Formelunghe – Del Vecchio Editore https://www.delvecchioeditore.it Wed, 20 Oct 2021 15:18:19 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=5.6.6 https://www.delvecchioeditore.it/wp-content/uploads/2020/01/cropped-Logo1-Sito-32x32.png Formelunghe – Del Vecchio Editore https://www.delvecchioeditore.it 32 32 172508356 Schikaneder e Il labirinto https://www.delvecchioeditore.it/prodotto/schikaneder-e-il-labirinto/ Sun, 17 Oct 2021 17:48:44 +0000 https://www.delvecchioeditore.it/?post_type=product&p=17346 Benedetta Galli

Anno di pubblicazione: 2021

ISBN: 9788861102231

Pagine: 201

 

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Wolfgang Amedeus Mozart, per gli amici Wolfi, e Emanuel Schikaneder, voce narrante e imbonitore, psono legati da una profonda amicizia. Ma quando le scene si aprono su questa vicenda Mozart è morto ormai da sette anni e il teatro Freihaus, che grazie al grande compositore aveva visto giorni di gloria, versa ora in grandi difficoltà. Schikaneder librettista e codirettore del teatro annega nei debiti. Per recuperare stabilità economica e per dimostrare a tutti – e forse ancor più a sé stesso – di poter far bene anche senza la sua “gallina dalle uova d’oro”, decide di portare sulle scene Il labirinto, opera destinata ad essere il seguito de Il flauto magico, ultimo grande successo ospitato al Freihaus e che porta le firme, per l’appunto, di Mozart e dello stesso Shikaneder.

Attraverso la voce irriverente del narratore, Benedetta Galli costruisce una cornice, o meglio una scenografia, a tratti grottesca che ammalia il lettore e lo trascina tra mostri di cartapesta e situazioni farsesche. L’autrice armonizza i movimenti della storia proprio come una sinfonia, riuscendo a tenere in equilibrio gli intrecci, la forma e i contenuti con un tono giocoso, da raffinato divertissement, dato da una scrittura ammirevole per leggerezza, intelligenza e ironia. Shikaneder e il labirinto con il suo incedere si fa bonariamente beffe del pubblico e degli artisti, dell’arte e del profitto, perché il narratore è consapevole di essere parte di un’elaborata farsa in cui la Storia procede prendendosi fin troppo sul serio, agendo in modo subdolo nel modificare tanto il gusto del pubblico quanto la voce degli artisti. Ogni cambiamento lascia un vuoto, una frattura e una promessa che sembra trovare la sua più lucida espressione nelle ultime parole di Shikaneder: ho ancora fiducia nelle storie, nonostante tutto.

«Con il brillante Schikaneder e il labirinto, dove è notevole la destrezza nel gestire registri ora buffi ora drammatici, ci troviamo nel mondo dell’opera viennese di fine Settecento al crepuscolo dell’illuminismo mozartiano. Un romanzo sagace e un’ironica ricostruzione di una particolare aura storica»

Giuria del premio Calvino

Benedetta Galli

Benedetta Galli

Nata nel 1993 nella città metropolitana di Firenze, dopo il liceo classico ha intrapreso studi di Ingegneria a Milano e...

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Lingua Nativa https://www.delvecchioeditore.it/prodotto/lingua-nativa/ Thu, 16 Sep 2021 14:10:44 +0000 https://www.delvecchioeditore.it/?post_type=product&p=17319 Suzette Heden Elgin

Anno di pubblicazione: 2021

ISBN: 9788861101883

Pagine: 440

 

