LETTERATITUDINE di Massimo Maugeri » Lucca Comics & Games 2016 http://letteratitudine.blog.kataweb.it Un open-blog. un luogo d\'incontro virtuale tra scrittori, lettori, librai, critici, giornalisti e operatori culturali Sat, 11 Dec 2021 09:58:57 +0000 http://wordpress.org/?v=2.9.2 en hourly 1 PAPERI: La Distopia ha le piume http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2016/12/12/paperi-la-distopia-ha-le-piume/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2016/12/12/paperi-la-distopia-ha-le-piume/#comments Mon, 12 Dec 2016 14:30:16 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=7382 Risultati immagini per lucca comics & games 2016Sull’onda lunga di Lucca Comics & Games 2016 (svoltosi dal 28 ottobre al 1 novembre), pubblichiamo un nuovo contributo – da Lucca – del nostro inviato Furio Detti, collaboratore di Letteratitudine nell’ambito della rubrica “Graphic Novel e Fumetti (photo credits dello stesso Furio Detti).

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Due fratelli in casa Shockdom provano a usare un’icona universale del fumetto per parlare di una realtà cruda, allucinata e allucinante: Paperi, di Marco e Giulio Rincione.
PaperPaoloFurio Detti per Letteratitudine: Intervistiamo Giulio e Marco Rincione, due autori non novizi, ma decisamente emergenti della scuderia Shockdom. Hanno pubblicato e concluso il loro fumetto “Paperi”, una scomoda distopia liberamente ispirata all’immaginario disneyano. Complimenti per “Paperi”, come siete arrivati a questo? Come lavorate in coppia?

Giulio Rincione: Grazie per i complimenti. *Paperi* non è il primo fumetto che ho realizzato. Ho iniziato dopo la scuola di fumetto nel 2012 a realizzare autoproduzioni con gli amici e poi con Shockdom. L’idea di Paperi mi è venuta l’anno scorso, dopo un periodo personale non positivo e pessime sensazioni, quando ho deciso di attribuire sentimenti umani e molto spuri ai personaggi di un immaginario ormai collettivo e dalla paternità arcinota: l’Universo Disney. Il contrasto che è nato nei primi lettori di questo mio esperimento con PaperUgo, tra le emozioni dei personaggi e la loro origine, mi ha convinto di essere sulla strada giusta. Il fumetto è stato diviso in tre episodi ma in realtà è un tutto unico, che ora è presente a Lucca.

Marco Rincione: Giulio dopo aver avuto l’idea mi ha chiesto di scrivere per lui le storie di questi “paperi”. Mi sono cimentato per la prima volta con la realizzazione di una sceneggiatura, diversa da quello che scrivevo in precedenza. Ho deciso di affrontare per le storie di PaperUgo, PaperPaolo e di One, papero capostipite nell’ultimo capitolo, temi crudi (da qui il termine “Fumetti Crudi”) e attuali come la depressione, la violenza domestica e la pedofilia, la morte e il pentimento. Problemi fondamentali di cui si parla o in modo superficiale, o si parla ben poco. Nel volume unico che raccoglie le storie ho aggiunto altre storie inedite per chiudere la cornice e dare un senso unitario al tutto.

LET: Quindi vi dividete rigorosamente i compiti: a Giulio le tavole, a Marco i testi.

MR: Sì, io ho sceneggiato e scritto questi tre volumi. Naturalmente il nostro modo di lavorare è decisamente elastico. Mio fratello interviene liberamente nel processo creativo, modifica quel che crede e interveniamo in armonia su ogni punto. Il volume unico contiene anche un mio breve racconto in prosa (PaperFranco), quindi ho affiancato al fumetto anche dei testi.

LET: Personalmente, tornando a Giulio, trovo molto Dave McKean nelle cover del fumetto e nel tuo stile, mi sbaglio?

GR: Accolgo questo come un complimento e confermo: Dave McKean è uno dei pochissimi che realmente mi ispira. Insieme a Bill Sienkiewicz è uno degli autori che ha modificato il mio modo di disegnare.

LET: Ci sono state reazioni dal mondo degli autori Disney e dagli appassionati al vostro lavoro?

GR: Giorgio Salati e Davide Catenacci le hanno lette. Che io sappia però nessuno ha avanzato commenti negativi.

LET: Per Marco: sei partito da episodi particolari? Cosa ti ha spinto verso argomenti così forti?

MR: Già Giulio ha messo molte emozioni negative in gioco nella sua idea iniziale; poi io ho parlato con molti pazienti e persone che soffrono di depressione per caratterizzare al meglio il personaggio di PaperUgo. Sulla pedofilia ero curioso di vedere cosa accadesse in certi frangenti e ho provato – scrivendo l’episodio di PaperPaolo – a ricostruire l’atmosfera soffocante che si vive purtroppo nel segreto di certe case, attorno al tavolo familiare. Ovviamente abbiamo un punto di vista decisamente esterno sulla questione, ma abbiamo cercato di immaginare un contesto e una situazione del genere. Sull’ultimo tema – morte e pentimento – al centro della storia di One MacPaper – sono stato forse meno originale, ma ho collegato così le storie precedenti e i personaggi.

LET: A dire il vero noi di Letteratitudine vi avevamo già notato e abbiamo recensito il vostro PaperUgo ma questa volta siamo davanti a una storia più complessa. La pedofilia ad esempio… sapevate che c’è stato un tentativo riuscitissimo da parte di un fumettista per descrivere l’indescrivibile e raccontare l’indicibile dell’infanzia stuprata? Lo ha fatto con il personaggio di Clarissa il fumettista statunitense Jason Jungbluth (titolo *Stuffed Friend*, 2001) in un modo così bello, corretto e al contempo così duro che se ne trovano pochi nel fumetto internazionale. Lo conoscete?

MR: No. Non conosco l’autore…

GR: Io forse ne ho sentito parlare.

LET: Vi mandiamo i riferimenti precisi. Progetti in vista?

MR: Stiamo ancora discutendo di tutto, ma speriamo di informarvi al più presto.

LET: Giulio, come disegni le tue tavole?

GR: Io parto sempre dal disegno a mano. La base è sempre a matita e chine. A volte passo a una mano di colore, di pittura. Poi passo al digitale, e compongo a volte liberamente, aggiungendo i materiali che ho: foto, collages o realizzo altri passaggi su disegno e colore. Ho un metodo, ma non una scaletta precisa. Faccio quel che sento senza farmi problemi.

LET: Che differenze ci sono in casa Shockdom rispetto all’autoproduzione?

GR: Sulla libertà, nessuna. Siamo completamente liberi di lavorare come crediamo. Non esistono censure, ma la distribuzione è cresciuta enormemente.

MR: Come autore pubbblicavo sempre con Shockdom, non vengo dall’autoproduzione, ma posso sottoscrivere le osservazioni di Giulio: le nostre idee sono discusse, vengono elaborate, ma sono curate e rispettate dall’editore. Shockdom ci permette di proporre anche prodotti alternativi dalla forma non necessariamente canonica.

LET: Che cosa vi è piaciuto di questa avventura comune? E cosa cambiereste di “Paperi”, potendo tornare indietro.

MR: La cosa che mi ha fatto più piacere è parlare con chi ha letto la storia e sentire che le mie parole sono arrivate a colpire dove speravo, hanno avuto un effetto profondo e di questo sono molto felice. Riguardo a quello che cambierei, potendo, forse cambierei qualcosa nel primo albetto, PaperUgo. Ero alle prime armi come sceneggiatore e qualcosa non è venuto proprio come dovrebbe, potevo scriverlo meglio; ma sono comunque affezionato a quato inizio di “Paperi”.

GR: Per me la gioia più grande è aver visto proprio stamani una lettrice commuoversi e piangere dopo il disegno e la dedica sull’albo. Quando vedo empatia e trasporto nel lettore mi dico che – a prescindere da “Paperi” – ho scelto il mestiere della mia vita. Non vorrei proprio fare altro. Su “Paperi” forse mi sono un po’ pentito dell’eccessivo accostamento alla Disney, questa loro natura ha un po’ preso il sopravvento, si è messa contro di noi; se dovessi trovare un punto da cambiare nella storia sarebbe questo. Era però un effetto collaterale prevedibile.

LET: Complimenti ancora e grazie per il vostro lavoro.

GR e MR: Grazie a voi.

(Lucca 30 novembre 2016)

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SUICIDIUM – Valentino Sergi (Officina Meningi) http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2016/12/05/suicidium-valentino-sergi/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2016/12/05/suicidium-valentino-sergi/#comments Mon, 05 Dec 2016 13:00:52 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=7375 Risultati immagini per lucca comics & games 2016Sull’onda lunga di Lucca Comics & Games 2016 (svoltosi dal 28 ottobre al 1 novembre), pubblichiamo un nuovo contributo – da Lucca – del nostro inviato Furio Detti, collaboratore di Letteratitudine nell’ambito della rubrica “Graphic Novel e Fumetti (photo credits dello stesso Furio Detti).

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L’ultimo tabù

“Suicidium”, un nuovo gioco di carte presentato da Valentino Sergi (Officina Meningi) dedicato con ironia e umorismo nerissimo a un argomento pesante

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di Furio Detti

suicidium party, suicidium, gioco di carte, officina meningi, fillerFurio Detti per Letteratitudine: Per Letteratitudine intervistiamo oggi Valentino Sergi, ideatore e creatore del gioco di carte “Suicidium”. Vorremmo introdurti ai lettori con una “storia vera”: un editor che lavorava per le serie a cartoni Mediaset e per la Rai che ci ha rivelato l’esistenza di cinque tabù che non vanno assolutamente sfiorati quando si realizza un prodotto per la tv e specialmente per il comparto ludico, da sempre associato ai bambini e ai giovani: il sesso etero esplicito, i disordini alimentari, l’appartenzenza etnica, la religione e il suicidio. Con Squillo hanno già “coperto” il sesso, etero e omo. A te è toccato l’ultimo tabù, “ultimo” in tutti i sensi. Vuoi parlarci del gioco che presenti a Lucca Games?

Valentino Sergi: In realtà i creatori sono due: io e Michela Coletto, la ragazza con cui vivo e con cui do forma a queste idee un po’ balorde. Ci hanno aiutato, sia in fase di realizzazione che di promozione, autori che conosco da anni, essendo attivo da 12 anni nel settore editoriale. A Suicidium hanno messo mano matite come Miguel Angel Martin, Tuono Pettinato, Pierz e altri. Avevamo deciso di entrare con un gioco e con ironia in un argomento necessariamente drammatico e pesante, per scuotere un poì i tabù. Ci apreva inutile tornare a scherzare su elfi, gattini e altro, abbiamo scelto di essere dirompenti, evitando però la strumentalizzazione di un tema così forte, che abbiamo visto di recente in ambito politico. Solo l’ironia ci salva dalla paura e dai poteri forti.

LET: Aspetto politico in che senso? Hanno parlato di voi nel politico o stiamo parlando di qualcosa di generale?

VS: Entrambi i casi. In generale, per esempio nel Triveneto la politica ha sfruttato cinicamente il suicidio di alcuni imprenditori “strangolati” dal fisco e dalla crisi e certi movimenti o partiti hanno cavalcato la disperazione per usarla come arma politica sulla controparte, in modo demagogico; secondo noi un gioco è l’unico modo di riflettere sull’argomento. Dall’altra parte, proprio durante la fase di *crowdfunnding* del gioco siamo stati direttamente attaccati in due occasioni; in una di queste l’accusa è partita dai microfoni di una nota radio ecclesiastica che ci ha definito dei «blasfemi corruttori di giovani menti». Cosa che peraltro ci ha aiutato in termini di pubblicità.

LET: Siete, direi, in ottima, numerosa e qualificata compagnia. In termini di meccanica di gioco, come funziona “Suicidium”? Cosa c’è di nuovo in questo ennesimo gioco di carte?

