurearsi, perché si è dedicato presto alla letteratura.
Dal suo romanzo Prima del calcio di rigore (Die Angst des Tormanns beim Elfmeter, 1970) il regista Wim Wenders, con il quale aveva avuto altre collaborazioni, trae il film omonimo. I due sono tornati a collaborare per il film Il cielo sopra Berlino.
Con La donna mancina (Die linkshändige Frau, 1976) anche Handke ha tratto un film (1978) da un proprio libro.
Alla situazione dell’ex-Jugoslavia ha dedicato tre lunghi reportage, e per solidarietà contro i bombardamenti sui civili in Serbia ha rifiutato il premio Büchner.
Nel 2009 è stato insignito del Premio Franz Kafka
Il Premio Nobel per la letteratura 2019 gli è stato conferito con la seguente motivazione: “per la sua opera influente che, con ingegno linguistico, ha esplorato le periferie e le specificità dell’esperienza umana”.


Approfondimenti su: la Repubblica, Il Corriere della Sera, Il Sole 24Ore, Ansa, Il Fatto Quotidiano.


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KAZUO ISHIGURO: PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA 2017

La motivazione: “who, in novels of great emotional force, has uncovered the abyss beneath our illusory sense of connection with the world” (in romanzi di grande forza emotiva ha scoperto l’abisso sottostante il nostro illusorio senso di connessione con il mondo)

“Questa notizia è sorprendente e del tutto inaspettata”, ha dichiarato Ishiguro dopo aver appreso la notizia dell’attribuzione del Premio Nobel . “Giunge in un momento in cui il mondo è incerto sui suoi valori, sulla sua leadership e sulla sua sicurezza. Spero solo che il conferimento di questo grande onore, anche in piccolo, potrà in qualche modo incoraggiare a operare per il bene comune e la pace in questo nostro tempo .

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Kazuo Ishiguro nasce l’8 novembre 1954 a Nagasaki, in Giappone. La famiglia si trasferisce in Gran Bretagna quando ha cinque anni. Ishiguro ritorna in visita nel suo Paese natale soltanto da adulto. Alla fine degli anni Settanta Ishiguro si laurea in Inglese e Filosofia all’Università del Kent, e studia Creative Writing all’Università dell’East Anglia.

Ishiguro si dedica a tempo pieno alla scrittura fin dal suo primo libro, Un pallido orizzonte di colline (1982). Sia il primo che il suo secondo romanzo, Un artista del mondo fluttuante (1986) si svolgono a Nagasaki pochi anni dopo la Seconda Guerra Mondiale. I temi ai quali più spesso Ishiguro viene accostato sono qui già presenti: la memoria, il tempo, l’autoinganno. Particolarmente evidenti nel suo più noto romanzo, Quel che resta del giorno (1989), da cui è stato tratto il film omonimo per la regia di James Ivory con Anthony Hopkins nel ruolo del maggiordomo Stevens ossessionato dal dovere.

Seguono il romanzo Quando eravamo orfani (2000), in cui nella Shangai alle porte della grande guerra un detective indaga sulla sorte dei suoi genitori rapiti; e l’opera distopica Non lasciarmi (2005), con cui Ishiguro introduce nella sua scrittura una corrente sotterranea di fantascienza. Dal romanzo è stato tratto il film omonimo di Marck Romanek con Keira Knightley.

Segue la raccolta di racconti dal titolo Notturni. Cinque storie di musica e crepuscolo (2009), in cui la musica gioca un ruolo centrale nel raffigurare le relazioni fra i personaggi.

Nel suo ultimo romanzo, Il gigante sepolto (2015), una coppia di anziani compie un viaggio a piedi attraverso un arcaico paesaggio inglese, nella speranza di riunirsi al figlio ormai adulto, che da anni non vede. Il romanzo esplora, in maniera toccante, come il ricordo sia intimamente legato all’oblio, la storia al presente, e la fantasia alla realtà.

Oltre alle sue otto opere di narrativa, Ishiguro ha scritto anche sceneggiature cinematografiche e televisive.

Tutte le opere di Kazuo Ishiguro sono tradotte in Italia da Einaudi.

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BOB DYLAN: PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA 2016

A BOB DYLAN, IL PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA 2016: “per aver creato una nuova espressione poetica nell’ambito della tradizione della grande canzone americana”.

Di seguito proponiamo la traduzione in lingua italiana della nota biobibliografica diramata dall’Accademia svedese

Risultati immagini per bob dylanBob Dylan è nato il 24 maggio 1941 a Duluth, Minnesota. È cresciuto in una famiglia ebraica della classe media nella città di Hibbing. Da adolescente ha suonato in varie band e nel tempo ha approfondito il suo interesse per la musica, coltivando una particolare passione per la musica folk americana e il blues. Uno dei suoi idoli è stato il cantante folk Woody Guthrie. È stato anche influenzato dai primi autori della Beat Generation, così come dai poeti modernisti.

Dylan si trasferisce a New York nel 1961 e lì ha iniziato ad esibirsi in club e caffè del Greenwich Village. Ha incontrato il produttore John Hammond con il quale ha firmato un contratto per il suo album di debutto, chiamato Bob Dylan (1962). Negli anni successivi ha registrato un numero di album che hanno avuto un enorme impatto sulla musica popolare: Bringing It All Back Home e Highway 61 Revisited nel 1965, Blonde On Blonde nel 1966 e Blood On The Tracks nel 1975. La sua produttività è proseguita nei decenni successivi, con ulteriori capolavori come Oh Mercy (1989), Time out of Mind (1997) e Modern Times (2006).

I tour di Dylan del 1965 e del 1966 hanno attirato parecchia attenzione. Per un periodo è stato accompagnato dal cineasta D. A. Pennebaker, che ha documentato la vita intorno al palco in quello che sarebbe poi divenuto il film di Dont Look Back (1967). Dylan ha registrato un gran numero di album che ruotano attorno ad argomenti sensibili come le condizioni sociali dell’uomo, la religione, la politica e l’amore. I suoi testi sono stati continuamente pubblicati in nuove edizioni, con il titolo Lyrics (Testi). Come artista, Dylan è sorprendentemente versatile; è stato attivo anche come pittore, attore e sceneggiatore.

Oltre alla sua vasta produzione di album, Dylan ha pubblicato un lavoro sperimentale come Tarantula (1971) e la collezione Writings and Drawings (1973). Ha scritto l’autobiografia Chronicles (2004), incentrata sui ricordi dei primi anni a New York e che fornisce scorci della sua vita al centro della cultura popolare. A partire dalla fine degli anni Ottanta, Bob Dylan è stato constantemente impegnato in tour nell’mabito di un’iniziativa chiamata “Never-Ending Tour”. Dylan ha lo status di icona. La sua influenza sulla musica contemporanea è profonda, e lui è l’oggetto di un flusso costante di letteratura secondaria.

(Traduzione dall’inglese di Massimo Maugeri)

La nota biobibliografica diramata dall’Accademia svedese in lingua inglese è disponibile qui.

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SVETLANA ALEKSIEVIC: PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA 2015

Literature Laureate

È SVETLANA ALEKSIEVIC, IL PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA 2015: per la sua “opera polifonica, un monumento al coraggio e al dolore della contemporaneità”.

Ragazzi di zincoIncantati dalla mortePreghiera per CernobylSvetlana Aleksievič, nata a Ivano-Frankivs’k, il 31 maggio 1948 è una giornalista bielorussa conosciuta soprattutto per essere stata cronista, per i connazionali, dei principali eventi dell’Unione Sovietica della seconda metà del XX secolo: dalla guerra in Afghanistan, al disastro di Černobyl’, ai suicidi seguiti allo scioglimento dell’URSS.

Su ognuno di questi particolari argomenti ha scritto libri, tradotti anche in varie lingue (pubblicati dalle edizioni E/O, primo editore italiano a pubblicare la Aleksievic, e dalla Bompiani), che le sono valsi la fama internazionale e importanti riconoscimenti: La guerra non ha un volto di donna (sulle donne sovietiche al fronte nella seconda guerra mondiale), Ragazzi di zinco (sui reduci della guerra in Afghanistan – edizioni E/O), Incantati dalla morte (sui suicidi in seguito al crollo dell’URSS – edizioni E/O), Preghiera per Cernobyl (sulle vittime della tragedia nucleare-  edizioni E/O), Tempo di seconda mano (la vita in Russia dopo il crollo del comunismo – Bompiani).

Avversata dal regime del presidente bielorusso Aleksandr Lukašenko, è stata costretta a lasciare il paese perché su di lei gravava l’accusa di essere un agente della CIA. Attualmente vive a Parigi.

L’8 ottobre 2015 è stata insignita del Premio Nobel per la letteratura, “per la sua scrittura polifonica, un monumento alla sofferenza e al coraggio nel nostro tempo”.

Tempo di seconda manoQuattordicesima donna a vincere il Premio Nobel, è la seconda persona di origini ucraine a vincerlo dopo Shmuel Yosef Agnon che lo vinse nel 1966. “Amo la Russia, ma non quella di Stalin e Putin“, ha dichiarato Svetlana Aleksievič; aggiungendo: “Dedico questo premio al mio piccolo paese, schiacciato nel tritacarne della storia“.

Sandra Ozzola Ferri (editrice delle edizioni E/O, insieme al marito Sandro Ferri) ha dichiarato all’Espresso: “Il primo libro che abbiamo pubblicato, nel 2001, è ‘Preghiera per Černobyl”: abbiamo capito subito che il ‘plus’ di Svetlana era la sua incredibile capacità di ascoltare e restituire le voci di chi aveva vissuto un’esperienza traumatica, fosse la guerra in Afghanistan o l’esplosione della centrale nucleare. Per ogni libro, lei fa centinaia di interviste, di conversazioni. Così la Storia diventa davvero esperienza umana. E tutte queste voci si sentono nel tessuto della sua scrittura“.

(Fonte: wikipedia e varie)

Su LetteratitudineNews:

- Videontervista a SVETLANA ALEKSIEVIC, Premio Nobel per la Letteratura 2015

- Un estratto di “Ragazzi di zinco” (edizioni E/O)

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PATRICK MODIANO: PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA 2014
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È PATRICK MODIANO, IL PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA 2014: “Per l’arte della memoria attraverso la quale ha evocato destini umani più inafferabili e svelato il mondo dell’occupazione nazista in Francia”.

(Clicca sulle copertine per leggere le schede dei libri)

L'orizzonte Riduzione di penaPatrick Modiano è uno scrittore e sceneggiatore francese. Nasce a Boulogne-Billancourt, una città poco distante da Parigi, il 30 luglio del 1945, figlio di Albert Modiano, un ebreo francese di origini italiane, e di Louisa Colpijn, un’attrice belga di etnia fiamminga. Studia in Alta-Savoia poi a Liceo Henri-IV a Parigi dove ha come insegnante di geometria Raymond Queneau, amico della madre e che diventerà amico suo. Termina gli studi ad Annecy e decide di non proseguirli. Introdotto da Queneau nel mondo letterario, conosce l’editore Gallimard e, nel 1967 scrive il suo primo romanzo La Place de l’Etoile (pubblicato, appunto, da Gallimard). Il romanzo gli vale il Premio Roger Nimier.

Fiori di rovinaÈ documentarista per Carlo Ponti e paroliere per Françoise Hardy. Nei suoi romanzi, per lo più ambientati nella Parigi occupata dai nazisti e costruiti intorno alla figura dello straniero, dell’esule, dell’ebreo, si intrecciano una vena disperata di ascendenza esistenzialista e il gusto della rievocazione. L’autore rievoca molto spesso, nei personaggi dei suoi romanzi, l’ambigua figura del padre, un ebreo sicuramente vittima del Nazismo, che, arrestato nel 1943, si dimostrò pronto a tutto per sopravvivere (infatti sfuggì alla deportazione grazie a potenti amicizie collaborazioniste); una figura dalla duplice e ambigua identità, invischiato molto spesso in rapporti di complicità con i carnefici.

Nel 1978 il romanzo Rue des boutiques obscures (dove lui ha anche abitato), gli vale il Premio Goncourt. Negli anni successivi approfondirà i temi a lui cari e affinerà la propria poetica grazie a una serie di romanzi dedicati a figure femminili che sono vissute durante gli anni bui della guerra, e alle cui vite dimenticate egli cerca di offrire il risarcimento della memoria.
A questo filone appartengono Dora Bruder e Des inconnues, rispettivamente del 1996 e del 1999.

Dora Bruder

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È ALICE MUNRO IL PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA 2013

È ALICE MUNRO IL PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA 2013: “master of the contemporary short story (maestra del racconto contemporaneo).

Il suo nome “circolava” già da diverse edizioni a questa parte

Alice Munro (Wingham, 10 luglio 1931) è una scrittrice canadese. Vincitrice per tre volte del Governor General’s Award, il più importante premio letterario canadese si aggiudica – a coronamento della sua brillante carriera – il Premio Nobel per la Letteratura 2013. In Italia è pubblicata dalla casa editrice Einaudi.
I suoi racconti indagano le relazioni umane analizzate attraverso la lente della vita quotidiana. Sebbene la maggior parte delle sue storie sia ambientata nel Southwestern Ontario, la sua fama come scrittrice di racconti è internazionale, è considerata uno dei maggiori scrittori di racconti vivente.

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La biografia
Alice Munro è nata nella città di Wingham, Ontario in una famiglia di allevatori e agricoltori. Suo padre si chiamava Robert Eric Laidlaw e sua madre, una insegnante di scuola, Anne Clarke Laidlaw (nata Chamney). Cominciò a scrivere da adolescente e pubblicò la sua prima novella, The Dimensions of a Shadow, mentre era studentessa all’University of Western Ontario nel 1950. Durante questo periodo lavorò come cameriera, raccoglitrice di tabacco e impiegata di biblioteca. Nel 1951, abbandonò l’università presso la quale aveva frequentato la facoltà di Inglese dal 1949, per sposare James Munro e trasferirsi a Vancouver, British Columbia. Le sue figlie Sheila, Catherine, and Jenny nacquero rispettivamente nel 1953, 1955 e 1957; Catherine morì quindici ore dopo essere venuta alla luce. Nel 1963 i Munro si trasferirono a Victoria dove aprirono “Munro’s Books”. Nel 1966 nacque un’altra figlia Andrea.
La prima raccolta di racconti di Alice Munro, “La danza delle ombre felici” (Dance of the Happy Shades) (1968) ebbe un gran favore di critica e vinse in quello stesso anno il Governor General’s Award. A questo successo seguì “Lives of Girls and Women” (1971), una raccolta di storie interconnesse tra loro che fu pubblicato come romanzo.
Alice e James Munro divorziarono 1972. Lei ritornò nell’Ontario e diventò “Writer-in-Residence” all’università del Western Ontario. Nel 1976 si sposò con Gerald Fremlin, un geografo. La coppia si trasferì in una fattoria nei pressi di Clinton, Ontario. Successivamente si spostarono dalla fattoria in un casa nella città di Clinton, Ontario.
Nel 1978, con la raccolta di novelle “Chi ti credi di essere?” (Who Do You Think You Are?, negli Stati Uniti The Beggar Maid: Stories of Flo and Rose), Alice Munro vinse il Governor General’s Literary Award per la seconda volta. Dal 1979 al 1982 girò Australia, Cina e Scandinavia. Nel 1980 ottenne il posto di Writer-in-Residence sia alla University of British Columbia sia alla University of Queensland. Lungo gli anni ottanta e novanta Munro ha pubblicato una raccolta di brevi racconti una volta ogni quattro anni ottenendo numerosi premi nazionali e internazionali.
Nel 2002, sua figlia Sheila Munro ha pubblicato un libro di memorie d’infanzia, Lives of Mothers and Daughters: Growing Up With Alice Munro.
I racconti di Alice Munro sono pubblicati abbastanza frequentemente in riviste come The New Yorker, The Atlantic Monthly, Grand Street, Mademoiselle, e The Paris Review.
In una intervista per promuovere la sua raccolta del 2006 La vista da Castle Rock (The View from Castle Rock) Munro ha ipotizzato che non avrebbe più pubblicato ulteriori raccolte.
Il suo racconto “The Bear Came Over the Mountain” presente nel libro “Nemico, amico, amante…” è stato adattato per il grande schermo in un film diretto da Sarah Polley con il titolo di “Away from Her – Lontano da lei” e interpretato da Julie Christie e Gordon Pinsent. Il film è stato presentato nel 2006 al Toronto International Film Festival.
Nel 2005 è stata insignita del titolo di duchessa dell’Ontario dal sovrano del Regno di Redonda.

(Fonte: Wikipedia)

Clicca qui, per avere notizie sui libri di Alice Munro.

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MO YAN, PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA 2012

Lo scrittore cinese Mo Yan (pubblicato in Italia da Einaudi), riceve il Premio Nobel per la Letteratura 2012. Questa, in sintesi, la motivazione dell’Accademia svedese: “con realismo allucinatorio fonde fiabe popolari, storia e contemporaneità“.

Mo Yan, originario di Gaomi nella provincia dello Shandong, nasce il 17 febbraio 1955 da una famiglia numerosa di contadini poveri e, dopo aver terminato i cinque anni delle scuole elementari, smette di studiare. In principio porta al pascolo mucche e pecore e i suoi rapporti con questi animali sono più frequenti di quelli con le persone; prova cosí il gusto della solitudine, ma acquista una profonda conoscenza della natura. Crescendo, unendosi agli adulti partecipa alle attività lavorative della comunità. A diciotto anni va a lavorare in una manifattura di cotone, e facendo capriole tra le balle si riempie di fili. Nel febbraio del 1976 abbandona il povero e isolato paese natale per arruolarsi nell’esercito. Fa il soldato semplice, il caposquadra, l’istruttore, il segretario e lo scrittore. Nel 1997, congedatosi dall’esercito, inizia a lavorare per un giornale. Nel frattempo si è laureato presso la Facoltà di Letteratura dell’Istituto Artistico dell’Esercito di Liberazione Popolare (1984-1986) e ha ottenuto un Master in Studi letterari e artistici presso l’Università Normale di Pechino (1989-1991). Inizia a pubblicare nel 1981.
Fra le sue numerose opere narrative, Einaudi ha finora pubblicato Sorgo rosso, L’uomo che allevava i gatti (entrambi del 1997), Grande seno, fianchi larghi (2002), Il supplizio del legno di sandalo (2005) e Le sei reincarnazioni di Ximen Nao. Nel 2005 gli è stato assegnato il Premio Nonino. Delle sue undici novelle si ricordano Felicità, Fiocchi di cotone, Esplosioni, Il ravanello trasparente. Tra i racconti, Il cane e l’altalena e Il fiume inaridito, che Einaudi ha pubblicato nella raccolta di racconti L’uomo che allevava i gatti (2008).
Ha anche scritto opere teatrali e sceneggiature cinematografiche come Sorgo rosso, Il sole ha orecchie, Addio mia concubina.
Il film Sorgo rosso è stato premiato con l’Orso d’Oro al Festival del Cinema di Berlino. Il film Il sole ha orecchie è stato premiato con l’Orso d’Argento al Festival del Cinema di Berlino.
Nel 2005 gli è stato assegnato il Premio Nonino per la sua intera opera.
Nel 2012 gli è stato tributato il Premio Nobel per la Letteratura.

@ dal sito Einaudi


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TOMAS TRANSTRÖMER, PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA 2011

L’edizione 2011 del Premio Nobel per la letteratura è stato assegnato al poeta, psicologo, pianista e traduttore svedese Tomas Tranströmer. Nella motivazione dell’Accademia svedese leggiamo che “attraverso le sue immagini dense e limpide, ci ha offerto un nuovo accesso alla realtà”. E poi: “La gran parte della poesia di Tranströmer è caratterizzata da economia di linguaggio, concretezza e metafore struggenti. Nelle sue ultime raccolte si è spostato verso uno stile ancora più essenziale e un più elevato grado di concentrazione”.
Segue la nota biografica di Tranströmer tratta dalla libera enciclopedia Wikipedia Italia (a cui vanno i migliori in bocca al lupo per il suo futuro!).
Massimo Maugeri
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(da Wikipedia Italia)

Tomas Tranströmer (Stoccolma, 15 aprile 1931) è uno scrittore, poeta e traduttore svedese, molto conosciuto e apprezzato in Patria, vincitore del Nordic Council’s Literature Prize, dello Struga Poetry Evenings (del quale sono stati insigniti poeti del calibro del cileno Pablo Neruda e degli italiani Edoardo Sanguineti e Eugenio Montale) e del Neustadt International Prize for Literature nel 1990. Nel 2011 è stato insignito del Premio Nobel per la letteratura con la seguente motivazione: “attraverso le sue immagini dense e nitide, ha dato nuovo accesso alla realtà”.
Nato a Stoccolma, frequenta la Scuola Latina di Södra e si laurea in Psicologia presso l’Università di Stoccolma, la più prestigiosa del Paese, nel 1956. Nel 1954 aveva pubblicato una raccolta poetica intitolata “17 dikter” (17 poesie), nella quale racchiudeva anche alcune opere realizzate all’età di soli tredici anni. Nel 1990 è stato colpito da un ictus, che tuttavia non gli ha impedito di continuare a scrivere: nel 1993, infatti, ha pubblicato “Minnena ser mig” (I ricordi mi stanno guardando), la sua prima autobiografia, e nel 2004 “Den stora gåtan”, la sua più celebre – a livello europeo – raccolta di versi, è pubblicata nel Regno Unito con il titolo “The Great Enigma” (Il Grande Enigma).
È stato più volte accusato da altri poeti, specialmente negli anni settanta, di essere troppo legato alla tradizione letteraria svedese e di tralasciare i grandi mutamenti contemporanei, non parlandone in poesie e romanzi. La sua opera, in effetti, è posta a metà tra il Modernismo, l’Espressionismo e il Surrealismo, tre correnti artistiche e letterarie esauritesi già da un paio di decenni. La sua poetica, comunque, è concentrata nella ricerca dell’uomo nella vita di tutti i giorni, nel bizzarro (espresso nei suoi versi mistici) e negli universali aspetti della mente e del suo immenso potere, al di sopra del bene e del male. Come scrittore, invece, non ha mai avuto un grandioso successo.

Tranströmer è molto amico del poeta statunitense Robert Bly, con il quale si è impegnato per anni in una fitta corrispondenza fuori dal tempo. Questa corrispondenza è stata raccolta nel libro Air Mail, opera che tratta le tematiche più varie non sempre “in modo tradizionale”, come gli è stato invece criticato.

Ha vinto diversi premi letterari, tra i quali ricordiamo in particolare il macedone Struga Poetry Evenings, forse il più prestigioso, che è stato vinto dagli autori più importanti della Letteratura di questi ultimi anni.

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MARIO VARGAS LLOSA, PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA 2010

Il Premio Nobel per la Letteratura 2010, va allo scrittore peruviano Mario Vargas Llosa, nato a Arequipa, il 28 marzo 1936.
Questa la motivazione: “for his cartography of structures of power and his trenchant images of the individual’s resistance, revolt, and defeat” (“per la sua cartografia delle strutture del potere e la sua tagliente immagine della rivolta, della resistenza e della sconfitta dell’individuo”).
Famoso per i suoi numerosi libri, inizia con “La ciudad y los perros” (1963, La città e i cani), ambientato in un collegio militare della capitale Lima, “La casa verde” (1966) e “Conversación en la Catedral” (1969, Conversazione nella “catedral”), in tutte le opere si caratterizza per la sua capacità descrittiva.
Successivamente scrive “Pantaleón y las visitadoras” (1973, Pantaleón e le visitatrici) e “La tia Julia y el escribedor” (1977, La zia Julia e lo scribacchino).

Avvia anche una carriera politica, candidandosi senza successo alla presidenza del Perù, come principale antagonista di Alberto Fujimori.

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giovedì, 08 ottobre 2009

IL NOBEL PER LA LETTERATURA ALLA SCRITTRICE TEDESCA HERTA MÜLLER

Herta Müller, scrittrice tedesca di origine romena, è il Premio Nobel per la Letteratura 2009. La motivazione: “who, with the concentration of poetry and the frankness of prose, depicts the landscape of the dispossessed”

Herta Müller, nata nel 1953 in un villaggio tedesco del Banato romeno, emigrata in Germania nel 1987 e oggi inserita a pieno titolo nel canone contemporaneo della letteratura tedesca, ha saputo restituire in un’opera poetica e saggistica molteplice, ma pressoché costante nella qualità degli esiti, la memoria della quotidianità e della persecuzione della minoranza di lingua tedesca in Romania nei decenni della dittatura di Ceauşescu. In Italia, tuttavia, il suo destino editoriale è stato alquanto ingrato: dopo le storie brevi di Bassure (Editori Riuniti 1987) e il romanzo breve In viaggio su una gamba sola (Marsilio 1992), l’attenzione dell’editoria nostrana per l’autrice parve declinare, benché nel 1994 fosse uscito Herztier, alla lettera “bestia del cuore”, il romanzo che più riccamente di ogni altro «riesce a trovare e far scaturire la poesia persino dal degrado materiale e spirituale di un’intera nazione». Sono parole, queste ultime, tratte dal risvolto di copertina dell’edizione italiana, per la quale si è dovuto attendere poco meno di un quindicennio, ma che finalmente offre ai lettori italofoni un’opera bella e importante, che tra l’altro è valsa all’autrice il prestigioso premio Kleist. L’onore al merito va all’editore Keller di Rovereto, il quale, forse per favorirne una più ampia appetibilità, l’ha pubblicata, sulle orme dell’edizione inglese, con il titolo Il paese delle prugne verdi (trad. di Alessandra Henke, pp. 254, € 14,00). Di questa storia, una volta presa confidenza con una lingua intensamente poetica, capace di squarci visionari e sconfinante a tratti in un perturbante surrealismo, colpisce innanzitutto l’aderenza empatica alla realtà descritta, che è la quotidianità oppressa di quattro giovani intellettuali dissidenti, la narratrice e tre amici, dagli anni di studio universitario all’inserimento professionale in una società dannata, pregna di paura e solitudine, estraneità e diffidenza, dove l’uomo istruito è disprezzato e nei mattatoi si beve davvero il sangue caldo delle bestie macellande. Quella a cui il regime, «fautore di cimiteri» e responsabile spietato della miseria collettiva, condanna i quattro è poco meno di una morte in vita, dove le perquisizioni e gli interrogatori sono solo le prime tappe di una persecuzione che, se non porta alla follia, chiama il suicidio o, nel migliore dei casi, incoraggia l’espatrio. La resistenza, in un simile contesto, è opzione assai ardua, e a volte fallisce. A compiere la bellezza esaustiva di questo poema in prosa altamente politico, teso in ogni momento a denunciare la mutilazione sistematica operata dal regime sulle esistenze individuali, sono poi l’alternarsi della vicenda principale con i flashback sull’infanzia della narratrice, che svelano l’abbrutimento doloso della vita privata e familiare fin nei suoi risvolti più intimi, e la presenza di due personaggi femminili, Lola e Teresa, che nella loro vitalità eslege e nel loro tragico destino incarnano al massimo grado la triste fatalità di trovarsi a «camminare, mangiare, dormire e amare qualcuno nella paura».

