Aggiorno questo post, per ricordare il nostro caro amico Luciano Comida scomparso un anno fa… il 20 maggio 2011.
Il pensiero di Luciano e le sue parole continuano a vivere in questo blog. Proprio oggi ho riletto un suo vecchio post pubblicato sulla rubrica “Michele Crismani secondo il mondo”.
Segnalo questo affettuoso articolo di Gordiano Lupi, pubblicato su LetteratitudineNews.
Ringrazio in anticipo chi vorrà ricordare Luciano nell’ambito di questo spazio a lui dedicato.
Massimo Maugeri
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Post del 22 maggio 2011
L’amico scrittore Luciano Comida ci ha lasciati il 20 maggio 2011. Oltre che per la sua rilevante produzione letteraria (incentrata soprattutto sulla letteratura per ragazzi, con pubblicazioni edite da Einaudi ragazzi e EL) e per i numerosi premi vinti, era noto per la militanza nella blogosfera con il suo Il ringhio di Idefix e per il suo contributo nel portare avanti magazine come Konrad.
Mi hanno sempre colpito la sua attenzione per la crescita culturale dei ragazzi, la sua voglia instancabile di incontrarli nelle scuole, il suo amore sconfinato per i libri, la sua passione trasversale per le letture… che lo portava a viaggiare dalle belle pagine di Ernesto Sabato (Luciano ha contribuito a far vincere all’autore sudamericano l’edizione 2010 del Letteratitudine Book Award, un gioco letterario condotto su questo blog) a quelle gotiche della letteratura dei vampiri (è stata determinante la sua partecipazione all’omonimo dibattito).
La notizia della sua scomparsa mi ha molto scosso, anche perché Letteratitudine nasce insieme ai commenti rilasciati da Luciano. Sono andato a controllare: il primo è datato 24 settembre 2006, nell’ambito di questo post.
Tempo fa avevamo aperto anche una sorta di rubrica intitolata: “Michele Crismani secondo il mondo”.
Michele Crismani è uno dei più importanti personaggi letterari creati da Comida. Lui lo presentava così, con l’umorismo tipico che sempre lo contraddistingueva: “Mi chiamo Michele Crismani, abito a Trieste, ho tredici anni e un problema: uno schifoso di nome Luciano Comida scrive, pubblica e fa tradurre in mezzo mondo dei bellissimi romanzi con me protagonista, arricchendosi così con lo sfruttamento del mio nome, della mia immagine e delle mie avventure”.
L’umorismo di Luciano – così come l’amore per i libri e per il prossimo – emerge da molti suoi scritti. È il caso – per esempio – del testo di questo suo intervento offerto nell’ambito di un convegno organizzato in una edizione del Festival della Letteratura di Mantova. Il tema è, per l’appunto, l’umorismo…
“Io ho la barba lunga e arruffata.
Ho la barba lunga e arruffata per molti motivi. Vi racconto quali: ho cominciato a farmela crescere appena mi sono spuntati sulla faccia i primi provvidenziali peli post-adolescenziali. Diventavo rosso in viso con imbarazzante facilità e la mia barbuzza mimetizzava la mia vergogna. Avevo (e ho tuttora) il viso grassottello e la barbuzza ingannava un po’. E poi c’era un’altra ragione: guadagnavo qualche mese in età e così, con la barbetta, aumentavano le mie possibilità di entrare al cinema dove si proiettava un film vietato ai minori di diciotto anni.
Adesso questi problemi li ho superati o perlomeno non costituiscono più un motivo di imbarazzo. E allora perché continuo ad avere la barba? Perché fa parte di me e perché la mattina, quando mi sveglio, vado in bagno, mi guardo allo specchio, mi vedo con la barba tutta storta e spettinata e allora accade un miracolo: mi faccio ridere da solo. E cominciare la giornata ridendo di sé stessi, mi sembra sempre un buon inizio.
Freud scrisse: “L’umorismo non è rassegnato ma ribelle, rappresenta il trionfo non solo dell’io, ma anche del principio di piacere, che qui sa affermarsi contro le avversità delle circostanze reali”.
Credo perciò che il primo punto sia questo: per essere legittimati a ridere degli altri e dell’intero mondo, dobbiamo prima di tutto essere capaci di guardarci allo specchio, per sorridere oppure per sghignazzare di noi stessi, dei nostri difetti, del nostro modo di essere.
È decisivo, per le nostre singole vite, imparare a farlo.
Vorrei fare un paragone azzardato: il confronto tra il popolo ebraico e gli adolescenti.
Il popolo ebraico è stato perseguitato, disprezzato, massacrato, sterminato e diffamato per secoli e secoli. Eppure, gli ebrei hanno sempre trovato la forza e l’intelligenza di ridere, prima di tutto di sé stessi. La stessa Bibbia, a leggerla con attenzione, è ricca di humour. Vorrei ricordare solo un passo, tratto dalla Genesi, capitolo 18, versetti 22-32, quando Dio sta per annientare la città di Sodoma e Abramo interviene, contrattando con Dio.
Sentiamo le parole di Abramo: “Davvero tu vuoi distruggere insieme il colpevole e l’innocente ? Forse in quella città ci sono cinquanta innocenti. Davvero tu li vuoi far morire ? Perché invece non perdoni a quella città per amore di quei cinquanta ?”
Dio acconsente: se troverà quei cinquanta, Sodoma sarà salva.
Ma Abramo insiste. Proprio come se fosse in un mercato levantino ad abbassare il prezzo del peperoncino: “Ecco, io oso parlare al Signore anche se sono soltanto un povero mortale. Può darsi che invece di cinquanta ve ne siano cinque di meno. E tu, per cinque di meno, distruggeresti tutta la città ?”
Ancora una volta, Dio accetta.
E ancora una volta, Abramo torna alla carica: “Può darsi che ve ne siano solo quaranta”.
Dio risponde: “Io non la distruggerò per amore di quei quaranta”.
Non citerò tutto l’episodio, ma Abramo va ancora avanti, sempre al ribasso: trenta, poi venti, infine dieci innocenti.
Rispettosamente dice a Dio: “Non offenderti, mio Signore… Insisto ancora, Signore… Non adirarti, Signore”. Rispettosamente, molto rispettosamente; ma intanto tira la corda.
Un po’ come fanno gli adolescenti con papà o mamma.
Questo è solo un esempio, ma se ne potrebbero raccontare decine e decine, di passi umoristici della Bibbia.
E anche solo un’antologia di libri e di film sull’umorismo ebraico occuperebbe intere biblioteche e cineteche.
Forse, il popolo ebraico è riuscito a sopravvivere alla sua tragica storia grazie anche al proprio senso del comico, alla propria ironia ed autoironia.
Vi è però un altro gruppo di persone che vivono da secoli e secoli una condizione difficile. Un gruppo di persone che bene o male sopravvive, ma che in genere non possiede né ironia né autoironia. Questo gruppo di persone sono gli adolescenti.
Anni fa, venne fatta a un vasto campione di ragazzini e ragazzine italiane una domanda: “quando ti guardi allo specchio, cosa vedi ?”
La maggioranza degli adolescenti dette una risposta che ci deve far riflettere a lungo e profondamente. Risposero: “vedo un mostro”.
Ora, c’è un antidoto prezioso contro la vergogna di sé.
Questo antidoto, lo avrete intuito, è l’umorismo, è l’autoironia. È il riuscire a guardare me e le mie confusioni con uno sguardo il più possibile esterno. E questo sguardo è impietoso, questo sguardo ride di me e delle mie contraddizioni, questo sguardo mi salva.
È un antidoto prezioso, un talismano che, se non mi garantisce da solo la felicità, almeno contribuisce, insieme a tante altre cose, a illuminarmi l’esistenza.
Ma di solito gli adolescenti questo talismano non l’hanno ancora trovato. E forse addirittura ignorano che esista.
Come aiutarli ad entrarne in possesso ?”
È così che vorrei ricordare Luciano Comida. Mettendo in luce il suo amore per i libri, l’apertura verso gli altri. Il suo umorismo.
Chiedo a voi, che lo avete incontrato anche solo sulle pagine di questo blog, di lasciargli un saluto. Mi piacerebbe, anche, che – nel tempo – questo spazio si traducesse nella fase iniziale di un progetto finalizzato alla valorizzazione delle opere di Luciano. In tal senso chiedo l’aiuto di tutti coloro che lo hanno conosciuto (o che lo conosceranno in seguito, attraverso i suoi scritti): gli amici, i lettori, gli scrittori, i critici letterari e i giornalisti culturali; nonché gli enti locali e le istituzioni culturali di Trieste (la sua città).
Uno scrittore non morirà, fino a che i suoi testi continueranno a essere letti.
Ciao, Luciano. Ciao, amico caro.
Massimo Maugeri
p.s. Aggiorno il post inserendo alcuni video dove Luciano Comida interagisce con i ragazzi di una classe
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AGGIORNAMENTO DEL 25 MAGGIO 2011
Aggiorno il post, inserendo questo testo scritto da Luciano Comida. Ringrazio Walter Chiereghin per averlo messo a nostra disposizione.
Ecco cosa ha scritto Walter, in premessa:
“Sono un amico di Luciano da una vita. Non potete avere idea di come mi abbia commosso, continui a commuovermi questa straordinaria partecipazione di tutti voi, di tantissimi altri.
Allora vorrei farvi un regalo, se permettete.
Avevo prestato il mio netbook a Luciano, perché se ne servisse durante la degenza e, fin che ha potuto farlo, l’ha usato.
Ora Tatjana me l’ha restituito e sul desktop ho trovato un suo inedito, probabilmente gli appunti per un progetto di mini-racconti ispirati a sue riflessioni durante le ultime fasi della sua malattia.
Con il consenso di Tatjana, ecco a voi questo inedito”.
Grazie, Walter. Grazie, Tatjana.
Massimo Maugeri
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101 SEGRETI CHE HO IMPARATO LOTTANDO CONTRO IL TUMORE
di Luciano Comida
Per ognuno un miniraccontino
Le ideologie servono (e insidiosa è l’ideologia che nega le ideologie): una bussola per muoversi nel mondo senza sentirsi troppo smarriti
Accettare la propria (e altrui) fragilità
Davanti agli imprevisti (come il tumore) non si sa come reagiremo. E dunque non giudicare gli altri che reagiscono in un modo che non ci garba
Se oppure nonostante: col SE si costruiscono palazzi di sabbia che poi ci crollano addosso, col NONOSTANTE possiamo gustare ogni momento
Pagherei tutto l’oro del mondo: essere consapevoli che la situazione presente potremmo (in futuro) considerarla invidiabile. E dunque cercare di apprezzarla fin da adesso
Le critiche sono utili sempre e comunque: ci mettono davanti allo specchio e ci costringono a ripensare all’oggetto della critica. Che poi verrà modificato che la critica prevale oppure rafforzato se la critica non lo abbatte. Le critiche dunque devono essere distruttive
Parlar chiaro, “sì sì, no no”. Evitando il più possibile le ambiguità o le reticenze. Non vuol dire essere brutali ma sinceri
Dire solo ciò che si pensa ma non necessariamente dire tutto ciò che si pensa
Guardare nel proprio abisso, consapevoli che dentro di noi ci sono lati oscuri e insidiosi. Non nasconderlo sotto il tappeto né negarne l’esistenza
Ringraziare senza esitazione
Sputare via il veleno senza tenersi i rancori e le umiliazioni: il diario è uno dei mezzi per farlo. Così come scrivere l’elemento velenoso su un foglietto e poi distruggerlo
Dire che si ama: è inutile amare senza pastrocciar affettuosamente e coccolare esplicitamente questo amore
Rileggere e rivedere libri e film perché così acquistano spessore e noi con loro. E in più abbiamo l’evidenza di come cambiamo noi stessi
I libri ci leggono e i film ci guardano: ci dicono moltissimo di noi. Ecco perché ogni opera è diversa per ogni suo fruitore
E’ meno grave che se fosse peggio. E dunque (oltre un certo limite) piangersi addosso è inutile e controproducente
Nessun timore a piangere: è uno sfogo umano. Basta non abusarne
Costruirsi quotidiane oasi di serenità/piacere/rilassamento: sono aiuti nei momenti difficili.