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Ambientato nel ventiduesimo secolo dopo l’abolizione del XIX emendamento, si racconta di un mondo in cui alle donne sono ancora una volta negati i diritti civili. La popolazione dipende dai Linguisti, famiglie i cui infanti sono allevati per diventare interpreti di tutte le lingue umanoidi della galassia e permettere il commercio interplanetario, fonte di ricchezza. I Linguisti detengono il potere ma vivono isolati, odiati dal resto della popolazione e nel timore costante di una rivolta sociale. Un gruppo di donne è destinato a sfidare il potere degli uomini e dei Linguisti. Nazareth, bambina prodigio, intraprendente, studiosa e tenace, tiene un taccuino segreto su cui prende nota dei suoi esperimenti linguistici e che la porterà inconsapevolmente ad essere parte della Storia. Una silenziosa rivoluzione, infatti, sta sorgendo nella Casa Sterile; lì le donne stanno creando una lingua nuova, fatta di “parole giuste”, una “lingua che funziona”. Il Làadan si struttura nel corso della narrazione mettendo a disposizione nuove categorie interpretative e quindi nuovi modi per comprendere e raccontare la realtà. Scritto nel 1984 e sorprendentemente attuale, Lingua nativa combina una trama entusiasmante con dense riflessioni linguistiche sui modi in cui le parole modellano la nostra politica, la nostra cultura, la percezione di sé e come possono essere maneggiate per riformare quelle strutture o per sovvertirle.
Un capolavoro della fantascienza della fine del secolo scorso, Lingua nativa, pur essendo perfettamente compiuto in sé, è il primo volume dell’acclamata e omonima trilogia di Suzette Haden Elgin.

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Suzette Haden Elgin

Suzette Haden Elgin

È stata scrittrice e ricercatrice in Linguistica sperimentale. Alla fine degli anni Sessanta consegue il dottorato di ricerca presso il...

Costanza Fusini

Costanza Fusini

È nata a Orbetello nel 1989. Dopo essersi laureata in Lingue e letterature moderne euroamericane a Pisa si specializza in...

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Per dire Sole dico Oggipolenta https://www.delvecchioeditore.it/prodotto/per-dire-sole-dico-oggipolenta/ Thu, 22 Jul 2021 07:54:51 +0000 https://www.delvecchioeditore.it/?post_type=product&p=17291 Tito Pioli

Anno di pubblicazione: 2021

ISBN: 9788861102064

Pagine: 186

 

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Filiberto, Fili per gli altri, Berto per se stesso, è/era/sarà un ardente odiatore di ogni tipo di macchina e un aspirante professore. Una macchia sul viso lo rende mostruosamente poco adatto a ergersi in cattedra, ma la malattia sembra reagire alla conoscenza, ogni nuova parola imparata e insegnata fa visibilmente ridurre la macchia sul suo volto. E Berto conosce una lingua scomparsa, l’italiano antico appreso sui libri, una lingua che gli conferisce una voce vera così in contrasto con le voci finte e metalliche che si propagano dalle macchine. E le sue parole vere dicono cose vere che in pochi sanno ascoltare ma lui è incapace di tacere e questo lo rende un pericoloso sobillatore di anime. Berto ripara libri antichi, crea sculture e scarica cassette della frutta. Berto suona anche, suona per coprire le urla dei bambini e dei maiali, suona mentre loro sono portati verso il loro futuro e trasformati in un qualcosa di migliore: pregiato culatello, avvocato, medico, ingegnere. Ma non si fa la rivoluzione da soli, ed è la rivoluzione quella a cui Berto aspira. E quindi Berto esiste negli sguardi di chi lo incontra, di chi lo ascolta e di chi lo racconta. Nicla la ladra, che con Berto scarica cassette di frutta, trascorre nuda lunghe giornate nella stalla, distrugge e crea, scopre e inventa. Nel suo sguardo violento e appassionato Berto è profeta e rivoluzionario. Sara Pinto, sorella gemella di Berto, disseziona la sua vita per riuscire a capire, e possibilmente fare sua,  la scintilla di bellezza e genialità che vede splendere nel fratello. E poi il nonno Piergaddo, santo benefattore e porcaro da generazioni, il triumvirato degli italianisti, il movimento dei caravaggeschi, gli studenti, Bologna. Tutto il mondo osserva Berto il “Lupo” la sua macchia mostruosa e le sue parole antiche. Come in un quadro caravaggesco la luce colpisce tutti con violenta concretezza e crea contasti solo apparentemente inconciliabili: vita e morte, bellezza e violenza, eternità e caducità.  Tutto questo è reso nella splendida prosa di Tito Pioli come il resoconto di un sogno, di un viaggio fantastico, di una rivoluzione riuscita: ci porta ad esplorare le contraddizioni che ci fanno sentire sicuri. Attraverso una sagace ironia ci smaschera, mette a tacere la musica che copre le grida, ci disturba, ci chiama in causa e così facendo ci offre la possibilità di affacciarci su quella bellezza così intrinseca in ogni cosa da essere l’unica vera testimone della realtà.

