LETTERATITUDINE di Massimo Maugeri » il narratore http://letteratitudine.blog.kataweb.it Un open-blog. un luogo d\'incontro virtuale tra scrittori, lettori, librai, critici, giornalisti e operatori culturali Sat, 11 Dec 2021 09:58:57 +0000 http://wordpress.org/?v=2.9.2 en hourly 1 OMAGGIO A LEONARDO SCIASCIA (e al crollo del Muro di Berlino) http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/11/18/muro-e-sciascia/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2019/11/18/muro-e-sciascia/#comments Mon, 18 Nov 2019 15:57:11 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1304 30 ANNI SENZA MURO, 30 ANNI SENZA SCIASCIA

muro-e-sciascia

Nel novembre del 2009 pubblicai il post che potete leggere di seguito, unendo due ricorrenze molto importanti.

La prima (come scrissi nel post in questione) riguardava un evento epocale, uno dei più importanti della storia recente: il crollo del Muro di Berlino, avvenuto il 9 novembre del 1989 (la ricorrenza del trentennale è stata celebrata qualche giorno fa).

La seconda segnava l’anniversario della morte di un grande della nostra letteratura, che si celebrerà tra un paio di giorni: Leonardo Sciascia (scomparso il 20 novembre del 1989).

Vi ripropongo il post in questione.

Massimo Maugeri

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sciascia-muro-berlino1Ci voglio provare. Voglio provare a unire due ricorrenze che si incrociano in questo mese di novembre dell’anno 2009.
La prima riguarda un evento epocale, uno dei più importanti della storia recente: il crollo del Muro di Berlino (avvenuto il 9 novembre di vent’anni fa).
La seconda segna il ventennale della morte di un grande della nostra letteratura: Leonardo Sciascia (scomparso il 20 novembre del 1989).
Due eventi collegati dal decorso di due decadi, ma non solo (in un modo o nell’altro, sia Sciascia, sia la caduta di quel muro, hanno contribuito all’abbattimento di barriere).

Sciascia morì undici giorni dopo la caduta del muro di Berlino. Mi chiedo se ebbe il tempo (e la possibilità) di ragionare con il dovuto grado di analisi sulla portata storica dell’evento. Un evento che riunificava una città (Berlino), una nazione (la Germania), un continente (l’Europa) segnati da una piaga profonda e dolorosa.
Un evento che avrebbe rivoluzionato gli equilibri geopolitici del pianeta.
Vi domando…
Che effetto vi fa, oggi, ripensare alla caduta del Muro di Berlino?
Cosa pensaste – e provaste – quel giorno?
Le speranze che ne conseguirono, fino a che punto si sono tramutate in realtà? Quali, tra queste speranze, sono rimaste disattese?


Di seguito, alcuni video… (vi invito a riportate citazioni e contributi di qualunque tipo su questo evento). Nel corso della discussione ne approfitterò anche per presentarvi un doppio sogno che lega Europa e Letteratura…

E poi vi invito a ricordare Leonardo Sciascia (riportate pure citazioni e contributi a lui dedicati).

Anche in questo caso vi (pro)pongo alcune domande…

Qual è, a vostro avviso, l’eredità principale che ha lasciato Sciascia?

Tra le sue opere, qual è quella che preferite?

E quella che – a prescindere dalle preferenze personali – considerate la più importante?

Quale libro di Sciascia proporreste a un/a ragazzo/a che non lo ha mai letto?

Tra i video disponibili ho scelto questo (sul “rapporto tra democrazia e assolutismi”;  in coda al post ne troverete un altro su “la Sicilia come metafora”).

Di seguito segnalerò alcune pubblicazioni, in tema con questo post… tra cui il volume “Sciascia e la cultura spagnola” (Edizioni La Cantinella) di Estela Gonzàlez de Sande – di seguito recensito da Laura Marullo – e l’audiolibro di “A ciascuno il suo” (Il Narratore audiolibri) di Leonardo Sciascia. Ma è possibile che questa sezione verrà aggiornata nel corso della settimana. Non è esclusa, inoltre, la partecipazione di ospiti speciali.
Massimo Maugeri

