Descrizione
“Una quiete, che rizzò l’udito di tutte le creature, si posò come un velo di panna lucente sul mondo, ed ecco il grande Zac! Ecco Pong. Ma già adulto. Con tutti i denti e tutti i capelli. Sapeva camminare, sapeva parlare. E come!”
Un Big Bang dell’assurdo ha gettato Pong tra le creature del mondo, costringendolo per tutta la sua esistenza a riconoscere, analizzare, collegare eventi e particolari, a generare nessi inediti, e per lui fondamentali. A Pong, infatti, il mondo piace “perché lui ci vive al centro. Non da qualche parte in un centro qualsiasi, ma proprio nel pericoloso nucleo più denso, il centro dell’uovo”. Da quel centro prendono le mosse la sua routine e i suoi progetti per gestire e individuare paure e precauzioni. “Spostare un solo capello in quel fragile spazio farebbe vacillare il mondo e deragliare dall’orbita luna sole via lattea e addio al sistema”. Il pensiero delirante di Pong misura tutte le cose e tutte le vite, amori, dolori e solitudini. Per non confondersi con i comuni esseri umani, Pong ne decifra e cataloga i parametri. Le donne, per esempio, hanno un valore esprimibile in moneta, e vanno schedate in base ai difetti rilevati. Eternamente condannato all’insoddisfazione, alla delusione, Pong spera di poter compiere comunque le missioni che una voce gli assegna, e si affanna alla ricerca della purezza- Lewitscharoff propone il suo “grande Zac” nella letteratura, tanto originale nelle scelte stilistiche quanto nella bizzarria della trama. Pong ha giustamente guadagnato all’autrice, che esordiva nel romanzo, il Premio Bachmann proprio perché “narrato in un esperanto poetico dei migliori”. L’uso spregiudicato della della commistione tra rappresentazione e narrazione rende il romanzo in sé nucleo denso in cui si generano e ri-generano significati, la storia di un personaggio umano e irrazionale, che per molto tempo accompagnerà i lettori con i suoi interrogativi verissimi e folli.
Sibylle Lewitscharoff scrive con un linguaggio di una forza che non ha precedenti nella letteratura tedesca.
Neue Züricher Zeitung
Il Premio Ingeborg Bachmann ha raramente trovato un vincitore altrettanto meritato. Laddove gli altri autori si sono sforzati di espandere i principi del linguaggio, Sibylle Lewitscharoff ne ha invece inventato uno tutto nuovo con mano leggera.
Süddeutsche Zeitung
Lewitscharoff ha il dono dell’imprevedibile e una scrittura aggressiva che agguanta e deforma la realtà senza inibizioni
La Stampa - Tuttolibri
Sibylle Lewitscharoff
È “la scrittrice” per eccellenza. Nata a Stoccolma, vive a Berlino, in una grande casa, dove c’è spazio anche per...
Paola Del Zoppo
È nata a Napoli nel 1975. Traduttrice e critica letteraria insegna Letteratura tedesca all’Università degli studi della Tuscia. È inoltre...