Care amiche e cari amici di Letteratitudine,
desidero condividere con voi la notizia dell’uscita del mio nuovo romanzo edito da La nave di Teseo e intitolato “Cetti Curfino“.
Con molti di voi ho già avuto modo di interagire su Facebook (e vi ringrazio per il vostro commovente affetto).
Qui di seguito troverete: un mio articolo (pubblicato sulla pagina cultura del quotidiano “La Sicilia”) in cui racconto la genesi del romanzo, una sintetica rassegna stampa (in corso di aggiornamento), la scheda del libro e il booktrailer (con la splendida interpretazione di Carmelinda Gentile nei panni di Cetti Curfino).
Comincia una nuova avventura letteraria, cari amici.
Grazie di cuore per il vostro sostegno!
Massimo Maugeri
(p.s. per un po’ di tempo lascerò questo post in evidenza)
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CETTI CURFINO: racconto di un romanzo
Massimo Maugeri racconta – sulle pagine de “La Sicilia” – come è nato il suo nuovo romanzo intitolato “Cetti Curfino”, in uscita il 10 maggio per La nave di Teseo
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Ricordo benissimo il momento in cui la voce di questo personaggio giunse alle mie orecchie per la prima volta. Accadde qualche anno fa, ancor prima del 2011: anno in cui il racconto “Ratpus”, dove appare per l’appunto Cetti Curfino, venne pubblicato nella raccolta “Viaggio all’alba del millennio” edita da Perdisa. Ogni storia nasce a modo suo e non sempre è facile risalirne alle origini; ma in questo caso andò proprio così: prima di ogni altra cosa giunse la voce, poi il resto. E la voce era quella di una donna che pronunciava questa frase: «Intanto per incominciare è meglio che chiariamo un punto».
Si trattava di una donna arrabbiata, disperata. Provai a visualizzarla e l’immagine che mi apparve fu quella di una bella e problematica quarantenne con le mani aggrappate alle sbarre della cella di una prigione: occhi chiari, capelli castani, corpo sinuoso. Dal tono della voce sapevo che questa donna era tutt’altro che istruita. Doveva provenire da un quartiere degradato e dunque parlava in maniera sgrammaticata. A parte questo, non sapevo null’altro di lei. Di conseguenza cominciai a pormi delle domande. Per quale motivo era finita in carcere? Qual era il punto che voleva chiarire? E a chi si stava rivolgendo? Iniziai a scrivere buttando giù quella prima frase. Il resto venne da sé. Per prima cosa capii che questa donna aveva bisogno di raccontare la sua storia, di essere compresa. Così pensai che stesse scrivendo una lettera indirizzata al commissario di polizia che l’aveva arrestata (una lettera strampalata e, inevitabilmente, sgrammaticata). Mi misi in ascolto e la lasciai parlare. A mano a mano che lei parlava venni a conoscenza degli elementi fondamentali della storia e di come la sua vita si fosse trasformata in un vero e proprio inferno (perché, come dice Cetti, c’è l’inferno dei morti e quello dei vivi. Quest’ultimo è peggiore, perché i morti non hanno la necessità di «riempirsi la pancia»). E di come fosse giunta a commettere – sebbene in maniera non preventivata – un crimine che non può comunque essere giustificato. Ma c’è sempre (si spera) la possibilità di una redenzione.
Il racconto rimase custodito all’interno di “Viaggio all’alba del millennio” fino a che, circa tre anni dopo, non fui contattato dal regista Manuel Giliberti. Manuel aveva letto “Ratpus” ed era rimasto molto colpito. Mi disse che quel testo era perfetto per una trasposizione teatrale in forma di monologo in atto unico. Aveva già in mente l’attrice adatta a impersonare Cetti Curfino: Carmelinda Gentile. Fino a quel momento non avevo mai incontrato Carmelinda, ma la conoscevo anche grazie all’interpretazione del ruolo di Beba nell’ambito del “Commissario Montalbano” televisivo. Espressi a Manuel il mio entusiasmo e il progetto partì.
