LETTERATITUDINE di Massimo Maugeri » elisabetta bucciarelli http://letteratitudine.blog.kataweb.it Un open-blog. un luogo d\'incontro virtuale tra scrittori, lettori, librai, critici, giornalisti e operatori culturali Sat, 11 Dec 2021 09:58:57 +0000 http://wordpress.org/?v=2.9.2 en hourly 1 ELISABETTA BUCCIARELLI e ANTONELLA CILENTO ospiti di “Letteratitudine in Fm” http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2015/11/16/in-radio-con-elisabetta-bucciarelli-e-antonella-cilento/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2015/11/16/in-radio-con-elisabetta-bucciarelli-e-antonella-cilento/#comments Mon, 16 Nov 2015 17:00:44 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=6962 ELISABETTA BUCCIARELLI e ANTONELLA CILENTO ospiti di “Letteratitudine in Fm” – lunedì 16 novembre 2015 – h. 10 circa (e in replica nei seguenti 3 appuntamenti: giovedì alle h. 03:00 del mattino; venerdì alle h. 13:00; domenica alle h. 03:00 del mattino)

In Fm e in streaming su Radio Hinterland

trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia: Federico Marin

LA PUNTATA È ASCOLTABILE ONLINE, CLICCANDO SUL PULSANTE AUDIO

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Sono Elisabetta Bucciarelli e Antonella Cilento le ospiti della puntata di “Letteratitudine in Fm” di lunedì 16 novembre 2015

Con Elisabetta Bucciarelli discutiamo del suo nuovo romanzo “La resistenza del maschio” (NN editore).

Con Antonella Cilento discutiamo del suo romanzo “La Madonna dei mandarini” (NN editore).

Cogliamo l’occasione per discutere anche delle problematiche affrontate dai due romanzi editi da NN edizioni (nuovo editore milanese: qui il progetto editoriale).

Di seguito, le schede dei due libri e le minibiografie delle autrici.

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La resistenza del maschioLa resistenza del maschio” – Elisabetta Bucciarelli - NN editore (la scheda del libro)

L’Uomo ha una vita di successo, moglie, lavoro, casa. Non vuole figli e non vuole solo sesso. Cerca in ogni circostanza misura e proporzioni. Una notte assiste a un incidente: una donna si schianta contro un palo della luce. L’immagine di lei, simile a un quadro preraffaellita, diventa un’ossessione. Intanto nella sala d’aspetto di uno studio medico tre donne attendono il loro turno. Parlano di uomini, sicure di essere alle prese con un nuovo tipo di maschio, quello che resiste, che si nega e non si concede. Al di là della volontà di ciascun personaggio, qualcosa sta per accadere: La resistenza del maschio illumina una nuova forma di lussuria, che qui trova la sua ultima metamorfosi.

Un Uomo che è una Fortezza. E poi una Moglie, una Signora, una Ragazza. E un incidente. Sono tutti gli incidenti, le ragazze, le signore, le mogli e gli uomini che abbiamo visto nella vita. Che siamo stati anche solo per una volta. Nella sala d’attesa di questa storia, tre Parche filano a parole il destino dell’Uomo”.
Gian Luca Favetto

Questo libro è per chi è innamorato dell’azzurro che non si riesce a toccare, per chi ama soffermarsi nei luoghi di transito e nei foyer dei teatri, per chi disegna tutto quello che vede e per chi non riesce a regalare canzoni per paura di perderle.

Elisabetta Bucciarelli scrittrice e sceneggiatrice, collabora con testate di cinema, arte e psicologia. Tra i suoi romanzi: Io ti perdono (Kowalski), Ti voglio credere (Kowalski, Premio Scerbanenco 2010 per il miglior noir italiano), Corpi di scarto (Verdenero), L’etica del parcheggio abusivo (Feltrinelli), Dritto al cuore (edizioni e/o). Ha pubblicato anche i saggi: Le professioni della scrittura (Il Sole 24 Ore) e Scrivo dunque sono (Ponte alle Grazie).