Librerie dell’usato: il loro immenso fascino. Forse anche perché, non facendo il cacciatore di animali né il dongiovanni collezionista, gusto il piacere della ricerca
Diario: sfogo, punto della rotta, chiarire il nostro pensiero e sentire, a distanza di tempo ci fa vedere come cambiamo
Ridere di se stessi
Malattia e musica di Morricone: quando si affronta una malattia grave e si sta soli a guardare negli occhi il male, è come nei duelli nei film western quando parte la musica . Siamo soli, noi e la malattia. Non contano nulla i soldi o il potere ma solo la rete dei nostri affetti, che stanno attorno a noi
Non abbandonare le abitudini piacevoli anche (e soprattutto) quelle piccole: scandiscono ritmi, colmano le giornate, ci rafforzano, ci gratificano
Signore, dammi la forza di cambiare le cose che posso cambiare. Signore, dammi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare. E soprattutto, Signore, dammi la saggezza di distinguere tra esse
Alla fine dei tempi, Dio trionferà con la gioia e la vita eterna. Ma su questa terra, nei tempi della storia umana, Dio non è onnipotente.
70 volte 7: la fretta spesso (anche se non sempre) ci consiglia male.
Mantra per riaddormentarsi: ognuno si scelga il suo. Il mio è attaccarmi a una frase letta e ritoccarla, analizzarla, modificarla, riassaporarla…
Dire “ho sbagliato, è colpa mia…”. Non esitare mai ad ammettere le proprie colpe e responsabilità. Non esitare né davanti agli altri né davanti a noi stessi
Pagliuzza e trave: noi perdoniamo con indulgenza a noi mille e mille nefandezze. Perché dunque essere spietati col prossimo?
Scrivere subito le cose prima di dimenticarle: sono come i sogni e svaniscono.
Godere del piacere o gioia dati: non essere avari di se stessi e delle proprie azioni
La scuola serve: a stuzzicare la curiosità, a scoprire che tutti siamo infinitamente ignoranti, a non vergognarsi di non sapere, a non esitare a chiedere, a pretendere chiarezza, a imparare che è bellissimo imparare
Esibire i propri difetti o imbarazzi ci aiuta a sopportarli.
Non mollare mai: come nelle partite di calcio, il risultato può ribaltarsi in pochi minuti dallo 0-2 al 3-2
Posso morire tra due minuti e dunque ogni istante è preziosissimo
Nella storia non c’è mai stato né mai ci sarà un altro essere umano come me, che essendo unico sono preziosissimo. Ma (analogamente) ciò vale per ogni altra persona. E devo comportarmi di conseguenza
Non sono solo ma in mezzo a una rete di relazioni che si arricchisce di continuo
Non scherzare col fuoco dell’attrazione sessuale: il miglior modo per non tradire è non fare nemmeno il primo passo
L’amore è una pianta che va nutrita accudita bagnata protetta coccolata ogni giorno e ogni giorno
Le cose più belle (amore, stima, amicizia, fantasia, humour) sono gratis
Non guardare la tv accesa: una sfida per sconfiggere il suo potente richiamo
La prevenzione fisica è (banalmente) importante. Purtroppo ce ne accorgiamo solo quando è tardi
Una parola alla volta (disse Stephen King a chi gli chiese come fa a scrivere libri così lunghi). Lo stesso è per noi, in ogni cosa che facciamo
Dire BASTA e non subire ancora perché si è cominciato a subire
Peggio fare un torto che subirlo: il male fatto torna su come un boccone mal digerito
E’ peggio il silenzio degli onesti delle azioni degli uomini malgavi (disse Martin Luther King)
Guardare con gli occhi degli altri ci insegna a vedere che il nostro punto di vista non solo non è unico ma può anche essere sbagliato. Comunque, limitato
Nessun timore di non sapere e di ammettere la nostra ignoranza/incompetenza
Nessun timore a non capire: chiedere sempre spiegazioni e pretenderle
Abbracciare è un grande gesto di accoglienza e condivisione
Concedersi qualcosa, ogni giorno. Farsi dei piccoli regali
Arrabbiarsi con Dio è salutare anche per un credente: quella con Dio è una relazione vera e propria
Meditare aiuta a rilassarsi, a entrare dentro di noi, a sentirsi parte dell’Universo
Cucinare senza ricetta è piacevole, una continua scoperta sensoriale
Libertà ed eretici: come disse Cioran, interessa solo a loro. Per molti, la libertà è fonte di angoscia
Non conta solo il detto ma chi lo ha detto (Karl Kraus)
Molte persone non vogliono star meglio perché sono terrorizzate dal cambiamento e/o perché non pensano di meritare i miglioramenti
Giustizia e libertà e accoglienza, insieme: separati generano mostri e mostriciattoli
Mezzi e fini non devono essere separati: i mezzi ci dicono moltissimo sui fini
Basta un nonnulla per farsi male o morire: attenzione sempre, senza ossessioni ma con saggia prudenza
I rimorsi sono peggio dei rimpianti
Dalla colpa si esce come Giuda o come Pietro, schiacciati dal proprio passato oppure partendo da esse
Votare sempre: se no, lasciamo spazio ai peggiori
Il dissenso non va tollerato ma fomentato (come diceva John Stuart Mill)
La gloria tra quattro mura supera lo splendore degli imperi (Cioran)
Svegliarsi e sorridere è meglio che svegliarsi col muso
Il comportamento a specchio: spessi ci trattano come noi li trattiamo. O comunque abbiamo fatto il possibile
Ci vuol più coraggio a dire “ho paura” che a fare pericolose fesserie perché si è terrorizzati ad ammettere al gruppo che abbiamo paura
Riso allo zafferano (a casa di Lalla) e dunque dire la verità, garbatamente ma chiaramente
Crescere non è rinnegare il se bambino, ma inglobarlo in noi e farlo vivere in una “struttura” più ampia e matura
Il punto di vista (Italia-Francia e i gol vissuti in modo opposto dai rispettivi tifosi) degli altri va sempre accolto
Domande stupide? Esistono solo risposte stupide
Il primo scopo di uno scrittore è costringere il lettore a voltar pagina (Maugham)
Non vergognarsi di vergognarsi
L’album delle preziose figurine (affetti, libri, film, musiche, gesti…) da custodire e incrementare dentro di noi. Anche per poterlo sfogliare e utilizzare nei momenti difficili
Addestrarsi all’ambidestrità: a facoltà diverse e opposte
Dare cinque felicità al giorno agli altri
Ringraziare sempre chi lo merita
Non giudicare i poveri di spirito (hanno poco e quel poco lo utilizzano)
Stolti e poveri di spirito (furbetti e sempliciotti)
Darsi obiettivi precisi ma realistici: nei momenti difficili aiuta avere un traguardo chiaro e raggiungibile
Guardare in faccia la realtà, anche di una brutta malattia
Prima cosa: un abbraccio alla cara Tatjana e ai parenti di Luciano.
Seconda cosa: Luciano, tu sei qui. Io lo so.
L’amico scrittore Luciano Comida ci ha lasciati il 21 maggio 2011.
Come ho scritto sul post, mi hanno sempre colpito la sua attenzione per la crescita culturale dei ragazzi, la sua voglia instancabile di incontrarli nelle scuole, il suo amore sconfinato per i libri, la sua passione trasversale per le letture… che lo portava a viaggiare dalle belle pagine di Ernesto Sabato (Luciano ha contribuito a far vincere all’autore sudamericano l’edizione 2010 del Letteratitudine Book Award, un gioco letterario condotto su questo blog) a quelle gotiche della letteratura dei vampiri (è stata determinante la sua partecipazione all’omonimo dibattito).
La notizia della sua scomparsa mi ha molto scosso, anche perché Letteratitudine nasce insieme ai commenti rilasciati da Luciano. Sono andato a controllare: il primo è datato 24 settembre 2006!
Vorrei ricordare Luciano mettendo in luce il suo amore per i libri, l’apertura verso gli altri. Il suo umorismo.
E chiedo il vostro aiuto.
Chiedo a voi, che lo avete incontrato anche solo sulle pagine di questo blog, di lasciargli un saluto.
Mi piacerebbe, anche, che – nel tempo – questo spazio si traducesse nella fase iniziale di un progetto finalizzato alla valorizzazione delle opere di Luciano.
In tal senso chiedo l’aiuto di tutti coloro che lo hanno conosciuto (o che lo conosceranno in seguito, attraverso i suoi scritti): gli amici, i lettori, gli scrittori, i critici letterari e i giornalisti culturali; nonché gli enti locali e le istituzioni culturali di Trieste (la sua città).
Uno scrittore non morirà, fino a che i suoi testi continueranno a essere letti.
Ciao, Luciano. Ciao, amico caro.
La prima cosa, a caldo: il blog di Luciano è – nel suo fluire – un romanzo . C’è l’autobiografia individuale, familiare, culturale, civile e religiosa di un uomo appassionato . Con un po’ ( un po’ tanta ? ) esagerazione, dico che l’opera migliore di Comida è stata la sua vita, che è ( in buona parte ) anche un romanzo, in buona parte contenuto nel suo blog. Proprio per la sua puntuale, diaristica redazione – unita all’autoironia e alla strabordante e talvolta persino ingenua sincerità di Luciano – è un raro esempio di autobiografia attendibile. Le sue opinioni, ragionamenti e decisioni sono spesso messe alla prova dai commenti, e ogni sua risposta ( beh, quasi … ) è un’occasione di approfondimento, e anche di rovesciamento di posizione . Le contraddizioni, insomma sono la prova della autenticità.
Credo dunque che Il Ringhio di Idefix andrebbe impaginato come sta, un @book in progress fino all’ultimo commento al suo ultimo post, il cui titolo è da brividi.
Non sottovaluto le opere edite, ma credo che solo la freschezza e la incompiutezza del blog renderà merito, e sarà d’esempio.
Luciano non amava i santini, farne un eroe sarebbe tradirlo.
http://baotzebao.tumblr.com/post/5725078012
Carissimo Valerio, grazie per il tuo commento e la tua testimonianza. Sono d’accordo con tutto quello che dici.
In attesa di altri interventi, ne approfitto per augurare a te e a tutti gli amici di Letteratitudine una serena notte.
Apprendo da te, Massimo, questa notizia. Ogni volta che una donna o un uomo delle arti (letteratura, cinema, teatro, fumetto, giornalismo) che prediligo lascia questo mondo terreno è come se un lutto personale colpisse anche me. Luciano Comida non era uno scrittore che conoscevo. Dalla foto credo di averlo intravisto una volta in un seivizio in TV proprio in occasione del Festival di Mantova. Non conosco i suoi scritti, i suoi blog (li leggerò, li incontrerò). Ma un pezzo di me, di noi, lascia questo mondo per trasferirsi – per me credente – in un altro.
Grazie, Massimo per avermi dato la possibilità di salutare qui un amico delle parole, un autore di libri per ragazzi, uno scrittore dalla barba arruffata.
Buona e serena notte anche a te. Ciao Luciano.
Un’amicizia che si avviava a toccare i quarant’anni è un dono direttamente proporzionale al senso di vuoto che lascia in chi rimane. Oggi devo scrivere di lui con questa amputazione dentro di me, ma vorrei comunque dire due parole cercando di trovare un po’di lucidità. Nella scrittura come nella vita, Luciano ha tentato di ispirare sempre il suo agire a un’indefesso esercizio dei valori etici cui si ispirava. Non vorrei sembrare con questa affermazione il postulante di una causa di beatificazione che per lui, oltretutto valdese, suonerebbe addirittura offensiva, oltre che inevitabilmente ridicola. Però posso dire per certo che ogni gesto della sua vita e ogni frase di quanto ha scritto era in relazione con il suo sforzo di far collimare quanto faceva a un principio che era il portato di un ragionamento – talvolta di un istinto – attinente all’ambito morale. Ciò tanto nelle sue opere di scrittore e di giornalista quanto nella prassi dei suoi qotidiani comportamenti. Ho sofferto assieme a lui il calvario della malattia, fino a una manciata di ore prima della sua morte, quando, appena tornato a Trieste, ricoverato all’ospedale Maggiore, ci siamo incontrati per l’ultima volta, in una gioia indicibile, dopo la prolungata degenza bolognese. Dopo la commozione iniziale, abbiamo discusso di politica, commentando assieme i risultati del primo turno delle amministative. Mi ha pregato di darmi da fare per ottenergli il diritto di votare da degente per il ballottaggio, mi ha chiesto di acquistargli un libro, ci siamo ancora sentiti un paio di volte al telefono.
Ha lasciato un inedito di poche pagine, scritto su un netbook che gli avevo prestato perché se ne servisse durante la sua via crucis, 101 frasi delle quali si è giovato nella sua lotta contro il tumore. Conto di pubblicarlo tra qualche giorno sul suo blog, perché è parte di quanto mi ha insegnato. A vivere e ora, con l’esempio del suo comportamento in quest’ultima fase della sua vita, anche a morire.
Le mie sentite condoglianze alla famiglia e a te.