La prima, per la regia dello stesso Giliberti, ebbe luogo a Messina nel novembre 2015. Lo spettacolo beneficiò di successo e avrebbe travalicato i confini nazionali (nel 2016 sarebbe andato in scena persino ad Amsterdam), ma fu lì, a Messina, che capii che Carmelinda Gentile era l’interprete ideale di Cetti Curfino. Carmelinda non recitava. Carmelinda viveva Cetti. Carmelinda era Cetti. Posso affermare che il germe di questo libro nacque proprio mentre la protagonista finiva di raccontare la sua storia e si spegnevano le luci di quel primo spettacolo. È stato in quel momento che, con un’emozione mozzafiato, mi sono chiesto: e ora che ne sarà di lei? Quella domanda si ripropose ogni volta che ebbi modo di assistere alle successive rappresentazioni. Insomma, il personaggio (che ormai aveva le sembianze di Carmelinda Gentile) prese a bussare con insistenza alla mia porta (per dirla con Dacia Maraini).
Alla fine mi arresi e buttai giù l’incipit di questo romanzo: «Appena la vide, pensò due cose. La prima: il suo era uno di quegli sguardi capaci di bloccare il respiro. La seconda: la sua bellezza era dotata di un incanto ferale».
A chi apparteneva questa nuova voce? Chi era che, entrando in carcere, e incontrando per la prima volta Cetti, aveva pensato quelle due cose? Ai margini della mia immaginazione si materializzò questo giovane: simpatico, ma un po’ impacciato. Mi dissi che doveva essere un giovane giornalista spiantato che desiderava raccontare la storia della Curfino in un libro. Uno dei tanti che collaborano “quasi gratis” con un quotidiano locale online. Immaginai che vivesse con un’anziana zia, affettuosa ma asfissiante, un po’ fissata con le faccende domestiche. Insomma: sullo schermo della mia mente prendeva sempre più corpo una specie di Peter Parker italiano (anzi, siciliano), che viveva con una specie di zia May (anche lei sicula), ma senza avere i superpoteri di Spiderman. Gli dissi: ti chiamerai Andrea Coriano. Il giovane spiantato si strinse nelle spalle e annuì. È così che è nato “Cetti Curfino”: un romanzo strutturato sull’alternanza delle voci di questi due personaggi – Cetti e Andrea – che cercano nella scrittura una personale forma di riscatto.
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Per le conoscere le date della presentazione del romanzo e gli eventi in corso clicca qui
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RASSEGNA STAMPA
Romanzo finalista alla 32esima edizione 2018-2019 del Premio Letterario Chianti
Su “Il Sole 24Ore” – Domenica (recensione di Filippo La Porta)
[I due personaggi principali, il Cronista trentenne – esitante, eterno adolescente “adottato” da zia Miriam – e la Detenuta quarantenne – di una “bellezza selvaggia” che toglie il respiro, cosi determinata che infine scriverà lei il proprio libro! – sono disegnati con accuratezza (se qualcuno ne ricavasse una flction TV diventerebbero più banali: solo la parola può evocare tutte le sfumature che sfuggono alla piattezza dell’immagine). Ma la invenzione principale di Maugeri è la lingua che impresta a Cetti, un mezzo dialetto, un italiano sgraziato però educato a un ordine logico]
su “Tuttolibri”- “La Stampa” (recensione di Amedeo La Mattina)
[Cetti, dotata di «una bellezza ferale», di quelle che toglie il fiato, sceglie la strada che la porta in una cella. Massimo Maugeri ci conduce dentro questa prigione, ci fa entrare nella testa di una donna che concentra l’umiliazione e la disperazione di milioni di donne alla ricerca della propria dignità.]
