Per dire Sole dico Oggipolenta

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Tito Pioli

Anno di pubblicazione: 2021

ISBN: 9788861102064

Pagine: 186

 

Descrizione

Filiberto, Fili per gli altri, Berto per se stesso, è/era/sarà un ardente odiatore di ogni tipo di macchina e un aspirante professore. Una macchia sul viso lo rende mostruosamente poco adatto a ergersi in cattedra, ma la malattia sembra reagire alla conoscenza, ogni nuova parola imparata e insegnata fa visibilmente ridurre la macchia sul suo volto. E Berto conosce una lingua scomparsa, l’italiano antico appreso sui libri, una lingua che gli conferisce una voce vera così in contrasto con le voci finte e metalliche che si propagano dalle macchine. E le sue parole vere dicono cose vere che in pochi sanno ascoltare ma lui è incapace di tacere e questo lo rende un pericoloso sobillatore di anime. Berto ripara libri antichi, crea sculture e scarica cassette della frutta. Berto suona anche, suona per coprire le urla dei bambini e dei maiali, suona mentre loro sono portati verso il loro futuro e trasformati in un qualcosa di migliore: pregiato culatello, avvocato, medico, ingegnere. Ma non si fa la rivoluzione da soli, ed è la rivoluzione quella a cui Berto aspira. E quindi Berto esiste negli sguardi di chi lo incontra, di chi lo ascolta e di chi lo racconta. Nicla la ladra, che con Berto scarica cassette di frutta, trascorre nuda lunghe giornate nella stalla, distrugge e crea, scopre e inventa. Nel suo sguardo violento e appassionato Berto è profeta e rivoluzionario. Sara Pinto, sorella gemella di Berto, disseziona la sua vita per riuscire a capire, e possibilmente fare sua,  la scintilla di bellezza e genialità che vede splendere nel fratello. E poi il nonno Piergaddo, santo benefattore e porcaro da generazioni, il triumvirato degli italianisti, il movimento dei caravaggeschi, gli studenti, Bologna. Tutto il mondo osserva Berto il “Lupo” la sua macchia mostruosa e le sue parole antiche. Come in un quadro caravaggesco la luce colpisce tutti con violenta concretezza e crea contasti solo apparentemente inconciliabili: vita e morte, bellezza e violenza, eternità e caducità.  Tutto questo è reso nella splendida prosa di Tito Pioli come il resoconto di un sogno, di un viaggio fantastico, di una rivoluzione riuscita: ci porta ad esplorare le contraddizioni che ci fanno sentire sicuri. Attraverso una sagace ironia ci smaschera, mette a tacere la musica che copre le grida, ci disturba, ci chiama in causa e così facendo ci offre la possibilità di affacciarci su quella bellezza così intrinseca in ogni cosa da essere l’unica vera testimone della realtà.

«Il costante atto politico nella scrittura di Tito Pioli è reso nell’irrealtà, nell’assurdo, nel gioco di equilibri tra follia e finzione, per denunciare la vacuità di valori di una società»

La Repubblica

«Per fortuna esistono scrittori che, per utilizzare un’espressione di Manganelli a proposito di Gianni Celati, possiedono un’intonazione unica, un linguaggio speciale, “il linguaggio dello smarrimento”, in grado far emergere tutto ciò che è sommerso o non immediatamente visibile ai più, attraverso una scrittura straniante e, insieme, surreale e ironica. Tito Pioli è uno di questi»

L′indice

Tito Pioli

Tito Pioli

Librai antiquario che “legge le interviste al contrario, va al mare da solo e festeggia il Capodanno con gente che...

Hanno scritto

I Convenzionali

Ho sposato mia nonna

Tito Pioli scrive con brillantezza e agilità invidiabili un romanzo che si fa beffe anche per costituzione delle convenzioni, e al tempo stesso è una storia che sembra a tutti di conoscere. O poter conoscere. Da non lasciarsi sfuggire.

Gazzetta di Parma

La fantasia diventò romanzo

L’abilità e la fantasia di Tito Pioli non cedono mai, anzi a tratti si verticalizzano in una serie di paradossi che ricordano tante immagini di Zavattini, l’irrealtà commovente di Campanile e l’ironia sarcastica di Ceronetti.

Giuditta legge

Misurare il mondo

Sono pagine originalissime che ricordano il miglior Pasolini, il miglior Fellini e sono percorse da una indignazione mai urlata e da tensione morale che non diventa mai moralismo.

Gazzetta di Parma

Annon aim otasops oh

Avete presente quelle vecchie scatole di latta piene di bottoni? Modernariato fuori, un mondo di colori dentro. Bottoni piatti, bottoni bombati, bottoni colorati, bottoni in pelle, bottoni a due fori, bottoni a quattro fori, bottoni in madreperla, bottoni in plastica, in ottone. Maracas casalinghe. Cercate una nonna e troverete una scatola così. Oppure, cercate una scatola così e lì vicino ci sarà una nonna. La nonna di Tito Pioli “è” quella scatola: elegante fuori, piena di vita dentro. Ed è così che ha cresciuto suo nipote, posando i bottoni per terra come coriandoli su una strada grigia, scivolosa e per di più in salita.

