LETTERATITUDINE di Massimo Maugeri » elsa morante http://letteratitudine.blog.kataweb.it Un open-blog. un luogo d\'incontro virtuale tra scrittori, lettori, librai, critici, giornalisti e operatori culturali Sat, 11 Dec 2021 09:58:57 +0000 http://wordpress.org/?v=2.9.2 en hourly 1 ELSINA E IL GRANDE SEGRETO http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2015/12/12/elsina-e-il-grande-segreto/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2015/12/12/elsina-e-il-grande-segreto/#comments Sat, 12 Dec 2015 10:32:54 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=6989 ELSINA E IL GRANDE SEGRETO di Sandra Petrignani

di Massimo Maugeri

Il nuovo appuntamento di “GIOVANISSIMA LETTERATURA“, lo spazio di Letteratitudine interamente dedicato alla cosiddetta “letteratura per ragazzi“, vede come protagoniste Sandra Petrignani e Elsa Morante (nei giorni scorsi abbiamo ricordato la Morante per il trentesimo anniversario della morte).  L’occasione è offerta dalla recente pubblicazione di un nuovo volumetto della benemerita casa editrice Rrose Sélavy intitolato “Elsina e il grande segreto“. Elsina è, naturalmente, Elsa Morante da bambina. A “ritrarne” la voce è – appunto – Sandra Petrignani, con l’accompagnamento visivo delle illustrazioni di Gianni De Conno. Il testo è introdotto da Franco Lorenzoni. (È possibile sfogliare le prime pagine del libro, cliccando qui).

Ho avuto la possibilità di discuterne con Sandra Petrignani, a cui peraltro – proprio per «Elsina e il grande segreto» -  è stata assegnata la targa ‘Morantiana’ del Premio Morante che inaugura la nuova sezione dedicata agli autori che tengono viva la memoria di Elsa Morante promuovendone storia e letteratura.

- --Cara Sandra, cosa ti lega in particolare alla figura di Elsa Morante?
La sua grandezza: è stata la scrittrice italiana che ho più letto e meditato nella giovinezza con un effetto di folgorazione. Poi mi sono appassionata alla sua vita, mi ha sempre incuriosita il suo carattere aspro. Anche se ho evitato di conoscerla, quando ne ho avuto l’occasione, perché non volevo disturbare il mio amore per lei. Oggi, con l’equilibrio dell’età, mi sono permessa di riflettere in forma di fiaba sulla sua infanzia difficile, giocandoci anche un po’.

- Con quale spirito hai affrontato questa piccola grande sfida che ti ha proposto Rrose Sélavy?
Con fedeltà e libertà insieme, rispetto ai fatti della realtà biografica. Di vero nella mia fiaba c’è che Elsa ha avuto due padri, uno biologico, e uno “ufficiale”, ci sono tratti del suo carattere prepotente e creativo, il suo amore sconfinato per gli animali. La “soluzione” del conflitto infantile è tutta mia invece, ma in linea – spero – con lo spirito libero e manipolatorio della Morante adulta.

- Che tipo di approccio hai usato con riferimento alla stesura del testo e al linguaggio da adottare?
Ho pensato a un racconto orale davanti a un pubblico di bambini, nessun intento didattico, ma solo la voglia di mettermi sullo stesso piano, di trovare una complicità con un uditorio infantile. Spiegare sentimenti complessi in modo semplice e diretto è necessario, quando si vuol comunicare a un livello profondo con un bambino. E pensare che la fiaba non sarebbe stata letta, ma ascoltata (attraverso la voce di un genitore, un insegnate, o altra persona adulta) mi ha aiutata a trovare il tono giusto. Perché i bambini, anche quando sono in grado di leggere da soli, sempre hanno in testa la voce che narra.

- Cos’è che più di ogni altra cosa apprezzi della Elsina che emerge da questo tuo racconto?
Forse proprio le sue contraddizioni. E’ una bambina un po’ arrogante, ma molto fragile, che sente il peso di una responsabilità che, pur controvoglia, è tentata di condividere. Lei sa qualcosa che i fratelli non sanno: dirlo o non dirlo? E’ un problema che la turba e che risolverà in modo scanzonato e artistico, raccontando la verità in forma di filastrocca.

- Come commenteresti le illustrazioni di Gianni De Conno?
Sono molto in sintonia coi disegni di De Conno, con la sua sensibilità. Mi piace il taglio che dà alle immagini, concentrandosi su dettagli. Trovo che è finissimo soprattutto quando riproduce gli animali: fa parlare i corpi, le zampe, un orecchio. Come Elsa, mi trovo a mio agio con i bambini e con gli animali e credo di indovinare che anche per De Conno sia lo stesso.