su “Fahrenheit – Radio 3” (Libro del giorno di Fahrenheit – con Loredana Lipperini)
[Cetti Curfino è una donna prorompente, con labbra carnose e occhi che rivelano abissi. Andrea ha letto la sua storia sui quotidiani: una donna semplice, un marito che muore mentre lavora in nero, un figlio da sistemare, e una lenta discesa nelle viscere di una società che sa essere molto crudele]. – per ascoltare la puntata clicca qui
Su Rai1 – La partecipazione di Massimo Maugeri al programma “Mille e un libro” di Gigi Marzullo
[clicca sul libro per vedere il video]
su “L’Espresso” (Freschi di stampa di Sabina Minardi)
[Un linguaggio che sa affrontare con credibilità registri diversi, incluso quello imperfetto e sincero della detenuta siciliana]
su “La Lettura – Il Corriere della Sera”
[Romanzo di formazione di Cetti e, nello stesso tempo di Andrea, il giornalista che ne vuole raccontare la storia, Cetti Curfino è (anche) un inno al potere salvifico della scrittura.]
su “la Repubblica.it” (recensione e intervista di Silvana Mazzocchi)
[La realtà raccontata in forma di fiction, storie credibili che scavano nei problemi sociali del nostro tempo. (…) Una storia nella storia confezionata da Massimo Maugeri con abilità, talento e passione.]
su “Il Mattino” (recensione di Francesco Durante)
[Maugeri confeziona una storia semplice, insieme disperata e lieve, algida e sensuale, con un esito a sorpresa. La sua protagonista s’impone a cagione di una personalità veramente speciale, e fin dal primo momento merita la più cordiale solidarietà del lettore.]
su “Robinson – la Repubblica” (recensione di @CasaLettori)
[Cetti Curfino (La nave di Teseo) è “vittima invisibile di una società intenta a crogiolarsi tra le proprie miserie”. (…) La morte del marito, l’odio del figlio, la precarietà del quotidiano e un gesto di ribellione che pagherà caro. Sentiamo sulla pelle la disperazione di chi non ha scelta, ricattata da una povertà che non fa sconti. Guerriera orgogliosa non si lascia distruggere dall’esperienza carceraria].
su “Avvenire” (recensione di Bianca Garavelli)
[Romanzo originalissimo di doppia formazione, Cetti Curfino ci svela le brutture di una società che non ha rispetto per i suoi ultimi, donne o uomini che siano, confermandoci un Maugeri ottimo narratore dopo la già convincente prova di Trinacria Park.]
su “la Repubblica – Palermo” (recensione di Gianni Bonina)
[È il suo urlo così contemporaneo che, chiudendo alla fine il libro di Maugeri, sentiamo riecheggiare. Un urlo di donna che sostituisce il viandante di Munch e si infrange contro le nostre coscienze sorde]
su “La Sicilia” (recensione di Maria Rita Pennisi)
[Il romanzo tratta altre tematiche come le morti bianche, l’omicidio, l’amicizia, l’amore, la politica, la passione torbida, la detenzione e il senso di colpa del protagonista. Il tutto è descritto in modo magnifico dalla penna sapiente di Massimo Maugeri, che sa dosare perfettamente dramma, comicità e ironia.]
su “La Gazzetta di Parma” (recensione di Elisa Fabbri)
[Con questo suo nuovo romanzo, «Cetti Curfino», lo scrittore siciliano Massimo Maugeri ha realizzato un’opera caratterizzata da pagine commoventi accostate ad altre crude e inquietanti, lasciando sempre trasparire una sottesa tenerezza. (…) Emerge il ritratto di una donna straordinaria, schiacciata e ferita dalla vita ma non uccisa, come dimostra l’inatteso, magnifico finale.]
su “Vivere – La Sicilia” (articolo/intervista di Domenico Trischitta)
[“Cetti Curfino” (La nave di Teseo) di Massimo Maugeri è un romanzo travolgente, avvincente, e la sua protagonista è uno di quei personaggi che difficilmente dimenticheremo].
su “La Gazzetta del Sud” (recensione di Francesco Musolino)
[Pagina dopo pagina, con una prosa svelta, Maugeri dipana la matassa e alla resa dei conti si viene presi in contropiede da un colpo di scena finale che capovolge la prospettiva. Ma la verità, la nuda verità delle cose, nasconde un potere catartico e liberatorio…].