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«Leonardo Sciascia e la cultura spagnola» di Estela González De Sande
Hispanidad ovvero sicilitudine

di Laura Marullo

sciascia-e-letteratura-spagnola“Avevo la Spagna nel cuore” scriveva Leonardo Sciascia confessando, con inconsueto slancio emotivo, una bruciante passione per quel luogo dell’anima e “morada de la vida”, in cui “hispanidad” fa rima con “sicilitudine”, considerato non a caso rifrazione speculare della Sicilia, poiché “se la Spagna è, come qualcuno ha detto, più che una nazione un modo di essere, è un modo di essere anche la Sicilia; e il più vicino che si possa immaginare al modo di essere spagnolo”. L’amore di Sciascia per la Spagna è oggetto dell’interessante volume di Estela González De Sande, “Leonardo Sciascia e la cultura spagnola”, edito da la Cantinella con introduzione di Sarah Zappulla Muscarà e fotografie di Giuseppe Leone (pp. 240), che registra puntualmente gli innumerevoli segni di un sentimento che si colora di svariate sfumature, trascorrendo dalla “fraternità” intellettuale alla passione civile alla denuncia del dolore umano, cementato da esperienze storiche e letterarie di cui è traccia nell’affollato citazionismo di un autore che ha fatto del “riscrivere” la sua cifra poetica.
Seppure meno nota rispetto alla discendenza francese, l’influenza della cultura spagnola è parimenti fondamentale nella formazione umana e intellettuale di Sciascia, offrendogli più efficaci strumenti per quella ricerca della “verità” costantemente al centro del suo impegno di uomo e di scrittore. Lo documenta l’analisi comparativa di Estela González De Sande, Docente di Lingua e Letteratura Italiane nell’Università di Oviedo (Spagna) che a Sciascia ha dedicato importanti contributi, avviando una ricognizione capillare dell’opera del racalmutese di cui rubrica il dialogo ininterrotto con una cultura consustanziale a quella siciliana che risuona degli echi di antiche affinità elettive.
Suddiviso in due parti, la prima dedicata alla conoscenza della storia, della lingua, delle tradizioni, dell’arte spagnole e la seconda rivolta all’individuazione della pervasiva presenza della letteratura spagnola nella produzione dello scrittore siciliano, l’itinerario critico della studiosa getta fasci di luce su questioni cruciali dell’esegesi sciasciana, dimostrando come la specola ispanica nutra istanze letterarie, ideologiche, morali che l’autore sottopone a verifica proprio nell’approcciarsi alla Spagna, modello gnoseologico, mitico, interpretativo, cui rivolgerà sempre un culto devoto.
È infatti dall’Inquisizione come dalla guerra di Spagna che scaturisce il suo atto d’accusa nei confronti dell’impostura della storia, mentre la lezione dei grandi classici ne sostanzia il disincantato raziocinare: Cervantes col suo “libro unico” che dà “la gioia delle illusioni”, Ortega y Gasset da cui apprende la “capacità di spiegare tutto, di chiarire”, Castro riconosciuto “tra i pochi e i buoni maestri che ho avuto”, Azaña di cui ammira “ragione e diritto nella lotta”. E ancora, fra i numerosi altri, Unamuno e il suo razionalismo angosciato, la “splendida pleiade della generazione del ‘27″, e infine Borges, “lo scrittore più significativo del nostro tempo, delle nostre vertigini”, e l’amico Montalbán.
Uno “straordinario viaggio di conoscenza”, per usare la felice immagine di Sarah Zappulla Muscarà che sottolinea come la scoperta della Spagna, “corteggiata con lucida passione dall’innamorato Sciascia”, faccia prevalere, “come un primo amore intenso e disperato”, una componente emozionale tenacemente controllata dalla vigile attività censoria della controparte illumista.
Entelechia di una appassionata storia d’amore, le splendide immagini di Giuseppe Leone, l’amico fotografo che ha accompagnato Sciascia nel suo viaggio in terra iberica del 1984, restituiscono, nella duplice identità documentaria e narrativa, la singolare esperienza viatoria del partire per restare, per meglio conoscere, attraverso la Spagna, la Sicilia.
Laura Marullo
Da LA SICILIA del 7 giugno 2009

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Leonardo Sciascia – A ciascuno il suo
Audiolibro
Voce narrante: Massimo Malucelli
Durata: 4h 19’
Prezzo CDMP3: 19.99 €

aciascunoilsuo_cdowIn occasione del ventesimo anniversario della morte del grande scrittore e intellettuale siciliano, il Narratore propone in audiolibro (lettura di Massimo Malucelli) uno dei romanzi più conosciuti e apprezzati di Leonardo Sciascia. Pubblicato nel 1966, A ciascuno il suo traccia, attraverso l’indagine di un tranquillo uomo qualunque su un duplice omicidio apparentemente inspiegabile, il profilo di una mafia che ha ormai intriso l’intero sistema di potere, non soltanto la politica e l’economia siciliane, ma la stessa amministrazione centrale, i partiti politici e la burocrazia romana. Sullo sfondo, l’analisi minuziosa dell’animo siciliano, la contiguità di vita e morte, il mito carnale della donna. (Per dettagli e info, cliccare qui e qui).