-Grazie mille, carissima Sandra!

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La scheda del libro
Elsina e il grande segretoIn questo racconto – che fila via in modo avvincente perché è anche una storia vera – Elsina (che diventerà la grande scrittrice Elsa Morante) è una bambina molto brava a scuola ma alunna pestifera, ribelle in famiglia e sempre arrabbiata con tutti.
Però si sta dalla sua parte perché detesta recitare in pubblico le poesie che già compone precocissima, si sta dalla sua parte quando ruba le polpette ai fratelli per darle ai cani randagi. Se a casa le dicono «Attenta, Elsina, non li toccare che sono malati, puzzano e ti prendi una malattia» lei risponde sdegnata «Puzzate voi!».
E il suo grande segreto cos’è? Un segreto che nel periodo di questa storia (siamo negli anni Venti) piena di ribellioni e di desideri – e non mancano le tenerezze – è davvero qualcosa di sorprendente. Ciò che può sembrare bizzarro è invece straordinario. Per Elsina lo è. Andiamo allora a scoprire cosa accade nella sua stravagante famiglia, e chi sono davvero il papà Augusto, lo “zio” Ciccio, la mamma Irma, i fratelli Aldo e Marcello, il cane randagio e la gattina che fa le puzzette.
Una storia più che mai attuale, che ci racconta anche delle difficoltà in cui si trovano a volte i bambini di fronte ai pasticci creati dai loro genitori.
* * *

Sandra Petrignani è nata a Piacenza e vive più in campagna (in Umbria) che a Roma. Per bambini ha scritto, tanti anni fa, una favola illustrata dal titolo Il ciclamino Leopoldo (Lisci&Zampetti). Per grandi (ma non poi così grandi), la storia della sua infanzia che s’intitola Il catalogo dei giocattoli (Beat). Ha dedicato a Roma due libri, uno sulla città di oggi, E in mezzo il fiume (Laterza), e uno sulla città com’era negli anni ‘50 e ‘60, Addio a Roma (Neri Pozza). Per questo editore, siccome le piacciono i fantasmi, ha pubblicato anche Care presenze, che fa un po’ paura, accanto ad altri romanzi e libri di viaggio. L’ultimo, Marguerite, è ispirato alla vera vita della Duras, una grande scrittrice francese. E a una grande scrittrice italiana sarà dedicato il suo prossimo libro, Natalia, una biografia della Ginzburg.
www.sandrapetrignani.it

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Gianni De Conno, illustratore tra i più affermati e apprezzati, vive e lavora a Milano (dove è nato).
Dopo gli studi superiori (liceo artistico e conservatorio musicale) si è specializzato in scenografia
e da qui ha iniziato la sua carriera di scenografo e poi di illustratore. Collabora con i più importanti editori italiani e internazionali. Premio Andersen come illustratore dell’anno nel 2005, e numerose menzioni nel Communication Arts Award of Excellence, tra il 1998 e il 2010. Nel 2008 e nel 2010 ha ricevuto la Gold Medal dalla Society of Illustrator di New York.
Ha tenuto mostre collettive e personali in Italia, Svizzera, Germania, Giappone, Taiwan, Francia,
Stati Uniti.
www.giannideconno-illustrator.com

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Franco Lorenzoni fa il maestro elementare. È nato a Roma e vive ad Amelia, in Umbria, dove ha fondato nel 1980 la Casa-laboratorio di Cenci, un luogo di ricerca educativa ed artistica, su tematiche ecologiche, scientifiche, interculturali e di inclusione, che ospita bambini, ragazzi e adulti (Premio Lo straniero, nel 2011, insieme a Roberta Passoni).
Attivo nel Movimento di Cooperazione Educativa, ha girato il documentario Elementare. Appunti di un percorso educativo. Ha pubblicato I bambini pensano grande. Cronaca di una avventura pedagogica (Sellerio 2014), Con il cielo negli occhi (Marcon 1991 – La Meridiana 2009), L’ospite bambino (Theoria 1994 – Nuova Era 2002), con Marco Martinelli Saltatori di muri (Macro 1999), con Amaranta Capelli La nave di Penelope (Giunti 2001). Collabora alle riviste Cooperazione Educativa, Gli Asini, Lo Straniero e al Domenicale del Sole 24 ore.
www.cencicasalab.it