VS: La novità è che ci sono due modalità di gioco per lo stesso mazzo. La prima è una gara di “velocità”, a chi si suicida prima degli altri, la seconda è a “eliminazione”, ossia si devono far fuori tutti gli avversari. Ovviamente lo spirito della cosa è estremamente ironico e le carte sono realizzate da fumettisti, come ho detto. Si tratta del gioco a carte detto *filler*, che prevede sessioni veloci e agili, con meccaniche che durassero una mezz’ora e fossero facili da apprendere. Giochi analoghi sono “Munchkin”, il già citato “Squillo”, “Coloretto”, giochi che uniscono velocità e divertimento; noi abbiamo aggiunto materiale nuovo e un pizzico di strategia in più – che è stato il tocco che ci ha ulteriormente differenziato e fatto la nostra fortuna e successo, almeno iniziali, sia presso giocatori neofiti sia presso i navigatissimi, come la platea che gioca a “Magic” da anni.

LET: È la prima volta che ti misuri con i giochi sociali, di carte e da tavolo?

VS: Sui giochi di carte, sì. Io ho però collaborato alla realizzazione di altri giochi e videogiochi, sia quando collaboravo con editori come la Nicola Pesce Editore, la 001 e avevano già realizzato un videogioco per promuovere Miguel Angel Martin. Io sono un giocatore accanito e seriale. Ma per i giochi di carte è proprio la mia “prima volta”.

LET: Avete avuto un riscontro positivo da distributori e editori?

VS: Siamo stati contattati da più case produttrici che ci hanno fatto ottime offerte. Siccome il gioco è stato lanciato sei mesi fa alla fiera PlayModena, abbiamo deciso per il primo anno di autoprodurci, di esaurire la prima tiratura, in conclusione – abbiamo anche realizzato già un’espansione – e poi di andare a braccetto con il distributore/produttore migliore magari con la produzione estera. Per la produzione italiana potremmo forse continuare da soli. Io ho uno studio creativo, a Pordenone, che si chiama “Officina Meningi” e che potrebbe occuparsi in prima persona del gioco oppure, se l’offerta è buona, cedere Suicidium a una grande etichetta.

LET: Per quanto concerne la distribuzione, preferite diffondere Suicidium tramite fumetterie, negozi ludici, associazioni, Internet? Avete pensato a materiale promozionale alternativo (fumetti, spin off…)?

VS: Abbiamo contattato associazioni ludiche, fumetterie, negozi, in prima persona e abbiamo avuto ottimi riscontri dopo un tour nazionale. Per la distribuzione organizzata come ho detto si è già fatta avanti più di una realtà del settore. Portiamo Suicidium in giro ai festival, come vedi. Inizialmente abbiamo gestito la promozione in modo “casalingo”, privatamente, col passaparola degli amici e dei conoscenti presso editori e autori. Per quel che concerne spinoff e distribuzione online abbiamo già il sito ufficiale del gioco con il suo l’online shop. Per la promozione abbiamo l’aiuto dell’autore principale che è Marco Tonus, che ha realizzato l’espansione, che abbiamo deciso di lanciare in esclusiva online e qui a Lucca in 300 copie numerate e limitate. Stiamo lavorando tantissimo sul rapporto diretto col pubblico.

LET: Non so se hai colto la cosa: 300 come gli Spartani delle Termopili (oggi a Lucca c’è pure Miller…), in pratica uno squadrone suicida!

VS: È vero. Guarda tu le combinazioni! (ride)

LET: Ti auguriamo un grosso in bocca al lupo, un grazie da Letteratitudine e ci risentiamo.

VS: Grazie a voi. Buon “Suicidium” a tutti.

(Lucca 30 novembre 2016)

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LA DONNA IKI http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2016/11/21/la-donna-iki/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2016/11/21/la-donna-iki/#comments Mon, 21 Nov 2016 17:01:59 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=7361 Risultati immagini per lucca comics & games 2016Sull’onda lunga di Lucca Comics & Games 2016 (svoltosi dal 28 ottobre al 1 novembre), pubblichiamo un nuovo contributo – da Lucca – del nostro inviato Furio Detti, collaboratore di Letteratitudine nell’ambito della rubrica “Graphic Novel e Fumetti (photo credits dello stesso Furio Detti).

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La Donna Iki, la geisha e le altre fanciulle

Intervista alla pittrice Francesca Marina Costa che per l’associazione Nipponbashi è in mostra con una personale dedicata al concetto nipponico di “beltà essenziale”, o Iki.

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di Furio Detti

La personale di Francesca Marina Costa è una delle due mostre che descrivono altrettanti aspetti, quasi in contrapposizione, della sensibilità orientale, organizzate da Lucca Comics con l’associazione italiana di cultura giapponese Nipponbashi. Da un lato la prima mostra italiana dedicata a “L’attacco dei giganti”, titolo italiano di “Attack on Titan”, il manga pluripremiato ideato e illustrato dal maestro Hajime Isayama, esposta a Lucca a Villa Guinigi. Potente, ma opposto, è il messaggio di estrema delicatezza veicolato da “La percezione dell’Iki”, sfida personale dell’artista Francesca Marina Costa. Iki è il concetto estetico che unisce bellezza e filosofia Zen, in un’idea che racchiude l’essenza della cultura giapponese e che si manifesta in tre specifiche figure iconiche del Giappone tradizionale: la geisha, il samurai, il bonzo. Per Letteratitudine abbiamo intervistato l’autrice fra i suoi quadri esposti nella Chiesa di San Francesco (area Japan Town).

Francesca Marina Costa: Innanzi tutto se sono qua con le mie opere devo ringraziare Lucca Comics e Nipponbashi, associazione culturale che è stata creata appositamente per gestire il Festival trevigiano dedicato al Giappone, “Nipponbashi d’Estate” e che ha portato a Lucca Comics “L’Attacco dei Giganti”, ora serie anime di cult. Sono anche presidente e Arti Director di Minig4m3s [NdT: si pronuncia "Minigames", come da tradizione leet] Studio, una casa editrice che produce giochi di ruolo fra Treviso e Pisa.

Furio Detti per Letteratitudine: Peccato un po’ per la sistemazione della tua mostra. Suggestiva sicuramente, ma a mio parere decisamente poco illuminata e in un punto un po’ trafficato, di passaggio, proprio all’ingresso della chiesa; sito forse un po’ esposto alla confusione…

FMS: Organizzare eventi complessi come Lucca Comics non è affatto semplice, e in effetti ci è capitato qualche imprevisto in più, però la *location* non è male; quando non ci sono altri eventi si sta bene e non posso certo lamentarmi.

FD: Cosa sarebbe l’”Iki”, vuoi spiegarcelo?

FMS: È un concetto molto complicato, perché inizia come coscienza sociale, cresce e poi viene assorbito nella dottrina del buddismo giapponese Zen. Iki significa “bellezza essenziale, bellezza sublimata”. L’arte è “Iki” quando trasforma il fruitore, lo modifica, e va al di là dell’oggetto d’arte come lo intendiamo in Occidente.

FD: Come ti è venuta questa idea dell’Iki, di dipingerlo nelle sue declinazioni? E quando?

FMS: Questa è la seconda mostra che ho realizzato per Nipponbashi. In Italia ci sono solo due tipologie di eventi legati al Giappone e alla sua cultura: o eventi troppo settoriali e specifici o eventi assolutamente di massa. Nipponbashi vuole collocarsi invece a metà di questo spettro, per agevolare la conoscenza del Giappone e al contempo mantenere un adeguato standard qualitativo e culturale. L’anno scorso a Lucca – presso gli spazi espositici della “Japan Town” – abbiamo portato il materiale originale di Evangelion e una mostra legata alla tradizione iconografica dei “Cento Spettri”, realizzata da me. Quest’anno abbiamo portato materiale da “L’Attacco dei Titani”, e i miei quadri sull’Iki.

FD: Che tecnica usi? Pittura a olio, tecniche miste?

FMS: Per lo più olio, ma anche tecnica mista. Le mie sono per lo più tele a olio, e anche qualche schizzo a acquarello e chine. C’era anche un acrilico, ma non è esposto qui a Lucca.

FD: Da quanto tempo dipingi?

FMS: Ho iniziato a dipingere quando ho esposto per l’associazione Nipponbashi, due anni, due anni e mezzo fa. Dopo dieci anni passati come illustratrice per l’infanzia e i giochi di ruolo. Mi piace molto.

FD: Due anni? Complimenti allora. Hai una tecnica a olio che sembra frutto di lunga esperienza. Ci sono opere veramente belle.

FMS: Grazie molte.

FD: Ci piacciono molto le tue dame, non vorremmo dire “geishe”, per carità… da dove nasce la donna ritratta da Francesca Marina Costa?

FMS: Puoi dirlo, invece, tranquillamente. La mostra è sulla geisha e sulla “Donna Iki”. Precisato che la Geisha non è una prostituta, non può esserlo – i miei quadri raffigurano sia delle geishe, sia delle “donne iki”. La donna iki può essere una geisha. In tale veste la geisha è la bellezza impeccabile, perfetta. Non troveremo mai una geisha con un capello fuori posto, con un dettaglio che non sia perfetto. Mentre la donna iki può anche permettersi l’imperfezione, anzi, il disordine naturale è il segreto della bellezza della donna Iki.

FD: William Shakespeare ha detto che “la bellezza è nel giudizio dell’occhio” (Pene d’amor perdute, IV, 3). Sei mai stata in Giappone? Come ti documenti per i tuoi lavori? Che riscontro hai presso i giapponesi e presso gli italiani appassionati di Giappone.

FMS: L’anno scorso, approfittando delle ferie; ma avevo da seguire e curare la precedente mostra sui cento spettri, o demoni-mostri: gli “Yokai”. Quella mostra è stata apprezzata a livello di inquietudine dai giapponesi che l’hanno vista, si vede che ho toccato le corde giuste. Invece questa mostra sulla donna iki ha riscontrato più successo presso il pubblico italiano, non solo per la tecnica pittorica, ma anche per il discorso culturale che c’è dietro. Una ricerca fatta consultando opere a stampa, internet e anche alcuni esperti del settore, conosciuti tramite Nipponbashi.

FD: Quando è nato l’amore tra Francesca Marina Costa e il Giappone? C’entra l’Iki? C’è stato un momento preciso, una situazione: un libro, un film, una lettura, un’immagine?

FMS: (Sorride) Allora… non vorrei perdermi nella domanda… ecco io non sono una nipponista, una studiosa accademica del Giappone. Ci tengo a precisarlo. Io conosco il Giappone a livello puramente personale, da appassionata e come pittrice. Io credo che il Giappone faccia già parte della nostra cultura, a livello inconscio. Da qui l’interesse specifico per gli Yokai, i mostri. L’interesse è nato per ogni forma d’arte e dalla mia voglia di capire sempre che cosa ci fosse dietro quello che vedessi. A un certo punto ho scoperto che ogni forma artistica è una ricerca dell’autoperfezionamento e di un’estetica che non dovrebbe mai agirsi per sé stessa. Anche per noi occidentali.

FD: Esiste un posto per la donna-guerriero nell’Iki?

FMS: Le tre figure idealmente emblematiche dell’Iki sono la geisha, il samurai e il bonzo. Se ci sono state donne-samurai, a naso, a spanna, ti direi di si. Con la presidentessa di Nipponbashi abbiamo deciso proprio di esplorare la prima di queste figure, e poi eventualmente di proseguire con un progetto triennale, magari su bonzi e samurai.

FD: Ti ringraziamo molto a nome di Letteratitudine. Se questi sono i risultati… non devi che insistere, e complimenti ancora.

FMS: Grazie a voi, di cuore.

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Incontro con FRANK CHO http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2016/11/14/incontro-con-frank-cho/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2016/11/14/incontro-con-frank-cho/#comments Mon, 14 Nov 2016 15:02:44 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=7355 Risultati immagini per lucca comics & games 2016Sull’onda lunga di Lucca Comics & Games 2016 (svoltosi dal 28 ottobre al 1 novembre), pubblichiamo un nuovo contributo – da Lucca – del nostro inviato Furio Detti, collaboratore di Letteratitudine nell’ambito della rubrica “Graphic Novel e Fumetti (photo credits dello stesso Furio Detti).

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Pin Up, animali e preti mancati

Frank Cho, maestro in mostra e in vista a Lucca Comics “Gold” ci racconta al Press Café delle sue contestate fanciulle, del destino dei fumetti creator owned, del suo futuro nelle nuvolette e di una carriera religiosa stroncata sul nascere.

