LETTERATITUDINE di Massimo Maugeri » giunti http://letteratitudine.blog.kataweb.it Un open-blog. un luogo d\'incontro virtuale tra scrittori, lettori, librai, critici, giornalisti e operatori culturali Sat, 11 Dec 2021 09:58:57 +0000 http://wordpress.org/?v=2.9.2 en hourly 1 PAOLO DI PAOLO con “I desideri fanno rumore” (Giunti) in radio a Letteratitudine http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/11/10/paolo-di-paolo-con-i-desideri-fanno-rumore-giunti/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/11/10/paolo-di-paolo-con-i-desideri-fanno-rumore-giunti/#comments Wed, 10 Nov 2021 16:40:46 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=8895 PAOLO DI PAOLO con “I desideri fanno rumore” (Giunti), ospite del programma radiofonico Letteratitudine trasmesso su RADIO POLIS (la radio delle buone notizie)

In streaming e in podcast su RADIO POLIS

trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia, postproduzione e consulenza musicale: Federico Marin

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Ospite della puntata: lo scrittore Paolo Di Paolo.

Con Paolo Di Paolo discutiamo del suo nuovo romanzo intitolato “I desideri fanno rumore” (Giunti).

Nella seconda parte della puntata discutiamo del Meridiano mondadori dedicato a Dacia Maraini e intitolato “Romanzi e racconti  di Dacia Maraini”, a cura dello stesso Paolo Di Paolo e di Eugenio Murrali.

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La scheda del libro: “I desideri fanno rumore” di Paolo Di Paolo (Giunti)

I desideri fanno rumore - Paolo Di Paolo - copertinaCaterina ha vissuto la Grande Interruzione come una tempesta domestica. La Dad, le giornate monotone e complicatissime, i riti e i baci mancati. Passando il tempo tra cantine e terrazze condominiali, ha cercato di non dimenticare i suoi desideri. Una sera, dopo un blackout, si sente stranissima. E non ci mette molto ad accorgersi che – a proposito di desideri – sente quelli degli altri. Li sente senza che siano espressi. Si rivelano senza che lei lo voglia, e non può decidere quando. Sono desideri piccoli e a volte enormi. Quelli della prof di biologia. Quelli dei suoi genitori.
Quelli dei suoi coetanei. Quelli di Luca. Luca che la osserva, Luca che c’è. Adesso ha la certezza di piacergli, e la cosa non le dà fastidio. Ma questo “potere” la disorienta e la imbarazza: è come vedere nude le persone che ti vivono accanto. In una serata tra amici che finisce male, le accade di sentire un desiderio di Letizia, la ragazza più antipatica che conosca, e tutto si complica terribilmente. Non può fare finta di niente. E quando cominciano ad arrivarle misteriosi messaggi firmati _sconosciut*, la sua vita diventa un film impazzito, di cui è difficile prevedere il finale.
Un libro palpitante che, come le matrioske russe, racchiude al suo interno altre trame e altri personaggi di cui chi legge non potrà non innamorarsi, proprio come Luca si innamora di Caterina.

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“Romanzi e racconti  di Dacia Maraini” (Mondadori – Meridiani) a cura di Paolo Di Paolo e Eugenio Murrali

Romanzi e racconti - Dacia Maraini - copertinaQuesto Meridiano, a cura di Paolo Di Paolo e di Eugenio Murrali, ripercorre le tappe fondamentali della straordinaria carriera di narratrice di Dacia Maraini, tra romanzi e racconti, con alcuni testi mai raccolti in volume.

Scrittrice, drammaturga, saggista, poetessa, figura di spicco della cultura italiana dagli anni Sessanta a oggi, Dacia Maraini si è fatta interprete sensibilissima e originale dei mutamenti della nostra società, dimostrando con sempre maggiore evidenza una vocazione civile profonda. Le sue storie, spesso incentrate sul tema della condizione femminile, hanno appassionato intere generazioni di lettori e i suoi libri hanno riscosso un grande successo in Italia all’estero. Questo Meridiano ripercorre le tappe fondamentali della sua straordinaria carriera di narratrice, tra romanzi e racconti, con alcuni testi mai raccolti in volume. Il Meridiano è a cura dello scrittore e saggista Paolo Di Paolo e di Eugenio Murrali, che insieme firmano una appassionata e inedita Cronologia della vita dell’autrice.

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Paolo Di Paolo è nato a Roma nel 1983. Da bambino era indeciso se fare il prestigiatore o il cuoco, la sua prima vera passione è stata il disegno. Dai fumetti è passato ai libri e non li ha più lasciati. Ha scritto racconti, romanzi, testi teatrali, storie per bambini e ragazzi. A vent’anni è stato finalista al Campiello Giovani e al Premio Calvino. Con Mandami tanta vita (2013) è stato finalista al Premio Strega, con Lontano dagli occhi (2019) ha vinto il Premio Viareggio. Conduce su Rai Radio 3 la trasmissione sulla lingua italiana «La lingua batte» e scrive sul quotidiano «la Repubblica». Ogni volta che può, si mette in viaggio.

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trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia, post produzione e consulenza musicale: Federico Marin

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È possibile ascoltare le precedenti puntate radiofoniche di Letteratitudine, cliccando qui.

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La colonna musicale della puntata (a cura di Federico Marin): brani in ordine di ascolto

sigla: Jason Shaw – BACK TO THE WOODS
licenza: https://creativecommons.org/licenses/by/3.0/us/

pavlove. – Forever Away
licenza: https://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/4.0/

Black Pudding Poetry – Hallways and highways
licenza: https://creativecommons.org/licenses/by-nc/4.0/

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BIANCA GARAVELLI con “Dante. Così lontano, così vicino” (Giunti) in radio a LETTERATITUDINE http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/10/16/bianca-garavelli-con-dante-cosi-lontano-cosi-vicino-giunti-in-radio-a-letteratitudine/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/10/16/bianca-garavelli-con-dante-cosi-lontano-cosi-vicino-giunti-in-radio-a-letteratitudine/#comments Sat, 16 Oct 2021 09:11:07 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=8875 BIANCA GARAVELLI con “Dante. Così lontano, così vicino” (Giunti), ospite del programma radiofonico Letteratitudine trasmesso su RADIO POLIS (la radio delle buone notizie)

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Ospite della puntata: la scrittrice Bianca Garavelli.

Con Bianca Garavelli abbiamo discusso del suo libro “Dante. Così lontano, così vicino” (Giunti)

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La scheda del libro: “Dante. Così lontano, così vicino” di Bianca Garavelli (Giunti)

Dante. Così lontano, così vicinoÈ morto settecento anni fa, ma sembra che non sia mai stato così vicino a noi. Dante era un uomo profondamente immerso nel suo tempo, ma anche incredibilmente evoluto rispetto a esso. Era così avanti che molte delle cose di cui ha scritto ci aiutano, anche nel concreto, a capire meglio il nostro, di tempo. Questo è un viaggio nel viaggio dantesco, in cui Bianca Garavelli, una delle più note commentatrici e conoscitrici dell’opera del Poeta, ci prende per mano per insegnarci – proprio come fossimo suoi allievi – a leggere in Dante tutta la sua attualità. Sapevate, ad esempio, che Dante, uno dei primi tra i suoi contemporanei, si era avvicinato alla letteratura araba e che tra i modelli della Divina Commedia c’è Il libro della Scala, il racconto del viaggio nell’oltremondo compiuto da Maometto? Questa e altre scoperte su come Dante affronta i temi dell’orrore, dell’amicizia, della figura femminile, della struttura del cosmo, del rispetto della natura lo rendono a tal punto uno di noi da lasciarci senza fiato.

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Bianca Garavelli, nata a Vigevano, è narratrice e dantista. È stata allieva di Maria Corti all’Università di Pavia ed è dottore di ricerca presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, nonché membro associato di ricerca del Centro Internazionale di Studi Sirio Giannini di Seravezza (Lucca). Critico letterario del quotidiano “Avvenire”, divulga l’opera di Dante attraverso conferenze e lezioni spettacolo. È autrice di romanzi e libri di racconti con atmosfere di tensione, gotiche e noir, tra cui “Il mistero di Gatta” Bianca (Laterza 2000), “Beatrice” (Moretti & Vitali 2002), “L’oscurità degli angeli” (Ladolfi 2013; Premio Città di Fabriano 2013), “Il passo della dea” (Emma Books 2014), “Il dono della tigre” (Ladolfi 2020), “Le terzine perdute di Dante” (Rizzoli BUR 2015, seconda edizione 2021; Premio Prata 2016). Per i Grandi Classici BUR ha curato le introduzioni e i commenti all’Inferno (2015) e al Purgatorio (2021). Dal 2012 è direttore artistico del Premio Letterario “La Provincia in giallo” organizzato dal Rotary Club Cairoli, dedicato a romanzi e racconti di genere giallo-noir ambientati nella provincia italiana.

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La colonna musicale della puntata (a cura di Federico Marin): brani in ordine di ascolto

sigla: Jason Shaw – BACK TO THE WOODS

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U.S. Army Blues – Kelli’s Number
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Jim Keller – Take Me For A Ride
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MARCO MALVALDI con “La misura dell’uomo” (Giunti) in radio a LETTERATITUDINE http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/01/17/marco-malvaldi-con-la-misura-delluomo-giunti-in-radio-a-letteratitudine/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/01/17/marco-malvaldi-con-la-misura-delluomo-giunti-in-radio-a-letteratitudine/#comments Thu, 17 Jan 2019 18:00:48 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=8056 MARCO MALVALDI con “La misura dell’uomo” (Giunti), ospite del programma radiofonico Letteratitudine trasmesso su RADIO POLIS (la radio delle buone notizie)

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Ospite della puntata: Ospite della puntata: Marco Malvaldi con cui discutiamo del suo nuovo romanzo intitolato “La misura dell’uomo” (Giunti) e delle tematiche in esso trattate. Un romanzo che ha come protagonista un personaggio specialissimo: Leonardo Da Vinci. Ricordiamo, peraltro, che il 2 maggio 2019 ricorreranno 500 anni dalla morte di Leonardo.

Cosa puoi dirci sulla genesi di “La misura dell’uomo“? E sull’attività propedeutica alla scrittura del libro? Hai svolto attività di ricerche, per esempio? O cos’altro? Ci daresti qualche dettaglio sul periodo storico in cui hai ambientato la storia? A quali rischi si poteva andare incontro nella scrittura di un romanzo con Leonardo come protagonista? Che tipo d’uomo è il Leonardo che vive e si muove tra le pagine di questo romanzo? Perché Ludovico il Moro decide di rivolgersi a Leonardo in seguito al ritrovamento di un cadavere? E come reagisce Leonardo alla richiesta di Ludovico il Moro? Vuoi fare un cenno all’uomo vitruviano di Leonardo e alle sue caratteristiche? Il 2 maggio 2019 ricorreranno 500 anni dalla morte di Leonardo. A tuo avviso, qual è la principale eredità che ci ha lasciato questo grande uomo?

Questo e tanto altro abbiamo chiesto a Marco Malvaldi nel corso della puntata.

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La scheda del libro
Copertina La misura dell'uomoOttobre 1493. Firenze è ancora in lutto per la morte di Lorenzo il Magnifico. Le caravelle di Colombo hanno dischiuso gli orizzonti del Nuovo Mondo. Il sistema finanziario contemporaneo si sta consolidando grazie alla diffusione delle lettere di credito. E Milano è nel pieno del suo rinascimento sotto la guida di Ludovico il Moro. A chi si avventura nei cortili del Castello o lungo i Navigli capita di incontrare un uomo sulla quarantina, dalle lunghe vesti rosa, l’aria mite di chi è immerso nei propri pensieri. Vive nei locali attigui alla sua bottega con la madre e un giovinetto amatissimo ma dispettoso, non mangia carne, scrive al contrario e fatica a essere pagato da coloro cui offre i suoi servigi. È Leonardo da Vinci: la sua fama già supera le Alpi giungendo fino alla Francia di re Carlo VIII, che ha inviato a Milano due ambasciatori per chiedere aiuto nella guerra contro gli Aragonesi ma affidando loro anche una missione segreta che riguarda proprio lui. Tutti, infatti, sanno che Leonardo ha un taccuino su cui scrive i suoi progetti più arditi – forse addirittura quello di un invincibile automa guerriero – e che conserva sotto la tunica, vicino al cuore. Ma anche il Moro, spazientito per il ritardo con cui procede il grandioso progetto di statua equestre che gli ha commissionato, ha bisogno di Leonardo: un uomo è stato trovato senza vita in una corte del Castello, sul corpo non appaiono segni di violenza, eppure la sua morte desta gravi sospetti… Bisogna allontanare le ombre della peste e della superstizione, in fretta: e Leonardo non è nelle condizioni di negare aiuto al suo Signore. A cinquecento anni dalla morte di Leonardo da Vinci, Marco Malvaldi gioca con la lingua, la scienza, la storia, il crimine e gli ridà vita tra le pagine immaginando la sua multiforme intelligenza alle prese con le fragilità e la grandezza dei destini umani.

