È un po’ questo il pensiero provocatorio recentemente divulgato dallo scrittore Ferruccio Parazzoli. Una denuncia contro conformismo e superficialità della letteratura contemporanea che sarebbe, a suo dire, incapace di scendere nella profondità dell’animo umano.
Ferruccio Parazzoli
Questa polemica ha fatto, in questi giorni, il giro delle pagine culturali di quotidiani e riviste. Riporto uno stralcio dell’articolo di Roberto Barbolini pubblicato su Panorama del 26 ottobre (pag. 305-308): "Non è tenero Ferruccio Parazzoli con la romanzeria italiana di questi anni, che gli appare una morta gora di corpi galleggianti a caso sull’onda delle classifiche. Da Melissa P. a Federico Moccia, da Giorgio Faletti a Fabio Volo, da Pulsatilla alla schiera degli scrittori <<noir>> o <<pulp>>, ai cannibali riciclati o in disarmo, il panorama, salvo eccezioni che non fanno la regola, è quello di una <<narrativa dimezzata>>, come suona il sottotitolo del saggio Dai tetti in giù (leggete questo articolo di Avvenire) che Parazzoli fa uscire in questi giorni sulla rivista dell’Università cattolica di Milano Vita e pensiero. <<Dov’è finito l’uomo in rivolta di Albert Camus?>> si chiede lo scrittore, (…). E prosegue: <<Sarò cieco, ma quest’uomo, o un altro che gli equivalga nell’attenzione e nella ricerca, nel dubbio o nella fede, nell’obbedienza o nella rivolta, è già un certo tempo che è scomparso dalla narrativa italiana. Forse perché proprio non esiste più, si è eclissato dalla scena pubblica."
Vi segnalo inoltre un’interessante articolo dello scrittore Giuseppe Genna (che vi invito caldamente a leggere) pubblicato su la rivista on-line "Carmilla" (cliccate qui, please).
Mi pare ci siano tutti gli ingredienti per avviare un dibattito interessante.
Siete d’accordo con quanto esposto da Parazzoli? A voi la parola.
Prima di chiudere il post vi segnalo un’iniziativa legata alla suddetta polemica. Parazzoli ha avuto l’idea di bandire un concorso letterario all’inerno del premio Ambrosianeum. Si tratta per la precisione (come riportato anche in questo articolo de Il Giornale) di un premio letterario intitolato alla memoria di Alberto Falck e riservato a romanzi inediti, anche di scrittori esordienti, «che rispecchi – recita il bando di concorso – in libera e attuale espressione letteraria la concezione cristiana nella vita individuale e sociale, e che abbia al proprio centro una spiccata ricerca dei valori spirituali nella società contemporanea». In giuria, Ferruccio de Bortoli, Cecilia Falck, Marco Garzonio, Ermanno Paccagnini, Ferruccio Parazzoli e monsignor Gianfranco Ravasi. Al vincitore andrà un premio di 5mila euro e un contratto di pubblicazione con un editore che per questa prima edizione sarà Mondadori (le opere dovranno essere inviate entro il 31 agosto 2007 alla segreteria dell’«Ambrosianeum», via delle Ore 3, Milano).
Ciao Massimo. Bentornato e complimenti vivissimi per il premio Martoglio.
Su questo post, che dirti? Io quando sento questi grandi intellettuali e scrittori che lanciano i loro strali contro i libri di successo perché fanno bassa letteratura o letteratura di consumo o perché come in questo caso non sanno più rappresentare l’uomo in rivolta di Camus, rimango sempre un po’ perplessa. Mi domando, ma a loro (i grandi intellettuali e scrittori) invece di perder tempo a criticare gli pseudointellettuali e gli pseudoscrittori perché non si impegnano di più a segnare la differenza con le loro opere (e in silenzio)?
“[…] perché non si impegnano di più a segnare la differenza con le loro opere (e in silenzio)?”
Sarebbe la risposta migliore, ma è bello discuterne.
Pochi tempo addietro, parlando appunto di scrittura, avevamo distinto i testi in due grandi gruppi: libri scritti per denaro e libri non. La differenza dei contenuti diventa palese se lo scrittore non è davvero un maestro. Sorridendo si era concluso affermando che “Scrivere non è altro che superba ironia […] scrivere romanzi, se non lo si fa per soldi, è scrivere di se stessi, per questo è ironico”.
Probabilmente, nei testi incriminati, l’autore ha smesso di scrivere di se stesso, quindi ha perso quella profondità che invece coinvolge.