Un caro abbraccio.
cristina
Ha oltrepassato barriere. Una, grande, la barriera della mia difficoltà. Sono un essere sociale come tanti, ma non quando si tratta di coltivare e fare crescere un’amicizia: lì, in media, sono pessima. Con le telefonate, le email e qualche passeggiata a Mantova, passeggiate interminabili, bellissime, condite con caffè e parole, Luciano è semplicemente esistito. Esisteva e non si lasciava fermare. Capitava che mi chiamasse per amiche da aiutare: “Faccio appello alla tua parte medica”. Capitava che chiamasse così, per sentire come stavo e dirmi come stava lui. Una sera arrivò in un ristorante e si piazzò dietro di me, con la sua barba candida: “Tu sei MariaGiovanna Luini”, e iniziò così.
E c’è il senso di colpa, anche. Una telefonata che non ho preso, e non ho richiamato. Ho pensato che l’avrei fatto dopo. Dopo, poi, si è trasformato in molto dopo perché lui stava male. Dopo, poi, si è trasformato in mai. Certo, uno scrittore resta, e lui resterà. Ma avrei davvero dovuto rispondergli.
sono una donna fortunata: se piango un fratello è perché l’ho avuto.
il mio ricordo l’ho scritto a caldo appena avuta la notizia, senza rileggere senza pensare, con angoscia e con il rovello interiore di come dirlo ai miei figli.
ve lo lascio, altre parole non ne ho.
.
Dio come pioveva. Secchiate, fiumi d’acqua a bagnare un lungo abbraccio, lungo come può esserlo solo quando ritrovi un fratello che credevi di aver perduto. E non avrebbe potuto essere altrimenti: tra Luciano e me c’è sempre stata una storia di diluvi: musica e pioggia, pioggia e musica. I concerti, le chiacchierate, le risate, gli sfoghi. Il suo sorriso dopo cinque piani di scale con Francesca piccola sulle spalle, il suo sorriso mentre raccontava, il suo sorriso mentre ascoltava. Avevamo tentato di scrivere a quattro mani, con risultati disastrosi: troppo diversi, eravamo. Lui era tutto quello che io non sono: buono, paziente, fiducioso. Un combattente nato, armato di serenità e gioia di vivere
Era il mio referente teologico, quante telefonate furibonde e maledicenti quello che chiamavo ”il tuo dio”. Lui capiva, anche a nome del suo dio, e sosteneva che bestemmia solo chi ne usa il nome per giustificare umane atrocità.
Era una delle figure maschili più importanti per i miei figli, una certezza a cui sapere di poter ricorrere, e per loro non era poco.
Avevamo avuto incomprensioni, una ventina di anni fa. Ci eravamo evitati per un bel po’, ma il tarlo era sempre presente. Ci siamo ritrovati a un concerto del Liga, in mezzo alla folla, sotto la pioggia battente che era stata il leitmotiv di tutta la nostra lunga amicizia. Poche parole e un abbraccio in lacrime. E poi ancora altri anni, e altra pioggia, e altro da darci.
.
Oggi c’è il sole, e io preferirei piovesse.
(questo invece l’ha scritto mia figlia antonia)
.
Alzando lo sguardo vedo il cofanetto della storia del rock che mi regalasti quando avevo dodici anni.
A destra c’è un cumulo di libri, certi che mi hai consigliato, certi che mi hai dato tu stesso.
Dietro di me, una maglia ricevuta da parte tua per Natale alcuni anni fa, indossata giovedì.
Nel computer conservo gelosamente dei racconti che mi hai mandato per e-mail a maggio dell’anno scorso.
Mi manchi.
Io non so se c’è qualcosa, dopo.
Ho sempre pensato di no, ma adesso che te ne sei andato è difficile non immaginarti da qualche parte con un libro in mano e un disco dei Ramones nel lettore cd.
È difficile non immaginarti ridere.
Il ritratto che ti ho fatto è ancora dentro allo scanner, dove lo conservavo per non rovinarlo in attesa di potertelo dare quando saresti finalmente stato meglio.
Non riesco a tirarlo fuori ed appenderlo.
.
Ciao, cretinetti.
Purtroppo – dico purtroppo – conoscevo Luciano Comida solo attraverso le parole che lasciava qui su Letteratitudine. E mi incuriosiva quel ringhio di Idefix che però era sempre ironico, mai irrispettoso verso le parole degli altri.
Quando uno scrittore lascia questa terra, sono convinta che cambi solo codice e scrivania.
Grazie Massimo per il tuo salotto virtuale che permette incontri anche di questo tipo. Racconti di vita come quello splendido di Gea, domande su quello che siamo e che ci aspetta. Rimpianti come quello di Maria Giovanna, di cui sono certa che Comida adesso sorrida. Non c’è bisogno del telefono, da quelle parti.
Un abbraccio a Tatjana che non ho mai conosciuto e l’estremo saluto a Luciano. L’ho conosciuto su queste pagine e mi componeva sonetti in romanesco cavalcando la burrasca di interventi un po’ accesi.
Sapevo quello che stava succedendo e ne ero addolorata ma con quale dignità me lo raccontava! Una delle ultime volte in cui mi ha scritto, sempre meno perchè gli costava sempre più fatica, disse questo:
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“(…) sto sperimentando in modo aggressivo ciò che già sapevo: la vita è preziosa, bisogna assaporarla giorno per giorno e minuto per minuto, essere in due dà più forza, bisogna porsi obiettivi minimi e raggiungibili (gustarsi la cena di stasera, parlare con un’amica o un amico, comprare i quotidiani, prendere la pillola antalgica, versare il caffè nella tazza, stendersi immobili per mezz’ora per fare la risonanza…) in modo da affrontare un pezzo alla volta e non farsi sopraffare dagli eventi, l’amore dato e ricevuto in questi anni fa parte di noi e ci irrobustisce (…)”
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Anonimo è Antonella Beccari
@ MariaGiovanna Luini
… una volta piansi per aver perso un’amica rimandando una telefonata. Ma piansi perchè il marito me lo rinfacciò. Si ha un senso di colpa forse verso chi rimane. Chi se ne sta andando, sa.
In realtà non era la mancata telefonata: il mio pensiero si alzava tutti i giorni verso di lei prima che morisse e qualcosa mi impediva di prendere in mano il telefono.
Dopo, alla cerimonia d’addio, mi dissero che aveva voluto restare sola e che aveva voluto che nessuno sapesse quanto il suo male progredisse così in fretta. Ma nel mio intimo, nei pochi mesi prima, sapevo che cosa stava succedendo.
Nel preciso istante in cui morì ero in un giardino e sentii vicino a me una specie di lungo respiro che mi fece accapponare la pelle. Lo sentì anche una persona che mi stava accanto e se ne impaurì. Era il suo estremo saluto, credo. E gliene sarò sempre grata.
Sono reduce da una brutta malattia.
Dedico a Luciano questa piccola poesia:
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LA VITA E’ UNA VACANZA.
*
Se solo me lo ricordassi ogni volta!
che oggi è adesso
e domani è quel che penso.
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ciao Luciano…..
Sit sibi levis terra
Grazie, Antonella. E grazie, Maria Lucia. Sono certa che Luciano cogliesse la mia difficoltà nelle relazioni affettive, le superava con un sorriso e con scioltezza. C’era, paziente. E c’era quando ero io a cercare. Sapeva molte cose. Quell’ultima telefonata che mi ha fatto e non ho preso (non è il fatto di non avere risposto, non potevo farlo, è che non ho richiamato) è stata seguita dalla notizia del suo ricovero, e già il senso di colpa c’era: “Faccio appello alla tua parte medica”. Mi occupo di oncologia, per settimane ho seguito con ansia da amica ma anche da medico che in qualche modo era mancato proprio all’ultimo, quando due parole in più forse sarebbero servite. Ora so bene che sorride, lo so. Però se quelle parole fossero state dette, se l’avessi ascoltato… Chissà, non sarebbe cambiato niente ma un po’ di condivisione… Comunque siamo qui per lui, e anche il senso di colpa fa parte di ciò che accade dopo. Fa parte del dolore. Provare dolore significa volergli bene, è una persona importante per me. Oggi si regalano libri, che a tanti ragazzi si regalino i libri di Luciano allora! E non solo ai ragazzi.
Chi incontriamo ci è maestro, sempre. Luciano lo è stato moltissimo per me. Un onore averlo conosciuto.
A Luciano mi lega un affetto che non può spezzarsi per una cosa stupida come la morte. Sentirò la sua mancanza ogni giorno, fino al giorno in cui ci ritroveremo.
Apprendo in questo momento della scomparsa di Luciano. Sono affranto, Luciano aveva accettato di partecipare al progetto de La Mente InVisibile (il sequel de Le Aziende InVisibili) con un contributo eccezionale.
Purtroppo non sono ancora riuscito a trovare un editore interessato a pubblicare il romanzo, se mai riuscirò mi impegno fin d’ora a dedicarlo alla sua memoria.
Non ho conosciuto Luciano di persona. Ma da quando ho aperto un blog, quindi da diversi anni, e sono entrata nella routine della rete, io ogni giorno andavo sul blog di Luciano. Ecco – il blog di Luciano è diventato negli anni una specie di traduzione di rete di uno spazio intimo di amici che discutono. Quelle case che per via della personalità del loro padrone, sono particolarmente accoglienti, particolarmente stimolanti, particolarmente divertenti. Case dove ti viene voglia di suonare a tutte le ore, case di cui persino ti approfitti che sono troppo accoglienti. Ogni tanto veniva in questa casa di Luciano, qualcuno proprio intollerante, proprio cafone proprio tremendo, e nonostante noantri ospiti storici dicevamo e ci industriavamo a cacciarlo via – Luciano niente non cacciava mai nessuno. Luciano era incoercibilmente tollerante. Aveva poi dei guizzi crociateschi nel parlare, e magari al fascista di turno proproneva un brutto muso che levete – ma non si sottraeva mai. E ho litigato un sacco di volte con Luciano perchè credo che avessimo due organizzazioni mentali diverse, proprio due modi diversi di stare nelle cose. Io per dire detesto il crociatismo verbale – anche se sporadico -òma non riesco a sopportare emotivamente certe persone come faceva Luciano, così senza difendermene. Lo trovavo ammirevole.
E so, per esperienza di rete, che quello che leggevo era la persona reale, una persona coerente e amabile buona e smodatamente simpatica, con un talento speciale per la vita. E queste cose della persona ora le leggo nei commenti di chi lo saluta.
Io non ho letto niente di Michele Crismani e penso che oggi comincerò.
Apprendo la brutta notizia da qui, da Letteratitudine. Il luogo dove ho conosciuto Luciano Comida.
E’ strano a dirsi, ma ho provato una fitta di dolore che mi ha lacerato il petto.
C’è una cosa che ho capito bene: in quel che scriviamo, anche in rete, anche qui, mettiamo noi stessi. Siamo noi stessi. Ecco perché posso dire di aver conosciuto Luciano, di averlo incontrato più volte. Ecco perché posso dire che il dolore che provo è vero. E che Luciano mi mancherà. Tanto.
Ma rimarranno le sue parole.
Uno scrittore vive in esse.
Ciao, ringhio di Idefix.
copincollo da ”il piccolo” di ieri.