«Il costante atto politico nella scrittura di Tito Pioli è reso nell’irrealtà, nell’assurdo, nel gioco di equilibri tra follia e finzione, per denunciare la vacuità di valori di una società»

La Repubblica

«Per fortuna esistono scrittori che, per utilizzare un’espressione di Manganelli a proposito di Gianni Celati, possiedono un’intonazione unica, un linguaggio speciale, “il linguaggio dello smarrimento”, in grado far emergere tutto ciò che è sommerso o non immediatamente visibile ai più, attraverso una scrittura straniante e, insieme, surreale e ironica. Tito Pioli è uno di questi»

L′indice

Tito Pioli

Tito Pioli

Librai antiquario che “legge le interviste al contrario, va al mare da solo e festeggia il Capodanno con gente che...

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Pong https://www.delvecchioeditore.it/prodotto/pong/ Thu, 01 Jul 2021 10:08:33 +0000 https://www.delvecchioeditore.it/?post_type=product&p=17255 Sibylle Lewitscharoff

Traduzione: Paola Del Zoppo

Anno di pubblicazione: 2021

ISBN: 9788861101722

Pagine: 200

 

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“Una quiete, che rizzò l’udito di tutte le creature, si posò come un velo di panna lucente sul mondo, ed ecco il grande Zac! Ecco Pong. Ma già adulto. Con tutti i denti e tutti i capelli. Sapeva camminare, sapeva parlare. E come!”

Un Big Bang dell’assurdo ha gettato Pong tra le creature del mondo, costringendolo per tutta la sua esistenza a riconoscere, analizzare, collegare eventi e particolari, a generare nessi inediti, e per lui fondamentali. A Pong, infatti, il mondo piace “perché lui ci vive al centro. Non da qualche parte in un centro qualsiasi, ma proprio nel pericoloso nucleo più denso, il centro dell’uovo”. Da quel centro prendono le mosse la sua routine e i suoi progetti per gestire e individuare paure e precauzioni. “Spostare un solo capello in quel fragile spazio farebbe vacillare il mondo e deragliare dall’orbita luna sole via lattea e addio al sistema”. Il pensiero delirante di Pong misura tutte le cose e tutte le vite, amori, dolori e solitudini. Per non confondersi con i comuni esseri umani, Pong ne decifra e cataloga i parametri. Le donne, per esempio, hanno un valore esprimibile in moneta, e vanno schedate in base ai difetti rilevati. Eternamente condannato all’insoddisfazione, alla delusione, Pong spera di poter compiere comunque le missioni che una voce gli assegna, e si affanna alla ricerca della purezza- Lewitscharoff propone il suo “grande Zac” nella letteratura, tanto originale nelle scelte stilistiche quanto nella bizzarria della trama. Pong ha giustamente guadagnato all’autrice, che esordiva nel romanzo, il Premio Bachmann proprio perché “narrato in  un esperanto poetico dei migliori”. L’uso spregiudicato della della commistione tra rappresentazione e narrazione rende il romanzo in sé nucleo denso in cui si generano e ri-generano significati, la storia di un personaggio umano e irrazionale, che per molto tempo accompagnerà i lettori con i suoi interrogativi verissimi e folli.

Sibylle Lewitscharoff scrive con un linguaggio di una forza che non ha precedenti nella letteratura tedesca.

Neue Züricher Zeitung

Il Premio Ingeborg Bachmann ha raramente trovato un vincitore altrettanto meritato. Laddove gli altri autori si sono sforzati di espandere i principi del linguaggio, Sibylle Lewitscharoff ne ha invece inventato uno tutto nuovo con mano leggera.

Süddeutsche Zeitung

Lewitscharoff ha il dono dell’imprevedibile e una scrittura aggressiva che agguanta e deforma la realtà senza inibizioni

La Stampa - Tuttolibri

Sibylle Lewitscharoff

Sibylle Lewitscharoff

È “la scrittrice” per eccellenza. Nata a Stoccolma, vive a Berlino, in una grande casa, dove c’è spazio anche per...

Paola Del Zoppo

Paola Del Zoppo

È nata a Napoli nel 1975. Traduttrice e critica letteraria insegna Letteratura tedesca all’Università degli studi della Tuscia. È inoltre...

