LETTERATITUDINE di Massimo Maugeri » viola di grado http://letteratitudine.blog.kataweb.it Un open-blog. un luogo d\'incontro virtuale tra scrittori, lettori, librai, critici, giornalisti e operatori culturali Sat, 11 Dec 2021 09:58:57 +0000 http://wordpress.org/?v=2.9.2 en hourly 1 VIOLA DI GRADO con “Bambini di ferro” (La nave di Teseo) a Letteratitudine in Fm http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2016/06/15/viola-di-grado-a-letteratitudine-in-fm/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2016/06/15/viola-di-grado-a-letteratitudine-in-fm/#comments Wed, 15 Jun 2016 11:55:04 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=7178 VIOLA DI GRADO, autrice di “Bambini di ferro” (La nave di Teseo) in radio a Letteratitudine in Fm di lunedì 13 giugno 2016 – h. 10 circa (e in replica nei seguenti 3 appuntamenti: giovedì alle h. 03:00 del mattino; venerdì alle h. 13:00; domenica alle h. 03:00 del mattino)

In Fm e in streaming su Radio Hinterland

trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia: Federico Marin

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LA PUNTATA È ASCOLTABILE ONLINE, CLICCANDO SUL PULSANTE AUDIO

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È stata Viola Di Grado l’ospite della puntata di Letteratitudine in Fm di lunedì 13 giugno 2016. Con Viola Di Grado abbiamo discusso del suo nuovo romanzo “Bambini di ferro” (La nave di Teseo) e delle tematiche ad esso legate.
Nella seconda parte della puntata, una lettura del libro.

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Il libro
bambini-di-ferroUna mattina d’estate, in un Giappone di un’era imprecisata, la direttrice dell’Istituto Gokuraku, Sada, e la sua assistente, Yuki, prelevano da una vecchia casa una bambina rimasta orfana: la piccola Sumiko. Presto si accorgono che Sumiko non intende parlare, mangiare, interagire con niente e nessuno; i suoi occhi sono persi in un punto indefinito davanti a sé, su qualcosa che sembra nulla.
Anche Yuki, venticinque anni prima, è stata ospite dell’istituto: privata dei genitori, è stata sottoposta a un programma di accudimento materno artificiale il cui fallimento ha generato dei “bambini difettosi”, con nati in istituto sotto la guida e le cure soffocanti di Sada. Yuki dovrebbe essere la tutrice di Sumiko, ma viene risucchiata nella spirale dei suoi silenzi e della sua fissità, trascinata in una “zona pericolosa”, uno spazio interiore frammentato da cui pensava di essere uscita per sempre. Sumiko si rivelerà essere custode dei segreti del passato e dei traumi
di Yuki, ma anche la sua possibilità di salvezza.

Viola Di Grado torna con un potente romanzo sulla maternità, sui sentimenti più ancestrali,
in un vertiginoso oscillare tra la più antica tradizione buddhista e la gelida essenza hi-tech di un futuro già presente.

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viola-di-gradoViola di Grado (1987) è l’autrice di “Settanta Acrilico Trenta Lana” (2011) – vincitore del premio Campiello Opera Prima e del premio Rapallo Carige Opera Prima e nalista all’IMPAC Dublin Literary Award – e di “Cuore Cavo” (2013), finalista al PEN Literary Award. Ha vissuto a Kyoto, Leeds e Londra, dove si è laureata in Filosofia e dell’Asia orientale. I suoi libri sono tradotti in otto Paesi.

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trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia: Federico Marin

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La colonna sonora della puntata è composta dai seguenti brani musicali: “Welcome to the machine” dei Pink Floyd; “Relics” di Shedir; “Atom Heart Mother” dei Pink Floyd.

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Letteratitudine in Fm va in onda su Radio Hinterland il mercoledì mattina (h. 9 circa), con una serie di repliche nei giorni successivi. Per dettagli, consulta il palinsesto della radio.

Puoi ascoltare Radio Hinterland in Fm su 94.600 nelle province di Milano e Pavia, oppure in streaming via Internet cliccando qui.

È possibile ascoltare le puntate precedenti, cliccando qui.


