LETTERATITUDINE di Massimo Maugeri » oscar http://letteratitudine.blog.kataweb.it Un open-blog. un luogo d\'incontro virtuale tra scrittori, lettori, librai, critici, giornalisti e operatori culturali Sat, 11 Dec 2021 09:58:57 +0000 http://wordpress.org/?v=2.9.2 en hourly 1 OSCAR 2020: lo speciale http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2020/02/10/oscar-2020-lo-speciale/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2020/02/10/oscar-2020-lo-speciale/#comments Mon, 10 Feb 2020 15:50:40 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=8404 OSCAR 2020: I VINCITORI, LA SORPRESA, I COMMENTI

La grande sorpresa di “Parasite”: il più premiato nonché il primo lungometraggio in lingua non inglese a vincere l’Oscar come miglior film (insieme ad altre tre statuette, tra cui “miglior regia”). Delusione per “1917″, dato per favorito (che si aggiudica tre Oscar).

Miglior attore protagonista: Joaquin Phoenix per “Joker”; miglior attrice protagonista: Renée Zellweger per “Judy”; miglior attore non protagonista: Brad Pitt per “C’era una volta a… Hollywood”; migliore attrice non protagonista: Laura Dern per “Storia di un matrimonio”.

Nessun premio per “The Irishman” di Martin Scorsese.

Alla “nostra” Lina Wertmüller è stato conferito il Premio Oscar onorario (alla carriera).


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La 92ª edizione dei premi Oscar si è tenuta al Dolby Theatre di Los Angeles il 9 febbraio 2020 (in Italia nella notte tra il 9 e il 10). Così come l’edizione precedente, la cerimonia non ha avuto un presentatore ufficiale ed è stata trasmessa in diretta negli Stati Uniti da ABC. A partire da questa edizione, il premio per il miglior film in lingua straniera viene rinominato Premio Oscar al miglior film internazionale e quello per il miglior trucco e acconciatura passa da tre candidati a cinque.

Le candidature sono state annunciate il 13 gennaio 2020 dagli attori John Cho e Issa Rae al Samuel Goldwyn Theater di Beverly Hills.

Il film con più candidature è stato “Joker”, con undici. Il film più premiato è stato il sudcoreano “Parasite”, con quattro vittorie, tra cui quella per il miglior film: si tratta del primo film in lingua non inglese a vincere il premio.

Questa edizione degli Oscar, dunque, può essere considerata come ’storica’ e ricordata come quella della Grande Sorpresa. Non solo l’Oscar come miglior film. Bong Joon-ho di “Parasite” oltrepassa Sam Mendes di “1917″ e si aggiudica il premio come miglior regista. E “Parasasite” vince anche il premio per la migliore sceneggiatura originale.

Ma di cosa parla “Parasite”?
Il film è una feroce satira costruita attorno a due famiglie di Seoul appartenenti a due diverse classi sociali: una vive in condizioni di povertà in un seminterrato, l’altra risiede in una grande casa in condizioni di grande agiatezza. È il primo film in lingua non inglese che – per la prima volta nella storia di Hollywood e degli Academy Awards – si aggiudica la statuetta come Miglior Film.

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“Mi sento come se dovessi svegliarmi per scoprire che è tutto un sogno. Sembra tutto molto surreale”, ha detto Bong.
“Sono senza parole” ha dichiarato la produttrice Kwak Sin-ae. “Non abbiamo mai immaginato che ciò potesse accadere”.

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Brad Pitt ha vinto il primo Oscar della sua carriera. È sua la statuetta di miglior attore non protagonista nel film “C’era una volta a…Hollywood” di Quentin Tarantino. Salito sul palco Pitt ne ha approfittato per rivolgere al pubblico un discorso ‘politico’ relativamente a come sono state gestite le procedure di impeachment contro il presidente degli Stati Uniti Donald Trump. “Mi hanno detto che avevo solo 45 secondi qui, 45 secondi in più di quanto il Senato ha dato questa settimana a John Bolton”, ha detto Brad Pitt accusando il Senato a maggioranza repubblicana di aver bloccato la testimonianza di Bolton, ex Consigliere per la sicurezza nazionale, nel corso del processo per l’impeachment del presidente Trump. Poi ha reso omaggio al omaggio al co-protagonista del film Leonardo DiCaprio e ha ringraziato Quentin Tarantino: “Il cinema sarebbe triste senza di te. Sei originale, davvero unico. Quentin, tu cerchi sempre il meglio delle persone. E ora dobbiamo cominciare a dimostrare il nostro affetto per i nostri stuntman”.

