Dicembre 22, 2024

38 thoughts on “VEDUTE DALL’AUSTRALIA

  1. Devo dire che a me l’Australia ha sempre dato un’idea di grandissima libertà.
    Mi piacerebbe visitarla, un giorno.

  2. Mi pare meraviglioso questo sguardo “esterno”, questo osservarci con il cuore di altri. Ed è bellissimo anche che il punto di riflessione provenga da chi, comunque, non ci lascia, ma ci scruta con un distacco solo spaziale, tutto venato di ricordi.
    Mi consola molto.
    Ad Antonio Casella vorrei chiedere di raccontarci la “sua” Italia, quella che ha fatto le valigie e ha – in parte – messo radici altrove. Cosa resta, all’estero, dell’anima italiana?
    Bravissimo Massi. Che rubrica interessante è questa.

  3. È vero, molto spesso quando si pensa a un paese straniero prevalgono i luoghi comuni. In genere operano in senso migliorativo, ma non sempre. L’Italia è sempre stata associata all’immagine di spaghetti e mafia. Fa piacere sapere che, nonostante le devastazioni degli ultimi decenni, dall’Australia ci guardino con affetto e nostalgia pensando anche a uno stile di vita italiano che però secondo me è andato in gran parte perduto.

  4. Interessanti le domande della Lo Iacono, scrittrice che ammiro moltissimo.
    Sto leggendo il suo Effatà, con la speranza che prima o poi verrà a presentarlo in quel di Messina.
    Davvero brava. Compimenti!

  5. Tornando all’Australia, credo che rimanga ancora uno di quei paesi extraeuropei che gli italiani immaginano come luogo delle grandi opportunità.

  6. Chiudo con l’auspicio di leggere presto qualcosa di Antonio Casella.
    Cari saluti.

  7. Chiudo augurando a questo spazio ancora moltissimi sguardi!
    E dando a te, Massi, appuntamento a questo pomeriggio, ore 19,00 a Noto per presentare il tuo TRINACRIA PARK presso il giardino botanico della sede del Circolo val di Noto…un posto incantato.
    Le performance teatrali sono del mio caro compagno di avventura: il bravissimo attore Giuseppe Orto!
    A oggi pomeriggio!

  8. Innanzi tutto ringrazio l’amico Massimo Maugeri per avermi ospitato nel suo ottimo blog, che seguo da anni dall’Australia. Grazie pure a coloro che hanno postato un commento sulle mie osservazioni. Grazie a Laura e Alberto per il loro interesse. Nei prossimi giorni prover’ a rispondere a tutte domande, nel tempo che mi e’ disponibile.
    Inizio con la gentilissima Simona Lo Iacono che mi chiede, ‘Cosa resta, all’estero, dell’anima italiana?’
    La mia risposta e’ semplice, mi resta tutta. Vivo in Australia e amo questo paese, anche perche’ mi ha dato tanto. Scrivo i miei libri in inglese, la lingua che adottai piu’ di 50 anni fa, ma l’anima e’ rimasta sempre e indubbiamente italiana. La citta’ di Catania, dove trascorsi due anni a Villa San Saverio, a quell’epoca sede di un seminario dei padri Gesuiti, serba un posto particolare nella mia anima.

  9. ” Quali sono i libri italiani che si leggono di più in Australia, quali gli autori che riscuotono più interesse.”
    Direi la narrativa di Verga, Lampedusa, Sciascia. Camilleri e’ certamente il piu’ letto di tutti, grazie alla fortunata serie televisiva che vanta moltissimi fan anche in Australia.

  10. “Fa piacere sapere che, nonostante le devastazioni degli ultimi decenni, dall’Australia ci guardino con affetto e nostalgia pensando anche a uno stile di vita italiano che però secondo me è andato in gran parte perduto.”
    Alessandro Martini.

    Ha ragione lei, l’affetto e la nostalgia provati dagli stranieri, discendenti d’Italiani e non solo, sono per l’Italia di altri tempi, e forse mai esistita. Fatto sta che la cultura dei Caffe’, ristoranti e dei bar all’italiana (tanto per dare un esempio) trasformo’ lo stile di vita d’Australia dagli anni ottanta in poi.

  11. Grazie per la risposta e complimenti per la sua attività.
    Fa comunque piacere l’idea di questa Italia da sogno.
    Direi di preservarla. 🙂

  12. Rubrica davvero molto interessante, che sicuramente seguirò con piacere. Mi ha colpito molto la risposta di Antonio Casella che tra gli scrittori più letti inserisce Verga! Straordinario senza dubbio, ma cantore di una Italia che non c’è più! Anche se comprendo il sentimento di chi immigrato negli anni ’50 conserva un ricordo di Italia ancora molto vicina ai “Malavoglia”. Io invece ho iniziato con grande interesse la lettura di questo articolo perché mi aspettavo anche qualche dritta sulla letteratura australiana più recente. In generale la cultura di questo immenso paese è molto stimolante, innovativa, la musica, il cinema….è un paese molto moderno. Una dritta su qualche scrittore emergente australiano?

  13. L’Australia mi ha sempre dato l’idea di uno spazio sconfinato. Un mondo altro, distante, dove poter scommettere una vita alternativa a quella del luogo d’origine.
    L’Europa è vecchia, mi sembra sempre più inadeguata.
    Se dovessi scegliere un posto dove rinascere penserei senz’altro all’Australia. E alla Nuova Zelanda.