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di Furio Detti

Frank Cho (Liberty Meadows, The Avengers, Shanna, Skybourne) è un altro grande nome di questa Lucca “Gold edition”, ospitato anche in mostra a Palazzo Ducale. Dopo i saluti e i ringraziamenti l’ufficio Stampa di Lucca Comics apre con una domanda sulle origini di *Liberty Meadows*.

Quando è arrivata la scintilla iniziale dell’idea? Cho racconta che all’epoca era alle scuole superiori e si era inizialmente ispirato alle strisce di Berkeley Breathed, *”Bloom County”*, per realizzare la sua prima serie a strisce, intitolata *Everything but the Kitchen Sink.* Quando è arrivato all’università, la serie si è chiamata *University Square*, per poi trasformarsi gradualmente in quello che è adesso, cioé *Liberty Meadows*. Un po’ come l’I-Phone che cambia anno dopo anno di versione in versione. Sul dilemma: donna spogliata o no? Cho sfodera la sua inconfondibile ironia. Concorda sull’idea che ogni protesta sul nudo femminile sia un po’ la medesima ipocrisia che cambia travestimento nel tempo: prima come pruderia bigotta e puritana della vecchia America, ora come ossessione femminista e politicamente corretta dell’America nuova, “liberal”. «In effetti – prosegue Cho – ho notato che tutti quelli che se la prendono con me per le mie “ragazze”, in *Liberty Meadows* e altrove, appartengono a due opposti schieramenti: i perbenisti ultra bigotti e conservatori e i moralizzatori ultraliberali del politicamente corretto. Mi sparano da due fronti opposti, ma sembrano rappresentare le due facce di una stessa moneta: tutti e due odiano e detestano le stesse cose che disegno. Questa situazione è assolutamente affascinante e per me molto divertente!» Quale paladino del fumetto *Creator Owned* Cho considera questa formula vincente nel lungo periodo e specialmente adesso: «Una bella domanda, questa, sul futuro dei progetti *creator owned*. Da un punto di vista tecnologico adesso le cose sono molto più semplici per chi si autoproduce e si autogestisce, si va dai siti e portali internet al print-on-demand. Io penso che i progetti *creator owned* aumenteranno e prospereranno nel tempo. Succede già adesso. Io sono stato sotto contratto Marvel per 14 anni, quando il mio contratto è finito, mi sono trovato in numerosa compagnia. Credo che la formula *creator owned* sia il futuro, adesso.»

Sul suo genere principe, dal punto di vista autoriale, Cho ritiene che se impari a scrivere un buon comedy – cosa estremamente difficile da apprendere – allora poi ti riesce facile tutto. Le differenze tra dramma e commedia? «Ho sentito dire che la commedia è *piegare* la vita, mentre il drammatico la *rompe*. Per questo io amo la commedia, mi è proprio congeniale. Se il dramma ci sta… beh, no: continuo a preferire il comedy.»

Sul suo supereroe preferito Cho è spiazzante: «Vi sembrerà paradossale, ma io non ho il tempo per leggere fumetti! Se dovessi scegliere fra uno dei supereroi, comunque sceglierei un classico; non amo molto i supereroi attuali, cari ai *millennials*, che trovo un po’ da ragazzini piagnucolosi. L’eroe è l’eroe e basta. Io faccio parte della vecchia generazione che ama vedere i supereroi combattere i supercattivi, non farsi la guerra fra loro!» – e qui ci sta tutta la frecciata per le possibili *Civil War* in casa Marvel. «E comunque – conclude – basta che sia una supereroina, e sia carina!» Sul rapporto tra fumetti e cinema, tra fumetti e media e la moda recente del comic-movie, Cho racconta che a suo tempo *Liberty Meadows* era stata opzionata per tre anni dalla Sony per un cartone animato. Ne uscì un episodio pilota. Quando però in casa Sony cambiarono le teste sul ponte di comando, tutto il progetto finì su uno scaffale polveroso. E ci sta ancora a contratto chiuso. I produttori che terminarono il pilota abbandonarono la Sony e nessuno di quelli che giunse dopo era intenzionato a portare avanti il cartone. Comunque «Adesso ci troviamo in un’età dell’oro per i fumetti e i media. Conosco parecchie persone del settore a cui non piace questo, ma credo che in questo caso valga l’adagio: “La marea che sale, fa salire tutte le barche.” Penso in pratica che questa sia un’età destinata a far crescere tutti i fumettisti e che questo interesse per le trasposizioni su cinema e TV o Internet sia una gran cosa.» Sulla sua mancata avventura con Hulk, Cho racconta che prima della scadenza del suo contratto, a quattro numeri da terminare, la Marvel gli aveva proposto di lavorare su “Hulk”, lui aveva presupposto che si trattasse di She-Hulk. Scoperto che si trattava invece del classico alter ego di Bruce Banner , Cho ha declinato. «Hulk non mi piace moltissimo, anzi lo trovo un personaggio limitato.», ma era anche tentato – d’accordo con gli sceneggiatori – di mandare in pensione Bruce Banner e dedicarsi a un nuovo Hulk, più vivace, meno cupo. Ma non ne uscì nulla.» Sulla sua ultima creatura, *Skybourne*, Cho racconta che si tratta di un “divertimento” che mescola Highlander, Indiana Jones e il fantasy religioso-mistico, senza dover necessariamente prendere sul serio le ambientazioni bibliche o religiose citate nella storia. Thomas Skybourne sarebbe uno dei tre figli di Lazzaro (gli altri due: Abraham e Grace), il risorto più celebre di Cristo, che – dotato di superpoteri e dell’immortalità – decide di rinunciare al suicidio e di proteggere i dogmi della chiesa cattolica e salvare il mondo, utilizzando anche artefatti storici, fra cui la celebre spada Excalibur, l’unica in grado di uccidere la progenie di Lazzaro. L’arcinemico in questione sarebbe nientepopodimeno che Mago Merlino. Interrogato sul senso “religioso” della storia – scritta addirittura dieci ani fa – Cho punta sul deciso *understatement*: non c’è nulla di serio nella storia. La religione è solo lo sfondo per una bella storia di pura azione, una miniserie di cinque albi pubblicata da Boom!Studios, la cui pubblicazione è ancora in corso. Tanto che Cho confessa: «Non mi vedrete molto in giro la sera, qui a Lucca. Mi sono persino portato la tavoletta grafica in albergo perché sto letteralmente lavorando al terzo numero.» Terminata la prima, ne dovrebbero uscire più miniserie, sul modello di *Hellboy*; Cho si è pentito, fra l’altro, di non aver dietro con sé, al press café, alcuna copia del fumetto.

Interrogato ancora sulla religione e sul suo fumetto, Cho si congeda raccontando un gustoso aneddoto personale:

«OK non so se devo raccontarvi tutto questo. Mia madre mi ammazza, ma tant’è… La mia famiglia è sempre stata cattolica, molto religiosa, e mia madre sopra tutti. Mi riteneva popolare, dotato di humour, capace di parlare e relazionarmi con le persone, tutte qualità secondo lei destinate a fare di me il prete perfetto. Mia madre ha quindi sempre insistito perché divenissi a ogni costo un sacerdote. Beh, io ovviamente non avevo lo stesso progetto. Oltretutto, mano a mano che crescevo e disegnavo bellezze decisamente spogliate, mi rendevo conto che tutto questo non collimasse proprio con una carriera religiosa! Ma mia madre insisteva e insisteva. Finché a un certo punto non è tornata alla carica verso la fine delle mie scuole superiori. Aveva intenzione di propormi la carriera del seminario. Un certo giorno, un pomeriggio, più infervorata del solito, mia madre mi convoca in salotto e mi dice: “Frank, tu studierai da prete!”. E non sembrava proprio una proposta… A quel punto io, non trovando altra ragionevole via d’uscita, ne ho abbastanza e le replico con tono deciso:
- ”Mamma, io non posso fare il prete!”
- ”E perché no?!?” mi domanda lei.
- ”Perché non  sono omosessuale!” (applausi e risate!)
A quel punto mia madre perde veramente le staffe. Non l’avevo mai vista così incazzata! Inizia a gridare, mi sbraita contro, strepita come una pazza. Tanto che accorre mio padre, che se ne stava altrove in casa per conto suo, attirato dal casino:
- ”Ma che sta succedendo?”
Mia madre, sempre fuori di sé, gli intima:
- ”Devi parlare con tuo figlio, devi farlo ragionare. Fai ragionare tuo figlio! Fallo ragionare!”
- ”Ossia?”, chiede mio padre.
- ”Gli ho detto che sarebbe un prete fantastico.”
E mio padre la gela per sempre:
- ”Farne un prete? Perché? Il ragazzo è sano, è a posto. Non c’è nulla che non gli funzioni all’uccello!”
Così mio padre ha passato il mese successivo sul divano (risate!). In compenso mia madre però ha rinunciato per sempre alla mia carriera religiosa.»

…non senza aggiungere: «Mi scuso con tutti i preti presenti in sala per aver raccontato questa storia familiare.»

Le nostre domande:

LET: Hai realizzato strisce con personaggi che hanno ormai una certa longevità. Come intendi gestire il loro “invecchiamento”, resterai legato al personaggio sempre giovane come hai fatto finora, o introdurrai un’evoluzione e persino la senescenza dei personaggi come fanno altri artisti, quali per esempio Trudeau con *Doonesbury*?

Cho: In *Liberty Meadows* faccio parte di quella scuola di pensiero che vuole “sempre giovani” i personaggi, ma voglio anche far sì che si percepisca un certo passare del tempo, un’evoluzione storica non del loro “corpo”, ma delle loro relazioni reciproche, lì voglio che il passare del tempo renda un servizio alla storia di *Liberty Meadows*.

LET: Per quanto riguarda la collaborazione con altri autori e sceneggiatori, intendi uscire dalla sfera del tuo lavoro individuale? Stai valutando l’ipotesi di lavorare a progetti altrui, magari nel medio o lungo termine?

Cho: Er… No. (ridiamo tutti!) Ora mi trovo in una di quelle fasi della mia carriera in cui nel corso degli anni ho scritto letteralmente almeno dodici storie che vorrei realizzare, e finché non avrò finito con quelle non intendo affrontare collaborazioni. Detto questo, il mio amico Tom Sagaski ha in mente una storia a cui mi piacerebbe molto collaborare: Ghost Dog. Una specie di comedy-horror paranormale che mi diverte molto, per cui la mia lista delle cose da fare è: finire il mio *Skybourne*, collaborare a Ghost Dog, realizzare le mie dodici storie nel cassetto e… poi vedremo. Mi ci vorrà un bel po’ di tempo prima di collaborare con uno sceneggiatore.

(Lucca 30 ottobre 2016)

* * *

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DIABOLICHE COMPARSE http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2016/11/07/diaboliche-comparse/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2016/11/07/diaboliche-comparse/#comments Mon, 07 Nov 2016 15:04:58 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=7349 Risultati immagini per lucca comics & games 2016Sull’onda lunga di Lucca Comics & Games 2016 (svoltosi dal 28 ottobre al 1 novembre), pubblichiamo un nuovo contributo – da Lucca – del nostro inviato Furio Detti, collaboratore di Letteratitudine nell’ambito della rubrica “Graphic Novel e Fumetti (photo credits dello stesso Furio Detti).

* * *

DIABOLICHE COMPARSE

Un esperimento “social”, una nuova serie e la nascita di una piattaforma digitale per il fumetto: la Niwaen Srl presenta la sua distribuzione per mobile e le serie “Daimon Core” e “Il Regno di Mezzanotte”. Intervista a Giuliano Pagliaro, ideatore del progetto.