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Addio a Comida, che scriveva con la fantasia di un ragazzo
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22 maggio 2011 — pagina 77 sezione: Cultura – Spettacolo
Si è spento la scorsa notte a Trieste lo scrittore Luciano Comida. Nato nel 1954, aveva legato il suo nome a un personaggio di grande successo nel mondo della letteratura per ragazzi, Michele Crismani. di MARY B. TOLUSSO
A vederlo, così, per strada, dava più l’idea di un personaggio contemplativo, più che di uno scrittore, barba bianca, sandali, occhi profondi e dolci e quell’aria un po’ démodé, lenta e profonda. Luciano Comida, l’autore triestino conosciuto ai più per la saga dei fortunati racconti di Michele Crismani, è scomparso la scorsa notte, a Trieste. Una notizia difficile da mettere a fuoco, certo la morte lo è sempre, ma per chi abbia conosciuto l’opera di questo scrittore è inevitabile associare Comida ai suoi giovani personaggi. D’altra parte lui stesso aveva confessato che il suo protagonista, Michele Crismani, non era altri che Luciano Comida adolescente, sostenuto dalle stesse passioni (quella di Dylan Dog, per esempio), così come era bravissimo, Luciano, a coinvolgere nel suo blog i tantissimi fan del suo protagonista. La passione per la letteratura lo portava a spostarsi di frequente, per incontrare i giovani e gli studenti di molte parti d’Italia, soprattutto nelle scuole, dove spesso teneva dei corsi di scrittura creativa. E se lo incontravi casualmente, dopo uno di questi incontri, era chiaro il suo autentico entusiasmo per queste iniziative. Lo capivi subito, dall’impegno che ci metteva nell’informarti sullo stato di salute della scuola, ma anche sulla vivace curiosità dei ragazzi, così felicemente inclini, diceva – ancora e per fortuna – a un interesse letterario. Ma il suo, quello di Luciano, è sempre stato un impegno tout court per la vita. Lo testimoniava anche con la rivista «Konrad», che ha diretto dal 2004 al 2008 per ben 43 fascicoli, lì dove riusciva a dare spazio alle voci che non ne trovavano sulle altre testate. Un impegno che travalicava i confini del territorio. Su “Konrad” si parlava anche degli operai arsi vivi nella strage della Tyssen di Torino. O del popolo Birmano, che lotta ogni giorno per la libertà e i diritti. Responsabilità civile e umana che si proiettava anche in altre iniziative editoriali, nel 2005 per esempio Comida pubblicò un libro sulla prevenzione del suicidio giovanile. Quello dei giovani era un mondo che lo coinvolgeva in tutto e per tutto, non solo negli aspetti più estetici, come la letteratura, appunto, ma anche e soprattutto nell’attenzione a una delicata fase di formazione, lì dove talvolta anche le prime delusioni possono essere fatali. I giovani, il loro mondo interiore, il loro sguardo rispetto all’altro, al diverso (e per “diverso” si intende anche un genitore), erano i temi dei suoi libri, dove spesso emergeva la figura del padre, mettendo in luce lo scarto generazionale, ma anche la possibilità di una comprensione, di un’autentica intesa nonostante la distanza e l’inerzia della vita quotidiana. Comida spesso non si tirava indietro in fatto di buona educazione, con la levità di una scrittura che gli permetteva di non fare la figura del pedante (o del pedagogo). Non ha mai risparmiato lezioni di buon senso, nei suoi tanti volumi dedicati a Michele Crismani, per esempio nel ridimensionare il diritto al cellulare a una generazione decisamente troppo impaziente. Era anche capace di leggerezza, Luciano, leggerezza e ironia che non di rado ci restituiva in poesia. Non solo con i libri dedicati alla letteratura per i più giovani (pubblicati per lo più da Einaudi Ragazzi e da El), ma anche con i suoi testi per adulti. Uno tra tutti “Lesioni lievi” (Battello Stampatore), un’esilarante sceneggiatura amorosa di un abbandonato (a causa di un terzo, come spesso accade), dove Comida ha dimostrato tutta la sua capacità di destrutturare il dolore, con levità e intelligenza, mettendoci di fronte allo specchio (tragicomico) che tutti abbiamo attraversato. Chissà, forse anche un po’ per quel suo aspetto meditabondo, Comida aveva fatta sua una certa saggezza, diceva di aver imparato a godere di una cosa per volta: «La mente è come una grande casa con tutte le stanze illuminate – ripeteva – ho imparato a tenere accesa una stanza per volta e vivo intensamente il tempo presente». Forse s’è spenta l’ultima luce, ma non del tutto. Rimangono le sue invenzioni creative, quel giovane adolescente che in “Vita privata avventure e amori di Michele Crismani”, ha sicuramente formato una generazione di lettori. E lo ha fatto riuscendo a proiettarsi nei tremori e stupori di chi inizia a recepire la bellezza di un mondo che si schiude. Ecco perché Luciano Comida, classe 1954, non potrà che essere ricordato come un uomo giovane. ©RIPRODUZIONE RISERVATA
Non conoscevo di persona Luciano ma più volte l’ho incrociato qui dove ho apprezzato di lui la schiettezza e anche l’ironia, mi scambiò per la sua carissima amica che porta il mio stesso cognome e giocammo sull’equivoco.Sono dispiaciuta di non aver avuto occasione di approfondire una bella persona, in fondo la nostra vita è data da piccole ma significanti tracce degli incontri a cui sappiamo prestare attenzione. Sono addolorata, un pensiero dal cuore va a sua moglie e ai suoi cari.Leggo dalle parole di chi lo conosceva bene che è una persona che ha lasciato dietro di sè buoni sentimenti e legami sinceri, che possa continuare a vivere nel ricordo e nelle sue opere letterarie.
Un giorno di qualche anno fa capitai per caso sul blog di Luciano e per me fu come un colpo di fulmine. Da quel momento non l’ho abbandonato più. Anch’io, come Zauberei, sentivo l’esigenza quotidiana di entrare in quella “casa” calda ed accogliente, come solo Luciano sapeva essere. Col tempo abbiamo cominciato a dialogare anche al di fuori del blog ed è nata una bellissima amicizia. Mi ha fatto sorridere e ridere tantissime volte, mi ha fatto riflettere, mi ha insegnato tante cose e ogni tanto mi ha fatto anche incazzare di brutto perché non riuscivo a comprendere il suo voler dialogare con personaggi orrendi che venivano a lasciare sul suo blog solo insulti. Ma Luciano era fatto così, era convinto che fosse giusto rispondere a tutti.
Non mi rassegno all’idea che Luciano non ci sia più e immagino che sia ancora qui, tra di noi e con noi. Ho avuto il privilegio e la fortuna di conoscere una delle più belle persone che abbia mai incontrato.
Il mio pensiero va a Tatjana, la moglie, e alla figlia Francesca alle quali mando un abbraccio forte.
Ci sentiamo un po’ tutti orfani.
L’ho conosciuto di passaggio a Firenze. Una persona eccezionale. Il suo blog un punto di riferimento.
Ci manchera’ tanto.
Ho conosciuto Luciano grazie a Letteratitudine, poi ci siamo incontrati personalmente al festival letterario PordenoneLegge . Lì ho potuto apprezzare ancora di più la persona. Gli si leggeva la bontà e la trasparenza nello sguardo e nel suo dolcissimo sorriso. Poi ho letto qualche suo scritto per l’infanzia e ci ho trovato quel candore umoristico che sa non essere mai retorico e ovvio, ma coglie sempre degli elementi di profonda comprensione per l’altro. Questo atteggiamento era nutrito di letture bibliche che per Luciano, da protestante italiano, erano sempre stata una fonte preziosissima di insegnamento non dogmatico, ma di vita. Scriveva Gaber: “Se potessi mangiare un’idea, avrei fatto la mia rivoluzione”. Questa rivoluzione Luciano aveva saputo farla in sè , coniugandola con un’antica speranza in larga parte smarrita di quel popolo di sinistra diffusa non irregimentato in partiti: essere sempre disponibili agli altri e testimoniare con il proprio stile di vita ciò in cui si crede, perché non si può fare a meno di crederci, qualunque sia il contesto sociale e ambientale in cui ci troviamo a vivere. Perdiamo tutti con lui non solo un amico e un intellettuale di spicco, ma una grande persona. Luciano adorava sua moglie Tatiana come è evidente da qualche discretissimo accenno su qualche scambio epistolare di Letteratitudine. A lei va tutta la mia vicinanza spirituale, come agli amici di Konrad che credo ne raccoglieranno la difficile e alta eredità continuando il suo appassionato e amorevole lavoro. Ciao Luciano, è stato bello conoscerti.
Sono molto triste per Luciano Comida.
Non ho mai avuto il piacere di conoscerlo, ma insieme avevamo partecipato al progetto La Mente invisibile coordinato da Marco Minghetti che purtroppo nonostante sia finito da tempo pare arenato.
Quindi molto di più che un nome…
lo ricordo con grande simpatia
p.
sono arrivato al blog di idefix nel primo anno di vita e non mi sono mai stancato. perchè era esattamente come dicono zau e ale.
ho trovato in libreria un michele crismani tradotto addirittura in catalano.
sarà il primo della serie che leggerò. ma l’ho preso per conservarlo per i miei bambini che lo leggeranno tra qualche anno.
sono sicuro che troveranno molte cose da imparare, come è capitato a me col suo autore.
ma sopratutto potrò dir loro che il libro l’ha scritto uno dei miei migliori amici.
Il suo blog era un punto di riferimento. E solo attraverso quello io lo conoscevo.
Una persona gentile, colta, mai arrogante. Questo quello che lasciavano capire i suoi scritti.
Ci mancherà. Mancherà a tutti. Un grande vuoto, un grande dolore.
Un forte abbraccio a Tatjana, che lui ci ha fatto amare con le sue parole.
un abbraccio affettuoso alla moglie ed ai parenti di Luciano. l’ho incrociato qui su letteratitudine, ma il suo passaggio mi ha lasciato qualcosa dentro.
adesso cercherò di approfondire meglio la conoscenza di Luciano attraverso i suoi libri.
Rivolgo a Luciano un pensiero di gratitudine e amore, e invio le mie più sentite condoglianze a Tatjana e famiglia.
–
Ho conosciuto Luciano pochi anni fa, proprio qui, su Letteratitudine, e poi anche attraverso le pagine di “Letteratitudine – Il libro”. Mi aveva subito attratto il suo umorismo e la sua schiettezza, e la sua foto, che ritraeva un uomo simpaticissimo e gioviale.
Da un paio d’anni, inoltre, frequentavo saltuariamente il suo battagliero e accogliente blog: “Nuovo ringhio di Idefix”. E ci siamo ritrovati anche insieme, per sostenere gli stessi romanzi, poi risultati entrambi vincitori, nel Letteratitudine Book Award 2009, con “2666” di Bolano, e nel L.B.A. 2010, con “Sopra eroi e tombe” di Ernesto Sabato. Conobbi il magnifico romanzo di Sabato proprio per merito di Luciano, il quale, oltre ad essere un bravissimo autore, era anche un grande esperto di letteratura, musica, cinema, ecc. E grande tifoso del Torino Calcio…
Non ho mai conosciuto personalmente Luciano, ma avevamo scambiato alcune e-mail e in una di queste, nel luglio 2009, a proposito d’un suo libro, gli dicevo:
–
Caro Luciano,
ho concluso due giorni fa la lettura del tuo “Un pacco postale di nome Michele Crismani”. Da molto tempo non leggevo un libro per ragazzi, e il tuo “Michele Crismani” mi è piaciuto davvero tanto. Molto divertente, scrittura briosa, belle trovate narrative e buona ricerca linguistica, con una sapiente ricostruzione dell’ambiente culturale e gergale dei ragazzini di quasi dieci anni fa – il periodo in cui è stata scritta la storia. E poi, la perla iniziale dell’epigrafe “sapienziale” di Pippo… [Aggiungo qui l’epigrafe, oggi, 23 maggio 2011: “Non è strano come una discesa vista dal basso somiglia tanto a una salita?” – Pippo.
E la dedica dice: “A mia figlia Francesca, alla sua presenza e ai suoi 842 consigli”].
(…) non mi resta dunque che farti i miei complimenti sinceri per questo bel libro. Un’ultima cosa: i capitoli iniziali li ho letti ad alta voce per condividerli con la mia compagna, e man mano che la storia andava avanti, ho condiviso con lei anche tante risate!
–
E Luciano, tra l’altro, così mi rispondeva:
–
Sono lieto di averti fatto passare qualche ora piacevole
(e non hai ancora letto NON FARE IL FURBO, MICHELE CRISMANI che, della serie, è il più divertente, o almeno quello che m’ha passato più ridarella di tutti).
–
Per onorare la memoria di Luciano, ricordando le parole di Massimo (“Uno scrittore non morirà, fino a che i suoi testi continueranno a essere letti”), ho già prenotato il suo libro “Non fare il furbo, Michele Crismani” e spero di leggerlo nei prossimi giorni.
E a proposito di quest’ultimo romanzo:
proprio un paio di settimane fa, con “Non fare il furbo, Michele Crismani”, Luciano ha vinto il diciassettesimo Premio Letterario “Scelto da noi”, organizzato nel paese dove abito – Massa Marittima (GR).
Ma di ciò ne parlerà diffusamente una organizzatrice del Premio che manderà questa sera per Letteratitudine un suo comunicato.
Avrei potuto incontrare Luciano di persona, finalmente, per la cerimonia di premiazione che si terrà qui a Massa Marittima il primo giugno. Ma la vita ha deciso diversamente.
Quante mail ci siamo scritte, quanti consigli, quanta umanità, quanta amicizia. Mi pento di non averti potuto incontrare quella volta che venisti nei pressi di Roma alcuni anni fa…
Grazie per il doppio cd di Neil Young che mi inviasti !!!! Io ti inviai alcuni cd e dvd di Ivan Graziani..
Lo terrò come un dono prezioso e sacro, perché no?, Perché tu sei vivo in me, in noi…e ancora non ci rendiamo conto che te ne sei andato…
C’è una canzone di Ivan che fa così e te la dedico:
“..CIAO AMICO CIAO…IL TUO GIACCONE DI PELLE UNA BANDIERA SARA’ ALTA FINO ALLE STELLE….E COME UNA BANDIERA TU VIVRAI…
IO PER CONTO MIO RIMARRO’ SULLA PORTA…GUARDAMI: LA TUA ANIMA NON E’ MORTA…PERCHE’ NOI….CAVALIERI NEL VENTO…NON MORIREMO …ANCHE NELLA TEMPESTA..MAI….!!!!!!….”
