LETTERATITUDINE di Massimo Maugeri » Elena Mearini http://letteratitudine.blog.kataweb.it Un open-blog. un luogo d\'incontro virtuale tra scrittori, lettori, librai, critici, giornalisti e operatori culturali Sat, 11 Dec 2021 09:58:57 +0000 http://wordpress.org/?v=2.9.2 en hourly 1 FELICE ALL’INFINITO di Elena Mearini http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2018/11/29/felice-allinfinito-di-elena-mearini/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2018/11/29/felice-allinfinito-di-elena-mearini/#comments Thu, 29 Nov 2018 18:37:01 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=8027 Per GIOVANISSIMA LETTERATURA“, lo spazio di Letteratitudine interamente dedicato alla cosiddetta “letteratura per ragazzi“, ci occupiamo del nuovo libro di Elena MeariniFelice all’infinito” (Giulio Perrone editore), illustrazioni di E. Racca


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Elena Mearini si occupa di narrativa e poesia, conduce laboratori di scrittura in comunità e centri di riabilitazione psichiatrica.

Nel 2009 esce il suo primo romanzo Trecentosessanta gradi di rabbia.
Altri libri pubblicati: Undicesimo comandamento. Uccidi chi non ti ama (perdisapop 2013), A testa in giù (Morellini editore 2015), Bianca da morire (Cairo editore 2016), È stato breve il nostro lungo viaggio (Cairo editore 2017).

Il protagonista di questo romanzo per ragazzi di Elena Meraini è il giovanissimo Felice, che – per la verità – avrebbe motivi per essere infelice, dato che subisce atti di bullismo. Vive tra la passione per le stelle e l’affetto di nonna Lea… ma sarà la buona cucina a fare la differenza.

Abbiamo chiesto all’autrice di raccontarci qualcosa su questo nuovo libro e sul suo protagonista…

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«”Felice all’infinito” è un’avventura attraverso l’amore perduto e quello riconquistato», ha detto Elena Mearini a Letteratitudine. «Un viaggio in cui il giovanissimo protagonista supera la violenza e il rifiuto salendo a bordo di quella meravigliosa navicella che si chiama Passione.
Felice, dodicenne, è un ragazzino fragile nel corpo e nell’anima, capace di percepire le forme più sottili e lontane del creato come le stelle, alle quali si rivolge per raccontarsi e raccontare. In loro riconosce ciò che manca all’uomo, ossia la capacità di non sottrarsi luce a vicenda ma di cooperare per generarla.
Felice è attratto da questo cielo che produce amore e si sente invece estraneo a una terra che l’amore pare voglia demolirlo e calpestarlo.
A scuola i compagni lo chiamano l’Alieno per via del suo corpo esile e del suo sguardo rapito da un altrove di magia e sogno. Diventa vittima di scherzi neri, cattivi, diventa il cestino in cui i compagni buttano tutta la loro rabbia, il loro vuoto, il loro smarrimento di creature senza orizzonte.
In verità, i cosiddetti “ bulli” della classe invidiano quel cielo che abita gli occhi di Felice, un cielo che ha infinte scorte di orizzonte.
Costretto all’isolamento, messo da parte, spinto all’angolo, Felice trova qualcosa di diverso e più efficace della resa.
Non si sottrae alla vita ma comincia invece a scoprirla davvero per la prima volta attraverso la cucina e il cibo.
S’inventa cuoco rivisitando le ricette di nonna Lea, donna che dell’amore ha fatto l’impasto base del suo essere e stare al mondo.
Felice si appassiona all’arte culinaria, nei piatti ci mette le sue stelle, il suo cielo, il suo infinito che abbraccia tutti e non esclude nessuno. Ha talento, una dote straordinaria nell’assemblare ingredienti e sapori, sa creare piatti capaci di ridisegnare orizzonti negli occhi della gente.
Lui cucina cose che rendono tutti più felici, più buoni, più infiniti.
Questo suo talento verrà riconosciuto dalla mamma, dalla nonna, dagli insegnanti prima e dai compagni poi.
I bulli dovranno ricredersi, ammettere il potere speciale di Felice, l’alieno in grado di rendere più umani gli umani.
Ma lui non è né un alieno né un eroe. Felice è soltanto un ragazzino con il coraggio di innamorarsi e dedicarsi a ciò che ama.
La passione per la cucina diventa per lui riscatto e salvezza, gli permette di vedere il bello in sé, di farlo crescere fuori e attorno. Vuole contagiare gli altri con l’amore che sente essergli nato dentro e avvia l’epidemia più lecita e saggia.
Scrivere la storia di Felice mi ha permesso di recuperare immagini e parole bambine, quelle annidate nell’angolo dell’innocenza, pronte ancora a credere nel sogno affidandosi alla realtà.
Perché la realtà può anche essere una fata buona imprigionata dalla strega cattiva, una fata in attesa di essere liberata da occhi capaci di vederla e riconoscerla. Occhi uguali a quelli di Felice e di tutti coloro che sanno innamorarsi davvero di almeno una delle tante cose presenti al mondo.
Il cibo, con cui Felice sogna, gioca e dialoga, diventa il sostituto dell’Altro che manca, l’Altro che giudica, l’Altro che non comprende. Il cibo diventa l’amico unico e impareggiabile, presente sempre e comunque, quello che ti resta accanto quando altrove è più facile.
La passione è un valore da trasmettere ai nostri ragazzi, è l’abbraccio che salva da ogni inciampo e caduta, la stretta che ti rimette in piedi e ti permette di individuare ancora la linea d’orizzonte, anche quando sembra che tutto e tutti contribuiscano a cancellarti il cielo dagli occhi».

