LETTERATITUDINE di Massimo Maugeri » torino http://letteratitudine.blog.kataweb.it Un open-blog. un luogo d\'incontro virtuale tra scrittori, lettori, librai, critici, giornalisti e operatori culturali Sat, 11 Dec 2021 09:58:57 +0000 http://wordpress.org/?v=2.9.2 en hourly 1 IL SALONE DEL LIBRO DI TORINO 2021: VITA SUPERNOVA http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/10/14/il-salone-del-libro-di-torino/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2021/10/14/il-salone-del-libro-di-torino/#comments Thu, 14 Oct 2021 08:00:35 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/05/13/io-e-gli-altri-alla-fieralibro-di-torino-2009/

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logo_salone-libro-torino 14-18 ottobre 2021 | Lingotto Fiere | 33esima edizione

Dedico questo spazio al Salone del libro di Torino, il principale evento nazionale legato al mondo dei libri. Sarà uno spazio che verrà aggiornato annualmente con l’intento di contribuire a divulgare le notizie e i temi di volta in volta affrontati.
Ulteriore obiettivo, però, è anche quello di invitare gli amici di questo blog di raccontare il Salone dal loro punto di vista.
Siete invitati a dire la vostra, dunque (esprimendo opinioni, riportando notizie, ecc).

Grazie a tutti, per l’attenzione.

Massimo Maugeri

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Il programma è disponibile qui.

Tutte le informazioni sull’edizione di quest’anno del Salone Internazionale del Libro di Torino le trovate anche su LetteratitudineNews

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IL MI-TO DEL SALONE DEL LIBRO: UNA PROPOSTA http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2016/09/13/salone-del-libro-una-proposta/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2016/09/13/salone-del-libro-una-proposta/#comments Tue, 13 Sep 2016 18:42:42 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=7278 torino-milano-libriUNA PROPOSTA sul Salone del Libro (tra Torino e Milano)

di Massimo Maugeri

Da giorni si discute della problematica relativa alla organizzazione di  due “Saloni” del libro da svolgersi tra Torino e Milano più o meno nello stesso periodo (leggi qui, qui e qui).
Allo stato attuale, il tradizionale Salone del libro di Torino dovrebbe svolgersi – come sempre – a maggio, mentre la nuova fiera del libro di Milano vedrebbe la luce ad aprile.

Ieri il ministro per i Beni e le attività culturali Dario Franceschini ha proposto l’organizzazione di  «un unico evento che metta insieme Milano e Torino nelle stesse date, che lavori sulla differenziazione e che punti a un’unica governance».
È già stato ampiamente evidenziato che non sarà facile trovare un accordo.
In ogni caso, al di là degli apprezzamenti per la buona volontà e per la proposta del Ministro Franceschini, sorgono alcune perplessità che provo a condividere brevemente qui di seguito.

Il Salone del Libro di Torino è sempre stato il Grande Evento nazionale (e il più conosciuto all’estero, tra quelli organizzati nel nostro Paese) dedicato ai libri e alla letteratura. I visitatori del Salone non sono soltanto i torinesi, ma lettori e addetti ai lavori provenienti da tutta Italia e dall’estero (così come una manifestazione simile realizzata a Milano non sarebbe solo per i milanesi). Immaginare un Salone unico, dislocato contestualmente tra Torino e Milano, non significherebbe dimezzare le possibilità di partecipazione tra le due sedi? Non avendo il dono dell’ubiquità i visitatori non potranno essere contestualmente presenti, nelle stesse date, a Torino e a Milano. Dovranno effettuare delle scelte. Scegliere di essere presenti un po’ qui e un po’ lì, peraltro, comporterebbe comunque evidenti disagi organizzativi e costi ulteriori per tutti. D’altra parte è difficile immaginare che gli editori imbastiscano stand in entrambi i luoghi. Certo, si potrebbe immaginare una sede dedicata alla parte più commerciale (con gli stand) e una dedicata ai grandi eventi. Ma chi farebbe cosa? Come ci si metterebbe d’accordo? E a chi servirebbe davvero uno sdoppiamento del genere?
E allora mi viene da pensare: non sarebbe più saggio e più utile per tutti immaginare un solo Salone, dislocato in una sola sede, da organizzare (insieme) ad anni alterni tra Torino e Milano?
A mio avviso potrebbe essere una buona soluzione.
Per il resto, se si volesse davvero organizzare qualcosa di nuovo e di “ulteriore” si potrebbe pensare a un altro Salone del libro per il Sud del Paese (dove si legge di meno e dove sarebbe davvero utile una presenza letteraria, editoriale e “libresca” forte)… magari itinerante (come è stato detto) e da organizzarsi in un diverso periodo dell’anno. Possibilmente insieme, ovvero per dirla con il Ministro Franceschini «puntando a un’unica governance».
Utopia?