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La Madonna dei mandariniLa Madonna dei mandarini” – Antonella Cilento - NN editore – (la scheda del libro)

Tutto accade a Napoli nell’arco di sei mesi, benché la storia narrata potrebbe accadere in qualunque città d’Italia: Statine, studente in medicina a carico della nonna, è fra i volontari di una piccola associazione cattolica che cura disabili e ragazze madri, diretta da Simone Mennella su consiglio dell’avvocato Mimì Staibano e finanziata da don Cuccurullo, parroco alla moda. È una delle ragazze madri, Amalia, ad avviare la vicenda aggredendo Simone, ma sarà la presenza di Agata Sòllima, madre di uno dei ragazzi disabili, a catalizzare gli eventi.
Fra violenza e comicità, ipocrisie e teatrali colpi di scena, La Madonna dei mandarini racconta di nuove povertà, economiche e morali, del conflitto tra essere e apparire, tipico dei nostri giorni, ma anche di desideri, vanità e della bellezza offesa.

Sonata in tre movimenti e un epilogo. Primo movimento: ci si innamora soprattutto perché ci si deve punire. Secondo movimento: il paradiso è qui su questa terra, basta saperlo cogliere. Terzo movimento: potete aver studiato finché volete ma questo figlio sbagliato l’avete fatto voi. E l’epilogo è una coda. Del diavolo”.
Gian Luca Favetto

Questo libro è per chi adora leggere a letto al mattino, per chi ama i babà e le sfogliatelle, per chi vorrebbe urlare la sua rabbia dal finestrino di un’auto in corsa e per chi si commuove davanti alla statua dell’auriga di Mozia.

Antonella Cilento scrive e insegna scrittura creativa per Lalineascritta (www.lalineascritta.it), di cui è ideatrice e fondatrice da più di vent’anni, collabora con Il Mattino, L’Indice dei Libri e Grazia. Ha scritto testi per il teatro e ha pubblicato, tra gli altri: Una lunga notte, Neronapoletano, L’amore, quello vero, Isole senza mare, Asino chi legge, usciti per Guanda; Napoli sul mare luccica (Laterza), e Lisario o il piacere infinito delle donne (Mondadori), che è stato finalista al Premio Strega 2014 e ha vinto il premio Boccaccio. Nel 2015, ha scritto per Laterza Bestiario napoletano.

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La colonna sonora della puntata è composta dai seguenti brani musicali: “Picasso” di Coleman Hawkins; “Nothing Else Matters” dei Metallica; “Napule è” di Pino Daniele


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Letteratitudine in Fm va in onda su Radio Hinterland il mercoledì mattina (h. 9 circa), con una serie di repliche nei giorni successivi. Per dettagli, consulta il palinsesto della radio.

Puoi ascoltare Radio Hinterland in Fm su 94.600 nelle province di Milano e Pavia, oppure in streaming via Internet cliccando qui.

È possibile ascoltare le puntate precedenti, cliccando qui.


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ELISABETTA BUCCIARELLI, ospite di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 20 settembre 2013 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2013/09/22/in-radio-con-elisabetta-bucciarelli/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2013/09/22/in-radio-con-elisabetta-bucciarelli/#comments Sun, 22 Sep 2013 09:40:42 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=5428 dritto-al-cuore-ebucciarelliÈ online la puntata con ELISABETTA BUCCIARELLI, ospite di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 20 settembre 2013

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La scrittrice milanese Elisabetta Bucciarelli, è stata l’ospite della puntata di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 20 settembre 2013.

Con Elisabetta Bucciarelli abbiamo discusso del nuovo romanzo “Dritto al cuore” (edizioni e/o)

Nella seconda parte della puntata l’autrice ha letto un brano tratto dal romanzo… e inoltre abbiamo avuto modo di discutere di un altro libro: “L’ etica del parcheggio abusivo” (Feltrinelli).

Su LetteratitudineNews, sono disponibili le prime pagine di “Dritto al cuore”

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Letteratitudine in Fm va in onda su Radio Hinterland il venerdì mattina (h.13 circa) e – in replica – il martedì sera (h. 20,30) e il mercoledì mattina (h. 11,00). Per dettagli, consulta il palinsesto della radio.