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Marco Malvaldi (Pisa, 1974), chimico, ha esordito nel 2007 per Sellerio con La briscola in cinque, primo degli ormai sette volumi dedicati ai “vecchietti del BarLume”, divenuti nel 2013 anche una serie televisiva. Ha pubblicato inoltre i romanzi Odore di chiuso (Premio Castiglioncello e Isola d’Elba-Raffaello Brignetti), Milioni di milioni, Argento vivo, Buchi nella sabbia, La battaglia navale, Negli occhi di chi guarda e i saggi L’infinito tra parentesi. Storia sentimentale della scienza da Omero a Borges, Capra e calcoli. L’ eterna lotta tra gli algoritmi e il caos, Le due teste del tiranno. Metodi matematici per la libertà, L’ architetto dell’invisibile ovvero come pensa un chimico e Per ridere aggiungere acqua. Piccolo saggio sull’umorismo e il linguaggio.
www.marcomalvaldi.it

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La colonna sonora della puntata: “Monna Lisa” di Ivan Graziani; “Something Human” dei Muse; “Ballata per quattro stagioni” di Ivan Graziani.

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GIUSEPPE MONTESANO con “Lettori selvaggi” (Giunti) e MARIA ANTONIETTA FERRALORO con “Il Gattopardo raccontato a mia figlia” (La Nuova Frontiera Junior) a “Letteratitudine in Fm” http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2017/09/27/in-radio-con-giuseppe-montesano-e-maria-antonietta-ferraloro/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2017/09/27/in-radio-con-giuseppe-montesano-e-maria-antonietta-ferraloro/#comments Wed, 27 Sep 2017 15:02:16 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=7624 GIUSEPPE MONTESANO con “Lettori selvaggi” (Giunti) e MARIA ANTONIETTA FERRALORO con “Il Gattopardo raccontato a mia figlia” (La Nuova Frontiera Junior) ospiti del programma radiofonico Letteratitudine in Fm di lunedì 25 settembre 2017 – h. 10 circa (e in replica nei seguenti 3 appuntamenti: giovedì alle h. 03:00 del mattino; venerdì alle h. 13:00; domenica alle h. 03:00 del mattino)

In Fm e in streaming su Radio Hinterland

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regia: Federico Marin

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Nella prima parte della puntata abbiamo incontrato Giuseppe Montesano per discutere del suo libro intitolato “Lettori selvaggi. Dai misteriosi artisti della Preistoria a Saffo a Beethoven a Borges. La vita vera è altrove” (Giunti).

Nella seconda parte della puntata abbiamo incontrato Maria Antonietta Ferraloro per discutere del suo saggio intitolato “Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Il Gattopardo raccontato a mia figlia” (La Nuova Frontiera Junior)

Di seguito, informazioni sui romanzi protagonisti della puntata.

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Copertina Lettori selvaggiLettori selvaggi. Dai misteriosi artisti della Preistoria a Saffo a Beethoven a Borges. La vita vera è altrove” (Giunti) di Giuseppe Montesano

Vincitore del Premio Viareggio Rèpaci 2017 nella sezione Saggistica
Giuseppe Montesano attraversa il tempo, lo spazio, le culture, i generi: scopre la “vita vera” nel silenzio del pensiero e nella vibrazione della musica, nelle parole di scrittori, poeti e mistici, nelle immagini del cinema, dell’arte…

Leggere per vivere ci risveglia dalla noia, dalla sconfitta, dalla rassegnazione. Non abbiamo sempre avuto questa vita qui, da servi e da infelici. Abbiamo avuto giorni e sogni favolosi, quando l’avventura ci ha soffiato in viso il mare delle partenze. Possiamo accettare l’esistenza falsa che hanno scelto per noi, e chiudere porte e finestre ai giorni che ci chiamano: ma possiamo ancora spalancare porte e finestre, e vivere tutte le vite che si possono vivere. Leggere per esistere fa zampillare in ogni istante la possibilità di essere noi stessi, di respirare in un perpetuo innamoramento. Non viviamo una vita vera, e demoni meschini ci tengono sepolti nelle nostre paure. Ma giorno dopo giorno, smarriti tra rabbie e tremori, visitati da amori e stupori, forse possiamo diventare vivi. Giuseppe Montesano attraversa il tempo, lo spazio, le culture, i generi: scopre la “vita vera” nel silenzio del pensiero e nella vibrazione della musica, nelle parole di scrittori, poeti e mistici, nelle immagini del cinema, dell’arte… La scopre e ce la indica, in un racconto fatto di ritratti e impressioni che accendono il desiderio dell’incontro.

Giuseppe Montesano è nato a Napoli. È autore dei romanzi Nel corpo di Napoli (Mondadori 1999, finalista al Premio Strega), A capofitto (Mondadori 2000), Di questa vita menzognera (Feltrinelli 2003, Premio Selezione Campiello e Premio Viareggio-Rèpaci) e Magic People (Feltrinelli 2005).
Ha tradotto molti scrittori francesi e curato opere di Dick, Savinio, Tournier, Malaparte, Hesse, Dumas, Ottieri. Ha scritto Il ribelle in guanti rosa. Charles Baudelaire (Mondadori 2007, Premio Vittorini) sul poeta di cui ha curato, con Giovanni Raboni, le opere per I Meridiani.
Collabora con il quotidiano “Il Mattino”.

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Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Il Gattopardo raccontato a mia figlia” (La Nuova Frontiera Junior) di Maria Antonietta Ferraloro

Vi sono dei libri che vengono definiti classici. Possiedono il dono rarissimo di parlare direttamente al cuore dei propri lettori.” E “Il Gattopardo” è proprio uno di questi per Maria Antonietta Ferraloro, studiosa di Giuseppe Tomasi di Lampedusa e profondamente innamorata del suo capolavoro. Con passione e competenza l’autrice racconta la figura schiva e malinconica di Tomasi, ma soprattutto la genesi, la struttura e i segreti di un romanzo indimenticabile. Età di lettura: da 10 anni.

Maria Antonietta Ferraloro insegna nella scuola secondaria di I grado. È dottore di ricerca in Storia della cultura e cultore della materia in Letteratura italiana. Collabora con il Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di Catania. Si occupa, inoltre, della formazione degli insegnanti di Lettere. È autrice del saggio “Tomasi di Lampedusa e i luoghi del Gattopardo” (Pacini Editore 2014) e “L’OPERA-OROLOGIO. Saggi sul Gattopardo” di Maria Antonietta Ferraloro (Pacini editore)

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La colonna sonora della puntata: “Forever Young” e “Love Sick” di Bob Dylan.

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Letteratitudine in Fm va in onda su Radio Hinterland il mercoledì mattina (h. 9 circa), con una serie di repliche nei giorni successivi. Per dettagli, consulta il palinsesto della radio.

Puoi ascoltare Radio Hinterland in Fm su 94.600 nelle province di Milano e Pavia, oppure in streaming via Internet cliccando qui.

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CARMEN PELLEGRINO (con “Se mi tornassi questa sera accanto” – Giunti) a “Letteratitudine in Fm” http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2017/05/09/in-radio-con-carmen-pellegrino-2/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2017/05/09/in-radio-con-carmen-pellegrino-2/#comments Tue, 09 May 2017 17:00:33 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=7507 CARMEN PELLEGRINO (con “Se mi tornassi questa sera accanto” – Giunti) ospite del programma radiofonico Letteratitudine in Fm di lunedì 8 maggio 2017 – h. 10 circa (e in replica nei seguenti 3 appuntamenti: giovedì alle h. 03:00 del mattino; venerdì alle h. 13:00; domenica alle h. 03:00 del mattino)

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Con Carmen Pellegrino abbiamo discusso del suo nuovo romanzo intitolato “Se mi tornassi questa sera accanto” (Giunti)

Nella seconda parte della puntata, Massimo Maugeri ha letto le prime pagine del romanzo.

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Se mi tornassi questa sera accanto” (Giunti) di Carmen Pellegrino

”Se mi tornassi questa sera accanto”, memorabile incipit della poesia ”A mio padre” di Alfonso Gatto, è il romanzo di Carmen Pellegrino sulla distanza, a volte abissale, che può esserci tra gli essere umani, specie se si sono amati.

Giosuè Pindari è un uomo antico, legato alla terra, alla famiglia e a un ideale politico, ma la moglie, dopo anni in cui il male di vivere non le ha concesso che brevi tregue, è ormai preda di un irreversibile declino; il socialismo, in cui ha creduto con una tenacia e una dedizione tipicamente “appenniniche”, è stato trascinato nel fango dalla corruzione; l’amatissima figlia Lulù se ne è andata e non dà più notizie di sé. Contro la degenerazione di corpo e mente si può fare poco, contro la fine di un’utopia si può fare ancor meno, mentre a una figlia che è viva e lontana – provata dalle inevitabili incomprensioni generazionali ma legata da una sensibilità ancestrale e profonda, una vera e propria educazione dell’anima – si può comunque scrivere. Si può tentare di compiere un passo lungo la via di una riconciliazione, che è prima di tutto una riconciliazione con se stessi. Così Giosuè Pindari scrive a Lulù, le scrive lettere che infila in bottiglie e poi le affida alla corrente del fiume. Il fiume è acqua che appartiene alla terra, il fiumeterra contiene entrambi gli elementi; è acqua che tutto conserva: passato, presente e quindi futuro. Arriveranno mai? Non è importante saperlo. In fondo, il fiumeterra con le sue piene improvvise sa come arrivare a destinazione… Sulle sponde di un altro fiume c’è Lulù, che ha conosciuto Andreone, l’uomo ‘leggero’ che aspetta, anche lui esattamente come Giosuè, insieme alla piena il ritorno di una donna che è andata via. È proprio l’incontro con quest’uomo bislacco – l’altro, così necessario al riconoscimento di sé – a rivelarsi benefico. Da quelle sponde del fiume lontano è come se Lulù rispondesse alle lettere paterne seguendo la corrente, e su un registro magico, dentro un’aura d’incantamento.

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Carmen Pellegrino ha scritto saggi di storia e racconti. Da anni raccoglie suggestioni sui luoghi abbandonati.

Il suo romanzo d’esordio, Cade la terra, ha vinto il Premio Rapallo Carige opera prima e il Premio Selezione Campiello.

La puntata di Letteratitudine in Fm dedicata a “Cade la terra” è disponibile qui per l’ascolto…

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trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia: Federico Marin

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La colonna sonora della puntata: “Message in a bottle” (The Police); “The sound of silence” (Simon & Garfunkel)

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Letteratitudine in Fm va in onda su Radio Hinterland il mercoledì mattina (h. 9 circa), con una serie di repliche nei giorni successivi. Per dettagli, consulta il palinsesto della radio.

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MASSIMO ONOFRI con “Passaggio in Sicilia” (Giunti) a Letteratitudine in Fm http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2016/10/25/in-radio-con-massimo-onofri/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2016/10/25/in-radio-con-massimo-onofri/#comments Tue, 25 Oct 2016 17:20:35 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=7321 MASSIMO ONOFRI con “Passaggio in Sicilia” (Giunti) in radio a Letteratitudine in Fm di lunedì 24 ottobre 2016 – h. 10 circa (e in replica nei seguenti 3 appuntamenti: giovedì alle h. 03:00 del mattino; venerdì alle h. 13:00; domenica alle h. 03:00 del mattino)


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regia: Federico Marin

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È stato Massimo Onofri l’ospite della puntata di Letteratitudine in Fm di lunedì 24 ottobre 2016.

Con Massimo Onofri abbiamo discusso del suo nuovo libro “Passaggio in Sicilia” (Giunti)

Di seguito, la scheda del libro protagonista della puntata.

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Massimo OnofriPassaggio in Sicilia” (Giunti)

Una vera e propria guida-romanzo da affiancare alla guida turistica, per entrare più profondamente nell’interiorità di una grande terra dalle stratificazioni culturali molteplici e complesse.

Dopo il successo di Passaggio in Sardegna il viaggio di Massimo Onofri continua in Sicilia: l’isola da sempre amata ma poi perduta nella nostalgia. E Onofri parte da lì, da dove lo avevamo lasciato, cioè dal centro della Sardegna, con lo stesso spirito di quelle camicie rosse che s’imbarcarono, 150 anni fa, da Quarto per Marsala.

Un viaggio verso quella terra-continente, bellissima e feroce, mitica e dolorosamente contemporanea, che i più grandi siciliani dell’ultimo scorcio del secolo scorso hanno patito come irredimibile. Ma i siciliani possono ancora salvarsi? Onofri vuole verificare, una volta di più, le ragioni d’una sconfitta che è metafisica, prima che storica e antropologica, affidandosi magari a una nuova speranza. (cambiare paragrafo)

Un viaggio fuori dei percorsi obbligati dall’esotismo di massa, alla ricerca di sé, del sé. Ecco, allora, Palermo sontuosamente inesistente, con la sua corda pazza, il suo vitalissimo senso di morte; Catania felicissima e mondana, col suo erotismo di natura e quotidiano; Enna, elegantissima, alta e sola; Comiso viva e cordiale; Siracusa dolcissima e utopica; Marsala in versi e prosa; Caltanissetta operosa e civile; Agrigento con e senza Pirandello; Messina che, alla fine di tutto, non c’è. E poi: i silenzi di Sciascia, gli ignoti marinai di Consolo, le euforie di Bufalino, le passioni di Guttuso e Buttitta, i sogni dipinti di Giuseppe Modica, e molto altro ancora.(cambiare paragrafo) Passaggio in Sicilia, una vera e propria guida-romanzo da affiancare alla guida turistica per entrare più profondamente nell’interiorità di una grande terra dalle stratificazioni culturali molteplici e complesse. Un’opera magmatica, ricchissima tanto di informazioni quanto di stimoli, di suggestioni, di illuminazioni; una originale nuova frontiera della narrazione.