Furio DETTI per Letteratitudine: Come pare avete iniziato una nuova serie, *Daimon Core*. La state lanciando a Lucca o avete già iniziato da qualche tempo?
Giuliano Pagliaro: La casa editrice **Niwaen** nasce nel 2014 con un progetto ben preciso: rinnovare la vendita e la distribuzione dei fumetti. A dire il vero la novità è che abbiamo deciso di lanciarci con una nuova piattaforma di distribuzione di fumetti come contenuti esclusivamente digitali, niente cartaceo. Il cartaceo ci sarà, ma sarà solo per la distribuzione limitata in fiera per appassionati e collezionisti. Noi abbiamo deciso sin dagli inizi di distribuire in digitale fumetti; opere fruibili su mobile, tramite una piattaforma e una tecnologia inventate da noi. La novità “lucchese” è che presentiamo in anteprima solo adesso questa piattaforma che entrerà a regime con le pubblicazioni – prevediamo – verso Natale di quest’anno.

LET: Viene da pensare subito ai punti deboli della distribuzione digitale, che è stato un esperimento tentato da anni nell’editoria con fortune alterne e che – per adesso – non sembra aver sconfitto, a parte la generale e costante riduzione del numero di lettori, e salvo casi specifici, il cartaceo, che nel fumetto e nel libro resta ancora il mezzo dominante per volume e vendite. Come pensate di fare la differenza?
GP: Punti di forza della distribuzione digitale ce ne sono tanti. In particolare – come per il cartaceo – noi abbiamo cercato di mantenere la “non copiabilità” del prodotto. Se consideri il cartaceo, acquistando un’opera a stampa, tu acquisti un bene che non puoi copiare facilmente con le medesime caratteristiche. Puoi prestarlo, cederlo, venderlo, ma non è agevole copiarlo, perlomeno con la stessa qualità e aspetto. I nostri fumetti digitali seguiranno la stessa logica, sotto questo fronte. Sulla nostra piattaforma il fumetto acquistato non sarà copiabile, ma sarà vendibile, cedibile e persino prestabile a tempo, secondo il desiderio dell’acquirente. Proprio come se fosse un volume di carta. Il nostro fumetto digitale sarà “numerato”, nel senso che sarà distribuito in un numero di esemplari fisso e stabilito. Solo inizialmente, per motivi promozionali e di diffusione, abbiamo implementato le copie illimitate; ma prevediamo che con la piattaforma a regime e con le sedici-venti opere in catalogo attiveremo da subito la distribuzione di esemplari a “tiratura” limitata. Come se fossero opere a stampa. Si creerà una sorta di borsino virtuale con cui sarà possibile acquistare e rivendere il fumetto online.

LET: Quindi una logica di scambio virtuale che mima le regole e il limite dell’offerta del cartaceo…
GP: Esattamente. Ci saranno i DRM per inibire la copia, ma, se lo desidera, l’acquirente potrà davvero prestare a un amico il fumetto acquistato, potrà stabilire il lasso temporale in cui il destinatario del prestito potrà avere sul proprio dispositivo l’opera, che ovviamente non sarà, in tale periodo, più fruibile sul dispositivo del prestatore. Finito il prestito, l’opera digitale “ricomparirà” come se niente fosse sul dispositivo dell’acquirente originario. In pratica abbiamo eliminato dal prestito lo spiacevole fenomeno del “libro prestato che non torna più”. Inoltre si apre la strada al collezionismo di un’opera digitale, per chi vuole accaparrarsi una copia unica.

LET: Interessante, ma sembra un po’ complicato… Andiamo a Daimon Core, la serie che presentate a Lucca.
GP: *Daimon Core* è il progetto principe che stiamo lanciando ora a Lucca, insieme a un altro progetto *Il Regno di Mezzanotte*. Daimon Core mi riguarda più direttamente, mi sta particolarmente a cuore, perché è proprio una mia creatura, che sto scrivendo e ideando col supporto di altri sceneggiatori. Mentre *Il Regno di Mezzanotte* è una serie inventata da **Massimiliano Grotti**, ambientata in una sorta di “paese dei balocchi” onirico che controlla e determina la creatività e l’ispirazione nel mondo reale. Una serie raffinata, un po’ filosofica e certo non per bambini.

LET: Potremmo definirla un *dark fantasy*?
GP: Abbastanza. Mentre per *Daimon Core* parliamo di una specie di *steam fantasy*, se proprio vogliamo dargli un’etichetta. In realtà abbiamo pensato a un universo distopico: la vicenda chiave parte nel Novecento, e riguarda il ritorno degli déi precolombiani sulla Terra, déi che erano stati cacciati dagli Spagnoli. Dèi che tornano e respingono le popolazioni delle Americhe in Europa, causando un’era di caos, invasione e sovrappopolazione. Io sono un appassionato di storia e mi sto divertendo molto nello scrivere questa serie.

LET: Che riscontro avete avuto qui a Lucca Comics, per quanto al secondo giorno di fiera?
GP: Abbiamo presentato il nostro progetto oggi, proprio aspettando il 50° di Lucca, ma tutto era in strada da due anni. Non ci stiamo “sbottonando” tanto per ovvie ragioni, ma sondiamo già l’interesse. C’è molta gente, del settore e del pubblico, interessata a noi e questo non ci fa che piacere. Tra l’altro abbiamo inventato la promozione che consiste nel trasformare il pubblico nei personaggi del nostro fumetto. Stiamo creando un database fotografico con centinaia di “comparse” fumettistiche.

LET: Me compreso. Vuoi spiegarci meglio?
GP: Dando naturalmente il necessario consenso informato legale, il pubblico si fa fotografare nel nostro stand lucchese; quindi i nostri autori daranno la faccia di quella persona a un personaggio della nostra storia, in base alla caratterizzazione e alla sceneggiatura. Quando l’alter ego – o l’avatar fumettistico, per riprendere un parallelo cinematografico – della persona reale “entra in scena”, cioé in vignetta, noi via email avvisiamo chi ha prestato il volto che il “suo” personaggio è comparso nella tal puntata della serie.

LET: Un modo simpatico per soddisfare la voglia di protagonismo delle persone e lanciare una serie. Tra il serio e il faceto, un modo ironico per scherzare sulla “autoschedatura” indotta dai social.
GP: Certo, ma qui diventate eroi e nemici di *Daemon Core*. Un lato ludico, un aspetto customizzabile, un gioco di interazione tra realtà e fumetto.

LET: Come e quando vi è venuta l’idea?
GP: Al MessinaCon, il festival del fumetto di Messina. Ci siamo accorti che c’era una gran voglia di protagonismo. Un modo simpatico per coinvolgere il pubblico. Nelle piccole fiere ha funzionato. C’è la voglia di lasciare un segno, e non è necessariamente qualcosa di negativo o narcisistico. Noi diamo la possibilità di farlo a tutti, non necessariamente facce belle, ma interessanti. Poi vi confessiamo che le nostre comparse non dureranno a lungo e faranno tutte una fine orribile…

LET: Nel fumetto…
GP: Ovviamente (ride).

LET: Come si chiamerà la vostra piattaforma?
GP: Hypercomix.

LET: Avete prima verificato lo “stato dell’arte” nelle piattaforme dedicate ai comics? Per esempio anche un grande autore – David Lloyd, il creatore visivo di V for Vendetta – ha creato la sua piattaforma di distribuzione digitale, chiamata “Aces Weekly” (lo abbiamo intervistato tempo fa proprio a Lucca a riguardo). Non temete di sovrapporre le iniziative?
GP: Le conosciamo. Per esempio il nostro attuale e unico, diretto competitor è Madefire, almeno per quanto riguarda il tipo di prodotto. Noi crediamo di offrire qualche cosa in più. Madefire ha iniziato prima e ha realizzato dei prodotti multimediali molto competitivi, ma ancora legati al sistema a scorrimento continuo delle tavole. Fai un click e vai avanti, tavola dopo tavola. Nel nostro caso c’è un’interattività più profonda: è possibile interagire anche con alcuni elementi presenti nella tavola, come pulsanti da premere, cani da non svegliare, oggetti da prelevare… Un’interatività che non c’è nei prodotti attualmente sul mercato. Noi cerchiamo di sfondare la griglia grafica.

LET: Come vi siete mossi fra autori e tecnici per realizzare la vostra piattaforma?
GP: Io vengo dal mondo del cinema. Ho lavorato con Pieraccioni, e altri. A un certo punto mi sono reso conto che i margini di guadagno e soprattutto di soddisfazione professionale si assottigliavano anno dopo anno. Ho quindi deciso di rispolverare il mio amore per il fumetto. Avevo delle conoscenze nelle sonorizzazioni audio, negli autori/sceneggiatori e nei fumettisti (sono figlio d’arte, di una scultrice e pittrice e di un arredatore); insomma mi sono accorto di saper trovare e scegliere mani e teste felici per mettere in piedi questo progetto. Attualmente la Niwaen è una società con otto dipendenti e decine di collaboratori esterni, a progetto, a cui per esempio affidiamo le traduzioni dei nostri fumetti. Più altre collaborazioni esterne.

LET: Prevedendo il lancio ufficiale e operativo per Natale, possiamo dire che state ancora testando?
GP: Sì. Ci siamo già presentati al pubblico lucchese qui all’Oratorio San Giuseppe e abbiamo visto che il pubblico condivide l’interesse e l’emozione legata a questa nostra umile impresa. Abbiamo proiettato una preview del prodotto: un demone che si trasforma, un segmento di storia, e il pubblico prendeva appunti, era molto interessato. Testare sugli amici è un conto, ma avere un confronto col pubblico è il vero banco di prova.

LET: Non possiamo che farvi i complimenti per questo viaggio nel digitale e nelle emozioni dei lettori, per una scommessa che merita di essere lanciata. In bocca al lupo, quindi.
GP: Grazie a voi. Crepi il lupo e viva il lupo!

(Lucca 29 ottobre 2016)

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LUCCA COMICS 2016: JOHN CASSADAY E GABRIEL HERNÁNDEZ WALTA (disegnatori Marvel) http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2016/10/31/lucca-comics-2016-cassaday-e-walta/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2016/10/31/lucca-comics-2016-cassaday-e-walta/#comments Mon, 31 Oct 2016 13:38:04 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=7337 Risultati immagini per lucca comics & games 2016

È in corso l’edizione 2016 di Lucca Comics & Games (qui il programma – qui gli ospiti): dal 28 ottobre al 1 novembre.

È a Lucca, per conto di Letteratitudine, il nostro inviato Furio Detti che collabora con noi nell’ambito della rubrica “Graphic Novel e Fumetti(qui di seguito il contributo di Furio Detti, da Lucca, dedicato ai due disegnatori Marvel John Cassaday e Gabriel Hernandez Walta).

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[Articolo a cura di Furio Detti]

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Press Café 002

JOHN CASSADAY E GABRIEL HERNÁNDEZ WALTA: MONDO MARVEL, PRANZI PAGATI E SUPEREROI

Due autori per una colazione in un clima molto rilassato e disteso. Benché si giochi nel campo dei giganti (Marvel). Cassaday stesso incoraggia i giornalisti a farsi avanti: “Don’t be shy!”, “Non siate timidi.”