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(Questo articolo inaugura un nuovo spazio di Letteratitudine intitolato “A mio avviso”, a cura di Massimo Maugeri)

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Fiera del libro di Torino 2008: tra polemiche e bellezza http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/05/08/fiera-del-libro-di-torino-2008-tra-polemiche-e-bellezza/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/05/08/fiera-del-libro-di-torino-2008-tra-polemiche-e-bellezza/#comments Wed, 07 May 2008 22:13:14 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/05/08/fiera-del-libro-di-torino-2008-tra-polemiche-e-bellezza/ Si apre la nuova edizione della Fiera Internazionale del libro di Torino (dall’8 al 12 maggio 2008)… tra non poche polemiche per la verità (ne avevamo già parlato qui).

Tra voi c’è qualcuno che avrà la possibilità di andare?

Mi piacerebbe che questo post venisse usato come contenitore dove:

- scrivere le impressioni personali sulla fiera

- inserire articoli o stralci di articoli, ovviamente sulla fiera, pescati in rete (che potremmo commentare).

Inoltre vi segnalo questo post dell’anno scorso.

Buona Fiera del libro di Torino a chi potrà andarci!

Gli altri, tra cui io, la osserveremo da qui.

Segue la nota diramata dall’ufficio stampa della fiera sul tema dell’edizione 2008, che è il seguente: ci salverà la bellezza (?)

Emergono una serie di domande sulle quali potremmo discutere anche noi:

Che cosa può rispondere oggi ai canoni della Bellezza, in letteratura come nelle arti, nella musica, nelle scienze?

Che cosa si richiede a un’opera?

Dove passano i confini del bello e del brutto?

Come sono cambiati nei secoli i criteri estetici, e quali sono i loro rapporti con l’etica?

E quali i rapporti della bellezza con gli oggetti industriali prodotti su larga scala?

La bellezza è lo splendore del vero, diceva Platone: è un anelito alla speciale «verità» umana e poetica dell’arte, che può risultare anche scomoda e difficile, perché implica sempre la tensione insoddisfatta della ricerca. Ma se vedere è un atto creativo, come è stato detto, che cosa siamo capaci di «vedere», oggi?

Quale potrebbe essere oggi il canone del romanzo?

A voi…

Massimo Maugeri

IL TEMA DELL’EDIZIONE 2008:

CI SALVERÀ LA BELLEZZA

La bellezza salverà il mondo? La domanda che un personaggio dell’Idiota pone al principe Myskin, protagonista del romanzo di Dostoevskij implica una sfida: misurarsi con la Bellezza, riuscire a metabolizzarla significa avviare dentro di noi una metamorfosi spirituale, il tentativo di raggiungere una sfera superiore di conoscenza e di autocostruzione.

La Bellezza, motivo conduttore dell’edizione 2008, è uno sviluppo di quello del 2007, i Confini. Abbiamo più che mai bisogno di ridefinire territori, disegnare nuove mappe, di capire il confine che separa il bello dal brutto, il buono dal cattivo, perché l’estetica è strettamente connessa all’etica.

