LETTERATITUDINE di Massimo Maugeri » Livio Romano http://letteratitudine.blog.kataweb.it Un open-blog. un luogo d\'incontro virtuale tra scrittori, lettori, librai, critici, giornalisti e operatori culturali Sat, 11 Dec 2021 09:58:57 +0000 http://wordpress.org/?v=2.9.2 en hourly 1 IL SUD NELLA NUOVA NARRATIVA ITALIANA http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/11/24/il-sud-nella-nuova-narrativa-italiana/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/11/24/il-sud-nella-nuova-narrativa-italiana/#comments Tue, 24 Nov 2009 19:45:08 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1376

Parliamo di letteratura, parliamo di Sud. L’occasione ce la fornisce questo interessante saggio di Daniela Carmosino (docente presso l’Università del Molise, editor e consulente editoriale) uscito di recente per i tipi di Donzelli con il titolo: “Uccidiamo la luna a Marechiaro. Il Sud nella nuova narrativa italiana”.
Ecco la scheda del libro:
Oggi che i problemi del Sud d’Italia sono temi di successo su cui puntano media ed editoria, viene da chiedersi: che ne è stato del riscatto sociale e culturale del Mezzogiorno che una quindicina d’anni fa pareva imminente? Questo volume è un ideale grido di battaglia “futurista” dei giovani scrittori – Saviano, De Silva, Parrella, Cilento, Cappelli, Pascale – che, a partire dagli anni novanta, hanno deciso di raccontare un Sud svincolato dagli stereotipi del paradiso turistico o dell’inferno senza redenzione, svincolato dalla pizza, dal mandolino e dal vittimismo. Un sud diverso, aggiornato al presente: il sud della nuova criminalità e della nuova borghesia, degli extracomunitari integrati e dei lavoratori precari. A metà tra il saggio e il reportage, la ricostruzione e il pamphlet, il testo esamina il fenomeno della rinascita della narrativa meridionale tanto auspicata negli anni novanta, e nel frattempo raccoglie dichiarazioni inedite, ragiona su contestazioni e polemiche e finisce per toccare questioni che oltrepassano i confini del sud. Sempre nel tentativo di ricostruire, al di là delle più immediate letture, un fenomeno tuttora fonte di dibattiti e capire il ruolo che può avere la letteratura nella comprensione e nella rappresentazione del sud di oggi.

Mi piacerebbe organizzare un dibattito su questo interessante volume ragionando insieme a voi sul “Sud nella nuova narrativa italiana” e sulle tematiche a esso connesse. Inoltre vorrei tentare di mettere “a confronto” Daniela Carmosino con alcuni degli scrittori citati nel suo saggio. Fino a questo momento ho avuto modo di contattare: Roberto Alajmo, Gaetano Cappelli, Antonella Cilento, Francesco Dezio, Giuseppe Montesano, Antonio Pascale, Livio Romano (i quali – compatibilmente con i loro impegni – cercheranno di prendere parte, più o meno direttamente, alla discussione).
Naturalmente sono invitati a partecipare al dibattito tutti gli altri amici scrittori, critici, giornalisti culturali, lettori, ecc.
Come al solito proverò a porre alcune domande al fine di favorire la discussione. Eccole:

Che rapporto dovrebbe avere un autore nei confronti della tradizione letteraria?

La tradizione letteraria (e quella meridionale, in particolare) deve essere vista più come un fardello di cui liberarsi o come punto di riferimento da cui ripartire? E perché?

È corretto parlare di “regionalismo letterario”? Se sì, quali dovrebbero essere gli elementi distintivi? (Per esempio: più “il luogo” o “il linguaggio”)? E i “canoni caratterizzanti”? Fino a che punto la letteratura è circoscrivibile entro ambiti regionali?

Chi ha maggiori possibilità di narrare di un luogo (nella fattispecie del Sud d’Italia) con efficacia maggiore: lo scrittore che ci vive e ha la possibilità di osservarlo dal di dentro, o quello che – essendosene allontanato, quantomeno fisicamente – riesce a guardarlo con più distacco?

Qual è il ruolo della narrativa italiana (e meridionale), oggi? Può contribuire, in qualche modo, a incidere sulle coscienze, a “rimisurare l’immaginario” (spesso deviato dai media), oppure – come sostiene Antonio Pascale (vedi video in basso) – bisogna puntare più sul ruolo dell’intellettuale (inteso come “amministratore del sistema”) che sul ruolo della narrativa?