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L’E-BOOK E (È?) IL FUTURO DEL LIBRO http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2011/06/20/ebook-e-il-futuro-del-libro/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2011/06/20/ebook-e-il-futuro-del-libro/#comments Mon, 20 Jun 2011 21:07:59 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=3368 Vorrei riprendere la discussione sull’e-book già avviata a partire da questo post, offrendo come spunto per ulteriori riflessioni (e per un approfondimento del dibattito) la pubblicazione di questo nuovo volumetto che ho realizzato per i tipi della piccola casa editrice “Historica” (disponibile, ovviamente, anche in formato elettronico). Il titolo è già un punto di domanda: “L’e-book e (è?) il futuro del libro”.
L’intento non è quello di fornire approfondimenti tecnici sull’e-book, ma di divulgare opinioni emotive sull’argomento. Per far ciò ho coinvolto alcuni tra i più rappresentativi addetti ai lavori del mondo del libro – scrittori, editori, editor, critici letterari, giornalisti culturali – che hanno gentilmente messo a disposizione il loro parere (da qui il sottotitolo…).
Ho chiesto loro di ragionare sul “fenomeno e-book” ed esprimere un’opinione facendo riferimento alle seguenti domande: Cosa ne pensa dell’e-book? Come immagina il futuro dell’editoria e della letteratura tenuto conto del “peso crescente” delle nuove tecnologie? E cosa ne sarà dei libri di carta? C’è il rischio che possano diventare “pezzi da collezione”?
Dopo una parte introduttiva sulla evoluzione del libro elettronico e sugli e-book readers, e dopo una sintetica analisi di mercato, questo piccolo volume offre le “opinioni emotive” sull’e-book fornite da: Roberto Alajmo, Marco Belpoliti, Gianni Bonina, Laura Bosio, Elisabetta Bucciarelli, Ferdinando Camon, Daniela Carmosino, Antonella Cilento, Paolo Di Stefano, Valerio Evangelisti, Vins Gallico, Chiara Gamberale, Manuela La Ferla, Nicola Lagioia, Filippo La Porta, Gianfranco Manfredi, Agnese Manni, Diego Marani, Dacia Maraini, Daniela Marcheschi, Michele Mari, Raul Montanari, Antonio Paolacci, Romana Petri, Antonio Prudenzano, Giuseppe Scaraffia, Elvira Seminara, Filippo Tuena, Alessandro Zaccuri.

Vorrei coinvolgere nello sviluppo della discussione anche voi, proponendo come sempre alcune domande (e invitandovi a fornire la vostra risposta, se potete)…

1. L’e-book è davvero il futuro del libro?

2. Se sì, fino a che punto?

3. Che cos’è un libro: un supporto cartaceo, o il suo contenuto? O entrambi?

4. Tra un volume rilegato di fogli bianchi e un romanzo leggibile su un e-book reader, quale dei due è… più libro?

5. Come immaginate il futuro dell’editoria e della letteratura tenuto conto del “peso crescente” delle nuove tecnologie?

6. Cosa ne sarà dei libri di carta? C’è il rischio che possano diventare “pezzi da collezione”?

7. Una diffusione “significativa” dell’e-book  potrebbe favorire l’incremento della lettura?

La discussione on line proseguirà – per chi potrà partecipare – alla Feltrinelli Libri e Musica di Catania (via Etnea, n. 285 ) giovedì 30 giugno 2011, alle h. 18.

Vi aspettiamo!

Massimo Maugeri

P.s. Ne approfitto per segnalare questo post di Lipperatura incentrato sull’attuale crisi dell’editoria determinata dal decremento della vendita dei libri (il post riprende un articolo pubblicato su Repubblica, con dichiarazioni di Marco Polillo – presidente dell’Aie – anche sul “fenomeno e-book”)