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OMAGGIO A ELSA MORANTE http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2015/11/26/omaggio-a-elsa-morante/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2015/11/26/omaggio-a-elsa-morante/#comments Thu, 26 Nov 2015 18:30:27 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2728 Ieri, 25 novembre 2015, ho ricordato la ricorrenza del trentesimo anniversario della morte di ELSA MORANTE riproponendo la puntata radiofonica di “Letteratitudine in Fm” andata in onda venerdì 8 marzo 2013 dedicata, per l’appunto, alla vita e alle opere di questa nostra grande scrittrice. Ospite: Graziella Bernabò, autrice del volume “La fiaba estrema. Elsa Morante tra vita e scrittura” (Carocci).

Nei prossimi giorni pubblicherò un’intervista a Sandra Petrignani incentrata sul volume “Elsina e il grande segreto” (edito da Rrose Sélavy).

Qui di seguito, invece, ri-propongo il post (e il dibattito che ne è seguito) pubblicato in occasione del venticinquesimo anniversario della morte della Morante (con un contributo di Paolo Di Paolo).

Il post è aperto per altri eventuali nuovi contributi.

Grazie di cuore in anticipo per l’attenzione.

Massimo Maugeri

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VENTICINQUE ANNI DALLA MORTE DI ELSA MORANTE
(post del 30 novembre 2010)

Periodo di “ricorrenze letterarie”, questo. Nelle scorse settimane abbiamo avuto modo di ricordare Italo Calvino e Pier Paolo Pasolini.
Con questo post vorrei che ci occupassimo di Elsa Morante, scomparsa venticinque anni fa (per l’esattezza il 25 novembre del 1985).

La Morante – nata a Roma il 18 agosto 1912 – è senz’altro una delle più importanti autrici italiane dal dopoguerra a oggi. Basti pensare a opere come il suo romanzo d’esordio, “Menzogna e sortilegio” (pubblicato nel 1948 e vincitore del Premio Viareggio); “L’isola di Arturo” (pubblicato nel 1957 e vincitore del Premio Strega); “Il mondo salvato dai ragazzini” (opera mista di poesia, canzoni e una commedia, pubblicato nel 1968); e poi “La Storia” (pubblicato nel 1974: grande successo internazionale, anche se non mancarono critiche dure da parte di alcuni critici). Il suo ultimo romanzo, “Aracoeli”, fu pubblicato nel 1982.

Vi invito a discutere sulle opere e sulla figura di questa grande autrice (e pongo le solite domande volte a favorire la discussione)…

1. Che rapporti avete con le opere di Elsa Morante?

2. Qual è quella che avete amato di più?

3. E l’opera della Morante che ritenete più rappresentativa (a prescindere dalle vostre preferenze)?

4. Tra le varie “citazione” della Morante di cui avete memoria… qual è quella con cui vi sentite più in sintonia?

5. A venticinque anni dalla morte, qual è l’eredità che Elsa Morante ha lasciato nella letteratura italiana?

Qualunque tipo di contributo sulla vita e sulle opere di Elsa Morante (citazioni, stralci di brani, considerazioni, recensioni, link a video e quant’altro) è gradito.
Siete tutti invitati a intervenire, dunque.
Vi ringrazio anticipatamente per la partecipazione.

Di seguito, un video dedicato alla Morante.

Massimo Maugeri


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Aggiornamento del 3 dicembre 2010
Ringrazio Paolo Di Paolo, per avermi invato il pezzo che segue (dedicato alla memoria di Elsa Morante).
Massimo Maugeri