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Pigafetta https://www.delvecchioeditore.it/prodotto/pigafetta/ Thu, 25 Mar 2021 11:38:47 +0000 https://www.delvecchioeditore.it/?post_type=product&p=17167 Felicitas Hoppe

Traduzione: Anna Maria Curci

Anno di pubblicazione: 2021

ISBN: 9788861102149

Pagine: 190

 

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Il carico ha la priorità” è quanto viene detto ai passeggeri a bordo del cargo senza nome, che partito da Amburgo si appresta a circumnavigare il globo, e che mette subito in chiaro il tenore del viaggio, molto lontano dal lussuoso mondo delle crociere “tutto compreso”. La passeggera/narratrice, tra i pochi passeggeri paganti, tollerati più che accolti dallo strambo equipaggio, ci guida attraverso nove notti che scandiscono il procedere del viaggio.  Piani temporali e narrazioni si intrecciano in un racconto al limite dell’onirico. Nell’intimità della cabina, nell’oscurità della notte risuona infatti la voce immortale di Antonio Pigafetta, tra i pochi sopravvissuti della spedizione attorno al mondo di Magellano, nel 1519. Pigafetta occupa il proprio posto nella cabina della voce narrante, siede sotto l’orologio e sembra indurre a riflettere su interrogativi più o meno astratti: Perché il cuoco ha con sé un solo piccolo ricettario per un viaggio così lungo? Cosa rende il capitano tanto irrequieto? Perché gli uomini si ostinano a voler misurare il tempo, anziché limitarsi ad osservarne l’incedere? Felicitas Hoppe, nel suo primo romanzo pubblicato, offre un generoso saggio di stili e temi che caratterizzeranno la sua intera produzione. In costante e sapiente dialogo con la tradizione Hoppe gioca con tòpoi e cliché propri della letteratura di avventura: tra personaggi improbabili, affascinanti giovinette, tempeste, bonaccia e un immancabile ammutinamento, troviamo disseminati argutamente tra le pagine elementi che richiamano Melville, Poe, Sterne, Collodi e la Bibbia, una commistione capace di dare risalto alla voce unica e originale dell’autrice. Con ironia e leggerezza Hoppe ci persuade a lasciare andare le nostre costruzioni e le nostre certezze per tuffarci nella narrazione con l’entusiasmo riservato al gioco, e, come chiunque vi si appresti con dedizione e senza malizia sa fin troppo bene, il gioco è una faccenda incredibilmente seria.

 

«Colpisce la prosa di Felicitas Hoppe, scorrevole, magica, piena di fantasia, una prosa densa di ritmo, una scrittura a perdifiato. Il lettore non può far altro che assecondare i tempi dettati dalla Hoppe, leggere qui diventa indovinare il passo del ballo pur non sapendo ballare. Non ci saranno risposte ma continue domande.»

Gianni Montieri

«Felicitas Hoppe riesce a creare frasi che sembrano avere la consistenza inusuale di un vetro flessibile, un materiale che non esiste: allo stesso tempo chiaro e opaco, fragile e duttile.»

Frankfurter Allgemeine Zeitung

Felicitas Hoppe

Felicitas Hoppe

Nata in una famiglia numerosa ad Hamelin, il paese del pifferaio magico, Felicitas Hoppe ha studiato a Hildesheim, Tubinga, Eugene...

Anna Maria Curci

Anna Maria Curci

Anna Maria Curci è nata a Roma, dove vive e insegna lingua e letteratura tedesca. Poetessa, critica letteraria e traduttrice,...

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La vecchia signora del riad https://www.delvecchioeditore.it/prodotto/la-vecchia-signora-del-riad/ Mon, 07 Sep 2020 14:07:12 +0000 http://www.delvecchioeditore.it/?post_type=product&p=16872 Fouad Laroui

Traduzione: Cristina Vezzaro

Anno di pubblicazione: 2020

ISBN: 9788861101999

Pagine: 223

 

 

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È possibile condividere il proprio mondo con qualcuno che viene percepito come completamente estraneo? Questa è la domanda che Fouad Laroui si pone nel raccontare la tragicomica storia di François e Cécile, coppia benestante, progressista e liberale che assecondando un capriccio e inseguendo una imprecisata voglia di libertà lascia di punto in bianco la propria vita parigina per trasferirsi a Marrakesh. Costantemente destabilizzati da cliché e stupore i due “francesi di Francia” riescono, non senza qualche complicazione, a prendere possesso di un riad apparentemente perfetto, una dimora da sogno completamente in linea con le aspettative della coppia. Ed è proprio quando i due sembrano liberi di esplorare la propria idilliaca nuova vita che di nuovo si imbattono nell’inatteso: una silenziosa e coriacea vecchia signora che occupa, senza alcuna intenzione di andarsene, una stanza del loro riad. La convivenza forzata, che costringerà la coppia a confrontarsi con il proprio progressismo di maniera, saprà stimolare il dialogo tra i due mondi?