Arrivederci grande insostituibile Luciano, non addio, ma ..ARRIVEDERCI.!!!!
Col cuore da Daniela…
Ho appreso solo ora e sono molto intristito. Sapevo dei suoi problemi di salute, e che le cose si erano messe piuttosto male. Però speravo ancora per il meglio. E’ difficile pensare che una persona così vitale possa andarsene così; mi sento di avere perso un caro amico, mi sento enormemente più povero.
Non l’ho mai incontrato. Lo avevo conosciuto su questo Blog di Massimo, e al suo fianco avevo sostenuto libri che abbiamo amato in egual misura (McCarthy , Bolano) o che lui mi aveva per primo decantato (Ernesto Sabato). Ma condividevamo anche la passione per Philip K. Dick e per altri scrittori di fantascienza, e per Ray Davies, mitico leader dei Kinks. Spero che la sua musica si possa sentire anche da lì, dove lui è ora.
Poi avevo cominciato a frequentare regolarmente anche il suo blog, appassionandomi con lui pure alle sue battaglie politiche, trascinato anche “fuori casa”, in siti di improbabili sostenitori della destra (che si erano intrufolati nel suo blog per rompere le balle). Lui cercava il dialogo anche con loro, benché palesemente di ben difficile costrutto. Ma sapeva reagire agli insulti con paziente uso della ragione. In due o tre anni di frequentazione “blogghesca” quasi quotidiana credo di avere imparato molto da lui. Per questo lo ricorderò sempre.
Non ho mai letto un suo libro, e temo me mai vedrà la luce il romanzo su Phil Spector che da tempo stava scrivendo. Quelli della saga di Michele Crismani, qualche volta li ho cercati in qualche libreria, ma sono stato sfortunato.
Ora voglio regalarne subito qualcuno a mio figlio, e se non li trovo li ordinerò. Naturalmente li leggerò anche io.
Ciao Luciano. Mi mancherai molto.
Sono un’insegnante dell’Istituto Comprensivo di Massa Marittima (GR), responsabile del progetto lettura all’interno del quale viene portato avanti il premio letterario “Scelto da noi” (giunto alla sua diciassettesima edizione), in collaborazione con la Biblioteca Comunale. Quest’anno, nella cinquina che i ragazzi di quarta e quinta elementare (circa 200 alunni) hanno letto e giudicato, è stato inserito il libro di Luciano Comida “Non fare il furbo, Michele Crismani” (Einaudi, 2005), il quale ha vinto con 1129 voti, distaccando notevolmente il volume giunto al secondo posto.
Il libro è piaciuto tanto agli alunni perché si sono sentiti molto vicini al protagonista. Inoltre le vicende narrate sono risultate divertenti e coinvolgenti, soprattutto per quel che riguarda il rapporto del protagonista con il piccolo cugino di tre anni, inizialmente considerato un “rompiscatole”. Con lui si stabilisce poi un legame di forte complicità. Insieme vivranno vicende avventurose ed esilaranti, con le quali i giovanissimi lettori hanno trovato facile identificazione.
Come ogni anno, a compimento dei lavori del Premio Letterario, dopo aver proclamato il volume vincitore, abbiamo contattato l’Autore, per invitarlo a incontrare i nostri alunni che, in quella occasione, oltre a dialogare con l’Autore, si cimentano in una rappresentazione teatrale. Non sapevamo nulla dello stato di salute di Luciano Comida.
La sua scomparsa ci rammarica enormemente. Colgo qui l’occasione per esprimere, da parte di tutti gli alunni e i docenti coinvolti nel Premio Letterario “Scelto da noi”, la nostra vicinanza al dolore della famiglia e dei suoi cari.
–
Approfondendo la conoscenza di Luciano Comida attraverso la Rete, abbiamo trovato questo bel documento filmato nel quale l’autore, incontrando i ragazzi, alla domanda: “Qual è il suo libro preferito da Lei scritto?”, lui risponde: “Non fare il furbo, Michele Crismani”.
L’intervista è visibile qui:
http://www.youtube.com/watch?v=OMkn_Nu_DWI
Quante volte, caro Luciano, quante volte a incrociarci qui, tra un quadratino e l’altro dei vari post, a rimbalzare e sorriderci, a scambiarci un saluto. Quante volte a immaginarti con il corpo del cagnolino Idefix, a vedere che te la godevi la nostra umanità, e se ne ridevi era solo perchè tu, l’umanità, la covavi in un luogo e un tempo imprecisato del cuore che era, ed è, essere giovani per sempre.A questa eternità che era già in te, voglio consegnare un saluto lieve di tracce lasciate dal mouse, di mani strette solo dalle parole. Voglio consegnare la certezza che la fantasia non si perde, anche quando cambia forma o quando trasferisce altrove i suoi tanti bagagli, le storie pensate lungo il viaggio e questa dolente nostalgia di te.
Ciao, Luciano, pensaci forte.
Carissimo signor Luciano,
alla mia età la morte non esiste, è solo uno dei tanti appuntamenti che si siglano col destino, e non ha più faccia, la morte, perchè la si è già vista sulle ciglia di chi ci ha lasciato, sui sorrisi delle persone amate, sulle mani intrecciate per l’ultimo saluto…ma vede, alla mia età si è pure presuntuosi, e la morte, questa compagna, questa vicina di casa, pensiamo ci prediliga, che non lasci che a noi l’ultima parola, e forse pure l’orgoglio di guardarla in faccia senza paura, solo sperando che ci apra il varco promesso: quello che ci porterà da chi ci ha preceduto…e così, chissà, signor Luciano, quella volta che lei mi convinse della bellezza delle pagine di Sabato (ricorda?), in cui le piacque intrattenersi con me, con un vecchio che pensava di sapere tutto della fine ( per averla celebrata mille volte nei riti dei propri defunti)…chissà che mi credevo, che ad aprire quel varco a lei sarei stato io, e ora lei, caro ragazzo, vuol proprio farmela, eh? Vuol proprio gabbare il suo professor Emilio….E allora va bene, caro Luciano, vorrà dire che anche stavolta imparerò da lei, da lei che mi ha insegnato a leggere Sabato, e poi a interpretarlo col cuore. Vorrà dire che stavolta, alla morte, porgerò la mia paura, perchè se è sempre così ostinata da abbattersi su chi le piace, vorrà dire che
…vorrà dire che devo portarle rispetto….
Non foss’altro,caro Luciano,perchè mi ha sottratto un grande amico.
Però, adesso, non mi faccia commuovere, caro ragazzo, e mi faccia anzi uno dei suoi soliti sorrisi.Me lo faccia da quel varco che speravo di attraversare senza di lei….
ma già che ha voluto scalpitare, amico mio, e affrettarsi
tanto, mi porga la mano, non me la lasci, la prego.
E mi aspetti.
Il suo professor Emilio
Carissimo Luciano, Idefix sarà con te a tenerti compagnia? Mi ha turbato profondamente la notizia del tuo viaggio per chisadove.Io alla morte non ci credo, non ci ho mai creduto, non ci crederò fino a che non arriverò per me, se la ascolterò bussare alla porta.Non ci credo tanto più quando questa parola, “morte” (che a dirla tutta è veramente brutta e suona male!) è riferita a persone che hanno lasciato una Marca, per dirla con “lo SABATO…idioma”. Come posso immaginare che nei miei pensieri e anche nei miei sogni* la tua barba arruffata non lascerà più sorrisi e riflessioni? E non sconvolgerà, squassandolo, il mio corpo di risate la tua Ironia ricca, coinvolgente, così umana e trascinante???? Sei all’ennesimo scherzo:hai fatto le valigie, magari una valigia blu piena di sogni. verso L’Isola che non c’è….E sento un abbaiare ^ ^ ^ ti abbraccio e ti scompiglio * marlene
fino a che non arriverà per me…se è vero che esiste, ma sarò già via, magari non distante da te, per darle il benvenuto, o averne paura; vero Luciano che è l’estrema tua trovata per scuotere la nostra Apatia, l’Inerzia di questo assurdo mondo dove la realtà è più finta della Fiction???NON E’ VERO, carissimo, amato Luciano ????
marlene
non sapevo niente. Mi ha scosso anche a me la morte di Luciano. Potevo dirmi suo amico.
Siamo stati insieme tre giorni – io, lui e mia moglie – per un festival del fantastico ad Anagni.
Era una persona splendida, divertente, piena di umorismo.
Abbiamo cenato insieme, discusso di libri e di Cuba. Lui la pensava come me sui castristi.
Ricordo che scherzava sul suo cognome che voleva dire cibo, cena, pranzo, in spagnolo.
Dovevo rivederlo lo scorso anno a Cuneo Scrittori in città. Io ero là per parlare di Cuba e di Yoani Sanchez.
Lui con i suoi bambini…
Volevo portare mia figlia a sentire le sue letture, ma mia figlia si è ammalata e sono rientrato a Piombino.
Ci siamo scritti. Ci sarà un’altra occasione, ci siamo detti.
Mi disse che voleva far qualcosa su una rivista dove scriveva. Mi disse che voleva far parlare della Sanchez.
Non c’è stata un’altra occasione…
Sono una libraria “in erba” di libri per ragazzi, devo riconoscere che non avevo ancora conosciuto le storie di Luciano, che da quello che ho letto devono essere delle storie straordinarie, come del resto dall’affetto lo deve essere stato lui stesso.
Mi riprometto di leggermi al più presto alcune delle sue opere e di divulgarle nella libreria del mio quartiere (vivo a Roma).
Una persona di questa levatura, deve essere conosciuta dai nostri ragazzi.
Porgo le mie condoglianze ai familiari e mando un saluto a Luciano, che per come la vedo io ci è comunque rimasto vicino a noi!!!
Ciao Luciano
Ci mancherà l’amico, lo studioso, il prezioso collaboratore disinteressato.
A me mancheranno i suoi consigli sui libri rari e non saprò a chi mandare il mio “racconto di sport” che mi aveva chiesto, ormai troppo tempo fa, un giorno d’inverno al caffè Tommaseo, dove mi aveva invitata per un tè durante una mia invernale visita a Trieste.
Mirella Sartori
Un saluto anche da parte mia al caro Luciano Comida. Anche io l’ho conosciuto qui a Letteratitudine.
Mi è sempre piaciuta la sua apertura e la sua grande preparazione sulla letteratura contemporanea.
Le più sentite condoglianze ai parenti.
Ciao Luciano.
Un caro saluto a Luciano Comida e sincere condoglianze agli amici e a Tatiana.
Ciao Luciano
Ciao Michele.
W TORO!!!!
Caro Luciano, un saluto affettuoso a te. Ho ordinato i tuoi libri. Non vedo l’ora di cominciare a leggerli, per ritrovarti.
Un abbraccio a tua moglie ed ai tuoi cari, a cui va il mio pensiero.
Ciao, Luciano.
Che dolore…ho sentito Luciano poche settimane fa e mi parlava di un racconto che stava ideando. Sono grato di averlo conosciuto e delle nostre chiaccherate. Un abbraccio a Tatjana e alla sua famiglia. Goodbye my friend.
ciao, Luciano. Sono un lettore di Michele Crismani. Grazie per le storie che hai raccontato e che ci hai lasciato. Oggi rileggerle acquista un significato nuovo.
Caro Luciano, grazie per il tuo impegno civile e letterario.
Non ti dimenticheremo.
Abbraccio i tuoi familiari, che devono convivere con la tua mancanza fisica in questa terra.
Fisica, non spirituale.
Ciao, Luciano.
Leggo solo ora che Luciano ci ha lasciati e non potete capire quanto mi dispiace… Abbiamo condiviso momenti bellissimi durante la vita del post sulla letteratura dei vampiri ed era lì che stavo andando, fonte di mille notizie e ispirazioni, quando ho appreso la notizia…
Mi ero premurata di ringraziarlo nel mio saggio di prossima uscita, per i suggerimenti che mi ha dato, e mai potevo immaginare che non li avrebbe letti.
Caro Luciano, che il viaggio ti sia lieve. Per noi tu se sempre qui.
Ti abbraccio forte.
Sono un’insegnante, ho conosciuto finalmente Luciano lo scorso anno quando è venuto nella nostra scuola. Io da anni leggevo ad ogni classe, in prima o seconda media, Un pacco postale di nome Michele Crismani e ogni volta era un divertimento anche per me la lettura in sè e la reazione dei ragazzi che supplicavano affinchè proseguissi.
