Novembre 24, 2024

13 thoughts on “NELLE RETI DEL GRANDE FRATELLO

  1. I tuoi post sono sempre interessanti e intelligenti. Però da frequentatore dei blog, ti suggerirei di renderli un pò più brevi (o almeno di alternarli con qualcuno più corto): molti bloggers si turbano quando vedono scritti troppo lunghi.
    Orwell era una grandissimo intellettuale, non solo 1984 o la FATTORIA DEGLI ANIMALI ma pure i saggi e gli altri romanzi.

  2. Non c’è legge che garantisca l’uomo dal cadere nell’eccesso: è una specialità della natura umana (non sto a discuterne le ragioni: ognuno trovi le proprie risposte, se vuole e se ne ha. Sto esponendo un dato di fatto). Per questo grido con Seneca: “recede in te ipsum” e “vindica te tibi”. Piuttosto che spiare i bellimbusti o le ochette dei vari “reality”, i quali non hanno da mostrare che il loro fisico prorompente, perchè non entriamo in una biblioteca a spiare le vite degli spiriti magni d’ogni tempo e luogo e cosi facendo aggiungiamo senecanamente al nostro tempo il loro?

  3. Orwell aveva in qualche modo anticipato il presente, mi chiedo, cosa sarà del dopo? O meglio, in un mondo sempre più inquinato alla radice (osservazione di Sveviana memoria) c’è spazio per la disapplicazione dell’eccesso?

  4. Oggi più che mai l’uomo ha bisogno di staccare la spina, di stare in silenzio, di non inquinare la purezza del silenzio con il rumore assordante che ci circonda. Oggi alle nuove generazioni MANCA L’ESPERIENZAdel silenzio e dell’ascolto. Come possono apprezzare la poesia che è in fondo all’essere umano in questo modo?

  5. Ehi Max,
    forte questo post.
    E capisco anche che le atmosfere orwelliane percepite nel tuo romanzo non le ho colte per caso.
    Scusa Vlad, cosa intendi per disapplicazione dell’eccesso? Mi sembra una specie di ossimoro (nel senso che i termini “disapplicazione dell’eccesso” mi sembrano un eccesso tutt’altro che disapplicato).
    Baci a tutti.

  6. Trovo molto calzantisia l’intervento di Elio che quello di Vladi. Ne approfitto per salutare Elektra (pungente al punto giusto… come sempre). Io, devo dirti, capisco perfettamente cosa intende Vladi per “disapplicazione dell’eccesso”… è l’esatto contrario di “applicazione del sufficiente”. O no? Ciao a tutti. 🙂

  7. Comincio da una considerazione, magari lontana, forse esplicativa se non esemplificativa: disapplicare l’utile, quindi non applicarlo, potrebbe significare indirizzarsi verso l’inutile. Se sostituiamo l’aggettivo col sostantivo in questione, eccesso, potremmo dare alla locuzione il significato che Massimo ha afferrato, ancora meglio potremmo dire che la disapplicazione dell’eccesso – mi perdoni Elektra per la retorica non certo abusiva- equivale all’applicazione del giusto medio. Insomma, un ritorno a una migliore e auspicabile, discreta, vivibilità.

  8. Non conoscevo parte di questi dati che tu fornisci.
    Io , nonostante tutto, non riesco a sentirmi osservata.
    Forse perchè non credo di danneggiare il “sistema”.
    Boh!
    Questo post mi fa tornare in mente “Echelon”, ricordi Massimo?
    http://www.cli.di.unipi.it/~guidi/echelon/tesi.html#per
    Non che la cosa non sia possibile, certo. Un dubbio , tuttavia, avanza imperterrito:
    se Echelon fosse questa certezza adamantina come mai che gli Usa, così tecnologicamente avanzati, non hanno “sentito” i piani che , sebbene in arabo, si stavano elaborando?
    Forse è una domanda che hai già sentito ma mi piacerebbe sapere come la pensi.
    Grazie!