«Fouad Laroui gioca con gli stereotipi e li usa per costruire una storia ironica e a tratti tragica, dove due culture si riflettono in uno specchio di superficialità e incomprensione. Per poi riscoprire una storia comune»

La Lettura

«Appassionante requisitoria contro l’intolleranza, questo libro erudito ma mai pedante si legge piacevolmente. Grande romanzo iniziatico e universale, interpretabile come importante riconciliazione fra i popoli, dovrebbe far parte del programma di tutte le scuole. Anzi, si dovrebbe imporne la lettura in tutti i ministeri, fino agli eserciti.»

Christine Ferniot, Lire

Fouad Laroui

Fouad Laroui

È un economista e scrittore, nato a Oudja in Marocco. Dopo aver terminato il liceo a Casablanca, ha studiato ingegneria...

Cristina Vezzaro

Cristina Vezzaro

Cristina Vezzaro vive e lavora a Torino. Dal 2005 traduce narrativa e poesia francese, tedesca e inglese per diverse case...

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Andreas o I riuniti https://www.delvecchioeditore.it/prodotto/andreas-o-i-riuniti/ Wed, 02 Oct 2019 16:24:46 +0000 http://www.delvecchioeditore.it/?post_type=product&p=15467 Hugo von Hofmannsthal

Traduzione: Andrea Landolfi

Anno di pubblicazione: 2019

ISBN: 9788861101951

Pagine: 303

 

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Da Vienna a Venezia, attraverso la Carinzia, il viaggio d’istruzione del giovane Andreas, rampollo della piccola nobiltà negli anni dell’imperatrice Maria Teresa, diviene metafora della laboriosa ricomposizione e riunione con sé cui ciascuno è chiamato per dare senso alla propria vita. Concepito all’insegna di una circolarità mitico-fiabesca che lungo itinerari paralleli avrebbe dovuto condurre il protagonista a “riunirsi” con la propria “anima”, raffigurata da Romana, e insieme tutti gli altri personaggi ed eventi narrati a ricomporsi in unità, il romanzo, al quale Hofmannsthal lavorò nell’arco di un ventennio (1907-1927) non riuscì a trovare il proprio compimento. Nell’epoca “moderna”della frammentazione e della perdita, questa tormentata incompiutezza, che testimonia in un modo toccante l’utopica e consapevole inattualità del disegno, contribuisce a fare di Andreas o I riuniti uno dei vertici della prosa d’arte primonovecentesca accanto alle prove di Kafka, di James e di Gide. Dopo la celebre versione, risalente a più di settanta anni fa, di Gabriella Bemporad, questa nuova traduzione presenta per la prima volta, accanto alla parte compiuta – il cui testo originale è stato rivisto sulla base degli ultimi risultati della ricerca hofmannsthaliana- i frammenti e gli appunti per la continuazione nella loro quasi totalità e nell’ordine stabilito dall’edizione critica.

Egli ha amato l’idea della morte insieme con quella della bellezza, con quella della distinzione:un tratto in lui squisitamente austriaco. La morte è presente in tutta la sua produzione poetica, anche in quell più lieve, e già quando era un fanciullo, giovanissimo principe dello spirito, l’ha chiamata in un verso “un grande di dell’anima”. Ogni armoniosa e aggraziata movenza della sua prosa, dei suoi dialoghi, della sua lirica è intrisa d’una bellezza di morte

Thomas Mann

Hugo Von Hofmannsthal

Hugo Von Hofmannsthal

Poeta, saggista, drammaturgo, è stato uno dei maggiori scrittori in lingua tedesca negli anni a cavallo tra Ottocento e Novecento....

Andrea Landolfi

Andrea Landolfi

Nato a Roma nel 1957, insegna Letteratura tedesca e Traduzione letteraria all’Università di Siena, dove dirige anche il Master in...