Questo per quanto riguarda i contenuti dell’opera.
Per la fluidità dello scritto, la complessità del testo, non c’è passione sufficiente per renderlo perfetto. Rimpiango quindi le pagine di Oriana, perfette.
L’argomento mi sembra un po’ delicato e non vorrei dire fesserie. La sensazione però è che parte della letteratura di oggi difficilmente riesca ad andare in profondità. Provo a lanciare un’altro tipo di considerazione. E se è il lettore di oggi a non sentire il bisogno di profondità? Non è che la maggior parte della gente che legge vuole solo leggerezza e intrattenimento?
mi ritrovo perfettamente nelle parole di Parazzoli, così come trovo buona l’intuizione di Rosa. Oggi credo che in Italia manchino i talent-scout, coloro i quali sappiano scommettere sul nuovo senza banalizzarlo, altresì predisponendo le basi per una lettura accorta che faccia da traino a una nuova stagione di grande scrittura. E nella grande scrittura c’è anche estrema umanità e spiritualità. Apprendo di questo blog casualmente e mi congratulo con l’autore. Gordiano Lupi
“… loro (i grandi intellettuali e scrittori) invece di perder tempo a criticare gli pseudointellettuali e gli pseudoscrittori perché non si impegnano di più a segnare la differenza con le loro opere (e in silenzio)?”
Mi scusi Elektra, ma cosa diavolo vuol dire. Un intellettuale, uno scrittore, non può assumere il silenzio come posizione prescelta. E’ una contraddizione in termini. E comunque Parazzoli ha assolutamente ragione.
Senti, Spartacus. Ho l’impressione che tu lo faccia apposta a pungolarmi. E io non ci casco. E’ evidente che quando parlavo di silenzio non mi riferivo al “silenzio letterario”.
Baci.
Parazzoli ha ragione. Anzi, ha completamente ragione. In Italia esiste un mestiere dello scrivere che sta svilendo tutto e tutti. Si scrive per trovare il caso dell’anno, oppure si scrive per far piangere o ancora per creare attese in chi legge (sempre succube chi legge in italia), si scrive per fotografare la situazione dei ggcciovani e in realtà si finisce per fotografare il proprio conto corrente prima e dopo l’operazione commerciale. Parliamoci chiaro: i vari Faletti, Ammaniti, Pulsatilla, prima Brizzi, Culicchia (e ne dimentico tanti volutamente) sono operazioni commerciali, per lo più squallide e di dubbio gusto, e servono per far soldi. Sia chiaro, non ci trovo niente di male… l’editoria è un’industria e per questo deve fare soldi. Ci trovo piuttosto qualcosa di male quando si tenta di farli passare come romanzi di alta qualità, quando si tratta di spazzatura che tra qualche anno finirà nel dimenticatoio. Ma ce lo vedete un faletti in vendita tra qualche decennio? Io personalmente no, ma – ovviamente – potrei sbagliarmi.
Il vero problema in Italia è che non si dà credito a chi ha coraggio. Se poi chi legge punta ancora i piedi pensando che si giudicano pessimi alcuni libri soltanto perché hanno un grande successo vuol dire che siamo alla frutta. Li si giudica pessimi romanzi (mi si passi il termine, acchiapponi, nel senso che tendono ad acchiappare il più ampio bacino di compratori, quelli coi varini (quattrini) si direbbe a livorno) perché sono pessimi romanzi, concepiti male (in mala fede) e spesso scritti peggio.
Saluti
Giancarlo
Mi trovo pienamente d’accordo con Giancarlo Cobino che, mi pare, a differenza di altri, leggasi Elektra, riesce a motivare e argomentare in maniera convincente la propria opinioni.
Cari amici, vi ringrazio molto per i vostri interventi. Ringrazio in particolare Elektra (per i complimenti indirizzati per il Martoglio) e Gordiano Lupi (per i complimenti per il blog… mi raccomando,torni a trovarci).
Naturalmente, il bello (e l’inevitabile) di queste discussioni è che non c’è una verità assoluta a cui appellarsi. In ogni caso ho trovato spunti molto interessanti.
Purtroppo non siamo morti come alghe putride solo nella letteratura…. siamo morti nella politica, nel sociale, e mannaggiaccia la miseriaccia anche nella scuola…
Nel teatro per fortuna no…. ci sono tante comparse e guitti per una grande compagnia mondiale che mette in scena ogni giorno una finta recita per un ipocrita pubblico….