  14. Ringrazio anzitutto Antonio Casella per le sue “vedute” dall’Australia. Ho appreso tante cose che non conoscevo affatto. Insomma, c’è sempre da imparare sia da chi ti sta vicino sia da chi vive molto lontano.
    Ebbene, vorrei chiedere ad Antonio quali sono gli scrittori australiani più importanti (due, tre nomi), ovvero più letti, e quanto sono letti, e anche quali argomenti affrontano nei loro libri. Inoltre, quali sono i generi che vanno per la maggiore, forse i thriller e i noir anche lì?
    Cordialmente, A. B.

  15. Gennaro Cozzella e Ausilio Bertoli chiedono sulla letteratura australiana.
    Comincio con il personaggio letterario piu’ quotato se non altro perche’ l’unico autore d’Australia che abbia ricevuto il premio Nobel, cioe’ Patrick White. Scrittore non facile da seguire, ma che puo dare grandi soddisfazioni
    al lettore che ama il romanzo letterario e personaggi di psicologia complessa. Fra i suoi titoli piu’ apprezati vi sono: The Tree of Man, Voss, The Solid Mandala. Meno conosciuto, ma per me molto bello e’, The Aunt’s Story. Poi consiglierei, Oscar and Lucinda di Peter Carey, scrittore Australiano ma per decenni residente a New York. Molto amato in Australia, ma meno consosciuto all’estero e’ Tim Winton, in particolare il suo capolavoro, Cloudstreet. Fra le donne cito Kate Granville (The Secret River) e Helen Garner, in particolare il suo libro-reportage, (Joe Cinque’s Consolation). Mi sembra da leggere per coloro che desiderano saperne di piu’ sugli emigranti italiani d’Australia.

  16. Rispondo al seguente commento di Lucia M.

    “L’Australia mi ha sempre dato l’idea di uno spazio sconfinato. Un mondo altro, distante, dove poter scommettere una vita alternativa a quella del luogo d’origine.
    L’Europa è vecchia, mi sembra sempre più inadeguata.
    Se dovessi scegliere un posto dove rinascere penserei senz’altro all’Australia. E alla Nuova Zelanda.”

    Beh certamente L’Australia offre piu’ spazio, anche se il 75% degli abitanti preferisce vivere comunque in grandi citta’ tipo Sydney, con oltre 5 milioni d’abitanti! E’ anche vero che offre piu’ opportunita’ di carriera per i giovani. Va aggiunto che la maggioranza dei giovani si mette al lavoro a 15/16 anni, ovviamente part-time, di sera e nei weekend e si rendono meno dipendenti dai genitori o dallo stato, e piu’ autonomi. Lo stesso vale per gli anziani. In Australia ci si e’ andati in pensione all’eta’ di 65 da decenni. Adesso si parla di andarci 68! Quindi lo stato ti offre piu’ chances, ma richiede piu’ responsabilita’ dai cittadini.
    Le auguro comunque che il suo sogno di venire in Australia si avverra’.

  17. Grazie per la risposta!
    Avessi qualche anno di meno, in Australia mi ci trasferirei davvero!!!

  18. Ci tenevo, intanto, a ringraziare Antonio Casella per la sua partecipazione alla discussione e per la sua disponibilità a rispondere alle domande pervenute.
    Grazie mille, caro Antonio!

  19. Un saluto affettuoso e tanti ringraziamenti a tutti coloro che sono intervenuti: Alberto, Laura, Simona (ciao, socia!), Alessandro Martini, Gennaro Cozzella…

  20. Il post rimane aperto per ulteriori eventuali interventi.
    Ne approfitto ancora una volta per ringraziare Antonio Casella: l’Australia non è mai stata così vicina! 😉

  21. Gentilissimo Antonio Casella, ho molti parenti sparsi per l’Australia, il suo articolo è interessantissimo e mi ha fatto conoscere meglio la realtà.
    Io l’ho descritta in mio racconto “Il clarinetto dell’emigrante”. Il protagonista è un mio compaesano emigrato negli anni 50. Il racconto è stato pubblicato dal Prof. Renzo Montagnoli sul suo Web.
    Se mi invia la sua email gielo invierò.
    Complimenti
    Pietro Zerella

  22. Caro Pietro,
    grazie per il tuo intervento.
    Se ti va, puoi scrivere anche qui (tra i commenti) il link del tuo racconto pubblicato sul sito dell’amico Renzo Montagnoli.
    Ti leggeremo con piacere.
    A presto!

  23. Preg.mo Massimo Maugeri,
    con piacere invierei qualche mio racconto ma non riesco ad inoltrarlo.
    Mi dovrebbe fare una cortesia di inviarmi la sua e-mail così mi sarebbe più facile rispondere.
    Complimentandomi del suo blog porgo cordiali saluti
    Dr. Pietro Zerella

  24. Caro Pietro,
    la mail è letteratitudine(chiocciola)gmail.com
    Però avevo scritto che puoi scrivere anche qui (tra i commenti) il link del tuo racconto pubblicato sul sito dell’amico Renzo Montagnoli.
    A presto!

  25. Ho inviato per e-mail due racconti uno breve e l’altro, un pò lungo, parla dell’emigrazione in Australia.
    Auguri per la Sua iniziativa
    Cordialmente saluto
    Pietro Zerella

  26. Parlare dell’australia com’e’ adesso e com’era sessanta anni fa’ e’ come il cielo e la terra. Io son venuto nel 1949 e sto’ scrivendo la mia storia secondo il mio parere. Il mio punto di vista e su cosa vuoldire essere straniero? subbire discriminazione? essere sfruttato perche’ non sapevi parlare inglese? vivere sotto la stigma di dego, wog? maffioso? e concio’ mirare al tuo obbiettivo e essere saggio di superare ostacoli era la preziosa arte di suvvivere. Si e’ vero l’emigante del dopo guerra hanno creato la societa’ di oggi.

    bruno vartuli

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