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Come da previsione, Joaquin Phoenix ha vinto l’Oscar come miglior attore protagonista per “Joker”. Phoenix ha anche usato il podio per inviare un sentito messaggio sullo stato di salute del mondo, sostenendo che gli attori hanno il potere di dare una “voce ai senza voce”. Dopo aver chiesto al pubblico di smettere di applaudire mentre saliva sul palco ha parlato di diritti degli animali, di ambiente, di razzismo e di sessismo. “Ci sentiamo in diritto di inseminare artificialmente una mucca”, ha detto Phoenix, “e quando partorisce, rubiamo il suo piccolo anche se le sue grida di angoscia sono inconfondibili”. Poi ha aggiunto: “Sono stato un furfante nella mia vita. A volte sono stato crudele e ammetto che deve essere stato difficile lavorare con me, ma tante persone in questa stanza mi hanno dato una seconda possibilità”. Ha poi concluso il suo discorso citando una frase scritta dal suo defunto fratello River: “Soccorri il prossimo e seguiranno amore e pace”.

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Il giorno prima del suo 53° compleanno, Laura Dern si aggiudica l’Oscar (era la favorita) come miglior attrice non protagonista per aver interpretato un avvocato divorzista in “Storia di un matrimonio”.
“E’ un onore essere qui”, ha detto la Dern ringraziando l’Academy. Poi ha ringraziato regista e attori del film, distribuito da Netflix. E ha voluto rendere omaggio ai genitori, definiti i suoi “supereroi”. Laura Dern viene da un’illustre famiglia di attori. Tuttavia né sua madre, Diane Ladd (nominata per tre Oscar), né suo padre Bruce Dern (due nomination al suo attivo) avevano mai vinto una statuetta.
Questo Oscar è “il miglior regalo di compleanno che si possa ricevere”, ha detto la Dern.

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Renée Zellweger ha vinto l’Oscar come miglior attrice protagonista per “Judy”. Salita sul palco ne ha approfittato per omaggiare la Garland: colei che ha interpretato nel film e che fu nominata per due Oscar negli anni ‘50 e ‘60. “Judy Garland non ha ricevuto questo onore ai suoi tempi”, ha detto la Zellweger. “Sono certa che questo momento è un’estensione della celebrazione della sua eredità.”

Degna di nota è la contestazione di Natalie Portman sul red carpet degli Oscar. L’attrice (presente in quanto una dei presentatori dei premi) ha reso omaggio alle donne registe snobbate agli award di quest’anno indossando un mantello che aveva ricamato sui bordi i nomi delle registe non prese in considerazione quest’anno tra cui Greta Gerwig (“Little Women”), Lorene Scafaria (“Hustlers”) e Lulu Wang (“The Farewell”).

I grandi sconfitti? Senza dubbio Martin Scorsese e il suo “The Irishman“. Dato per superfavorito (con ben 10 nomination) il film diretto da Scorsese (benché il regista sia stato citato sul palco con affetto e stima da Bong Joon-ho, regista di Parasite) non si aggiudica nemmeno una statuetta.

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CANDIDATI E VINCITORI (cliccare sui link per aprire le pagine dedicate a film e vincitori)

Miglior film

Migliore regia

Migliore attore protagonista

Migliore attrice protagonista

Migliore attore non protagonista

Migliore attrice non protagonista

Migliore sceneggiatura originale

Migliore sceneggiatura non originale

Miglior film internazionale

Miglior film d’animazione

Migliore fotografia

Migliore scenografia

Miglior montaggio

Migliore colonna sonora

Migliore canzone

Migliori effetti speciali

Miglior sonoro

Miglior montaggio sonoro

Migliori costumi

Miglior trucco e acconciatura

Miglior documentario

Miglior cortometraggio documentario

Miglior cortometraggio

Miglior cortometraggio d’animazione

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Premi speciali

Oscar onorario a…

Premio umanitario Jean Hersholt a…

Film che hanno ricevuto più candidature e premi

Film che hanno ricevuto più candidature
Nomination Film
11 Joker
10 1917
C’era una volta a… Hollywood
The Irishman
6 Jojo Rabbit
Parasite
Piccole donne
Storia di un matrimonio
4 Le Mans ‘66 – La grande sfida
3 Bombshell – La voce dello scandalo
I due papi
Star Wars: L’ascesa di Skywalker
2 Dolor y gloria
Harriet
Judy
Medena zemja
Toy Story 4

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Film che hanno ricevuto più premi

Wins Film
4 Parasite
3 1917
2 C’era una volta a… Hollywood
Joker
Le Mans ‘66 – La grande sfida

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ROMA SPROFONDA IN ITALIA, MA VINCE NEL MONDO http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2014/03/04/roma-sprofonda-in-italia-ma-vince-nel-mondo/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2014/03/04/roma-sprofonda-in-italia-ma-vince-nel-mondo/#comments Tue, 04 Mar 2014 18:38:01 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=5949 La nuova puntata de “Il sottosuolo”di Ferdinando Camon riguarda il film “La grande bellezza” di Paolo Sorrentino, fresco vincitore dell’Oscar come miglior film straniero (qui, l’omaggio di Letteratitudine) e…
…la città di Roma.

Di seguito, l’opinione di Camon.