(Lucca, 29 ottobre 2016) – La prima domanda viene dall’Ufficio Stampa di Lucca Comics and Games – Lavorare entrambi in Marvel: quali aspetti apprezzate e invidiate l’uno dell’altro? Per Hernandez Walta il lavoro di Cassaday è ovviamente un notevole lavoro di storytelling, e la sua narrazione per immagini – a parte la qualità intrinseca a livello grafico e tecnico – emersa già ai tempi di *Planetary* è raramente superata da altri. Cassaday replica ricambiando i complimenti e riconoscendo al collega un’uguale abilità nello storytelling da *The Vision* e ricorda che entrambi hanno lavorato per la prima volta con Jeff Mariotte, verso cui entrambi hanno un debito di gratitudine a livello narrativo. Entrambi lavorano in Marvel ma su testate diverse: Avengers e X-Men, con una storia autoriale molto lunga: le differenze?
Lavorare sugli X-Men, mondo in continua evoluzione, facilita paradossalmente il lavoro e aiuta ogni autore a imprimere il proprio marchio caratteristico sui personaggi. Per esempio Hernandez Walta (nella foto accanto, n.d.r.) ricorda che c’era la volontà di portare le vecchie storie degli X-Men e riproporlo, raffinandolo con un tratto personale, con l’affetto individuale per i personaggi. Il personaggio preferito di Cassaday è Capitan America, ma negli X-Men vede anche lui uno sviluppo diverso. Walta ricorda che il suo personaggio favorito è… qualsiasi personaggio, anzi forse si è molto divertito a lavorare su *The Vision* perché non era il suo personaggio preferito, potendo disegnare senza fare le battaglie con il fan che è in lui. Diverso sarebbe stato lavorare su Wolverine, per esempio, come il Wolverine di Cassaday. Sul loro rapporto fra sceneggiatura e realizzazione visiva delle tavole, Hernandez Walta può parlare per *The Vision* e precisa che gli autori sanno che i disegnatori sono narratori a loro volta, narratori visuali, ma narratori essi stessi. E che lasciano ai disegnatori grande libertà. “Abbiamo sceneggiature scritte da autori che rispettano la nostra creatività e la lasciano libera di articolarsi.”
Cassaday (nella foto accanto, n.d.r.) pensa che tutto dipenda dal rapporto con l’autore, conferma che è necessario un lavoro di empatia e di squadra che valorizzi la libertà narrativa da entrambi i lati: “In *Planetary* avevo per il primo numero una narrazione/sceneggiatura molto descrittiva, poi l’autore mi ha lasciato meno indicazioni, fidandosi di me. E io di lui. Chiaramente devi sapere con chi hai a che fare. Alcuni autori sono molto descrittivi, ma io non mi trovo a loro agio con questo tipo di sceneggiatura. Non posso lavorare sotto dettatura e non amo le sceneggiature iperdettagliate. Voglio essere parte creatrice di quel mondo e descriverlo a mia volta. Con me la sceneggiatura maniacale non funziona.” Cassaday passa poi a Star Wars, all’universo espanso e conferma che ha come riferimento per il suo lavoro la Marvel e non le serie “espanse” di Dark Horse, anche quando era ragazzo. Interrogati sul fatto di lavorare per un colosso come Marvel e su cosa questo abbia significato per loro a livello personale, artistico e emotivo la prima volta, Cassaday e Hernandez Walta ritengono rispettivamente che la cosa sia arrivata in modo imprevisto, ma non così repentino da sconvolgersene e che lo stupore per la propria fortuna artistica si ripropone nel tempo, semmai, lavorando concretamente. “Tutti siamo cresciuti leggendo le serie Marvel (o DC) e amando i loro supereroi. Quando ci sono arrivato ci sono comunque arrivato per gradi e con serie periferiche, sperimentali, western, e altri lavori come *Planetary*, senza affrontare le serie storiche da subito – come gli X-Men su cui lavoro attualmente; è stato tutto molto graduale, inaspettato, ma decisamente modulato nel tempo. Ero diventato del resto così pieno di impegni da non avere troppo tempo per pensare che ‘Wow, sono un autore Marvel, adesso. Lo *sto facendo.*‘. In sei mesi ero passato dal proporre il mio portfolio al ComiCon di SanDiego alla Dark Horse e altri, a avere così tanto lavoro per i prossimi dieci o vent’anni da non riuscire a connettere sul serio. In questi frangenti devi necessariamente acquisire un certo distacco professionale, a guardare tutto da fuori.” (Cassaday); “Io amo essere in Marvel. Ma più ancora amo disegnare. Per me essere un autore Marvel è parte del tutto, non potrei mai separare l’essere un autore Marvel dal lavoro come un ‘qualunque’ fumettista. Per me sarebbe lo stesso. Mi piace fare fumetti, che lo faccia a Lucca (amo Lucca e sono felice di essere con voi, qui!), per Marvel o per me stesso, è abbastanza marginale rispetto al piacere di disegnare per disegnare. Certo, una volta, che stavo colorando la cintura di uno dei personaggi – con l’inconfondibile Logo X – mi son detto: “Accidenti! Sto *davvero* disegnando gli X-Men”. Ci sono questi piccoli momenti in cui ti arriva questa consapevolezza di colpo. A quel punto il fan salta fuori e si entusiasma. Però sono momenti, molto molto premianti, ma in una routine lavorativa di 14 ore giornaliere sono anche molto fugaci. Mia figlia ama il mio lavoro in Marvel, ma sono momenti.” (Hernandez Walta). Sul ruolo fra tecnologie e lavoro personale, sull’impatto che hanno avuto i nuovi media e metodi lavorativi i due hanno un punto di vista diverso.
Cassaday: “Io vivevo a New York. E quando un tempo portavo la pila dei miei disegni all’editore o in redazione, si complimentavano e finivo a pranzo con loro. C’era un contatto diretto, umano, che portava a pranzo insieme. Ora che scansiono e spedisco tutto via Internet, mi trovo bene ugualmente. Si complimentano sempre come prima, però ho perso i pranzi pagati! (ridiamo)”
Hernandez Walta: “Per quanto riguarda la tecnica, io disegno ancora tradizionalmente a matita, io vivo in Spagna, quindi ringrazio di poter spedire tutto via web e interfacciarmi velocemente via email con gli editori (dopo almeno averli incontrati di persona una volta) e di non dover mandare tutto in bustoni via corriere come faceva – e mi raccontava – Carlos Pacheco. Per me va molto bene, con la tecnologia.”

La nostra domanda:
Per Cassaday: Hai lavorato su una storia di terrore e violenza chiamata *Io sono legione*, ambientata nel passato e durante la II Guerra Mondiale. Chi potrebbe oggi dire “Io sono Legione”?
“Legione è la storia del controllo sulla massa di persone che obbediscono passivamente per sostenere un disegno malvagio. Chi potrebbe vincere oggi la gara del cattivo? Sarebbe facile dire: ‘Forse i sostenitori di Trump?’ (risate) Ma potrebbero essere i media, l’economia… Oh beh, che ho detto? Beh: i supporter di Trump.”

Per Hernandez Walta: Hai lavorato in diverse produzioni: quale è la difficoltà nel collaborare con tante case editrici e nel mercato internazionale? Quale è la difficoltà? Ti sei mai pentito di qualche scelta a livello editoriale?

“Sono sempre andato piuttosto d’accordo con gli editori. Quando mi presento a un editore lo faccio sempre col mio portfolio, quindi loro sanno cosa aspettarsi da me. E’ tutto molto trasparente, in questo senso. Quanto alle scadenze, beh, lavorare come professionista per grandi realtà come la Marvel che ha un sistema produttivo collaudato ma consistente, stretto e tirato, è parte del mestiere: sai che sarà dura e sai cosa aspettarti in termini di ritmo di lavoro. Non è certo una sorpresa.”

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LUCCA COMICS 2016: intervista a FABIANO AMBU (disegnatore Sergio Bonelli Editore) e FRANCESCO ABRIGNANI (disegnatore Disney) http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2016/10/31/lucca-comics-2016-ambu-e-abrignani/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2016/10/31/lucca-comics-2016-ambu-e-abrignani/#comments Mon, 31 Oct 2016 13:32:06 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=7338 Risultati immagini per lucca comics & games 2016

È in corso l’edizione 2016 di Lucca Comics & Games (qui il programma – qui gli ospiti): dal 28 ottobre al 1 novembre.

È a Lucca, per conto di Letteratitudine, il nostro inviato Furio Detti che collabora con noi nell’ambito della rubrica “Graphic Novel e Fumetti(qui di seguito il contributo di Furio Detti, da Lucca: l’intervista a Fabiano Ambu (disegnatore Sergio Bonelli Editore) e Francesco Abrignani (disegnatore Disney).

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[Articolo a cura di Furio Detti]

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LA FORZA DELL’ “AUTOREDITORE.”  IT COMICS, OLTRE L’AUTOPRODUZIONE E PRIMA DELLA MAJOR

Intervista a Fabiano Ambu (disegnatore Sergio Bonelli Editore) e Francesco Abrignani (disegnatore Disney), anime, cervelli e “poliziotti” di una nuova casa editrice molto particolare

(Lucca , 29 ottobre 2016)

Furio Detti per Letteratitudine:
Complimenti per il curriculum e per le case con cui lavorate. Cosa vi ha spinto a affiancare il lavoro con gradi nomi dell’editoria – e prassi lavorative ben collaudate e anche piuttosto rigide, strutturate – con una realtà diversa quale ITComics? Che differenze ci sono?

Fabiano Ambu (foto a sinistra): L’ambizione di creare personaggi propri. Io e Francesco abbiamo creato questa etichetta proprio per essere liberi di realizzare i “progetti nel cassetto” nostri e di altri autori. Io lavoro per Dampyr, personaggio che ho amato da sempre, ma ho anche questo desiderio da parte…

Francesco Abrignani: Lo stesso anche per me. Che è quello che poi ogni autore sogna, a un certo punto della sua carriera: investire liberamente in un proprio progetto. Io e Fabiano siamo quindi con ITComics diventati autori e contemporaneamente “pseudo-editori”, ossia abbiamo deciso di avviare e coordinare un progetto di questo tipo. Abbiamo in questa veste una visione più obiettiva fra progetto autoriale e aspetto editoriale/commerciale e distributivo.

LET: Come mai avete adottato la soluzione degli albi individuali a prezzo più che contenuto, invece di – per esempio- creare una rivista/contenitore di più progetti?

FAb: Con gli albi singoli è più facile valorizzare il singolo autore e progetto. Ci è sembrata anche la soluzione migliore e più economica sul fronte della distribuzione e dei contatti con il nostro canale preferito: le fumetterie.

FAm: Con l’albo singolo seguiamo meglio ogni autore. Che è quello che vogliamo: dare più importanza all’autore, e abbiamo un maggior controllo su tutti gli aspetti: creativo, di editing e redazionale. Abbiamo una qualità buona anche a livello di stampa a colori e veste grafica e manteniamo costi ridotti. A vantaggio e alla portata di tutti. Possiamo anche seguire meglio il gradimento del pubblico, progetto per progetto, in modo puntuale.

LET: Avete una linea editoriale? Come nascono le storie? Come gestite le relazioni con i singoli autori? Vi riunite insieme o scegliete di mantenere ogni progetto sulla sua traiettoria?

FAm: La libertà dell’autore è completa. Non imponiamo linee editoriali. Disney e Bonelli hanno giustamente le loro linee e concezioni, più strutturate. Giustamente sono editori puri. Noi, essendo autori, e quindi più rivolti agli autori, affianchiamo l’approccio statunitense, da Graphic Novel, quello più artistico, la sperimentazione… che è quello che autori e pubblico apprezzano di noi. Coltiviamo storie diverse. Secondo noi è così che può funzionare un certo tipo di discorso. E vediamo dai risultati che i lettori apprezzano.

FAb: Quanto alle storie, ogni autore è naturalmente diverso. Abbiamo differenze individuali, ma potremmo classificare i nostri autori in due categorie: quelli esperti, già “navigati” nel mestiere, che sanno come raccontare una storia già fruibile, senza il nostro intervento; e quelli che, pur validi e potenziali, o esordienti, necessitano di un aiuto per crescere e migliorare. C’è chi ci porta un portfolio e se ci piace, lavoriamo insieme. Quindi controlliamo lo storytelling e suggeriamo correzioni…

LET: Quindi fate un lavoro di editing, come le case editrici…

FAb: Ma non a livello di contenuti. Non diciamo mai a un autore “No, questo è troppo forte, questo non va bene per il pubblico…”, lavoriamo solo sulla modalità migliore di raccontare la storia che l’autore ha già scelto. Noi puntiamo a realizzare storie fruibili sul piano formale, strutturale, non contenutistico. L’autore, specie se giovane, tende a affezionarsi molto alle sue idee, e a volte pensa che certe soluzioni funzionino, ma può succedere che accada solo nella sua testa. Il nostro lavoro si ferma a questo: una guida nata dalla nostra esperienza. Io stesso sottopongo spesso il mio lavoro a amici e conoscenti del settore, anche se ho un bel po’ di mestiere fra le mani.

FAm: Su alcuni progetti in effetti, siamo intervenuti. Chiaro che offriamo una guida, ma più o meno ci conosciamo tutti nell’ambiente. Noi mettiamo a disposizione professionalità e esperienza. In altri progetti il nostro intervento è stato praticamente nullo. Non siamo l’alternativa a una casa editrice mainstream. Non lo siamo. Siamo semplicemente un editore indipendente, e questa è la nostra forza.