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Il muro di Berlino. 13 agosto 1961-9 novembre 1989 (Mondadori)
di Taylor Frederick

Nella notte tra il 12 e il 13 agosto 1961, nell’inquietante scenario di un mondo sull’orlo della distruzione atomica, Berlino venne tagliata in due da un reticolo di filo spinato che separò, talvolta per sempre, genitori e figli, fratelli, amici e amanti. L’operazione, tanto inattesa quanto fulminea, riuscì grazie alla perfetta efficienza con cui fu compiuta. Lo scopo dichiarato di Walter Ulbricht, il leader tedesco orientale che l’aveva ordinata, era porre fine al continuo esodo di popolazione verso la parte occidentale della città (ancora controllata dalle forze armate di Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia), unico ponte per raggiungere la ricca Germania Ovest. La mossa si rivelò vincente: nonostante l’angosciato sgomento di 4 milioni di berlinesi e lo sdegno dell’opinione pubblica mondiale, divenne subito chiaro che ogni reazione era di fatto impossibile, e comunque troppo rischiosa. Intrecciando dati ufficiali, fonti d’archivio e testimonianze personali, Frederick Taylor racconta tre decenni della storia di una capitale e di una grande nazione europea che, in un lungo e tormentatissimo dopoguerra, improvvisamente si trovarono spaccate a metà. Oltre che sulle trame politiche, l’interesse di Taylor si concentra sulla vita quotidiana, sulle paure e sulle speranze dei berlinesi prigionieri che, con sempre più ingegnosi e disperati tentativi di fuga, favorirono paradossalmente la trasformazione dell’originario reticolato nell’alto muro che li avrebbe privati a lungo della libertà.

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AGGIORNAMENTO DEL 23/11/2009

Aggiorno il post per presentare altri due ospiti (nella parte del dibattito dedicato a Sciascia): Marcello Benfante e Daniela Privitera, autori di due libri dedicati a Leonardo Sciascia (seguono schede). Avremo modi di conoscere i due autori nell’ambito della discussione già sviluppatasi in questo post.

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LEONARDO SCIASCIA di Marcello Benfante
Gaffi editore, Prezzo: 13.50 Euro, pagg. 182, 2009

Leonardo Sciascia. Appunti su uno scrittore eretico - Marcello Benfante - copertinaA vent’anni dalla morte (Palermo 20/11/1989), una riflessione appassionata e puntuale sul valore civile della scrittura e sull’enorme apporto di Leonardo Sciascia all’Italia del Secolo Breve. Un bilancio sul segno lasciato da questa scomparsa in venti anni di storia contemporanea passata solo apparentemente senza lasciare traccia. Chi è oggi “l’autore”? Che rapporto ha con la politica, la società, i suoi stessi lettori? Ha ragione chi pensa a Roberto Saviano come all’erede dello scrittore di Racalmuto?
Il dibattito culturale e quello politico, la cronaca e la letteratura, le querelles sulla mafia e la giustizia, confermano continuamente l’acutezza e la lungimiranza del suo sguardo critico e del suo pessimismo analitico, non cessando di causare scandalo e aspri contraddittori.

A metà strada tra critica militante e analisi letteraria, questo profilo esamina le diverse sfaccettature della sua poliedrica opera e della sua scomoda personalità di intellettuale disorganico: la produzione narrativa e quella saggistica, gli interventi giornalistici e le controverse polemiche, la sua tormentata riflessione sui temi del diritto e quella più olimpica sulla tradizione culturale. Ne emerge un appassionante ritratto icastico, chiaroscuro, di uno scrittore complesso e sofferto, diviso tra pessimismo e impegno civile, moralismo e disincanto, distacco ironico parodico e coinvolgimento nella tragedia umana. (Chiara Di Domenico)

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Il giallo siciliano da Sciascia a Camilleri. Tra letteratura e multimedialità, di Daniela Privitera (Kronomedia, 2009,euro 10, pagg. 134)

Il saggio di Daniela Privitera è una breve escursione nei territori del giallo.
Dopo una sintetica ed agile presentazione della storia del poliziesco classico, la diegesi narrativa si concentra sulla peculiarità del giallo siciliano che, secondo l’autrice, si rivela come un genere letterario ad alto livello di entropia, in quanto scardina gli automatismi strutturali del romanzo a circuito chiuso, tipici del poliziesco. Partendo da Sciascia (maestro esemplare del giallo atipico) e passando per Bufalino, Silvana La Spina, Piazzese, Enna e Camilleri, l’autrice ritrova un filo rosso che lega i giallisti siciliani alla sofferta indagine della problematicità del reale. Il noir siculo insomma, secondo l’autrice, diventa per i Siciliani, un “pre-testo” per disquisire e interrogarsi sui perchè della giustizia (umana o soprannaturale). Il giallo pertanto, per i nostri scrittori, diventa il colore di un popolo che tra le pieghe di una scrittura barocca, ironica, raziocinante e terragna grida la sua piccola ed unica verità: l’accettazione del mistero e la rinuncia all’eterno.
La terza parte del saggio propone una rapida visione dei risvolti del poliziesco nelle realizzazioni teatrali e nelle riduzioni televisive e cinematografiche”.