Abbiamo il nostro nuoivo satellitare???
ci basta no !!!???
Alexandrella
Beh, che dire? Parole sante! Melissa P.(ersa) e Federico Moccia sono l’emblema di una letteratura che sta andando a farsi benedire… e chi se ne intende DEVE assolutamente urlarlo, altrimenti saremo tutti passivi, il silenzio dice che accettiamo che l’ultimo calciatore cretino pubblichi un libro con una delle maggiori case editrici italiane, mentre se a proporre qualcosa è uno scrittore sconosciuto la risposta è sempre “non le conviene mandarci i suoi lavori, siamo già pieni!” (vi giuro che mi è successo)!! Urliamo, facciamo sentire la nostra voce, e diciamo basta a questa schifosa letteratura commerciale!! PS sul mio blog ho scritto un post sull’argomento (capolavoro?!?!?)… Vi invito caldamente a leggerlo e a lasciarmi i vostri commenti!! http://lacongiuradelsilenzio.spaces.live.com/
Olimpia, a parte quel raga che proprio non mi scende giù – sarà l’età che avanza e frena lo sperimentalismo(?!) – direi che il pensiero c’è.
Io però piuttosto che piangermi addosso vorrei proporre qualcosa. Invece che prendercela con le case editrici che pubblicanco materazzi o altri figuri di dubbio gusto perché non proviamo tra noi a far girare le opere? Tempo fa si parlava di Lulu, che tuttavia è soltanto una delle tante opportunità offerte dal web. E allora perché non facciamo girare i nostri lavori tra noi e leggendoli potremmo anche commentarli. Potrei aprire una sezione sul mio sito http://www.bifolcus.net o chiedere ospitalità a Massimo, il cui tentativo di creare una comunità virtuale è davvero apprezzabile.
Usando uno slogan di qualche annetto fa: riprendiamoci gli spazi, anche se ora come allora suona davvero patetico.
Fatemi sapere, anche scrivendomi a giancarlo@bifolcus.net.
Ciao a tutti
Giancarlo
Per Spartacus.
“E comunque Parazzoli ha assolutamente ragione.”
Mi pare che le tue argomentazioni si limitano solo alla frase riportata sopra.
Baci, caro.
Mi trovo più vicino a Elektra come pensiero, nonostante sia dell’opinione che ultimamente e tristemente, le opere uscenti, hanno subito un calo di spessore, ma la colpa non è di chi scrive. Avete mai provato a cercare e comprare opere della piccola editoria? Mi riferisco alle piccole case editrici. Ho trovato del buon materiale, profondi pensieri e un italiano dolce, quasi suadente.
Forse sta a noi saper cercare? Ovviamente il mio giudizio è opinabile.
I miei saluti.
Due cose…
1) Su Gordiano Lupi. Giacché è intervenuto sul post e lui – molto elegantemente – ha preferito non farsi pubblicità (ma questo è un open-blog… quindi, “pubblicità per tutti”… mi sta bene così) provvedo a fargli i migliori auguri per la sua attività di giornalista culturale (vedi rivista STILOS) e per il suo ultimo libro “Almeno il pane, Fidel. Cuba quotidiana nel periodo speciale”, ediz. Nuovi Equilibri.
2) Accolgo la proposta di Giancarlo Cobino (tenendo conto anche di richieste simili pervenutemi per e-mail). Entro la settimana, se siete d’accordo, creerò una nuova rubrica: “Iperspazio creativo”, un luogo dove poter parlare anche delle proprie opere edite o inedite, mettere in comune materiali, impressioni, scambiarsi opinioni, ecc. Propongo a Giancarlo (sempre nell’ottica dell’open-blog, ma anche perché non ce la faccio proprio,in termini di tempo disponibile, a occuparmi di tutto) di fungere da moderatore. Chiedo in cambio, a tutti coloro che interverranno, solo due cose:
a) impegnarsi a non offendere nessuno;
b) partecipare, se possibile, anche agli altri post del blog.
Saluti.
Purtroppo oggi anche le case editrici,come i media, seguono le “dure leggi del mercato”, e il mercato sembri richiedere soprattutto Thriller e Fantasy. Talvolta peró mi prende un dubbio: ma è “politicamente” intelligente far conciliare “mercato”e letteratura? O magari qualcuno ha interessi a spingere questo prodotto per creare il “vuoto” culturale? Perchè da quello che noto io ‘in giro’,le persone fanno altre domande, dunque hanno bisogno di tutt’altre risposte. E invece, questo dibattito inevaso favorisce il vuoto e annulla la riflessione. Sovente,con la ‘partecipazione’ degli editori. Un saluto a tutti.