LET: Come vedete la situazione delle case indipendenti in questo periodo, in Italia? Collaborate con qualcuno? proposte per l’estero?

FAb: Qualcuno ci ha proposto di tradurre per l’estero i nostri albi. A noi interessa assolutamente. Abbiamo un bel riscontro e abbiamo notato che i lettori cercano qualcosa di diverso. Per esempio quest’anno abbiamo avuto una novità che è stata una vera sorpresa, con Slutky, un titolo molto autoriale che è piaciuto molto al nostro pubblico, soprattutto le donne, un pubblico inedito per noi. Anche Sladky è un’opera particolare, artistica, ha un gusto nuovo, strano e onirico, stralunato e surrealista; ha una sua storia di impatto, molto forte comunque. Questo ci fa piacere e ci incoraggia.

FAm: Noi speriamo che la fiducia arrivi anche dai lettori. A noi piacciono i lettori curiosi. Noi siamo un paese molto esterofilo. Ci piace quello che viene dall’estero e lo leggiamo avidamente; i lettori sono abituati al prodotto estero; ma a ITComics preferiamo proporre qualcosa di nostro. Nuovo e nostro. E se funziona, cerchiamo magari di esportarlo.

LET: Una delle ultime domande. Come fate a ricevere un riscontro, un *feedback*, dal vostro pubblico? Come fate a sapere se un’idea o un titolo è piaciuto più di un altro, a parte naturalmente i dati delle distribuzione/vendita?

FAm: La distribuzione è chiaramente il test principale: cosa vende e cosa no; cosa è più richiesto e cosa meno. Poi abbiamo le fiere. Lucca ci ha dato molto riscontro. Così come i siti che recensiscono fumetti. Per esempio Sladky è stato ancora un caso interessante: mandiamo un pdf di preview e vediamo se piace o no. E Sladky è piaciuto in sede di recensione. A Lucca abbiamo scoperto come e dove aggiustare il tiro con i nostri autori. Qui, per esempio, abbiamo verificato direttamente che alcuni nostri prodotti – non farò naturalmente il nome – non funzionano a livello di copertina. Il contenuto piace, ma la copertina non invoglia a sfogliare l’albo. Quindi possiamo intervenire. Sladky ci ha dato un riscontro clamoroso dal mondo del fumetto; l’autrice, Vortice Rosa, viene dal mondo dell’arte, ma il suo stile e la tecnica al di fuori del contesto comics ha avuto un gran riscontro nel mondo del fumetto.

FAb: C’è la ricerca del fumetto come oggetto piacevole, materiale, fisico, da esporre sul tavolo a casa. Si cerca un prodotto concreto e molti si affezionano all’albo in sé. Alzheimer è un’altra opera particolare, un misto illustrazione-collage che è più di design. Aggiungo che puntiamo molto sul mondo social per capire, anche se il riscontro faccia a faccia e il passa parola personale è impagabile. Sul social siamo più preparati di altri perché abbiamo un esperto che ci segue e sa leggere bene i dati dei social e delle analisi di mercato. Il punto di forza di ITComics rispetto alle autoproduzioni normali è la struttura: ITComics che ha alle spalle una struttura di persone abile anche nella lettura dei dati, nel commerciale e nella promozione/marketing. Naturalmente non esiste la ricetta magica (magari ce la dicessero…), però abbiamo una squadra di esperti che funziona e a me piace anche spiegare e convincere qualcuno a seguire i nostri progetti.

FAm: Abbiamo uno staff da editore. Vorrei aggiungere che noi riusciamo a far arrivare i fumetti alle fumetterie, a entrare in distribuzione prima delle fiere. Oggi come oggi è cruciale il contatto diretto con le fumetterie. Noi teniamo molto alle fumetterie come canale dominante.

LET: In base alla vostra esperienza e a questa avventura cominciata con ITComics: cosa funziona e cosa non funziona in questo tipo di fumetto? La serializzazione, i personaggi, la storia, i temi/filoni o le mode? Perché secondo voi alcune serie muoiono prematuramente?

FAm: Cosa funziona nelle nostre miniserie? Forse la diversità. Ogni nostro autore è diverso. Cosa non funziona? Nelle miniserie altrove fallite, a parer mio c’è stata la paura di osare davvero e sperimentare, provare. Certamente è una questione di numeri: noi di ITComics giriamo con tirature basse e un rischio editoriale quindi limitato sui singoli titoli, questo è un incoraggiamento al rischio autoriale. L’autore può provare a osare. Quello su cui forziamo tanto, io e Francesco, è la serialità, il fatto che i nostri autori producano con continuità, ritmo e costanza; non come in una major editoriale, ma su questo fronte abbiamo decisamente messo un po’ sotto i nostri artisti.

LET: Con la frusta…

FAm: Un po’ con la frusta, sì. Io sono il poliziotto cattivo e lui quello buono!

LET: E quando un autore non fa il bravo, che fa il poliziotto buono?

FAb: Lo manda dal poliziotto cattivo! (ridono)

LET: Noi di Letteratitudine vi auguriamo ogni successo. In bocca al lupo. Grazie e teneteci aggiornati. Grazie mille a…

FAm e FAb: Francesco Brignani e Fabrizio Ambu di ITComics.

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LUCCA COMICS 2016:intervista a Boban Pesov http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2016/10/31/lucca-comics-2016-boban-pesov/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2016/10/31/lucca-comics-2016-boban-pesov/#comments Mon, 31 Oct 2016 13:30:32 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=7344 Risultati immagini per lucca comics & games 2016

È in corso l’edizione 2016 di Lucca Comics & Games (qui il programma – qui gli ospiti): dal 28 ottobre al 1 novembre.

È a Lucca, per conto di Letteratitudine, il nostro inviato Furio Detti che collabora con noi nell’ambito della rubrica “Graphic Novel e Fumetti(qui di seguito il contributo di Furio Detti, da Lucca, con un’intervista a Boban Pesov, Youtuber e vignettista emergente).

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[Articolo a cura di Furio Detti]

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All’assalto dei “Giovani Merda”: intervista a Boban Pesov

Intervistiamo per Letteratitudine a Lucca Comics Boban Pesov, youtuber, fumettista e vignettista impegnato in una crociata contro il giovane pretenzioso da apericena e quartiere degli artisti, quello sempre impegnato, sempre con la conversazione ricercata e lo stile raffinato. Il nostro autore scatena l’odio e la matita, insieme a Amleto De Silva, e si concede qualche riflessione.

Boban Pesov: Grazie mille. Al momento mi definisco illustratore/vignettista, ma non escludo in futuro di fare anche fumetti…

-Hai avuto collaborazioni satiriche, al di fuori del circuito degli “Youtubers”?
Qualcosina, ma niente di rilevante. Mi piacerebbe anche pubblicare le mie vignette per qualche sito o rivista online, ma al momento, forse, non mi sono mai impegnato a proporre qualcosa. In effetti, dopo essermi ritagliato uno spazio su Youtube e con l’aumento dei followers fra il pubblico mi sono già trovato carico di lavoro e soddisfatto.

-Ci piacciono i nuovi media, ma un po’ ci dispiace che gli artisti passino più tempo a promuoversi/autopromuoversi sul web invece di potersi dedicare a tempo pieno alla loro attività artistica. Tu cosa provi a riguardo? Non senti il peso di presentare te stesso, o è ancora un divertimento?
Ogni tanto sì. Probabilmente adesso non vivo più questa situazione, perché mi arrivano parecchie proposte. Forse non tutte ideali per il mio tipo di lavoro, ma va bene. Diciamo che il disagio è una sensazione che appartiene al mio passato più che al presente. Agli inizi sentivo di più l’inadeguatezza; all’epoca non ero stilisticamente neanche cresciuto o sviluppato; e forse mi sentivo molto insicuro nel lanciarmi. Pian piano mi sono costruito un ruolo, dicendomi “Vediamo che succede…” sono stato un po’ “imprenditore di me stesso”.

-Per il tuo stile grafico verso chi ti senti debitore e cosa hai abbandonato col tempo?
Intendi lo stile? Ispirazione, non c’è stata. O meglio: sostengo che c’è, ma è un po’ random. Come Tarantino, che si ispira ai maestri (Leone, Scorsese, Hitchcock…), prendo un po’ qua e un po’ là a seconda del momento e del mio gusto. Ora non voglio equipararmi a Tarantino, ma l’idea, il concetto di base è un po’ quello: quando si vuole cercare una propria forma d’arte si cerca sempre di emulare tanti stili. Non ho voglia di legarmi a uno stile o a un autore specifico, come farebbe un fan, col rischio di copiare troppo. Se vuoi è anche la fortuna del principiante: si pesca un po’ da tutto senza neanche avere la competenza e la capacità dell’intenditore. Vedi tante cose e non approfondisci mai: cerchi di “rubacchiare”, in senso buono, positivo, naturalmente, da tanti maestri. Cerchi di emulare.

-Per quello che riguarda il tuo ultimo lavoro. *Il Dizionario illustrato dei Giovani Merda*, vuoi parlarcene? Come è nata l’idea di lavorare su questo concetto? Chi è il “giovane merda”?
Io sono sempre stato un po’ critico verso i giovani, e in special modo quelli più “cresciutelli”, i pre-30enni universitari o i 30enni postuniversitari che si lagnano che non c’è lavoro, ma non fanno un cazzo per trovarlo. Ovviamente io ho solo illustrato l’opera; l’autore è **Amleto De Silva** e con lui ho collaborato studiando le voci che lui preparava, mano a mano che scriveva. Ho ripercorso tale categoria di persone ovviamente con ironia e un miscuglio di critica verso la poliforme categoria del “Giovane Merda”. Nel dizionario ci sono ben dieci tipologie di personaggio. De Silva ci sa veramente fare: è pazzesco, pungente, ironico, preciso nel tempismo comico, e io mi sentivo veramente dentro il gusto di collaborare al suo progetto. Per me realizzare queste illustrazioni è stato un piacere. Ho anche sperimentato un nuovo stile che non adoperavo prima, un bianco e nero molto fumettistico, con qualche tono di rosso, per “spezzare” un po’. Chi acquisterà il libro capirà la struttura…

-Quale è stato lo scoglio, la difficoltà più grande del tuo percorso artistico?
Imparare a disegnare in digitale. Ancora non ci sono mica riuscito fino in fondo, come voglio io.

-Come mai?
Io sono sempre stato un fissato delle illustrazioni pittoriche, dettagliatissime e megafighe, dei videogiochi. Non mi sono mai impegnato a fondo, ma ho sempre provato il desiderio di arrivare a tale livello e portare quello che realizzo a mano, in analogico, a un adeguato o almeno comparabile livello sul digitale. Certi ci riescono; io ancora no. Non come vorrei, se non altro. Forse mi mancano le ore di lavoro e l’esperienza necessaria. Non mi sono mai allenato, per cui è una sfida che ho ancora davanti. Non ci ho ancora provato a fondo.

-Ci interessa sapere cosa vorresti fare in un futuro non immediato, ma sul medio, lungo periodo…
In questo “futuro anteriore” vorrei realizzare una graphic novel. OK? Lì vorrei tornare al disegno a mano. Poi si vedrà, a seconda dell’editore, ma sarebbe il mio sogno. Ho un paio di storie in mente… Per il futuro più prossimo, sto lavorando a un progetto di comic con un altro Youtuber, Victor Laszlo, un miscuglio tra cinema, web, qualcosa di carino. Stiamo sviluppando la storia, ma siamo agli inizi.

-Un anticipo?
Il protagonista sarà un vecchio bastardo cinico accompagnato da una spalla su cui non dico nulla.

-Ti ringraziamo moltissimo e in bocca al lupo per ogni tuo progetto. Ci piace il tuo lavoro anche se non siamo sempre d’accordo con i tuoi video, ma ti piace disegnare l’eroe di Breaking Bad. E per questo non possiamo non amare Boban Pesov.
Grazie a voi.

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LUCCA COMICS 2016: FRANK MILLER A LUCCA http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2016/10/30/lucca-comics-2016-3-2/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2016/10/30/lucca-comics-2016-3-2/#comments Sun, 30 Oct 2016 13:38:59 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=7334 Risultati immagini per lucca comics & games 2016

È in corso l’edizione 2016 di Lucca Comics & Games (qui il programma – qui gli ospiti): dal 28 ottobre al 1 novembre.