Massimo Onofri insegna Letteratura italiana contemporanea all’Università di Sassari. Collabora con «Avvenire», «Il Sole-24 Ore», «L’Indice dei Libri del Mese», «Nuovi Argomenti». Ha pubblicato, tra l’altro, “Storia di Sciascia” (1994-2004), “La ragione in contumacia. La critica militante ai tempi del fondamentalismo” (2007, Premio Brancati per la saggistica), “Recensire. Istruzioni per l’uso” (2008), “Il suicidio del socialismo. Inchiesta su Pellizza da Volpedo” (2009), “L’epopea infranta. Retorica e antiretorica per Garibaldi” (2011, Premio De Sanctis per l’Unità d’Italia). Per Giunti, nel 2015, è uscito con grande successo “Passaggio in Sardegna”.

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trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia: Federico Marin

LA PUNTATA È ASCOLTABILE ONLINE, CLICCANDO SUL PULSANTE AUDIO

La colonna sonora della puntata: “E vui durmiti ancora” (versione di Andrea Bocelli); “Marcia alla turca” (Mozart).

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Letteratitudine in Fm va in onda su Radio Hinterland il mercoledì mattina (h. 9 circa), con una serie di repliche nei giorni successivi. Per dettagli, consulta il palinsesto della radio.

Puoi ascoltare Radio Hinterland in Fm su 94.600 nelle province di Milano e Pavia, oppure in streaming via Internet cliccando qui.

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LETTERA A DINA di Grazia Verasani http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2016/10/21/lettera-a-dina-di-grazia-verasani/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2016/10/21/lettera-a-dina-di-grazia-verasani/#comments Fri, 21 Oct 2016 14:49:18 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=7314 letteratura-e-musica

Il nuovo appuntamento del forum di Letteratitudine intitolatoLETTERATURA E MUSICAè dedicato al nuovo libro di Grazia Verasani, intitolato “Lettera a Dina” e pubblicato da Giunti.

La puntata radiofonica di “Letteratitudine in Fm” con Grazia Verasani dedicata al suo precedente romanzo “Mare d’inverno” (Giunti) è disponibile per l’ascolto qui.

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Lettera a Dinadi Grazia Verasani (Giunti, 2016)

recensione di Claudio Morandini

Nel nuovo romanzo di Grazia Verasani, “Lettera a Dina”, uscito quest’anno per Giunti come il precedente “Mare d’inverno”, due personaggi femminili si incontrano, misurano le proprie incompatibilità eppure si attraggono e si stringono in un’amicizia appassionata nella politicizzata Bologna degli anni Settanta, tra scuole medie e liceo; si abbandoneranno, a un certo punto, per seguire strade inconciliabili, ma finiranno per ritrovarsi uniti nella memoria: uno è l’io narrante, una ragazza curiosa, buona, inquieta il giusto, “comunista” da sempre ma incuriosita dal mondo della borghesia benestante, stabile pur nei cambiamenti dovuti alla crescita e alle dinamiche dell’esistenza; l’altro personaggio è appunto Dina, “fascista” più per sfizio e gusto della provocazione che per sentita vocazione ideologica, piuttosto spinta da una disperata voracità consumistica, affascinante proprio perché diversa e inafferrabile, in continua metamorfosi tra fasi di rapinosa bellezza e altre di abbrutimento.
La prima possiede la solidità necessaria per superare le crisi, per opporsi a derive autodistruttive, e rimane sincera con se stessa e gli altri; la seconda, invece, tra sbandate bulimiche e comportamenti compulsivi, finirà per perdersi nell’alcool e nelle droghe pesanti, in un crescendo di bugie e depistaggi sempre più goffi. La morte di Dina, la sua scomparsa rappresentano l’oggetto di quella ricerca che dicevamo, che però è un affaire personale, un fare i conti con un momento opaco del proprio passato più che con un mistero da risolvere.
Due figure così opposte eppure complementari – se vogliamo leggerli come fossero elementi musicali – potrebbero ricordare le dinamiche che si creano tra il tema A e il tema B di una forma sonata: diversi per natura, eppure destinati a legarsi in uno sviluppo che li concili.
La musica, in effetti, ha un ruolo fondamentale nel bel romanzo di Verasani. È dall’ascolto casuale di una canzone degli Alunni del Sole, “E mi manchi tanto…”, che si scatena il ricordo, rimosso per tanti anni, dell’amicizia adolescenziale tra la narratrice e Dina. Anche in altre parti del romanzo la musica è questo: evocazione di sentimenti contrastanti e di straordinaria intensità, colonna sonora di situazioni alle quali rimarrà aggrappata per sempre nel ricordo, proiezione (anticipazione, amplificazione) di situazioni e momenti cruciali; compagna consolatrice, terapia della sofferenza dell’anima, distillato (in poche parole, in pochi accordi, quando si tratta delle canzoni che punteggiano il romanzo) di uno stato d’animo.
La musica in “Lettera a Dina” svolge anche un altro ruolo: caratterizza un’epoca, segna lo scorrere del tempo, certifica lo spirito di determinati anni. Per noi che abbiamo vissuto quegli anni, magari in altre città anche più sonnolente, tutti quei titoli diventano potenti madeleines evocatrici (da “Pop Corn” de La Strana Società a “Polli di allevamento” di Gaber, da “Perché no?” di Battisti a “Parsifal” dei Pooh), assieme ai titoli di film e libri (“Porci con le ali”, “Ecce Bombo”, “Bilitis”…) e di programmi televisivi, al “Corriere dei ragazzi” e a “Burda”, alla morte di Giovanni Paolo I e agli spettacoli di Carmelo Bene: e rimaniamo indecisi tra l’abbandono complice al gioco della nostalgia o il distacco di chi, raggiunta la maturità, contempla il proprio passato come la vita di qualcun altro.
Accanto alle canzonette, qualche classico (Sibelius, Rachmaninov, Bellini, Liszt…) frutto degli interessi della protagonista narrante e dei suoi studi musicali. A volte questa particolare competenza musicale colora di un’immagine imprevista una situazione:
«Sono confuso» mi aveva detto R. quella sera, col tono di chi farà di tutto per eliminare un eccesso di ridondanza strumentale da un brano solistico.
Analogamente, la relazione con l’amico R. viene descritta così poche righe dopo: Eravamo ancora in una specie di backstage, durante il nostro concerto, come due romantici studenti fuori corso.
Il tempo, in questa vicenda che intreccia passato e presente, è l’altro vero protagonista. E Grazia Verasani ci fa sentire l’intricata commistione della personale quête della protagonista narrante attraverso un escamotage interessante: racconta l’indagine nel presente ricorrendo al tempo passato, facendolo così sprofondare indietro, e con la vividezza del tempo presente racconta la persistenza del passato indagato e ritrovato.

[Un estratto del libro è disponibile qui]

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La scheda del libro
È una mattina del 1973 e nella classe 2a H entra per la prima volta Dina. Ha dodici anni, indossa abiti costosi, è bionda e sovrappeso. Si volta verso la sua nuova compagna di banco e le dice: ”Io sono fascista”. L’altra le risponde: ”Io sono comunista”. E’ un colpo di fulmine. Tra le due nasce un’amicizia travolgente, fatta di sotterfugi, giuramenti, chiacchiere, litigi, riconciliazioni appassionate. Due mondi diversi, due famiglie di estrazione opposta, una di matrice operaia, l’altra, quella di Dina, decisamente borghese, che le due ragazzine mescolano e alternano in una Bologna animata dalle prime lotte studentesche.
Trentasette anni dopo, mentre parcheggia l’auto, la protagonista di questa storia sente alla radio la canzone che lei e Dina ascoltavano fino allo sfinimento su un giradischi. E di colpo, vivissima, Dina è di nuovo lì. Dove si è persa l’adolescente ribelle sempre in lotta con una madre fredda e seducente? Qual è stato il momento esatto in cui qualcosa si è spezzato? E perché quella tentazione irrefrenabile di camminare a occhi chiusi sul bordo di un precipizio?
Lettera a Dina” di Grazia Verasani è il racconto toccante di un’amicizia assoluta e dei segni che ha lasciato; una riflessione sui sogni e gli ideali della giovinezza attraverso un paesaggio esistenziale che tocca un decennio importante della storia italiana, in una sovrapposizione tra passato e presente il cui raccordo emotivo – e provvidenziale – è la musica.

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Grazia Verasani (Bologna 1964), scrittrice e musicista, ha esordito ventenne pubblicando racconti sul Manifesto, nella rubrica curata da Gianni Celati. Sono seguiti romanzi, antologie, opere teatrali, fino a Quo vadis baby? (Feltrinelli) da cui il regista Gabriele Salvatores ha girato l’omonimo film nel 2005 e prodotto una serie tv. Per Feltrinelli, oltre a Tutto il freddo che ho preso, sono usciti Velocemente da nessuna parte, Di tutti e di nessuno, Cosa sai della notte e Senza ragione apparente (menzione speciale premio Scerbanenco 2015), con protagonista l’investigatrice privata Giorgia Cantini. Del 2012 è il film Maternity Blues
tratto dalla sua opera From Medea (Sironi Editore), vincitore di molti premi. Per Giunti, sono usciti Mare d’inverno (2014) e Lettera a Dina (2016).
Il suo sito è www.graziaverasani.it

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ANTONIO MORESCO con “L’addio” (Giunti) a Letteratitudine in Fm http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2016/04/19/in-radio-con-antonio-moresco/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2016/04/19/in-radio-con-antonio-moresco/#comments Tue, 19 Apr 2016 17:26:56 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=7114 ANTONIO MORESCO con “L’addio” a Letteratitudine in Fm di lunedì 18 aprile 2016 – h. 10 circa (e in replica nei seguenti 3 appuntamenti: giovedì alle h. 03:00 del mattino; venerdì alle h. 13:00; domenica alle h. 03:00 del mattino) – “L’addio” è tra i libri della dozzina finalista del Premio Strega 2016.


In Fm e in streaming su Radio Hinterland

trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia: Federico Marin

LA PUNTATA È ASCOLTABILE ONLINE, CLICCANDO SUL PULSANTE AUDIO

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Antonio Moresco è stato ospite della puntata di “Letteratitudine in Fm” di lunedì 18 aprile 2016.

Con Antonio Moresco abbiamo discusso del suo nuovo romanzo intitolato “L’addio” (Giunti) -  tra i libri della dozzina finalista del Premio Strega 2016.

Nella seconda parte della puntata potrete ascoltare una lettura delle prime pagine del romanzo.

Di seguito, la scheda del libro.

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“L’addio” di Antonio Moresco (Giunti)
L'addio«Mi chiamo D’Arco e sono uno sbirro morto.» Comincia così questo travolgente romanzo, metafisico e d’azione. Il protagonista è un uomo pieno di dolore, delicatezza e furore, chiamato a compiere una missione impossibile.
La città dei vivi e quella dei morti sono vicine, comunicanti, e si assomigliano molto. La polizia dei vivi e la polizia dei morti sono in contatto e collaborano, quando devono risolvere i casi più difficili. Dispongono di cellulari tarati per la comunicazione tra vivi e morti, e di e-mail criptate. Ma c’è un’altra cosa, che però nessuno sa dire: quale dei due mondi venga prima. Ora D’Arco deve tornare nel mondo dei vivi, nel quale fu ucciso, per fermare un massacro di vittime innocenti. Ma, se la morte venisse davvero prima della vita e il male prima del bene, come si potrà invertire la spirale?
D’Arco ci proverà perché è uno che non si arrende, perché ha una formidabile guida e un alleato: un bambino dal cranio rasato, gli occhi spalancati e i denti serrati, una creatura senza più voce e con il collo percorso da una cicatrice prodotta da una collana di filo spinato, ma con la volontà attraversata dalla stessa indomabile sete di giustizia.
Una coppia di eroi fragili e indistruttibili, individui solitari e disillusi ma disposti a mettere in gioco tutto per difendere chi sia stato umiliato e offeso: un uomo che si è gettato alle spalle le speranze e un bambino muto ma capace di guardare e vedere nel futuro e nell’abisso, come quei fanciulli straordinari cari all’apologetica di alcune fedi religiose.
Un romanzo di combattimento attraversato da una cocente storia d’amore e da interrogativi vertiginosi, che è anche una meditazione estrema sulla presenza del male e del dolore nel mondo e sulla possibilità di salvezza.
Con questa nuova opera Antonio Moresco irrompe in un genere letterario popolare e nobile al tempo stesso, il romanzo poliziesco, per terremotarlo, aprirlo a nuovi orizzonti e condurlo in territori inesplorati. Come è caratteristica di questo scrittore, sempre fedele a se stesso e alle sue tematiche eppure capace di spingere ogni volta più in là la sua energia visionaria e la sua incrollabile fiducia nella forza dell’intransigenza e nelle possibilità della letteratura.