Repubblica

Ho sposato mia nonna

È una danza macabra quella in cui Tito Pioli fa ballare i suoi personaggi, un gioco dove tutto, anche la morte, o le violenze o un’idea di giustizia, sembrano regolati da una ruota della fortuna sin dall’inizio della vita, il destino che pesa sulle teste.

Senzaudio

Ho sposato mia nonna

C’è una certa purezza d’animo nella scrittura di Pioli che ci fa abbassare le difese. Quasi a sentirsi raccontare la storia di un parente o di un vecchio amico. Il fatto è che proprio nel momento in cui siamo rilassati arriva il messaggio: siamo sicuri di aver capito chi sono i pazzi?

L’indice dei libri del mese

Ho sposato mia nonna

Per fortuna, però, esistono scrittori che, per utilizzare un’espressione di Manganelli a proposito di Gianni Celati, possiedono un’intonazione unica, un linguaggio speciale, “il linguaggio dello smarrimento”, in grado far emergere tutto ciò che è sommerso o non immediatamente visibile ai più, attraverso una scrittura straniante e, insieme, surreale e ironica. Tito Pioli è uno di questi, ed è proprio nelle prime opere di Celati che si intravedono le radici di questo (anti)romanzo che descrive la realtà nella sua crudezza e nella sua bizzarria attraverso gli occhi di due flâneur dei nostri giorni: il giornalista precario Tato, che per il suo blog raccoglie le storie, impossibili e strane, che nessuno vuole raccontare, e l’esodata Norma, che parla al contrario e ha la mania di prendere le misure del mondo con una squadra.

Zest

Ho sposato mia nonna

Benvenuti nell’apparente mondo surreale di Tito Pioli, poeta e scrittore. Apparente perché il suo romanzo sembrerebbe surreale, cinico; una narrazione che oltrepassa le dimensioni della realtà sensibile, del mondo onirico, interiore e inconscio. Da un certo punto di vista lo fa ma il suo scrivere non si limita a questo, è piuttosto l’espediente con cui restituire un ritratto crudo e sincero dello stato in cui vive l’Italia oggi.

LeggoVeloce

Ho sposato mia nonna

Questo romanzo di Tito Pioli è uno dei libri più surreali che mi sua capitato di leggere negli ultimi tempi. Attraverso una successione di brevi racconti, nonna e nipote attraversano la storia del costume e della cronaca degli ultimi anni. Onirico e geniale nella scrittura, malinconico e tremendamente realista nei contenuti, questo lavoro pare un viaggio metaforico che accade contemporaneamente dentro e fuori dalla mente del narratore e del lettore. Spiazza per la sua follia, per la sua iperbolica messa in scena di personaggi, i più diversi fra loro.

Il mucchio selvaggio

Ho sposato mia nonna

Ha scritto un antiromanzo, dice la nota che lo accompagna. E invece, verrebbe voglia di dire, che Tito Pioli ha scritto l’essenza del romanzo. Perché Ho sposato mia nonna è un lavoro talmente complicato che qualsiasi definizione rischia di sminuirlo. Un romanzo che è pamphlet, ma che è un contenitore di racconti e pure un cahier de doleances: l’autore condensa in questa sua ultima fatica narrativa un mondo poetico che è duro, quotidiano, velleitario, a volte tiranno. Lo fa facendo danzare la storia attraverso situazioni apparentemente impossibili, dentro un’umanità confinata nel carcere di Rebibbia. Il perno narrativo ruota attorno alla figura del giornalista precario Tato, che per il suo blog raccoglie le storie che nessuno vuole raccontare, e l’esodata Norma, che parla al contrario e ha la fissa di prendere le misure di tutto ciò che le capita a tiro con una squadra. C’è in tutto questo lo sfilare di un’umanità che si nutre di umanità e c’è un romanzo che è tanto denso quanto bello. C’è critica sociale, ma c’è anche un collante di bontà che difficilmente – alla fine del libro – un lettore si dimentica. Tito Pioli si conferma così uno scrittore illuminato, che ama l’azzardo e che ama rischiare. Ingaggia una partita lessicale e narrativa con la pagina che piega come meglio crede e lo fa con la consapevolezza di un fanciullo che crea – con una pagina una barca, di quelle che possono navigare in qualsiasi acqua. Di quelle che possono esplorare il mondo.

Repubblica

Gli eroi semplici di Tito Pioli

Il rapporto tra Pioli e la scrittura risale all’infanzia. “Scrivere significa creare un’altra vita rispetto a quella quotidiana. Apre una dimensione diversa, con la speranza che possa realizzarsi”.

Fahrenheit Radio3

Il libro del giorno

Il libro del giorno | Tito Pioli, Ho sposato mia nonna.

Norma è un’insegnante precaria d’architettura a un passo dalla pensione. Sa parlare al contrario e porta sempre nella borsa una squadra perché ha la mania di prendere le misure del mondo. Tato ha studiato alla scuola d’arte e ora è giornalista free lance per un quotidiano locale, il precariato gli ha fatto venire le aritmie cardiache, “onde del mare nel cuore”, e tiene un blog su internet di notizie impossibili. Quelle che il suo giornale non pubblicherebbe mai: uno scoop sugli ultimi giorni di vita di Garibaldi, o su Mastro Lindo finito all’ospizio, o come le interviste a quelli che in chiesa stanno sempre in fondo, o alle ragazze che fanno provare i profumi per la strada.