Fonte: qui
(Questa recensione è apparsa su «Alias» del 2 agosto 2008 con il titolo Herta Müller e il macello di Ceausescu)

Di seguito, una video intervista rilasciata dalla Müller.

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NOBEL PER LA LETTERATURA 2008: vince Jean-Marie Gustave Le Clézio
(post del 9 ottobre 2008)

Jean-Marie Gustave Le Clézio era tra i super favoriti. Me l’aveva confermato un paio di giorni fa per telefono Daniela Marcheschi che, tra le altre cose, è una vera esperta in materia di Premio Nobel per la Letteratura e Accademia di Svezia (ne approfitto per segnalare il suo Alloro di Svezia e questa raccolta di poesie di Birgitta Trotzig, da lei curata, appena edita da Oscar Mondadori: Nel fiume di luce).
Vi invito, inoltre, ad ascoltare l’intervista che la stessa Marcheschi ha rilasciato oggi nel corso della trasmissione Fahrenheit (dovreste trovarla on line domattina: qui… insieme all’intervista a Daria Galateria).

Le Clézio è stato premiato con la seguente motivazione: “Autore di nuove sperimentazioni, avventure poetiche e di sensuale estasi; esploratore di un’umanità dentro e fuori la civiltà imperante”.

Segue il video relativo alla premiazione.

Trovate approfondimenti sui siti di Repubblica, Corriere della Sera, La Stampa e – per chi conosce le lingue straniere – Le Figaro, El Pays, The Times, The New York Times.

In Italia, al momento, sono disponibili sei libri di Le Clézio tradotti in italiano e pubblicati da: Instar libri, :duepunti, Net, Il Saggiatore e Rizzoli.
Il libro di più recente pubblicazione è “Il continente invisibile” (2008, Instar libri)

Qui trovate un inedito di Le Clézio pubblicato nel 2004 su Il Corriere della Sera: si intitola “Nascere in una guerra”.

Segue la nota biografica presente su Wikipedia Italia e il post relativo alle nostre discussioni pre-Premio.

« autore di nuove partenze, avventura poetica e estasi sensuale, esploratore di un’umanità al di là e al di sotto della civiltà regnante » – (Motivazione del Premio Nobel per la letteratura 2008)

Jean-Marie Gustave Le Clézio (Nizza, 13 aprile 1940) è uno scrittore francese.
La famiglia di Le Clézio è originaria della Bretagna emigrata verso le isole Maurizie nel Settecento (suo padre era chirurgo nell’esercito francese in Africa).
Egli inizia a scrivere dall’età di 7/8 anni e, malgrado i molti viaggi trascorsi, non ha mai smesso di farlo.
Effettua gli studi nel collegio universitario letterario di Nizza e dopo essersi laureato in lettere, diventa insegnante negli Stati Uniti d’America.
A soli 23 anni, pubblica con Gallimard la sua prima opera: Le procès verbal (il Verbale) e diventa noto ricevendo il Premio Renaudot e mancando per poco il Premio Goncourt.
Da allora pubblica più di 30 libri: fiabe, romanzi, saggi, novelle, due traduzioni dalla mitologia indiana e anche innumerevoli prefazioni e articoli e alcuni contributi ad opere collettive.
Nella sua opera si possono distinguere abbastanza nettamente due periodi.
Il primo periodo va dal 1963 al 1975, i romanzi e i saggi di Le Clézio esplorano i temi della follia, del linguaggio, della scrittura, con la volontà di esplorare certe possibilità formali e tipografiche, come fecero altri scrittori della sua epoca: Georges Perec e Michel Butor. Le Clézio si conquistò allora l’immagine di scrittore innovatore e ribelle che gli procurò l’ammirazione di Michel Foucault e Gilles Deleuze.
Alla fine degli anni ‘70 (secondo periodo) Le Clézio compie un cambiamento nel suo stile e pubblica libri più lenti. La sua scrittura è più serena e i temi dell’infazia, della minoranza, del viaggio, passano al primo piano. Questo modo letterario seduce il suo grande pubblico. Nel 1980, è il primo a ricevere il Premio Paul Morand conferito dall’Académie française, per la sua opera “Désert”.
Nel 1994 è eletto “più grande scrittore vivente in lingua francese”.
Nel 2008 vince il premio Nobel per la letteratura.

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TOTO NOBEL PER LA LETTERATURA 2008 – lunedì, 6 ottobre 2008

Chi vincerà, quest’anno, il Nobel per la Letteratura?
Lo sapremo giovedì prossimo.
Intanto, se vi fa piacere, e tanto per giocare un po’, potete provare a indovinare.
Avete dei nomi in particolare? Chi meriterebbe di vincere? E perché?
Quale sarà il continente che, attraverso l’autore, sarà premiato?

Su Il Mattino di oggi leggiamo quanto segue:
“La corsa al Nobel letterario sembra particolarmente aperta. Se un candidato statunitense viene considerato scarsamente favorito (tra tutti spicca Philip Roth), maggiori possibilità vengono date agli europei. I bookmaker britannici puntano su un italiano, il saggista Claudio Magris, del quale da poco è stato tradotto in svedese «Alla cieca». Magris, illustre germanista, sarebbe gradito ai giurati del Nobel per le sue riflessioni storiche e filosofiche sul Danubio. Fra gli europei, si fanno anche i nomi dell’olandese Cees Noteboom, dei francesi Yves Bonnefoy e Jean-Marie Le Clezio, dello svedese Tomas Transtromer. Candidati anche l’israeliano Amos Oz, il poeta australiano Les Murray, il nigeriano Chinua Achebe, il poeta siriano Adonis“.
Queste… le indicazioni.

Voi che ne pensate?
Dite la vostra, su!

Massimo Maugeri

P.s. L’anno scorso, come ricorderete, vinse Doris Lessing.

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AGGIORNAMENTO DEL 17 ottobre 2008

In esclusiva per Letteratitudine la Instar libri – che ringrazio – mi ha concesso la possibilità di pubblicare gli incipit dei libri di Le Clézio presenti sul loro catalogo.
Li potete leggere di seguito. Mentre è possibile leggere le prime pagine del romanzo “Il verbale” direttamente dal sito della :duepunti edizioni.
Massimo Maugeri

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da “Il Continente invisibile – (Instar libri, 2008, euro 11, p. 126)

Raga*

Dicono che l’Africa sia il continente dimenticato.
L’Oceania è il continente invisibile.
Invisibile, perché i primi viaggiatori che vi si sono avventurati non ne hanno colto la natura, e perché rimane ancora oggi un luogo senza riconoscimento internazionale, un passaggio, quasi un’assenza.
Quando Balboa scopre il Pacifico, dopo una faticosa traversata dell’Istmo di Panama, cade in ginocchio sulla spiaggia del Darién e prende possesso di quel mare in nome del re di Spagna, senza immaginarne l’estensione. Forse sta già pensando alla via per l’Occidente, che consentirà di raggiungere l’Oriente e il Giappone seguendo il sole.
Nel XVI secolo, convinti della rotondità del nostro pianeta (che molti marinai davano per certa ancor prima che venisse ufficialmente dimostrata), i geografi crearono due miti, entrambi falsi, ed entrambi ispiratori di grandi viaggi d’esplorazione. Il primo era il mito di Anian, il famoso passaggio a Nordovest che doveva permettere alle navi di raggiungere l’Oriente senza arrischiarsi nel difficoltoso viaggio attraverso l’Arabia e l’India.
Il secondo era il mito del continente australe, una massa di terraferma che, secondo i geografi, doveva assicurare l’equilibrio del globo facendo da contrappeso al continente asiatico.
Quirós, Mendaña, quindi Magellano, Bougainville e Cook partirono alla ricerca di questo continente del Sud. Quirós pensò di averlo trovato quando per la prima volta toccò le coste della Nuova Guinea. Per lui, la scoperta di quella terra era tanto un imperativo morale quanto una necessità politica. «Questa parte del mondo costituisce un quarto del globo terrestre, e data la sua estensione potrebbe ospitare il doppio dei regni e delle province di tutte le terre di cui Vostra Maestà è attualmente il Signore; e ciò senza l’inconveniente del vicinato dei Mori e dei Turchi
[…]. Vi si troveranno gli antipodi dell’Africa, dell’Europa e dell’Asia Maggiore. Vi informo che i territori che ho scoperto intorno ai quindici gradi di latitudine sono, come sarà detto più avanti, più ragguardevoli della Spagna e di tutti i regni ai quali si vorrà paragonarli, e nel loro insieme possono essere definiti un vero e proprio paradiso terrestre.»
Successivamente, Bougainville e Cook corressero il suo errore: il navigatore portoghese aveva scoperto soltanto isole, nient’altro che isole. Cook morì alle Hawaii, l’Astrolabe e la Boussole naufragarono in acque che Dumont d’Urville crederà di ritrovare quarant’anni più tardi. Fatto scalo a Espiritu Santo (la prima terra incontrata dopo aver lasciato le coste del Perù nel 1606), Torres tracciò delle carte così imprecise che nessun viaggiatore riuscirà a ritrovare l’isola prima di Bougainville, il quale darà all’arcipelago il dolce nome di Grandi Cicladi, e di Cook, che lo battezzerà con il triste appellativo di Nuove Ebridi, in ricordo del proprio Paese natale. Torres si spinse poi fino in Nuova Guinea (già segnalata da Saavedra nel 1528), passando al largo di una lingua di terra che non riuscì a identificare e che in seguito diventerà la Nuova Caledonia. Il mito del continente sopravviverà sino alla fine del XVIII secolo. Il grande geografo e cartografo Alexander Dalrymple ci crede ancora nel 1770, poco prima che gli esploratori inglesi e francesi vi approdino davvero.
Si potrebbe quasi parlare di scoperte casuali.

* Nome dell’Isola di Pentecoste in lingua apma (in lingua sa: Aorea) – [N.d.A.].

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da “L’africano – (Instar libri, 2007, euro 10, p. 102)

Ogni essere umano è il risultato di un padre e di una madre. Si può non riconoscerli, non amarli, dubitare di loro. Eppure sono lì, con il loro volto, i loro atteggiamenti, i loro modi e le loro manie, le illusioni, le speranze, la forma delle mani e delle dita dei piedi,
il colore degli occhi e dei capelli, il modo di parlare, i pensieri, probabilmente l’ora della morte; ci hanno trasmesso ogni cosa.
Per lungo tempo ho sognato che mia madre fosse nera. Dopo il ritorno dall’Africa mi ero inventato una storia, un passato, per fuggire la realtà in un Paese dove non conoscevo più nessuno, in una città dov’ero diventato uno straniero. In seguito, quando mio padre è andato in pensione ed è venuto a vivere con noi in Francia, ho scoperto che era lui l’africano.
È stato difficile ammetterlo. Ho dovuto tornare indietro, ricominciare da capo, cercare di capire.
In ricordo di ciò ho scritto questo breve libro.

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Elenco dei vincitori

Anno Ritratto Premiati Nazionalità Lingua Motivazione
1901 Sully Prudhomme Francia Francese “in riconoscimento della sua composizione poetica, che dà prova di un alto idealismo, perfezione artistica ed una rara combinazione di qualità tra cuore ed intelletto”
1902 Theodor Mommsen Germania Tedesco “al più grande maestro vivente della scrittura storica, con speciale riferimento al suo maggior lavoro, Storia di Roma
1903 Bjørnstjerne Bjørnson Svezia-Norvegia Norvegese “un tributo alla sua nobile, magnifica e versatile poeticità, con la quale si è sempre distinto per la chiarezza della sua ispirazione e la rara purezza del suo spirito”
1904 Frédéric Mistral Francia Occitano “in riconoscimento della chiara originalità e della vera ispirazione della sua produzione poetica, che splendidamente riflette gli scenari naturali e lo spirito nativo del suo popolo, e, in aggiunta, al suo importante lavoro come filologo provenzale”
José Echegaray y Eizaguirre Spagna Spagnolo “in riconoscimento delle numerose e brillanti composizioni che, in maniera individuale ed originale, hanno fatto rivivere la grande tradizione del dramma spagnolo”
1905 Henryk Sienkiewicz Polonia Polacco “per i suoi notevoli meriti come scrittore epico”
1906 Giosuè Carducci Italia Italiano “non solo in riconoscimento dei suoi profondi insegnamenti e ricerche critiche, ma su tutto un tributo all’energia creativa, alla purezza dello stile ed alla forza lirica che caratterizza il suo capolavoro di poetica”
1907 Rudyard Kipling Regno Unito (Nato in India britannica) Inglese “in considerazione del potere dell’osservazione, dell’originalità dell’immaginazione, la forza delle idee ed il notevole talento per la narrazione che caratterizzano le creazioni di questo autore famoso nel mondo”
1908 Rudolf Christoph Eucken Germania Tedesco “in riconoscimento della sua seria ricerca della verità, il suo potere di penetrare il pensiero, la sua enorme capacità di visione, il calore e la forza delle sue opere con le quali ha trasmesso una filosofia idealistica della vita”
1909 Selma Lagerlöf Svezia Svedese “per l’elevato idealismo, la vivida immaginazione e la percezione spirituale che caratterizzano le sue opere”
1910 Paul Johann Ludwig Heyse Germania Tedesco “un tributo alla consumata capacità artistica, permeata dall’idealismo, che egli ha dimostrato durante la sua lunga carriera produttiva come poeta lirico, drammaturgo, novellista e scrittore di storie brevi famose nel mondo”
1911 Maurice Polidore Marie Bernhard Maeterlinck Belgio Francese “per le sue molte attività letterarie, specialmente per la sua opera drammatica, che si distinguono per la ricchezza d’immaginazione e la poetica fantastica, che rivela, a volte sotto forma di favola, una profonda ispirazione, mentre in un modo misterioso si rivolge ai sentimenti propri del lettore e ne stimola l’immaginazione”
1912 Gerhart Hauptmann Germania Tedesco “in riconoscimento della sua fertile, varia ed eccelsa produzione nella sfera dell’arte drammatica”
1913 Rabindranath Tagore India britannica Bengalese “per la profonda sensibilità, per la freschezza e bellezza dei versi che, con consumata capacità, riesce a rendere nella sua poeticità, espressa attraverso il suo linguaggio inglese, parte della letteratura dell’ovest”
1914 non assegnato
1915 Romain Rolland Francia Francese “un tributo all’elevato idealismo della sua produzione letteraria, alla comprensione ed all’amore per la verità con le quali ha descritto i diversi tipi di esistenza umana”
1916 Carl Gustaf Verner von Heidenstam Svezia Svedese “in riconoscimento della sua importanza come esponente rappresentativo di un nuovo tempo nella nostra letteratura”
1917 Karl Adolph Gjellerup Danimarca Danese “per la sua varia e ricca poeticità, ispirata da elevati ideali”
Henrik Pontoppidan Danimarca Danese “per le sue reali descrizioni della vita moderna in Danimarca”
1918 non assegnato
1919 Carl Spitteler Svizzera Tedesco “in riconoscimento al suo poema epico, Olympischer Frühling
1920 Knut Hamsun Norvegia Norvegese “per il suo monumentale lavoro. Il risveglio della Terra
1921 Anatole France Francia Francese “in riconoscimento della sua brillante realizzazione letteraria, caratterizzata da nobiltà di stile, profonda comprensione umana, grazia, e vero temperamento gallico”
1922 Jacinto Benavente Spagna Spagnolo “per il felice metodo col quale ha proseguito la tradizione illustre del dramma spagnolo”
1923 William Butler Yeats Irlanda Inglese “per la sua poetica sempre ispirata, che con alta forma artistica ha dato espressione allo spirito di un’intera nazione”
1924 Władysław Stanisław Reymont Polonia Polacco “per il suo grande romanzo epico, I contadini
1925 George Bernard Shaw Regno Unito (Nato in Irlanda) Inglese “per il suo lavoro intriso di idealismo ed umanità, la cui satira stimolante è spesso infusa di una poetica di singolare bellezza”
1926 Grazia Deledda Italia Italiano “per la sua ispirazione idealistica, scritta con raffigurazioni di plastica chiarezza della vita della sua isola nativa, con profonda comprensione degli umani problemi”
1927 Henri Bergson Francia Francese “in riconoscimento delle sue ricche e animate idee e della brillante capacità con la quale ha saputo esprimerle”
1928 Sigrid Undset Norvegia (Nata in Danimarca) Norvegese “principalmente per la sua imponente descrizione della vita nordica durante il medioevo”
1929 Thomas Mann Germania Tedesco “principalmente per i suoi grandi romanzi I Buddenbrook e La montagna incantata
1930 Sinclair Lewis Stati Uniti Inglese “per la sua arte descrittiva vigorosa e grafica e per la sua abilità nel creare, con arguzia e spirito, nuove tipologie di personaggi”
1931 Erik Axel Karlfeldt Svezia Svedese “la poesia di Erik Axel Karlfeldt”
1932 John Galsworthy Regno Unito Inglese “per la sua originale arte narrativa, che trova la sua forma più alta ne La saga dei Forsyte
1933 Ivan Alekseevič Bunin Francia (Nato in Russia) Russo “per la precisione artistica con la quale ha trasposto le tradizioni classiche russe in prosa”
1934 Luigi Pirandello Italia Italiano “per il suo ardito e ingegnoso rinnovamento dell’arte drammatica e teatrale”
1935 non assegnato
1936 Eugene O’Neill Stati Uniti Inglese “per la forza, l’onestà e le emozioni profondamente sentite dei suoi lavori drammatici, che incarnano un concetto originale di tragedia”
1937 Roger Martin du Gard Francia Francese “per la forza artistica e la verità con la quale ha dipinto il conflitto umano così come gli aspetti fondamentali della vita contemporanea nel suo ciclo di romanzi Les Thibault
1938 Pearl S. Buck Stati Uniti Inglese “per le sue ricche e veramente epiche descrizioni della vita contadina in Cina e per i suoi capolavori biografici”
1939 Frans Eemil Sillanpää Finlandia Finlandese “per la sua profonda comprensione dei contadini del proprio paese e la squisita arte con la quale ha ritratto il loro modo di vivere e la relazione con la natura”
1940 non assegnato
1941 non assegnato
1942 non assegnato
1943 non assegnato
1944 Johannes Vilhelm Jensen Danimarca Danese “per la sua fervida immaginazione poetica con la quale ha combinato una intellettuale curiosità e uno stile fresco e creativo”
1945 Gabriela Mistral Cile Spagnolo “per la sua lirica, ispirata da forti emozioni, che ha fatto del suo nome un simbolo delle aspirazioni idealistiche dell’intero mondo latino americano”
1946 Hermann Hesse Svizzera (Nato in Germania) Tedesco “per la sua forte ispirazione letteraria coraggiosa e penetrante esempio classico di ideali filantropici ed alta qualità di stile”
1947 André Gide Francia Francese “per la sua opera artisticamente significativa, nella quale i problemi e le condizioni umane sono stati presentati con un coraggioso amore per la verità e con una appassionata penetrazione psicologica”
1948 Thomas Stearns Eliot Regno Unito (Nato negli Stati Uniti) Inglese “per il suo notevole e pionieristico contributo alla poesia contemporanea”
1949 William Faulkner Stati Uniti Inglese “per il suo contributo forte e artisticamente unico al romanzo americano contemporaneo”
1950 Bertrand Russell Regno Unito Inglese “in riconoscimento ai suoi vari e significativi scritti nei quali egli si erge a campione degli ideali umanitari e della libertà di pensiero”
1951 Pär Fabian Lagerkvist Svezia Svedese “per il suo vigore artistico e per l’indipendenza del suo pensiero con cui cercò, nelle sue opere, di trovare risposte alle eterne domande che l’umanità affronta”
1952 François Mauriac Francia Francese “per il profondo spirito e l’intensità artistica con la quale è penetrato, nei suoi romanzi, nel dramma della vita umana”
1953 Winston Churchill Regno Unito Inglese “per la sua padronanza delle descrizioni storiche e biografiche, nonché per la brillante oratoria in difesa ed esaltazione dei valori umani”
1954 Ernest Hemingway Stati Uniti Inglese “per la sua maestria nell’arte narrativa, recentemente dimostrata con Il vecchio e il mare e per l’influenza che ha esercitato sullo stile contemporaneo”
1955 Halldór Laxness Islanda Islandese “per la vivida potenza epica con la quale ha rinnovato la grande arte narrativa dell’Islanda
1956 Juan Ramón Jiménez Porto Rico (Nato in Spagna) Spagnolo “per la sua poesia piena di slancio, che costituisce un esempio di spirito elevato e di purezza artistica nella lingua spagnola”
1957 Albert Camus Francia (Nato nell’Algeria francese) Francese “per la sua importante produzione letteraria, che con perspicace zelo getta luce sui problemi della coscienza umana nel nostro tempo”
1958 Boris Pasternak (rifiutato su pressione del regime sovietico) Unione Sovietica Russo “per i suoi importanti risultati sia nel campo della poesia contemporanea che in quello della grande tradizione epica russa”
1959 Salvatore Quasimodo Italia Italiano “per la sua poetica lirica, che con ardente classicità esprime le tragiche esperienze della vita dei nostri tempi”
1960 Saint-John Perse Francia (Nato in Guadalupa) Francese “per il volo sublime ed il linguaggio evocativo della sua poesia che in modo visionario riflette gli stati del nostro tempo”
1961 Ivo Andrić Jugoslavia (Nato in Austria-Ungheria) Serbo “per la forza epica con la quale ha tracciato temi e descritto destini umani tratti dalla storia del proprio Paese”
1962 John Steinbeck Stati Uniti Inglese “per le sue scritture realistiche ed immaginative, unendo l’umore sensibile e la percezione sociale acuta”
1963 Giorgos Seferis Grecia (Nato nell’ Impero ottomano) Greco “per i suoi scritti eminentemente lirici, ispirati da un profondo legame con il mondo della cultura ellenica”
1964 Jean-Paul Sartre (rifiutato) Francia Francese “per la sua opera che, ricca di idee e pregna di spirito di libertà e ricerca della verità, ha esercitato un’influenza di vasta portata nel nostro tempo”
1965 Michail Aleksandrovič Šolochov Unione Sovietica Russo “per la potenza artistica e l’integrità con le quali, nella sua epica del Don, ha dato espressione a una fase storica nella vita del popolo russo”
1966 Shmuel Yosef Agnon Israele (Nato in Austria-Ungheria) Ebraico “per la sua arte narrativa profondamente caratteristica con i temi della vita della gente ebrea”
Nelly Sachs Svezia (Nata in Germania) Tedesco “per la sua scrittura lirica e drammatica eccezionale, che interpreta il destino d’Israele con resistenza commovente”
1967 Miguel Ángel Asturias Guatemala Spagnolo “per i suoi vigorosi risultati letterari, profondamente radicati nei tratti distintivi e nelle tradizioni degli Indiani dell’America Latina”
1968 Yasunari Kawabata Giappone Giapponese “per la sua abilità narrativa, che esprime con grande sensibilità l’essenza del pensiero giapponese”
1969 Samuel Beckett Irlanda Inglese / Francese “per la sua scrittura, che – nelle nuove forme per il romanzo ed il dramma – nell’abbandono dell’uomo moderno acquista la sua altezza”
1970 Aleksandr Isaevič Solženicyn Unione Sovietica Russo “per la forza etica con la quale ha proseguito l’indispensabile tradizione della letteratura russa”
1971 Pablo Neruda Cile Spagnolo “per una poesia che con l’azione di una forza elementare porta vivo il destino ed i sogni del continente”
1972 Heinrich Böll Germania Ovest Tedesco “per la sua scrittura che con la relativa combinazione di vasta prospettiva sul suo tempo e di un’abilità sensibile nella descrizione ha contribuito ad un rinnovamento della letteratura tedesca”
1973 Patrick White Australia (Nato in Regno Unito) Inglese “per un’arte narrativa epica e psicologica che ha introdotto un nuovo continente nella letteratura”
1974 Eyvind Johnson Svezia Svedese “per un’arte narrativa, lungimirante in terre ed epoche, al servizio della libertà”
Harry Martinson “per una scrittura che cattura le gocce di rugiada e riflette il cosmo”
1975 Eugenio Montale Italia Italiano “per la sua poetica distinta che, con grande sensibilità artistica, ha interpretato i valori umani sotto il simbolo di una visione della vita priva di illusioni”
1976 Saul Bellow Stati Uniti (Nato in Canada) Inglese “per la sensibilità umana e la sottile analisi della cultura contemporanea che si trovano combinati nella sua opera”
1977 Vicente Aleixandre Spagna Spagnolo “per una scrittura poetica creativa che illumina la condizione dell’uomo nell’universo e nella società attuale, allo stesso tempo rappresentando il grande rinnovamento delle tradizioni della poesia spagnola tra le guerre”
1978 Isaac Bashevis Singer Stati Uniti (Nato in Polonia) Yiddish “per la sua veemente arte narrativa che, radicata nella tradizione culturale ebraico-polacca, fa rivivere la condizione umana universale”
1979 Odysseas Elytīs Grecia Greco “per la sua poesia, che, contro lo sfondo di tradizione greca, dipinge con forza e chiarezza intellettuale la lotta dell’uomo moderno per la libertà e la creatività”
1980 Czesław Miłosz Polonia Polacco “che con voce chiara e lungimirante espone la condizione degli uomini in un mondo di gravi conflitti”
1981 Elias Canetti Regno Unito (Nato in Bulgaria) Tedesco “per i suoi lavori caratterizzati da un’ampia prospettiva, ricchezza di idee e potere artistico”
1982 Gabriel García Márquez Colombia Spagnolo “per i suoi romanzi e racconti, nei quali il fantastico e il realistico sono combinati in un mondo riccamente composto che riflette la vita e i conflitti di un continente”
1983 William Golding Regno Unito Inglese “per i suoi romanzi che, con l’acume di un’arte narrativa realistica e la diversità e universalità del mito, illuminano la condizione umana nel mondo odierno”
1984 Jaroslav Seifert Cecoslovacchia (Nato in Austria-Ungheria) Ceco “per la sua poesia che, dotata di freschezza, sensualità ed inventiva, fornisce un’immagine di liberazione dello spirito e della versatilità indomita dell’uomo”
1985 Claude Simon Francia (Nato in Madagascar) Francese “che nei suoi romanzi fonde la creatività del poeta e del pittore nella profonda conoscenza del tempo e la descrizione della condizione umana”
1986 Wole Soyinka Nigeria Inglese “che in un’ampia prospettiva culturale e con una poetica fuori dagli schemi mostra il dramma dell’esistenza”
1987 Iosif Aleksandrovič Brodskij Stati Uniti (Nato in Unione Sovietica) Russo / Inglese “per una condizione di scrittore esauriente, denso di chiarezza di pensiero e di intensità poetica”
1988 Nagib Mahfuz Egitto Arabo “che, attraverso gli impianti ricchi di sfumatura – ora con limpide vedute realistiche, ora evocativamente ambiguo – ha formato un’arte narrativa araba che si applica a tutta l’umanità”
1989 Camilo José Cela Spagna Spagnolo “per una prosa ricca ed intensa, che con la pietà trattenuta forma una visione mutevole della vulnerabilità dell’uomo”
1990 Octavio Paz Messico Spagnolo “per una scrittura appassionata, dai larghi orizzonti, caratterizzata da intelligenza sensuale e da integrità umanistica”
1991 Nadine Gordimer Sudafrica Inglese “che con la sua scrittura epica magnifica – nelle parole di Alfred Nobel – è stata di notevole beneficio all’umanità”
1992 Derek Walcott Saint Lucia Inglese “per un’apertura poetica di grande luminosità, sostenuto da una visione storica, il risultato di un impegno multiculturale”
1993 Toni Morrison Stati Uniti Inglese “che in racconti caratterizzati da forza visionaria e rilevanza poetica dà vita ad un aspetto essenziale della realtà statunitense”
1994 Kenzaburō Ōe Giappone Giapponese “che con forza poetica crea un mondo immaginario in cui vita e mito si condensano per formare uno sconcertante ritratto dell’attuale condizione umana”
1995 Séamus Heaney Irlanda Inglese “per gli impianti di bellezza lirica e di profondità etica, che esaltano i miracoli giornalieri e la vita passata”
1996 Wisława Szymborska Polonia Polacco “per la poesia che con ironica precisione permette al contesto storico e biologico di venire alla luce in frammenti di realtà umana”
1997 Dario Fo Italia Italiano “seguendo la tradizione dei giullari medioevali, dileggia il potere restituendo la dignità agli oppressi”
1998 José Saramago Portogallo Portoghese “che con parabole sostenute da immaginazione, compassione e ironia ci permette ancora una volta di afferrare una realtà elusiva”
1999 Günter Grass Germania Tedesco “le cui giocose fiabe ritraggono la faccia dimenticata della storia”
2000 Gao Xingjian Cina (dal 1940 al 1998) Francia (dal 1998) Cinese “per un’opera dal valore universale, intuito pungente e ingegnosità linguistica che hanno aperto nuove strade al romanzo e al teatro cinese”
2001 Vidiadhar Surajprasad Naipaul Regno Unito (Nato in Trinidad e Tobago) Inglese “per aver unito una descrizione percettiva ad un esame accurato incorruttibile costringendoci a vedere la presenza di storie soppresse”
2002 Imre Kertész Ungheria Ungherese “per una scrittura che sostiene l’esperienza fragile dell’individuo contro l’arbitrarietà barbarica della storia”
2003 John Maxwell Coetzee Sudafrica Inglese “che in innumerevoli maschere ritrae il sorprendente coinvolgimento dello straniero”
2004 Elfriede Jelinek Austria Tedesco “per il flusso melodico di voci e controvoci in romanzi e testi teatrali, che con estremo gusto linguistico rivelano l’assurdità dei cliché sociali e il loro potere”
2005 Harold Pinter Regno Unito Inglese “perché nelle sue commedie [egli] scopre il baratro che sta sotto le chiacchiere di tutti i giorni e spinge ad entrare nelle stanze chiuse dell’oppressione”
2006 Orhan Pamuk Turchia Turco “perché nel ricercare l’anima malinconica della sua città natale, ha scoperto nuovi simboli per rappresentare scontri e legami fra diverse culture”
2007 Doris Lessing Regno Unito (Nata in Persia) Inglese “cantrice dell’esperienza femminile, che con scetticismo, fuoco e potere visionario ha messo sotto esame una civiltà divisa”
2008 Jean-Marie Gustave Le Clézio Francia / Mauritius Francese “autore di nuove partenze, avventura poetica ed estasi sensuale, esploratore di un’umanità al di là e al di sotto della civiltà regnante”
2009 Herta Müller Germania (Nata in Romania) Tedesco “con la concentrazione della poesia e la franchezza della prosa ha rappresentato il mondo dei diseredati”
2010 Mario Vargas Llosa Perù / Spagna Spagnolo “per la sua cartografia delle strutture del potere e per la sua immagine della resistenza, della rivolta e della sconfitta dell’individuo”
2011 Tomas Tranströmer Svezia Svedese “attraverso le sue immagini dense e nitide, ha dato nuovo accesso alla realtà”
2012 Mo Yan Cina Cinese “che con un realismo allucinatorio fonde racconti popolari, storia e contemporaneità”
2013 Alice Munro Canada Inglese “maestra del racconto breve contemporaneo”
2014 Patrick Modiano Francia Francese “per l’arte della memoria con la quale ha evocato i destini umani più inafferrabili e scoperto il mondo della vita dell’occupazione”
2015 Svjatlana Aleksievič Bielorussia (Nata in Unione Sovietica) Russo “per la sua opera polifonica, un monumento alla sofferenza e al coraggio nel nostro tempo”
2016 Bob Dylan Stati Uniti Inglese “per aver creato nuove espressioni poetiche all’interno della grande tradizione della canzone americana”
2017 Kazuo Ishiguro Regno Unito (Nato in Giappone) Inglese “che, in romanzi di grande forza emotiva, ha scoperto l’abisso sotto il nostro illusorio senso di connessione con il mondo”
2018 Olga Tokarczuk
Assegnato nel 2019
Polonia Polacco “per un’immaginazione narrativa che con passione enciclopedica rappresenta l’attraversamento dei confini come forma di vita.”
2019 Peter Handke Austria Tedesco “per un lavoro influente che con ingegnosità linguistica ha esplorato la periferia e la specificità dell’esperienza umana”
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CATERINA ARCANGELO e GUIDO CONTI in radio a LETTERATITUDINE http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2018/04/27/in-radio-con-caterina-arcangelo-e-guido-conti/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2018/04/27/in-radio-con-caterina-arcangelo-e-guido-conti/#comments Fri, 27 Apr 2018 07:13:28 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=7771 CATERINA ARCANGELO e GUIDO CONTI, ospiti del programma radiofonico Letteratitudine trasmesso su RADIO POLIS (la radio delle buone notizie)