Nella letteratura di oggi (meridionale e non) c’è – e/o ci deve essere – ancora spazio per il mito? E per la metafora?

E ancora… che rapporto c’è tra la letteratura di oggi (meridionale e non) e i nuovi e vecchi media?

Infine una richiesta accorata: quella di rispettare lo spirito e la filosofia di Letteratitudine. Auspico, dunque, che questo dibattito possa essere caratterizzato dalla presenza di opinioni diverse (anche contrapposte) ma sempre espresse con garbo e nel rispetto delle opinioni altrui.
Grazie mille.
Massimo Maugeri

P.s. Avrò il piacere di presentare Daniela Carmosino a Catania – presso la libreria Tertulia (Via Michele Rapisardi, 1) venerdì 27 novembre, ore 18,30. Insieme a me: Caterina Pastura… e diversi ospiti (tra cui, molti scrittori)
Segue la recensione al libro apparsa su l’inserto settimanale Tuttolibri de La Stampa.

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Da TUTTOLIBRI del 12-09-2009
Narratori del Sud. Una vitale officina oltre Saviano e le eredità ingombranti

di FELICE PIEMONTESE

Tra i fenomeni letterari che hanno caratterizzato l’ultimo decennio del Novecento, c’e’ stato l’emergere di una nuova generazione di scrittori meridionali che hanno cercato di affrancarsi da ingombranti eredita’ e di raccontare – in modi naturalmente molto diversi – cio’ che sotto i loro occhi il Sud stava diventando o era gia’ diventato. In citta’ di alta valenza simbolica e narrativa, come Napoli e Palermo, e poi in luoghi meno inflazionati da libri, cinema e media – come la Puglia e la Basilicata – le pigre consuetudini letterarie sono state sovvertite dall’irrompere di narratori capaci di coprire quasi l’intero arco dei generi letterari: il noir e il fantastico, il grottesco e il satirico, il reportage «d’autore» e il barocco rivisitato, la ricostruzione storica e il pamphlet hanno avuto i loro cultori piu’ o meno dotati, ottenendo vasta (e talvolta sproporzionata) attenzione da giornali e riviste, pronti a dar credito a tutto cio’ che si presenta come «novita’». Il «fenomeno» Saviano, alla fine, non ha fatto altro che dare ulteriore evidenza – e in termini numericamente impressionanti – a cio’ che era sotto gli occhi di tutti, e oggetto di dibattito, magari falsandolo un po’, il dibattito, perche’ e’ sembrato a un certo punto che quella di Saviano fosse l’unica via percorribile, il che ovviamente non e’. Tutt’altro che priva di valide motivazioni, dunque, la ricerca della saggista Daniel Carmosino dedicata appunto al «Sud nella nuova narrativa italiana» e baldanzosamente intitolata (e’ pur sempre l’anniversario del Futurismo) Uccidiamo la luna a Marechiaro. Una ricognizione a tutto campo, come si dice, di (quasi) tutto cio’ che si e’ prodotto in ambito narrativo nell’ultimo quindicennio in quella parte d’Italia a sud di Roma, nella quale peraltro, per cio’ che riguarda la societa’ civile, sono accadute, nel periodo, cose di non poco conto. La speranza, con relativa enfasi, di un «nuovo Rinascimento», la «stagione dei sindaci», la disillusione, le stragi di camorra, le prime pagine dei giornali di tutto il mondo sulla questione monnezza, il peso sempre crescente della criminalita’ organizzata nella vita quotidiana, nell’economia, nell’organizzazione sociale. Centrale, secondo la Carmosino, in un fenomeno che ha peraltro infinite sfaccettature, la cesura rispetto alla piu’ recente tradizione meridionale, per cercare agganci e riferimenti in luoghi diversi, oppure privilegiando una sorta di istintivita’ che di riferimenti ritiene di poter fare a meno (e «in certe ingenuita’, in certa esibita naivete’ pare di scorgere una scarsa conoscenza» dei cosiddetti «padri», dice l’autrice. Mi e’ accaduto cosi’ di leggere con un certo sconcerto, in un’intervista, che una pur apprezzata, giovane scrittrice come Valeria Parrella stia «scoprendo» Celine). E la novita’, vera o presunta, dell’approccio impone la necessita’ – dice Carmosino – di «forgiare uno strumento linguistico capace di nominare il mondo ‘’secondo l’autore”», costruendo quindi «un ponte sul vuoto di senso delle parole e delle icone desemantizzate dell’ammaliante retorica meridionalista, neorealistica o mediatica che sia». Esigenza, in verita’, non da tutti avvertita con uguale urgenza: assai presente, ad esempio, in un autore colto come Montesano, molto meno in altri, la cui scrittura poco di discosta da quella giornalistica. Costante, comunque, secondo l’autrice, la spinta a «demolire» i molti stereotipi di cui tuttora si compiacciono la narrativa piu’ tradizionale e il giornalismo nel suo complesso, tranne rare eccezioni. Con strumenti critici che attingono alla sociologia e alla linguistica, e soprattutto all’ermeneutica (e con molte ripetizioni) la Carmosino ci da’ un quadro esauriente della produzione di autori come il gia’ citato Montesano e Pascale, Da Silva e Cilento, Cappelli e Alajmo, Parrella e Franchini, Piccolo e Atzeni, mettendo in luce punti di contatto e differenze nel comune processo di fuoriuscita da una sorta di «canone meridionalistico» che si e’ imposto nel tempo e che e’ sembrato a un certo punto una specie di camicia di forza.