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IO TI PERDONO di Elisabetta Bucciarelli http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/11/14/io-ti-perdono/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/11/14/io-ti-perdono/#comments Sat, 14 Nov 2009 14:58:15 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1334 Sono molto lieto di poter ospitare nuovamente Elisabetta Bucciarelli. L’occasione ce la fornisce l’uscita del suo nuovo romanzo: Io ti perdono (Kowalski). Un titolo bello, evocativo… che già da solo si presterebbe per un corposo dibattito.
Protagonista del libro, ancora una volta, è l’ispettore di polizia Maria Dolores Vergani (che molti di voi conosceranno per averla incontrata negli altri libri di Elisabetta).
Credo che la scrittura di Elisabetta, in questo libro, affondi come un coltello, fluisca rapida mettendosi al servizio della storia in maniera egregia.
Di seguito potrete leggere le recensioni di Paola Pioppi e Alessandra Buccheri (che saranno anche le co-moderatrici di questo post), vedere (e ascoltare) il booktrailer del libro, rispondere (con la pazienza che vi contraddistingue) alle mie solite domande…

Intanto, per capire meglio di cosa parla il libro… ecco la nota di copertina:
Risate, voci allegre ai confini di un bosco in montagna: cercano castagne. Un cagnolino scodinzola vicino alla piccola Arianna. Lei lo insegue nel labirinto degli alberi in una corsa malferma fino all’abbraccio di qualcuno. Scomparsa. Richiamata da un sacerdote che la conosce da quando era bambina, l’ispettore Maria Dolores Vergani torna in quel paesino della Val d’Aosta. L’uomo le chiede di aiutare la madre di Arianna in veste di psicologa, professione che non svolge più da tempo. Ma c’è anche dell’altro, che il prete non vuole o non può dire. Una leggenda antica, una richiesta di perdono, un senso di colpa che non trova pace. Intanto a Milano vengono rinvenuti in un’area industriale dismessa i resti di una donna e il collega Pietro Corsari la coinvolge, suo malgrado, in un’indagine ben oltre le mura della città, dove i milanesi sciamano per soddisfare desideri inveterati. In questo momento difficile, Maria Dolores può fidarsi solo di Achille Maria Funi, il suo aiuto, che la segue in missioni oltre la loro stretta competenza e che si rivela questa volta inaspettatamente sensibile e perspicace. L’ispettore Vergani si ritrova a fare i conti con l’amore, quello da cui non si può sfuggire e dal quale si vuole a tutti i costi scappare. E mai come ora Maria Dolores deve ripercorrere il proprio passato – un percorso che la porterà forse a diminuire la distanza di sicurezza fra sé e le persone della sua vita.

Come ho scritto prima, il titolo del romanzo – già da solo – si presterebbe per un bel dibattito. Così vi chiedo (come al solito con l’intento di favorire la discussione)…

Qual è il senso profondo del perdono?
Che rapporto c’è (se c’è) tra capacità di perdonare e capacità d’amare?
E tra perdono e fede?

Il perdono può essere considerato come un antitodo per contrastare il male?
La nostra, è una società che è capace di perdonare?
Fino a che punto è giusto perdonare?
C’è un limite oltre il quale il perdono può essere controproducente… o bisogna puntare a esso sempre e comunque?

Di seguito le recensioni di Paola e Alessandra… e due video. Ovviamente Elisabetta parteciperà alla discussione.

Massimo Maugeri

P.s. Qui potete ascoltare l’intervista che Elisabetta Bucciarelli ha rilasciato a Fahrenheit

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La recensione di Paola Pioppi

I diversi piani narrativi, le vicende che si incrociano scorrendo su strada parallele, perfettamente distinte, legate da mali comuni ma tenute distanti da tempi e luoghi diversi. “Io ti perdono”, ultimo e nerissimo romanzo di Elisabetta Bucciarelli – scrittura fluida e pulita, ritmo veloce, grande precisione linguistica e uno stile che cerca e trova una sua individualità – inaugura la nuova linea editoriale di Colorado Noir/Kowalski, doppio marchio del gruppo Feltrinelli editore. In questo quarto romanzo della scrittrice milanese, la pedofilia si prende spazio nelle prime pagine e trascina fino all’epilogo tutt’altro che scontato, ma poi si mescola con le altre storie. Un intreccio morbido che apre piani di narrazione paralleli su una vicenda di prostituzione nata dai racconti di strada delle ragazze, e sul ritrovamento dello scheletro di una donna in un capannone, preso a prestito da una delle tante cronache che passano inosservate. E poi la vita privata e i trascorsi di Maria Dolores Vergani – ispettore di polizia e protagonista seriale dei romanzi della Bucciarelli – che ritornano con forza, la trascinano verso l’introspezione, i dubbi trattenuti (ma fino a che punto?) di una giovane donna di oggi. Un ispettore di polizia la cui professione è parte fondamentale della vita, con una necessità di autonomia che ha contribuito a costruire le radici delle sue rinunce a favore di una ricerca della verità che si scontra, su un piano strettamente personale e doloroso, con le bugie degli uomini. Maschi della stessa generazione, che si trovano a dover prendere decisioni importanti, ma che sono incapaci di fare scelte e rinunce, ancorati a standard facili da pensare e da vivere. Copioni eternamente prese a prestito, per affrontare e superare le tante solitudini possibili di uomini e donne. In questa molteplicità di storie e di punti di vista, il valore della verità non è mai inchiodato alle pagine, ma rimane piuttosto sospeso a beneficio del lettore, della sua volontà e capacità di riflettere su temi complessi come i limiti del perdono, del desiderio dell’altro, della maternità.