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Antonio Moresco, nato a Man­tova nel 1947, è uno dei più importanti e originali scrittori italiani. Della sua vasta opera romanzesca, saggistica e teatrale, ri­cordiamo almeno Gli esordi, Canti del caos, Gli increati.

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trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia: Federico Marin

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La colonna sonora della puntata è composta dai seguenti brani musicali: “Who by fire” di Leonard Cohen; “Ballo in fa diesis minore” di Angelo Branduardi; “Requiem” di Mozart (un estratto).

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Letteratitudine in Fm va in onda su Radio Hinterland il mercoledì mattina (h. 9 circa), con una serie di repliche nei giorni successivi. Per dettagli, consulta il palinsesto della radio.

Puoi ascoltare Radio Hinterland in Fm su 94.600 nelle province di Milano e Pavia, oppure in streaming via Internet cliccando qui.

È possibile ascoltare le puntate precedenti, cliccando qui.


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SILVANA LA SPINA ospite di “Letteratitudine in Fm” http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2015/11/30/in-radio-con-silvana-la-spina/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2015/11/30/in-radio-con-silvana-la-spina/#comments Mon, 30 Nov 2015 19:52:20 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=6979 SILVANA LA SPINA ospite di “Letteratitudine in Fm” – lunedì 30 novembre 2015 – h. 10 circa (e in replica nei seguenti 3 appuntamenti: giovedì alle h. 03:00 del mattino; venerdì alle h. 13:00; domenica alle h. 03:00 del mattino)

In Fm e in streaming su Radio Hinterland

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È stata Silvana La Spina l’ospite della puntata di Letteratitudine in Fm di lunedì 30 novembre 2015. Con Silvana La Spina abbiamo discusso del suo nuovo romanzo, incentrato sulla figura del celebre pittore Antonello Da Messina, intitolato L’uomo che veniva da Messina (Giunti).

Nella seconda parte della puntata, la lettura delle prime pagine romanzo.

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La scheda del libro
L'uomo che veniva da MessinaMessina, 1479. Un uomo sta morendo nella sua casa, dopo aver vagato per mesi accompagnato da una bara con dentro una giovane donna. E’ Antonello da Messina, il grande pittore siciliano, appena tornato da una Venezia flagellata dalla peste.
Antonello è famosissimo ormai. Ma la Sicilia non ama i suoi figli più geniali e Antonello lo sa. Per questo adesso, nel delirio finale, invoca il vecchio maestro Colantonio.
Quel delirio gli farà rivivere l’infanzia pezzente e l’incontro con i misteriosi artisti del Trionfo della Morte; lo porterà da una Napoli dominata dai cortigiani, come il Panormita e la bella Lucrezia, alla Roma dei cardinali cialtroni e delle puttane; dalla Mantova del Mantegna, alla Arezzo di Piero della Francesca. Da Bruges, dove finalmente scoprirà l’amore e persino il segreto della pittura a olio, a una Venezia che gli darà fama e gloria e l’amicizia coi Bellini.
Il romanzo – scritto in una lingua ora lucida ora appassionata – è anche l’affresco dell’epoca, crudele, affamata di gloria, dove domina l’Angelo della Morte.
Tanti sono i comprimari di questa vicenda, dai familiari meschini e sanguisughe, alla nana Nannarella morta per amore nei vicoli di Napoli; dall’aristocratica Volatrice e forse erede al trono di Sicilia, al buffone Cicirello; dai viceré scaltri, ai fanatici frati Osservanti, che scatenano a Messina rivolte contro il malgoverno.
Ma in quei viaggi una sola luce per Antonello: Griet, la figlia bastarda di Van Eych. E una sola ossessione: la pittura a olio dei fiamminghi.
Un romanzo storico? Un romanzo picaresco e sulfureo? Un romanzo sull’arte o un romanzo sull’amore estremo?
Forse solo un romanzo su un uomo, Antonello, che fece della sua ambizione un’arma, della fame di carne e di femmine un’ossessione, della pittura uno strumento per durare in eterno.

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SILVANA LA SPINA è nata a Padova da madre veneta e padre siciliano. Ha pubblicato il volume di racconti Scirocco (La Tartaruga 1992, premio Chiara) e i romanzi: Morte a Palermo (La Tartaruga 1987, Baldini & Castoldi 1999; premio Mondello), L’ultimo treno da Catania (Bompiani 1992), Quando Marte è in Capricorno (Bompiani 1994), Un inganno dei sensi malizioso (Mondadori 1995), L’amante del paradiso (Mondadori 1997), Penelope (La Tartaruga 1998), La creata Antonia (Mondadori 2001), La continentale (Mondadori 2014). Sempre per Mondadori sono usciti i tre romanzi dedicati alle indagini del commissario Maria Laura Gangemi: Uno sbirro femmina (2007), La bambina pericolosa (2008) e Un cadavere eccellente (2011).

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trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia: Federico Marin

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La colonna sonora della puntata è composta dai seguenti brani musicali: “Carminibus festos” – Antonius Romanus – O requies populi; André Rieu – O Fortuna (Carmina Burana – Carl Orff); “O Fortuna”, Carmina Burana, versione medioevale


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Letteratitudine in Fm va in onda su Radio Hinterland il mercoledì mattina (h. 9 circa), con una serie di repliche nei giorni successivi. Per dettagli, consulta il palinsesto della radio.

Puoi ascoltare Radio Hinterland in Fm su 94.600 nelle province di Milano e Pavia, oppure in streaming via Internet cliccando qui.

È possibile ascoltare le puntate precedenti, cliccando qui.


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WOODY di Federico Baccomo (intervista all’autore) http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2015/11/11/woody-di-federico-baccomo/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2015/11/11/woody-di-federico-baccomo/#comments Wed, 11 Nov 2015 15:02:24 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=6954 Nell’ambito di “GIOVANISSIMA LETTERATURA“, il nuovo spazio di Letteratitudine interamente dedicato alla cosiddetta “letteratura per ragazzi” e alla “letteratura per l’infanzia“, incontriamo Federico Baccomo autore di WOODY (Giunti, 2015) , una storia comica e commovente illustrata da Alessandro Sanna e narrata dal punto di vista di  un cane di razza basenji.

Un estratto del libro è disponibile qui…

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di Massimo Maugeri

Federico Baccomo è nato a Milano nel 1978. Ex avvocato, ha lasciato la professione per dedicarsi alla scrittura. È autore dei romanzi “Studio illegale” (2009), “La gente che sta bene” (2011) e “Peep Show” (2014), pubblicati da Marsilio. Dai primi due sono stati tratti gli omonimi film.
Incontro Federico per discutere del suo nuovo libro “Woody” (Giunti, 2015). Un libro particolare, per un personaggio particolare; perché Woody è… “un cane basenji, quasi tre anni e due occhi curiosi che guardano il mondo con stupore“.

Woody- Caro Federico, raccontaci intanto qualcosa sulla genesi di questo libro. Come nasce “Woody”?
Da lettore, l’impulso che più di ogni altro mi spinge ad aprire un libro è la possibilità speciale offerta da un romanzo di guardare attraverso occhi diversi dai miei, che siano gli occhi di un investigatore, di un vedovo o di una bambina persa in un bosco, e, attraverso quegli occhi, seguire persone, luoghi e storie inusuali. Woody nasce dal desiderio di spingersi un pochino più in là: assumere uno sguardo laterale, quello di un cane, che restituisse un’impressione di meraviglia a persone, luoghi e storie comuni. Penso, ad esempio, al bacio di due ragazzi, ai nostri occhi appare un’abitudine; per un cane, con i suoi moduli di comunicazione differenti, rappresenta invece uno stupore con cui fare i conti. Quello stupore, a livello narrativo, mi sembrava motore e carburante.

- Tra i vari animali a cui potevi pensare, perché hai scelto proprio un cane come protagonista della storia?
Al cane, con tutta la sua fedeltà e tutti i suoi bisogni, viene schiusa la porta di luoghi spaziali e sentimentali raramente aperti persino agli umani. Questo mi sembra lo renda un compagno di vita privilegiato, il testimone ideale di una storia che, in fondo, resta la storia di una Padrona, un segmento duro di vita che mi piaceva osservare dalla prospettiva bassa e ancora innocente del suo cane.

- Parlaci di lui, del protagonista: chi è Woody? Come lo descriveresti al pubblico dei lettori?
Woody è un basenji di tre anni, curioso, deciso, fedele, a tratti indisciplinato, spesso smarrito. È un carattere semplice come lo sono i caratteri animali, poco mediati, istintivi, che non conoscono il sotterfugio, l’inganno.

- La voce narrante che hai scelto per Woody è molto particolare. Cosa puoi dirci a riguardo?
Ho pensato che la scelta di un punto di vista insolito potesse conservare la sua efficacia solo se avesse trovato espressione in una lingua coerente, una lingua che riflettesse la meraviglia e il candore dello sguardo. Così, mi è venuto in mente lo smarrimento dello straniero, di chi è in un paese di cui non conosce luoghi e lingua, e con quel piccolo bagaglio di parole cerca di tirarsi fuori da ogni situazione, che sia una cena al ristorante oppure, per ricordare un momento di personale di gran disorientamento, in una stazione di Scotland Yard a cercare di denunciare un furto. Woody si esprime allo stesso modo, senza rifugi verbali, con la stessa spontaneità e incertezza.

- Questa è una storia che, in un certo senso, apre uno sguardo sul mondo e sulle sue contraddizioni. In che modo una storia come quella di Woody può aiutare ad acquisire maggiore consapevolezza su tutto ciò che ci circonda?
C’è un momento in cui a tutti viene ordinato di mettersi alle spalle, più o meno definitivamente, l’innocenza con cui si viene al mondo, il momento in cui realizziamo che esistono parecchie cose sbagliate che non sempre, anzi direi spesso, non trovano una giustizia che le possa cancellare. Quel momento, che non ha un’età precisa, è l’istante in cui, a seconda di come lo elaboriamo (e mi viene da usare una parola associata ai lutti), mi sembra decida il modo in cui affronteremo la vita che resta: con speranza, con cattiveria, con cinismo, con rabbia, con impegno, con pietà. Woody, come piccola forma di vita in cui la razionalità umana si scontra con l’istinto animale, di fronte a quel momento è particolarmente disarmato, più di chiunque altro, e in lui mi sembrava potesse risuonare con più forza la domanda: e adesso?

- Ti andrebbe di commentare le illustrazioni di Alessandro Sanna?
Speravo che questo romanzo, al di là del suo contenuto, potesse offrire al lettore l’incanto di un bell’oggetto, un po’ come un libro di altri tempi, con una copertina speciale e un pugno di illustrazioni che ne arricchissero la forma. E lì è entrato in scena Alessandro Sanna, uno dei più grandi illustratori italiani, capace di vere e proprie meraviglie. Ha interpretato il protagonista e alcuni dei cosiddetti momenti salienti della trama con una grazia, una generosità e un cuore che mi fanno pensare a quelle illustrazioni come una parte ormai integrante e irrinunciabile di questa storia.

- Cosa ti aspetti dalla pubblicazione di questo libro?
È un libro delle tonalità differenti rispetto a quello che ho scritto fino ad oggi, è come se mi avesse aperto a nuove possibilità narrative. La speranza è che questa mia sensazione possa essere condivisa dai lettori, che ci trovino quella piccola originalità e intensità nuova che mi sembra che Woody abbia regalato alla mia scrittura.

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La scheda del libro
Copertina WoodyFederico Baccomo riesce a raccontare la difficile realtà della violenza sulle donne dal punto di vista di Woody, un cane basenji, quasi tre anni e due occhi curiosi che guardano il mondo con stupore.
Woody, cresciuto sempre con la sua adorata padrona, una ragazza giovane e allegra che lui ama sopra ogni cosa. Finché un giorno, aprendo gli occhi, scopre che tutto è cambiato: il mondo che conosceva, pieno di gioia, avventure e affetto, è stato sostituito dal buio e dalla sporcizia di una gabbia. Come è finito lì dentro? Perché? E, soprattutto, come può tornare dalla sua padrona? È da queste domande che comincia la storia di Woody: una storia in cui, a poco a poco, si affacciano i segni di qualcosa di terribile, un evento drammatico di cui Woody è l’unico testimone.
E come tutti noi il piccolo basenji sarà costretto a confrontarsi con domande che pesano sulla sua innocenza. Che cos’è il Bene? Che cos’è il Male? E come ci si può mettere al sicuro, essere felici, in un mondo che finisce per tradire la meraviglia?