su “La Gazzetta di Parma” online (recensione di Marilù Oliva)
[Una storia che tocca il cuore e che fa riflettere, un libro necessario per comprendere e correggere i lati distorti della nostra società.]
su “Casa dei Lettori” (intervista di Maria Anna Patti)
[Cetti Curfino è una leonessa. La vita l’ha messa all’angolo, schiacciandola tra le pieghe di una società cinica e frettolosa, troppo presa da se stessa per accorgersi delle tragedie umane dei singoli.]
su “La Sicilia” (Massimo Maugeri racconta il suo romanzo “Cetti Curfino”)
[Un romanzo strutturato sull’alternanza delle voci di questi due personaggi – Cetti e Andrea – che cercano nella scrittura una personale forma di riscatto].
su “Ponza Racconta” (recensione di Tea Ranno)
[Ma un libro di denuncia, quanto può essere pericoloso? Quanto può dare fastidio a chi si fa largo a spallate e coltellate dentro la vita per non essere sopraffatto? Quanto possono essere dure le conseguenze della verità? (…) Buttana è la vita, Cetti, e buttana pure la morte che ti viene ad allisciare, a spingere verso di te la sua ombra rapinosa.]
Su “L’Immaginazione” e “La poesia e lo spirito” (recensione di Giorgio Morale)
[Una struttura a cerchio che rivela la sapienza compositiva di Massimo Maugeri. (…) Davvero, sempre, “la verità aiuta”? Anche noi, convinti di una funzione anche sociale della letteratura, non possiamo non porci questa domanda, che rende Cetti Curfino di Massimo Maugeri una sorta di apologo, di conte philosophique e ne accresce la complessità.]
su “I Love Sicilia” (recensione di Camillo Scaduto)
[“Cetti Curfino” è, dunque, oltre che un romanzo, anche un faro puntato sulla condizione carceraria della donna e della donna madre in particolare, temi scottanti e di bruciante attualità che Massimo Maugeri non esita a trattare con cura, pur dentro i confini della fiction.]
Su “Mangialibri” (recensione di Mattia Insolia)
[Maugeri è un narratore formidabile. Ha un controllo della penna superbo, costruisce personaggi tridimensionali con cui non possiamo fare a meno di empatizzare. Personaggi che sfuggono a qualsiasi etichetta, in cui bene e male non possono essere divisi da una linea di demarcazione netta].
su “FuoriAsse” (recensione di Domenico Trischitta)
[Questo romanzo è anomalo, o meglio esemplare, nasce per necessità esistenziale e per necessità letteraria.]
sul “programma televisivo LA VALIGIA E LA LUNA” – Telecittà ch 654 (clicca sul link per vedere il video)
[Si fa sempre più strada l’idea di un film su “Cetti Curfino” – Massimo Maugeri con il conduttore Giuseppe Lissandrello e con l’attrice Carmelinda Gentile e il regista Manuel Giliberti]
su “Radio Radicale (Le parole e le cose con Massimiliano Coccia)“
[“Le parole e le cose – Intervista a Massimo Maugeri, autore del libro “Cetti Curfino” (La nave di Teseo)” realizzata da Massimiliano Coccia con Massimo Maugeri (giornalista e scrittore)] – per ascoltare la puntata clicca qui
su “Global Press Italia” (recensione di Cristina Marra)
[Una storia nera, forte che ti investe come un pugno e ti conquista con una carezza, è quella di “Cetti Curfino” di Massimo Maugeri che gioca abilmente sulla doppiezza e gli opposti della struttura narrativa e della caratterizzazione dei personaggi. (…) Maugeri dopo “Trinacria Park” si riconferma un maestro della parola e del sapiente miscuglio di generi in un romanzo che non concede soste e che riempie il silenzio omertoso con una voce indimenticabile, la voce di chi ha fretta e bisogno di essere ascoltato come lo vuole essere la terra siciliana che con Maugeri diventa metafora per raccontare la contemporaneità].