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La scheda del libro

Felice è un ragazzino diverso dagli altri, più leggero del normale, sia nel corpo che nella testa. Magrissimo e con un modo di pensare assai bizzarro, diventa facile bersaglio per i bulli della scuola che lo chiamano l’Alieno, togliendogli il diritto di essere un normale ragazzino che, come tutti, gioca, sogna, sbaglia e si corregge, cade e si rialza. Innamorato del cielo e delle stelle, affascinato dai disegni che gli astri creano nello spazio, Felice parla e si confida con la stella polare, come se fosse una seconda madre capace di comprenderlo nel profondo, al di là di ogni giudizio e pregiudizio. La sua è una quotidianità un poco magica e molto solitaria, condivisa in parte dalla madre, donna fragile nell’anima e nei nervi, e dalla nonna Lea, vivace anziana appassionata di cucina, colei che cura ogni tipo di male con il buono di torte e merende varie. La passione culinaria della nonna riuscirà a contagiare Felice, facendo nascere in lui un incondizionato amore per i fornelli. In poco tempo, la gente attorno scoprirà quale incredibile talento da cuoco si nasconda nel suo cuore e nelle sue mani. Felice comincia allora ad impegnarsi per quella che considera una vera missione da supereroe: cucinare piatti speciali, capaci di rendere gli umani più buoni, meno cattivi nei confronti dei diversi, meno ostili agli Alieni. La sua impresa verrà accolta e dopo riconosciuta, il suo talento premiato con un invito inatteso. Età di lettura: da 9 anni.

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Ecco le risposte di Elena alle domande “ricorrenti” di questa rubrica dedicata alla poesia.

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Risultati immagini per elena mearini letteratitudine- Elena Mearini, chi è poeta?
Poeta è colui che non si stanca mai di scoprire e riscoprire i volti nascosti della realtà. Il poeta si deve impicciare dei fatti e delle facce del mondo, sfondare le barriere, abbattare i muri, sconfinare senza fine e senza mai dimenticare di portarsi appresso attenzione e cura. Il poeta avanza con passo gentile.

- Poeti si nasce o si diventa?
Nella poesia ci s’inciampa, per errore, grazia o destino.  È una specie di pozza che contiene infinite varianti del mondo. Chi ci casca dentro, se ne innamora. Ed ecco fatto. È poeta.

- Cos’è la poesia?
È una cosa che non smette mai di accadere e di esserci, una costante umana che contempla la bellezza e tralascia l’abbandono. La poesia garantisce la realtà della vita, ci dice che quando un cuore batte, batte davvero.

- A cosa serve la poesia?
A innamorarsi dell’istante, l’unico tempo certo che ci è dato avere. Un tempo fragile, friabile e umanissimo. Il tempo che più ci somiglia e ci appartiene.

- Che consiglio daresti a chi volesse avvicinarsi alla lettura della poesia?
Per leggere e godere della poesia è necessario ricavare in sé uno spazio pulito e libero. Togliere polvere, sporcizia e ingombri, lasciare che la parola poetica possa circolare nuda e pure bendata se crede. Dobbiamo preservarla da malanni e incidenti.