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Aggiornamento del 26 novembre 2009

e-finita-la-controraAggiorno il post introducendo un altro libro perfettamente in tema con il dibattito in corso su “il Sud della nuova narrativa italiana”.
Si tratta di un’antologia curata da Filippo La Porta e pubblicata da Manni. Si initola “È finita la controra. La nuova narrativa in Puglia” e contiene brani dai romanzi di Cosimo Argentina, Vito Bruno, Gianrico Carofiglio, Carlo D’Amicis, Giancarlo De Cataldo, Girolamo De Michele, Mario Desiati, Omar Di Monopoli, Nicola Lagioia, Alessandro Leogrande, Elisabetta Liguori, Annalucia Lomunno, Flavia Piccinni, Andrea Piva, Emiliano Poddi, Pulsatilla, Angelo Roma, Livio Romano, Angela Scarparo.
Ecco la breve scheda del libro: “In questa antologia Filippo La Porta fa il punto sulla narrativa pugliese che, a partire dagli anni Novanta, vive una sua Nouvelle Vague, o Rinascimento, o in qualunque modo lo si voglia chiamare. 19 autori nati tra il 1956 e il 1986 provano a dare un senso, anzi sensi diversi alla mutazione delle Puglie.
Raccontano delle contraddizioni e dell’incanto di una terra che può declinarsi al plurale; e di fallimenti che non sono solo dissipazione ma anche creatività ed epica.
Si legge una inconsapevole opposizione alla modernità e un suo irresistibile, inquietante, fascino
.”
Filippo La Porta ne ha parlato a Fahrenheit.
Invito Filippo La Porta e gli autori inseriti nell’antologia – compatibilmente ai loro impegni, e se ne hanno voglia – a partecipare alla discussione in corso.
Massimo Maugeri