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Le tribolazioni dell’ultimo Sijilmassi https://www.delvecchioeditore.it/prodotto/le-tribolazioni-ultimo-sijilmassi/ Sat, 28 Sep 2019 14:39:11 +0000 http://www.delvecchioeditore.it/?post_type=product&p=15420 Fouad Laroui

Traduzione: Cristina Vezzaro

Anno di pubblicazione: 2019

ISBN: 9788861101715

Pagine: 321

Formato digitale: 7,99

Disponibile su: Bookrepublic, Kindle store, Kobo store, Ibs

 

 

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L’ingegner Adam Sijilmassi è al suo ennesimo viaggio in business class, di ritorno dall’Asia. Mentre sorvola il mare si rende conto che è necessario rallentare e cambiare impostazione alla sua vita. Inizia così un rocambolesco viaggio nell’identità e nella memoria, alla ricerca di un’autenticità che possa rappresentare una sintesi dei suoi diversi modi di essere. Dopo un incontro surreale con un analista che cerca di ricondurre le sue scelte a una forma di esaurimento nervoso, Adam parte alla volta del villaggio natio. Scopre la biblioteca del nonno, testi di letteratura e filosofia dei tempi dell’Andalusia araba e fa della lettura la sua attività principale. Nel pensiero di Adam si affacciano continuamente frasi e versi di opere letterarie che trovano il loro posto nell’interpretazione della vita quotidiana, sistemandosi con grazia affianco al pot-pourri di termini, proverbi, locuzioni del Marocco. L’incontro tra le diverse espressioni linguistiche, spesso alla base delle opere di Fouad Laroui, in questo romanzo trova in Adam un portavoce diverso, insieme meno energico e più deciso, appassionato e riflessivo, poliedrico come il magma delle opere che lo anima. Con la sua pungente ed elegante ironia, Laroui decostruisce stereotipi, categorie e visioni del mondo, mettendo in discussione le radici della divisione odierna tra Oriente e Occidente. Adam è un personaggio della tradizione picaresca, autentico, realissimo, eppure intriso di costruzione letteraria, così come il romanzo di cui è protagonista, lineare e insieme riccamente stratificato, è una profonda rivendicazione della letteratura come atto fondativo dei cambiamenti.

«Il ritorno alle origini in versione Fouad Laroui ha il sapore della favola stravagante e della tragedia. Un romanzo intenso, ricco di estro e di malinconia»

Le monde des Livres

«Appassionante requisitoria contro l’intolleranza, questo libro erudito ma mai pedante si legge piacevolmente. Grande romanzo iniziatico e universale, interpretabile come importante riconciliazione fra i popoli, dovrebbe far parte del programma di tutte le scuole. Anzi, si dovrebbe imporne la lettura in tutti i ministeri, fino agli eserciti.»

Christine Ferniot, Lire

Fouad Laroui

Fouad Laroui

È un economista e scrittore, nato a Oudja in Marocco. Dopo aver terminato il liceo a Casablanca, ha studiato ingegneria...

Cristina Vezzaro

Cristina Vezzaro

Cristina Vezzaro vive e lavora a Torino. Dal 2005 traduce narrativa e poesia francese, tedesca e inglese per diverse case...

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Omicidio a Timbuctù https://www.delvecchioeditore.it/prodotto/omicidio-a-timbuctu/ Wed, 28 Aug 2019 14:52:23 +0000 http://www.delvecchioeditore.it/?post_type=product&p=15422 Moussa Konaté

Traduzione: Silvia Scialanca

Anno di pubblicazione: 2019

ISBN: 9788861101760

Pagine: 241

 

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Il sole ha appena passato lo zenit, l’aria di dicembre è ancora calda, ma non arroventata. Arrivando da Bamako sulla strada che porta a Timbuctù, il paesaggio si apre maestoso, verso l’area fluviale del Niger. Laggiù, nella città leggendaria dei trecento santi, ormai quasi città fantasma, il ritrovamento del corpo senza vita del giovane tuareg Ibrahim dà il via a una sparatoria contro un cittadino francese. Il commissario Habib viene quindi convocato a Timbuctù, dove collaborerà con la polizia locale perché si sospetta un atto di terrorismo. Però, mentre le autorità locali e gli esponenti dell’ambasciata francese seguono con sicurezza questa pista, Habib nutre dubbi sulle responsabilità di Aqim, il movimento jihadista che ha installato nella zona il suo quartier generale. Mentre i suoi più giovani collaboratori seguono le loro ipotesi, in un crescendo di avventure e di colpi di scena, Habib si lascia guidare da intuizioni e dettagli fino alla verità, come sempre ricca di sfaccettature. Con ritmo serrato e grande ironia – al limite della comicità – si chiuderà un’inchiesta che di nuovo apre uno spiraglio sull’Africa: il vecchio Mali e il nuovo Mali non sono ancora del tutto in dialogo; le visioni degli europei, spesso legate agli interessi economici e di potere, sono erroneamente riconosciute come vere dagli stessi maliani, che dimenticano di essere in un continente ricco di storia e di risorse economiche.