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SPECIALE PREMIO CAMPIELLO 2015 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2015/09/11/speciale-premio-campiello-2015/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2015/09/11/speciale-premio-campiello-2015/#comments Fri, 11 Sep 2015 14:44:42 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=6879 SPECIALE PREMIO CAMPIELLO 2015

Sabato 12 settembre verrà decretato il vincitore della 53^ edizione del prestigioso premio letterario tra i seguenti cinque finalisti: Marco Balzano, Paolo Colagrande, Vittorio Giacopini, Carmen Pellegrino, Antonio Scurati. Sul post, i contributi speciali di Letteratitudine

Concorrono per la vittoria finale della 53^ edizione del Premio Campiello Marco Balzano con L’ultimo arrivato (Sellerio), Paolo Colagrande con Senti le rane (Nottetempo), Vittorio Giacopini con La Mappa (Il Saggiatore), Carmen Pellegrino con Cade la terra (Giunti) e Antonio Scurati con Il tempo migliore della nostra vita (Bompiani).

I CONTENUTI SPECIALI DI LETTERATITUDINE

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L'ultimo arrivato

Marco Balzano - L’ultimo arrivato (Sellerio)

Negli anni Cinquanta a spostarsi dal Meridione al Nord in cerca di lavoro non erano solo uomini e donne pronti all’esperienza e alla vita, ma anche bambini a volte più piccoli di dieci anni che mai si erano allontanati da casa. Il fenomeno dell’emigrazione infantile coinvolge migliaia di ragazzini che dicevano addio ai genitori, ai fratelli, e si trasferivano spesso per sempre nelle lontane metropoli. Questo romanzo è la storia di uno di loro, di un piccolo emigrante, Ninetto detto pelleossa, che abbandona la Sicilia e si reca a Milano. Come racconta lui stesso, “non è che un picciriddu piglia e parte in quattro e quattr’otto. Prima mi hanno fatto venire a schifo tutte cose, ho collezionato litigate, digiuni, giornate di nervi impizzati, e solo dopo me ne sono andato via. Era la fine del ‘59, avevo nove anni e uno a quell’età preferirebbe sempre il suo paese, anche se è un cesso di paese e niente affatto quello dei balocchi”. Ninetto parte e fugge, lascia dietro di sé una madre ridotta al silenzio e un padre che preferisce saperlo lontano ma con almeno un cenno di futuro. Quando arriva a destinazione, davanti agli occhi di un bambino che non capisce più se è “picciriddu” o adulto si spalanca il nuovo mondo, la scoperta della vita e di sé. Ad aiutarlo c’è poco o nulla, forse solo la memoria di lezioni scolastiche di qualche anno di Elementari. Ninetto si getta in quella città sconosciuta con foga, cammina senza fermarsi, cerca, chiede, ottiene un lavoro. E tutto gli accade come per la prima volta…

LEGGI su LetteratitudineNews l’autoracconto di MARCO BALZANO (dedicato a “L’ultimo arrivato” – Sellerio)

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Senti le ranePaolo Colagrande - Senti le rane (Nottetempo)

Al tavolino di un bar, Gerasim racconta a Sogliani la storia di un terzo amico seduto poco più in là, ed è una storia molto avventurosa. Ebreo convertito al cattolicesimo per chiamata divina, Zuckermann prende i voti e diventa “il prete bello” di Zobolo Santaurelio Riviera, località balneare di “fascia bassa”: agli occhi dei fedeli passa per un santo, illuminato, alacre e innocente. Ma un pomeriggio di fine estate, mentre intorno al suo nome diventano sempre più insistenti le voci di miracoli, a Zuckermann si offre la visione della Romana, la figlia diciassettenne di due devoti parrocchiani. Da lì in poi, fra pallidi tentativi di espiazione, passioni e gelosie, cui fanno da contrappunto le vaneggianti digressioni di Gerasim e Sogliani, dall’Uomo vitruviano agli etologi fiamminghi, dagli asceti di Costantinopoli all’Ikea, da Rossella O’Hara all’olio di nespolo babilonese, lentamente si consuma una tragedia sentimentale che travolge l’intera comunità e trova il suo epilogo in riva a un fosso…

LEGGI su LetteratitudineNews l’autoracconto di PAOLO COLAGRANDE (dedicato a “Senti le rane” – Nottetempo)

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La mappaVittorio Giacopini - La mappa (Il Saggiatore)

Monti, laghi, colline, forre, fortilizi e contrafforti, borghi, strade, slarghi: vedere tutto, come se si fosse per aria, e tutto rappresentare in una mappa, con dettagli minuti, badando a distanze, rilievi, proporzioni: squadrare il mondo, illuminarlo, dargli ordine. E questo l’obiettivo di Serge Victor, ingegnere-cartografo al seguito di Napoleone durante la Campagna d’Italia. Figlio esemplare dei Lumi, nemico di fole balzane e superstizioni, adepto dell’”Encyciopédie” di Diderot e d’Alembert – alle cui parole si aggrappa con una devozione non lontana dal fideismo che la Rivoluzione si era incaricata di smantellare -, Serge Victor riceve l’ordine dal Generale in persona di riprodurre i corsi e i ricorsi della Campagna, di fermare su carta e nel tempo i nuovi confini d’Italia, che il demiurgo Napoleone, N., l’Imperatore, va ridisegnando e riplasmando, sempre più a suo piacimento. Così, mentre il còrso conquista la penisola e, non pago, invade l’Egitto, Serge lavora alla sua magnum opus, in compagnia di uno scalcinato poeta tutto sdegno e fervore e dell’ammaliatrice Zoraide, la sua Maga, che della ragione rappresenta il doppio, il sonno, e prefigura l’assedio portato ai Lumi dalle sotterranee pulsioni che, nella Storia come nell’animo dell’uomo, non conoscono sopore.

LEGGI su LetteratitudineNews l’autoracconto di VITTORIO GIACOPINI (dedicato a “La mappa” – Il Saggiatore)

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Cade la terraCarmen Pellegrino - Cade la terra (Giunti)

Alento è un borgo abbandonato che sembra rincorrere l’oblio, e che non vede l’ora di scomparire. Il paesaggio d’intorno frana ma, soprattutto, franano le anime dei fantasmi che Estella, la protagonista di questo intenso e struggente romanzo, cerca di tenere in vita con disperato accudimento. Voci, dialoghi, storie di un mondo chiuso dove la ricchezza e la miseria sono impastate con la stessa terra nera. Capricci, ferocie, crudeltà, memorie e colpe di un paese condannato a ritornare alla terra. Come tra le quinte di un teatro ecco aggirarsi un anarchico, un venditore di vasi da notte, una donna che non vuole sposarsi, un banditore cieco, una figlia che immagina favole, un padre abile nel distruggerle. Con Carmen Pellegrino l’abbandonologia diviene scienza poetica. E questo modo particolare di guardare le rovine, di cui molto si è parlato sui giornali e su internet, ha finalmente il suo romanzo.

ASCOLTA, cliccando sul pulsante “audio”, la puntata radiofonica di “Letteratitudine in Fm” con CARMEN PELLEGRINO (dedicata a “Cade la terra” – Giunti)

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Il tempo migliore della nostra vitaAntonio Scurati - Il tempo migliore della nostra vita (Bompiani)

Leone Ginzburg rifiuta di giurare fedeltà al fascismo l’8 gennaio 1934. Pronunciando apertamente il suo “no”, imbocca la strada difficile che lo condurrà a diventare un eroe della Resistenza. Un combattente mite, integerrimo e irriducibile che non imbraccerà mai le armi. Mentre l’Europa è travolta dalla marcia trionfale dei fascismi, questo giovane intellettuale formidabile prende posizione contro il mondo servile che lo circonda e la follia del secolo. Fonderà la casa editrice Einaudi, organizzerà la dissidenza e creerà la sua amata famiglia a dispetto di ogni persecuzione. Questa è la sua storia vera dal giorno della sua cacciata dall’università fino a quello in cui è ucciso in carcere. Nel racconto rigoroso e appassionato con il quale Scurati le rievoca, accanto a quella di Leone e Natalia Ginzburg, scorrono però anche le vite di Antonio e Peppino, Ida e Angela, i nonni dell’autore, persone comuni nate negli stessi anni e vissute sotto la dittatura e le bombe della Seconda guerra mondiale. Dai sobborghi rurali di Milano convertiti all’industria ai vicoli miserabili del “corpo di Napoli”, di fronte ai fucili spianati, le esistenze umili di operai e contadini, artisti mancati e madri coraggiose entrano in risonanza con le vite degli uomini illustri. Accostando i singoli ai grandi eventi, attraverso documenti, fotografie e lettere, ricordi famigliari e memoria collettiva, Antonio Scurati resuscita il nostro passato.

ASCOLTA, cliccando sul pulsante “audio”, la puntata radiofonica di “Letteratitudine in Fm” con ANTONIO SCURATI (dedicata aIl tempo migliore della nostra vita” – Bompiani)

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Altre informazioni sulla 53^ edizione del PREMIO CAMPIELLO

Per la prima volta la finale del Premio Campiello verrà trasmessa in diretta sul satellite. La cerimonia conclusiva della 53^ edizione del concorso letterario promosso da Confindustria Veneto andrà in onda sabato 12 settembre a partire dalle ore 20.05 sul canale 832 di Sky e Tivùsat.

La serata verrà inoltre trasmessa in diretta sul digitale terrestre dalle tv del Consorzio Reti Nord Est, che comprende Telenuovo, Telechiara, TVA Vicenza ed Antennatre, a copertura di tutte le province del Veneto, del Trentino Alto Adige, del Friuli Venezia Giulia e delle province di Mantova e Brescia per la Lombardia, Ferrara per l’Emilia Romagna. La cerimonia sarà visibile anche in streaming sul sito delle televisioni del Consorzio Reti Nord Est.

Per il terzo anno consecutivo lo spettacolo sarà condotto da Geppi Cucciari e Neri Marcorè, che torneranno sul palco della Fenice a proporre un connubio tra momenti d’intrattenimento, approfondimento culturale e dialogo con gli autori finalisti. La serata finale sarà organizzata dalla casa di produzione ITV MOVIE, che tra le principali produzioni televisive ha realizzato Italialand con Maurizio Crozza, G’Day con Geppi Cucciari, Glob spread con Enrico Bertolino e Volo in diretta con Fabio Volo.

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La vita prodigiosa di Isidoro SifflotinIl vincitore del Premio Campiello Opera Prima è Enrico Ianniello La vita prodigiosa di Isidoro Sifflotin (Feltrinelli).

Sulla caviglia dello stivale Italia, là dove sta l’osso pezzillo, nasce il nostro eroe, Isidoro Sifflotin. Nella casetta di Mattinella, che sta su da trecento anni e “non crollerà mai”, il prodigioso guagliunciello Isidoro affina una dote miracolosa, ricevuta non si sa come da Quirino, il padre strabico, poetico e comunista, e da Stella, la mamma pastaia. Qual è questa dote? La più semplice: Isidoro sa fischiare, e fischia in modo prodigioso. Con il suo inseparabile merlo indiano Alì dagli sbaffi gialli, e l’aiuto di una combriccola stralunata, crea una lingua nuova, con tanto di Fischiabolario, e un messaggio rivoluzionario comincia magicamente a diffondersi. Proprio quando il progetto di un’umanità felice e libera dal bisogno sta per prendere forma, succede qualcosa che mette sottosopra l’esistenza di Isidoro. “Tutto quello che cresce si separa”: con addosso questo insegnamento di mamma Stella, Isidoro, ormai ragazzo, scopre Napoli e si imbatte, senza neanche rendersene davvero conto, in un altro linguaggio prodigioso e muto: quello dell’amore.

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Il Premio Fondazione il Campiello è stato invece assegnato a Sebastiano Vassalli per la sua opera narrativa di grande spessore etico e storico; purtroppo la recentissima scomparsa dello scrittore costringerà gli organizzatori a una consegna per interposta persona di tale premio, che Vassalli aveva accettato con grande soddisfazione rilasciando una dichiarazione che verrà riprodotta nel libretto di sala della cerimonia finale.

Su LetteratitudineNews abbiamo dedicato uno speciale in OMAGGIO A SEBASTIANO VASSALLI.

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Il vincitore verrà scelto dalla Giurati dei Trecento Lettori anonimi. I Giurati vengono selezionati su tutto il territorio nazionale in base alle categorie sociali e professionali, cambiano ogni anno e i loro nomi rimangono segreti fino alla serata finale.

Il Premio Campiello, istituito nel 1962 dagli Industriali del Veneto, è promosso e gestito dalla Fondazione Il Campiello, composta dalle sette Associazioni Industriali del Veneto e dalla loro Confindustria regionale. E’ la più importante iniziativa in campo culturale promossa da Confindustria Veneto e rappresenta uno dei pochi casi di successo in Italia di connessione concreta e strategica tra mondo dell’impresa e della cultura. Nel corso degli anni il Premio ha raggiunto il vertice delle competizioni letterarie italiane.

La 53^ edizione del Premio Campiello è realizzata sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e con il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali; riceve il patrocinio e il sostegno della Regione del Veneto ed è resa possibile grazie al concorso di: Banca Popolare di Vicenza, Eni, Manpower Group, Assicurazioni Generali, Gruppo Save, Fiera di Vicenza, Anthea, Permasteelisa Group, Adacta Studio Associato, Fiamm, SUM; in collaborazione con MUVE – Fondazione Musei Civici Venezia e Grafiche Antiga.