In streaming e in podcast su RADIO POLIS

trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia e postproduzione: Federico Marin

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Con Caterina Arcangelo e lo scrittore Guido Conti abbiamo discusso del magazine Fuori Asse (di cui sono rispettivamente direttore editoriale e membro del comitato scientifico). Abbiamo discusso, tra le altre cose: del rapporto tra luoghi e letteratura, dei contenuti dell’ultimo numero di Fuori Asse, del rapporto tra letteratura e giornalismo (prendendo spunto dal volume curato da Daniela Marcheschi) e del più recente romanzo di Guido Conti intitolato “La profezia di Cittastella” (Mondadori).

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trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia e post produzione: Federico Marin

PER ASCOLTARE LA PUNTATA CLICCA SUL PULSANTE “AUDIO MP3″ (in basso), O CLICCA QUI


La colonna sonora della puntata: “Memories Of You”, “Don’t Be That Way”, “Sing Sing Sing” di Benny Goodman

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È possibile ascoltare le precedenti puntate radiofoniche di Letteratitudine, cliccando qui.


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ANTOLOGIA DI POETI CONTEMPORANEI e LA GRAVIDANZA DELLA TERRA http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2017/04/19/antologia-di-poeti-contemporanei-e-la-gravidanza-della-terra/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2017/04/19/antologia-di-poeti-contemporanei-e-la-gravidanza-della-terra/#comments Wed, 19 Apr 2017 09:34:25 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=7492 Questo post inaugura il nuovo spazio di Letteratitudine dedicato alla POESIA (che si aggiunge a PoesiaNews).

Ci occupiamo di “ANTOLOGIA DI POETI CONTEMPORANEI. Tradizioni e innovazione in Italia” di Daniela Marcheschi (Mursia) e di “LA GRAVIDANZA DELLA TERRA. Antologia di poesia rurale” (curato da Daniela Marcheschi e pubblicato da Olio Officina).

* * *

“ANTOLOGIA DI POETI CONTEMPORANEI. Tradizioni e innovazione in Italia” di Daniela Marcheschi (Mursia)

di Massimo Maugeri

Conosco e stimo Daniela Marcheschi da tanti anni.
Docente in Italia e all’estero di Letteratura italiana e Antropologia delle Arti, la Marcheschi ha curato i Meridiani Mondadori delle Opere di Carlo Collodi (1995) e di Giuseppe Pontiggia (2004). Come critico, numerosi sono i suoi interventi su poeti contemporanei (Penna, Noventa, Bacchini e altri) e su varie problematiche e aporie connesse alla poesia attuale. Alcuni dei suoi interventi più originali, oltre che in vari libri, sono riuniti nel volume Il sogno della letteratura. Luoghi, maestri, tradizioni (2012). I suoi saggi sono tradotti in diverse lingue. Nel 1996 ha ricevuto un Rockefeller Award proprio per la Critica e la Poesia.

Di recente Daniela Marcheschi ha pubblicato, per i tipi di Mursia (nella collana Argani diretta da Guido Oldani), un nuovo libro dedicato alla poesia: ANTOLOGIA DI POETI CONTEMPORANEI. Tradizioni e innovazione in Italia.
Stiamo parlando di un’antologia che prova a rispondere a una domanda tutt’altro che semplice: chi sono i poeti più significativi del nostro tempo? Ma c’è una domanda ancora più essenziale che coincide con l’incipit della prefazione firmata dalla stessa Marcheschi. Ed è la seguente: perché allestire oggi un’antologia della poesia italiana contemporanea? La risposta giunge subito dopo:
«Perché, per fare letteratura, è indispensabile continuare a inventarla, crearla e ricrearla ogni giorno e, per dare un contributo anche piccolo alla creazione di una nuova letteratura, è necessario fare costantemente il punto della situazione, dello stato dell’arte. È necessario esserle fedeli. Bisogna cercare di capire meglio quali siano effettivamente e come si articolino le tradizioni in atto e di cimentarsi in una loro lettura-interpretazione per scegliere quali autori e quali testi sembrino più vitali per tematiche, ricerca stilistica, modalità espressive. Insomma le opere migliori, le più belle per esiti formali».

Riporto di seguito qualche altro stralcio della prefazione per gentile concessione della stessa Daniela Marcheschi e della casa editrice Mursia (che ringrazio):
Risultati immagini per Daniela Marcheschi«Lo sguardo di un critico, come di ogni altro intellettuale, è tanto più prezioso quanto più è soggettivo ed eticamente centrato sui principi della responsabilità e della verità. Solo se vi sono tante solide verità soggettive, frutto della consapevolezza intellettuale, di una cultura la più vasta possibile e dello slancio etico a costruire oltre se stessi e insieme con gli altri, si può partecipare attivamente alla letteratura. Inoltre, solo così può nascere la possibilità di comparazione e quella tensione virtuosa, persuasiva, verso la conoscenza della verità: che è movimento condiviso, viaggio perpetuo verso la meta intraveduta all’orizzonte, anche se non la potremo mai raggiungere davvero o catturare una volta per sempre. Un’antologia della poesia contemporanea ha perciò un senso se corrisponde prima di tutto al significato della parola stessa, ovvero si fa scelta, con tutti i rischi che ciò comporta per il critico; se non è un regesto catastale. Accademico o militante che sia, un critico è tale, non solo se tratta con argomenti più o meno efficaci di libri e autori, ma anche, e soprattutto, se si fa carico di chiarire a fondo i valori che attribuisce alle opere e non smette di sostenerli. Per usare un modo di dire corrente: ci mette e rimette la faccia per difendere quanto ritiene più forte e persuasivo.
Una simile incombenza e una simile fedeltà appaiono tanto più indispensabili in un contesto socio-culturale ed economico, dove le voci sono spesso così tante da far nascere il baccano e confondere udito e idee; e dove, in una produzione comunque vasta, l’industria editoriale segue le strategie di mercato di volta in volta reputate, a torto o a ragione, meglio confacenti ai propri bisogni e caratteri di impresa. Ciò significa che fra le tante proposte di stampa e il valore letterario non c’è sempre una coincidenza. È una contraddizione con cui fare i conti, per non cadere in un duplice/identico errore. Da un lato, c’è infatti il rifiuto, aprioristico e talora anche snobistico, di quanto viene spesso proposto dalla grande editoria; dall’altro, se ne ha un’accettazione indiscriminata: la sigla editoriale rassicura e fornisce automaticamente una sorta di certificazione di bellezza e autorità agli occhi dei lettori meno avvertiti. È però una scorciatoia demonizzare o idolatrare gli editori, che hanno anche i loro limiti, talora per difetto di coraggio e idee, talaltra di mezzi; ma non hanno tutte le responsabilità possibili».

(…)
«Questa antologia confida dunque di presentarsi armata di argomentazioni critiche ed estetiche persuasive, specie riguardo alla selezione dei testi poetici e alle singole, ampie, introduzioni ai ventuno autori selezionati: poeti tout court, poeti e autori di teatro, poeti narratori, poeti studiosi, poeti critici e saggisti o poeti narratori critici e saggisti.
Si tratta di ventuno profili, quasi voci enciclopediche e non solo interpretative in chiave critica e storico-letteraria, allestiti prima di tutto per aprire una prospettiva, la più articolata possibile, sugli autori. Si è cercato di illuminare sia il loro percorso biografico specifico, di uomini e donne di oggi, sia la loro biografia poetica e intellettuale. Ogni poeta è infatti anche un intellettuale, un mediatore, per il tipo di lavoro a tutto tondo sulla cultura su cui si innesta l’esperienza della poesia: il lungo diventare poeti, nascendolo.
Abbiamo ritenuto più convincente proporre autori che, pur radicandosi in modo molteplice nelle tradizioni novecentesche della poesia, hanno intrapreso delle vie per aprire a queste ultime spazi meno battuti.
Autori che, ad esempio, a partire dall’adozione di un linguaggio chiaro, razionale ma non sciatto né privo di risonanze emotive profonde, hanno abbandonato le secche di certi residui simbolisti e tralasciato le tentazioni del ripiegamento neocrepuscolare. Autori, che hanno sostituito agli sperimentalismi dalle formule ingessate – divenute «scuola» e meccanismi automatici della scrittura, noti fin dagli inizi del XX secolo –, e ai neoclassicismi e al metricismo di maniera, la ricerca di nuove modalità tecniche, metrico-strofiche, espressive. Autori che, invece di portare nei propri versi il già pensato della Filosofia come disciplina a sé, hanno fatto della poesia il crogiuolo in cui si possono incontrare e possono reagire l’espressione e un pensiero conoscitivo autonomo nelle loro mutue tensioni. Autori, che si sono storicamente costruiti e hanno costruito la loro poesia dialogando in maniera complessa con altri ambiti disciplinari, sostituendo così modalità del fare poetico oramai invecchiate e fin troppo costrittive».
(…)
L’antologia va perciò incontro ai lettori anche «disarmata», nel senso che le sue ragioni profonde stanno sia in una selezione del gusto e di giudizi maturati negli anni sia nella necessità di riaffermare un’idea e un ruolo a cui il critico non può sottrarsi. Se c’è tanta volgarità intorno a noi, è anche perché si fanno tanta arte e poesia volgare: senza donchisciottismi e con umiltà, sarebbe necessario che ognuno – autore e critico – riassumesse l’onere del proprio ruolo. Ritornare dunque al grande impegno e rischio della poesia e della critica, di stabilire gerarchie per iniziare un lavoro di verifica formale che, periodicamente, a partire dal 2018, vedrà la messa a punto di altre antologie, a cura di chi scrive qui e non solo. Si intende così aprire un laboratorio permanente o un osservatorio sulla poesia per monitorare i lavori in corso, segnalare voci nuove e vecchie, ma che abbiano saputo riprendere il cammino della creatività in maniera notevole. Troppe volte, nelle ultime decadi, abbiamo infatti udito voci anche fresche, che, purtroppo, sono poi andate ripetendosi o a fissare quel carattere in cliché di maniera, capaci solo di offuscare il bell’accenno di nuovo, che aveva invece tanto colpito all’inizio».

Chi sono i poeti contemplati nell’antologia? Eccoli elencati rispettando l’ordine con cui sono stati “presentati” all’interno del volume: Pier Luigi Bacchini, Giampiero Neri, Franco Loi, Fernando Bandini, Elio Pecora, Jolanda Insana, Nanni Cagnone, Anna Cascella Luciani, Giorgio Manacorda, Cristina Annino, Maurizio Cucchi, Lino Angiuli, Assunta Finiguerra, Biancamaria Frabotta, Guido Oldani, Roberto Piumini, Maura Del Serra, Amedeo Anelli, Margherita Rimi, Antonio Riccardi, Paolo Febbraro.
Ventuno poeti italiani, che – come evidenziato – la Marcheschi ha giudicato variamente rappresentativi e validi da molteplici angolazioni. Con riferimento a ciascuno di loro ha offerto (oltre che, naturalmente, una selezione di poesie) un profilo bio-bibliografico e critico fondamentale per comprenderne genesi ed evoluzione dell’opera artistica.

Ringrazio personalmente Daniela Marcheschi per il suo impegno e per l’ottimo lavoro svolto anche nell’ambito di questa nuova utilissima antologia (dedicata, peraltro, alla memoria del poeta e critico Remo Pagnanelli, Macerata, 1955-1987) che, oltre a “dare luce” ai poeti citati, contribuisce a riaprire il dibattito sulla poesia in Italia.

* * *

In chiusura, ne approfitto per segnalare quest’altro volume intitolato: “LA GRAVIDANZA DELLA TERRA. Antologia di poesia rurale” (curato da Daniela Marcheschi e pubblicato da Olio Officina). Si tratta (come ben segnalato nella scheda del libro, che riporto di seguito) di una “antologia di poesie inedite allestita con l’intento di riportare l’attenzione dei poeti italiani ed europei sulla campagna. Il lettore troverà versi di autori italiani, croati, francesi, portoghesi, rumeni, svedesi e svizzeri. Daniela Marcheschi ha invitato 43 autori con la dichiarata intenzione di fare i conti con ciò che nel XXI secolo può essere, e significare, la vita rurale. La situazione umana, nella storia e nell’ambiente, muta di continuo. Mutano i tempi, e i fenomeni sociali ed economici di industrializzazione e post-industrializzazione nella loro sostanza multiforme e nelle loro conseguenze. Ciò vale anche per altri fenomeni e aspetti che, per meri pregiudizi ideologici o pigrizia, sono stati sovente relegati all’ambito di residuo del passato. Ma a torto: è un fatto che oggi il settore agricolo sia in grado di trainare di nuovo l’economia. Ciò impone un ripensamento critico su differenti piani: sociologico, economico, storico o culturale in senso lato. Una simile riflessione la si deve pretendere anche in poesia, che non può ritenersi un giardino chiuso, uno spazio ripiegato esclusivamente su un soggettivismo esasperato“.

La gravidanza della terra. Antologia di poesia rurale (a cura di Daniela Marcheschi)

Un approfondimento è disponibile cliccando su questo link.

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LETTERATITUDINE 3: LETTURE, SCRITTURE E METANARRAZIONI http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2017/02/24/letteratitudine-3-letture-scritture-e-metanarrazioni/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2017/02/24/letteratitudine-3-letture-scritture-e-metanarrazioni/#comments Fri, 24 Feb 2017 14:21:53 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=7445 Care amiche e cari amici,
come qualcuno di voi saprà, di recente è uscito il volume intitolato “Letteratitudine 3: letture, scritture e metanarrazioni” (LiberAria).
Si tratta del terzo volume che ho curato e pubblicato con riferimento alle attività di Letteratitudine. Quest’ultimo, tuttavia, è un libro speciale. Anzi, specialissimo. Perché nasce anche – e soprattutto – con l’intento di festeggiare i dieci anni di attività online di questo “luogo d’incontro virtuale” (Letteratitudine nasce, infatti, nel mese di settembre dell’anno 2006).
Come ho provato a spiegare nella prefazione del libro, quella di Letteratitudine è stata (e continuerà a essere) un’esperienza di “condivisione” (una parola che – credo – oggi più che mai debba essere tutelata e valorizzata).
In tutti questi anni posso dire che “condivisione” è stata la parola chiave per eccellenza di Letteratitudine. Del resto è evidente il fatto che la letteratura, la cultura, i libri, i “saperi”, hanno ragion d’essere solo in un’ottica di condivisione. Lo spirito di condivisione – peraltro – favorisce anche l’accoglienza di punti di vista differenti, persino opposti e contrapposti (partendo dalla considerazione che la diversità di idee e opinioni, fondata sul reciproco rispetto, è sempre occasione di crescita). In oltre dieci anni di attività ho sempre lavorato perché lo spirito della condivisione, così inteso, fosse presente e aleggiasse su ogni attività organizzata e portata avanti con Letteratitudine.
Ecco perché questo libro è nato nell’ottica dello spirito di condivisione.
Ringrazio, ancora una volta, di vero cuore le amiche scrittrici e gli amici scrittori che mi hanno aiutato a realizzarlo donandomi il loro contributo.
Grazie, amici cari. Grazie di vero cuore!

* * *

Ne approfitto per fornire qualche informazione ulteriore sui contenuti di questo libro.
Credo che il sottotitolo sia già di per sé piuttosto indicativo: letture, scritture e metanarrazioni.
In estrema sintesi direi che le sezioni che lo compongono ruotano fondamentalmente sui due pilastri della “condivisione letteraria”: la lettura e la scrittura.

Il volume è formato da quattro sezioni, precedute – come già accennato – da una mia prefazione dove tento di “fare il punto” su questi dieci anni. La prima parte del libro è dedicata a una serie di interviste (sulla lettura e sulla scrittura) incentrate sul numero dieci. Dieci interviste strutturate sulla base di dieci domande (in questa sezione ho coinvolto: Ferdinando Camon, Massimo Carlotto, Antonella Cilento, Giancarlo De Cataldo, Maurizio de Giovanni, Nicola Lagioia, Dacia Maraini, Melania G. Mazzucco, Raul Montanari, Clara Sereni). La seconda sezione ospita una lunga serie di Autoracconti (dove gli scrittori sono stati invitati a raccontare i loro libri concentrandosi soprattutto sull’aspetto “creativo” della loro attività di scrittura). La terza sezione è dedicata alle Lettere (rivolte a scrittori scomparsi e/o personaggi letterari): qui ho chiesto agli amici scrittori di scegliere uno scrittore scomparso che avevano avuto modo di conoscere personalmente (o di studiare in maniera approfondita) oppure un personaggio letterario particolarmente amato… e di scrivergli una lettera immaginando che il “ricevente” (scrittore scomparso o personaggio letterario) avesse davvero la possibilità di leggerla. La parte finale del libro è dedicata a Vincenzo Consolo che ho voluto ricordare con il contributo di tanti amici scrittori e critici letterari.