La Bellezza sfugge alla definizioni (Picasso respingeva con fastidio la sola domanda), ma quando ci sorprende la riconosciamo immediatamente, con emozione e gratitudine. Perché gli uomini hanno sempre sentito la necessità di dare un senso alla loro esistenza attraverso qualcosa che li superi, quel «più» che solo la letteratura, l’arte, la musica, la filosofia possono esprimere.

Che cosa può rispondere oggi ai canoni della Bellezza, in letteratura come nelle arti, nella musica, nelle scienze? Che cosa si richiede a un’opera? Dove passano i confini del bello e del brutto? Come sono cambiati nei secoli i criteri estetici, e quali sono i loro rapporti con l’etica? E quali i rapporti della bellezza con gli oggetti industriali prodotti su larga scala? La bellezza è lo splendore del vero, diceva Platone: è un anelito alla speciale «verità» umana e poetica dell’arte, che può risultare anche scomoda e difficile, perché implica sempre la tensione insoddisfatta della ricerca. Ma se vedere è un atto creativo, come è stato detto, che cosa siamo capaci di «vedere», oggi?

A queste domande risponde una fitta serie di «lezioni magistrali», di conversazioni e di dialoghi che vedranno impegnati filosofi come Remo Bodei (l’uomo di fronte agli spettacoli naturali), Sergio Givone (la difficoltà di pensare e vivere la Bellezza, oggi), Giovanni Reale (che prende a paradigma una tavola di Grünewald), antichisti come Luciano Canfora e lo storico dell’arte Paul Zanker in dialogo con Franco La Cecla, antropologo e architetto; maestri dell’architettura come Mario Botta, scrittori come Raffaele La Capria (l’arte moderna si configura come un abuso di potere?), Erri De Luca e Domenico Starnone («La parola, la tagliola»), l’etologo Danilo Mainardi. Vittorio Sgarbi dimostrerà che il bello non coincide affatto con quel che piace. Silvia Ronchey e Giuseppe Scaraffia si interrogheranno sull’uso improprio della Bellezza. Verterà sulle bellezze della lettura la conversazione dello scrittore argentino Alberto Manguel. Quale potrebbe essere oggi il canone del romanzo? Ne discuteranno Alfonso Berardinelli, Andrea Cortellessa, Giorgio Ficara, Filippo La Porta, con Paolo Mauri.

Valerio Massimo Manfredi racconterà i canoni della Bellezza del mondo greco-romano, mentre Khaled Fouad Allam, il filosofo algerino Shaker Laibi e l’antropologa tunisina Lilia Zaouali ci parleranno della Bellezza nell’arte e nella letteratura islamica.

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TARIQ RAMADAN CONTRO LA FIERALIBRO http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/06/tariq-ramadan-contro-la-fieralibro/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/06/tariq-ramadan-contro-la-fieralibro/#comments Tue, 05 Feb 2008 23:04:09 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/02/06/tariq-ramadan-contro-la-fieralibro/ Probabilmente ne siete già al corrente. Tariq Ramadan ha lanciato una sorta di fatwa contro la Fiera del Libro di Torino, con l’invito di boicottarla. Il motivo? Aver tributato a scrittori israeliani il ruolo di ospiti d’onore.

Dall’articolo di Giovanna Favro pubblicato su La Stampa del 3 febbraio apprendiamo quanto segue.

“Nel clima sempre più arroventato, Rolando Picchioni ammette che negli uffici della Fiera sono piovuti, oltre a un fiume di messaggi solidali, pure «insulti, arroganze, fatwe, veti». (…) Ieri Rifondazione Comunista è scesa in campo per la prima volta accanto ai Comunisti italiani, dichiarando inopportuno l’invito di Libropoli nel 60° anniversario della nascita dello Stato d’Israele. E mentre Vincenzo Chieppa (Comunisti italiani) insiste nel chiedere «pari dignità per la Palestina», va nella direzione opposta la lettera che il regista Davide Ferrario ha spedito al direttore Ernesto Ferrero: «nel conflitto medio-orientale non si può che stare con i palestinesi», «per la sua natura di incontro, la Fiera è l’occasione per affrontare la questione. Rispondere col muro del silenzio e del boicottaggio è cadere nella stessa logica di chi i muri li costruisce per dividere i popoli».