IL CONTRIBUTO DI PAOLO DI PAOLO SU ELSA MORANTE

Com’è strano, inatteso, questo silenzio. Sì, d’accordo, gli anniversari sono tanti e questo non è tondo. Ma dietro alla scarsa attenzione che ha destato il venticinquennale della morte di Elsa Morante, qualche ragione deve pur esserci. All’indomani di quel 25 novembre 1985, il critico Luigi Baldacci prendeva congedo dalla scrittrice ricordando come la malattia, nell’ultimo periodo, l’avesse tenuta a lungo «fuori dalla militanza letteraria; ma non era una dimenticata. Tutt’altro. Anzi, un mito resistente». Lo è ancora. Una storia della letteratura novecentesca non solo italiana non può fare a meno di lei. I suoi romanzi vengono letti; il suo nome e le sue storie non sono del tutto assenti dalle aule scolastiche. No, non è una dimenticata. E tuttavia il suo mito appare lontano, inattuale, quasi inservibile alle celebrazioni occasionali. Sembra, la sua assenza, molto più lunga. Come per i veri classici, la sua opera poco si presta alle attualizzazioni giornalistiche. Vi è in essa qualcosa di indocile, di solido, al punto da non piegarsi al richiamo del presente.
Rispondendo a un’inchiesta sul romanzo, nel 1959 criticava duramente i romanzieri («mediocri e falsi») impegnati ad apparire nuovi e moderni ai propri contemporanei, «mentre che il poeta vero sente (anche se non lo sa) che molti dei suoi lettori devono ancora nascere, e che la sua realtà è vera per sempre». Il «per sempre» di Elsa Morante non somiglia all’ambizione comune a molti che scrivono: non è, o non è solo, la volontà e la speranza di restare. È qualcosa di diverso e di raro. Come Elisa nelle prime pagine di Menzogna e sortilegio, Elsa pure avrebbe potuto scrivere di sé: «Il mio tempo e il mio spazio, e la sola realtà che m’apparteneva, eran confinati nella mia piccola camera». La camera della mente, certo, e della scrittura; la straordinaria camera della fantasia e delle visioni che rendono la fisionomia anche solo culturale di Morante imprendibile, quasi aliena al paesaggio letterario a lei coevo. La qualità della sua immaginazione – così potente, vorticosa, sovraccarica, stravolta come il vento che si alza su Almeria nel romanzo Aracoeli – non pare sensibile al «qui e ora»; sta altrove, remota e chiusa in sé, come una prigione e come un’isola.
Se un «frutto fuori stagione» poteva apparire, ai lettori del 1948, un romanzo-romanzo (o «l’ultimo romanzo possibile, l’ultimo romanzo della terra», come pretendeva l’autrice) Menzogna e sortilegio, cos’è – dell’opera di Morante – che non appare altrettanto fuori stagione, controtempo? Più ancora che il tempo della Storia, è quello della biologia, il tempo dei suoi romanzi: un sovra-tempo o non-tempo dove tutti i tempi si mescolano e si cancellano.
Non rispondono ad alcun calendario preciso Menzogna e sortilegio, o L’isola di Arturo, Aracoeli. E perfino La Storia, pure così carico di date, si apre con un «…19**» e si chiude con una valanga di puntini di sospensione: «…e la Storia continua…». Il tempo del corpo, del dolore, il tempo dei sentimenti in genere, e più di ogni altro il tempo dell’innocenza oltraggiata – la realtà «vera per sempre» – incrociano le strettoie degli anni e delle epoche, ma non appartengono ad esse. La felicità è impossibile, nel mondo: per gli uomini come per gli altri animali, per Iduzza come per il coniglio dei Marrocco. Tutti destinati a sparire, a finire in niente. Lo scandalo è crescere, è invecchiare. Lo scandalo è diventare adulti, è corrompersi. Confessa Manuel in Aracoeli: «La pubertà, ossia l’ingresso nell’età virile (la sagra onorifica dei Greci e dei Romani) per me fu un evento avverso: giacché in verità io non volevo crescere e mi pareva scandaloso farmi uomo. Le trasformazioni corporee della virilità mi sgomentarono al modo di un’usurpazione oltraggiosa». Prima di conoscere la realtà vera per sempre, prima di sapere che «fuori del limbo non v’è eliso», prima che Arturo lasci la sua isola, lì, nella «piccola età felice» delle canzoncine, dei «beati bacetti», la felicità è un’invenzione possibile: «SONO FELICE! (…) Come una prepotenza, la mia gioia invadeva la luce, lo spazio, ogni angolo della casa, anche il più polveroso ripostiglio».
Prima di Aracoeli, ogni pagina di Elsa Morante vibrava del conflitto tra la felicità dell’isola, delle isole, e ciò che tenta di corromperla e la corromperà. Tra gli occhi del bambino Useppe e le ombre che già vi si riflettono. «Che cos’altro può essere la Storia, per la Morante, se non tutto ciò che si trova fuori dall’Isola di Arturo?» si è chiesto Cesare Garboli.
In Aracoeli, l’ultimo romanzo, l’innocenza stupida dell’infanzia è invasa da quella ancora più stupida degli adulti. Inventare la felicità, la felicità guagliona e intrigante con cui per un attimo si era creduto perfino di poter salvare il mondo, è diventato impossibile. Manuel assume voce leopardiana. Rimprovera a sua madre di averlo dato alla luce. «Tu rimàngiami» la implora. Le lacrime non sanno più di cannella, come una volta. Adesso mamma Aracoeli è morta, si è «dileguata come una ladra», e Manuelito vive questa morte come un tradimento: «mi ritrovo qua, solo e nudo, davanti a questo ropero de luz – espejo de cuerpo entero, il quale mi butta in faccia, senza cerimonie, la mia forma reale». «Ma tu, mamita, aiutami». Nella solitudine dell’età adulta e corrotta ha saputo tutto, vuole tornare indietro, tornare nell’utero. Ha conosciuto l’oltraggio. La condanna al bisogno di carezze, che non salvano: «Orfani e mai svezzati, tutti i viventi si propongono, come gente di marciapiede, a un segno altrui d’amore» – le dive, i potenti, perfino i kamikaze. Forse solo i giovani belli e i taumaturghi possono riscattarsi. E i poeti, dice Manuelito. Nella corruttibilità del mondo e di tutto, si spendono per dare forma a qualcosa di incorruttibile come un’opera – con la sua realtà indocile, dolorosa, inattuale e perciò eterna, «vera per sempre».

