(Qui, l’introduzione di Massimo Maugeri)
a cura di Francesca G. Marone
Quante facce ha l’informazione?
(da Doppiozero)
Ormai siamo immersi nella cultura digitale ed anche il modo di fare informazione ne è stato totalmente influenzato. Costantemente connessi, abbiamo la spinta a comunicare ed a condividere ogni novità, ogni stato d’animo, ogni cambiamento. Il Liveblogging è la faccia del nuovo giornalismo sul web. Cosa è cambiato nella modalità della raccolta delle informazioni e soprattutto nella comunicazione di queste al destinatario? Una parte fondamentale di questo cambiamento la svolge la cooperazione da parte del lettore nella creazione dei contenuti da pubblicare, il cosiddetto UGC ( User generated content). Fotografie, video realizzati in proprio vanno a formare quel flusso di notizie co-generato da più individui e poi lanciato nella blogosfera. Cosa rischia questo tipo di produzione delle notizie e cosa d’altro canto può apportare di nuovo al modo di fare giornalismo oggi?
Se vi incuriosisce saperne di più leggete l’ottimo articolo che vi propongo qui…
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Scrittura ed altro
(da Le parole e le cose)
Molti lettori di Letteratitudine sono anche scrittori, alcuni amano semplicemente la parola scritta e la dimensione in cui questa ci trasporta. E’ su questa riflessione che ruota il bellissimo tema riportato nell’articolo che vi propongo di leggere. Una conversazione fra il critico Claude Bonnefoy e Michel Focault sulla relazione fra la scrittura e la morte, la scrittura e il tempo presente, la scrittura e la parola. Molto intense le frasi come “È perché sono già morti che posso scrivere come se la loro vita, finché c’erano, sorridevano, parlavano, mi avesse in qualche modo impedito di scrivere.” Oppure ancora “Per me la parola comincia dopo la morte, e una volta che c’è stata quella rottura.” Spesso ho riflettuto sulla necessità di mettere distanza fra il vissuto e la possibilità di raccontarlo, ho letto perciò con grande passione queste frasi di Bonnefoy. E’ estremamente carnale il discorso sulla parola e sul rapporto col foglio.
Vi consiglio di non perdere questa bellissima occasione di riflessione e di leggere qui…
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Apocalittici o integrati
(da Lipperatura)
Ancora se ne parla, ed è giusto farlo in maniera corretta come in questo articolo di Loredana Lipperini. Digitale Vs cartaceo? Non direi, direi piuttosto correttezza e lealtà comportamentale contro disonestà e mancata tutela dei diritti degli scrittori. Su questo ed altro ragiona l’autrice mettendo in guardia dagli innumerevoli trabocchetti del mondo dell’editoria a pagamento o del self-publishing che per inteso non è un concetto sbagliato in sé ma può diventarlo se contiene promesse illusorie di vendite vertiginose. Muoversi fra le varie opportunità di pubblicazione attualmente offerte ad un aspirante scrittore è arduo ma come suggerisce l’autrice è possibile ed anche auspicabile farlo dignitosamente e sempre stando dalla parte della scrittura. Che poi sia buona o cattiva lasciamolo decidere a chi avrà l’occasione di leggere il prodotto finale.
Per approfondire l’argomento leggete qui…
Francesca G. Marone
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