Nel gran turbinio scatenato dalla querelle, ieri Fabrizio Cicchitto (Fi) ha definito il boicottaggio «puro antisemitismo», mentre per il sindaco Sergio Chiamparino «sta prendendo piede un fondamentalismo politico prima che religioso». E’ con lui Walter Vergnano, sovrintendente del Regio: «Sarebbe aberrante non poter ospitare liberamente un gruppo di intellettuali. Chi invita una letteratura non è contro un’altra, e rivendico il diritto di leggere libri sia di israeliani che di arabi, ascoltandone gli autori». Pure a Franzo Grande Stevens pare che nelle scelte della Fiera «non ci sia alcun intento discriminatorio», e s’è detto indignato delle polemiche Paolo Bertinetti, il cattedratico che propose la laurea ad honorem ad Abraham Yehoshua: «La scelta della Fiera non può essere messa in discussione per ragioni politiche da chi confonde politica e cultura».
L’Unione araba cittadina, però, è ferma nelle sue posizioni: per Franco Trad «non si può festeggiare l’anniversario di un paese che semina morte e la cui indipendenza è una ferita aperta». Se Tawfik lavora al dialogo («La Fiera ha sempre ospitato autori arabi, è stata fraintesa»), per Ernesto Ferrero «sbaglia chi non scinde politica e cultura, e presenta per l’ennesima volta un’immagine faziosa e intollerante della Palestina». Chi protesta «non sa il significato di “ospite d’onore”: non prevediamo corone fiorite e lanci di caramelle dai balconi, ma incontri con scrittori, per di più critici col governo. Cosa temono gli autori arabi? Vengano a Torino ed espongano democraticamente il loro punto di vista»”.

Vi riporto l’opinione di Riccardo Chiaberge pubblicata sulla sua rubrica “Contrappunto”, in prima pagina del Domenicale de Il Sole24Ore del 3 febbraio, dal titolo “La fiera del libro? Spostiamola al Cairo”:

“Alla Fiera del Libro del Cairo, la più importante del mondo arabo, in corso in questi giorni, succedono cose a dir poco singolari. Per esempio che la polizia egiziana sequestri all’aeroporto pacchi di libri considerati sovversivi o immorali. Come “For Bread Alone” del marocchino Mohamed Choukri, tradotto in inglese da Paul Bowles, e già boicottato in molti paesi musulmani per le sue scene di sesso e droga. Ma anche opere meno scottanti di autori occidentali, come “L’insostenibile leggerezza dell’essere” o “Il libro del riso e dell’oblio” di Milan Kundera. Di fronte a queste prepotenze ci saremmo aspettati qualche reazione della cultura locale: un mugugno, un ohibò, anche solo un colpetto di tosse da parte, tanto per fare un nome, del signor Mohamed Salmawy. Niente. Il giornalista egiziano, presidente dell’Unione degli Scrittori Arabi, non ha fiatato. Era troppo impegnato a indirizzare vibranti lettere di protesta ai responsabili di un’altra Fiera del libro, quella di Torino, colpevoli di aver invitato Israele come Paese ospite. Questa scelta – ha dichiarato Salmawy – è una provocazione nei confronti degli arabi, «che non se ne staranno con le mani in mano». L’intellettuale egiziano ha anche minimizzato l’importanza della «piccola Fiera» torinese, niente di paragonabile alle grandi manifestazioni tipo Francoforte, New York, Montreal e, appunto, Il Cairo. Ma se il Lingotto fosse davvero così irrilevante, perché tanto chiasso? Perché l’appello al boicottaggio, orchestrato da quattro gatti nostrani – forse tirati per la coda da qualcuno – è diventato subito una crociata?