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ASCOLTARE: UN MODO PER ‘LEGGERE’ DI PIÙ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/11/10/ascoltare-un-modo-per-leggere-di-piu/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/11/10/ascoltare-un-modo-per-leggere-di-piu/#comments Mon, 10 Nov 2008 20:55:57 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/11/10/ascoltare-un-modo-per-leggere-di-piu/ ragazza_che_ascolta_audiolibri.jpgTempo fa, erano gli anni Ottanta, mi imbattei su un articolo di Stephen King sugli audiolibri. In quel pezzo il Re raccontava in termini entusiastici del suo rapporto con la letteratura narrata a voce e di come non si facesse mancare mai le audiocassette dei suoi romanzi preferiti da ascoltare – o ri-ascoltare – in macchina (allora non c’erano i Cd e gli Mp3, come quelli che sta ascoltando la ragazza nella foto).

A quei tempi non feci molto caso a quelle dichiarazioni, ma – evidentemente – mi devono essere rimaste impresse, visto che adesso che le rievoco.

Devo essere sincero… non è che in questi anni abbia mai avuto modo di riflettere granché sulla utilità degli audiolibri. Quest’estate, però, è successo qualcosa. È successo che per via di problemi di salute mi sono ritrovato a letto senza neanche avere la forza di reggere un libro tra le mani. Per via di quella debolezza contingente ho colto l’occasione per ascoltare uno dei miei romanzi preferiti che avevo letto con grandissimo trasporto da ragazzo: L’isola del tesoro di Stevenson (un audiolibro che mi era stato regalato di recente).
Ebbene… è stata un’esperienza folgorante. Non solo ho riletto il libro con le orecchie, ma ho percepito sensazioni… come dire… diverse, “ulteriori”, rispetto a quelle derivanti dalla lettura ordinaria.
A quel punto, una volta ristabilitomi, mosso da grande curiosità, mi sono preso la briga di contattare l’editore di quella edizione audio de L’isola del tesoro.
Si tratta de “Il Narratore”, casa editrice leader in Italia nella produzione e pubblicazione di audiolibri, nata da un progetto ideato nel 1997 da Maurizio Falghera.
Ho chiesto a Maurizio di parlarci un po’ degli audiolibri, per cui leggerete (e ascolterete) suoi contributi nella seconda parte di questo post.
Estrapolo e riporto qui questa sua domanda: possibile che nessuno si accorga delle grandi potenzialità culturali, educative, didattiche, perfino terapeutiche che l’ascolto di audiolibri può avere?
E a voi? Vi è mai capitato di leggere libri… ascoltandoli?
Cosa pensate degli audiolibri?

Massimo Maugeri

P.s. Rimanete connessi a questo post, se potete… potrebbero intervenire degli “ospiti d’eccezione”

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Ascoltare audiolibri: un modo per leggere di più

di Maurizio Falghera

Sicuramente i lettori di questo blog sanno per esperienza personale o per sentito dire che cosa sono gli audiolibri e quindi non mi dilungo in una spiegazione sui molteplici usi di questo ‘nuovo-vecchio’ strumento di diffusione della cultura e perciò vado subito al punto che mi interessa discutere.