Più che d’accordo con elektra! Più che criticare il bassissimo livello attuale letterario andrebbero scritti capolavori per far tacere i critici. Se non sbaglio Calvino diceva in una prefazione che dopo D’Annunzio l’unico a poter far tutto con la penna fosse Tommaso Landolfi. Modestissimamente riprendo la linea calviniana per indicare come scrittore capace di tutto Aldo Busi, il migliore che abbiamo attualmente in Italia.
Approfitto dell’occasione per ricordare che tanti e tanti capolavori sono stati scritti e dimenticati e sarebbe ora che fossero riproposti in mancanza di gente in grado attualmente di scriverli.La Feltrinelli ci ha fatto un gran regalo ripubblicando “La civetta cieca” di Hedayat per molti, me compreso, superiore a Kafka ma per lo più ignoto. E all’appello ne mancano molti altri, mi riferisco in particolar modo a “La dolce bestia” di Burgess, a “Insaziabilità” di Witkiewicz a “Pantomima per un’altra volta” di Celine, a “Moravagine” di Cendrars…
Grazie per avermi dato spazio per dire la mia e complimenti per il sito!!!
Non capisco bene come possano collegarsi i capolavori da scrivere per tacere gli scrittori di scarso talento (ma perché lo si dovrebbe fare?), i capolavori lasciati nel dimenticatoio (con tanto di lista) e Calvino che esce fuori con una sparata assolutamente da cancellare (ebbene si, sbaglia anche l’italo nostrano). Il collegamento con Aldo Busi vorrei proprio non averlo letto, visto che un tizio che va a leggere, malamente, quattro brani di testo a mille gaglioffi che ballano (?!) cantano (?!) scherzano (?!) non credo abbia molto sale in zucca.
Non so, Giuseppe, forse sono troppo polemico, ma credo che la critica sia ai libri pubblicati, non a quelli scritti e non pubblicati.
Massimo, lietissimo di accettare il ruolo di moderatore. Grazie.
Saluti,
Giancarlo
Un saluto a Giuseppe. Non devi affatto ringraziarmi, piuttosto sono io che ringrazio te. Senza i vostri ottimi contributi questo blog potrei chiuderlo. Vieni a trovarci quando vuoi, dunque. Ti aspetto.
Ringrazio Marco Sicheri e Giuseppe che mi hanno carinamente citata. 😉
Giancarlo Cobino e il laconico Spartacus potrebbero costituire una ASL (Associazione Sbuffi Letterari).
Baci
Cara Elektra, potrebbe di grazie dirmi perché dovrei costruire tale associazione? Per prima cosa da lei non ho ancora sentito alcuna argomentazione valida, ed inoltre sbuffi vuol dire tutt’altro.
Mi faccia sapere cosa penso e potrei darle ragione.
Giancarlo
Caro Cobino non si trattava di capire grossi collegamenti o, per citare di nuovo il grande Landolfi, “massimi sistemi”… E’ tutto molto semplice (quasi banale) quello che c’è scritto e riguarda la mancanza di grandi penne attualmente in Italia. Ripeto dopo Landolfi, Savinio, D’Arrigo e pochi altri c’è stato un vuoto assoluto.Attualmente è solo Aldo Busi che si situa in splendido isolamento al gradino più alto dei nostri scrittori. Potranno non piacere le sue performance in TV ma sfido qualunque scrittore italiano a scrivere 3 pagine ( ma basterebbero tre righe) di “La delfina bizantina” o di “Vita standard di un venditore provvisorio di collant”. Mi creda neanche sotto dettatura!!! La “sparata” di Calvino comunque non è affatto una sparata. Legga qualcosa di Landolfi se non l’ha mai letto (ma non ci credo) poi mi saprà ridire. E per concludere sulla critica ai libri pubblicati, ce n’è un buon 80% che non merita neanche una critica. E riportare alla luce capolavori dimenticati sarebbe un gran bel progetto. Ogni tanto ci prova qualche piccola e volenterosa casa editrice, ma la distribuzione è quella che è. Sarebbe un mio sogno creare una collana del genere, avrei una lunga lista di libri da riscoprire a tal proposito. Mi rivolgo a Lei Maugeri e le chiedo cosa ne pensa di un progetto del genere e se fosse possibile realizzarlo.Qualcosa un po’ come la favolosa “Biblioteca di Babele” che ci regalò il grande Franco Maria Ricci con la prestigiosa supervisione di Borges. Un saluto a tutti
Giuseppe
Giuseppe, ha ragione. La mia era una provocazione e la sua risposta ha argomenti validi. Non sono d’accordo su Busi, ma questo è gusto personale e dunque insindacabile.