In questo clima surriscaldato, c’è chi è arrivato a parlare di «militarizzazione della cultura». Come se David Grossman, che ha perso un figlio nella guerra in Libano del 2006, o Amos Oz, o Abraham Yehoshua, o quell’Etgar Keret che ha scritto un libro con un palestinese, fossero dei guerrafondai «embedded» nelle truppe di occupazione. Israele è ospite d’onore anche al Salon du Livre parigino, che precede di due mesi l’appuntamento torinese: eppure lì, a parte qualche isolato dissenso, non si sono udite urla sediziose. L’insostenibile leggerezza dell’idiozia dev’essere una prerogativa italiana. Forse è bene ricordare che le aule della Sapienza e i saloni del libro sono luoghi di incontro e di confronto delle idee, non di scontro tra identità armate. E che in quest’era di fondamentalismi dovremmo tutti imparare l’arte del riso e dell’oblio di cui Kundera è maestro. Ma intanto, suggeriamo ai censori della Fiera di Torino di fare un salto al Cairo. Stiano solo attenti a che libri si portano in aereo: lì la cultura non è militarizzata, preferiscono imbavagliarla”.

E infine la provocazione di Aldo Grasso, su Il Corriere della Sera del 5 febbraio, rivolta Fabio Fazio e Serena Dandini, Piero Dorfles, Neri Marcorè e Corrado Augias:

Il Giorno della Memoria, una settimana fa, avete riempito i vostri programmi di toccanti testimonianze sulla Shoah e adesso niente, neanche una parola per condannare il boicottaggio contro gli scrittori ebrei o per prendere le distanze da Tariq Ramadan.

Mi rivolgo a Lei, Fabio Fazio, al suo autore più prestigioso, Michele Serra, a Giovanna Zucconi, che ogni settimana consiglia ottimi libri, mi rivolgo a voi perché «Che tempo che fa», considerata a ragione una delle rare trasmissioni in cui si parla ancora di cultura, non lasci passare sotto silenzio l’appello lanciato da gruppi della sinistra antagonista contro la Fiera del Libro, «colpevole» di aver invitato a Torino gli scrittori di Israele come ospiti d’onore.

Mi rivolgo a lei, Serena Dandini, che ogni domenica sera ospita nel suo salotto televisivo grandi scrittori e artisti famosi, chiedendole di pronunciarsi, dire parole chiare, senza tentennamenti, su questo clima di intolleranza suscitato da alcune minoranze bellicose che amano però riempirsi la bocca della parola «pace».

Mi rivolgo a voi, Piero Dorfles e Neri Marcorè, a voi e al vostro programma domenicale «Per un pugno di libri» perché interveniate a spiegare al vostro giovane pubblico che questi sciagurati boicottaggi non solo confondono in maniera subdola la responsabilità del singolo scrittore con le posizioni politiche di uno Stato ma, sotto sotto, mettono in discussione il diritto stesso all’esistenza di Israele. Mi rivolgo a lei, Corrado Augias, il cui impegno dichiarato, come dice lei, «è solo fare e indurre a fare qualche ragionamento», perché inviti nella sua trasmissione quotidiana i responsabili della Fiera di Torino Ernesto Ferrero e Rolando Picchioni a spiegare la loro scelta. Giorni fa ha chiamato Giulietto Chiesa a raccontare le sue deliranti convinzioni sul complotto dell’11 settembre. Bene. Spero trovi il modo di offrire ospitalità anche a chi ha civilmente deciso di offrire a Israele un proprio stand nazionale, come è successo negli anni passati con altri Paesi, in coincidenza con il 60˚ anniversario della fondazione di quello Stato.