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ANTONIO DI GRADO e MASSIMO ONOFRI ospiti di “Letteratitudine in Fm” di mercoledì 27 maggio 2015 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2015/05/26/in-radio-con-antonio-di-grado-e-massimo-onofri/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2015/05/26/in-radio-con-antonio-di-grado-e-massimo-onofri/#comments Tue, 26 May 2015 17:00:52 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=6797 ANTONIO DI GRADO e MASSIMO ONOFRI ospiti di “Letteratitudine in Fm” di mercoledì 27 maggio 2015 – h. 9:10 circa (e in replica nei seguenti 4 appuntamenti: venerdì alle h. 06:00 e alle h. 13:00, domenica alle h. 06:00, martedì alle h. 00:30)


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Sono Antonio Di Grado e Massimo Onofri gli ospiti della puntata di “Letteratitudine in Fm” di mercoledì 27 maggio 2015 (la puntata è già ascoltabile online cliccando sul pulsante audio)

Con Antonio Di Grado discutiamo del volume “Anarchia come romanzo e come fede” (Ad Est dell’equatore) e delle tematiche a esso legate.

Con Massimo Onofri discutiamo di Sardegna e del suo nuovo libro intitolato, appunto, “Passaggio in Sardegna” (Giunti).

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Anarchia come romanzo e fedeAnarchia come romanzo e come fede” (Ad Est dell’equatore) di Antonio Di Grado
Anarchia come romanzo e come fede è un percorso lungo il quale, dai Vangeli a Tolstoj, da De Roberto a Conrad, da Zola a Camus, da Lanza del Vasto a Simone Weil, da Jahier a Savinio e così via vagando, s’incontrano figure di profeti e di apostoli della sovversione politica e religiosa. E si riconoscono affini nel sentire e nel patire, grazie allo specchio offerto loro dalla letteratura, dove figurano come autori in proprio di azzardi di scrittura e di pensiero, oppure come creature di scrittori incerti tra fascino e sgomento.
«L’anarchico fa a meno delle istituzioni e si sottrae alle norme con la stessa grazia innocente con cui Francesco si spogliò delle vesti. È ovunque uno straniero, di ogni appartenenza e credenza si libera con lo stesso gesto agile e sprezzante con cui messer Guido Cavalcanti si liberò della molesta brigata. Fa il vuoto dentro e attorno come un mistico in estasi, anela al regno a venire come i mendicanti dello spirito delle Beatitudini, sfiora incontaminato il caos con la leggerezza di Ariel, balbetta parole incomprese di bellezza come il principe Myskin, l’“idiota” del grande (e cristiano) Dostoevskij: se idiota, per questo mondo, vuol dire diverso e anzi discorde, difforme, inspiegabile, irrecuperabile, straniero».

Antonio Di Grado (Catania, 1949) è professore ordinario di Letteratura italiana nel Dipartimento di Scienze umanistiche dell’Università di Catania. È direttore scientifico, designato dallo stesso scrittore, della Fondazione intitolata a Leonardo Sciascia a Racalmuto. Vive a Catania, dove è stato assessore alla cultura e presidente del Teatro Stabile.
Numerosi i volumi di storiografia e critica letteraria da lui pubblicati; tra gli ultimi: La vita, le carte, i turbamenti di Federico De Roberto, gentiluomo; Giuda l’oscuro. Letteratura e tradimento; L’ombra dell’eroe. Garibaldi nel romanzo italiano; e per la nostra casa editrice Divergenze. Borgese, Malaparte, Morselli, Sciascia.

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Passaggio in Sardegna“Passaggio in Sardegna” (Giunti) di Massimo Onofri
Dalla Porto Torres del Petrolchimico alla Cagliari dei Bastioni, lungo la statale 131, passando magari per Macomer, quella delle caserme e di alcune piccole star televisive. Sassari tra segreti e clamori. L’incredibile Parco delle Prigionette. Le dolcezze di Bosa e di Stintino. Arsura di Gallura. I Collage che sono di Olbia. Le isole dell’isola: dall’Asinara del carcere speciale e degli asinelli albini alla Caprera di Garibaldi. Oristano la città-salotto e Nuoro, più Giacometti che Deledda, che dell’isola è la piccola Atene. La Barbagia e il mito identitario. La Siligo di Gavino Ledda, la Ghilarza di Gramsci e la Villacidro di Dessì. E Alghero forever. La Sardegna che questo viaggio ci restituisce non l’aveva raccontata mai nessuno, tra grand tour e autoironica autobiografia, nei modi d’una scrittura disinvolta e camaleontica, tra il comico e il lirico. Anche perché Massimo Onofri ha letto tutti i libri, e non solo di viaggio: sottoponendo al vaglio di una critica spietata e allegra tutti i luoghi comuni che hanno poi prodotto tanta cattiva letteratura, autoctona e no, a uso e consumo d’un turista in cerca di brividi esotici e primitivi. Ma la Sardegna, osservata con occhi veri e onesti, è anche la grande occasione per una resa dei conti, commossa e ilare, col proprio stilnovismo patologico.

Massimo Onofri insegna Letteratura italiana contemporanea all’Università di Sassari. Collabora con «Avvenire», «Il Sole-24 Ore», «L’Indice dei Libri del Mese», «Nuovi Argomenti». Ha pubblicato, tra l’altro, Storia di Sciascia (1994-2004), La ragione in contumacia. La critica militante ai tempi del fondamentalismo (2007, Premio Brancati per la saggistica), Recensire. Istruzioni per l’uso (2008). Il suicidio del socialismo. Inchiesta su Pellizza da Volpedo (2009), L’epopea infranta. Retorica e antiretorica per Garibaldi (2011, Premio De Sanctis per l’Unità d’Italia). Vive a Viterbo, quando non è in Sardegna.

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trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia: Federico Marin

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La colonna sonora della puntata è composta dai seguenti brani musicali: “Jesus Christ Superstar” di Andrew Lloyd Webber e Tim Rice; “Disamparados” dei Tazenda; “Non Potho Reposaredei Tazenda (con Bianca Atzei)


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Letteratitudine in Fm va in onda su Radio Hinterland il mercoledì mattina (h. 9 circa), con una serie di repliche nei giorni successivi. Per dettagli, consulta il palinsesto della radio.

Puoi ascoltare Radio Hinterland in Fm su 94.600 nelle province di Milano e Pavia, oppure in streaming via Internet cliccando qui.

È possibile ascoltare le puntate precedenti, cliccando qui.

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CLARA SERENI ospite di “Letteratitudine in Fm” di mercoledì 22 aprile 2015 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2015/04/22/in-radio-con-clara-sereni/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2015/04/22/in-radio-con-clara-sereni/#comments Wed, 22 Apr 2015 16:00:36 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=6756 CLARA SERENI ospite di “Letteratitudine in Fm” di mercoledì 22 aprile 2015 – h. 9:10 circa (e in replica nei seguenti 4 appuntamenti: venerdì alle h. 06:00 e alle h. 13:00, domenica alle h. 06:00, martedì alle h. 00:30)

clara-sereni

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È stata Clara Sereni l’ospite della puntata di “Letteratitudine in Fm” di mercoledì 22 aprile 2015.

Con Clara Sereni abbiamo discusso del suo nuovo libro “Via Ripetta 155″ (Giunti) e delle tematiche in esso trattato (e, in particolare, del periodo incentrato fra il 1968 e il 1977).

Nella seconda parte della puntata abbiamo proposto, tra l’altro, un brano musicale composto e cantato dalla stessa Clara Sereni.

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VIA RIPETTA 155 (Giunti) – di Clara Sereni
Via Ripetta: una delle strade più centrali di Roma, in quello che è una sorta di triangolo d’oro fra piazza del Popolo, piazza Navona e il Pantheon. Tutto chiaro? No, perché il 155 si trova nel piccolo tratto dopo l’Ara Pacis che tutti pensano appartenga già a via della Scrofa: bisogna spiegarlo bene perfino a chi guida il taxi, se è proprio lì che si vuole andare.
Un tratto fuori fuoco nello stradario, e quella che si racconta qui è la storia fuori fuoco degli anni fra il ’68 e il ’77, cominciati all’insegna dell’utopia libertaria – compresa l’idea che per la libertà valesse la pena di stare a pancia vuota e di vivere alla meglio in case che cadevano a pezzi – e sfociati nel terrorismo prima, e poi nel riflusso del disimpegno, dei manager rampanti. Per i non rassegnati, restava solo il tentativo di portare dentro i gruppi amicali, e qualche volta dentro una famiglia che si pensava “nuova”, la gran massa di elaborazione ideale che via via si era andata producendo.
Una storia vista con lo sguardo sghembo di chi ha vissuto da vicino molte cose senza mai esserne del tutto al centro, e dunque con la possibilità di testimoniare – dolorosamente – una memoria non ingabbiata. Ricordi in prima persona di anni raccontati fin qui poco: perché il terrorismo non fu – come molti ritengono – la conclusione logica di quanto il Sessantotto aveva seminato, ma fu invece la sanzione drammatica della sconfitta di molte speranze, un lutto pungente per chi aveva creduto e si era speso per farle germinare.

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Clara Sereni è nata a Roma nel 1946 e vive a Perugia. È una delle più importanti scrittrici italiane contemporanee. Da anni impegnata nel mondo del volontariato, è stata per oltre un decennio presidente della Fondazione “La Città del Sole” – Onlus, che costruisce progetti di vita per persone con disabilità psichica e mentale. Ha pubblicato: Sigma Epsilon (1974), Casalinghitudine (1987), Manicomio primavera (1989), Il gioco dei regni (1993), Eppure (1995), Taccuino di un’ultimista (1998), Passami il sale (2002), Le Merendanze (2004), Il lupo mercante (2007) e Una storia chiusa (2012). Ha curato anche le raccolte di testimonianze intorno al tema della disabilità e della diversità: Mi riguarda (1994), Si può! (1996) e Amore caro (2009). Dirige per l’editore Ali&no la collana “le farfalle”.

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trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia: Federico Marin

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La colonna sonora della puntata è composta dai seguenti brani musicali: “Hey Jude!” dei Beatles; Vorrei dirtelo tutto d’un fiato” di Clara Sereni; “Napule è” di Pino Daniele

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Letteratitudine in Fm va in onda su Radio Hinterland il mercoledì mattina (h. 9 circa), con una serie di repliche nei giorni successivi. Per dettagli, consulta il palinsesto della radio.

Puoi ascoltare Radio Hinterland in Fm su 94.600 nelle province di Milano e Pavia, oppure in streaming via Internet cliccando qui.

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CARMEN PELLEGRINO ospite di “Letteratitudine in Fm” di mercoledì 18 febbraio 2015 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2015/02/18/in-radio-con-carmen-pellegrino/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2015/02/18/in-radio-con-carmen-pellegrino/#comments Wed, 18 Feb 2015 15:00:13 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=6685 carmen-pellegrinoCARMEN PELLEGRINO ospite di “Letteratitudine in Fm” di mercoledì 18 febbraio 2015 – h. 9 circa (e in replica nei seguenti 4 appuntamenti: venerdì alle h. 06:00 e alle h. 13:00, domenica alle h. 06:00, martedì alle h. 00:30)

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È Carmen Pellegrino l’ospite della puntata di “Letteratitudine in Fm” di mercoledì 18 febbraio 2015.
Con Carmen discutiamo del suo romanzo d’esordio intitolato “Cade la terra” (Giunti), approfondendo la conoscenza della storia, dei personaggi, delle tematiche affrontate.
Discutiamo anche di “abbandonologia”…
Nella seconda parte della puntata Carmen Pellegrino legge un paio di pagine del romanzo.

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Cade la terra” (Giunti) di Carmen Pellegrino

Copertina Cade la terra Alento è un borgo abbandonato che sembra rincorrere l’oblio, e che non vede l’ora di scomparire.
Il paesaggio d’intorno frana ma, soprattutto, franano le anime dei fantasmi corporali che Estella, la protagonista di questo intenso e struggente romanzo, cerca di tenere in vita con disperato accudimento, realizzando la più difficile delle utopie: far coincidere la follia con la morale.
Voci, dialoghi, storie di un mondo chiuso dove la ricchezza e la miseria sono impastate con la stessa terra nera. Capricci, ferocie, crudeltà, memorie e colpe di un paese di “nati morti” che si tormenta nella sua più greve contraddizione: voler essere strappato alla terra pur essendone il frutto.
Cade la terra è un romanzo che acceca con la sua limpida luce gli occhi assonnati dei morti: sembra la luce del tribunale della storia, ma è soltanto il pietoso tentativo di curare le ferite di un mondo di “vinti”, anime solitarie a cui non si riesce a dire addio perché la letteratura, per Carmen Pellegrino, coincide con la loro stessa lingua nutrita di “cibi grossolani”. Seppellirli per sempre significherebbe rimanere muti.
Ma c’è orgoglio e dignità in queste voci, soprattutto femminili. Tornano in mente le migliori pagine di Mario La Cava, Corrado Alvaro e Silvio D’Arzo: prose appenniniche petrose ed evocative, come di pianto riscacciato in gola, la presa d’atto dell’impossibilità d’ogni epica.
Cade la terra è tassello romanzesco importante della grande letteratura meridionale novecentesca. Che venga pubblicato ora, in altro secolo, è solo la dimostrazione che gli orologi non sempre indicano l’ora esatta.