Per quel che riguarda la collana dei capolavori da riscoprire non sarebbe per niente male, ma credo che ci sarebbe da scontrarsi con editori ottusi o di ampie vedute, ma con troppi problemi di soldi. Non saprei, ma parlarne tra noi per proporre un progetto male non può fare.
Saluti
Giancarlo
Caro Giancarlo,
chiedo venia. ASL sta per >.
Tu dici (e dammi del tu, dài): “Mi faccia sapere cosa penso e potrei darle ragione”… io rispondo: “ma se non lo sai tu cosa pensi, come faccio a saperlo io?”
Un’ultima cosa Giancarlo… sto (e stavo) scherzando. E’ evidente, no? Non dobbiamo essere per forza sempre seriosi.
Ma dov’è Spartacus? Se l’è squagliata perché l’ho rimbrottato troppo? Dài, Spartacussino, torna qui!
A Massimo dico: “visto che hai affidato la categoria iperspazio creativo a Giancarlo, ne affideresti una a me? Ti propongo un titolo: “A tutela della leggerezza e della letteratura di consumo”. Che ne dici?
Baci
Ringrazio Maugeri,molto gentile il suo intervento. Per quanto riguarda alcune affermazioni contenute in alcuni post non sono molto d’accordo. Si sono fatti i nomi di Brizzi e Culicchia. Attenzione a non fare di tutte le erbe un fascio. I due citati escono assolutamente dal mediocrismo general generico, e con i loro contributi, hanno dato una piccola scossa. E’ vero, l’ultimo Brizzi non è riuscito più a raggiungere i livelli altissimi della sua prosa giovanile ma questo non gli toglie i meriti che sicuramente ha. Culicchia continua a fare letteratura vera, ad esempio. Quindi attenti a sparare a salve certi nomi, potrebbero insorgere equivoci. Grazie ancora. Gordiano
Di quali equivoci parliamo? dell’equivoco di proporre nomi di scrittori che hanno dato poco o niente alla letteratura nostrana? Brizzi ha scritto un trattato commerciale, e se andiamo ad analizzarlo punto per punto scopriremo che segue passo per passo ogni appello degli esperti di marketing… le corse in bici per una bologna artistoide, la storia d’amore che fa da paciere o focolare, a seconda dei casi, le prigioni costruite per questo strano universo (giovanile intendo). Culicchia ha saputo fare anche di peggio, se possibile.
La mia è un opionione, però. Si eviti di dire “attenti a sparare a salve”… potrò sparare dove e come meglio credo?
Saluti
giancarlo
Elektra, ogni post inserito su questo blog, nella speranza che decolli del tutto, è tempo rubato al lavoro che mi dà ancora la pagnotta. Se faccio errori potresti anche scusarmi invece di fare dell’ironia di cui farei ovviamente a meno. Non è cattiveria o pignoleria, ma solo per mettere in chiaro cosa penso(io, prima persona singolare).
E poi: è evidente cosa? sono la persona meno seriosa del mondo, ma se dobbiamo esserlo facciamolo sapendolo, non cercando errori di battitura quando gli argomenti vengono a mancare.
Ciao
Giancarlo
Mi trovo d’accordo con Gordiano Lupi, pur rispettando le opinioni degli altri.
Giancarlo (eh, eh, eh… risatina) guarda che se reagisici così ci provo ancora più gusto a farti arrabbiare, eh?
Comunque buon lavoro (la pagnotta è sacra). E, tranquillo, ti scuso per gli errori di battitura. Sono di animo buono, io. 😉
Baci.
Non reagisco in alcun modo. Sono semplicemente allibito di fronte ad alcuni comportamenti.
Io non sono di animo buono.
Saluti
Giancarlo Cobino
Giuseppe scrive: “Sarebbe un mio sogno creare una collana del genere, avrei una lunga lista di libri da riscoprire a tal proposito. Mi rivolgo a Lei Maugeri e le chiedo cosa ne pensa di un progetto del genere e se fosse possibile realizzarlo.”
