Bill Bryson è un giornalista/scrittore americano nato nello Iowa – per l’esattezza a Des Moines – l’8 Dicembre del 1951 (nel 1980 fu costretto a festeggiare il compleanno il giorno in cui John Lennon fu assassinato, n.d.r).
Dal 1977 si trasferisce in Inghilterra per svolgere l’attività di giornalista. Trascorre parecchio tempo in Europa, ma poi torna in patria. Attualmente risiede ad Hanover, nel New Hampshire.
Bryson è considerato uno dei più talentuosi travel writers (scrittori di libri di viaggio) in circolazione. Possiede un invidiabile senso dell’umorismo che traspare con forza dalle sue pagine.
Il suo libro più famoso è probabilmente Una Passeggiata nei Boschi dove narra con tono leggero e autoironico una stravagante vacanza nei Monti Appalachi (L’Appalachian Trail). La vacanza consiste nel percorrere, a piedi, all’età di 44 anni, in compagnia dell’amico Stephen Katz, un sentiero di 3.400 chilometri che si snoda attraverso 14 Stati americani dalla Georgia al Maine, senza la minima cognizione delle più elementari norme di sopravvivenza nella natura selvaggia.
Nel 2004 Bryson vince il prestigioso "Aventis Prize" con A Short History of Nearly Everything edito in italiano da Guanda con il titolo ironico Breve storia di (quasi) tutto. Un viaggio nel mondo delle scoperte e delle conoscenze scientifiche: dalla storia dell’universo alla teoria della relatività, dai segreti chimici del big bang alle leggi dell’evoluzionismo.
Bill Bryson è recentemente tornato in libreria con nuovo libro (lo sto leggendo proprio in questi giorni). Il titolo, giusto per non smentire l’originale umorismo dell’autore, è davvero particolare: Vestivamo da Superman (dall’originale “The Life and Times of the Thunderbolt Kid). Il traduttore – che è anche uno scrittore italiano – è Stefano Bortolussi: un nome, una garanzia.
In questo libro Bill si pone una domanda iniziale: Cosa significa crescere nell’America degli anni Cinquanta?
Questa domanda dà il via a un viaggio a ritroso nel tempo; alla ricerca di quell’America “felice per vocazione, fiduciosa di sé e del proprio luminoso futuro”. L’America dove l’american dream è ancora lucido, vibrante, invitante. L’America dei bei tempi andati.
Ma è davvero così? Forse. Ma fino a un certo punto.
Scrive Bryson: “Crescere era facile. Non richiedeva alcun pensiero o sforzo da parte mia. Sarebbe accaduto comunque. (…)
Eppure quello è stato di gran lunga il periodo più spaventoso, emozionante, interessante, istruttivo, sbalorditivo, libidinoso, entusiasta, problematico, spensierato, confuso, sereno e snervante della mia vita. E guarda caso, lo è stato anche per l’America.”
Vi pare poco?
Massimo Maugeri
VESTIVAMO DA SUPERMAN di Bill Bryson
Guanda, 2007
pag. 309, euro 12
Questo libro è appena uscito, quindi immagino che nessuno di voi l’abbia ancora letto.
Però, magari, ci sarà qualcuno che conosce Bryson per aver letto libri precedenti.
Parliamo di Bryson, magari.
Oppure parliamo dell’America degli anni Cinquanta, se volete.
Verrebbe da chiedersi: Se quello era – per l’America – un periodo “spaventoso, emozionante, interessante, istruttivo, sbalorditivo, libidinoso, entusiasta, problematico, spensierato, confuso, sereno e snervante”, quello odierno… che periodo è?
Altra considerazione.
Avete visto com’è carina (e giuliva) la copertina?
Bene, sul retro (cosiddetta quarta) c’è il disegno stilizzato di un fungo atomico. La dice lunga, no?
per me l’america degli anni cinquanta è in parte quella della grande hollywood. è quella di presley e del rock&roll. ma è anche quella dell’inizio della guerra fredda, dell’ossessione della guerra atomica e dei rifugi antinucleari. e poi c’è l’america di quegli anni raccontata nei bellissimi telefilm di “happy days”. ve li ricordate?
Sul blog linkato c’è una dolcissima richiesta di aiuto. Si tratta di un’iniziativa a favore di un povero bimbo.
Sarebbe bene leggere e divulgare.
http://acmedelpensiero.blogspot.com/2007/07/liniziativa-un-altro-anno-per-gramos.html
Non conosco Bryson. Ma, caro Gennaro Iozzia, ricordo benissimo l’America descritta nell’ottimo serial “Happy days”. Ed è anche un ricordo nostalgico il mio. Come direbbe Fonzie: “Hey!”. Pollice in alto.
Smile
Beh ma già in ‘America perduta. In viaggio attraverso gli Usa’ aveva trattato questo genere di nostalgia, non senza ironizzare sul sistema di vita americano. Un americano forestiero in America.
A chi può interessare segnalo il sito ufficiale di Bill Bryson. Naturalmente in inglese.
http://www.randomhouse.com/features/billbryson/
Ho letto Bill Bryson fin da Notes from a small island e Neither here nor there, che un allegro amico inglese mi aveva regalato, e li consiglio. Lo stile brillante, ironico, la scrittura personalissima ricca di ‘catene aggettivanti’ e osservazioni amplificate legate alla consolidata figura del viaggiatore-amico-che-racconta fanno passare in secondo piano la evidente taccagneria dello scrittore e la paura/odio per gli animali, nonché qualche esagerazione di mestiere. Comunque da conoscere. Complimenti all’informatissimo Navigero.
‘Una passeggiata nei boschi’ lo ricordo come un libro originale, notevole e godibilissimo. E lo consiglio. Non sapevo fosse uscito questo nuovo volume. Andrò senz’altro a cercarlo in libreria, grazie.
Grazie per i commenti. In verità non me li aspettavo. Nel senso che pensavo che Bryson non è poi così noto.
Bravi!
@ Gianmario.
L’informatissimo Navigero ringrazia!
Bryson è un bravissimo autore. E lei dr. Maugeri fa molto bene a farlo conoscere.
Sono un lettore di Bryson. E me ne glorio. 😀
In tutta onesta` confesso la mia ignoranza non conoscevo l`autore. ho dato un`occhiata su Bol e credo diventera` la mia prossima preda per le ferie estive.
Grazie !!!!!
@ Outworks110.
Ottima scelta per le ferie estive. Vedrai che non rimarrai deluso.
@ Gino:
grazie mille!
@ Dario Vega:
Giusto! E’ bene gloriarsi di cose per cui ne valga la pena. 🙂
Ho letto Vestivamo da Superman dopo aver letto un altro suolibro di viaggi e me ne sono perdutamente innamorata. Adoro ilsuo stile di scrittura e la sua ironia. Adesso ho comperato altri tre suei libri e sto leggendo Una passeggiata nei boschi e In una terra bruciata dal sole e ve li consiglio proprio.
Non conosco Bryson, se non per sentito dire. Lo leggerò, se non altro per scoprire qualcosina di più di un popolo che io ritengo strano e che, al tempo, aveva molto da raccogliere e tanto da dare. Peccato che poi tutto abbia preso una strada ben diversa, senz’altro peggiore di qualsiasi sogno del tempo. Un plauso a chi ha ricordato i telefilm della serie “Happy days”: che nostalgia, ero così piccolo. Viva il pollice alto dunque. Ce n’erano anche altri telefilm ambientati in quel periodo: c’è qualcuno che mi aiuta a rircordarli?:)