su “Il Libraio.it”
[Chi è Cetti Curfino? Qual è la storia che l’ha portata in carcere? Il nuovo romanzo di Massimo Maugeri ha per protagonista un giornalista alle prime armi che incontra una detenuta speciale]
su “Sul Romanzo (recensione di Lavinia Palmas)
[Una storia che riesce a coinvolgere il lettore già dalle prime righe perché narra le vicende di una donna in cerca di giustizia in onore del marito che ha perso la vita. La narrazione risulta toccante non solo per i temi affrontati, ma anche per le modalità con cui l’autore riporta i fatti che vengono raccontati dalla voce della protagonista che parla con un italiano imperfetto, creando così un’atmosfera più informale e intima con il lettore.]
su “Libreriamo” (intervista)
[La Sicilia come metafora per raccontare la nostra contemporaneità, con alcune problematiche “trasversali” rispetto ai territori, come la condizione femminile, la sicurezza sul lavoro, la disoccupazione, i paradossi insiti nei quartieri a rischio].
su “Notabilis” (recensione di Orazio Caruso)
[Cetti è un personaggio inconfondibile, che preme per essere raccontato, per raccontarsi, che si impone con la sua voce unica, con la sua versione dei fatti. Cetti è un personaggio che non cerca l’autore, perché è lei stessa l’autrice in cerca di un pubblico a cui raccontarsi.]
su “SoloLibri” (recensione di Milena Privitera)
[«Cetti Curfino» (La Nave di Teseo, 2018) di Massimo Maugeri è un romanzo che ti incanta… è un romanzo stilisticamente perfetto raccontato all’unisono da due voci, che si incontrano e scontrano in un lasso di tempo che aiuterà entrambi a trovare una ragione di essere]
su “Pangea” (intervista di Gianluca Barbera)
[Non avevo alcuna scaletta. Né quando ho iniziato a scrivere il racconto, né quando ho iniziato a lavorare al romanzo. Cetti Curfino è il personaggio letterario più potente in cui, nella mia esperienza di scrittura, mi sono mai imbattuto finora. È sempre stata lei a condurre le danze.]
su “Agoravox Italia” (recensione di Flaminia P. Mancinelli)
[Un romanzo – e capita sempre più di rado, che ha il merito di prenderti fin dalle prime pagine e di non lasciarti più, neanche dopo aver finito e chiuso il libro.]
su “OggiMilazzo” (recensione)
[Un libro che va letto tutto d’un fiato. Pagina dopo pagina. Descrizione dopo descrizione. Sentimento dopo sentimento. Personaggio dopo personaggio. Perchè sì, in “Cetti Curfino” il racconto spesso è toccante e appassiona anche per i tanti aspetti sociali che vengono magistralmente messi in evidenza.]
su “Sotto Il Vulcano” (recensione di Simona Pappalardo)
[“Cetti Curfino” è un viaggio, un percorso, una destinazione. Va letto con calma e assaporato, lasciandosi cullare dalle parole della stessa protagonista, infarcite di errori grammaticali ma piene di “anima”.]
su “Persona e Danno” (recensione di Maria Zappia)
[Sono i piani della narrazione e la lingua che attraggono in quest’opera: lingua curata e precisa nelle parti in cui si esprime Andrea con i suoi tentativi di dare ordine ad una vita apparentemente incolore (…) e la lingua forte e violenta di Cetti, la lingua in cui la donna reclusa tenta di esprimere la propria verità, una lingua tutta dialettismi e senso pratico meridionale.]
su “Thriller Nord” (recensione di Francesca Mogavero)
[Una prova letteraria che scavalca la grammatica e i generi – la classifichiamo come giallo, noir, narrativa? – e che ci regala una figura femminile epica nei suoi difetti, straordinaria nel suo essere “sempre femmina seria”]
su “La Sicilia” (articolo di Domenico Russello)
[L’universo carcerario visto attraverso gli occhi di una donna dalla bellezza potente, che racconta la sua storia.]
su “La Gazzetta del Mezzogiorno”
[La storia di Cetti Curfino è quella raccontata in un romanzo potente sull’origine delle azioni umane e sul mistero di ogni delitto, costruito come un valzer tra due personaggi, due specchi – drammatici e comici – dell’essere uomini e donne in terra di Sicilia].