Caro Giuseppe, intanto la ringrazio per i suoi pregevoli interventi. Per quanto concerne la sua idea/proposta le posso dire che, per quel che ne so, di tanto in tanto la piccola editoria (ma anche la media e la grande) tenta di rilanciare libri di grande qualità che rischiano di finire nel “dimenticatoio”. L’idea di creare una collana apposita è di certo stimolante. Bisognerebbe trovare un’editore che sia disposto a rischiare. E il rischio è alto giacché questo genere di libri è appetibile più che altro a una cerchia di lettori che potremmo definire d’elite. Però, siccome mi risulta che qualche editore, ogni tanto, dà una sbirciatina da queste parti… perché non prova a buttare giù (più che altro per gioco) una sua lista di libri? Non si sa mai.
Cara Elektra, rifletterò sulla tua provocatoria proposta (ovvero di affidarti una rubrica dal titolo: “A tutela della leggerezza e della letteratura di consumo”). Magari potrei proporti l’alternativa: “Tutelarsi dalla letteratura che consuma”. 😉 Ciao.
Caro Massimo,
lo so che stai scherzando ma guarda che la tua proposta la accetterei sul serio. “Tutelarsi dalla letteratura che consuma”. E c’è n’è tanta, letteratura che consuma. Mi riferisco alla carta consumata e agli alberi che di conseguenza verranno meno. Sono seria, non sto scherzando. Da questo punto di vista apprezzo molto autori come De Carlo che utilizzano col beneplacito dell’editore carta ecologica.
Per Giancarlo: mi sono accorta che prima sono saltate via un po’ di parole. Recupero: ASL = Associazione Sbotti Letterari. Ma stavo scherzando. Facciamo pace. Vuoi?
Non ho mai litigato. Non ho problemi.
Ciao
Giancarlo
Caro Maugeri ecco la lista di grandissimi libri scomparsi dalla circolazione che lei cortesemente mi ha chiesto di stilare (come gioco ma chissà…). E’ un sogno le ripeto che ho da tempo e sarebbe un enorme piacere poter realizzare. Avrei anche il nome per la collana, “Le Mosche Bianche” , appropriato non trova? Ecco la lista, iniziamo con 10 perle straniere…
Insaziabilità di Stanislaw Ignacy Witkiewicz
Moravagine di Blaise Cendrars
Impressioni d’Africa di Raymond Roussel
Topologia di una città fantasma di Alain Robbe Grillet
Nel castello di Argol di Julien Gracq
Nessuno accendeva le lampade di Felisberto Hernandez
Pantomima per un’altra volta di Louis Ferdinand Celine
La dolce bestia di Anthony Burgess
La vita breve di Juan Carlos Onetti
L’ Angelo dell’abisso di Ernesto Sabato
…e proseguiamo con altre 10 italiane
Il vizio del gambero di Italo Alighiero Chiusano
I libri degli altri di Italo Calvino
L’innocenza di Dario Bellezza
Belmoro di Corrado Alvaro
Il mestiere di poeta di Ferdinando Camon
Oh, Serafina! di Giuseppe Berto
I borghesi stanchi di Leo Longanesi
Lo sa il tonno di Riccardo Bacchelli
Versi e disegni di Antonio Rubino
Piccola pulcinellopedia di Luigi Serafini
Spero che aver semplicemente ricordato queste opere, anche se non a realizzare il mio sogno, serva a smuovere almeno
la curiosità degli ospiti del sito e avventurarsi nell’affascinante ricerca presso librai virtuali o reali.
Eppure credo che con l’impegno di tutti qualcosa si possa fare…
Un saluto a tutti
Giuseppe
Caro Giuseppe,
le faccio i miei più sinceri complimenti per l’ottima lista. Le confesso che molti dei testi che lei propone non ho mai avuto modo di leggerli. Spero che qualche editore ci stia leggendo e che possa essere stimolato a… coronare il suo sogno.
Intanto, però, le faccio io una proposta pubblica. Se lei è d’accordo potrei creare una nuova rubrica qui a “Letteratitudine”, a sua cura, (nello spirito dell’open-blog) che potremmo intitolare proprio “Le mosche bianche” (mi piace il titolo), dove lei potrebbe – se lo crede – proporre delle vere e proprie recensioni ai testi che ha elencato (elenco che potrebbe via via estendersi).
Mi scriva una mail, se crede.
Grazie e a presto!