Continuerò a farlo ma ora prevale lo stupore, la tristezza e la rabbia per la morte di una persona splendida con la quale mi ero ritrovata a scambiare riflessioni, consigli di letture, ricette…
Cari amici, ringrazio tutti voi per i messaggi dedicati a Luciano.
Nel leggerli, mi sono commosso.
Domani – come uso fare in questo blog – vi ringrazierò uno per uno.
Per il momento mi limito a rinnovare il mio abbraccio alla cara Tatjana e agli altri parenti stretti di Luciano.
Stimolato dall’intervento di Simonetta Savelli (grazie, Simonetta) ho aggiornato il post con dei video di Luciano (presi da YouTube).
Un ulteriore modo per conoscerlo meglio.
La prossima puntata di “Letteratitudine in Fm” (sulla seconda parte dello “speciale” Salone del libro di Torino), che andrà in onda venerdì prossimo, sarà dedicata a Luciano.
Una serena notte a tutti.
Avevo conosciuto Luciano negli anni del liceo, e l’ho incontrato di nuovo in questi anni come amico e come generoso e prezioso collaboratore di Critica liberale e di italialaica.it .Sui siti di queste due organizzazioni gli abbiamo dedicato un ricordo che si conclude così: un paese civile avrebbe saputo fare ben altro uso delle sue capacità e del suo disinteressato impegno culturale e civile.
Grazie per i video. Li ho guardati con commozione.
Sono un amico di Luciano da una vita. Non potete avere idea di come mi abbia commosso, continui a commuovermi questa straordinaria partecipazione di tutti voi, di tantissimi altri.
Allora vorrei farvi un regalo, se permettete.
Avevo prestato il mio netbook a Luciano, perché se ne servisse durante la degenza e, fin che ha potuto farlo, l’ha usato.
Ora Tatjana me l’ha restituito e sul desktop ho trovato un suo inedito, probabilmente gli appunti per un progetto di mini-racconti ispirati a sue riflessioni durante le ultime fasi della sua malattia.
Con il consenso di Tatjana, ecco a voi questo inedito:
101 segreti che ho imparato lottando contro il tumore
Per ognuno un miniraccontino
Le ideologie servono (e insidiosa è l’ideologia che nega le ideologie): una bussola per muoversi nel mondo senza sentirsi troppo smarriti
Accettare la propria (e altrui) fragilità
Davanti agli imprevisti (come il tumore) non si sa come reagiremo. E dunque non giudicare gli altri che reagiscono in un modo che non ci garba
Se oppure nonostante: col SE si costruiscono palazzi di sabbia che poi ci crollano addosso, col NONOSTANTE possiamo gustare ogni momento
Pagherei tutto l’oro del mondo: essere consapevoli che la situazione presente potremmo (in futuro) considerarla invidiabile. E dunque cercare di apprezzarla fin da adesso
Le critiche sono utili sempre e comunque: ci mettono davanti allo specchio e ci costringono a ripensare all’oggetto della critica. Che poi verrà modificato che la critica prevale oppure rafforzato se la critica non lo abbatte. Le critiche dunque devono essere distruttive
Parlar chiaro, “sì sì, no no”. Evitando il più possibile le ambiguità o le reticenze. Non vuol dire essere brutali ma sinceri
Dire solo ciò che si pensa ma non necessariamente dire tutto ciò che si pensa
Guardare nel proprio abisso, consapevoli che dentro di noi ci sono lati oscuri e insidiosi. Non nasconderlo sotto il tappeto né negarne l’esistenza
Ringraziare senza esitazione
Sputare via il veleno senza tenersi i rancori e le umiliazioni: il diario è uno dei mezzi per farlo. Così come scrivere l’elemento velenoso su un foglietto e poi distruggerlo
Dire che si ama: è inutile amare senza pastrocciar affettuosamente e coccolare esplicitamente questo amore
Rileggere e rivedere libri e film perché così acquistano spessore e noi con loro. E in più abbiamo l’evidenza di come cambiamo noi stessi
I libri ci leggono e i film ci guardano: ci dicono moltissimo di noi. Ecco perché ogni opera è diversa per ogni suo fruitore
E’ meno grave che se fosse peggio. E dunque (oltre un certo limite) piangersi addosso è inutile e controproducente
Nessun timore a piangere: è uno sfogo umano. Basta non abusarne
Costruirsi quotidiane oasi di serenità/piacere/rilassamento: sono aiuti nei momenti difficili.
Librerie dell’usato: il loro immenso fascino. Forse anche perché, non facendo il cacciatore di animali né il dongiovanni collezionista, gusto il piacere della ricerca
Diario: sfogo, punto della rotta, chiarire il nostro pensiero e sentire, a distanza di tempo ci fa vedere come cambiamo
Ridere di se stessi
Malattia e musica di Morricone: quando si affronta una malattia grave e si sta soli a guardare negli occhi il male, è come nei duelli nei film western quando parte la musica . Siamo soli, noi e la malattia. Non contano nulla i soldi o il potere ma solo la rete dei nostri affetti, che stanno attorno a noi
Non abbandonare le abitudini piacevoli anche (e soprattutto) quelle piccole: scandiscono ritmi, colmano le giornate, ci rafforzano, ci gratificano
Signore, dammi la forza di cambiare le cose che posso cambiare. Signore, dammi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare. E soprattutto, Signore, dammi la saggezza di distinguere tra esse
Alla fine dei tempi, Dio trionferà con la gioia e la vita eterna. Ma su questa terra, nei tempi della storia umana, Dio non è onnipotente.
70 volte 7: la fretta spesso (anche se non sempre) ci consiglia male.
Mantra per riaddormentarsi: ognuno si scelga il suo. Il mio è attaccarmi a una frase letta e ritoccarla, analizzarla, modificarla, riassaporarla…
Dire “ho sbagliato, è colpa mia…”. Non esitare mai ad ammettere le proprie colpe e responsabilità. Non esitare né davanti agli altri né davanti a noi stessi
Pagliuzza e trave: noi perdoniamo con indulgenza a noi mille e mille nefandezze. Perché dunque essere spietati con prossimo?
Scrivere subito le cose prima di dimenticarle: sono come i sogni e svaniscono.
Godere del piacere o gioia dati: non essere avari di se stessi e delle proprie azioni
La scuola serve: a stuzzicare la curiosità, a scoprire che tutti siamo infinitamente ignoranti, a non vergognarsi di non sapere, a non esitare a chiedere, a pretendere chiarezza, a imparare che è bellissimo imparare
Esibire i propri difetti o imbarazzi ci aiuta a sopportarli.
Non mollare mai: come nelle partite di calcio, il risultato può ribaltarsi in pochi minuti dallo 0-2 al 3-2
Posso morire tra due minuti e dunque ogni istante è preziosissimo
Nella storia non c’è mai stato né mai ci sarà un altro essere umano come me, che essendo unico sono preziosissimo. Ma (analogamente) ciò vale per ogni altra persona. E devo comportarmi di conseguenza
Non sono solo ma in mezzo a una rete di relazioni che si arricchisce di continuo
Non scherzare col fuoco dell’attrazione sessuale: il miglior modo per non tradire è non fare nemmeno il primo passo
L’amore è una pianta che va nutrita accudita bagnata protetta coccolata ogni giorno e ogni giorno
Le cose più belle (amore, stima,amicizia, fantasia, humour) sono gratis
Non guardare la tv accesa: una sfida per sconfiggere il suo potente richiamo
La prevenzione fisica è (banalmente) importante. Purtroppo ce ne accorgiamo solo quando è tardi
Una parola alla volta (disse Stephen King a chi gli chiese come fa a scrivere libri così lunghi). Lo stesso è per noi, in ogni cosa che facciamo
Dire BASTA e non subire ancora perché si è cominciato a subire
Peggio fare un torto che subirlo: il male fatto torna su come un boccone mal digerito
E’ peggio il silenzio degli onesti delle azioni degli uomini malgavi (disse Martin Luther King)
Guardare con gli occhi degli altri ci insegna a vedere che il nostro punto di vista non solo non è unico ma può anche essere sbagliato. Comunque, limitato
Nessun timore di non sapere e di ammettere la nostra ignoranza/incompetenza
Nessun timore a non capire: chiedere sempre spiegazioni e pretenderle
Abbracciare è un grande gesto di accoglienza e condivisione
Concedersi qualcosa, ogni giorno. Farsi dei piccoli regali
Arrabbiarsi con Dio è salutare anche per un credente: quella con Dio è una relazione vera e propria
Meditare aiuta a rilassarsi, a entrare dentro di noi, a sentirsi parte dell’Universo
Cucinare senza ricetta è piacevole, una continua scoperta sensoriale
Libertà ed eretici: come disse Cioran, interessa solo a loro. Per molti, la libertà è fonte di angoscia
Non conta solo il detto ma chi lo ha detto (Karl Kraus)
Molte persone non vogliono star meglio perché sono terrorizzate dal cambiamento e/o perché non pensano di meritare i miglioramenti
Giustizia e libertà e accoglienza, insieme: separati generano mostri e mostriciattoli
Mezzi e fini non devono essere separati: i mezzi ci dicono moltissimo sui fini
Basta un nonnulla per farsi male o morire: attenzione sempre, senza ossessioni ma con saggia prudenza
I rimorsi sono peggio dei rimpianti
Dalla colpa si esce come Giuda o come Pietro, schiacciati dal proprio passato oppure partendo da esse
Votare sempre: se no, lasciamo spazio ai peggiori
Il dissenso non va tollerato ma fomentato (come diceva John Stuart Mill)
La gloria tra quattro mura supera lo splendore degli imperi (Cioran)
Svegliarsi e sorridere è meglio che svegliarsi col muso
Il comportamento a specchio: spessi ci trattano come noi li trattiamo. O comunque abbiamo fatto il possibile
Ci vuol più coraggio a dire “ho paura” che a fare pericolose fesserie perché si è terrorizzati ad ammettere al gruppo che abbiamo paura
Riso allo zafferano (a casa di Lalla) e dunque dire la verità, garbatamente ma chiaramente
Crescere non è rinnegare il se bambino, ma inglobarlo in noi e farlo vivere in una “struttura” più ampia e matura
Il punto di vista (Italia-Francia e i gol vissuti in modo opposto dai rispettivi tifosi) degli altri va sempre accolto
Domande stupide? Esistono solo risposte stupide
Il primo scopo di uno scrittore è costringere il lettore a voltar pagina (Maugham)
Non vergognarsi di vergognarsi
L’album delle preziose figurine (affetti, libri, film, musiche, gesti…) da custodire e incrementare dentro di noi. Anche per poterlo sfogliare e utilizzare nei momenti difficili
Addestrarsi all’ambidestrità: a facoltà diverse e opposte
Dare cinque felicità al giorno agli altri
Ringraziare sempre chi lo merita
Non giudicare i poveri di spirito (hanno poco e quel poco lo utilizzano)
Stolti e poveri di spirito (furbetti e sempliciotti)
Darsi obiettivi precisi ma realistici: nei momenti difficili aiuta avere un traguardo chiaro e raggiungibile
Guardare in faccia la realtà, anche di una brutta malattia
Ringrazio tanto Walter Chiereghin e Tatjana per il preziosissimo regalo dell’inedito di Luciano.
Ho scritto alla redazione di Einaudi Ragazzi. Ho segnalato l’omaggio a Luciano che si sta svolgendo su Letteratitudine.
Mi hanno risposto poco fa, esprimendo in modo molto accorato il loro profondo dolore per la morte di Luciano.
Tra breve invieranno qui un loro contributo.
Cari amici,
ancora una volta grazie a tutti voi.
Grazie a Gaetano, per aver contattato la Einaudi Ragazzi (aspettiamo il loro intervento, dunque).
Grazie a Walter per aver inserito il testo inedito di Luciano. E grazie alla cara Tatjana per averne autorizzato la pubblicazione.
Ho ripreso il testo è l’ho inserito in aggiornamento del post, corredandolo con una bella foto di Luciano.
(Guardate su).
Grazie mille, per i loro commenti, a: Valerio Fiandra, FrancescaV, Walter Chiereghin, Cristina Bove, Maria Giovanna Luini, Gea, Maria Lucia Riccioli, Antonella Beccari, orsomarsicano, Tullio Avoledo, Marco…
E ancora grazie a: Zauberei, Amelia Corsi, Francesca Giulia Marone, Alessandra, Artemisia, Gianfranco Manfredi, Patrizia Debicke, marcob, Lavinia…
E grazie pure a: Giacomo Tessani, Subhaga Gaetano Failla, Daniela Pinchera, Carlo S., Simonetta Savelli, Simona Lo Iacono, Emilio, Marlene Carboni, Gordiano Lupi, Stefania, Mirella Sartori, Marco Vinci…
I miei ringraziamenti vanno anche a: Gianni De Martino, Anna, Leo, Edward, Aldo, Vale, Simonetta Santamaria, Sabri, Giulio Ercolessi.