su “La Civetta di Minerva” (articolo e intervista di Maria Lucia Riccioli)
[Uno dei punti di forza è nel linguaggio forte e dall’impronta dialettale cucito addosso a Cetti]
su “Blog Letteratura e Cultura” (recensione di Gabriella Maggio)
[La narrazione scorre fluida lungo i trentasette capitoli che alternano la lingua italiana di Andrea e zia Miriam e altri personaggi al dialetto siciliano, che aspira a un’italianizzazione precaria e scorretta, usato da Cetti nel suo inconsapevole percorso di autoanalisi nelle lettere scritte al commissario Ramotta per racconta tutta la sua storia.]
su “Cultureggiando” (recensione di Antonino Genovese)
[un libro intenso, commovente, ma intriso di ironia e Sicilitudine, che ne fanno un piccolo e raro gioiello nel marasma editoriale contemporaneo.]
su “Critici per caso” (recensione di MG Colombo)
[Un processo di autodeterminazione ed emancipazione straordinario. Tutto compreso e rappresentato da due lettere autografe, che sono un inno commovente al valore della lettura e alla forza delle parole.]
su “InfoVercelli24” (articolo di Francesca Rivano, con incipit del libro e intervista)
[La bellezza, e la potenza narrativa di questo libro, s’intravede subito, dalle prime righe]
su “Corriere Etneo” (servizio e videointervista a cura di Nicola Savoca)
[Cetti Curfino è una donna risoluta che sconta in carcere un delitto. Pur ricorrendo ad un linguaggio malfermo, la donna racconta ad un giovane giornalista la sua storia.]
su “NoCrime OnlyArt” (articolo/intervista di Linda Cercari)
[Un romanzo molto umano, ricco e intenso.]
su “Leggereonline” (intervista di Flaminia P. Mancinelli)
[John Lennon è stato molto presente nella fase di scrittura di questo romanzo. (…) Il titolo di questa canzone scuote come uno schiaffo: Woman is the nigger of the world (La donna è il negro del mondo).]
su “Convenzionali” (recensione di Gabriele Ottaviani)
[Cetti Curfino è il simbolo del dolore del mondo, è una protagonista straordinaria ritratta mirabilmente che ci racconta della vana prepotenza dell’inumanità. Eccellente.]
su “Letto, riletto, recensito” (intervista di Salvatore Massimo Fazio)
[Rispetto a Cetti Curfino credo che emergano soprattutto due problematiche: l’essere invisibili agli occhi di una società ripiegata su se stessa, incapace – a volte – di volgere lo sguardo nei confronti di chi precipita in situazioni di bisogno e di indigenza; la “condizione femminile” che, nei luoghi più disagiati, è ancora più drammatica.]
su “L’Immediato”
[Un romanzo denso di significati, in grado di rappresentare la Sicilia attraverso una figura potente e affascinante.]
su “L’Immediato” / 2
[Anche il pubblico alla Ubik è rimasto affascinato dal racconto e da come l’autore lo ha vissuto. La voce dei due personaggi e di Cetti Curfino in particolare si è come “canalizzata” in Maugeri, come in una nuova esperienza pirandelliana.]
Su “La Gazzetta Augustana“
[ “Quello di Massimo Maugeri è un meta-romanzo, ossia un romanzo sullo scrivere romanzi e sull’importanza dei libri perché un libro non è mai innocuo e la scrittura può essere salvifica, come sarà per Cetti Curfino”]
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CETTI CURFINO di Massimo Maugeri (La nave di Teseo)
Collana Oceani, narrativa italiana, pp. 256, 18 euro
Un giornalista, una donna detenuta in carcere, una confessione che non può più aspettare.