(Andrea Di Consoli)

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trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia: Federico Marin

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Letteratitudine in Fm va in onda su Radio Hinterland il mercoledì mattina (h. 9 circa), con una serie di repliche nei giorni successivi. Per dettagli, consulta il palinsesto della radio.

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SIMONA SPARACO ospite di “Letteratitudine in Fm” di mercoledì 28 gennaio 2015 (Se chiudo gli occhi) http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2015/01/28/in-radio-con-simona-sparaco/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2015/01/28/in-radio-con-simona-sparaco/#comments Wed, 28 Jan 2015 06:00:28 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=6665 se-chiudo-gli-occhi-simona-sparacoSIMONA SPARACO ospite di “Letteratitudine in Fm” di mercoledì 28 gennaio 2015 – h. 9 circa (e in replica nei seguenti 4 appuntamenti: venerdì alle h. 06:00 e alle h. 13:00, domenica alle h. 06:00, martedì alle h. 00:30)

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Protagonista di questa puntata, il nuovo romanzo di Simona Sparaco: “Se chiudo gli occhi” (Giunti)

Con Simona Sparaco discutiamo del romanzo e delle tematiche da esso trattate.

Nella seconda parte della puntata l’autrice legge un brano del libro.

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Copertina Se chiudo gli occhiViola nella vita ha imparato molto bene una cosa: a nascondersi. I vestiti di una taglia troppo grande, un impiego ben lontano dalle sue passioni di bambina, quando inventava storie e le appuntava su fogli di carta, un bravo ragazzo come marito, con cui però, forse, l’amore non c’è mai stato. Poi un giorno, mentre sta sviluppando alcune fotografie nel negozio in cui lavora, si fa largo tra la folla del centro commerciale un uomo alto e dinoccolato, ancora bello nonostante l’età: è suo padre, l’artista famoso, l’irregolare, l’eterno bambino. È tornato, è venuto a cercarla per proporle un viaggio nella loro terra d’origine e per dirle qualcosa di molto importante. Ma come fidarsi un’altra volta dell’uomo
che l’ha abbandonata? Come credere di nuovo a una delle sue funamboliche storie? La tentazione però è troppo forte e Viola accetta. Mentre un paesaggio innevato scorre oltre il finestrino, l’inaspettata sincerità di quell’uomo disarmato inizia a far breccia nelle difese di Viola e quando insieme arrivano alle pendici dei Sibillini, dove è custodito un antico segreto, una nuova forza la travolgerà: la forza dell’amore, che Viola non ha mai conosciuto, della verità, del perdono, di un luogo che la chiama a sé con la sua luce misteriosa e avvolgente. È un viaggio davvero magico se il prezzo della felicità è abbandonarsi con gli occhi chiusi al potere della vita che è pronto ad accoglierci.

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Simona Sparaco, scrittrice e sceneggiatrice, è nata a Roma. Dopo aver preso una laurea inglese in Scienze della Comunicazione, spinta dalla passione per la letteratura, è tornata in Italia e si è iscritta alla facoltà di Lettere, indirizzo Spettacolo. Ha poi frequentato diversi corsi di scrittura creativa, tra cui il master della scuola Holden di Torino. Nel 2009 ha pubblicato il romanzo Lovebook e, nel 2010, Bastardi senza amore, tradotto anche in lingua inglese. Nel 2013 è uscito per Giunti Nessuno sa di noi, un istantaneo bestseller del passaparola, ristampato in 15 edizioni, vincitore del Premio Roma e finalista al Premio Strega. Vive tra Roma e Singapore.

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trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia: Federico Marin

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Letteratitudine in Fm va in onda su Radio Hinterland il mercoledì mattina (h. 9 circa), con una serie di repliche nei giorni successivi. Per dettagli, consulta il palinsesto della radio.

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GRAZIA VERASANI ospite di “Letteratitudine in Fm” di mercoledì 29 ottobre 2014 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2014/10/28/in-radio-con-grazia-verasani/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2014/10/28/in-radio-con-grazia-verasani/#comments Tue, 28 Oct 2014 20:00:50 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=6554 GRAZIA VERASANI ospite di “Letteratitudine in Fm” di mercoledì 29 ottobre 2014 – h. 9 circa (e in replica nei seguenti 4 appuntamenti: venerdì alle h. 06:00 e alle h. 13:00, domenica alle h. 06:00, martedì alle h. 00:30)

grazia-verasani

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È Grazia Verasani l’ospite della puntata di “Letteratitudine in Fm” di mercoledì 29 ottobre 2014.

Con Grazia Verasani discutiamo del suo nuovo romanzo “Mare d’inverno” (Giunti). Nella seconda parte della puntata, l’autrice legge una pagina del suo libro…

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Tre donne di oggi, in un’età di bilanci fatti con coraggio e ironia, battute caustiche, dialoghi divertenti e avvelenati, emozioni messe a nudo, verità che non si nascondono.

Copertina Mare d'invernoMare d’inverno è un romanzo sull’amicizia tra donne, un Grande Freddo al femminile con un’ironia “alla Almodóvar”. La voce narrante è quella di Agnese, che fa l’insegnante, con un matrimonio arrugginito e una figlia diciottenne. Poi ci sono Vera, giornalista di successo, e Carmen, attrice prestata al doppiaggio. Sono vicine ai cinquanta e sono amiche dai tempi dell’università. Adesso si ritrovano a passare insieme, in una villetta della riviera romagnola, i giorni che precedono il Capodanno. La scusa è quella di consolare Carmen che si è rifugiata lì per riflettere sulla sua ennesima sconfitta sentimentale. In quel posto
semideserto, freddo, desolato, tra alberghi chiusi e il mare d’inverno della canzone di Ruggeri, le tre donne rinsaldano la loro amicizia, con liti passeggere, ricordi che affiorano, confidenze, rimpianti, amori che non si dimenticano. Ma soprattutto ridono, o imparano a farlo, in un’età in cui la giovinezza sembra già alle spalle. Vera, pur essendosi pienamente realizzata nel lavoro, non è felice, come non lo è Carmen, che ha sempre messo l’amore al primo posto, e Agnese dovrà decidere cosa fare del proprio matrimonio. Una breve vacanza in cui conosceranno qualcosa in più di loro stesse, e avranno anche l’occasione di incontrare uomini che scontano lo stesso malinconico “fuori stagione”. E insieme, forse, troveranno la forza di andare avanti più consapevolmente, senza paura della solitudine.

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Grazia Verasani (Bologna, 1964) ha pubblicato numerosi romanzi tra cui Quo vadis, baby?, dal quale Gabriele Salvatores ha girato l’omonimo film nel 2005 e prodotto la
serie tv Sky diretta da Guido Chiesa, e i noir Velocemente da nessuna parte, Di tutti e di nessuno e Cosa sai della notte, con protagonista l’investigatrice privata Giorgia Cantini. È anche musicista e sceneggiatrice, ha collaborato con riviste e quotidiani e pubblicato racconti su varie antologie. Ha scritto opere teatrali come From Medea-Maternity Blues, rappresentata sia in Italia che all’estero, diventata un film pluripremiato per la regia di Fabrizio Cattani. E il monologo Vincerò sulla vita e la carriera di Luciano Pavarotti, interpretato tra gli altri da Michele Placido. I suoi romanzi sono tradotti in vari paesi tra cui Francia, Germania, Russia. Nel 2013 è uscita la raccolta di racconti musicali Accordi minori.
Il suo sito è www.graziaverasani.it.

In Fm e in streaming su Radio Hinterland

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trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia: Federico Marin

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Letteratitudine in Fm va in onda su Radio Hinterland il mercoledì mattina (h. 9 circa). Per dettagli, consulta il palinsesto della radio.

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È online la puntata con MASSIMILIANO GOVERNI, ospite di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 13 dicembre 2013 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2013/12/13/in-radio-con-massimiliano-governi/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2013/12/13/in-radio-con-massimiliano-governi/#comments Fri, 13 Dec 2013 15:00:31 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=5714 massimiliano-governiÈ online la puntata con MASSIMILIANO GOVERNI, ospite di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 13 dicembre 2013

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Massimiliano Governi è stato l’ospite della puntata di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 13 dicembre 2013.
Con Massimiliano Governi abbiamo discusso del suo nuovo nuovo romanzo “Come vivevano i felici” (Giunti, 2013) e delle tematiche da esso trattate.

Nella seconda parte della puntata l’autore ha letto qualche pagina del romanzo.

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Letteratitudine in Fm va in onda su Radio Hinterland il venerdì mattina (h.13 circa) e – in replica – il martedì sera (h. 20,30) e il mercoledì mattina (h. 11,00). Per dettagli, consulta il palinsesto della radio.

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È online la puntata con VIOLA DI GRADO e SIMONA SPARACO, ospiti di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 26 aprile 2013 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2013/04/28/in-radio-con-viola-di-grado-e-simona-sparaco/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2013/04/28/in-radio-con-viola-di-grado-e-simona-sparaco/#comments Sun, 28 Apr 2013 07:25:04 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=5165 viola-di-grado-simona-sparacoÈ online la puntata con VIOLA DI GRADO e SIMONA SPARACO, ospiti di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 26 aprile 2013

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Ospiti della puntata di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 26 aprile 2013 sono state le scrittrici VIOLA DI GRADO e SIMONA SPARACO, autrici rispettivamente dei romanzi “Cuore cavo” (edizioni e/o) e “Nessuno sa di noi” (Giunti). Due romanzi accomunati da tematiche che attraversano la vita e la morte: quello della Di Grado è incentrato sul tema del suicidio, quello della Sparaco (tra i 12 selezionati per l’edizione 2013 del Premio Strega) affronta il tema della interruzione di gravidanza.

Su LetteratitudineNews, il 1° capitolo di “Cuore Cavo” e uno stralcio di “Nessuno sa di noi“.

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Letteratitudine in Fm va in onda su Radio Hinterland il venerdì mattina (h.13 circa) e – in replica – il martedì sera (h. 20,30) e il mercoledì mattina (h. 11,00). Per dettagli, consulta il palinsesto della radio.

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METTERE IN PIEGA UNA STORIA. “I racconti del parrucchiere” di Elvira Seminara http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/04/mettere-in-piega-una-storia/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/04/mettere-in-piega-una-storia/#comments Thu, 04 Jun 2009 08:10:46 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/06/04/mettere-in-piega-una-storia/ Che caratteristiche deve avere un racconto breve per “funzionare”?
L’incipit di questo post coincide con una domanda (ovviamente vi invito a rispondere). Lo spunto per la discussione ce lo offre la nuova opera narrativa di Elvira Seminara: “I racconti del parrucchiere” (Gaffi, 2009). [Peraltro siete tutti invitati alla libreria Giunti, di Piazza Duomo, a Catania (giorno 5, intorno alle h. 18,30) dove la stessa Elvira, insieme al sottoscritto e a Luigi La Rosa offrirà una sorta di workshop sul racconto presentando - contestualmente -"I racconti del parrucchiere"].

In questi racconti l’autrice dimostra di essere eclettica: la scrittura e lo stile si trasmutano da racconto in racconto – da voce in voce – mantenendo una qualità narrativa molto elevata e mettendo in scena un campionario umano completo, complesso e perfetto nella sua differenziazione.
C’è una sciampista dotata di poteri arcani di cui non era consapevole e che le consentono di carpire i pensieri delle clienti ogni volta che, per fare lo shampoo, tocca con le sue dita l’altrui cuoio capelluto. C’è un’extra comunitaria che decide di farsi bionda e che immola la lunga e nera treccia – curata per anni sotto il burqa – sull’altare dell’integrazione in un mondo che è diversissimo da quello d’origine (il taglio della treccia può essere visto come metafora della recisione delle proprie radici). C’è un poeta transessuale che decide di tagliarsi i capelli e di cambiarne la tinta: (E poi perché ci chiamano trans? Vuol dire attraverso, l’ho cercato sul dizionario. Attraverso cosa, la materia e lo spirito, gli ormoni e il silicone? E allora perché non chiamarci mutanti, sconfinanti, o che ne so. Vivere sul bordo, sulla linea, sul margine, vivere in punta di piedi facendo un fracasso del diavolo. In modo furtivo e smaccato). C’è il marito che si apposta poco fuori la bottega del parrucchiere per fare una sorpresa alla moglie. C’è la figlia di un detenuto che scrive la propria storia per inviarla a una rivista (qui lo stile e la scrittura della Seminara si trasfigurano per uniformarsi a quello del personaggio a cui si presta la voce… in questo caso la penna, caratterizzata dalla punteggiatura un po’ bizzarra). C’è una donna che una mattina si risveglia con gli occhi di colore viola e che vive, con leggerezza, una sorta di provvisorio risveglio kafkiano (la donna asseconderà il cambiamento tagliando i capelli cortissimi e tingendoli di rosso; ma la mattina dopo gli occhi torneranno a essere castani). C’è una giovane suora, dalla fervida immaginazione, che – prima di entrare in convento – decide di passare dal parrucchiere: (Ho capelli castani lunghi, né belli né brutti. Ma per ficcarli tutti sotto il velo, e tenere la testa pulita senza perdere tempo e fantasia, devo per forza tagliarli).
C’è il racconto struggente di un padre separato che, in compagnia del figlio (che non riesce più a vedere ogni giorno come vorrebbe), attende in macchina l’ex moglie che sta per uscire dalla bottega del parrucchiere.
E c’è altro. Molto altro. Perché i capelli hanno anche un forte valore simbolico e, in fondo, esprimono noi stessi. La nostra personalità, la nostra cultura, le nostre origini. E attorno ai capelli e al parrucchiere si accavallano e si alternano storie, caratteri, esistenze, destini. Voci che si mischiano e confluiscono fino a formare un unico particolarissimo coro.
Di seguito potrete leggere la recensione di Sabina Corsaro, direttore editoriale del magazine Lo Schiaffo (chiedo a Sabina collaborazione per animare e moderare il post relativamente ai racconti di Elvira).
Invito Luigi La Rosa ad aiutarmi per portare avanti la discussione sui racconti in generale.
Naturalmente interverrà anche l’autrice della raccolta.