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È online la puntata con VIOLA DI GRADO e SIMONA SPARACO, ospiti di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 26 aprile 2013 http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2013/04/28/in-radio-con-viola-di-grado-e-simona-sparaco/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2013/04/28/in-radio-con-viola-di-grado-e-simona-sparaco/#comments Sun, 28 Apr 2013 07:25:04 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=5165 viola-di-grado-simona-sparacoÈ online la puntata con VIOLA DI GRADO e SIMONA SPARACO, ospiti di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 26 aprile 2013

PER ASCOLTARE LA PUNTATA, CLICCA SUL PULSANTE AUDIO

Ospiti della puntata di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 26 aprile 2013 sono state le scrittrici VIOLA DI GRADO e SIMONA SPARACO, autrici rispettivamente dei romanzi “Cuore cavo” (edizioni e/o) e “Nessuno sa di noi” (Giunti). Due romanzi accomunati da tematiche che attraversano la vita e la morte: quello della Di Grado è incentrato sul tema del suicidio, quello della Sparaco (tra i 12 selezionati per l’edizione 2013 del Premio Strega) affronta il tema della interruzione di gravidanza.

Su LetteratitudineNews, il 1° capitolo di “Cuore Cavo” e uno stralcio di “Nessuno sa di noi“.

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Letteratitudine in Fm va in onda su Radio Hinterland il venerdì mattina (h.13 circa) e – in replica – il martedì sera (h. 20,30) e il mercoledì mattina (h. 11,00). Per dettagli, consulta il palinsesto della radio.

Puoi ascoltare Radio Hinterland in Fm su 94.600 nelle province di Milano e Pavia, oppure in streaming via Internet cliccando qui.

È possibile ascoltare le puntate precedenti, cliccando qui.

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SETTANTA ACRILICO, TRENTA LANA: Viola di Grado http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2011/05/29/settanta-acrilico-trenta-lana/ http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2011/05/29/settanta-acrilico-trenta-lana/#comments Sun, 29 May 2011 21:25:59 +0000 Massimo Maugeri http://letteratitudine.blog.kataweb.it/?p=2992 Aggiorno questo post giusto per congratularmi con Viola Di Grado. In questi mesi “Settanta acrilico, trenta lana” ha fatto incetta di premi importanti. Su tutti (notizia di ieri), la vincita del Premio Campiello opera prima 2011.
Brava, Viola! Complimenti a te e al tuo talento.
Massimo Maugeri

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Post del 7 febbraio 2011

settanta-acrilico-trenta-lana1L’ho capito sin dalle prime pagine che questo romanzo d’esordio di Viola Di Grado (Settanta acrilico, trenta lana – edizioni E/O – 2011) aveva le carte in regola per lasciare il segno. Se n’è accorto anche Giovanni Pacchiano che, sulle pagine di Domenica de Il Sole 24 Ore del 6 febbraio, scrive: “È un libro fatto di segni del destino il notevolissimo romanzo d’esordio di Viola Di Grado, Settanta acrilico trenta lana. In quest’inizio d’anno, mentre gli editori puntano molto sugli esordienti, ingolositi dai grandi slam di Giordano e della Avallone, lei, i romanzi dei suoi concorrenti, li eclissa. Se c’è giustizia al mondo, farà piazza pulita ai premi“.

Nella scheda del libro, Viola (che ho il piacere di conoscere personalmente già da prima della pubblicazione di questo libro) è definita “dark come Amélie Nothomb e letteraria come Elena Ferrante“. Io dico, molto più semplicemente, sebbene questo sia il suo primo libro, che Viola Di Grado è Viola Di Grado. E il segno che questo romanzo lascia (perché lo lascia: leggere per credere!) discende direttamente dalla sua scrittura: originale, mai banale, immaginifica, a tratti cinematografica, graffiante e cinica, ma con punte di lirismo. Una scrittura che procede per simboli e metafore, che cattura e spiazza al tempo stesso… capace di scuoterti, ma anche di farti sorridere. Insomma, sin da questo primo libro Viola Di Grado dimostra di possedere una cifra letteraria del tutto personale che le fornisce un’identità autoriale ben precisa… al di là dell’esordio.

