Max Frisch

Nato a Zurigo nel 1911, è stato uno dei più noti e importanti scrittori del secondo Novecento, entrato a far parte anche del canone scolastico in particolare per i grandi romanzi, Homo Faber, Il mio nome sia Gantenbeine Stiller. Ma forse ancora più interessanti dei romanzi sono le narrazioni brevi e soprattutto il suo teatro (Andorra, La muraglia cinese, Don Giovanni o l’amore per la geometria), e gli sceneggiati radiofonici, di grande profondità e incisività. Architetto, soldato, giornalista e grande viaggiatore, Frisch fu da giovane un esperto scalatore, e la montagna rimase tra le sue passioni come luogo reale e simbolico, insieme alla letteratura, la psicologia e la geometria. La sua vita fu ricchissima di cambiamenti di ritmo e scenario, amicizie stimolanti (tra cui quelle con Brecht, Dürrenmatt eIngeborg Bachmann), eventi imponderabili e riconoscimenti. Sempre apparentemente in fuga, adorava i rifugi, tra cui il più amato, dalla fine degli anni Sessanta, fu una vecchia stalla a Berzona da lui riadattata a residenza. Frisch ottenne tutti i più importanti riconoscimenti di ambito germanofono e anche molti premi e attestazioni di merito in Francia, Inghilterra, Israele e Stati Uniti.