Paolo Di Paolo

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SPECIALE ELSA MORANTE – puntata radiofonica con Graziella Bernabò http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2015/11/25/speciale-elsa-morante-2015/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2015/11/25/speciale-elsa-morante-2015/#comments Wed, 25 Nov 2015 06:00:38 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=6968 SPECIALE ELSA MORANTE – puntata radiofonica con Graziella Bernabò

In occasione del trentesimo anniversario della morte di ELSA MORANTE (che ricorre oggi, 25 novembre 2015), riproponiamo la puntata di “Letteratitudine in Fm” andata in onda venerdì 8 marzo 2013. Ospite: GRAZIELLA BERNABO’, autrice del volume “La fiaba estrema. Elsa Morante tra vita e scrittura” (Carocci).

In Fm e in streaming su Radio Hinterland

trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia: Federico Marin

PER ASCOLTARE LA PUNTATA, CLICCA SUL PULSANTE AUDIO

In questa puntata di “Letteratitudine in Fm” discutiamo con la saggista Graziella Bernabò, autrice del volume “La fiaba estrema. Elsa Morante tra vita e scrittura“, edito da Carocci, (partendo dagli spunti forniti da questo suo libro) della vita e delle opere di Elsa Morante.

PER ASCOLTARE LA PUNTATA, CLICCA SUL PULSANTE AUDIO

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Letteratitudine in Fm va in onda su Radio Hinterland il mercoledì mattina (h. 9 circa), con una serie di repliche nei giorni successivi. Per dettagli, consulta il palinsesto della radio.

Puoi ascoltare Radio Hinterland in Fm su 94.600 nelle province di Milano e Pavia, oppure in streaming via Internet cliccando qui.

È possibile ascoltare le puntate precedenti, cliccando qui.


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GRAZIELLA BERNABO’, ospite di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 8 marzo 2013 – Speciale ELSA MORANTE (h. 13 circa) http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2013/03/10/in-radio-con-graziella-bernabo/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2013/03/10/in-radio-con-graziella-bernabo/#comments Sun, 10 Mar 2013 17:45:26 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=5034 È online la puntata con GRAZIELLA BERNABO’, ospite di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 8 marzo 2013 – Speciale ELSA MORANTE

PER ASCOLTARE LA PUNTATA, CLICCA SUL PULSANTE AUDIO

Ospite della puntata di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 8 marzo 2013 è stata la saggista Graziella Bernabò, autrice del volume “La fiaba estrema. Elsa Morante tra vita e scrittura” (Carocci).

Con Graziella Bernabò, partendo dagli spunti forniti dal suo libro, abbiamo discusso della vita e delle opere di Elsa Morante.

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[Il saggio di Graziella Bernabò sarà presentato a Catania il 15 marzo 2013. Parteciperanno, oltre all'autrice: Goffredo Fofi, Antonio Di Grado. Coordina: Massimo Maugeri]

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Letteratitudine in Fm va in onda su Radio Hinterland il venerdì mattina (h.13 circa) e – in replica – il martedì sera (h. 20,30) e il mercoledì mattina (h. 11,00). Per dettagli, consulta il palinsesto della radio.

Puoi ascoltare Radio Hinterland in Fm su 94.600 nelle province di Milano e Pavia, oppure in streaming via Internet cliccando qui.

È possibile ascoltare le puntate precedenti, cliccando qui.

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