Descrizione
Il ritmo dei versi di Jo Shapcott è rapido e insieme ondeggiante, il suo linguaggio sensoriale e intellettuale è insieme enigmatico e diretto, difficilmente incasellabile, con richiami a Chaucer e a Rilke. La sua poesia, sebbene di rado apertamente autobiografica, non manca di toccare gli aspetti traumatici della sua vita, la malattia che l’ha colpita nel recente passato, gli eventi e le vite di chi intorno si muove e cammina sulle vie di una solitudine data da osservazione ed empatia. Spesso l’avvicinarsi al dettaglio si spinge fino alla fusione. E così raggiunge un estremo e lucido distacco, l’universalizzazione della singolarità. In alcuni componimenti, l’elaborazione poetica dell’esperienza autobiografica è presente e chiara: in Procedimento la descrizione del sapore amaro delle mandorle, che rimanda al pericolo della morte, si tramuta, sorso dopo sorso, in una sorta di inno al tè, e rivela la gratitudine per la possibilità di poterne ancora gustare il sapore, per arrivare al metaforico accenno a una nuova capacità percettiva che rivela un’identità rinnovata, e alla gioia del poter ancora avvertire l’energia e la potenza salvifica della poesia.
«Il carattere quieto e insieme brillante della sua poesia riesce a unire la chiarezza alla profonda attitudine cerebrale e a tutte le sfaccettature dell’essere umano – arte e scienza, vita e morte.»
Carol Ann Duffy,Poet Laureate
Jo Shapcott
Nata a Londra nel 1953, Jo Shapcott ha studiato al Trinity College di Dublino, a Oxford e a Harvard. Con...
Paola Splendore
Paola Splendore ha insegnato letteratura inglese all’università (Orientale di Napoli, Viterbo e Roma Tre). Ha curato e tradotto le antologie...