Grazie. Grazie di cuore, amici.
Questa pagina rimane aperta per il nostro Luciano.
Auguro una buona serata e una serena notte a tutti.
Prima di chiudere vi riporto questo messaggio che mi arriva da Gordiano Lupi (non può scrivere direttamente, perché ha problemi di connessione).
–
Gordiano si dice disponibile a pubblicare un saggio sull’opera di Luciano qualora qualcuno si sentisse in grado di scriverlo.
–
Ricordo che Gordiano Lupi, tra le altre cose, è anche il direttore editoriale de “Il Foglio letterario”:
http://www.ilfoglioletterario.it/
Auguro di nuovo, a tutti voi, una serena notte.
Mi ritrovo qui da Massimo dopo moltissimi mesi durante i quali ho disertato il blog per il semplice fatto che non mi ritenevo all’altezza di questo coltissimo spazio dedicato agli specialisti o comunque agli appassionati di un certo livello (e questo lo dovevo a Massimo del quale ricorderò sempre e comunque la signorilità, i modi affabili verso tutti i suoi lettori).
Non potevo mancare ora che il padrone di casa ci invita a scrivere qualcosa in memoria di un grande comune amico prematuramente scomparso.
Personalmente non ho molto da dire, se non che io con Luciano Comida ho perso il migliore amico che abbia mai potuto trovare nel web. Saggio, umano, leale, sincero, colto, autoironico…
Non credo che ne troverò un altro come lui.
LUCIANO ERA UNICO!
Ho imparato tantissimo da lui, e non lo dimenticherò.
ADDIO LUCIA’!
Irnerio
caro Massimo, non ho potuto non copiare e pubblicare sia sul blog di Luciano, nei commenti in attesa che lo sia dove deve stare, e nel mio, lo straordinario testo che hai pubblicato poco fa.
Grazie di averlo condiviso
Valerio
http://baotzebao.tumblr.com/post/5839477930
Copio-incollo questo messaggio di “Sinistra ecologia e libertà” di Trieste, nelle cui liste Luciano si era presentato per le elezioni amministrative di dieci giorni fa, giungendo al quarto posto.
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Luciano Comida
Con immensa tristezza nel cuore ci sentiamo in dovere di informarvi che ieri Luciano Comida è venuto a mancare all’affetto dei suoi cari e di tutte e tutti noi. Scrittore e giornalista triestino, vicino al mondo evangelico, ha deciso di impegnarsi per la città anche se malato, candidandosi nelle liste di SEL.
Sentite condoglianze ai parenti e a tutte le persone (e sono tantissime) che gli volevano bene.
Luciano ci ha lasciati, ma non la sua eredità culturale, i suoi racconti i suoi scritti che continueranno a ispirare noi e le generazioni future di Trieste e non solo.
Pubblicato da Sinistra Ecologia Libertà – Trieste 2011 a 23:06
–
Grazie per averci fatto leggere il bellissimo testo inedito di Luciano.
Caro Massimo,
seppure in ritardo desidero partecipare ai famigliari e ai lettori il mio dolore per la dipartita di Luciano Comida: validissimo, versatile, vulcanico testimone del valore della letteratura nella formazione non solo individuale.
Permettimi di ricordare, fra le tante sue pubblicazioni, anche il contributo dato alla divulgazione psicologica e psichiatrica. Cito, ad esempio, un manuale – pubblicato nel 2005 da Editori Riuniti – proprio sulla psichiatria e i suoi risvolti, curato da Giuseppe (Peppe) Dell’Acqua, direttore del Dipartimento di salute mentale di Trieste. Si intitola “Fuori come va? Famiglie e persone con schizofrenia” e contiene – appunto – un suo efficace intervento sul modo di affrontare la malattia da parte dei non addetti ai lavori, specie i familiari dei malati e ciascuno di noi.
Uno scrittore, Luciano, che non trascurava alcun aspetto della vita penso per rimanere sempre dalla parte di coloro che avevano bisogno di vicinanza e solidarietà, e anche un po’ d’ironia.
Un saluto cordiale.
I fatti degli uomini durano poco, ma i loro pensieri consegnati agli scritti sopravvivono per sempre; ecco perchè Luciano Comida vivrà per sempre, perchè siamo noi la sua memoria e tutti questi momenti non andranno persi nel tempo come lacrime nella pioggia.
Un abbraccio,
Diletta Rosestolato
Anche il mio pensiero e la mia ammirazione vanno a Luciano Comida, che seguivo sia qui sia sul ringhio di Idefix senza intervenire.
Credo che il testo inedito inserito sul post sia un bellissimo testamento spirituale.
In poco meno di due anni ho perso Luciano Comida, Giovanni Buzi (un mio bravissimo autore) e Angelo Quattrocchi (Malatempora), tutti relativamente giovani e tutti per malattie terribili. Mi piange il cuore quando leggo certe cose. Confermo che vorrei pubblicare un’antologia di scritti di Luciano, magari un saggio con riferimenti narrativi. Mi piacerebbe molto. Sarebbe il mio modo per salutarlo…
Grazie mille a Irnerio (ti prego, torna a scrivere quando vuoi e senza remore), Valerio Fiandra, Gaetano Failla, Vale, Ausilio Bertoli, Diletta Rosestolato, Antonio…
Grazie ancora a Gordiano, per aver confermato la sua offerta.
Domani ricorderò Luciano in radio.
La puntata di “Letteratitudine in Fm” del 27 maggio 2011, è dedicata a lui.
Un caro saluto e una serena notte a tutti.
Siamo orgogliosi di avere pubblicato le opere di Luciano Comida, un autore che ha avuto la nostra più profonda stima e che non esitiamo a definire “grande”.
Libri come “Un pacco Postale di nome Michele Crismani”, “Non fare il furbo, Michele Crismani”, “Michele Crismani vola a Bitritto”, per ricordarne solo alcuni, hanno fatto divertire prima di tutto noi, nel momento stesso in cui leggevamo le prime bozze che Luciano ci sottoponeva – divertendoci a volte fino alle lacrime – e poi i giovani lettori cui erano destinati, che continuano ad apprezzarli a distanza di anni dalla pubblicazione.
Non tutti gli autori raggiungono l’obiettivo di essere tradotti all’estero. Luciano Comida questo obiettivo l’aveva centrato, dimostrando che le avventure dei suoi personaggi, la sua frizzante ironia, la sua sapida prosa hanno un pubblico più vasto e toccano dei temi universali e comuni ai ragazzi adolescenti, senza connotazione di bandiera.
Oltre alle innegabili doti professionali, di lui ci piace ricordare il lato umano: fatto di gentilezza, di discrezione, di umiltà, di grande profondità di pensiero. Caratteristiche, queste, non comuni e non scontate di cui desideriamo sottolineare qui il valore.
Siamo particolarmente felici di constatare – leggendo su questo blog i commossi contributi dei suoi molti amici e dei suoi conoscenti – quanto questo suo valore umano fosse riconosciuto e siamo certi che sia questa la sua eredità più significativa per coloro che restano.
Proprio di questi giorni è la notizia che “Non fare il furbo, Michele Crismani” ha vinto il Premio Letterario “Scelto da noi” a Massa Marittima, in provincia di Grosseto. Un premio assegnatogli proprio dai ragazzi, che il prossimo 1° giugno si cimenteranno in una recita ispirata al personaggio di Michele Crismani.
Siamo certi che Luciano sarà li con loro, ad ascoltare le loro risate, a guardarli con quei suoi benevolenti occhi ironici.
Lo staff delle Edizioni EL – Einaudi Ragazzi – Emme Edizioni
Ringrazio gli amici delle Edizioni El/Einaudi ragazzi per le belle parole espresse.
L’augurio che possiamo farci reciprocamente è che le opere di Luciano continuino a essere divulgate come e più di prima.
Grazie davvero!
Grazie, Massimo, ti conoscevo già, ma ero capitata troppe poche volte sul tuo blog.
Qui oggi ho trovato ricordi, parole e immagini che mi hanno fatto piangere ma anche sentire dentro un sorriso dolce e vincente, quello con cui Luciano sapeva guardare il mondo, tutto.
Ho bisogno di chiederti se potrò inserire i video con Luciano protagonista nel mio prossimo post su di lui.
Qui troverai il primo, se ti verrà voglia di leggerlo: http://quitereza.blogspot.com/2011/05/ad-un-amico-che-ci-sara-per-sempre.html#links
Un abbraccio nel ricordo di Luciano.
Tereza
un saluto anche da parte mia. voglio leggere i libri di Luciano Comida.
grazie per avermelo fatto conoscere.
Ora che il giornale è stato distribuito, posso inoltrare l’articolo che ho scritto per Konrad, il mensile a distribuzione gratuita del quale Luciano è stato direttore, prima che per un breve periodo lo fossi anch’io.
Su richiesta dell’editore ho volentieri aderito all’invito e questo è quanto è stato pubblicato nel numero uscito ieri.
Il “cor gentil” di Luciano Comida
Ci sono, alla base, quasi all’origine della nostra storia letteraria, affondate nel XIII secolo, due parole usate dagli stilnovisti, che ricorrono in molti dei loro testi poetici: cor gentil, cuore gentile, dove l’aggettivo rivestiva, all’epoca, un significato diverso da quello di oggi: stava, quel “gentile”, per nobile, magnanimo, generoso. Ecco: dovessi esprimere oggi con due sole parole chi è stato Luciano Comida, sceglierei quelle. Cor gentil. Del resto, non avesse avuto questo requisito, non avrebbe potuto realizzare quanto ha fatto, tanto in ambito letterario quanto nella sua vita.
Scrivere, per lui, è stata sempre un’attività di servizio e mai un esercizio narcisistico, che si trattasse di giornalismo oppure di narrazione. Non per nulla l’ambito in cui si è esercitato di più è stato quello della narrativa per i ragazzi, settore spinoso che richiede da un lato una fantasia spigliata e, dall’altro lato, la necessità di toccare interessi autentici dei giovani destinatari del lavoro dell’autore. Michele Crismani, la sua creatura letteraria, ha avuto uno straordinario successo presso il pubblico degli adolescenti, anche fuori dei confini nazionali, essenzialmente perché parlava il loro stesso linguaggio, viveva le loro stesse frustrazioni, i loro stessi entusiasmi. Era, naturalmente, il suo alter ego, meglio: il suo io adolescente, che Luciano ha saputo ritrovare in sé e conservare per i suoi giovanissimi lettori fino alla fine dolorosamente prematura della sua esperienza umana. Michele non è quindi del tutto un personaggio di fantasia: non lo è per quanto deriva dall’attenta osservazione della realtà adolescenziale operata dal suo autore, e anche – direi soprattutto – perché ha saputo essere in relazione, nella sua perdurante età di tredicenne, con quanto avveniva nel mondo e nella società in cui lui, assieme a tutti noi, era via via immerso. Ciò non si sarebbe potuto realizzare se a sorreggere l’inventiva fresca del narratore non avesse concorso il suo minuzioso interesse per quanto si veniva svolgendo nella società, ma più di questo, per quanto stava a monte di questo interesse: un’attenzione spasmodica per le istanze etiche, da cui non soltanto il suo lavoro e la sua azione politica discendevano, ma anche ogni suo personale comportamento. Con i suoi errori, certo, come ogni altro essere umano, ma da ciascuno di essi ha saputo trarre un insegnamento per sé e per quanti gli stavano attorno: gli amici, ma anche i lettori, sia quelli delle avventure di Michele Crismani che il pubblico adulto della sua attività di giornalista e di blogger.
Il suo agire di giornalista si è esercitato, quasi sempre a titolo gratuito, su una quantità di testate, da l’Avanti! a Il Piccolo, La voce repubblicana, Reporter, il quotidiano in lingua slovena Primorski Dnevnik, il mensile sindacale Proposta, Toro News, Italialaica, Radio Fragola, Micromega, Critica Liberale, Stati Uniti d’Europa e Mucchio Selvaggio. Ma dove è stato più ampio e inconfondibile il segno del suo passaggio è stato proprio su queste pagine, nei quattro anni della sua direzione. Quando ha saputo trasformare questo mensile in qualcosa di diverso da quanto prima di lui era stato, accrescendo la qualità degli articoli, arricchendolo di proposte, di nuovi contenuti e di nuove voci, facendo crescere alcuni giovani che su queste pagine hanno avuto il loro battesimo del fuoco sulla carta stampata, sapendo imprimergli una fisionomia ben definita e incrementandone l’autorevolezza.
