Il nuovo post della rubrica di Letteratitudine intitolata “Graphic Novel e Fumetti” lo dedichiamo al più celebre libro di Simonetta Agnello Hornby trasposto in forma di romanzo grafico con i disegni di Massimo Fenati: “La mennulara”
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La Mennulara della Agnello Hornby nei disegni di Massimo Fenati (Feltrinelli Comics)
Un giovane Umberto Eco nel 1963 ebbe a dire di Schulz che era un poeta.
In molti si scagliarono contro affermando che accostare il padre di Charlie Brown alla poesia poteva solo essere un affronto.
La risposta di Eco non si fece attendere: se ‘poesia’ vuol dire capacità di portare tenerezza, pietà, cattiveria a momenti di estrema trasparenza, come se vi passasse attraverso una luce e non si sapesse più di che pasta sian fatte le cose, allora Schulz è un poeta.
Molti, come chi scrive, nel 2018 manifestarono i propri dubbi sulla trasposizione de ‘La Mennulara’ in Romanzo a fumetti, o Graphic Novel che dir si voglia. Finché non fu rivelato l’Autore che ne avrebbe curato la sceneggiatura (insieme a Simonetta Agnello Hornby) e i disegni. Mano a mano che passava il tempo, Feltrinelli Comics rendeva note le partecipazioni al progetto tra i cui nomi spiccano i VIP del mondo del fumetto italiano Tito Faraci, Luca Bertelè, Manuela Nerolini e gli ottimi agenti Monica Malatesta e Simone Marchi, tra i ‘top’ del mercato italiano – e non solo- .
Come dovettero ricredersi nel ‘63 i detrattori di Eco, ci siamo dovuti ricredere in molti nel 2019.
Se poesia vuol dire capacità di trasmettere tenerezza, pietà, cattiveria e, in generale, i moti dell’animo umano nel suo amplissimo ventaglio, allora possiamo solo dire che una delle opere più rappresentative di questo millennio ha tratto nuova linfa dalla precisa e diretta matita di Fenati.
I passaggi fondamentali del romanzo sono tutti resi con uno stile semplice e immediato, in grado di trascinare il lettore nella fine degli anni ‘50 senza nemmeno dover spiegare che l’opera è ambientata in quel periodo.
Lo studio dei costumi, degli atteggiamenti, delle atmosfere è stato laborioso e attento, e chi ha letto ‘La Mennulara’ ritroverà nei disegni alcuni momenti che aveva già scolpito in mente.
I baloon sono, spesso, abbondanti e ricchi di testo, tuttavia risultano scorrevoli e, comunque, necessari, dato che le interazioni dei personaggi e i loro rispettivi caratteri vengono fuori dai dialoghi accesi. Risultano, in più, funzionali al dipanarsi di una trama ricca di colpi di scena e mai scontata.
La morte della Mennulara, l’apertura di un testamento che porta scompiglio, i ‘cuttigghi’ (chiacchiere) del paese, la ricerca di una eredità consistente e i rapporti della ‘criata’ (serva) con i padroni, già di per sé opere d’arte nel romanzo, acquistano la voce dei tratti pieni ed espressivi, seppur sintetici, di Fenati.
Già solo le illustrazioni della prima e della quarta di copertina conferiscono autorità a un’Opera che non viene per nulla svilita dalla sua trasposizione in Graphic Novel, suggerendo al lettore attento alcuni possibili risvolti di trama.
Feltrinelli Comics ha messo a segno un colpo da maestro pubblicando un lavoro tutt’altro che scontato, non necessariamente politically correct ma dotato di una forza narrativa maestosa.
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La scheda del libro
Attraverso le immagini e il linguaggio del fumetto, rivive prendendo nuova forma il personaggio di Maria Rosalia Inzerillo, detta la Mennulara. E con lei l’intero paese di Roccacolomba, nella Sicilia degli anni sessanta, con un coro di personaggi che si stringe attorno al mistero di questa impareggiabile serva-padrona, domestica della famiglia Alfallipe e oculata amministratrice del loro patrimonio.
Alla sua morte, tutti iniziano a parlare di lei: perché sanno e non sanno, perché c’è chi la odia e la maledice e chi invece la ricorda con gratitudine.
Romanzo d’esordio di Simonetta Agnello Hornby, grande successo internazionale tradotto in tutto il mondo, La Mennulara diventa graphic novel grazie al segno nitido ed evocativo di Massimo Fenati. Un’opera rispettosa dell’originale, eppure autonoma e sorprendente, arricchita di alcune scene inedite – un “capitolo perduto” che non era presente nel romanzo così come finora lo abbiamo conosciuto.
“È come se Mennù si fosse tramutata in uno spirito che aleggia su di noi e che non si placherà finché non avremo obbedito ai suoi ordini…”
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