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La recensione di Alessandra Buccheri

Un incipit che spiega e contiene il nodo del romanzo: “Io credo che tutti alla fine si somiglino. Credo che tutti abbiano qualcosa o qualcuno da perdonare. Solo se stessi, magari. Ma sono anche convinta che perdonare non sia passare sopra alle cose con generosità o leggerezza. Credo sia farsi lacerare e dilaniare fino a che la resa diventi inevitabile. Il perdono non è una dichiarazione di intenti. È una conquista.”
“È un cammino lungo, non devi avere fretta.”
“Ma poi si riesce a stare in pace? Perdonare e dimenticare il torto e chi l’ha commesso, se stessi e le proprie mancanze?”
“Solo Dio può perdonare il peccato. L’uomo, se riesce, può arrivare al massimo a perdonare il peccatore.”

Maria Dolores Vergani torna tra i monti della sua infanzia, chiamata da don Paolo. Nella valle si sono verificati diversi casi di rapimento. Sempre bambini, sempre riconsegnati alle famiglie dopo qualche giorno, quasi sempre dopo un abuso. I genitori non hanno denunciato i fatti per evitare ulteriori traumi ai figli. Stavolta però la piccola Arianna non è tornata, e sono passati quasi cinque giorni.
A Milano, intanto, il rinvenimento casuale di un “mucchietto di ossa” risalente agli anni Settanta apre una pista di indagini relative alla scomparsa di giovani donne – alcune prostitute, altre no. Mentre Corsari segue la traccia delle prostitute – tutte straniere, tutte imparentate tra loro – fino alla tratta dei giorni nostri, Vergani si occupa dell’unica italiana, Loredana Campi detta Lolli, cantante, scomparsa alla fine degli anni Settanta.
In mezzo, tanti uomini. E tanta confusione. “C’è traffico nella testa dell’ispettore. E un certo numero di buchi nel cuore. Non ha voglia di fare ordine. Lascia che sia. Per una volta. (…) La rinuncia è una rivelazione.”
Elisabetta Bucciarelli parla di pedofilia, prostituzione, stupro, ma non solo. Racconta, con molte sfaccettature, la difficoltà di essere madre e donna, i rapporti difficili e contrastati con gli uomini e a volte con le altre donne. La stanchezza di chi ha un figlio (Inga), la scelta di non averlo (Margot).
Temi difficili e complessi che l’autrice affronta con una scrittura affilata ma sobria, tagliente ma compos sui, efficace ma lieve. Non ammicca verso il lettore, non ne cerca la comprensione o la complicità. Esprime la verità nuda e cruda, la artiglia con rabbia graffiante e impotente. Racconta, soprattutto, la difficoltà di scendere a patti con se stessi in un mondo che sempre più spesso prima ci ferisce e poi ci chiede di dimenticare. “E nessuna possibilità di trasformare il dolore in perdono”.
Io ti perdono si muove sul confine tra noir e narrativa tout court. Per la verità, è uno splendido esempio di come i toni del noir siano adatti a raccontare l’Italia di oggi. Non è difficile, per chi sia abituato a riflettere, identificarsi in uno o più dei mille quesiti che Doris Vergani si pone, sul lavoro e nella vita privata. Riconoscere quanto sia complicato muoversi alla ricerca della verità e della giustizia quando le due non coincidono. Barcamenarsi tra i molteplici ruoli che la società ci affibbia. Districarsi al tempo stesso dai propri grovigli interiori, sempre in bilico tra il desiderio di lasciarsi andare e la necessità di tenere alta la guardia.
Non posso andare avanti ad incensare Io ti perdono perché io per prima diffido degli elogi sperticati, quindi mi fermo. Con il consueto, anzi più caloroso del solito, invito a leggerlo. Ne sentiremo parlare molto. Qui se ne riparlerà di sicuro.