Di seguito, riporterò l’indice completo del volume.

* * *

Care amiche e cari amici di Letteratitudine, che ci seguite con affetto da così tanto tempo… spero che possiate trovare questo libro utile e di vostro gradimento. E spero che possiate darci una mano a renderlo “vivo” attraverso la vostra lettura.
Ancora una volta, la condivisione si rivela come necessaria.

* * *

Il libro è disponibile nelle migliori librerie e presso i punti di rivendita online (Amazon libri, Ibs, Feltrinelli libri, Mondadori store, Libreria Universitaria, ecc.)

Indice
Prefazione di Massimo Maugeri pag. 7

Parte I
Lettura e scrittura:
dieci domande a dieci scrittori:

Ferdinando Camon – pag. 31
Massimo Carlotto - pag. 35
Antonella Cilento - pag. 38
Giancarlo De Cataldo - pag. 44
Maurizio de Giovanni - pag. 47
Nicola Lagioia - pag. 50
Dacia Maraini - pag. 52
Melania G. Mazzucco - pag. 55
Raul Montanari - pag. 61
Clara Sereni – pag. 67

Parte II
Autoracconti d’Autore:
scrittori raccontano i propri romanzi

Emanuela E. Abbadessa, Fiammetta - pag. 73
Eraldo Affinati, L’uomo del futuro - pag. 75
Marco Balzano, L’ultimo arrivato - pag. 78
Alessandro Bertante, Gli ultimi ragazzi del secolo - pag. 82
Rossana Campo, Dove troverete un altro padre come il mio – pag. 84
Paola Capriolo, Mi ricordo - pag. 86
Glenn Cooper, Il calice della vita - pag. 89
Mauro Covacich, La sposa - pag. 92
Maria Rosa Cutrufelli, Il giudice delle donne - pag. 94
Mario Di Caro, La capitana dell’isola di nessuno - pag. 96
Luca Doninelli, Le cose semplici - pag. 98
Ildefonso Falcones, La regina scalza - pag. 102
Catena Fiorello, L’amore a due passi - pag. 106
Chiara Gamberale, Per dieci minuti - pag. 109
Vittorio Giacopini, La mappa - pag. 112
Luigi Guarnieri, Il sosia di Hitler - pag. 116
Orazio Labbate, Lo Scuru - pag. 119
Nicola Lagioia, La ferocia - pag. 122
Joe R. Lansdale, La foresta - pag. 125
Simona Lo Iacono, Le streghe di Lenzavacche - pag. 128
Massimo Lugli, Stazione omicidi - pag. 131
Lorenzo Marone, La tentazione di essere felici - pag. 134
Paola Mastrocola, L’esercito delle cose inutili - pag. 138
Giordano Meacci, Il cinghiale che uccise Liberty Valance - pag. 143
Elena Mearini, Bianca da morire - pag. 147
Claudio Morandini, Neve, cane, piede - pag. 149
Giorgio Nisini, La lottatrice di sumo - pag. 153
Marilù Oliva, Le sultane - pag. 155
Demetrio Paolin, Conforme alla gloria - pag. 157
Marco Peano, L’invenzione della madre - pag. 162
Sergio Pent, I muscoli di Maciste - pag. 166
Sergio Claudio Perroni, Il principio della carezza - pag. 168
Romana Petri, Le serenate del Ciclone - pag. 170
Piergiorgio Pulixi, La notte delle pantere - pag. 174
Sara Rattaro, Splendi più che puoi - pag. 180
Paolo Roversi, Solo il tempo di morire - pag. 183
Clara Sánchez, Le cose che sai di me - pag. 185
Evelina Santangelo, Non va sempre così - pag. 187
Vanni Santoni, Terra ignota - pag. 192
Giuseppe Schillaci, L’età definitiva - pag. 195
Brunella Schisa, La scelta di Giulia - pag. 197
Elvira Seminara, Atlante degli abiti smessi - pag. 199
Marcello Simoni, L’Abbazia - pag. 202
Simona Sparaco, Equazione di un amore - pag. 204
Mariapia Veladiano, Una storia quasi perfetta - pag. 206
Grazia Verasani, Senza ragione apparente - pag. 209

Parte III
Lettere a personaggi letterari e autori scomparsi

Lettera ad Alice
di Francesca G. Marone – pag. 213
Lettera a Honoré de Balzac
di Mariolina Bertini – pag. 218
Lettera a Rocco Carbone
di Romana Petri – pag. 223
Lettere a Marianna Coffa
di Marinella Fiume – pag. 228
di Maria Lucia Riccioli – pag. 234
Lettera a Cthulhu
di Marco Peano – pag. 238
Lettera a Stefano D’Arrigo
di Tea Ranno – pag. 242
Lettera a Dracula
di Guglielmo Pispisa – pag. 244
Lettera a Marguerite Duras
di Sandra Petrignani – pag. 248
Lettera ad Alfonso Gatto
di Carmen Pellegrino – pag. 252
Lettera a Jean-Claude Izzo
di Stefania Nardini – pag. 256
Lettera a Primo Levi
di Sara Rattaro – pag. 258
Lettera a Katherine Mansfield
di Lia Levi - pag. 261
Lettera a Elsa Morante
di Graziella Bernabò - pag. 266
Lettera ad Anna Maria Ortese
di Adelia Battista - pag. 272
Lettera a padre Paneloux
di Filippo Tuena - pag. 278
Lettera a Pier Paolo Pasolini
di Francesco Pecoraro - pag. 284
Lettera a Perelà
di Claudio Morandini - pag. 289
Lettera a Hercule Poirot
di Ornella Sgroi - pag. 293
Lettera a Giuseppe Pontiggia
di Daniela Marcheschi - pag. 298
Lettera a Ugo Riccarelli
di Giulia Ichino - pag. 302
Lettera a Emilio Salgari
di Patrizia Rinaldi - pag. 304
Lettera a Gregorio Samsa
di Andrea Caterini - pag. 309
Lettere a Leonardo Sciascia
di Antonio Di Grado - pag. 312
di Vincenzo Vitale - pag. 315
Lettera a Manlio Sgalambro
di Domenico Trischitta - pag. 319
Lettera a Winston Smith
di Carlotta Susca - pag. 322
Lettera ad Antonio Tabucchi
di Paolo Di Paolo - pag. 326
Lettera a Tereza
di Mavie Parisi - pag. 329
Lettera a Marianna Ucrìa
di Simona Lo Iacono - pag. 334
Lettera a Sebastiano Vassalli
di Michele Rossi - pag. 337

Parte IV
Omaggio a Vincenzo Consolo

In ricordo di Vincenzo Consolo
intervista a Consolo di Massimo Maugeri – pag. 341
Per Vincenzo Consolo, poeta e profeta
di Maria Attanasio – pag. 346
Alle soglie del témenos
di Sebastiano Burgaretta – pag. 349
La memoria di una “voce narrante”
di Domenico Calcaterra – pag. 352
Quei frammenti caduti dal cielo: Lunaria 2.0
di Eliana Camaioni – pag. 356
Un mite guerriero
di Maria Rosa Cutrufelli – pag. 362
Per Vincenzo Consolo (e per Bufalino e Sciascia)
di Antonio Di Grado – pag. 367
L’utopia di Vincenzo Consolo: Itaca senza proci
di Giuseppe Giglio – pag. 369
Come Nicolas De Staël d’après Seghers
di Salvatore Silvano Nigro – pag. 373
Vincenzo Consolo, scrittore antagonista
in lotta con il potere

di Massimo Onofri – pag. 377
L’amara saggezza del narrare: Vincenzo Consolo
e Los desastres de la guerra di Francisco Goya

di Salvo Sequenzia – pag. 381
Vincenzo Consolo, l’irrequietudine
e il sigillo della scrittura

di Natale Tedesco – pag. 387
Vincenzo Consolo: la ferita che non guarisce
di Anna Vasta – pag. 389

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VOCI DAL SALONE – “Letteratitudine in Fm” di venerdì 16 maggio 2014 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2014/05/15/voci-dal-salone-2014/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2014/05/15/voci-dal-salone-2014/#comments Thu, 15 May 2014 17:47:08 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=6150 logo_salone-libro-torinoLa puntata di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 16 maggio 2014 è dedicata al Salone del libro di Torino – h. 13 circa [e, in replica, il mercoledì successivo (h. 9 circa)]

In Fm e in streaming su Radio Hinterland

LA PUNTATA È  GIA’ ASCOLTABILE ONLINE, CLICCANDO SUL PULSANTE AUDIO

La puntata di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 16 maggio 2014 è dedicata al Salone del libro di Torino (che si è svolto dall’8 al 12 maggio): si intitola “Voci dal Salone” e presenta – per l’appunto – alcune “voci” che sono state raccolte, in maniera estemporanea, nel corso di una mezza giornata trascorsa in giro tra gli stand del Salone.
Gli ospiti: Sandro Ferri (editore delle edizioni E/O) ci racconta il suo punto di vista sullo stato dell’editoria e ci aggiorna sulle novità della sua casa editrice; anche Antonio Sellerio (della Sellerio editore) ci spiega il suo punto di vista sullo stato dell’editoria e ci illustra un nuovo progetto editoriale della Sellerio; Jacopo De Michelis ci presenta alcune novità della Marsilio; speciale Remo Teglia, in occasione della ripubblicazione per i tipi di Avagliano delle opere dello scrittore scomparso già edito da Einaudi (intervengono: il sindaco di Altopascio; Marco Teglia, figlio dello scrittore; Daniela Marcheschi, saggista e critico letterario; Daniela D’Angelo, editor di Avagliano); Cooperativa Letteraria (realtà nata a Torino: ne parliamo con la direttrice, Caterina Arcangelo); incontro con lo scrittore Marino Magliani (sul suo nuovo libro).

trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia: Federico Marin

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Letteratitudine in Fm va in onda su Radio Hinterland il venerdì mattina (h.13 circa) e – in replica – il mercoledì mattina (h. 11,00). Per dettagli, consulta il palinsesto della radio.

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DIECI ANNI DALLA MORTE DI GIUSEPPE PONTIGGIA http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2013/06/24/dieci-anni-dalla-morte-di-giuseppe-pontiggia/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2013/06/24/dieci-anni-dalla-morte-di-giuseppe-pontiggia/#comments Mon, 24 Jun 2013 17:38:53 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=5296 Dieci anni fa, per l’esattezza il 27 giugno 2003, moriva a Milano (colpito da collasso circolatorio mentre era ancora in piena attività) lo scrittore e critico letterario italiano Giuseppe Pontiggia.
Era nato a Como, il 25 settembre 1934.
L’attività letteraria di Pontiggia è stata molto intensa (già a partire dalla sua collaborazione con la rivista d’avanguardia “Il Verri” diretta da Luciano Anceschi) nonostante il “vincolo” dei primi anni dovuto all’impegno assorbente del lavoro in banca. Da tale attività lavorativa (e dalla frustrazione che ne derivò), Pontiggia prese lo spunto per la scrittura del suo primo romanzo autobiografico “La morte in banca” (1959). Nel 1961 decise di lasciare l’impiego in banca e si dedicò all’insegnamento serale e alla letteratura (a partire da quell’anno curerà per la Mondadori l’Almanacco dello Specchio).

Nonostante la prematura scomparsa, la produzione letteraria di Pontiggia è molto ricca. Ricordiamo le seguenti opere di narrativa (oltre al già citato romanzo “La morte in banca”): “L’arte della fuga“, (Adelphi, 1968 – di recente riedito da Mondadori); “Il giocatore invisibile” (1978); “Il raggio d’ombra” (1983); “La grande sera” (1989 – Premio Strega); “Vite di uomini non illustri” (1994 – Premio SuperFlaiano); “Nati due volte” (2000 – Premio Campiello e Premio Società dei Lettori Lucca-Roma); “Prima persona” (Mondadori); “Il residence delle ombre cinesi” (2003, postumo). Ricordiamo altresì che le “Opere” di Pontiggia sono pubblicate nei «Meridiani» Mondadori, a cura e con introduzione di Daniela Marcheschi.
Tra i vari riconoscimenti tributati a Pontiggia, non bisogna dimenticare il conferimento del Premio Chiara alla carriera nel 1997.

A dieci anni dalla scomparsa, nella tradizione di Letteratitudine, mi piacerebbe ricordare questo nostro scrittore con il vostro indispensabile contributo. Dedico dunque questo “spazio” alla memoria di Peppo Pontiggia, anche con l’auspicio di contribuire a far conoscere questo autore a chi non avesse ancora avuto modo di accostarsi alle sue opere.
Chiedo a tutti di contribuire lasciando un ricordo, un’impressione, una citazione, informazioni biografiche… ma anche link ad altri siti e quant’altro possa servire a ricordare Pontiggia e la sua produzione letteraria. Seguono alcune domande volte a favorire la discussione.

1. Che rapporto avete con le opere di Giuseppe Pontiggia?

2. Qual è quella che avete amato di più?

3. Qual è quella che ritenete più rappresentativa (a prescindere dalle vostre preferenze)?

4. Tra le varie “citazione” di Pontiggia di cui avete memoria (o che magari avrete modo di leggere per questa occasione)… qual è quella con cui vi sentite più in sintonia?

5. A dieci dalla morte, qual è l’eredità che Pontiggia ha lasciato nella letteratura italiana?

Grazie in anticipo per la vostra partecipazione.

Contestualmente, a partire da domani (e per qualche giorno), LetteratitudineNews accoglierà contributi dedicati a Pontiggia.

Massimo Maugeri

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È online la puntata con DANIELA MARCHESCHI, ospite di “Letteratitudine in Fm” del 9 novembre 2012 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2012/11/11/in-radio-con-daniela-marcheschi/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2012/11/11/in-radio-con-daniela-marcheschi/#comments Sun, 11 Nov 2012 17:19:58 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=4631 daniela-marcheschi-sogno-letteraturaÈ online la puntata con DANIELA MARCHESCHI, ospite di “Letteratitudine in Fm” del 9 novembre 2012

Ospite della puntata di “Letteratitudine in Fm” del 9 novembre 2012 è stata la saggista e critica letteraria Daniela Marcheschi.
Con Daniela Marcheschi abbiamo discusso del suo nuovo libro “Il sogno della letteratura” (Gaffi editore) e di una serie di tematiche legate, appunto, alla letteratura.

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È online la puntata con STEFANO PETROCCHI e GIULIA ICHINO, ospiti di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 13 luglio 2012 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2012/07/19/in-radio-con-massimo-maugeri/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2012/07/19/in-radio-con-massimo-maugeri/#comments Thu, 19 Jul 2012 13:20:55 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2567 STEFANO PETROCCHI e GIULIA ICHINO, ospiti di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 13 luglio 2012

petrocchi-ichinoNella puntata di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 13 luglio abbiamo discusso di Premio Strega (l’edizione di quest’anno è stata vinta da Alessandro Piperno) con Stefano Petrocchi (segretario esecutivo della Fondazione Bellonci) e Giulia Ichino (responsabile della narrativa italiana in Mondadori).

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E’ online la puntata con MORGAN PALMAS, SIMONA LO IACONO, ROMANA PETRI, CARLO PEDINI, ospiti di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 6 luglio 2012

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La nuova puntata di “Letteratitudine in Fm” (di venerdì 6 luglio) ha accolto diversi ospiti. Nella prima parte abbiamo discusso di K-Lit, il primo festival europeo dei blog letterari, con il suo ideatore: Morgan Palmas.

La seconda parte della puntata e’ stata dedicata all’incontro letterario “Parole sotto le stelle“, svoltosi a Siracusa il 30 giugno, con gli scrittori: Simona Lo Iacono (organizzatrice dell’evento), Romana PetriCarlo Pedini … per discutere di Storia e dei romanzi “La sesta stagione” (di Carlo Pedini) e “Tutta la vita” (di Romana Petri).

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È online la puntata con MICHELA MURGIA, ospite di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 29 giugno 2012

michela-murgiaOspite della puntata di venerdì 29 giugno è stata la scrittrice Michela Murgia: abbiamo discusso del suo nuovo romanzo “L’incontro” (Einaudi)… ma è stata anche l’occasione per discutere di amicizia, del concetto di “noi”, di Sardegna e di tanto altro…
In coda alla trasmissione abbiamo parlato del volume “Presente” (Einaudi), di cui la Murgia è coautrice insieme a Andrea Bajani, Paolo Nori e Giorgio Vasta.

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È online la puntata con ERRICO BUONANNO, ospite di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 22 giugno 2012  (insieme a “Ultimo incontro a Dresda” di Edgardo Cozarinsky)

buonanno-cozarinskyOspite della puntata di venerdì 22 giugno è stato lo scrittore Errico Buonanno, con cui abbiamo discusso del suo nuovo libro “L’eternità stanca. Pellegrinaggio agnostico tra le nuove religioni” (Laterza – Contromano): un viaggio attraverso le nuove religioni di Roma.
In esclusiva per Letteratitudine, alcuni brani tratti da “L’eternità stanca” di Errico Buonanno

Nella seconda parte della puntata abbiamo introdotto il romanzo “Ultimo incontro a Dresda” di Edgardo Cozarinsky (è stata letta qualche pagina del libro)

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È online la puntata con ALESSANDRA CASELLA, ospite di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 15 giugno 2012

alessandra-casellaOspite della puntata di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 15 giugno,è stata l’attrice, conduttrice ed esperta di libri Alessandra Casella (ideatrice e direttrice di Booksweb.tv).

Con Alessandra Casella abbiamo tracciato il suo percorso artistico e discusso  del progetto Booksweb.tv, ma abbiamo parlato anche – in generale – di lettura, libri e letteratura.

Puntata da non perdere!

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È online la puntata con SAVERIO SIMONELLI, ospite di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 8 giugno 2012

saverio-simonelliOspite di “Letteratitudine in Fm”, nella puntata di venerdì 8 giugno, è stato lo scrittore, giornalista e conduttore televisivo Saverio Simonelli. Abbiamo discusso di letteratura e musica prendendo spunto dalla sua nuova pubblicazione dedicata al musicista Angelo Branduardi: “La musica è altrove. Cielo e terra nelle canzoni di Angelo Branduardi” (edizioni Ancora)

In esclusiva su LetteratitudineNews, la prefazione del libro firmata da Angelo Branduardi

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ROBERTO ALAJMO, ospite di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 25 maggio 2012

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Ospite della puntata di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 25 maggio (h. 13 circa) è stato lo scrittore Roberto Alajmo. Abbiamo discusso del suo libro “Un lenzuolo contro la mafia. Sono vent’anni e sembra domani” (Navarra), in ricordo delle stragi del ‘92 in cui persero la vita i giudici Falcone e Borsellino e dell’esperienza del Comitato dei lenzuoli.

Cliccando in basso, avrete modo di ascoltare la registrazione della presentazione catanese di questo libro avvenuta presso la libreria Cavallotto.

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È online la puntata con MARIA ROSA CUTRUFELLI, ospite di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 18 maggio 2012

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Ospite della trasmissione di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 18 maggio è stata la scrittrice Maria Rosa Cutrufelli con la quale abbiamo discusso del suo nuovo romanzo intitolato “I bambini della ginestra” (Frassinelli), incentrato – appunto – sulla strage di Portella della Ginestra del 1° maggio 1947. È stata, ovviamente, l’occasione per discutere di questa strage (la prima che macchia di sangue la Repubblica italiana e segna – al tempo stesso – l’inizio della “guerra fredda”) e di una serie di argomenti a essa collegati.

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ROBERTO ANDÒ, ospite di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 11 maggio 2012

roberto-andoOspite della puntata di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 11 maggio (h. 13 circa) è stato lo scrittore e regista Roberto Andò (incontrato nel corso dell’evento Maggio dei libri a Catania) con cui abbiamo discusso del suo romanzo “Il trono vuoto” (Bompiani)

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È online la puntata con PAOLO VANELLI, ospite di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 4 maggio 2012 (SPECIALE BASSANI)

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La puntata di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 4 maggio è stata dedicata alla figura di Giorgio Bassani, in occasione del cinquantenario della pubblicazione del suo romanzo più celebre: “Il giardino dei Finzi-Contini“.

Ospite della puntata, il critico Paolo Vanelli, autore del saggio “La finzione autobiografica del Romanzo di Ferrara” (Corbo editore), dedicato alle opere narrative di Bassani.

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È online la puntata con SALVATORE SILVANO NIGRO, ospite di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 27 aprile 2012

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Ospite della puntata di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 27 aprile (h. 13 circa) è stato il critico letterario, saggista a cattedratico Salvatore Silvano Nigro, con cui abbiamo discusso del suo nuovo libro “Il Principe fulvo” (Sellerio): un’analisi inedita del romanzo “Il Gattopardo” e della figura di Tomasi di Lampedusa.
A fine puntata è stato letto un brano tratto da “Il Gattopardo“.

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SANDRO VERONESI, ospite di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 20 aprile 2012

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È tornato a trovarci Sandro Veronesi, nella puntata di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 20 aprile 2012, per discutere delle sue recenti pubblicazioni (e dei temi a esse legate): la raccolta di racconti “Baci scagliati altrove” (Fandango) e la nuova edizione de “Gli sfiorati” (Fandango).
Abbiamo discusso della genesi del racconto “Profezia”, dei temi legati ad alcuni degli altri racconti, della differenza di “approccio narrativo” tra racconti e romanzi, degli “sfiorati” di oggi e di quelli di oltre trent’anni fa… e di altro ancora…

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È online la puntata con BARBARA GOZZI e FEDERICA SGAGGIO, ospiti di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 13 aprile 2012  (puntata dedicata a Primo Levi, in occasione del 25° della morte)

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Nella puntata di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 14 abbiamo discusso del Festival letterario italo-irlandese con due delle organizzatrici: Federica Sgaggio e Barbara Gozzi. Con Federica Sgaggio abbiamo discusso anche di giornalismo prendendo spunto dalla sua recente pubblicazione: “Il paese dei buoni e dei cattivi. Perché il giornalismo, invece di informarci, ci dice da che parte stare” (Minimum fax).

La seconda parte della puntata è stata dedicata a Primo Levi, in occasione del 25° della morte (con letture tratte da “Se questo è un uomo“).

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È on line la puntata con FRANCESCA MELANDRI, ospite di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 6 aprile 2012

francesca-melandriOspite della puntata di Letteratitudine in Fm di venerdì 6 aprile 2012 è stata la scrittrice e sceneggiatrice Francesca Melandri con cui abbiamo discusso del suo nuovo romanzo “Più alto del mare” (Rizzoli). È stata anche l’occasione per discutere delle problematiche che hanno interessato la seconda metà degli anni Settanta in Italia e per approfondire il tipo di solitudine che attanaglia i parenti stretti dei detenuti nelle carceri di massima sicurezza. Abbiamo discusso anche della differenza tra scrivere una sceneggiatura e scrivere un romanzo.

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È online la puntata con, MARIA ATTANASIO e ANTONELLA CILENTO, ospiti di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 30 marzo 2012 : puntata dedicata alla memoria di ANTONIO TABUCCHI

attanasio-cilento-tabucchiOspiti della puntata di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 30 marzo sono state la poetessa e scrittrice Maria Attanasio (con cui abbiamo discusso del suo nuovo libro: “La città d’argilla“, edito da Mesogea) e la scrittrice e docente di scrittura creativa Antonella Cilento (con cui abbiamo discusso del suo nuovo romanzo: “La paura della lince“, edito da Rogiosi).
È stata l’occasione per parlare di Caltagirone, di Sicilia, di Napoli… ma anche per discutere di poesia, di letteratura e di alcune interessanti iniziative culturali.
La puntata è dedicata a Antonio Tabucchi, scomparso di recente.
Maria Attanasio e Antonella Cilento hanno dedicato un loro personale pensiero a Antonio Tabucchi.
A fine puntata sono state lette le prime pagine di “Sostiene Pereira”.
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È online la puntata con TEA RANNO e “1Q84″ (di Murakami Haruki), ospiti di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 23 marzo 2012

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Ospite della puntata di venerdì 23 marzo è stata la scrittrice Tea Ranno, con cui abbiamo discusso del suo nuovo romanzo La sposa vermiglia (Mondadori): la storia “forte” (ispirata da un fatto realmente accaduto) di un amore contrastato nella Sicilia degli anni ‘20.

Abbiamo anche presentato il nuovo romanzo di Murakami Haruki 1Q84” (di cui abbiamo letto qualche brano).

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È online la puntata con FRANCO FORTE e LEDA MELLUSO, ospiti di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 16 marzo 2012

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La puntata di venerdì 16 marzo è stata dedicata al romanzo storico. Abbiamo avuto come ospiti gli scrittori Franco Forte e Leda Melluso.

Con Franco Forte (che è anche il direttore editoriale delle collane da edicola Mondadori: Il Giallo Mondadori, Urania e Segretissimo) abbiamo discusso di editoria e del suo nuovo romanzo “Il segno dell’untore” (Mondadori), ambientato nella Milano del 1576.

Con Leda Melluso abbiamo parlato del suo romanzo “L’amante inglese” (Piemme), ambientato a Napoli e a Palerno nell’anno 1798.

È stata anche l’occasione per discutere di quei periodi storici, di come si viveva e di quali erano le problematiche dell’epoca nelle città in questione.

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Letteratitudine in Fm va in onda su Radio Hinterland il venerdì mattina (h.12,30 circa) e – in replica – il martedì sera (h. 20,30) e il mercoledì mattina (h. 11,00). Per dettagli, consulta il palinsesto della radio. Puoi ascoltare Radio Hinterland in Fm su 94.600 nelle province di Milano e Pavia, oppure in streaming via Internet cliccando qui.