Un giornalista giovane e spiantato, Andrea Coriano, entra in un carcere per incontrare una detenuta, Cetti Curfino. Gli si pone davanti una donna prorompente, labbra carnose, corpo colmo, occhi che rivelano abissi. Andrea ha letto la storia di Cetti sui quotidiani: una donna semplice, un marito che muore mentre lavora in nero, un figlio da sistemare e una lenta discesa nelle viscere di una società che sa essere molto crudele. Una storia di politici senza scrupoli e amici fedeli, di confessioni improvvise e segreti infamanti, un caso che ha fatto molto parlare ma che adesso sta per spegnersi, ingoiato da altri clamori. Il giornalista ha subito creduto che la sua storia andasse raccontata e ora che se la trova lì, ferina, impastata di dialetto, dolore e femminilità, capisce di non essersi sbagliato.
Chi è Cetti Curfino? Qual è la storia che l’ha portata in carcere? Sarà in grado di aprire a lui – giornalista alle prime armi – la propria vita, i percorsi oscuri che l’hanno condotta fin lì? Andrea non ha molte armi professionali in tasca, e nemmeno molti strumenti di seduzione, in verità. Al più, può sfoderare con una certa autoironia le proprie difficoltà. La vita con zia Miriam ad esempio, e le corse in macchina per portarla in giro con il suo festoso gruppo di amiche di mezza età, vedove ringalluzzite dalla gioia di godersi la stagione del tramonto. La voce di Cetti, però, non gli dà tregua: vibrante nel suo italiano imperfetto, sembra salire dalle profondità della terra di Sicilia.
Cetti Curfino è un romanzo potente sull’origine delle azioni umane e sul mistero di ogni delitto, costruito come un valzer tra due personaggi che cercano nella scrittura la propria verità.
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Desidero ringraziare di cuore tutti gli amici che su Facebook mi hanno “ricoperto” con il loro affetto con i loro commenti di auguri e congratulazioni.
Segnalo questo post per tutti:
https://www.facebook.com/massimomaugeri.ct/posts/10214030712195297
Sarebbe bello poter riportare tutti i vostro commenti qui (perché qui rimnagono, su Facebook si disperdono)… ma sarebbe un lavoraccio!
In ogni caso ci tenevo ugualmente a ringraziarvi.
Se qualcuno di voi avrà tempo e voglia di lasciare un commento, o qualche considerazione, anche all’interno di questo post, ne sarò felicissimo.
Un ringraziamento specialissimo a tutti gli amici de La nave di Teseo (siete splendidi!).
Vi aspettiamo agli eventi del Salone del libro!
Ancora una volta un abbraccio e un ringraziamento a tutti voi, amici cari… e buona venuta al mondo a “Cetti Curfino” e alla sua storia… 🙂
Caro Massimo, sono nelle curve per la chiusura del Bando Letterario Veretum nel Salento e non posso distrarmi. Appena mi sarò liberato potrò approfondire il contenuto del tuo scritto. Intanto complimenti per questa tua nuova opera. Dovrei essere al Salone il giorno 11, ma ancora sono incerto perché ho qualche problemino di salute.
Un abbraccio ed in bocca al lupo.
Salvatore Armando Santoro
Carissimo Massimo,
forse può sembrare prematuro esprimere un commento prima di aver letto il romanzo e confesso che non vedo l’ora, ma una cosa voglio comunque dirla: ho amato Cetti Curfino dal primo momento, questa donna così spietatamente vera e dolente meritava un romanzo tutto per sé, glielo dovevi proprio!
Uscire dalle maglie strette di un racconto diventa per Cetti (che noi tutti vedremo sempre con le sembianze di Carmelinda, che se l’è proprio cucita addosso) una sorta di compensazione alle tante ingiustizie patite dalla vita, il modo di dare voce a chi non ha voce per gridare al mondo da protagonista indiscussa del più ampio tessuto d’un romanzo, con l’augurio che magari diventi presto anche il soggetto (perché no?) di un altrettanto memorabile film…
Avrò il piacere di postare un secondo commento a lettura effettuata, un caro abbraccio, per adesso… che il vento torinese sia propizio all’equipaggio dell’avventurosa Nave di Teseo
Caro Massimo, che bel giorno questo. Auguri alla nuova creatura. Non vedo l’ora di leggerlo.