  9. Cara Marzia, grazie anche per il link. Forse “Echelon” meriterebbe un post a parte. Per quanto concerne il discorso “Usa, così tecnologicamente avanzati” in effetti c’è da restare piuttosto perplessi. In questi mesi si accavallano pubblicazioni (c’è n’è anche una di Giulietto Chiesa) e ricostruzioni filmate che fanno venire la classica pelle d’oca. Sono tanti, forse troppi, i dubbi e le contraddizioni. Tuttavia non posso (o forse non voglio) nemmeno pensare all’ipotesi di una strage “gestita” dagli stessi Usa per motivi arcani più o meno spiegati. Restiamo nel tema, o Mito, a me caro: quello del “controllo del potere”. Che poi è, credo, la colonna portante del mio “Identità distorte” (romanzo nel quale viene “incrociata” pure la tragedia del crollo delle torri). Credoche quest’argomento sia però da riprendere. Grazie Marzia (e a presto).

  10. Da Repubblica.it

    TECNOLOGIA & SCIENZA: “Il futuro è raccogliere sempre più dati sui visitatori per poter loro dire anche che lavoro devono cercare”

    “E’ l’informazione globale”, ma crescono le preoccupazioni per la tutela della privacy di chi naviga in Rete

    Google sempre più Grande Fratello – Schmidt: “Organizzeremo la vita degli utenti”

    LONDRA – Grande fratello Google: il gigante di Mountain View non mira più solo a raccogliere e fornire più informazioni possibili a chi naviga in rete, ma anche ad organizzare l’esistenza dei suoi utenti. L’obiettivo è stato dichiarato dall’amministratore delegato della società, Eric Schmidt, parlando con i giornalisti, secondo quanto riferisce il quotidiano finanziario britannico Financial Times. Una prospettiva destinata a suscitare nuovi timori per la tutela della privacy per il colosso dell’online, che in Italia si è appena aggiudicato il Big Brother Award come tecnologia più invasiva, premio in negativo in materia di privacy.

    Per Schmidt è di fondamentale importanza raccogliere quante più informazioni sugli utenti così che un giorno Google potrà “influire” direttamente sulla nostra vita, dicendo non solo cosa danno al cinema dietro casa, ma anche come passare un weekend libero, o addirittura indirizzare le nostre scelte professionali, grazie al fatto che conosce le nostre capacità e i nostri gusti. Una conseguenza logica, dice senza giri di parole l’ad, dell’ambizione del motore di ricerca di organizzare l’informazione globale.

    Lo scenario globale è stato prospettato dopo le domande dei giornalisti sul futuro di Google nei prossimi cinque anni: “Siamo in una fase iniziale rispetto all’informazione contenuta su Google. Gli algoritmi miglioreranno molto e noi miglioreremo nella personalizzazione dei contenuti. Obiettivo è consentire agli utenti di Google di chiedere cose come ‘Che faccio domani?’, oppure, ‘Che lavoro dovrei cercare?'” ha spiegato.

    Lo scontro tra i motori di ricerca è ora focalizzato sulla corsa a creare la più ampia banca dati di informazioni individuali, così da permettere all’industria di offrire pubblicità sempre più personalizzata, da cui siti come Google traggono profitti ingenti, sottolinea il Financial Times.

    “Non possiamo a volte rispondere a domande di fondo, perché non sappiamo abbastanza di te. Questo è l’aspetto più importante dell’espansione di Google”, dice Schmidt, ricordando che il rilancio del servizio iGoogle, che consente all’utente di personalizzare la propria pagina di ricerca e pubblicare suoi testi o immagini, sarà un aspetto chiave di questo progetto.

    Un altro servizio, Google personalised search, introdotto due anni fa, dà a Google il permesso di memorizzare la storia delle nostre navigazioni su internet, consentendo così di focalizzare meglio e personalizzare i risultati delle ricerche. Attualmente è in fase di sviluppo Google Recommendations, dove il motore suggerisce all’utente quali prodotti e servizi usare sulla base di sue preferenze consolidate. Al momento non accade ancora, ma in futuro la società potrebbe vendere spazi di pubblicità personalizzata per questi beni e servizi ‘suggeriti’ all’utente.

    Di recente, Google ha dovuto piegarsi alle proteste dei gruppi per la difesa della privacy in Usa ed Europa, acconsentendo a limitare a due anni il tempo massimo per il quale conservare le informazioni sulle ricerche internet fatte dai suoi utenti. E anche la proposta acquisizione di DoubleClick ha fatto storcere il naso: DoubleClick è infatti il servizio che lascia ‘cookies’ sui computer quando si visita un certa pagina, memorizzando la stessa ‘visita’.

    (23 maggio 2007)

    Fonte: http://www.repubblica.it/2006/11/sezioni/scienza_e_tecnologia/google5/google-futuro/google-futuro.html

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