Descrizione
Capitini, maggiormente conosciuto in Italia per il suo impegno civile, di filosofo e pedagogista, fu poeta e letterato fine e rivoluzionario. Nella poesia vede «un atto di apertura illimitata, di contro alle chiusure, alle forzature, agli irrigidimenti », fino all’incontro con la religione, che per lui, fin nelle prime riflessioni filosofiche, è crogiuolo di un’anima infinitamente aperta. Quella di Capitini è dunque un’esperienza poetica di certo singolare: appassionato lettore di poesia, amò anche autori che avrebbe poi rifiutato, come i futuristi; s’interessò alla letteratura straniera, soprattutto ai classici e fu affascinato da autori a lui contemporanei, quali Luzi e Sereni. Influenze, interessi e affinità che condurranno tuttavia a un’esperienza poetica decisamente autonoma e particolare. Come afferma Daniele Piccini nell’introduzione a questo volume: «La scrittura poetica di Capitini emana un alone di solitudine, di irreparabile distanza, che chiede al lettore un’immersione fiduciosa e una sospensione di consuetudini e aspettative consolidate». Sono versi che, proprio nello sfumare l’eccezionalità, si aprono al desiderio comune di una poesia che vuole includere e non escludere, e resta l’espressione di una voce ancora oggi originale nelle scelte e significativa nel messaggio.
«Del resto converrà ricordare come nella stessa concezione generale di Capitini l’arte e soprattutto la poesia e ancor più la musica siano sempre sentite […]come forme che sporgono da questa realtà limitata e difettiva e costituiscono come il preannuncio e l’alba della realtà liberata e della “coralità”.»
Walter Binni
«La passione costante per la poesia ha segnato tutta l’esperienza di Capitini a partire dalla fanciullezza fino all’espressione più alta della sua persuasione religiosa nei modi del Colloquio corale»
Maurizio Cavicchi
«Meglio insistere su ciò che caratterizza il Colloquio: la sua assoluta eccezionalità nel quadro della poesia italiana del Novecento; versi lunghi e autonomi; pensieri e immagini fittamente legati; il visibile e l’invisibile; il chiaro e l’oscuro; l’umiltà del disporsi e l’esigenza di profondità; la simpatia per i vivi e per i morti, e la sintonia con il vivente, con tutte le creature; il senso della musica e della struttura, della composizione; la vastità degli argomenti e del “messaggio”; una sensazione di perfetta felicità nell’umiltà.»
Goffredo Fofi
Aldo Capitini
(Perugia,1899–1968) È stato un pensatore attivo nel campo della riflessione filosofica, etico–religiosa, pedagogica, estetica. Si formò alla Scuola Normale Superiore...