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È online la puntata con VITO MANCUSO, ospite di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 9 marzo 2012

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Il teologo Vito Mancuso è stato l’ospite della puntata di venerdì 9 marzo di “Letteratitudine in Fm”.

Nel corso della puntata, abbiamo avuto modo di ascoltare i suoi interventi nella presentazione catanese del suo volume “Io e Dio. Guida dei perplessi” (Garzanti).

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È on line la puntata con ALBERTO SINIGAGLIA e MARCO MANCASSOLA, ospiti di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 2 marzo 2012

Con Alberto Sinigaglia abbiamo discusso di giornalismo prendendo spunto dalla collana dedicata ai “classici del giornalismo” pubblicata dall’editore Aragno e curata dallo stesso Sinigaglia. Abbiamo discusso anche dell’esperienza di Sinigaglia con Tuttolibri (inserto settimanale culturale del quotidiano “La Stampa”) e di un recente saggio pubblicato da Donzelli intitolato, appunto, “Raccontare cultura. L’avventura intellettuale di Tuttolibri (1975-2011)” di Anna D’Agostino.

Con Marco Mancassola abbiamo discusso della nuova edizione di “Last Love Parade“, di recente in libreria per i tipi de “Il Saggiatore“. È stata anche l’occasione per discutere della parte finale degli anni Ottanta (periodo di ambientazione del romanzo) della musica di quegli anni (dalla disco alla techno), della “Love parade” e di altro ancora…

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È online la puntata con CATENA FIORELLO, ospite di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 24 febbraio 2012

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La scrittrice Catena Fiorello è stata l’ospite della puntata di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 24 febbraio.
Con lei abbiamo discusso del suo nuovo romanzo “Casca il mondo, casca la terra” edito da Rizzoli.

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È online la puntata con, MICHELE MARI e GIOVANNI ARIANO, ospiti di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 17 febbraio 2012

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Gli ospiti della puntata di venerdì 17 febbraio 2012 sono stati lo scrittore Michele Mari, con cui abbiamo discusso del suo nuovo libro edito da Einaudi, “Fantasmagonia” (ma anche di letteratura in generale) e Giovanni Ariano, Presidente della Società Italiana di Psicoterapia Integrata, con cui abbiamo discusso di anoressia (e del suo nuovo libro “Il corpo muto. Diagnosi e cura dell’anoressia mentale” – Sipintegrazioni edizioni).

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È online la puntata con DANIELA MARCHESCHI, ospite di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 10 febbraio 2012 (incentrata sulla poesia e i Premi Nobel per la Letteratura Wisława Szymborska e Tomas Tranströmer)

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La puntata di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 10 febbraio è stata dedicata alla poesia e ai Premi Nobel per la Letteratura. Abbiamo avuto come ospite Daniela Marcheschi, con cui abbiamo discusso di Wisława Szymborska (scomparsa il 1° febbraio) e di Tomas Tranströmer (entrambi Premi Nobel della letteratura). Nella seconda parte della puntata abbiamo discusso del nuovo libro di Daniela Marcheschi: “Maurizio Cucchi o la pace sospesa” (edito da ZonaFranca).

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È online la puntata con DACIA MARAINI e VINCENZO CONSOLO, ospiti di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 3 febbraio 2012

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Nella puntata di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 3 febbraio (h. 13 circa) è tornata a trovarci Dacia Maraini. Abbiamo discusso del suo nuovo libro “La grande festa” (Rizzoli): una dolcissima riflessione sulla morte, ma anche un ritratto memorabile di sé che mescola affetti privati e pubblici, felicità e dolore. Il ricordo della sorella Yuki, del padre Fosco, di Alberto Moravia, di Giuseppe Moretti, di Maria Callas e di Pier Paolo Pasolini.

La seconda parte della puntata è stata dedicata alla memoria dello scrittore Vincenzo Consolo, scomparso il 21 gennaio scorso.

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È on line la puntata con RAUL MONTANARI, ospite di “Letteratitudine in Fm” di martedì 31 gennaio 2012

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Raul Montanari è stato l’ospite di Letteratitudine in Fm” di martedi’ 31 gennaio 2012.

Abbiamo discusso di fede e di alcune analogie tra la filosofia Zen e certi passi del Vangelo (ma anche delle loro profonde e inconciliabili differenze). Lo spunto lo ha fornito il nuovo libro di Montanari intitolato “Il Cristo Zen” (Indiana)… ma abbiamo discusso anche di scrittura e di editoria (e di altro ancora) e del suo più recente romanzo: “L’esordiente” (Dalai).

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È online la puntata con GIANNI RIOTTA, ospite di “Letteratitudine in Fm” del 20 gennaio 2012

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Ospite della puntata di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 21 gennaio 2012 è stato lo scrittore e giornalista Gianni Riotta: abbiamo discusso di giornalismo e informazione ai tempi del web, di Sicilia, di libri (e di tanto altro ancora) prendendo spunto dal suo nuovo libro: “Le cose che ho imparato” (Mondadori)

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È on line la puntata con WALTER PEDULLÀ, ospite di “Letteratitudine in Fm” del 13 gennaio 2012

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Ospite della puntata di “Letteratitudine in Fm” del 13 gennaio 2012 (h. 13 circa) è stato il saggista e critico letterario Walter Pedullà. Con lui abbiamo discusso del volume “Alberto Savinio. Scrittore ipocrita e privo di scopo” (edizioni Anordest), incentrato su una delle figure artistiche più interessanti del Novecento italiano: Alberto Savinio (scrittore, pittore, musicista). Ne abbiamo approfittato per chiedere a Walter Pedullà il suo parere sulla letteratura italiana dei cosiddetti anni zero (ovvero, dell’ultimo decennio all’incirca). A fine puntata sono state lette alcune pagine scritte da Ruggero Savinio, figlio di Alberto.

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È on line la puntata con ELENA MEARINI, ospite di “Letteratitudine in Fm” del 23 dicembre 2011 (con la partecipazione di Antonio Paolacci, Stefania Nardini e Giorgio Vasta)

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Ospite della puntata di “Letteratitudine in Fm” del 23 dicembre è stata la scrittrice milanese Elena Mearini, protagonista della conferenza di presentazione del suo nuovo romanzo  ”Undicesimo comandamento” (Perdisa Pop), presentato a “Più libri, più liberi” con la partecipazione di Antonio Paolacci, Stefania Nardini e Giorgio Vasta. Tutto lo staff di “Letteratitudine in Fm” ne approfitta per augurarvi buone festività natalizie.

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È on line la puntata con DACIA MARAINI, PIERA DEGLI ESPOSTI, PAOLO DI PAOLO, ospiti di “Letteratitudine in Fm” del 16 dicembre 2011

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Ospite della puntata di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 16 dicembre (h. 12,30 circa) è stata Dacia Maraini. Abbiamo avuto modo, infatti, di ascoltare – in esclusiva – gli interventi tratti dalla presentazione alla fiera romana “Più libri, più liberi” del nuovo testo della Maraini intitolato “Per Giulia” (pubblicato da Perrone editore). Si tratta di un testo teatrale dedicato a Giulia, una studentessa scomparsa a causa del recente terremoto dell’Aquila. Avrete altresì modo di ascoltare, oltre agli interventi di Dacia, la magistrale lettura di alcuni brani del testo interpretati da Piera Degli Esposti e l’introduzione di Paolo Di Paolo.

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Letteratitudine in Fm va in onda su Radio Hinterland il venerdì mattina (h.12,30 circa) e – in replica – il martedì sera (h. 20,30) e il mercoledì mattina (h. 10,00). Per dettagli, consulta il palinsesto della radio. Puoi ascoltare Radio Hinterland in Fm su 94.600 nelle province di Milano e Pavia, oppure in streaming via Internet cliccando qui.

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È on line la puntata con MAURIZIO DE GIOVANNI, ospite di “Letteratitudine in Fm” del 02 dicembre 2011

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Maurizio de Giovanni è stato l’ospite di “Letteratitudine in Fm” del 02 dicembre 2011. Abbiamo discusso del suo personaggio letterario, il commissario Ricciardi, e del suo nuovo libro: “Per mano mia. Il Natale del commissario Ricciardi” (Einaudi Stile libero).

La seconda parte della puntata è stata dedicata al saggio di Leslie A. FiedlerIl ritorno del pellerossa. Mito e letteratura in America (Guanda)

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È on line la puntata con, REMO BASSINI e GIANFRANCO FRANCHI, ospiti di “Letteratitudine in Fm” del 25 novembre 2011

bassini-franchiGli scrittori Remo Bassini e Gianfranco Franchi sono stati gli ospiti della puntata di “Letteratitudine in Fm” del 25 novembre 2011.

Con Remo Bassini abbiamo discusso del suo nuovo romanzo “Vicolo del precipizio” (Perdisa Pop).

Con Gianfranco Franchi abbiamo discusso del suo nuovo libro “L’arte del Piano B” (Piano B edizioni).

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È on line la puntata con SARAH ZAPPULLA MUSCARA’ e SALVATORE FERLITA, ospiti di “Letteratitudine in Fm” dell’18 novembre 2011

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Ospiti della puntata di “Letteratitudine in Fm” dell’18 novembre 2011 sono stati Sarah Zappulla Muscarà e Salvatore Ferlita.

Con Sarah Zappulla Muscarà (ordinario di Letteratuta Italiana nell’Università di Catania) abbiamo discusso del romanzo postumo di Stefano Pirandello (da lei curato) intitolato “Timor sacro” (Bompiani): è ancora aperta la pagina di discussione on line dedicata al libro.

Di questo libro di Stefano Pirandello (figlio del celebre Luigi) si sta discutendo molto anche sulle pagine dei principali quotidiani nazionali… mentre si appresta ad essere tradotto all’estero.

Con Salvatore Ferlita (assistant professor di Letteratura italiana contemporanea presso l’Università degli studi di Enna “Kore”, nonché critico letterario e collaboratore di “La Repubblica” – edizione siciliana) abbiamo discusso del volume “Le arance non raccolte” (Palumbo editore), dedicato agli scrittori siciliani del Novecento che – per un motivo o per l’altro – sono stati dimenticati o tralasciati. Abbiamo avuto modo di discutere anche sulle possibili ragioni che, in generale, determinano il successo o la “dimenticanza” di alcuni autori e delle loro opere.

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È on line la puntata con, PAOLO DI PAOLO e KATHARINA SCHMIDT, ospiti di “Letteratitudine in Fm” dell’11 novembre 2011

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Gli ospiti (puntata dell’11 novembre, h. 12:30 circa) sono stati lo scrittore Paolo Di Paolo (con cui abbiamo discusso del suo nuovo libro “Dove eravate tutti“, edito da Feltrinelli) e la traduttrice Katharina Schmidt (con cui abbiamo discusso dell’antologia da lei curata “Nel cuore della notte“, edita da Del Vecchio… ma abbiamo discusso anche di “traduzioni” confrontando il mercato editoriale italiano con quello tedesco).

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È on line la puntata con, GIANRICO CAROFIGLIO, ospite di “Letteratitudine in Fm” del 28 ottobre 2011

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L’ospite della puntata di “Letteratitudine in Fm” del 28 ottobre 2011 è stato lo scrittore e magistrato Gianrico Carofiglio con cui abbiamo discusso del suo nuovo romanzo appena edito dalla Rizzoli: “Il silenzio dell’onda“.

In coda alla puntata è possibile ascoltare le letture di alcuni brani tratti dal libro e interpretati dallo stesso autore.

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È on line la puntata con LAURA COSTANTINI e ELVIRA SEMINARA, ospiti di “Letteratitudine in Fm” del 21 ottobre 2011

costantini-seminaraOspiti della puntata di “Letteratitudine in Fm” del 21 ottobre 2011, sono state le scrittrici e giornaliste Laura Costantini e Elvira Seminara.

Con Laura Costantini abbiamo discusso dell’antologia “Cronache di inizio millennio“, pubblicato da Historica (di cui ne è la co-curatrice).

Con Elvira Seminara abbiamo discusso dell’antologia “Non è un paese per donne“, pubblicato da Oscar Mondadori (la Seminara è una delle autrici).

Si evidenza lo scopo benefico di entrambi i libri proposti (come sarà meglio specificato nel corso della puntata).

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È on line la puntata con DOMENICO SEMINERIO e ALESSANDRO ZANNONI, ospiti di “Letteratitudine in Fm” del 14 ottobre 2011

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Ospiti della puntata di “Letteratitudine in Fm” del 14 ottobre 2011 sono stati gli scrittori Domenico Seminerio e Alessandro Zannoni, con i quali abbiamo discusso dei rispettivi nuovi romanzi: “Il volo di Fifina” (Dario Flaccovio editore) e “Le cose di cui sono capace” (Perdisa pop).

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È on line la puntata con MARIOLINA BERTINI e RENZO PARIS, ospiti di “Letteratitudine in Fm” del 7 ottobre 2011

bertini-parisOspiti della puntata di “Letteratitudine in Fm” del 7 ottobre sono stati Mariolina Bertini e Renzo Paris.

Con Mariolina Bertini, francesista e docente di letteratura francese all’Università degli Studi di Parma, abbiamo discusso della rivista “L’Indice dei libri del mese” (di cui è il vicedirettore)… ma anche dell’attuale situazione della letteratura francese messa a confronto con quella italiana.

Con lo scrittore Renzo Paris abbiamo discusso della figura di Apollinaire prendendo come spunto la recente pubblicazione del suo romanzo “La banda Apollinaire” (Hacca edizioni)

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È on line la puntata con ANTONIO DI GRADO e MASSIMO ONOFRI, ospiti di “Letteratitudine in Fm” del 30 settembre 2011

di-grado-onofriOspiti della puntata di “Letteratitudine in Fm” del 30 settembre sono stati gli italianisti e saggisti Antonio Di Grado e Massimo Onofri. Con loro abbiamo avuto la possibilità di discutere del mito e della figura di Garibaldi prendendo spunto dalla letteratura e da altre forme artistiche.

Abbiamo anche avuto modo di parlare dei loro due nuovi libri: “L’ombra dell’eroe. Il mito di Garibaldi nel romanzo italiano” (Bonanno) di Antonio Di Grado e “L’epopea infranta. Retorica e antiretorica per Garibaldi” (Medusa) di Massimo Onofri.

Nella parte finale della trasmissione abbiamo accennato a un’iniziativa lanciata dall’Associazione Italiana Sclerosi Multipla, intitolata “Dillo a modo tuo” (siete invitati, cortesemente, a cliccare sul link) sostenuta anche da Letteratitudine.

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È on line la puntata con LAURA BOSIO, ospite di “Letteratitudine in Fm” del 23 settembre 2011

laura-bosioOspite della puntata di “Letteratitudine in Fm” del 23 settembre 2011 è stata la scrittrice Laura Bosio, con la quale abbiamo discusso del suo nuovo romanzo “Le notti sembravano di luna” appena edito dalla Longanesi.

È stata anche l’occasione per parlare di ciclismo, dell’Italia della metà degli anni Sessanta (quella del boom economico) e del sogno “impossibile” di una bambina di dieci anni di diventare un corridore in sella a una bicicletta.

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È on line la puntata con DANIELA MARCHESCHI, ospite di “Letteratitudine in Fm” del 16 settembre 2011

daniela-marcheschiOspite della puntata di “Letteratitudine in Fm” del 16 settembre 2001 è stata il critico e studiosa di letteratura italiana Daniela Marcheschi, la quale – tra le tante pubblicazioni prodotte – ha curato i meridiani Mondadori delle opere di Carlo Collodi (1995) e di Giuseppe Pontiggia (2004), una nuova edizione dell’Umorismo di Luigi Pirandello (Oscar Mondadori, 2010) e pubblicato il saggio Leopardi e l’Umorismo (Petite Plaisance, 2010). Di recente per l’editore Trasciatti, la pubblicazione del volume “Nessuno è poeta: scritti su Giacomo Noventa”.

Con Daniela Marcheschi abbiamo discusso della figura di Carlo Collodi e de “Le avventure di Pinocchio”; ma abbiamo discusso pure di poesia, di letteratura e della figura di Giacomo Noventa.

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È on line la puntata con MASSIMO CARLOTTO, ospite di “Letteratitudine in Fm” del 9 settembre 2011

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Ospite della puntata di “Letteratitudine in Fm” del 9 settembre 2011 è stato lo scrittore Massimo Carlotto, con cui abbiamo discusso di noir, di Nord-Est e della “situazione italiana” prendendo spunto dalla recente pubblicazione del suo nuovo romanzo Alla fine di un giorno noioso (edito dalla e/o).

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È on line la puntata con SIMONA LO IACONO, ospite di “Letteratitudine in Fm” del 29 luglio 2011

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Ospite della puntata di “Letteratitudine in Fm” del 29 luglio 2011 è stata la scrittrice e magistrato Simona Lo Iacono.

Con lei abbiamo discusso del suo nuovo romanzo “Stasera Anna dorme presto” (pubblicato da Cavallo di Ferro) e della sua poetica incentrata sul rapporto tra diritto e letteratura e tra parola e processo.

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Letteratitudine in Fm va in onda su Radio Hinterland il venerdì mattina (h.12,30 circa) e – in replica – il martedì sera (h. 20,30) e il mercoledì mattina (h. 10,00). Per dettagli, consulta il palinsesto della radio. Puoi ascoltare Radio Hinterland in Fm su 94.600 nelle province di Milano e Pavia, oppure in streaming via Internet cliccando qui.

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È on line la puntata con GIULIO MOZZI, MARILU’ OLIVA E VERONICA TOMASSINI, ospiti di “Letteratitudine in Fm” del 22 luglio 2011

mozzi-oliva-tomassini1Ospiti della della puntata di “Letteratitudine in Fm” del 22 luglio 2011 sono stati gli scrittori Giulio Mozzi, Marilù Oliva e Veronica Tomassini.

Con Giulio Mozzi abbiamo parlato della sua esperienza on line con Vibrisse, nonché dei libri “Il male naturale” e “10 buoni motivi per essere cattolici” (quest’ultimo scritto a quattro mani con Valter Binaghi), entrambi editi da Laurana.

Con Marilù Oliva abbiamo parlato del suo nuovo romanzo: “Fuego” (Elliot)

Con Veronica Tomassini abbiamo discusso del suo romanzo “Sangue di cane” (Laurana).

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È on line lo SPECIALE “PREMIO STREGA 2011″, nella puntata di “Letteratitudine in Fm” del 15 luglio 2011

premio-strega_2011La puntata di “Letteratitudine in Fm” del 15 luglio 2011 è stata dedicata a uno speciale sull’edizione 2011 del Premio Strega (la proclamazione del vincitore – Edoardo Nesi, con “Storia della mia gente” edito da Bompiani – è avvenuta nella serata di giovedì 7 luglio). Nel corso della puntata, abbiamo avuto modo di ascoltare una serie di impressioni e dichiarazioni rilasciate in esclusiva dai cinque finalisti (Bruno Arpaia, Luciana Castellina, Mario Desiati, Edoardo Nesi, Maria Pia Veladiano) e da parte di altri scrittori, editori, critici letterari e giornalisti culturali “intercettati” al Ninfeo di Villa Giulia nel corso della premiazione (Maurizio de Giovanni, Mario Fortunato, Antonio Franchini, Dacia Maraini, Massimo Onofri, Antonio Pennacchi, Marco Polillo, Mirella Serri, Elisabetta Sgarbi, Sandro Veronesi).

Nella parte finale della puntata abbiamo contattato telefonicamente Stefano Petrocchi, segretario esecutivo della Fondazione Bellonci, per tracciare un bilancio – a una settimana di distanza dalla conclusione – su questa edizione del Premio Strega e provare a ipotizzare eventuali cambiamenti per il futuro.

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È on line la puntata con TAOBUK E ISABELLA BOSSI FEDRIGOTTI, ospiti di “Letteratitudine in Fm” dell’8 luglio 2011

taobuk

Ospiti della puntata di “Letteratitudine in Fm” dell’8 luglio 2011 sono stati Antonella Ferrara, Presidente del Taobuk (Festival del libro di Taormina), e Isabella Bossi Fedrigotti, prima ospite della rassegna.

Nel corso della puntata Antonella Ferrara ci ha raccontato come è nato e in cosa consiste il “progetto” Taobuk. Con Isabella Bossi Fedrigotti abbiamo discusso del suo romanzo “Amore mio, uccidi Garibaldi” (appena ripubblicato da Longanesi). Abbiamo anche avuto modo di ascoltare l’intervista della giornalista di Repubblica Rosa Maria Di Natale a Isabella Bossi Fedrigotti svoltasi nel corso della prima giornata del Taobuk.

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È on line la puntata con ELVIRA SEMINARA, ospite di “Letteratitudine in Fm” del 1 luglio 2011

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Ospite della puntata di Letteratitudine in Fm” del 1 luglio 2011 è stata la scrittrice e giornalista Elvira Seminara. Con lei abbiamo discusso del suo nuovo romanzo, edito da Nottetempo, e intitolato “Scusate la polvere“: un romanzo divertente, ma che al tempo stesso offre importanti spunti di riflessione.

Nella seconda parte della puntata, con la Seminara abbiamo parlato anche della prima edizione del Festival Internazionale di Letteratura di Taormina: Taobuk (giacché la Seminara è vicepresidente dell’associazione culturale che organizza il festival).

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È on line la puntata con MICHELA MURGIA e GIUSEPPE TESTA, ospiti di “Letteratitudine in Fm” del 24 giugno 2011

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Ospiti della puntata di “Letteratitudine in Fm” del 24 giugno 2011 sono stati gli scrittori Michela Murgia e Giuseppe Testa.

Con Michela Murgia abbiamo discusso del suo nuovo libro appena edito da Einaudi Stile Libero, intitolato “Ave Mary“.

Con Giuseppe Testa abbiamo discusso del suo saggio intitolato “La donna di fiori” (Sellerio).

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È on line la puntata con ENZO GOLINO, ospite di “Letteratitudine in Fm” del 17 giugno 2011

enzo-golinoOspite della puntata di “Letteratitudine in Fm” del 17 giugno 2011 è stato il saggista e critico letterario Enzo Golino. Con lui abbiamo avuto modo di discutere degli ultimi cinquant’ anni della letteratura e della cultura italiana, prendendo spunto dalla recente pubblicazione del suo volume “Madame Storia & Lady Scrittura” (Le Lettere, 2011), che raccoglie saggi, cronache, interviste raccolte in cinque decadi di “impegno culturale” tra quotidiani e magazine.

Nella seconda parte della puntata abbiamo avuto modo di discutere di due libri scritti da autori stranieri: “Le figlie perdute della Cina” di Xinran (Longanesi, 2011) e “Teoria degli infiniti” di John Banville (Guanda, 2011).

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È on line la puntata con ELISABETTA BUCCIARELLI, ADELIA BATTISTA, GIAN MAURO COSTA, SANTO PIAZZESE, ospiti di “Letteratitudine in Fm” del 10 giugno 2011

bucciarelli-battistaLa puntata di “Letteratitudine in Fm” del 10 giugno 2011 è stata suddivisa in due parti. La prima parte è stata dedicata al Festival del libro di Palermo (Una marina di libri) tenutosi il 3-5 giugno, con impressioni rilasciate dagli scrittori Elisabetta Bucciarelli, Gian Mauro Costa e Santo Piazzese. Tra le altre cose si è discusso di… noir.

Con Elisabetta Bucciarelli, in particolare, abbiamo approfondito la conoscenza del suo nuovo romanzo: “Corpi di scarto” (Edizioni Ambiente, collana Verdenero).

La seconda parte della puntata è stata dedicata a due artisti della penna del secondo Novecento letterario italiano: Anna Maria Ortese e Dario Bellezza. Abbiamo infatti avuto modo di incontrare Adelia Battista, curatrice del volume “Bellezza, addio” (Archinto), un volume che raccoglie le lettere di Anna Maria Ortese a Dario Bellezza.

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È on line la puntata con SIMONETTA AGNELLO HORBNY e UNA MARINA DI LIBRI, ospiti di “Letteratitudine in Fm” del 3 giugno 2011

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Ospiti della puntata di “Letteratitudine in Fm” del 3 giugno 2011 sono stati la scrittice Simonetta Agnello Horbny e l’editore Ottavio Navarra.

Con Simonetta Agnello Horbny abbiamo discusso del suo nuovo libro, “Un filo d’olio” (Sellerio). Con Ottavio Navarra abbiamo discusso della prima edizione del Festival del libro di Palermo: Una marina di libri (sarà possibile seguire gli appuntamenti in diretta video in streaming).

In coda alla puntata abbiamo accennato al passpartout festival di Asti, dall’11 al 19 giugno 2011.

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Speciale Salone del libro di Torino (parte seconda) su Letteratitudine in Fm del 27 maggio 2011

logo_salone-libro-torinoLa puntata di “Letteratitudine in Fm” del 27 maggio 2011, incentrata sulla seconda parte dello “Speciale Salone del libro si Torino”, è  stata dedicata allo scrittore triestino Luciano Comida scomparso il 21 maggio 2011.