Massimo Maugeri

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ferdinando-camonROMA SPROFONDA IN ITALIA, MA VINCE NEL MONDO

di Ferdinando Camon

Romano-napoletano al 100 per 100, “La Grande Bellezza” ha vinto il più mondiale dei premi, l’Oscar, e adesso tutti quelli che non l’han visto correranno a vederlo. E questa è decadenza, ignoranza artistica, mancanza di autonomia culturale, di cervello. Proprio quello che il film denuncia. Non si va a vedere un film perché ha vinto un premio, ma perché è un grande film o tratta un grande tema. “La Grande Bellezza” non è un grande film, ma tratta un grande tema, e il grande tema è Roma. Non è il film che ha vinto l’Oscar, è Roma. La capitale più gloriosa e corrotta, splendida e lurida, mistica e postribolare, piena di storia e di miseria ad ogni metro. Esci dalla stazione Termini e dopo 80 metri t’imbatti nelle mura di Tarquinio e Servio, sei secoli prima di Cristo, ma se non stai attento sbatti le scarpe sulla testa dei barboni insaccati dentro i cartoni, gli sbucci il cranio e loro non protestano, non sanno neanche se sono vivi o morti. L’umanità variopinta che incontri dalla stazione Termini al Colosseo o a San Pietro riunisce tutto il peggio e una particella del meglio dell’umanità. Ricchi sfondati che non hanno mai lavorato per nessuno e hanno sempre fregato tutti, puttane moleste che si offrono di sera e di mattina, politici che sono razzialmente diversi dagli umani, lavoratori dei ministeri e delle partecipate, dipendenti o impiegati che non hanno mai visto un padrone, una fabbrica, un orario, un cartellino da timbrare. Per questa umanità che sembra discesa pari pari dalla decadenza di un impero mondiale morto 1500 anni fa, tutto ciò per cui il resto dell’umanità vive soffre o gode è diverso, da Dio al sesso, dal denaro alla morte, dalla santità al puttanesimo. La vita è “dolce” se è senza etica, senza Dio, senza valori, se tu uomo animato vivi come un animale senz’anima: lo sapeva Fellini e la sua “Dolce vita” è un film disperato e straziante, un pianto o un urlo, lo sa Sorrentino e la sua “Grande Bellezza” è un film cinico e irridente, ateo e miscredente, bello di una bellezza di plastica, che oggi è l’unica vera natura. Perfino Sabrina Ferilli sembra di plastica, come una bambola gonfiabile, dalle misure standard. Per non parlare del protagonista Jep Gambardella, che approda a Roma a ventisei anni, stessa età in cui vi giunse Fellini, solo che Fellini era un provinciale e imparava tutto, mentre Jep sa già tutto. Fellini veniva da Rimini, più a Nord, Jep viene dal Vomero e da Posillipo, più a Sud, ed è un dandy, che è il Superuomo nell’incarnazione della decadenza italiana. Lezioso, danaroso, viveur da salotti e terrazze, che a Roma significa vista sul Colosseo. Sotto la vista del Colosseo, dove venti secoli ti guardano, si gode, che non significa più si scopa ma si sniffa, la dea che ti porta sulle sue ali dalla vita mondana alla super-vita extra-sensoriale è la cocaina, tu la tiri su per il naso e lei ti tira su nel mondo dove sei quel che vuoi. La terrazza con vista sul Colosseo è un incrocio di vite, da qualunque parte vengano i protagonisti minori passano di lì. Verdone buffo e sbruffone più del solito, il guru del botulino sempre con la siringa in mano, la missionaria santa, che ti domandi se è vera o falsa, e non sai quale scegliere, la girandola di artisti che vanno a Roma per sentirsi artisti, i prelati di cui Roma è piena, e per cui è la Città Santa ma querelata dai tribunali di mezzo mondo. Si ballano balli frenetici dal ritmo duro, stordenti come un’altra droga, per cui la folla degli ospiti ondeggia su e giù come sugheri sul mare. Lo scopo della vita è “la festa”, per cui si vive se si va alla festa, ma si super-vive se si è padroni della festa: Jep dichiara “volevo il potere di fare le feste e farle fallire”, che è come dire godere e rovinare il godimento agli altri. Quando dalla terrazza s’inquadra il Colosseo, non capisci se la Grande Bellezza è quella di venti secoli fa o questa di oggi, o il trapasso da quella a questa, o la convivenza delle due. A Los Angeles i premi più importanti per il cinema, i produttori, i registi, gli attori si assegnano nel teatro più kitsch e nella strada più pacchiana del mondo. Si vince se si ha la “forza” di vincere, forza mediatica, mitica, strategica. Roma ha questa forza. Abbiamo vinto per merito di Roma. Una capitale che all’estero esercita un fascino immenso che noi non sentiamo più perché siamo depressi, smemorati, drogati di nullismo. Le città che nel mondo hanno un decimo dell’arte che ha Roma, richiamano turisti dieci volte più di Roma. E lo stesso vale per Napoli, Amalfi, Pompei, Agrigento, Firenze, Venezia… Il nostro Paese è zavorrato di problemi che lo fanno sprofondare. Ma la colpa non è del paese. È nostra.

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