Si sa che in Italia la propensione alla lettura di libri è quanto di più modesto ci sia in confronto con gli altri paesi europei. L’Italia è al 48° posto nella lista delle nazioni per quanto riguarda la “literacy” (termine che indica il livello di abilità nel leggere, scrivere, ascoltare e parlare) secondo il rapporto UNESCO del 2007/2008. Ben il 37 % degli italiani non legge neanche un libro all’anno secondo l’ISTAT (rapporto 2007).
E’ stato dimostrato che vi è correlazione positiva fra sviluppo economico-sociale e grado di Literacy (Università di Ottawa in collaborazione con il Dipartimento di Statistica del Canada, 2004).
Quindi si deduce che se gli italiani non leggono di più, non ascoltano meglio e non imparano a scrivere come si deve, precipiteranno ancor più in fondo alla lista con ulteriori problemi di sviluppo, competitività, innovazione, redditività e così via.
Se ognuno di quegli italiani che non leggono (per fare solo un esempio) ma che guidano l’automobile, il camion, oppure prendono l’autobus o il treno per andare a scuola o al lavoro, ascoltasse un audiolibro alla settimana durante i viaggi, avrebbe “letto” almeno qualche decina di libri in un anno, facendo alzare significativamente la media della Literacy, con esiti positivi per lo sviluppo culturale generale della popolazione.
Mi rendo conto dell’astrattezza, e forse dell’ingenuità, di un tale discorso, che implica, per essere completo, l’analisi di una quantità notevole di altre variabili, comunque sono dell’opinione che solo una tendenza generale all’uso di audiolibri (se non altro per quel 60% di italiani che motiva la non-lettura con la mancanza di tempo, la stanchezza, le difficoltà di visione, ecc.) può dare una mano ad evitare un crescente analfabetismo di ritorno.
Il Narratore audiolibri, la casa editrice che dirigo da undici anni, è considerata leader del settore in Italia, in un mercato editoriale che definire “di nicchia” è un eufemismo, però dalle ricerche condotte recentemente, almeno un americano su quattro ascolta audiolibri, un inglese su cinque, un tedesco su sei e questi che ascoltano non sono tutti privi di vista…
Al di là quindi di ogni possibile polemica fra fautori e detrattori delle letture ad alta voce quello che mi chiedo (e su cui sarei felice che si avviasse un dibattito) è:
possibile che nessuno si accorga delle grandi potenzialità culturali, educative, didattiche, perfino terapeutiche che l’ascolto di audiolibri può avere?

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Ascoltare gli audiolibri fa bene
A cura de il Narratore audiolibri

Un giorno, ad un cocktail party organizzato da un’associazione degli editori italiani, due signori, casualmente vicini, si misero a chiacchierare fra loro, fra una tartina al salmone e una coppa di prosecco. Com’è d’uso, l’uno chiese all’altro che tipo di libri pubblicasse e questi gli rispose che non pubblicava libri ma… audiolibri.
“Come!? Audiolibri? Ah! Ho capito ! Fai le cassette per i ciechi!”, disse il primo.
“Veramente produciamo audiolibri in CD audio, in CD MP3, sono digitalizzati e compressi e chiunque li può scaricare, anche in rete. Le cassette sono ormai fuori moda, obsolete.
E tu cosa pubblichi?”
“Oh, abbiamo diverse collane: classici e moderni con una speciale cura per la qualità del libro, della carta, delle illustrazioni…”
“Ah, certo! pubblichi libri per i sordi!…”, lo interruppe il secondo editore.
Naturalmente si fecero una gran risata e poi l’editore di libri chiese all’altro di spiegargli meglio questa storia degli audiolibri, di fargli capire insomma a che cosa mai servissero oltre che fornire un servizio ai privi di vista e agli ipovedenti.
Allora il secondo editore rispose di essere convinto che ascoltare audiolibri faccia bene: faccia bene alla cultura, faccia bene allo spirito, faccia bene perfino alla salute. Se sono registrati da una voce competente e bella gli audiolibri portano alla vita i significati e il cuore stesso di un libro. Sì, perché non si legge solo con gli occhi, ma anche con le orecchie, anzi, occhi ed orecchie, se impegnati contemporaneamente nella stessa lettura, fanno miracoli… il cervello integra i due tipi di informazioni ed è come se si ottenesse un effetto di “profondità di campo” e allora tutto diventa più semplice: una persona impara un sacco di parole nuove, nuove espressioni, aumenta l’attenzione e il pensiero diviene più ‘flessibile’, insomma il libro si capisce molto meglio.
Non ce l’aveva di certo contro i libri stampati, anzi. Sosteneva che ascoltare gli audiolibri, secondo tutte le ricerche fatte in America e in Inghilterra, fa aumentare la voglia di leggere libri, e… di molto!
Il primo editore sbalordì e dopo che l’altro gli ebbe spiegato che il mercato editoriale degli audiobooks (così si chiamano in inglese) va alla grande da diversi anni nei paesi anglosassoni, Germania e paesi scandinavi compresi, e ora anche in Francia, con aumenti del fatturato annuale fra i più alti dell’intera industria editoriale, gli chiese di spiegargli meglio come fosse possibile che questo nuovo prodotto facesse bene in tutti quei modi.
Allora l’editore di audiolibri fece un gran respiro e cominciò a raccontare….

Il seguito della storia potete ascoltarla cliccando sotto qui… o leggerla cliccando qui.

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