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FEMMINA DE LUXE di Elisabetta Bucciarelli http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/02/09/femmina-de-luxe-di-elisabetta-bucciarelli/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/02/09/femmina-de-luxe-di-elisabetta-bucciarelli/#comments Mon, 09 Feb 2009 22:27:53 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/02/09/femmina-de-luxe-di-elisabetta-bucciarelli/ Sul fatto che l’ispettore Maria Dolores Vergani fosse un personaggio seriale non avevamo alcun dubbio. Ci fornisce, tuttavia, ulteriore conferma l’uscita del nuovo romanzo di Elisabetta Bucciarelli con protagonista l’ispettrice di polizia più famosa d’Italia: dopo Happy hour e Dalla parte del torto il terzo capitolo della saga Vergani raggiunge le librerie sulle vele letterarie di PerdisaPop (e all’interno della collana Babele Suite diretta da Luigi Bernardi). Il titolo è: Femmina De Luxe (trovate approfondimenti qui). L’ambientazione ci fa riscoprire una Milano avvolta nel futile mito dell’opulenza e dell’apparire a tutti i costi. C’è un cadavere su cui indagare, e un pazzo che compie atti vandalici in serie imbrattando di sterco le cabine telefoniche. E ci sono personaggi femminili che escono dalla penna della Bucciarelli per offrirci un panorama inquietante, ma reale (o quantomeno realistico). Quello di una società che mira all’esteriore, all’edonismo, al perseguimento di modelli estetici esasperati, alla creazione di femmine de luxe (leggiamo nella nota: donne che vogliono essere perfette come oggetti da esibire, femmine di lusso per uomini tormentati dall’idolo della perfezione estetica).
Un romanzo breve, una storia guizzante narrata con scrittura sincopata e asciutta.
Avevo definito Elisabetta Bucciarelli come la regina del noir milanese. Credo che questo nuovo libro le potrà garantire la conservazione del titolo.

Vi invito a discutere di questo romanzo insieme all’autrice. Ci aiuterà a moderare il dibattito Mariano Sabatini, che ha intervistato la Bucciarelli per “Affari italiani” (potete leggere l’intervista di seguito).

Ne approfitto, inoltre, per porvi alcune delle mie solite domande…

Ritenete che, nell’ultimo decennio, ci sia stato un incremento o un decremento dell’ossessione alla ricerca della perfezione estetica?
Al di là dei luoghi comuni… ritenete che questa sorta di ossessione sia più forte nel Nord o nel Sud del paese?
È più a carico delle metropoli o delle periferie?
E perché?

Ne discutiamo insieme all’autrice di questo libro.

Massimo Maugeri

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L’intervista di Mariano Sabatini

Il ritorno di Maria Dolores Vergani, una vecchia conoscenza per gli estimatori dei romanzi della milanese Elisabetta Bucciarelli (nella foto). Questa figura di detective-psicologa, protagonista di “Femmina de luxe” (120 pp., 9 euro, Perdisa editore) nasce intorno a due pensieri. Il primo: le ragioni di un atto delittuoso sono molto più interessanti del colpevole da assicurare alla giustizia. Il secondo: l’indagine poliziesca altro non è che un modo per indagare su di sé. “Così Maria Dolores Vergani – spiega l’autrice – attraversa le scene del crimine come farebbe un’analista durante una seduta di psicoterapia. Considerando tutti i protagonisti, la vittima, i testimoni, l’assassino e se stessa personaggi dello stesso psicodramma”. Non è un detective fisso e immutabile, ma cambia e si modifica anche grazie alle consapevolezze che acquisisce durante il suo lavoro, rafforzandosi e prendendo coscienza, sbloccando emozioni sepolte e affrontando le sue paure peggiori.