E a proposito della scrittura di Viola, mi piace evidenziare l’opinione della brava Sandra Bardotti di Wuz (la riporto di seguito):
viola_di_gradoLaureata in lingue orientali a Torino, Viola Di Grado (nella foto) ha fatto l’Erasmus a Leeds, poi ha viaggiato in Giappone e in Cina, e ora si sta specializzando in filosofia cinese a Londra. Questo romanzo lo ha finito di scrivere due anni fa, quando di anni ne aveva ventuno. Eppure Settanta acrilico trenta lana dimostra una originalità e maturità di lingua e contenuti davvero rara per una scrittrice della sua età. Definita “dark come Amélie Nothomb e letteraria come Elena Ferrante”, Viola Di Grado costruisce il suo romanzo sulla lingua, attraverso iperboli, sinestesie, allitterazioni, parole che dipingono una natura al neon, di plastica, – acrilica, appunto -, sezionando lo spazio ovattato di questa Leeds letteraria come un bisturi. Una lingua che taglia e squarcia la pagina, come se fosse un fiore o vestito. Parole che coniugano esperienza corporea ed estetica, che si collocano esattamente sulla pagina come ideogrammi inscritti nel loro quadrato ideale. Parole che contraddicono la sterilità dell’esperienza depressiva, debordano fuori dal tracciato, si scompongono, si mescolano, si uniscono: chiavi di volta, parole che si fanno carne e riempono lo spazio, parole che significano sempre qualcosa di più della loro forma. Una lingua cesellata come una porcellana orientale eppure sfrontata e insolente come quella che solo a vent’anni si può avere.
Settanta acrilico trenta lana è il romanzo di una bellezza straziata, di una vita persa, ritrovata, persa di nuovo – ciclica, come un buco -, di una vita che muore ogni giorno e ogni giorno risorge, per lanciare una provocazione alle nostre candide esistenze“.
Ecco, mi sembra che le parole di Sandra rendano giustizia alla bella scrittura di Viola.

Addentriamoci nel libro, che ha per protagonista la giovane Camelia (figlia di padre italiano e di madre inglese).
Ecco la scheda che ne riassume la trama: Camelia vive con la madre a Leeds, una città in cui «l’inverno è cominciato da tanto tempo che nessuno è abbastanza vecchio da aver visto cosa c’era prima», in una casa assediata dalla muffa accanto al cimitero. Traduce manuali di istruzioni per lavatrici, mentre la madre fotografa ossessivamente buchi di ogni tipo. Entrambe segnate da un trauma, comunicano con un alfabeto fatto di sguardi. Un giorno però Camelia incontra Wen, un ragazzo cinese che lavora in un negozio di vestiti e che le insegna la sua lingua. Saranno proprio gli ideogrammi ad aprire un varco di bellezza e mistero nella vita di Camelia, attribuendo nuovi significati alle cose. Camelia si innamora di Wen, ma lui la respinge nascondendogliene il motivo. E c’è anche il bizzarro fratello di lui, ossessionato dall’oscura morte di Lily, un’altra studentessa di Wen…

Sono tanti i temi affrontati da questo romanzo. Ne evidenzio alcuni:
- il rapporto con la città (e con i luoghi) in cui si vive
- il rapporto con il “diverso”, con l’altro da sé, simboleggiato anche dal desiderio di studiare una lingua straniera
- il linguaggio degli sguardi come alternativa a quello delle parole
- il rapporto con se stessi e la crisi esistenziale (simboleggiata dal “buco”, metafora di una mancanza e di qualcosa che “inghiotte”: il fosso che causa la morte del padre di Camelia, l’oblò delle lavatrici, i buchi fotografati ossessivamente dalla madre della ragazza).

Faccio sin da subito i complimenti a Viola, per questo folgorante romanzo d’esordio. Avremo modo di approfondire la conoscenza di Settanta acrilico, trenta lana approfittando della sua presenza. Contestualmente, come sempre, vi invito a discutere delle tematiche “collaterali” che – in un modo o nell’altro – sono trattate nel libro. Seguono alcune domande volte a favorire la discussione…

1. Fino a che punto il grigiore o la luminosità delle città in cui viviamo può influenzare il nostro umore e le nostre vite?

2. Imparare una lingua straniera può aiutare a conoscere meglio il popolo che parla e scrive quella lingua? E fino a che punto?

3. Il linguaggio degli sguardi, può essere alternativo a quello delle parole?

4. Quali rimedi proporreste contro i buchi neri dell’esistenza?

Vi ringrazio anticipatamente per la partecipazione.

Massimo Maugeri

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