In coda al post potrete leggere una storia tratta da “I racconti del parrucchiere”. L’ho scelta perché è una delle più dolenti… e anche perché proverò a “interpretarla” alla libreria Giunti (Piazza Duomo, Catania) giorno 5. Vi aspettiamo!

Dunque: discuteremo sia di questi racconti della Seminara che dell’arte del racconto in generale.
Vi ri-formulo la domanda: Che caratteristiche deve avere un racconto breve per “funzionare”?
E aggiungo questa (in tema): che rapporto avete con i vostri capelli?
A voi!
Massimo Maugeri

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I racconti del parrucchiere di Elvira Seminara (Gaffi)
recensione di Sabina Corsaro

Cosa mai avranno in comune un libro di racconti sui capelli e la pittura di Edward Hopper? Al primo impatto nulla. Eppure dei riferimenti esistono.
Elvira Seminara (che aveva già catturato lo scorso anno l’attenzione del lettore e della critica con L’indecenza, edito dalla Mondadori), ci propone una serie di racconti accomunati dall’unica tematica rappresentata dai capelli. I protagonisti di questi racconti sono legati da questo destino comune: il loro rapporto inevitabile con i loro capelli.
Ma perché Hopper?
Nei dipinti del pittore le figure umane sembrano più essere delle comparse, mentre i protagonisti reali sono gli spazi all’interno dei quali essi si muovono. Gli edifici lungo la strada, la ferrovia nelle zone di periferia, le stanze degli uffici in Hopper sono i soggetti concreti e voluti e le figure umane vi si trovano inserite quasi casualmente.
La prospettiva è il risultato di uno sguardo che si alterna tra spazi chiusi e aperti; tra interni ed esterni. Ma sono le finestre e le vetrate a rendere accessibile lo sguardo del pittore; uno sguardo estraneo, distaccato, da voyeur: spazi non resi nella loro interezza, ma mediante tagli, tesi a cogliere la gente comune nello svolgimento dei suoi atti quotidiani.
Allo stesso modo nei racconti di Elvira Seminara vengono descritti spazi chiusi (l’interno dell’auto, di una sala, di una stanza) e in modo ridondante tornano finestre, vetri, tende, come se i personaggi dei racconti vedessero sempre attraverso un filtro e come se questi personaggi venissero osservati dall’autrice negli interni dei loro appartamenti e colti, a loro insaputa, in quei loro atti meccanici.
Così vediamo muovere i personaggi in luoghi familiari, rappresentati ora dalla sala del parrucchiere, ora da una stanza d’appartamento, in ogni caso sempre alle prese con il loro rapporto conflittuale col tempo e la realtà. E’ proprio il tempo uno degli elementi più significativi: ne I racconti del parrucchiere esso si traduce in attesa, rimpianto, memoria, speranza, quasi mai in presente. Ed è questo a miscelarsi con uno spazio rappresentato anche dal paesaggio: l’incertezza dei personaggi si esplica attraverso l’incertezza meteorologica; in molti racconti c’è l’attesa della pioggia come liberazione da uno stato di ansia, di inquietudine ma anche come riflesso di una luce cupa ed evanescente che si cela nell’animo dei protagonisti.
Sono personaggi da cui trapela una dirompente solitudine: il trans, l’insegnante zitellona, il padre separato dal figlio e altri. I personaggi si sentono a disagio nei loro spazi abituali e cercano una via di fuga nel tempo: passato o futuro che sia.
Il rapporto del personaggio col tempo è spesso lacunoso, riflesso della frattura nei confronti della vita che sta fuori dallo spazio in cui è rinchiuso.
E’ presente per intero la concezione che Norbert Elias aveva del tempo: “Simbolo di una sintesi sociale appresa” e non quindi un dono della ragione innata. La protagonista di Diario, ad esempio, non è in grado di scandire in modo corretto il suo tempo perché non è più in grado di comunicare col mondo, avendo spezzato il filo di quell’apprendimento delle sintesi sociali. Ma ecco che viene in soccorso la scrittura, che diviene necessaria nel tentativo di una riconciliazione tra individuo e ritmo del mondo. La scrittura come terapia, cura: c’è per intero Zeno Cosini. Sia per lui che per la protagonista del racconto la scrittura-terapia è imposta dall’elemento dell’autorità (il medico), è una costrizione al pari di un medicinale somministrato.
Il personaggio quindi si riconosce nella figura di un paziente, di un malato.
Quello della malattia, si sa, è un tema ricorrente che abbraccia la letteratura di una buona parte del Novecento: da Saba (con la sua paura di essere uomo tra gli uomini) a Pirandello (con la sua consapevolezza della frammentarietà dell’identità); da Joyce (con i suoi flussi di coscienza come riflesso della psicanalisi che in quegli anni varcava nuovi confini dell’inconscio nell’uomo moderno) a Proust (con la sofferta accettazione della natura debole e peccatrice dell’animo umano). Fino a comprendere Svevo (con il suo pericolo di esser uomo) e il critico narratore Debenedetti (con l’aver compreso che l’identità non può essere definibile poiché nasce plastica).
La malattia quindi è un elemento che riveste la funzione di minimo comune denominatore tra i vari fattori tematici della letteratura e nell’autrice di questi racconti la descrizione della malattia resta fedele a quel contesto tradizionale da cui proviene.
La diversità è messa in primo piano, ma una diversità che tenta disperatamente di non tramutarsi in silenzio, in assenza di comunicazione e che invece pone la necessità del richiamo alla coppia di termini che ne deriva: scrittura-esistenza.
La protagonista di Diario per riappropriarsi del tempo del mondo annota le sue azioni, i suoi pensieri. C’è in lei il timore di perdere la cognizione di questo tempo e quindi di se stessa; c’è la paura più grande di non essere percepita.
La scrittura crea memoria e quindi colma un vuoto. L’assenza di memoria coincide con l’assenza di vita, di esistenza: IO SONO QUA. E’ racchiuso in questa frase della protagonista tutta l’essenza della scrittura, e quindi della Letteratura: letteratura come testimonianza dell’esistere; letteratura come conferma dell’esistere.:
“Ed ora che cosa sono io? Non colui che visse ma colui che descrissi! L’unica parte importante della vita è il raccoglimento. Quando tutti lo comprenderanno con la chiarezza ch’io ho tutti scriveranno. La vita sarà letteraturizzata… Ognuno leggerà se stesso” (Svevo, Il vegliardo).

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Tergicristallo

da “I racconti del parrucchiere” di Elvira Seminara

Tic tac. Tic tac. Guarda come piove. Ascoltami, ti prego, conviene restare qui, non scendere dalla macchina.
Restiamo così, a guardare il mondo che s’inzuppa e sbriciola come un biscotto.
Vieni qui, vicino a me.
Attento al freno a mano, ti sei fatto male? Facciamo finta che è una magia: noi siamo nascosti, nel buio, e nessun pirata ci può trovare, perché ci sono le tende sui vetri, è la pioggia che le ricama.
Questa è una nave fantasma, e nessuno ci può vedere.
No, che non è notte, è pomeriggio. In autunno è così, fa buio talmente presto. Non te lo ricordi più?
Se vuoi ti racconto una storia. C’è tutto il tempo, davvero, credi a papà. Non lo sai che quando piove l’orologio s’incanta? E anche le stelle, guarda là. Non si muovono da lì, dietro quel campanile. Io ne ho contate sette, e tu?
Ho capito, a te i numeri non vanno giù.
Non piagnucolare, ti prego. Mezz’ora è tantissima per stare insieme quando piove. Tic tac, se lo guardi, il tergicristallo è un dito gigante che fa sì e no, è un piccolo corvo che impara a volare.
Senti, una volta è successo così. C’era un bambino come te che piangeva perché il suo palloncino era volato in cielo, e piangeva dal suo balcone, tutto solo, guardando il sole che se ne stava per i fatti suoi.
Nessuno lo consolava e le sue lacrime cadevano sotto, sulla biancheria stesa nei fili, e sulle macchine per strada.
Quante lacrime! Il bambino non riusciva a smettere, e in poco tempo la strada divenne un lago. Fu così che tutta la gente accese in macchina i tergicristalli, e tutti i finestrini all’improvviso si misero a fare tic tac sotto il sole, e il bimbo si divertì tanto a quello spettacolo che rimase imbambolato a guardare, senza pensare più al suo pallone. E non è finita. Il sole, guardando quella scena buffa, cominciò a ridere a crepapelle, e sbuffando sbuffando spinse giù il pallone, che volteggiando ritornò a casa dal bambino.
E adesso che fai, non parli più? Certo che te lo compro un palloncino, la prossima volta.
Tic e tac, splish e splash. Contiamo insieme i rintocchi, anzi giochiamo alla tabellina del tre. L’hai ripassata, questa settimana?
Ok, cambiamo gioco. Guarda l’acqua che si rotola laggiù sotto la grondaia, è la luna che fa le bolle di sapone.
Abbiamo ancora più di venti minuti, ma tu non chiedermelo più. Ti prego, non tirare fuori le lacrime, stavolta non si può fare quella magia del balcone, perché piove già.
E poi ci sono io con te. Guarda quel lampione, non sembra muoversi nel buio? Forse c’è una lucciola imprigionata nel raggio, che spinge su e giù per liberarsi. E il coperchio del cassonetto fa bum, perché la pioggia lo picchia e rimbalza, insomma. È una grande battaglia navale, e noi restiamo invisibili, al sicuro.
Tic e tac, tu apri gli occhi e li chiudi. Sei stanco, hai ragione, è una giornata che siamo in giro. Ma allo zoo è stato bello, ricordi l’elefante che faceva la pipì…
Anch’io sono stanco, anche la pioggia dev’essere stanca, scende furiosa da un’ora.
Ecco, adesso ti vedo meglio, avevo gli occhiali appannati, hai ragione, anche gli occhiali dovrebbero avere i tergicristalli, ma guarda che non sto mica piangendo, i papà non piangono mai.
Apri quel cassetto, ci sono delle caramelle alla menta.
Certo che puoi portarle a casa, sono per te.
Adesso sono nove, guarda. Come “che cosa?” Le stelle.
Tic e tac, splish e splash, ti metto una musica che ti piacerà. Lo senti, questo è il flauto… Sei andato martedì
scorso a lezione?
Tic e tac, un sabato sì e uno no. Non sono io che decido, lo sai, ma l’avvocato. Domenica sì o domenica no.
Tic tac, il cuore che batte o la pioggia sui vetri.
Tic tac. Apri gli occhi e li chiudi, ti sei addormentato.
Abbiamo ancora quindici minuti per farci cullare da questa pioggia, ora spengo il tergicristallo, così potremo
naufragare. Dormi qui, sulla mia spalla, così.
Dieci minuti.
Cinque.
Tre.
Devo farlo per forza. È così. Io ti devo svegliare.
Andiamo. Sei un poco sudato, dove è finita la sciarpa.
Forza, su, in piedi. La mamma avrà già finito col suo parrucchiere, è lì che ti aspetta, dietro quell’insegna azzurra, quella illuminata, non te la ricordi più?
Certo che ti accompagno io, adesso attraversiamo insieme, ma tu devi fare un salto se no ti bagni tutti i piedi.
Un balzo e abbandoni la nave, così.
Un attimo, vieni qui che ti abbottono. Le hai prese le caramelle? Guarda che domenica prossima ti verrò a prendere prima, devi svegliarti presto, andremo al lago.
E ci sarà il sole, te lo prometto. Ma non dimenticare il cannocchiale.
Hai visto, ha smesso di piovere. Attento a quella pozzanghera.
Bravo.
Ok, adesso guardami negli occhi.
Ciao capitano. Buona notte.

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