- Cosa consiglieresti a un poeta esordiente che ha velleità di pubblicazione?
Dimenticare l’ipotesi di una pubblicazione e scrivere solo se è la necessità a spingerlo. Con la poesia non si può fingere, lei stringe affari solo con la verità di un’urgenza.

- Parliamo di te. Come nasce il tuo amore per la poesia?
È un amore nato per fame, il pane quotidiano della sopravvivenza.

Guardando all’intera storia della poesia, quali sono i poeti che consideri come tuoi punti di riferimento?
Di certo esponenti della poesia ermetica quali Montali, Ungaretti, Quasimodo, ho sempre amato la loro grande maestria nello stringere nel pugno il seme originale delle cose, toccare l’osso, non rifuggire né temere l’essenza bensì afferrarla e rivelarla. Una mia grande passione è poi l’intera opera della Szymborska, unica per ironia e potenza. E come non citare Celan, capace di fare della parola un miracolo…

- Quali sono i versi poetici che non ti stancheresti mai di rileggere?
“ Non scriverti tra i mondi, al margine della traccia di lacrima impara a vivere”. Ed ecco Celan e il suo miracolo.

COPERTINA_mearini- Qual è il filo conduttore di questa tua nuova silloge (intitolata “Strategia dell’addio“)?
“ Strategia dell’addio” è la storia di un amore che non si compie mai fino in fondo, nasce e si richiude di continuo, sfiorando la fioritura senza viverla. Sarà la parola a soccorrerlo, una parola-corpo che prende il posto dell’altro, in questo caso dell’uomo,  una parola-corpo presente e capace di darsi e di dare. Nella poesia, la donna che racconta, compie finalmente il proprio sogno d’amore.

- Ti chiedo di scegliere alcuni tra i versi che consideri più rappresentativi di questa tua raccolta e di offrirceli in lettura qui di seguito…
Confinata in una foglia, osservo il mondo. La mia quarantena odora di te, che mandi respiri al vento”

“ Quando indosserò la mia mancanza, qualcuno griderà allo scandalo di una donna nuda per la strada”

“ Non si può occupare educatamente il cielo, per essere vento dobbiamo disturbare le foglie”

- Per quale motivo hai considerato questi versi come i più rappresentativi della silloge?
Per il senso di una mancanza che diviene spazio aperto e ampio, luogo predisposto al decollo della libertà.

- Come immagini il futuro della poesia?
Mi piacerebbe che fosse di una leggerezza imbattibile. Il respiro della parola, ecco. Una poesia fatta di respiri.

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Elena Mearini – “Strategia dell’addio” (LiberAria) – la scheda della silloge

COPERTINA_meariniStrategia dell’addio è la storia poetica di un amore e di un abbandono raccontato in versi. La parabola di un amore infelice, dalla solitudine, all’incontro, alla crisi fino al superamento del dolore, è descritta e sviscerata attraverso brevi didascalie del quotidiano, istanti fermati e scandagliati con occhio acuto e penna affilata, capace di esercitare con precisione chirurgica la dolcezza e la crudeltà necessarie a sopravvivere. Il linguaggio di Elena Mearini e si fa di volta in volta strumento d’indagine, espressione di dolore, rassegnata tenerezza, lotta indomita contro la sofferenza, sorriso con cui guardare a un addio, in una sinfonia di sensazioni che diviene cifra di un sentire universale. Contraltare a questo canto intimo e struggente, i disegni dell’illustratrice Clara Patella, il cui tratto netto, aperto, minimale ma dotato di delicatezza e profondità, dona risalto alla scrittura poetica, aiutando il lettore a trovare la propria Strategia dell’addio.

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Elena Mearini è nata nel 1978 e vive a Milano. Ha pubblicato i romanzi 360 gradi di rabbia, Excelsior 1881, Premio giovani lettori “Gaia di Manici-Proietti” nell’ambito della rassegna “Umbria Libri”; Undicesimo comandamento, Perdisa pop, Premio Speciale UNICAM- Università di Camerino, terzo classificato al Concorso Nazionale di Narrativa “Maria Teresa di Lascia” e Premio giovani lettori “Gaia di Manici-Proietti” nell’ambito della rassegna “Umbria Libri”; A testa in giù, Morellini editore; Bianca da morire, Cairo editore, Premio “Lago Gerundo” per la narrativa. Firma due raccolte di poesie: Dilemma di una bottiglia, Forme Libere editore e Per silenzio e voce, Marco Saya editore.

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