Anche nel corso di questa puntata, così come nella puntata precedente, sono andate in onda una serie di mini-interviste, impressioni e curiosità che Massimo Maugeri ha raccolto all’interno del Lingotto tra il 13 e il 14 maggio in maniera non preordinata, coinvolgendo addetti ai lavori (scrittori, editor, editori, critici letterari, giornalisti culturali) incontrati nel corso del suo girovagare: (in ordine di “apparizione”) Umberto Eco (scrittore e semiologo); Giuseppe Schifani della Duepunti edizioni; Carlo D’Amicis (scrittore), Romana Petri con il consorte, nella veste di editori di Cavallo di Ferro; Miranda Miranda (scrittrice); Mattia Formenton, amministratore delegato de Il Saggiatore; Chiara Palazzolo (scrittrice); Angelica Tintori, scrittrice e editrice della Gargoyle Books; Francesco Giubilei della Historica edizioni; Marino Magliani (scrittore); Daniela D’Angelo, dell’ufficio stampa di Avagliano e Fermento; Emanuele Ponturo (scrittore), Roberta Lepri (scrittrice); l’editore Iacobelli; Pietro Del Vecchio dell’omonima casa editrice.

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Speciale Salone del libro di Torino (parte prima) su Letteratitudine in Fm del 20 maggio 2011

logo_salone-libro-torinoLa puntata di “Letteratitudine in Fm” del 20 maggio 2011 è stata dedicata alla prima parte di uno “speciale” sull’edizione 2011 del Salone Internazionale del libro di Torino. Si tratta di una serie di mini-interviste, impressioni e curiosità che Massimo Maugeri ha raccolto all’interno del Lingotto tra il 13 e il 14 maggio in maniera non preordinata, coinvolgendo addetti ai lavori (scrittori, editor, editori, critici letterari, giornalisti culturali) incontrati nel corso del suo girovagare.

In questa prima parte è possibile ascoltare (in ordine di “apparizione”) le voci di: Rolando Picchioni (presidente della Fondazione per il libro); Ernesto Ferrero (scrittore e direttore editoriale del Salone del libro di Torino); Stefano Salis (della redazione di “Domenica” de Il Sole 24Ore); Jacopo De Michelis (direttore editoriale narrativa italiana di Marsilio); Antonio Franchini (scrittore e direttore editoriale della Mondadori); Natale Tedesco (critico letterario e poeta); Melania G. Mazzucco (scrittrice); Luigi Guarnieri (scrittore); Michele Rossi (editor e responsabile narrativa italiana Rizzoli); Stefano Izzo (editor Rizzoli e redattore di Granta Italia); Speciale Premio Vittorini 2011 con la partecipazione del prof. Natale Tedesco, della prof.ssa Sarah Zappulla Muscarà, dello scrittore Giuseppe Lupo (uno dei tre vincitori del Premio), del dr. Arnaldo Lombardi; Franz Krauspenhaar (scrittore), Antonio Paolacci (scrittore ed editor), Carlo Cannella (scrittore ed editore).

La settimana prossima andrà in onda la seconda parte dello “speciale” Salone del libro di Torino.

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Letteratitudine in Fm va in onda su Radio Hinterland il venerdì mattina (h.12,30 circa) e – in replica – il martedì sera (h. 20,30) e il mercoledì mattina (h. 10,00). Per dettagli, consulta il palinsesto della radio. Puoi ascoltare Radio Hinterland in Fm su 94.600 nelle province di Milano e Pavia, oppure in streaming via Internet cliccando qui.

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È on line la puntata con MARIO DESIATI, ospite di Letteratitudine in Fm del 6 maggio 2011

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Ospite di Letteratitudine in Fm del 6 maggio 2011 è stato lo scrittore Mario Desiati. Con lui abbiamo discusso del suo nuovo romanzo edito da Mondadori e intitolato “Ternitti” (uno dei libri candidati alla vittoria dell’edizione di quest’anno del Premio Strega). Con Desiati abbiamo parlato dell’Eternit e delle morti da esso causate, ma anche di alcuni aspetti della letteratura, di come ha cominciato a scrivere, del suo ruolo di direttore editoriale della casa editrice Fandango e anche – ovviamente – della sua candidatura al Premio Strega di quest’anno.

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È on line la puntata con PAOLO DI STEFANO, ospite di Letteratitudine in Fm del 29 aprile 2011

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Ospite della puntata di Letteratitudine in Fm del 29 aprile 2011 è stato lo scrittore, e critico letterario del Corriere della Sera, Paolo Di Stefano. Con lui abbiamo discusso del suo nuovo libro: “La catastròfa” (Sellerio). Un romanzo-verità sulla terribile tragedia di Marcinelle, in Belgio, dell’8 agosto 1956, quando scoppiò un incendio a 975 metri sottoterra in una miniera del distretto carbonifero di Charleroi… e che causò 262 morti, di cui 136 immigrati italiani.

È stata anche l’occasione di riflettere su diverse parole-chiave, quali: lavoro, dignità, sicurezza, emigrazione, patria, giusta remunerazione.

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È on line la puntata con LUCIANO GENTA e STEFANO SALIS, ospiti di Letteratitudine in Fm del 22 aprile 2011

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Ospiti della puntata di Letteratitudine in Fm del 22 aprile 2011 sono stati Luciano Genta e Stefano Salis.

Luciano Genta è il responsabile di “Tuttolibri“, supplemento culturale del quotidiano “La Stampa” (esce il sabato). Stefano Salis fa parte della redazione di “Domenica“, supplemento culturale del quotidiano “Il Sole 24 Ore” (esce, appunto, la domenica).

Con loro abbiamo discusso della storia di questi due supplementi culturali (tra i più importanti in Italia); ma è stata anche l’occasione per discutere delle “mutazioni” che hanno interessato la cultura, la letteratura e l’editoria italiane negli ultimi anni.

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È on line la puntata con ROMANA PETRI, ospite di Letteratitudine in Fm del 15 aprile 2011

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Ospite di Letteratitudine in Fm del 15 aprile 2011 è stata la scrittrice Romana Petri, con la quale abbiamo discusso del suo nuovo romanzo: “Tutta la vita” (Longanesi, 2011). Romana Petri ha pubblicato vari romanzi e raccolte di racconti con i quali ha vinto il premio Mondello, il Rapallo-Carige e il Grinzane Cavour ed è stata finalista al premio Strega. Le sue opere sono state tradotte in Francia, Inghilterra, Stati Uniti, Germania, Olanda e Portogallo. È editrice e traduttrice e collabora con Il Messaggero. Vive tra Roma e Lisbona.

Romana Petri è anche la titolare della casa editrice Cavallo di Ferro.

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È on line la puntata con GIROLAMO DE MICHELE e ANDREA PUGLIESE, ospiti di Letteratitudine in Fm dell’8 aprile 2011

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Ospiti di Letteratitudine in Fm dell’8 aprile 2011 saranno gli scrittori GIROLAMO DE MICHELE e ANDREA PUGLIESE.

Con Girolamo De Michele discuteremo del suo libro “La scuola è di tutti. Ripensarla, costruirla, difenderla” (Minimum Fax).

Con Andrea Pugliese discuteremo della sua raccolta “People from Ikea” (Fbe edizioni)

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È online la puntata con PAOLA MASTROCOLA ospite di Letteratitudine in Fm del 1° aprile 2011

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Paola Mastrocola è nata a Torino, dove tuttora risiede. Insegna lettere in un liceo scientifico. Fino al 1999 ha pubblicato poesie e saggi sulla letteratura del Trecento e Cinquecento. Dal 2000, presso Guanda ha pubblicato cinque romanzi (La gallina volante, Palline di pane, Una barca nel bosco, Più lontana della luna e La narice del coniglio), il volume La scuola raccontata al mio cane, il romanzo-favola Che animale sei?. Ha vinto diversi Premi letterari (tra cui il Premio Campiello nel 2004 ed è stata finalista al Premio Strega nel 2001).

Con Paola Mastrocola parleremo di scuola e discuteremo del suo nuovo libro “TOGLIAMO IL DISTURBO: saggio sulla libertà di non studiare” (Guanda, 2011)

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È online la puntata con DARIA BIGNARDI, ospite della puntata di “Letteratitudine in Fm” del 25 marzo 2011

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Daria Bignardi, giornalista e autrice di programmi televisivi, è nata a Ferrara. A ventitré anni è andata a vivere a Milano, da dove ha collaborato con molti giornali, da “Panorama” a “Sette” a “La Stampa”. Dal 1991 lavora per la televisione e la radio. Ha diretto per due anni il mensile “Donna”, di Hachette Rusconi. È autrice e conduttrice del programma “Le invasioni barbariche” per La7. Scrive da diversi anni per “Vanity Fair”. Il suo romanzo d’esordio “Non vi lascerò orfani” (Mondadori 2009) ha vinto il Premio Rapallo Carige, il Premio Elsa Morante e il Premio dei Librai Città di Padova (ed è stato tradotto in diverse lingue).

Con Daria Bignardi abbiamo discusso del suo nuovo romanzo “Un karma pesante” (Mondadori)… e di altro ancora.

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È on line la puntata con SANDRO VERONESI, ospite della puntata di “Letteratitudine in Fm” del 18 marzo 2011

sandro-veronesiOspite della della puntata di “Letteratitudine in Fm” del 18 marzo 2011 è stato lo scrittore Sandro Veronesi. Con lui abbiamo discusso del suo nuovo romanzo “XY” (Fandango) e del volume “Parola di Chandler” che ha tradotto per Coconino Press (con illustrazioni di Igort)… e di tanto altro.

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È on line la puntata con di-grado-riccioliVIOLA DI GRADO e MARIA LUCIA RICCIOLI ospiti della puntata di “Letteratitudine in Fm” dell’11 marzo 2011

Ospiti della puntata di “Letteratitudine in Fm” dell’11 marzo 2011 sono state due scrittrici esordienti, entrambe siciliane:

- Viola Di Grado, catanese che studia a Londra, autrice di Settanta acrilico, trenta lana (pubblicato dalla E/O); romanzo ambientato in Inghilterra, a Leeds, che ha ricevuto importanti consensi dalla critica soprattutto per il linguaggio innovativo;

- Maria Lucia Riccioli autrice di “Ferita all’ala un’allodola” (pubblicato da Perrone Lab); un ambizioso romanzo storico ambientato in Sicilia, a Noto, in epoca risorgimentale e incentrato sulla figura della poetessa Mariannina Coffa (personaggio realmente esistito).

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È on line la puntata con DACIA MARAINI ospite di “Letteratitudine in Fm” del 4 marzo 2011 (con la partecipazione di Stefano Petrocchi)

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Ospite di “Letteratitudine in Fm” del 4 marzo 2011, è stata la scrittrice Dacia Maraini.

Con la Maraini abbiamo discusso del suo nuovo libro “La seduzione dell’altrove” (Rizzoli, 2010): una raccolta di articoli e racconti dei viaggi intrapresi dalla scrittrice in giro per il mondo.

Alla trasmissione ha partecipato anche Stefano Petrocchi, coordinatore esecutivo della Fondazione Bellonci, che nei giorni precedenti ha ospitato proprio la Maraini nel corso di una iniziativa dedicata alle scuole e ai ragazzi. Abbiamo colto l’occasione per chiedere a Petrocchi qualche informazione sulle novità previste nell’edizione 2011 del Premio Strega.

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È on line la puntata con VALERIO EVANGELISTI, ospite di “Letteratitudine in Fm” del 18 febbraio 2011

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L’ospite della puntata di “Letteratitudine in Fm” del 18 febbraio 2011 è stato lo scrittore Valerio Evangelisti.

Con lui abbiamo discusso del suo nuovo romanzo “Rex tremendae maiestatis” (Mondadori) e della saga di Eymerich, l’inquisitore.

È stata anche l’occasione per conoscere un po’ di più Valerio Evangelisti e… le sue abitudini di scrittura. E altro ancora.

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È on line la puntata con FILIPPO LA PORTA, ospite di “Letteratitudine in Fm” dell’11 febbraio 2011

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L’ospite di “Letteratitudine in Fm” dell’11 febbraio 2011 è stato il critico e saggista Filippo La Porta. Filippo La Porta collabora a numerosi quotidiani, tra cui il «Corriere della Sera», «Il Riformista», «Il Messaggero». Ha pubblicato diversi libri, tra cui: “Pasolini, uno gnostico innamorato della realtà” (2002), “Dizionario della critica militante” (con Giuseppe Leonelli, 2007), “È un problema tuo” (2009). Presso Bollati Boringhieri ha pubblicato: “La nuova narrativa italiana. Travestimenti e stili di fine secolo” (1995, n. ed. ampliata 1999), “L’autoreverse dell’esperienza. Euforie e abbagli della vita flessibile” (2004) e “Maestri irregolari. Una lezione per il nostro presente” (2007). In trasmissione abbiamo discusso dei due nuovi libri di La Porta: il saggio “Meno letteratura, per favore!” (Bollati Boringhieri, 2010) e il volume “Uno sguardo sulla città. Gli scrittori italiani contemporanei e i loro luoghi” (Donzelli, 2010).

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È on line la puntata con LUIGI BERNARDI, ospite di “Letteratitudine in Fm” del 4 febbraio 2010

luigi-bernardiL’ospite di “Letteratitudine in Fm” del 4 febbraio 2010 è stato lo scrittore e consulente editoriale Luigi Bernardi. Con lui abbiamo discusso del suo nuovo libro, la raccolta di racconti “Niente da capire” (Perdisa Pop, 2011), ragionando su questa frase che si legge nella scheda: Un modo discorde di raccontare il crimine, l’anatomia di gesti senza ritorno che sono la pietra tombale di giallo, noir e mistero. Abbiamo avuto modo di evidenziare la differenza tra “giallo” e “noir” e di discutere delle direzioni prese dalla letteratura italiana di oggi…

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È ON LINE la puntata con ANTONIO FRANCHINI, ospite di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 28 gennaio 2011

antonio-franchiniL’ospite della puntata di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 28 gennaio è stato Antonio Franchini: scrittore e direttore editoriale per la narrativa italiana in Mondadori. In trasmissione abbiamo discusso del nuovo libro di Antonio Franchini, “Il signore delle lacrime” (Marsilio)… ma è stata anche l’occasione per discutere dei cambiamenti dell’editoria di questi ultimi anni e di altro ancora… PER ASCOLTARE LA PUNTATA, CLICCA SUL PULSANTE…

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************************* ************************* È ON LINE la puntata con ELISABETTA BUCCIARELLI, ospite di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 21 gennaio 2011 bucciarelliElisabetta Bucciarelli, scrittrice milanese, è stata l’ospite di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 21 gennaio 2011. Elisabetta Bucciarelli ha firmato molte sceneggiature e scritto vari romanzi, tra cui: Happy Hour (Mursia), Dalla parte del torto (Mursia), Femmina de luxe (Perdisa Pop) e Io ti perdono, (Kowalski/Colorado Noir). Ha ideato e tiene da più di dieci anni il laboratorio Esprimersi con la scrittura, scrivere per stare bene. Conduce la rubrica GialloFuoco su Booksweb.tv. Ha scritto numerosi racconti noir, apparsi in quotidiani italiani e stranieri, antologie e nel Giallo Mondadori. Abbiamo discusso con lei del nuovo libro, “Ti voglio credere (Edizioni Kowalski), con cui Elisabetta Bucciarelli ha vinto il Premio ‘Giorgio Scerbanenco 2010-Courmayeur Noir in Festival’ in collaborazione con ‘La Stampa’, per il miglior romanzo noir italiano edito nell’anno. Ma è stata anche l’occasione per parlare di MilanoPER ASCOLTARE LA PUNTATA, CLICCA SUL PULSANTE…

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************************* ************************* È ON LINE  la puntata con GIANRICO CAROFIGLIO, ospite di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 14 gennaio 2011 carofiglio-manomissione-paroleGianrico Carofiglio è stato l’ospite di “Letteratitudine in Fm” del 14 gennaio 2011. Si è discusso del nuovo libro di Carofiglio “La manomissione delle parole” (Rizzoli, 2010). In questo libro, atipico e sorprendente, Gianrico Carofiglio riflette sulle lingue del potere e della sopraffazione, e si dedica al recupero di cinque parole chiave del lessico civile: vergogna, giustizia, ribellione, bellezza, scelta, legate fra loro in un itinerario concettuale ricco di suggestioni. Il rigore dell’indagine – letteraria, politica ed etica – si combina con il gusto anarchico degli sconfinamenti e degli accostamenti inattesi: Aristotele e don Milani, Cicerone e Primo Levi, Dante e Bob Marley, fino alle pagine esemplari della nostra Costituzione. Ne derivano una lettura emozionante, una prospettiva nuova per osservare il nostro mondo. Chiamare le cose con il loro nome è un gesto rivoluzionario, dichiarava Rosa Luxemburg ormai un secolo fa. Ripensare il linguaggio, oggi, significa immaginare una nuova forma di vita. PER ASCOLTARE LA PUNTATA, CLICCA SUL PULSANTE SOTTO

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************************* BIANCA GARAVELLI e MARIANO SABATINI, ospiti di “Letteratitudine in Fm” del 7 gennaio 2011 (h. 12:30 circa) garavelli-sabatiniOspiti della prima puntata del 2011 di “Letteratitudine in Fm” sono stati la scrittrice e critica letteraria Bianca Garavelli e il giornalista e saggista Mariano Sabatini. Con Bianca Garavelli abbiamo discusso dell’ultimo ventennio della letteratura italiana prendendo spunto dal suo nuovo libro “Nelle pagine dell’anima” (Moretti & Vitali, 2010). Ma abbiamo anche avuto modo (essendo la Garavelli un’esperta dantista) di discutere della figura di Beatrice di Dante. Con Mariano Sabatini abbiamo parlato parlare dell’Italia di oggi, così come è vista dai corrispondenti stranieri. L’occasione l’ha fornita la recente pubblicazione del libro di Sabatini “L’Italia s’è mesta. Dall’unità nazionale a Silvio Berlusconi, il Belpaese visto dai corrispondenti stranieri” (Perrone, 2010). PER ASCOLTARE LA PUNTATA, CLICCARE SUL PULSANTE SOTTO

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SIMONE CALTABELLOTA, ospite di “Letteratitudine in Fm” del 24 dicembre 2010 (h. 12:30 circa)
Simone Caltabellota (classe ’69) fa parte del comitato editoriale della Elliot, ma ha lavorato prima come editor poi come direttore editoriale della Fazi. È fondatore della Lain, creatore della label musicale Sleeping Star. Con lui abbiamo discusso del suo romanzo d’esordio “Il giardino elettrico” (Bompiani).
Ma è stata anche una… puntata natalizia.
BUON NATALE E BUON ANNO A TUTTI!
In una Roma inedita e misteriosa, sospesa tra il presente e l’eternità, si muovono i protagonisti di questo romanzo d’amore e di iniziazione. Dentro di essa, tra le sue strade e i suoi segreti, si incrociano non soltanto le storie di ragazzi come tanti, ma anche – come in una sorta di “Cielo sopra Berlino” di questo inizio secolo – le storie di fantasmi che continuano a vivere tra i vivi e interagiscono con loro provando a influenzarne decisioni e destino. Un passaggio segreto e misterioso eppure vicino a ognuno di noi, un giardino elettrico, rimescola i piani dell’al di là e dell’al di qua. Un esordio narrativo audace, che mescola avventura e lirismo, amore e sogno, passioni e un erotismo soffuso e avvolgente, al cui centro campeggia l’idea che la realtà visibile nasconde sempre un’altra realtà e che in circostanze particolari queste due dimensioni si tocchino oltrepassando il corso del tempo e del destino.
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************************* ************************* ENZO RUSSO, ospite di Massimo Maugeri nella puntata di Letteratitudine in Fm del 17 dicembre 2010 (h. 12:30 circa) enzo-russo1Enzo Russo è nato a Mazzarino, in provincia di Caltanissetta, ma vive in Lombardia da diversi anni. La sua è una delle voci più importanti e autorevoli tra quelle degli autori che scrivono romanzi ambientati in Sicilia. Ha debuttato nel ’75 con “Dossier America Due” (SEI) e da allora ha pubblicato oltre trenta romanzi, tradotti in diciannove lingue. I suoi libri più recenti sono: “Uomo di rispetto” (1988, prodotto anche per il cinema), “Il quattordicesimo zero” (1990), “Nato in Sicilia” (1992), “Nessuno escluso” (1995), “Saluti da Palermo” (1996), “Né vendetta né perdono” (2000), tutti editi da Mondadori. Con Enzo Russo abbiamo discusso del suo nuovo romanzo “Niente per cui morire” (Mondadori, 2010). Abbiamo parlato anche di Sicilia, di Servizi Segreti, di misteri irrisolti… PER ASCOLTARE LA PUNTATA, CLICCA SULL’APPOSITO PULSANTE AUDIO

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************************* ************************* SPECIALE FIERA DEL LIBRO DI ROMA e JOHN LENNON nella puntata di “Letteratitudine in Fm” del 10 dicembre (intorno alle 12:30)

John Lennon 1980 photo by Allan Tannenbaumpiù libri 590x403 Più libri più liberiLa puntata di “Letteratitudine in Fm” del 10 dicembre è stata dedicata alla Fiera della piccola e media editoria di Roma “Più libri, più liberi” (che si è conclusa giorno 8 dicembre).

Abbiamo raccolto, “al volo”, le impressioni di alcuni editori e scrittori presenti alla Fiera.

Ma la puntata è stata anche dedicata alla figura di John Lennon, ucciso trent’anni fa: l’8 dicembre del 1980.

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************************* ************************* MARCO BELPOLITI, ospite di Massimo Maugeri nella puntata di Letteratitudine in Fm del 3 dicembre 2010 (intorno alle h. 12:30) Su RADIO HINTERLAND

Con Marco Belpoliti abbiamo discusso della figura di Pier Paolo Pasolini in occasione del 35° anno dalla sua morte. L’occasione ce l’ha fornita la recente pubblicazione del volume “Pasolini in salsa piccante” (Guanda, 2010) scritto da Belpoliti. Abbiamo anche discusso dei saggi: “Settanta” (Einaudi) e “Senza vergogna” (Guanda, 2010).PER ASCOLTARE LA PUNTATA, CLICCARE NEL PULSANTE SOTTO

Marco Belpoliti, saggista e scrittore, ha curato le opere di Primo Levi e pubblicato diversi libri: Settanta, Crolli, La prova, Diario dell’occhio, La foto di Moro. Curatore con Elio Grazioli della rivista-collana Riga (Marcos y Marcos), insegna all’Università di Bergamo e collabora a La Stampa e a L’Espresso.

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CHIARA GAMBERALE, ospite di Massimo Maugeri nella puntata radiofonica di “Letteratitudine in Fm” del 26 novembre 2010 (intorno alle h. 12,30)

Con Chiara Gamberale abbiamo discusso del suo nuovo romanzo “Le luci nelle case degli altri” (Mondadori, 2010).

La protagonista del libro è Mandorla, una bambina figlia di una ragazza madre: Maria.
Maria lavora come amministratrice d’immobili e ha lo speciale dono di trasformare ogni riunione condominiale in toccanti sedute di terapia di gruppo… e il condominio gioca un ruolo chiave nell’economia del libro.
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Chiara Gamberale è nata nel 1977 a Roma, dove vive. Ha scritto Una vita sottile (Marsilio 1999), Color Lucciola (Marsilio 2001), Arrivano i pagliacci (Bompiani 2003), La zona cieca (Bompiani 2008, premio selezione Campiello) e Una passione sinistra (Bompiani 2009). È ideatrice e conduttrice di programmi radiofonici e televisivi come “Gap” (Raiuno), “Quarto piano scala a destra” (Raitre) e “Trovati un bravo ragazzo” (Radio24). Dal 2010 è in onda su Radio2 con “Io Chiara e l’Oscuro”. Collabora con “La Stampa”, “Il Riformista” e “Vanity Fair”.

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************************* ************************* SIMONETTA AGNELLO HORBNY, ospite di Massimo Maugeri nella puntata radiofonica di “Letteratitudine in Fm” del 19 novembre 2010 Su RADIO HINTERLAND SIMONETTA AGNELLO HORBNY, con la partecipazione di Sarah Zappulla Muscarà, è stata l’ospite di Massimo Maugeri nella puntata radiofonica di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 19 novembre 2010 (h. 12.30 circa). Abbiamo discusso dei nuovi romanzi di Simonetta Agnello Horbny: “La monaca” (Feltrinelli, 2010) e “Camera Oscura” (Skira, 2010). Per ascoltare la puntata, clicca sotto.. -

Nata e cresciuta a Palermo, Simonetta Agnello Hornby ha sposato un inglese dopo aver conseguito il dottorato in giurisprudenza nel 1967. Da allora ha vissuto all’estero, dapprima negli Usa e in Zambia, e dal 1970 in Inghilterra, nel quartiere dell City of Westminster, a Londra.
Ha completato gli studi giudiridici inglesi mentre i suoi due figli erano piccini, e poi ha lavorato nella City di Londra. Nel 1979 fondo’ Hornby and Levy, uno studio legale nel quartiere di immigranti di Brixton, che ben presto si specializzo’ nel diritto di famiglia e dei minori. Hornby e Levy furono il primo studio d’Inghilterra a creare un dipartimento riservato ai casi di violenza all’interno della famiglia.
La maggior parte dei clienti dello studio è caraibica o nera. Nel 1997 Hornby & Levy pubblicò in un libro, “The Caribbean Children’s Law Project”, il risultato della ricerca condotta da quattro membri dello studio legale in Giamaica, Trinidad, Barbados e Guyana, sul diritti dei minori e sulle strutture per i minori. Il libro è tuttora l’unico lavoro del genere al mondo.