Caro Armando, cara Elvira, cara Mavie… grazie di cuore (da parte mia e di Cetti Curfino). 🙂
Caro Massimo,
torno nel magnifico spazio di Letteratitudine dopo diversi anni, e a distanza di due settimane dal nostro bellissimo incontro a Crotone, in occasione della presentazione di “Cetti Curfino”.
Il romanzo mi ha fatto un’incantevole compagnia in questo periodo. Ho scritto qualcosa sul romanzo; poco fa queste mie righe sono state pubblicate nel sito Ibs.it (ho utilizzato praticamente tutti i 2000 caratteri massimi consentiti), con un giudizio sintetico, per me ovvio, di cinque stelline, cioè eccellente.
“Cetti Curfino” è un romanzo che mi è piaciuto tanto, e te lo dico in tutta sincerità, un contributo prezioso alla letteratura, un’opera alla quale auguro tanta buona fortuna. Riporto qui quello che è già apparso su Ibs.it. Ti mando un grande abbraccio insieme a un caro saluto a tutti i compagni di viaggio di Letteratitudine incontrati negli anni scorsi,
Gaetano
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Cetti Curfino” disorienta con pennellate leggerissime, quasi invisibili, ha la vertigine e l’estasi della circolarità, e degli specchi che si fronteggiano replicando l’immagine all’infinito, come nelle labirintiche visioni di Borges. Si narra d’un libro da portare a compimento, il cui incipit è identico a quello del romanzo che stiamo leggendo, e d’un eventuale nuovo libro che circolarmente si nutre di sé stesso. È il racconto dell’impeto deflagrante d’una donna al culmine del suo itinerario di vittima. È una storia di cicliche morti e rinascite. Nella prima scena del carcere conosceremo la protagonista lì rinchiusa, Cetti Curfino, il giornalista Andrea Coriano, una persona apparentemente inetta, e Dina, un’agente di custodia, una sorta di ombra confusa tra le ombre claustrali. È dunque “Cetti Curfino” anche un romanzo sulle apparenze, e nelle pagine successive scopriremo altri veli, e sulle ombre, dotato d’una scrittura che ci avviluppa pian piano, impercettibilmente, con uno stile che attraversa armoniosamente registri diversi, dalla commedia alla tragedia, dal reportage giornalistico all’epistolario, dal romanzo d’investigazione (un’indagine alla rovescia rispetto ai canoni del genere) alla scena teatrale. La penna lieve di Massimo Maugeri ci offre bagliori lirici e squarci metafisici che ampliano il nostro respiro letterario, moltiplicando suggestioni ed evocazioni, come ogni vera Opera dovrebbe fare: accrescere la coscienza estetica. E allora, durante la lettura, mi sono giunte alla mente, oltre all’immenso Argentino dell’evocazione iniziale, le inquietudini metafisiche di alcune opere di Eduardo, “Le voci di dentro”, ad esempio, dove l’illusione onirica irrompe nella realtà, il delicatissimo film di De Gregorio, “Pranzo di Ferragosto”, specialmente durante le vicende di Coriano e delle vecchiette amiche di sua zia, e ancora “L’Icaro involato” di Queneau che ci seduce con un personaggio in fuga dalle pagine e dalla trama del romanzo a cui apparteneva.
Piccolo refuso: manca la prima virgoletta d’apertura, proprio all’inizio:
Cetti Curfino” = “Cetti Curfino”
Caro Gaetano,
ma che gioia ritrovarti qui dopo aver avuto la possibilità di rivederti e ri-abbracciarti a Crotone (proprio in occasione di una delle presentazioni di “Cetti Curfino”).
Hai dedicato a Cetti una recensione bellissima, colta, appassionata e molto lusinghiera.
Conosco bene le tue ottime competenze letterarie e sono felice che la mia Cetti sia riuscita a conquistarti.
Grazie, Gaetano caro!
Di vero cuore (da parte mia e di Cetti).
Un abbraccio grande. 😀