È a Lucca, per conto di Letteratitudine, il nostro inviato Furio Detti che collabora con noi nell’ambito della rubrica “Graphic Novel e Fumetti(qui di seguito il contributo di Furio Detti, da Lucca, dedicato al grande ospite d’eccezione: il “mitico” Frank Miller).

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[Articolo a cura di Furio Detti]

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IL NERO PIÙ SUPERNERO: FRANK MILLER A LUCCA

Il Maestro statunitense, nume tutelare dell’Edizione Gold di Lucca Comics, dice la sua sull’America di oggi e sulla violenza delle nuvolette al Press Café della stampa.

Frank MILLER, autore eclettico, che non ha bisogno di ulteriori presentazioni: ha lasciato il segno nel cinema e nel fumetto, come disegnatore, autore, regista e sceneggiatore. Celebre per il successo del film di Snyder, 300, e per le serie di Elektra, Daredevil, per la trilogia di Batman, Il Cavaliere Oscuro, e il noir Sin City, anch’esso su pellicola.

Nei locali del PressCafé, presso la Camera di Commercio di Lucca, il maestro statunitense ha incontrato i giornalisti all’apertura della manifestazione dedicata da 50 anni al fumetto. Dato il risicato tempo, gli impegni e le energie a disposizione del fumettista, si è subito acceso un fuoco di fila di domande. Miller ha confermato che dopo *Batman III “The Master Race”* ha intenzione di tornare su *Sin City**300*; in particolare sta lavorando con entusiasmo al seguito di 300, che racconterà la storia di Serse, di come egli ottenne il trono di Re dei Re, e avrà per titolo appunto *Xerxes*, il nome del sovrano. Un progetto molto diverso da 300, più mistico. Anche Sin City ovviamente continuerà, e ancora a lungo. Sul suo amore per il *noir* e l’*hard boiled*, Miller ha affermato di essersi innamorato del genere poliziesco leggendo *The Spirit* di Will Eisner, così come le *Crime stories* in bianco e nero degli anni Quaranta così come i lavori di Mickey Spillane. Da lì è partito il viaggio che lo ha condotto a Sin City. Interpellato sulla sua visione dell’America di questo periodo e sulla sua capacità di prevedere certi sviluppi, Miller ha affermato: «Sono solo un *cartoonist*, un fumettista, ma il mio compito è anche quello di prendere in giro quanto vedo intorno a me. Direi che oggi, per esempio, c’è un signore con i capelli arancioni che vorrebbe diventare Presidente degli Stati Uniti. Cosa assolutamente patetica.»
Sul sospetto di semplicismo e soluzioni semplicistiche a problemi sociali complessi, e sulla violenza nella sua opera, Miller ha precisato che ognuno ha il diritto di interpretare i fumetti nel modo che desidera; ma, per chiarire questo aspetto del suo lavoro, ha ricordato che *Sacro Terrore* è stata la sua reazione emotiva e immediata all’attacco alla città che amava. Era una storia dal tono molto violento: «Come se stessi cercando di registrare il clima del momento a New York. Dopo l’11 settembre.» La violenza in genere? «Se la violenza fosse la risposta a ogni problema della società non esisterebbero né gli eserciti né i poliziotti. Certamente le mie storie sono esplicitamente violente, ma questo accade perché sono bravo a disegnare gente che combatte e i miei fumetti sono pur sempre del genere avventuroso.» Miller se la ride di brutto, quando qualcuno cita di nuovo Trump come paradigma del “radicalismo politico” dei suoi personaggi: «Sono americano, volete proprio umiliarmi, ho capito. Finiamo sempre per parlare di Trump (ride)! Non ci capisco più niente! OK, prendete Batman: è un personaggio fantastico, che usa la violenza per combattere dei criminali, per punire il male. Trump è un personaggio vero, reale, ma è un pagliaccio molto pericoloso.» – spunta un “Wow” dalla platea. Sul genere del *cinecomic*, sulle preferenze e sulla corretta trasposizione di un fumetto sulla  pellicola, Miller scherza volentieri: «Qualunque trasposizione obbliga a modificare il materiale di partenza. A volte la cosa riesce bene. A volte no, si fanno brutte cose. Altre volte la trasposizione produce addirittura un risultato persino migliore dell’originale: penso al primo film di Superman e il secondo esempio è… 300, di Jack Snyder!» Certamente i suoi film preferiti - *Mezzogiorno di Fuoco* con Gary Cooper e, appunto, il primo *Superman* – lo hanno ispirato grandemente. Parlando delle sue creature, Miller cita Ava Lord, donna crudele, ma anche desiderosa di essere protetta dal suo uomo. Precisando che la “debolezza” è, in questo caso, una precisa strategia della pura *femme fatale* che finge di essere vulnerabile per conseguire i propri obiettivi. Se Ava Lord sembra indifesa, è solo perché indossa una maschera. Sulla collaborazione con Azzarello e su Batman: «Penso che il mio Batman è assai più emotivo di quello di Brian. Allo stesso tempo il suo Batman è più intelligente del mio. Lavorare con Brian è per me facile e divertente e credo che lui sia una delle persone più intelligenti con cui io abbia mai avuto a che fare. È così che ci troviamo.» Su quanto Batman, o qualsiasi altro dei suoi personaggi, sia un modello di condotta etica o no, afferma: «Non è il mio lavoro quello di dire alle persone cosa devono dire, fare o pensare! O chi debbano… votare, anche se è particolarmente ovvio che cosa io pensi in merito. Il mio compito di autore è semplicemente: raccontare una bella storia e, se posso, prendere in giro tutto ciò che è scemo o stupido.» Batman è per Miller quello che il personaggio deve essere nel mondo DC Comics: o divinità, o eroi, in senso greco. Batman è un eroe; Superman è un dio. «Io ho cercato solo di distillarne l’essenza. Come nel caso del Cavaliere oscuro. Di Batman, quando ho iniziato a studiarlo per farne qualcosa di mio, mi piaceva la sua furia, la sua rabbia dovuta al trauma dell’uccisione dei genitori, e la sua cieca fede nella giustizia, la sua intelligenza e determinazione che gli permettono di essere l’incubo dei suoi nemici.» Sulla serie conclusa di Ronin, Miller dice di avere un’altra storia: pensa a Casey, la protagonista femminile, che deve vivere in un mondo devastato in cui domina la biotecnologia. Miller pensa a un futuro assolutamente devastato in cui Casey combatte ancora.

Dopo Miller i supereroi sono diventati adulti? Che rapporto c’è fra Dio e Miller? La risposta alla seconda domanda è facile: «Io e Dio non ci siamo mai conosciuti! (risate)» Sulla maturazione del genere supereroistico Miller ammette di aver introdotto tante trasformazioni e cambiamenti nella natura del fumetto, insieme a un grande autore, Alan Moore: «Negare questo sarebbe solo falsa modestia. Questo ha prodotto sia esiti positivi che negativi, abbiamo divertito tanta gente, ma ispirato anche purtroppo materiale troppo pretenzioso.» Quanto a un eventuale ritorno a Daredevil? «Può essere, ma non sto ancora pensando a questo.» E Elektra, tornerà a vivere? «È stata un personaggio condannato a una brutta fine, a un destino infelice sin dall’inizio. È morta per sempre. La sua eredità? L’aver ottenuto qualcosa di impossibile.»

**La nostra domanda**:
Miller lavorerebbe a un progetto antisupereroistico, come quello di Pat Mills e Kevin O’Neill (Marshal Law), vista la sua nota antipatia per Superman?

**Miller** – «Chi ha detto questo? Io adoro Superman. Lo amo. (risate!)
Se potessi fare una serie su Superman, farei sì che tutti lo adorassero.
Una volta ho ammesso di non amarlo?
OK, ma era perché stavo disegnando la storia di Batman: era la storia del Cavaliere Oscuro!»

(Lucca, 28 ottobre 2016)

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LUCCA COMICS 2016: speciale n. 3 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2016/10/30/lucca-comics-2016-3/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2016/10/30/lucca-comics-2016-3/#comments Sun, 30 Oct 2016 13:18:26 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=7333 Risultati immagini per lucca comics & games 2016

È in corso l’edizione 2016 di Lucca Comics & Games (qui il programma – qui gli ospiti): dal 28 ottobre al 1 novembre.

È a Lucca, per conto di Letteratitudine, il nostro inviato Furio Detti che collabora con noi nell’ambito della rubrica “Graphic Novel e Fumetti(qui di seguito i contributi di Furio Detti, da Lucca).

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[Articoli a cura di Furio Detti]

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Lucca Comics in Pillole 003

LUCCA COMICS & GAMES 2016 Movie: gli eventi di Domenica 30 ottobre 2016

Le masterclass con Gabriele Salvatores e Victor Perez, Maccio Capatonda e Herbert Ballerina e i 20 anni di South Park all’Area Movie. Poi eventi con Licia Troisi e TerrY Brooks, Staino e Bonelli

(Lucca, 29 ottobre 2016) – Domenica 30 ottobre, il terzo giorno di programmazione dell’Area Movie, a cura di QMI, prende il via con l’atteso incontro con il regista premio Oscar Gabriele Salvatores e l’esperto di visual effects Victor Perez dal titolo Anatomia invisibile: i visual effects del sequel de Il Ragazzo Invisibile (ore 11 presso il Teatro San Girolamo). Si parlerà degli effetti visivi del sequel de Il ragazzo invisibile che uscirà in sala con 01 Distribution nell’autunno 2017. A seguire, dalle 12.30 alle 13.30, Gabriele Salvatores si sposterà allo stand Panini Comics per autografare le copie della graphic novel Il ragazzo invisibile.

Tra gli appuntamenti imperdibili di domani, il pubblico di Lucca potrà prendere parte anche all’incontro con Maccio Capatonda, protagonista con Herbert Ballerina e Ivo Avido, di una masterclass in cui presenterà due inediti episodi di Mariottide, la sitcom diretta ed interpretata da Capatonda, in anteprima esclusiva su Infinity dal 26 ottobre.

Nell’anno del 20esimo compleanno di South Park, la manifestazione rende omaggio al celebre cartoon satirico di Comedy Central con un incontro con i doppiatori della serie Lucia Valenti, Walter Rivetti, Francesca Vettori e Osmar Santucho, durante cui verranno mostrati tre episodi speciali.

Tra le anteprime della giornata di domani: alle 11.30 al Cinema Astra verranno presentati i primi 20 minuti di Sing, film d’animazione musicale di Garth Jennings, in sala a gennaio 2017 con Universal Pictures; alle 13 al Cinema Astra la première esclusiva della prima puntata della terza stagione di Z Nation, in Italia grazie a AXN Sci-Fi; per tutti gli appassionati del manga più venduto di sempre, alle 18 al Cinema Astra sarà il turno dell’attesa anteprima nazionale di One Piece Gold – Il film, nelle sale italiane a partire dal prossimo 24 novembre per Koch Media; alle 21 al Cinema Astra infine, il programma si conclude con il romantico film di formazione ambientato nella Dublino degli anni ’80 Sing Street di John Carney, al cinema dal 9 novembre con BIM Distribuzione.

Tanti anche gli appuntamenti con le star del fumetto, del gioco e della letteratura: a partire dalle 11 all’auditorium della Fondazione Banca del Monte di Lucca in piazza San Martino l’incontro Guido Nolitta – Sergio Bonelli con Burattini, Coniglio, Frediani, Masiero, Romani e Scarpa. Sempre alle 11, la scrittrice Licia Troisi, regina italiana del Fantasy, presenta “La saga del Dominio”. Alle 13 all’Oratorio di San Giuseppe, in occasione della mostra di Palazzo Ducale, si terrà un incontro su “Kazuo Kamimura – La semplicità della bellezza”. Sempre alle 13 all’auditorium della Fondazione Banca del Monte di Lucca in piazza San Martino l’incontro con Staino “Alla ricerca della Pecora Fassina”. Mentre all’auditorium San Girolamo, Emanuela Pacotto, voce dei più famosi cartoni animati presenta “Favolananna”. Alle 14 all’oratorio di San Giuseppe si festeggia il 25° anniversario della Yamato Video. Alle 16 poi al Teatro del Giglio lo scrittore Terry Brook con viaggio nelle quattro torri.