Simonetta Agnello Hornby ha insegnato diritto dei minori all’universita’ di Leicester ed e’ stata part-time presidente del Special Educational Needs and Disability Tribunal per otto anni. Nel 2000 iniziò a scrivere romanzi e ha pubblicato “La Mennulara” (2002), “La zia marchesa” (2004), “Boccamurata”,(2007) e “Vento Scomposto” (2009) con Feltrinelli. Tutti i suoi libri sono stati dei best sellers e sono tradotti in molte lingue. Dal 2008 Simonetta Agnello Hornby, pur continuando a esercitare l’avvocatura, si dedica principalmente alla scrittura.

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************************* CARLO D’AMICIS, Ospite di Massimo Maugeri nella puntata radiofonica di “Letteratitudine in Fm” del 12 novembre 2010

Su RADIO HINTERLANDCARLO D’AMICIS è stato l’ospite di Massimo Maugeri nella puntata radiofonica di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 12 novembre 2010. Si è discusso del romanzo “La battuta perfetta” (minimum fax, 2010) e degli argomenti a esso connessi: televisione, Rai, Berlusconi e “berlusconismo”. Per ascoltare la puntata, cliccare sotto…

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********************************** ********************************** ANTONIO PAOLACCI e FILIPPO TUENA Ospiti di Massimo Maugeri nella puntata radiofonica di “Letteratitudine in Fm” del 5 novembre 2010 Questa nuova puntata di “Letteratitudine in Fm” è dedicata all’editoria di qualità. Abbiamo parlato di quattro piccoli editori attraverso il conivolgimento degli scrittori: Antonio Paolacci e Filippo Tuena.

Antonio Paolacci

http://www.liberolibro.it/wp-content/uploads/filippo-tuena.jpg Con Antonio Paolacci abbiamo discusso del suo nuovo romanzo “Salto d’ottava” (Perdisa Pop) e del racconto “Accelerazione di gravità” (Senzapatria). Con Filippo Tuena abbiamo discusso del suo libro “Manualetto pratico a uso dello scrittore ignorante” (Mattioli 1885), e della collana TUSITALA che sta dirigendo presso l’editore Nutrimenti. È stata anche l’occasione per discutere dell’editoria, oggi, in generale… e del ruolo della piccola editoria. È possibile ASCOLTARE LA PUNTATA cliccando qui

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Puoi ascoltare Radio Hinterland in Fm su 94.600 nelle province di Milano e Pavia, oppure in streaming via Internet cliccando qui. È possibile ascoltare le puntate precedenti, cliccando qui. ********************************** ********************************** TIZIANO SCARPA è stato ospite di Massimo Maugeri a “Letteratitudine in Fm” del 29 ottobre 2010 su RADIO HINTERLAND

Con Tiziano Scarpa abbiamo discusso del suo nuovo romanzo Le cose fondamentali (Einaudi 2010).

È la storia di un uomo che osserva il suo bambino appena nato. Davanti alla forza della vita allo stato puro, sente l’impotenza di tutti i linguaggi che conosce.

Per questo decide di scrivergli quello che ha imparato, sull’amore, sul potere, sui soldi, la malattia e la morte… Le cose fondamentali, storie e pensieri che lui dovrà leggere quando avrà quattordici anni, in un altro tempo, in un altro posto.

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Tiziano Scarpa è nato a Venezia nel 1963. Ha scritto Occhi sulla Graticola (Einaudi 1996 e 2005), Amore® (Einaudi 1998), Venezia è un pesce (Feltrinelli 2000), Cos’è questo fracasso? (Einaudi 2000), Nelle galassie oggi come oggi (con Raul Montanari e Aldo Nove, Einaudi 2001), Cosa voglio da te (Einaudi 2003), Kamikaze d’Occidente (Rizzoli 2003), Corpo (Einaudi 2004), Groppi d’amore nella scuraglia (Einaudi 2005 e 2010), Batticuore fuorilegge (Fanucci 2006), Amami (con Massimo Giacon, Mondadori 2007), Comuni mortali (Effigie 2007), L’inseguitore (Feltrinelli 2008), Discorso di una guida turistica di fronte al tramonto (Amos 2008), Stabat Mater (Einaudi 2008 e vincitore del Premio Strega 2009), La vita, non il mondo (Laterza 2010) e Le cose fondamentali (Einaudi 2010). Scrive su ilprimoamore.com

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Daniela Marcheschi e Sarah Zappulla Muscarà ospiti di Massimo Maugeri a “Letteratitudine in Fm” del 22 ottobre 2010

su RADIO HINTERLAND, SPECIALE PIRANDELLO

Ospiti di Massimo Maugeri nella puntata radiofonica di “Letteratitudine in Fm” del 22 ottobre 2010: Daniela Marcheschi e Sarah Zappulla Muscarà… per uno SPECIALE PIRANDELLO.
PER ASCOLTARE LA PUNTATA, CLICCA QUI SOTTO

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Daniela Marcheschi è critico e studiosa di letteratura italiana e scandinava dagli ampi orizzonti interdisciplinari e di fama internazionale (curatrice dei Meridiani Mondadori dedicati a Collodi e a Giuseppe Pontiggia). Con lei abbiamo discusso della nuova edizione del saggio di Luigi Pirandello “L’umorismo” riedito di recente dagli Oscar Mondadori con una nuova prefazione firmata dalla stessa Marcheschi. Abbiamo discusso anche del Premio Nobel della Letteratura e della recente attribuzione a Mario Vargas Llosa. Sarah Zappulla Muscarà è ordinaria di Letteratura Italiana e incaricata di Letteratura Teatrale Italiana e di Storia e Critica del Cinema nell’Università di Catania, si occupa di narrativa, teatro e cinema tra Otto e Novecento, di edizioni di testi e carteggi inediti. Con lei abbiamo discussodella figura di Luigi Pirandello in relazione al figlio Stefano (anch’egli scrittore, qui nella foto con il padre) è della recente pubblicazione del carteggio tra Luigi e Stefano raccolto nel volume “Nel tempo della lontananza” (Sciascia editore).

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Puoi ascoltare Radio Hinterland in Fm su 94.600 nelle province di Milano e Pavia, oppure in streaming via Internet cliccando qui. È possibile ascoltare le puntate precedenti, cliccando qui. ****************************** ****************************** Melania G. Mazzucco e Elisabetta Chicco Vitzizzai, ospiti della puntata di “Letteratitudine in Fm” del 15 ottobre 2010 Ospiti della puntata di “Letteratitudine in Fm” del Tema della puntata: rapporto tra “pittura e letteratura”. Con Melania G. Mazzucco abbiamo discusso dei suoi libri più recenti, editi dalla Rizzoli, dedicati alla figura del pittore Tintoretto e della sua famiglia. Si tratta del romanzo “La lunga attesa dell’angelo” e del saggio “Jacomo Tintoretto e i suoi figli. Storia di una famiglia veneziana”. Con Elisabetta Chicco Vitzizzai abbiamo discusso del suo nuovo libro intitolato “Il più bel vizio è la vita”, pubblicato da Instar libri. Per ascoltare la puntata, cliccare qui

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L’E-BOOK E (È?) IL FUTURO DEL LIBRO http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2011/06/20/ebook-e-il-futuro-del-libro/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2011/06/20/ebook-e-il-futuro-del-libro/#comments Mon, 20 Jun 2011 21:07:59 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=3368 Vorrei riprendere la discussione sull’e-book già avviata a partire da questo post, offrendo come spunto per ulteriori riflessioni (e per un approfondimento del dibattito) la pubblicazione di questo nuovo volumetto che ho realizzato per i tipi della piccola casa editrice “Historica” (disponibile, ovviamente, anche in formato elettronico). Il titolo è già un punto di domanda: “L’e-book e (è?) il futuro del libro”.
L’intento non è quello di fornire approfondimenti tecnici sull’e-book, ma di divulgare opinioni emotive sull’argomento. Per far ciò ho coinvolto alcuni tra i più rappresentativi addetti ai lavori del mondo del libro – scrittori, editori, editor, critici letterari, giornalisti culturali – che hanno gentilmente messo a disposizione il loro parere (da qui il sottotitolo…).
Ho chiesto loro di ragionare sul “fenomeno e-book” ed esprimere un’opinione facendo riferimento alle seguenti domande: Cosa ne pensa dell’e-book? Come immagina il futuro dell’editoria e della letteratura tenuto conto del “peso crescente” delle nuove tecnologie? E cosa ne sarà dei libri di carta? C’è il rischio che possano diventare “pezzi da collezione”?
Dopo una parte introduttiva sulla evoluzione del libro elettronico e sugli e-book readers, e dopo una sintetica analisi di mercato, questo piccolo volume offre le “opinioni emotive” sull’e-book fornite da: Roberto Alajmo, Marco Belpoliti, Gianni Bonina, Laura Bosio, Elisabetta Bucciarelli, Ferdinando Camon, Daniela Carmosino, Antonella Cilento, Paolo Di Stefano, Valerio Evangelisti, Vins Gallico, Chiara Gamberale, Manuela La Ferla, Nicola Lagioia, Filippo La Porta, Gianfranco Manfredi, Agnese Manni, Diego Marani, Dacia Maraini, Daniela Marcheschi, Michele Mari, Raul Montanari, Antonio Paolacci, Romana Petri, Antonio Prudenzano, Giuseppe Scaraffia, Elvira Seminara, Filippo Tuena, Alessandro Zaccuri.

Vorrei coinvolgere nello sviluppo della discussione anche voi, proponendo come sempre alcune domande (e invitandovi a fornire la vostra risposta, se potete)…

1. L’e-book è davvero il futuro del libro?

2. Se sì, fino a che punto?

3. Che cos’è un libro: un supporto cartaceo, o il suo contenuto? O entrambi?

4. Tra un volume rilegato di fogli bianchi e un romanzo leggibile su un e-book reader, quale dei due è… più libro?

5. Come immaginate il futuro dell’editoria e della letteratura tenuto conto del “peso crescente” delle nuove tecnologie?

6. Cosa ne sarà dei libri di carta? C’è il rischio che possano diventare “pezzi da collezione”?

7. Una diffusione “significativa” dell’e-book  potrebbe favorire l’incremento della lettura?

La discussione on line proseguirà – per chi potrà partecipare – alla Feltrinelli Libri e Musica di Catania (via Etnea, n. 285 ) giovedì 30 giugno 2011, alle h. 18.

Vi aspettiamo!

Massimo Maugeri

P.s. Ne approfitto per segnalare questo post di Lipperatura incentrato sull’attuale crisi dell’editoria determinata dal decremento della vendita dei libri (il post riprende un articolo pubblicato su Repubblica, con dichiarazioni di Marco Polillo – presidente dell’Aie – anche sul “fenomeno e-book”)

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http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2011/06/20/ebook-e-il-futuro-del-libro/feed/ 207
BIRGITTA TROTZIG, GÜNTER GRASS E POETI LETTERATITUDINIANI http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/13/birgitta-trotzig-gunter-grass-e-poeti-letteratitudiniani/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/13/birgitta-trotzig-gunter-grass-e-poeti-letteratitudiniani/#comments Tue, 13 Jan 2009 22:58:43 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/13/birgitta-trotzig-gunter-grass-e-poeti-letteratitudiniani/ poesia.jpgQuesto è un post dichiaratamente dedicato alla poesia…
Colgo l’occasione per presentare le nuove opere poetiche di due grandi autori: Birgitta Trotzig e Günter Grass. E contestualmente ne approfitto per presentare le silloge di alcuni poeti che – in un modo o nell’altro – hanno “incrociato” questo blog. Mi piace chiamarli poeti letteratitudiniani: Cristina Bove, Domenico Calcaterra, Carlo Carabba, Andrea Di Consoli, Elio Distefano, Gianfranco Franchi, Patrizia Garofalo, Marco GattoRenzo Montagnoli, Alfio Patti, Leandro Piantini, Franco Romanò, Maria Teresa Santalucia Scibona.
In fondo al post troverete le immagini delle copertine dei libri coinvolti. Cliccandoci sopra si apriranno pagine di approfondimento.
Mi piacerebbe che i poeti letteratitudiniani (ne approfitto per precisare che nessuno di loro è stato messo al corrente di questo post) ci presentassero la loro opera e ci offrissero una poesia da essa estratta (magari quella che ritengono particolarmente significativa). Poi li invito a interagire tra loro… e a rispondere alle eventuali domande degli altri frequentatori del blog.

Ai poeti letteratitudiniani chiedo: quando avete incontrato la poesia?

A tutti chiedo, rifacendomi a questo vecchio post (la poesia specialità dei perdenti?)
- ha ancora senso, oggi, scrivere e leggere poesie?
- perché scriverle? perché leggerle?

Veniamo a Birgitta Trotzig e a Günter Grass: le loro opere poetiche che ho il piacere di segnalarvi sono “Nel fiume di luce. Poesie 1954-2008” (Mondadori) di Birgitta Trotzig (tradotte e curate da Daniela Marcheschi) e “Dummer August” (Raffaelli) di Günter Grass (con prefazione di Claudio Groff).
I due suddetti volumi, e gli approfondimenti che leggerete di seguito, mi stimolano a formulare altre due domande:
- fino a che punto la parola può essere intesa come principio generativo, come legge per la creazione del mondo? (riferimento a Trotzig)
- se ogni “macchia vincola” fino a che punto la parola può, se non cancellarla, quantomeno… compensarla? (riferimento a Grass)
Di seguito la recensione di Bianca Garavelli (per il libro della Trotzig) e una scheda sulla silloge di Grass.

Massimo Maugeri

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“Nel fiume di luce. Poesie 1954-2008″ di Birgitta Trotzig – € 13,00 – 2008, XXV-251 p., Curatore Daniela Marcheschi  – Mondadori

di Bianca Garavelli- Avvenire del 27/12/2008

La parola come principio generativo, ‘legge’ per la creazione del mondo. È questa l’idea centrale che anima la poesia della svedese Birgitta Trotzig, intensa protagonista della letteratura del suo paese nel Novecento e oltre.
Un’autrice, nata a Goteborg nel 1929, fin da giovanissima dedita alla scrittura e fin da giovane convertita alla fede cattolica, in cui la forte dimensione religiosa ha segnato a tal punto la scrittura da creare una sorta di fusione fra i generi, attraverso uno stile visionario in cui la potenza generativa della parola si esprime creando immagini e metafore vertiginose, senza distinzioni asfittiche fra prosa e poesia.
Daniela Marcheschi ne ha adesso tradotto curato con affettuoso rigore un’edizione complessiva per Mondadori, che raccoglie, con ricche scelte antologiche, tutti i principali libri poetici di Birgitta Trotzig. E ha il valore aggiunto di un dialogo costante fra traduttrice e autrice. Il titolo, Nel fiume di luce, sintetizza bene la potenza visionaria di questa poesia che, per certi aspetti, somiglia a quella del Dante paradisiaco, quando descrive i più alti luoghi dei beati, dove le presenze individuali si fondono e trasformano in una continua mutazione di forme luminose.
Così, come nel contrapporsi che è anche un fondersi fra bene e male, la poesia e la prosa di Trotzig sembrano partecipare dell’energia che ha dato origine all’universo, ne sono la prova letteraria, per così dire. E se le sue poesie tendono ad assumere ritmi prosastici, con versi lunghi e immagini complesse che si dipanano in ampi spazi sulla pagina, anche nei suoi romanzi, per ora non tradotti in Italia, gli stessi temi e gli stessi ritmi della poesia trovano dimora. Come in Levande och doda (‘Vivi e morti’), dove luce e ombra, vita e morte coesistono mostrando come nella materia misteriosa che compone l’universo sia proprio la compresenza degli opposti la sostanza, e la scintilla che genera la vita.
Sono riflessioni che ricordano, in parte, l’idea visionaria di un racconto di Borges, La scrittura del dio, il cui protagonista ricorda un’antica tradizione, secondo cui una frase di origine divina, scritta alle origini della terra, avrebbe scongiurato i mali del mondo. Così nella scrittura di Trotzig la parola è essere vivente, perfettamente partecipe della natura dei viventi lettori, e al tempo stesso chiave per accedere al mistero. Lo si comprende dal modo in cui l’autrice lascia muovere le immagini, come se una volta posate sul foglio procedessero con movimento proprio (e Immagini è il titolo del suo libro del 1954), che parlano dei misteri della fede, come nella poesia Getsemani che con incredibile partecipazione emotiva racconta l’inizio della Passione.
O in quella dedicata al ‘Bambin Gesù’ di Praga, ‘travestito nell’abito d’oro scuro da imperatore’, dove la presenza oggettiva del mistero nella realtà quotidiana è filtrata attraverso il ricordo di un viaggio. Infatti l’altro aspetto importante della scrittura di Trotzig, coesistente con la visionarietà, è la sua densa corporeità, la capacità di entrare nella materia del mondo e riviverla, con la stessa intensità con cui penetra senza paura nella dimensione cosmica. Come di un viaggio nell’anima l’autrice può parlare della sua stessa vita, e dell’amore che prova per le terre in cui ha vissuto, tra cui l’Italia, superando i «Confini della parola» (titolo di un altro suo libro, del 1968) grazie al duttile strumento poetico che ha costruito.
Bianca Garavelli

da “Nel fiume di luce” di Birgitta Trotzig
Il viaggio fuori da un’asfissia, la nascita che riduce in pezzi sotto e sopra. Urlo, grido, sillabe. Più nessuna pretesa, nessuna esigenza sopravvissuta, non si dichiara niente su alcunché – si invoca, si rivolge la parola, si elemosina, si scongiura, fastidio, prima nell’invocazione “io”, prima nell’invocazione “vivo”.
Parola, riti, cattedrali, spezzati, infranti, esplosi, sudici. Nel buio, attraverso il buio, grido senza voce, parola rivolta senza labbra. Tutto il tempo “fa ruotare la terra con il suo peso di vivi e morti”.

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Dummer August – Günter Grass – € 12,00 – 2008, 110 p. – Raffaelli (collana Poesia contemporanea)

Questa raccolta nasce come reazione -risposta agli attacchi, spesso molto violenti, che in Germania – ma anche in Italia e un po’ in tutta Europa hanno accolto la confessione di Grass (contenuta nell’autobiografia “Sbucciando la cipolla”) di aver fatto parte per poche settimane negli ultimi mesi di guerra, a diciassette anni, di un’unità delle temute Waffen-SS, corpo elitario dell’esercito tedesco composto da fedelissimi di Hitler (ne abbiamo parlato anche qui). Un evento spiacevole che in qualche modo ha scalfito l’immagine di un uomo e di uno scrittore che fino a quel momento (agosto 2006) si era sempre trovato “dalla parte giusta” ed era considerato la coscienza critica della Germania. Con queste poesie, Grass si difende con le sue armi, quelle del grande scrittore che sa trascendere ampiamente dall’occasione fornita dall’episodio.
Con testo originale a fronte. I traduttori sono Claudio Groff, Claudia Crivellaro, Caterina Barboni, Elena Bollati, Velia Februari e Irene Montanelli.

LA MIA MACCHIA
Tardi, dicono, troppo tardi.
In ritardo di decenni.
Annuisco: sì, ce n’è voluto
prima che trovassi parole
per l’usurata parola vergogna.
Accanto a tutto ciò che mi rende riconoscibile
ora mi rimane appiccicata una macchia,
netta quanto basta
per gente
che indica con dito senza macchia.
Addobbo per gli anni che restano.
O forse si doveva provare il travestimento,
stendere il velo pietoso?
D’ora in poi mi circonderebbe la quiete
in mezzo a rane gracidanti.
Ma già dico sì, no e nonostante.
Non si può mascherare
il torto sanzionato.
Mai troppo tardi ciò che fu ed è
viene chiamato per nome.
La macchia vincola.

(da Dummer August di Günter Grass)

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I LIBRI DEI POETI LETTERATITUDINIANI

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AGGIORNAMENTO DEL 16 GENNAIO 2009

Nel latte della madre
di Filippo Tuena

Prediligo postazioni rialzate,
Battute dal vento, anche se pericolose
Per i colpi vaganti o l’ingordigia dei cecchini
Che prima della fine del turno
Vogliono ancora una volta far centro.

Ma in queste notti arabe
Sono i cumuli di macerie che m’aggradano di più
Perché a volte, sotto, li sento ancora lamentarsi,
Con voce sempre più sottile o insistente pervicacia.

Eppure moriranno entro pochi minuti
Ed è inutile affannarsi a sollevare le pietre,
Scalzare travi, rotolare macigni.

E’ la polvere che li condanna. S’incolla alla gola
O alle ferite sanguinanti e li sigilla come
Statue di gesso o sale. Immobili. Fermàti nel tempo
Come i calchi degli schiavi di Ercolano.

Per esperienza so che, passata l’orda,
Li ritroveranno quando spianeranno le macerie,
Solitamente avvinghiati alle madri.
Del resto il loro mondo era davvero poca cosa:
Un seno un poco avvizzito, un battito rassicurante del cuore.

Askenazita di Bolechov che hai pigiato il bottone,
Palestinese di Hebron che hai caricato il mortaio,
Texano di Dallas che hai il grilletto facile,
Talebano di Kabul che hai il coltello affilato:
Non cucinerai l’agnello nel latte della madre.

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http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/01/13/birgitta-trotzig-gunter-grass-e-poeti-letteratitudiniani/feed/ 329
GIOVANNINO GUARESCHI E IL GIORNALISMO UMORISTICO http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/30/giovannino-guareschi-e-il-giornalismo-umoristico/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/30/giovannino-guareschi-e-il-giornalismo-umoristico/#comments Wed, 30 Apr 2008 14:35:13 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/30/giovannino-guareschi-e-il-giornalismo-umoristico/ È con molto piacere che ospito un intervento di Daniela Marcheschi sul “giornalismo umoristico” e sulla figura di Giovannino Guareschi (padre letterario di Don Camillo).
Si tratta del pezzo introduttivo al Catalogo della mostra Giovannino Guareschi: nascita di un umorista. “Bazar” e la satira a Parma dal 1908 al 1937, a cura di Giorgio Casamatti e Guido Conti, Parma, MUP, 2008, pp.16-23. La mostra, curata da Casamatti e Conti, è a Parma dal 19 aprile al 1 giugno 2008 (assolutamente da vedere, perché molto bella).
Ne approfitto per ringraziare la professoressa Marcheschi e la MUP per la gentile concessione del testo.
Vi invito a leggerlo con attenzione e a dire la vostra.

Inoltre ricordo che proprio il 1° maggio decorre il centenario della nascita di Guareschi (venuto alla luce, appunto, a Roccabianca il 1° maggio del 1908).

Vi consiglio di collegarvi al sito del Comitato Nazionale per le celebrazioni della nascita di Giovannino Guareschi: www.guareschi2008.com

Seguono alcune domande che mi pongo (e vi pongo), come al solito, per favorire il dibattito.

Il giornalismo umoristico, oggi, può avere una funzione? E fino a che punto?

Il giornalismo umoristico può essere considerato letteratura dell’umorismo?

Quello di Beppe Grillo, anche con il suo blog, può essere considerato giornalismo umoristico?

Parliamone (se vi va).

Buon 1° maggio a tutti.

Massimo Maugeri

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Daniela Marcheschi, nota italianista e critica letteraria, è autrice di saggi tradotti in varie lingue, curatrice dei Meridiani Mondadori delle opere di Carlo Collodi e Giuseppe Pontiggia, vincitrice, per il suo lavoro di traduzione e critica in campo scandinavistico, del Tolkningspris dell’Accademia di Svezia
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Tradizione e innovazione del «giornalismo umoristico»: Giovanni Guareschi
di Daniela Marcheschi

Giornalista e scrittore, vignettista e autore di testi satirici, Giovanni Guareschi è uno degli umoristi più completi del nostro Novecento, capace di ridare vita e forma nuova alla tradizione comico-umoristica, così come essa si era codificata in Europa, prima, e in Italia, poi, nell’esaltazione delle passioni risorgimentali.
Guareschi, che era nato nel 1908, aveva avuto modo di conoscere la comicità sia di Sergio Tofano o STO, che si esplicò in svagati toni palazzeschiani ed anche in un segno dai tratti sinuosi e morbidi, sia di Ettore Petrolini, le cui celebri canzonette erano costruite sui non-sense, le cui farse e macchiette giocavano di continuo su esilaranti situazioni surreali. Leggerezza e cinismo, humour e paradosso, satira e ironia si incontrano così da subito nella produzione umoristica di Guareschi, che di scritti e vignette, a partire dal 1929, inondò giornali e numeri unici di Parma: «La Voce di Parma», «La Fiamma. Corriere del Lunedì» ecc.. Nello sfogliare le pagine di simili giornali e periodici – così come quelle del più tardo «Bertoldo» (fondato nel 1936) o del suo celebre almanacco a cui Guareschi collaborò – possiamo scoprire e constatare la capacità di azione nel tempo di modelli umoristici o satirici che vantavano almeno ottanta anni circa di storia: quelli del «giornalismo umoristico» ottocentesco, che il nostro Carlo Lorenzini (1826-1890), alias Collodi – ma già alias L., alias Lampione, alias Scaramuccia, alias ZZTZZ, alias Diavoletto, solo per citare alcuni dei suoi più celebri pseudonimi – aveva contribuito ad inventare e re-inventare gomito a gomito con i caricaturisti Cabrion (Niccola Senesi), Angiolo Tricca o Mata (Adolfo Matarelli) e in una sorta di dialogo a distanza con Honoré de Balzac, la cui opera gli era arcinota.
Intorno al 1830 e nei decenni successivi in Francia erano fioriti periodici che, facendo perno su una scrittura briosa ed ironica, sulle vignette e caricature di Daumier, Grandville, Gavarni ecc., offrivano notizie dei teatri e degli spettacoli, articoli vari, racconti e romanzi spesso a puntate. Da «La Caricature» a «Le Charivari», da «La Mode» a «La Silhouette», a «Le Corsaire Satan» e via discorrendo, una generazione intera di autori, come Balzac, Nodier o la Sand, aveva dato vita a una letteratura pronta ad assumere forti connotazioni critiche, specialmente grazie a Balzac, nei confronti della cultura romantica e della Modernità in genere. Lo stesso Giacomo Leopardi – con un senso vivo della complessità delle tradizioni presenti e passate – nel maggio del 1832 avrebbe voluto pubblicare a Firenze un «Giornale di ogni settimana» con il titolo «Lo Spettatore Fiorentino»: una sede «per ispeculare», con il proponimento di «ridere molto», e per contenere «pareri intorno a libri nuovi», ma anche notizie «di teatri e spettacoli», «traduzioni di cose recenti e poco note da diverse lingue», nonché «articoli nuovi da valenti ingegni italiani o stranieri». Leopardi si proponeva di creare un “anti-giornale” a cui demandare un’esigenza di letteratura e critica militante, e attraverso cui continuare, alla luce del suo totale disincanto, la battaglia contro le verità scoperte dal suo secolo e per una filosofia materialistica contro certo sentimentalismo o mondo ideale romantico, che falsificava il senso stesso del destino dell’essere umano1. Non per nulla, nel preciso intento di fare una satira senza sconti della realtà politica e culturale del proprio tempo, Collodi – dalla «Nazione» al «Fanfulla» – non farà che ironizzare sul cattivo gusto di una borghesia che continua a preferire la poesia di Metastasio a quella di Leopardi2; e nel Novecento, Marcello Marchesi e Alberto Savinio si divertiranno a raccontare la biografia di Leopardi in modo dissacrante e paradossale, mentre Giovanni Guareschi, ispirato dal carattere dello Zibaldone, eterogeneo ed originale, nel 1948 pubblicherà presso la casa editrice milanese Rizzoli lo Zibaldino. Storie assortite vecchie e nuove: un modello di libro aperto, né romanzo né raccolta, dove trovano posto racconti, pezzi stravaganti, riflessioni, pagine di diario all’insegna dell’eteroclito.