«I gialli di Moussa Konaté assomigliano ad altro che ai gialli di Moussa Konaté: nessun voyeurismo insanguinato, un ritmo che segue lo scorrere del Djoliba, dei dialoghi deliziosamente d’altri tempi, un linguaggio che evita con cura ogni facile esotismo, mentre illumina le fratture che attraversano in profondità gli strati della società maliana»

N. Michel, Jeune Afrique

«Sulla deriva integralista del Mali, ma anche sulla corruzione e i mali endemici dell’Africa, ci hanno informato di più le sue storie del commissario Habib che molti network televisivi internazionali; delle ragioni remote di conflitti che a noi sembrano inspiegabili, ci hanno parlato più i suoi libri gialli che i saggi dei molti analisti politici.»

Il Mattino - A. Perissinotto

Moussa Konaté

Moussa Konaté

Si è laureato in Lettere presso l’Ecole Normale Supérieure di Bamako, e prima di dedicarsi alla scrittura ha insegnato per...

Silvia Scialanca

Silvia Scialanca

Laureata in Lingue e Letterature Straniere all’Università della Tuscia (VT) con una tesi in letteratura tedesca su Peter Weiss (“Con...

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Il miracolo di respirare https://www.delvecchioeditore.it/prodotto/miracolo-di-respirare/ Fri, 28 Jun 2019 15:16:00 +0000 http://www.delvecchioeditore.it/?post_type=product&p=15426 Dimitris Sotakis

Traduzione: Maurizio De Rosa

Anno di pubblicazione: 2019

ISBN: 9788861101647

Pagine: 170

 

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Un giovane disoccupato cerca un lavoro tra gli annunci più strani. In preda alla disperazione, finirà col vendere l’anima a un’azienda che chiede solo di allocare a casa sua degli oggetti. Così comincerà a ricevere a casa dalla ditta, una quantità enorme di oggetti senza utilità alcuna. Finirà per doversi battere anche per respirare, allontanando passo a passo ogni autentica realtà e perdendo tutto ciò che ha. Lo sviluppo rapido e compatto della vicenda, conduce a passo svelto nel suo mondo recintato, e la tensione cresce mano a mano che l’eroe percepisce di essere intrappolato. L’atmosfera di depersonalizzazione e disintegrazione del reale fa da specchio all’angoscia del contemporaneo connessa al desiderio continuo solo di ciò che non si può avere, reiterato e soprattutto rinnovabile all’infinito, svelando la dissonanza insita nell’idea del possesso di cose e persone come veicolo di felicità. Rifiutando però la disperazione, Sotakis fa del paradosso una modalità di scrittura e comunicazione aperte, mentre il grottesco e l’iperbolico delle sue descrizioni evidenziano la comune esigenza di strumenti per uscire dalla situazione di empasse. L’insieme rende al romanzo la capacità di svincolare la narrazione dal dipinto di sfondo: la condizione contemporanea della Grecia e dell’Europa, per trasferire la riflessione nell’ambito più universale del racconto letterario.

«Un’allegoria della vita, corta e preziosa, che ci racconta molto sulla futilità dei nostri presenti desideri, sulla cupidigia dell’era consumistica»

Le Monde

«Un romanzo che si legge d’un fiato, particolarmente attuale.»

The Indipendent

Dimitris Sotakis

Dimitris Sotakis

È nato ad Atene nel 1973. Ha pubblicato otto romanzi esordendo a soli 24 anni. I suoi racconti sono stati...

Maurizio De Rosa

Maurizio De Rosa

Laureato in lettere classiche nel 1996 all’Università Statale di Milano, dal 1997 a oggi ha tradotto in italiano alcuni dei...

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