Mi aveva indotto a tenere su queste pagine una rubrica fissa, intitolata Lettere triestine, nella quale un mese dopo l’altro mi ingegnavo a tracciare, normalmente con un’intervista, reale per i viventi o “plausibile” per gli scomparsi, il profilo di un autore del nostro territorio. Più volte gli ho chiesto di intervistare lui, ma ne ho sempre ottenuto un rifiuto, tanto aveva in orrore il conflitto d’interesse che gli impediva, in quanto direttore, di comparire in una veste diversa sul “suo” giornale. Non avrei mai immaginato di chiudere con quest’ultimo difficile articolo quella rubrica.
Cosa potrei dire, oggi, di un’amicizia che si avviava a soffiare sulle quaranta candeline della sua torta di compleanno? Nata nella Federazione Giovanile Socialista di Trieste (entrambi ci eravamo iscritti al partito prima che ne fosse eletto segretario Craxi, come ci affannavamo a precisare), quell’amicizia si è interrotta nella serata di venerdì scorso. Mi mancherà il quotidiano confronto che avevo con lui, mi mancherà la sua ironia, il suo rigore anche. Mi mancheranno le stridenti differenze che c’erano tra noi, le incredibili affinità. Mi mancherà il suo entusiasmo, la sua sofferta partecipazione alle cose della politica, i libri letti e poi scambiati, le cene, le vacanze, le domeniche condivise con Tatjana, Patrizia e con gli altri amici.
Oggi mi è tanto difficile pensare alla gioia di averlo avuto, come lui certo mi inviterebbe a fare, e non invece a questo acuminato dolore di averlo perduto.
Walter Chiereghin
Bel pezzo, Walter!
Grazie.
@ Tereza
Cara Tereza,
grazie per il commento e per il link al tuo post. Certo che puoi utilizzare i video!
Un caro saluto a Sonia e ad Amelia.
E grazie a Walter per aver voluto condividere con noi l’articolo uscito su Konrad.
Il pensiero è sempre rivolto al nostro Luciano.
Grazie per avermi fatto conoscere Luciano Comida. Sarò una sua nuova lettrice.
Grazie a te, Emy.
Ieri sera, sentiti i risultati elettorali, ho versato un calice di vino anche per Luciano. Mi è sembrato di sentire ancora la sua bella risata.
caro Massimo, ho pubblicato un secondo post su Luciano:
http://quitereza.blogspot.com/2011/05/trieste-due-anni-fa.html.
Inserisco qui il link non per farmi pubblicità, (ché in questa situazione sarebbe davvero abbietto), ma perché mi piacerebbe che il maggior numero di persone possibili potesse leggere di Luciano, di come era (splendido umanamente).
Ho inserito nel mio blog il link a questo tuo post, proprio perché vorrei che tutti leggessero il meraviglioso testamento spirituale di Luciano da te pubblicato, un testo che travalica la fede valdese del nostro Amico, spostandosi su di un orizzonte infinito per significati e per capacità d’essere inteso.
Mi era balenata anche l’idea di creare un elenco-catena di post tra quanti hanno ricordato Luciano sul web, non per far spesa grossa di retorica, ma piuttosto per renderlo “visibile” a quante più persone possibili, soprattutto a quanti non l’hanno conosciuto, e perché nasca sempre più la voglia di leggerlo per conoscerlo e amarlo attraverso i suoi libri.
Tu che ne pensi? io, per indole, ho sempre paura di strafare e dare un’impressione di volontà diversa da quella che mi anima: forse un parere mi tornerebbe utile.
Un abbraccio nel segno di Lucianello.
Premio letterario
“Scelto da noi”
conferito dai bambini dell’Istituto Comprensivo di Massa Marittima (GR) allo scrittore
Luciano Comida
per il libro
“Non fare il furbo, Michele Crismani”
Massa Marittima, 1 giugno 2011 ore 10
Aula Magna dell’ITIS – via della Manganella
Ringrazio Tullio Avoledo per aver ricordato Luciano nel brindisi per i risultati elettorali.
Cara Tereza,
grazie per il comemnto e per i link.
Ti dico che ogni iniziativa volta a ricordare il nostro Luciano non può che incontrare il mio favore.
Un abbraccio a te.
Caro Gaetano,
grazie per averci comunicato la notizia del conferimento del premio. Motivo ulteriore per leggere (chi non l’avesse ancora fatto) “Non fare il furbo, Michele Crismani”.
Grazie!
Caro Massimo,
proprio ieri ho concluso la lettura del delizioso “Non fare il furbo, Michele Crismani”.
Sarebbe importante, secondo me, che un libro così bello venisse ristampato. L’ultima edizione è del 2005, e non è molto facile procurarsi il volume. Io l’ho ricevuto in prestito.
Ma forse, chissà, l’Einaudi Ragazzi ha già pensato a una nuova edizione (magari con la fascetta della recentissima vittoria del Premio Letterario “Scelto da noi”).
Un abbraccio e buona domenica,
Gaetano
ciau,
con Luciano se conossevimo de vista da anni, anche se se gavemo parlà non più de tre-quattro volte, perchè no xe mai capità l’occasion de star intorno a un tavolo con lui.
Volevo solo ricordar un piccolo aneddoto: co gavevo 18 anni go fatto le pratiche per la patente. Me iero presentà in motorizzazion con una majeta de Umbria Jazz dove iero apena sta, e iero pronto a una solfa burocratica che me fazeva venir mal de panza solo a pensarghe in anticipo. Bon, vado al sportel e xe Luciano (che all’epoca no conossevo) e – serissimo – el me disi: “Bon, te devi portar sti moduli compilai, la fotocopia della carte d’identità, sto bollettin pagà e l’ultimo LP de Keith Jarrett”
Al primo momento son rimasto interdetto, lo go guardà e de soto la barba el me ga fato un soriseto e el me ga schizà de ocio. E per quela giornada, inveze che esser tuto scazà per aver fato fila causa burocrazia, el me ga fato tornar el buonumor.
Grazie anche de questo, Luciano
Grazie, Gaetano. E grazie a Puric.
Luciano Comida è stato per la casa editrice che amministro l’Autore ideale. Quello che qualsiasi editore sogna e raramente incontra.Era discreto, entusiasta, rispettoso, riconoscente,puntuale,collaborativo. E bravo, molto bravo.Commercialmente ha avuto un buon successo ma meritava molto di più. Michele Crismani infatti lo ritengo un personaggio straordinariamente riuscito. Ma il mercato, si sa, si lascia sfuggire tante cose…Ma Luciano era soprattutto un uomo e un amico ideali.Pulito, onesto, retto, generoso e affettuoso. Quando alcuni anni fa un concorrente mi attaccò su un quotidiano nazionale molto diffuso per un libro appena pubblicato e da lui giudicato troppo forte per ragazzi, Luciano è stato il primo a telefonarmi la sua solidarietà.
Luciano ci mancherà molto, mi mancherà molto, come Autore e come amico. Ma quando la nostalgia si farà sentire più forte mi basterà rileggere qualche pagina del nostro Michele e lui tornerà.
Ciao caro Luciano e grazie di tutto,
Orietta
Luciano Comida è stato per la casa editrice che amministro l’Autore ideale. Quello che qualsiasi editore sogna e raramente incontra.Era discreto, entusiasta, rispettoso, riconoscente,puntuale,collaborativo. E bravo, molto bravo.Commercialmente ha avuto un buon successo ma meritava molto di più. Michele Crismani infatti lo ritengo un personaggio straordinariamente riuscito. Ma il mercato, si sa, si lascia sfuggire tante cose…Ma Luciano era soprattutto un uomo e un amico ideali.Pulito, onesto, retto, generoso e affettuoso. Quando alcuni anni fa un concorrente mi attaccò su un quotidiano nazionale molto diffuso per un libro appena pubblicato e da lui giudicato troppo forte per ragazzi, Luciano è stato il primo a telefonarmi la sua solidarietà.
Luciano ci mancherà molto, mi mancherà molto, come Autore e come amico. Ma quando la nostalgia si farà sentire più forte mi basterà rileggere qualche pagina del nostro Michele e lui tornerà.
Ciao caro Luciano e grazie di tutto,
Orietta
Ho appreso la notizia solo ieri. Ho voluto dedicargli sul mio blog un piccolo ricordo. Ciao, Fabio
Grazie mille per il tuo intervento, cara Orietta.
E grazie anche a Fabio.
like a hurricane, di neil young, è stata suonata alla fine della cerimonia che si è tenuta oggi alla Chiesa Evangelica di Trieste . Le parole dette dal Padre ,e quelle degli amici, sono state – per una volta – adeguate alla persona della quale tutti i moltissimi presenti sentono la mancanza fisica quanto la presenza spirituale.
http://baotzebao.tumblr.com/post/6862639511
Dev’essere stata una cerimonia splendida… Neal Young, le Parole, Luciano… grazie
Grazie mille, caro Valerio.
Luciano è sempre nei nostri cuori…
UNA CANZONE per LUCIAno… Un CONCERTO ?
http://baotzebao.tumblr.com/post/6928986244
Ho saputo oggi, da Marco Minghetti:
A giugno abbiamo pubblicato a nostre spese La Mente InVisibile (un romanzo collettivo del gruppo denominato Marco Minghetti & The Mutants Living Society, che ha al suo attivo un romanzo precedente, cui Luciano non aveva partecipato, dal titolo Le Aziende InVisibili) dedicandola alla memoria di Luciano sul sito di self publishing ilmiolibro.it. Questo è il link: http://reader.ilmiolibro.kataweb.it/v/617636/La_Mente_InVisibile.
Successivamente l’editore Mimesis, rappresentato da Eva Massari, si è detto interessato a pubblicare e distribuire l’opera su canali ufficiali. Eva sta in questi giorni ultimando la revisione delle bozze. Non appena avrà finito questo lavoro, faremo girare il testo a tutti i coautori (e naturalmente a lei) per il definitivo “visto si stampi”.
Volevo anche dire che su You Tube ci sono i video della serata che in settembre abbiamo organizzato in memoria di Luciano. Ecco l link
http://www.youtube.com/playlist?list=PL327972ACE5D20543
Fa molto piacere ricevere queste notizie letterarie riguardanti il caro Luciano Comida. Guarderò con piacere anche il video.
Grazie a Tatiana.
Cara Tatjana,
grazie anche da parte mia per i messaggi. La presenza di Luciano continua ad attraversare i nostri cuori e le nostre menti. Sono molto lieto che “La Mente InVisibile” (a cui ha contribuito anche Luciano) trovi spazio in una nuova realtà editoriale.
Un forte abbraccio.
Un grazie a Tatiana per averci reso partecipi di questa cosa. Luciano continua a mancare a molti di noi. Un abbraccio anche da parte mia.
Mi unisco ai ringraziamenti e agli abbracci rivolti a Tatiana, in ricordo del caro Luciano
@ Tatjana
un abbraccio a Luciano che vive nel suo cuore.
leggevo il suo blog, lo stimavo, ci ha dato un grande esempio, ricordiamolo per la forza che ha saputo infonderci e per la sua grande umanità
Cari amici, aggiorno questo post, per ricordare il nostro caro amico Luciano Comida scomparso un anno fa… il 20 maggio 2011.
Il pensiero di Luciano e le sue parole continuano a vivere in questo blog. Proprio oggi ho riletto un suo vecchio post pubblicato sulla rubrica “Michele Crismani secondo il mondo”.
Segnalo questo affettuoso articolo di Gordiano Lupi, pubblicato su LetteratitudineNews: http://letteratitudinenews.wordpress.com/2012/05/19/ricordando-luciano-comida/
Ringrazio in anticipo chi vorrà ricordare Luciano nell’ambito di questo spazio a lui dedicato
Ho dodici anni e a scuola stiamo affrontando l’argomento su Luciano Comida e vorrei salutarlo con grande gioia e affetto perché dopo aver letto tutte queste cose su di lui ho capito che è stata una persona stupenda…sto leggendo il suo libro “Un pacco di nome Michele Crismani” e anche se non l’ho letto tutto dico che è bellissimo e anche tanto divertente!!
Ciao Luciano..
Cara Nicole, grazie mille per il tuo commento.
E si’… Luciano Comida era una persona speciale.
Sarebbe stato felicissimo di leggere quanto hai scritto.
Grazie davvero!!!
Mi è capitato di conversare con Luciano. Di lui conservo un ottimo ricordo. Persona colta, intelligente e priva di prosopopea. Aveva una grande comunicativa che, poi, è tipica delle persone che sanno farsi comprendere proprio per la semplicità e la chiarezza con le quali espongono i concetti. Appassionato di letteratura e anche di musica. Gli piaceva molto il gruppo Creedence Clearwater Revival. Ottima scelta, Luciano. Goditeli.
http://www.youtube.com/watch?v=Gu2pVPWGYMQ
Brutta bruttissima
Brutta seriamente ragazzi dai