Nonostante divergenze politiche ed economiche, le élites più accorte dell’Italia ottocentesca guardavano con attenzione alla Francia, seguendone la letteratura e la stampa periodica. La comparsa in quel paese di una letteratura militante, in posizione “agonistica” verso la società industriale e (per usare un termine caro a Balzac) verso le sue «patologie» culturali, artistiche, letterarie, non poteva non interessare generazioni che avrebbero vissuto il Risorgimento con slancio generoso, nell’amore smisurato verso la nazione e nella volontà di darle una struttura unitaria in grado di rinnovarne profondamente e sistematicamente la società ed ogni aspetto della cultura. Così, quando a causa della crescente protesta popolare, negli anni 1847 e 1848, i diversi regnanti degli stati italiani – da Ferdinando II di Borbone a Carlo Alberto – furono uno dopo l’altro costretti a concedere una Costituzione, in genere ispirata a quella francese orleanista, anche in Italia poté esservi la libera espressione della stampa. Un po’ ovunque fiorirono numerosi giornali umoristici, d’ispirazione liberale e democratica (ma non solo) e di netta satira politica e sociale. Il più importante fu com’è noto «Il Lampione» (13 luglio 1848-11 aprile 1849), animato a Firenze da Carlo Lorenzini che, nel 1860, ne riprese la pubblicazione per sostenere la campagna di annessione al Piemonte. Per rimanere nell’ambito dei giornali liberali e democratici, si ricordino ad esempio, in una Toscana brulicante di tali imprese, periodici quali «Il Birichino», «La Lanterna Magica», «La Voce del Popolo», «Lo Charivari del Popolano», «Belfagor Arcidiavolo», «Calambrone» e «L’Inferno»; ma anche «L’Arlecchino» di Napoli, «Il Fischietto» di Torino, «Lo Spirito Folletto» di Milano. Qualche anno più tardi troviamo «L’Arte», «Lo Scaramuccia», ancora diretto e fondato da Collodi, «La Lente», «La Chiacchiera» ecc., a cui si uniscono ad esempio il napoletano «Verità e Bugie», il torinese «Pasquino», il milanese «Il Pungolo». Gli schemi editoriali imitavano i petits journaux francesi, il cui influsso è evidente nel titolo «Lo Charivari»: a fianco delle caricature, realizzate con la litografia (la cui tecnica non consentiva tirature elevate), i collaboratori facevano satira politica e, con una prosa brillante ed ironica, tratteggiavano «fisiologie» dei tipi sociali più reazionari, pubblicavano romanzi a puntate ecc. Negli anni seguenti la repressione, quando di politica sarà invece impossibile parlare, i collaboratori commenteranno con la solita prosa scherzosa eventi di attualità in campo teatrale, letterario, artistico, poetico, oppure pubblicheranno «divagazioni» e bizzarrie, testi umoristici vari, fra cui buffi aforismi, dialoghetti satirici o parodie in versi. Il punto sarà in breve quello di mantenere un atteggiamento attivo nei confronti della società, di non disgiungere l’esercizio della moralità dal gioco dell’invenzione, mantenendo vivo il ruolo civile della critica. Il «Fanfulla», fondato a Firenze nel 1870, poi trasferito a Roma non appena questa divenne capitale del Regno d’Italia, sarà proprio l’ultimo grande giornale di tale tradizione umoristica.
La definizione «giornalismo umoristico» non deve però sviare: si trattò infatti di letteratura vera e propria (non sempre raccolta in volume), ironica e comica, ricca di notazioni bizzarre e curiosità letterarie, che si alimentavano della cronaca politica, teatrale o musicale, per dar vita a testi e vignette all’insegna della satira, della divagazione scherzosa e della complicità con i lettori. L’uso degli pseudonimi – che era frequentissimo se non costante su quelle pagine e che oggi complica talvolta la ricostruzione del contesto culturale dell’epoca – non era un tentativo di sfuggire ai rigori della censura: la struttura della redazione del giornale umoristico era infatti in genere assai esile ed i gerenti e i pochi compilatori erano facilmente identificabili dalle autorità di polizia. Piuttosto, bisogna pensare che gli pseudonimi consentivano allo scrittore umorista una grande libertà espressiva, la possibilità di saltare senza remore da un argomento all’altro, da un registro all’altro, dall’ironia alla parodia ecc.; e gli permettevano una dilatazione a piacere delle potenzialità stilistiche, in sintonia con la programmatica pluralità dei toni e delle forme che caratterizzavano un simile umorismo. In maniera analoga, come autentico semenzaio dell’immaginazione, andrà considerata la frequenza degli pseudonimi nel giornalismo e nella letteratura satirica del Novecento: Cesare Zavattini, che si firmava Za, insegna!

Proprio con il «Fanfulla» iniziò il declino del «giornalismo umoristico», e ciò avvenne per diverse ragioni di carattere socio-economico e culturale. Da un lato, l’industria della carta stampata cambiò strutturazione, finanziamenti e distribuzione, ed i giornali umoristici, diffusi principalmente per abbonamento, non riuscirono più a fronteggiare la concorrenza dei fogli d’informazione varia, meglio accolti sul mercato. Dall’altro, la vittoria del Naturalismo sancì un mutamento radicale del gusto del pubblico, ora tutto teso ad avere una “copia” della realtà. Nella estetica o poetica naturalistica si affermava l’idea misticheggiante dell’oggettività assoluta dello sguardo o, con un altro a priori, dell’oggettività assoluta delle cose: precisamente l’opposto della libertà inventiva propria delle poetiche dell’Umorismo. Così il genere comico-umoristico confluì o fu relegato fra i generi ritenuti a torto minori: la letteratura per l’infanzia, il teatro comico – appunto Petrolini e, più avanti, Totò o Fo…
I giornali umoristici resteranno comunque senza essere più i protagonisti principali della scena culturale: si pensi alla notevole fortuna di fogli come il «Guerin Meschino», fondato nel 1882 a Milano (chiuderà i battenti nel 1943), e il «Capitan Fracassa», nato nel 1886 a Roma. Gli spazi dell’umorismo e della satira, da allora in poi, potranno però subire una modificazione profonda, nel senso di una presenza – talora una prevalenza, in quei periodici – dell’intrattenimento leggero e amabilmente sorridente, dunque anche un po’ casuale e dispersivo. Più spesso vi saranno oscillazioni continue fra divertissement e scherzo ironico: non per nulla l’accostamento fra vignette e versi in rima baciata tipico del «Corriere dei Piccoli», dove furoreggiava dal 1917 il Signor Bonaventura creato da STO, varrà anche per il «Guerin Meschino». In altri casi, o momenti, potrà esservi da subito, oppure tornare attiva, una volontà critica e pugnace nei confronti di una società e una cultura spesso autoritaria, gretta, se non retriva: basta pensare alla carica dirompente di un settimanale socialista come «L’Asino», fondato a Roma nel 1892 e soppresso nel 1925 all’affermarsi del Fascismo, oggetto di tanti suoi strali; ai fogli satirici diffusi sul nostro fronte durante le fasi finali della I Guerra Mondiale; e, in Francia, anche soltanto a «La Feuille» o a «Le Rire», la cui presenza è risaputa nella Biblioteca dell’Archivio Guareschi (Roncole Verdi)3. In quest’ultimo giornale – e in altri periodici satirici francesi della grande tradizione comico-umoristica e parodica dell’Ottocento, ispirata principalmente, ma non solo, alla maniera di Laurence Sterne – Marcel Duchamp (1887-1968) aveva avuto modo di affinare la propria ironia come disegnatore umoristico. Anche questo gli avrebbe permesso di diventare uno degli artisti più capaci d’influire sull’arte del XX secolo, grazie alla forza dell’estro inventivo e alla spregiudicatezza dell’intelligenza. In breve, lo spirito dissacrante, il gioco del rovesciamento paradossale fino all’assurdo, messo in atto dall’artista e caro al movimento Dada, erano non solo una generica disposizione psicologica dell’uomo, ma anche e soprattutto una scelta culturale. Si trattava di un elemento di poetica suggerito dalle teorie estetiche, caratteristiche proprio di quella vasta e ricchissima tradizione europea, nel cui ambito, nell’Ottocento e nel Novecento, transitavano in vario modo, è bene ripeterlo, Daumier e Gavarni, Balzac e il giovane Baudelaire, Collodi e Palazzeschi, Pirandello e Zavattini, Tofano e Novello.
I giornali satirici o numeri unici – da «Straparma» a «Bazar» e su fino al «Bertoldo» e al «Candido», nato nel 1945 – che Guareschi fondò, o che ne ebbero in vario modo la brillante collaborazione di umorista e di vignettista satirico, sono costruiti sui medesimi schemi strutturali messi a punto dalla letteratura umoristica dell’Ottocento. Vignette varie e numerose, dialoghi e «sillogismi» scherzosi, buffi monologhetti e storie o articoli brevi, parodie in versi e via discorrendo, risuonano così allo stesso tempo vecchi e nuovi, ma sempre in maniera vitale: infatti vicende, personaggi, problemi del Novecento, sono messi alla berlina grazie a modelli o contenitori comico-satirici di derivazione ottocentesca. Insieme a tutto questo sono, ancora una volta, un analogo gusto del paradosso e dell’invenzione burlesca, lo stile scorrevole, il gioco linguistico a partire dalle valenze letterali della parola. Tuttavia, come le linee del disegno satirico risentono per essenzialità e tratteggio degli apporti formali delle avanguardie novecentesche o della pittura degli anni Venti-Trenta (non si dimentichi «Il Selvaggio» di Mino Maccari), così i modi del paradosso e del surreale sembrano scaturire da certo Futurismo o dagli esiti formali di Palazzeschi e Pirandello.
Lo statuto della stampa umoristica realizzata da Guareschi o supportata dal suo lavoro è talvolta misto, come lo fu ad esempio anche quello di un «settimanale-umoristico-illustrato» quale «Numero» fondato nel 1913, a cui collaborò STO. Intendiamo «misto» nel senso che vi possiamo trovare sia il puro intrattenimento, che mira a suscitare il sorriso – come l’innocua caricatura di un personaggio conosciuto (magari anche solo nella città di Parma) -, sia la pungente satira politica e sociale in grado di coinvolgere problematiche più ampie e profonde. Da questo punto di vista, nel godimento di una libertà di stampa e di espressione impensabile nell’età fascista, il «Candido» – con la sua caricatura, la parodia, l’ironia finalizzate ad una serrata critica degli eccessi degli ideologismi nel secondo dopoguerra – appare al di là delle contingenze uno degli esempi di «giornalismo umoristico» novecentesco più coerenti ed efficaci nella rappresentazione disincantata di tanti aspetti della società italiana contemporanea.
Daniela Marcheschi

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http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/04/30/giovannino-guareschi-e-il-giornalismo-umoristico/feed/ 158
INTERVISTA A DANIELA MARCHESCHI http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/07/intervista-a-daniela-marcheschi/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/07/intervista-a-daniela-marcheschi/#comments Mon, 07 Jan 2008 21:41:03 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/07/intervista-a-daniela-marcheschi/ Vi propongo questa intervista che Daniela Marcheschi, italianista ed esperta di letterature scandinave, ha rilasciato ad Andrea Di Consoli.

Intervista interessante che abbraccia varie tematiche: dalla critica letteraria alla storia della letteratura.

Credo che molte delle risposte fornite possano prestarsi per avviare dibattiti. Leggetele con attenzione e, se volete, esponete le vostre opinioni.

(Massimo Maugeri)

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Intervista a Daniela Marcheschi

di Andrea Di Consoli

Daniela Marcheschi, italianista, esperta di letterature scandinave (ne scrive su “Il Sole 24 Ore”) e traduttrice di Karin Boye, August Strindberg, Edith Sodergran, Brigitta Trotzig, curatrice dei Meridiani Mondadori di Giuseppe Pontiggia e Carlo Collodi, ha al suo attivo un’attività saggistica di livello internazionale. Ha pubblicato, tra le altre cose, Una luce del nord. Scritti scandinavi (1979-2000) per Le Lettere, e Sandro Penna per Avagliano.

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Lei ha parlato più volte di tradizioni letterarie in contrapposizione a tradizione. Cosa significa esattamente?

Puntare alle tradizioni vuol dire cogliere la pluralità delle esperienze letterarie e artistiche, delle estetiche, poetiche, filosofie, dei generi, degli stili, delle forme. Significa cogliere e avvicinarsi alla complessità stessa delle esperienze letterarie e artistiche; e anche verificare i modelli storiografici che tendiamo a confondere con la storia stessa della letteratura. Da questo deriva oggi una critica povera, perché vista come cronaca, rassegna dell’esistente non inserita nel quadro più problematico delle tensioni della storia. Sta prevalendo una critica scissa dalla storia, e una storiografia scissa dalla critica. Stiamo facendo critica e storia della letteratura ingabbiate su visioni storiografiche ereditate dalle generazioni precedenti.

Qual è la differenza tra la critica letteraria e la storia della letteratura?

Non ci può essere una storiografia nuova senza una visione critica delle tradizioni, e non si dà una critica nuova senza una visione storica delle tradizioni e delle loro interconnessioni. E, sopratutto, non si può fare letteratura, né come autori né come critici, se non ci si rende conto che i valori vengono sempre discussi e negoziati, e che bisogna essere consapevoli perché certe esperienze si sono affermate, o sono state sostituite. I valori vanno sempre continuamente ridiscussi.

Chi è il più grande critico letterario del ‘900?

Da questo punto di vista Carlo Dionisotti (1908-1998) non è solo il più grande storico della letteratura nel ‘900, ma è anche un grande critico: lo provano il travaglio profondo della “premessa e dedica” a Geografia e storia della letteratura italiana e di pagine mirabili dei Ricordi della scuola italiana. Tenga presente che Dionisotti ha potuto pubblicare Geografia e storia della letteratura italiana, libro fondamentale, solo a 59 anni, quando l’Accademia di Svezia già gli chiedeva pareri riservati su eventuali candidati al Nobel.

Cosa pensa del dibattito sulla critica letteraria iniziato sul “Corriere della sera” a partire dal Dizionario della critica militante (Bompiani) di Filippo La Porta e Giuseppe Leonelli?

Considero questo dibattito fragile, poco consapevole della complessità dei problemi in campo. E’ un peccato, perché l’Italia si sta sempre più chiudendo in se stessa, incapace di esportare valori e proporre idee ed esperienze letterarie davvero persuasive.

Lei insiste spesso sull’isolamento dell’Italia, sul suo provincialismo. Come ci si apre al mondo, in che modo può avvenire quest’apertura?

Se siamo consapevoli che si conosce “per tradizioni” siamo poi anche in grado di leggere la trama delle varie tradizioni europee. Dobbiamo cominciare a individuare gli autori europei di lingua italiana, non gli scrittori italiani e basta. Come diceva Vincenzo Gioberti, travisato da certe letture fasciste, e come dice Amedeo Anelli (direttore della rivista “Kamen’”, n.d.r.), bisogna ragionare su quali siano gli scrittori europei di lingua italiana, perché gli scrittori italiani sono meno necessari.

Mi faccia alcuni esempi novecenteschi di scrittori europei, e provi a spiegare cosa significa essere uno scrittore europeo.

Uno scrittore europeo di lingua italiana, per il lavoro sui contenuti, sul romanzo, sullo stile, è stato Giuseppe Pontiggia. Basta leggere quello che la critica europea ha scritto sui suoi libri. Uno scrittore è europeo nel momento in cui è capace di porsi problemi che interessano le culture internazionali, quando è profondamente italiano ma sa lanciare problematiche di interesse non locale. Scrittori europei di lingua italiana, per esempio, sono stati Italo Svevo e Luigi Pirandello.

E Alberto Moravia?

Moravia è uno scrittore di grande mestiere, di grande abilità, ma è uno scrittore sempre dentro l’attualità, e in ciò è debitore del naturalismo. Moravia è il prototipo degli opinionisti di oggi, di questa cultura dominante della chiacchiera mediatica. Naturalmente aveva intelligenza da vendere. Moravia non è uno scrittore che ha allargato più di tanto le “barriere del naturalismo”, come invece diceva Renato Barilli in un saggio del 1964. La sua letteratura è fortemente radicata nella letteratura russa, come ormai tutti sanno. Anzi, è spesso più paragonabile alla “fattografia” del realismo socialista.

Che cos’era la “fattografia”?

Era una poetica che proponeva un romanzo radicato nella cronaca, per essere più aderenti agli indirizzi del regime comunista. Dostoevskij è stato molto amato da Moravia, che però non ne aveva lo spessore filosofico e religioso. Di fatto i modelli russi di Moravia sono principalmente altri.

A quali modelli si riferisce?

Glielo spiego partendo da Dino Terra (1903-1995), uno degli scrittori più importanti fra la fine degli ‘20 e la fine degli anni ‘40. Aveva fondato l’Immaginismo, un movimento letterario e artistico per unificare tutte le ricerche d’avanguardia, intesa questa come metodo, come arte sperimentale. Autore di vaste frequentazioni internazionali, Terra fece conoscere la psicoanalisi alla sua cerchia (Moravia, Bontempelli, i Bragaglia, Pirandello, Marinetti, Ungaretti, Chiaromonte, De Libero, Gallian). Tra quei giovani aveva fatto molto effetto il romanzo La famiglia Golovlioff di Michail Saltykov-Scedrin, pubblicato in Italia da Carabba in due volumi nell’aprile del 1918, con la prefazione di Federico Verdinois. In due interviste inedite allo storico Paolo Buchignani nel 1993, Dino Terra diceva che quel romanzo era stato decisivo per alcuni di loro.

Questo cosa significa?

Questa testimonianza non è un’inezia, ma mette lo storico e il critico della letteratura sulle tracce di un testo che ha a lungo influenzato l’opera di Moravia, all’epoca molto amico di Terra. Se noi prendiamo La famiglia Golovlioff, a parte la coincidenza del nome di Saltykov con quello di Michele de Gli Indifferenti, dobbiamo constatare che tutta quanta la costruzione del romanzo, dei personaggi e del loro carattere morale, le atmosfere, addirittura lo stile, hanno forti analogie, se non palesi “copiature”, con il romanzo d’esordio del giovane Moravia.

Quali sono gli elementi che supportano questo sospetto di “copiatura”?

Anche ne La famiglia Golovlioff i personaggi principali sono cinque. Una madre, Irene, che, per insensibilità e vuoto interiore, per i suoi modi grotteschi, somiglia alla madre di Carla e Michele. Sua nipote, Annin’ka, è il personaggio più lucido del romanzo di Saltykov e quello in cui si riscontrano analogie non casuali con Carla. Anche Annin’ka cerca letteralmente una “vita nuova, vera”, e pur di averla si dà a un riccone, ma capirà il vuoto e l’illusorietà di una simile aspirazione. Allo stesso modo Carla, ne Gli Indifferenti, nel desiderio di una “vita nuova”, si getta tra le braccia di Leo pur non amandolo, e di fatto gli si dà per avere un benessere, proprio come fa Annin’ka. Colpisce il fatto che Leo abbia in parte il carattere di Porfìrij, detto piccolo Giuda, che agisce solo per interesse e lussuria. Porfìrij, come Leo, è cinico, ipocrita, interessato, vive un erotismo puramente utilitaristico, senza profondi sentimenti, pronto a rovinare i suoi famigliari pur di accumulare ricchezze e impadronirsi di una villa. Poi ci sono gli atri due fratelli, Stepàn e Pavel, i quali vivono nell’indifferenza, nella finzione, nell’incapacità di qualsiasi applicazione, in una “nebbia di parole” che è la nebbia del vaniloquio e dell’impossibilità di sentire e volere.

Lei coincidenze sono solo di contenuto?

Colpiscono anche le coincidenze formali. Ad esempio ne La famiglia Golovlioff, proprio come nel romanzo di Moravia, ci sono il vaniloquio e un grande uso del discorso indiretto libero, che abbonda soprattutto nell’ultima parte. Michele ne Gli Indifferenti immagina l’ipotetico processo che seguirebbe l’uccisione di Leo, ma in realtà questo non avviene, perché Michele non uccide Leo. Tale processo, invece, nel romanzo russo c’è davvero. Ma le corrispondenze non finiscono qui, ve ne sono in grande quantità.

La letteratura nasce sempre dalla letteratura, di questo lei è consapevole. Quindi immagino che la sua riflessione vada più nella direzione della ricerca storica, che non nella direzione di una provocatoria polemica.

Che i libri nascano anche dai libri è cosa nota, ma è forse meno noto quanto questo romanzo russo abbia significato concretamente per quel gruppo di giovani scrittori romani. Per esempio, il carattere stesso de L’avaro di Moravia richiama ancora una volta un tratto molto caratteristico di Porfìrij, incapace di amare e assumersi qualsiasi responsabilità che non sia quella di accaparrarsi beni materiali. Ne L’amore coniugale il confluire di norme morali e convenzioni sociali è un tema che richiama un altro tema del ricco romanzo di Saltykov. Negli stessi Racconti romani il vizio della pignoleria, portato all’estremo grado, rimanda ancora a un motivo di Saltykov. La famiglia Golovlioff ha personaggi a tutto tondo che incarnano, nello svolgersi delle vicende, tutta una serie di vizi e carenze morali assai suggestive per l’opera di Moravia. Così si riconferma ancora una volta il radicamento di Moravia nel dibattito culturale degli anni ‘20 e ‘30, che dovrebbe essere studiato di più. Il libro di Saltykov aveva già influenzato Terra, basti pensare a un romanzo sperimentale come Ioni, del 1929, considerato l’anti-Indifferenti.

Dal suo discorso si profila addirittura uno “scontro” in sede di canone tra Moravia e Dino Terra. O forse è più esatto dire che lei auspica una maggiore attenzione sui cruciali anni ‘20.

Andrebbero studiati meglio l’ambiente delle riviste degli anni ‘20 (“La bilancia”, “La ruota dentata”, “Interplanetario”, “Occidente”, “Caratteri”, riviste in cui spesso si ritrovavano fascisti rivoluzionari, giovani comunisti, socialisti, anarchici, apolitici, tutti legati dalla volontà di costruire una nuova letteratura), la narrativa degli anni ‘20, il movimento dell’Immaginismo, la Roma di sostanza internazione ed europea di quegli anni. All’interno di questo quadro si gettano le basi per un realismo nuovo, in cui ha uno spazio il meraviglioso, basti pensare proprio a Riflessi di Dino Terra. Quindi siamo di fronte a una pluralità di tradizioni che la prevalenza di una storiografia ingessata e arretrata ha spesso cancellato, mentre ha lasciato tracce di vitalità nella narrativa italiana almeno fino agli ‘70 (si pensi agli autori di favole per adulti: Zavattini, Guareschi, Terra). Se noi paragoniamo Ioni a Gli Indifferenti, pubblicati entrambi da Alpes nel 1929, ci rendiamo conto della novità sperimentale di Ioni, costruito per micro e macro sequenze, per pluralità di voci, per molteplicità dei punti di vista. Moravia legge attentamente Saltykov e ne ricalca la tecnica romanzesca. Terra, invece, cerca di rinnovarla ulteriormente. A questo punto possiamo capire perché Dino Terra fosse considerato, in quel tempo, uno degli scrittori più importanti. Meno persuasivo, invece, è ritenere Moravia una delle punte di diamante della letteratura del ‘900.

Andrea Di Consoli

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