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ORONZO MACONDO http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/10/02/oronzo-macondo/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/10/02/oronzo-macondo/#comments Fri, 02 Oct 2009 06:47:56 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=1137 oronzo-macondoQuale rapporto c’è tra letteratura, linguaggio e nuovi media? A distanza di oltre 10 anni dall’esplosione del web, le nuove tecnologie hanno cambiato il modo di scrivere, di raccontare, di farsi leggere? Le speranze di rilancio della letteratura e della scrittura creativa che agli inizi degli anni ‘80 alcuni intellettuali avevano riposto in internet sono state disattese o si sono concretizzate in nuovi orizzonti? E come ha reagito a tutto questo il mercato? Quali sono le prospettive artistiche ed economiche di questo mondo?
ORONZO MACONDO” vuole porsi e porre queste ed altre domande in un week-end (dal 2 al 4 ottobre 2009) di incontri, dibattiti, workshop, approfondimenti sulla letteratura italiana contemporanea. Una residenza artistica per analizzare le nuove frontiere della cultura, le sue prospettive, i suoi successi, i suoi fallimenti, le illusioni. Scrittori, blogger, sociologi, studiosi e critici saranno ospiti del Salento in una sorta di grande fratello della comunicazione.
Ho avuto il privilegio di essere uno degli autori contattati. Oltre me, parteciperanno: Gianni Biondillo, Davide Borrelli, Girolamo De Michele, Carlo Formenti, Elisabetta Liguori, Giulio Mozzi, Paolo Nori, Antonio Pascale, Livio Romano, Michele Trecca, Giorgio Vasta, Dario Voltolini (qui l’elenco dei partecipanti; e qui il programma).
“Oronzo Macondo” è organizzato dall’omonima associazione culturale, vincitrice del concorso “Principi Attivi – Giovani idee per una Puglia migliore” promosso dalla Regione Puglia e dal Ministero per la Gioventù.
Vorrei provare a condurre, contestualmente, una discussione anche qui su Letteratitudine, partendo proprio dalle domande formulate da Oronzo Macondo riportate all’inizio del post.
Francesca Giulia Marone mi darà una mano a moderare il dibattito che (spero) possa svilupparsi anche qui.
Ne approfitto inoltre per presentare il libro di Rosa Maria Di NatalePotere di link. Scritture e letture dalla carta ai nuovi media” (Bonanno, 2009) – recensito, di seguito, da Salvo Mica – e per chiedere all’autrice il suo parere sull’argomento (e di raccontarci l’esperienza di scrittura di questo libro).
Massimo Maugeri

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Se il sacro atto dello scrivere passa dai nuovi media

di Salvo Mica

E’ il momento di dire addio alla dicotomia culturale di una volta: i libri e la carta ai sapienti umanisti, le tecnologie ai più empirici studiosi dell’informatica. Chi ama i libri, e persino chi li scrive, sembra oramai orientato a sfruttare al massimo tutte le potenzialità dei bit e sono già in tanti coloro che scelgono di vivere l’emozione della lettura, e del sacro atto dello scrivere, direttamente al computer.
s1253014553_116790_2782“Potere di link. Scritture e letture dalla carta ai nuovi media” (Bonanno editore) è il saggio di Rosa Maria Di Natale (nella foto), giornalista catanese, docente di giornalismo e nuovi media, già vincitrice del premio “Ilaria Alpi” nel 2007. La prefazione è firmata dal compianto giornalista Enrico Escher. Presentato alla Fiera del libro di Torino e già libro di testo a Scienze della comunicazione, “Potere di link” fa quello che ogni buon testo scientifico dovrebbe fare: spiegare per filo e per segno qual è il forte legame tra la scrittura e la cosiddetta “rivoluzione digitale”. Ne viene fuori un’analisi degli e-book e dell’ormai famoso Kindle, ma l’autrice fa il punto sugli ipertesti, sulle biblioteche immateriali, sulle librerie virtuali, sul self publishing ma soprattutto sul famigerato “link”, la porta virtuale che conduce da un testo all’altro senza un processo lineare, e senza che qualcuno definisca a priori il percorso.
E’ arrivato dunque il tempo di dimenticare la carta? Niente affatto, assicura Di Natale, che pur invitando a cogliere le novità che arrivano da blog e siti Internet, dalla cosiddetta “scrittura collaborativi on line” e dalla creatività che incontra il multimediale, spiega che libro elettronico e libro di carta sono da considerare alleati e non concorrenti. Non è un caso che il grande ispiratore di “Potere di link” sia il grande Italo Calvino che nelle sue Lezioni americane offre la visione del romanzo come “grande rete”, sottolineando il pregio di una qualità fondamentale del sapere, la leggerezza, ma soprattutto rivendicando l’identità della letteratura anche nell’avvento dei nuovi media.
E così Rosa Maria Di Natale accompagna Calvino al modernissimo guru Manovich, Walter Ong a De Kerkchove, Umberto Eco a Manuel Castells, ma anche Platone a Mc Luhan. Forzature temporali? Nessuna. Tutto coincide, e sembra che il passare dei secoli abbia complottato per evidenziare una verità che sembriamo aver dimenticato: scrivere è una tecnologia. Se su carta o su un dispositivo elettronico, cambia davvero poco.

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Foto del 3 ottobre 2009: Agnese Manni con Uomo con la Camicia Celeste misteriosamente imbronciato

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