Anche lei, che è una psicologa, come il medico Duca Lamberti di Scerbanenco, è stata sospesa dall’albo professionale. Caso o coincidenza studiata?
Sono un’estimatrice di Giorgio Scerbanenco e sicuramente l’omaggio è a lui. Ma devo confessare che non è stato affatto studiato. Sono molto distratta e ho una memoria selettiva, che ricorda solo quando è obbligata. Credo però abbia lavorato molto il mio inconscio. Anche se, a partire dal secondo libro, Maria Dolores Vergani viene del tutto riammessa all’albo degli psicologi. Ora è lei a scegliere di fare l’ispettore di polizia ma non sono sicura che abbia voglia di farlo per sempre.

“Femmina de luxe” è affollatissimo di figure strambe, che inquietano e che contribuiscono coralmente a dare un ritratto di una Milano che va mutando faccia. La preoccupano le trasformazioni della sua città?
No, ho solo cercato di raccontare alcune persone che mi è capitato di incontrare, enfatizzandone qualche tratto. Sono le persone “diverse” che mi interessano di più, colpiscono la mia fantasia e stimolano la curiosità. E mi fanno pensare. Se mai a preoccuparmi davvero è l’omologazione verso il basso. Stereotipi e macchiette di una presunta borghesia o di un proletariato antico. C’è molto meglio e molto peggio. Milano non è una città banale, ritrarla così sarebbe offensivo.

Stavolta l’ispettrice Vergani ha poco da indagare, deve solo constatare la solitudine di una donna che viene lasciata morire nel disinteresse generale.
Indagare sull’indifferenza credo sia la più difficile sfida che un poliziotto può lanciare a se stesso. Perché l’indifferenza è una malattia assai diffusa, molto contagiosa e si innesta sul terreno della stupidità. Tutti sembrano innocenti ma in realtà i danni provocati spesso vanno ben oltre un semplice omicidio. In “Femmina De Luxe” l’ispettore Vergani indaga sul corpo di due donne. Cerca di capire perché si sforzino in continuazione di aderire a un modello, perché non si sentano mai all’altezza. Le guarda muoversi tra gli eccessi del cibo e la ricerca di amore. Non può aiutarle a salvarsi, ma prova a indicare i colpevoli a noi che seguiamo la storia.

La rincorsa delle donne alla perfezione dell’immagine e del fisico, pensa sia da imputare agli uomini?
Non necessariamente una donna si trasforma per piacere a un uomo. Spesso è un’immagine di sé presunta e irraggiungibile che la ossessiona. Sia essa legata all’aspetto fisico che, sempre più spesso, al ruolo sociale. Ciò su cui siamo meno esercitate è vivere il momento per quello che è. Senza rincorrere nulla. Senza proiezioni future di successo, miglioramento, riuscita, potere. Semplicemente quell’istante. Olga, che non risponde a nessun canone di bellezza stereotipata, ci prova, ma si scontra con chi ormai non riconosce più il candore e non è in grado di dare valore a nulla se non al denaro e al potere.

Per chi scrive gialli oggi è più facile arrivare al grande pubblico dei lettori?
Dipende dalle storie. Ci sono storie gialle che vengono definite così solo perché hanno un morto e un poliziotto. Ma sono molto lontane dal “genere”. Altre che sono camuffate da giallo ma sono rosa, una forma di Liala, con il ritmo del giallo. Quindi forse si può dire che è possibile avere una chance in più di essere pubblicati, ma poi al grande pubblico si arriva per strade complicatissime e non sempre così chiare da comprendere.

Rincontreremo presto la Vergani?
Spero di sì. E’ quasi pronta la quarta indagine. Non so ancora quale sarà la casa editrice. Mi auguro solo di incontrare un altro editor come Luigi Bernardi, editor di PerdisaPop e responsabile dell’uscita di “Femmina de luxe”. Ne ho in mente una in particolare, proprio una donna, con cui mi piacerebbe moltissimo lavorare.
 http://www.affaritaliani.it/culturaspett…

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