ANTONIO SCURATI con il romanzo “M. Il figlio del secolo” (Bompiani), vince la LXXIII edizione del Premio Strega
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Antonio Scurati (con “M. Il figlio del secolo”, Bompiani) vince l’edizione 2019 del Premio Strega con 228 voti.
Gli altri finalisti: Elisabetta Cibrario (con “Il rumore del mondo”, Mondadori), 127 voti; Marco Missiroli (con “Fedeltà”, Einaudi), 91 voti; Claudia Durastanti (con “La straniera”, La nave di Teseo), 63 voti; Nadia Terranova (con “Addio, fantasmi”, Einaudi), 47 voti.
Come da tradizione gli Amici della domenica si sono riuniti nel giardino del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia. Il seggio è stato presieduto da Helena Janeczek, vincitrice della scorsa edizione del Premio Strega. I votanti sono stati 556 su 660 aventi diritto al voto. Questo risultato comprende i voti dei 400 Amici della domenica, di 200 votanti all’estero selezionati da 20 Istituti italiani di cultura, 40 lettori forti selezionati da 20 librerie associate all’ALI e 20 voti collettivi di biblioteche, università e circoli di lettura (15 i circoli coordinati dalle Biblioteche di Roma).
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Riproponiamo la conversazione con Antonio Scurati trasmessa su RADIO POLIS (la radio delle buone notizie)
trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri
regia e postproduzione: Federico Marin
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Ospite della puntata: Antonio Scurati, con cui abbiamo discusso del suo nuovo romanzo intitolato “M. Il figlio del secolo” (Bompiani) e delle tematiche a esso legate.
Come nasce “M. Il figlio del secolo”? Cosa puoi dirci sull’attività propedeutica alla scrittura del libro (quella di studio e ricerca, in particolare)? Con riferimento alle possibili tecniche narrative utilizzabili per raccontare la storia, hai trovato subito la “modalità”? Cosa puoi dirci sui possibili rischi legati alla scrittura di questo libro? Un romanzo dove non c’è nulla di inventato: cosa puoi dirci su questa scelta? E sulla scelta di intervallare la narrazione inserendo documenti (comunicati ufficiali, articoli, discorsi, graffiti, lettere…)? Che tipo d’uomo è il Mussolini che viene fuori dalle pagine del tuo libro? È stato più Mussolini a creare l’Italia fascista… o è stata più l’Italia di quegli anni a creare Mussolini? “M. Il figlio del secolo” diventerà una serie Tv? Sei coinvolto nel progetto della sceneggiatura? Il libro è uscito già da qualche mese: cosa diresti se dovessi fare un bilancio? Ci saranno altri romanzi legati al racconto della storia di Mussolini e del fascismo?
Questo e tanto altro abbiamo chiesto a Antonio Scurati nel corso della puntata.
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La scheda del libro
Lui è come una bestia: sente il tempo che viene. Lo fiuta. E quel che fiuta è un’Italia sfinita, stanca della casta politica, della democrazia in agonia, dei moderati inetti e complici. Allora lui si mette a capo degli irregolari, dei delinquenti, degli incendiari e anche dei ”puri”, i più fessi e i più feroci. Lui, invece, in un rapporto di Pubblica Sicurezza del 1919 è descritto come ”intelligente, di forte costituzione, benché sifilitico, sensuale, emotivo, audace, facile alle pronte simpatie e antipatie, ambiziosissimo, al fondo sentimentale”.
Lui è Benito Mussolini, ex leader socialista cacciato dal partito, agitatore politico indefesso, direttore di un piccolo giornale di opposizione. Sarebbe un personaggio da romanzo se non fosse l’uomo che più d’ogni altro ha marchiato a sangue il corpo dell’Italia. La saggistica ha dissezionato ogni aspetto della sua vita. Nessuno però aveva mai trattato la parabola di Mussolini e del fascismo come se si trattasse di un romanzo. Un romanzo – e questo è il punto cruciale – in cui d’inventato non c’è nulla.
Non è inventato nulla del dramma di cui qui si compie il primo atto fatale, tra il 1919 e il 1925: nulla di ciò che Mussolini dice o pensa, nulla dei protagonisti – D’Annunzio, Margherita Sarfatti, un Matteotti stupefacente per il coraggio come per le ossessioni che lo divorano – né della pletora di squadristi, Arditi, socialisti, anarchici che sembrerebbero partoriti da uno sceneggiatore in stato di sovreccitazione creativa. Il risultato è un romanzo documentario impressionante non soltanto per la sterminata quantità di fonti a cui l’autore attinge, ma soprattutto per l’effetto che produce. Fatti dei quali credevamo di sapere tutto, una volta illuminati dal talento del romanziere, producono una storia che suona inaudita e un’opera senza precedenti nella letteratura italiana.
Raccontando il fascismo come un romanzo, per la prima volta dall’interno e senza nessun filtro politico o ideologico, Scurati svela una realtà rimossa da decenni e di fatto rifonda il nostro antifascismo.
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Nato a Napoli nel 1969, Antonio Scurati è docente di Letterature contemporanee presso la IULM di Milano. Ha esordito nel 2002 con Il rumore sordo della battaglia (premio Kihlgren, premio Fregene, premio Chianciano). Nel 2005, con Il sopravvissuto, ha vinto il premio Campiello, nel 2008, con Una storia romantica, il Mondello, e nel 2015, con Il tempo migliore della nostra vita, il Viareggio e nuovamente il Campiello. È stato due volte finalista al premio Strega.
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trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri
regia e post produzione: Federico Marin
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La colonna sonora della puntata:”Riverside Blues” della King Oliver’s Creole Jazz Band, con Louis Armstrong (1923); “Nobody Knows the Way I Feel This Morning” della Red Onion Jazz Babies, con Louis Armstrong (1923)
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È possibile ascoltare le precedenti puntate radiofoniche di Letteratitudine, cliccando qui.
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