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Lucca Comics in Pillole 004

LUCCA COMICS & GAMES 2016 con le stelle di YouTube

“Tua Madre è Leggenda”, Player inside e Mates.  Al PalaYoutuber arrivano i volti famosi nella rete

(Lucca, 29 ottobre 2016) Al via il lungo week end delle star del web. Per il primo anno, i tanti fan dei volti più famosi della rete hanno un luogo dedicato nell’ambito di Lucca Comics & Games. Al polo fieristico di Lucca ribattezzato per l’occasione PalaYoutuber si daranno appuntamento alcuni degli Youtuber più noti ai giovani.
Domenica 30 Ottobre (dalle 10,30 alle 19) è la volta del duo Player Inside, Tml (Tua Madre è Leggenda), Mates, ma anche di 3Pix, Illuminati, Dexter, Joker e Megatube. Battute e risate garantite e tanto divertimento anche Lunedì 31 ottobre quanto gli stessi torneranno a cavalcare il del Palayoutuber con orario 10,30/19, mentre martedì 1 novembre  ci sarà anche Ilaria Trucco (alle 13,30).

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LUCCA COMICS 2016: speciale n. 2 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2016/10/30/lucca-comics-2016-02/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2016/10/30/lucca-comics-2016-02/#comments Sun, 30 Oct 2016 13:06:01 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=7330 Risultati immagini per lucca comics & games 2016

È in corso l’edizione 2016 di Lucca Comics & Games (qui il programma – qui gli ospiti): dal 28 ottobre al 1 novembre.

È a Lucca, per conto di Letteratitudine, il nostro inviato Furio Detti che collabora con noi nell’ambito della rubrica “Graphic Novel e Fumetti(qui di seguito i contributi di Furio Detti, da Lucca).

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[Articoli a cura di Furio Detti]

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LUCCA COMICS TAGLIA IL NASTRO DEI SUOI GOLDEN FIFTIES

Dietro il Duomo di Lucca si apre il festival nella speciale geosfera “golden” per i 50 anni di Lucca Comics; fanno gli onori di casa il Sindaco Tambellini, Francesco Caredio e Renato Genovese – Presidente e Direttore di Lucca Comics, alla presenza del Sottosegretario alle attività produttive Antonello Giacomelli e del Senatore Andrea Marcucci, Presidente della Commissione Cultura del Senato.

Lucca Comics & Games 2016 è decollato in leggero ritardo sulla tabella di marcia con un taglio del nastro ed un giro inaugurale che ha preso il via dal Golden Globe, la cupola dorata che simboleggia i 50 anni del matrimonio. Ad aprire il festival Antonello Giacomelli sottosegretario alle attività produttive che ha definito il festival:

“Esempio di ciò che funziona e c’è di bello in Italia. Un Festival che ci rende orgogliosi per quello che ha saputo fare e che riassume in se le grandi capacità creative del Paese”.

L’inaugurazione si è svolta insieme al prefetto Giovanna Cagliostro alla presenza del sindaco Alessandro Tambellini, del presidente della Provincia Luca Menesini, dell’Arcivescovo Italo Castellani, del presidente di Lucca Comics and Games Francesco Caredio, insieme al direttore e codirettore Renato Genovese ed Emanuele Vietina con gli onorevoli Raffaella Mariani e Andrea Marcucci, presidente della commissione cultura del Senato.

Dopo il rituale taglio del nastro le autorità sono state accompagnate all’interno del Golden Globe e hanno assistito per primi alla speciale proiezione realizzata per celebrare il mezzo secolo della manifestazione. Un filmato appositamente realizzato che racconta la storia del festival dagli esordi beat nel 1966 fino all’età contemporanea per arrivare ai nostri giorni. Un filmato altamente emozionante non a casa chiamato “Lucca Experience” che guarda anche al futuro presentando una Lucca fluttuante nello spazio, riportata alla vita dallo Yellow kid, il primo premio simbolo del Salone internazionale del fumetto del ‘66 a simboleggiare un riappropriarsi delle proprie radici, reinterpretato da ZeroCalcare, autore del manifesto di questa edizione, che compare in un’emissione filatelica speciale nazionale emessa per l’occasione dalle Poste Italiane; ZeroCalcare ha anche realizzato un fumetto inaugurale, che è esposto presso la “sfera dorata” (opera che mi pare – come e ancor più del manifesto – decisamente inadeguata per l’occasione, sul fronte stilistico e grafico, perlomeno).

Anche una medaglia d’oro dell’antica Zecca di Lucca celebra l’evento.

Intorno alla struttura le statue di alcuni eroi a nuvolette nazionali: le Sturmtruppen, Rat Man e l’immancabile Tex Willer. Al momento del taglio del nastro erano già stati venduti 20mila biglietti per la giornata.

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LUCCACOMICS IN PILLOLE 02 – I ROCCO NAZIONALI: TANICA VS. SIFFREDI, E TANTA TANTA COMMEDIA…

I film di sabato 29 novembre, a Lucca Comics and Games.

(Lucca 28/10/16) – Sabato 29 novembre è la giornata dell’incontro Rocco vs Rocco (ore 17, Cinema Astra) che vedrà Rocco Siffredi raccontarsi al pubblico del festival attraverso l’imprevedibile ironia di Rocco Tanica, nei panni di moderatore, per ripercorrere insieme le tappe principali della carriera dell’attore. Durante l’incontro verranno presentate alcune clip del film Rocco di Thierry Demaizière e Alban Teurlai, in sala grazie a BIM Distribuzione come evento speciale dal 31 ottobre al 3 novembre.

Attesissimi dal pubblico nella sempre più vivace Area Movie anche i The Jackal, che saranno presenti a Lucca presso il Loggiato Pretorio per due saluti ai fan alle 12 e alle 16.30. Lo stand di 01 Distribution sarà infatti interamente dedicato alle avventure spaziali di Addio Fottuti Musi Verdi, il primo film dei The Jackal, che uscirà nelle sale italiane nel 2017.

Appuntamento imperdibile anche la sfilata (ore 11.30, partenza dal Covo presso Cortina 3) & il cosplay contest (ore 12.45 presso il palco Music & Cosplay) a tema Assassin’s Creed per celebrare l’uscita del film con Michael Fassbender che uscirà nelle sale italiane a gennaio 2017 per 20th Century Fox.

Sabato è anche il giorno di numerose anteprime: alle 11 al Cinema Astra si terrà la proiezione in RealD 3D di Trolls, il film dedicato ai celebri pupazzetti in uscita in sala per 20th Century Fox; alle 14.30 al Cinema Centrale è il turno di La mia vita da Zucchina, film d’animazione in stop-motion diretto da Claude Barras e scritto da Céline Sciamma, in Italia per Teodora Film; alle 18 al Cinema Centrale è il momento dedicato alle serie tv con l’anteprima dei primi due episodi della seconda stagione di Supergirl e il secondo episodio della prima stagione di Lucifer; l’attesa commedia animata targata Warner Bros. Sausage party: Vita segreta di una salsiccia sulle avventure di un gruppo di generi alimentari in fuga dal supermercato arriva sugli schermi di Lucca alle 19 al Cinema Astra; in serata il programma prosegue con Elstree 1976 di Jon Spira (in Italia come evento speciale Wanted Cinema), un viaggio nelle vite degli attori e delle comparse che hanno preso parte a Star Wars.

Alle 21.30 al Cinema Centrale continua anche la rassegna dedicata al cinema horror targata Kellogg’s Choco Krave: domani è il turno del classico Frankenstein Junior di Mel Brooks.

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LUCCA COMICS 2016: speciale n. 1 (i premiati 2016 sotto l’occhio del Maestro Frank Miller) http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2016/10/30/lucca-comics-2016-01/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2016/10/30/lucca-comics-2016-01/#comments Sun, 30 Oct 2016 09:41:30 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=7328 Risultati immagini per lucca comics & games 2016

È in corso l’edizione 2016 di Lucca Comics & Games (qui il programma – qui gli ospiti): dal 28 ottobre al 1 novembre.

È a Lucca, per conto di Letteratitudine, il nostro inviato Furio Detti che collabora con noi nell’ambito della rubrica “Graphic Novel e Fumetti(qui di seguito un contributo di Furio da Lucca).

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LuccaComics 2016 in Pillole 01

Gran Guinigi: i premiati 2016, sotto l’occhio del Maestro Frank Miller

Lucca Comics 2016 - i premiati 2016, sotto l'occhio del Maestro Frank Miller

di Furio Detti

Il Gran Guinigi per la miglior Graphic Novel Va a Cyril Pedrosa per Gli Equinozi, BAO Publishing (2015), con la seguente motivazione: «Unisce mirabilmente emozione e tecnica in un racconto corale intenso, che non ha momenti di stanchezza. Dimostra una grande attenzione ai dettagli che concorrono alla fluidità della narrazione senza mai appesantirla, con un uso magistrale di colori e dialoghi.»

Il Gran Guinigi per la miglior Storia Breve va a Fabien Vehlmann e Denis Bodart, per Green Manor, sempre BAO Publishing (2015), motivato: «Dimostra una grande capacità di narrare delitti e misteri in una serie di racconti brevi mai scontati, con humour elegante e tratto grafico eccellente ed espressivo.»

Mentre la Miglior Serie è Sunny, di Taiyo Matsumoto, JPop (2010): «Sorprendente e raffinatissima serie di storie che entrano nel cuore: disegno innovativo ed elegantissimo dal respiro internazionale e ottima sceneggiatura, che affronta in modo toccante e delicato il dramma dell’infanzia abbandonata.»
Invece Alexandre Clérisse è stato incoronato Miglior Disegnatore: «Con un segno personale ricco di molte suggestioni, sa evocare atmosfere vintage attraverso un uso moderno della tavola e dei colori.»; la palma del Miglior Sceneggiatore è stata invece attribuita a Neil Gaiman quale «Maestro indiscusso della narrazione, reinventa in chiave dark e teatrale i canoni del racconto fantastico, epico e di formazione.»; l’italiano Igort invece è consacrato Miglior Autore Unico «Per un’alta e costante qualità delle sue opere che ha aperto una nuova via alla narrazione attraverso una raffinata ricerca stilistica.»

Il Premio Beani agli Editori è andato a ComicOut per Il Mago di Oz di Anna Brandoli e Renato Queirolo, «Per aver riportato l’attenzione su un classico, interpretato da due grandi autori, proponendolo alle nuove generazioni in un’edizione di grande qualità.»

Il Premio Speciale della Giuria è andato «Per un’opera che ha colpito particolarmente la giuria per l’originalità del soggetto e l’alta qualità di scrittura e dialoghi, frutto di un approfondito lavoro di ricerca» a Da Quassù la Terra è Bellissima di Toni Bruno, ancora BAO Publishing (2016).

Il Premio per un Maestro del Fumetto è invece andato a uno dei papà di Asterix, Albert Uderzo «Perché insieme al grande Goscinny ha creato “un villaggio” dove l’umorismo “resiste” e continua a divertire con intelligenza vecchi e nuovi lettori e soprattutto… perché “Sono Pazzi Questi Giurati”.», mentre il Premio Miglior Autoproduzione è vinto dal Collettivo Manticora.

Vince il Lucca Project Contest 2016: Vincenzo Cardona Albini con Black Gospel. La Menzione a Anna Karmazina per Piuma: “No Niente” e a Giuseppe Isoni, Alessio Moroni e Alessandro Russo per Siegrune.

I Premi Games per il Gioco dell’anno/Best of Show, il Gioco di Ruolo dell’Anno, il Premio alla Carriera e il Gioco Inedito vanno rispettivamente a: Pozioni Esplosive – di Lorenzo Silva, Andrea Crespi e Stefano Castelli, edito da Horrible Games e distribuito da Ghenos Games; Alba di Cthulhu- Ideato da Matteo Cortini e Leonardo Moretti, prodotto da Serpentarium Press e distribuito da Asterion; a Beniamino Sidoti e a Number of Gold, di Evin Ho da Taiwan.

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