Raitre si distingue per essere una rete ancora attenta ai problemi della cultura ma anche alle Buone Cause, al politicamente corretto, al dialogo, al diritto d’espressione, alla supremazia dei Valori; proprio per questo si ritiene l’ultimo avamposto della tv intelligente e della sinistra progressista. Ecco, sarebbe bello se voi, i conduttori più prestigiosi, buttati al vento gli alibi semantici, senza tante ipocrisie, magari sfidando un po’ di impopolarità, ci diceste se gli scrittori d’Israele sono o non sono degni di essere invitati in Italia a una manifestazione di libri”.

La domanda, naturalmente, è d’obbligo: voi cosa ne pensate?

(Massimo Maugeri)

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AGGIORNAMENTO

Nel nome della letteratura

Israele ospite della Fiera del Libro di Torino 2008

Con questa firma esprimiamo una solidarietà senza riserve nei confronti degli organizzatori della Fiera del libro di Torino, nel momento in cui questo evento di prima grandezza della vita letteraria nazionale viene attaccato per aver scelto Israele come paese ospite dell’edizione 2008.
L’appello a cui aderiamo s’intende apartitico, e politico solo nell’accezione più alta e radicale del termine. Non intende affatto definire uno schieramento, se non alla luce di poche idee semplici e profondamente vissute.
In particolare, l’idea che le opinioni critiche, che chiunque fra noi è libero di avere nei confronti di aspetti specifici della politica dell’attuale amministrazione israeliana, possono tranquillamente, diremmo perfino banalmente!, coesistere con il più grande affetto e riconoscimento per la cultura ebraica e le sue manifestazioni letterarie dentro e fuori Israele. Queste manifestazioni sono da sempre così strettamente intrecciate con la cultura occidentale nel suo insieme, rappresentano una voce talmente indistinguibile da quella di tutti noi, che qualsiasi aggressione nei loro confronti va considerata un atto di cieco e ottuso autolesionismo.

Raul Montanari

Prime adesioni:
Alessandra Appiano, Alessandra C., Andrea Carraro, Gabriella Alù, Cosimo Argentina, Sergio Baratto, Paola Barbato, Antonella Beccaria, Silvio Bernelli, Gianfranco Bettin, Daria Bignardi, Gianni Biondillo, Riccardo Bonacina, Laura Bosio, Elisabetta Bucciarelli, Gianni Canova, Fabrizio Centofanti, Benedetta Centovalli, Piero Colaprico, Giovanna Cosenza, Sandrone Dazieri, Francesco De Girolamo, Girolamo De Michele, Donatella Diamanti, Paolo Di Stefano, Luca Doninelli, Riccardo Ferrazzi, Marcello Fois, Francesco Forlani, Gabriella Fuschini, Giuseppe Genna,Michael Gregorio (Daniela De Gregorio, Mike Jacob),Helena Janeczek, Franz Krauspenhaar,Nicola Lagioia,Loredana Lipperini,Valter Malosti, Antonio Mancinelli, Valentina Maran, Federico Mello, Antonio Moresco , Gianfranco Nerozzi, Chiara Palazzolo, Gery Palazzotto, Paolo Pantani, Leonardo Pelo, Guglielmo Pispisa, Laura Pugno, Luca Ricci, Andrea Raos, Roberto Moroni, Mariano Sabatini, Rosellina Salemi, Flavio Santi,Tiziano Scarpa,Beppe Sebaste, Gian Paolo Serino, Luca Sofri, Monica Tavernini, Annamaria Testa, Maria Luisa Venuta, Andrea Vitali,Vittorio Zambardino,Zelda Zeta (Pepa Cerutti, Chiara Mazzotta, Antonio Spinaci)

Ps. L’appello appare contemporaneamente su Nazione Indiana, Ilprimoamore e Lipperatura

Potete sottoscriverlo su uno dei siti citati.

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AGGIORNAMENTO del 7 febbraio 2008

Segnalo che su Nazione Indiana è stato pubblicato anche questo post che va in direzione opposta a quello che propone la firma dell’appello

(Massimo Maugeri)

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